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Londra (babbana)

Messaggioda Hyenn » 02/09/2015, 20:15

Il suo comportamento non rappresentava esattamente lo standard di quel tempo.
Solitamente i ragazzi che conoscevano da poco una ragazza cercavano il semplice flirt, la battuta, il sesso occasionale, non l'esclusiva.
Per Hyenn invece la questione era ben diversa perché lui sapeva di aver già trovato l'unica in grado di potersi considerare la possibile anima gemella.
La presenza di Nayru in lei era una luce di speranza nella sua vita possibilmente buia e senza via d'uscita, se non la morte dopo aver adempiuto al suo compito.
Era già preparato al fatto che, una volta uccisa Thera, non avrebbe fatto altro se non lasciarsi morire, perché in fondo cos'altro aveva da fare?
Invece adesso le carte in tavola era cambiate, per lui forse si presentava un nuovo futuro, doveva solo far sì che si avverasse, con lei.

... possiamo provare a frequentarci.
In esclusiva, dico, senza uscire con altre persone... e vedere come va...


Provare a... Sì sì, certamente... D'accordo, non potrei chiedere di meglio...

... Amore mio...

Tenne per sé quel modo di chiamarla, anche perché non era rivolto completamente a lei, bensì a colei che le albergava nell'anima, in lontananza.
Abbassò lo sguardo, Charlotte, la bellissima Charlotte, arrossendo appena. Avrebbe voluto baciarla, ma forse era troppo presto.
Ehi, un momento: come poteva essere troppo presto dal momento stesso in cui lei aveva appena accettato di esclusivizzarsi a vicenda?
Non ebbe troppi indugi a quel punto, l'Ibrido Na'eh, posandole una mano sul mento per farle alzare il viso ed una sulla guancia per carezzarle la pelle.
Dopo di che, qualora elle non l'avesse fermato, allora semplicemente l'avrebbe baciata sulle labbra carnose e morbide, chiudendo gli occhi.
Era la prima volta che baciava con quel tipo di intensità una ragazza, che baciava con un desiderio oltre a quello sessuale: lei lo avrebbe percepito?

Sei talmente tanto buona che faccio fatica a credere che potesse esistere un sapore tanto delizioso...

Il suo fu un sussurro basso, virile, gentile e allo stesso tempo forte, sicuro di sé.
Per lui, in tal senso, baciare la Shepard era un po' come baciare Nayru, quindi il suo primo, vero, autentico bacio da innamorato, da devoto.
L'infermiera davanti a lui lo eccitava, ma non era il corpo a parlare, bensì i sensi, infatti in quell'istante la voglia di scoparsela era del tutto passata.
Sentiva il desiderio di stringerla, abbracciarla, saperla con il naso che gli strusciava sul collo o sulla spalla, complici, intimi, legati.
Però tutto ciò ancora non era possibile, doveva guadagnarselo nel tempo e con impegno, per il sesso ci sarebbe stata altra occasione, ne era certo.
Volle mangiare un altro cupcake, nel caso ci fosse stato, un po' per smorzare la delicatezza del momento ed un po' perché lo voleva, voleva tutto di lei.

Te l'ho già detto che è buonissimo?!
Sul serio, il più gustoso che abbia mai assaggiato...
Quali altri dolci sai fare?


Si fece raccontare anche delle piccole stupidaggini come quelle, per cambiare argomento, per metterla a suo agio, per non farla sentire in imbarazzo.
Ormai però, sul suo volto regnava sempre un piccolo sorriso di dolce idolatrazione che non se ne andava mai e poi mai, accompagnato da una luce negli occhi pari a quella che si provava quando si era completamente felici e nulla mancava per esserlo di più. Poco dopo le chiese se le andava che si sedesse vicino a lei e qualora avesse accettato, allora avrebbe provato ad improvvisare un po' di baci languidi con la lingua da abbracciati, senza nulla di più, senza petting.
Il tempo trascorse così, come mai e poi mai avrebbe potuto pensare, lui che già ipotizzava la ragazza in ginocchio davanti a lui intenta a darsi da fare, per poi magari rendere il favore ed andare oltre. La cosa gli dispiaceva? Assolutamente no, affatto. Era quasi più felice così per quella sera.

... Allora, manco posso chiederti quando ci rivedremo, perché sarà domani nel turno di notte...

Disse mentre le mordeva il labbro inferiore, tenendole la mano con le dita intrecciate.

Però posso chiederti quando staremo di nuovo assieme, così come ora, stesso luogo, oppure dove vuoi tu.
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Messaggioda Charlotte » 02/09/2015, 22:37

Provare a... Sì sì, certamente... D'accordo, non potrei chiedere di meglio...

Non riusciva davvero a comprendere cosa gli fosse preso: un secondo prima era cordiale, interessato, ma comunque distaccato, mentre l'attimo dopo era... rapito, perso per lei, in sua contemplazione; non che la cosa le dispiacesse, o perlomeno non del tutto.
Non ricambiava i sentimenti che sembravano essere sbocciati in Hyenn -manco fosse stato vittima di un improvviso quanto inaspettato colpo di fulmine- ma lui le piaceva, più di quanto immaginasse, abbastanza da spingerla a proporgli una frequentazione in esclusiva che l'avrebbe portata a chiudere i rapporti con qualsiasi altro uomo a parte colui che le stava di fronte.
Follia? Un po', ma dentro di sé sentiva, per qualche strano motivo, che fosse la cosa giusta da fare: così com'era giusto farsi alzare il viso dalla sua mano, e farsi violare le labbra dalle sue. Aveva già baciato prima, molte volte... ma mai in quel modo: quando sentì la bocca del Liafort sulla propria, fu come se un tremito le raggiungesse direttamente il centro del cuore, il profondo dello spirito. Chiuse gli occhi, quasi lasciandosi cullare dalla magia di quel momento, e per la seconda volta in quella serata il potere di Hyenn, il suo legame con Nayru, la raggiunse con prepotenza, dandole la forza che le serviva per mostrarsi a lui, anche solo un istante.
Così, non appena il Commissario avesse aperto gli occhi, non ci sarebbe stata Charlotte a sorridergli...

Immagine


... nuovamente, quello scambio durò il tempo di un respiro, prima che la Shepard tornasse al suo posto, ignara di tutto ancora una volta.

Sei talmente tanto buona che faccio fatica a credere che potesse esistere un sapore tanto delizioso...

Non avrei mai pensato che le cose potessero prendere... una piega simile...

Mormorò di rimando l'infermiera, che di sicuro non si stava riferendo al baciarsi in sé: aveva ipotizzato di finire a letto con lui quella sera, quindi chiaramente i baci sarebbero stati contemplati... era il modo in cui si erano dati un bacio, la sua intensità, a lasciarla incredula e perplessa al tempo stesso.
Cercò di far tornare tutto alla normalità, offrendogli un altro cupcake -sembrava molto più entusiasta di mangiarli, ora- e sedendogli accanto, osservando la felicità nei suoi occhi -una gioia a cui non sapeva dare né nome né spiegazione.

Te l'ho già detto che è buonissimo?!
Sul serio, il più gustoso che abbia mai assaggiato...
Quali altri dolci sai fare?


Ah... ehm... vediamo...
La cheesecake, e la red velvet... e me la cavo discretamente anche con budini e panne cotte.


Gli rispose con un sorriso leggero, un po' imbarazzato, perché le stava parlando come se fosse la miglior pasticciera del mondo, quando invece forse arrivava per ogni dolce appena alla sufficienza: eppure, dentro di sé, sentiva che qualsiasi dessert da lei preparato avrebbe finito per essere considerato da Hyenn, ora, il migliore del mondo.
Quando lui glielo chiese, Charlotte gli si fece più vicina, chiudendo gli occhi nell'abbandonarsi nuovamente a quei baci caldi ed intensi che la scuotevano tutta, eccitandola anche: era consapevole che, per la piega presa dalla serata, probabilmente non sarebbero andati a letto insieme, ma il Liafort non sembrava dispiaciuto e lei... nemmeno.

... Allora, manco posso chiederti quando ci rivedremo, perché sarà domani nel turno di notte...

Spero non ti dispiaccia.
Dicono che l'attesa aumenti l'aspettativa, mentre nel nostro caso saranno passate appena 24 ore...
-si fece mordere il labbro, guardandolo quasi di sottecchi, con le guance rosse e gli occhi luminosi.

Però posso chiederti quando staremo di nuovo assieme, così come ora, stesso luogo, oppure dove vuoi tu.

Che ne dici... di dopodomani? Lavoro di mattina, ma la sera sono libera ed anche il giorno dopo.
Potremmo cenare di nuovo insieme, e... non lo so... passare del tempo insieme, ecco.
-che strano fare progetti, lei che non se n'era mai dovuta preoccupare prima- Perdonami, per certe cose sono proprio un disastro.

Un piccolo sorriso imbarazzato, non immaginando che lui ne sapesse ancor meno di lei.

... non voglio che tu vada via.
Insomma... non subito. Puoi restare ancora... ancora per un po'?
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Messaggioda Hyenn » 02/09/2015, 23:28

Non avrei mai pensato che le cose potessero prendere... una piega simile...

Onestamente nemmeno lui.
Aver visto per l'ennesima volta Nayru dopo quel bacio fu la conferma di quello che aveva sperato con tutto se stesso: era possibile incontrarla ancora.
Non c'era pazzia di mezzo, non c'erano cali di pressione o allucinazioni, lei era lì, da qualche parte, oltre quegli occhi, dentro quell'anima, in attesa.
Non sapeva di doverla risvegliare, pensava solo di dover convivere con quelle meravigliose immagini per tutto il tempo in cui fosse stato a contatto con Charlotte. Non aveva ancora idea di cosa volesse dire poterla intravedere anche solo un istante, ma ogni cosa a suo tempo, con calma.
Difficile invece era calcolare la mole di emozioni che provava, troppo grande per essere tenuta sotto controllo, per questo c'era sempre più foga, più passione.

Te l'ho già detto che è buonissimo?!
Sul serio, il più gustoso che abbia mai assaggiato...
Quali altri dolci sai fare?


Ah... ehm... vediamo...
La cheesecake, e la red velvet... e me la cavo discretamente anche con budini e panne cotte.


La cheesecake a freddo o a caldo?
Panna cotta... Uno dei miei dolci preferiti, sai fare anche il caramello da metterci sopra?
Quello tipo mou, hai capito cosa intendo, no?


Non smetteva mai di tenere le dita intrecciate con quelle di lei, quasi come se ne avesse bisogno, quasi come se quel contatto per lui fosse vitale.
Andarono avanti a parlare, trattando dei loro programmi futuri, anche se in realtà precisarono quando dover ambientare il loro prossimo vero appuntamento, dal momento che il la notte dopo si sarebbero rivisti a prescindere in ospedale, dove certo determinati comportamenti da coppietta erano da evitare.
Anche se a dire il vero, ora che ci stava pensando bene, ad Hyenn non saprebbe dispiaciuto affatto trasgredire un po' di regole in qualche stanzino.
Però era troppo presto per proporglielo ed in più quello era il testosterone che parlava, doveva rendergliene colpa assoluta.
Concordarono quindi per due giorni dopo, sempre la sera, anche se si doveva ancora stabilire il luogo.

Potremmo cenare di nuovo insieme, e... non lo so... passare del tempo insieme, ecco.
Perdonami, per certe cose sono proprio un disastro.


... C'è qualche vaga possibilità che questa pasticciera da infarto possa farmi trovare della panna cotta?
Non sei un disastro, in fondo neanche io sono così bravo ad organizzare... Soprattutto adesso che sono totalmente perso nei tuoi occhi blu...


E giù di nuovo a baciarla, sempre con trasporto, sempre con la lingua e sempre con quella sorta di adorazione improbabile e istintiva.
Assaporava tutto di lei in ogni secondo come se dovesse essere l'ultimo, come se temesse di non poterla rivedere per altri mille anni.
Lei questo non lo poteva concepire ma per lui era assolutamente normale e comprensibile, specie dopo tutto quel sonno da innamorato.
La voce usciva spontaneamente gentile, carezzevole, certo, sempre bassa e un po' roca, ma da uomo ipnotizzato, nel pieno dei sentimenti.
Non sapeva trattenersi, per Hyenn era come aver ritrovato qualcosa di perduto dopo tantissimo tempo, qualcosa che nemmeno gli apparteneva del tutto.
Aiutò la ragazza a sistemarsi sopra di lui a cavalcioni, no, nessuna intenzione sessuale, solo il desiderio di averla ancora più attaccata a sé.

... non voglio che tu vada via.
Insomma... non subito. Puoi restare ancora... ancora per un po'?


... Morirei piuttosto che rifiutare...

Altra tipica frase del 1100 d.c.
Però che poteva farci, poveraccio?
La maggior parte dell'educazione e dell'istituzione veniva da quel periodo e determinate frasi erano quasi scontate, regolari, naturali.
La strinse, alzandosi in piedi, e con estrema facilità (quasi assurdo) la mantenne in braccio camminando, senza il minimo sforzo.
I muscoli gonfi e in tensione, più potenti di quelli di un qualunque altro essere umano, la trasportarono fino alla stanza da letto.
Lì, Hyenn la adagiò stesa e le salì sopra, sovrastandola, continuando a baciarla, poi, le si mise a fianco, nella penombra della notte.

Quali sono le parti del corpo che ti eccitano e piacciono di più in un maschio?
... Ne ho qualcuna che rispecchia le tue aspettative?
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Messaggioda Charlotte » 03/09/2015, 16:13

La cheesecake a freddo o a caldo?

In entrambi i modi, anche se la preferisco a caldo... sono una golosona, se non si fosse capito!

Panna cotta... Uno dei miei dolci preferiti, sai fare anche il caramello da metterci sopra?
Quello tipo mou, hai capito cosa intendo, no?


Sì, ho provato a farlo qualche volta... e non è andata male.

Nel senso che aveva creato qualcosa di commestibile, anche se forse appena appena sufficiente: già s'immaginava intenta a preparargli il suo dolce preferito mentre lui girava per casa, o magari si faceva una doccia, e quei pensieri oltre a farla arrossire -ed eccitare, perché si vedeva anche coi vestiti che corpo favoloso avesse- la stranivano, non riuscendo a riconoscersi in essa soprattutto a causa della tempestività con cui avevano iniziato a riempirle la mente.

... C'è qualche vaga possibilità che questa pasticciera da infarto possa farmi trovare della panna cotta?

Sorrise, arrossendo per l'ennesima volta: -Sì, credo che si possa fare. In fondo non è un dolce complicato o che porta via chissà quanto tempo... te la preparerò volentieri, se lo vuoi.

Non sei un disastro, in fondo neanche io sono così bravo ad organizzare... Soprattutto adesso che sono totalmente perso nei tuoi occhi blu...

Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare da quei baci dolci, intensi, romantici e passionali al tempo stesso, che quasi le impedivano di usare il cervello correttamente: il modo in cui lui le accarezzava le guance, in cui le parlava, in cui le violava la bocca, persino il modo in cui la guardava, parevano quasi indicare che la conoscesse, che non fosse un'estranea o una ragazza conosciuta da poco ma qualcuno con cui aveva una familiarità, un legame.
Che stupidaggini, vero?
Scivolò sopra di lui, senza vergogna o dubbi, perché si sentiva a proprio agio e, tra l'altro, non voleva che Hyenn se ne andasse: non sapeva spiegarsene il motivo, ma l'idea di allontanarsi da lui non le piaceva per niente... non subito, comunque; voleva che rimanesse ancora un po', voleva condividere un altro po' di tempo insieme.
Se solo avesse saputo che era Nayru, dentro di lei, a volerlo... ma era tutta farina del sacco della Na'eh?

... Morirei piuttosto che rifiutare...

A volte sembra quasi che tu provenga da un altro mondo...

Mormorò Charlotte con un sorriso divertito ma lusingato, stringendosi poi a lui con un moto di sorpresa quando l'uomo si mise in piedi con lei in braccio, trasportandola fino alla camera da letto come se la Shepard non pesasse nulla, come se stesse trasportando una piuma.

Quali sono le parti del corpo che ti eccitano e piacciono di più in un maschio?
... Ne ho qualcuna che rispecchia le tue aspettative?


Gli occhi, è una delle prime cose che guardo in un ragazzo perché, sai, si dice che siano lo specchio dell'anima, ed un po' ci credo... -e lui aveva degli occhi meravigliosi, ma questo riuscì a tenerlo per sé- Poi le mani, sono una parte del corpo maschile che mi piace particolarmente, e... beh, sarei un'ipocrita a dire che non mi eccitano gli uomini con un bel fisico curato... -e di passare per la pudica santarellina non le interessava nulla- Direi che tu... possiedi ogni singola caratteristica che mi piace.

Perché mentire?
E poi era talmente evidente dal modo in cui respirava -quasi con l'affanno- che la sua presenza scatenava prepotentemente i propri ormoni.
Poco dopo aver pronunciato quelle parole fu lei a prendere l'iniziativa per la prima volta, cercando la sua bocca per baciarlo di nuovo, e poi ancora ed ancora, stringendosi a lui più che poteva: andò avanti così per almeno mezz'ora, intervallando le sessioni di baci a qualche parola forse senza senso -troppo ubriaca mentalmente per poter anche pensare a qualcosa d'intelligente da dire; e nell'arco di quell'ora, il volto di Nayru comparve altre due volte, per la gioia di Hyenn e la beata ignoranza di Charlotte che, però, si sentì improvvisamente molto stanca, quasi... affaticata.

Scusami, ti sembrerò pessima, solo che... non so come mai, giuro che di solito non vado a letto così presto, però... sento un gran bisogno di dormire...

Gli occhi le si chiudevano, infatti, e fu con un gesto spontaneo ed istintivo che si accoccolò al suo petto, facendosi piccola piccola -pratica che non le riusciva particolarmente difficile- tra le sue braccia.

Domani continuiamo... a parlare...
Però per stasera... mi sa... che ti dò... la... buonanotte...
-l'ultima parola venne praticamente sussurrata, il respiro che si faceva lentamente regolare e poi più profondo, segno che la Shepard si era appena addormentata, e che il Liafort avrebbe dovuto rimanere almeno un altro po' con lei, così da non svegliarla quando si fosse mosso per andarsene.
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Messaggioda Hyenn » 03/09/2015, 20:59

A volte sembra quasi che tu provenga da un altro mondo...

Non rispose, anche perché sapeva bene che non aveva una scusa adeguata da piazzare, non con lei sopra intenta a baciarlo.
Era marginale parlare in quegli istanti, superfluo e fastidioso: meglio lasciar comunicare i corpi e le emozioni.
In questo sembravano essere in perfetta sintonia, tra sguardi, carezze, respiri e piccole risate estasiate da un momento unico.
Quando furono sul letto e lei si lasciò sovrastare da lui, chiunque avrebbe potuto pensare al preludio del sesso.
Ma non era così, quella sera per loro il destino aveva scelto una via completamente differente, più dolce e più densa di sensazioni soft.
Vicini, accoccolati, parlavano nella penombra notturna, tra uno sfiorarsi di labbra ed un intrecciarsi di dita.

Quali sono le parti del corpo che ti eccitano e piacciono di più in un maschio?
... Ne ho qualcuna che rispecchia le tue aspettative?


Gli occhi, è una delle prime cose che guardo in un ragazzo perché, sai, si dice che siano lo specchio dell'anima, ed un po' ci credo...
Poi le mani, sono una parte del corpo maschile che mi piace particolarmente, e... beh, sarei un'ipocrita a dire che non mi eccitano gli uomini con un bel fisico curato... Direi che tu... possiedi ogni singola caratteristica che mi piace.


Un'altra cosa che abbiamo in comune, allora...

Dopo quell'ennesimo scambio di battute, veloce, sincero ed intimo, Hyenn ripartì nel baciarla, mettendosela sopra, con il seno di Charlotte che schiacciava sul suo petto. Quanto era bello assaporare la sua bocca mentre il suo odore gli penetrava nei polmoni? Era troppo difficile definire quanto si stesse sentendo bene. Nayru di tanto in tanto aveva fatto capolino come una flebile illusione momentanea, rendendolo sempre più certo che quello non fosse un suo principio di pazzia. Ciò che non poteva immaginare però, era che la presenza dell'amata defunta, lì nello spirito della Shepard, risucchiava energia alla bionda infermiera, indebolendola ogni qual volta c'era un tentativo di Nayru di interagire visivamente con l'Ibrido. Di questo particolare, l'uomo se ne rese conto quando vide che la discendente della Maga Bianca stava iniziando a prendere sonno molto... troppo velocemente.

Scusami, ti sembrerò pessima, solo che... non so come mai, giuro che di solito non vado a letto così presto, però... sento un gran bisogno di dormire...

Davvero?
In effetti come orario non siamo poi così in là...
Preferisci che...


Domani continuiamo... a parlare...
Però per stasera... mi sa... che ti dò... la... buonanotte...


Hyenn si sporse dal lato del viso di Charlotte, osservandola di lato, inclinando la testa.

Immagine

... E' proprio andata... Di improvviso...

Davvero assurdo che fosse crollata in quella maniera repentina, manco davvero avessero scopato come selvaggi per due ore.
Qualcosa gli sfuggiva, o meglio, cominciava a rendersi conto che Nayru forse non era solo una presenza aleggiante ma consistente.
Evidentemente la sua coscienza latente e spirituale, nel cercare di rapportarsi a lui, stancava fisicamente la discendente, rendendola assonnata.
Con un lungo sospiro, piano piano, Hyenn prese la ragazza e la sistemò meglio sotto le coperte calde del lettone, mettendosi vicino a lei.
Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, non che ne avesse intenzione. Era di una bellezza sconcertante, incredibile, superiore.
Con una carezza tra i capelli, si soffermò su ogni dettaglio del volto, facendo bene attenzione a non darle fastidio.

Fino a quando ci sarò io a vegliare su di te, non dovrai più aver paura...
... Ti proteggerò da tutto ciò che ti possa minacciare e ucciderò chiunque osi torcerti un capello.
Non ci sarà pietà per chi ti guarderà con cattiveria, le loro urla di dolore saranno la nenia che cullerà il mio sonno...
... Ti guiderò nel buio mentre tu mi farai strada nella luce, Dea della Saggezza, Dea del mio Cuore...


Si fece poco poco più vicino, poi, senza dire o pensare altro, semplicemente la abbracciò da dietro, circondandole il corpo col braccio sinistro.
Posando la testa sul cuscino, la strinse con amore, premura e gentilezza, ma anche con un filo di possessione, ovvia e percepita fortemente.
Dopo circa un'ora in quella posizione, la sentì muoversi, spostarsi e di seguito voltarsi, posando la testa sul suo petto, abbracciandolo, da cucciola.
Strinse gli occhi, adesso rivolti verso il soffitto, così alcune lacrime caddero rigando i lati della testa. Era pura e autentica felicità, gioia, pace dei sensi.
Stette con lei fino al sorgere del Sole, intorno alle 06:00, poi però, pensò che se l'avesse trovato lì, forse le avrebbe dato fastidio.
Circa due ore abbondanti più tardi, entrando in cucina, la Shepard avrebbe trovato un piccolo pensiero sul tavolo della cucina, ma di Hyenn nessuna traccia.

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END
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Messaggioda Ariel » 20/10/2015, 22:11

[Mansarda di Ariel Jiménez - 15 Gennaio 2111 - 10.15]


La prima persona che aveva visto, al suo risveglio, era stata Dylan Connor.
La prima emozione che aveva provato, al suo risveglio, era stato il desiderio per lui.
La prima cosa che aveva pensato, al suo risveglio, era che non sarebbe più stata la stessa persona di sempre.
Aveva passato le successive 48 ore nella casa del docente di Alchimia, chiedendo espressamente di non vedere nessuno... nemmeno Zephyr: aveva bisogno di tempo per metabolizzare quanto accaduto, o perlomeno di dargli un minimo di senso, e col Kenway accanto di certo non le sarebbe stato possibile.
Era diventata un'Aberrazione: non aveva mai capito davvero cosa fosse Zephyr, cosa fosse Melia ed anche Dylan - ma questo lo scoprì solo in un secondo momento - fino al suo risveglio; esseri umani con poteri speciali, il cui DNA era stato mescolato con quello di creature animali e magiche al fine di... beh, di sopravvivere, nel suo caso. Connor l'aveva fatto per impedirle di morire, le aveva salvato la vita.
Ed ora era un'Aberrazione anche lei, una persona che di normale aveva forse poco più della metà.
Gli era grata, chiaramente, per non averla lasciata morire... ma era difficile da digerire, molto: aveva chiesto al docente di non dirle nulla, di non raccontarle cosa le avesse fatto, e come lo avesse fatto; non voleva avere incubi sul proprio corpo aperto in due o cose del genere, la situazione era già abbastanza assurda così. Allo stesso modo, non aveva voluto sapere con cosa l'avesse mischiata e perché avesse scelto proprio quelle creature, era il classico caso in cui ignorare non poteva che farle bene.
Non aveva avuto bisogno di farsi spiegare i propri poteri, li conosceva dentro di sé come una sorta di consapevolezza mistica, ma perché provasse desiderio per lui, questo sì, gli aveva chiesto di spiegarglielo: l'idea di percepire dell'attrazione sessuale per qualcun altro, un'attrazione a cui non poteva negarsi ma che poteva solo cercare di combattere, era alquanto fastidiosa, ma non c'era modo di eliminarla, la provavano tutti - almeno stando alle parole di Dylan. Il sottinteso era che anche Zephyr la provasse per Melia, e forse a volte aveva anche ceduto ad essa... ma fu un'altra di quelle cose che preferì non domandare.
Terminate le 48 ore, Ariel aveva chiesto al suo salvatore se fosse potuta tornare a casa, e quando egli le confermò che sarebbe stato possibile solo se Zephyr fosse andato a prenderla, acconsentì in silenzio: temeva il confronto con lui più di ogni altra cosa, una paura inconscia e profonda che mal si amalgamava al suo nuovo essere.
Si sentiva sicura di sé, infatti, e forte, come mai prima: percepiva un potere nuovo scorrerle nelle vene, un potere che possedeva solo lei e che la poteva rendere anche pericolosa, in qualche situazione; si guardava allo specchio e si vedeva bella, non provava più quell'insicurezza di chi non si sentiva mai abbastanza, e ciò la straniva perché quel modo di essere era sempre stato parte di lei... una lei che non c'era più.
Nonostante lo specchio riflettesse sempre la stessa immagine, Ariel si guardava con occhi nuovi, con occhi consapevoli, con occhi spaventati, con occhi non più verde smeraldo ma azzurro intenso, con qualche spruzzata d'oro qua e là.

....

Quando Zephyr era andato a prenderla, tutto ciò che era riuscita a pronunciare era stato un saluto a mezza bocca, e nulla di più: l'aveva seguito in silenzio, smaterializzandosi con lui senza emettere un fiato, ed entrando allo stesso modo nella propria mansarda; nulla era mutato, tutto era esattamente come l'aveva lasciato... ma era come osservare la vita di un'altra, vivere la vita di un'altra.
Si avvicinò alla finestra, da cui filtravano i tiepidi raggi di Sole di Gennaio: fuori, ciascuno proseguiva la propria esistenza come nulla fosse, ignaro di ciò che la Jiménez provava, sentiva; una miriade di sensazioni così forti e contrastanti che non avrebbe saputo descriverle nemmeno volendo.

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Non lo aveva guardato negli occhi, mai, nemmeno una volta: non sapeva cosa vi avrebbe letto dentro, e questo la spaventava, la portava ad immaginare gli scenari peggiori; drammatica e pessimista, forse, un altro aspetto di sé fuori dall'ordinario e a cui, evidentemente, avrebbe dovuto fare l'abitudine.

... mi odi?

Si volse lentamente verso Zephyr, raccogliendo le forze per guardarlo negli occhi: sentiva uno spasmodico desiderio per lui, frutto dell'amore sì, ma anche di quel magnetismo artificiale che ora la spingeva quasi dolorosamente verso l'altro.

Ciò che vedi, ciò che sono diventata...
... lo odi?


Tanto valeva saperlo subito, e togliersi il pensiero.
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Ariel
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Messaggioda Zephyr » 21/10/2015, 14:25

[news]Cos'era davvero la vita?
Cos'era il dolore?
Cos'era l'emozione?
Cos'era la morte?
Tanti dettagli intorno all'essere umano, alcuni più incisivi, altri meno, ma ugualmente forti, ugualmente giudici, ugualmente veri.
Quando gli occhi di Zephyr si erano posati nuovamente su quelli di Ariel, quelle domande sorsero spontanee della sua mente, lasciandolo senza risposte.
Se la vita vissuta dalla ragazza prima poteva considerarsi tale, adesso invece che cos'era?
Se il dolore provato durante l'attacco dei vampiri poteva considerarsi tale, adesso che tipo di dolore stava provando?
Se le emozioni verso di lui, l'amore, l'attrazione, potevano considerarsi tali, adesso invece stava vivendo emozioni fittizie o altrettanto reali?
Era morta e poi resuscitata... Oppure aveva vissuto una stasi e al momento del risveglio aveva constatato di essere morta come Ariel e nata come nuova Ariel?
Anche osservando a lungo le espressioni della ragazza, i gesti, ascoltando il battito rallentato del suo cuore, il Kenway non riceveva spiegazioni.
Avvicinatosi a lei, con la consapevolezza di non desiderarla più solo per amore, la prese per mano, scomparendo dalla casa di Dylan per tornare alla loro.
Rimettere piede lì dentro fu per entrambi motivo di una strana tristezza: perché tutto era rimasto tale, niente fuori posto, uguale al passato.
Il corpo della Jiménez, cresciuto e diventato ancora più attraente a causa della trasformazione, vagò per le stanze, ancheggiando naturalmente con sicurezza.
Il Connor lo aveva avvertito che la colombiana ormai non temeva più il confronto con le altre femmine, che l'insicurezza riferita alle sue fattezze era scomparsa.
Anche a quello avrebbe dovuto fare l'abitudine... no, non lui, bensì lei stessa, da sempre pensierosa e preoccupata quando doveva indossare un abito o un altro. Anche quando aveva avuto la conferma che grazie al sangue di Lestat la sua linea si sarebbe stabilizzata, continuava ugualmente a chiedere al fidanzato se con un vestito apparisse grassa, suscitando ilarità e prese in giro bonarie.
Sembrava essere passato un secolo da allora: l'aveva già vista così adulta, ma allora era totalmente umana, adesso invece... Una Aberrazione.
Camminò anche lui, seguendola piano, facendole esplorare ogni angolo della mansarda, angoli in alcuni punti un po' impolverati, ma cosa importava?
Il MediMago indossava una maglia pesante a maniche lunghe nera e sotto dei jeans bianchi con scarpe abbinate nel colore alla parte superiore.
Si era lasciato più adulto con anche un bel po' di barba, ipotizzando che ormai lei non avesse più bisogno di osservarlo giovanile e "piccolo".
Probabilmente avrebbe abbandonato quella forma per sempre, quasi nel rispetto di quella vita trascorsa e finita ormai in compagnia di una Jiménez diversa.
Arrivati nei pressi della grande finestra del salottino, Zephyr interruppe il suo percorso. Lei non lo aveva mai guardato negli occhi fino a quell'istante.
Ci furono alcuni secondi di silenzio. Il ragazzo si sedette su uno degli sgabelli vicini.

... mi odi?

...


Sapeva benissimo dove ella volesse andare a parare, per questo non le rispose subito, aspettando che si voltasse finalmente e che i loro occhi, entrambi celesti (quelli di lei realmente, quelli di lui alterati dal proprio potere), si incontrassero dopo tanto tempo, dopo tanto buio, dopo tanta paura.

Ciò che vedi, ciò che sono diventata...
... lo odi?


Mi auguro seriamente che tu stia scherzando.

Immagine


Nel volto dell'Acuan c'era una vaghissimo accenno di sorriso, al limite tra il sarcastico e l'infastidito.
Si alzò nuovamente, raggiungendola e senza dire niente, si limitò a darle un bacio sulle labbra ad occhi chiusi, sospirando.
Aveva atteso quel momento da giorni, contando le ore, i minuti, i secondi che non passavano mai.

Tu non hai idea di quanto mi senta in colpa per ciò che ti è accaduto, Ariel...
Se adesso sei così è soprattutto colpa mia e tu mi vieni a chiedere se provo odio? Tu me lo chiedi?
Piuttosto dovrebbe essere il contrario... Ho passato diversi istanti della mia vita, in questi giorni, a chiedermi se fosse saggio starti ancora accanto.
Se fosse giusto stare ancora insieme col pericolo che ti ho fatto correre, il pericolo di non esserci più, di morire, da un secondo all'altro.
... Oltre al fatto, che in parte sono analogo alle stesse creature che quel giorno... Quel giorno...


Non seppe neanche finire la frase, portandosi una mano alla bocca e spostando lo sguardo altro, lucido, addolorato.

... Ti prego perdonami... Perdonami...


Si lasciò andare, alla fine, cadendo con la fronte sulla spalla della ragazza e iniziando a piangere, un pianto di stress, di dolore, di senso di colpa.
Da sempre era stata Ariel a trasmettergli emozioni tanto forti da fargli colare le lacrime, ma di gioia, mentre adesso rappresentavano ben altre emozioni.
Nella voce strozzata di uno Zephyr distrutto e straziato, si potevano sempre distinguere due frasi: "Scusami" e "Ti amo".[/news]
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Messaggioda Ariel » 21/10/2015, 17:23

...

Il silenzio di Zephyr fu come un pesante e doloroso macigno appoggiato sul proprio cuore: Ariel sapeva cosa pensasse lui della propria condizione da Aberrazione, ed ora lei lo era diventata; non le venne in mente, nemmeno per un istante, di dare la colpa a lui; sì, quei Vampiri l'avevano attaccata in quanto fidanzata del Kenway, ma questo non bastava per incolparlo di qualcosa.
Zephyr le aveva ridato la vita quando le aveva chiesto di stare insieme pur essendo stato lasciato proprio dalla ragazza per il suo amore storico, Vergil Cartwright, ed era stato lui a salvarla di nuovo un attimo prima che i Vampiri finissero il loro lavoro, portandola da Dylan - come le era stato raccontato da Connor stesso.
Per questo temeva la risposta alla domanda appena posta, ma temeva ancora di più quel silenzio assordante che le rimbombava nella mente e nel cuore.

Mi auguro seriamente che tu stia scherzando.

Ti sembra che abbia la faccia di una che sta scherzando?

Replicò lei, abbassando gli occhi quando lui si alzò in piedi: rispondere a tono non era mai stato da lei, eppure era ciò che aveva appena fatto; certo, non aveva risposto male a parole o nel tono, ma con una prontezza che la vecchia Ariel si sarebbe solo potuta sognare. Quanto profondo e vasto era il cambiamento derivante dal suo essersi trasformata in un'Aberrazione?
Quando le fu di fronte e la baciò, la Jiménez gli fece subito capire che anche qualcos'altro era in cambiato, nel suo essere: gli posò una mano alla base del collo, quindi, e lo "costrinse" a prolungare quel contatto ancora per qualche secondo, assaporando la sua bocca con una sicurezza che la Ariel di una volta mai avrebbe potuto avere, e che ricordava un po' il modo di fare di Melia, anche se con un'intensità decisamente più blanda.

Tu non hai idea di quanto mi senta in colpa per ciò che ti è accaduto, Ariel...
Se adesso sei così è soprattutto colpa mia e tu mi vieni a chiedere se provo odio? Tu me lo chiedi?
Piuttosto dovrebbe essere il contrario...


Scosse il capo, perché nonostante, ad un occhio esterno, quelli fossero pensieri validi, in realtà non lo erano per lei.
Per niente.

Ho passato diversi istanti della mia vita, in questi giorni, a chiedermi se fosse saggio starti ancora accanto.
Se fosse giusto stare ancora insieme col pericolo che ti ho fatto correre, il pericolo di non esserci più, di morire, da un secondo all'altro.


Non sei tu a decidere se sia giusto o meno, dovrei essere io a dirlo, è della mia vita che stiamo parlando.
... e io non voglio viverla senza di te.


Certo, il desiderio fisico provato per il Kenway era in parte fittizio nella sua intensità, ma non i suoi sentimenti: l'essere un'Aberrazione poteva spingerla a desiderare di scivolargli tra le gambe in ginocchio, ma non ad amarlo; e lei lo amava, invece, di un amore tanto forte ed intenso da impedirle, grazie a circostanze favorevoli, di non morire, al solo fine di potergli rimanere accanto.

... Oltre al fatto, che in parte sono analogo alle stesse creature che quel giorno... Quel giorno...

Tu non sei nemmeno lontanamente paragonabile a loro. - lo disse con forza, quasi con rabbia, posandogli una mano sulla guancia e costringendolo a guardarla perché voleva che lo capisse, era importante che lo capisse.

... Ti prego perdonami... Perdonami...

Non aveva mai visto Zephyr piangere in quel modo, sfogarsi in quel modo: lo abbracciò forte, lasciandolo buttare fuori tutto il dolore e lo stress provati; lei, ancora, non aveva pianto, ma sembrava che in quel momento fosse importante rimanere forti, rimanere in piedi e non crollare, almeno per lui.

Va tutto bene.
Ti amo...
- sussurrò, cercando i suoi occhi - questo non è cambiato, e non cambierà mai.
Capito? Ti amo, Zephyr, e non c'è niente di cui ti debba perdonare.


Nessuno, infatti, le avrebbe messo in testa che la colpa fosse sua, non ci sarebbe stato verso.
Attese che il fidanzato si fosse calmato prima di avvicinarsi al frigo, in cucina, e prendere due bicchieri d'acqua per entrambi: Dylan le aveva raccomandato di mantenersi molto idratata, ed anche di non spaventarsi se aveva ancora poca capacità ad esternare le proprie emozioni, o se all'improvviso scoppiava e buttava fuori tutto insieme; doveva stabilizzarsi, i DNA fusi dovevano trovare un equilibrio.
In effetti, considerando che il Connor non aveva mai fatto una cosa del genere prima, che fosse viva e capace d'intendere e di volere era già un miracolo.
Col bicchiere in mano, la Jiménez tornò verso il salottino, e riprese il proprio posto vicino alla finestra: guardare fuori era quasi terapeutico, la rendeva più serena, anche se non ne comprendeva affatto il motivo.

... Dylan cosa ti ha detto?
Cosa sai di ciò che... mi ha fatto?
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Messaggioda Zephyr » 22/10/2015, 16:14

[news]Aveva resistito anche troppo senza versare una lacrima, nel corso dei giorni trascorsi a casa con Melia Herbert.
Spesso e volentieri aveva avuto l'impulso di lasciarsi andare con l'amica, ma in qualche maniera aveva preferito rimandare, trattenersi, bloccarsi.
In quell'istante però, con Ariel di fronte a lui, viva e vegeta e per altro anche preoccupata del fatto che potesse odiarla, non ce la fece più a contenersi.
Il pianto rotto e addolorato cominciò inesorabile, privandolo velocemente di ogni difesa sia fisica che psicologica, gettandolo in un mare di disperazione.
Neanche il Ghiaccio avrebbe potuto fermare quella reazione, una reazione non solo spontanea ma anche sofferta, distrutta, colpevole.
Posando la testa sulla spalla della fidanzata (la quale si sentiva ancora tale), venne accolto dall'incredibile e piacevole calore del suo abbraccio e delle sue parole di conforto, espresse con un tono molto più maturo e sicuro di un tempo, ma con la stessa identica sfumatura di dolcezza e sentimento.

Va tutto bene.
Ti amo... questo non è cambiato, e non cambierà mai.
Capito? Ti amo, Zephyr, e non c'è niente di cui ti debba perdonare.


Ti amo con tutto me stesso ed avrei continuato a farlo anche se avessi deciso di lasciarmi per sempre...


Naturalmente quella era la sua visione, il suo punto di vista, fornito anche da un occhio innamorato e non obiettivo, ma per il Kenway era diverso.
Quei vampiri l'avevano attaccata per fare del male a lui, per metterlo in guardia, per minacciarlo. Tisifone lo aveva avvertito per tempo, altrimenti era praticamente sicuro che l'avrebbero del tutto prosciugata di sangue, lasciandola inerme e impossibile da "resuscitare". Zephyr aveva dovuto fare moltissimi conti con la coscienza durante quei giorni, spesso chiedendosi se la cosa migliore non fosse contattare direttamente Ymir e parlarne con lei per avere una opinione e renderle noto quanto adesso la condizione di aiuto del ragazzo fosse stata incredibilmente compromessa, ma aveva rimandato ogni scelta in tal senso alla ripresa dei sensi della cantante solista, anche perché era sicuro di non avere abbastanza lucidità al tempo per poter affrontare un discorso costruttivo e complesso. La baciò sulle labbra ancora una volta, annuendo lentamente, archiviando quella storia, perché di sicuro se lei voleva proseguire ad amarlo e a stare con lui, perdonandolo, lui non avrebbe fatto niente per farle cambiare idea, in quanto innamorato e bisognoso del sentimento della bionda.
La invitò a seguirlo fino al salotto, dove il solito divano bianco in finta pelle li fece accomodare per parlare meglio dei dettagli sulla trasformazione.

... Dylan cosa ti ha detto?
Cosa sai di ciò che... mi ha fatto?


In realtà non moltissimo, i dettagli dovresti chiederli a lui.
La creatura che ti ha donato il sangue perduto è una Sirina, una sorta di folletto della stessa famiglia magica delle Sirene, con proprietà simili.
L'animale scelto per circondarti il cuore e fornirti ulteriori capacità aggiuntive di difesa è stato il camaleonte.
Diciamo che la scelta l'ho fatta io, volevo che ti fosse trasmessa una qualità di mimetizzazione al fine di renderti più protetta.
Sono state potenziate le tue qualità canore e il sangue di Lestat è rimasto quasi del tutto integro in te, per questo il tuo corpo si mostra ancora quasi del tutto privo di difetti, anche se non allo stesso livello che in passato. Il sangue dell'altra vampira che avevi assunto invece ha fatto in modo che tu potessi rimanere in vita fino all'arrivo delle componenti per l'operazione, quindi è andato completamente esaurito, ecco anche perché sei più adulta.
Il DNA della Sirina ha reso le tue forme più prosperose e la tua insicurezza verso l'aspetto estetico praticamente nulla... Dovrai farci l'abitudine.


Mentre spiegava, Zephyr cercava di essere non solo pacato nel tono, ma anche lento, in modo da illustrare ogni nozione senza il rischio che Ariel non afferrasse qualche concetto. Le teneva la mano, sentendo la propria più calda per effetto del magnetismo delle Aberrazioni ed anche se provava il forte istinto ed impulso di baciarla e spogliarla direttamente su quel divano, riusciva ugualmente a trattenersi e a parlare fluidamente, proprio con il suo classico tono da MediMago. Aveva molta scuola alle spalle grazie a Melia, mentre invece per lei sarebbe stato più difficile contenere le emozioni e l'eccitazione in presenza di Dylan o Venser, ma in tal senso il Kenway era già pronto a perdonarla, non essendo affatto colpa sua.
Già che c'era, poté quindi illustrarle finalmente i propri di poteri, spiegandoli a poco a poco con precisione, per quanto gli facesse strano divulgarli.

Hai capito bene, i tuoi poteri non funzionano su di me o sulle altre Aberrazioni, ma vale anche il contrario.
In un certo senso è il nostro unico limite ma essendo tutti alleati, non risulta essere un problema tanto grosso.
Hai altre domande riferite a questa tua nuova natura, amore mio?
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Messaggioda Ariel » 22/10/2015, 17:54

Ti amo con tutto me stesso ed avrei continuato a farlo anche se avessi deciso di lasciarmi per sempre...

Un'alternativa che non avremo mai bisogno di prendere in considerazione.

Sussurrò Ariel, stringendo il corpo di Zephyr al proprio e cercando le sue labbra per dargli un altro bacio, dolce e sentito: non incolpandolo per quanto successo, non vedeva alcun motivo per lasciarlo; inoltre, nella sua ottica personale - opinabile, ma con tutto il diritto di esistere - ora i due erano ancora più uniti, poiché vivevano nella stessa condizione.
Il Kenway non avrebbe più dovuto temere di parlarle del suo essere un'Aberrazione, perché lei per prima lo era, e poteva anche preoccuparsi di meno per lei, perché ora era più forte e maggiormente in grado di difendersi... o di nascondersi, nel suo caso.
Andandosi a sedere sul divano dove spesso si erano accoccolati, la ragazza chiese al fidanzato cosa Dylan gli avesse detto riguardo alla sua trasformazione, ma quando lui cominciò a parlare e a spiegarle più nel dettaglio ciò che pensava lei volesse sapere...

In realtà non moltissimo, i dettagli dovresti chiederli a lui.
La creatura che ti ha donato il sangue perduto è u--


No, ti prego.
Non parlare, non dire nulla.


Gli appoggiò un dito sulle labbra, scuotendo il capo con occhi tristi, e a tratti infastiditi: normalmente avrebbe lasciato che Zephyr le spiegasse qualsiasi cosa, poiché adorava il suono della sua voce, ma non in quel caso. Non voleva sapere, non voleva conoscere alcun dettaglio, e glielo disse subito dopo con espressione dolce ma decisa ed irremovibile.

Ciò che Dylan ha fatto, con cosa mi ha mischiata e perché, e gli effetti che tutto questo ha generato mischiandosi al sangue di Vampiro che mi hai fatto bere... non voglio sapere nulla. - scostò il dito dalla sua bocca, abbassando al contempo lo sguardo - Sono felice di essere viva, e grata per aver avuto la possibilità di tornare da te, anche se in una forma diversa da prima, ma... non voglio sapere nel dettaglio cosa sono diventata.
Non credo lo sopporterei.


Non le serviva, in fondo, conoscere le creature con cui era stata mischiata: era consapevole dei propri poteri senza che nessuno glieli avesse spiegati, e tanto le bastava; inoltre si era accorta da sola di essere cambiata caratterialmente, e con tutta probabilità ci sarebbero state tante altre sfumature di diversità rispetto a prima che avrebbe potuto cogliere solo col tempo, e che in quel momento nemmeno Zephyr conosceva.
Fu felice, invece, di ascoltare e scoprire finalmente quali poteri avesse il Kenway, non avendone mai parlato prima, arrivando a conoscere anche una chicca interessante che riguardava tutte le Aberrazioni.

Hai capito bene, i tuoi poteri non funzionano su di me o sulle altre Aberrazioni, ma vale anche il contrario.
In un certo senso è il nostro unico limite ma essendo tutti alleati, non risulta essere un problema tanto grosso.


Un'arma a doppio taglio... non possiamo usare i nostri poteri per ferire o battere l'altro, ma nemmeno lui può farlo con noi. - mormorò Ariel pensierosa, annuendo lentamente - Sei sicuro che non ci siano altri come noi, in giro? Tu dici che siamo tutti alleati, e mi fido del tuo giudizio... ma se ci fossero altre Aberrazioni per il mondo che ancora non conosciamo?
Potremmo essere tutti in pericolo senza nemmeno saperlo...


Sospirò leggermente, mordicchiandosi il labbro inferiore e passandosi una mano tra i capelli per fermarli dietro all'orecchio: non se ne rendeva conto, non potendosi guardare dall'esterno, ma bastavano semplici gesti come quello per notare quanto fosse diventata più adulta, più femmina e, di riflesso, anche più sensuale.

Hai altre domande riferite a questa tua nuova natura, amore mio?

Sì e no.
Come ti ho detto, non voglio sapere niente di me, di questa... versione modificata di Ariel Jiménez.
- e nel tono di voce di lei si sarebbe potuta cogliere una lieve, lievissima, ma pur sempre presente, sfumatura di fastidio - Però mi stavo chiedendo... cos'hai raccontato a tutti?
I miei genitori, Evan e Calvin, il presidente del mio studio di registrazione... come hai giustificato la mia scomparsa per quasi un mese?


Aveva passato più di 30 giorni lontano dal mondo e dalle persone che facevano parte della sua famiglia, dei suoi affetti, eppure non le sembrava che qualcuno fosse preoccupato per lei, quindi... qual era la versione della storia divulgata al mondo che le aveva permesso di scomparire e poi riapparire con un aspetto del tutto diverso, senza che nessuno si stranisse per questo?

... odio provare quest'insana voglia di te. - sussurrò dopo un po', muovendosi leggermente a disagio sul divano - Non mi fraintendere, io ti amo, mi sei mancato da morire e di solito provo del normalissimo desiderio per te, solo... che ora non c'è niente di normale.
Sento una voglia più forte, pulsante, quasi dolorosa, e so che non è reale, che è frutto di un artificio chimico, e che in circostanze diverse riuscirei a parlare con te di cose così serie senza provare l'impulso di mettermi immediatamente in ginocchio tra le tue gambe.


Sospirò per la seconda volta, guardandosi un po' intorno prima di parlare nuovamente, evitando però di guardarlo negli occhi.

... come fai a trattenerti quando stai vicino a Melia?
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