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Londra (babbana)

Messaggioda Vergil » 18/03/2016, 23:30

Non è possibile...

Invece è possibilissimo...

Vederla con quell'espressione a metà tra l'incredulo e l'emozionato fu la realizzazione perfetta del suo progetto di stupirla e farla tornare ancora più felice e più contenta, dopo il casino avvenuto mesi prima.
Ipotizzava che per lei fosse terribile non poter parlare o raccontare nulla di nulla al proprio partner riguardo una fetta così fondamentale della vita, ma adesso che Vergil apparteneva a quella verità, niente le impediva di non avere alcun segreto. Non poteva immaginare però che razza di esplosione spirituale avrebbe creato grazie a quel gesto, uno spirito diviso in due differenti impulsi, ognuno in fibrillazione.

Credevo che non avrei mai avuto la possibilità di raccontarti tutto e invece tu sei un semi-gildato e il Conflux solo sa quanto ho sperato che ci fosse qualcuno oltre ad Axell a conoscere questo segreto!

Così anche il mio caro cugino è un Gildato, ma senti senti...

Quando lui mi ha lasciata mi sono sentita completamente sola, perché nessuno di quelli che conosco è un gildato, ma tu lo sei, anche se solo parzialmente fai comunque parte di questo segreto e finalmente ora so che questa è la cosa giusta da fare, sì è un segno, il segno che il mio destino e quello di Irina non devono per forza combaciare!

... Chi?

Inutile, quella domanda non venne nemmeno ascoltata e la Ignis andò avanti imperterrita come al suo solito.

Quando è successo?

Allora, in pratica...

È stato per via di quella missione dove hai salvato quel Terran, non è vero?

Brava, giusto, ti spiego in sintesi...

Perché non me lo hai detto prima?

Eh, perché volevo farti una...

Aaaah non importa, non importa! L'unica cosa che importa adesso è che tu ora conosci il mio segreto e io... Io...

Di nuovo, pur volendo provare a replicare qualcosa, il Cartwright si ritrovò investito da quella tempesta di Fulmini in piena regola, anzi, in quel frangente forse sarebbe stato più opportuno definirla tempesta ormonale. Cappie gli salì di nuovo a cavalcioni, strusciandosi col corpo completamente addosso a lui, prendendogli le mani e piazzandosele sul corpo, ovunque egli avesse voluto perché tanto ormai lei era roba sua e su quello non ci pioveva proprio. Lo baciò, bacio che venne subito corrisposto. In altre parole lo stava ubriacando senza dargli modo di ragionare o riflettere.

... Ti amo.

Quella frase però ebbe il potere di fornirgli l'energia indispensabile per trovare lucidità e proseguire i movimenti in modo da fornirle una adeguata soddisfazione momentanea ma allo stesso tempo interrompere quello che stava per succedere. Le strinse le chiappe con le mani, aumentò il ritmo del bacio e le fece anche sentire di nuovo il suo "amicone" del piano di sotto in piena attività di perforazione del tessuto dei boxer, poi però si alzò in piedi con lei in braccio, distendendola sul divano e salendole praticamente sopra, senza schiacciarla ovviamente, così che fosse costretta a fissarlo negli occhi, occhi comunque seri, seppur eccitati.

... So perfettamente che per te è stata la più bella sorpresa esistente, ma voglio che tu risponda provando a ragionarci un attimo su: quel "Ti amo" era vero o frutto dell'emozione?
Perché qualora lo avessi lanciato di puro istinto, non ti preoccupare, lo capirei... In fondo tra l'innamoramento e l'amore il passo è breve e sono certo che ci arriverai presto, ma non mi far pensare ad una cosa così bella in anticipo quando bisogna lavorarci ancora un po' su, d'accordo pomodorina mia?


Assieme al classico "pomodorina", aggiunse anche la parola "mia", importante, fondamentale e naturalmente speciale, speciale come loro.

Prima che decida di rivoltarti in ogni stanza di questa casa, perdendo completamente ogni lume della ragione... Mi spieghi chi è questa Irina che hai nominato prima?!

La fece cambiare di posizione, ma non volle affatto staccarsela da sé, infatti pur tornando seduto sul divano, se la mise sulle proprie gambe, non a cavalcioni ma comunque a stretto contatto, tipo bimba.
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Messaggioda Caroline Priscilla » 19/03/2016, 16:17

... Ti amo.

Venire a conoscenza della carica di semi-gildato del Cartwright era stato per la O'Neill un regalo bellissimo, il più bello che avesse mai potuto ricevere. Come tanti fuochi d'artificio, le sue emozioni erano esplose dentro di lei, fomentate dalla notizia e dall'elemento, rendendola una vera e propria scarica di fulmini a ripetizione per il modo di fare e di comportarsi. Aveva lasciato indietro ogni inibizione, tolti tutti i paletti e si era semplicemente lanciata verso l'Auror, per nulla spaventata dall'idea di potersi far male o di fargli del male o ancora di quello che sarebbe potuto accadere se non avesse prima riflettuto adeguatamente a ciò che stava facendo. Sentiva la voglia di lui crescere a dismisura, ogni secondo che passava, una voglia alimentata poco in realtà da Vergil che invece -fra i due- era quello molto più capace di sapersi controllare e fermare prima di combinare qualche cazzata. Si lasciò stendere sopra il divano, ritrovandosi il ragazzo sopra di lei e inarcandosi verso di lui per avere ancora un contatto con le sue labbra e con il suo corpo. Ma lo sguardo serio dell'altro la "rimise" al suo posto, fissandolo ancora poco capace di dominare i propri impulsi ma di certo con estrema lucidità.

.. So perfettamente che per te è stata la più bella sorpresa esistente, ma voglio che tu risponda provando a ragionarci un attimo su: quel "Ti amo" era vero o frutto dell'emozione?
Perché qualora lo avessi lanciato di puro istinto, non ti preoccupare, lo capirei... In fondo tra l'innamoramento e l'amore il passo è breve e sono certo che ci arriverai presto, ma non mi far pensare ad una cosa così bella in anticipo quando bisogna lavorarci ancora un po' su, d'accordo pomodorina mia?


Lentamente, con fatica [9d20 + Concentrazione 14 = 23] Cappie riuscì a riacquisire la calma che aveva perso per qualche istante, rendendosi conto che il sentimento -seppur sentito dentro di sè come tale- era stato però espresso sotto l'influenza di entrambi i suoi elementi. Sapeva di provare qualcosa di forte per Vergil, ma nella sua ottica voleva aspettare, aspettare che il suo cuore si riempisse completamente e solo di amore per l'Auror, prima di dirglielo apertamente.

Scusami... Hai... perfettamente ragione...

Era scombussolata, perchè passare in maniera tanto repentina da uno stato di euforia pura ad uno di completa calma non era stato facile e aveva richiesto un enorme sforzo da parte dell'irlandese, supportata in questo però dallo stesso Cartwright. Vergil la prese di nuovo in braccio, sistemandosela sopra di lui come se fosse una bambina, apparendo così calmo, tranquillo e sereno che Cappie -pur temendo di averlo ferito- si rassenerò, sentendo lentamente anche i propri nuclei sedarsi del tutto.

Prima che decida di rivoltarti in ogni stanza di questa casa, perdendo completamente ogni lume della ragione...

Cosa che non mi dispiacerebbe affatto...

Mi spieghi chi è questa Irina che hai nominato prima?!

Irina. In quel momento la Ignis si rese conto che c'era ancora tanto da dire al ragazzo, prima che lui potesse prendere la decisione di voler stare davvero insieme a lei. Era un segreto che con molta probabilità non gli avrebbe cambiato nulla -in fondo si era innamorato di lei in quella versione- ma che per correttezza e rispetto la O'Neill preferiva dirgli prima, in modo da togliersi subito quel dente e poter andare avanti. Lo sguardo si fece più serio e anche un po' malinconico, mentre la ragazza si allungava per prendere la scatolina con i ciondoli e fissare quello che avrebbe dovuto indossare il suo adorato prefetto.

Ora che sei un semi-gildato, posso raccontarti finalmente la verità su quello che mi è successo, a partire da quando avevo... Sedici anni.
Ricordi? Era il periodo da capelli biondo platino. Ti ho sempre detto che me li tingevo per farli diventare così, ma la verità è che in quel periodo avevo ricevuto la mia scintilla di Mana, il Fulmine, che ha scombinato il mio corpo, cambiandone il colore dei capelli.
Quella scintilla non era totalmente pura: lo spirito di una ragazza morta da tempo era riuscita ad entrare nella dimensione dove stavo ricevendo quel dono e a corromperlo, per potere compiere la propria vendetta usando il mio corpo come strumento.


Parlava con molta calma, una mano tenuta in grembo con il regalo, l'altra che accarezzava i lunghi capelli biondi del Cartwright, trovando in quel gesto qualcosa di rassicurante.

La wakizashi che custodivo in camera mia l'avevo ricevuta nello stesso identico sogno dove sono stata risvegliata come potenziale Ignis. Conteneva l'anima di questa ragazza e, quando la usavo, di tanto in tanto facevo o dicevo cose che non appartenevano a me, ma a lei. Mi è stato palese mentre combattevamo dentro l'Ottavo Piano, ma è stato il professor Vastnor a rivelarmi che la mia spada era un Horcrux. Mi ha lasciato la possibilità di scegliere se tenerla o meno, ma io sentivo di essere legata ad essa e volevo scoprire che tipo di segreto si celasse dietro. Per mia fortuna non ho dovuto aspettare troppo, perchè qualche mese dopo ho incrociato per caso il mio Sagitta.

Non si fermò nemmeno un attimo, continuando a parlare e dando così modo a Vergil di conoscere interamente la verità su di lei.

Lui ha capito subito che c'era qualcosa che non andava in me e che l'unico modo che avevo per risvegliare il mio elemento era parlare faccia a faccia con la Ignis che me lo aveva ceduto, interferendo però anche con la mia vita. Non so in che modo ci sia riuscito, ma ha fatto sì che la mia anima raggiungesse la ragazza nel limbo dove era stata condannata a passare il resto dell'eternità. Il suo nome era Irina Honeywell.
Irina mi ha raccontato ciò che le è successo: per vendicare la morte del fidanzato, ucciso da un vampiro, ha ingaggiato uno scontro con lui ed è rimasta uccisa con un desiderio talmente tanto forte di rivincita e rabbia, da creare senza volerlo un horcrux. Un pezzo della sua anima si è staccato, attaccandosi alla sua spada, la stessa che ora io utilizzo, ma al tempo stesso lei era morta e non poteva proseguire il suo viaggio, fino a trovare la pace eterna. Bloccata per sempre a metà fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, l'unico modo che aveva per poter ottenere una seconda possibilità era... Unirsi con me.


Lì veniva il difficile. Spiegare che Cappie non era più la stessa di una volta non perchè fosse cresciuta, ma perchè la sua crescita era stata influenzata dalla presenza di un pezzo di anima che si era fuso dentro di lei, tramite l'elemento.

Riesci a capire dove voglio arrivare con questo discorso?
Ricordi quanto sono cresciuta in fretta dopo l'incontro con quell'investigatore? Cambiavo a vista d'occhio, quasi non sembrava vero, eppure lo era e voi tutti vedevate in me ogni giorno qualcosa di diverso, credendo che fosse tutto normale...
- una lieve nota triste condì quelle ultime parole, prima di riprendere il discorso -Non potevo lasciare che Irina perdesse la sua unica possibilità di avere una seconda chance. Permettendole di fondere il mio elemento con il suo, le ho anche permesso che, quando morirò, i nostri spiriti si separeranno di nuovo ed entrambe raggiungeremo il paradiso o almeno credo che sia lì che finiremo.- fece una breve risata, giusto per alleggerire quella situazione pesante, ma aveva ancora altro da dire, un'ultima cosa -I nostri due elementi si sarebbero dovuti fondere completamente, ma non è stato così: c'è troppa disparità di potere fra il mio e il suo e questo impedisce ad entrambi un'unione totale. Tradotto in termini pratici, ogni volta che i due nuclei entrano in conflitto, io ne subisco le conseguenze, perdendo il controllo delle mie azioni e lasciandomi trasportare da quello che prevale sull'altro.
Quando mi sono vendicata di Axell ero completamente in balìa del nucleo di Irina.
E anche adesso, quando mi hai detto di essere un semi-gildato, non sono riuscita a controllarmi e ho... Perso la testa...


Aveva spiegato tutto, insomma, e adesso toccava all'Auror decidere che cosa fare, come prenderla e cosa pensare di tutta quella storia.

So che per te non è la prima volta che affronti una situazione del genere, ma in questo caso il cambiamento in me è avvenuto per una mia scelta, cosciente di quello a cui andavo incontro, anche se non del tutto.
Ma tu devi sapere la verità, è la verità è che ti sei innamorato di una ragazza che almeno fisicamente... non esiste.
Se avessi detto di no ad Irina, io sarei rimasta me stessa al 100%...


E probabilmente lui non avrebbe perso così tanto la testa per lei nè Axell l'avrebbe mollata per Victoria. Erano solo supposizioni non espresse quelle della irlandese, ma ugualmente intuibili con molta facilità dall'ex-Tassorosso, che ormai la conosceva da quando aveva undici anni e sapeva come ragionava il piccolo cervellino della O'Neill.

Questa cosa ti da fastidio?
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Messaggioda Vergil » 19/03/2016, 23:54

Scusami... Hai... Perfettamente ragione...

Non preoccuparti... Può succedere, eri euforica, lo capisco...

Dolce, tranquillo, premuroso e soprattutto innamorato perso per lei: quello era Vergil, anzi, ad essere precisi il SUO Vergil, ora che stavano finalmente assieme.
Il tempo li aveva fatti incontrare tanti anni prima, quando lei non era minimamente interessata nemmeno all'universo maschile.
Poi, vicissitudini, crescita, esperienza, cambiamenti e... Uno scambio di coppia!
Assurdo e allucinante come fossero giunti fino a lì, come adesso si trovassero l'uno sopra l'altra in quel modo tanto intimo e tanto complice.
Se glielo avessero detto anni prima probabilmente nessuno dei due ci avrebbe creduto, al massimo lei ci avrebbe sperato, ma niente di più.
Era però giunto il momento anche di esporre più verità insieme, perché la questione non era finita, bisognava ancora parlare di quel nome specifico detto prima: Irina.
Vergil non gliela fece passare liscia e quindi chiese maggiori delucidazioni: per fortuna la O'Neill non ebbe la pessima idea di cerca di non rispondere.

Ora che sei un semi-gildato, posso raccontarti finalmente la verità su quello che mi è successo, a partire da quando avevo... Sedici anni.
Ricordi? Era il periodo da capelli biondo platino. Ti ho sempre detto che me li tingevo per farli diventare così, ma la verità è che in quel periodo avevo ricevuto la mia scintilla di Mana, il Fulmine, che ha scombinato il mio corpo, cambiandone il colore dei capelli.


Aaaaahhh ecco!
Ora è tutto chiaro!
Però a me mica sono cambiati i capelli quando ho ricevuto la scintilla, perché?!


Quella scintilla non era totalmente pura: lo spirito di una ragazza morta da tempo era riuscita ad entrare nella dimensione dove stavo ricevendo quel dono e a corromperlo, per potere compiere la propria vendetta usando il mio corpo come strumento.

... Corromperlo?
Ok... Un attimo, quindi in altre parole la tua iniziazione è stata rovinata da uno spirito inquieto, giusto?
Questa intrusione ha determinato il tuo cambio di colore dei capelli... Credo di capire... Più o meno...


Non era mica così facile starle dietro, specie perché ok, lui adesso sapeva la verità sulle Gilde, ma le meccaniche effettive gli erano ancora abbastanza sconosciute, in quanto elemento esterno.
Ella continuò il racconto, parlando della sua arma, la wakizashi, in realtà un Horcrux creato accidentalmente proprio da quella Irina, la defunta, dal quale il professor Vastnor l'aveva messa in guardia.
Successivamente parlò dell'incontro con una figura particolare, chiamata "Sagitta", che l'aveva poi aiutata a debellare la maledizione sulla lama in modo che potesse utilizzarla senza effetti collaterali.

... Uff... D'accordo, ci sono dai, vai avanti...

Si notava che la testa stesse un po' sfarfallando, ma Vergil era intenzionato a sapere tutto, a conoscere tutta quanta la storia, ipotizzando che facesse bene anche a lei sfogarsi un po'.

Lui ha capito subito che c'era qualcosa che non andava in me e che l'unico modo che avevo per risvegliare il mio elemento era parlare faccia a faccia con la Ignis che me lo aveva ceduto, interferendo però anche con la mia vita. Non so in che modo ci sia riuscito, ma ha fatto sì che la mia anima raggiungesse la ragazza nel limbo dove era stata condannata a passare il resto dell'eternità.
Il suo nome era Irina Honeywell.
Irina mi ha raccontato ciò che le è successo: per vendicare la morte del fidanzato, ucciso da un vampiro, ha ingaggiato uno scontro con lui ed è rimasta uccisa con un desiderio talmente tanto forte di rivincita e rabbia, da creare senza volerlo un Horcrux. Un pezzo della sua anima si è staccato, attaccandosi alla sua spada, la stessa che ora io utilizzo, ma al tempo stesso lei era morta e non poteva proseguire il suo viaggio, fino a trovare la pace eterna. Bloccata per sempre a metà fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, l'unico modo che aveva per poter ottenere una seconda possibilità era... Unirsi con me.


U-unirsi?!

Se quella storia fosse stata un manga, probabilmente l'avrebbe acquistato senza esitazioni: era avvincente come racconto, ma non quando aveva per protagonista la sua fidanzata.

Riesci a capire dove voglio arrivare con questo discorso?

... Ho paura di sì.

Lentamente tutti i tasselli tornavano al loro posto: la crescita strana e repentina della Ignis, il cambio di tonalità negli occhi, l'altezza e soprattutto il seno, sbocciato quasi dall'oggi al domani.
Era diventata davvero bellissima, un gran bel pezzo di ragazza, ma questo perché si era fusa con un'altra, o meglio, quel tipo di aspetto glielo aveva conferito una intrusione scelta volontariamente.
L'eccessivo altruismo di Cappie aveva come al solito creato una marea di problemi, problemi come il conflitto dei nuclei, per esempio.

Tradotto in termini pratici, ogni volta che i due nuclei entrano in conflitto, io ne subisco le conseguenze, perdendo il controllo delle mie azioni e lasciandomi trasportare da quello che prevale sull'altro. Quando mi sono vendicata di Axell ero completamente in balìa del nucleo di Irina.
E anche adesso, quando mi hai detto di essere un semi-gildato, non sono riuscita a controllarmi e ho... Perso la testa...


Caroline Priscilla... Sei sempre la solita... Pare che i guai che ti crei aumentano in proporzione alla tua età...

Ovviamente lo disse in un tono morbido e quasi scherzoso, pur non nascondendo una seria preoccupazione per tutta quella faccenda.

So che per te non è la prima volta che affronti una situazione del genere, ma in questo caso il cambiamento in me è avvenuto per una mia scelta, cosciente di quello a cui andavo incontro, anche se non del tutto. Ma tu devi sapere la verità, è la verità è che ti sei innamorato di una ragazza che almeno fisicamente... non esiste.
Se avessi detto di no ad Irina, io sarei rimasta me stessa al 100%...


... Ed io mi sarei innamorato di te ugualmente.

Cappie non fece nemmeno in tempo a porgli l'ultima domanda che il Cartwright incalzò subito, fugando ogni possibile dubbio o timore.

Ciò che mi ha fatto accorgere di te quella notte non è stato il tuo aspetto, bensì il modo in cui ti sei relazionata con me.
L'ho adorato secondo dopo secondo e mescolando quei ricordi alla bontà di cuore che ti ho sempre riconosciuto e che, con il tuo gesto un po' folle hai ulteriormente confermato, il sentimento è nato senza sforzi.
Confesso anzi che quasi mi spiace non poterti avere per me come saresti stata realmente seguendo una crescita normale ma questo solo per dimostrarti apertamente che ormai l'aspetto per me non conta più.
Mio cugino è ancora molto vincolato a certe cose, forse perché è sempre stato più esteta di me ed io spesso per emularlo da giovane mi sono posto un modello da seguire in base ai miei desideri e alle mie fantasie, ma oramai sei tu che fai parte dei miei desideri e delle mie fantasie e ti posso assicurare che se anche da un giorno all'altro tu non fossi più così ma tornassi quella di un tempo, per me non cambierebbe nulla.


Per prima cosa, le diede un lungo bacio sulle labbra, stringendola forte a sé, con estremo amore e soprattutto possessione, dopo di che, tornò a guardarla negli occhi.

Quello che mi hai raccontato ha davvero del fortissimo surreale ma adesso che so delle Gilde, posso anche accettare l'esistenza di certe cose così complicate.
La magia in fondo è sempre una incognita piena di sorprese ed in fondo un Horcrux non è nemmeno qualcosa di sconosciuto o mai visto prima, lo abbiamo studiato, no?
... Quindi va bene, adesso è tutto molto più chiaro e di sicuro mi spiego meglio come mai sei passata da una Cappie all'altra nell'arco di sei mesi o poco più...


Si passò una mano tra i capelli, sospirando e strizzando gli occhi. Era osservabile la stanchezza del cervello ma Vergil non sembrava però intenzionato a lasciar cadere lì il discorso.

C'è altro che devo sapere?
Dai, togliamoci tutto il pensiero in una volta, credo sia la cosa migliore.
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Messaggioda Caroline Priscilla » 20/03/2016, 15:59

Raccontare la verità a Vergil non fu semplice per la O'Neill e non solo per la mole del discorso che fu costretta a fare per spiegargli tutto quanto. Stava rivelando al Cartwright un segreto che aveva mantenuto con chiunque -escluso Axell- all'interno della sua cerchia di amici. A dire il vero, nemmeno con i suoi confratelli aveva mai parlato di Irina e della fusione fra lei e la defunta Ignis. Solo Axell e il Sagitta sapevano di quella storia e adesso Cappie poteva annoverare una terza persona oltre alle prime due: il suo prefetto.
Non poteva semplicemente limitarsi a raccontargli di come Heiji l'avesse risvegliata facendole incontrare la Honeywell. Prima di quell'incontro, aveva passato ben due anni nel più completo smarrimento, chiedendosi cosa le fosse capitato, quando sarebbero arrivate le risposte e soprattutto a chi apparteneva la voce femminile che sentiva quando impugnava la wakizashi. Adesso molte risposte erano arrivate, ma c'erano ancora tanti problemi da risolvere, come il fatto che il suo nucleo e quello donatole da Irina non riuscivano a fondersi insieme. Anche quella fu una spiegazione che doveva al Cartwright, anche solo per metterlo in guardia verso la O'Neill stessa, capace di perdere il controllo di sè da un momento all'altro.

Caroline Priscilla... Sei sempre la solita... Pare che i guai che ti crei aumentano in proporzione alla tua età...

Nemmeno Irina poteva sapere che cosa sarebbe successo.
L'unico modo che ho per cambiare questa situazione è sforzarmi a seguire più il mio elemento rispetto a quello che mi ha lasciato lei.
Si tratta di uno sforzo continuo a cercare di sviluppare quelle caratteristiche che hanno sempre fatto parte della mia personalità. In più devo cercare di esercitare un controllo continuo sull'altro nucleo, in modo da tenerlo a bada e non caderne preda. Non è facile, ma Typhon con la sua tisana e il mio Sagitta con la meditazione mi stanno dando una mano ad affrontare questa condizione.
L'unico problema è il tempo: ce ne vorrà molto prima che riesca davvero a farcela...


Spiegò al ragazzo, tranquillizzandolo su quella questione, perchè la soluzione c'era ma era solo molto difficile da raggiungere. Ad ogni modo il discorso della Ignis non era certo finito lì: dopo avergli confessato di essere quindi il frutto dell'unione fra lei e lo spirito della Honeywell, gli rivelò anche -seppur in maniera indiretta- quanto la facesse sentire triste pensare che se fosse rimasta la stessa, probabilmente fra di loro non sarebbe cambiato assolutamente nulla. Ma la O'Neill doveva ancora fare i conti con l'incredibile maturità raggiunta dall'Auror, una maturità che lo fece apparire -ai suoi occhi- migliore rispetto ad Axell.

So che per te non è la prima volta che affronti una situazione del genere, ma in questo caso il cambiamento in me è avvenuto per una mia scelta, cosciente di quello a cui andavo incontro, anche se non del tutto. Ma tu devi sapere la verità, è la verità è che ti sei innamorato di una ragazza che almeno fisicamente... non esiste.
Se avessi detto di no ad Irina, io sarei rimasta me stessa al 100%...


... Ed io mi sarei innamorato di te ugualmente.

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Rimase un po' sorpresa dalla risposta fulminea che le diede Vergil, una sorpresa che si sciolse poi in un tenero sorriso velato ancora un po' di tristezza, un sentimento che però stava scemando lasciando il posto semplicemente ad un'incontenibile felicità del cuore.

Ciò che mi ha fatto accorgere di te quella notte non è stato il tuo aspetto, bensì il modo in cui ti sei relazionata con me.
L'ho adorato secondo dopo secondo e mescolando quei ricordi alla bontà di cuore che ti ho sempre riconosciuto e che, con il tuo gesto un po' folle hai ulteriormente confermato, il sentimento è nato senza sforzi.
Confesso anzi che quasi mi spiace non poterti avere per me come saresti stata realmente seguendo una crescita normale ma questo solo per dimostrarti apertamente che ormai l'aspetto per me non conta più.
Mio cugino è ancora molto vincolato a certe cose, forse perché è sempre stato più esteta di me ed io spesso per emularlo da giovane mi sono posto un modello da seguire in base ai miei desideri e alle mie fantasie, ma oramai sei tu che fai parte dei miei desideri e delle mie fantasie e ti posso assicurare che se anche da un giorno all'altro tu non fossi più così ma tornassi quella di un tempo, per me non cambierebbe nulla.


Il bacio che venne subito dopo venne ricambiato con un'energia e un sentimento nuovo, molto più intensi e forti rispetto a qualche minuto prima. Era come se nell'arco di quella breve chiacchierata, Cappie si stesse innamorando sempre di più del Cartwright, raggiungendo l'apice in tempi assurdamente brevi, ma realmente e sinceramente.

Quello che mi hai raccontato ha davvero del fortissimo surreale ma adesso che so delle Gilde, posso anche accettare l'esistenza di certe cose così complicate.
La magia in fondo è sempre una incognita piena di sorprese ed in fondo un Horcrux non è nemmeno qualcosa di sconosciuto o mai visto prima, lo abbiamo studiato, no?


Be', sì, ma c'è comunque una bella differenza fra conoscerne l'esistenza e trovarsene uno in mano dall'oggi al domani...

... Quindi va bene, adesso è tutto molto più chiaro e di sicuro mi spiego meglio come mai sei passata da una Cappie all'altra nell'arco di sei mesi o poco più...

Lo vide fare quei gesti di estrema stanchezza e un sorriso benevolo le spuntò sul viso, mentre con le mani gli accarezzava le guance e con le labbra si avvicinava per dargli ancora un altro bacio, ma questa volta sulla fronte.

C'è altro che devo sapere?
Dai, togliamoci tutto il pensiero in una volta, credo sia la cosa migliore.
Butta fuori, non risparmiarti!


Sì, c'è ancora una cosa.
Quando mi sono unita ad Irina le ho promesso che se mai mi fossi ritrovata ad incrociare sulla mia strada il vampiro che l'aveva uccisa, avrei cercato di vendicarla e di ucciderlo a mia volta.
... Prima che tu possa dare di matto, ho detto se lo avessi incontrato, non che andrò a cercarmelo di mia spontanea volontà.
Certo, con la "fortuna" che mi ritrovo, mi aspetto che da un momento all'altro lo incontrerò mentre sono in qualche fast food a mangiarmi un hamburger, ma per evitare di ritrovarmi completamente impreparata ho seguito un corso anti vampiri al Ministero.
Non è molto, ma almeno adesso ne so un po' di più...


Il resto lo avrebbero fatto i continui allenamenti a cui si sottoponeva in Gilda, nonchè le lezioni private che le dava Shuyun per imparare ad utilizzare la wakizashi. Aveva finito con le rivelazioni, almeno per il momento. Era stanca quasi quanto Vergil, anche se certo per lei era impossibile riuscire a beccarsi un mal di testa ormai. Si appoggiò con il viso contro la spalla del ragazzo, lasciandosi coccolare da lui in quel modo e rimanendo in silenzio per qualche minuto, giusto per dare il tempo a lui di assorbire il colpo e a lei di riposarsi un po' e riflettere sulla quantità di amore che sembrava traboccare dal suo cuore per il Cartwright.
Ogni cosa di lui adesso -il suo odore, il suo sguardo, il calore della sua pelle- la faceva sentire sempre più innamorata e sempre più desiderosa di esprimere a parole quello che provava.
E dato che questa volta non c'era Irina di mezzo, perchè non avrebbe dovuto comportarsi da Ignis del Fulmine qual era?

Vergil... Io ti amo...- disse quindi, sorridendo e fissando il ragazzo con occhi nuovi, occhi che adesso non esprimevano più paura o timore ma solo ciò che aveva appena finito di dire -Intendo dire che ti amo davvero e non lo sto dicendo perchè è l'elemento a parlare per me.
Ciò che provavo per Axell era molto forte, ma ciò che sto provando per te, in questo momento, credo che lo sia ancora di più...


In fondo non l'aveva amato talmente tanto da scegliere di annulare il proprio di sentimento per stargli accanto e vederlo felice? Era o no quella un'altra forma di amore, molto forte a dire il vero e non certo per sminuire quelle esistenti, ma perchè ci voleva davvero una grande forza per riuscire ad andare avanti sapendo che la persona che si ama non potrà mai appartenerci.
Gli diede un altro bacio profondo, impedendogli di dire qualsiasi cosa, pechè non aveva bisogno di sentire altre parole per sapere quanto ciò che aveva appena detto potesse renderlo felice. Lo baciò per diversi minuti, prima in maniera lenta e calma, poi via via sempre più irruenta e impaziente, come se ad ogni secondo che passava il bisogno che aveva di lui cresceva sempre di più. Quando si staccò aveva le guance rosse e un sorriso malizioso e sbarazzino, mentre -stretta ancora a lui- lo fissava, mordendosi come una bambina il labbro inferiore.

Lo sai che anche io ho un secondo regalo per te?
Però per vederlo devi chiudere gli occhi e rimanere seduto qui.
Sarà una bella sorpresa, te lo assicuro...
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Messaggioda Vergil » 22/03/2016, 23:45

Caroline Priscilla... Sei sempre la solita... Pare che i guai che ti crei aumentano in proporzione alla tua età...

Nemmeno Irina poteva sapere che cosa sarebbe successo.
L'unico modo che ho per cambiare questa situazione è sforzarmi a seguire più il mio elemento rispetto a quello che mi ha lasciato lei.
Si tratta di uno sforzo continuo a cercare di sviluppare quelle caratteristiche che hanno sempre fatto parte della mia personalità. In più devo cercare di esercitare un controllo continuo sull'altro nucleo, in modo da tenerlo a bada e non caderne preda. Non è facile, ma Typhon con la sua tisana e il mio Sagitta con la meditazione mi stanno dando una mano ad affrontare questa condizione.
L'unico problema è il tempo: ce ne vorrà molto prima che riesca davvero a farcela...


Annuì senza replicare, ragionando lentamente su tutto ciò che stava ascoltando.
Erano delle pratiche ancora difficili da digerire per un ragazzo che fino a qualche settimana prima non aveva idea di cosa fossero le Gilde e tutto il meccanismo del Mana.
Era certo che lei si trovasse in un bel guaio, quello sì, ma non gli sembrava nemmeno troppo preoccupata di non farcela, anzi, pareva più che intenzionata a non lasciarsi abbattere dagli eventi.

So che per te non è la prima volta che affronti una situazione del genere, ma in questo caso il cambiamento in me è avvenuto per una mia scelta, cosciente di quello a cui andavo incontro, anche se non del tutto. Ma tu devi sapere la verità, è la verità è che ti sei innamorato di una ragazza che almeno fisicamente... non esiste.
Se avessi detto di no ad Irina, io sarei rimasta me stessa al 100%...


... Ed io mi sarei innamorato di te ugualmente.

Cappie sorrise compiaciuta, felice e dolce in quell'istante e così Vergil poté proseguire sapendo che quelle parole l'avevano colpita e rasserenata nello stesso istante.
Per troppo tempo era andato appresso ad Axell e alla sua necessità di possedere un modello preciso di femmina da avere affianco, ora era il momento di staccarsi e distogliere l'attenzione da alcuni dettagli.
Non era scemo, gli piacevano e continuavano a piacere le belle gnocche, fidanzata sopra tutte, ma basta per forza seni abbondanti o canoni fissi.

Quello che mi hai raccontato ha davvero del fortissimo surreale ma adesso che so delle Gilde, posso anche accettare l'esistenza di certe cose così complicate.
La magia in fondo è sempre una incognita piena di sorprese ed in fondo un Horcrux non è nemmeno qualcosa di sconosciuto o mai visto prima, lo abbiamo studiato, no?


Be', sì, ma c'è comunque una bella differenza fra conoscerne l'esistenza e trovarsene uno in mano dall'oggi al domani...

... Quindi va bene, adesso è tutto molto più chiaro e di sicuro mi spiego meglio come mai sei passata da una Cappie all'altra nell'arco di sei mesi o poco più...

Pensava di aver sentito praticamente tutto, di aver messo in chiaro tutte le novità e di essere al corrente di ogni segreto facente parte della vita della O'Neill, ma si sbagliava parecchio.
Non gli fosse mai venuta la bella idea di chiederle per sicurezza se ci fossero altre info da conoscere. Caroline Priscilla a quel punto gli diede un colpo bello enorme.
Una promessa, una promessa grossa, una promessa pericolosa.

Sì, c'è ancora una cosa.
Quando mi sono unita ad Irina le ho promesso che se mai mi fossi ritrovata ad incrociare sulla mia strada il vampiro che l'aveva uccisa, avrei cercato di vendicarla e di ucciderlo a mia volta.


COME COME COME???!!!

... Prima che tu possa dare di matto, ho detto se lo avessi incontrato, non che andrò a cercarmelo di mia spontanea volontà.
Certo, con la "fortuna" che mi ritrovo, mi aspetto che da un momento all'altro lo incontrerò mentre sono in qualche fast food a mangiarmi un hamburger, ma per evitare di ritrovarmi completamente impreparata ho seguito un corso anti vampiri al Ministero.
Non è molto, ma almeno adesso ne so un po' di più...


Mi spieghi come faccio a non dare di matto?
Uccidere un vampiro?
Non ti è bastato rischiare di andartene alla Trama per colpa di un Lich?!
Cappie, cazzo... Per favore per lo meno davvero non andartelo a cercare e non sentirti nemmeno tentata, chiaro?
Se dovessi venire a sapere che hai provato anche solo a capire che nome ha questo tizio, giuro che tra noi chiudo tutto, nonostante l'amore che ho per te.
E mi devi anche giurare che qualora lo incontrassi al primo McDonald che trovi di strada... Allora me lo dirai e non ti azzarderai ad affrontarlo da sola.
Non voglio "se" o "ma", questo è un ordine, ordine di un padrone fuori e dentro la camera da letto, intesi?


La fissò negli occhi con una tale serietà che probabilmente la irlandese non ci avrebbe messo molto a cogliere in quello sguardo una profonda preoccupazione ed apprensione verso la fidanzata.
Credeva in lei, sapeva che potesse fare tante cose ed affrontare tanti casini, ma quello era a prescindere più grande di moltissimi altri ed avere un Auror al suo fianco in una battaglia simile forse l'avrebbe salvata.
Era suo compito combattere certe creature se ostili, non si stava sacrificando senza nemmeno sapere a cosa stesse andando effettivamente incontro. Si sperava che questo la ex Tassorosso lo capisse.

Vergil... Io ti amo...

Di nuovo con le uscite istintive, amore?

Intendo dire che ti amo davvero e non lo sto dicendo perché è l'elemento a parlare per me.
Ciò che provavo per Axell era molto forte, ma ciò che sto provando per te, in questo momento, credo che lo sia ancora di più...


Allora se è così, dimostramelo dando sempre il giusto valore alla tua vita... Fai attenzione, sempre, me lo giuri pomodorina mia?

La volle baciare ancora, con un trasporto più grande e più intenso, con la voglia di non staccarsi mai più da lei, con l'intento di proteggerla, starle vicino e non farla mai soffrire come erroneamente si era permesso l'altro Cartwright. Adesso che sapeva del suo amore vero nei propri confronti, Vergil si sentiva ancora più felice, euforico e intenzionato a ringraziare il Conflux che per una volta non gli avesse fatto sbagliare eccessivamente il tempismo. Quando poi però ella si morse il labbro con fare malizioso e furbetto, comprese anche che la direzione della giornata stava prendendo una virata molto interessante.

Lo sai che anche io ho un secondo regalo per te?
Però per vederlo devi chiudere gli occhi e rimanere seduto qui.
Sarà una bella sorpresa, te lo assicuro...


È meglio che lo sia davvero, schiava...
... Altrimenti ti dovrai sorbire una sonora punizione...


END x2
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Messaggioda Callisto » 24/11/2018, 22:16

20 Febbraio 2114
Londra Babbana, quartiere Whitechapel
Ore 6:30


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Continuare a rimanere stesa sul letto non avrebbe cambiato le cose. Ne era perfettamente consapevole, ma alzarsi avrebbe significato darsi una smossa e andare incontro al suo destino e lei non aveva per niente voglia di incontrarlo.
Continuava a fissare il soffitto della propria camera da letto, cercando di pensare ad un motivo, uno solo, che la spingesse ad alzare il culo e fare il proprio dovere. Tuttavia motivi come la salvezza del mondo intero, la salvaguardia del genere umano e schifezze simili non riuscivano proprio a convincerla che salire su quell’aereo fosse la cosa migliore da fare. L’unica chance che avesse, magari. Ma non la migliore.
Sospirò, passandosi una mano prima sulla fronte, poi fra i capelli, infine sugli occhi. Le veniva da piangere, ma non voleva che le lacrime solcassero il suo viso. Ne aveva piante tante di lacrime e per motivi forse più importanti del semplice sentirsi intrappolata in una situazione dalla quale non aveva via d’uscita. Come quando aveva perso l’amore di Shuyun per ciò che i Druidi chiamavano imprinting.
Quasi le veniva da sorridere a ripensarci. In lei scorreva anche il sangue di un licantropo, perché dunque non doversi comportare come una simil bestia e avere qualcosa che solo gli animali potevano avere? Amava la natura, amava i suoi figli, ma questo non le impediva certo di odiare un connotato che le impediva di scegliere di chi innamorarsi e soprattutto che aveva distrutto la sua storia con l’investigatore privato.
Le mancava a volte. Nonostante fosse passato ormai un anno, Shuyun le mancava ancora e quando questo accadeva, la Dyther soleva rannicchiarsi sotto le coperte, come un gattino, aspettando che quel sordido dolore passasse. Ne era stata davvero innamorata, quindi perché avevano dovuto farle questo? Perché dirle che un giorno avrebbe incontrato qualcuno per cui il suo cuore avrebbe preso a battere, dimenticandosi del primo che era riuscito a farlo fremere?
A volte credeva che quella fosse la punizione per aver tradito Edward, ma poi scacciava via quei pensieri sentendosi una sciocca a pensarlo. Allora a quel mondo tutti i traditori avrebbero dovuto subire una punizione, non poteva essere unicamente lei. Era speciale, vero, ma per altri motivi, non perché si era permessa di cedere con un uomo che le faceva più sangue del suo precedente fidanzato.
Si rigirò su un fianco e lo sguardo azzurro incontrò la valigia che aveva preparato. Un’espressione infastidita sul volto e Callisto scelse di voltare le spalle a quella valigia color viola scuro, come se bastasse quello per ignorare ciò che le era stato ordinato di fare. Non c’era infatti nessuna parte di lei che credesse di avere una qualsivoglia scelta: o faceva ciò che dicevano oppure sarebbe stata lei la causa dello sterminio del genere umano. Questo non metteva certo pressione addosso ad una persona che di per sé si era sempre sentita in gabbia, chiusa, costretta ad una vita di segreti e nascondigli per non essere trovata. Il Muramasa l’aveva resa felice, aveva fatto sì che nessuno potesse cercarla più, nemmeno suo “padre”. Ma i rischi che aveva corso per permettere a lei di vivere sotto i raggi del sole erano stato vanificati nel momento stesso in cui le era stato “diagnosticato” l’imprinting.
Ci pensava a volte come se fosse una sorta di malattia incurabile, perché così si era sentita negli ultimi mesi. Malata, di una malattia che poteva colpirla in ogni momento, senza sapere né quando, né dove né soprattutto con chi. E se fosse accaduto con l’uomo che avrebbe dovuto fermare? Rabbrividì, strizzando gli occhi per scacciare via quel pensiero. Non voleva, non poteva credere che fosse possibile, perché se esistevano delle entità in quel folle mondo, allora dovevano per forza impedire che accadesse una cosa del genere. Le avevano strappato via tutto, almeno la decenza di non innamorarsi di un pazzo omicida potevano concedergliela.

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Il pazzo omicida. Ormai era il suo chiodo fisso. Quel volto la tormentava ogni notte, poco prima di mettersi a dormire e la perseguitava il mattino, quando si svegliava. Era onnipresente mentre beveva il caffè la mattina o per strada, quando andava a lavoro, oppure durante la pausa pranzo, quando cercava di mangiare qualcosa. Stava martellando la sua psiche come un chiodo e questo l’aveva spinta, dopo l’incontro con Selene, ad accelerare i tempi per incontrarlo.
Lo avrebbe trovato, lo avrebbe fermato e poi sarebbe tornata alla sua solita vita. Non sapeva ancora il come, ma nessuno glielo aveva detto, nessuno le aveva spiegato in che modo avrebbe potuto farlo. Sapeva solo che lei ne era in grado e tanto le bastava per dirsi che doveva darsi una mossa, così da togliersi quel problema quanto prima possibile.

L’alternativa sarebbe morire…

Ma non le sembrava poi un’idea tanto malvagia. La pensava in questo modo unicamente perché non credeva per davvero che sarebbe morta – altrimenti perché mandare proprio lei? - ma questo non toglieva certo fascino alla possibilità che ogni cosa potesse sparire. La sofferenza. Il senso di vuoto. La depressione.
Sospirò, osservando l’orologio che portava al polso. Per le abitudini babbane, era meglio presentarsi in aeroporto qualche ora prima, per fare il check in e poi imbarcarsi. Aveva scelto le vie non magiche sia per non essere rintracciata – usando un nome falso tutto risultava più semplice – sia perché in questo modo si dava l’illusione che il momento di affrontare Leonidas sarebbe stato ancora più lontano. Un viaggio a Mumbai era l’ultima cosa di cui avesse bisogno e neanche un viaggetto tanto semplice da fare. Aveva ipotizzato che ci avrebbe messo un po’ prima di trovare questa fantomatica minaccia, motivo per cui aveva deciso di prendersi un lunghissimo periodo di “vacanza” dalla sua adorata clinica. Aveva lasciato tutto quanto in mano a colleghi fidati, chiuso le questioni in sospeso e si era occupata di cercare personalmente qualcuno che la sostituisse per i lavori più facoltosi. Negli ultimi tempi aveva esagerato tanto con il lavoro per non ritrovarsi nella condizione di tornare in una casa vuota, facendo anche tre turni di notte di fila. Dopo qualche mese in cui aveva organizzato la propria partenza, finalmente era riuscita ad andarsene e adesso sentiva che non poteva più aspettare, altrimenti quello sarebbe stato un rimandare che non avrebbe portato a nulla.
Se non ad evitare con tutta sé stessa un destino insulso e misero.
Si alzò in piedi, svogliata. Si chiese quanto potesse essere brutta l’ipotesi di fregarsene del prossimo e vivere gli ultimi giorni di vita che le rimanevano, godendoseli fino in fondo.

Brutta, parecchio brutta…

Si rispose da sola. Per quanto attratta, sapeva che non lo avrebbe mai fatto, fosse anche solo per sé stessa. Perché in fondo Callisto voleva vivere. Voleva vedere che cosa potesse riservarle ancora il mondo e capire se davvero l’imprinting le avrebbe portato quella felicità che in molti le avevano detto avrebbe trovato. Era scettica, ma non completamente e poi, appunto, non poteva fare altro. Se non lei, a quanto pare, nessun'altro avrebbe potuto correre lo stesso rischio. Tezzereth non aveva idea di quanto avesse reso speciale quella donna. Forse, se lo avesse saputo, avrebbe sorriso, ma non certo orgoglioso di lei, bensì del proprio operato. L'uomo l'aveva amata come si poteva amare un'invenzione, una creazione, non un essere umano.
Raggiunse il bagno, dentro il quale si controllò allo specchio per dare una sistemata ai capelli. Terminò di vestirsi -ci mise poco, in fondo- poi indossò il lungo cappotto, i guanti e prese per il manico la valigia. Voleva assaporare un po' di normalità, per questo motivo non si sarebbe smaterializzata. Niente magia, per una volta, niente poteri, nulla di nulla. Aveva anche annullato i propri elementi, così che nessun Gildato potesse rintracciarla, specialmente uno in particolare.
Da un lato le sarebbe piaciuto che Shuyun accorresse ancora in suo aiuto, la seguisse da lontano, magari anche solo per sincerarsi che stesse bene. L'avrebbe fatta sentire protetta. Ed invece di lui le rimaneva soltanto un anello. Bellissimo, magico, ma freddo. Lo aveva indossato ugualmente al dito, sotto il guanto, così come aveva attorno al collo il ciondolo che le aveva regalato Tezzereth. Insieme, l'avrebbero aiutata a sopravvivere all'incontro con Leonidas. Ma sarebbe stata più felice se al suo fianco avesse potuto stringere ancora la mano dell'Ignis.

In qualunque modo vada, questa storia finirà.
Non sono stata altra che un burattino nelle mani di un uomo... Non fa alcuna differenza ora essere in balia del destino.
Come recitava quella canzone?
"The show must go on"...
Sì... Lo spettacolo deve continuare.
Anzi... Che abbia finalmente inizio.


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