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Messaggioda Robyn » 01/10/2017, 23:47

La ragione per cui la mia storia si è conclusa sono io, Robyn.

Gli occhi del Laars a quel punto si fecero più attenti.
Voleva capire come mai la donna fosse giunta a quella conclusione.
Era un'uscita piuttosto matura e criptica, per certi versi.

Tu sei stato la spinta che mi è servita a comprendere che di base quella relazione non sarebbe andata bene, per me.
È stato doloroso e per un certo periodo di tempo ti ho anche odiato...
Ma alla fine da tutta quella sofferenza è nato qualcosa di buono, qualcosa di meglio rispetto a ciò che avevo.


Annuì soltanto, senza aggiungere niente, anche perché non gli andò di fare battute o giochi, non di fronte ad un argomento tanto importante per lei.

La responsabilità è anche tua, ma mentirei se ti dicessi che la considero totalmente negativa.

Siamo fatti di carne, sangue, istinto e ragione.
Come si può notare, l'elenco fa vincere a tavolino tre a uno determinati desideri consci inconsci.
Mi spiace, Lyra, non mi sentirai mai dire di esser pentito di ciò che ho fatto.
Che possa essere per te un errore al 50%, pazienza, credo di poter convivere con questa consapevolezza.
Felice che, per lo meno, l'altro 50% ti abbia fatto guadagnare qualcosa in più rispetto al passato.


Una risposta un po' stronza, senza ombra di dubbio, ma lui non voleva di sicuro essere dolce ed accomodante, con lei.
Su alcune questioni non giocava, ma questo non voleva dire che si sentisse anche più magnanimo o in connessione emotiva.
Si era stancato da un po' di penare per il prossimo, almeno in tal senso... E non avrebbe ricominciato tanto presto.
Meglio quindi concentrarsi sul proseguire nella conversazione, mangiando il gelato.
Un gelato molto buono, per la Bennet. Forse anche fin troppo.

Oh, ti prego, devi scusarmi, mi è uscito completamente spontaneo!

Tranquillo... Non... Non c'è problema.
Anche a me è... scappato...


Credo ti stia scappando anche l'occhio...

Volutamente, Robyn si concentrò sulla propria eccitazione affinché lei, guardando in basso verso il cavallo dei pantaloni, lo notasse molto più gonfio di prima.
Successivamente, sfiorandole per "sbaglio" il ginocchio col proprio, le trasmise una bella sfiammata della durata di appena tre secondi.
Alzandosi in piedi per mettere nel lavandino la tazza, quindi, lei avrebbe potuto osservare ancora meglio quella zona così proibita ed invitante del Laars.

Ad ogni modo... Sì, potrei firmare, questo è vero, anche perché il lavoro svolto in quei tre mesi altrimenti risulterebbe buttato.
Però se ben ricordo, le tue volontà al tempo furono di registrare ed incidere con me ad accompagnarti nella musica, dal vivo.


Sì... Esatto...

... Tutto ok, Lyra?

In quel momento il finto Angelo dei due non era affatto lei, povera vittima e preda di quel Satiro bastardo ed approfittatore.

Questo significherebbe nel caso rivederci anche tra qualche settimana... Non so, te la sentiresti?
Oppure ti limiteresti ad incidere soltanto con la base registrata da noi al tempo?
In tal caso, comunque, non penso ci sarebbero problemi.


Le inflisse quel colpo con assoluta maestria, anche se in un certo senso gli venne quasi di riflesso automatico, non avendo davvero nessun interesse a rivederla.
In quel frangente, la donna era soltanto un divertimento momentaneo, un passatempo che sarebbe poi scomparso entro qualche decina di minuti.
Sì, forse avrebbe ripreso a farla dannare qualora si fossero rivisti per la canzone, ma ne aveva davvero voglia o intenzione?
Ella comunque esercitava un certo fascino su di lui, oltre che un interesse relativo, tutte sensazioni latenti, ma non da sottovalutare.
Quindi magari nel suo caso si sarebbe anche potuta fare una eccezione.

Credo che in questo caso dovremmo sentircela in due.
Questa canzone per me ha un'importanza molto particolare, le renderei torto se decidessi di inciderla con una base registrata, invece che con il suo creatore originale.


Mhmh, capisco il senso...

Io penso di poter sopportare di lavorare ancora con te.
Ma è una decisione che dobbiamo prendere in due.
Se preferisci non farlo... A malincuore dovrò accettare che sia così.


Restò qualche istante in silenzio, fissandola negli occhi.
Poi, lo sguardo scese sulla zona del seno, quasi come un gesto spontaneo e naturale, voluto o no, chi lo sa.
Si leccò le labbra, quasi come a volerle trasmettere la sensazione che fosse affamato di lei e del suo corpo, ma con occhi vacui.
Tutte movenze indirette, mai del tutto sincere e mai del tutto precise, purtroppo per la V.I.P. in trappola.
Infine, scese ancora con gli occhi, verso le scarpe indossate da lei, ma risalendo quasi all'istante, sul viso, dove le iridi ripresero a scintillare di vitalità.

... Ho diversi impegni per le prossime tre settimane, quindi bisognerà per forza rimandare ad Ottobre inoltrato.
A parte questo, penso che possa sentirmela di incidere la canzone con te.
... Per quanto, ci sarebbe solo una piccola condizione.


Aspettò quindi che la donna chiedesse quale fosse, forse facendosi fantasie particolari ed eccessive.
In realtà qualcosa di rimando alla sessualità poteva pure esserci, ma niente di troppo esagerato, purtroppo per lei.
Si fece attendere un po', quella risposta, con qualche secondo di silenzio, circa sette, poi, le parole vennero fuori serene, un po' calde, enigmatiche.

Adesso che te ne andrai via... Vorrei lo facessi... Senza scarpe...
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Messaggioda Lyra » 02/10/2017, 20:43

La notte di passione che Lyra e Robyn avevano consumato tempo addietro era un argomento solo apparentemente ostico per la Bennet. Sconvolgente all'inizio, col tempo e con l'aiuto di Lyle, la famosa cantante aveva imparato ad accettarlo e ad accettare i propri sensi di colpa, sentendosi infine libera da essi in quanto il tradimento era servito per mettere fine ad una storia che, a lungo andare, sarebbe comunque finita male. Non certo per Haytham -pazzo di lei- ma per la donna stessa, che all'epoca era ancora troppo incapace di mantenere viva e vegeta una relazione. Ad ora, col senno di poi, l'intervento di Robyn era stato provvidenziale e quindi meritevole se non di elogi perlomeno dell'accettazione da parte della donna.

La responsabilità è anche tua, ma mentirei se ti dicessi che la considero totalmente negativa.

Siamo fatti di carne, sangue, istinto e ragione.
Come si può notare, l'elenco fa vincere a tavolino tre a uno determinati desideri consci inconsci.
Mi spiace, Lyra, non mi sentirai mai dire di esser pentito di ciò che ho fatto.
Che possa essere per te un errore al 50%, pazienza, credo di poter convivere con questa consapevolezza.
Felice che, per lo meno, l'altro 50% ti abbia fatto guadagnare qualcosa in più rispetto al passato.


Credo di essermi espressa male, allora: non ho mai detto di averti dato la colpa al cinquanta percento.
Stavi passando una fase terribile della tua vita e non hai avuto riguardo nei miei confronti.
Ma la prima a cedere, a voler cedere, sono stata io.
Non penso di potermi definire completamente innocente e nemmeno innocente a metà per questo.


Accettare i propri sbagli, invece che piangersi addosso per averli commessi. Un'altra nota di merito nei confronti del Jung, che con lei aveva condotto uno splendido lavoro di autoconsapevolezza e rafforzamento della propria psiche. Il resto poi lo aveva fatto quel sogno, la scelta di riprendere con sé la Maschera e il Fuoco, che ora albergava dentro di lei. E che, in quel momento, la stava facendo dannare per l'intensità con la quale bruciava a causa della presenza di Robyn. Non poteva sapere che il suo fascino aberrante ne fosse la causa, imputando una simile reazione al semplice fascino che egli esercitava su di lei. Non era affatto facile resistergli, anche perché il Laars stesso non aiutava certo Lyra in quella situazione: frasi a doppio senso, rimandi al passato, allusioni pornografiche. Insomma tutto quello di cui una mente già perversa e lussuriosa come quella della diva avesse bisogno.

Oh, ti prego, devi scusarmi, mi è uscito completamente spontaneo!

Tranquillo... Non... Non c'è problema.
Anche a me è... scappato...


Credo ti stia scappando anche l'occhio...

Sull'erezione prominente che il ragazzo mise in bella mostra soltanto per rendere il tutto ancora più difficile.

Cielo!
Perdonami, davvero, non... Non volevo, è stata una svista...


Perché non lasciarsi andare? Perché non flirtare con lui, quando era chiaro e palese che il ragazzo apprezzasse la bellezza della donna in tutto e per tutto? Perché pur avendolo in parte perdonato, la Bennet non si sentiva totalmente al sicuro con lui. Non aveva alcun controllo su sé stessa quando c'era Robyn di mezzo e, stava scoprendo, nemmeno sul proprio elemento. Se si fosse lasciata andare in quel momento, l'avrebbero sicuramente fatto e non era ciò che si era ripromessa di fare prima di andarlo a trovare. Avrebbe dovuto lavorare con lui, non finirci a letto insieme. Questo almeno era quello che si sforzava di pensare, prima che Robyn alimentasse il suo Fuoco in maniera del tutto insospettata.

Anche se mi è piaciuto parecchio ciò che ho visto...

Sorriso malizioso, un sorriso che sapeva nascondere bene sotto quelle fattezze da Angelo, un po' come Robyn riusciva a mascherare il suo essere totalmente e completamente diabolico. Lui riusciva, in un modo o nell'altro, a far sragionare completamente la Bennet che si trovava ad agire e comportarsi come mai avrebbe pensato prima d'ora. Infatti quelle parole le uscirono fuori quasi di loro spontanea volontà, senza che ella potesse fermarsi in alcun modo. Fortuna che Robyn invece -il cui autocontrollo non era stato minimamente scalfito- riportò la conversazione sul lavoro, evidenziando quello che sembrava essere un intoppo non troppo grande: collaborare di nuovo insieme per l'incisione della canzone oppure no? Il testimone venne passato a Lyra, che però, di contro, parlò di una decisione da prendere entrambi, nella totale consapevolezza dei loro impegni e doveri. Per lei non si trattava soltanto di un capriccio, ma di una questione che le stava molto a cuore. Il Laars invece pareva molto poco interessato alla cosa, il che fece intristire e dispiacere la bella diva. Aveva visto qualcosa di luminoso nella melodia scaturita dall'anima e dal corpo di Robyn che ora, notare in lui il totale disinteresse, la rendeva estremamente dispiaciuta.

Io penso di poter sopportare di lavorare ancora con te.
Ma è una decisione che dobbiamo prendere in due.
Se preferisci non farlo... A malincuore dovrò accettare che sia così.


Il ragazzo non rispose subito. Si prese del tempo, per mangiare con gli occhi il corpo della diva, partendo dalla testa, scendendo sui seni, poi sui fianchi e infine arrivando ai piedi, la sua parte preferita in assoluto. Il tutto leccandosi le labbra come se la trovasse davvero appetitosa e succulenta, come se volesse morderla lì, in quel preciso istante. Se soltanto l'avesse voluto, lei sarebbe stata pronta a cedere, anche perché le forze di dire di no a lui e di contenere il proprio elemento non ce le aveva, per niente.

... Ho diversi impegni per le prossime tre settimane, quindi bisognerà per forza rimandare ad Ottobre inoltrato.

Nessun problema, ti avrei detto la stessa cosa.

A parte questo, penso che possa sentirmela di incidere la canzone con te.

È meraviglioso!
Ti ringrazio per la gentilezza, Robyn...


... Per quanto, ci sarebbe solo una piccola condizione.

... Quale?

Aveva emesso un solo sospiro. Eccitato. Al pensiero che l'altro stesse per chiederle qualcosa di particolarmente perverso, qualcosa che avrebbero potuto consumare immediatamente lì. Lo voleva e non lo voleva. Voleva resistergli, ma sentiva di non poterlo fare. Perché lo desiderava con tutta sé stessa. Un desiderio così profondo da bruciarla dentro, anzi forse lo stesso alimento di cui si stava cibando il suo Fuoco. Si sporse leggermente in più sul tavolo, guardandolo, in attesa della sua risposta. Che alla fine arrivò, spezzando le illusioni della bella cantante ma in parte ribadendo un concetto già appurato: Robyn non era immune al suo fascino.

Adesso che te ne andrai via... Vorrei lo facessi... Senza scarpe...

... E tu firmerai?

Aspettò la sua conferma, prima di annuire, sorridendo in maniera velatamente maliziosa. Fece di meglio, che andarsene via scalza. Si chinò appena, togliendosi direttamente i tacchi e sistemandoli accanto alla sedia, lasciando i piedi scoperti e perfettamente naturali alla mercé degli occhi di Robyn. Con tutta la tranquillità del mondo -sapere di avere in qualche modo un ascendente su di lui la rendeva più controllata- Lyra prese l'autorizzazione ufficiale da fargli firmare, posizionandola davanti al ragazzo insieme ad una penna stilografica.

Potresti mettere una firma qui, per favore?

Tono angelico, come solo lei sapeva fare, ma intanto un piede andò a sfiorargli accidentalmente una gamba. Una sorta di incentivo a non tirarsi indietro. Non appena ebbe ottenuto la firma, la Bennet sistemò tutto quanto all'interno della borsa, tranne le scarpe che tenne con una mano. Si avviò verso la porta, camminando quasi in punta di piedi, come se per lei quello risultasse un atto spontaneo e naturale. Lo era, calcolando che quando registrava e quando si esibiva era a piedi scalzi che lo faceva. Per stare più comoda, ma anche più a contatto col terreno, piacendole quella sensazione.

Ti manderò un gufo per farti sapere quando verrà decisa la data.
Terrò da conto i tuoi impegni e le tue esigenze, su questo puoi stare tranquillo.


Avrebbe dovuto stringergli la mano ed andarsene via, in maniera del tutto professionale. Ma le riusciva difficile farlo, limitarsi semplicemente a quello, ridurre il tutto ad una stretta di mano. Uscirsene con un bacio sarebbe stato inappropriato, ma il Fuoco non era certo un elemento che rifletteva a lungo e prendeva decisioni ponderate. Invece che allungare la mano, Lyra si alzò in punta di piedi, avvicinandosi al ragazzo e posandogli un bacio molto casto, ma all'angolo delle labbra. Fermandosi in tempo dal baciarlo direttamente, pur facendogli capire che lei non era più così tanto indisposta nei suoi confronti.

A presto, Robyn...

Come a dire che quel presto lei un po' lo aspettava. Poi, semplicemente si voltò, lasciando che la porta si chiudesse dietro di sé prima di rimettersi le scarpe e raggiungere la Passaporta privata che l'avrebbe riportata a casa.

[Fine]
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