Re: Denver
Inviato: 29/06/2017, 22:52
Vorrei... Io... Io vorrei... Che qualcuno si prendesse cura di me, per sempre.
Non aveva più senso nascondere quel desiderio che Kirie si portava dentro da molti anni. Aveva sempre cercato una figura che potesse restarle accanto, dal quale sentirsi protetta e a cui appartenere. Aveva avuto alcuni fidanzati -pochi- ma nessuno di questi era stato in grado di trattenere la Morimoto a lungo accanto a sé. Il suo carattere sottomesso la portava ad essere fin troppo accondiscendente, fin troppo dolce, fin troppo incline ad essere usata. E quando l'abuso diventava insopportabile, la ragazza chiudeva semplicemente il rapporto dall'oggi al domani, lasciandosi alle spalle ogni volta un pezzetto del suo cuore infranto nello scoprire quanto poco la persona che aveva amato si curasse di lei. Avvicinarsi ad Hank fu spontaneo, dunque, in un momento critico come quello per la MagiDottoressa. Lui era lì, era forte, era saldo nei suoi principi e si era preoccupato di toglierla da una situazione molto pericolosa che avrebbe potuto portare ad un evento irreparabile. Il Muscle non dimostrava mai a nessuno un lato debole o tenero o gentile... Ma lo era o almeno Kirie riusciva a percepirlo, nonostante la sua apatia fosse così grave da impedirle in quell'istante di esserne pienamente consapevole. Quando sentì la sua mano posarsi fra i capelli e spingerla ancora di più contro il suo corpo, la Nonomiya chiuse gli occhi, aggrappandosi al Muscle come se da un momento all'altro, senza di lui, potesse cadere nuovamente nel baratro. Continuava a piangere, ma respirava a pieni polmoni, lasciandosi scaldare da quel contatto umano tanto semplice quanto necessario per lei che nella vita si era sentita amata pochissime volte. Passarono solo pochi minuti, ma per tutto quel tempo la giapponese non lasciò mai andare il suo unico appiglio, assaporando quel momento come se fosse dilatato nel tempo. Avrebbe potuto continuare a rimanere così in eterno, ma fu proprio Hank ad un certo punto ad interrompere il contatto, ordinandole di seguirlo senza aggiungere più una parola.
Seguimi.
Non si domandò dove volesse portarla, eseguendo meccanicamente quell'ordine. Non più come una bambola, ma come una falena che perseverava nel seguire l'unica fonte di luce a lei concessa. Non si stranì nemmeno quando vide che l'uomo l'aveva condotta in bagno, dove era presente un grande box doccia, di quelli che potevano contenere comodamente tre persone. Lo osservò con pochi luccichii di coscienza dietro le iridi scure, mentre il Vice-Sceriffo si spogliava degli indumenti rivelando il corpo muscoloso e possente. Non si risparmiò, togliendosi persino i boxer e rivelando le sue nudità che Kirie osservò, ma -sembrava- senza nessuna reazione apparente. Hank le aveva ordinato di spogliarsi, mentre lei era rimasta a fissarlo un po' imbambolata, fino a quando il Muscle non la esortò a sbrigarsi.
Ti muovi?
Come riscuotendosi dal proprio sogno ad occhi aperti, Kirie si tolse prima di tutto il vestito, non facendolo scivolare giù ma sfilandolo da sopra, rivelando quindi l'unico intimo che portasse sotto di esso. In seguito, infatti, fu la volta della brasiliana, che lasciò cadere al terreno, attorcigliata prima attorno alle sue caviglie e poi semplicemente sul parquet di lusso. Infine si sciolse i capelli, lasciandoli scendere liberi sulla schiena. Era completamente nuda -eccezion fatta per la cavigliera da semi-gildata sulla caviglia sinistra- e non si vergognava di mostrarsi così di fronte agli occhi dell'uomo. Prima, con quel gesto carico di dolcezza e tenerezza, Hank le aveva regalato un piccolo barlume di luce, che però non era stato sufficiente a scacciare completamente le tenebre che avvolgevano il suo cuore. La debole fiammella di una candela rischiava di spegnersi subito, ma il Muscle non avrebbe certo lasciato che questo accadesse. Una volta dentro il box doccia, infatti, il Vigilante aprì l'acqua fredda, freddissima, che fece immediatamente accapponare la pelle della giapponesina. Dalle labbra uscì fuori un unico lamento, subito sedato però dall'altro.
Non ti lamentare.
Regola il respiro... Fa' come ti dico, regola il respiro.
Lascia che l'acqua fredda ti levighi la pelle, lascia che rinfreschi anche il tuo spirito.
Tieni gli occhi chiusi, chiudili e continua a respirare piano, abituati.
Stava tremando, aveva uno sguardo spaurito e confuso, ma si affidò completamente alle parole e alle cure del Muscle, facendo ciò che egli le stava dicendo. Chiuse gli occhi e prese a respirare con molta calma e lentezza, cercando di ignorare quel gelo che continuava ad avvolgerle il corpo, a renderla sempre più fredda. Voleva calore, cercava calore, ma Hank sembrava -per qualche strano motivo- darle tutto il contrario. Per la prima volta, un pensiero dalla sua coscienza volò leggero, facendo sì che ella si domandasse il perché di tutto questo. L'odore di pini e conifere, poi, raggiunse il suo olfatto che, a causa dei respiri profondi, le inebriò completamente i sensi. Era un odore che le ricordava il legno della sua vasca giapponese, nella casa di Londra, caldo e intenso proprio come quel profumo. Era un odore che la avvolgeva proprio come un abbraccio, l'abbraccio di un uomo sicuro, forte e leale... Sì, ovvio che fosse così, realizzò. Perché quello era l'odore che da sempre aveva sprigionato la pelle di Hank e adesso lei ne stava facendo incetta come a volersene riempire i polmoni fino a sentirli scoppiare.
Non è sciocco, è solamente la tua volontà e il tuo modo per sentirti serena interiormente, quindi può essere opinabile, ma non sciocco.
Finalmente il Vigilante interruppe il suo silenzio, riprendendo il discorso dal punto in cui Kirie lo aveva lasciato in sospeso con quella domanda. Era sciocca a desiderare una persona simile al suo fianco? Se ne vergognava, ma il Muscle parve non giudicarla male per quello. Anzi, si stava comportando esattamente come avrebbe voluto la Morimoto, cioè prendendosi cura di lei anche semplicemente massaggiandole la schiena sotto l'acqua con la spugna.
L'oscurità che hai dentro te l'hanno data le persone rimaste fin troppo preoccupate e spaventate dal tuo eccesso di luce, Kirie.
Hai subito tantissime docce gelate nella tua esistenza ma, come puoi vedere, basta concentrarsi, tenere gli occhi chiusi, regolare i polmoni, è il freddo è solo Acqua.
Acqua che scivola addosso, lungo ogni centimetro del corpo, per poi cadere giù, lasciando solo un ricordo umido che si asciugherà nel tempo, senza altri segni.
Lasciati scivolare addosso il male e vedrai che non ti recherà più fastidio. È un percorso stronzo, complesso, alle volte pesante, specie se si è da soli.
Quello che senti alle spalle è il tocco di ciò che ti aiuta a superare tutto, un intervento esterno, la differenza tra la solitudine e il piacere dell'essere accompagnata.
Indubbiamente è tutt'altra cosa, ma devi fidarti ciecamente di qualcuno per permettergli di esserti alle spalle e non tutti possono meritarsi quel posto.
Parole belle, parole che riuscivano a scavare dentro quel mare di tenebra illuminando il cuore della Nonomiya di una luce piena, viva e calda. I suoi atti di fede erano sempre stati salti nel vuoto. Ogni volta che decideva di aprire il proprio cuore a qualcuno, Kirie si lasciava cadere giù ad occhi chiusi, senza preoccuparsi delle ferite, delle conseguenze, del dolore. Lo faceva e basta e quando l'altra persona falliva nel tenerla sospesa in aria, lasciandola cadere e farsi male, la giapponese riapriva gli occhi osservando la realtà sempre più sconfitta, sempre più propensa a credere che la colpa fosse solo ed esclusivamente sua. Hank stava cercando di insegnarle qualcosa di importante, ma tutto ciò che avrebbe voluto la Morimoto era sentirsi ancora protetta fra le sue braccia. Lo ascoltava e riprendeva vita, soffrendo di non avere alcun contatto, di non poterlo vedere, mentre lui proseguiva a starle dietro, a lavare via tutto il male che la giovane donna aveva sofferto.
E adesso alza la testa, apri la bocca e bevi.
Manda giù un bel po' d'acqua e dissetati, come se non bevessi da giorni, da settimane.
Ritrova la pace ma soprattutto... La voglia di ricominciare a camminare.
Le lacrime scorrevano ancora -poche ma c'erano- e l'acqua fredda le raffreddava e spazzava via come niente, insieme al suo dolore. La Morimoto bevve l'Acqua fredda, lasciandosi sommergere da essa e purificandosi il corpo e lo spirito da tutto lo sporco che avvolgeva la sua piccola anima fragile. Il Muscle aveva scelto l'analogia perfetta per far capire a Kirie in che modo dovesse affrontare la vita, i suoi problemi ed il suo passato. L'Acqua poteva essere un'alleata molto forte e la Terra il sostegno di cui ella aveva bisogno. Ma la Terra, in quel momento, non era quella debole, labile e flebile percentuale che viveva a fatica e spintoni nel suo spirito. Aveva bisogno di una Terra più grande, più forte, che potesse sostenere anche il peso della sua senza vacillare. Quando infine la Nonomiya fu sazia di bere, riaprì gli occhi, che nuovamente splendevano di vita, voltandosi lentamente a fissare l'uomo che le aveva permesso di riprendere la piena coscienza di sé.
Hank-san...
Era come se lo stesse vedendo davvero per la prima volta. Non gli diede modo di agire in alcun modo la Nonomiya, stringendosi a lui e facendo scivolare le mani dietro la schiena, così da rendere quel contatto più intimo e vicino possibile. Non voleva lasciarlo andare, non ora che sentiva così pressante il bisogno di qualcuno che le stesse vicino. Chiuse gli occhi e nascose il viso contro la sua spalla, sperando di sentire ancora quella mano gentile accarezzarle i capelli mentre il suo corpo smetteva di tremare a contatto con quello di lui.
Hank-san... Sembra essere quel tipo di persona di cui Kirie può fidarsi...
Mi hai difesa... Mi hai protetta... Mi hai scaldata...
Mi dispiace di essere stata un peso per tutto questo tempo, ma...
Prometto... Prometto che sarò brava per Hank-san, d'ora in avanti...
Dove voleva andare a parare la Nonomiya? Alzò lo sguardo su di lui, viva come non mai, mentre le labbra si schiudevano e proseguivano a parlare nella sua lingua madre, in un sussurro percepibile soltanto da una corta distanza.
Hank-san... Può aiutarmi ad essere felice?
Può darmi il calore di cui ho bisogno?
Può prendersi cura di me?
Gli chiese, sperando che dalle sue labbra potesse uscire un sì. Lo desiderava davvero tanto, desiderava non sentirsi più sola. Non chiedeva garanzie, promesse, vincoli, nulla di tutto ciò. Non pretendeva che l'altro potesse guardare lei e lei soltanto. Voleva semplicemente che... Che lui sapesse farla stare bene, come stava accadendo proprio in quel momento.
Mi comporterò bene...
Mi impegnerò a non deluderti mai...
Sarò qui ogni volta che vorrai...
Una mano prese timidamente quella grande del Muscle, strofinando contro il suo palmo la guancia candida e morbida proprio come una pesca. Il soprannome che Hank le aveva dato era stato scelto bene, a giudicare dalla pelle di seta che la Nonomiya si ritrovava. Una morbidezza che proseguiva anche sul collo, dove Kirie accompagnò gentilmente la mano dell'uomo e poi più giù, fino a sfiorarle il seno. Lì si arrestò, senza alcun pudore, rivelando dunque molto altro dei desideri che la giapponesina manteneva nascosti.
Prenditi cura di me in tutto...
Onegaishimasu Hank-san...
[Per favore, ti prego Hank-san...]
Non aveva più senso nascondere quel desiderio che Kirie si portava dentro da molti anni. Aveva sempre cercato una figura che potesse restarle accanto, dal quale sentirsi protetta e a cui appartenere. Aveva avuto alcuni fidanzati -pochi- ma nessuno di questi era stato in grado di trattenere la Morimoto a lungo accanto a sé. Il suo carattere sottomesso la portava ad essere fin troppo accondiscendente, fin troppo dolce, fin troppo incline ad essere usata. E quando l'abuso diventava insopportabile, la ragazza chiudeva semplicemente il rapporto dall'oggi al domani, lasciandosi alle spalle ogni volta un pezzetto del suo cuore infranto nello scoprire quanto poco la persona che aveva amato si curasse di lei. Avvicinarsi ad Hank fu spontaneo, dunque, in un momento critico come quello per la MagiDottoressa. Lui era lì, era forte, era saldo nei suoi principi e si era preoccupato di toglierla da una situazione molto pericolosa che avrebbe potuto portare ad un evento irreparabile. Il Muscle non dimostrava mai a nessuno un lato debole o tenero o gentile... Ma lo era o almeno Kirie riusciva a percepirlo, nonostante la sua apatia fosse così grave da impedirle in quell'istante di esserne pienamente consapevole. Quando sentì la sua mano posarsi fra i capelli e spingerla ancora di più contro il suo corpo, la Nonomiya chiuse gli occhi, aggrappandosi al Muscle come se da un momento all'altro, senza di lui, potesse cadere nuovamente nel baratro. Continuava a piangere, ma respirava a pieni polmoni, lasciandosi scaldare da quel contatto umano tanto semplice quanto necessario per lei che nella vita si era sentita amata pochissime volte. Passarono solo pochi minuti, ma per tutto quel tempo la giapponese non lasciò mai andare il suo unico appiglio, assaporando quel momento come se fosse dilatato nel tempo. Avrebbe potuto continuare a rimanere così in eterno, ma fu proprio Hank ad un certo punto ad interrompere il contatto, ordinandole di seguirlo senza aggiungere più una parola.
Seguimi.
Non si domandò dove volesse portarla, eseguendo meccanicamente quell'ordine. Non più come una bambola, ma come una falena che perseverava nel seguire l'unica fonte di luce a lei concessa. Non si stranì nemmeno quando vide che l'uomo l'aveva condotta in bagno, dove era presente un grande box doccia, di quelli che potevano contenere comodamente tre persone. Lo osservò con pochi luccichii di coscienza dietro le iridi scure, mentre il Vice-Sceriffo si spogliava degli indumenti rivelando il corpo muscoloso e possente. Non si risparmiò, togliendosi persino i boxer e rivelando le sue nudità che Kirie osservò, ma -sembrava- senza nessuna reazione apparente. Hank le aveva ordinato di spogliarsi, mentre lei era rimasta a fissarlo un po' imbambolata, fino a quando il Muscle non la esortò a sbrigarsi.
Ti muovi?
Come riscuotendosi dal proprio sogno ad occhi aperti, Kirie si tolse prima di tutto il vestito, non facendolo scivolare giù ma sfilandolo da sopra, rivelando quindi l'unico intimo che portasse sotto di esso. In seguito, infatti, fu la volta della brasiliana, che lasciò cadere al terreno, attorcigliata prima attorno alle sue caviglie e poi semplicemente sul parquet di lusso. Infine si sciolse i capelli, lasciandoli scendere liberi sulla schiena. Era completamente nuda -eccezion fatta per la cavigliera da semi-gildata sulla caviglia sinistra- e non si vergognava di mostrarsi così di fronte agli occhi dell'uomo. Prima, con quel gesto carico di dolcezza e tenerezza, Hank le aveva regalato un piccolo barlume di luce, che però non era stato sufficiente a scacciare completamente le tenebre che avvolgevano il suo cuore. La debole fiammella di una candela rischiava di spegnersi subito, ma il Muscle non avrebbe certo lasciato che questo accadesse. Una volta dentro il box doccia, infatti, il Vigilante aprì l'acqua fredda, freddissima, che fece immediatamente accapponare la pelle della giapponesina. Dalle labbra uscì fuori un unico lamento, subito sedato però dall'altro.
Non ti lamentare.
Regola il respiro... Fa' come ti dico, regola il respiro.
Lascia che l'acqua fredda ti levighi la pelle, lascia che rinfreschi anche il tuo spirito.
Tieni gli occhi chiusi, chiudili e continua a respirare piano, abituati.
Stava tremando, aveva uno sguardo spaurito e confuso, ma si affidò completamente alle parole e alle cure del Muscle, facendo ciò che egli le stava dicendo. Chiuse gli occhi e prese a respirare con molta calma e lentezza, cercando di ignorare quel gelo che continuava ad avvolgerle il corpo, a renderla sempre più fredda. Voleva calore, cercava calore, ma Hank sembrava -per qualche strano motivo- darle tutto il contrario. Per la prima volta, un pensiero dalla sua coscienza volò leggero, facendo sì che ella si domandasse il perché di tutto questo. L'odore di pini e conifere, poi, raggiunse il suo olfatto che, a causa dei respiri profondi, le inebriò completamente i sensi. Era un odore che le ricordava il legno della sua vasca giapponese, nella casa di Londra, caldo e intenso proprio come quel profumo. Era un odore che la avvolgeva proprio come un abbraccio, l'abbraccio di un uomo sicuro, forte e leale... Sì, ovvio che fosse così, realizzò. Perché quello era l'odore che da sempre aveva sprigionato la pelle di Hank e adesso lei ne stava facendo incetta come a volersene riempire i polmoni fino a sentirli scoppiare.
Non è sciocco, è solamente la tua volontà e il tuo modo per sentirti serena interiormente, quindi può essere opinabile, ma non sciocco.
Finalmente il Vigilante interruppe il suo silenzio, riprendendo il discorso dal punto in cui Kirie lo aveva lasciato in sospeso con quella domanda. Era sciocca a desiderare una persona simile al suo fianco? Se ne vergognava, ma il Muscle parve non giudicarla male per quello. Anzi, si stava comportando esattamente come avrebbe voluto la Morimoto, cioè prendendosi cura di lei anche semplicemente massaggiandole la schiena sotto l'acqua con la spugna.
L'oscurità che hai dentro te l'hanno data le persone rimaste fin troppo preoccupate e spaventate dal tuo eccesso di luce, Kirie.
Hai subito tantissime docce gelate nella tua esistenza ma, come puoi vedere, basta concentrarsi, tenere gli occhi chiusi, regolare i polmoni, è il freddo è solo Acqua.
Acqua che scivola addosso, lungo ogni centimetro del corpo, per poi cadere giù, lasciando solo un ricordo umido che si asciugherà nel tempo, senza altri segni.
Lasciati scivolare addosso il male e vedrai che non ti recherà più fastidio. È un percorso stronzo, complesso, alle volte pesante, specie se si è da soli.
Quello che senti alle spalle è il tocco di ciò che ti aiuta a superare tutto, un intervento esterno, la differenza tra la solitudine e il piacere dell'essere accompagnata.
Indubbiamente è tutt'altra cosa, ma devi fidarti ciecamente di qualcuno per permettergli di esserti alle spalle e non tutti possono meritarsi quel posto.
Parole belle, parole che riuscivano a scavare dentro quel mare di tenebra illuminando il cuore della Nonomiya di una luce piena, viva e calda. I suoi atti di fede erano sempre stati salti nel vuoto. Ogni volta che decideva di aprire il proprio cuore a qualcuno, Kirie si lasciava cadere giù ad occhi chiusi, senza preoccuparsi delle ferite, delle conseguenze, del dolore. Lo faceva e basta e quando l'altra persona falliva nel tenerla sospesa in aria, lasciandola cadere e farsi male, la giapponese riapriva gli occhi osservando la realtà sempre più sconfitta, sempre più propensa a credere che la colpa fosse solo ed esclusivamente sua. Hank stava cercando di insegnarle qualcosa di importante, ma tutto ciò che avrebbe voluto la Morimoto era sentirsi ancora protetta fra le sue braccia. Lo ascoltava e riprendeva vita, soffrendo di non avere alcun contatto, di non poterlo vedere, mentre lui proseguiva a starle dietro, a lavare via tutto il male che la giovane donna aveva sofferto.
E adesso alza la testa, apri la bocca e bevi.
Manda giù un bel po' d'acqua e dissetati, come se non bevessi da giorni, da settimane.
Ritrova la pace ma soprattutto... La voglia di ricominciare a camminare.
Le lacrime scorrevano ancora -poche ma c'erano- e l'acqua fredda le raffreddava e spazzava via come niente, insieme al suo dolore. La Morimoto bevve l'Acqua fredda, lasciandosi sommergere da essa e purificandosi il corpo e lo spirito da tutto lo sporco che avvolgeva la sua piccola anima fragile. Il Muscle aveva scelto l'analogia perfetta per far capire a Kirie in che modo dovesse affrontare la vita, i suoi problemi ed il suo passato. L'Acqua poteva essere un'alleata molto forte e la Terra il sostegno di cui ella aveva bisogno. Ma la Terra, in quel momento, non era quella debole, labile e flebile percentuale che viveva a fatica e spintoni nel suo spirito. Aveva bisogno di una Terra più grande, più forte, che potesse sostenere anche il peso della sua senza vacillare. Quando infine la Nonomiya fu sazia di bere, riaprì gli occhi, che nuovamente splendevano di vita, voltandosi lentamente a fissare l'uomo che le aveva permesso di riprendere la piena coscienza di sé.
Hank-san...
Era come se lo stesse vedendo davvero per la prima volta. Non gli diede modo di agire in alcun modo la Nonomiya, stringendosi a lui e facendo scivolare le mani dietro la schiena, così da rendere quel contatto più intimo e vicino possibile. Non voleva lasciarlo andare, non ora che sentiva così pressante il bisogno di qualcuno che le stesse vicino. Chiuse gli occhi e nascose il viso contro la sua spalla, sperando di sentire ancora quella mano gentile accarezzarle i capelli mentre il suo corpo smetteva di tremare a contatto con quello di lui.
Hank-san... Sembra essere quel tipo di persona di cui Kirie può fidarsi...
Mi hai difesa... Mi hai protetta... Mi hai scaldata...
Mi dispiace di essere stata un peso per tutto questo tempo, ma...
Prometto... Prometto che sarò brava per Hank-san, d'ora in avanti...
Dove voleva andare a parare la Nonomiya? Alzò lo sguardo su di lui, viva come non mai, mentre le labbra si schiudevano e proseguivano a parlare nella sua lingua madre, in un sussurro percepibile soltanto da una corta distanza.
Hank-san... Può aiutarmi ad essere felice?
Può darmi il calore di cui ho bisogno?
Può prendersi cura di me?
Gli chiese, sperando che dalle sue labbra potesse uscire un sì. Lo desiderava davvero tanto, desiderava non sentirsi più sola. Non chiedeva garanzie, promesse, vincoli, nulla di tutto ciò. Non pretendeva che l'altro potesse guardare lei e lei soltanto. Voleva semplicemente che... Che lui sapesse farla stare bene, come stava accadendo proprio in quel momento.
Mi comporterò bene...
Mi impegnerò a non deluderti mai...
Sarò qui ogni volta che vorrai...
Una mano prese timidamente quella grande del Muscle, strofinando contro il suo palmo la guancia candida e morbida proprio come una pesca. Il soprannome che Hank le aveva dato era stato scelto bene, a giudicare dalla pelle di seta che la Nonomiya si ritrovava. Una morbidezza che proseguiva anche sul collo, dove Kirie accompagnò gentilmente la mano dell'uomo e poi più giù, fino a sfiorarle il seno. Lì si arrestò, senza alcun pudore, rivelando dunque molto altro dei desideri che la giapponesina manteneva nascosti.
Prenditi cura di me in tutto...
Onegaishimasu Hank-san...
[Per favore, ti prego Hank-san...]