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Tribal Studio • Negozio di Tatuaggi • Diagon Alley • Inghilterra

I luoghi di maggiore interesse nella storia della land sparsi per il mondo e una chat per poter giocare in qualsiasi luogo non presente su PW

Messaggioda Monique » 19/10/2015, 13:55

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Messaggioda Margaret » 19/10/2015, 16:45

[Esterno Tribal Studio - 22 Febbraio 2111 - ore 15.12]

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Un tatuaggio.
Non l'aveva mai vista come una cosa necessaria, anche se molto di moda: poteva capire quelli potenzianti, ma imprimersi sulla pelle un segno indelebile che non aveva alcun effetto secondario... perché? Molti lo facevano per seguire la corrente, alcuni - i più furbi - perché vedevano in quel segno un significato ben più profondo. E non avendo nulla di significativo da tatuarsi, Maggie aveva sempre evitato anche solo di pensarci... fino a quel giorno.
La sua rottura con Phoenix, e l'aver sperato invano di poter iniziare una relazione con Lancelot l'avevano spinta a cercare un cambiamento, a ricominciare da qualcosa, da un gesto simbolico, come un nuovo taglio di capelli o un tatuaggio, appunto; non dava la colpa all'Amarillo di quanto accaduto - lui era sempre stato perfetto con lei - né la faceva ricadere sul Kad Aran - che non le aveva mai dato certezze.
La colpa, se a qualcuno la si poteva dare, era solo sua: sua, perché non era riuscita a farsi bastare un ragazzo perfetto come Phoenix, e sua per aver pensato che Lancelot avrebbe lasciato la sua fidanzata solo per dello sporadico feeling sessuale; tornando indietro, tuttavia, avrebbe rifatto tutto una seconda volta, poiché anche nel dolore e nelle conseguenze delle proprie azioni, avendo seguito l'istinto non poteva pentirsene.
Certo, ora si sentiva un vero schifo, ma anche volendo, e come detto lei non voleva, non poteva comunque cancellare il passato: conoscendo lo spagnolo, forse un giorno sarebbero tornati a parlarsi, e conoscendo se stessa, forse un giorno sarebbe tornata amica di Lancelot, sempre ammesso che a Regina la cosa stesse bene - e ne dubitava.
In pratica si era comportata come una poco di buono sfascia-relazioni... solo che, di relazioni sfasciate, c'era solo la sua: perciò, dopo essersi pianta addosso per più di un mese, aveva deciso che non poteva più rimanere in quello stato pseudo-vegetativo - Robyn docet, probabilmente - e da lì le era nata l'idea di farsi un tatuaggio, di ricominciare da un piccolo simbolo che rappresentasse per lei qualcosa, che racchiudesse un significato particolare, e che costituisse davvero un nuovo punto di partenza.
Aveva anche deciso, ad esempio, che da quella sera avrebbe chiesto a Liv di poter subentrare nello staff dell'Underground a tempo pieno, e si era convinta a mettere da parte i soldi per affittare un monolocale nel quale vivere da solo: Margaret Sanders sembrava aver improvvisamente deciso non solo di cambiare, ma anche di crescere... e tutto sarebbe cominciato quel giorno, con quel gesto.

Tribal Studio...
Dicono sia il migliore della zona, spero tanto sia vero.


Ci mancava solo che il suo primo tatuaggio le causasse infezioni alla pelle o cose simili, quello sì che sarebbe stato un bel modo per ricominciare! Scosse il capo, sistemandosi meglio sulla spalla la tracolla della borsa che stava portando con sé: c'era ben poco dentro, a parte gli oggetti essenziali per chiunque - portafoglio, cellulare babbano (ormai si era abituata ad usarlo pur non facendo parte della sua cultura), una bottiglietta d'acqua, un pacchetto di fazzoletti - e un foglio accuratamente protetto da una cartellina di plastica morbida.
Su quel foglio, la Sanders aveva disegnato con cura il tatuaggio che voleva le fosse replicato sulla pelle, e non si sarebbe accontentata di nulla di diverso: ci aveva messo giorni e giorni per decidersi in merito, cercando di capire quale simbolo potesse costituire per lei una valida giustificazione a qualcosa per cui non è che fosse contraria, ma che comunque non aveva mai preso in considerazione prima.
Insomma, alla fine di una lunga riflessione ci era arrivata, ed una volta scelto il soggetto non aveva dovuto far altro che mettersi d'impegno per dargli esattamente la forma che voleva: aveva disegnato qualcosa che simboleggiasse se stessa, il ruolo che fino a quel momento aveva avuto nel mondo, ma anche qualcosa che costituisse una sorta di accesso al suo cuore, ai suoi segreti più intimi... e qualcosa che simboleggiasse anche la vita, in qualche modo, nella sua forma più pura.
Tutto racchiuso in quella pagina custodita come un tesoro prezioso dentro la borsa, borsa che entrò insieme alla sua proprietaria al negozio di tatuaggi circa dieci minuti più tardi: non sapeva cosa aspettarsi, essendo Sabato pomeriggio, ma quando entrò non c'erano poi tanti clienti - meno di quanto si aspettasse lei, ma non era detto che le sue aspettative fossero corrette.

Uhm... ciao!

Esclamò dopo un secondo di titubanza verso il ragazzo biondo che aveva appena finito di dare delle informazioni ad una coppia iper-tatuata - e dall'aria abbastanza inquietante a dire il vero - e che quindi ora sembrava libero di darle attenzione.

Probabilmente è la cosa più scontata da dire, visto dove sono, ma... vorrei farmi un tatuaggio. - dalla borsa tirò fuori la cartellina, e da essa il foglio, che poi passò al ragazzo così da mostrarglielo, su cui era riportato il disegno più importante che avesse mai creato - Posso parlarne con te? - domandò poi, passando lo sguardo da lui al foglio, come se temesse che in qualche modo si potesse rovinare anche solo posandoci gli occhi sopra.

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Jorge
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Messaggioda Jorge » 20/10/2015, 22:48

Tribal Studio - Sabato 22 Febbraio 2111 - ore 15.00


Cosa mi consiglia, il cobra o i tre serpenti intrecciati a formare un cuore?

Cobra cobra sempre e solo cobra… diamine osa un po'… punta su qualcosa di diverso…

Quei tre serpenti ti sanno di diverso? A me sembrano solo sdolcinati...

Quindi anche il mio teschio ti sa di sdolcinato??!?

Poggiato con un fianco al bancone, le braccia incrociate sul petto e un'espressione tranquilla e professionale sul volto Jorge stava apparentemente seguendo con attenzione la lite che si stava consumando di fronte a lui, partecipandovi solo sporadicamente con qualche cenno del capo o mugugni di assenso o dissenso ben calibrati. In realtà il portoghese aveva scollegato il cervello fin da quando erano rientrati in negozio, consapevole che per i successivi dieci minuti Bonnie e Clyde, come li aveva soprannominati tra sé, si sarebbero infognati in una delle loro solite, accese e inconcludenti discussioni su quale sarebbe stato il prossimo tatuaggio da farsi a cui la sua partecipazione non era realmente richiesta.

Ormai conosco i vezzi dei clienti abituali meglio di quelli di Xavier...

Si ritrovò a pensare mentre un sorriso amaro gli increspava per un attimo gli angoli della bocca. La spalla della ragazza – quella fissata con i serpenti - era stata la prima porzione di pelle in assoluto che avesse mai tatuato seguita a pochi minuti di distanza dal gomito del ragazzo teschio dipendente. Andavano in negozio una volta ogni due mesi circa, fermandosi alla fine di ogni seduta per scegliere il tatuaggio successivo, bilanciando i gusti personali con il portafoglio, e ogni singola volta era stato lui a servirli perché Duncan non aveva il tempo per “abbassarsi” a fare dei semplici tatuaggi babbani mentre il portoghese doveva fare pratica. Dodici tatuaggi all'anno in due per più di tre anni, in pratica conosceva i loro corpi meglio di quelli di molti suoi sedicenti amici. Un piccolo sbuffo mascherato da un colpo di tosse gli sfuggì dalle labbra mentre la mano si infilava nella tasca della giacca a stringere la causa dell'umore altalenante degli ultimi giorni. Una lettera, o meglio un ultimatum che suo cugino gli aveva inviato via gufo – o meglio che il Signor Da Silva gli aveva inviato per conto suo – alcuni giorni prima: o lo ospitava a Londra a tempo indefinito per dargli modo di cambiare aria e riprendersi dalla sua batosta sentimentale o poteva anche dimenticarsi della sua esistenza.

Testardo di un caprone...

Un insulto mentale a cui ben presto ne sarebbero seguito altri molto più carichi e colorati urlati in faccia di persona. Alla fine infatti aveva dovuto cedere perché non importava che lui vivesse sul divano di Kuno e Mark in una soffitta a Diagon Alley, che dividesse il suo scarso tempo tra i Master al Ministero e il lavoro e che il mese successivo sarebbe dovuto andare in Groenlandia per seguire un meeting dal nome impronunciabile, Xavier era la sua famiglia, l'unico che in tutti quegli anni lo aveva sempre appoggiato con i suoi genitori, coperto con i loro amici babbani e provato a tirare su di morale dopo aver saputo cosa era accaduto con Victoria e Cappie – una storia molto breve ed edulcorata giusto per fargli comprendere la gravità della situazione senza però fargli prendere un infarto – e quindi aveva il dovere morale di aiutarlo ora che stava nella merda fino al collo, senza lavoro, senza ragazza e senza un tetto sulla testa visto che la zia l'aveva sbattuto bellamente fuori casa fino a quando non avesse messo la testa a posto. Dopo i cambiamenti post diploma – l'essere stato catapultato nel mondo degli adulti con un anno di ritardo rispetto a tutti gli altri lo aveva destabilizzato non poco e creato altrettanti problemi di adattamento – a cui non si era ancora del tutto abituato lo attendevano altri cambiamenti, primo tra tutti il dover trovare un posto dove vivere nella Londra Babbana.

Benissimo allora ci vediamo tra un paio di mesi…

Non c'è alcun problema… come al solito vi conviene passare un paio di giorni prima giusto per essere certi che sia libero… buon week end...

Li salutò con estrema cortesia e professionalità, anche se non aveva sentito una sola parola di quello che si erano detti né aveva la minima idea di cosa avessero scelto.

Di sicuro non sei tu…

Borbottò, picchiettando il dito sulla riproduzione del Marchio Nero, un serpente che usciva dalla bocca di un teschio, il simbolo perfetto, secondo lui, di quella assurda coppia.

Uhm... ciao!

Ciao anche a te, posso esserti utile?

Probabilmente è la cosa più scontata da dire, visto dove sono, ma... vorrei farmi un tatuaggio.

Si, era una cosa scontata ma perché rimarcarlo o fare una qualche battuta che probabilmente sarebbe risultata divertente solo per lui? Meglio rimanere in silenzio ed esibire il più tranquillo e rassicurante dei sorrisi per cercare di non far scappare a gambe levate quella che, a una prima occhiata, sembrava essere una neofita dei tatuaggi e come tale probabilmente piena di timori e dubbi.

Posso parlarne con te?

Certamente…

Rispose, la voce però che andava via via sfumando mentre la sua attenzione veniva calamitata dal disegno che l'altra gli stava mostrando. Si appoggiò al bancone, sporgendosi con il busto in avanti, gli avambracci ai lati del foglio in modo da poterlo osservare senza toccarlo – non gli erano sfuggiti i gesti quasi reverenziali con cui lo aveva tolto dalla borsa e posato sul bancone. Non gli capitava quasi mai di dover lavorare con qualcosa di nuovo e prima di prendere un qualsiasi impegno doveva sentirsi in grado di riprodurlo con precisione millimetrica. Con un'espressione seria e concentrata in volto, si mise ad analizzare il disegno, gli occhi che seguivano e memorizzavano ogni linea, ogni curva, ogni passaggio mentre inconsciamente canticchiava un vecchio motivetto, le dita che tamburellavano sul tavolo.

Strong or fragile
It's the family tree
Strong or fragile
It's the family tree
See how the sun
shines through the leaves
This is our tree
And it's a beautiful tree


Spoiler:
Per avere una idea di cosa canticchia Jorge



T/A=21
C/A=19


Ops... Scusa - mormorò quando con un dito sfiorò la mano della ragazza, ricordandosi finalmente di non essere da solo sulle sponde del Lago Nero ma in negozio con una cliente - Forza dell'abitudine.

Una abitudine, quella di disegnare con un qualsiasi sottofondo musicale, presa a Hogwarts e mai persa, anzi coltivata, nella convinzione che l'arte chiamasse l'arte e quindi potesse aiutarlo in qualche modo a migliorarsi. Spostò lo sguardo dal disegno, che fino a quel momento aveva assorbito tutta la sta attenzione, alla ragazza di fronte a lui, a una distanza abbastanza corta, restando per un attimo o due come imbambolato, in contemplazione dei suoi occhi bicromi, il dito lasciato lì a contatto -se lei non si fosse mossa- con la mano di lei.

Scusami, di nuovo.

Esordì una manciata di secondi dopo, ritirando la mano colpevole e usandola per grattarsi il mento mentre rivolgeva alla ragazza un sorriso imbarazzato.

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Quanto tempo era passato dalla domanda che lei gli aveva posto a quando le aveva risposto? Probabilmente troppo ed era fortunato che Duncan non fosse lì.

Bè se fosse qui probabile che perderebbe anche lui il dono della parola.

Perchè la nuova cliente era davvero una bella ragazza e sopratutto aveva due occhi stupendi e ipnotici in cui Jorge sarebbe annegato molto volentieri.

Di solito non sono così lento - imbranato era l'aggettivo giusto ma non aveva molta voglia di autodenigrarsi troppo - ma questa é stata una settimana d'inferno…

E un mese, un anno... Per dritto o per storto non ricordava più l'ultima volta in cui non aveva dovuto affrontare una qualche emergenza. Anche se, in parte, era colpa di quegli occhi ipnotici se si era distratto più del dovuto.

Rincominciamo da capo ... Coff coff ... -finse di tossire per schiarirsi la voce- Buon giorno e benvenuta al Tribal Studio. Io sono Jorge e sarò lieto di tatuarti ovunque-sfumatura maliziosa- tu voglia questo disegno. - tanto la voce suonava finta e impostata tanto divertito e reale era il sorriso che le stava rivolgendo - Che, detto tra noi, é davvero particolare e intrigante. Lo hai fatto tu?

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Margaret

I Tatuaggi di cui parlano la coppia di clienti

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Messaggioda Margaret » 21/10/2015, 10:27

Ciao anche a te, posso esserti utile?

Probabilmente è la cosa più scontata da dire, visto dove sono, ma... vorrei farmi un tatuaggio.
Posso parlarne con te?


Certamente…

Era evidente, dai gesti compiuti, quanto fosse importante per lei il tatuaggio che gli stava mostrando: avrebbe anche potuto rivolgersi ad un qualsiasi studio di tatuaggi babbano, ma la fama del Tribal l'aveva spinta lì, dove di solito i tatuaggi effettuati erano quelli potenzianti. Ci sarebbe stato tempo anche per uno semplice come il suo?

Strong or fragile
It's the family tree
Strong or fragile
It's the family tree
See how the sun
shines through the leaves
This is our tree
And it's a beautiful tree


Osservò meglio il ragazzo dietro al bancone, inarcando leggermente il sopracciglio: una volta avrebbe trovato interessante leggergli nel pensiero per capire cosa fosse quella melodia canticchiata a bassa - e con una bella - voce, probabilmente le sarebbe persino venuto automatico insinuarsi nei suoi pensieri, o tentare perlomeno di farlo... ma non era più così.
Non voleva più leggere nel pensiero, non voleva più avere vantaggi sugli altri, tutto sarebbe dovuto ruotare, almeno per un po' di tempo, intorno ad una sola parola... normalità.

Ops... Scusa.
Forza dell'abitudine.


Che canzone è?
Non l'ho mai sentita!


Oltretutto Margaret ascoltava anche la musica babbana, quindi il fatto di non riuscire a collegarla a nessuna canzone ascoltata prima la rendeva ancora più curiosa: in fondo, il motivetto cantato dal ragazzo si sposava alla perfezione col tatuaggio che lei aveva disegnato, difficile non volerne sapere di più.
Del dito a contatto con la sua mano nemmeno se ne accorse, quindi non ebbe motivo di spostarlo: una volta, di sicuro, sarebbe stata più ricettiva verso determinati imput, voluti o meno; ma, di nuovo, le cose erano cambiate, ed anche lei aveva perso molto della persona che era un tempo.

Scusami, di nuovo.

Ah... no, non ti preoccupare!

Non voleva che si sentisse imbarazzato per qualcosa di cui nemmeno si era accorta, per questo cercò di fargli un sorriso sereno ed amichevole, anche se ancora non aveva ottenuto risposta alla domanda più importante: considerando che quello non era un tatuaggio potenziante, avrebbe potuto farselo fare comunque oppure no?

Di solito non sono così lento, ma questa é stata una settimana d'inferno…

A chi lo dici.

Le venne spontaneo rispondere in quel modo, anche se forse avrebbe dovuto parlare di mesi d'inferno, vista la data in cui era avvenuta la "tragedia" - parola con cui aveva soprannominato "l'aver lasciato Phoenix a seguito del tradimento con Lancelot che alla fine manco aveva voluto lasciare Regina per lei", dimostrando quindi un'ottima capacità di sintesi.

Rincominciamo da capo ... Coff coff ...

Quel modo di fare la fece sorridere, e soprattutto la portò a sperare per il meglio riguardo al simbolo che voleva imprimersi sulla pelle.

Buon giorno e benvenuta al Tribal Studio. Io sono Jorge e sarò lieto di tatuarti ovunque tu voglia questo disegno.

Piacere di conoscerti, io sono Margaret!

Colse la sfumatura maliziosa nella voce di lui, ma non vi diede molto peso: la Sanders era la prima che, all'Under, flirtava coi clienti per accattivarseli, perciò non si sarebbe stupita se Jorge, così aveva detto di chiamarsi, stesse semplicemente facendo lo stesso con lei.

Che, detto tra noi, é davvero particolare e intrigante. Lo hai fatto tu?

Sì, l'ho disegnato io! - confermò l'americana con una lieve punta d'orgoglio nel tono - Ci ho messo un po' a realizzarlo, perché era da tanto che non disegnavo un soggetto da zero, avendone solo una vaga idea mentale... però sono piuttosto soddisfatta del risultato.

Forse - sicuramente - un disegnatore esperto avrebbe saputo farlo meglio, ma per la Sanders l'averlo fatto di proprio pugno non poteva che dare al tatuaggio una sorta di valore aggiunto, qualcosa che l'avrebbe spinta ad apprezzarlo ed amarlo ancora di più nel corso del tempo.

Pensavo di farlo qui, alla base del collo... - continuò, scostandosi i capelli così da farli appoggiare tutti sulla spalla destra e voltandosi per indicargli con la mano la zona di cui stava parlando, nella parte alto-centrale della schiena - È una zona molto dolorosa? Se non si fosse capito, questo è il mio primo tatuaggio...

Ironica, chiaramente, perché si vedeva lontano un miglio la sua totale inesperienza in materia.

Su quale prezzo staremmo? - si era portata appresso 200 galeoni, e sperava tanto le bastassero - Mi tatuerai tu?
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Messaggioda Jorge » 22/10/2015, 15:39

L'aveva fatto di nuovo! Non che fosse reato canticchiare mentre si studiava un disegno da riprodure ma farlo in negozio di fronte a una cliente non era propriamente professionale. Per fortuna la ragazza sembrò più incuriosita che risentita dall'accaduto.

Che canzone è? Non l'ho mai sentita!

É la colonna sonora di un vecchio telefilm babbano - e nel caso la ragazza avesse mostrato qualche perplessità sul concetto di telefilm avrebbe aggiunto - É come un film solo a puntate e trasmesso solo il televisione.

Non la spiegazione più dettagliata e precisa del mondo ma Jorge non era propriamente portato per l'insegnamento e in più aveva valutato, forse erroneamente, che la ragazza fosse non troppo più vecchia di lui e quindi dato per scontato che le nozioni di Babbanologia fossero abbastanza fresche. In ogni caso sarebbe stato felice, eventualmente, di approfondire la spiegazione. Il negozio era pressoché vuoto e gli piaceva diffondere la propria cultura nel Mondo Magico.

Si chiama Beautiful Tree -primo motivo per cui gli era venuto in mente- la canzone non il telefilm -precisò e se Margaret avesse chiesto il titolo anche di quello avrebbe risposto Life Unexpected - e parla di come la famiglia rappresenti le nostri radici. Il nostro punto di partenza e di confronto e non importa se é nobileo plebee, unita o sfasciata, forte o fragile é pur sempre la nostra famiglia e per questo importante.

O almeno era questa l'interpretazione che le aveva dato il portoghese, secondo motivo per cui gli era venuta in mente in quel momento, visto che poco prima stava pensando a Xavier. Se canticchiare sul posto di lavoro era poco professionale, importunare una cliente, anche solo sfiorandole un dito, era da Auror e così Jorge si ritrovò a doversi scusare per la seconda volta nell'arco di pochi secondi.

Scusami, di nuovo.

Ah... no, non ti preoccupare!

Di solito non sono così lento, ma questa é stata una settimana d'inferno…

Si giustificò senza un reale motivo. Di solito quando se ne usciva con gaffe di quel tipo tendeva a far finta di nulla e andare avanti. Forse aveva sottovalutato il desiderio di conoscere persone nuove e tentare di costruirsi una sorta di rete sociale. Non che i suoi vecchi amici gli avessero voltato le spalle -Victoria esclusa ovviamente - ma erano usciti da scuola un anno prima di lui e quell'anno di differenza aveva finito per pesare in termini di priorità e impegni più del previsto.

A chi lo dici.

Si trattenne dal chiederle cosa le fosse accaduto, per quanto la curiosità fosse tanta. Era un tatuatore per la Trama non un barista, il suo compito non era raccogliere confidenze ma fare tatuaggi. Così con fare scherzoso propose alla cliente di azzerare la situazione e ricominciare da capo mostrando un po più di professionalità anche se velata da un po di malizia. Non era solito flirtare sul posto di lavoro, non ne vedeva la necessità - vedi discorso tatuatore no barista - ma come trattenersi quando le sue occasioni di conoscere delle ragazze erano ridotte praticamente a zero e Margaret era la prima cliente di sesso femminile normale -no ipertatuata, invasata, fisicamente pompata- a entrare lì dentro. L'ultima, a memoria sua, era stata Kelly e essere costretto a definire la Everet normale la diceva lunga sulle altre donne.

Piacere di conoscerti, io sono Margaret!

Non le tese la mano, più per rispettare gli spazi dell'altra che per il sussistere di vecchi preconcetti, ma ricambiò il suo sorriso, trovando affascinante il gioco di luci che quel tenue sorriso provocava nei suoi occhi.

Vederla ridere deve essere uno spettacolo!

Un ultimo pensiero inopportuno, prima di portare finalmente attenzione e conversazione sul tatuaggio.

Sì, l'ho disegnato io! Ci ho messo un po' a realizzarlo, perché era da tanto che non disegnavo un soggetto da zero, avendone solo una vaga idea mentale... però sono piuttosto soddisfatta del risultato.

E fai bene ad esserlo. Le linee sono dolci e armoniose, parlano di passione più che di tecnica ed é per questo che é così evocativo -o almeno per lui lo era - Riprodurlo sarà una bella sfida. Dove vuoi farlo?

Pensavo di farlo qui, alla base del collo...- spostò il foglio di lato per non correre il rischio di rovinarlo o farlo cadere mentre si sporgeva maggiormente in avanti per vedere meglio. - È una zona molto dolorosa? Se non si fosse capito, questo è il mio primo tatuaggio.

Humm - mormorò osservando con attenzione la zona interessata, chiedendosi distrattamente se la pelle della ragazza fosse davvero morbida come sembrava. Un pensiero su cui non indugiò molto visto che da lì a poco lo avrebbe scoperto - Il dolore é qualcosa di soggettivo, c'é chi richiede tre sedute per una farfalla e chi si fa tatuare un Basilisco in un paio d'ore. Tutti però sembrano concordare sul fatto che farsi un tatuaggio in prossimità delle ossa è doloroso – fece quindi scivolare il dito lungo la porzione di spina dorsale su cui avrebbe dovuto lavorare - Purtroppo é tutto un sentito dire perché io di tatuaggi non ne ho. - aggiunse con un tono di voce più basso, come se le stesse rivelando un segreto, avvicinandosi al suo orecchio. - In ogni caso - riprese, tornando al suo posto dietro il bancone esibendo un sorriso furbetto – se ti piace proprio quella posizione posso sempre trattare la zona con un unguento anestetizzante per ridurre al minimo il dolore... Non hai allergie o altro, vero?

Perché in quel caso non avrebbe potuto fare nulla.

Su quale prezzo staremmo?

Dipende dalle dimensioni ma direi non più di 100 galeoni… a meno che tu non voglia che il disegno ricopra tutta la schiena.

Mi tatuerai tu?

Esattamente, ti dispiace? - chiese preoccupato che il suo comportamento poco professionale di prima potesse aver spinto la ragazza a farsi un'idea sbagliata di lui. - Non sembra ma so il fatto mio. Hai presente la coppia di prima? Sono un mio capolavoro.

Aggiunse con una nota di orgoglio nella voce sperando di tranquillizzarla.

C'è una cosa però che devo chiederti prima… Sei sicura di volerlo fare davvero?

Lo chiese all'improvviso, mentre stava alzando un'ala del bancone per permetterle di accedere alla saletta riservata dove facevano i tatuaggi, con una voce seria che ben si sposava con l'espressione del suo viso. Non aveva dimenticato quel A chi lo dici che alla ragazza era sfuggito poco prima e che lo spingeva ora a chiedersi se la sua fosse una scelta ragionata o generata dalla spinta emotiva del momento. Certo un tatuaggio non potenziante non era un Voto Infrangibile, poteva essere tolto facilmente in circa mezz'ora e più di un po' di prurito per un paio di giorni non dava, ma questo non era un buon motivo per farlo a cuor leggero.
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Messaggioda Margaret » 22/10/2015, 16:44

É la colonna sonora di un vecchio telefilm babbano.

Che sarebbe...

É come un film solo a puntate e trasmesso solo il televisione.

Ah ecco, giusto! - esclamò Margaret, annuendo brevemente - Anche se sono una Purosangue conosco piuttosto bene il mondo babbano, per quanto più da un punto di vista tecnologico che culturale.

Così dicendo gli mostrò il cellulare che portava con sé nella borsa, a dimostrazione del fatto che magari sapeva ben armeggiare coi computer, ma trovava difficile ricordarsi cosa fosse un telefilm.
In più, tanto per rimanere in tema...

Si chiama Beautiful Tree... la canzone non il telefilm, e parla di come la famiglia rappresenti le nostri radici. Il nostro punto di partenza e di confronto e non importa se é nobile o plebea, unita o sfasciata, forte o fragile é pur sempre la nostra famiglia e per questo importante.

Mi hai fatto venire voglia di vederlo questo telefilm, lo sai? - gli disse la Sanders, con un sorriso leggero - Mi piace il tema che mi hai appena descritto, mi ci ritrovo molto.
Anche per me la famiglia è tutto...


Più che altro, nel suo caso, la sorella maggiore: voleva bene ai genitori, ma era con Julie ad avere il legame più forte, più profondo e solido; sì, probabilmente avrebbe finito per vederselo davvero, quel telefilm, magari passando poi a trovare Jorge e commentarlo insieme.
Dopo averlo rassicurato per la gaffe da lui fatta - e di cui, onestamente, la mora dagli occhi bicromi nemmeno si era accorta - ed essersi presentata, la conversazione poté concentrarsi interamente sul tatuaggio portato da Maggie, e che la ragazza aveva intenzione di farsi alla base del collo, sperando non fosse un punto troppo doloroso.

Humm...
Il dolore é qualcosa di soggettivo, c'é chi richiede tre sedute per una farfalla e chi si fa tatuare un Basilisco in un paio d'ore. Tutti però sembrano concordare sul fatto che farsi un tatuaggio in prossimità delle ossa è doloroso.


Il che avrebbe significato che lei, di dolore, almeno un po' ne avrebbe sentito: non essendosi mai fatta davvero male non sapeva quanto alta fosse la propria resistenza... ma non ci avrebbe messo molto, probabilmente, per scoprirlo.

Purtroppo é tutto un sentito dire perché io di tatuaggi non ne ho.

Un tatuatore senza tatuaggi... mi devo preoccupare? - commentò Margaret, con un piccolo sbuffo divertito che le sfuggì dalle labbra.

In ogni caso, se ti piace proprio quella posizione posso sempre trattare la zona con un unguento anestetizzante per ridurre al minimo il dolore... Non hai allergie o altro, vero?

Nessuna allergia, e sì... forse sarebbe meglio ridurre il dolore in ogni modo possibile. - concordò la Sanders - Ci manca solo che ti faccio sbagliare qualche linea perché mi muovo spasmodicamente senza riuscire a rimanere ferma...

E quindi vanificando il lavoro del ragazzo, oltre che facendo perdere tempo ad entrambi.

Su quale prezzo staremmo?

Dipende dalle dimensioni ma direi non più di 100 galeoni… a meno che tu non voglia che il disegno ricopra tutta la schiena.

Mi tatuerai tu?

Esattamente, ti dispiace?
Non sembra ma so il fatto mio. Hai presente la coppia di prima? Sono un mio capolavoro.


No no, al contrario!
Mi sarebbe dispiaciuto se l'avesse fatto qualcun altro, visto che ci siamo conosciuti un minimo...
- gli rispose la Sanders con un sorriso sincero, lieve ma dolce - Comunque pensavo di farlo non tanto grande, sui 5-6 centimetri.

Dopotutto era un segno che si stava imprimendo sul corpo per se stessa, non per bellezza o per sfoggiarlo al mondo: al contrario, ogni qualvolta avesse lasciato i capelli sciolti, esso sarebbe stato coperto, proprio perché era una cosa intima, sua, che non sentiva il bisogno di condividere o su cui fare pubblicità.

C'è una cosa però che devo chiederti prima…

Uhm?
Cosa?
- domandò lei, pensando si trattasse del pagamento anticipato di una parte dell'importo.

Sei sicura di volerlo fare davvero?

... sei premuroso. - lo disse dopo qualche istante di silenzio, passato ad osservarlo più intensamente - Non credo che molti tatuatori avrebbero posto questa stessa domanda, col rischio di farmi cambiare idea. - aggiunse, specificando così il perché l'avesse definito in quel modo - Comunque sì, sono sicura.
Ci ho pensato tanto, ed ormai mi sono decisa: a volte bisogna fare cose impensabili per la propria persona, a volte... bisogna essere un po' pazzi.


Fece una piccola pausa, spostandosi nella sala per i tatuaggi, per poi voltarsi verso Jorge e fargli un sorriso a metà tra il triste e il dolce, un'espressione velatamente malinconica che la rendeva più misteriosa di quanto in realtà fosse.

Ecco, questa sarà la mia pazzia.
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Messaggioda Jorge » 25/10/2015, 23:08

Contro ogni pronostico Jorge non sembrava essersela cavata male nello spiegare cosa fosse un telefilm.

Ah ecco, giusto! Anche se sono una Purosangue conosco piuttosto bene il mondo babbano, per quanto più da un punto di vista tecnologico che culturale.

Una Purosangue amante del Mondo Babbano, come dubitarne!

Esclamò in un sussurro mentre un sorriso dolce amaro gli increspava gli angoli della bocca. Non vi era ironia nel tono della voce, al massimo autoironia, ma un bel po di malinconia. Il collegamento con Victoria, la Purosangue più Babbana di una Nata Babbana che avesse mai conosciuto, fu immediato così come avvertire una stretta al cuore, figlia del senso di colpa. Per impedire alla sua mente di deviare verso percorsi accidentali, Jorge prestò forse una attenzione un po troppo accentuata al cellulare dell'altra.

Sono comodi vero? Molto più di un gufo o di stare inginocchiati di fronte a un camino peccato che qui -a Diagon Alley nel cuore della Londra Magica- non funzionino. Chissà che tra un po la Novak non se esca con un prototipo simile.

Dopotutto avevano già prodotto la versione magica di un registratore, oggetto che avrebbe dovuto comprare al più presto se voleva far fruttare al massimo i galeoni spesi per il meeting all'A.G.E.R del mese successivo.

Mi hai fatto venire voglia di vederlo questo telefilm, lo sai? Mi piace il tema che mi hai appena descritto, mi ci ritrovo molto. Anche per me la famiglia è tutto...

Si, senza il loro appoggio andare avanti é una impresa titanica.


Parlava per esperienza personale, perché da quando aveva scoperto di essere un mago era stato costretto per forza di cose ad allentare i rapporti con il resto della sua famiglia. Solo Xavier gli era restato accanto, oltre ovviamente i genitori, e la sua presenza anche se a distanza era stata fondamentale per non farlo crollare quando la sua sorellina -il tema della famiglia che ritornava- aveva giustamente preso le distanze da lui. E a proposito del cugino invadente...

Se hai modo di passare da qui settimana prossima posso farti trovare la serie completa -grazie Xavier per la tua passione per i vecchi telefilm- e con l'occasione potrei dare una occhiata al tatuaggio.

Non essendo potenziante non richiedeva chissà quale cura ma una controllatina non faceva mai male e poi come farsi sfuggire l'occasione di rivederla e, caso mai, invitarla a uscire? Dopo le chiacchiere, piacevoli e che gli avevano dato modo di conoscere, seppur un pochino, Margaret, le gaffe e le scuse Jorge entrò in modalità lavoro, pronto quindi a sciogliere qualsiasi dubbio la ragazza avesse o quasi. Su quanto fosse doloroso farsi fare un tatuaggio infatti il portoghese non aveva certezze da darle ma solo esempi basati sui sentito dire e sull'esperienza "al di qua dell'ago" perché lui di tatuaggio ancora non ne aveva.

Un tatuatore senza tatuaggi... mi devo preoccupare?

Ovvio... - ribatté Jorge mostrandole la punta della lingua in un abbozzo di linguaccia - In realtà sto solo prendendo tempo perché covo l'ambizione di potermi tatuare una mia creazione e trattandosi di un tatuaggio potenziante non é qualcosa che io possa fare nell'immediato.

Come minimo avrebbe dovuto terminare gli studi sia in Pozioni che in Alchimia e poi dedicarsi alla ricerca per trovare la combinazione esatta che avrebbe soddisfatto le sue necessità. Quello che invece poteva fare grazie alle sue odierne conoscenze era spalmare sulla schiena di Margaret un unguento anestetizzante per ridurle il dolore, sempre che lei non avesse qualche allergia o intolleranza.

Nessuna allergia, e sì... forse sarebbe meglio ridurre il dolore in ogni modo possibile. Ci manca solo che ti faccio sbagliare qualche linea perché mi muovo spasmodicamente senza riuscire a rimanere ferma...

O ma per scongiurare quel tipo di pericoli c'é sempre il buon vecchio Pietrificus ...

Una battuta, anche se non erano state poche le volte che era stato tentato di immobilizzare un cliente con la magia, che forse però poteva contribuire a dare di lui una idea poco professionale. Così quando la ragazza gli chiese se sarebbe stato proprio lui a tatuarla Alvares si sentì in dovere di rassicurarla sulle proprie abilità, portando come prova la coppia che era appena uscita, palesemente una habitué del negozio.

No no, al contrario!Mi sarebbe dispiaciuto se l'avesse fatto qualcun altro, visto che ci siamo conosciuti un minimo...

Vedrai che non te ne pentirai.


Comunque pensavo di farlo non tanto grande, sui 5-6 centimetri.

In questo caso il costo è di 90 galeoni.

A quel punto il passo successivo sarebbe stato far accomodare la ragazza nella saletta e mettersi il lavoro, eppure Jorge aveva la sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato, la classica e babbana nota stonata e così si ritrovò a chiedere a Margaret se fare un tatuaggio era davvero quello che voleva. Non vi era traccia di curiosità nella voce né nello sguardo che sosteneva con tranquillità e serietà quello di lei.

... sei premuroso.

Un lieve rossore colorì le guance del portoghese non per la parola in sé quando perché Margaret gli era parsa sincera, non come se si sentisse in obbligo di dire qualcosa di carino.

Le persone che mi abbiano mai definito così si contano sulle dita di una mano... Anzi ormai su un solo dito.

Si prese in giro con amarezza perché Victoria non l'aveva ancora perdonato e probabilmente non l'avrebbe fatto mai quindi restava solo la sua sorellina.

Non credo che molti tatuatori avrebbero posto questa stessa domanda, col rischio di farmi cambiare idea.

Considerala pure la mia versione personale del classico "Soddisfatti o rimborsati"...

Ribatté con un mezzo ghigno, rimanendo in attesa di una qualsiasi risposta, probabilmente un telegrafico "si". In realtà era qualcosa che non aveva mai fatto prima e se Duncan lo avesse scoperto probabile che lo trasformava in ingredienti per pozioni, ma sentiva di doverlo fare anche solo per risparmiarle della sofferenza gratuita.

Comunque sì, sono sicura.Ci ho pensato tanto, ed ormai mi sono decisa: a volte bisogna fare cose impensabili per la propria persona, a volte... bisogna essere un po' pazzi.

Inclinò la testa di lato e assottigliò lo sguardo, studiando la ragazza con più attenzione mentre lo superava per andare nella sala per i tatuaggi. Qualsiasi cosa l'avesse portata lì da lui non doveva essere stata per nulla piacevole. Strinse la mano a pugno, nascondendola nella tasca dei jeans mentre con l'altra rimetteva a posto l'ala del bancone, per evitare di fare qualcosa di inopportuno come accarezzarle le guance con le mani e darle un lieve bacio sulle labbra per dissipare quell'aria malinconica che mal si sposava con quel viso dolce. Anche la rabbia o l'indignazione per un bacio rubato le avrebbero donato di più.

Ecco, questa sarà la mia pazzia.

E io che pensavo che in preda alla follia vi abbandonaste -voi donne- a pratiche meno turpi come un nuovo taglio di capelli o un nuovo guardaroba.

Esclamò non per prenderla in giro o sminuire la portata delle sue parole e dei suoi sentimenti ma solo nel tentativo di strapparle un sorriso un po più vero e disteso. Nel frattempo erano entrati in stanza quadrangolare molto ampia che ricordava, almeno dall'odore, una sala operatoria in quanto antisettica e in fondo anche per l' arredamento. Lungo le pareti turchesi vi erano mobili in metallo con attrezzature e componenti per gli inchiostri magici, un intero mobile di pronto soccorso e un armadietto verso cui Jorge si diresse immediatamente per prendere un camice da lavoro.

Dici che é un po inquietante? -domandò ironico indicando a Margaret la sedia simile a quella dei dentisti posta al centro della stanza con una grossa lampada sopra - Ti assicuro che é molto comoda soprattutto vista così...

Un colpetto a una manopola e la sedia si distese del tutto assomigliando a un lettino.

Vieni… Il disegno per favore poggialo su sul quel tavolino mentre tu devi sdraiarti qui, facendo in modo che la schiena si trovi più o meno qui... -spiegava aiutandosi con i gesti - Cerca di metterti comoda perché ci vorrà circa un'oretta e mezza ... Anzi se vuoi posso mettere della musica rilassante. Tu scegli io eseguo.

In caso di risposta affermativa, Jorge si sarebbe diretto verso un angolo della stanza dove faceva bella mostra di sé un impianto stereo surround con accanto una pila di album magici destinati a soddisfare qualsiasi esigenza musicale dei clienti. Soddisfatta eventualmente la sua richiesta, il portoghese prese da uno dei mobiletti in metallo un barattolo di vetro con dentro una sostanza densa di colore bianco e finalmente prese posto sullo sgabello accanto alla sedia/lettino.

Nervosa?

Chiese, accarezzando la pelle nuda della schiena – un tocco lieve fatto con i soli polpastrelli - alla ricerca di qualche imperfezione che avrebbero reso impossibile applicare lì il tatuaggio.

Liscia, morbida, perfetta...

Si, la pelle di Margaret al tatto sembrava perfetta e fu un po' a malincuore che Jorge smise di saggiarla.

Potresti sentire un po' freddo… - la avvertì prima di cospargere la zona con un un po' dell'unguento anestetizzante e tracciare cerchi concentrici con le dita, massaggiando con tocchi energici senza però essere dolorosi, finalizzati a far assorbire l'unguento velocemente - … Ok… se hai delle domande da pormi questo questo è il momento giusto … se il dolore diventa insopportabile o se per qualsiasi motivo avverti il bisogno di muoverti avvertimi immediatamente, va bene?
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Messaggioda Margaret » 27/10/2015, 12:28

Una Purosangue amante del Mondo Babbano, come dubitarne!

Perché, ne hai conosciute molte?

Domandò Margaret che, non leggendogli nel pensiero - e non potendo quindi cogliere il suo collegamento alla, evidentemente, ex fidanzata - ipotizzò semplicemente di non essere la prima Purosangue da lui incontrata con certe inclinazioni filo-babbane, ma al contrario di essere una sorta di "cliente tipo", per Jorge.
Fu con una certa soddisfazione che, poco dopo, gli mostrò il proprio cellulare babbano, a dimostrazione che sulla tecnologia dei non-maghi era piuttosto ferrata.

Sono comodi vero? Molto più di un gufo o di stare inginocchiati di fronte a un camino peccato che qui non funzionino. Chissà che tra un po la Novak non se esca con un prototipo simile.

La cosa non mi stupirebbe, visto quello che è riuscita ad inventarsi finora! - esclamò la Sanders, riferita proprio alle industrie Novak - Sono un sacco comodi, peccato che la maggior parte dei Purosangue non voglia nemmeno sentirne parlare, quindi alla fine si ritorna sempre all'uso dei gufo e dei camini! - che, per le comunicazioni urgenti e veloci, non erano esattamente il massimo della comodità.

Era bello parlare della cultura babbana con qualcuno che, evidentemente, se ne intendeva, ed Jorge ebbe anche il merito di farle venire la curiosità su un vecchio telefilm di cui avevano parlato poco prima, spingendola a volerlo guardare così da scoprire se la recensione del ragazzo fosse abbastanza veritiera.

Se hai modo di passare da qui settimana prossima posso farti trovare la serie completa, e con l'occasione potrei dare una occhiata al tatuaggio.

Ah, magari!
Tanto, per eccesso di scrupolo, sarei passata comunque a farmelo controllare, perciò... volentieri, grazie!


Gli sorrise riconoscente, prima di farsi un poco più seria e cominciare a chiedere tutta una sequela di informazioni sui tatuaggi, dal loro costo al grado di dolore che avrebbe dovuto sopportare per farsene fare uno: essendo la sua prima volta, era anche comprensibile che fosse molto poco informata, ma la faceva ridere l'idea che anche il suo tatuatore fosse un po' un neofita come lei, almeno per quanto riguardava l'avere un tatuaggio impresso sulla pelle.

Ovvio...
In realtà sto solo prendendo tempo perché covo l'ambizione di potermi tatuare una mia creazione e trattandosi di un tatuaggio potenziante non é qualcosa che io possa fare nell'immediato.


Caspita... dev'essere molto complicato creare un tatuaggio potenziante, vero? Insomma, non puoi nemmeno fare le prove e poi eventualmente cancellarlo... almeno credo.

L'ignoranza regnava sovrana, in materia di tatuaggi, nelle conoscenze di Margaret Sanders: era però felice di poter imparare dal biondo, scoprendo ad esempio che fosse possibile farsi applicare un unguento anestetizzante contro il dolore, per chi ne aveva un tasso di sopportazione particolarmente basso.

O ma per scongiurare quel tipo di pericoli c'é sempre il buon vecchio Pietrificus ...

Non ci credo, e tu l'hai mai usato?!

Domandò divertita l'americana, sperando ovviamente che non dovesse essere quello il suo caso: Jorge le ispirava abbastanza fiducia, quindi non si sentiva troppo nervosa, ed il costo del tatuaggio, rientrando pienamente nel suo budget, la tolse anche dall'impiccio eventuale di non aver portato abbastanza soldi con sé.
Ciò che non si aspettava fu la premura con cui il ragazzo volle rassicurarsi sul fatto che fosse davvero pronta e sicura di volersi fare un tatuaggio, un comportamento gentile che la fece sorridere e che la portò a rassicurarlo: era una pazzia, sì, ma una pazzia su cui Margaret aveva riflettuto, e che si sentiva pronta a compiere.

E io che pensavo che in preda alla follia vi abbandonaste a pratiche meno turpi come un nuovo taglio di capelli o un nuovo guardaroba.

Di solito è così... - confermò la Sanders, con un sorriso lieve - ma nel mio caso specifico serviva qualcosa di un po' più drastico.

E duraturo, possibilmente, perché i capelli crescevano, i vestiti potevano strapparsi, ma un tatuaggio del genere le sarebbe rimasto per sempre. Togliendosi la giacca, la mora lo seguì quindi nella stanza dove sarebbe stata tatuata, una sala asettica con un vago odore di ospedale ed una sedia su cui accomodarsi che non prometteva molto bene.

Dici che é un po inquietante?

Perché, c'è anche bisogno di chiederlo? - ribatté lei, con uno sbuffo ironico.

Ti assicuro che é molto comoda soprattutto vista così...

Oh, ecco, così ci siamo decisamente di più!

Vieni… Il disegno per favore poggialo su sul quel tavolino mentre tu devi sdraiarti qui, facendo in modo che la schiena si trovi più o meno qui...

Okay... - mormorò, mentre cercava di sistemarsi come Jorge le aveva indicato, sfilandosi la maglietta e sdraiandosi a pancia in giù così da rimanere in reggiseno e schiena in parte scoperta - Va bene così? - gli domandò, spostandosi con cura tutti i capelli in modo tale che la base del collo rimanesse bella libera.

Cerca di metterti comoda perché ci vorrà circa un'oretta e mezza ...

Più di quanto immaginasse, ma ormai aveva deciso e non sarebbe tornata indietro.

Anzi se vuoi posso mettere della musica rilassante. Tu scegli io eseguo.

Uhm... hai della musica jazz? - gli chiese, optando invece per non ascoltare niente se non ci fosse stato nulla di quel genere.

Nervosa?

Un po', ma sono pronta per il mio "battesimo da inchiostro" ...

Potresti sentire un po' freddo…

Ah! - con tutto che l'aveva avvertita, saltò un po' in aria quando la sua mano cominciò a spalmarle l'unguento freddo sulla pelle, ma fu una sensazione che passò quasi subito e che la portò, poi, a non sentire assolutamente più nulla.

… Ok… se hai delle domande da pormi questo è il momento giusto … se il dolore diventa insopportabile o se per qualsiasi motivo avverti il bisogno di muoverti avvertimi immediatamente, va bene?

Al momento non ho alcuna domanda, mi affido a te... e prometto di avvertirti se dovessi sentire che qualcosa non va! - confermò la mora, socchiudendo gli occhi e cercando di rilassarsi, magari anche cullata dal suono della musica - ... rendigli giustizia, okay? - gli chiese in un sussurro, riferendosi ovviamente al tatuaggio, o meglio, al disegno che gli aveva portato, e che sperava di ritrovarsi impresso sulla pelle esattamente nel modo in cui l'aveva disegnato.
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Messaggioda Jorge » 31/10/2015, 0:14

La prima impressione di Jorge su Margaret? Una ragazza bella, alla mano, simpatica, non eccessivamente esuberante - era davvero così posata o dipendeva solo dal fatto che erano in un negozio e per di più di tatuaggi? - aperta -curiosa, interessata - verso la cultura babbana pur essendo Purosangue. Fu con una naturalezza dolorosa che i pensieri del portoghese deviarono verso l'unica altra ragazza che conosceva ad avere tutte quelle caratteristiche. Victoria Randall, una perla rara -perché prima di allora tutte le Purosangue che aveva conosciuto erano risultate snob, altezzose e pervenute- che era riuscito a conquistare solo la Trama sapeva come e a perdere in un lampo.

Perché, ne hai conosciute molte?

Una sola!

Rispose con tono serio, abbozzando un sorriso tirato e malinconico. Pur non rimpiangendo la storia con l'americana - era andato avanti, come promesso alla sua sorellina, e si era autoconvinto che forse per aver disatteso così tanto le sue aspettative i sentimenti che provava verso di lei non erano così forti e profondi come aveva creduto - Jorge si sentiva sempre più come se avesse perso la sua occasione di essere felice. Con il commento precedente, quindi, aveva involontariamente sollevato un argomento spinoso per se stesso cosa che lo spinse a spostare subito conversazione e attenzione su un campo più neutro come il cellulare della ragazza e i progressi magitecnologici che il Mondo Magico aveva e avrebbe fatto grazie alla Novak. Chissà, forse in un futuro non troppo lontano avrebbero avuto anche dei magicellulari oltre che dei magiregistratori.

La cosa non mi stupirebbe, visto quello che è riuscita ad inventarsi finora! Sono un sacco comodi, peccato che la maggior parte dei Purosangue non voglia nemmeno sentirne parlare, quindi alla fine si ritorna sempre all'uso dei gufo e dei camini!

Se Margaret gli avesse letto nel pensiero, avrebbe scoperto quanto la sua decisione di farsi un tatuaggio fosse stata provvidenziale per l'umore dell'ex delfino. Aveva bisogno di una ventata di ottimismo -della prova che il suo prototipo di "ragazza ideale" non fosse una utopia - di novità -sarebbe riuscito a far si che l'altra non rimanesse una semplice cliente? - e anche di avvertire quel fremito di orgoglio verso le proprie origini che provava ogni qual volta le condivideva con un "non babbano". Soverchiato da tutte quelle sensazioni Jorge, diversamente dal solito, si ritrovò a flirtare, si sperava discretamente, con Margaret, offrendosi di prestarle la serie completa del telefilm che il suo disegno gli aveva evocato. Bé tecnicamente sarebbe stato Xavier a prestarglielo, ma quello era un dettaglio trascurabile. La cosa importante era che così avrebbe rivisto la ragazza e avrebbe potuto in invitarla a uscire per una birra, oltre a farle un check sullo stato del tatuaggio da professionista bravo e coscienzioso qual era.

Ah, magari!
Tanto, per eccesso di scrupolo, sarei passata comunque a farmelo controllare, perciò... volentieri, grazie!


Si! Si! Si!

Esultò mentalmente il portoghese, riuscendo con un grosso sforzo a non esternare la sua contentezza e a concentrarsi sul lavoro che avrebbe dovuto svolgere di lì a poco. Cercò quindi di rispondere in maniera chiara, esaustiva e il più possibile veritiera a tutti i quesiti che la Sanders gli porse, attingendo sia alla propria esperienza personale che a quella professionale, in particolar modo ai "sentito dire" dei clienti. Non avendo mai fatto un tatuaggio, per esempio, non poteva sapere se fosse una pratica dolorosa e quali fossero i punti più critici e probabilmente l'avrebbe ignorato ancora per parecchio tempo visto che voleva essere lui stesso a creare il tatuaggio, non solo il disegno ma anche e sopratutto il potenziamento.

Caspita... dev'essere molto complicato creare un tatuaggio potenziante, vero? Insomma, non puoi nemmeno fare le prove e poi eventualmente cancellarlo... almeno credo.

No, non si può...


Confermò con un sorriso divertito, evitando di addentrarsi in una spiegazione più lunga e dettagliata che probabilmente avrebbe annoiato a morte la ragazza e rivelandole l'esistenza di un unguento anestetizzante contro il dolore e del Pietrificus contro i movimenti improvvisi.

Non ci credo, e tu l'hai mai usato?!

Incassò la testa nelle spalle e le rivolse un ghigno a metà tra il furbo e l'innocente, come se volesse avvalersi della facoltà babbana di non rispondere perchè la risposta avrebbe potuto incriminarlo.

No mai, anche se l'ho desiderato spesso...


Confessò per poi sincerarsi che quello di Margaret non fosse una voglia passeggera, dettata da una particolare condizione emotiva o personale del momento, e farla quindi finalmente entrare nella sala dei tatuaggi al cui centro era disposta una sedia dall'aria inquietante che con un semplice tocco si trasformò in un comodo lettino.

Oh, ecco, così ci siamo decisamente di più!

Le rivolse quello che, sperava, fosse un sorriso tranquillizzante mentre l'invitava ad avvicinarsi alla sedia/lettino e le dava le istruzioni su come avrebbe dovuto sistemarsi su di esso in modo che la parte della schiena da tatuare fosse ben illuminata dall'enorme lampada che la sovrastava. Con gesti veloci indossò il camice da lavoro e, presi gli strumenti adatti, tornò alla sua postazione, uno sgabello regolabile sistemato vicino alla sedia/lettino, o almeno tentò di farlo. Vi era infatti un dettaglio che non aveva calcolato – o per meglio dire accantonato – e che adesso lo stava tenendo impalato come uno stoccafisso, con lo sguardo che seguiva attento ogni movimento della ragazza mentre in maniera sbrigativa e per nulla sensuale si liberava della maglietta, restando in reggiseno.

Troppa troppa troppa astinenza...

Si rimproverò, deglutendo il più silenziosamente possibile e ringraziando Merlino e tutti i maghi del passato per il fatto che Margaret gli stesse dando le spalle – meravigliosamente nude – e quindi non potesse notare l'espressione da ebete che sentiva star affiorando sul viso.

Vieni… Il disegno per favore poggialo su sul quel tavolino mentre tu devi sdraiarti qui, facendo in modo che la schiena si trovi più o meno qui...

Va bene così?

Perfetta.

Il tono di voce uscì più basso e roco del normale e dovette schiarirsela prima di poter riprendere a parlare e darle ulteriori indicazioni come la durata dell'operazione e la possibilità di scegliere una colonna musicale.

Uhm... hai della musica jazz?

Jazz… jazz… Non è uno dei generi che preferisco ma ... questo – e agitò in aria l'album che stava cercando – mi ha aiutato ad apprezzarlo.

Aveva avuto dei problemi all'inizio con i clienti che sceglievano quel tipo di musica perché, non essendo propriamente nelle sue corde, finiva per distrarlo. Non quanto le persone che, incapaci di stare zitti per più di dieci minuti di fila, tentavano in ogni modo di coinvolgerlo in sterili conversazioni. Aveva quindi passato mesi interi a Hogwarts a esercitarsi a disegnare e a studiare con quel tipo di colonna sonora, creando una personale compilation che finiva per mettere tutti d'accordo.

L'ho fatta io… - la compilation ovviamente – ci ho messo pezzi di vari autori che mi conciliano la concentrazione. Dimmi se ti piace...





Subito dopo Jorge tornò alla sua postazione, con o senza musica di sottofondo, a seconda della risposta di Margaret.

Nervosa?

Un po', ma sono pronta per il mio "battesimo da inchiostro" ...

Potresti sentire un po' freddo…

Ah!

… Ok… se hai delle domande da pormi questo è il momento giusto … se il dolore diventa insopportabile o se per qualsiasi motivo avverti il bisogno di muoverti avvertimi immediatamente, va bene?

Al momento non ho alcuna domanda, mi affido a te... e prometto di avvertirti se dovessi sentire che qualcosa non va!

[color=#0BF80]Benissimo.[/color]

... rendigli giustizia, okay?

Sarà come se l'avessi disegnato tu stessa…

Quella promessa quasi sussurrata fu l'ultima cosa che Jorge pronunciò per i successivi quaranta minuti e più. Il disegno che la Sanders aveva realizzato era tanto bello quanto complesso da realizzare tanto che in alcuni punti la fiducia del portoghese in se stesso e nelle proprie capacità aveva vacillato. Fortuna che aveva deciso di ottimizzare le energie e sfruttare subito le membra fresche e gli occhi riposati iniziando da quello che, per lui, era la parte più critica, e cioè le fronde dell'albero. Se avesse disegnato prima la parte finale della chiave, probabile che avrebbe stentato a giungere alla fine in tempi ragionevoli e con un risultato perfetto. Nonostante infatti fosse nel pieno delle energie dovette fermarsi più volte nel corso dell'esecuzione dei rami più piccoli e delle loro diramazioni per detergersi con una manica il sudore dalla fronte e confrontare il suo lavoro con l'originale. Nei punti più difficili il suo respiro – che si infrangeva a un ritmo regolare contro la spalla nuda della ragazza – rallentava fino a diventare quasi impercettibile come se stesse trattenendo il fiato, cosa che effettivamente era. Il viso era una maschera di concentrazione e determinazione, la stessa che aveva quando lavorava sul calderone o a un qualche composto alchemico.

Questi sono i momenti in cui mi piacerebbe renderli vivi, come le foto magiche…

Si era preso una piccola pausa, per raddrizzare la schiena, le ossa che scricchiolavano sinistramente, e sciogliere i muscoli del collo e delle spalle.

Se i rami e le foglie potessero ondeggiare come spinti da una lieve brezza sarebbe ancora più suggestivo… Il disegno per te è un hobby o una passione? - chiese poi, chinandosi nuovamente sulla sua tela vivente per riprendere il lavoro – Perchè secondo me hai talento e dovresti coltivarlo.

Ora che la parte più complessa del tatuaggio era conclusa Jorge si sentiva abbastanza sicuro di sé da poter scambiare qualche chiacchiera poco impegnativa con la ragazza – qualora avesse voluto – senza temere di distrarsi e mandare al diavolo tutto il lavoro fatto.

Stai avvertendo molto dolore? Cosa fai di bello nella vita? Oltre a disegnare tatuaggi ovviamente… E hai studiato a Hogwarts? - domande semplici a cui Margaret avrebbe potuto rispondere a sua volta con delle domande se avesse voluto – Su dai… un altro po' di pazienza e abbiamo finito...

Si richiuse quindi in sé stesso, raccogliendo ogni goccia di concentrazione residua per poter tracciare con precisione le dentellature della chiave, ignorando il bruciore agli occhi dovuto principalmente alla luce, troppo potente ma necessaria, prodotta dalla lampada.

Finito! - esclamò quando ormai era trascorsa più di un'ora, osservando orgoglioso il suo capolavoro – Puoi alzarti ma prima meglio se leghi i capelli e li tieni così per un po'… e non rimettere ancora la maglia.

Si raccomandò mentre si allontanava per riporre gli strumenti, lavarsi le mani e prendere alcuni barattoli.

Questi servono a proteggere sia il disegno che la tua pelle, evitando infiammazioni, infezioni e simili– le spiegò mentre, una volta che si fu seduta sul lettino, le cospargeva sulla parte tatuata una generosa dose di crema anti infiammazione e un unguento stabilizzante. - Questa invece è per te – continuò facendo il giro fino a trovarsi di fronte a lei porgendole un tubetto – E' una pomata impermeabile. La devi applicare prima di fare la doccia per rendere la pelle immune all'acqua.

A quel punto c'era solo una cosa da fare: evocare uno specchio e chiederle:

Gli ho reso giustizia?


Spoiler:
I° Tiro= 11/Concentrazione + 6/d20= 17

II° Tiro= 11/Concentrazione + 1/d20= 12

III° Tiro= 11/Concentrazione + 5/d20= 16

IV° Tiro= 11/Concentrazione + 9/d20= 20

V° Tiro= 11/Concentrazione + 12/d20= 23


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Messaggioda Margaret » 01/11/2015, 22:49

Una sola!

Capisco...

Non le serviva certo leggergli nel pensiero per comprendere il motivo di quell'aria malinconica: lo capiva, perché era la stessa che le aleggiava sul volto quando qualcosa - o qualcuno - le ricordava il tempo in cui era felice, prima di mandare tutto all'aria per... non si sapeva bene cosa; era chiaro che Jorge stesse soffrendo, o avesse sofferto in un passato troppo lontano, per amore, e che Margaret, col suo modo di fare, gli avesse ricordato la ragazza con cui non stava più.
Fu per quella consapevolezza, per evitare di girare il coltello nella piaga, che non domandò altro a riguardo, concentrandosi invece sull'utilità dei cellulari babbani e su quanto, nonostante questo, moltissimi Purosangue preferissero comunque proseguire con mezzi di comunicazione di stampo prettamente magico, benché meno istantanei ed efficienti; e continuando sulla scia babbana, fu ben felice di potersi far prestare una serie tv dal biondo, che sarebbe passata a prendere di lì ad un paio di settimane, quando sarebbe stato necessario farsi controllare il tatuaggio.
Se avesse saputo che, nell'ottica di Jorge, quello era quasi una sorta di appuntamento - o un incontro che avrebbe potuto portare ad un appuntamento - avrebbe messo subito in chiaro che non cercava alcuna storia per il momento, e che tutto ciò che poteva offrirgli era una sincera quanto platonica amicizia, ma non poté dire nulla di tutto questo, correndo quindi il rischio inconsapevole di illuderlo, in qualche modo.
A parte questo, la conversazione tra loro proseguì senza intoppi, ed anzi, grazie allo scambio di battute col ragazzo, la Sanders poté farsi anche un paio di risate, prima di concentrarsi sul sistemarsi adeguatamente lungo il lettino sopra il quale sarebbe rimasta per... un paio d'ore? In ogni caso, Margaret si tolse la maglia e si scostò i capelli, appoggiandosi poi a pancia in giù fino a che Jorge non le diede conferma che andasse bene.

Jazz… jazz… Non è uno dei generi che preferisco ma ... questo mi ha aiutato ad apprezzarlo.

Allora sono molto curiosa di ascoltare!
Che cd è?


L'ho fatta io… ci ho messo pezzi di vari autori che mi conciliano la concentrazione. Dimmi se ti piace...

Appena le prime note si diffusero nell'aria, Margaret chiuse gli occhi e cominciò a muovere le dita a ritmo, con un sorriso leggero sulle labbra come testimone che ciò che stava ascoltando le piaceva molto e, proprio come sperato, la rilassava anche.
Fu con quelle note nelle orecchie e la promessa che Jorge avrebbe reso giustizia al suo tatuaggio, che il "battesimo d'inchiostro" della Sanders ebbe inizio: la prima parte del lavoro, il ragazzo la portò a compimento in religioso silenzio, e Maggie non provò in alcun modo a parlare o a distrarlo, concentrandosi piuttosto solo sul jazz che riempiva la stanza.

Questi sono i momenti in cui mi piacerebbe renderli vivi, come le foto magiche…

Uhm? - era talmente concentrata sulla musica e sul rimanere ferma che quando Jorge parlò, quasi la mora si ritrovò a sobbalzare, riuscendo però a controllarsi per tempo.

Se i rami e le foglie potessero ondeggiare come spinti da una lieve brezza sarebbe ancora più suggestivo…

Anche se poi sarei seriamente costretta a nasconderlo nel mondo babbano, perché non saprei proprio che inventarmi! - esclamò lei, con un sorriso.

Il disegno per te è un hobby o una passione? Perchè secondo me hai talento e dovresti coltivarlo.

Entrambe.
Mi piace, mi distrae dai brutti pensieri e mi fa sentire bene, ed è un'arte a cui mi dedico in ogni momento libero... anche se non posso dire che da domani in poi ne avrò molto.


Non dal momento in cui il suo lavoro all'Underground passerà da un part-time al tempo pieno.

Stai avvertendo molto dolore?

In realtà molto poco... al di là dell'anestetizzante che mi hai applicato prima, devo dire che hai un tocco leggerissimo! - si complimentò con lui, ovviamente senza muoversi: ad essere onesti avrebbe tanto voluto sgranchirsi un po' le gambe, ma non avrebbe azzardato alcun movimento fino a che Jorge non le avesse dato il permesso di farlo.

Cosa fai di bello nella vita? Oltre a disegnare tatuaggi ovviamente… E hai studiato a Hogwarts?

Lavoro all'Underground come barista... lo conosci? - essendo il pub più famoso di Londra era piuttosto scontata la sua risposta, ma non si poteva mai dire - Prima era solo un passatempo, ma mi servono soldi, quindi lo farò diventare un lavoro a tempo pieno. - o addio indipendenza - A dire il vero no, ho studiato alla Cyprus!
Tu, invece? Hogwarts, suppongo, ma non saprei proprio dire in quale Casata...


Anche perché le conosceva poco, le Casate di Hogwarts.

Sai, conosco il docente di Trasfigurazione, Lucas Turner! Mi ha fatto da tutor in America, per un periodo... ne hai una buona opinione? - forse lei era poco obiettiva, pur dubitandone.

Su dai… un altro po' di pazienza e abbiamo finito...

Meno male, non sai che voglia ho di camminare! - ammise Margaret con un sospiro leggero - Però mettici tutto il tempo che ti serve, non voglio che ti bruci gli occhi a causa mia!

Attese ancora, non seppe dire per quanto, ma non aveva importanza: con la musica che le echeggiava nella mente, arrivò quasi ad addormentarsi, fino a che la voce di Jorge non la risvegliò dal suo torpore.

Finito! Puoi alzarti ma prima meglio se leghi i capelli e li tieni così per un po'… e non rimettere ancora la maglia.

D'accordo! - esclamò Margaret, palesemente eccitata all'idea che il tatuaggio fosse finito: raccolse i capelli in uno chignon scomposto e molto naturale e, lentamente, si mise seduta, muovendo le dita dei piedi dentro le scarpe mentre l'altro le mostrava alcuni barattoli.

Questi servono a proteggere sia il disegno che la tua pelle, evitando infiammazioni, infezioni e simili.
Questa invece è per te.


Cos'è?

E' una pomata impermeabile. La devi applicare prima di fare la doccia per rendere la pelle immune all'acqua.

Ah, d'accordo, prima della doccia, perfetto!

In fondo non era difficile da ricordare; quando poi Jorge le mise di fronte lo specchio, in modo tale che potesse osservare la sua opera finita, la Sanders si ritrovò ad essere molto nervosa... nervosismo che svanì non appena lo vide.

Gli ho reso giustizia?

È... è perfetto.

Sussurrò Maggie, rapita dalla bellezza di ciò che stava osservando: il tatuaggio era esattamente come l'aveva immaginato, in ogni singolo particolare; era felice di averlo impresso sulla pelle, e grata all'altro per aver svolto un così eccellente lavoro.

Sei stato bravissimo Jorge, wow, bravo!
Ti abbraccerei, ma immagino non sarebbe molto il caso...


Un po' perché era in reggiseno, un po' perché praticamente non lo conosceva ed un po' perché, in realtà, egli non aveva fatto altro che svolgere il proprio lavoro: però poteva sorridergli con felice riconoscenza, facendogli così capire di averla resa seriamente molto, molto soddisfatta.
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Margaret
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