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Baton Rouge

Messaggioda Itsuki » 17/04/2020, 22:01

... Ehi.

... Itsuki...

Immagine


... Dov'è mio fratello?

Ecco il problema dell'avere a che fare con una femmina come Fujiko Danma: sapeva come smorzare le fantasie in un attimo.
No, non quelle più crude e carnali, quelle le alimentava pure troppo, bensì quelle più da sognatore, quelle da uno come Itsuki.
Non che si aspettasse una reazione del genere, un colpo di scena così grosso, ma insomma, almeno qualche attimo in più di incertezza ed esitazione.
Invece la donna passò subito al sodo, con tutto che erano trascorsi quasi dieci anni, con tutto che tra loro era rimasto tutto in sospeso.
Ma il fratello era il fratello e quella forte responsabilità verso di lui in un certo qual modo andava capita senza fare troppe storie ed assecondarla.

... Vieni, è in salotto.

Insieme a Kirie ed Anko, entrambe con i loro stili, le loro espressioni, i loro stati d'animo.
A farci bene caso, tutte e tre le femmine avevano delle identità affermate ben diverse l'una dall'altra.
Là dove Fujiko era piena femminilità, Kirie invece era pura grazia, per finire con la Minazuki, evidente ribellione.
Ognuna nascondeva in sé grandi doti e meravigliose caratteristiche e sceglierne una sola significava rinunciare ad altrettante sorprese speciali.
Ma se il Danma in tal senso aveva ben pochi dubbi al riguardo, per Itsuki invece la questione era decisamente diversa, più caotica e complessa.

L'età adulta le dona un casino, c***o...

Alcuni dettagli della sorella di Kisuke non erano affatto mutati, ma altri invece sì, migliorati, evoluti, atti a renderla incredibilmente desiderabile.
Gli occhi dell'Amakura si persero alcuni secondi ad osservarla dalla testa ai piedi, soffermandosi sulla luce dello sguardo, la curva delle labbra e del naso.
Poi un po' più giù sul florido e prosperoso petto tutt'altro che comune per una giapponese, arrivando anche alle dita affusolate e curate delle mani.
Una panoramica che ebbe vita breve, terminando a circa metà del racconto di Kisuke riguardo le dinamiche sulla faccenda incidente.
Il Ghiaccio, tenuto sotto controllo dal Demone Ignis, indicava uno sviluppo immediato, ma a cristalli sottili, come se il suo scopo fosse quello di esplodere a momenti.

... Quindi tu sei voluto andare a tutti i costi per salvare... Anko...

... Esatto.

E tu... Non sei potuto andare con lui, perché dovevi difendere tua... Cugina, ho capito bene?

Hai capito bene, sì.

... Hai...

Ci fu qualche piccolo secondo di silenzio, al termine dei quali la Danma chiese a tutti di uscire dalla stanza per restare sola col fratello.
Non appena venne chiusa la porta, ella provò ad insonorizzare la camera con la bacchetta ma la magia non si innescò.
Al contrario, si attivò un piccolo segnale sonoro acuto che ebbe però durata scarsa.

Col sistema di allarme non si possono isolare acusticamente le stanze!
Ho provveduto a rimuoverlo, fa' pure!


La voce di Itsuki, proveniente dal disimpegno, arrivò chiara e tonda nel salotto, dando l'ok alla sorella di Kisuke per procedere.
Adesso che non c'erano più impedimenti, si poteva procedere con l'incantesimo, determinando una più forte preoccupazione dell'invalido.
Perché mai Fujiko non desiderava farsi ascoltare?
Possibile che intendesse urlare così tanto forte che i muri non bastassero a limitare il suono?
All'inizio del discorso, il Danma pensò che la motivazione fosse soltanto legata a frasi molto delicate, ma ben presto si dovette ricredere.

In che modo pensi mi sarei sentita se mi avesse detto che mio fratello era rimasto gravemente ferito o se non ti avessero salvato dalla paralisi?
Avrei ucciso te e lui, questo è poco ma sicuro e non so che cosa mi abbia impedito di inveirgli contro, se il mio Elemento o la consapevolezza che quando c'è di mezzo la ragazza che ami, è impossibile farti ragionare!
Avrebbe dovuto tirarti un cazzotto in faccia, se non per bloccarti, almeno perché non hai voluto dirmelo per tempo!


Certo, e così facendo tu sicuramente...

E non te ne uscire con la storia che avrei cercato di fermarti, perché i miei tentativi, lo sappiamo bene, sarebbero andati completamente a vuoto!

... Sì, probabile...

E vogliamo parlare del fatto che persino i parenti di Itsuki sono in grado di metterti nei casini?!
Ma con che razza di famiglia è imparentato?!


Va beh dai, adesso non prendertela con...

Oooooh... Ma il peggio rimani tu, Kisuke!
Tu e la tua assurda capacità di innamorarti di una ragazza in grado di spaccarti una vertebra con un calcio solo!
Solo TU potevi prenderti di una così!


Niente, anche il raggiungere i trent'anni non aveva cambiato un dato di fatto: Fujiko sapeva sempre come farlo diventare piccolo piccolo piccolo.
Inveiva, si atteggiava a genitore, non a semplice sorellona, dando schiaffi verbali talmente tanto pesanti che al confronto quelli fisici di Anko erano carezze.
Kisuke non riuscì a sostenere lo sguardo della Acuan del Ghiaccio, non potendo minimamente replicare.
Non l'aveva avvertita per evitarle un patema d'animo, di stare in perenne ansia, ma sostanzialmente così facendo aveva imboccato la strada per un errore anche più grosso.
Ma sopratutto, Fujiko non riusciva a capire che probabilmente ci sarebbe riuscita davvero ad impedirgli di andare, con la sua preoccupazione alle stelle.
Però, se Kisuke fosse rimasto bloccato, se fosse rimasto ad attendere che altri salvassero la Minazuki, non se lo sarebbe perdonato e non l'avrebbe perdonato alla sorella.
Come fare però ad esporgli un discorso simile quando la Danma si preparava invece alla sfuriata vera e propria?
Ad Itsuki non serviva affatto ascoltare effettivamente cosa ella stesse dicendo, gli bastava percepire il Ghiaccio, un Ghiaccio che ormai somigliava più ad una tormenta di neve.

SEI UN IDIOTA!
UN IMBECILLE!
UN TOTALE E COMPLETO DEFICIENTE!


... Ok.

E mi sto trattenendo Onii-chan, sai che mi sto trattenendo dalla voglia di picchiarti e solo perché lo farei contro una persona indifesa, che non può NEMMENO SCAPPARE PERCHÉ NON GLI FUNZIONANO BENE LE GAMBE!

Avrei preferito le botte...

MA QUANDO IMPARERAI A CRESCERE E A PENSARE ALLE CONSEGUENZE DI QUELLO CHE VUOI FARE?!
QUANDO LA SMETTERAI DI FARMI VENIRE L'ANSIA PERCHÉ NON POSSO FIDARMI SE TORNERAI VIVO O INTEGRO DA UNA TUA SCAMPAGNATA CON ITSUKI?!
QUANDO KISUKE?!
QUANDO?!


Avrebbe voluto rispondere una buona volta, sollevarsi contro di lei e quella assurda convinzione che ogni volta fosse il legame con Itsuki il problema.
Ma non ci riuscì, la sua forza e la sua energia vennero annichilite, perché Fujiko era davvero l'unica in grado di lasciarlo senza difese.
Le voleva talmente tanto bene che pensare di darle contro, di reagire, sovrastare il suo dolore, lo facevano sentire un fratello terribile.
Eppure c'era sempre un motivo per ritenerlo tale, motivo che andava ricercato nella loro profondissima differenza di carattere che poco si conciliava col loro affetto reciproco.
L'unica cosa che fece fu alzare lo sguardo, fissarla e sostenere gli occhi iracondi della sorella, senza aria di sfida, in un semplice messaggio implicito: "Basta, ho capito".
Tuttavia, Kisuke non sarebbe stata l'unica vittima dentro quella casa, eh no, mancava niente meno che lui, colui che Nausicàa non poteva mai nominare.

E tu... Non credere che non ci sia in serbo una bella ramanzina anche per te.

... Kirie, Anko, raggiungete Kisuke per cortesia.

La voce ferma, un temperamento molto più solido che in passato.
Fujiko era sempre stata così, come si era appena mostrata con Kisuke, per Itsuki invece la questione era ben diversa.
Ella probabilmente non aveva la più pallida idea del suo sviluppo personale, mentale, interiore.
Credeva di avere a che fare con il solito ragazzino ventiduenne che non si era presentato a quell'appuntamento.
Un ragazzino che poteva schiaffeggiare impunemente, giustificando quel gesto come derivante dalla situazione attuale e per niente collegato al passato.

SCIAFF

Questo è perché non hai tirato un pugno in faccia a mio fratello quando ti ha detto che voleva andare a salvare Anko...

SCIAFF

... E questo è perché non gliene hai tirati due quando ha dimostrato di volermi tenere all'oscuro di tutto.

In ogni caso, l'Amakura non la fermò, si fece colpire, anche se il suo viso non si mosse di un millimetro.

... Ce ne sarebbero ancora altri che ti mollerei volentieri adesso, ma mi riconosco che sarebbe solo un modo per scaricare la rabbia che adesso provo verso Kisuke... E anche verso di te Itsuki, non dimenticarlo!

No che non lo dimenticava, mai si sarebbe azzardato, perché quella rabbia era condivisa anche da se stesso.

Mio fratello è una testa di legno, ma tu non hai nemmeno provato a spaccargliela, immagino...
Se gli fosse successo qualcosa... Se gli fosse successo qualcosa...
Trama... Quanto ti avrei odiato...


Mai più di quanto avrei odiato me stesso, Fujiko, ma non avevo alcun diritto di fermarlo!
Aveva preso la sua decisione, da persona ormai adulta, responsabile per sé, e se lo avessi costretto a desistere lo avrei solo umiliato!


A differenza della conversazione precedente, quella tra la Danma e l'Amakura era perfettamente udibile dalle tre persone in salotto.
L'aura celeste chiaro che circondava lo Spirito della donna venne contrastata da quella color rosso vivo attorno allo Spirito del Demone Ignis.
Ancora una volta Fuoco e Ghiaccio a confronto, due Elementi così tanto opposti che però con loro due riuscivano quasi a modificare la loro stessa essenza.
Quello di Itsuki diveniva Fuoco Freddo, un Fuoco in grado di gelare all'istante, mentre per Fujiko Ghiaccio Secco, Ghiaccio in grado di ustionare al minimo tocco.

Rispondimi sinceramente: sei davvero convinta che se lui ti avesse avvertita tu non saresti riuscita in alcun modo a bloccarlo?
Credi che tuo fratello, che conosci da tutta la vita, non si sarebbe fermato osservando la sua amata e adorata sorella piangergli davanti preoccupata?!
Pensi di valere così poco per lui, eh?!
... Ma se lo avesse fatto, se non fosse intervenuto per far stare tranquilla te e ad Anko fosse successo qualcosa... Sarebbe stato poi lui ad odiarti.
E sa bene... Come lo so anche io... Che tu senza il suo amore moriresti dentro, perché non esiste persona più importante, per te...


Al Danma si strinsero forte il cuore e l'anima nell'ascoltare il migliore amico, perché sapeva a cosa si stesse riferendo realmente.
Quella menzogna che Itsuki lo aveva implorato di mantenere viva, di non rivelare mai, perché per la Danma sarebbe stata una sofferenza troppo grande.
Pur essendo incisivo con il suo dire, l'Amakura non urlava, né alzava la voce, perché non intendeva ferire, solo non farsi sommergere da imprecazioni vere solo a metà.
Lì si notava quella Saggezza e quell'Amore che Kirie aveva riconosciuto nei gesti verso di lei, uniti però alla fierezza di un ragazzo ora divenuto uomo.
Un altro passo avanti e se ella non avesse indietreggiato, si sarebbero trovati a pochi centimetri di distanza.

... E se fosse morto, sarebbe morto con onore, cercando di salvare una vita che stava venendo stroncata.
Nessuna c*****a da teppista, nessuno scopo immaturo o inutile, ma nobile, coraggioso.
... 'FANCULO FUJIKO LO HAI PER LO MENO ABBRACCIATO QUALCHE FOTTUTO SECONDO O HAI PENSATO SOLO A VOMITARGLI ADDOSSO TUTTO IL TUO RISENTIMENTO?!
Kisuke è imperfetto... Come lo sono io... Come lo siamo tutti... È impulsivo, sfrontato, una vera testa calda... Ma ha anche un cuore grande, enorme.
... E non dimenticare mai che se oggi svolge un lavoro con la testa sulle spalle, se oggi combatte il suo animo scapestrato e ribelle... È per non deludere te.


Il cuore batteva molto, tropo forte, mentre gli occhi erano luminosi di una sottile patina umida.
Loro due comunicavano di tutt'altro attraverso una conversazione diversa, trasmettendosi emozioni e pensieri chiusi e relegati chissà dove.
Emise un lento, pesante respiro, proseguendo a non interrompere il contatto occhi negli occhi.
Dopo di che girò di poco la testa, spostando lo sguardo sul muro.
Uno sbuffo tra il divertito e l'amaro, infine si tolse la giacca, gettandola sopra l'appendiabiti... Quanto era stato stupido.

So che Anko vorrebbe restargli vicino durante il periodo di riabilitazione, me lo ha fatto presente in privato e credo te lo chiederà.

Cambiò per un attimo il discorso, volendo dare il tempo al proprio "Io" per abbassare lentamente la fiamma divampata senza controllo.
Era un Vulcano e come tale era soggetto ad eruzioni istantanee, non volute o più semplicemente provocate da agenti esterni fin troppo destabilizzanti.

... Non lo ammetterai mai, vero?

Era davvero importante specificare cosa?
No che non lo era, quella domanda era forse la più sensata e diretta da quando si erano rivisti, la più vicina ad un reale riscontro con un decorso ancora appeso.
Ma la Danma, esattamente come lui, era cresciuta e con lei anche il suo Elemento.
Tutti quegli anni trascorsi avevano contribuito a creare una solida parete di gelido cristallo, Itsuki la sentiva, la percepiva, e non sapeva se fosse ormai il caso di provare ad infrangerla.
Su una cosa però non c'erano dubbi: era tremendamente stanco di vedere una donna così ostinata a rifiutare i propri sentimenti.
Per quanto l'ostinazione fosse stata una delle peculiarità di lei più apprezzate dall'Amakura, ora invece si ritrovava ad essere la loro peggior nemica.
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Messaggioda Fujiko » 19/04/2020, 0:47

Sarebbe stato bello se Fujiko avesse aperto subito il suo cuore, senza alcun impedimento.
Sarebbe stato bello se, nel vedere Itsuki Amakura, dopo dieci anni di completa lontananza, il suo Elemento si fosse sciolto completamente, facendo sorgere in lei occhi più lucidi, sorriso incerto, battito accelerato.
Sarebbe stato bello vederla tremare perché vicina all'uomo che amava.
Sarebbe stato bello... Ma non sarebbe stato reale, per un'Acuan del Ghiaccio come lei.
I ricordi della Danma si fermavano a quel ragazzo appena ventiduenne, che ne combinava sempre una di troppo, scapestrato, insolente, ribelle, un vero e proprio teppista.
Nella sua mente, l'Ignis era rimasto tale e quale al ragazzino stupido che aveva messo in pericolo la vita di suo fratello per entrare a far parte della yakuza magica.
Non aveva mai voluto riconoscere che una persona sapeva cambiare, non aveva mai accettato che egli si fosse fatto uomo.
Per questo, quando l'Amakura aprì la porta, ella rimase talmente sorpresa da scatenare quasi immediatamente la reazione del suo Elemento, cristallizzato nello spirito e nel cuore.
Il Ghiaccio l'aiuto a mantenersi lucida, a ricordare a sé stessa che non era Itsuki il motivo della visita, ma suo fratello Kisuke.
Si aggrappò a questa convinzione perché sapeva che in fondo non lo aveva mai dimenticato, ma ci aveva provato e ancora tentava, seppellendo qualunque calore sotto una coltre spessa di ghiaccio perenne.
Quello stesso Ghiaccio che le impedì di compiere il gesto più naturale e normale del mondo, come abbracciare suo fratello dopo aver saputo che egli aveva rischiato la vita.
Se il motivo fosse dipeso da un incidente non dipendente dalla volontà di Kisuke, probabilmente Fujiko si sarebbe lanciata sull'Ignis Fulmine, stringendolo forte a sé, dando sfogo ad un pianto liberatorio e di sollievo.
Ma il fatto che l'essersi messo in pericolo fosse dipeso proprio da lui, rese la Danma fredda, distaccata e pronta solo ad inveirgli contro, facendolo sentire un minuscolo essere umano privo di qualunque buon senso.

MA QUANDO IMPARERAI A CRESCERE E A PENSARE ALLE CONSEGUENZE DI QUELLO CHE VUOI FARE?!
QUANDO LA SMETTERAI DI FARMI VENIRE L'ANSIA PERCHÉ NON POSSO FIDARMI SE TORNERAI VIVO O INTEGRO DA UNA TUA SCAMPAGNATA CON ITSUKI?!
QUANDO KISUKE?!
QUANDO?!


Una reazione simile poteva essere data solo da un attaccamento molto forte nei confronti del fratello.
Lo amava più di qualunque altra cosa al mondo, era la sua vita, la sua gioia, la persona verso cui aveva rivolto tutto il suo affetto quando la loro madre era venuta a mancare.
Non lo avrebbe mai lasciato, si era ripromessa, e lo avrebbe sempre protetto, anche se entrambi avevano ormai l'età per imparare a crescere da soli e indipendenti.
Fujiko non era riuscita a farcela, non era riuscita a lasciare a Kisuke la sua libertà, spaventata dal suo carattere impulsivo, che avrebbe potuto condurlo su molte strade sbagliate.
La sua amicizia con Itsuki, ad esempio, era una di quelle scelte che la Danma non riusciva ad accettare, per via di quello che era accaduto tanti anni prima.
La rabbia verso il fratello non era ancora scemata che la donna andò dritta spedita verso l'Amakura, pronta a far sentire potente la sua voce anche nei suoi confronti.
Due schiaffi in faccia verso l'uomo che aveva mancato di osteggiare quanto più possibile la partecipazione di suo fratello a quella missione suicida.
E che non l'aveva avvisata di quello che stava per fare, spingendo la mente di Fujiko ad immaginare tutti i possibili scenari nei quali Kisuke moriva all'improvviso, senza che lei fosse pronta ad accettarne la morte.

Se gli fosse successo qualcosa... Se gli fosse successo qualcosa...
Trama... Quanto ti avrei odiato...


Mai più di quanto avrei odiato me stesso, Fujiko, ma non avevo alcun diritto di fermarlo!
Aveva preso la sua decisione, da persona ormai adulta, responsabile per sé, e se lo avessi costretto a desistere lo avrei solo umiliato!


No, lui non era l'Itsuki che ricordava.
Non si trovava più di fronte al ragazzo, ma di fronte al ragazzo divenuto uomo, cresciuto, maturato, che non si lasciava mettere più i piedi in testa da una ragazza ben più matura di lui.
I ruoli si erano invertiti a quanto pareva. Fujiko aveva smesso di crescere, avendo raggiunto fin troppo presto una maturità che molti si sarebbero sognati alla sua età.
Al contrario, l'Amakura aveva accelerato quel processo dopo averla persa, diventando adesso un uomo fatto e finito, focoso perché quello era il suo Elemento, ma un Fuoco che sapeva essere persino più freddo del Ghiaccio stesso.

Rispondimi sinceramente: sei davvero convinta che se lui ti avesse avvertita tu non saresti riuscita in alcun modo a bloccarlo?

Certo che no, Kisuke è un testone!

Credi che tuo fratello, che conosci da tutta la vita, non si sarebbe fermato osservando la sua amata e adorata sorella piangergli davanti preoccupata?!
Pensi di valere così poco per lui, eh?!


Quello fu il primo di una serie di schiaffi morali che Fujiko fu costretta a ricevere.
Il Ghiaccio nel suo spirito, il suo più fido alleato, aveva iniziato a creparsi, a sciogliersi, nel momento stesso in cui l'Amakura aveva sottolineato con così tanta convinzione che lei sarebbe stata capace di fermare suo fratello.
Aveva creduto davvero di non avere alcun ascendente su di lui?
E come aveva fatto a convincersi?
Certo, la rabbia ed il desiderio di trovare una qualunque ragione o scusa plausibile per prendersela con entrambi, con Itsuki e Kisuke insieme, perché lei era stata esclusa, perché lei non aveva potuto dire la sua, perché lei aveva rischiato di perdere suo fratello senza che lo sapesse.
E se anche lo avesse bloccato, sarebbe stato così tanto un male?
La risposta, purtroppo, gliela fornì lo stesso Itsuki, forse più capace della donna di saper cogliere determinate sfumature del carattere di suo fratello, a differenza di lei che invece, in quanto Acuan, faceva fatica a stare dietro alla sua impulsività.

... Ma se lo avesse fatto, se non fosse intervenuto per far stare tranquilla te e ad Anko fosse successo qualcosa... Sarebbe stato poi lui ad odiarti.
E sa bene... Come lo so anche io... Che tu senza il suo amore moriresti dentro, perché non esiste persona più importante, per te...


Il Demone Ignis stava dicendo cose giuste, cose oneste, cose risapute sia da lui, che da Kisuke che dalla stessa Fujiko... Ma non da Anko.
Kirie e la Minazuki si erano spostate all'interno della stanza dove stava seduto il Danma, ascoltando pur non volendo la discussione che stava avvenendo fra il padrone di casa e la sorella dell'Ignis.
L'atteggiamento della Nonomiya era quello di una persona che si sentiva a disagio in quella situazione.
Seduta, manteneva il capo chino, lo sguardo basso, le mani stringevano il vestito e rimaneva in completo silenzio, vergognandosi di star prendendo parte ad una conversazione tanto intima fra due persone.
Anko, a differenza sua, non provava imbarazzo, ma nemmeno curiosità: il suo era un ascolto non ascolto, ma persino la giovane donna guerriera al servizio dei Kurosawa, di fronte all'ultima uscita da parte dell'Amakura, dovette alzare la testa, stranita dalle parole appena ascoltate.

Kisuke... Tu davvero ci tieni così tanto a me?

Ciò che la Minazuki non aveva mai notato era la profondità dell'affetto che il Danma nutriva nei suoi confronti, anche al di là di quello che provava verso la gemella.
Sua sorella sarebbe sempre stata un importante punto di riferimento, ma la ragazza che amava scuoteva il suo cuore, inebriava la sua mente e lo rendeva un uomo volenteroso di starle accanto, di esserle pari, di raggiungerla ovunque ella fosse.
L'odio verso Fujiko lo avrebbe ucciso, annientato, supportato dal dolore di quello che sarebbe potuto accadere ad Anko.

E se fosse morto?!
Eh?!
Ti rendi conto che sarebbe potuto accadere o non te ne frega niente?!


... E se fosse morto, sarebbe morto con onore, cercando di salvare una vita che stava venendo stroncata.
Nessuna c*****a da teppista, nessuno scopo immaturo o inutile, ma nobile, coraggioso.


La nobiltà ed il coraggio te le puoi anche ficcare in un altro posto Itsuki!
KISUKE NON È UN SAMURAI! NON È UN GUERRIERO!
È SOLO UN RAGAZZO NORMALE CHE HA RISCHIATO DI MORIRE PER UNA SCELTA IMPULSIVA E SBAGLIATA!


... 'FANCULO FUJIKO LO HAI PER LO MENO ABBRACCIATO QUALCHE FOTTUTO SECONDO O HAI PENSATO SOLO A VOMITARGLI ADDOSSO TUTTO IL TUO RISENTIMENTO?!

Fu in quel momento che la Danma sentì un profondo crack provenire dal suo spirito, come se una pallottola avesse appena fatto breccia in una lastra di vetro.
La pallottola che era arrivata in lei era fatta di fuoco e fiamme e la lastra di vetro trasparente era Ghiaccio, allo stato puro.
Fu in quel modo che percepì le parole di Itsuki, una percezione che fu fin troppo lucida, fredda e analitica dei fatti per potersi lasciare fuorviare dai sentimenti di rabbia.
L'uomo che stava difendendo strenuamente suo fratello era anche quello che le stava facendo comprendere quanto poco si fosse comportata come una sorella.
Non si era lasciata pervadere da alcun gesto di affetto né di sollievo, non gli aveva detto quanto era felice di saperlo salvo ed in salute.
Il Freddo era un'arma a doppio taglio, perché sapeva proteggere dalle emozioni nei momenti di pericolo, ma sapeva anche congelare le emozioni quando era un bene che venissero a galla.
Gli occhi della Danma si aprirono, sconvolti da quella rivelazione, mentre per la prima volta forse, da quando aveva messo piede in quella casa, guardava Itsuki e lo vedeva, lo vedeva per davvero.

Kisuke è imperfetto... Come lo sono io... Come lo siamo tutti... È impulsivo, sfrontato, una vera testa calda... Ma ha anche un cuore grande, enorme.
... E non dimenticare mai che se oggi svolge un lavoro con la testa sulle spalle, se oggi combatte il suo animo scapestrato e ribelle... È per non deludere te.


Aveva cercato di mettere la testa a posto... Per lei.
Si era cercato un lavoro di tutto rispetto... Per lei.
Aveva imparato a controllarsi, a diventare più maturo, a crescere... Per lei.
Ma questo non era Kisuke, o meglio, non era solamente lui.
La giacca che venne lanciata contro l'appendiabiti, una giacca color rosso scuro, di ottima fattura.
I capelli perfettamente pettinati, il profumo da uomo sulla pelle, lo sguardo serio, il viso sbarbato.
Itsuki era cambiato, Itsuki era cresciuto e sempre Itsuki lo aveva fatto unicamente per lei.
Venne investita da quella consapevolezza, la Danma, e al tempo stesso non desiderava esserne travolta.
Cercava, si affannava di mantenersi come sempre, di aggrapparsi a quell'unica certezza che era restare lontana dall'Amakura, odiarlo, non perdonargli ciò che aveva fatto in passato.
Era un boccone molto amaro e grosso da mandare giù l'affiliazione di Kisuke alla yakuza magica.
Ma qualche volta, forse, la donna avrebbe dovuto ricordare a sé stessa che nessuno aveva puntato una bacchetta in testa a suo fratello per farlo e che, se si era affiliato, era solo per sua decisione, una decisione presa in totale autonomia dalla stessa Fujiko.

So che Anko vorrebbe restargli vicino durante il periodo di riabilitazione, me lo ha fatto presente in privato e credo te lo chiederà.

Non disse nulla, Fujiko, annuendo, ancora arrabbiata, una rabbia che non era così facile scacciare via perché era gelida, era duratura e rimaneva lì ancora per un po', svanendo solo quando anche l'ultimo pezzo di ghiaccio intorno fosse stato sciolto.
Non sapeva come regolarsi con la Minazuki, ma in quel momento non riusciva nemmeno a focalizzarsi su di lei.
Non era mai stata messa a tacere da uno come Itsuki, aveva sempre fatto prevalere la propria fredda ragione sulla sua assurda impulsività.
I sentimenti, quei sentimenti che aveva mantenuto bloccati, erano a tanto così dal venire fuori, di nuovo, esplodendo in qualcosa di nuovo ed incontenibile per la Danma.
Poi l'Amakura parlò di nuovo, aggredendo -non verbalmente- la donna ancora su un ultimo fronte.
Quello dei sentimenti che ella provava ancora per lui.

... Non lo ammetterai mai, vero?

... Che cosa ti aspettavi?

Ci furono attimi di puro silenzio, prima che la donna rispondesse con un'altra domanda, una domanda retorica per certi versi.
Non sprezzante, seppur avesse una sfumatura pungente, ma quasi stanca, quasi incredula che egli avesse potuto sognare un incontro romantico fra loro due, come se nulla fosse successo.
Era in quello che stava la peggior differenza fra di loro: Itsuki accettava di buon grado di mandare all'aria dieci anni di dolore e delusione per buttarsi nuovamente fra le braccia della persona che amava.
Mentre Fujiko non riusciva semplicemente ad accettare che bastasse un solo incontro per sciogliere completamente le sue convinzioni, non quando aveva convissuto con loro per anni ed anni.
Non avrebbe mai ammesso nulla in quella sede, perché di certo non sarebbe bastato vedersi un solo istante o vestirsi bene per fare di nuovo breccia nel suo cuore.
Il discorso poi inerente a suo fratello non avrebbe di certo aiutato la Danma a sbloccarsi in maniera positiva nei confronti dell'uomo.
Fujiko ammise che qualcosa avrebbe potuto ammetterla, perché il Ghiaccio in lei si era crepato abbastanza da permetterle di essere un filino più sincera, persino con sé stessa.
Ma quell'Elemento sovrastava sempre il suo animo ed ella non era pronta a lasciarsi sciogliere dal Fuoco dell'Amakura solamente perché era lui a chiederlo.

........

Non disse più nulla, girandosi e andando di nuovo verso la zona dove si trovava Kisuke.
Non avevano più nulla da dirsi, almeno nella sua ottica.
Quella conversazione era proseguita persino fin troppo per lei, che non si sentiva più così sicura della sua capacità di non lasciarsi coinvolgere.
Questo era il vero problema dell'avere a che fare con il Demone Ignis: sapeva sempre come sconvolgere la tua vita.

Andiamocene.
Hai qualche bagaglio con te?
Bene, lo prendo io, tanto il camino qui è collegato con casa tua, no?
Per stanotte dormirò lì.


Vide con la coda dell'occhio la Minazuki avvicinarsi, per parlare, ma la gelò prima che potesse aprire bocca, anticipando qualunque sua richiesta.

Itsuki mi ha già detto tutto.
Se per te va bene, domani puoi venire da noi.
Per stanotte lasciaci soli, dobbiamo valutare molte cose io e mio fratello.


Non avrebbe voluto essere così fredda con una persona tanto importante per Kisuke, ma le riusciva spontaneo, era qualcosa di cui non poteva proprio fare a meno.
Quando si sentiva in difetto, Fujiko si chiudeva nella sua freddezza, esponendosi ad un'antipatia naturale, ma inevitabile.

Kirie, grazie per aver guarito Kisuke.
Spero che i tuoi problemi siano del tutto finiti.
Itsuki...


No, non le riusciva di dirgli grazie.
Non ancora, non era il momento, il Ghiaccio era fin troppo alto in lei.
Non avrebbe aggiunto altro e, se nessuno l'avesse fermata, la Danma se ne sarebbe semplicemente andata via da lì insieme a suo fratello, lasciando dietro di sé una coltre di ghiaccio e neve.
Una coltre che, una volta arrivati a casa di Kisuke, si sarebbe del tutto sciolta.
Lasciando spazio finalmente a quell'abbraccio che tanto le aveva rimproverato l'Amakura di aver mancato.

Spoiler:
Dialoghi e reazioni delle PG Kirie e Anko concordate tramite MP con la Player.
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Messaggioda Itsuki » 20/04/2020, 22:00

Il tempo aveva agito molto su ogni persona presente dentro quella casa, con effetti diversi, con echi più o meno massicci, ma comunque importanti.
Anko aveva sperimentato cosa volesse dire soffrire con la mente e non con il corpo.
Kirie si era ritrovata a sperimentare la presenza dell'oscurità, dacché aveva da sempre ospitato solo luce e purezza.
Fujiko aveva visto intensificarsi il controllo dell'Elemento nel suo Spirito, aiutandola a erigere una barriera difensiva massiccia contro le sofferenze.
Kisuke si era impegnato al fine di limitare i propri eccessi, cercando di riparare così alle stupidaggini del passato.

Aveva preso la sua decisione, da persona ormai adulta, responsabile per sé, e se lo avessi costretto a desistere lo avrei solo umiliato!

Ma la persona che forse più di tutte aveva osservato lo scorrere del tempo continuando a rincorrerlo senza mai stare fermo era proprio il Demone Ignis.
Itsuki Amakura, la testa matta e calda nei ricordi della Danma, ora era un uomo fatto e finito, che aveva coltivato Saggezza ed Amore in egual misura.
Gli anni avevano giovato tanto alla sua coscienza, al suo buon senso, lasciando solo alcune tracce vive e preziose della sua essenza immutata e autentica.
E così, gli occhi di Fujiko si specchiavano nel viso di quel maschio mezzo italiano, chiedendosi come fosse possibile ricondurlo al cattivo soggetto dei ricordi.
Una sorpresa spiazzante, capace di destabilizzare quella barriera fatta di Ghiaccio e raziocinio, lasciando la gonna momentaneamente priva di difese.

Kisuke... Tu davvero ci tieni così tanto a me?

Purtroppo però, per far comprendere a Fujiko delle ragioni valide e concrete, l'Ignis dovette per forza mettere in difficoltà il migliore amico.
Nell'ascoltare le parole di Itsuki e di conseguenza, la domanda leggermente disorientata della Minazuki, il Danma fu tentato di chiudersi nel silenzio.
A cosa poteva valere però il restare zitto se non a dichiarare con ancora più evidenza il suo stato di disagio e imbarazzo?
Rispondere e dire qualcosa poteva rivelarsi l'unica scelta giusta, peccato che non avesse la più pallida idea di cosa dire e come dirlo.
Per un attimo incontrò lo sguardo di Kirie, quasi implorandola di aiutarlo, ma sapeva che la Nonomiya non avesse alcuna facoltà simile a disposizione.

... Ti ho apprezzata fin da subito...
... E così mi sono affezionato piuttosto in fretta...
... Non mi era mai capitato ma non lo reputo un problema...
... Sempre che non dia fastidio a te...


Che in un linguaggio un po' contorto ed impacciato voleva dire "Mi sono beccato un sonoro colpo di fulmine", e detto da un Ignis Elettrico era tutto un programma.
Aveva sviato abbastanza dal dover dire una verità troppo scottante, anche perché bastava un solo Danma in preda alle scottature per il momento.
L'urlo provocatorio dell'Amakura fece voltare di nuovo Kisuke leggermente scosso da quell'ammonimento verso la sorella.
Dopo di che, la sequela di difese poste dall'amico verso di sé riuscirono a far sorridere leggermente e mestamente l'Assistente Demone.
Tuttavia, quella conversazione, quello scontro verbale, celava ben altro, nascondeva un sottile confronto da due amanti con molte faccende in sospeso.

... Non lo ammetterai mai, vero?

... Che cosa ti aspettavi?

Itsuki forse poteva aver avuto la colpa di essere troppo sognatore, ma Fujiko aveva quella di vedere tutto quanto o bianco o nero.
Mostrare le proprie debolezze, i propri sentimenti, non equivaleva a dimenticare ogni dettaglio del passato, non per l'Amakura almeno.
Invece fu chiaro, con quella domanda in risposta, che per la Danma la correlazione esistesse e fosse fin troppo pericolosa.
Se lo scudo di Ghiaccio c'era, non poteva essere abbassato un solo istante, per timore di non saperlo poi più alzare.
In soldoni, se Itsuki desiderava che lei ammettesse qualcosa, doveva sfondare quello scudo malamente.

Andiamocene.

Ella si volse, dandogli le spalle, mentre Itsuki restava immobile, con una calma apparente e un Fuoco non percettibile.
Durante il rapimento di Anko si poteva sentire distintamente in ogni angolo della casa un forte aumento di temperatura.
In quel frangente tutto taceva, un Vulcano che aveva appositamente smesso di tremare e zampillare.
Questo perché? Si preparava ad una eruzione ancora più potente? Oppure si era stancato di produrre magma senza motivo?
Lo aveva fatto ininterrottamente per otto anni e a fronte di ciò, neanche uno striminzito riscontro.

Kirie, grazie per aver guarito Kisuke.
Spero che i tuoi problemi siano del tutto finiti.


Erano pronti a prendere il camino e spostarsi direttamente da Kisuke.
Anko lo avrebbe raggiunto in seguito, prima evidentemente Fujiko voleva trascorrere del tempo da sola col fratello.
Fino ad allora Itsuki aveva continuato a non fiatare, con le mani nelle tasche dei pantaloni.
Sembrava come se stesse pensando a tutto e allo stesso tempo avesse la mente del tutto sgombra.
Quando la Danma lo nominò in uno sterile saluto di circostanza, egli rispose dopo qualche secondo, con lei già girata e diretta dentro il camino.

Un giorno manderò in mille pezzi quella fredda protezione.
Ma non credere che sia una promessa di riconquista...
... Perché in quel preciso istante smetterò anche di sperare.


Fu lui, a quel punto, a non desiderare alcuna replica, sopratutto perché sapeva di non potersela aspettare, non da lei.
Con un cenno del capo salutò Kisuke, dopo di che se ne andò da quella stanza, lasciando a Kirie il compito di controllare che lo spostamento andasse a buon fine.
Dal canto suo, se ne tornò verso il bicchiere rimasto vuoto dove prima c'era il famoso tè al limone.
Quello fu il momento per usarlo davvero come recipiente per un alcolico ed anche bello forte, tanto sarebbe evaporato subito nello stomaco senza arrivare al cervello.
Una volta raggiunto dalle due ospiti, Itsuki fece un basso e lungo respiro, guardando prima l'una e poi l'altra.

... È tutto a posto.
Visto che da domani non sarai nei dintorni per parecchie settimane, stasera vi porto a cena fuori.
Uno dei ristoranti con cucina fusion giapponese, cinese e coreana più buoni che abbia mai provato.
Per le otto e mezza fatevi trovare pronte e bellissime, anche se già più di così so che sarà una vera impresa...
... Ora devo andare davvero a quell'appuntamento di lavoro, chiudetevi col sistema di allarme e per qualsiasi emergenza, il camino è collegato con la casa dei miei.


Prima avrebbe fatto un salto in camera per potersi cambiare d togliere quei vestiti di dosso.
Forse per entrambe sarebbe stata la riprova che si fosse messo così appositamente per Fujiko, ma ormai era davvero possibile negarlo?
Tornato ugualmente elegante e formale ma meno "figo", l'Amakura uscì dall'abitazione avendo come meta la casa discografica.
Quel famoso appuntamento era seriamente importante, poiché poteva cambiare drasticamente il futuro del mezzo giapponese in quanto Vocal Coach.
Quella sera segretamente avrebbe festeggiato anche per le proprie dimissioni, ma quella era un'altra storia, momentaneamente non necessaria da divulgare.

FINE
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Itsuki
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Messaggioda Itsuki » 20/11/2021, 18:08

01/08/2114
Baton Rouge
Louisiana
Ore 23:44


E se... Non ce la dovessi fare?
Se vincesse anche questa volta?


Non ha mai vinto, lo vuoi capire o no?!
Quella volta non ha vinto, era protetto e tu invece stanca e provata!


... Per me è come se avesse vinto.

Comunque non vincerà e lo sai perché?
Perché avrà davanti una combattente più determinata che mai a mettere la parola "Fine" a questa storia.
Riconquisterai il tuo orgoglio distrutto e tornerai finalmente a vivere davvero.


Tu pensi realmente che vincere mi restituirà ciò che ero prima?

No, non voglio prenderti in giro, non potrai mai tornare ciò che eri, perché volente o nolente sei stata segnata, marchiata...
... Ma adesso è come se da quel K.O. tu non ti fossi mai rialzata e continui a restare per terra, con lo sguardo basso e l'animo in tormento.
Quelle cicatrici rimarranno mai saranno più sopportabili se ti sarai rimessa in piedi dando prova a te stessa di essere superiore, di essere più forte di loro.
Io so che puoi farcela, ne sono convinto...


Cosa ti da' tutta questa certezza, Amakura?

... Il fatto che sei una Minazuki.

Insomma... Non mi resta che lottare...

Se non vuoi ritrovarti tra qualche anno a nutrirti di bugie su una tua presunta ripresa conquistata solo col tempo, allora sì.


Immagine

Determinazione alternata a paura, rabbia alternata a disagio, adrenalina alternata a sconforto.
Negli occhi di Anko aveva osservato talmente tanti stati d'animo in quei pochi giorni da essergli parso trascorso il quadruplo del tempo.
Lo Spirito della lottatrice era talmente tanto confuso e in balia delle sue emozioni da restituire comportamenti sparsi, imprevedibili ma anche onesti.
Avrebbe di nuovo affrontato colui che l'aveva ridotta alla piena schiavitù psicologica e sessuale, torturandola e spezzandola dentro e fuori.
Erano trascorsi mesi da allora, ma quella ferita non aveva mai accennato a richiudersi sul serio e l'intervallo con Kisuke era stato solo un attimo di fuga dalla realtà.
Itsuki bevve un altro sorso di birra, ragionando su quella conversazione e sugli allenamenti avvenuti successivamente, inizialmente poco promettenti e preoccupanti.
Si era visto di fronte una Minazuki distratta e in alcuni frangenti capace di farsi ammazzare da una mossa eseguita nel giusto momento.
Per questo aveva ricorso alle maniere forti, facendole subire danni massicci e cattivi, così da scuoterla, svegliarla, farla tornare con i piedi per terra.
Fortunatamente Anko non era una sprovveduta e così lentamente aveva ridotto il numero delle distrazione fino ad ottenere un focus nuovamente completo.
Tuttavia, sperare di ottenere qualche confidenza, parola esplicativa o di sfogo era completamente inutile, la Minazuki si manteneva chiusa ed isolata.
Un comportamento che l'Amakura in parte capiva ed accettava, ma dall'altra ne soffriva e gli metteva addosso parecchio fastidio.
Certe sensazioni andavano condivise, bisognava confrontarsi per ottenere un supporto ed un aiuto maggiore, ma Anko era divenuta anche più silenziosa di prima.
Si era imposta una dieta precisa, beveva tanto e per di più sembrava anche intenzionata a non cedere alle tentazioni intime fino allo scontro con Baek.
L'atmosfera che si viveva in casa era assai delicata e, per Itsuki se l'aspettasse, ne aveva sofferto, almeno fino a quella sera, quando poi ne aveva parlato con Kirie.

Qualcosa turba Amakura-kun?

Vorrei ben vedere Kirie, con Anko il dialogo è praticamente assente.
In un certo senso immaginavo una chiusura più accentuata, ma lo ammetto non fino a questo punto.


Amakura-kun ha paura che Minazuki-san non lo perdoni per aver organizzato l'incontro?

No... No... Questa faccenda è stata risolta già la sera stessa in cui le ho parlato e l'ho informata.
... Kirie, vedi, c'è stata una vicinanza, un contatto, proprio quella notte, più forte, più stretto, non saprei come definirlo...
Per un attimo mi è parso di oltrepassare quella solita barriera di scarsa comunicazione che ci ha sempre divisi.
E così ho creduto che nei giorni successivi finalmente mi rendesse più partecipe dei suoi pensieri, delle sue condizioni, mentre invece nulla.


Ma, Amakura-kun, dimentichi forse che Minazuki-san è giapponese?

... Eh?

Noi non siamo abituati ad esprimerci così tanto, dovresti ricordarlo, giusto?
Sopratutto lei, con la sua educazione, la sua cultura... Credo... Sia ancora più frenata.


Già... Ho vissuto per così tanto tempo immerso nell'occidente da aver dimenticato certe dinamiche...
... La propensione dei giapponesi a tenersi tutto dentro anche quando vorrebbero urlare o anche solo esprimere qualcosa di tanto sentito.


Hai...

Hai ragione, hai perfettamente ragione, è solo che... Penso a quel veleno che le serpeggia dentro e... Vorrei solo trovarle io l'antidoto.

Amakura-kun si riferisce al veleno del tatuaggio?

No Kirie, non solo almeno, parlo di quel che le avvelena l'anima, che le spegne il sorriso, che le annulla l'esistenza.
Ma quell'antidoto può distillarselo solamente da sé, io ho potuto solo mostrarle la ricetta, per così dire.


E la ricetta di cui parla Amakura-kun è scontrarsi con...

Già, esattamente.

Amakura-kun è un uomo buono, gentile, dal cuore grande.
Sa raggiungere la profondità del prossimo molto più facilmente di quel che crede.
Minazuki-san è in silenzio, ma questo non vuol dire che non possa ugualmente sentirti vicino.
L'antidoto serve poco se non aiutato dalle giuste cure.
Minazuki-san ha bisogno delle persone care al suo fianco, che le facciano capire di non essere sola, anche se ora sta per conto suo.


... Grazie Kirie.

Non devi ringraziare Kirie, Kirie non ha fatto nulla...


Posò il denaro sul bancone vicino alla cassa, autorizzando il barman a tenere pure il resto, dopo di che uscì dal locale nel buio della notte.
Il dialogo avuto con la Nonomiya era stato rassicurante, sì, ma non soltanto, gli aveva dato un giusto spunto di analisi e formulazione di un'idea.
Ripercorreva con la memoria gli attimi trascorsi in quell'ultimo anno tanto movimentato e fuori dal comune.
L'arrivo della Minazuki, la sfida voluta a tutti i costi, la sconfitta, il periodo che se l'era tenuta in casa sotto forma di gatta, la forzatura verso le nozze.
Senza neanche accorgersene, Itsuki aveva accolto nel suo cuore Anko a poco a poco, trasformandola in una persona preziosa, importante.
Poteva seriamente pensare di paragonarla alla cugina o alla sorella di Kisuke, con le quali c'erano stati molti più trascorsi?
Non sapeva darsi una risposta, forse no, o forse il suo Fuoco era abbastanza caldo e rovente da abbracciare facilmente anche una persona conosciuta così da poco.
D'altronde se aveva accettato di pagare il prezzo di una sua eventuale sconfitta contro Howarang, un motivo doveva pur esserci.
Rientrato a casa, ogni luce era spenta e non si sentiva volare una mosca, segno evidente che le tre principesse della casa fossero tutte nelle loro stanze per il riposo.
Avvicinandosi alla camera di Anko aprì piano la porta e la vide di schiena, appena rannicchiata, magari anche sveglia, chissà.
Il suo Spirito trasmetteva angoscia a non finire, quindi poteva trattarsi di un incubo oppure che non riuscisse a prendere sonno ma stesse facendo finta di dormire.
Si allontanò e gli venne voglia di avvicinarsi anche alla camera dove dormivano Kirie con la nuova arrivata, Nabiki.
Pure in quel caso volle fare un po' lo spione aprendo piano un pezzetto di porta per scorgere sul letto la giovane Kurosawa ad occhi chiusi tra le braccia della maggiore.
Erano tenere da vedere, ma l'espressione di Kirie lasciava intendere una perenne preoccupazione, un forte desiderio di difesa anche nel bel mezzo del sonno.
Tornato in salotto e seduto sul divano, Itsuki non poté che ripensare alle parole della Terran delle Giungle e determinare alcuni collegamenti automatici.

... Anche lei sta vivendo il momento più difficile della sua vita.
Ha sempre preferito fuggire dal giogo della madre ma ora sa che non può più farlo.
Si è allontanata da un uomo che, senza girarci tanto attorno, probabilmente aveva iniziato ad amare, pur di garantire la vita della sorella defunta.
Un immane sacrificio che ora cerca disperatamente di valorizzare, credendo nella possibilità per Nabiki di non rappresentare solo una fonte di male e sciagura.
Vuole affrontare la Capo Famiglia e presto potrebbe ritrovarsi a dover decidere se assumere il controllo dei Kurosawa o smantellare per sempre il loro impero.
Deve avere anche lei dentro tante parole che non esprime, tante emozioni che si tiene dentro... Stufa delle falsità di un genitore pronto a tutto per il potere.
Forse presto si allontanerà anche da me, c'è da aspettarselo... Tra noi non esiste altro che un intreccio passionale, ma lei non si è mai sbilanciata oltre.
Magari è pure colpa mia che vivo in questo perenne limbo di indecisione e sentimenti contrastanti, in effetti non posso darle tutte le colpe...
A prescindere da questo però, lei si sta preparando ad una lotta esattamente come Anko, forse meno imminente, ma altrettanto fondamentale per il suo futuro.
... Cazzo, come vorrei raggiungerle, proteggerle tutte, eliminare ogni loro dolore, liberare ogni peso e caricarlo sulle mie spalle.
Tsk, Kirie non lo accetterebbe mai, altruista com'è... Ed Anko mi fisserebbe carica di rabbia come se le avessi dato della debole...
E Fujiko? Fujiko come si comporterebbe? Cosa mi direbbe? Appare come la più forte di tutte ma in fondo lo so benissimo che sotto sotto è la più fragile.
Lei probabilmente si abbandonerebbe volentieri, cercando l'abbraccio che ha sempre tentato di rifiutare in questi lunghi otto anni.
O forse sto sbagliando tutto, forse non la conosco così bene come penso, forse semplicemente mi risponderebbe che una coppia i pesi li condivide.
Sì... È una risposta alla Fujiko Danma, seria, riflessivamente fredda e con quel filo di romanticismo che non guasta mai...
... Kirie, Anko, Fujiko, ma anche Kisuke, Shuyun, Nabiki... Ognuno in realtà ha i propri veleni, da debellare o con cui imparare a convivere.


Aveva lo sguardo un po' perso nel vuoto, durante quella lunghissima riflessione interiore carica di conclusioni e deduzioni.
Quella parola specifica che gli risuonava nella mente, che racchiudeva in sé ogni concetto, ogni verità, ogni traduzione.
Prima ancora di rendersi bene conto delle sue azioni, aveva già rimediato un blocchetto su cui appuntare quella nota.
Le fiamme in lui presero ad ondeggiare, alimentando il suo lato creativo e artistico, aiutate in quel caso dalla voglia di trasmettere un messaggio.
Kirie aveva assolutamente ragione, anche se una persona stava in silenzio non significava affatto che non fosse capace di sentire, ascoltare.
Itsuki voleva che la sua voce raggiungesse quei silenzi e li superasse, arrivando pienamente nella più profonda intimità della persona.
Passarono altri due giorni da quella notte, giorni nei quali per conto suo l'Amakura operò attorno a quel singolo appunto.
Ripensando ai dialoghi con l'una e con l'altra, rievocando immagini, situazioni, espressioni, comportamenti, parole, gesti ed emozioni.
Di lì a poco Anko avrebbe dovuto affrontare il suo più grande nemico ma il Demone Ignis voleva che prima riuscisse ad assimilare l'energia che voleva trasmetterle.
Allo stesso tempo desiderava che Kirie comprendesse di non essere sola in quella vita di difficoltà e rinunce appena cominciata.
Era la notte del 3 Agosto, a ridosso delle undici, quando posò quello spartito sopra il tavolino del salotto con la chitarra tra le braccia.
Lo aveva terminato in pochissimo tempo, un record personale a dire il vero, ma cos'altro ci si poteva aspettare dal futuro Vocal Coach di Lyra Bennet?
Le due giovani donne si trovavano nelle loro stanze ma sarebbe stato impossibile per loro non sentire subito quella melodia e regolarsi di conseguenza.
Potevano decidere di affacciarsi, scegliere di palesarsi apertamente oppure ascoltare di nascosto, non era importante, l'importante era che la sua voce raggiungesse i loro cuori.



いつまでも信じていたい
Itsu made mo shinjite itai
最後まで思い続けたい
Saigo made omoitsuzuketai
自分は生きる意味があるはずと
Jibun wa ikiru imi ga aru hazu to

冷めた目で笑いかけてる
Sameta me de warai kaketeru
魂を侵された奴
Tamashii o okasareta yatsu
涙を流す痛みはあるのかい?
Namida wo nagasu itami wa aru no kai

言いたい事も言えないこんな世の中じゃ POISON
Iitai koto mo ienai kon'na yo no naka ja POISON
俺は俺をだますことなく生きてゆく OH OH
Ore wa ore o damasu koto naku ikite yuku OH OH

まっすぐ向きあう現実に
Massugu mukiau ima ni
誇りを持つために
Hokori o motsu tame ni
戦う事も必要なのさ
Tatakau koto mo hitsuyou na no sa

階段にすわりこんで
Kaidan ni suwarikonda
終らない夢の話を
Owaranai yume no hanashi wo
夜が明けるまで語り続けてた
Yoru ga akeru made kataritsuzuketeta

さりげなく季節は変わり
Sarigenaku kisetsu wa kawari
無意識に視線を落とし
Muishiki ni shisen o otoshite
流される事に慣れてゆくのか
Nagasareru koto ni narete yuku no ka

小さな夢も見れないこんな世の中じゃ POISON
Chiisana yume mo mirenai kon'na yo no naka ja POISON
自分らしさずっといつでも好きでいたい OH OH
Jibun rashisa zutto itsu demo suki de itai OH OH

自由に生きてく日々を
Jiyuu ni ikiteku hibi wo
大切にしたいから
Taisetsu ni shitai kara
行きたい道を今歩きだす
Ikitai michi mo ima arukidasu

汚い嘘や言葉で操られたくない POISON
Kitanai na uso ya kotoba de ayatsuraretakunai POISON
素直な気持ちから目をそらしたくない
Sunao na kimochi kara me o sora shitakunai

言いたい事も言えないこんな世の中じゃ POISON
Iitai koto mo ienai kon'na yo no naka ja POISON
俺は俺をだますことなく生きてゆく OH OH
Ore wa ore o damasu koto naku ikite yuku OH OH

まっすぐ向きあう現実に
Massugu mukiau ima ni
誇りを持つために
Hokori o motsu tame ni
戦う事も必要なのさ
Tatakau koto mo hitsuyou na no sa


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Itsuki
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