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Messaggioda Indigo » 26/02/2014, 15:42

Quello assolutamente, ma non ora e forse non oggi.
Ci sarà tempo per tante altre persone, per il momento però... Mi basta che stai a guardare qui...


Non che le potesse dispiacere l'idea di uccidere qualcun altro, ma al momento, con la scatoletta in legno contenente il regalo di Natale di Quetzal per lei, la prospettiva di togliere la vita a qualche Gildato o a babbani colpevoli di crimini contro Gaia passava decisamente in secondo piano.
Come una bambina la mattina del 25 Dicembre, adesso Indigo non vedeva l'ora di scartare quel regalo, che si rivelò essere un anello in argento con delle rune incise sopra: un dono già di per sé importante, nella considerazione civile, quella che il Rinnegato non conosceva minimamente, ma ancora più speciale quand'egli si mise ad elencarne i pregi. Con esso avrebbero potuto rimanere collegati e capire subito se e quando uno dei due si fosse trovato in una situazione di pericolo... senza contare che, indossandolo, sarebbe diventata leggermente più forte, una prospettiva che di sicuro alla bulgara faceva parecchio comodo.
Insomma, un regalo inaspettato e prezioso su diversi fronti, che la lasciò stupita e deliziata al tempo stesso, la prima soprattutto perché, avendo sempre vissuto fuori dal contesto civile, non si aspettava che a Quetzal importasse qualcosa delle tradizioni natalizie.

A dire il vero è così, ma...

Ma?

... Ma nulla, l'importante è che ti abbia reso contenta.

Non insistette oltre, poiché come al solito aveva capito molto anche da quel silenzio: l'aveva fatto sapendo che lei ne sarebbe stata contenta, che si sarebbe sentita viziata e che per questo avrebbe sorriso, perciò era piuttosto ovvio che l'intento ultimo fosse proprio quello - Elab. 25 - cioè renderla felice con qualcosa di speciale e personale.
E mentre le fiamme si spegnevano dietro di loro e solo due scheletri neri rimanevano visibili ed attaccati ai pali, Indigo decise di mettere in atto il suo piano, nemmeno troppo diabolico, per tentare di capire cosa davvero il Rinnegato sentisse per lei, e come la considerasse: così, facendo leva sulla sua ignoranza delle tradizioni civili, gli spiegò che solitamente si regalava un anello alla persona che si amava, e che esso veniva quasi sempre considerato un pegno d'amore.
Non gli aveva mentito, non del tutto: era vero che nel 99% dei casi, quando un uomo regalava un anello ad una donna, era per legarla a sé... e la casistica che questa situazione non fosse reale, che l'anello venisse regalato per altri motivi, era di uno su un milione, a dir poco.
Beh, lei non voleva essere la sua "una su un milione".
Lei volesse essere l'unica, e basta.
Ma era pur sempre Indigo Kostenechki, anche quando qualcuno le piaceva: e visto che quel qualcuno pareva, di suo, non essere intenzionato a porsi domande su cosa potesse esserci tra loro, sul perché faceva determinate cose per lei, era la bulgara a doverlo spingere a riflettere su certe cose, perché lei di pazienza ne aveva poca e quando si parlava di emozioni che la rendevano potenzialmente più debole e vulnerabile, come provare sentimenti per lui, ne aveva ancora di meno.
Però gli diede una scelta: poteva riprendersi l'anello, se voleva, ora che ne conosceva il significato, e farle così capire di non sentirsi legato a lei. Forse ci sarebbe stata male, ma l'avrebbe accettato, e perlomeno avrebbe saputo cosa stesse passando nella mente del Druido.

Non so cosa sia l'amore, forse lo sto scoprendo standoti vicino, non ne ho idea.
Quello che so però, è che voglio legarti a me, perché sento il bisogno che tu mi appartenga.
Se ti guardo sto bene, comincio a sentire la tua mancanza quando non ci sei, se tale è amore, allora così sia.


Non serviva leggere negli occhi di Indigo per sentire cosa stesse provando: gli Elementi si erano nuovamente innalzati dentro di lei ed avevano preso a danzare leggeri ed uniti, un tutt'uno grazie alle parole di Quetzal che rendevano felice lo spirito di chi li ospitava; ma se avesse voluto provarci comunque, negli occhi della Rinnegata lui vi avrebbe letto felicità ed emozione, la stessa che glieli fece illuminare e che le aprì le labbra ad un sorriso radioso.

Consideriamolo un pegno, se così vuoi chiamarlo, ciò che ti chiedo però...
... E' che se deciderai di indossare questo anello, allora voglio che non indossi più quello nero che ti ha regalato quella tizia nella foto.


Gelosia.
Sì, probabilmente l'avrebbe definita così, ma evitò di chiedere a Quetzal se se ne rendesse conto o meno: l'aveva già spinto a determinate considerazioni che non era abituato a fare, per quel giorno, per quell'occasione, era già abbastanza.
Il sorriso non si spense sulle sue labbra, al massimo si tinse di soddisfazione perché le piaceva pensare che lui la volesse per sé, un po' come lei lo voleva per sé... anche se, a differenza del Rinnegato, la bulgara di concorrenza non ne aveva e dunque non la doveva temere.
Annuì lentamente, dunque, allungando la mano destra verso di lui ed agitando appena il dito medio, per invitarlo a metterle l'anello che le aveva appena regalato: stava accettando il suo pegno, stava accettando d'indossare il suo anello e solo quello... stava accettando di appartenergli.

Adesso anche tu appartieni a me.

Mormorò la Druida, perché Quetzal aveva un anello speculare al suo, erano una coppia di anelli... e probabilmente una coppia in tutti i sensi, anche se il Rinnegato non si poneva il problema di cosa questo significasse. Ce l'avrebbe fatto arrivare Indigo, con calma e forse un pizzico di furbizia tutta in stile Kostenechki.
Osservò l'anello adornarle il dito medio della mano destra con un sorriso radioso sulle labbra, poi si allungò leggermente verso di lui e gli diede un lungo bacio caldo, con la mano sinistra che si posava sul suo petto accarezzandolo lievemente e la sorella che gli sfiorava il collo: la lingua danzava con quella di lui e gli Elementi già facevano l'amore coi gemelli, un momento assolutamente romantico per loro, con tutto che alle spalle dei due Rinnegati c'erano le ossa di due uomini morti.
E fu proprio a loro che la bulgara pensò quando fu abbastanza sazia delle sue labbra da permettersi di staccarsene, sorridendo ed indicando i due scheletri con un cenno del capo.

Facciamo loro un bel regalo di Natale... - gli propose allora la Druida, leccandosi le labbra con aria furba e sadicamente soddisfatta - Quello di destra lo facciamo reincarnare in un'orca, e quello di sinistra in una volpe, che ne dici? Facciamoli diventare ciò a cui volevano fare del male... - per la serie "oltre al danno anche la beffa", non solo erano stati uccisi per aver fatto del male agli animali, ma sarebbero stati reincarnati proprio in quelli stessi che desideravano catturare ed uccidere per soldi.

Sperando che Quetzal acconsentisse a quella richiesta, la donna lo lasciò fare, consapevole che lui fosse molto meno soggetto di lei a stancarsi dopo determinati incantesimi pur non comprendendone il motivo: una di quelle cose per cui il Rinnegato non si fidava ancora abbastanza di lei da raccontarle, una di quelle cose che evidentemente la bulgara, pur essendone consapevole, quasi fingeva di non considerare, come se non fosse importante.
Uno di quei gesti silenziosi e lievi coi quali Indigo dimostrava di tenere a lui.
E non appena anche quella questione fosse stata conclusa, la Druida avrebbe preso il Confratello per mano e l'avrebbe riportato nei pressi della vestaglia che aveva inizialmente indossato dopo essere uscita dall'Acqua, nella cui tasca sinistra avrebbe frugato per trovare qualcosa che, infine, allungò verso l'uomo con un sorriso immenso sul volto e gli occhi luminosi di aspettativa.

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Buon Natale, bel tenebroso!
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Messaggioda Quetzal » 27/02/2014, 20:05

Quante complicazioni per un pensiero natalizio spontaneo.
Le usanze civili a dire il vero gli stavano un po' strette, specie perché pretendevano di racchiudere in un gesto sensazioni ed emozioni.
Quetzal amava fare le cose senza chiedersi troppo il perché, facendosi trasportare dai desideri del momento, mentre invece scontrandosi con il resto del mondo si accorgeva che invece quest'ultimo voleva sempre una spiegazione, sempre un motivo a monte, sempre una interpretazioni a propri.
Erano una coppia di anelli, li aveva forgiati per lei perché lo faceva stare bene e desiderava sapere quando era in pericolo, basta così.
Ma a differenza sua, Indigo apparteneva a quella schiera di persone molto più intenzionate a credere che esistesse amore dietro un gesto simile e per questo gli aveva fatto presente che qualora avesse voluto davvero regalarle un oggetto simile, quanto meno doveva rendersi conto che esso assumeva un valore molto speciale, incredibilmente ampio e solenne.
Incapace di dare un nome concreto a quello che sentiva e provava per la consorella, Quetzal si limitò a confermare che si, forse quello era proprio amore e che quindi non c'erano problemi a proseguire in quel rito natalizio nostrano tra loro.

Adesso anche tu appartieni a me.

Queste furono le parole che espresse subito la Druida Giovane non appena si fece mettere l'anello al dito, più felice che mai.
Evidentemente sapere che lui era innamorato di lei la rendeva contenta, leggera, gioiosa e piena di vita... Ma in lui, cosa suscitava?
Voleva che anche lei provasse le stesse cose o non gli interessava, dal momento che in quel frangente i protagonisti erano i suoi sentimenti?
Non seppe dirlo con precisione: da una parte era dispiaciuto che lei non avesse menzionato una condizione reciproca, dall'altra invece si rendeva conto che stava ragionando come quei civili che tanto non capiva e che dunque doveva smetterla con quelle fesserie.
Prima o poi, forse, Indigo avrebbe pronunciato quelle parole importanti, ma di sicuro lui non le avrebbe messo alcuna fretta, aspettando paziente e non prospettando che lei per forza raggiungesse un egual quantitativo di sentimento e "amore".
Se non altro, adesso si appartenevano, l'uno nelle mani e nei pensiero dell'altro, finalmente una persona alla quale affidarsi senza dover temere un tradimento o un colpo basso. Una scoperta non da poco per Quetzal che più la guardava negli occhi più in un certo senso sapeva che la consorella non gli avrebbe mai procurato un dispiacere, non volontariamente almeno.

Facciamo loro un bel regalo di Natale...

Vale a dire?

Quello di destra lo facciamo reincarnare in un'orca, e quello di sinistra in una volpe, che ne dici?
Facciamoli diventare ciò a cui volevano fare del male...


Ottima idea, questo significherà un dispendio di potere più elevato, ma nulla che non sia in grado di fare.

Sicuro delle sue capacità, essendo "modificato" grazie alla Gemma del Mana, Quetzal si avvicinò ai corpi carbonizzati con estrema tranquillità, dopo essersi gustato un bacio mozzafiato che alimentava soltanto il suo desiderio di accoppiarsi quanto prima possibile con la bella bulgara.
Concentrò il potere con attenzione, chiudendo gli occhi e raggruppando le idee per focalizzare nel pensiero le immagini di un'orca e di una volpe, gli animali prestabiliti per la trasmigrazione dell'anima.
Il processo di per sé era piuttosto semplice, ma indirizzare gli spiriti in una creatura specifica richiedeva una procedura più delicata e precisa.
Dopo più o meno un paio di minuti, dalle mani del "Maturo" scaturirono delle aure di colore azzurro/dorato e non appena egli aprì gli occhi di scatto, tali aure si trasformarono in scie luminose che investirono gli scheletri rendendoli trasparenti prima e scomparsi poi.
Proprio mentre si dedicava a quella pratica magica di metempsicosi, Indigo ne approfittò per andare nei pressi della vestaglia lasciata indietro e prendere lì vicino un oggetto, il suo personale regalo di Natale per il confratello "cattivo".
Non appena egli si volse per cercarla con lo sguardo infatti, se la ritrovò tutta sorridente ed eccitata con gli occhi brillanti che porgeva in sua direzione un bracciale fatto di legno molto spesso e grande, che dunque si ipotizzava fosse da sistemare intorno al bicipite e non al polso.

Buon Natale, bel tenebroso!

... Oh...

In principio piuttosto sorpreso e perplesso, afferrò il dono con aria interrogativa, studiandolo con attenzione.
Era molto bello, doveva ammetterlo, infatti lo indossò subito, considerandolo un ornamento del corpo adatto a lui, che lo rappresentava bene.
Incredibile: Indigo aveva saputo riconoscere tra i suoi gusti quello adeguato per non sbagliare il pensiero.
Avevano conversato sempre molto poco riferito alle preferenze di vestiario e solo una volta, tre mesi prima, Quetzal le aveva detto che non amava particolarmente bracciali e anelli, prediligendo collane di fattura indigena e selvaggia e sopratutto abbellimenti per le braccia, ma niente di eccessivamente costruito o strano, lui apprezzava la naturalezza e la concretezza dei materiali.
Quel bracciale di legno semplice e solido era l'incarnazione di quello che a lui andava bene e non lo infastidiva indossare.
Puntò nuovamente lo sguardo in quello della Giovane, sorridendo leggermente, mostrandole come il regalo gli stava addosso, aspettando un commento, dopo di che, si avvicinò semplicemente annullando del tutto la distanza tra loro per darle un bacio sentito, intenso e passionale.
La spinse leggermente all'indietro per farla cadere con la schiena sulla sabbia, dopo di che, stendendosi sopra di lei, la penetrò senza dire nulla, continuando a baciarla incessantemente, muovendo il bacino con lentezza calcolata e quasi... Romantica, meno animalesca.

... Grazie... Grazie... Grazie...

Ad ogni spinta seguiva la stessa parola.
Le braccia la avvolgevano e le mani le carezzavano il collo e i capelli.
Il movimento non accennava ad interrompersi e pur sapendo che quello fosse solo un assaggio del vero rapporto che sarebbe poi giunto successivamente, era sempre bello trovarsi dentro di lei, lasciarsi avvolgere dal calore interno del suo corpo profumato di miele, limone e vaniglia.
Di tanto in tanto si staccava per parlare, darle un morso sulle labbra, baciarla sul mento, sulla fronte, sulle guance, strusciare il naso sul collo e sulle spalle e proseguire in quell'atto che sapeva più di una conciliazione amorevole di festeggiamento che un accoppiamento volto a soddisfare i loro meri desideri fisici.
Fermandosi qualche minuto, Quetzal rimase comunque sopra di lei, alzando di poco il busto per fissarla con trasporto.

E' ameno...
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Messaggioda Indigo » 27/02/2014, 21:46

Sapeva di averlo messo alle strette, sapeva di averlo circuito almeno un po' con le sue conoscenze sul mondo civile, e sapeva che forse non era stato un comportamento corretto al cento per cento... ma era servito allo scopo, aveva permesso ad Indigo di scoprire cosa Quetzal provasse per lei.
D'altronde, il Rinnegato doveva mettere in conto di aver iniziato una relazione, perché di quello si trattava, con una Druida che sì, era Rinnegata quanto lui, ma che si era altresì abituata a vivere nel mondo civile, e che spesso ragionava secondo i suoi criteri... perlomeno quando le faceva comodo.
E in quel caso, la consuetudine del mondo civilizzato di regalare un anello ad una donna come pegno d'amore le faceva davvero un sacco comodo, perché fu il modo più semplice e pratico per la bulgara di portare alla luce i sentimenti dell'altro: forse era amore, forse ci era vicinissimo e non era ancora tale, difficile dirlo dato che lui non l'aveva mai provato. Indigo aveva la sensazione - I/P 38 - che il suo sentimento sarebbe potuto crescere ancora e ancora, col tempo, e che dunque forse non era precisamente "amore" il suo nel senso più pieno del termine... ma si trattava sicuramente di un ottimo punto d'inizio, e tanto le bastava.
E poi, quando aveva sottolineato che anche lui le apparteneva, l'uomo non aveva minimamente reagito o negato quella affermazione, non aveva mostrato fastidio qualcuno, e anche i suoi Elementi si erano mostrati tranquilli e sereni di fronte a tali parole: tutto sotto controllo, dunque.
L'anello le venne messo al dito medio della mano destra da Quetzal, e la Druida perse almeno cinque minuti buoni a guardare come le stesse sulla mano, se le adornasse in modo positivo il dito e valorizzasse l'arto, con sguardo attento e critico, tipicamente femminile.

Come mi sta?

Chiese alla fine, girando la mano verso di lui, di fronte al proprio viso, in modo che il dorso fosse rivolto verso il Rinnegato e lui potesse osservare il monile addosso a lei nel modo migliore: il sorriso che aveva sulle labbra sapeva ancora di felicità e soddisfazione, quella provata prima con la conferma che da quel momento in poi si sarebbero appartenuti, e sembrava non aver intenzione di sparire tanto presto.
Anche perché c'era ancora il regalo di Natale per lui da dargli, ma prima voleva risolvere una questione: quella degli scheletri. Si erano meritati la morte, poco ma sicuro, ma la misericordia dei due Rinnegati stava nel ridare loro la vita... sottoforma di ciò che più avevano perseguitato, ovviamente. Sennò che gusto ci sarebbe stato?

Ottima idea, questo significherà un dispendio di potere più elevato, ma nulla che non sia in grado di fare.

Già, Indigo di certo non si era dimenticata di quel piccolo particolare: Quetzal era in grado di usare determinati incantesimi con un dispendio di energie che, per un Druido Giovane, era troppo basso da risultare credibile. Sentiva - I/SS 34 - che c'era qualcosa che l'uomo ancora le stava nascondendo, ciò che era direttamente connesso alla sua capacità di usare il Mana e i suoi incantesimi più come un Druido Maturo che come il suo grado effettivo: eppure non gli aveva chiesto nulla, e non l'avrebbe fatto ora. Non sapeva se il Confratello si rendeva conto di quel particolare, se nonostante tutto apprezzasse il fatto che lei non gli avesse posto alcuna domanda, pur di fronte all'ovvietà che qualcosa di diverso, in lui, ci fosse... ma non lo faceva certo per questo, per farsi elogiare dal Rinnegato.
Per una volta lo stava facendo per rendere felice e sereno qualcun altro che non fosse se stessa, una novità per lei che però, a differenza di Quetzal, non aveva difficoltà o problemi a chiamare le cose col loro nome.
Così, mentre lui si preoccupava di far trasmigrare le anime dai due scheletri, che si dissolsero, ad una volpe ed un'orca che dovevano ancora venire al mondo, lei andò a prendere il regalo di Natale per il Druido, un bracciale rigido in legno d'ulivo da mettere al braccio, seguendo esattamente le sue indicazioni di tempo prima su quali tipi di monili apprezzasse.

... Oh...

Un gran sorriso comparve sul volto della bulgara di fronte a quell'espressione che sapeva di stupore puro: gli occhi brillavano per la felicità dell'averlo sorpreso, il Vento giocava coi suoi capelli in modo che nell'aria si diffondesse un buonissimo odore di vaniglia e miele al limone, e gli Elementi facevano fremere il suo corpo, quasi in ansia nell'attesa che Quetzal facesse capire se quel dono gli faceva piacere o meno.

Ti sta benissimo, ne ero sicura! - esclamò non appena lui le mostrò il braccio, dopo averlo indossato - Ho trovato un ramo di ulivo che sembrava quasi in punto di morte, solo, abbandonato... un po' come te. - gli raccontò, guardandolo intensamente negli occhi mentre parlava - Ma me ne sono presa cura con tutta me stessa, ed è tornato a vivere... ho pensato che fosse il regalo perfetto. - concluse, inarcando le labbra per mostrargli un nuovo sorriso, ma questa volta più dolce, più affettuoso, più premuroso.

Era ovvio che tenesse a lui, era ovvio che volesse prendersi cura di lui più di chiunque altro al mondo, ed era ovvio che fosse pronta a lasciarsi alle spalle Dominique almeno un po', pur di renderlo felice, pur di fargli capire che veniva prima di tutti, per lei: altrimenti non avrebbe mai accettato di non indossare più l'anello che la francese le aveva regalato.
Allo stesso modo, era ovvio che Quetzal fosse davvero felice di quel regalo: lo capì quando le sorrise, lo capì quando la baciò in modo passionale, intenso, ma meno selvaggio e più romantico, e lo capì quando, spingendola a terra, iniziò a penetrarla lentamente, senza parlare, senza incitarla, nello stesso modo romantico del bacio precedente.

... Grazie... Grazie... Grazie...

Non l'aveva mai sentito così... vicino.
E non a livello sessuale, ma spiritualmente parlando.
Le accarezzava il collo, i capelli, e lei rispose a quelle dolci attenzioni intrecciando le gambe intorno al suo bacino, socchiudendo gli occhi e ricambiando i suoi baci, le sue carezze: sospirava ad ogni affondo che lui le donava, leccava le sue labbra e le mordeva delicatamente coi denti bianchi, strusciava il naso contro il suo ed il tutto nel completo silenzio. La Natura era testimone altrettanto silenziosa di quell'incontro di corpi che, forse per la prima volta, era più che altro un'unione di anime.

E' ameno...

E tu sei bellissimo.

Anche se il Rinnegato non si stava più muovendo sopra di lei, poterlo sentire dentro di sé era una gioia tutta particolare che, prima di allora, Indigo non aveva mai provato: lo guardò intensamente, silenziosa dopo quel sussurro, ed alzò la mano destra per fargli una delicata carezza in volto.

... io ti amo, Quetzal.
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Messaggioda Quetzal » 28/02/2014, 19:22

Come mi sta?

Come non potrebbe mai stare a nessun'altra...

Rispose sincero il ragazzo, guardando con occhio poco critico e molto sentimentale l'anello al dito della nuova compagna, oltre che consorella.
Osservandoli dall'esterno, Indigo e Quetzal non si distanziavano troppo da una normale coppia di fidanzati, anche come Druidi.
Ciò che li differenziava totalmente era la loro indole, il loro carattere, la loro malvagità perversa e deviata, che li conduceva a comportarsi normalmente tra loro e sadicamente con ogni altra forma di vita umana che costituisse un ostacolo sulla propria strada.
Bruciavano, sgozzavano, uccidevano senza pietà ogni Gildato, Mago, Babbano o Druido indifferentemente, provando un rancore e una rabbia repressi da anni ed anni per motivi differenti ma affini, fortificandosi a vicenda, avallando le colpe dell'uno e dell'altra in un connubio quasi perfetto.
Da quando si erano conosciuti, il Rinnegato aveva tenuta nascosta la verità riguardo se stesso e il suo potere incrementato dalla Gemma del Mana, non trovandosi completamente fiducioso delle intenzioni di Indigo e di lei in generale, per scarsa conoscenza e poca predisposizione a fidarsi in generale del prossimo. Nelle settimane successive, nei mesi successivi, ella non gli chiese mai nulla in merito, anche se avevano parlato di più, avevano consumato parecchie notti e in più di una occasione si erano scambiati parole molto più intime e riservate rispetto ad un semplice due di rivoltosi intenzionati a cercare vendetta aiutandosi vicendevolmente.
Quetzal ci aveva fatto molto caso ed aveva apprezzato il saper aspettare da parte della bulgara, il non volerlo pressare o far sentire studiato, indagato, custode di un segreto che voleva scoprire ad ogni costo e senza il quale sarebbe morta dalla curiosità.
Adesso che il loro rapporto si era stretto ulteriormente, il Rinnegato si trovò a chiedersi se poteva confidarsi con lei in merito, se poteva parlarle apertamente della Gemma, del suo esperimento di tanto tempo fa e del perché al loro primo incontro lui somigliava di più ad un animale che ad un essere umano o ad un Druido.

Ti sta benissimo, ne ero sicura!
Ho trovato un ramo di ulivo che sembrava quasi in punto di morte, solo, abbandonato... un po' come te.
Ma me ne sono presa cura con tutta me stessa, ed è tornato a vivere... ho pensato che fosse il regalo perfetto.


Gli aveva fatto un regalo.
Costruito e creato soltanto per lui, utilizzando dei materiali semplici, come era giusto che fosse.
Al pari dell'anello, quel bracciale possedeva un valore simbolico aulico ed altissimo, completamente nuovo per la visione del Rinnegato.
Nessuno mai gli aveva fatto dei doni, nessuno mai si era interessato a lui o ad un suo interesse, una sua preferenza, un suo gusto.
Quell'oggetto d'ornamento per il corpo in sé valeva più di mille parole e quella verità si evinceva dal suo sguardo rimasto sorpreso e basito nel guardare quella costruzione di legno, nell'anima e nell'appartenenza simile a lui, abbandonato e solo, senza apparentemente nessuno scopo se non terminare la sua esistenza esattamente come l'aveva cominciata.
Eppure, Indigo aveva saputo dargli nuova vita e in un certo senso l'aveva data anche a Quetzal stesso, con i sorrisi, con la malvagità e con l'amore.
Si stesero insieme e lui volle immediatamente trovarsi dentro di lei, intenzionato a condividere quell'esperienza in modo totale, univoco ed avvolgente, spingendo con la propria virilità e nel contempo guardandola negli occhi, dandole dei baci soffusi e passionali ed in alcuni momenti anche dolci, animaleschi si ma con un leggero comparto sentimentale e romantico, strano per lui, originale ma non impossibile.
La ringraziava sottovoce, la contornava di attenzioni, respirava il suo respiro, batteva al suo battito.
Un complimento nei suoi confronti, sul fatto che fosse bellissimo, in risposta al giudizio di lui sul regalo natalizio, poi, di improvviso, come se nulla fosse, proveniente dal vento, dal fuoco, dalla terra, dal ghiaccio, dall'elettricità e dall'acqua... Indigo si dichiarò, lasciandolo un momento basito e incerto su cosa pensare e cosa provare esattamente.

... io ti amo, Quetzal.

Amarlo.
Ok, quella si che era una novità, specie perché ancora non aveva definito cosa significava per lei indossare quell'anello.
Una tale notizia avrebbe dovuto riempirgli il cuore di gioia eppure, non è che non fosse così ma ipotizzava che ciò che percepiva era leggermente diverso dalle normali sensazioni vissute da tutti gli altri esseri umani in generale.
Felice, perché se dire "ti amo" significava non voler abbandonare una persona, pensarla sempre, tenere alla sua protezione e al suo buon umore, allora stavano vivendo la stessa emozione, lo stesso stato d'animo, ma a lui non veniva naturale e spontaneo rispondere "anche io" perché il concetto di amore lo trovava ancora troppo difficile, astratto e localizzato da accorpare pienamente e rivolgerlo in maniera univoca.
Ovvio però che desiderasse in qualche modo farle capire che era entrato nell'ottica di lei e ci teneva a darle la prova che non si distanziassero nei cuori e nelle anime, così, rifacendosi semplicemente ad una normale usanza del loro popolo, decise che in risposta a quella confessione lui le avrebbe fatto una proposta, sopratutto conscio del fatto che a parte lei, non avrebbe voluto avere nessun'altra intorno per il resto dei propri giorni e ne era particolarmente sicuro.

Allora... Perché non celebriamo delle nozze mistiche?

Che nella tradizione civile erano qualcosa di molto simile al matrimonio, solo... In versione Druidica.
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Messaggioda Indigo » 28/02/2014, 21:20

Come non potrebbe mai stare a nessun'altra...

Fece un gran sorriso soddisfatto e compiaciuto a quelle parole, girando su se stessa in un'espressione palese di felicità: gli occhi brillavano mentre guardavano ancora l'anello che le adornava il dito, e che la faceva già sentire un poco più forte, ed ovviamente legata a lui.
Le iridi color cioccolato si spostavano dalla propria mano al volto di Quetzal incessantemente, come se ancora non potesse credere al dono che lui le aveva fatto, e al complimento che ne era seguito: il sorriso non diminuiva minimamente e continuava ad incurvarle le labbra, e gli Elementi danzavano in armonia dentro di lei seguendo una musica tutta loro, un suono che però era di sicuro allegro e gioioso come i sentimenti che sentiva Indigo in quel momento.
Non che non avesse mai ricevuto un complimento o un regalo, Dominique gliene faceva di continuo e di ogni genere, ma era la prima volta che il Rinnegato si dimostrava così premuroso con lei, così gentile, così affettuoso, e le faceva piacere: a differenza sua, la Druida comprendeva i sentimenti che provava nel ciore, e sapeva dare loro un nome. Potevano farle paura perché mai provati prima con tanta intensità, ma li riconosceva e li doveva accettare come tali, perché negarli non sarebbe servito a niente.
D'altronde c'era un motivo se non gli aveva mai chiesto come facesse ad usare incanti druidici con un dispendio di energia pari a quello di un Maturo pur essendo un Giovane, o se gli aveva fatto un regalo che rispecchiasse appieno i suoi gusti e fosse così personale, semplice e significativo per lei.
La bulgara, in quei mesi, si era legata a lui in un modo che non credeva possibile essere reale, eppure era successo: lentamente, silenziosamente, al punto che solo in quel momento, con l'altro dentro di sé, i suoi baci sul proprio corpo, le sue carezze, il suo sguardo, tutto fu chiaro come non mai. E allora non c'era motivo di nasconderlo, di negarlo, d'infastidirsi per quei sentimenti che il suo cuore le suggeriva: se li aspettava? No di certo, ma Quetzal aveva appena deciso di regalarle quell'anello pur avendo compreso che, per lei, si sarebbe trattato di un pegno d'amore... con quale coraggio avrebbe rinnegato, per quanto lei al rinnegare fosse avvezza, l'importanza che il Druido aveva per lei?
No, lei lo amava.
Non c'erano altre parole per spiegarlo, per dirlo... e non servivano, in effetti.
Lei lo amava, era semplice.
E altrettanto semplicemente glielo disse, guardandolo negli occhi intensamente, le iridi perse nelle sue, il respiro leggero e gli Elementi che vorticavano con forza nel suo spirito, tentando di abbracciare quelli dell'altro: non se ne vergognava, sperava solo che, in qualche modo, l'uomo potesse comprendere quanto fossero importante per lei, e che non era cosa da poco il fatto che le stesse pronunciando... soprattutto perché non le aveva mai dette a nessun essere umano, nemmeno a Dominique per gioco o per tenersela buona.

Allora...

Non si aspettava un "ti amo anch'io", perché Quetzal stesso le aveva detto poco prima di non sapere esattamente cosa fosse l'amore e quindi non poteva essere certo di provarlo.
Ma allora cosa le avrebbe risposto?

Perché non celebriamo delle nozze mistiche?

Dentro al suo spirito fu quasi come se fosse appena venuta un'esplosione: gli Elementi subirono un'impennata incredibile nella loro potenza, mischiandosi tra loro al punto da toglierle il fiato per qualche istante. Gli occhi si spalancarono e la bocca si schiuse a formare una piccola "o" di sorpresa, le mani poggiate sul suo petto ed appena tremanti.
Le aveva davvero chiesto di... di sposarlo?
La sua imperturbabilità, in quel momento, era andata a perdersi chissà dove, forse nell'Acqua a pochi passi da loro, ma non le importava di apparire distaccata o indifferente in quel contesto.
Sposarla.
Le aveva appena proposto di unirsi a lui di fronte al Mana e con la benedizione della Natura, di rendere unico ed eterno il loro legame, perché mai avrebbero potuto fare un torto a Gaia sciogliendo due anime che lei aveva unito: erano più sacre di un matrimonio civile, le nozze mistiche, persino Indigo che non viveva più da anni all'interno di una comunità druidica lo sapeva.
Chiuse gli occhi, la bulgara, richiamando a sé i propri Elementi cosicché fosse lei a controllarli e non viceversa: quando ebbe riacquistato il controllo della situaizione e di se stessa, lasciò che la luce illuminasse nuovamente le proprie iridi, ribaltando le posizioni così da ritrovarsi sopra di lui.
Quetzal era ancora dentro di lei, questa volta da sotto, ma la donna non si stava muovendo, non era quello il suo intento, voleva semplicemente sovrastarlo col corpo e continuare al contempo a sentirlo dentro di sé: i capelli le ricadevano ai lati delle guance come onde di seta profumate, la schiena era inarcata verso il basso e lo sguardo perso in quello di lui mentre, con entrambe le mani, gli accarezzava il volto, dolcemente.

Lo vorrei. - sussurrò, senza sbattere nemmeno le palpebre perché non voleva nemmeno perdersi un secondo delle sue possibili reazioni. Aveva detto "vorrei", non "voglio", quindi era ovvio che ci fosse un "ma" dietro - E sarò pronta ad unirmi a te sotto lo sguardo di Gaia e del Mana che ci ha donato i nostri Elementi... ma - si era detto che ci fosse - solo quando tu sarai pronto a dirmi che mi ami.
E non perché sono una bambina viziata che vuole sempre averla vinta...
- cioè, lo era e come tale si comportava, però non era quello il caso - ... ma perché è giusto celebrare le nozze mistiche quando entrambi i Druidi provano amore, ed è chiaro che tu non ne sia ancora convinto.
Ed io voglio che tu lo sia.
Voglio che tu possa fidarti completamente di me, che tu possa dirmi che mi ami guardandomi negli occhi, sicuro che lo stai sentendo nel cuore e che non potresti provare un sentimento del genere per nessun altro.
Come quello che io provo per te.
- concluse, lasciando che quelle ultime parole si perdessero in un sussurro.

Sembrava impossibile credere che quella Rinnegata fosse la stessa che, poco prima, aveva pregato Quetzal di poter essere lei a dar fuoco a due babbani evirati ed indifesi... eppure lo era, innegabilmente: romantica, perlomeno con lui, e proprio perché sentiva di amarlo, non si sarebbe accontentata da parte sua di un sentimento a metà.
O tutto o niente, sempre, per lei.
Anche con lui.
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Messaggioda Quetzal » 05/03/2014, 20:44

Aveva sentito spesso parlare delle nozze mistiche, quando abitava ancora nella propria comunità, ma forse non aveva mai dato la giusta importanza al rito in sé per sé, soffermandosi soltanto sul concetto principale e sintetico: grazie alle nozze mistiche ci si legava indissolubilmente.
Davanti alla stessa Gaia, un uomo e una donna giuravano di essere sempre leali l'uno verso l'altra e si promettevano protezione, affetto e conforto.
Difficilmente sui testi sacri o ufficiali c'era scritta la parola "amore", per questo Quetzal non l'aveva mai sentita nominare e nemmeno gli era mai capitato di sentire delle coppie professarsi quel sentimento, calcolando che stava sempre lontano da tutto e tutti.
Evidentemente però, quella proposta doveva essere sul serio il non plus ultra dell'importanza, calcolando che non appena il ragazzo la prese in considerazione per lui ed Indigo, la Giovane ebbe un'impennata dei propri elementi in corpo che iniziarono a girare vorticosamente con un moto caotico e impetuoso, talmente potente da sembrare quasi simile a quando ci si lasciava andare alla rabbia mentre invece in quel caso... No, tutto poteva mostrare la ragazza con lo sguardo e l'espressione meno che l'ira o la collera.
Volle ribaltare le loro posizione, finendo sopra il corpo dell'uomo, rimanendo con il membro di lui ancora in fondo alla sua intimità, per sentirlo dentro di sé, per bearsi di quelle meravigliose sensazioni, per sospirare e cercare le parole giuste prima di rispondergli con onestà e sincerità.

Lo vorrei.

Vorrei?

E sarò pronta ad unirmi a te sotto lo sguardo di Gaia e del Mana che ci ha donato i nostri Elementi... Ma solo quando tu sarai pronto a dirmi che mi ami.

... È davvero così necessario?

E non perché sono una bambina viziata che vuole sempre averla vinta... Ma perché è giusto celebrare le nozze mistiche quando entrambi i Druidi provano amore, ed è chiaro che tu non ne sia ancora convinto.
Ed io voglio che tu lo sia.


... Quindi fammi capire... Tu vorresti... Che cosa?

Voglio che tu possa fidarti completamente di me, che tu possa dirmi che mi ami guardandomi negli occhi, sicuro che lo stai sentendo nel cuore e che non potresti provare un sentimento del genere per nessun altro.
Come quello che io provo per te.


Si prese qualche secondo per elaborare attentamente quella parole, cercando in esse un collegamento con ciò che lui aveva in mente, con ciò che lui sentiva e provava nel cuore, nello spirito suo ormai malvagio e Rinnegato per sempre.
Portando le mani ai fianchi della ragazza, le diede implicitamente l'input per cominciare a muoversi un po' sopra di lui, per non perdere il momento, per non lasciar sfumare anche quell'attimo di passione che li vedeva così vicini e non solo nell'anima, pure nel corpo.
La fece chinare in avanti, cercando le labbra, baciandola qualora lei avesse voluto, ben capace di riflettere su quello che lei aveva chiesto e detto e nel frattempo, darle un bellissimo piacere fisico che si rifletteva anche su di sé.
Quello che provava per lei era qualcosa di effettivamente grande, così grande da non aver mai provato nulla di simile per nessun altro, nemmeno per le stesse creature di Gaia, evento memorabile per un Druido.
Teneva a Indigo ben più che alle piante, agli animali, non sapeva se valesse anche per sé stesso ma non era nemmeno troppo lontano da quel concetto. Mentre la osservava sovrastarlo con il suo corpo meraviglioso ed eccitante, con i seni al vento e i capelli fluttuanti e oscillanti sopra le spalle, lungo i fianchi, sulla schiena... Quetzal non sapeva pensare ad altro che a lei, solo a lei, a quanto si sentisse coinvolto da quella creatura.
Avrebbe ucciso chiunque l'avesse sfiorata con l'intento di farle del male, anche solo un singolo pizzico.
Se quello poteva essere definito amore, non lo sapeva con esattezza, ma era intenzionato a scoprirlo e capirlo al più presto, affidandosi sopratutto a lei, alla sua Xelha.

Tu mi consideri importante quanto una lepre... Oppure di più?
Se qualcuno provasse a colpirmi, a provocarmi dolore in qualunque modo... Cosa gli faresti?


Era cambiato così tanto dal loro primo incontro: lui aveva conosciuto delle nuove realtà, si era rapportato ad un modo differente di vivere il quotidiano ed anche lei, finalmente più libera di essere sé stessa, gli aveva mostrato quanto sentisse dentro il bisogno di oltrepassare i propri limiti, che fossero della mente, del corpo oppure addirittura quelli morali, senza paura di essere giudicata, senza il timore di non essere riconosciuta nel suo fascino perverso da un suo simile, uno fatto della stessa pasta delle persone che l'avevano cacciata via, con la differenza che Quetzal la accettava, anzi, la apprezzava, reputandola la forma più deliziosa e speciale che possedessero i figli di Gaia e del Mana.
Tornando con la mente al passato, un passato nemmeno troppo lontano, il "Maturo" si rendeva conto che la percentuale di fiducia nei confronti della consorella era aumentata esponenzialmente nel giro di pochissimo tempo.
A parte il suo segreto più importante, il resto ormai lei lo conosceva, senza problemi o senza limitazioni.
Naturale che quel segreto fosse il punto ultimo di arrivo di una fiducia estrema, ma era anche vero che Quetzal non considerava legati i sentimenti alle verità, non quelle meno influenti e che non coinvolgessero l'altro in qualche modo.
Anche in quel caso, quindi, era necessario che Indigo gli fornisse qualche spiegazione in più, avvalendosi dei concetti più civili e meno animali.

Per affermare il mio "Amore", è necessario che tu conosca ogni particolare di me e del mio passato?
E se è così, come mai il sentimento è così strettamente attaccato alla conoscenza intima dell'altro?
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Messaggioda Indigo » 05/03/2014, 22:14

La cosa più bella di loro due, a parte ovviamente l'essere cattivi, sadici e perversi, era che si compensavano perfettamente: Quetzal insegnava ad Indigo a sentirsi libera, non più prigioniera del giudizio altrui e, con la sua vicinanza, ancora più connessa al Mana; la bulgara, da parte sua, aiutava il Rinnegato a comprendere concetti del mondo civile, usanze, modi di vedere la vita ch'egli non conosceva, ma che erano necessari per rapportarsi con lei.
Anche in quel caso, quando lui le propose le nozze mistiche, in realtà i loro pensieri non viaggiavano sullo stesso binario: lui pensava alla lealtà tra due persone che si legavano per la vita, al volersi proteggere l'un l'altro... lei pensava a tutto quello, certo, ma anche all'amore. Era l'amore ciò che la Kostenechki desiderava, che provava per lui, e che voleva che Quetzal provasse per lei: solo in quel caso avrebbe potuto celebrare delle nozze mistiche, solo in quel caso si sarebbe legata all'altro per la vita.
Perché per quanto non sembrasse possibile, e per quanto non ne avesse ricevuto quanto ne meritasse, da ragazza, Indigo credeva nell'amore: nell'amore verso la Natura, Gaia e i suoi figli. Nell'amore verso se stessi, la propria morale e la propria dignità. E l'amore per gli altri, per quanto fosse difficile provarlo: lei amava i suoi genitori, prima che la tradissero e le voltassero le spalle, perciò sapeva che era possibile sentire un sentimento del genere.
Difficile, forse, ma non impossibile.
Teneva anche a Dominique, in fondo, la considerava come un giocattolo prezioso da non far toccare ad altri... ma niente di ciò era paragonabile al sentimento che si sprigionava nel suo animo al pensiero del Druido sui cui si era voluta stendere, ribaltando le loro posizioni.
Sentiva di amarlo, l'aveva ammesso, e voleva che anche lui si rendesse conto di provare quell'amore per lei, cosicché la loro unione ufficiale di fronte a Gaia e con la benedizione del Mana avvenisse con due sentimenti reciproci ed uguali nell'intensità, anche se poi magari diversi nella forma. Non le importava che Quetzal le dicesse "ti amo", ma che dentro di sé fosse convinto che quello che sentiva era amore.
Sospirò dolcemente quando sentì le sue mani sui fianchi e capì cosa lui stesse chiedendo di fare, iniziando a muoversi lentamente sopra di lui ed inarcare poi la schiena così da trovare le sue labbra per un bacio lungo, intenso, bollente: il suo corpo si muoveva lento al ritmo del loro respiro, i capelli ondeggiavano con lei e gli occhi chiusi ogni tanto si aprivano per guardarlo, specchiandosi con le iridi color cioccolato in quelli di lui.
Le labbra erano calde, le mani delicate mentre gli accarezzavano il petto andavano poi a scivolare su quelle di lui per invitarlo ad allungarle all'indietro, ai lati della sua testa, così da farne intrecciare le dita con quelle di lei.

Tu mi consideri importante quanto una lepre... Oppure di più?

Tu sei più importante di tutto... anche di Gaia. - rispose lei con sicurezza, in un soffio di voce che s'infrangeva contro la bocca dell'altro vista l'esigua distanza tra loro: e lo guardava negli occhi, Indigo, così che l'altro vi potesse leggere la sincerità più assoluta.

Non era una cosa che una Druida, anche Rinnegata, avrebbe detto a cuor leggero: per loro, che erano figli di Gaia e vivevano dei loro Elementi, ammettere di tenere a qualcuno più della loro stessa Madre era un'affermazione importante, quel tipo di affermazione che si poteva fare per una, massimo due persone nella vita.
E lei l'aveva appena pronunciata per lui.

Se qualcuno provasse a colpirmi, a provocarmi dolore in qualunque modo... Cosa gli faresti?

Gli procurerei così tanto dolore che pregherebbe di morire piuttosto che continuare quel supplizio... - sussurrò in un ringhio la bulgara, gli occhi che perdevano la loro dolcezza per colorarsi di rabbia, di cattiveria. Il Fuoco prese il sopravvento sugli altri Elementi e s'innalzò in lei al punto da infiammarla ed aumentare la sua temperatura corporea mentre lo sguardo si animava di fiamme rosse quanto il sangue che avrebbe fatto sgorgare da chiunque avesse provato a fargli del male - Lo torturerei in ogni modo... brucerei parti del suo corpo solo per sentirlo urlare, gli farei provare il terrore di affogare nell'acqua e di essere sepolto vivo sottoterra, al punto da sentirlo pregare di ucciderlo.
Ma non gli darei una tale soddisfazione, non sarei così magnanima da concedergli un tale privilegio... continuerei ancora ed ancora, fino a che non fossi sicura di averlo fatto pagare per esserti azzardato a toccarti: solo allora lo ucciderei, ma non lo farei reincarnare, no, non sarei così generosa.
Chi prova a farti del male non si merita alcuna pietà.
- concluse, respirando a fondo solo per calmarsi, per imporre al proprio Fuoco di lasciare che gli altri Elementi tornassero a vorticare in equilibrio dentro di lei.

Lo osservò ancora, facendo scivolare una mano lungo il suo braccio per arrivare alla sua guancia, ed accarezzarla con dolcezza, con amore, perché tale era il sentimento provato per lui.

Per affermare il mio "Amore", è necessario che tu conosca ogni particolare di me e del mio passato?
E se è così, come mai il sentimento è così strettamente attaccato alla conoscenza intima dell'altro?


Perché l'amore si basa sulla fiducia reciproca, Quetzal. - rispose pacatamente la donna, abbassandosi per rubargli un piccolo bacio - Quando ami qualcuno, vuoi conoscere tutto di lui, e vuoi che lui conosca tutto di te perché è la persona di cui più ti fidi al mondo, dalla quale sai di non doverti mai proteggere e da cui sei sicuro di non dover temere nulla.
I segreti, a lungo andare, deteriorano un rapporto, e vanificano il sentimento che si prova.
Io mi fido di te, e sarei pronta a condividere con te ogni mio segreto, per quanto ormai ce ne sia forse solo uno che ancora mantengo per me...
- inutile dire qualche fosse, era chiaro che si stesse riferendo alla sua Organizzazione e anche Quetzal l'avrebbe facilmente capito - Ma non mantengo il segreto perché voglio nasconderti qualcosa, quanto più perché non credo sia qualcosa di cui t'importi molto.
Se però tu lo volessi sapere, non esiterei un secondo a parlartene.
Perché mi fido, e perché... ti amo.
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Messaggioda Quetzal » 29/03/2014, 17:19

Tu sei più importante di tutto... anche di Gaia.

Più importante anche di Gaia.
Era delle parole molto forti, specialmente quando a pronunciarle era un Druido.
No, nemmeno un Gildato che affermava di tenere più ad un altro essere umano rispetto che al Conflux raggiungeva un simile livello di trasporto come un Druido che metteva Gaia, il Mana, al secondo posto nella propria scala dei valori.
Loro, esseri mistici e particolari, antichi, invidiati e apprezzati, venerati e disprezzati... Per loro il Mondo rappresentava un tesoro prezioso più di qualsiasi altro presente sotto forma di denaro, gioielli, fama, sesso, privilegi.
Eppure Indigo si era permessa quella blasfemia, bestemmia per la quale una qualunque Guida forse l'avrebbe anche potuto ammonire se non esiliare per qualche settimana da un qualunque villaggio, per quanto pesante e forte fosse.
Quetzal in quell'istante non vide di fronte ai suoi occhi una normale consorella, bensì una compagna decisa, una donna tanto bella quanto innamorata, adoratrice di lui e di ciò che rappresentava per la sua vita... E ad un tratto, qualcosa in lui si sciolse ulteriormente, talmente tanto che desiderava accrescere ancora di più la consapevolezza di quel sentimento, ponendo un'ultima domanda, egoistica ma importante.

Se qualcuno provasse a colpirmi, a provocarmi dolore in qualunque modo... Cosa gli faresti?

Gli procurerei così tanto dolore che pregherebbe di morire piuttosto che continuare quel supplizio...
Lo torturerei in ogni modo... brucerei parti del suo corpo solo per sentirlo urlare, gli farei provare il terrore di affogare nell'acqua e di essere sepolto vivo sottoterra, al punto da sentirlo pregare di ucciderlo.


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Ma non gli darei una tale soddisfazione, non sarei così magnanima da concedergli un tale privilegio... continuerei ancora ed ancora, fino a che non fossi sicura di averlo fatto pagare per esserti azzardato a toccarti: solo allora lo ucciderei, ma non lo farei reincarnare, no, non sarei così generosa.
Chi prova a farti del male non si merita alcuna pietà.


In quell'istante provò quasi il desiderio sadico di convincere Dominique, il giocattolo della ragazza, a fargli del male, solo per il semplice gusto di osservarla agonizzare tra atroci sofferenze ed infine morire non reincarnata, totalmente sconfitta e sepolta dall'incapacità di reagire.
Tralasciando dei simili sentimenti, il ragazzo rimase fisso a guardarla, per nulla allarmato dalle parole di lei, anzi, pienamente d'accordo.
Avrebbe fatto lo stesso anche lui se le avessero torto anche un solo capello: dunque le loro reazioni ed emozioni era uguali, in sinergia completa.
Se quello che lei provava era amore e lo esprimeva con le parole "Ti amo", allora forse anche lui avrebbe potuto fare lo stesso, se davvero i loro sentimenti non avevano differenze, non si distinguevano in niente.
Già ma... Che dire a proposito dei segreti di Quetzal? Di quelle verità che non se la sarebbe sentita di condividere nemmeno con un animale che, essendo muto ed incapace di comunicare con gli uomini, di certo non rappresentava alcun pericolo.
Indigo però... Lei era più importante anche di un animale... Si fidava di lei a tal punto da confessarle il vero motivo del suo essere Rinnegato?
Un passo decisamente difficile da fare, per questo il Druido "Maturo" decise di mantenere ancora il silenzio sulla faccenda ed affrontare un argomento però molto inerente alla questione.

Per affermare il mio "Amore", è necessario che tu conosca ogni particolare di me e del mio passato?
E se è così, come mai il sentimento è così strettamente attaccato alla conoscenza intima dell'altro?


Perché l'amore si basa sulla fiducia reciproca, Quetzal.
Quando ami qualcuno, vuoi conoscere tutto di lui, e vuoi che lui conosca tutto di te perché è la persona di cui più ti fidi al mondo, dalla quale sai di non doverti mai proteggere e da cui sei sicuro di non dover temere nulla.
I segreti, a lungo andare, deteriorano un rapporto, e vanificano il sentimento che si prova.


Vanificare... Il sentimento...

Io mi fido di te, e sarei pronta a condividere con te ogni mio segreto, per quanto ormai ce ne sia forse solo uno che ancora mantengo per me...
Ma non mantengo il segreto perché voglio nasconderti qualcosa, quanto più perché non credo sia qualcosa di cui t'importi molto.
Se però tu lo volessi sapere, non esiterei un secondo a parlartene.


E questo... Perché?

Perché mi fido, e perché... ti amo.

Ancora una volta quel motivo: "perché ti amo".
Era davvero così facile descrivere tutto quello che si provava in due semplici parole, per altro anche facili e comuni?
Molti erano i tipi di amore ma quello che Indigo gli voleva trasmettere era quello tra un uomo e una donna, non tra una sorella e un fratello, un Druido e un compagno animale o una Guida per un filo d'erba.
Se davvero vigeva una distinzione, allora perché non cambiare il modo di dire "ti amo" tra l'una e l'altra?
Perché ininfluente? Perché inutile? Per pigrizia?
Quetzal a quel punto si trovò di fronte all'ipotesi che il "ti amo" non fosse usato per molte casistiche, ma solo per quella tra uomo e donna, mentre il resto era semplicemente... "Amore".
Provare amore non significava amare qualcuno, perché nel primo caso era una sensazione auto indotta dall'importanza della creatura od oggetto in sé per la persona, mentre nel secondo si trattava di cosa alla persona veniva trasmesso dall'altra e in che misura.
Nella misura esente dal rapporto sessuale e quindi dal desiderio di accoppiamento come nel caso di fratello e sorella oppure padre e madre, amare poteva essere ricondotto ad un "amore adoratore" o "amore affettivo".
Nella misura invece del vivo desiderio del rapporto e della condivisione di parole o gesti intimi... Allora si poteva parlare di "amore puro", "amore incondizionato", "amore sentimentale".
Già, per lui erano ancora dei passaggi non immediati ma nuovi, lenti, che ingranavano con calma ma una volta presa la strada giusta, tutto fortunatamente filava in discesa, esattamente come in quel caso.
Espirò, portando la mano dietro il collo di Indigo per farla scendere e così baciarla con intensità e velata dolcezza.
Assaporò le sue labbra, la sua lingua e la sua lingua dal gusto vanigliato per diversi minuti, prima di riprendere a fissarla negli occhi con una luce di consapevolezza del tutto nuova.
Quello che avrebbero fatto dopo, quello che sarebbe accaduto più tardi... Adesso passava in secondo piano, adesso perdeva ogni significato.
La giornata sarebbe andata avanti con tutte le sorprese e le follie degne di quella coppia, ma intanto, forse era arrivato il momento giusto per mettere in chiaro la condizione di esistenza tra la bulgara e il selvaggio, una condizione forse positiva e da sogno per loro... Ma per quel che riguardava i gildati, i druidi e tutti coloro che avrebbero ostacolato il loro cammino con i comportamenti sbagliati o la semplice volontà di fermarli... Un vero e assoluto incubo.

Allora... Ti amo anche io.
Adesso ci apparteniamo, adesso siamo una cosa sola e nessuno fermerà la nostra vendetta univoca...
... Tieniti forte dunque, perché dopo che avrai messo quell'anello... Verrai a conoscenza del perché tra i Druidi Rinnegati esiste una taglia sulla mia testa posta dalle Guide che vale il rientro effettivo nella propria comunità ad effetto immediato...


{ FINE X2 }
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