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Ingresso Campo

Messaggioda Alexis » 21/02/2012, 18:21

Non stava andando proprio così male, no?
Insomma, già il semplice fatto di non essere ancora caduta dalla scopa per lei era un grande risultato: stava sospesa a parecchia distanza da terra, la Nimbus era ancora tra le sue mani ed era persino riuscita a sterzare un pochino... Ferdy ne sarebbe stato soddisfatto?

Bhe... Io credo che seppur il movimento è esatto, il tuo agire è un po poco fluido, devi lasciarti andare maggiormente, meno rigida, più sciolta, grinta, devi essere più volenterosa... quasi a volerla sfidare, a sfidare la forza di gravità, giocandoti di lei! Avanti, proviamo a salire ancora... Avanti sciogliti, Alexis...

Salire ancora?!

Ripeté Alexis quasi sperando di aver sentito male: purtroppo per lei no, il Corvonero non era in vena di battute e stava seriamente proponendo alla ragazza di salire ancora prendendo nel contempo ancora più confidenza con la scopa, sciogliendo un po' il proprio corpo del tutto rigido al momento per riuscire forse anche a godersi quell'esperienza.

Temo che l'unica cosa che sarò in grado di godermi è una bella visita in infermeria...

Si disse la Delfina, stringendosi il labbro inferiore tra i denti senza però replicare oltre: se Ferdy le stava facendo fare tutto ciò era perchè evidentemente credeva in lei e nelle sue capacità, e non se la sentiva di deluderlo; socchiuse gli occhi ed iniziò a respirare lentamente, facendo pressione sui propri muscoli per rilassarli. Le ci volle un po' - tempo nel quale forse il Corvonero la prese per pazza - ma alla fine si sentì pronta a muoversi e dunque puntò il manico della scopa leggermente verso l'alto, così da farla salire ancora più su.

Ferdy... ma se cado tu mi prendi vero?

Domandò con voce tremante Alexis, del tutto a disagio ad un'altezza per lei così eccessiva: c'era poco da fare, gli esseri umani avevano dei limiti e per lei, per quanto in tante altre cose fosse brillante, il volo sembrava essere uno di quelli.
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Messaggioda Ferdy » 26/02/2012, 15:28

Salire ancora?!

Ferdy le rispose con un sorrisino tra il triste e il divertito. Lì con lei c'era lui, e non sarebbe potuto accadere nulla, inoltre riponeva fiducia in lei, ed era sicuro che non ci sarebbero stati imprevisti quel giorno, sentiva di avere la fortuna dalla sua, e raramente si fidava di quelle sensazioni, per cui voleva dire che era davvero una giornata straordinaria. Sembrava che avesse bevuto una Felix Felicis, la pozione della fortuna, ma aveva smesso di credere in quegli intrugli dopo i suoi G.U.F.O, con la filosofia che la vita andasse vissuta come veniva, senza alterazioni, perché la vita è bella, soprattutto dopo aver incontrato Alexis Parker.
Poi la vide riprendere concentrazione, seppur lentamente, quella era una cosa che avrebbe velocizzato con il tempo, puntò la Nimbus verso l'alto e la vide prendere ancora quota; lui decise di rimanere lì, nel caso sarebbe successo davvero qualcosa lui sarebbe stato pronto a intervenire in maniera più veloce. Alexis si voltò ancora, con fare incerto, dovuto probabilmente all'altezza a cui si trovasse:

Ferdy... ma se cado tu mi prendi vero?

Ancora una volta annuì con il capo, un sorriso ben pronunciato in sua direzione:

Certamente, ci sono qui io...

Gli occhi sembravano emettere più bagliore del suo sorriso smagliante, ma non si curò di nasconderlo, perché era sicuro che la ragazza non lo avrebbe notato da lassù.

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Messaggioda Alexis » 28/02/2012, 18:43

Certamente, ci sono qui io...

E meno male che Ferdy era lì, perchè Alexis non era troppo convinta di potercela fare da sola: i due continuarono così a volare in quel modo, salendo un pochino, virando lentamente e poi riscendendo, fino a che la Delfina non si sentì finalmente più sicura di sé; certo, con tutta probabilità non aveva mai raggiunto l'eccellenza, ma per lo meno i suoi voti pratici sarebbero stati sufficienti a permetterle la promozione in quella materia, ed era quello che alla ragazza interessava.

Che ne dici, scendiamo?

Propose così al ragazzo, e se lui le avesse detto di sì allora la Delfina sarebbe planata lentamente a terra, posando i piedi a terra con dolcezza prima di sorridere al Corvonero con aria riconoscente.

Non so davvero come avrei fatto senza di te... sei stato gentilissimo e davvero paziente.
Non avrei potuto chiedere un insegnante migliore.


Gli disse con un sorriso sincero, azzardandosi - in uno slancio di gratitudine improvvisa - ad abbracciarlo brevemente, prima di staccarsi da lui con aria imbarazzata: ma che le era saltato in mente? E se a lui avesse dato fastidio?!

Ehm... m-mi dispiace, non so cosa mi sia preso.
Scusami tanto.


No, lei non aveva la minima esperienza in materia di rapporti con l'altro sesso, era timida ed ingenua... forse la Prefetta dei Draghi non aveva tutti i torti a definirla "faccina d'angelo". In ogni caso, la Delfina si scostò i capelli dal viso, si morse appena il labbro ed infine tornò a guardare Ferdy seppur ancora molto imbarazzata.

Che ne dici... torniamo al castello insieme?
Ho ancora un po' di tempo per studiare prima di andare a cena...
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Messaggioda Ferdy » 08/03/2012, 21:31

E così volarono, tranquilli, e poté cogliere come la Delfina fosse più tranquilla, sciolta, dopotutto non era male nel fare l'insegnante; salirono un po, ma poi convenne che era meglio abbassarsi di quota: non doveva far compiere passi da gigante, non era così che si apprendeva. Per quel giorno bastava e avanzava, Alexis aveva raggiunto ottimi risultati, e di questo ne era soddisfatto. Assaporò l'aria fresca e si sentì in un certo qual modo più pulito internamente, poi sospirò, prima che la ragazza si rivolgesse a lui:

Che ne dici, scendiamo?

Annuì con il capo e poi inarcò la scopa verso il basso, perdendo quota lentamente, al passo della Delfina: quando toccò terra si sentì molto più leggero, come se avesse delle molle sotto i piedi. Scese con un balzo mentre la scopa rimase per un secondo a mezzo metro da terra, per poi posarsi infine sul prato smeraldo. Si voltò raggiante verso la ragazza:

Non so davvero come avrei fatto senza di te... sei stato gentilissimo e davvero paziente.
Non avrei potuto chiedere un insegnante migliore.


E poi lo abbracciò, improvvisamente, rimanendo per un attimo sorpreso, per poi ricambiare anche lui calibrando la forza delle braccia mentre la stringeva, dolcemente... Si sentì ancor più leggero, per un attimo. Il cielo era azzurro e il sole sprizzava energia e, anche se potesse sembrare stupido, lui trovò la simiglianza del suo stato d'animo con l'energia del sole di quel giorno. Ma poi la Delfina si allontanò, evidentemente imbrazzata...

Ehm... m-mi dispiace, non so cosa mi sia preso.
Scusami tanto.


No, non scusarti...

Rispose in fretta; era stata naturale perlomeno, e questo lo rese ancor più felice, perché la spontaneità proveniva dal cuore, non dal cervello, e ciò era un buon segno, no? Voleva forse dire che la ragazza stava bene in sua presenza, almeno sapeva di essere partito con il piede giusto, era già qualcosa...

Che ne dici... torniamo al castello insieme?
Ho ancora un po' di tempo per studiare prima di andare a cena...


Si guardò intorno e in quel momento un istinto lo spingeva ad agire, ma poi convenne che era meglio di no, e si apprestò a rispondere...

Certamente!

E fecero per andarsene, ma poi improvvisamente le afferrò la mano, e ciò gli ricordo l'incontro precedente, in riva al lago, le scostò una ciocca di capelli, e la baciò, intensamente, trovando che quella fosse la cosa più dolce che avesse mai provato in vita sua; poi si staccò e abbassò lo sguardo con fare imbarazzato.

Scusami... Io non...

Come l'avrebbe presa?! Magari l'avrebbe preso a schiaffi, dopotutto se li sarebbe meritati, così, improvvisamente... Però come si è soliti dire... "Al cuor non si comanda!"... Ferdy Stone questo l'aveva sperimentato.

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Messaggioda Alexis » 09/03/2012, 17:06

Certamente!

Poteva definirsi felice: aveva finalmente imparato a sopportare di più la sensazione di volare sopra una scopa, aveva probabilmente rimediato alle figuracce fatte precedentemente con uno studio pratico che le sarebbe stato molto utile, ed infine aveva passato del tempo con una persona che comunque stimava e che considerava una piacevole compagnia.
Alexis prese la scopa nella mano sinistra e fece dunque per avviarsi verso il castello, quando accadde l'impensabile: Ferdy la prese per mano e, attirandola verso di sé, le scostò i capelli dal viso e le diede un bacio sulle labbra.

.... !!!

Alexis sbarrò gli occhi, incredula, non sapendo minimamente come reagire: quando lui si staccò, imbarazzato, scusandosi con lei, la Delfina non seppe proprio cosa dire.

Scusami... Io non...

Un bacio.
Anzi, il bacio. Il suo primo, per la precisione.
Lei, così pura e casta come tutti la dipingevano, che non aveva mai nemmeno tenuto per mano un ragazzo... era stata baciata.
Si portò una mano alle labbra, sfiorandole appena: erano calde, e probabilmente sapevano di lui.
Non sapeva cosa dire, non sapeva cosa fare, non sapeva nemmeno dove guardare: Ferdy era una compagnia piacevolissima per lei, era indubbiamente un bel ragazzo e di buon carattere... ma sarebbe bastato questo a farle desiderare di baciarlo, se non l'avesse fatto lui per primo? Se il Corvonero non avesse preso l'iniziativa, l'avrebbe fatto lei?
No, forse non ancora perchè sarebbe stato troppo presto, magari più avanti si sarebbe sentita in grado di farlo... ma ormai era successo, e non si poteva tornare indietro.

D-devo... devo andare...

Mormorò Alexis, alzando un momento gli occhi su di lui prima di dargli le spalle e scappare via senza possibilità di essere fermata: scappare era da vigliacchi e lei lo sapeva, però non c'era null'altro che potesse fare in quel momento, troppo sconvolta per poter dire qualcosa.
Che poi, che avrebbe potuto dirgli? Grazie? No, sarebbe stata una reazione davvero pessima: meglio andare via allora, assorbire la cosa e la prossima che si sarebbero visti... allora avrebbe saputo cosa dirgli.
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Messaggioda Jorge » 10/11/2012, 22:41

[Ingresso campo da Quidditch – ore 16.00]


Si era sentito un po’ stupido quando aveva inviato un gufo al Professore di Volo, visto che lo vedeva a lezione, in Sala Grande e lo incontrava spesso per i corridoi del Castello. Ma nonostante fosse in parte uno studente come lui il fatto che durante l’ora di Volo vestisse appunto i panni del docente lo rendeva restio e non poco a fermarlo per strada – come dicono i babbani – per chiedergli un incontro. Andare nel suo ufficio, poi, era del tutto fuori discussione, non voleva che la cosa avesse un tono troppo formale e qualcosa gli diceva che se si fossero incontrati in un terreno neutrale, anzi consono a Stone, allora di sicuro lui sarebbe stato più propenso a dargli una mano. Eh già perché Jorge doveva chiedergli un favore e anche uno grosso, almeno a suo parere, e non voleva avere testimoni. Per fortuna il Corvonero aveva accettato di buon grado di incontrarlo fuori dal Castello.

Devo essere tranquillo, non sembrare nervoso…

Cercava di studiare una sorta di strategia per affrontare Ferdy mentre entrava nel campo da Quidditch, le manine infilate nelle tasche del mantello che teneva aperto sul davanti e che il vento faceva svolazzare come le ali di un pipistrello.

Chissà da dove verrà…

Si chiese, spostando lo sguardo dal punto che aveva appena varcato al cielo visto che in molti gli avevano detto che il Prof di solito quando aveva del tempo libero si concedeva dei voli sulla scopa.
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Messaggioda Ferdy » 11/11/2012, 0:02

[Ingresso Campo da Quidditch - ore 16.02]


Il gufo che aveva ricevuto lo aveva sicuramente incuriosito e anche entusiasmato: di rado Ferdy Stone riceveva dei gufi da parte degli studenti, soprattutto in veste da insegnante. Diciamo che il Volo era una di quelle materie per cui uno studente dovesse avere meno problemi: chiarezza e praticità, infatti, erano alcune delle caratteristiche che richiamavano l'interesse da buona parte degli alunni della scuola.
Come rinunciare al Volo? Era una di quelle materie che permettevano di staccare la spina, in effetti, e che pochi disprezzavano a prescindere se fossero negati o meno. Alla fine, come in ogni sport, bisognava avere una predisposizione, nel senso che si, le abilità si potevano acquisire, ma non potevano di certo raggiungere il livello di un ragazzo capace: era una dote o che si aveva nel sangue oppure che poteva essere solo un hobby o passione, giusto per sfatare le illusioni. Lui, non avrebbe mai pronunciato quelle parole alla presenza degli studenti, non era lì per deluderli, anzi, una delle competenze di un professore doveva essere appunto quella di infondere la forza agli studenti di inseguire e non mollare i propri sogni: un giorno, autonomamente, essi avrebbero capito tutto da sé, e quel giorno sarebbero stati ben lontani dalle mura del castello, chissà, forse con una 24 ore alla mano, nel Ministero della Magia.

Spero di non aver fatto tardi...

Pensava il Prefetto, mentre attraversava i prati del castello, oramai nei pressi del Campo da Quidditch, nel quale aveva sempre visto un arena, il suo campo di battaglia, dove sudore e fatica potevano portare la squadra alla vittoria.
Così varcò l'ingresso, chiudendosi il grande portone di legno alle spalle e percorrendo il breve corridoio coperto che poi lo avrebbe catapultato nel campo da Quidditch.
Jorge Alvares, il ragazzino che gli aveva fatto recapitare il gufo, lo attendeva lì, serio: era un ragazzino vivace, aveva sentito dire, ma anche parecchio capace, almeno nella sua materia non aveva mai dato problemi.

Jorge, perdonami il lieve ritardo...

Disse, mentre si avvicinava con passo lungo al Delfino, porgendogli il pugno su cui lui avrebbe dovuto poggiare il proprio: un saluto da sportivi, in modo da far sciogliere il piccoletto, il quale sembrava abbastanza teso, o forse intimidito dalla situazione.

E' successo qualcosa per cui debba preoccuparmi?

Disse poi, sapendo comunque che non era lì per quello, visto che se era successo qualcosa di particolare, come un bisticcio tra compagni, c'era il Prefetto o il Caposcuola a fargli da consulente.
Era estremamente curioso di sapere il motivo di quell'incontro.

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Messaggioda Jorge » 11/11/2012, 12:33

Jorge, perdonami il lieve ritardo...

La voce del Professore lo colse alle spalle, mentre teneva il volto all’insù sperando di vederlo arrivare in volo sulla scopa. Sobbalzò quindi e anche vistosamente, per poi voltarsi e posare sul docente uno sguardo un po’ deluso.

Non si preoccupi Professore non sono qui da molto.

Disse quindi, con un lieve tentennamento nella voce mentre gli dava del voi come faceva con tutti gli adulti. Non si azzardava infatti a dargli del tu solo perché lui lo aveva chiamato per nome, poteva essere una sorta di trabocchetto anche se la sua sorellina gli aveva detto che era un tipo alla mano e che non se la tirava come tutti gli altri docenti.

Forse perché in parte è ancora uno studente.

Pensò il delfino, scuotendo poi la testa per far sparire quei pensieri decisamente inutili.

E' successo qualcosa per cui debba preoccuparmi?

No no nulla – si affettò a rispondere, tirando fuori le manine dalle tasche e agitandole davanti al viso – Volevo dirle che la sua lezione sulle tattiche del Quidditch è stata stupenda… - non stava facendo il lecchino babbano, davvero la lezione l’aveva entusiasmato, anche se in quel modo riusciva a prendere tempo per cercare il modo di arrivare al nocciolo del suo problema – solo che…per quanto ho scoperto che adoro volare… ho paura di non essere proprio portato…

Confessò, sicuro che al docente non era sfuggito il modo molto poco sicuro con cui aveva cavalcato la scopa durante l’esercitazione e il rischio di scontrarsi contro i suoi compagni che aveva evitato più volte per un soffio.

Volevo chiederle se esistono degli esercizi che permettono di migliorare la tenuta su una scopa…Sa una sorta di esercizi di riscaldamento o di allungamento.. un po’ come fa chi pratica sport babbani…
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Messaggioda Ferdy » 15/11/2012, 22:21

Non si preoccupi Professore non sono qui da molto.

Lo rassicurò il piccolo Delfinazzurro; ma ora la preoccupazione riguardo al fatto se avesse fatto o meno ritardo era svanita: era molto curioso di conoscere le motivazioni per cui Alvares lo aveva convocato.
La prima ipotesi che Ferdy formulò nella mente era legata a qualche dubbio per qualcosa che aveva spiegato nell'ultima lezione, ma anche lì fu costretto a rivalutare l'idea in quanto se così fosse stato Jorge sarebbe andato direttamente nel suo ufficio, senza bisogno di convocarlo lì, al Campo di Quidditch.
Quando Ferdy gli chiese, dunque, se fosse accaduto qualcosa per cui allarmarsi, il bambino si affrettò a placare qualunque preoccupazione. Perlomeno non si era cacciato in qualche altro guaio: aveva sentito in giro che fosse piuttosto vivace e un poco incline alla trasgressione delle regole: poteva capirlo, anche lui era uno studente del resto.

No no nulla - Ferdy assunse ulteriormente un'aria interrogativa, non capendo ancora - Volevo dirle che la sua lezione sulle tattiche del Quidditch è stata stupenda… - rimase lusingato da quel complimento, subito le guance avvamparono e un sorriso spuntò sul viso abbronzato - solo che…per quanto ho scoperto che adoro volare… ho paura di non essere proprio portato…

Ferdy scoppiò in una risata, che non voleva di certo essere di scherno nei confronti di Jorge, ma aveva tutta l'aria di essere una risata comprensiva.
In realtà aveva notato Jorge durante l'esercitazione pratica: si muoveva con poca decisione, certo, ma non aveva mai pensato che fosse dovuto ad un problema di base, ma credeva che fosse connesso all'inesperienza o al semplice fatto che stesse applicando delle tattiche nuove.
Oramai aveva compreso il vero motivo per cui Jorge fosse lì: lui voleva forse un aiuto extra?

Ho notato la tua insicurezza, si...
Sono contento che tu ne abbia voluto parlare.


Volevo chiederle se esistono degli esercizi che permettono di migliorare la tenuta su una scopa…Sa una sorta di esercizi di riscaldamento o di allungamento.. un po’ come fa chi pratica sport babbani…

Ancora con lo stesso sorriso gentile di prima roteò gli occhi in sù, come per volerci pensare, ma la risposta la sapeva già: non esistevano degli esercizi specifici a riguardo, in quanto era un problema psicologico; tutto stava nell'imporsi una sicurezza, di instaurare il legame.
Il suo caso era molto simile a quello di Alexis, in effetti: sperava che non fosse un problema di tutti i Delfinazzurro, a questo punto.

Mi dispiace doverti deludere, Jorge, ma la risposta alla tua domanda è no...
Tuttavia... Credo che la VicePreside ci possa concedere una lezione extra per cercare di far fronte al tuo "problemino", mmh?!


Propose lui, cercando di tranquillizzarlo il più possibile.
Gli diede una leggera pacca sulla spalla e gli fece un occhiolino; Monique, sicuramente, avrebbe acconsentito a tale concessione, dopotutto l'aveva già fatto una volta, no?
Le avrebbe mandato un gufo quel pomeriggio stesso in modo da potersi incontrare il prima possibile e soprattutto, prima della chiusura dell'anno scolastico.

Non c'è bisogno di allarmarsi tanto, Jorge... Ma, te lo chiedo per cortesia, dammi del "tu".

Chissà, Jorge aveva altro da chiedere? Forse sì, poiché se l'aveva convocato lì un altro motivo ci doveva pur essere.
L'avrebbe ascoltato; almeno per quanto lo riguardasse, il Prefetto non aveva fretta di andare.

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Messaggioda Jorge » 17/11/2012, 15:44

Aveva chiesto al Professore di Volo di incontrarlo al campo da Quidditch, spinto dalla figuraccia che aveva fatto a lezione, contando sul fatto che quello, essendo in parte ancora studente, non lo avrebbe trattato con sufficienza, o peggio come aveva fatto la Bennet. Non appena però si era trovato di fronte al ragazzo, tutte le certezze di Jorge erano vacillate, spingendolo a prendere tempo congratulandosi per la lezione. Certo era una cosa che pensava davvero, ma in un’altra circostanza non lo avrebbe mai ammesso per non fare la figura del lecchino. Alla fine però aveva dovuto cedere, giusto per evitare che anche Ferdy pensasse che lui era solo un’inutile perdita di tempo, e confidargli che temeva che non fosse portato per volare.

Ho notato la tua insicurezza, si...

Inutile che la risata che proruppe dalle labbra del docente fecero subito pentire Jorge di essere andato da lui. Il delfino assottigliò gli occhietti celesti e strinse le labbra in una linea sottile per evitare di dire qualcosa di spiacevole che gli sarebbe di sicuro costata una punizione colossale.

Sono contento che tu ne abbia voluto parlare.

Davvero?

Quell’esclamazione stupefatta gli scivolò fuori dalla bocca prima ancora che se ne rendesse conto, troppo sbigottito dal non aver notato traccia di scherno nel tono di voce dell’altro per poter badare alla forma. Ma fu un attimo, e subito dopo, rincuorato da quella osservazione, Jorge tornò a un tono più formale chiedendo quindi se esistessero degli esercizi di riscaldamento propedeutici al volo, come in ogni sport babbano.
La mimica del docente non gli piacque per nulla, gli sapeva molto di presa in giro, ma dopo un anno e mezzo di lezioni il portoghese pensava di aver compreso che quello semplicemente era il modo che l’altro aveva di rapportarsi con gli studenti, un po’ il suo marchio di fabbrica come il mugugnare di Vastnor o l’essere telegrafica della Vilvarin.

Mi dispiace doverti deludere, Jorge, ma la risposta alla tua domanda è no...

Ah….

Una sola sillaba in risposta a quella affermazione così carina di frustrazione e speranze infrante che se fosse stata materiale si sarebbe infranta sul campo erboso con un tonfo enorme.

Tuttavia... – e qui Jorge puntò i suoi occhi celesti sul viso del docente in un’aperta attesa speranzosa di cui da lì a poco si sarebbe pentito - Credo che la VicePreside ci possa concedere una lezione extra per cercare di far fronte al tuo "problemino", mmh?!

Quindi non crede che possa essere una perdita di tempo aiutarmi a migliorare nel volo?

La domanda venne pronunciata tutto d’un fiato, come se il delfino, dopo aver combattuto una battaglia interiore sul tacere per evitare che cambiasse idea o sul parlare per togliersi il dubbio e, vinta la seconda opzione, avesse temuto che la sua voce, arbitrariamente, potesse cambiare idea.
Decisamente l’incontro con la Bennet aveva minato la sua sicurezza e la sua autostima, e per quanto fosse deciso a dimostrarle quanto era bravo e che valesse la pena insegnarli qualcosa d’extra, e nonostante tutte le rassicurazioni di Cappie e il sostegno della sua Ninfa, sembrava quasi che Jorge avesse bisogno di conferme sul suo essere un bravo studente in cui si poteva investire tempo ed energie.

Sono prontissimo a qualche lezione extra… anche teoriche se necessario - aggiunse, troppo entusiasta per accorgersi della pacca che Stone gli aveva dato su una spalla – Voglio entrare nella squadra dei Delfini l’anno prossimo quindi devo essere bravissimo.

Era la prima volta che lo diceva a qualcuno e lo sguardo determinato che si dipinse nei suoi occhi doveva rendere chiaro all’altro che era serio e che nulla e nessuno gli avrebbe impedito di raggiungere il suo obiettivo.

Non c'è bisogno di allarmarsi tanto, Jorge... Ma, te lo chiedo per cortesia, dammi del "tu".

Ma veramente… cioè… lei adesso è un mio professore… - cercò di rifiutarsi Jorge – però durante le lezioni di Cure siedi vicino a me – continuò, passando al tu perché aveva pensato all’altro come un suo compagno di corso – Uff che confusione…. vabbè facciamo così il “lei” quando ho bisogno del Prof e il “tu” quando parliamo di altro.

Propose alla fine, con un sorriso soddisfatto per il compromesso raggiunto. Ma la soddisfazione durò pochissimo visto che subito dopo Jorge prese a guardarsi la punta delle scarpe, indeciso se continuare a parlare o meno. In realtà c’erano altre due cose che gli ronzavano nella testa e di cui sentiva il bisogno di parlare con qualcuno, ma non un “qualcuno femmina” ma bensì un “qualcuno maschio”. E questo per lui, che aveva prevalentemente amicizie femminili, era un grosso problema. Però adesso il prof gli stava proponendo di dargli del tu, quindi forse poteva anche azzardarsi a fargli quella domanda. L’unico problema era che si trovavano troppo a portata di orecchio di chiunque fosse di passaggio e così la sua riservatezza gli impedì per il momento di formularla.

Crede che potremmo iniziare subito? – chiese invece, usando il “lei” perché stavano ancora parlando da studente a professore, pensando e forse volteggiando per aria si sarebbe sentito più a suo agio – Giusto un volo di prova con una delle tattiche più semplici…

E rivolse a Ferdy un’occhiata speranzosa e birichina: non era certo che fosse qualcosa che si potesse fare ma di sicuro lui non lo avrebbe raccontato a nessuno.
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