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Baton Rouge

Messaggioda Anko » 26/11/2017, 20:28

2113年 10月 24日 (Venerdì)
Baton Rouge, Louisiana
Ore 21 Minuti 46


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Il rombo della moto sovrastava qualsiasi altro rumore, mentre sorpassava con perfetti slalom le macchine che correvano lungo la strada principale. Anko Minazuki era eccitata, mentre lo sguardo si abbassava solo per qualche istante sul quadrante, osservando la lancetta sfiorare sempre più pericolosamente i 160. Sapeva di essere una pazza scriteriata a correre in quel modo su una strada tanto trafficata, ma sapeva anche che la magia -sua fida alleata- le avrebbe permesso di evitare qualunque ostacolo. Non temeva per la propria vita e non temeva per la vita degli altri. Aveva il pieno controllo di sé, del veicolo che stava guidando e di quella situazione.
Era stata una vera sorpresa scoprire la presenza di un Amakura nella vita di Kurosawa Kirie. Una scoperta che Anko aveva mantenuto segreta, elaborando un piano nel momento stesso in cui aveva visto Itsuki mettere K.O. gli scagnozzi della famiglia di Kirie. Nessuno sapeva dove trovare la futura Capofamiglia ma, se la Minazuki avesse giocato bene le sue carte, avrebbe potuto scoprirlo, convincere la MagiDottoressa a rientrare in Giappone e prendere finalmente il posto che le spettava come sua guardia del corpo. Un piano perfetto, che prevedeva momenti di spionaggio della vita di Itsuki, in attesa di trovare un indizio sull'esatta ubicazione della nuova dimora della ex Morimoto. In attesa di potersi scontrare con l'Amakura, vincere lo scontro e lavare finalmente l'onta che vedeva i Minazuki come secondi a quella famiglia di traditori privi di onore.

Amakura... Non mi sfuggirai...

Arrivata nel punto dove a breve si sarebbe materializzato l'Ignis, la Minazuki spense la moto, parcheggiandola e sistemando il casco al suo interno prima di renderla invisibile grazie al dispositivo magico installato su di essa. Sbuffò aria dalla bocca per scostare una ciocca di capelli che continuava a finirle davanti agli occhi. Una seccatura, ma in quel momento erano altro i pensieri che sfioravano la mente della giapponese.

Centro.

Sguardo serio e mise da perfetta motociclista: pantaloni, maglietta attillata con scollatura, stivali alti, giubbotto di pelle in tinta con i pantaloni e guanti a mezze dita. Al collo, la sua fidata arma, il naginata, mentre la bacchetta era nascosta all'interno della giacca. Non aveva bisogno di altro Anko per portare avanti il proprio piano. Doveva solo attendere, appollaiata sul tetto di una delle palazzine che circondavano la casa dell'uomo, in attesa della sua preda. Di quell'Amakura, che aveva osato portarle via la possibilità di diventare, finalmente, ciò a cui era stata sempre destinata.

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Prima troverò Lei... E poi sarà il tuo turno.
Ti sconfiggerò e porterò il mio clan in vetta, nel posto che avrebbe sempre dovuto essere nostro...


Macerava idee di vittorie e sconfitte altrui, concentrandosi quel tanto che le bastava per assumere le sembianze di un bobtail giapponese, la sua forma Animagus. Non poteva rischiare che Itsuki la vedesse, sarebbe stato più plausibile se a non perderlo mai di vista fosse stato un gatto piuttosto curioso. Un gatto di colore grigio cenere, gli occhi scuri e le zampe posteriori piuttosto grosse, segno tipico di quella razza ma anche della Minazuki stessa. L'attesa poteva essere snervante, ma lei aveva imparato come scacciare l'impazienza grazie alla meditazione. Socchiuse gli occhi e si concentrò, ascoltando con i suoi sensi felini ogni rumore e riaprendoli solo quando l'Amakura fece la sua comparsa nel vicolo.
Il suo piano aveva ufficialmente inizio.
Aveva scoperto grazie alle sue ricerche il suo indirizzo. Scese giù per le scale antincendio quando vide l'altro muoversi, affrettandosi quel tanto che bastava per non perderlo di vista ma, al tempo stesso, muovendosi silenziosamente per non destare sospetti. La presenza di altri gatti l'avrebbe aiutata a nascondersi, anzi il vederli le fece venire in mente un'idea ancora più geniale. Itsuki aveva da poco girato l'angolo quando Anko era atterrata vicino a dei bidoni della spazzatura. Ci si tuffò dentro, rotolandosi nella spazzatura e cercando di non pensare allo schifo che stava provando in quel momento. Se doveva interpretare la parte del gatto randagio, avrebbe dovuto farlo in maniera esemplare.

Mi pagherai anche questa bastardo...

Corse a raggiungere l'Amakura, trovandolo -per fortuna- fermo all'interno di un negozio. Aveva l'aria pensierosa, a tratti triste o forse semplicemente era molto stanco. Fatto stava che, non appena lo vide uscire, Anko si nascose sotto una macchina, spostandosi di zona in zona in quel modo e ringraziando i babbani per la loro meravigliosa tecnologia. Per il momento, l'inseguimento stava procedendo più che bene, stava andando davvero a gonfie vele.

Ma... cosa fa?
Canta?


Canticchiava, un motivetto in italiano che ovviamente la Minazuki non riusciva a comprendere. Gliene fregò molto poco, a dire il vero, proseguendo con il proprio piano fino a raggiungere l'abitazione dell'Amakura. Una casa in un quartiere ricco di alberi, ma povero di auto sotto le quali nascondersi. Non le restava che arrampicarsi su uno di quelli più vicini alla dimora dell'uomo. La prese alla larga, balzando dal tetto di una macchina sopra uno dei rami più bassi e continuando a saltare poi di muretto in muretto, provando a raggiungere l'albero che si affacciava sulla casa di Itsuki. Era veloce, scattante, rapidissima, cosa che le permise di raggiungere in breve il penultimo albero prima che l'Amakura entrasse in casa. Doveva solo compiere un ultimo salto, solo uno. Si posizionò per bene, alzando il culetto peloso in aria e agitandolo, così da darsi una spinta maggiore con le gambe posteriori.
Poi... saltò.
L'aria le accarezzava il manto color cenere.
Le stelle osservavano in trepidante attesa la fine di quel salto.
Il ramo si avvicinava sempre di più, sempre di più.
Ma le sue zampe non lo raggiunsero mai.

NO! NO! NO!

STOMP
CRACK!


N-NYAUUUUU....

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La mano! La mano! La mano!
Che male!


Era atterrata proprio sulla zampa anteriore destra, storcendosela probabilmente a causa del peso del suo corpo. Si era rigirata immediatamente sulla schiena per non pesare ancora di più, cercando di calmarsi per sopportare quel dolore. Nell'avvicendarsi di quella serie di sfortunate coincidenze, Anko si era momentaneamente dimenticata della presenza di Itsuki. Ma fu facile ricordarsene quando lo vide entrare nel suo campo visivo. Sopra di lei. Incuriosito di vederla lì stesa per terra. Mentre lei invece si trovava davvero in grossi, grossissimi guai.

N... Nyau?

Fai finta di niente, finta di niente!
Non deve capire che non sei un vero gatto.


Tentò di rialzarsi in piedi e fuggire, ma non appena mise la zampa malandata di nuovo a terra...

CRACK!


... Finì di nuovo per perdere l'equilibrio, rotolare e andare a sbattere contro un muro, rimanendo ferma lì intontita dalla capovolta improvvisa. Davvero un bel risultato per un piano studiato fin nei minimi dettagli.
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Messaggioda Itsuki » 27/11/2017, 0:48

24 Ottobre 2113
Quartiere Semi Centrale Magico
Baton Rouge - Louisiana
Ore 21:54


Tutta mia la città...
Un deserto che conosco...
Tutta mia la città...
Questa notte un uomo piangerà...


Mah, in realtà non è che stesse annegando in chissà quale lago di lacrime, intendiamoci.
Itsuki era un uomo abbastanza forte, temprato, di carattere, in grado di sopportare certi tipi di dispiaceri.
Kirie gli aveva dato il due di picche da circa tre settimane ormai, tempo sufficiente affinché riprendesse con la propria normalità.
Il fatto che gli dispiacesse ed ogni tanto lo rendesse un po' più malinconico, beh, quello era un discorso diverso.

Vi è rimasto del gelato al caffè?

Il Magic Market vicino casa era il luogo dove si fermava più spesso dopo il lavoro o in alternativa dopo la palestra.
In quel caso, era uscito da circa quaranta minuti dalla palestra accanto alla Casa Discografica, dove si allenava a fine giornata.
Non poteva vantare di molti attrezzi nella sua nuova abitazione, ecco perché approfittava di quella struttura ad un prezzo contenuto.
Terminato il duro addestramento muscolare, una bella doccia e poi subito in marcia.

Sono maturi questi mandarini?

Qualche schifezza per rallegrare la serata, un po' di frutta di stagione per la colazione e per finire anche un paio di boxer elasticizzati nuovi.
Gli ultimi li aveva strappati miseramente durante una spaccata completa. Evidentemente erano proprio arrivati ed il tessuto ha ceduto.
Pagamento al volo con la carta di debito, un saluto comprensivo di quattro chiacchiere col proprietario e in cammino verso casa.
Il tempo prometteva una nottata serena, senza tante nuvole. Meglio così.

Devo ricordarmi di ritirare i panni stesi...

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Quella mattina se n'era bellamente dimenticato e considerando che ultimamente il Vento non fosse poco, meglio prevenire che... Rilavare!
Giunto finalmente nei pressi di casa, l'Ignis entrò svelto, togliendosi la giacca di cuoio color arancio scuro e restando con solo la maglietta a maniche lunghe nera.
Non portava chissà quali altre protezioni. Il Fuoco in lui lo rendeva praticamente immune al freddo eccessivo.
Come da normale regola imposta dalla tradizione orientale, si tolse subito le scarpe all'ingresso, restando con i calzettoni bianchi.

Appoggiamo e sistemiamo la spesa al volo, poi di corsa a prendere i panni!

Si sapeva comportare adeguatamente nella propria abitazione, rendendosi un buon uomo di casa, pur senza eccedere in quanto a diligenza.
Non poteva essere considerata la classica fogna dello scapolo, quello assolutamente no, ma qualcosina fuori posto era possibile da trovare.
Si tolse anche i jeans scuri, mettendosi dei calzoncini e tre quarti della tuta decisamente più comodi, poi infilò una canottiera bianca attillata.
Andò all'apertura del lato interno della casa, diretto fino al punto in cui stavano stese le cose, quando si accorse di un piccolo dettaglio.

N-NYAUUUUU....

... Oh! Caspita che botta!

Sgranò appena gli occhi nel vedere quel micio, probabilmente randagio, cadere dal ramo di un albero e per di più farsi anche malissimo.
La zampetta un po' storta minacciava una contusione non indifferente, povero animaletto in difficoltà.
Itsuki quindi, dimenticandosi momentaneamente dei panni, si mise in ginocchio osservando il gattino, anzi, la micetta, con aria preoccupata.
Anko, cercando di andarsene, non fece che peggiorare la situazione, venendo subito afferrata per il sotto pancia.

Ehi ehi... Hai la zampa troppo malconcia per farcela!

Tornò in piedi, mettendosi tra le braccia la piccola gatta, facendole qualche carezza sulla zona del petto.
Poi passò a farle anche un paio di grattini, sotto il mento e dietro le orecchie, per tranquillizzarla.
In teoria la sua affinità agli animali col sangue caldo avrebbe dovuto placare istinti di paura da parte dell'animale.
O meglio, questo sarebbe dovuto accadere se la felina fosse stata davvero tale.

Vieni con me.
Dentro casa ho un unguento che fa miracoli.
Qualche minuto e tornerai come nuova, promesso.
E magari ci scappa pure la cena, che ne dici, mh?!


Sorridente e vagamente sereno, Itsuki entrò dentro casa con la gattina, mettendola poi sopra la morbida superficie di una grossa poltrona.

Vado a prendere la medicina, aspettami qui e non far tardi, chiaro?

Come se l'animale potesse capirlo, vero?
Le fece un occhiolino, andandosene in bagno, dove si mise a controllare i vari cassetti e scaffali alla ricerca del suddetto unguento.
Eccolo lì il famoso disordine del single, infatti dopo aver smontato l'intera stanza da bagno, ecco che finalmente venne fuori il tubetto piccolo.
Afferrò anche delle bende, prima di tornare verso la zona dove era stata lasciata la dolorante Anko sotto forma animale.

Visto? Ci ho messo pochissimo!

Per stare alla stessa altezza della micetta, Itsuki si mise seduto per terra, aprendo intanto la confezione con l'unguento erbologico.

Questo qui serve per gli umani, come me, quindi con te bisogna usarne poco poco poco!
Fidati di me e presto avrai un bel premio...


Lo espresse quasi con malizia, sempre in tono giocoso, per forza.
Tentò allora di prendere la zampina con tanta delicatezza, mettendoci sopra appena quattro gocce del decotto.
Poi con un cotton fioc spalmò piano piano la sostanza sull'intera zona colpita, andando a fasciare infine con la garza, stringendo appena.
Un lavoro vagamente ben fatto, non certo da veterinario, ma comunque decente.

Ecco fatto!
Adesso dovremo aspettare una quarantina di minuti e penso che potrai tornare a correre fuori!
Sei stata davvero bravissima, lo sai?
Quindi ti meriti la ricompensa per le brave micette...


La prese ancora una volta in braccio, portandosela fino alla cucina.
Lì, la sistemò sopra il tavolo, ipotizzando che tanto, anche avesse voluto, non sarebbe riuscita a muoversi di un solo centimetro.
Dalla dispensa estrasse un barattolo con dentro filetti di tonno scelti, mica le semplici scatolette: roba di qualità e bontà.
Ben quattro filetti vennero sistemati su un piatto e messi di fronte alla gatta, sperando potessero essere di suo gusto.

Dai, te li meriti, immagino quante porcherie rimedierai per strada ogni giorno...
Oggi ti fai un pasto decente e soprattutto al caldo, sei contenta?


Andò a sedersi proprio di fronte alla gatta, osservandola con aria un po' persa.
Parve per qualche secondo che la stesse quasi analizzando, mentre l'espressione si faceva un po' meno allegra.
Un lungo sospiro, poi, incurvandosi in avanti, appoggiò le braccia conserte sul tavolo e il mento sulle braccia.
Adesso poteva praticamente guardarsi negli occhi con Anko versione pelosa.

... Puoi tornare quando vuoi, ok?
Tanto qui la casa è grande e c'è spazio, senza contare che troveresti solo me.
Tu ce l'hai un gatto fidanzato che ti aspetta da qualche parte?
Io la mia possibile fidanzata me la sono lasciata sfuggire qualche settimana fa...


Sbatté lentamente le palpebre, sbuffando piano.

È stata una brutta botta.
Non ci crederai ma ha fatto più male di quella che hai preso tu!
Però anche per quella esiste un unguento miracoloso... Si chiama "Tempo".
Fa effetto con calma, eh, però c'è solo quello a disposizione per questi tipi di botte!


Fece un mezzo sorriso sarcastico, spostando ancora una volta le attenzioni sulla gatta, fissandola negli occhi.

Certo che hai proprio un bel corpicino sinuoso!
Si vede che sei una gatta atletica, che si tiene in forma!
Farai girare la testa a tutti i gattoni del circondario, mh?
Ecco qua, un altro po' di coccole...


Allungò la mano, così da poterle fare altri grattini sulla testa, poi sul lato del collo, immaginando le potesse piacere.
Tuttavia, gli parve proprio che l'animale fosse bisognoso di allontanarsi ed andarsene di lì.
Forse mal sopportava l'habitat casalingo ed in fondo era pure giusto, essendo nell'ottica di Itsuki una randagia.
I successivi minuti trascorsero con l'Amakura che si mise la micetta sul proprio addome, dopo essersi sdraiato sul letto, continuando a coccolarla.

Ok, direi che possiamo provare a vedere come va adesso!

Con cura, le tolse il bendaggio dalla zampetta, tentando di muoverle la zampa in su e in giù, notando che rispondesse piuttosto bene.

Oh beh, mi sa proprio che sia tornata a posto!
Ma resta solo un'ultima prova per scoprirlo, sei d'accordo anche tu?


La condusse fino all'esterno della abitazione, proprio nello stesso punto in cui l'aveva vista cadere.
La posò a terra ed attese che la piccola cominciasse a sgambettare qua e là, constatando che ormai fosse guarita del tutto.
Fu una bella soddisfazione, per quanto un po' gli dispiacesse lasciarla andare via.
Magari un giorno se lo sarebbe preso davvero un gatto domestico.

... Allora buona notte!

Salutò Anko con un sorriso morbido, osservandola scattare via nel buio dei cespugli.
Alla fine aveva rinunciato alla cena per stare appresso a quella piccola creatura, ma pazienza, era contento lo stesso.
Alzò un attimo gli occhi in su, verso le miriadi di stelle nel cielo, ma giusto alcuni istanti...
... Poi si ricordò che doveva assolutamente ritirare i panni!
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Messaggioda Anko » 29/11/2017, 12:09

Ehi ehi... Hai la zampa troppo malconcia per farcela!

Il suo piano! Il suo splendido, perfetto piano era andato in mille pezzi quando aveva tentato quel salto, sbagliando totalmente distanza, forza e agilità. Fu inevitabile per Itsuki accorgersi di lei in quello stato e quando anche la Minazuki si rese conto della sua presenza tentò di fuggire come una disperata, venendo riacchiappata subito.

Ma che cosa vuole questo tipo?
Lasciami! Lasciami! Lasciami!


Si agitava fra le sue braccia, ma l'Amakura sembrava avere tutte le intenzioni di tenerla ferma e tranquillizzarla. La sua mano ferma e gentile iniziò a farle tante coccole sotto il mento e dietro le orecchie, trattandola come se fosse davvero un gatto. E doveva ammettere che quel tipo di attenzioni non le stava dispiacendo affatto.

Però... Sono così... Così... Piacevoli...

Nyau...
Prrrrr....


Per qualche istante socchiuse persino gli occhi, rilassata, riprendendosi solo quando l'altro ricominciò a parlare. Poteva davvero essere più stupida così? Per il momento le conveniva stare al gioco e sperare che il suo comportamento non desse all'altro modo di capire chi lei fosse veramente.

Vieni con me.
Dentro casa ho un unguento che fa miracoli.
Qualche minuto e tornerai come nuova, promesso.
E magari ci scappa pure la cena, che ne dici, mh?!


Chi ti credi di essere?
Pensi che avrò meno pietà di te perché mi offri la cena?
Tzé, sei solo un povero illuso.


Mise su lo sguardo più minaccioso che potesse fare in versione gatto, stesa su quel morbido panno in attesa che l'uomo tornasse con questo miracoloso unguento. Se non altro adesso aveva la possibilità di guardarsi intorno e osservare un po' la casa dove abitava il suo nemico. Non era sposato, ma sembrava che vivesse a prescindere da solo. Sembrava anche abbastanza ordinato e pulito, tranne qualche cosa fuori posto. Insomma, nulla da ridire per quanto riguarda la sua gestione domestica ma... Dove si trovava la palestra? E l'arma di famiglia? Dove si esercitava tutti i giorni l'Amakura per mantenersi un combattente forte e competitivo? Sembrava che per le risposte avrebbe dovuto attendere ancora molto.

Visto? Ci ho messo pochissimo!

Nyau!

Alla buon'ora!

Non le piaceva quella situazione, ma doveva ammettere che Itsuki era una persona estremamente gentile e di buon cuore. Per non farle fare alcuno sforzo, la lasciò stesa lì dove stava, mettendosi lui seduto per terra così da essere alla sua stessa altezza.

Questo qui serve per gli umani, come me, quindi con te bisogna usarne poco poco poco!
Fidati di me e presto avrai un bel premio...


Se avesse avuto una coda l'avrebbe mossa nervosamente a quell'ultima affermazione. Non è che per caso si trovava in casa di un pervertito zoofilo? Se avesse tentato di fare qualcosa con lei, allora solo in quel caso avrebbe riassunto la sua forma originale e lo avrebbe pestato a sangue. Sì, quella era la soluzione migliore ma per il momento allungò la zampetta ferita, voltando la testa dall'altra parte, come a voler fare la sostenuta. Stato che durò poco, perché Itsuki fu davvero bravo a prendersi cura di lei. Il medicinale lasciava una sensazione di fresco molto intensa e la benda stretta forte le impediva di muovere eccessivamente l'arto. Sembrava che per il momento il dolore si fosse placato.

Ecco fatto!
Adesso dovremo aspettare una quarantina di minuti e penso che potrai tornare a correre fuori!


Nyau...

Grazie...

Sei stata davvero bravissima, lo sai?
Quindi ti meriti la ricompensa per le brave micette...


Non poteva fare nulla per fuggire, con la zampa in quelle condizioni, per cui si lasciò di nuovo trasportare dall'uomo verso la zona cucina, dove venne sistemata sopra il tavolo. Doveva ammettere che certe frasi dette con certi toni le facevano un certo effetto, anche se chiaramente era più che in grado di saper discernere la realtà. Aveva ancora il sospetto che l'altro potesse essere un hentai -pervertito- ma ad ogni secondo che passava quella convinzione veniva meno sempre di più. Un uomo tanto gentile con un essere -apparentemente- indifeso doveva possedere un cuore puro e buono. Gli insegnamenti del nonno erano le massime alle quali Anko si ispirava nella propria vita, valutando per la prima volta che di fronte a lei non ci fosse solamente un avversario da battere. Si ritrovò con una certa sorpresa ad apprezzarlo. Quando poi le mise sopra un piattino quattro filetti di tonno in scatola di primissima qualità, le riflessioni mentali vennero messe momentaneamente da parte.

Dai, te li meriti, immagino quante porcherie rimedierai per strada ogni giorno...
Oggi ti fai un pasto decente e soprattutto al caldo, sei contenta?


Annusò il tonno, imitando le tipiche movenze dei gatti, poi semplicemente si mise acquattata comoda e iniziò a mangiare. Non aveva molto appetito, ma il sapore e l'odore di quel tonno erano deliziosi. E poi doveva far finta di essere una vera gatta, per cui non aveva molta altra scelta. Con la testa china, Anko iniziò a mangiare, ritrovandosi ben presto ad essere osservata con attenzione dall'Amakura. Si era sistemato con il viso alla stessa altezza di quello di lei e l'espressione -da quello che poté notare- mutò in pochissimi secondi diventando sempre più triste e sempre più spenta. Tuttavia la innervosiva essere osservata mentre mangiava. Alzò lo sguardo, interrompendo il pasto, con i baffetti unti di sporco, fissandolo a sua volta.

Nyau?

E adesso che c'è?

... Puoi tornare quando vuoi, ok?
Tanto qui la casa è grande e c'è spazio, senza contare che troveresti solo me.


Ti ringrazio, ma ho già un posto dove stare.

Nyau nyau.

Tu ce l'hai un gatto fidanzato che ti aspetta da qualche parte?

No.

Nyau.


Io la mia possibile fidanzata me la sono lasciata sfuggire qualche settimana fa...
È stata una brutta botta.
Non ci crederai ma ha fatto più male di quella che hai preso tu!
Però anche per quella esiste un unguento miracoloso... Si chiama "Tempo".
Fa effetto con calma, eh, però c'è solo quello a disposizione per questi tipi di botte!


Sembrava molto giù di morale. Un po' le dispiaceva. Cosa avrebbe dovuto fare? Solitamente i gatti, quando sentono che qualcuno è triste, tendono a consolarlo ricercando le coccole. La cosa non la faceva impazzire, ma con uno sbuffo la Minazuki mise da parte la sua ritrosia, avvicinandosi al viso di Itsuki e iniziando a strusciare il musetto contro la sua guancia. Riuscendo persino a fare qualche verso da fusa.

Prrr... Prrrrr...

Non ti ci abituare.
Lo faccio solo perché un po' mi dispiace per te...


Certo che hai proprio un bel corpicino sinuoso!
Si vede che sei una gatta atletica, che si tiene in forma!
Farai girare la testa a tutti i gattoni del circondario, mh?


Ecco... Diciamo che ho la mia buona dose di pretendenti.
Quelli di sicuro non mi mancano.


Ecco qua, un altro po' di coccole...

Oh sì... Che meraviglia...

PRRR... PRRR

La cosa iniziava a degenerare. Possibile che le piacessero così tanto quelle coccole? Forse era merito delle mani dell'Amakura, così forti, ma delicate, gentili, che sapevano grattare proprio nei punti giusti...

Va bene, adesso basta!
La cosa qua ci sta sfuggendo di mano!


Tentò di nuovo di ribellarsi, ma l'uomo sembrava più che intenzionato a farla rimanere lì il tempo necessario per permettere all'unguento di fare effetto. Se la portò con sé a letto, lui sdraiandosi sul materasso e lei sdraiata sopra il suo addome. Almeno era ancora vestito, anche se certo quella situazione promiscua non la rendeva proprio la gatta più tranquilla del mondo.

Rilassati... Rilassati... Per tutti i kami, senti qui che addominali scolpiti!
No! Rilassati e concentrati...


Cercò di starsene ferma e immobile per tutto il tempo, lasciandosi andare pochissime volte al fuseggiare in maniera selvaggia, fino a quando Itsuki non si decise a lasciarla libera di andare.

Ok, direi che possiamo provare a vedere come va adesso!

Le tolse la benda e doveva ammettere che ora la zampa non le faceva male, anzi sembrava completamente guarita! Era contentissima di potersene andare via, anche perché stare così a stretto contatto con il nemico rischiava di farla vacillare nei suoi buoni propositi. L'Amakura la accompagnò alla porta, posandola a terra nello stesso punto in cui era cascata. Non appena le sue mani lasciarono il corpicino morbido e peloso di Anko, la Minazuki fece uno scatto in avanti, correndo a nascondersi sotto una delle macchine che si trovavano di fronte all'abitazione dell'uomo. Era nuovamente libera e pronta a portare avanti i propri piani, ma avrebbe dovuto fare tutto quanto con molta più attenzione e cautela.

... Allora buona notte!

Sentì il suo saluto, provando come primo impulso quello di voltargli le spalle e andarsene. Ma si sentiva in colpa, perché Itsuki si era preso cura di lei e adesso aveva un debito nei suoi confronti, pur continuando a perseguire il proprio proposito di sconfiggerlo in battaglia.

Nyau.

Decise infine di rispondere così, prima di allontanarsi senza essere vista nel cuore della notte. Avrebbe saldato il proprio debito con lui un giorno, dopo però la conclusione della loro sfida. Adesso l'unica cosa che doveva fare era sparire, ritornando dalla sua moto parcheggiata e poi dritto nella stanza del motel dove soggiornava in quel periodo. E magari sarebbe stato il caso di farlo in versione umana.

Sniff sniff... Bleah.
Ho davvero bisogno di farmi un bagno urgente...


終わり
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Messaggioda Kisuke » 09/03/2018, 0:05

19 Gennaio 2114
Quartiere Semi Centrale Magico
Baton Rouge - Louisiana
Ore 14:47


Anf... Anf... Anf... Anf... Anf...
Non... Mi ricordo... Più... Che cosa... Mi aveva... Chiesto...
... Però... Non posso... Tornare... Di nuovo... Allo studio...
Uff... Puff... Che... Palle... Dannazione...
... Forse... Era... Qualcosa... Legato... Alla moto...


Immagine

Correva a velocità regolare da almeno cinquanta minuti, Kisuke Danma, percorrendo la strada che conduceva verso l'abitazione dell'amico Itsuki.
Da qualche giorno se ne stava lì nel Nuovo Mondo a causa di un lavoretto nemmeno tanto piccolo procurato proprio dall'Amakura dentro lo Studio di Registrazione.
Un bel po' di riparazioni, regolazioni di tensione interna e lavori all'apparato idraulico magico dell'intera struttura di ufficio: davvero un buon guadagno.
Tuttavia, potendo agire soltanto alle prime ore del mattino e a quelle tarde serali, il resto della giornata per lui diventava quasi inutile.
Ecco perché si teneva in allenamento, prendendo qualche consiglio dal "Demone Ignis" e tendenzialmente correndo qua e là, tenendosi in piena forma.
Inoltre, la lontananza dall'Europa di tanto in tanto gli faceva bene a prescindere, in quanto lo aiutava a calmare i bollenti spiriti verso la sorella.
La donna, dimostratasi relativamente preoccupata di quella trasferta così distante, non si era risparmiata dal fargli domande specifiche.
Ma ovviamente c'era una motivazione ed anche piuttosto consistente.

... Louisiana?

Sì sorella!

Intendi proprio il paese dove abita Itsuki?

Eh, certo, te l'ho detto che me l'ha procurato lui il lavoro!

... Uhm...

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... Cosa c'è? Perché mi guardi in quel modo?

Mi assicuri che non ci sia niente di strano dietro?

Ancora con questa storia, Fujiko? Sono passati anni...

Me lo giuri sì o no, Kisuke?

... Sì, te lo giuro...


Le sarebbe saltato addosso quella mattina, per come stava vestita e per come quegli abiti mettessero in risalto le sue forme prorompenti sul davanzale.
Ma a parte questo, aveva dovuto trascorrere altri diversi minuti a tranquillizzarla sul fatto che DAVVERO quello fosse un lavoro e non un'altra adesione mafiosa.
Fujiko aveva preso in incarico il ruolo di "madre" fin troppo eccessivamente, specie adesso che ormai avevano entrambi trent'anni e non fossero più due ragazzini.
Aveva provato anche a convincerla che pure Itsuki fosse mutato e maturato molto, ma per motivi comprensibili la Danma si era sempre mostrata troppo scettica.
Probabilmente si sarebbero dovuti incontrare per parlare ma il tentativo di convincere l'uno o l'altra finiva sempre per risultare inutile.
La corsa lo aveva intanto condotto fino alla zona dell'abitazione del Confratello del Fuoco, facendogli arrestare piano piano l'incedere.
Una lenta e progressiva regolazione del fiato, uno dei suoi più grandi problemi e difetti nell'arte marziale del Karate: il fiato lo fregava quasi sempre.
Ma tanto in confronto all'amico, che fosse col fiato perfetto o meno, non c'era proprio speranza.

... Ecco che cosa m'aveva chiesto!

Dare un'occhiata alla moto in garage, in quanto ultimamente emetteva dei rumori non eccessivamente rassicuranti.
Kisuke, prima di diventare un TuttoFare Carpentiere aveva lavorato per anni in una officina di mezzi da spostamento a motore magico.
Tra l'altro, una sua cara amica, Mei Ling Foster, ancora era una sua affezionata cliente, portandogli di tanto in tanto la proprio moto per un'occhiata di revisione.
Gli attrezzi posseduti nel garage dall'Amakura gli sarebbero sicuramente bastati, ma visto che stava lì, perché non prendersi qualcosa da bere di fresco?
Non che le temperature di Baton Rouge fossero chissà quanto calde, specie ad inizio anno, ma necessitava di liquidi, per la miseria.

Tanto nel suo MagiFrigo gli integratori di sali minerali non mancano mai...

Con un sorriso saputo e sicuro, il Danma quindi entrò dentro la casa di Itsuki, usando la propria copia delle chiavi di casa.
Aveva organizzato lui il progetto strutturale di quella abitazione, dotandola di muratura solide ma soprattutto poco dispersive nei rumori.
Ecco perché, nonostante ci fosse qualcuno lì dentro, lui inizialmente non se ne accorse, andando diretto spedito verso la cucina.
Aprì il MagiFrigo e individuò all'istante un bel Gatorade che afferrò senza indecisione, aprendolo e mandandone giù subito una ricca metà.
Un vero toccasana dopo una corsetta di quella portata, c'era proprio da dirlo, ma non volle finirglielo tutto, non era così tanto irrispettoso.
Leccandosi le labbra, rimise al proprio posto la bottiglietta di plastica, decidendo quindi di spostarsi in bagno per una pipì veloce e una lavata di mani.
Arrivato davanti alla porta la spalancò convinto al 180% di essere solo lì dentro, ma dovette per forza ricredersi quando vide... Un culo.
Cioè, non solo un culo. Un culo con delle gambe, una schiena femminile ed un corpo sinuoso.

!!!!!

Immagine

OhmiscusiinfinitamentemidispiacenonsapevocheItsukiavesseun'ospiteacasachiudoimmediatamentebuonadoccia!

Richiuse all'istante la porta, emettendo un lungo, lunghissimo respiro, deglutendo sonoramente con gli occhi appena appena sgranati.
Ma perché l'Amakura non gli aveva detto di essersi portato a letto qualcuna la sera prima e che fosse ancora lì dentro casa?!
Voleva fargli uno dei suoi soliti scherzi cretini? Maledetto, ma una volta rincontrato lo avrebbe preso a sediate, come minimo.
Se ne andò in salotto, pronto a muoversi verso il garage, poi però si interruppe e pensò tra sé che fosse stato davvero inopportuno e indelicato.
Doveva assolutamente scusarsi un po' meglio con la signorina, quindi non gli restava altra opzione se non attendere che ella concludesse.
Cosa che per altro avvenne decisamente presto, questo perché naturalmente lui non sapeva che Anko avesse tutta l'intenzione di fermarlo dal parlare col padrone di casa.
Quindi, appena Kisuke sentì dei passi dirigersi verso il salotto, scattò in piedi dalla poltrona pronto a rinnovare la richiesta di perdono...
... Ritrovandosi però per la seconda volta interdetto, incredulo e perplesso, nonché spaesato.

... Tu?!

Eh sì, trattavasi proprio della Minazuki, sconfitta dall'Amakura circa quindici giorni prima, Kisuke non poteva proprio sbagliarsi.

Ma... Aspetta, giuro che non riesco a capire... Perché sei qui?!

Gli venne spontaneo e facile darle semplicemente del "Tu", anche lui indottrinato ormai secondo i canoni culturali occidentali.

... Nel senso, voglio dire, non sapevo mica che adesso tu e Itsuki vi frequentaste, lui non mi ha detto niente!

Scosse il capo, guardandola ancora un po' rintronato dalla scoperta, cercando di scacciare dalla testa il ricordo dell'averle visto le chiappe... E che chiappe.

Io comunque sono Kisuke Danma, il suo migliore amico, e a prescindere ti chiedo ancora scusa per prima, ma ti assicuro che non ho visto nulla!

BUGIARDO.
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Messaggioda Anko » 10/03/2018, 20:06

2114年 01月19日 (Mercoledì)
Baton Rouge, Louisiana
Quattro ore prima dell'arrivo di Kisuke


Ci vediamo stasera Meisa!
Fai la brava!


Nyau...

Immagine


La porta della casa di Itsuki si chiuse dietro il padrone di casa e la gatta grigia, che fino a quel momento aveva dormito comodamente sul divano, iniziò a stiracchiarsi, facendo un sonoro sbadiglio. La coda a riccio era tipica della razza Bobtail Giapponese, così come le gambe posteriori più grosse e possenti rispetto a quelle anteriori.
Ora che l'Amakura era uscito per andare a lavoro, la gatta -finta- poté finalmente liberarsi delle sue spoglie feline, per assumere quelle della donna giapponese che l'uomo aveva sconfitto qualche mese fa. Sedere all'insù, zampe che stese in avanti per stiracchiarsi ed ecco che, fra uno sbadiglio ed un altro, Anko riprese la propria forma, rimanendo in quella posizione sul divano per ancora qualche secondo, lasciando scrocchiare per bene le ossa della schiena.

Finalmente... Non ce la facevo più...

Immagine


Ma che cosa ci faceva la Minazuki sotto mentite spoglie a casa di Itsuki? La risposta in realtà non era così facile da spiegare.
Dopo essere stata bandita da suo padre, Anko si era ritrovata senza un soldo, senza un lavoro e senza un posto dove andare. Non aveva molti amici all'infuori della sua solita cerchia a cui poter chiedere asilo. Tutti i frequentatori abituali della palestra erano comunque troppo legati alle tradizioni di famiglia per poterla accogliere senza giudicarla. Inoltre il nonno le aveva consigliato di sparire, affinché nessuno si ponesse troppe domande in merito alla sua sconfitta, la quale sarebbe stata taciuta per evitare che giungesse alle orecchie delle persone sbagliate.
Aveva accarezzato l'idea di raggiungere Typhon Seal, ma qualcosa l'aveva frenata dal farlo. La Minazuki era una persona molto orgogliosa che odiava dimostrarsi sconfitta e debole. Sapeva che se si fosse presentata dall'Uragano, sarebbe stata soltanto l'ombra di sé stessa e la cosa le bruciava, al punto tale da non volere che Typhon la vedesse in quello stato, dopo averla conosciuta all'apice della sua forza e potenza.
Infine non le rimase che una scelta: prendere la propria moto e dirigersi verso casa di Itsuki, dove sarebbe rimasta nascosta in incognito per un po' di tempo. Non sarebbe mai riuscita a chiedere a colui che l'aveva sconfitta un favore. Anche in quel caso, l'orgoglio ferito le impediva di esporsi completamente con lui. Non era però solo quello ad agire, ma anche l'indecisione su quale strada scegliere per il proprio futuro, il non sapere cosa essere, chi essere: se una Minazuki o semplicemente Anko.
Al confronto la battaglia con l'Amakura era stata una semplice passeggiata. Quella sì che stava diventando una sfida tosta per la giapponese, che col passare del tempo si sentiva sempre più confusa, sempre più depressa. E nel frattempo imparava a conoscere Itsuki nella sua quotidianità, imparando un minimo -ma solo un minimo- ad apprezzarlo.

È ora degli esercizi mattutini...

In realtà non ne aveva molta voglia. Si stava lasciando andare con la depressione, perdendo molte delle sue abitudini che aveva mantenuto come tali per circa vent'anni. In parte dipendeva anche dalla mancanza di libertà, che le impediva di mostrarsi ad Itsuki per ciò che era. Ed in parte da quel suo trovarsi di fronte ad un bivio, dove scegliere una strada sembrava davvero un'impresa difficilissima.
Quel giorno, comunque, Anko fece uno sforzo e si impegnò nei soliti esercizi di riscaldamento. Provava varie mosse e posizioni, pur non potendo allenarsi come avrebbe fatto se fosse stata a casa sua. Cercava di non pensare in realtà ai cari che aveva lasciato senza nemmeno un saluto. Sua madre e le sue sorelle come avrebbero preso la notizia? Male, sicuramente, ma nessuno sapeva dove trovarla, quindi nessuno poteva tentare di convincerla a cambiare idea. Con suo padre poi il rapporto si era notevolmente incrinato, per tutte le bugie che l'uomo le aveva detto. Di tanto in tanto si chiedeva se l'uomo pensasse a lei oppure l'avesse cancellata per sempre dalla sua memoria e dal proprio cuore. Pensieri che poi risultavano essere troppo fastidiosi e dolorosi per continuare a mantenerli vividi. Era molto meglio concentrarsi sul presente e non sulle profonde ferite che le ultime parole del padre avevano lasciato dentro di lei.

Uff... Sono tutta sudata...
E ho una sete... Magari posso bere un po' di latte...


Immagine


Si spogliò dei vestiti e rimase in semplice intimo, dopo qualche ora passata un po' ad allenarsi ed un po' semplicemente a vagare per casa. Itsuki aveva aperto il latte quella stessa mattina, quindi Anko poteva fregarsene giusto un sorso per non farlo insospettire. Capitava che di tanto in tanto fosse costretta a rubargli qualcosa dalla dispensa perché moriva di fame per la mole ci cibo che l'uomo le dava. Ma in fondo l'Amakura credeva -o così le faceva credere- di dar da mangiare ad una gatta, non certo ad un essere umano. Non poteva biasimarlo, ma non poteva nemmeno sopportare i morsi della fame.
Per questo motivo, oltre al latte, prese anche un biscotto dalla dispensa, ma solo uno, prima di dirigersi in bagno portando con sé i suoi vestiti e aprendo l'acqua calda. Non poteva concedersi un bagno rilassante, ma si faceva bastare la doccia, che per il momento le serviva soltanto a mantenersi pulita e togliere via tutta la sporcizia. Quella volta, a dire il vero, la doccia durò un po' di più del previsto, perché Anko si perse a riflettere di nuovo sulla propria esistenza e su cosa fare. Il rumore dell'acqua che scrosciava giù nello scarico le impedì di sentire che una presenza era appena entrata in casa e si stava avvicinando proprio al bagno, dove lei era nel box doccia, completamente nuda e con le mani intenta ad insaponarsi i capelli.
Così, quando Kisuke spalancò la porta e vide Anko girata di schiena, ella non si accorse di lui se non nell'istante in cui la raggiunse la sua voce imbarazzatissima e convinta di trovarsi di fronte ad una recente fiamma del migliore amico.

OhmiscusiinfinitamentemidispiacenonsapevocheItsukiavesseun'ospiteacasachiudoimmed

AAAAAAAH!
FUORI!!!


Urlò in giapponese, sentendo poi la porta sbattere nel chiudersi. Si girò, sconvolta, chiudendo l'acqua della doccia ed uscendo, infilandosi immediatamente l'accappatoio bianco usato anche dall'Amakura.

Mi ha scoperta... No!
Non posso permettergli di andarsene via così!


Immagine


Fu immediato e fulmineo il pensiero di dover agire per impedire che il Danma uscisse da quella casa con quella preziosa informazione da riferire ad Itsuki. Coperta solamente dall'accappatoio e con i capelli ancora bagnati, Anko prese la propria bacchetta e si avviò velocemente verso la zona soggiorno, dove trovò il ragazzo ancora visibilmente imbarazzato da quella figuraccia.
Lei sapeva chi lui fosse, avendolo conosciuto quando era in forma di gatto come il migliore amico dell'Amakura. Ma quando Kisuke si voltò verso di lei, scoprì che anche lui la conosceva, pur non sapendo come facesse dato che, nella sua ottica, egli non l'aveva mai vista. L'intento della Minazuki era quello di dargli una botta in testa e poi obliviarlo, ma dovette per forza di cosa fermarsi quando venne sorpresa dal Danma che si voltò fissandola anche lui sorpreso e sconcertato.

... Tu?!

Cos... Mi conosci?!

Ma... Aspetta, giuro che non riesco a capire... Perché sei qui?!

... Come osi parlarmi in questo modo?!

... Nel senso, voglio dire, non sapevo mica che adesso tu e Itsuki vi frequentaste, lui non mi ha detto niente!
Io comunque sono Kisuke Danma, il suo migliore amico, e a prescindere ti chiedo ancora scusa per prima, ma ti assicuro che non ho visto nulla!


Invece di rispondere, Anko partì immediatamente all'attacco, sferrando un calcio addosso al petto dell'uomo, facendolo volare all'indietro e facendolo finire per terra; poi, svelta, lo rigirò a pancia in sotto, prendendogli i polsi posizionandoglieli dietro la schiena, dove ella si sistemò sopra di lui, con le ginocchia che lo mantenevano bloccato grazie all'intero suo peso.
Se fosse rimasta per troppo tempo in quella posizione, probabilmente lo avrebbe ucciso soffocandolo, ma non era certo sua intenzione diventare un'omicida. Estraendo la bacchetta dalla tasca dell'accappatoio, la Minazuki gliela puntò in testa, abbassandosi di poco sul Danma per parlargli con tono serio, ma non minaccioso.

Sono veramente mortificata di doverti fare questo, ma non posso lasciarti andare sapendo che potresti raccontare tutto ad Amakura.
Non ti farò nulla... Ti cancellerò soltanto il ricordo di avermi vista e poi potrai tornare a fare ciò che stavi facendo.
Stai fermo e vedrai che non ti verrà fatto altro male.


Era lì pronta con la bacchetta in mano. Pronta a castare l'Oblivion e a cancellare ogni errore con un semplice colpo di bacchetta. Ma quel comportamento da vigliacca, quel comportamento da criminale non facevano parte degli insegnamenti che le aveva impartito il nonno per renderla una degna seguace del bushido. Stava per commettere un crimine contro un altro essere umano che, a sua discolpa, poteva dire di essere capitato lì per semplice e puro caso.
Quei secondi di esitazione, infine, costarono alla Minazuki la ferrea volontà di proseguire nei suoi intenti iniziali. Mise via la bacchetta, si rialzò in piedi e poi, con un sonoro sbuffo infastidito, allungò una mano per aiutare Kisuke a rialzarsi dopo che lo aveva steso e portato quasi vicino al soffocamento.

Mi dispiace, non volevo farti del male.
Mi hai colta di sorpresa e allora ho reagito d'istinto.
Ti prego di perdonarmi Danma-san e di non raccontare nulla al tuo amico.
Amakura non sa che sono qui... Crede che io sia una semplice gatta randagia...


Parlò inchinandosi di fronte a lui, con l'accappatoio che si apriva un poco sul davanti, lasciando scoperta qualche zona di pelle di troppo. I capelli bagnati e lunghi che ricadevano in avanti. I piedi nudi e naturali. Avrebbe compreso Kisuke che la nuova gattina di Itsuki era in realtà un Animagus non certificato o si sarebbe concentrato troppo su quei particolari di lei, non riuscendo a collegare le due cose?
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Messaggioda Kisuke » 10/03/2018, 21:23

AAAAAAAH!
FUORI!


Che razza di figura. Però come poteva immaginare che Itsuki avesse fatto il donnaiolo la notte precedente?
Inoltre era da un po' di tempo che non si portava femmine in casa, per la precisione proprio da quando era entrata Meisa nella sua quotidianità.
Naturalmente, non possedendo un Elemento all'ultimo stadio, essendo il Fulmine, Kisuke non poté fare alcun collegamento pratico ed immediato.
Tutto ciò che desiderava al momento era scusarsi completamente e definitivamente con la donna.

... Tu?!

Cos... Mi conosci?!

Per modo di dire, ma sì, ti conosco.
Ti ho intravista prima della sfida con Itsuki, mentre meditavi, al Tempio Montano.
Avevi gli occhi chiusi, ecco perché non ti sei accorta di me...


Parlava spigliato giapponese, anche perché quando era stato cacciato via dal bagno lei stessa si era espressa nella lingua nipponica.

Ma... Aspetta, giuro che non riesco a capire... Perché sei qui?!

... Come osi parlarmi in questo modo?!

... Nel senso, voglio dire, non sapevo mica che adesso tu e Itsuki vi frequentaste, lui non mi ha detto niente!
Io comunque sono Kisuke Danma, il suo migliore amico, e a prescindere ti chiedo ancora scusa per prima, ma ti assicuro che non ho visto nulla!


Esattamente come Itsuki, nemmeno Kisuke era avvezzo alle maniere un po' all'antica della Minazuki, ivi compreso l'essere sempre pronto e in guardia.
Quando Anko si lanciò verso di lui con un calcio in volo, egli quindi spalancò maggiormente le palpebre provando a spostarsi indietro, ma non ce la fece.
La tecnica eccellente della donna lo portò a beccarsi quel colpo e a finire dritto contro il muro, sbattendo anche piuttosto forte.
Il risultato finale fu una rovinosa caduta a terra in avanti, che diede quindi modo alla mora di salirgli sopra ed immobilizzargli i polsi.

AH!
Ma... Ugh... Cosa stai...
... Facendo...
Aspetta...


Sono veramente mortificata di doverti fare questo, ma non posso lasciarti andare sapendo che potresti raccontare tutto ad Amakura.

Cosa?!
Raccontare?!
Non ti seguo...
... Un attimo!


Non ti farò nulla... Ti cancellerò soltanto il ricordo di avermi vista e poi potrai tornare a fare ciò che stavi facendo.

Tu vorresti...

Stai fermo e vedrai che non ti verrà fatto altro male.

Immagine

... E non ti senti neanche un po' vigliacca?!

Se c'era una cosa sulla quale lui ed Itsuki erano sempre andati d'accordo era proprio la propensione alla lealtà e al fastidio nei confronti dei soprusi.
Lui era l'Assistente Demone, non certo un ragazzo comunemente tranquillo, anzi, bastava chiedere alla sorella per sapere quanti problemi le avesse creato.
Quella loro irritabilità nei confronti di certi atteggiamenti da senza p***e li aveva portati spesso e volentieri a mettersi in guai anche più grossi di loro.
Era proprio per quel motivo che al tempo, durante la sfida, Itsuki ad un certo punto si sfogò completamente contro Anko: per averlo definito un privo di p***e.

Brava, d'accordo, cancellami la memoria anziché provare a spiegarmi la situazione!
Davvero un bell'atteggiamento...
... Allora?
Cosa stai aspettando, valorosa combattente?!


Pur trovandosi nella posizione ideale per farsi anche rompere l'osso del collo, Kisuke seguì completamente l'istinto, il Fulmine, aggredendo verbalmente la donna.
Evidentemente però, quelle parole dovettero avere una sorta di effetto valido su di lei, tanto da spingerla a non ricorrere alla cancellazione dei ricordi.
Complice anche l'addestramento e l'educazione effettiva ricevuta da Anko, una educazione formata sul bushido, che di certo aborriva determinati comportamenti.
Nell'arco di pochi secondi, quindi, il Danma si ritrovò libero, possibilitato a mettersi in piedi aiutato proprio dalla Minazuki, toccandosi dolorante il centro del petto.

Calci del genere non me ne ha tirati manco il mio Sensei...

Sbuffò, di certo non così felice di essersi fatto mettere K.O. tanto facilmente e non importava che fosse uomo o donna, era puro e semplice orgoglio il suo.

Mi dispiace, non volevo farti del male.
Mi hai colta di sorpresa e allora ho reagito d'istinto.


Ho notato...

Ti prego di perdonarmi Danma-san e di non raccontare nulla al tuo amico.
Amakura non sa che sono qui... Crede che io sia una semplice gatta randagia...


Non appena Anko si chinò in avanti, chiedendo solenne perdono, gli occhi di Kisuke capitarono accidentalmente su diverse zone del corpo di lei.
I piedi, parte della coscia, curvatura del piccolo ma delizioso seno. Il tutto poi unito alla visione del sedere di poco prima dava un panorama di insieme da 10 e lode.
Inspirò profondamente, passandosi una mano sulle palpebre proprio per provare a recuperare un po' di concretezza e concentrazione.
In tal senso il fatto di possedere l'Elemento Secondario degli Ignis gli venne molto in aiuto.

... Un attimo...
... Tu quindi sei Meisa?
Ma dimmi un po' te...
Questa è proprio una notizia shock...


Per lui. Itsuki lo sapeva più o meno da metà del primo giorno, ma dettagli.

Andiamo su, perché non ti vai a mettere qualcosa addosso?

In quello stesso momento, forse a causa dello sforzo fisico effettuato, un rumore partì dalla pancia incavata della Minazuki, segno inequivocabile di una gran fame.

Tu stai andando solo a tonno e salmone da 90 grammi la mattina e la sera da oltre due settimane?
Ok, senti, dopo che ti sei vestita raggiungimi in cucina, d'accordo?
Devi assolutamente recuperare un po'...
... Senza che Itsuki se ne accorga, rilassati!


La invitò ad andarsene in una stanza e mettersi qualcosa di più consono, specie perché lui di certo non poteva proseguire a trovarsela così di fronte.
Arrivato intanto nella cucina, aprì il MagiFrigo, ben ricordando che contenesse diversi avanzi della giornata prima lasciati da Itsuki che non sprecava mai niente.
Il suo metabolismo da Fuoco gli permetteva di mangiare tranquillamente anche cibi piuttosto fuori dieta e di bruciare ogni caloria con pochi sforzi.
Estrasse la teglia con dentro la lasagna e ne mise una buona porzione sopra un piatto che lasciò agire dentro al forno, non il microonde, così da conservarne meglio la bontà.

Ah eccoti, dai siedi pure e stai tranquilla, Itsuki mi ha detto che oggi non sarebbe rientrato tanto presto, aveva un bel po' da lavorare...

Sul tavolo mise un tovagliolo, due posate occidentali, un bicchiere ed una caraffa di acqua fresca, poi, quando il forno emise il suono di fine riscaldamento, tolse il piatto da esso.

... Buon appetito.

Immagine

Era invitante, assolutamente invitante, per non parlare poi del sapore: Itsuki si era fatto insegnare a cucinare dalla nonna materna fin da piccolo.
La sua tradizione italiana era famosissima tra le sue fila di amici e tanti preferivano quasi i suoi piatti a quelli dei ristoranti italiani veri e propri.
Probabilmente Kisuke aveva un po' esagerato con la porzione, ma caspita, Anko praticamente stava denutrita da giorni e giorni.
Lui si mise poi seduto di fronte a lei, osservandola attentamente: il taglio degli occhi, gli zigomi, le labbra, il naso... Era davvero uno schianto quella femmina.

Perché non cominci con il raccontarmi tutto per filo e per segno, mh?
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Messaggioda Anko » 11/03/2018, 0:21

Quando aveva sferrato quel calcio, Anko si rese conto di quanto si fosse indebolita a causa del poco mangiare. Non poteva rubare troppo dalla dispensa di Itsuki per evitare che l'uomo si insospettisse troppo, ma sopravvivere con quel poco di cibo che egli le dava in forma gatto stava diventando sempre più problematico. Era dimagrita, aveva perso in fretta chili e si era asciugata, ma la cosa peggiore di tutte era che i muscoli, in assenza della giusta quantità di energia, non erano più forti e potenti come una volta.
In ogni caso la Minazuki riuscì ad ottenere l'effetto desiderato, scagliando Kisuke contro il muro e poi, una volta riverso a terra, salirgli sopra, così che l'altro non riuscisse a muoversi a causa del suo peso. Le dispiaceva doverlo obliviare, ma non poteva permettergli di andarsene e raccontare all'Amakura di averla trovata in casa. Era un lavoro sporco, un lavoro che andava fatto per salvaguardare sé stessa, un lavoro ignobile, disonesto...

... E non ti senti neanche un po' vigliacca?!

... Che cosa hai detto?

Immagine


Sul momento Fuoco e Vento si attivarono in lei, portandola a stringere con maggiore forza sopra i polsi del Danma, quasi volesse in qualche modo spezzarglieli. Anche il tono con cui pronunciò quella domanda lasciava denotare la furia insita nell'animo della Minazuki che di fronte a quella provocazione fu pericolosamente tentata di dare a Kisuke una sonora e pesante lezione. Aveva la collana col Naginata al collo, non ci sarebbe voluto niente nell'afferrarla e ricordare al ragazzo con CHI stesse parlando. Ma il Danma, lungi dal rendersi conto del pericolo che stava correndo, proseguì imperterrito a parlare, rischiando la propria pelle in un gesto che alcuni -la sorella- avrebbero definito da sconsiderato, altri -Anko- da uomo coraggioso e sprezzante del pericolo.

Brava, d'accordo, cancellami la memoria anziché provare a spiegarmi la situazione!
Davvero un bell'atteggiamento...
... Allora?
Cosa stai aspettando, valorosa combattente?!


Immagine


Le spezzò l'anima, con quella semplice frase. Non fu ciò che disse, quanto come lo disse, con il disprezzo di chi sapeva che ella non fosse in realtà ciò che aveva appena detto. Forse non era negli intenti del Danma sottolineare la sua condizione di sconfitta, ma era così che Anko si sentì in quel momento e tanto bastò per ricordarle che non valeva la pena comportarsi in quel modo, non valeva la pena lottare per proteggere sé stessa quando, agli occhi dell'intero mondo, lei ormai non era più la guerriera valorosa di un tempo.
Scese dal corpo dell'uomo e si alzò in piedi, scusandosi con lui per avergli arrecato del male. Gli occhi di Anko però si erano momentaneamente spenti, mentre chiedeva a Kisuke, anzi lo pregava di non raccontare nulla ad Itsuki, in quanto l'Ignis non sapeva -o così credeva la Minazuki- che lei non era altro che Meisa, la sua gattina randagia.

... Un attimo...
... Tu quindi sei Meisa?
Ma dimmi un po' te...
Questa è proprio una notizia shock...


Prometti che non gli dirai nulla?

Andiamo su, perché non ti vai a mettere qualcosa addosso?

Non le importava che la vedesse in accappatoio. Le importava solamente che Itsuki non venisse a sapere di lei, ma la conversazione dovette per forza di cose interrompersi quando lo stomaco della Minazuki si lamentò sonoramente, facendo comprendere immediatamente all'amico Tuttofare dell'Amakura quale fosse la condizione di Anko.

Tu stai andando solo a tonno e salmone da 90 grammi la mattina e la sera da oltre due settimane?

Sì...

Ok, senti, dopo che ti sei vestita raggiungimi in cucina, d'accordo?
Devi assolutamente recuperare un po'...


Non...

... Senza che Itsuki se ne accorga, rilassati!

Era così stranamente gentile. Non ci aveva fatto caso, quando era passato a trovare l'Ignis qualche giorno prima. La giovane guerriera alzò lo sguardo nuovamente sul Danma, fissandolo per circa qualche secondo senza dire nulla. Poi fece un altro inchino, per ringraziarlo, retaggio non certo antico ma unicamente giapponese, prima di defilarsi in bagno e lì recuperare i suoi vestiti. Indossava sempre gli stessi perché non aveva modo di lavarne di nuovi senza che Itsuki se ne accorgesse. Al momento la situazione era ancora sotto controllo, ma ben presto avrebbe finito tutta la roba pulita ed allora sarebbe stata costretta a rimanere in forma gatto la maggior parte del tempo. A meno che certo non si fosse rivelata prima, ma dopo che cosa sarebbe accaduto? L'Amakura non sembrava affatto una persona crudele, non sembrava quel genere di uomo che lasciava una persona in difficoltà. Ma lei non voleva apparire in difficoltà di fronte a lui, non sarebbe riuscita a sopportarlo. Per il suo stupido ed immenso orgoglio.
Si attardò qualche minuto in più per asciugarsi anche i capelli, che per sua fortuna non avevano bisogno di alcuna messa in piega. Una volta asciutti e pettinati infatti, essi rimasero perfettamente lisci grazie alla sua derivazione genetica. Una volta messo piede in cucina, un delizioso profumino raggiunse le narici della Minazuki, la quale sentì aumentare la propria salivazione per quanto fosse affamata.

Ah eccoti, dai siedi pure e stai tranquilla, Itsuki mi ha detto che oggi non sarebbe rientrato tanto presto, aveva un bel po' da lavorare...

Lo guardò con un'espressione un po' diffidente a dire il vero, ma fece come da lui detto e si mise seduta al tavolo. Kisuke aveva apparecchiato per lei, mettendo una tovaglietta, un tovagliolo, delle posate ed un bicchiere al momento vuoto, ma con accanto una caraffa piena di acqua fresca. Poi quando il ting del forno suonò, le mise di fronte anche un piatto con una porzione gigante di lasagna fatta in casa. L'aveva vista mangiare qualche giorno prima ad Itsuki e ricordava perfettamente che il suo stomaco aveva brontolato all'idea di poterla mangiare anche lei. Non l'aveva mai assaggiata, ma quando si aveva fame ogni cosa appariva stranamente invitante.

... Buon appetito.

Itadakimasu.

Avrebbe dovuto rifiutare. Ma di fronte ad una tentazione così grande, Anko cedette senza opporre più alcuna resistenza. Nemmeno il timore che l'Amakura potesse scoprirla la spinse a fermarsi dal prendere forchetta e coltello e tagliare in quadrotti la lasagna, come aveva visto fare all'Ignis qualche giorno prima. Soffiò sulla pasta solamente perché non voleva scottarsi la lingua, ma quando l'ebbe raffreddata abbastanza se ne abbuffò come se fosse a digiuno da un mese piuttosto che affamata da due settimane circa.

Perché non cominci con il raccontarmi tutto per filo e per segno, mh?

Che cosa ne ricavava in tasca dall'essere così gentile? Cosa poteva volere in cambio? Apparentemente sembrava nulla. Il Danma si comportava come una persona estremamente altruista, per cui era facile fidarsi di lui pur conoscendolo poco. Anko non sapeva proprio se ringraziarlo o sentirsi ancora più diffidente nei suoi confronti, ma lo stomaco che si stava riempiendo la portò ad essere un po' più di buonumore, sebbene la depressione non l'abbandonasse praticamente mai. Bastava vedere con quanta facilità Kisuke era riuscito a ferirla utilizzando due semplici parole. La Minazuki sentì che doveva delle spiegazioni al ragazzo, almeno per convincerlo a mantenere quel segreto con lei. Ingoiò il boccone, bevve un po' d'acqua e poi posò nuovamente le posate sul tavolo, fissandolo dritto negli occhi. Un contatto che a dire il vero durò pochi secondi, perché quando la Minazuki iniziò a parlare, i suoi occhi scuri interruppero il collegamento con quelli dell'Ignis.

Non c'è molto da raccontare.
Sono stata sconfitta e mio padre ha deciso di punirmi per essere stata così avventata nel voler combattere contro un Amakura cacciandomi da casa.
Non sapevo dove andare e non avendo un lavoro non sapevo nemmeno quanto avrei potuto resistere da sola con i pochi risparmi che avevo.
... L'unica soluzione fattibile mi è sembrata quella di insidiarmi qui di nascosto, in attesa di comprendere che cosa fare della mia vita.


Fu molto sintetica, senza scendere troppo nei particolari. Si vedeva che non le piaceva affatto affrontare quel discorso, perché significava dover esporre una propria debolezza di fronte ad uno sconosciuto. Ma c'era anche dell'altro. Gli affari della famiglia Kurosawa rimanevano spesso segreti e lei, pur avendo perso quel diritto a farne parte, sentiva ancora di possedere un sottile legame con Kirie. Era stata lei in fondo a prevedere che Anko sarebbe diventata una forte guerriera al suo fianco, quindi non poteva essere finito tutto quanto così, no? In realtà non lo sapeva, non sapeva minimamente che cosa pensare e non trovava nemmeno il coraggio di presentarsi al cospetto di Kirie, per ricevere da lei delle risposte. Temeva, dopo l'ultimo discorso avuto con suo padre, di metterla in pericolo. E pur non essendoci ancora alcun vincolo magico-legale, Anko sentiva nel profondo che in realtà si fosse già creato un vincolo morale fra lei e la più giovane discendente Kurosawa.

Non sapevo in che modo l'avrebbe presa Amakura...
... E non me la sentivo di chiedergli asilo in ginocchio, dopo che...


Girò il viso, mentre un'espressione dura ed infastidita sorse sul suo volto. Kisuke avrebbe potuto comprendere che una guerriera orgogliosa come la Minazuki non sarebbe mai riuscita a chiedere apertamente aiuto a qualcuno. Anche a costo di indebolirsi giorno dopo giorno, fingendo di essere una semplice gatta domestica.

Ora sai perché sono qui.
Mi aiuterai a mantenere il mio segreto?


Perché in caso contrario, che cosa avrebbe fatto? Probabilmente l'orgoglio l'avrebbe spinta a prendere le sue cose e andarsene... Dove e soprattutto come, non sapeva, ma quello sarebbe stato il suo inevitabile destino.
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Messaggioda Kisuke » 11/03/2018, 20:13

... Buon appetito.

Itadakimasu.

La vide contenersi solamente per pochi secondi, Kisuke, prima di osservare la fame della Minazuki prendere il sopravvento.
Non che il tonno o il salmone non fossero ottimi cibi (non avrebbe avuto mancanze di Omega3 per il resto dei suoi giorni) ma in quelle quantità era da ridere.
Anzi, forse piangere, nel vedere quanto le guance fossero più scavate, la pancia più che piatta ed anche la pelle in se troppo attaccata alle ossa.
Doveva recuperare ed in fretta, ma oltre a questo, anche cercare di spiegare meglio il perché di quella assurda situazione.

Non c'è molto da raccontare.
Sono stata sconfitta e mio padre ha deciso di punirmi per essere stata così avventata nel voler combattere contro un Amakura cacciandomi da casa.
Non sapevo dove andare e non avendo un lavoro non sapevo nemmeno quanto avrei potuto resistere da sola con i pochi risparmi che avevo.
... L'unica soluzione fattibile mi è sembrata quella di insidiarmi qui di nascosto, in attesa di comprendere che cosa fare della mia vita.


Tuo padre per punirti... Ti ha cacciata via di casa?
Ok, non commenterò in alcun modo, ognuno ha i propri metodi...
... Quindi una volta finita in mezzo alla strada ti sei subito diretta qui.


Annuì piano, sospirando e proseguendo nel guardarla mangiare di gusto quel piatto tutt'altro che leggero e ipocalorico.
Ma era di questo che aveva bisogno Anko. Basta pesce e soprattutto basta con le mini porzioni o ben presto sarebbe morta.
Era difficile staccarle gli occhi di dosso, per diversi motivi: dal dispiacere nei suoi confronti alla valutazione della sua innegabile bellezza.
Itsuki aveva una simile gnocca dentro casa e lo ignorava. Chi aveva il pane non aveva i denti e viceversa, caro Danma-san.

Non sapevo in che modo l'avrebbe presa Amakura...
... E non me la sentivo di chiedergli asilo in ginocchio, dopo che...


Dopo che ti ha sconfitta, ho capito...
Comunque, mi sembri molto attaccata alle tradizioni giapponesi...
Continui a chiamarlo Amakura senza alcun suffisso...
Se ben ricordo sarebbe piuttosto offensivo, ce l'hai con lui per qualche motivo?


Insomma, non poteva mica pensare che la sconfitta fosse l'unico motivo per una antipatia, specie perché la sfida l'aveva lanciata lei, mica lui.

Ora sai perché sono qui.
Mi aiuterai a mantenere il mio segreto?


Io e Itsuki siamo amici fraterni e non ci nascondiamo praticamente nulla...

Ma l'Amakura non era completamente al corrente del morboso attaccamento e desiderio di Kisuke nei confronti di Fujiko.
Quindi all'effettiva c'era qualcosa che gli stava tenendo nascosto nonostante l'incredibile lealtà e onestà.
Bastava come attenuante per aggiungere un altro segreto alla lista senza sentirsi troppo in colpa?
A dire il vero in tutta quella faccenda c'entrò anche un pochino il fatto che a chiederglielo fosse una femmina come Anko.

... però penso che per questa volta io possa fare una eccezione, ma a un patto.

Ebbene sì, la combattente non poteva certo pensare di cavarsela così tanto facilmente.

Dovrai dirgli la verità in tempi comunque ragionevoli perché, credo tu te ne stia accorgendo, Itsuki si sta affezionando molto a Meisa.

Se la coccolava, se la stringeva la notte nel sonno, pensava spesso a lei, passando addirittura in pescheria per darle da mangiare.
Qualcuno forse si sarebbe fatto due domande, chiedendosi come mai una persona prendesse addirittura tonno, platessa, salmone e alici fresche per un gatto qualunque.
Ma Kisuke alle volte non ci rifletteva molto su e obiettivamente per la Minazuki l'Amakura poteva anche essere semplicemente uno spendaccione.
Invece lui lo faceva per dare ad Anko il meglio, pur non potendo proprio aumentare le dosi, altrimenti lì sì che sarebbe stato molto strano, troppo strano.

Inoltre non ho voglia di starmene zitto troppo a lungo.
Voglio che tu mi dia una tempistica massima e che ti attenga ad essa.
Dopo di che posso garantirti che in questo lasso di tempo farò finta di nulla.
resterò qui altre sette settimane circa: ho preso in incarico diversi lavori nella zona.


Mentre parlava, Kisuke si mise nuovamente in piedi, tornando al frigorifero magico ed estraendo un altro piatto da lì dentro.
La Minazuki si era divorata la lasagna in un batter d'occhio quasi, quindi era decisamente giunto il momento di passare al secondo.
Inserì quegli altri avanzi a scaldare dentro il forno e in circa cinque minuti furono pronti e fumanti.
Tutta roba tipica della tradizione dell'Amakura: Saltimbocca alla Romana.

Immagine

Dopo tutto quel pesce, penso che un po' di carne non sia affatto male, giusto?

Le fece un piccolo sorriso incoraggiante, riempiendole il bicchiere d'acqua, prendendosene cura manco fosse ancora una gatta.

... Comunque dicevo, sono un TuttoFare, mi occupo del settore magico idraulico ed elettrico, soprattutto il secondo.
Eseguo anche riparazioni meccaniche di ogni genere, prima ero un MagiMeccanico esperto nel settore dei motori e mezzi di trasporto.
Sto svolgendo dei lavori sia sul luogo di lavoro di Itsuki, che in qualche altra casa del circondario.
Quando si sparge la voce di un TuttoFare con i prezzi che faccio io, è semplice rimediare in fretta clientela!


Normalmente non si teneva tanto basso sulle parcelle, ma trovandosi in trasferta, meglio rimediare qualcosa a poco che niente a tanto.

... Quel calcio che mi hai mollato prima è stato un portento.
Io penso proprio di non essere capace di eseguire mosse simili nemmeno completamente in forma, non con quella scioltezza e tecnica.
Sono una cintura marrone di Karate Sportivo, niente a che vedere con te o Itsuki.
Tu ti dedichi alle arte marziali da quando sei piccola, come lui?
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Messaggioda Anko » 12/03/2018, 16:59

Doveva ammetterlo: Itsuki sapeva il fatto suo in cucina. Quella lasagna non era semplicemente buona perché lei stava morendo di fame, ma era a dir poco eccezionale per la composizione, il sapore del ragù, la scelta di ingredienti di prima qualità per prepararla. E dire che la Minazuki stava mangiando semplicemente degli avanzi e non la lasagna appena fatta e sfornata. Mangiava senza porsi un freno od un limite perché sentiva davvero lo stomaco farle male per via dei crampi che si erano susseguiti in quelle due settimane. Non poteva rubare troppo cibo per non insospettire il padrone di casa, ma non poteva nemmeno continuare ad andare avanti con soltanto un po' di tonno e salmone al giorno. Per fortuna che Kisuke l'aveva scoperta e si era dimostrato così gentile da farla mangiare, nonostante le sue resistenze iniziali. Per una volta, infatti, Anko decise di affidarsi al prossimo, rivelandogli in parte il motivo per cui si trovasse dentro casa dell'Amakura senza che lui lo sapesse.

Tuo padre per punirti... Ti ha cacciata via di casa?

Tu non puoi capire...

Ok, non commenterò in alcun modo, ognuno ha i propri metodi...
... Quindi una volta finita in mezzo alla strada ti sei subito diretta qui.


Annuì, senza però aggiungere altro per prendere le difese di suo padre. C'era in ballo in realtà molto di più che la punizione per una semplice figlia disobbediente, ma la Minazuki non se la sentiva di rivelarlo al Danma in quanto era convinta che egli non avrebbe saputo comprendere il proprio mondo fatto di tradizioni che affondavano radici nei tempi andati. L'unica soluzione che le era sembrata possibile dopo essere stata cacciata era stata quella di dirigersi a casa dell'Amakura, ma l'orgoglio le aveva impedito di chiedergli aiuto come Anko. Alla fine aveva preso un'altra decisione avventata senza pensare affatto alle conseguenze: andare da lui in forma Animagus e convincerlo ad adottarla. Per fortuna non c'era voluto molto: sembrava che Itsuki fosse una persona che si affezionava facilmente agli animali.

... E non me la sentivo di chiedergli asilo in ginocchio, dopo che...

Dopo che ti ha sconfitta, ho capito...
Comunque, mi sembri molto attaccata alle tradizioni giapponesi...
Continui a chiamarlo Amakura senza alcun suffisso...
Se ben ricordo sarebbe piuttosto offensivo, ce l'hai con lui per qualche motivo?


Lui è un Amakura.
Questo basta a rivolgergli tutto il mio più profondo disprezzo.


Strinse il pugno di rabbia, ricordando l'umiliazione subita, quella macchia che non sarebbe andata via semplicemente lavandola, la prova concreta che i Minazuki erano inferiori rispetto ai ben più noti e forti Amakura. Un odio che in lei era nato spontaneamente fin da giovane, alimentato dalle voci che aveva sempre sentito messe in giro sul loro conto.

La sua famiglia... Ha macchiato l'onore... dei Kurosawa...

Una giustificazione quella che con gli ultimi risvolti saputi dalla giovane guerriera non stava però più in piedi. Il disonore che lei credeva la famiglia di Itsuki avesse arrecato a quella di Kirie era davvero da considerare tale, vedendo in che modo si stessero comportando suo padre e suo nonno? Anko smise di parlare, abbassando il capo e stringendo gli occhi, come se stesse provando un fortissimo mal di testa. Si era sforzata di capire, si era sforzata di comprendere, ma non riusciva a credere che per anni l'avessero fatta credere in dei valori che poi lo stesso sangue del proprio sangue aveva tradito senza pensarci due volte. Cercò di non pensarci, di concentrarsi invece sul convincere Kisuke a tenere la bocca chiusa. Perché se il ragazzo avesse deciso di parlare, lei sarebbe stata costretta ad andarsene via e questa volta sarebbe finita sicuramente sotto un ponte a morire completamente di fame, sete e freddo.

Mi aiuterai a mantenere il mio segreto?

Io e Itsuki siamo amici fraterni e non ci nascondiamo praticamente nulla... però penso che per questa volta io possa fare una eccezione, ma a un patto.

Ti ascolto.

Dovrai dirgli la verità in tempi comunque ragionevoli perché, credo tu te ne stia accorgendo, Itsuki si sta affezionando molto a Meisa.

Non era un suo problema. Fu questo il suo primo pensiero, crudele, rivolto verso il migliore amico di Kisuke. Ma poi, il suo spirito da samurai prevalse, ricordandole la pietà e la gentilezza verso il prossimo. E l'Amakura ne aveva dimostrata tanta di gentilezza verso di lei, pur presentandosi come una semplice gatta, guadagnandosi il diritto di non essere preso in giro a lungo. Anche perché, se Anko avesse scelto di mantenere alto l'onore della propria famiglia, avrebbe dovuto sposare l'uomo che l'aveva sconfitta. Partire con una menzogna non era certo la cosa ideale per avviare bene un matrimonio.
La sola idea faceva rabbrividire la giapponese, non tanto per il fatto che fosse Itsuki, quanto per l'idea del matrimonio in sé. Ma era facile convincersi che il problema fosse l'Ignis del Fuoco, quando si voleva vedere soltanto ciò che si credeva essere la verità e non la verità stessa.

Inoltre non ho voglia di starmene zitto troppo a lungo.
Voglio che tu mi dia una tempistica massima e che ti attenga ad essa.
Dopo di che posso garantirti che in questo lasso di tempo farò finta di nulla.
Resterò qui altre sette settimane circa: ho preso in incarico diversi lavori nella zona.


... Tre settimane.
Come ti ho accennato prima, sto cercando di trovare la mia strada e... Non è facile.
Entro tre settimane gli dirò la verità.
Hai la mia parola.


E una parola data da una Minazuki era come un'azione già fatta e compiuta. Il Danma poteva stare tranquillo che la giovane donna non lo avrebbe preso in giro rompendo quella promessa, ma che davvero entro lo scadere delle tre settimane avrebbe raccontato ad Itsuki la verità. Anche se la cosa la spaventata e la rendeva terribilmente agitata, sentendo il sale della sconfitta continuare ad essere versato sulla ferita dell'orgoglio. Tuttavia era già tanto che fosse riuscita a convincere Kisuke a mantenere quel segreto con lei, spingendolo a tradire la fiducia del suo migliore amico. Per Anko egli lo stava facendo perché aveva compreso pienamente la sua situazione e voleva darle una mano, non immaginando certo che in parte ad aiutarla fosse servito il suo innegabile fascino, esercitato involontariamente sul Danma.
Nel fargli quella promessa, la Minazuki si ritrovò nel frattempo con un altro piatto da gustare: un misto di pollo e salvia che Kisuke le presentò come Saltinbocca alla romana. Un'altra delle specialità dell'Amakura che la giapponese non aveva potuto assaggiare per via del suo aspetto felino.

... Comunque dicevo, sono un TuttoFare, mi occupo del settore magico idraulico ed elettrico, soprattutto il secondo.
Eseguo anche riparazioni meccaniche di ogni genere, prima ero un MagiMeccanico esperto nel settore dei motori e mezzi di trasporto.
Sto svolgendo dei lavori sia sul luogo di lavoro di Itsuki, che in qualche altra casa del circondario.
Quando si sparge la voce di un TuttoFare con i prezzi che faccio io, è semplice rimediare in fretta clientela!


... Hai detto MagiMeccanico?

Chiese per sicurezza, alzando gli occhi dal piatto e fissando l'altro quasi con un entusiasmo nuovo, dato forse da una bella notizia appena ricevuta.

Ho una moto con la quale sono arrivata fin qui, ma è a secco e temo che il lungo viaggio possa averla danneggiata.
Sarebbe fantastico se Danma-san potesse dargli un'occhiata e sistema...


Si bloccò sul più bello, interrompendo di colpo quel sorriso entusiasta e ricordando la propria situazione economica. Non poteva pagare Kisuke, non il giusto che gli sarebbe spettato per un lavoro simile.

... Fa come se non avessi detto nulla.
Scusami, mi sono lasciata trasportare non considerando che non potrei permettermi il tuo tempo e le tue risorse...


Per Itsuki sarebbe stato strano vederla così tanto educata e pronta a riconoscere dove stesse sbagliando, ma la verità era che Anko aveva ricevuto un'educazione eccellente. Era il suo carattere ribelle e imprevedibile che la portava sempre a combinare guai e disastri, esagerando il più delle volte e soprattutto durante un combattimento. In quel caso la Minazuki sapeva perdere completamente il controllo di sé, diventando sgarbata, superba, orgogliosa e strafottente oltre ogni limite.

... Quel calcio che mi hai mollato prima è stato un portento.

Mpf... Grazie...

Disse, con un vago accenno di sorriso soddisfatto.

Io penso proprio di non essere capace di eseguire mosse simili nemmeno completamente in forma, non con quella scioltezza e tecnica.
Sono una cintura marrone di Karate Sportivo, niente a che vedere con te o Itsuki.
Tu ti dedichi alle arte marziali da quando sei piccola, come lui?


Esatto, da quando avevo dieci anni.
Karate Shotokan, cintura nera, 4° dan, insieme al Naginatajutsu, disciplina in cui sono l'unica ad eccellere della mia famiglia.
Se fossi nata maschio, probabilmente avrei usato una katana, ma in quanto femmina hanno preferito insegnarmi qualcosa di più consono alle mie reali capacità...


Di nuovo partì con entusiasmo in quella spiegazione, dimostrando tutto il suo orgoglio nell'essere così forte e capace a combattere e di nuovo, come prima, l'entusiasmo scemò in fretta, questa volta a causa di qualche pensiero che gettava un'ombra di disturbo su quanto affermato orgogliosamente dalla Minazuki. Quanto valore potevano avere ora le sue capacità quando non solo era stata sconfitta ma in più non le sarebbero servite senza una Kurosawa da proteggere? Vent'anni buttati, vent'anni passati a diventare qualcuno che non sarebbe mai potuta essere. Smise di mangiare perché lo stomaco le si era chiuso di colpo, nonostante avesse ancora tanto da recuperare dopo due settimane senza nutrirsi adeguatamente come avrebbe dovuto.

... Grazie ancora per il pranzo, Danma-san.
Senza di te, non mi sarei mai azzardata a sottrarre ad Amakura qualcosa di più di un biscotto...


Era meglio salutarsi? Possibile, tanto cos'altro avrebbero potuto dirsi? Sinceramente Anko non lo sapeva, sapeva solo che aveva dentro di sé così tanta rabbia da sfogare e nessun modo per farlo; dubbi, domande e nessuno a cui chiedere.
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Messaggioda Kisuke » 17/03/2018, 0:25

Continui a chiamarlo Amakura senza alcun suffisso...
Se ben ricordo sarebbe piuttosto offensivo, ce l'hai con lui per qualche motivo?


Lui è un Amakura.
Questo basta a rivolgergli tutto il mio più profondo disprezzo.


Faide familiari, evidentemente. Eppure Itsuki gli aveva sempre raccontato che addirittura suo nonno ed il nonno di Anko fossero ottimi amici.
Determinate cose quindi non tornavano di preciso ma era pur vero che lui stesso si era sempre poco interessato di certe dinamiche lontane da sé.
La sua, di famiglia, era una normalissima e tipica famiglia giapponese, fine. Senza antiche tradizioni o particolari incarichi e compiti.
Itsuki lo invidiava parecchio per quello, anche se non lo diceva spesso e apertamente.

La sua famiglia... Ha macchiato l'onore... dei Kurosawa...

Kurosawa è il cognome della donna che Itsuki teneva sott'occhio fino a qualche mese fa o sbaglio?

Anche in quel caso, le informazioni sapute dal Danma erano comunque abbastanza esigue, senza niente di tanto accurato o approfondito.
La risposta affermativa di Anko non diede luogo ad ulteriori chiacchiere, forse anche perché ipotizzava di non poter fiatare non essendo del tutto al corrente.
Aveva la sua buona percentuale di maturità, Kisuke, probabilmente dovuta alla lucidità mentale dei Fulmini.
Ma a parte questo, la priorità per la Minazuki era quella di sapersi al sicuro ed avrebbe accettato le condizioni del giovane uomo, pur di restare nell'ombra.

... Tre settimane.
Come ti ho accennato prima, sto cercando di trovare la mia strada e... Non è facile.
Entro tre settimane gli dirò la verità.
Hai la mia parola.


Lo fai sembrare così solenne... Wow... Comunque meglio così... Ci conto.

Non le tese la mano giusto perché ormai aveva capito quanto quella persona fosse molto diversa negli atteggiamenti e nelle abitudini dalla gente comune.
In un certo senso sentiva di potersi fidare di lei, sapeva che non ci fossero dietro trappole o prese in giro. Messaggi che trasmetteva lei col proprio sguardo.
Messa da parte quella faccenda, dunque, si poteva tornare a parlare anche d'altro, come ad esempio l'attività lavorativa di sfondo del Danma.
Alla Minazuki non parve vero l'aver incontrato un ex MagiMeccanico, ma allo stesso tempo il suo forte entusiasmo subì uno smorzo piuttosto veloce.

Ho una moto con la quale sono arrivata fin qui, ma è a secco e temo che il lungo viaggio possa averla danneggiata.
Sarebbe fantastico se Danma-san potesse dargli un'occhiata e sistema...


... Mh?
Ti sei bloccata di colpo?
Cosa stavi dicendo?
... Tutto ok?


... Fa come se non avessi detto nulla.
Scusami, mi sono lasciata trasportare non considerando che non potrei permettermi il tuo tempo e le tue risorse...


Pf... Ahahahah!
Ma finiscila, pensi che quando vado a dare un'occhiata alla moto di Itsuki, lui mi dia dei soldi?
Una revisione generale qua e là non ti costerà nulla perché a me non costa nulla...
... Al massimo se trovassi delle riparazioni da fare potremmo parlarne, ma sul discorso "Occhiata", non mi devi niente.


Era assolutamente gentile, tendenzialmente un ragazzo buono, una persona educata dalla sorella e dalla vita all'altruismo e all'impegno sociale costante.
Per questo lui e Itsuki andavano tanti d'accordo. Erano inseparabili perché entrambi non lasciavano mai nessuno in difficoltà, nemmeno i nemici.
Faceva tutto parte della loro filosofia, quindi Anko poteva stare tranquilla sul fatto che la propria moto potesse ricevere una visita accurata.
Al massimo Kisuke avrebbe potuto chiedere in cambio di allenarsi un po' con lui, vista e considerata la grande esperienza di lotta della Minazuki.

Karate Shotokan, cintura nera, 4° dan, insieme al Naginatajutsu, disciplina in cui sono l'unica ad eccellere della mia famiglia.
Se fossi nata maschio, probabilmente avrei usato una katana, ma in quanto femmina hanno preferito insegnarmi qualcosa di più consono alle mie reali capacità...


Meglio che tu sia nata femmina allora, la katana è troppo scontata, mentre il naginata lo trovo decisamente più cool!

Si sperava che Anko comprendesse cosa significasse "cool" ma insomma, era abbastanza semplice come concetto seppur espresso nella lingua inglese.

... Grazie ancora per il pranzo, Danma-san.
Senza di te, non mi sarei mai azzardata a sottrarre ad Amakura qualcosa di più di un biscotto...


Macché, figurati, però ti sei fermata di colpo, ho detto forse qualcosa che ti ha...

Str***one, ci sei?

... Porca t***a, trasformati presto, svelta, svelta!

La voce di Itsuki, proveniente dall'ingresso della casa, aiutò entrambi ad accorgersi della sua presenza e correre di riflesso ai ripari.
In verità l'Amakura aveva percepito i due Spiriti Elementali molto vicini tra loro, intuendo che forse Anko si fosse rivelata all'amico.
Non sapendo però se quello dovesse restare ancora un segreto o meno, aveva preferito anticipare il proprio arrivo.
Difatti, non appena arrivò in cucina, trovò il Danma seduto dove prima stava Anko, finendo quello che ella aveva lasciato nel piatto, con Meisa sul tavolo a fissarlo.

Ah eccovi qui tutti e due...

È piuttosto invadente lo sai?
Mi ha fissato per tutto il tempo!
Fa sentire in soggezione...
... Ho dovuto per forza darle una scatoletta di tonno, quindi stasera non la riempire, potrebbe non avere fame.


Sì, Kisuke la stava decisamente aiutando mantenendo la parola, mangiando quel poco rimasto di saltimbocca.
Itsuki dentro di sé fece un leggero sorriso, apprezzando lo sforzo dell'amico nel voler supportare la giovane combattente.
Di fronte a due occhi come quelli di Anko, scintillanti e profondi, accompagnati da un corpo simile, il Danma avrebbe ceduto per forza.
Non riusciva a biasimarlo, al massimo ci si faceva una risata interiore prendendolo in giro.

Lasciala perdere, poverina... Meisa tesoro, sei contenta del mio ritorno mh?!

L'Amakura presa in braccio la micetta, stringendola un po' a sé per poterle dare diversi baci sulla testolina, prima di lasciarla libera.

Sono sudato da fare schifo, ho deciso di arrivare qui correndo, seguendo il tuo esempio, peccato non avessi propriamente gli abiti adatti!

Si tolse infatti il maglione attillato di colore nero e di seguito anche la camicia bianca e la canottiera, rivelando il corpo imperlato e umido.

Tu finisci pure con comodo... Io vado a farmi una ricca doccia amico mio!

Immagine

Beh vedi che se trovi umido è perché l'ho fatta anche io poco fa!

Non sembra molto, sai?

... B-beh è ovvio, non mi andava di rubarti di nuovo il cambio così ho rimesso i vestiti di prima!

Complimenti al tonto, così hai vanificato il ruolo della doccia che dovrebbe essere quello di profumarti, baka!

Eheheh, c***o hai proprio ragione!

Itsuki si allontanò, dirigendosi verso il bagno così da potersi infilare sotto la doccia e non appena la porta si chiuse, Kisuke emise un lungo respiro.
Dopo di che, lanciò un'occhiata verso Meisa, sorridendo morbido. Era riuscito a non farsi beccare e a non farla beccare, per fortuna.
Si alzò in piedi, dando il via ai piatti nel lavarsi da soli, poi, afferrò una busta di quelle plastificate da spesa grossa, aprendo la credenza dell'amico.
Da lì cominciò a togliere un barattolo con delle olive, quattro confezioni di noodles, sette pacchetti di cracker, due bottigliette di Gatorade e un barattolo di pesche sciroppate.

(DALLA CUCINA)

Vedi che ti sto saccheggiando la dispensa eh?!

(DAL BAGNO)

Che succede, non ti stanno pagando?

(DALLA CUCINA)

Tutto quanto a fine lavori, sono dei taccagni, i tuoi capi compresi!

(DAL BAGNO)

E non puoi prelevare dal tuo conto per farti un po' di spesa?

(DALLA CUCINA)

Certo che no, è meglio derubare il mio più caro amico non trovi?!

(DAL BAGNO)

Basta che non tocchi tonno e salmone, quelli sono di Meisa!

In verità, Kisuke invitò la gatta a seguirlo e, uscendo dalla casa un istante, andò a mettere la busta con quei viveri dentro ad un armadietto metallico del garage.

Non lo apre mai, dentro ci sono gli attrezzi specifici che uso io per controllargli la moto.
La chiave è quella con il bordo di colore rosa scuro di gomma, la troverai all'ingresso attaccata alla parete di sughero assieme alle altre.
Non è molto, ma almeno potrai avvalerti di qualcosa in più rispetto ad un biscotto...
... Io tornerò la prossima settimana, così nel caso andremo a dare una controllata al tuo bolide!


Fece un occhiolino verso Meisa, tornando infine dentro casa per salutare l'amico.

Io vado Itsuki, ci si vede settimana prossima...

Ok bello, fa' attenzione che stai perdendo un bel po' di capelli, la doccia è piena...

Un po' di stress, niente di che, tranquillo!

Se lo dici tu...

Richiuse il bagno, avviandosi per l'ultima volta all'ingresso dell'abitazione, guardando infine la gatta e accovacciandosi un secondo di fronte a lei.

Prova a vederlo un po' meno come Amakura ed un po' più come Itsuki...
Chissà che non possa scivolare via qualche grammo di disprezzo...
Stammi bene...
... Miao miao!


Evitò di farle delle carezze, non aveva la più pallida idea se potesse piacerle la cosa oppure no, essendo lei in realtà un essere umano.
Emise un bel respiro e così si allontanò dalla casa dell'amico, tenendo bene stretto quel segreto che poi tanto segreto in verità non era.
Non appena Anko si girò dando le spalle alla porta, si ritrovò di fronte Itsuki appena uscito dalla doccia, completamente nudo.
La reazione quasi sicura della "gatta" nel fuggire via manco avesse visto un fantasma fece inarcare il sopracciglio al giovane uomo con aria fintamente perplessa.

... Non riesco proprio a capire cosa le prenda...
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