Re: Soldeu
Inviato: 23/04/2016, 19:40
Primo finesettimana dopo il lavoro
17/01/2112
Soldeu, Appartamento di Clovis Belmont
Ore 19:00
17/01/2112
Soldeu, Appartamento di Clovis Belmont
Ore 19:00
Non appena Clovis fosse entrato in casa, dopo una dura settimana di lavoro, avrebbe sentito che qualcosa non andava. Cecilia non avrebbe risposto al suo saluto, non sarebbe corsa a salutarlo, insomma non sarebbe apparsa da nessuna parte come se dentro quella casa lei non ci abitasse affatto. La Bishop in realtà era ben più che presente, ma era troppo fuori di sè, troppo occupata a preparare di nuovo le proprie valigie per pensare di potter accogliere con un sorriso il fidanzato appena rientrato in casa.
Credeva che il lavoro in Liechtenstein sarebbe stato per lei un sogno, difficile certo, ma pur comunque un sogno dove finalmente la ragazza avrebbe avuto modo di realizzare sè stessa e di formarsi con uno dei più grandi MagiIngegneri e MagiTecnologi del mondo magico. La realtà però si era rivelata completamente diversa da quanto avesse prospettato. La sua settimana non solo era iniziata nel peggiore dei modi possibile, ma era anche proseguita andando sempre più allo scatafascio, facendo insorgere nella ragazza il dubbio che fosse davvero portata per un lavoro simile. Hobbes era riuscito nell'intento di distruggere tutta la sua autostima e il suo orgoglio, riducendoli in tanti micro pezzettini. Aveva il cervello fuori uso, le lacrime agli occhi e un elemento che mai prima di allora era stato così tanto agitato in vita sua. Sperava che l'Acqua avrebbe potuto calmarla, ma in realtà il suo stato d'animo era talmente tanto in subbuglio da avere il sopravvento sull'elemento, incapace dunque di controllare le emozioni della Bishop.
I singhiozzi, per quanto sommessi, potevano essere sentiti dall'ingresso e dunque potevano spingere il catalano a dirigersi verso la sua camera da letto, dove avrebbe trovato Cece in lacrime, con davanti la propria valigia aperta e piena a metà e poco distante... una grossa teca di vetro con un serpente dall'aria vagamente minacciosa che lo fissava, facendo vibrare la propria lingua nell'aria. Se Clovis avesse rivolto delle parole alla Bishop, chiedendole che cosa diavolo stesse combinando, la ragazza si sarebbe voltata verso di lui con lo sguardo pieno di lacrime, prima di scoppiare in un altro pianto singhiozzante e irrefrenabile.
Me ne vado, ecco cosa sto facendo!
Non si nota? Eppure mi sembra palese! Come è palese che io non sia fatta per questo lavoro!
Quell'uomo è un MOSTRO e io non ce la faccio, non ce la faccio a sopportarlo, con lui che mi sta col fiato sul collo chiedendomi quanto manca per questo o quanto manca per quello, scandendo il mio tempo al secondo, in continuazione, senza mai fermarsi!
Sono una stupida, una cretina, credevo di essere migliore di tanti altri ma mi sbagliavo.
Non mi resta altro da fare che preparare le valigie e andarmene, sì, perchè tanto se continuassi di sicuro diventerei pazza, anzi sono già diventata pazza!
Parlava in maniera frenetica, agitando la bacchetta in aria e facendo sì che i suoi vestiti uscissero fuori dai cassetti e dagli armadi per finire poi dentro la valigia, una valigia però preparata alla rinfusa e con molto poco ordine.
"Nei suoi occhi c'è la stessa luce che avevo anche io alla sua età..."...
Questo mi ha detto e io come una CRETINA mi sono sentita persino orgogliosa di essere paragonata a lui! Dovevo aspettarmelo, ha visto in me la stessa scintilla di pazzia che ha quel folle!
Sì è un folle, un dannato pazzoide da strapazzo che ha deciso di prendere le nostre anime per... Per... Non si sa cosa, ma per qualcosa!
Camminava in giro per la stanza, raccogliendo manualmente ciò che non poteva con la magia, gettando tutto quanto dentro la valigia che stava diventando anche fin troppo piena.
Mi dispiace Clovis, pensavo che sarebbe stato bellissimo poter passare insieme ogni weekend, ma di questo passo mi cacceranno via, ne sono sicura, perchè non sarò in grado di reggere i ritmi che vuole lui e quando accadrà il mio orgoglio andrà completamente a farsi fottere...- sì, aveva detto proprio "fottere- ... e allora l'unica cosa che mi rimarrà sarà fuggire in Brasile a vendere del cocco in qualche spiaggia sperduta, perchè tanto non sarei mai in grado di fare altro nella vita!
Si fermò, cercando di riprendere fiato, il petto che si alzava e abbassava ad un ritmo troppo veloce, mentre pensava alla propria vita come venditrice di cocco per le spiagge brasiliane e lentamente una nuova ondata di lacrime uscì fuori, facendole mollare tutto quanto sul letto per gettarsi fra le braccia del fidanzato, singhiozzando come una disperata.