Re: Helsinki
Inviato: 21/06/2016, 11:51
Ho pensato a quello che ci ha detto ieri Lestat, riguardo il discorso del caricare la sfera modificando i ricordi del passato.
Dopo la mega-sfuriata della sera prima, Victoria e Cappie avevano dormito in due stanze separate, ciascuna immersa nei propri pensieri e convinta delle proprie posizioni, ma per quanto fossero arrabbiate, infastidite o deluse, l'unico modo per tornare a casa era quello di collaborare, perciò avrebbero dovuto farlo per forza, volenti o nolenti. Per questo, a colazione, non poterono permettersi di rimanere in silenzio, ma al contrario elaborare una strategia vincente che portasse entrambe all'obiettivo finale.
Dovremmo scegliere dei ricordi che per noi sono prioritari, cioè quelli che, se li becchiamo, vogliamo assolutamente cambiare.
Non è una cosa tanto semplice.
Non sappiamo quali ricordi ci capiteranno sotto tiro nè se sia più o meno pericoloso cambiarli.
Da questo punto di vista siamo veramente nella merda...
A tal proposito, per quanto mi ero ripromessa di non tornare sull'argomento, ora sembra proprio che sia costretta a farlo: non so se, dopo il discorso che ti ho fatto su Axell di come in questo futuro lui potrebbe provare dei sentimenti per te, tu ti sia chiesta se li provi anche nel nostro presente, e non so nemmeno se tu abbia riflettuto su cosa provi tu, se tutta la vicenda ti abbia suscitato qualcosa o meno... ma nel caso così fosse, e bada bene, non devi dirmelo, non è importante che lo sappia io....
Allora cosa ne penseresti di modificare l'evento che ci ha causato più casini di tutti? Se non avessimo fatto lo scambio di coppia, tu ed Axell non vi sareste mai lasciati, e tutto sarebbe rimasto com'era.
Ad ogni modo, non c'è bisogno che mi rispondi ora se ci vuoi riflettere un po' su.
Sì, pronunciare quelle parole -per quanto tentò di mantenere un tono di voce atono e il più neutro possibile- le provocava un dolore nel petto che non sapeva spiegare, perché se Cappie avesse accettato o se anche solo ci avesse pensato, ciò avrebbe significato che anche lei provava a sua volta ancora dei sentimenti per lui, e che modificando quel ricordo l'avrebbe non solo perso per sempre, ma cancellato anche quella felicità che, comunque, Axell le aveva regalato fino a quel momento.
Ci penserò su.
Altro?
Pensavo anche che se Tisifone confermerà la tua ipotesi sul minerale e il suo collegamento alla sfera, allora una volta rientrate potremmo usare il Remoris per fermare il tempo e, in quei dieci secondi, separarli, consegnando poi la sfera senza il minerale che le serve per funzionare... la donna dai capelli rossi non lo saprà mai, ma così essa le risulterà inutile e non potrà usarla per fare del male. Ti sembra una buona idea?
Era esattamente a questo che puntavo, quindi direi di sì.
Non credo ci siano altre alternative...
Annuì, contenta che se non altro avevano avuto le stesse idee, e che condividessero lo stesso punto di vista sul da farsi: non volendo lasciare le cose come stavano, comunque -lei forse sarebbe rimasta lucida in ogni caso, perché per qualche strano motivo da un paio di giorni circa si sentiva molto più forte e molto più capace di ragionare analiticamente, ma non era detto che lo stesso fosse per la O'Neill- dopo qualche minuto di pausa la Randall tentò di spiegarle il proprio punto di vista e il perché del suo comportamento della sera prima.
[...]
Probabilmente ieri avrei dovuto gestirla meglio, dirti fin da subito "non voglio parlarne", ma ero certa, magari sbagliando, che non ti sarebbe bastata come risposta, ed io volevo solo evitare una discussione... che poi c'è stata comunque, quindi non penso di aver fatto un buon lavoro, in effetti.
Voglio farti una domanda e voglio che tu mi risponda sinceramente.
Se tu avessi avuto il sospetto che io stessi pensando al suicidio, cosa avresti fatto?
Mi avresti lasciata in pace, rispettando la legittimità dei miei pensieri, oppure mi avresti presa a ceffoni fino a farmi sputare la verità?
Avrei dato la priorità a tornare a casa e a parlarne una volta nel nostro tempo, con calma, senza più la pressione di questa situazione, con menti più lucide e cuore più leggero. -rispose dopo un istante Victoria, ritenendo inutile, nell'ipotesi proposta dall'irlandese, perdere tempo ed energie in una discussione su un proposito che tanto non si sarebbe avverato sul momento, ma solo dopo essere rientrate a casa- Ma...
Fermati! Stop! Non ho bisogno di sentire altro.
E hai mai pensato almeno per un singolo istante in quale stato d'animo io avrei affrontato l'intera vicenda, sapendo che possibilmente una delle mie migliori amiche vuole gettare la sua vita in pasto ad un vampiro, dopo aver penato tanto per riuscire a tornare a casa sane e salve?
Hai mai considerato l'ipotesi anche solo vaga che mentirmi spudoratamente, dopo aver capito che stavi mentendo, non avrebbe fatto altro che accrescere i miei sospetti e la mia rabbia?
Già, non ti sarebbe costato nulla, nulla Victoria, dirmi la verità e chiedermi di parlarne ancora una volta tornate a casa.
Se ti avessi detto "sì, ci ho pensato, ma non ne voglio parlare", non penso avresti più smesso, Cappie. Avresti insistito, e insistito ed insistito fino allo sfinimento di entrambe, provando a convincermi di quanto fosse sbagliato, quando io stessa non ho preso alcuna decisione in merito!
Il fatto che tu non ti sia nemmeno data pena di questo mi fa pensare solo che non fosse tua intenzione parlarmene e quindi dopo essermi fatta un culo enorme per porter tornare indietro tutte intere, sarei venuta a scoprire per caso che la mia migliore amica aveva istinti suicidi, o forse ti saresti presentata direttamente in versione vampiro dicendomi "Sorpresa!".
Se queste sono le tue intenzioni, tanto vale che ti getti fra le braccia del Dahaka e tanti cari saluti.
[...]
Dispiace anche a me che abbiamo litigato, ma mi dispiace di più vedere che tu non mi abbia chiesto scusa per avermi mentito... E se ho ragione di credere che stai davvero pensando ad una vita da vampiro, voglio delle scuse anche per quello.
Ma come osi?! -fu lei a sbottare, questa volta, perdendo per qualche minuto il suo momentaneo auto-controllo mentre gli occhi si riempivano di lacrime, frutto di un mix di sentimenti diversi- Come osi avere la presunzione di sapere quello che avrei o non avrei fatto?! Io non sono tenuta a dirti nulla, Cappie, non sei mia madre! -la voce le si spezzò per un istante, su quell'ultima affermazione- Il fatto che io lasci agli altri la possibilità di metabolizzare ogni avvenimento ed ogni emozione per i fatti loro, invece che pretendere un confronto immediato e totale, non significa che me ne freghi o che non tenga loro, ma che lascio a ciascuno i propri tempi, cosa che tu non tendi quasi mai a fare! E comunque è una mia scelta cosa fare della mia vita, è una mia scelta parlarne con qualcuno, e di certo non ho l'obbligo di condividere i miei pensieri con nessuno, nemmeno con te!
Ma se davvero hai pensato che, nonostante il mio diritto al libero arbitrio, potessi prendere una decisione tanto importante senza prima parlarne con te, allora forse non mi conosci per niente, e se siamo tanto amiche in questo futuro è perché in realtà siamo due estranee.
Si alzò in piedi, asciugandosi le lacrime che le erano colate lungo le guance, afferrando la borsa che aveva portato con sé con un movimento scattoso della mano.
Vuoi delle scuse? Bene, mi dispiace per averti mentito ed aver cercato di evitare una discussione che non volevo affrontare, e mi dispiace di aver scopato con Axell quella sera, rovinando entrambe le vostre vite. Ma tanto ora rimetteremo tutto a posto, no? E pensa che fortuna, quanto torneremo a casa non ricorderemo niente di tutto questo, quindi non dovrai nemmeno scusarti per aver contribuito a spezzarmi il cuore.
Ma forse, visto che l'ho fatto io per prima, non serve dispiacersi, potremmo definirlo un pareggiamento dei conti, giusto?
Non attese nemmeno che Cappie le rispondesse, non si volse nemmeno più per controllare cosa stesse facendo: era lei, stavolta, ad aver perso la pazienza, ad aver bisogno di stare da sola; ecco perché non voleva affrontare certi argomenti fino a che erano bloccate lì, ecco perché aveva cercato di evitare qualsiasi discussione... per non sbottare, per non piangere, per rimanere lucida e forte, razionale e collaborativa.
Sapeva che nulla di tutto ciò che stava succedendo era colpa della irlandese, sapeva perfettamente che non era colpa sua nemmeno se probabilmente Axell l'amava ancora e lei amava lui -perché a quel punto le sembrava decisamente plausibile- e non avrebbe mai voluto attaccarla in quel modo, tentando di ferirla per un dolore per il quale poteva biasimare solo se stessa -perché era stata lei a proporre quello scambio.
Si chiuse in camera, cercando di piangere ma senza riuscire più a farlo, rimanendo rannicchiata nel letto per tutto il tempo, ad occhi aperti e con un groppo enorme alla gola, di quelli che le impedivano persino di respirare serenamente; ad un certo punto fu talmente stanca da chiudere gli occhi, ma non fu certo un sonno riposato, anzi, ed in ogni caso non durò molto, perché ad un certo punto qualcuno bussò alla porta, facendola scattare giù dal letto.
Di sicuro il Dahaka non si metteva a chiedere il permesso di entrare, per farla sparire, perciò poteva esserci solo un'altra persona dietro quella porta... porta che venne aperta dopo un minuto circa, con una Victoria ancora più pallida, ancora più tesa, con occhiaie ancora più evidenti, occhi rossastri, una cera talmente pessima da fare quasi spavento, insomma.
E, come immaginato, Cappie era lì, in attesa che la facesse entrare: non voleva discutere, non voleva litigare, non aveva nemmeno la forza di parlare ancora, ma non voleva nemmeno che tutto il Resort sapesse gli affari loro, perciò si spostò dall'uscio lasciandola libera di entrare e di chiudersi la porta alle spalle; dal canto suo, la bionda andò a sedersi sul divanetto sotto la finestra, con le gambe rannicchiate al petto, attendendo semplicemente che la O'Neill dicesse ciò per cui era venuta in camera sua.
Dopo la mega-sfuriata della sera prima, Victoria e Cappie avevano dormito in due stanze separate, ciascuna immersa nei propri pensieri e convinta delle proprie posizioni, ma per quanto fossero arrabbiate, infastidite o deluse, l'unico modo per tornare a casa era quello di collaborare, perciò avrebbero dovuto farlo per forza, volenti o nolenti. Per questo, a colazione, non poterono permettersi di rimanere in silenzio, ma al contrario elaborare una strategia vincente che portasse entrambe all'obiettivo finale.
Dovremmo scegliere dei ricordi che per noi sono prioritari, cioè quelli che, se li becchiamo, vogliamo assolutamente cambiare.
Non è una cosa tanto semplice.
Non sappiamo quali ricordi ci capiteranno sotto tiro nè se sia più o meno pericoloso cambiarli.
Da questo punto di vista siamo veramente nella merda...
A tal proposito, per quanto mi ero ripromessa di non tornare sull'argomento, ora sembra proprio che sia costretta a farlo: non so se, dopo il discorso che ti ho fatto su Axell di come in questo futuro lui potrebbe provare dei sentimenti per te, tu ti sia chiesta se li provi anche nel nostro presente, e non so nemmeno se tu abbia riflettuto su cosa provi tu, se tutta la vicenda ti abbia suscitato qualcosa o meno... ma nel caso così fosse, e bada bene, non devi dirmelo, non è importante che lo sappia io....
Allora cosa ne penseresti di modificare l'evento che ci ha causato più casini di tutti? Se non avessimo fatto lo scambio di coppia, tu ed Axell non vi sareste mai lasciati, e tutto sarebbe rimasto com'era.
Ad ogni modo, non c'è bisogno che mi rispondi ora se ci vuoi riflettere un po' su.
Sì, pronunciare quelle parole -per quanto tentò di mantenere un tono di voce atono e il più neutro possibile- le provocava un dolore nel petto che non sapeva spiegare, perché se Cappie avesse accettato o se anche solo ci avesse pensato, ciò avrebbe significato che anche lei provava a sua volta ancora dei sentimenti per lui, e che modificando quel ricordo l'avrebbe non solo perso per sempre, ma cancellato anche quella felicità che, comunque, Axell le aveva regalato fino a quel momento.
Ci penserò su.
Altro?
Pensavo anche che se Tisifone confermerà la tua ipotesi sul minerale e il suo collegamento alla sfera, allora una volta rientrate potremmo usare il Remoris per fermare il tempo e, in quei dieci secondi, separarli, consegnando poi la sfera senza il minerale che le serve per funzionare... la donna dai capelli rossi non lo saprà mai, ma così essa le risulterà inutile e non potrà usarla per fare del male. Ti sembra una buona idea?
Era esattamente a questo che puntavo, quindi direi di sì.
Non credo ci siano altre alternative...
Annuì, contenta che se non altro avevano avuto le stesse idee, e che condividessero lo stesso punto di vista sul da farsi: non volendo lasciare le cose come stavano, comunque -lei forse sarebbe rimasta lucida in ogni caso, perché per qualche strano motivo da un paio di giorni circa si sentiva molto più forte e molto più capace di ragionare analiticamente, ma non era detto che lo stesso fosse per la O'Neill- dopo qualche minuto di pausa la Randall tentò di spiegarle il proprio punto di vista e il perché del suo comportamento della sera prima.
[...]
Probabilmente ieri avrei dovuto gestirla meglio, dirti fin da subito "non voglio parlarne", ma ero certa, magari sbagliando, che non ti sarebbe bastata come risposta, ed io volevo solo evitare una discussione... che poi c'è stata comunque, quindi non penso di aver fatto un buon lavoro, in effetti.
Voglio farti una domanda e voglio che tu mi risponda sinceramente.
Se tu avessi avuto il sospetto che io stessi pensando al suicidio, cosa avresti fatto?
Mi avresti lasciata in pace, rispettando la legittimità dei miei pensieri, oppure mi avresti presa a ceffoni fino a farmi sputare la verità?
Avrei dato la priorità a tornare a casa e a parlarne una volta nel nostro tempo, con calma, senza più la pressione di questa situazione, con menti più lucide e cuore più leggero. -rispose dopo un istante Victoria, ritenendo inutile, nell'ipotesi proposta dall'irlandese, perdere tempo ed energie in una discussione su un proposito che tanto non si sarebbe avverato sul momento, ma solo dopo essere rientrate a casa- Ma...
Fermati! Stop! Non ho bisogno di sentire altro.
E hai mai pensato almeno per un singolo istante in quale stato d'animo io avrei affrontato l'intera vicenda, sapendo che possibilmente una delle mie migliori amiche vuole gettare la sua vita in pasto ad un vampiro, dopo aver penato tanto per riuscire a tornare a casa sane e salve?
Hai mai considerato l'ipotesi anche solo vaga che mentirmi spudoratamente, dopo aver capito che stavi mentendo, non avrebbe fatto altro che accrescere i miei sospetti e la mia rabbia?
Già, non ti sarebbe costato nulla, nulla Victoria, dirmi la verità e chiedermi di parlarne ancora una volta tornate a casa.
Se ti avessi detto "sì, ci ho pensato, ma non ne voglio parlare", non penso avresti più smesso, Cappie. Avresti insistito, e insistito ed insistito fino allo sfinimento di entrambe, provando a convincermi di quanto fosse sbagliato, quando io stessa non ho preso alcuna decisione in merito!
Il fatto che tu non ti sia nemmeno data pena di questo mi fa pensare solo che non fosse tua intenzione parlarmene e quindi dopo essermi fatta un culo enorme per porter tornare indietro tutte intere, sarei venuta a scoprire per caso che la mia migliore amica aveva istinti suicidi, o forse ti saresti presentata direttamente in versione vampiro dicendomi "Sorpresa!".
Se queste sono le tue intenzioni, tanto vale che ti getti fra le braccia del Dahaka e tanti cari saluti.
[...]
Dispiace anche a me che abbiamo litigato, ma mi dispiace di più vedere che tu non mi abbia chiesto scusa per avermi mentito... E se ho ragione di credere che stai davvero pensando ad una vita da vampiro, voglio delle scuse anche per quello.
Ma come osi?! -fu lei a sbottare, questa volta, perdendo per qualche minuto il suo momentaneo auto-controllo mentre gli occhi si riempivano di lacrime, frutto di un mix di sentimenti diversi- Come osi avere la presunzione di sapere quello che avrei o non avrei fatto?! Io non sono tenuta a dirti nulla, Cappie, non sei mia madre! -la voce le si spezzò per un istante, su quell'ultima affermazione- Il fatto che io lasci agli altri la possibilità di metabolizzare ogni avvenimento ed ogni emozione per i fatti loro, invece che pretendere un confronto immediato e totale, non significa che me ne freghi o che non tenga loro, ma che lascio a ciascuno i propri tempi, cosa che tu non tendi quasi mai a fare! E comunque è una mia scelta cosa fare della mia vita, è una mia scelta parlarne con qualcuno, e di certo non ho l'obbligo di condividere i miei pensieri con nessuno, nemmeno con te!
Ma se davvero hai pensato che, nonostante il mio diritto al libero arbitrio, potessi prendere una decisione tanto importante senza prima parlarne con te, allora forse non mi conosci per niente, e se siamo tanto amiche in questo futuro è perché in realtà siamo due estranee.
Si alzò in piedi, asciugandosi le lacrime che le erano colate lungo le guance, afferrando la borsa che aveva portato con sé con un movimento scattoso della mano.
Vuoi delle scuse? Bene, mi dispiace per averti mentito ed aver cercato di evitare una discussione che non volevo affrontare, e mi dispiace di aver scopato con Axell quella sera, rovinando entrambe le vostre vite. Ma tanto ora rimetteremo tutto a posto, no? E pensa che fortuna, quanto torneremo a casa non ricorderemo niente di tutto questo, quindi non dovrai nemmeno scusarti per aver contribuito a spezzarmi il cuore.
Ma forse, visto che l'ho fatto io per prima, non serve dispiacersi, potremmo definirlo un pareggiamento dei conti, giusto?
Non attese nemmeno che Cappie le rispondesse, non si volse nemmeno più per controllare cosa stesse facendo: era lei, stavolta, ad aver perso la pazienza, ad aver bisogno di stare da sola; ecco perché non voleva affrontare certi argomenti fino a che erano bloccate lì, ecco perché aveva cercato di evitare qualsiasi discussione... per non sbottare, per non piangere, per rimanere lucida e forte, razionale e collaborativa.
Sapeva che nulla di tutto ciò che stava succedendo era colpa della irlandese, sapeva perfettamente che non era colpa sua nemmeno se probabilmente Axell l'amava ancora e lei amava lui -perché a quel punto le sembrava decisamente plausibile- e non avrebbe mai voluto attaccarla in quel modo, tentando di ferirla per un dolore per il quale poteva biasimare solo se stessa -perché era stata lei a proporre quello scambio.
Si chiuse in camera, cercando di piangere ma senza riuscire più a farlo, rimanendo rannicchiata nel letto per tutto il tempo, ad occhi aperti e con un groppo enorme alla gola, di quelli che le impedivano persino di respirare serenamente; ad un certo punto fu talmente stanca da chiudere gli occhi, ma non fu certo un sonno riposato, anzi, ed in ogni caso non durò molto, perché ad un certo punto qualcuno bussò alla porta, facendola scattare giù dal letto.
Di sicuro il Dahaka non si metteva a chiedere il permesso di entrare, per farla sparire, perciò poteva esserci solo un'altra persona dietro quella porta... porta che venne aperta dopo un minuto circa, con una Victoria ancora più pallida, ancora più tesa, con occhiaie ancora più evidenti, occhi rossastri, una cera talmente pessima da fare quasi spavento, insomma.
E, come immaginato, Cappie era lì, in attesa che la facesse entrare: non voleva discutere, non voleva litigare, non aveva nemmeno la forza di parlare ancora, ma non voleva nemmeno che tutto il Resort sapesse gli affari loro, perciò si spostò dall'uscio lasciandola libera di entrare e di chiudersi la porta alle spalle; dal canto suo, la bionda andò a sedersi sul divanetto sotto la finestra, con le gambe rannicchiate al petto, attendendo semplicemente che la O'Neill dicesse ciò per cui era venuta in camera sua.
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