Re: Denver
Inviato: 18/05/2019, 18:45
No, non ho idea di chi sia...
... Cos'è un "Modus Operandi"?
Scusa, ho dato per scontato che leggessi i quotidiani...
No, Tiger era ormai a tutti gli effetti un individuo parzialmente estraneo alla normale realtà civile e comune del Mondo Magico e non.
Le ovvie abitudini di chiunque non risultavano tanto ovvie per la Tigre Nera, che di riflesso restava facilmente indietro su certe questioni.
Bisognava accettarlo per com'era e Bruce nel tempo ci aveva fatto il callo: sarebbe stato così anche per la O'Neill?
Un "modus operandi" è il modo di agire di una persona.
Un suo comportamento che si ripete in una determinata circostanza.
Come ad esempio quando Bruce insegna ai principianti le basi del Judo.
Lo farà sempre nello stesso modo, perché è così che lui agisce... E la stessa cosa è per questo serial killer.
Una volta scelta la vittima, seguirà sempre lo stesso schema.
Ma non rischia di essere troppo prevedibile, seguendo lo stesso schema?
Lui ragionava in funzione di un ipotetico combattimento, dove sfruttare la stessa strategia conduceva l'avversario ad apprendere ed evitare.
La tattica mentale di un assassino o di un poco di buono in generale si basava invece su salde basi di movimento e operazione.
Uscire fuori dal seminato poteva significare spesso e volentieri incappare in errori e di conseguenza finire in prigione.
In verità c'era da dire che persone come i Profiler avevano fatto di quel "Modus Operandi" una ragione di studio e previsione.
Quindi in un certo senso il Black non aveva poi tutti i torti.
Che fosse un imprevisto e non voluto consiglio verso la biondina nello studiarsi qualche blando principio di psicologica criminale?
Se non far accadere nulla di male a noi significa far accadere qualcosa di male a te, allora non posso esaudire la tua richiesta.
Hai corso un grosso rischio in queste ultime ore e nessuno ti garantisce che non possa capitarti di nuovo.
Ne parleremo meglio anche con Bruce, lui ha una testa più sveglia della mia su certe riflessioni...
... Anche se non sono un'amica stretta come Bruce?
Se sei importante per lui, vuol dire che lo sei anche per me.
Dono fiducia incondizionata a chiunque la richieda fino a quando non deciderà arbitrariamente di perderla, allora non tornerà più.
Semplice ed immediato, Tiger Black, con una sfaccettatura netta senza mezzi termini o mezze misure.
In quel caso Caroline Priscilla doveva sentirsi molto fortunata ad avergli "mentito" durante il loro primo incontro, senza che si fosse stretto un rapporto.
Aveva quindi ancora accesso al buon sentimento del mulatto, che la reputava importante e meritevole di protezione e rispetto.
Ma in quelle ore la persona bisognosa di aiuto non era sicuramente l'irlandese, quanto il suo amico di infanzia MacGyver.
Il ragazzo non si trovava in casa sua al momento dell'appuntamento stabilito, quindi non rimase che dirigersi verso un altro luogo.
Una palestra normalmente frequentata da Bruce dove il maschio di colore si allenava pesantemente così da affinare le proprie doti nei duelli.
"Padroni della Magia". Altisonante ma appropriato. Sono tutti ottimi combattenti magici.
Tutte le attrezzature presenti in quel posto erano assolutamente all'avanguardia, frutto di attente spese ed investimenti.
Il proprietario della sede era tra i più famosi e letali Duellanti del Mondo Magico, un campione professionista con pochi pari in giro.
Il MacGyver avrebbe dovuto fargli da sparring quella mattina, ma non si era presentato, come prevedibile.
La biondina intercettò l'occhiata lanciatale da Ingwar poco prima che lei con Tiger se ne andassero.
Tutt'altro che timorosa, gli si avvicinò, sostenendo lo sguardo del maschio enorme a testa alta.
Non solo, estrasse anche un biglietto da visita, che consegnò al Duellante senza alcuna esitazione.
Mi chiamo Thea O'Quinn, investigatrice privata.
Il Vogt rispose alla proposta di stringersi la mano, mettendoci una percentuale di energia esigua, così da non farle del male.
Se dovessi avere notizie di Bruce, ti prego... Contattami.
Con l'altra mano invece prese il biglietto che mise dentro la tasca del pantalone elasticizzato, tornando poi a fissarla.
Se invece tu dovessi aver bisogno di un Padrone... Vieni a trovarmi.
Non rispose apertamente alla presentazione, ma ci pensò quasi subito Tiger a rimediare, dicendole come si chiamasse.
Ne seguì poi un breve racconto della vita di quel mastodontico ragazzone dall'aria anche piuttosto inquietante e sicura.
Ovviamente il mulatto non perse chissà quanto tempo a descrivere la figura di Ingwar, considerando la gravità della situazione.
Una storia davvero triste...
Hai ricevuto un invito ufficiale dal direttore della palestra, in futuro fossi in te lo prenderei in considerazione.
Molti dei miei atleti li mando qui quando vogliono migliorarsi sul piano magico e in poche settimane il cambiamento è palese.
Sì, forse in qualche modo la O'Neill aveva tradotto la proposta del Vogt in modo leggermente diverso, ma cosa poteva saperne Tiger?
Se non è stato qui stamattina, allora deve essere finito nei guai già da ieri sera.
Facciamo momentaneamente ritorno alla palestra, nella piccola speranza che ci stia aspettando lì.
In caso contrario, penseremo seriamente a fare irruzione dentro casa sua...
Va bene, ma cerchiamo di non perdere tempo, ti prego.
Non posso pensare che lui sia solo e in balia di quell'assassino, non voglio nemmeno pensare che possa essere... Troppo tardi...
Ehi, il più grosso errore che puoi fare è sottovalutare Bruce, d'accordo?
Parole in parte credute ed in parte utilizzate per tentare di rincuorarla un minimo.
Il Black non indorava spesso la pillola al prossimo, ma in quel caso cercava di farlo anche un po' con se stesso, visto l'affetto verso il MacGyver.
Si diressero dunque in direzione di Kansas City e della "Black Tiger Gym", dove ad attenderli però c'era un individuo ben diverso da Bruce.
Quella persona scatenò sensazioni ed emozioni contrastanti nella ragazza, talmente tanto potenti da mettere in allerta anche la Tigre Nera.
Stette quasi per minacciare Jorge ma il ragazzo biondino seppe rispondere in fretta chiedendo una chance di dialogo.
Il Fulmine della O'Neill proseguiva ad apparire impazzito e onestamente il Black non sapeva esattamente come comportarsi.
E allora cosa ti dà il coraggio di presentarti qui?
Il fatto che senza quel MagiFonino, probabilmente a quest'ora lei avrebbe fatto una brutta fine...
Perché mi hai aiutata... Dopo quello che ti ho fatto?
L'ex migliore amico sul momento non rispose, continuando a guardarla intensamente, lanciando altre occhiate qua e là di tanto in tanto.
Era ovvio che temesse di essere individuato da qualche Vigilante di passaggio, altra prova del fatto che si trattasse seriamente di lui.
Ma Cappie era una ragazza ormai adeguatamente sospettosa e non si sarebbe accontentata di semplici parole per credere ciecamente ai propri occhi.
Qual è il vero nome della tua ninfa?
Melia Herbert.
Chi è stata la mia prima cotta?
Vergil Cartwright.
... Perché mi sono fatta tatuare un garofano sulla spalla sinistra?
La risposta potrei dartela io come anche una Donnola, oppure la Professoressa Tisifone Samyliak.
Decise di dare una svolta maggiore con l'ultima risposta, in modo tale da fugare ogni possibile dubbio sulla sua identità.
Tiger passò lentamente l'attenzione dall'uno all'altra, immaginando che quindi la bionda decretasse cosa fare.
Nel caso in cui avesse abbassato la bacchetta, chiedendogli di aprire, lui non avrebbe fatto un fiato, permettendo a Jorge di entrare.
Il ragazzo, una volta fatto il proprio ingresso, chiese dove potessero starsene tranquilli per una lunga ed importante conversazione.
Non solo però, volle anche restare da solo con Cappie, perché ciò che aveva da dirle risultava comunque molto, troppo confidenziale.
La ragazza comunque poteva anche non acconsentire, in quel caso il portoghese non avrebbe obiettato nulla.
Potete andare nel mio ufficio, così che io possa osservare da fuori che sia tutto in ordine.
L'ufficio non era altro se non una cabina con pareti in plexiglass trasparenti.
Da lì, il Black avrebbe potuto monitorare la situazione senza però sentire niente delle parole conversate dei due.
Un giusto compromesso verso una persona sospetta.
Jorge non possedeva alcuna bacchetta, era indifeso, ma non si poteva mai sapere.
Di riflesso, le tapparelle dell'ufficio sarebbero dovute rimanere alzate.
Una volta entrati, che ella si mettesse seduta oppure no, il portoghese avrebbe estratto una fiala con dentro un liquido dal colore inequivocabile.
Puoi anche sentirne l'odore se preferisci.
Si trattava del "Veritaserum", il siero della verità.
Jorge lo mandò giù in un attimo.
Il motivo venne presto svelato alla ex Tassorosso.
Da questo momento in poi, quando vorrai, potrai chiedermi se le mie parole siano vere oppure no.
Risparmiati il sospetto sul mio possibile allenamento nell'assunzione della Pozione, in carcere tutto potevo fare meno la pratica di contrasto.
Inoltre, per apprendere come opporsi efficacemente al Veritaserum, le persone si allenavano per diverso tempo.
Alvares non avrebbe avuto alcuna possibilità di mettere in pratica un tale addestramento in pochi giorni o poche ore, dopo l'evasione.
Era la sua ulteriore garanzia verso Cappie che non si aspettava che ella gli credesse seduta stante.
Voleva fornirle delle prove quanto più concrete possibili.
Tuttavia, trascorso qualche secondo, Jorge si ritrovò con gli occhi lucidi, costretto a tirare su un grosso respiro.
Sembrava come se un gigantesco peso gli occludesse l'anima.
Uff... Perdonami, adesso mi riprendo...
Si asciugò gli occhi con i pollici, poi tirò su col naso e cercò di recuperare un valido contegno.
... Cominciamo da questo: l'Enigmista è un criminale del quale contribuisti alla cattura al tempo del tuo praticantato.
Marshall Rosenberg ti portò con sé in una delle sue indagini in veste di Auror e riusciste, assieme ad altri elementi militari, a catturarlo.
Il suo nome è Odrich Beetlebizz e durante tutta la sua permanenza in carcere non ha fatto altro che meditare vendetta.
Cappie non avrebbe fatto alcuna fatica a ricordare quella persona, anche per via del suo modo di fare assurdo e un po' fuori dalla sanità mentale.
Era stato uno dei casi più difficili per Marshall e per tutto il corpo degli Auror, Agenti Speciali e Sicari del distretto ministeriale competente.
Durante la sua cattura, aveva urlato a squarciagola che si sarebbe vendicato un giorno di tutti loro, che li avrebbe uccisi senza pietà.
Ovviamente Marshall aveva rassicurato la O'Neill che non fosse certo il primo a scandire certe minacce, anzi, erano all'ordine del giorno.
Anche perché al tempo Odrich non è che fosse chissà quanto pericoloso, al massimo molto bravo a sfuggire, una spina nel fianco, non una sfida.
Elemento della malavita lasciato molto da parte, portavoce di persone molto più potenti, influenti e pericolose di lui.
In cella ha conosciuto tre detenuti provenienti dal Sistema Z, dalla Triade e dal Collare Borchiato.
Per passare il tempo ognuno di loro raccontava i propri trascorsi, le proprie idee e punti forti.
Trascorrevano le ore d'aria appiccicati e alle volte dovevano separarli appositamente per evitare che facessero troppo comunella.
Ma nessuno si è messo mai a dividerli del tutto, non considerandoli pericolosi abbastanza da attuare una politica simile.
Io li osservava per bene ogni giorno e sentivo che spesso Odrich ti nominava assieme ad altre persone, alcune di queste morte negli ultimi giorni.
Da quando capii che potesse avere qualche mira futura su di te, cercai di trovarmi sempre nei paraggi, per spiare le conversazioni.
Jorge proseguiva a parlare e Cappie poteva interromperlo in ogni istante per fare domande che innescassero l'effetto della pozione.
Il suo parlare comunque non era analogo a qualcuno che avesse imparato bene a memoria la propria parte.
In alcuni punti si bloccava, riprendeva fiato, recuperava le idee e riportava i dettagli a poco a poco, sforzando la memoria.
Un pomeriggio, di rientro dalla lavanderia, venni accerchiato dai quattro.
Uno di loro mi diede un forte colpo dietro il collo e mi fece inginocchiare intontito.
Sentii la punta di una bacchetta sulla mia tempia e non compresi come avessero fatto a procurarsela.
Un attimo dopo era privo di sensi ma ricordo distintamente che Odrich disse delle specifiche parole...
... "Vediamo cosa sa spifferare la tua mente sulla Signorina O'Queen, dopo di che, le farò credere che sia stato tu a volerla morta".
Mi fece un Legilimens subito dopo avermi tramortito, volendo scoprire quante più informazioni possibili su di te.
Ecco spiegato come mai l'Enigmista fosse a conoscenza di chi fosse sua madre, di Devo, delle debolezze di Ermes.
Apparentemente tutto quanto tornava, pezzi su pezzi del puzzle, uno più nitido e semplificato dell'altro.
Odrich desiderava farla soffrire emotivamente e fisicamente per aver contribuito a sbatterlo in gabbia.
Quale miglior modo se non farle ipotizzare ed essere convinta alla fine che il suo assassino fosse l'ex migliore amico fraterno?
Ma come poteva sapere l'Enigmista che Jorge fosse una persona in passato molto amata dalla irlandese?
Anche a quella domanda il portoghese non ci mise molto a replicare, aiutato per altro dal siero della verità.
Ad ognuno di noi permettevano di tenere con sé una fotografia, che fosse di un parente o di un compagno...
Ancor prima di sapere chi fosse quel pazzo maledetto, un giorno, a mensa, mi ritrovai a guardare la mia fotografia personale...
Lui si avvicinò, apparentemente calmo, solamente curioso, chiedendomi chi fosse la ragazza nella foto e che rapporti avessi con lei...
Naturalmente, Jorge si mise a raccontare un po' tutto, dicendo chi ella fosse, senza però rivelare il suo vero nome.
La presentò anche lui come Thea O'Queen, una futura MagiInvestigatrice piena di talento ed intuito.
Da come parlava, sembrava che l'ombra maligna dell'Alvares ricordato ultimamente dalla bionda non esistesse più.
Qualcosa non tornava con i precedenti sviluppi ma la ragazza poteva anche non farci subito caso, troppo concentrata sulla storia.
Dalla tasca interna della giacca, l'ex Delfinazzurro estrasse una foto di piccole dimensioni, plastificata.
Dopo di che, la posò sopra la scrivania, così che la O'Neill potesse afferrarla e ricordarla alla perfezione.
Era stata scattata durante una piccola vacanza insieme tra il sesto e il settimo anno, durante le vacanze.
Quando ancora l'ottavo piano non esisteva e i problemi non erano così tanto insormontabili.
Una immagine custodita come una reliquia, l'unica voluta dal portoghese con sé dietro le sbarre della fredda galera.
... Tornando allo scorso presente, quando mi svegliai in lavanderia, qualche ora dopo, c'era un vero e proprio subbuglio.
Era in atto l'evasione globale, una evasione iniziata probabilmente solo dai quattro ma poi sfuggita di mano ed estesa a molti altri.
Mi alzai in piedi, conscio che le informazioni a me sottratte avrebbero potuto condurre Odrich da te, così entrai nel panico.
Scelsi di mischiarmi alla folla di detenuti che si azzuffavano con le guardie carcerarie e nella baraonda riuscii a trovare la mia uscita.
Quattro fuggitivi da me conosciuti e decisamente meno pericolosi sapevano già dove dirigersi per scomparire in fretta dal paese.
Chiesi a loro un aiuto per arrivare in America e furono ben contenti di aiutarmi, ecco come sono giunto qui, alcune settimane fa.
Una volta sentito del primo delitto, capii di non avere chissà quanto tempo, dovevo scoprire dove ti fossi trasferita e in fretta.
Praticamente io e l'Enigmista trovammo il tuo nuovo indirizzo quasi in concomitanza, ma lui purtroppo qualche ora prima di me.
Lui aveva già pronto il suo piano e finalmente sapeva come attuarlo e quando ti vidi uscire di casa l'altro giorno, capii che fosse troppo tardi.
Essendo l'unico in grado di riconoscere Odrich di faccia, lo individuai tra la folla mentre ti fissava ghignante e così lo pedinai.
L'unico modo che avevo per cercare di proteggerti era sapere cosa avesse in mente lui per te e correre ai ripari.
Se mi fossi presentato ai tuoi occhi di punto in bianco, temevo non mi avresti creduto, che mi rispedisti di corsa in cella, senza ascoltarmi.
Mi ritrovai quindi ad ascoltare segretamente la conversazione tra Odrich e uno degli altri tre dove rivelò l'esatta posizione della casa.
Quella dove saresti dovuta finire nelle mani di quei mercanti di prostitute, per intenderci.
Coi pochi Galeoni dati dai quattro che mi aiutarono nella fuga per pagarmi una nuova identità, andai da un rigattiere e presi un vecchio MagiFonino.
... Una vera fregatura, durato appena il tempo di una sola chiamata, ma sono stati i soldi meglio spesi della mia vita.
... Cos'è un "Modus Operandi"?
Scusa, ho dato per scontato che leggessi i quotidiani...
No, Tiger era ormai a tutti gli effetti un individuo parzialmente estraneo alla normale realtà civile e comune del Mondo Magico e non.
Le ovvie abitudini di chiunque non risultavano tanto ovvie per la Tigre Nera, che di riflesso restava facilmente indietro su certe questioni.
Bisognava accettarlo per com'era e Bruce nel tempo ci aveva fatto il callo: sarebbe stato così anche per la O'Neill?
Un "modus operandi" è il modo di agire di una persona.
Un suo comportamento che si ripete in una determinata circostanza.
Come ad esempio quando Bruce insegna ai principianti le basi del Judo.
Lo farà sempre nello stesso modo, perché è così che lui agisce... E la stessa cosa è per questo serial killer.
Una volta scelta la vittima, seguirà sempre lo stesso schema.
Ma non rischia di essere troppo prevedibile, seguendo lo stesso schema?
Lui ragionava in funzione di un ipotetico combattimento, dove sfruttare la stessa strategia conduceva l'avversario ad apprendere ed evitare.
La tattica mentale di un assassino o di un poco di buono in generale si basava invece su salde basi di movimento e operazione.
Uscire fuori dal seminato poteva significare spesso e volentieri incappare in errori e di conseguenza finire in prigione.
In verità c'era da dire che persone come i Profiler avevano fatto di quel "Modus Operandi" una ragione di studio e previsione.
Quindi in un certo senso il Black non aveva poi tutti i torti.
Che fosse un imprevisto e non voluto consiglio verso la biondina nello studiarsi qualche blando principio di psicologica criminale?
Se non far accadere nulla di male a noi significa far accadere qualcosa di male a te, allora non posso esaudire la tua richiesta.
Hai corso un grosso rischio in queste ultime ore e nessuno ti garantisce che non possa capitarti di nuovo.
Ne parleremo meglio anche con Bruce, lui ha una testa più sveglia della mia su certe riflessioni...
... Anche se non sono un'amica stretta come Bruce?
Se sei importante per lui, vuol dire che lo sei anche per me.
Dono fiducia incondizionata a chiunque la richieda fino a quando non deciderà arbitrariamente di perderla, allora non tornerà più.
Semplice ed immediato, Tiger Black, con una sfaccettatura netta senza mezzi termini o mezze misure.
In quel caso Caroline Priscilla doveva sentirsi molto fortunata ad avergli "mentito" durante il loro primo incontro, senza che si fosse stretto un rapporto.
Aveva quindi ancora accesso al buon sentimento del mulatto, che la reputava importante e meritevole di protezione e rispetto.
Ma in quelle ore la persona bisognosa di aiuto non era sicuramente l'irlandese, quanto il suo amico di infanzia MacGyver.
Il ragazzo non si trovava in casa sua al momento dell'appuntamento stabilito, quindi non rimase che dirigersi verso un altro luogo.
Una palestra normalmente frequentata da Bruce dove il maschio di colore si allenava pesantemente così da affinare le proprie doti nei duelli.
"Padroni della Magia". Altisonante ma appropriato. Sono tutti ottimi combattenti magici.
Tutte le attrezzature presenti in quel posto erano assolutamente all'avanguardia, frutto di attente spese ed investimenti.
Il proprietario della sede era tra i più famosi e letali Duellanti del Mondo Magico, un campione professionista con pochi pari in giro.
Il MacGyver avrebbe dovuto fargli da sparring quella mattina, ma non si era presentato, come prevedibile.
La biondina intercettò l'occhiata lanciatale da Ingwar poco prima che lei con Tiger se ne andassero.
Tutt'altro che timorosa, gli si avvicinò, sostenendo lo sguardo del maschio enorme a testa alta.
Non solo, estrasse anche un biglietto da visita, che consegnò al Duellante senza alcuna esitazione.
Mi chiamo Thea O'Quinn, investigatrice privata.
Il Vogt rispose alla proposta di stringersi la mano, mettendoci una percentuale di energia esigua, così da non farle del male.
Se dovessi avere notizie di Bruce, ti prego... Contattami.
Con l'altra mano invece prese il biglietto che mise dentro la tasca del pantalone elasticizzato, tornando poi a fissarla.
Se invece tu dovessi aver bisogno di un Padrone... Vieni a trovarmi.
Non rispose apertamente alla presentazione, ma ci pensò quasi subito Tiger a rimediare, dicendole come si chiamasse.
Ne seguì poi un breve racconto della vita di quel mastodontico ragazzone dall'aria anche piuttosto inquietante e sicura.
Ovviamente il mulatto non perse chissà quanto tempo a descrivere la figura di Ingwar, considerando la gravità della situazione.
Una storia davvero triste...
Hai ricevuto un invito ufficiale dal direttore della palestra, in futuro fossi in te lo prenderei in considerazione.
Molti dei miei atleti li mando qui quando vogliono migliorarsi sul piano magico e in poche settimane il cambiamento è palese.
Sì, forse in qualche modo la O'Neill aveva tradotto la proposta del Vogt in modo leggermente diverso, ma cosa poteva saperne Tiger?
Se non è stato qui stamattina, allora deve essere finito nei guai già da ieri sera.
Facciamo momentaneamente ritorno alla palestra, nella piccola speranza che ci stia aspettando lì.
In caso contrario, penseremo seriamente a fare irruzione dentro casa sua...
Va bene, ma cerchiamo di non perdere tempo, ti prego.
Non posso pensare che lui sia solo e in balia di quell'assassino, non voglio nemmeno pensare che possa essere... Troppo tardi...
Ehi, il più grosso errore che puoi fare è sottovalutare Bruce, d'accordo?
Parole in parte credute ed in parte utilizzate per tentare di rincuorarla un minimo.
Il Black non indorava spesso la pillola al prossimo, ma in quel caso cercava di farlo anche un po' con se stesso, visto l'affetto verso il MacGyver.
Si diressero dunque in direzione di Kansas City e della "Black Tiger Gym", dove ad attenderli però c'era un individuo ben diverso da Bruce.
Quella persona scatenò sensazioni ed emozioni contrastanti nella ragazza, talmente tanto potenti da mettere in allerta anche la Tigre Nera.
Stette quasi per minacciare Jorge ma il ragazzo biondino seppe rispondere in fretta chiedendo una chance di dialogo.
Il Fulmine della O'Neill proseguiva ad apparire impazzito e onestamente il Black non sapeva esattamente come comportarsi.
E allora cosa ti dà il coraggio di presentarti qui?
Il fatto che senza quel MagiFonino, probabilmente a quest'ora lei avrebbe fatto una brutta fine...
Perché mi hai aiutata... Dopo quello che ti ho fatto?
L'ex migliore amico sul momento non rispose, continuando a guardarla intensamente, lanciando altre occhiate qua e là di tanto in tanto.
Era ovvio che temesse di essere individuato da qualche Vigilante di passaggio, altra prova del fatto che si trattasse seriamente di lui.
Ma Cappie era una ragazza ormai adeguatamente sospettosa e non si sarebbe accontentata di semplici parole per credere ciecamente ai propri occhi.
Qual è il vero nome della tua ninfa?
Melia Herbert.
Chi è stata la mia prima cotta?
Vergil Cartwright.
... Perché mi sono fatta tatuare un garofano sulla spalla sinistra?
La risposta potrei dartela io come anche una Donnola, oppure la Professoressa Tisifone Samyliak.
Decise di dare una svolta maggiore con l'ultima risposta, in modo tale da fugare ogni possibile dubbio sulla sua identità.
Tiger passò lentamente l'attenzione dall'uno all'altra, immaginando che quindi la bionda decretasse cosa fare.
Nel caso in cui avesse abbassato la bacchetta, chiedendogli di aprire, lui non avrebbe fatto un fiato, permettendo a Jorge di entrare.
Il ragazzo, una volta fatto il proprio ingresso, chiese dove potessero starsene tranquilli per una lunga ed importante conversazione.
Non solo però, volle anche restare da solo con Cappie, perché ciò che aveva da dirle risultava comunque molto, troppo confidenziale.
La ragazza comunque poteva anche non acconsentire, in quel caso il portoghese non avrebbe obiettato nulla.
Potete andare nel mio ufficio, così che io possa osservare da fuori che sia tutto in ordine.
L'ufficio non era altro se non una cabina con pareti in plexiglass trasparenti.
Da lì, il Black avrebbe potuto monitorare la situazione senza però sentire niente delle parole conversate dei due.
Un giusto compromesso verso una persona sospetta.
Jorge non possedeva alcuna bacchetta, era indifeso, ma non si poteva mai sapere.
Di riflesso, le tapparelle dell'ufficio sarebbero dovute rimanere alzate.
Una volta entrati, che ella si mettesse seduta oppure no, il portoghese avrebbe estratto una fiala con dentro un liquido dal colore inequivocabile.
Puoi anche sentirne l'odore se preferisci.
Si trattava del "Veritaserum", il siero della verità.
Jorge lo mandò giù in un attimo.
Il motivo venne presto svelato alla ex Tassorosso.
Da questo momento in poi, quando vorrai, potrai chiedermi se le mie parole siano vere oppure no.
Risparmiati il sospetto sul mio possibile allenamento nell'assunzione della Pozione, in carcere tutto potevo fare meno la pratica di contrasto.
Inoltre, per apprendere come opporsi efficacemente al Veritaserum, le persone si allenavano per diverso tempo.
Alvares non avrebbe avuto alcuna possibilità di mettere in pratica un tale addestramento in pochi giorni o poche ore, dopo l'evasione.
Era la sua ulteriore garanzia verso Cappie che non si aspettava che ella gli credesse seduta stante.
Voleva fornirle delle prove quanto più concrete possibili.
Tuttavia, trascorso qualche secondo, Jorge si ritrovò con gli occhi lucidi, costretto a tirare su un grosso respiro.
Sembrava come se un gigantesco peso gli occludesse l'anima.
Uff... Perdonami, adesso mi riprendo...
Si asciugò gli occhi con i pollici, poi tirò su col naso e cercò di recuperare un valido contegno.
... Cominciamo da questo: l'Enigmista è un criminale del quale contribuisti alla cattura al tempo del tuo praticantato.
Marshall Rosenberg ti portò con sé in una delle sue indagini in veste di Auror e riusciste, assieme ad altri elementi militari, a catturarlo.
Il suo nome è Odrich Beetlebizz e durante tutta la sua permanenza in carcere non ha fatto altro che meditare vendetta.
Cappie non avrebbe fatto alcuna fatica a ricordare quella persona, anche per via del suo modo di fare assurdo e un po' fuori dalla sanità mentale.
Era stato uno dei casi più difficili per Marshall e per tutto il corpo degli Auror, Agenti Speciali e Sicari del distretto ministeriale competente.
Durante la sua cattura, aveva urlato a squarciagola che si sarebbe vendicato un giorno di tutti loro, che li avrebbe uccisi senza pietà.
Ovviamente Marshall aveva rassicurato la O'Neill che non fosse certo il primo a scandire certe minacce, anzi, erano all'ordine del giorno.
Anche perché al tempo Odrich non è che fosse chissà quanto pericoloso, al massimo molto bravo a sfuggire, una spina nel fianco, non una sfida.
Elemento della malavita lasciato molto da parte, portavoce di persone molto più potenti, influenti e pericolose di lui.
In cella ha conosciuto tre detenuti provenienti dal Sistema Z, dalla Triade e dal Collare Borchiato.
Per passare il tempo ognuno di loro raccontava i propri trascorsi, le proprie idee e punti forti.
Trascorrevano le ore d'aria appiccicati e alle volte dovevano separarli appositamente per evitare che facessero troppo comunella.
Ma nessuno si è messo mai a dividerli del tutto, non considerandoli pericolosi abbastanza da attuare una politica simile.
Io li osservava per bene ogni giorno e sentivo che spesso Odrich ti nominava assieme ad altre persone, alcune di queste morte negli ultimi giorni.
Da quando capii che potesse avere qualche mira futura su di te, cercai di trovarmi sempre nei paraggi, per spiare le conversazioni.
Jorge proseguiva a parlare e Cappie poteva interromperlo in ogni istante per fare domande che innescassero l'effetto della pozione.
Il suo parlare comunque non era analogo a qualcuno che avesse imparato bene a memoria la propria parte.
In alcuni punti si bloccava, riprendeva fiato, recuperava le idee e riportava i dettagli a poco a poco, sforzando la memoria.
Un pomeriggio, di rientro dalla lavanderia, venni accerchiato dai quattro.
Uno di loro mi diede un forte colpo dietro il collo e mi fece inginocchiare intontito.
Sentii la punta di una bacchetta sulla mia tempia e non compresi come avessero fatto a procurarsela.
Un attimo dopo era privo di sensi ma ricordo distintamente che Odrich disse delle specifiche parole...
... "Vediamo cosa sa spifferare la tua mente sulla Signorina O'Queen, dopo di che, le farò credere che sia stato tu a volerla morta".
Mi fece un Legilimens subito dopo avermi tramortito, volendo scoprire quante più informazioni possibili su di te.
Ecco spiegato come mai l'Enigmista fosse a conoscenza di chi fosse sua madre, di Devo, delle debolezze di Ermes.
Apparentemente tutto quanto tornava, pezzi su pezzi del puzzle, uno più nitido e semplificato dell'altro.
Odrich desiderava farla soffrire emotivamente e fisicamente per aver contribuito a sbatterlo in gabbia.
Quale miglior modo se non farle ipotizzare ed essere convinta alla fine che il suo assassino fosse l'ex migliore amico fraterno?
Ma come poteva sapere l'Enigmista che Jorge fosse una persona in passato molto amata dalla irlandese?
Anche a quella domanda il portoghese non ci mise molto a replicare, aiutato per altro dal siero della verità.
Ad ognuno di noi permettevano di tenere con sé una fotografia, che fosse di un parente o di un compagno...
Ancor prima di sapere chi fosse quel pazzo maledetto, un giorno, a mensa, mi ritrovai a guardare la mia fotografia personale...
Lui si avvicinò, apparentemente calmo, solamente curioso, chiedendomi chi fosse la ragazza nella foto e che rapporti avessi con lei...
Naturalmente, Jorge si mise a raccontare un po' tutto, dicendo chi ella fosse, senza però rivelare il suo vero nome.
La presentò anche lui come Thea O'Queen, una futura MagiInvestigatrice piena di talento ed intuito.
Da come parlava, sembrava che l'ombra maligna dell'Alvares ricordato ultimamente dalla bionda non esistesse più.
Qualcosa non tornava con i precedenti sviluppi ma la ragazza poteva anche non farci subito caso, troppo concentrata sulla storia.
Dalla tasca interna della giacca, l'ex Delfinazzurro estrasse una foto di piccole dimensioni, plastificata.
Dopo di che, la posò sopra la scrivania, così che la O'Neill potesse afferrarla e ricordarla alla perfezione.
Era stata scattata durante una piccola vacanza insieme tra il sesto e il settimo anno, durante le vacanze.
Quando ancora l'ottavo piano non esisteva e i problemi non erano così tanto insormontabili.
Una immagine custodita come una reliquia, l'unica voluta dal portoghese con sé dietro le sbarre della fredda galera.
... Tornando allo scorso presente, quando mi svegliai in lavanderia, qualche ora dopo, c'era un vero e proprio subbuglio.
Era in atto l'evasione globale, una evasione iniziata probabilmente solo dai quattro ma poi sfuggita di mano ed estesa a molti altri.
Mi alzai in piedi, conscio che le informazioni a me sottratte avrebbero potuto condurre Odrich da te, così entrai nel panico.
Scelsi di mischiarmi alla folla di detenuti che si azzuffavano con le guardie carcerarie e nella baraonda riuscii a trovare la mia uscita.
Quattro fuggitivi da me conosciuti e decisamente meno pericolosi sapevano già dove dirigersi per scomparire in fretta dal paese.
Chiesi a loro un aiuto per arrivare in America e furono ben contenti di aiutarmi, ecco come sono giunto qui, alcune settimane fa.
Una volta sentito del primo delitto, capii di non avere chissà quanto tempo, dovevo scoprire dove ti fossi trasferita e in fretta.
Praticamente io e l'Enigmista trovammo il tuo nuovo indirizzo quasi in concomitanza, ma lui purtroppo qualche ora prima di me.
Lui aveva già pronto il suo piano e finalmente sapeva come attuarlo e quando ti vidi uscire di casa l'altro giorno, capii che fosse troppo tardi.
Essendo l'unico in grado di riconoscere Odrich di faccia, lo individuai tra la folla mentre ti fissava ghignante e così lo pedinai.
L'unico modo che avevo per cercare di proteggerti era sapere cosa avesse in mente lui per te e correre ai ripari.
Se mi fossi presentato ai tuoi occhi di punto in bianco, temevo non mi avresti creduto, che mi rispedisti di corsa in cella, senza ascoltarmi.
Mi ritrovai quindi ad ascoltare segretamente la conversazione tra Odrich e uno degli altri tre dove rivelò l'esatta posizione della casa.
Quella dove saresti dovuta finire nelle mani di quei mercanti di prostitute, per intenderci.
Coi pochi Galeoni dati dai quattro che mi aiutarono nella fuga per pagarmi una nuova identità, andai da un rigattiere e presi un vecchio MagiFonino.
... Una vera fregatura, durato appena il tempo di una sola chiamata, ma sono stati i soldi meglio spesi della mia vita.
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