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Newcastle

Messaggioda Monique » 15/10/2013, 22:31

Newcastle upon Tyne è una città e un Metropolitan borough con status di city nella contea di Tyne and Wear, Inghilterra, Regno Unito: la città fu fondata in epoca romana con il nome di Pons Aelius, e, anticamente, era nota col nome Novocastro in italiano.
Storicamente città della contea di Northumberland, di cui fece parte fino al 1974, è situata sulla riva nord del fiume Tyne a circa nove miglia dal Mare del Nord: è cresciuta come un importante centro per il commercio della lana e in seguito divenne una zona di estrazione del carbone; il porto si è sviluppato nel XVI secolo e, insieme con i cantieri navali lungo il fiume, era tra i più grandi centri di costruzione e di riparazione delle navi del mondo. Queste industrie hanno sperimentato a poco a poco una grave crisi e successivamente molte di esse furono condannate alla chiusura; la città oggi è in gran parte un centro commerciale e culturale, con una reputazione particolare per la vita notturna.
Tra le sue icone principali ci sono la Newcastle Brown Ale, un famoso marchio di birra, il Newcastle United FC, ​​una squadra che milita in Premier League, e il Tyne Bridge.


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Messaggioda Aryanne » 15/10/2013, 23:11

[Post Missione a Larnaca - Baita di Sandyon Vastnor - 14 Gennaio - ore 15.57]


Aveva dormito per... quanto?
Non avrebbe saputo dirlo con certezza.
Nella sua mente tutto era confuso, mescolato: ricordi passati e presenti si fondevano insieme in un mosaico indefinito da cui era difficile estrapolare quale fosse la realtà attuale; un momento prima si stava punzecchiando con Typhon nella sala comune Dragargenteo, a Hogwarts, l'attimo dopo era con Robyn immersa in uno degli allenamenti massacranti di Sandyon, mentre l'istante successivo scagliava una poderosa gomitata ai gioielli di famiglia di Velarko.
Pochi anni passati mentalmente in una manciata di secondi, eppure ad Arianna sembrava fosse trascorsa una vita intera: tante cose erano cambiate, lei per prima era totalmente diversa dalla ragazzina smorfiosa ed egocentrica che aveva dettato legge a Hogwarts; ed ora era lì, stesa su qualcosa di morbido che ricordava distrattamente fosse il letto del suo Mentore.
Asher l'aveva fatta smaterializzare lì, e Sandyon l'aveva stesa nella sua camera dandole una pozione per curare i numerosi lividi che aveva addosso, poi si era addormentata e da allora era passato un certo quantitativo di tempo, per lei indefinito.
Ma certe cose le ricordava più distintamente di altre: la sensazione di avercela fatta quando aveva sconfitto Velarko, o quella sicurezza di aver compreso qualcosa di Asveras quando non l'aveva uccisa... o la consapevolezza di aver tolto la vita di un uomo.
Quell'ultima considerazione le fece aprire gli occhi con uno scatto, anche se ci misero pochi istanti per mettere a fuoco l'ambiente circostante: la camera di Vastnor, il proprio corpo sul letto... qualcuno accanto a sé sul materasso; respirò a fondo una, due, tre volte, poi lentamente si mise a sedere, lasciando che i capelli biondi le incorniciassero il viso.
Notò distrattamente lo sporco sui vestiti, registrò come un eco lontano il fatto che il naso non le facesse più male: concentrò tutta la sua attenzione su Sandyon Vastnor, seduto accanto a lei sul letto, la solita espressione impassibile sul volto.

Ho portato a termine la missione.

Sapeva che probabilmente Brightless gliel'aveva già detto, ma sentiva dentro di sé, magari stupidamente, che era importante che lui lo sapesse da lei, che fosse Arianna stessa a dirglielo, a raccontargli la sua versione della storia.

Mi sono scontrata con Boris Velarko, da sola.
Sarei morta probabilmente in un duello magico, ma Asveras... lui mi ha aiutato, gli ha fatto perdere la bacchetta, e così l'ho messa via anch'io per combattere alla pari.


L'avrebbe presa per pazza per quella sua iniziativa?
Ne sarebbe stato fiero?
Arianna non lo sapeva, ma francamente in quel momento non le importava, sentiva che per una qualche strana ragione era essenziale per lei continuare a parlare, per il suo equilibrio non doveva smettere.

Siamo arrivati dal diplomatico, poi è arrivato anche Asveras, io l'ho... provocato: gli ho fatto il tuo nome, Robyn mi ha detto del vostro passato e ho pensato che... che se c'era ancora un briciolo di legame tra voi non mi avrebbe uccisa.
Credo... credo di avere avuto ragione.


Deglutì lentamente, sentendo le lacrime salirle agli occhi: prese fiato, respirando a fondo, accorgendosi che stava tremando e che di lì a poco, probabilmente, la stessa sorte sarebbe toccata anche alla voce, soprattutto considerando cosa disse subito appresso a quelle ultime parole.

... ho ucciso un uomo.
Non l'ho fatto apposta, volevo solo fargli perdere i sensi, e... e...


Alcune grosse e calde lacrime salate le colarono lungo le guance, mandando all'aria ogni briciola di autocontrollo raccimolato: dimenticando il contegno che di solito usava con lui, Arianna si sporse fino a Sandyon per abbracciarlo, nascondendo il viso nel suo petto; ora che l'adrenalina era scomparsa del tutto, rimanevano solo i sentimenti più negativi a fare da padroni nel suo animo.

Ho avuto così tanta paura... credevo sarebbe stata una cazzo di missione per bambini, quando mi sono ritrovata di fronte a Velarko, io... ho pensato che sarei morta, che non avrei più rivisto mia madre, Typhon, e te... non facevo che ripetermi che dovevo rimanere viva per renderti orgogliosa, che dovevo mantenere la promessa che ti ho fatto, ma non volevo uccidere quell'uomo, ti giuro che non volevo... mi sento male papà...

Frasi sconnesse tra loro, pezzi di esse persi per strada, e poi quell'ultima affermazione in lacrime, col volto nascosto, col cuore a pezzi perché anche se sapeva che sarebbe potuto succedere ancora, nella sua carriera, la prima volta era sempre la peggiore.
Ed il bisogno di essere rassicurata, quello sopra ogni altra cosa, bisogno che solo lui avrebbe potuto darle.
Il suo papà.
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Messaggioda Sandyon » 16/10/2013, 17:30

[Post Missione a Larnaca - Baita di Sandyon Vastnor - 14 Gennaio - ore 15.45]

La cosa migliore è comunicare nei prossimi giorni e non di persona.
Ti giungerà una mia lettera presso il San Mungo dopodomani mattina.


Adesso che farai?
Rimarrà qui?


Per qualche giorno si.
Informerò io la madre.
Qui sarà protetta.


Ho visto delle scarpe in soggiorno...
Da quando la tua futura consorte porta stivali di pelle?


E' Faith.
Si trova in bagno per una doccia, voleva vedere anche lei Arianna.


Capisco...
Allora a presto.


Grazie infinite.
Sei sempre una solida roccia.


Prima o poi si sgretolerà questa roccia e sarà per colpa tua!
Tsk, buona giornata ragazzino...


Asher dunque si allontanò del tutto dall'abitazione del N°1, od ex N°1 per meglio dire, visto che lui quel lavoro non lo svolgeva ormai da anni ed era uscito dalla graduatoria effettiva. Infatti, a rigor di logica, Tyslion doveva essere ritenuto il numero uno ma nel panorama dei Mercenari tutti sapevano essere un poco bastardi, non riconoscendo Asveras come primo fino a quando Sandyon non fosse morto o fosse stato sconfitto dal greco pelato e scorbutico.
Tralasciando questo, Sandyon si avvicinò alla porta del bagno per bussare un paio di volte, avvertendo Faith che Arianna era arrivata e di fare presto a concludere la doccia e vestirsi così da poterla incontrare.
Assurdo quanto ci mettesse quella ragazza per lavarsi, abitudine simile a quella della sorella defunta.
Salito su per le scale osservò Arianna sdraiata ed ancora dormiente sul letto, con gli stessi vestiti indossati e sfruttati nella missione.
Qualche livido, qualche piccolo difetto nella respirazione ma una calma piatta nel riposo, forse perché la mente stava cercando di rimuovere del tutto ogni traccia di quello che era avvenuto. Per ora forse ci sarebbe anche riuscita, bisognava vedere poi una volta sveglia.
Scese di nuovo al pianterreno, andando in cucina preparando una tisana da farle bere, ricostituente.
Ci mise dentro una fettina di limone, sul piattino qualche biscotto comprato presso un super mercato babbano e riprese la strada fino alla camera da letto, incontrando per altro Faith che usciva con solo l'asciugamano addosso.

Mmmmhhh...

Eh su, che tanto sei immune al mio fascino!
Dammi il tempo di vestirmi e poi vi raggiungo, ci voleva proprio una doccia!


Cammina.

Ooohh... Tisana e biscotti, come siamo premurosi...

Fila.

Ahahah... A tra poco!

... Un giorno la ucciderò.

Scosse il capo, salendo le scale, posando il vassoio sul comodino vicino alla bionda italiana ed infine si sedette sul letto aspettando che si svegliasse, cosa che per altro avvenne poco dopo, a distanza di una trentina di secondi, forse sentendo l'odore della tisana nell'aria.
Piano cercò di farsi forza, la ragazza, per tirarsi un poco su, sentendo immediatamente il dolore alla base del naso.
Indebolita dalla pesante missione, trasformatasi da un ottavo ad almeno un dodicesimo livello, ci mise qualche secondo a registrare tutto e tranquillizzarsi, sbattendo le palpebre con aria confusa, stanca, ma ancora con la giusta energia per guardare negli occhi il suo Mentore e parlare.

Ho portato a termine la missione.

Lo so.

Mi sono scontrata con Boris Velarko, da sola.
Sarei morta probabilmente in un duello magico, ma Asveras... lui mi ha aiutato, gli ha fatto perdere la bacchetta, e così l'ho messa via anch'io per combattere alla pari.


Quel piccolo dettaglio il MediMago se l'era dimenticato, infatti gli occhi dell'uomo divennero due fessure perplesse e gelide.
Aveva davvero affrontato Boris da sola, uscendone per altro così poco messa male?
Asveras inoltre, Tyslion l'aveva aiutata. Sicuramente per avvantaggiarsi sul proprio lavoro, naturale, ma certe sorprese lasciavano sempre un po' basito il docente di Difesa, il quale rimase in silenzio ad ascoltare la seconda parte del racconto, annuendo lentamente quando lei ammise di aver messo da parte l'arma magica per affrontare Velarko in maniera equilibrata e leale.
Non era una Mecrenaria senza scrupoli come molti altri. Boris stesso trovandosi nella situazione opposta ne avrebbe approfittato.
Oltre a crescere come una ragazza forte e carica di energie, stava anche prendendo una piega nettamente diversa rispetto al suo ex apprendista, dimostrando un cuore adamantino, si duro, ma luccicante.

Siamo arrivati dal diplomatico, poi è arrivato anche Asveras, io l'ho... provocato: gli ho fatto il tuo nome, Robyn mi ha detto del vostro passato e ho pensato che... che se c'era ancora un briciolo di legame tra voi non mi avrebbe uccisa.
Credo... credo di avere avuto ragione.


Mmmhh...
Mi parlerai dopo di quello che sai.
Va avanti...


Per lui quella fu una mossa non solo azzardata ma molto sbagliata. Bisognava sempre capire prima il motivo di presenza di un possibile avversario, poiché c'era la possibilità che non fosse lì per combattere ma per svolgere un altro dovere.
Quando si accettava una missione, essa era contornata da Mercenari adibiti ad un ruolo ed altri adibiti a quello opposto, inoltre, una terza categoria era quella dei Mercenari adibiti a svolgere una missione parallela o complementare senza entrare in nessun conflitto aperto, cosa che aveva fatto Tyslion, secondo il racconto di Asher poco prima.
D'altronde però, non ipotizzava di dover insegnare certe cose all'italiana così presto, credeva che avrebbe affrontato una missione sciolta, senza intoppi, ma a quanto pareva il destino di Arianna Ricciardi era capitare in mezzo ai guai senza volerlo.
Mentre pensava a tutto questo, l'uomo si focalizzò sulla giovane che adesso, forse sentendo tutti quanti i nervi salire vertiginosamente, iniziava ad accusare i primi segni di cedimento, lasciando correre lungo le guance le prime, doverose, giuste lacrime amare derivanti dalla propria prima missione come effettiva Mercenaria di mestiere.

... ho ucciso un uomo.
Non l'ho fatto apposta, volevo solo fargli perdere i sensi, e... e...


Di istinto Sandyon non la fece nemmeno concludere ed allargò le braccia di poco dandole la possibilità di venire da lui e farsi consolare.
Ella non se lo fece ripetere due volte, gettandosi con la testa sul petto dell'uomo scaricando finalmente ogni dolore, sofferenza, trauma trattenuto durante tutto il tempo della missione a Cipro.
Le lacrime divennero lacrimoni, i respiri dei gemiti e dei colpi di tosse, la voce dura ed inflessibile, quella di una bimba spaventata.
Le grosse e possenti braccia di lui si chiusero in una morsa di protezione assoluta, rimanendo con la testa alta, incapace di dimostrare molto di più di quanto già non stesse facendo.
Le parole successive di Arianna però, ebbero il potere di scuotere ancora di più il suo animo in parte pietrificato, facendogli sentire l'immane desiderio di impedire alla bionda di ripartire per altre missioni, di mettere a rischio la sua vita ancora una volta.
L'avrebbe cresciuta lui senza farle mancare niente, dicendole di svolgere qualunque altro lavoro non rischioso, senza problemi.
Il lato paterno che usciva prepotente, il lato di un padre chiamato a gran voce dalla propria figlia.

Ho avuto così tanta paura... credevo sarebbe stata una cazzo di missione per bambini, quando mi sono ritrovata di fronte a Velarko, io... ho pensato che sarei morta, che non avrei più rivisto mia madre, Typhon, e te... non facevo che ripetermi che dovevo rimanere viva per renderti orgogliosa, che dovevo mantenere la promessa che ti ho fatto, ma non volevo uccidere quell'uomo, ti giuro che non volevo... mi sento male papà...

Pian piano si abbassò con la testa, cercando di darle un bacio in mezzo ai capelli, stringendo più forte, simulando il verso sottile dell'aria che usciva dalle labbra schiuse come ad invitarla a calmarsi, non preoccuparsi, tranquillizzarsi che tutto ormai era finito, tutto era concluso, lei era lì.

Adesso va tutto bene.
Sssshhh.
Sei stata bravissima.
Adesso guardami, ascoltami... Ascoltami figlia mia.


Cercò di richiamare la sua attenzione.
Voleva che tirasse su col naso, che trovasse un piccolo attimo di pace, guardando negli occhi il genitore.
Se così fosse avvenuto, Sandyon le avrebbe posato le mani sulle spalle stringendo con energia, infondendole sicurezza.
Mentalmente poi, chiese ad un Mog sentimentalmente provato di provvedere a donare sollievo ad Arianna ed il piccoletto tra singhiozzi e squittii diede il suo "ok", mettendosi immediatamente al lavoro per aiutare la giovane a riprendere le redini del proprio spirito.

Essere Mercenari significa mettere in gioco la propria vita in alcuni casi.
Se non fosse morto lui, forse saresti morta tu.
Il tuo intento era solo tramortirlo ma il suo probabilmente non sarebbe stato lo stesso, credimi.
Fare questo lavoro è come andare tutti i giorni in guerra, senza sapere se si tornerà, salvo missioni facili e semplici.
Tu sei stata bravissima, mi credi? Bravissima.
Hai mantenuto i nervi saldi fino all'ultimo, non hai arrancato, Asher mi ha detto tutto.
Io però ho bisogno che tu rifletta bene su questa missione... Che tu rifletta se è stato davvero quello che volevi, che sognavi per il tuo futuro.
Capiterà altre volte, ucciderai ancora se necessario.
E' davvero quello che vuoi fare da adulta?
E' davvero la carriera che vuoi inseguire?


Conscio che a quel punto Mog aveva già fatto buona parte del lavoro, Sandyon sapeva che poteva parlare con lei in tutta franchezza, mostrando una preoccupazione negli occhi forse mai e poi mai dimostratale da quando si conoscevano, da quando l'aveva presa sotto la sua custodia.
Protettivo e premuroso come un padre, non voleva scegliere per lei ma da una parte desiderava con tutto il cuore che ci ripensasse.
Da una parte forse aveva ragione, si, perché il rischio di morire c'era, il rischio di soffrire o di far soffrire, si, quello non si poteva discutere, ma forse da un'altra parte, Sandyon si stava dimenticando un dettaglio fondamentale, un dettaglio che in quel momento era normale che avesse rimosso.
Fortunatamente in quella casa non era solo e dunque ci pensò qualcun altro a ricordarglielo, palesando la propria presenza in grande stile, come sempre del resto.

Ma dico no... Scusami tanto S.V. , te lo ricordi come stavi al tuo primo omicidio o sono l'unica nostalgica qui dentro?

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Messaggioda Aryanne » 16/10/2013, 18:05

Probabilmente, col senno di poi, si sarebbe detta da sola che aveva trattenuto le lacrime e i sentimenti ad esse connessi anche troppo: in fondo era normale piangere, sentirsi svuotati di ogni energia dopo una missione del genere; in quel momento, però, non riusciva a ragionare lucidamente, e l'unica cosa a cui riusciva a pensare era che avrebbe voluto smettere di piangere, di mostrarsi debole di fronte a Sandyon, e recuperare un po' di contegno... solo che non ce la faceva.
Il che, ovviamente, le faceva salire ancora di più lo sconforto che, mischiandosi alla paura ancora presente in lei e al senso di colpa per aver tolto la vita ad un uomo, non faceva che aumentare ancora di più la quantità di lacrime che le colava lungo le guance, in un fastidioso circolo vizioso apparentemente senza fine.
Eppure, nonostante tutto questo, si sentiva protetta tra le sue braccia, al sicuro come mai prima nella vita: Sandyon la stava stringendo, la stava tranquillizzando in ogni modo possibile, chiedendo aiuto anche al Moguri seppur lei non lo sapesse; sentire le sue braccia calde intorno al proprio corpo tremante e scosso dai singhiozzi, percepire quel delicato bacio tra i capelli e quel suono lieve che pareva un invito a recuperare il controllo, le fece comprendere come mai prima che non era sola. Certo, aveva scelto una strada in salita, difficile oltre ogni immaginazione e tanto, tanto dolorosa, ma lui era con lei, pronto a starle accanto qualora ne avesse avuto bisogno, come il padre che già anni prima di essere ucciso Giovanni aveva smesso di essere.
Sandyon Vastnor era lì per lei, pronto ad essere quella figura paterna che tanto le serviva.
Quel solo pensiero bastava per darle speranza.

Adesso va tutto bene.
Sssshhh.
Sei stata bravissima.
Adesso guardami, ascoltami...


Scosse il capo, quasi a voler dire che non lo voleva ascoltare, che voleva concedersi qualche altro minuto - o giorno - in quel modo, col viso nascosto nel suo petto, a fare la bambina che non era mai stata veramente, cresciuta in fretta in un mondo dorato che di davvero bello aveva poco e in cui aveva imparato presto a occuparsi di se stessa da sola visto che i genitori erano troppo occupati per badare a lei: Hogwarts l'aveva formata e lei era cresciuta, ma questo non vuol dire che si fosse goduta appieno l'infanzia ed ora una parte di lei avrebbe voluto viverla per ore ed ore tra le braccia del padre acquisito che però, con le successive parole, la costrinse a scostare il volto dal suo petto per alzare lo sguardo su di lui.

Ascoltami figlia mia.

Figlia mia.
Non l'aveva mai chiamata così, prima, seppur fosse stato lui il primo a dirle di considerarlo come un padre.
Ma ora era diverso.
Arianna sentiva davvero di essere legata a lui con un legame forte come quello tra padre e figlia, un legame che andava ben oltre quello di Mentore e allieva: era il suo punto di riferimento, la sua ispirazione, il suo obiettivo, la sua forza.
Non sapeva cosa lei fosse per Sandyon, ma sperava che, nel suo piccolo, fosse perlomeno qualcosa di positivo.
Annuì verso di lui, per fargli capire che lo stava ascoltando mentre, inspiegabilmente, cominciava a sentirsi meglio, più tranquilla in un certo senso, come se qualcosa la stesse spingendo a riprendere più velocemente il proprio autocontrollo.

Essere Mercenari significa mettere in gioco la propria vita in alcuni casi.
Se non fosse morto lui, forse saresti morta tu.
Il tuo intento era solo tramortirlo ma il suo probabilmente non sarebbe stato lo stesso, credimi.
Fare questo lavoro è come andare tutti i giorni in guerra, senza sapere se si tornerà, salvo missioni facili e semplici.
Tu sei stata bravissima, mi credi?


Annuì debolmente a quella domanda che forse era pure retorica, cercando d'imprimersi nella mente quelle parole, ogni sillaba da lui pronunciata, per ripetersele come un eco infinito nella mente, come un balsamo rigenerante per le ferite del suo spirito ancora fresche e metaforicamente sanguinanti.

Bravissima.
Hai mantenuto i nervi saldi fino all'ultimo, non hai arrancato, Asher mi ha detto tutto.
Io però ho bisogno che tu rifletta bene su questa missione... Che tu rifletta se è stato davvero quello che volevi, che sognavi per il tuo futuro.
Capiterà altre volte, ucciderai ancora se necessario.
E' davvero quello che vuoi fare da adulta?
E' davvero la carriera che vuoi inseguire?


Forse non ci aveva mai pensato davvero.
Una parte di lei sapeva bene che avrebbe dovuto uccidere, non poteva certo sperare di poter mettere sempre ko gli avversari con un semplice schiantesimo... eppure non aveva compreso davvero il significato di quella consapevolezza fino a che non aveva ucciso realmente.
Sarebbe stata in grado di sopportare quella sensazione ancora e ancora?
Poteva raccontarsi che quello era una persona cattiva solo perché stava tentando di uccidere Holmberg? Forse, ma se avesse avuto una moglie, dei figli?
Non fece in tempo a rispondere, comunque, che una seconda voce familiare raggiunse le sue orecchie.

Ma dico no... Scusami tanto S.V. , te lo ricordi come stavi al tuo primo omicidio o sono l'unica nostalgica qui dentro?

Faith...

Un solo sussurro quello dell'italiana per la donna che era comparsa nella stanza, che le fece nascere un sorriso commosso sulle labbra: avrebbe voluto alzarsi ed abbracciarla, ma era ancora troppo debole per farlo perciò evitò movimenti azzardati; se però l'amica si fosse avvicinata, Arianna avrebbe teso le braccia per stringerla con tutta la forza - ben poca - che aveva in corpo, grata di avere qualcuno, oltre a se stessa, su cui contare.
Sospirò, rimanendo in silenzio per diversi secondi: a prescindere da ciò che Sandyon avesse potuto raccontare sul suo primo omicidio e su come si fosse sentito, sapeva che la decisione spettava solo a lei, e quella che sarebbe dovuta essere una riflessione mentale e silenziosa finì per essere invece condivisa con gli altri due - tre, contando Mog.

Non ho mai pensato a come sarebbe stato uccidere qualcuno... fino ad oggi non ho nemmeno mai pensato come sarebbe stato pensare di morire.
Ma è successo, ci sono andata vicina.
Eppure non sono voluta scappare.
Follia, incoscienza, o forse... fiducia. Perché essere una Mercenaria non è un lavoro per chi ha paura, e questo me l'hai insegnato tu
- ed alzò gli occhi su Sandyon, una luce di determinata sofferenza negli occhi mentre lo fissava seriamente - Non credo mi piacerà mai uccidere, né penso riuscirò mai a farlo con indifferenza, senza provare dolore o dispiacere... ma chi avrò di fronte sarà una persona forte, coraggiosa, pronta a rischiare sapendo di poter morire. Io voglio arrivare ad avere quello stesso coraggio, o stupidità forse, non m'interessa.
E' questo che ho deciso di essere, è questo che voglio diventare.
Io voglio essere una Mercenaria.
Perché sento di essere nata per questo, perché non mi sono mai sentita tanto viva fino a che tu non mi hai fatto capire di cosa fossi capace... ed ho sentito che la mia vita aveva un senso quando ho deciso di seguire le tue orme
- e che per Vastnor fosse una cosa positiva o meno, non avrebbe saputo dirlo - Perciò sì, è questo ciò che voglio. Magari all'inizio dovrai... anzi dovrete - e sorrise appena a Faith - aiutarmi a recuperare lucidità, ma... non scapperò, né mi tirerò indietro.
Oggi ho dimostrato a me stessa di essere una Principessa Guerriera... Xena, così mi sono fatta chiamare da Velarko, così spero di diventare conosciuta tra i Mercenari che dovranno tremare al solo sentir pronunciare questo nome
- tornò con lo sguardo solo su Sandyon, sicura che Faith non se la sarebbe presa se si fosse concentrata più su di lui, ma era una questione... di famiglia - E' questo ciò che voglio, papà.
Io voglio diventare la Mercenaria numero uno del mondo, voglio diventare più brava di te.
Voglio mantenere la mia promessa.
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Messaggioda Sandyon » 16/10/2013, 21:33

Faith...

In carne, ossa, sensualità e intelligenza sorellina mia!

Mmmhh, tu e le tue entrate in grande stile...

Il fatto che tu non sia in grado di fare entrate così spettacolari non significa che devi essere invidioso!

Io non sono... Mmmmhhh...

Faith si fece una mezza risatina divertita, esibendo una fantastica linguaccia verso l'ex cognato.
Avvicinandosi ad Arianna la vide con gli occhi lucidi ed ansiosa di abbracciarla, così non se lo fece nemmeno dire a voce e si gettò sul letto stringendosela forte forte forte, sussurrandole che era andata alla grande e che era sicura che ce l'avrebbe fatta.
Sandyon in tutto questo decise di alzarsi in piedi lasciando l'intero lettone alle due amiche che erano libere di stare un po' per conto loro, affettuosamente, sicuro che alla bionda facesse bene in quel momento avere una figura che smorzasse la tensione del momento.
Le parole di Faith però gli rimasero in testa, anche controvoglia.
Il primo omicidio, certo che se lo ricordava: una cosa del genere non si poteva mettere in un angolo sperduto della memoria, così, come nulla fosse.
Tornato a casa dopo quella missione stette seduto sulla poltrona con un bicchiere di amaro nella destra a fissare avanti a sé per ore.
Un evento del genere segnava radicalmente una persona (quelle di buon cuore ovviamente), trasformando radicalmente la visione del mondo, del mestiere, delle priorità e dei doveri. L'uomo sapeva che le sensazioni provate da Arianna erano più che naturali e che nel bene o nel male tutti ci erano passati prima di lei, quindi non era una scusa per convincerla a desistere, non era un motivo per credere che lei non fosse adatta a fare la Mercenaria, perché il percorso seguito da tutti per molti versi aveva tanti dettagli in comune, primo omicidio compreso.

Forza... Dì al paparino cosa ti senti dentro, vedrai che capirà...

Faith la incoraggiò a parlare, a non trattenere dentro le sensazioni, le idee, i principi e tutto ciò che la rendeva tale, una Dragargenteo.
Ci mise qualche secondo l'italiana per trovare il coraggio di fissare negli occhi Sandyon e cominciare a parlare, elaborando un discorso tanto serio quanto spontaneo, nato dalla volontà di non omettere particolari, di non dover più tornare sull'argomento, di non dare l'impressione che fosse ancora parzialmente indecisa o preoccupata. Non era semplice rapportarsi con un uomo come lui, bisognava ammetterlo, oltre a dover ammettere che sancire la propria decisione di voler continuare sui propri passi significava un impegno costante maggiore di quello passato, perché non si trattava più di un addestramento per diventare dei dilettanti, bensì un allenamento per diventare i numeri uno del mondo.
Mentre la sentiva parlare, comunque, Sandyon sentì una forte stretta al cuore... Era estremamente orgoglioso di quella ragazza.

... Oggi ho dimostrato a me stessa di essere una Principessa Guerriera... Xena, così mi sono fatta chiamare da Velarko, così spero di diventare conosciuta tra i Mercenari che dovranno tremare al solo sentir pronunciare questo nome...
E' questo ciò che voglio, papà.


Nome d'arte?
Wow S.V. , la ragazza è partita proprio col piede giusto!


Mmmmhhh...

Io voglio diventare la Mercenaria numero uno del mondo, voglio diventare più brava di te.
Voglio mantenere la mia promessa.


Un grosso sospiro, ecco cosa uscì dalle labbra dell'uomo mentre socchiudeva gli occhi riflettendo attentamente su quella frase.
La Mercenaria numero uno al mondo, quindi avrebbe affrontato un giorno anche Tyslion?
Oppure anche lui presto avrebbe rinunciato a quella carriera avendo abbastanza denaro, lasciandole più possibilità di raggiungere in fretta la cima?
Non sapeva onestamente cosa credere, ma da un lato era anche sicuro che lei voleva in qualche modo superare davvero chiunque.
Quella grinta, quell'anima esplosiva che si poteva ammirare attraverso i suoi occhi color nocciola: mai vista tanta determinazione da quando la conosceva, nemmeno quando si allenava ed arrivava allo stremo delle forze pur di soddisfare le richieste del Mentore.
Faith alternava lo sguardo tra l'uno e l'altra fissando maggiormente il burbero, cercando di convincerlo a darle fiducia, a non preoccuparsi adesso.
Al termine di una lunga riflessione, egli si mosse per avvicinarsi all'apprendista, guardandola dalla testa ai piedi, espirando con forza.
Le tese la mano, chiedendole implicitamente di alzarsi in piedi, stringendola poi con energia, diventando più serio.

... Fatti una doccia e per oggi rilassati.
Goditi questo giorno e scolpisciti bene in mente questo istante...


La trasse a sé abbracciandola, posandole il capo sulla propria spalla, carezzandole i capelli in un gesto paterno e affettuoso ma allo stesso tempo virile, da collega, da uomo nei confronti di una ragazza che era appena diventata donna, che era appena diventata una Mercenaria.

Da domani piangerai più sangue che lacrime.
Farai ciò che ti dico io quando e come lo dico io.
Non un fiato, non una obiezione.
Ti renderò d'acciaio temprato.
Dovranno temerti.
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Messaggioda Aryanne » 16/10/2013, 22:08

In carne, ossa, sensualità e intelligenza sorellina mia!

Mmmhh, tu e le tue entrate in grande stile...

Il fatto che tu non sia in grado di fare entrate così spettacolari non significa che devi essere invidioso!

Io non sono... Mmmmhhh...

Rise di quelle parole, rise di quel modo di fare di Faith che sembrava tanto indispettire Sandyon e che aveva riscontrato solo in un'altra persona, l'amica di Monique Vireau che conosceva anche Eufemia... Celine, se ricordava bene il nome.
In ogni caso non si preoccupò più di tanto di acquietare l'ira del Mentore, primo perché le sembrava più stizzito che arrabbiato, e secondo perché era evidente che i due si conoscevano a fondo anche se Arianna ancora non sapeva come - essendo all'oscuro dell'identità segreta e reale di Edward Atwood e di come dunque Faith fosse legata alla famiglia Vastnor; l'abbracciò forte, le baciò le guance ritrovando in que contatti semplice e abituali una sorta di normalità che l'aiutò insieme al resto a riordinare le idee e decidere insieme quale fosse la risposta da dare al proprio Mentore riferita alla sua domanda.
Era davvero certa di voler essere una Mercenaria? Sì, e lo espose con forza e decisione, spinta a parlare anche da Faith che poco dopo approvò il suo nuovo soprannome, come una vera Ricciardi - o forse più come una Vastnor, ormai.
Attese che Sandyon avesse una reazione, temendo per un secondo che le vietasse quella carriera, che le dicesse di non trovarla abbastanza forte, abbastanza pronta nel fisico e nello spirito per un lavoro del genere, così duro, faticoso e spesso crudele: quando le tese la mano, ella la prese e la strinse, sentendo in quel contatto una sensazione bellissima che sapeva di casa.

... Fatti una doccia e per oggi rilassati.
Goditi questo giorno e scolpisciti bene in mente questo istante...


Si ritrovò improvvisamente abbracciata a lui, ma quella stretta non le dispiacque affatto, anzi l'accolse con un piccolo sorriso sulle labbra: lo strinse a sua volta, respirando il suo odore per qualche istante, prima di tornare con lo sguardo su di lui, ora nuovamente serio, deciso, fermo.
Come il padre e il Mentore che rappresentava per lei.

Da domani piangerai più sangue che lacrime.
Farai ciò che ti dico io quando e come lo dico io.
Non un fiato, non una obiezione.
Ti renderò d'acciaio temprato.
Dovranno temerti.
CHIARO?


Sorrise lentamente a quelle parole.
Sandyon Vastnor era tornato, ed era pronto a fare di lei la Mercenaria migliore del mondo.
E Arianna, lei era pronta davvero anche dopo ciò che aveva visto?

... sarò la Principessa Guerriera più cazzuta di tutto il mondo magico, e ti assicuro che tra i Mercenari non ci sarà nessuno che non tremerà nel sentir pronunciare il nome di Xena!

Sì, era così che voleva essere conosciuta, era così che tutti i Mercenari avrebbero dovuto chiamarla e con quel nome temerla: e tanto per non farsi mancare nulla, si lanciò anche nell'urlo classico (Talento/Arte 12 + 4/d20 = 16) dell'eroina della serie tv che Ty le aveva fatto scoprire; certo, non incuteva alcun timore, ma era un inizio, un gesto simbolico che le fece un sacco piacere riuscire a ripetere.

Vi spiegherò...

Disse subito a Sandyon e Faith non appena i due avessero dato segno di non aver compreso quell'urlo piuttosto particolare: era stato un gioco quasi, ma le parole dell'italiana rimanevano, ed erano sincere; avrebbe sputato sangue, lacrime e qualsiasi altra cosa il suo Mentore avesse voluto, e sarebbe diventata la più forte, senza nessuno in grado di poterla contrastare.
Abbracciò ancora una volta l'uomo e l'amica, poi li lasciò uscire dalla camera e si godette la sua tisana ricostituente, bevendola lentamente e a piccoli sorsi, prima di farsi una lunga doccia calda che la rimise a nuovo, o quasi.
Uscita dal bagno, la neo-Mercenaria indossò dei pantaloni scuri, una canotta grigia e degli scarponi comodi, probabilmente abiti di Faith, e coi capelli ancora umidi raccolti in uno chignon morbido e scomposto scese le scale che portavano in cucina, nella quale un profumino delizioso aveva saturato l'aria facendole gorgogliare lo stomaco.

Mmmh... sto morendo di fame!!

Ammise Arianna, leccandosi le labbra: considerando quante energie aveva consumato in quella missione, ora come ora avrebbe mangiato anche il tavolo; si lasciò cadere su una sedia ed appoggiò le braccia sul tavolo, con un sospiro piuttosto provato e la pancia che chiedeva pietà.

Che si mangia? Porzioni abbondanti Sandyon, per favore!

Pregò l'uomo, con un altro gemito affamato.
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Messaggioda Sandyon » 16/10/2013, 23:45

Dopo aver assistito perplessi all'urlo di battaglia della bionda italiana, Faith e Sandyon scesero le scale per dirigersi in cucina, aspettando che intanto Arianna si facesse una doccia rilassante, trovando pace, respiro e relax. Era decisamente provata da quella missione ed anche lo stesso Mentore da una parte si sentiva svuotato di molte energie, avendola vista arrancare, avendola sentita soffrire e piangere, avendo avuto l'istinto e il desiderio di stringerla con molto più affetto di quanto ne avesse dimostrato prima. Lui però non era capace di mostrare tutto quello che si celava nel suo cuore, non era in grado di vivere al 100% le emozioni e di conseguenza palesarle agli altri con assoluta sincerità e dimestichezza.
Forse per la prima volta nella sua vita da quando aveva ricominciato a vivere grazie a Monique, si sentiva molto triste di non aver potuto dare la giusta soddisfazione ad un altro essere umano così importante per lui. Riflettendo su tutto questo, non si accorse che stava rimanendo in silenzio da diverso tempo, sotto gli occhi curiosi e divertiti di Faith.

Che c'è maschione?
Cosa ti turba?


Mmmhh...

Ooohh avanti, non fare il sostenuto!
Dimmi tutto, altrimenti mi offendo...


... Tu cosa penseresti... Se ti dicessi che c'è una cura per... Il mio problema.

Faith rimase un attimo stranita, sgranando gli occhi per poi inarcare il sopracciglio, seduta sulla sedia di legno a braccia incrociate.
Leccò le labbra e poi schioccò la lingua sul palato, cercando di trovare le parole adatte, per poi uscirsene con un semplice...

Penserei che devi assumerla di corsa, che altro sennò?

... Tu fai tutto troppo semplice.

Troppo semplice?
Sandyon forse non hai pensato al fatto che sei tu che fai tutto troppo difficile!
Dico vuoi di nuovo far vivere alla tua donna un amore a metà?


Metà?

Si, metà.
Sandyon, all'effettiva quello che tu puoi dare ad una persona non è esattamente tutto, ma una parte.
Rachel stava male quando non ti vedeva sorridere ma non te lo faceva pesare.
Credi che per la tua attuale fidanzata non sia lo stesso?
Accettare non significa viverlo con serenità... Quindi fai un favore a te stesso e alla tua vita e prendi questa dannata cura!


Mmmh... sto morendo di fame!!

Il discorso venne interrotto da Arianna, giunta proprio in concomitanza con l'arrivo del pasto.
Sandyon Vastnor stava finendo di cucinare delle bistecche di maiale sulla piastra, aromatizzate alle erbe e limone.
Di contorno delle patate al cartoccio con panna acida a parte e del pane caldo, croccante fuori e morbido dentro, cotto su pietra.
Un tavoliere con salumi e formaggi magri ed un cesto di frutta fresca di stagione.

Che si mangia? Porzioni abbondanti Sandyon, per favore!

Quello che vedi, c'è.
Le porzioni saranno abbastanza da saziarti senza appesantirti.
Prendi posto e mangia pure, è tutto per te.


Perché non informi intanto la giovane delle tue decisioni, Mentore?

Sandyon scoccò un'occhiata eloquente e precisa nei confronti di Faith, sperando almeno di permettere ad Arianna di mangiare prima tranquilla e poi prendere argomenti spinosi, ma evidentemente la bruna aveva qualche impegno particolare, per questo aveva premuto per chiacchierare subito e dare le dovute informazioni, in fondo dopo essersene andata per i fatti suoi, maestro e allieva avrebbero potuto normalmente proseguire il loro placido pomeriggio di compagnia.
L'uomo attese per lo meno che l'italiana si fosse seduta ed avesse cominciato a gustare la carne, unico alimento importante da mangiare caldo.
Osservando probabilmente la curiosità della giovane, comunque, cominciò a parlare senza indugi, volendo anche sentire un suo parere in merito.

Faith mi ha fatto una proposta stamattina, aspettando che arrivassi.
L'ho trovata interessante ma le ho comunque detto che l'ultima scelta spettava a te, Arianna.
Asher è stato un partner momentaneo, non posso certo chiedergli di seguirti ogni volta ed io non faccio più quel lavoro.
Quando sarai una Mercenaria a tutti gli effetti dovrai entrare più nell'ambiente, conoscere gente giusta come informatori, persone da evitare, come gli esponenti della malavita locale e chi più ne ha, più ne metta.
Farsi la pellaccia è doveroso, ma non è una scorciatoia farsi dare una mano all'inizio, bensì una mossa saggia, se si può vantare di un appoggio.
Ecco... A tal proposito, che ne diresti di diventare collega semi-fissa di Faith una volta ottenuta l'abilitazione alla Gilda dei Mercenari?
Eseguireste le missioni insieme, ti troveresti a tuo agio pur essendo una sua sottoposta e ti fideresti da subito della persona che hai vicino.
Mi ha detto che avete un ottimo rapporto, per questo non l'ho trovata una brutta idea...


Concluso quel discorso, prese la bottiglia di vino bianco, versandosene un poco in un bicchiere di cristallo, facendo lo stesso anche con Arianna e con Faith, la quale fissò immediatamente l'amica con uno sguardo furbetto e divertito, nonché segretamente euforico.
Desiderava sul serio che accettasse, perché voleva insegnarle quanto più possibile e farla entrare in quella nuova, difficile ottica.
Nel frattempo Dastel, arrivato dal soggiorno, raggiunse Arianna mettendosi seduto vicino a lei, chiedendo attenzioni e coccole e magari... Si, anche un poco di cibo, qualora lei avesse voluto fare la generosa.


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Messaggioda Aryanne » 17/10/2013, 14:01

La doccia l'aveva rimessa al mondo, grazie anche ai precedenti interventi di Mog, della tisana ricostituente, e della vicinanza di Sandyon e Faith che l'avevano aiutata a recuperare l'autocontrollo: si era rivestita, indossando gli abiti della mora, probabilmente, raccogliendosi i capelli umidi perché non le dessero alcun impiccio; guardandosi allo specchio, fu come se Arianna avesse potuto cogliere qualcosa di diverso, in quel riflesso.
Era sempre lei, naturalmente, l'immagine del suo corpo, del suo viso... ma improvvisamente si ritrovò come cresciuta, più adulta: forse per aver concluso la sua prima missione, forse per aver ucciso un uomo, non avrebbe saputo dirlo, ma sentiva che qualcosa era cambiato totalmente in lei, e non sarebbe tornato mai più come prima.
Si fissò ancora per qualche istante, poi scosse lentamente il capo e diede le spalle allo specchio, uscendo dal bagno: aveva smesso di essere la vecchia Arianna nel momento in cui aveva accettato di allenarsi ancora con Vastnor per diventare la Mercenaria numero uno al mondo, non aveva più senso guardarsi indietro; e poi, probabilmente, anche facendolo non sarebbe riuscita a rimpiangere nulla.
Fu con un lieve sorriso sulle labbra che l'italiana arrivò in cucina, interrompendo senza saperlo un discorso importante tra Faith e Sandyon: l'unica cosa che le interessava però in quel momento era mangiare, mangiare, mangiare e ancora mangiare, magari bevendo anche qualcosa d'appresso.

Quello che vedi, c'è.
Le porzioni saranno abbastanza da saziarti senza appesantirti.
Prendi posto e mangia pure, è tutto per te.


Perché non informi intanto la giovane delle tue decisioni, Mentore?

Passò lo sguardo interrogativo da Faith a Sandyon, come a volerlo spingere a parlare mentre si serviva nel piatto una bistecca, due patate, abbondante panna acida, un po' di salumi e formaggi ed accompgnava il tutto con una forma di pane caldo, contenendo appena la bava per quel ben di Merlino di fronte a sé: e fu subito chiaro dopo il primo morso di carne, col gemito soddisfatto che le uscì dalle labbra, che il suo Mentore aveva fatto un ottimo lavoro in cucina.

Faith mi ha fatto una proposta stamattina, aspettando che arrivassi.

Uhm?

Mugugnò solo la Ricciardi, la bocca troppo piena di patata calda con panna acida per poter articolare qualcosa di più complesso.

L'ho trovata interessante ma le ho comunque detto che l'ultima scelta spettava a te, Arianna.
Asher è stato un partner momentaneo, non posso certo chiedergli di seguirti ogni volta ed io non faccio più quel lavoro.
Quando sarai una Mercenaria a tutti gli effetti dovrai entrare più nell'ambiente, conoscere gente giusta come informatori, persone da evitare, come gli esponenti della malavita locale e chi più ne ha, più ne metta.
Farsi la pellaccia è doveroso, ma non è una scorciatoia farsi dare una mano all'inizio, bensì una mossa saggia, se si può vantare di un appoggio.


Annuì per fargli capire che comprendeva quel discorso, anche perché avere un partner non voleva certo dire fargli fare tutto il lavoro e starlo semplicemente a guardare, ma solo che si poteva contare sull'appoggio di qualcuno più esperto che desse le dritte giuste per poter fare strada in quell'ambiente.

Ecco... A tal proposito, che ne diresti di diventare collega semi-fissa di Faith una volta ottenuta l'abilitazione alla Gilda dei Mercenari?

Sgranò gli occhi a quell'ultima domanda, deglutendo sonoramente il pezzo di pane che aveva morso per passare lo sguardo da Sandyon a Faith, e poi di nuovo sul suo Mentore.

Eseguireste le missioni insieme, ti troveresti a tuo agio pur essendo una sua sottoposta e ti fideresti da subito della persona che hai vicino.
Mi ha detto che avete un ottimo rapporto, per questo non l'ho trovata una brutta idea...


Una brutta idea? Scherzi?!
E' una cazzo di figata!!


Esclamò subito la Ricciardi, allungando la mano per farsi battere il cinque da Faith come lei stessa le aveva insegnato la prima volta che avevano operato insieme, quando ancora Arianna non era nemmeno l'apprendista di Vastnor.

Mi piacerebbe un sacco lavorare con te, a patto che quando siamo in missione mi chiami Xena, è così che voglio che mi conoscano... okay?

Domandò a Faith, e considerato che quello era l'unico punto su cui non era disposta a transigere, il resto sarebbe dovuto essere tutto in discesa tra loro: Arianna non avrebbe avuto alcun problema a seguire le direttive della mora come aveva fatto con Asher, e in più era sicura che con quella pazza scatenata si sarebbe divertita molto di più che col Medimago, più controllato - anche se forse, di contro, più saggio.
La proposta le era piaciuta davvero tantissimo e si vedeva da come le brillavano gli occhi mentre, tutta contenta e felice, riprendeva a mangiare e notava con la coda dell'occhio l'arrivo di Dastel, che le si accomodò accanto.

E cosa vuole il signorino, le coccole o il cibo?

Gli domandò Arianna con voce affettuosa: era passato molto tempo dalla prima volta che aveva conosciuto il coyote, a casa di Monique Vireau, ed aveva instaurato con lui un ottimo rapporto fatto di gioco e complicità: per questo non ebbe alcun problema a condividere la sua bistecca con lui, imboccandolo personalmente e facendogli nel frattempo una marea di coccole, non dimenticandosi ovviamente di riempire il proprio, di stomaco.
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Messaggioda Sandyon » 17/10/2013, 17:10

Una brutta idea? Scherzi?!
E' una cazzo di figata!!


Sandyon si mise una mano sul volto quando le due amiche si diedero il cinque con aria complice, ascoltando di sfuggita il piccolo favore che la bionda chiese alla veterana, al quale Faith non fece altro che annuire con un occhiolino senza problemi.
In parte era timoroso di quella accoppiata, per via dell'eccessiva esuberanza di entrambe, ma era anche vero che Faith sul luogo di lavoro tal volta cambiava completamente trasformandosi in una persona responsabile e pratica, degna di tutta la fiducia possibile.
Avrebbe insegnato ad Arianna a godersi la vita accompagnando il divertimento della gioventù alla pesantezza del lavoro, spiegandole quante difficoltà c'erano per le relazioni di ogni tipo, sopratutto quelle sentimentali.
Chiunque avesse scelto di stare con una ragazza come l'italiana avrebbe dovuto mettere in conto l'idea di non vederla con regolarità, di avere timore ad ogni sua partenza e non per ultimo, l'eventualità che la propria compagna per lavoro avrebbe potuto spogliarsi davanti ad un altro uomo, se non addirittura intrattenere rapporti intimi fittizi al solo scopo di raggiungere la meta della missione.
Ovvio che per chi raggiungeva la vetta certe problematiche passavano in secondo piano, ma visto che Arianna aveva appena iniziato la sua gigantesca e lunghissima scalata, beh, non si doveva escludere proprio niente.

E cosa vuole il signorino, le coccole o il cibo?

Dastel scodinzolò appena, uggiolando in richiesta di cibo ed attenzioni, più la seconda che la prima, vista la sua natura selvatica e carnivora.
Assaggiò di buon grado la carne della ragazza, trovando saporito ed invitante anche il formaggio e il prosciutto arrosto con erbe aromatiche.
Strusciandosi col muso sulla mano della bionda sancì che necessitava di ulteriori attenzioni, ma ella non sapeva che Dastel non solo era suo amico ma anche il padre di una bellissima cucciola, nata da nemmeno tre settimane, destinata a qualcuno di molto speciale.
Guardando con aria quasi ipnotizzata e rapita la ragazza con il suo animale, Sandyon per alcuni secondi si dimenticò quasi di trovarsi lì, ricordando quando Arianna entrò nel suo ufficio e lo vide per caso lanciare un incantesimo così potente da fare paura alla sola vista.
Da allora si mise in testa di diventare sua apprendista e in qualche modo era anche riuscita ad accontentare le sue disposizioni iniziali.
Così cresciuta, così migliorata, così rinforzata sotto ogni aspetto, anche quello psicologico.
Distrattamente si chiese se anche la sua vera figlia defunta sarebbe diventata come lei, una domanda alla quale nessuno avrebbe mai potuto rispondere, un domanda che accantonò subito, perché soffrire dentro non era la cosa migliore da fare al seguito di una conquista di sua figlia.

Stammi bene a sentire Faith.

Ahia... Dica boss!

Ti sto lasciando un compito importante, i giochi vanno bene ma fino ad un certo punto e...

Ehi ehi, va bene, ho capito, mi tratti ancora come una novellina!

Ti tratto come la testa calda che sei.

... Sono molto meno calda di una volta, cioè, va beh hai capito il senso!

Faith, non fraintendermi.
Sei brava, capace, intelligente ed abile, ma allo stesso tempo hai un'indole simile a quella della mia Apprendista.
Lei ha necessità di imparare come reprimere quel lato troppo selvaggio di sé, in alcuni casi, durante le missioni. E proprio perché so che tu sei riuscita perfettamente nell'intento molto tempo fa, desidero tu spieghi ad Arianna come può riuscirci.


Ti sei salvato all'ultimo, lo sai vero?

Assolutamente.

La mora si avvicinò a Sandyon e lo abbracciò forte, con un affetto fraterno, consolidato negli anni ed anche grazie alle parentele.
Sorella della ex moglie, collega stretta del fratello, Mercenaria come lui, Faith racchiudeva molti aspetti di collegamento.
Lavorare con Arianna sarebbe stato propedeutico per entrambe, perché ognuna avrebbe appreso differenti insegnamenti dall'altra.
La bionda sarebbe cresciuta, la mora avrebbe aumentato il suo bagaglio personale di tecniche combattive.
Le due ragazze si abbracciarono anch'elle, proprio perché era arrivato il momento dei saluti.

Proprio rimanendo in tema di lavoro, devo proprio andare!
Vado con il collega di tuo fratello a perlustrare una zona in Brasile, Rio de Janeiro!


E nel caso Arianna avesse chiesto cosa significasse la parola "fratello"...

Fratello, si, certamente, lo conosci bene!

Faith, non credo che serva menz-...

... Ryan Angel, dai, alias Edward Atwood, ci hai fatto anche una missione insieme, il nostro primo incontro!
Ah ma... Ops!


Mmmmhhh...

Io sarà meglio che vada, sorellina a presto, ci vediamo S.V. ciao ciao!

Così la ragazza corse subito via fuori dalla casa Vastnor per poi smaterializzarsi raggiunta una certa distanza, lasciando il Mentore e l'allieva in cucina nel più completo silenzio dopo quella rivelazione shock che probabilmente l'uomo avrebbe voluto palesare dopo ancora molto tempo.
Inspirò profondamente, scuotendo la testa, rimarcando nella sua mente quanto quella donna fosse ancora per certi versi una bambina allucinante.
Prese dal magi-frigo una bistecca cruda che lanciò a Dastel e subito lui si avventò più felice che mai, divorandola con quella ferocia che soltanto un canide da prateria come lui poteva dimostrare apertamente.

Per il momento sorvoliamo sull'argomento "fratello", cortesemente.
Gradirei che ti focalizzassi maggiormente sulla faccenda "Velarko" e "Xena", che sono quelle che più mi incuriosiscono adesso.
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Messaggioda Aryanne » 17/10/2013, 17:37

Non sentì nemmeno il discorso tra Faith e Sandyon, troppo impegnata a dare da mangiare a Dastel che, subito dopo, dimostrò di volere ben altro da lei: voleva le coccole, voleva che Arianna si occupasse di lui, e infatti la bionda italiana scivolò giù dalla sedia in un movimento fluido per sedersi così accanto al coyote e donargli tutto l'amore che aveva.
Gli riempì il muso di bacini, con una mano gli accarezzò il pelo della schiena e con l'altra cominciò a grattargli le orecchie, accompagnando il tutto con paroline affettuose e amorevoli verso l'animale che tanto le era entrato nel cuore; non aveva mai troppo tempo per coccolare per via degli estenuanti allenamenti di Sandyon, ma finalmente ora poteva occuparsi un po' di lui ed era ben decisa a farlo al meglio.
Passarono interi minuti in cui il cibo venne messo da parte a favore delle coccole per il coyote, e solo quando la voce di Faith s'insinuò nella sua mente l'italiana si costrinse a rimettersi in piedi con un ultimo bacio sul muso di Dastel.

Proprio rimanendo in tema di lavoro, devo proprio andare!
Vado con il collega di tuo fratello a perlustrare una zona in Brasile, Rio de Janeiro!


Come hai detto? Fratello?

Fratello, si, certamente, lo conosci bene!

Faith, non credo che serva menz-...

... Ryan Angel, dai, alias Edward Atwood, ci hai fatto anche una missione insieme, il nostro primo incontro!

Che cosa?!

Ah ma... Ops!

Mmmmhhh...

Io sarà meglio che vada, sorellina a presto, ci vediamo S.V. ciao ciao!

Arianna sgranò gli occhi ed inarcò poi un sopracciglio, posando lo sguardo da Faith che scappava a Sandyon che appariva quasi interdetto, preso in contropiede dal fatto appena accaduto; la Ricciardi, dal canto suo, dopo aver assimilato la notizia - pratica che richiese meno di due minuti - si lasciò andare ad un piccolo gemito quasi disperato mentre tornava seduta sulla sedia, bevendo subito dopo un bicchiere di vino che accompagnò delle parole forse non troppo piacevoli da sentire, per Vastnor.

... ho limonato con tuo fratello e mi ci sono anche strusciata sopra...

Ovviamente per lavoro, per la copertura, ma sapere ora chi Edward, anzi, Ryan, fosse, era piuttosto sconcertante anche per l'ex Dragargenteo, che pensò bene di riempirsi la bocca di formaggio e pane tanto per avere qualcosa di meglio da fare.

Per il momento sorvoliamo sull'argomento "fratello", cortesemente.

E ringraziamo la Trama che non mi si può più bloccare la crescita...

Gradirei che ti focalizzassi maggiormente sulla faccenda "Velarko" e "Xena", che sono quelle che più mi incuriosiscono adesso.

Arianna annuì con un lieve sospiro, riprendendo a mangiare la propria bistecca ma più lentamente, godendosela a pieno, sapendo che probabilmente avrebbe fatto il bis, continuando a mangiare fino a scoppiare, una volta tanto; si sistemò più comodamente sulla sedia ed accavallò le gambe, prendendo a raccontare con dovizia di particolari.

Xena è il nome di un personaggio fittizio in una serie televisiva babbana che mi fece conoscere Typhon tempo fa: era una Principessa Guerriera, implacabile e dal carattere indomito, che faceva tremare qualsiasi nemico avesse di fronte con la sua forza e la sua determinazione; quando Velarko mi ha chiamata in quel modo, "Principessa Guerriera", durante lo scontro, mi è venuto spontaneo dirgli di ricordarsi di me come "Xena", e visto cosa rappresenta, mi piace.
L'urlo che ho fatto prima è il suo marchio di fabbrica, lo emette ogni qualvolta scende in campo a combattere.


Chissà, forse Sandyon avrebbe voluto vedere anche qualche puntata di quel telefilm: ad Arianna era piaciuto molto, soprattutto per l'atmosfera medievale e per il modo di combattere di Xena, quindi forse anche al suo Mentore sarebbe potuta risultare gradevole come saga fittizia babbana.

Per quanto riguarda Velarko... beh, nello scontro con lui ho evinto che faccio schifo nel fintare: ogni qualvolta tentassi di raggirarlo per prenderlo alla sprovvista, Boris capiva cosa stessi cercando di fare; l'ho colpito comunque, questo sì, ma è frustrante essere così prevedibile.
Devo migliorare.


Gli raccontò subito dopo, abbondando coi particolari dello scontro, le mosse usate da lui e quelle a cui invece aveva fatto ricorso lei, compresa quella di judo e la finale - ma micidiale - gomitata alle palle che l'aveva costretto alla fuga.

Credo fosse convinto che sia l'apprendista di Asher, ma questa voce, ammesso che la metta in giro, non durerà molto visto che Asveras sa la verità.

Concluse, alzando lentamente le spalle mentre, finito il salato, sbucciava una pera accompagnandola col formaggio, un abbinamento del tutto italiano.

... sei arrabbiato per la storia di Asveras, per quello che gli ho detto? Mi dispiace, so che non avrei dovuto, ma... era come se il mio istinto mi spingesse a tentare, ad azzardare il tutto e per tutto.
Robyn mi ha raccontato che eravate molto amici, tu e Tyslion, che poi avete litigato di brutto e che da quel momento lui ti odia...
- abbassò lo sguardo, masticando un pezzetto di pera, poi scosse il capo e tornò a guardarlo - Ma io non credo ti odi, altrimenti mi avrebbe ucciso solo per ferirti, per costringerti a cercarlo e affrontarlo.
In ogni caso mi rendo conto che sia stata una mossa davvero troppo avventata, è stata l'adrenalina a farmi perdere il controllo... scusami, Mentore.
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