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Londra (babbana)

Messaggioda Monique » 21/10/2013, 12:06

Londra (inglese: London) è una speciale area amministrativa inglese di 8 308 369 abitanti. Capitale e maggiore città del Regno Unito e dell'Inghilterra, è situata nella parte meridionale della Gran Bretagna; metropoli multietnica, è una città che ha enorme influenza nel mondo.
Londra è la prima piazza borsistica d'Europa e possiede il più elevato PIL fra le città europee, ed il quinto al mondo. I suoi cinque aeroporti internazionali ne fanno il più grande snodo del traffico aereo globale; è anche sede del più antico sistema di metropolitana del mondo, la London Underground (The Tube). Londra è stata la capitale indiscussa dell'Impero Britannico, e quindi meta di flussi migratori durante e soprattutto dopo l'era coloniale.
Londra è la città più popolosa dell'Unione europea; l'area metropolitana conta quasi 14 milioni di residenti e si estende per svariate decine di chilometri lungo la valle del Tamigi, fino al suo enorme estuario. Molti degli abitanti, chiamati londinesi (londoners), provengono dall'estero o sono di origine straniera: Londra risulta così una delle città più cosmopolite del mondo. È la città più visitata al mondo dal turismo internazionale.
La sua estensione superficiale la rende la città più estesa d'Europa, seguita da Roma e Berlino.
A Londra hanno sede numerose istituzioni, organizzazioni e società internazionali. Vi si trovano importanti musei, teatri e sale da concerto; la città contiene quattro patrimoni dell'umanità. Inoltre, vi risiede stabilmente il monarca del Regno Unito presso Buckingham Palace ed il parlamento; il primo ministro occupa l'abitazione a 10 Downing Street.


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Messaggioda Aryanne » 24/04/2014, 21:35

[Villa Vireau - Fuori Londra - 16 Marzo 2108 - ore 06.50 a.m.]


Era stata una missione… devastante.
Ne era uscita più o meno indenne, ci aveva guadagnato anche un medaglione mistico dai poteri non troppo chiari… ma soprattutto aveva scoperto la verità.
La verità su se stessa, su suo padre, su Roberta e di come avesse manipolato tutto e tutti per uno scopo tanto egoistico: certo, l'aveva fatto per metterla al mondo… ma che tipo di madre era stata, alla fine? Incapace di starle vicino, incapace di andare contro Giovanni per il suo bene, incapace di appoggiare le sue scelte e supportarla quando aveva bisogno di lei; tanto valeva che nemmeno lo diventasse, una madre.
Ora che aveva scoperto la verità, comunque, era giusto che ne affrontasse le conseguenze: subito dopo aver salutato un Marshall decisamente più giovane di qualche ora prima, l'italiana era andata al San Mungo e lì si era fatta medicare e fasciare la caviglia dopo aver eliminato ogni traccia di ematoma ed aver richiuso la ferita che lo stesso Rosenberg le aveva inflitto per far uscire il sangue in eccesso; il Medimago che l'aveva curata si era raccomandato di non sforzarla troppo e di non fare movimenti bruschi, e lei gli aveva promesso che si sarebbe presa cura di sé.
Una volta tornata a casa, smaterializzandosi dall'ospedale direttamente nella propria residenza, aveva svegliato dolcemente Typhon per rassicurarlo che era tornata sana e salva, che si era fatta solo qualche graffio - peraltro già ampiamente curato - e che gli avrebbe raccontato tutto nel dettaglio più tardi, perché prima voleva parlare di alcune cose molto, molto importanti con Sandyon.
Sì, non l'aveva chiamato "papà" come al solito, ma il fidanzato era stato tanto discreto e delicato da non domandarle nulla, prendendola solo di peso per farla sdraiare sul letto e coccolarla un po': aveva atteso finché l'Erbologo non si era addormentato di nuovo - lei non ce la faceva proprio, a dormire - poi era scivolata via dal suo abbraccio caldo e, dopo un bacio a fior di labbra, si era allontanata per concedersi una lunga doccia calda, quasi sperando che l'acqua potesse lavare via anche tutti i ricordi di quella missione… impossibile, ovviamente.
Una volta uscita dalla doccia si era asciugata e vestita, indossando degli abiti comodi e pratici perché tanto, per il discorso che gli doveva fare, non aveva bisogno di mettersi in tiro: alla fine, raccolti i capelli in una treccia laterale, semplicemente aveva preso il medaglione con sé e si era smaterializzata direttamente a casa di Monique, dove sapeva che vi avrebbe trovato l'uomo.
Dentro di sé continuava a ripetersi che probabilmente era lei a farla tanto lunga, che probabilmente per Sandyon non sarebbe cambiato nulla perché la considerava già sua figlia, che forse avrebbe accolto la notizia con una lieve sorpresa e niente di più… ma per lei era diverso.
Era una notizia sconvolgente che cambiava il rapporto con lui, non poteva essere altrimenti quando si scopriva che l'uomo che comunque si era considerato il proprio padre in realtà non era nulla, e colui che lo era diventato in realtà lo era stato da sempre: lei sentiva che quella era una notizia tanto inaspettata quanto importante, e forse la cosa che temeva di più era che Vastnor non lo capisse, che minimizzasse l'accaduto quando lei, sapendolo, si era sentita devastata da tutto ciò.
Sospirò, l'italiana, cercando di calmarsi con lunghi e profondi respiri mentre entrava in casa e rimaneva un secondo incerta sul da farsi, immobile mentre una mano giocava coi capelli raccolti.

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Doveva uscire - perché sapeva che si trovava fuori per i suoi esercizi mattutini - ed affrontarlo di petto… oppure aspettarlo, magari in cucina, fino a che non fosse rientrato?
La ragazza, solitamente coraggiosa ed impavida, in quel caso non riuscì a dimostrarsi tale: si spostò in cucina e lì si sedette, sullo sgabello di fronte al bancone dove spesso aveva consumato una colazione veloce con lui; posò il medaglione sopra il ripiano di marmo levigato e poggiò le braccia sopra la superficie liscia, attendendo semplicemente che Sandyon rientrasse per poterlo accogliere… ma non certo con un "ciao papà".

Sandyon… - mormorò infatti una volta che l'ebbe di fronte, chiamandolo per nome proprio e con un sorriso talmente lieve che l'uomo avrebbe potuto esserselo semplicemente immaginato - … la missione è andata.
Sono viva, anche Marshall Rosenberg, e suppongo che ormai Alya Moreau sia stata riconsegnata alla sua famiglia.


Sì, era "andata" e non "andata bene", ma come avrebbe potuto usare la seconda terminologia con tutto ciò che aveva scoperto, visto, vissuto?
Fece un lieve sospiro, poi gli indicò con lo sguardo lo sgabello di fronte al proprio.

Puoi sederti con me?
Abbiamo… ho tante cose da dirti, di cui parlare.
Per favore…


Quasi una supplica, alla fine, e i nervi che tremavano: ma non poteva cedere, non ancora, era troppo presto.
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Messaggioda Sandyon » 25/04/2014, 23:24

Villa Vireau
16 Marzo 2108
Ore 06.28


Buongiorno...

Mmmhhh, ancora 10 minuti...

Tranquilla, non intendevo buttarti giù dal letto a quest'ora.

Notizie di Aryanne?

Nessuna.
Scendo e vado a fare ginnastica.
Ti avverto se ci sono novità.


D'accordo... Ti amo...

Anche io.

Diede un bacio sulle labbra della moglie, lasciandola crogiolarsi tra le pregiate coperte del letto a tre piazze, mentre lui infilava le ciabatte di cuoio bordeaux e scendeva le scale raggiungendo la cucina. Prestissimo, come al suo solito. Non aveva mai perso quell'abitudine fin da quando era un ragazzo ed anche durante i periodi di vacanza non riusciva a dormire per più di sette ore, deformazione professionale, probabilmente.
Decise di non scomodare Sophie, non era necessario, poteva farsi il caffè anche da solo, ma comunque se ne sarebbe occupato dopo, adesso era il momento di uscire fuori e cominciare la normale routine mattutina caratterizzata da addominali, flessioni, affondi e nuoto.
Si mise il costume a pantaloncino nero privandosi del pigiama, esponendosi al fresco vento delle prime ore della giornata. Era il modo migliore per aprire gli occhi e sentirsi più svegli, altro che colazione. Qualche nuvola decorava il cielo ma nulla di esagerato.
Dopo i primi venti minuti di riscaldamento con un poco di corsa intorno alla casa, scelse di iniziare la ginnastica dal nuoto, ne aveva voglia.
Con un balzo svelto si tuffò in piscina. L'attrito dell'acqua fredda sulla pelle gli provocò qualche lievissimo brivido ma era ormai abituato da tempo a quelle basse temperature improvvise, sua figlia invece le odiava ancora e non proseguiva a rifiutarsi di buttarsi in acqua all'alba.
Già, il pensiero di sua figlia nella sua prima missione continuava a tormentarlo: in realtà non aveva riposato sette ore ma forse tre o massimo quattro, non di più. Era un passo fondamentale per la ragazza, se fosse riuscita nella missione avrebbe potuto informare la sede dei Mercenari che aveva svolto 30 missioni dalla sua nomina di Dilettante ed era riuscita a superarne più della metà con successo, dunque era meritevole di ricevere il Grado successivo, quello di svolta nella carriera, quello che l'avrebbe confermata come Mercenaria a tutti gli effetti.
Beh, di sicuro lei aveva fatto della gavetta molto più interessante di quella del padre, considerando che le 30 missioni svolte da lui furono piuttosto stupide, dal recuperare un bambino disperso nel quartiere al risolvere i conti perché qualcuno non era abbastanza forte e prestante per farlo da sé.
Ad ogni modo se ad ora era considerato l'uomo degno del podio anche avendo abbandonato il lavoro, un motivo doveva pur esserci.
Uscito dall'acqua dopo circa quaranta vasche suddivise in dieci rana, dieci stile libero, dieci dorso e dieci delfino, Sandyon Vastnor si diresse verso le docce per togliersi di dosso tutto il cloro ed anche per bearsi di qualche minuto immerso nel calore, dopo di che, asciugatosi alla bell'e meglio con un panno adibito allo scopo, l'uomo tornò in direzione della porta finestra della cucina, osservando che però non era affatto solo.

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Aryanne?

Aprì di scatto, fissandola con aria interrogativa.
Dopo la guarigione, era maggiormente in grado di percepire le emozioni, difatti il cuore batteva più forte perché in ansia di sapere com'era andata.
Purtroppo però, la ragazza sembrava turbata da qualcosa e di quel dettaglio l'ex Mercenario se ne accorse immediatamente, tanto che evitò di cambiarsi ed entrò lasciando qualche traccia di bagnato sul pavimento, conscio che successivamente l'elfa domestica si sarebbe occupata di pulire.
Adesso la sua completa attenzione era centrata sulla figlia acquisita e sul suo volto non certo felice o contento.
Evidentemente allora le cose non erano andate come sperato.

Sandyon…

Che è successo?
Come è andata?


… la missione è andata.
Sono viva, anche Marshall Rosenberg, e suppongo che ormai Alya Moreau sia stata riconsegnata alla sua famiglia.


Ebbene?

Puoi sederti con me?
Abbiamo… ho tante cose da dirti, di cui parlare.
Per favore…


Mmmmhhh...

Inspirò profondamente.
Lo aveva chiamato per nome, sembrava essere andato tutto per il meglio ma lei doveva parlargli e pareva eccessivamente agitata.
Nessun particolare era stato omesso, quindi nessun morto, nessun ferito grave, niente di niente, ma allora perché si stava comportando così?
Il primo pensiero che gli venne riguardava il fidanzato, forse avevano litigato o magari l'aveva visto con un'altra, magari Alexis Parker?
Però dovette quasi subito scartare quell'ipotesi altrimenti primo lei gli sarebbe corsa incontro per abbracciarlo in lacrime e secondo lo avrebbe comunque chiamato "papà".
Annuì piano, avvicinandosi fino alla zona ristoro della cucina, preparandosi una tazza latte macchiato con una zolletta di zucchero.
Chiese alla ragazza se ne volesse una anche lei, o se magari la preferisse con quello strano intruglio babbano al cioccolato al quale l'aveva convertita l'Erbologo col quale stava assieme, dopo di che, con una o entrambe le tazze, si diresse fino allo sgabello dall'altra parte del bancone di marmo ove stava appoggiata l'italiana.

Non tenermi sulle spine.
Parla, dimmi cosa ti è successo...
La caviglia come sta?


Perché al suo occhio allenato per i dettagli non sfuggiva quasi mai nulla.
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Messaggioda Aryanne » 26/04/2014, 16:59

Mmmmhhh...

L'essere guarito, almeno in parte, non aveva eliminato in Sandyon il classico mugugno atono, che poteva voler dire tutto o niente: in quel caso, volendo fare un'ipotesi, poteva indicare ansia, inquietudine, forse un po' di curiosità o di perplessità, non ne era sicura.
Per fortuna l'uomo sembrava abbastanza deciso a collaborare, tanto che si avvicinò subito alla zona della cucina adibita alla preparazione delle bevande - Monique aveva una cucina enorme, più grande di quella dove mangiava solitamente aryanne nella sua residenza, era pazzesco! - per riempirsi una tazza con del latte macchiato; la ragazza, invece, optò per latte e cioccolato, quel cacao industriale che Typhon le aveva fatto assaggiare una volta ma che tanto le era piaciuto.
Attese che tornasse da lei con le tazze, sedendosi di fronte a lei così da passarle quella con la bevanda scelta dall'italiana, ma non lo guardava negli occhi, no, sembrava voler evitare il suo sguardo ad ogni costo.

Non tenermi sulle spine.
Parla, dimmi cosa ti è successo...
La caviglia come sta?


Nessuna sorpresa sulla capacità dell'uomo di cogliere certi dettagli, era pur sempre il Mercenario n°1 al Mondo, il professore di Difesa di Hogwarts, il suo Mentore… suo padre.
Sospirò leggermente a quell'ultimo pensiero ed alzò appena le spalle, scuotendo il capo come a voler velocemente liquidare la faccenda.

Era solo una storta, niente di che… mezz'ora al San Mungo ed è tornata a posto, il Medimago che mi ha visitata si è solo raccomandato che non le faccia fare sforzi eccessivi per un paio di giorni.

E dunque niente allenamenti almeno per il weekend, un particolare che a dirla tutta non le dispiaceva poi molto: non era quello, comunque, ciò di cui voleva parlare con lui… anzi, la caviglia era l'ultimo dei suoi problemi, onestamente.
Tuttavia le cose da raccontare erano talmente tante, che l'unico modo che venne in mente ad Aryanne per dirle tutte fu di fargli un resoconto passo passo - o quasi - della missione.

Mi sono incontrata con Marshall Rosenberg fuori dalla villa della famiglia Ozufu, dov'era tenuta prigioniera Alya… l'obiettivo, ovviamente, era quello di entrare e di liberarla, così da andarcene il prima possibile: per accedere all'interno della villa ho dovuto mettere fuori gioco tre guardie e scavalcare una finestra così da arrivare all'interno della struttura.
Devo dire che non è stato affatto complicato, anzi, quella è stata decisamente la parte più facile
- ammise dunque, cominciando a raccontare con le mani che giocavano con la tazza, rigirandosela tra le dita senza però berne un sorso - Una volta all'interno ho esaminato prima il salone principale, poi in accordo con Marshall sono scesa nei piani inferiori tramite le scale: anche lì non è stato molto difficile scendere, ho giusto dovuto superare una sfida a scacchi… suppongo di doverti ringraziare per avermi insegnato a giocarci, a proposito.

Una piccola pausa, la tazza che finalmente veniva portata alle labbra per prenderne un sorso e poi veniva nuovamente poggiata sul marmo, tra le dita che la rigiravano in un gesto quasi automatico.

Al secondo piano sotto terra mi sono trovata di fronte ad una scelta: proseguire e scendere ancora, che era poi l'obiettivo della missione, o scoprire cosa ci fosse dietro una particolare stanza, chiamata "Stanza Reliquia" … ero molto indecisa, ma alla fine mi son detta che se in quella missione dovevo dimostrare a me stessa di sapermi gestire da sola, allora dovevo prendere la decisione che volevo, ed affrontarne le conseguenze…
Immagino non serva esplicare quale sia stata la mia scelta, vero?
- un velo d'ironia nella voce prima di proseguire - Sono entrata in questa stanza, ed è stato lì che mi sono fatta male… ho affrontato tre Dissennatori blu.

Eccola, la prima rivelazione: Sandyon ne sarebbe rimasto colpito? Una volta forse sarebbe stato anche difficile, per lei, capire cosa lui potesse pensare a quella scoperta, ma ora che in teoria gli era più facile palesare le proprie emozioni, forse ce l'avrebbe fatta e le avrebbe permesso di aprire quella finestra sui suoi pensieri.

È andato tutto bene, comunque… mi sono ricordata quello che mi avevi insegnato e li ho combattuti, usando sia incantesimi offensivi che il Patronus corporeo. Tra l'altro, ricordi che ho sempre avuto il pavone come Patronus, no? - attese un cenno di conferma, poi proseguì - Beh, non so perché, ma si è modificato: non so quando, come o perché, ma ieri notte, contro quei Dissennatori, non è stato un pavone ad aiutarmi… bensì una leonessa.

Chiaro che lei non potesse capirne il motivo, ma lui sì, Sandyon avrebbe potuto farsi giusto un paio di congetture - e probabilmente tutte esatte.

Comunque, alla fine, li ho battuti, ed ho potuto recuperare la reliquia tanto protetta… questo - così dicendo, l'italiana mise sul bancone il pendente con catena che aveva rubato - o preso come premio per la sua vittoria, volendo - e lo spinse leggermente verso l'altro - Non sono sicura di quale sia il suo effettivo potere… ma quando sono scesa ancora, al livello successivo, ed un Petrificus stava per cogliermi di sorpresa, questo pendente ha… beh, sì, ha assorbito l'incantesimo, non saprei come altro dirlo.

Forse Sandyon avrebbe saputo darle qualche informazione in più, magari l'aveva già visto da qualche parte: restava il fatto che la sua preziosità era ancora da scoprire, ma il suo contributo, per lei, era stato fondamentale.

Comunque, messa fuori gioco l'ennesima guardia, ho incontrato Marshall e insieme siamo entrati nella zona delle prigioni dove abbiamo trovato Alya… a quel punto, ce la siamo caricata di peso - non sottolineò che era stato Rosenberg a farlo, le sembrava ovvio - e siamo riusciti a scendere nelle fognature attraverso una botola: ne abbiamo percorso un bel pezzo, fino ad arrivare ad una biforcazione… andando a sinistra ci siamo ritrovati di fronte ad un ponte alzato, il cui meccanismo si trovava dalla parte opposta.
Marshall non poteva lasciare Alya, così sono corsa - per modo di dire - dall'altra parte, ho preso la direzione di destra, e visto che il pavimento era completamente franato, mi sono improvvisata una scimmia salterina, passando da un tubo all'altro del soffitto per arrivare al meccanismo e sbloccarlo; sono tornata indietro nello stesso modo, e finalmente siamo riusciti a raggiungere la fine del tunnel… Marshall mi ha dovuta prendere in braccio per salire una serie infinita di scalini vista la mia caviglia, ma così facendo siamo arrivati ad un tombino, l'abbiamo aperto e siamo risbucati in giardino.
A quel punto ci è bastato allontanarci di corsa dalla zona anti-smaterializzazione della villa, e abbiamo concluso la missione.


Tutto regolare insomma, una missione rocambolesca che però non spiegava perché Aryanne avesse quella faccia: poteva essersela presa così tanto solo perché la caviglia l'aveva costretta a farsi trasportare dall'Auror? E anche se così fosse stato, perché prendersela con Sandyon?
La risposta non sarebbe tardata ad arrivare, cominciando con quella che, probabilmente, sarebbe stata la rivelazione più grande di tutta la prima parte di quel discorso.

Tra il ritrovamento di Alya e la discesa nelle fognature, però, è successa una cosa… un incontro inaspettato che ha preso sia me che Marshall in contropiede, e che… ha seriamente rischiato di farmi crollare - disse infatti, prendendo un ultimo respiro prima di parlare in un soffio di voce stanco, provato - … ci siamo imbattuti in un Esarca Temporale.
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Messaggioda Sandyon » 27/04/2014, 0:14

Era solo una storta, niente di che… mezz'ora al San Mungo ed è tornata a posto, il Medimago che mi ha visitata si è solo raccomandato che non le faccia fare sforzi eccessivi per un paio di giorni.

Facciamo che i giorni diventino quattro, non si sa mai.

Quando si trattava della figlia e delle sue condizioni fisiche, Sandyon non badava a giorni od ore di convalescenza, anche quando solitamente in regime di normale allenamento le faceva sudare non sette, ma ventuno camicie.
Se il MediMago aveva ipotizzato 48 ore di assoluto riposo e c'era anche da mettere in conto che con il fidanzato ella combinasse qualcosa alla quale l'uomo non voleva nemmeno lontanamente pensare, era meglio se le ore diventassero un centinaio, così da non correre rischi inutili.
Ad ogni modo, evidentemente non era la caviglia il problema che stava rendendo quella conversazione così pesante.
L'uomo nascondeva ancora abbastanza bene la tensione, quando si accumulava nel suo spirito, ma era normale che avesse uno sguardo più fermo, più nervoso, segno inequivocabile che adesso era parzialmente più umano, anzi, lo era quasi del tutto.
Aryanne, con la voce calma ma comunque molto fredda e distante, iniziò con il resoconto della missione, spiegando nei dettagli tutto ciò che era successo e i passaggi che l'avevano condotta fino al suo ritorno sana e salva nella villa Vireau.

... Una volta all'interno ho esaminato prima il salone principale, poi in accordo con Marshall sono scesa nei piani inferiori tramite le scale: anche lì non è stato molto difficile scendere, ho giusto dovuto superare una sfida a scacchi… suppongo di doverti ringraziare per avermi insegnato a giocarci, a proposito.

Pensa quante volte mi hai detto "a cosa cavolo mi serve imparare questo stupido gioco!?"
Comunque, non è importante adesso, prosegui.


Al secondo piano sotto terra mi sono trovata di fronte ad una scelta: proseguire e scendere ancora, che era poi l'obiettivo della missione, o scoprire cosa ci fosse dietro una particolare stanza, chiamata "Stanza Reliquia" … ero molto indecisa, ma alla fine mi son detta che se in quella missione dovevo dimostrare a me stessa di sapermi gestire da sola, allora dovevo prendere la decisione che volevo, ed affrontarne le conseguenze…

Mmmmhhh...

Immagino non serva esplicare quale sia stata la mia scelta, vero?

Temo proprio di no.

Sono entrata in questa stanza, ed è stato lì che mi sono fatta male… ho affrontato tre Dissennatori blu.

CHE COSA?

Eccolo lì uno dei tanti segni che differenziavano il vecchio Sandyon con quello nuovo: la sorpresa, l'incredulità, l'estrema preoccupazione.
Tre creature oscure di media-alta difficoltà incontrate insieme nello stesso luogo, pronte ad uccidere con ogni mezzo, senza considerare che i Dissennatori in generale rappresentavano per l'uomo un ricordo sicuramente ormai più archiviato ma comunque bruciante.
L'immaginazione lo spinse a pensare a tutte le variabili di quello scontro e da una parte era ansioso di scoprire quanto fosse stata brava a mettere quelle creature oscure al loro posto, grazie agli addestramenti svolti fino a quel momento che l'avevano resa una vera macchina da battaglia.
Di nuovo, una missione apparentemente tranquilla si era trasformata in una specie di incubo, per quanto in quel frangente onestamente se l'era andata molto a cercare lei, elemento che suscitò non poco fastidio e irritazione nell'animo dell'ex Mercenario, comunque intenzionato a voler sentire il continuo del racconto.

È andato tutto bene, comunque… mi sono ricordata quello che mi avevi insegnato e li ho combattuti, usando sia incantesimi offensivi che il Patronus corporeo.
Tra l'altro, ricordi che ho sempre avuto il pavone come Patronus, no?


Si.

Beh, non so perché, ma si è modificato: non so quando, come o perché, ma ieri notte, contro quei Dissennatori, non è stato un pavone ad aiutarmi… bensì una leonessa.

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Le pupille del Vastnor si dilatarono leggermente, segno che evidentemente quel dettaglio lo aveva colpito abbastanza, ma decise di non esporsi troppo ed archiviare quella informazione, annuendo soltanto con molta attenzione e molta consapevolezza, una reazione che forse avrebbe potuto scatenare nella ragazza una sottile nota di curiosità. Attraverso quell'aneddoto, Sandyon comprese quanto Aryanne si fosse legata a lui senza nemmeno accorgersene, quanto i loro spiriti fossero entrati in sintonia in pochissimo tempo. Non era infatti caso molto comune che due persone arrivassero a condizionarsi i Patronus, nemmeno lui e Monique ci erano riusciti, questo la diceva lunga insomma.
Per il momento comunque, non c'erano abbastanza elementi per arrivare alla verità, se non il pensiero che ella si fosse affezionata così tanto da modificare il proprio compagno magico ignara che il corrispettivo maschile fosse quello del padre adottivo.
Nonostante questo comunque, quello non era decisamente il dettaglio che la stava rendendo tanto preoccupata e diversa dal solito, ennesimo passaggio che alimentò ulteriormente i timori e le nevrosi del docente di Difesa.

Comunque, alla fine, li ho battuti, ed ho potuto recuperare la reliquia tanto protetta… questo.

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Non sono sicura di quale sia il suo effettivo potere… ma quando sono scesa ancora, al livello successivo, ed un Petrificus stava per cogliermi di sorpresa, questo pendente ha… beh, sì, ha assorbito l'incantesimo, non saprei come altro dirlo.

Sandyon prese tra le mani la suddetta reliquia, percependo subito l'immenso potere che scaturiva, pur essendo un oggetto molto piccolo.
Assottigliò lo sguardo, cercando di comprendere se possedesse qualche sorta di protezione magica sopra, ma no, nulla che facesse pensare ad un localizzatore, e ci credeva bene, tre Dissennatori Blu a proteggerlo secondo il proprietario bastavano ed avanzavano, ma non aveva calcolato Aryanne Vastnor, la futura n°1 al Mondo Magico.
Lo avrebbe fatto esaminare successivamente: aveva abbastanza conoscenze in giro per rimediare di sicuro un artigiano in grado di comprendere la fattura dell'oggetto, stimarne un ipotetico prezzo da mercato nero e relativi poteri soprannaturali.

Comunque, messa fuori gioco l'ennesima guardia, ho incontrato Marshall e insieme siamo entrati nella zona delle prigioni dove abbiamo trovato Alya... [...] ...e finalmente siamo riusciti a raggiungere la fine del tunnel… Marshall mi ha dovuta prendere in braccio per salire una serie infinita di scalini vista la mia caviglia, ma così facendo siamo arrivati ad un tombino, l'abbiamo aperto e siamo risbucati in giardino.
A quel punto ci è bastato allontanarci di corsa dalla zona anti-smaterializzazione della villa, e abbiamo concluso la missione.


Quindi ciò che ti sta turbando a questa maniera è avvenuto dopo la missione, oppure è un fatto particolare che hai omesso da racconto principale... Ebbene, va' avanti, non fanno nemmeno 16° qui dentro e sto sudando con tutto che sono in costume.

Poteva essere definita una specie di battuta?
Non esattamente, ma era comunque un riferimento umoristico alla Vastnor maniera.
Non sarebbe mai stato in grado di esprimersi in termini divertenti o comici, nemmeno con il 120% di anima in corpo, ma a quello tutti ci avevano fatto l'abitudine, comprendendo che era un suo limite in quanto persona, non in quanto limitato dal potere di un'altra creatura.
Attese che la ragazza prese qualche altro sorso della sua bevanda da colazione preferita, infine percepì il cuore riprendere a battere con maggiore intensità. Avrebbe voluto chiamare Mog per farsi dare supporto ma in quegli ultimi giorni dormiva per un quantitativo spropositato di ore.
Solitamente gliene servivano tre o quattro per essere completamente "ricaricato", mentre da un mese a quella parte era arrivato ad assentarsi anche per nove ore, un numero allucinante, considerando la conoscenza decennale che l'uomo aveva della palla di pelo speciale.
Si alzò in piedi, cercando di contenere la pressione, non ce la faceva a rimanere seduto, peccato che quello che sentì poco dopo sarebbe stato meglio se l'avesse colto col culo sullo sgabello.

Tra il ritrovamento di Alya e la discesa nelle fognature, però, è successa una cosa… un incontro inaspettato che ha preso sia me che Marshall in contropiede, e che… ha seriamente rischiato di farmi crollare… ci siamo imbattuti in un Esarca Temporale.

La tazza con latte e caffè gli cadde dalla mano e si ruppe al pavimento, con un rumore sordo, per via dello spessore del coccio.
Il contenuto (poco rimasto in realtà) si sparse appena al suolo di parquet. Sbatté le palpebre un paio di volte, fulminando la giovane con gli occhi.
Non ce l'aveva con lei ma per la miseria, un Esarca Temporale, un essere che si poteva vedere forse una volta nella vita o magari mai, lei lo aveva incontrato a 20 anni, ad un tale livello di inesperienza, durante una missione tanto delicata.
Però Aryanne stava bene, non sembrava ringiovanita o invecchiata, quindi non l'aveva attaccata in quel senso.
Il professore aggirò il bancone di marmo e si mise in ginocchio, guardando ancora intensamente l'italiana, posandole le mani sulle braccia senza stringere ma ricercandone la completa attenzione. Una maschera di sudore in volto e una tensione delle vene del collo da spavento.

Che cosa ti ha fatto?
Cosa è successo?
Ti ha mostrato qualcosa che non avresti voluto vedere?
Parla piccola mia... Qualunque cosa la affronteremo insieme ma per l'amor della Trama parla.
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Messaggioda Aryanne » 27/04/2014, 13:38

Facciamo che i giorni diventino quattro, non si sa mai.

Piuttosto ironico pensare che, nonostante lui fosse il primo a massacrarla con allenamenti estenuanti ed al limite dell'umano, per una caviglia stornata le imponesse poi il doppio del riposo previsto: non che alla ragazza desse fastidio comunque, soprattutto perché consapevole che dopo aver raccontato a Typhon tutto ciò che aveva vissuto, quasi sicuramente il fidanzato avrebbe passato le successive 96 ore a coccolarla in tutti i modi possibili ed immaginabili.
Fece a Sandyon un sorriso leggero, dunque, dopodiché decise di raccontare per filo e per segno al parente cosa avesse fatto e come la missione si fosse svolta, l'unico modo per dirgli tutto senza omettere nemmeno il più piccolo dettaglio: partì dunque col suo ingresso nella villa degli Ozufu, la parte facile della missione, fino alla discesa nei sotterranei, la vittoria a scacchi… ed infine lo scontro coi Dissennatori blu, che lo lasciò incredulo e preoccupato come Aryanne mai l'aveva visto.

CHE COSA?

Annuì lentamente, per fargli capire che no, non ci aveva sentito male… li aveva affrontati davvero: si sarebbe preoccupata dopo di spiegargli nel dettaglio quale strategia avesse usato, frutto di tutti gli allenamenti con lui, ora c'era tanta di quella carne da dover mettere al fuoco che aggiungere dettagli secondari sarebbe stato inutile ed una perdita di tempo evitabile.
Meglio, quindi, concentrarsi su due dettagli: il primo, fu il cambio di Patronus dell'italiana - un cambio che Sandyon sembrò in qualche modo capire e che destò l'attenzione della Vastnor, ben deciso a farsi spiegare tutto in un secondo momento - ed il secondo fu il recupero della reliquia che mostrò al proprio Mentore, un manufatto a lei sconosciuto ma che, di sicuro, di capacità magiche speciali ne aveva in abbondanza, visto come fosse stato in grado di assorbire un incantesimo avversario così da impedirle di essere fermata da un banale "Petrificus".
Ipotizzando che, in qualche modo, Sandyon avrebbe capito di cosa si trattasse, magari sfruttando le sue conoscenze per arrivarci, la ragazza proseguì nel racconto, preferendo arrivare alla fine della missione per poi ritornare indietro al momento clou, e dargli almeno modo di avere una panoramica completa dello svolgimento del compito di salvataggio della più piccola tra le Moreau prima di fargli prendere un infarto.

Quindi ciò che ti sta turbando a questa maniera è avvenuto dopo la missione, oppure è un fatto particolare che hai omesso da racconto principale... Ebbene, va' avanti, non fanno nemmeno 16° qui dentro e sto sudando con tutto che sono in costume.

Una battuta, forse un modo per stemperare la tensione, oppure, semplicemente, la più pura verità: si vedeva che Sandyon era teso e nervoso, sentimenti ed emozioni che mai, prima della guarigione, avrebbe potuto leggero nel suo sguardo o percepire nella sua voce; così, senza indugiare oltre, mentre lui si alzava perché troppo in ansia per rimanere seduto lei gli disse quale parte della missione l'avesse sconvolta di più… ovvero l'incontro con un Esarca Temporale.
La tazza di latte e caffè che Sandyon stringeva tra le dita cadde a terra e si frantumò, ma l'uomo non parve nemmeno rendersene conto: Aryanne lo vide aggirare il bancone ed inginocchiarsi di fronte a lei, e quando le sue mani si posarono sulle proprie braccia un brivido le percorse lungo la schiena… perché era il suo vero padre a sfiorarla.
Sentiva il suo sguardo addosso e percepiva tutta la sua immensa preoccupazione, ma non riusciva a guardarlo negli occhi, non ce la faceva: temeva la sua reazione, anzi, temeva l'assenza di una qualsiasi sua reazione, e questo, per qualche strano motivo, la terrorizzava, le faceva temere che per lui non fosse importante mentre Aryanne ancora non riusciva a crederci, e non riusciva a trovare pace.

Che cosa ti ha fatto?

Non posso dire che mi abbia fatto qualcosa, al contrario di Marshall che, invece, è ringiovanito di almeno 5 o 6 anni…

Mormorò l'italiana, rivelando così quale fosse stato il prezzo che Rosenberg aveva dovuto pagare per quell'incontro: eppure, forse avrebbe volentieri fatto a cambio con lui, se avesse potuto; meglio ringiovanire di 5 anni che scoprire la verità in quel modo, anche se così facendo, ragionando in termini di età effettiva, forse ne avrebbe avuto 8, e non di nuovo 15.

Cosa è successo?
Ti ha mostrato qualcosa che non avresti voluto vedere?


Eccolo, il punto focale della questione: qualcosa che non avrebbe voluto vedere, quello sì che era un eufemismo bello e buono.

Parla piccola mia... Qualunque cosa la affronteremo insieme ma per l'amor della Trama parla.

Ed ecco anche le infide lacrime che le salirono agli occhi, già pronte a colarle lungo le guance… ma la bestemmia mentale che Aryanne lanciò fu così forte ed aggressiva nella sua testa da ricacciarle indietro, almeno per il momento, permettendole di annuire lentamente e fare dei respiri profondi: le sarebbero serviti.

… mi ha riportata a Siena, a casa dei miei… di Roberta e Giovanni, prima che io nascessi - già non li considerava granché come genitori prima di quelle scoperte sconvolgenti, figuriamoci dopo - Li ho visti e sentiti litigare perché non riuscivano ad avere un figlio, per quanto lo desiderassero, dopodiché… mia madre ha bevuto un sorso di Pozione Polisucco, ha cambiato aspetto ed ha usato il camino per andare a Roma.

Già, forse sarebbe stato meglio per lei non seguirla, mettere a tacere la propria curiosità… ma non l'aveva fatto.

L'ho seguita, e sono entrata in un wine bar dove si era diretta per rimorchiare, e… ti ho visto.
Eri con… Rachel, suppongo… ho sentito la vostra conversazione, come l'hai respinta, e poi ho visto mia madre che trovava finalmente un uomo con cui…


Non finì la frase, tanto cosa volesse dire era abbastanza ovvio.
Una breve pausa, altri respiri profondi, dopodiché ricominciò a parlare: forse Sandyon ancora non aveva capito cosa c'entrasse tutto ciò, ma di lì a pochissimo, lentamente, i tasselli del puzzle sarebbero andati al loro posto.

Poi, di colpo, è cambiato tutto… mi sono risvegliata in un ospedale, e nella stanza accanto alla mia c'era Roberta col mio pediatra, e… li ho sentiti parlare dopo essermi infiltrata nel condotto d'areazione.
Lui le stava dicendo che era riuscita a rimanere incinta… ma che per le circostanze in cui il concepimento era avvenuto, io sarei morta entro il mio 18esimo anno di vita.
Roberta era disperata, ma il dottore le diede una speranza… vitamine accelerative
- forse il Mercenario sapeva già di cosa stesse parlando? Lei, comunque, glielo spiegò brevemente - Una sorta d'integratore magico in grado di accelerare il mio processo di crescita al punto tale da farmi raggiungere i 12/14 anni, nella metà del tempo: Roberta naturalmente accettò subito di sottopormi a quel trattamento una volta nata, dicendo a Giovanni che quella sarebbe stata una semplice cura ormonale.

E forse fin lì non era nemmeno così grave come scoperta, al massimo si poteva accusare la vedova Ricciardi di non averlo detto alla figlia… ma il peggio doveva ancora arrivare.

Sono uscita dall'ospedale in lacrime, volevo solo ritornare al presente… e lì ti ho visto di nuovo.
Stavi aspettando qualcuno, sembravi molto teso… e quel qualcuno è uscito poco dopo, quella stessa donna che ti ha mentito, dicendo di non aspettare nessun bambino.


Sì, l'avrebbe capito ora, ma mentre le lacrime, bastarde ed incontrollabili, le colavano lungo le guance, lei sentì il bisogno di arrivare alla fine di quel discorso… di concluderlo, e poi lasciarsi andare al pianto.

Quella donna, quella che tu hai scopato dopo l'incontro con Rachel… era la stessa donna che ha preso la Polisucco per cambiare aspetto, la stessa che stava parlando col mio pediatra.
Quella donna era Roberta Ricciardi.
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Messaggioda Sandyon » 27/04/2014, 23:34

Non posso dire che mi abbia fatto qualcosa, al contrario di Marshall che, invece, è ringiovanito di almeno 5 o 6 anni…

Inarcò il sopracciglio nel sentire quell'informazione piuttosto ininfluente: quel tizio era stato parecchio fortunato, considerando che l'Esarca avrebbe potuto anche farlo tornare un feto e di conseguenza decretarne la morte istantanea, invece si era guadagnato cinque anni in più di vita, mica male!
Tralasciando questo, adesso l'importante era capire che cosa invece avesse combinato quella creatura alla sua bambina, cosa avesse creato affinché sul volto di Aryanne nascesse quell'espressione vacua, triste, fredda e preoccupata allo stesso tempo.
Le mani le stringevano le braccia, gli occhi fissi in quelli della Mercenaria Dilettante tornata dalla sua ultima missione come tale.
Sarebbe stato pronto a tutto, anche ad andare a cercare di persona quell'essere per prenderlo a calci, qualora avesse trasmesso qualche sensazione negativa all'italiana, ciò nonostante, dovette interrompere ogni congettura e concentrarsi bene su di lei, quando riprese a parlare trattenendo le lacrime, forse per non rischiare di mangiarsi qualche frase e non renderla immediatamente comprensibile.

… mi ha riportata a Siena, a casa dei miei… di Roberta e Giovanni, prima che io nascessi.
Li ho visti e sentiti litigare perché non riuscivano ad avere un figlio, per quanto lo desiderassero, dopodiché… mia madre ha bevuto un sorso di Pozione Polisucco, ha cambiato aspetto ed ha usato il camino per andare a Roma.


Mhmh...
Bene, va' avanti dunque.


L'ho seguita, e sono entrata in un wine bar dove si era diretta per rimorchiare, e… ti ho visto.
Eri con… Rachel, suppongo… ho sentito la vostra conversazione, come l'hai respinta, e poi ho visto mia madre che trovava finalmente un uomo con cui…


Tua madre era...
... Mi dispiace moltissimo.


Effettivamente per ora credeva che il vero problema fosse stato che lui e la madre avessero avuto un intermezzo sessuale ad insaputa dell'uomo.
Sapere che lei per altro lo aveva visto in compagnia di Rachel gli fece uno strano effetto. Le avrebbe voluto fare molte domande a proposito, magari chiederle una considerazione personale su come erano gli occhi dell'ex n°1 nel guardare l'ex moglie e come invece adesso guardava Monique solitamente, ma erano soltanto informazioni superflue, adesso inutili, legate ad un comparto egoistico che non doveva entrare nel discorso.
Abbassò il capo, sbuffando, non ricordando nemmeno troppo bene com'era andata, o meglio, se la donna fosse stata capace di dargli piacere o meno, anche perché al tempo era completamente brillo ed incapace di comprendere tante cose, in primis cosa lo facesse davvero stare bene.
A quel punto non restava altro che scusarsi ulteriormente, farle comprendere che non l'aveva fatto apposta e che tutto poteva pensare meno che fosse la madre di Aryanne sotto polisucco, ma non era quello il punto, il racconto doveva proseguire ed infatti quando la ragazza riprese a parlare, Sandyon aggrottò la fronte ed alzò di nuovo gli occhi, curioso e perplesso.

Poi, di colpo, è cambiato tutto… mi sono risvegliata in un ospedale, e nella stanza accanto alla mia c'era Roberta col mio pediatra, e… li ho sentiti parlare dopo essermi infiltrata nel condotto d'areazione.
Lui le stava dicendo che era riuscita a rimanere incinta… ma che per le circostanze in cui il concepimento era avvenuto, io sarei morta entro il mio 18esimo anno di vita.
Roberta era disperata, ma il dottore le diede una speranza… vitamine accelerative.
Una sorta d'integratore magico in grado di...


... So di cosa si tratta...

... Roberta naturalmente accettò subito di sottopormi a quel trattamento una volta nata, dicendo a Giovanni che quella sarebbe stata una semplice cura ormonale.

Adesso lentamente nel suo cuore si stava facendo spazio una nuova verità, degli indizi importanti che sottolineavano qualcosa di assolutamente impossibile da concepire con leggerezza, indizi che conducevano ad un'unica soluzione sconcertante e per certi versi si, agghiacciante.
Non era tanto il risultato finale in sé, quanto la verità che era stata tenuta nascosta per tutto quel tempo e che era venuta a galla grazie all'aiuto e all'intervento di una creatura soprannaturale magica per giunta talmente rare da esser difficile incontrarla anche una volta sola nella vita.
Sbatté le palpebre un paio di volte e gli occhi si fecero di colpo più lucidi, il respiro più pesante e il corpo che, mosso da una forza quasi estranea, si alzava per conto suo, facendolo tornare eretto col busto. Le mani che si spostavano sulle spalle della giovane e il cuore che batteva più forte assieme alla pressione del sangue che aumentava vertiginosamente.

Sono uscita dall'ospedale in lacrime, volevo solo ritornare al presente… e lì ti ho visto di nuovo.
Stavi aspettando qualcuno, sembravi molto teso… e quel qualcuno è uscito poco dopo, quella stessa donna che ti ha mentito, dicendo di non aspettare nessun bambino.


...

Quella donna, quella che tu hai scopato dopo l'incontro con Rachel… era la stessa donna che ha preso la Polisucco per cambiare aspetto, la stessa che stava parlando col mio pediatra.
Quella donna era Roberta Ricciardi.


Aryanne Vastnor era nata da Sandyon Vastnor.
Lei non era sua figlia solo legalmente, ma anche biologicamente, lei lo era di sangue, nata dall'unione del Mercenario con l'italiana Roberta.
Gli venne la pelle d'oca, i muscoli più rigidi, lo sguardo fermo e una lacrima salata e solitaria gli solcò la guancia destra.
Non sapeva che cosa dire, non sapeva che cosa fare, era tutto assurdo, tutto inconcepibile, tutto fuori da ogni ragione, da ogni logica.
Si erano incontrati qualche anno prima per caso e lei aveva deciso di stargli appresso per orgoglio e sentimento di sfida, ma se lui non avesse accettato? Allora lei non sarebbe diventata Mercenaria, non avrebbe fatto la missione e di conseguenza la verità non sarebbe venuta a galla.
Tutto ciò poteva essere semplice opera del destino o c'era un volere superiore che aveva scelto per loro quella sorta di lieto fine alternativo?
Le braccia di Sandyon fecero pressione sulla ragazza affinché si alzasse in piedi, dopo di che, la strinse a sé, con estremo affetto e trasporto.
Sapeva che probabilmente lei avrebbe ceduto alle lacrime e al pianto ed era giusto che lo facesse attaccata a suo padre, al suo vero padre.
Dastel nel frattempo si avvicinò, uggiolando preoccupato e sedendosi proprio davanti a tutti e due, con la lingua di fuori, chiedendo qualche attenzione e qualche coccola, soprattutto perché la ragazza portava sempre con sé l'odore di Yuna e questo per il coyote era un richiamo irresistibile. Già, anche i loro animali erano padre e figlia. Come se tutto fosse stato già scritto prima, da qualche parte, nel firmamento delle variabili e dell'universo.

E così... non dicevo così tante cazzate affermando stupidamente che hai i miei occhi...

Sorrise lievemente, fissandola nel momento stesso in cui si allontanarono di poco.

Questa è una notizia sensazionale... splendida...
Inizialmente desideravo spellare vivo quell'Esarca, ora vorrei andarlo a cercare per ringraziarlo...
... Anche se voglio tu sappia che questo non cambia di molto le cose.
Ti adoravo e stimavo come figlia acquisita e ti adoro e stimo come figlia di sangue allo stesso modo.


La mancina si avvicinò per carezzarle il viso e sfiorare i contorni delle labbra, del mento, della mascella, dell'orecchio, come se fosse fatta di cristallo, come se si fosse fatta improvvisamente più preziosa, come se la stesse guardando per la prima volta ed in effetti un po' era così.

Bambina mia...
Che cosa senti?
Cosa provi?
Non pensare a tua madre e al torto che ti ha fatto, per adesso.
Dimmi solo come hai percepito e stai percependo la notizia.
Perché per quel che mi riguarda, sono il padre più felice e fortunato sulla faccia di questo fottutissimo pianeta.
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Messaggioda Aryanne » 28/04/2014, 13:23

Man mano che raccontava a Sandyon l'accaduto, Aryanne lo riviveva nella sua mente: lo spaesamento iniziale, la perplessità, l'incredulità, il disgusto… e poi, in ultimo, la verità.
Quella verità assurda, per lei impossibile da accettare perché, a differenza dell'uomo, non aveva mai sentito parlare di vitamine accelerative e quindi non pensava nemmeno potessero esistere dei preparati del genere
Non gli disse nulla riguardo all'ultima visione, quella di Typhon, perché era una cosa talmente bella ed intima che voleva serbarla come segreto dentro di sé: probabilmente non avrebbe detto nulla nemmeno al fidanzato, limitandosi ad abbracciarlo con ancora più trasporto non appena l'avesse visto in un gesto di ringraziamento silenzioso che lui non avrebbe capito… ma che per l'italiana avrebbe avuto tutte le ragioni per esistere.
Tornando a lei e a Sandyon, comunque, lentamente la ragazza vide la consapevolezza farsi strada anche dentro di lui mentre si alzava in piedi con gli occhi lucidi, il respiro più corto, e le mani che si posavano sulle spalle di lei: per Aryanne qualcosa era cambiato, dopo quella rivelazione, perché aveva sempre dannato se stessa per avere in corpo il sangue di un uomo spregevole come Giovanni; oh, quante volte aveva gridato e pianto per rabbia, domandando al cielo perché mai dovesse essere imparentata con un uomo simile?
L'Esarca, quindi, le aveva sì tolto un grosso peso dal cuore, ma ovviamente all'inizio aveva fatto crollare tutte le sue certezze, e l'aveva spinta a vedere Sandyon sotto un'ottica diversa: prima, quando pensava a Vastnor come suo padre, una vocina stronza le ricordava che il suo vero genitore era in realtà quel bastardo di Giovanni Ricciardi… ora, invece, quella vocina si sarebbe dovuta zittire, perché colui che aveva di fronte era il suo papà. In tutti i sensi.
Colse la prima lacrima scendere lungo la guancia dell'uomo - quelle di Aryanne già da diversi istanti si erano prese quella libertà - fissandolo con apprensione per riuscire a cogliere ogni sfumatura di ciò che stava provando: si stava rendendo conto della portata di quella verità, e di quanto dunque fossero stati ingannati? Di quanto tempo avevano perso lontani l'uno dall'altra quando avrebbero potuto essere una famiglia fin da subito?
Sentì le mani di Sandyon agire sulle proprie spalle facendo pressione, e quasi senza rendersene conto la Vastnor - a tutti gli effetti, legalmente e per sangue - si ritrovò in piedi, abbracciata al suo papà.
Socchiuse gli occhi e diede il via libera alle lacrime - che tanto quel permesso gliel'avevano già strappato comunque - mettendosi dunque a piangere silenziosa contro il corpo del vero genitore, in tutti i sensi; sentì Dastel, vicino a loro, percepì il suo uggiolio, ma sul momento non ebbe la forza di staccarsi da Sandyon per andare da lui, aveva quasi paura che, se l'avesse fatto, l'uomo sarebbe scomparso e lei avrebbe perso il padre per l'ennesima volta.

E così... non dicevo così tante cazzate affermando stupidamente che hai i miei occhi...

Fu la prima cosa che Sandyon le disse, e la prima cosa che la fece sorridere mentre si spostava di poco indietro ed alzava lo sguardo lucido su quello di lui, guardandolo negli occhi.

Questa è una notizia sensazionale... splendida...
Inizialmente desideravo spellare vivo quell'Esarca, ora vorrei andarlo a cercare per ringraziarlo…


Sì, probabilmente anche lei, a mente fredda, avrebbe detto "grazie" a quella creatura assurdamente rara - e quindi quasi obbligata ad incontrare Aryanne vista la sua fortuna - che le aveva permesso di conoscere la verità: e Sandyon… era felice. Era contento di averla come figlia di sangue - e no, per lei non era scontato quel passaggio, forse perché donna, forse perché figlia.

... Anche se voglio tu sappia che questo non cambia di molto le cose.
Ti adoravo e stimavo come figlia acquisita e ti adoro e stimo come figlia di sangue allo stesso modo.


Lo so… cioè no, non ne ero sicura, ma ti credo - mormorò l'italiana, asciugandosi le guance con le dita, velocemente - Potrà sembrarti stupido, ma… per me non è la stessa cosa.
Prima sì, ti consideravo mio padre, ma dentro di me pensavo che nelle mie vene scorreva del sangue Ricciardi… e odiavo questa cosa, così come provavo una forte invidia per il figlio tuo e di Monique che, se anche non è ancora nato, avrà comunque il tuo sangue in corpo, i tuoi geni… avrà una parte di te.
Ora so che quella parte appartiene anche a me, e…


Non seppe come finire la frase, forse anche perché Sandyon le stava sfiorando il volto e la stava guardando come se finalmente riuscisse a vederla bene, come se prima l'avesse sempre guardata attraverso una patina leggermente opaca, ed ora invece la vista fosse sgombra di ostacoli.

Bambina mia...
Che cosa senti?
Cosa provi?


Schiuse le labbra per cominciare uno sproloquio contro Roberta Ricciardi, ma Sandyon fu più veloce di lei.

Non pensare a tua madre e al torto che ti ha fatto, per adesso.
Dimmi solo come hai percepito e stai percependo la notizia.
Perché per quel che mi riguarda, sono il padre più felice e fortunato sulla faccia di questo fottutissimo pianeta.


Io…

Non era facile ciò che lui le stava chiedendo: discernere l'essere sua figlia dalle menzogne di Roberta era qualcosa che, in tutte quelle ore, Aryanne non era riuscita a fare; però, ora che aveva il padre accanto, forse le sarebbe venuto più semplice.
Chiuse gli occhi e prese dei respiri profondi, immaginando mentalmente le due verità come dei fili ingarbugliati: sempre nella sua testa, una mano invisibile srotolò quei fili per liberarli, e fu allora che l'italiana poté considerare quella notizia come singola e dislegata dal resto.
Era figlia di Sandyon per sangue, aveva il gene Vastnor nelle vene, nel corpo… quegli occhi così simili a quelli di lui non erano un caso, probabilmente era stato proprio l'uomo a tramandarglieli, e così forse anche l'attitudine al combattimento. Ora aveva una famiglia, una vera famiglia tutta nuova: degli zii - anche se "zio Tyslion" era vagamente inquietante - dei cugini, dei veri nonni!
Lentamente, un sorriso si formò sul volto della ragazza, che alzò gli occhi su di lui con aria e voce commosse, ma felici.

… sono tanto felice, papà.

Altre lacrime caddero dopo quelle parole, ma furono lacrime versate con uno spirito diverso - e lo si capiva dal semplice quanto immediato fatto che l'avesse chiamato "papà", e non per nome come aveva fatto dall'inizio della loro conversazione; piangeva ancora, Aryanne, ma questa volta sorrideva anche e lo stringeva di nuovo, forte, consapevole di quanto ora potesse dire di essere fortunata perché era nata da lui, era una Vastnor… in tutto e per tutto.
Le cose belle, comunque, dovevano finire prima o poi, e così anche quel momento idilliaco, perché il pensiero di Roberta non poteva essere accantonato troppo a lungo: staccandosi nuovamente dal padre, infatti, l'italiana si inginocchiò accanto a Dastel e aprì le braccia, cosicché lui potesse prendersi un bel po' di coccole da parte della ragazza, sempre molto affettuosa con l'animale; mentre lo accarezzava e gli baciava il muso, però, il volto della Mercenaria - ormai non più dilettante - tornò lentamente serio e grave, e fu con quell'espressione che Aryanne alzò gli occhi sul padre.

… voglio Roberta fuori dalla mia vita.
Non voglio più vederla, non voglio più parlarle, non voglio più sapere niente di lei.
Mi ha mentito per tutta la vita, mi ha fatta sempre sentire sbagliata, mi ha rinfacciato ogni scelta che ho fatto sottolineando quanto stessi tradendo la memoria di mio padre… di mio padre, capisci?
… per me lei è morta con Giovanni.


Lapidaria, ecco come risuonò la voce della ragazza mentre pronunciava quelle parole, e difficilmente Sandyon, se mai ci avesse provato, sarebbe riuscito a farle cambiare idea. Sospirò leggermente, quasi a volersi liberare di quei pensieri negativi, dopodiché tornò a coccolare Dastel con aria più pensierosa.

Rachel… era una bella donna.
Si vedeva da come la guardavi che ne eri innamorato…
- commentò, sperando che a lui non dispiacesse affrontare quell'argomento e pronta, nel caso, a lasciarlo perdere immediatamente - Anche se gli occhi ti brillano di più ora, con Monique! - esclamò quasi orgogliosa, come se fosse merito suo o qualcosa del genere - … a parte questo, pensavo… non ti sembra assurdo che tu sia andato a letto con lei dopo aver rifiutato persino di darle un bacio, in quell'occasione?

Gli domandò titubante, mordicchiandosi un labbro prima di proseguire.

Voglio dire… non potevi concepire in alcun modo che tra te e Rachel potesse esserci qualcosa mentre lei stava ancora con Tyslion, anche se lei non lo amava più… e poi ci hai fatto sesso.
Per carità, la carne è debole, però… alla luce di quello che è successo l'anno scorso ad Hogwarts, quei ragazzi che per poco non si sono uccisi senza motivo, senza sapere perché o per quale istinto…
- piccola pausa, prima di proseguire - … non ti è mai venuto in mente che magari tu sia stato… manipolato?
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Messaggioda Sandyon » 29/04/2014, 19:30

Potrà sembrarti stupido, ma… per me non è la stessa cosa.
Prima sì, ti consideravo mio padre, ma dentro di me pensavo che nelle mie vene scorreva del sangue Ricciardi… e odiavo questa cosa, così come provavo una forte invidia per il figlio tuo e di Monique che, se anche non è ancora nato, avrà comunque il tuo sangue in corpo, i tuoi geni… avrà una parte di te.
Ora so che quella parte appartiene anche a me, e…


Ho capito quello che intendi.
In te c'era sempre quel conflitto interiore che invece in me non sussisteva.
Non appena ho iniziato a considerarti come una figlia, per me sei divenuta tale.
Ovvio che avendo avuto tu una brutta esperienza con quello che credevi fosse il tuo vero padre, scoprire tutto ciò ti ha tolto un gran peso.
Se non altro, adesso, l'ipotesi di un altro bambino nella vita mia e di mia moglie non provocherà alcuna gelosia.


… sono tanto felice, papà.

Annuì lentamente, avvicinandola a sé per abbracciarla di nuovo, per trovare ancora una volta quel contatto meraviglioso che li teneva legati.
Cuori che battevano più svelti, emozioni galoppanti, sensazioni mai provate prima per lui e possibilmente nemmeno per lei.
In effetti gli faceva un po' strano avere una figlia tanto adulta, cresciuta più velocemente del normale: alla fine quanto si passavano? Meno di quindici anni, praticamente un intervallo irrisorio di fronte alla normale differenza di età tra un padre e un figlio normali e in "regola".
Nonostante questo l'uomo aveva vissuto tante peripezie nella sua vita da aver assunto la mentalità e il carattere di una persona di almeno dieci anni più grande, equilibrando quel divario tra lui e l'italiana, riportato in un ambito più tranquillo e coerente.
Conclusa quella piccola serie di smancerie che un tempo Sandyon avrebbe definito "diabetiche", Aryanne si mise in ginocchio per accogliere un Dastel in preda ad un bisogno spasmodico di coccole ed attenzioni, scodinzolando nel sentire l'odore della sua cucciola, Yuna, adesso lontana.
Mentre la ragazza si prendeva qualche leccata sulla mano e qualche annusata qua e là, comunque, non poté fare a meno di continuare a pensare alla situazione della madre e come dunque avesse deciso di portare avanti il suo rapporto con lei da quel momento in poi.

… voglio Roberta fuori dalla mia vita.
Non voglio più vederla, non voglio più parlarle, non voglio più sapere niente di lei.
Mi ha mentito per tutta la vita, mi ha fatta sempre sentire sbagliata, mi ha rinfacciato ogni scelta che ho fatto sottolineando quanto stessi tradendo la memoria di mio padre… di mio padre, capisci?
… per me lei è morta con Giovanni.


L'unico consiglio che posso darti, prima di prendere questa tua decisione come definitiva e inappellabile...
E' spiegare esattamente cosa hai visto a tua madre e quindi come hai fatto a scoprire la verità.
Dopo di che esprime con calma e lentezza qual è la tua considerazione riguardo l'atteggiamento sempre adottato da lei in questi anni ed infine lasciala parlare, ascoltando con espressione neutra ogni sua parola, soppesandola senza partire prevenuta.
Sembra quasi che voglia impedirti di allontanarti da tua madre ma in realtà anche questo è un insegnamento per la tua carriera futura.
L'elasticità mentale è un lusso che non tutti i Mercenari possono permettersi di definire come proprio, ma chi lo possiede, è tra i migliori.
... Tu vuoi essere la migliore, o no?


Sapeva che in quel modo avrebbe fatto un po' leva sul suo orgoglio, appellandosi a quell'obiettivo finale ancora tanto lontano però tanto desiderato, ma allo stesso tempo non si sentiva in colpa poiché davvero l'autocontrollo e l'analisi della situazione a freddo erano facoltà appartenenti solamente ai Mercenari più temibili, quelli che si trovavano anche in quel momento in testa alla classifica, senza contare che poteva essere una dote della quale la sua Rivale Scarlatta era sprovvista ed era meglio rinforzare i propri punti a favore prima che Aryanne se la trovasse davanti, agguerrita.
Si inginocchiò anche lui per cominciare a coccolare il suo animale preferito. Voleva molto bene a Fire ma Dastel stava su tutto un altro piano, era il suo compagno da molto tempo e l'unica creatura oltre a Mog che gli era rimasta vicino durante il suo periodo buio, il suo periodo solitario.
Successivamente, l'italiana decise di provare a prendere un argomento piuttosto delicato, confidando moltissimo nel nuovo Sandyon, ovvero quello più tollerante ed anche più incline al dialogo di quello precedente, il "Musone", per dirla alla Sauvage maniera.

Rachel… era una bella donna.
Si vedeva da come la guardavi che ne eri innamorato… Anche se gli occhi ti brillano di più ora, con Monique!


Diciamo che al tempo i miei occhi non avevano il permesso di brillare e poi, anche dopo il mio matrimonio con Rachel, non raggiunsero mai quella stessa intensità anche a causa del mio perenne senso di colpa.
Ad ogni modo si, credo comunque che a prescindere con Monique le cose siano leggermente diverse.


A parte questo, pensavo… non ti sembra assurdo che tu sia andato a letto con lei dopo aver rifiutato persino di darle un bacio, in quell'occasione? Voglio dire… non potevi concepire in alcun modo che tra te e Rachel potesse esserci qualcosa mentre lei stava ancora con Tyslion, anche se lei non lo amava più… e poi ci hai fatto sesso.
Per carità, la carne è debole, però… alla luce di quello che è successo l'anno scorso ad Hogwarts, quei ragazzi che per poco non si sono uccisi senza motivo, senza sapere perché o per quale istinto… non ti è mai venuto in mente che magari tu sia stato… manipolato?


... Sono passate diverse lune da quel fatto allo scorso Natale, Aryanne.
Tuttavia non posso escludere niente, o meglio, forse ora sono pronto per valutare con più lucidità le circostanze.


Come a dire che due eventi distribuiti lungo dieci anni di tempo non erano poi così semplici da accomunare, per quanto irrazionali allo stesso modo.
Però naturalmente bisognava prendere in considerazione ogni idea e valutare ogni ipotesi a mente fredda, proprio come Sandyon stesso aveva cercato di insegnare poco prima alla figlia. Ascoltare senza partire prevenuti, senza dare per ovvio qualcosa pur trovandosi in assenza di prove certe.
Inspirò profondamente, non dimenticando di darle attenzione qualora fosse andata avanti col discorso, ma nel mentre ne approfittò per togliere di mezzo i cocci della tazza prima caduta al suolo, riportandola allo stato integro grazie alla magia e pulendo la macchia di latte e caffè che si era sparsa per diversi centimetri avvicinandosi pericolosamente al tappeto della cucina.
Una volta messo a posto tutto, l'uomo fece cenno alla ragazza chiedendole implicitamente di seguirla all'esterno, dove si trovava il giardino e la piscina, aprendo la porta finestra ed affacciandosi su quella porzione della casa maggiormente esposta alla benevolenza dei raggi solari.
La bacchetta stretta nella mano destra, lo sguardo morbido, calmo ma allo stesso tempo fiero, come quello di un Re.

Adesso credo sia giunto il momento di spiegarti perché prima non sono rimasto così stupito della tua notizia sul cambiamento di Patronus avvenuto durante la missione... Sta' a guardare.

Levando il braccio al cielo, teso in diagonale rispetto al busto, l'ex Mercenario pronunciò silenziosamente una precisa formula magica che fece scaturire dalla punta del catalizzatore magico un fascio energetico bianco e bluastro intenso che ben presto assunse la forma di un animale.
Era la prima volta che Sandyon Vastnor mostrava alla figlia il proprio Patronus ed ella avrebbe dovuto considerarlo un grosso privilegio, calcolando che nemmeno la moglie Monique era al corrente di quale fosse l'identità del fido alleato interiore appartenente al consorte.
Il grande terrore dei Dissennatori si mostrò in tutto il suo splendore e potenza, girando attorno a loro per poi fermarsi davanti al suo padrone.
A quel punto, mentre Sandyon e la creatura evocata si fissavano negli occhi con complicità e valore, la voce dell'uomo espresse una domanda ben precisa con tono morbido e caldo verso la giovane al suo fianco.

... Adesso ti è tutto più chiaro?

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Messaggioda Aryanne » 29/04/2014, 20:49

Ho capito quello che intendi.
In te c'era sempre quel conflitto interiore che invece in me non sussisteva.
Non appena ho iniziato a considerarti come una figlia, per me sei divenuta tale.
Ovvio che avendo avuto tu una brutta esperienza con quello che credevi fosse il tuo vero padre, scoprire tutto ciò ti ha tolto un gran peso.
Se non altro, adesso, l'ipotesi di un altro bambino nella vita mia e di mia moglie non provocherà alcuna gelosia.


Annuì, felice che Sandyon avesse capito perfettamente quali sentimenti si agitassero nel suo animo: sapeva, dentro di sé, che non sarebbe stato corretto essere eventualmente gelosa di un neonato, ma era qualcosa che non avrebbe potuto controllare nemmeno volendo; ora, però, sapeva che il sangue dell'uomo scorreva anche nelle proprie vene, e la cosa la faceva sentire immensamente meglio.
Lo abbracciò ancora, chiamandolo con l'epiteto perfetto - papà - beandosi di poterlo considerare tale ora in tutto e per tutto, legalmente e biologicamente; ma Aryanne non era l'unica ad aver bisogno di coccole… anche Dastel, il coyote del Mercenario, sembrava assolutamente bisognoso di attenzioni, e l'italiana non se lo fece ripetere due volte, tanto che prese subito a coccolarlo e a prendersi le sue leccatine, consapevole che l'animale era ancora più affettuoso sentendo l'odore della sua cucciola, Yuna.
Mentre lo coccolava, la Mercenaria decise di mettere in chiaro una cosa molto, molto importante per lei: il suo rapporto con Roberta; ora che sapeva la verità non voleva più, in nessun caso, avere a che fare con lei, la voleva fuori dalla sua vita, preferiva rimanere solo col padre e con Monique che, nonostante non avesse alcun legame con la ragazza, si era dimostrata ben più dolce, disponibile ed affettuosa della madre naturale.

L'unico consiglio che posso darti, prima di prendere questa tua decisione come definitiva e inappellabile...
E' spiegare esattamente cosa hai visto a tua madre e quindi come hai fatto a scoprire la verità.
Dopo di che esprime con calma e lentezza qual è la tua considerazione riguardo l'atteggiamento sempre adottato da lei in questi anni ed infine lasciala parlare, ascoltando con espressione neutra ogni sua parola, soppesandola senza partire prevenuta.


Devo anche starla ad ascoltare?!

Domandò incredula, non potendo credere che Sandyon le stesse davvero suggerendo una cosa del genere: dopo tutto ciò che aveva fatto, doveva anche farla parlare e non assumere un'espressione disgustata mentre l'ascoltava? Doveva essere completamente impazzito!

Sembra quasi che voglia impedirti di allontanarti da tua madre ma in realtà anche questo è un insegnamento per la tua carriera futura.
L'elasticità mentale è un lusso che non tutti i Mercenari possono permettersi di definire come proprio, ma chi lo possiede, è tra i migliori.
... Tu vuoi essere la migliore, o no?


… e va bene, l'ascolterò cercando di non partire prevenuta! - sbottò la Mercenaria, con uno sbuffo altamente scocciato - Non vale, con questa storia dell'essere la migliore riesci sempre a fregarmi… e io ti dò pure retta!

Scosse il capo, prendendosi in giro da sola per quel suo modo di fare, per il modo in cui cascava sempre nelle "trappole" che Vastnor le lanciava: forse perché sapeva esattamente come prenderla e quali tasti sfiorare… dopotutto, era sua figlia.
Accantonato quell'argomento, Aryanne decise di rischiare prendendone uno un po' scomodo, ovvero quello di Rachel e del rapporto che sembrava esserci tra lei e Sandyon.

Diciamo che al tempo i miei occhi non avevano il permesso di brillare e poi, anche dopo il mio matrimonio con Rachel, non raggiunsero mai quella stessa intensità anche a causa del mio perenne senso di colpa.
Ad ogni modo si, credo comunque che a prescindere con Monique le cose siano leggermente diverse.


Annuì, decidendo di esporre al padre i suoi dubbi, e cioè che forse l'uomo fosse stato manipolato per cedere alle lusinghe di Rachel… anche perché sennò non si spiegava perché si fosse dimostrato così tanto incoerente con se stesso.

... Sono passate diverse lune da quel fatto allo scorso Natale, Aryanne.
Tuttavia non posso escludere niente, o meglio, forse ora sono pronto per valutare con più lucidità le circostanze.


Il fatto che questi due eventi siano successi con così tanta distanza non vuol dire niente… - commentò Aryanne, con tono ragionevole - Primo, non sappiamo se si tratti dello stesso "male" per entrambi i casi, e secondo, possibilmente dopo quello accaduto a te, ne sono successi tantissimi altri di casi simili, solo che non hanno suscitato scalpore come venti studenti che tentano un suicidio di massa.

Ed era anche comprensibile, in fondo.
Comunque la Vastnor non andò avanti con quel discorso, preferendo che il genitore ragionasse tra sé sulle parole della figlia e chissà, magari mettesse in discussione tutto l'accaduto.
Coccolò nuovamente Dastel mentre Sandyon ripuliva la cucina, dopodiché, percependo il suo sguardo, lo seguì silenziosamente all'esterno, chiedendosi con curiosità cosa stesse per accadere.

Adesso credo sia giunto il momento di spiegarti perché prima non sono rimasto così stupito della tua notizia sul cambiamento di Patronus avvenuto durante la missione... Sta' a guardare.

Ecco una cosa a cui Aryanne non stava più pensando: perché l'uomo non era rimasto troppo impressionato quando, nel suo racconto, l'italiana aveva rivelato il cambiamento nel suo Patronus.
Lo osservò silenziosamente ancora, curiosa, e quando Sandyon alzò la bacchetta aggrottò la fronte senza capire dove volesse arrivare: tutto, però, le divenne comprensibile quando, grazie al Patronus, dalla punta del catalizzatore del Mercenario comparve l'animale che accompagnava il Mercenario durante le sue battaglie… un leone.

... Adesso ti è tutto più chiaro?

… pazzesco… - sussurrò la ragazza con aria rapita, osservando l'animale con stupore prima di fare un lento sorriso consapevole - Quindi è per questo che… insomma, secondo te il mio Patronus è cambiato perché noi…

Non finì la frase, cercando l'appoggio del padre con lo sguardo: fissò nuovamente l'animale, il Patronus del genitore che gli stava accanto con aria fiera e regale, e le venne spontaneo prendere la bacchetta a sua volta per castare un "Expecto Patronum" corporeo a sua volta per far apparire quell'animale così diverso dal solito che però, durante la missione, l'aveva salvata…

Immagine


… una fiera leonessa.
Sorrise leggermente, Aryanne, mentre l'animale si voltava verso di lei con aria docile e poi si avvicinava al leone di Sandyon, quasi cercando un legame con lui.

Sono belli insieme… papà e figlia, come noi - commentò l'italiana, gli occhi nuovamente lucidi. Sospirò per ricacciare indietro le lacrime, sentendosi improvvisamente… esausta - Forse dovrei tornare a casa… Typhon ancora non sa niente di tutto quello che è successo, e non voglio lasciarlo all'oscuro.
Posso lasciarti il pendente? Di sicuro tu riuscirai a scoprire qualcosa di più su cosa sia esattamente…


Disse verso l'uomo, tanto si fidava di lui come di pochi altri: il tempo di un ultimo abbraccio e dei saluti, poi l'italiana se ne sarebbe tornata a casa propria, scivolando sotto le coperte con Typhon per dormire finalmente accanto al fidanzato ed attendere un orario più consono per raccontargli tutto.
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