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Cimitero di Hogsmeade

Il piccolo cimitero della cittadina

Messaggioda Jeremiah » 12/01/2014, 19:40

Uno dei posti più interessanti che avesse mai visto in tutta la sua vita, senza ombra di dubbio: eppure nessuno che avesse una mente sana avrebbe colto del fascino tra le file di epigrafi del piccolo cimitero di Hogsmeade, ma lui si. Beh, lui era sempre stato un tipo particolare, interessato all'occulto, al misterioso, al proibito, ma sapeva distinguere ciò che portava all'oscurità da ciò che era solo semplice curiosità e che terminava con un grosso fascio di luce alla fine della galleria.
Lui aveva scelto di vivere con la luce, sempre, anche se era sempre stato tentato dall'Arte Oscura, ma si era rivelata una semplice curiosità e non era mai stato coraggioso da testarne il sapore.
Era proprio quello che lo rendeva ciò che era: un mago buono, perché non avere coraggio di avvicinarsi a quelle arti si traduceva proprio come il fatto che in lui ci fosse della bontà, o meglio delle azioni buone: ognuno dentro di è custodisce male e bene, l'importante è scegliere da che parte agire.
Lui aveva agito per il bene, agiva per il bene e avrebbe agito per il bene: ovviamente, visto che si occupava di preservare il Conflux, l'equilibrio.
Aveva letto vari nomi sulle epigrafi: tipici cognomi inglesi e scozzesi per la maggior parte, alcuni a stento si leggevano, segnati dal ghiaccio e dal caldo, dalla pioggia e dal vento.
La lapide di maggior spicco era senza dubbio quella dietro la quale riposava un ragazzo, giovane, conosciuto persino da lui: Ferdy Stone, il giocatore di fama mondiale di Quidditch, morto un anno prima in circostanze misteriose; le indagini parlavano di un presunto avvelenamento.
Una donna era china sulla bara, le parlava - o meglio - parlava al defunto e quello non poté suscitare in lui un moto di disprezzo, un disprezzo non tanto rivolto alla giovane ragazza bionda, ma al fatto che quasi tutti erano soliti parlare con i defunti davanti alla loro tomba: era così insensato.
Da tempo non visitava la tomba di Sabrina, l'ultima volta che ci era andato era stato tempo prima, ma il ricordo di tutte le volte che era stato da lei era nitido, ma soprattutto l'aveva sentita, l'aveva ascoltata tutte le volte che era stato da lei.
Si domandava se fosse lui che sbagliava, l'anormale, l'unico ad ascoltare una persona defunta, o fossero loro gli insensati.
Si avvicinò alla ragazza e fece comparire una ghirlanda di fiori che andò a depositarsi proprio sulla lapide più recente e piena di ornamenti.
Si aspettò una reazione infastidita, ma quando Estelle Moreau fece per parlare era tranquilla e cordiale, come sempre, ma lui non la conosceva: le fu grato mentalmente di non non aver dovuto ribattere ad una sua eventuale provocazione: aveva preso molto alla leggera il suo commento, poche ragazze avrebbero reagito in maniera così riflessiva, doveva avere una certa maturità.
Comunque aveva notato la sua sorpresa nel sentire una voce sconosciuta e si era sentito molto osservato quando aveva iniziato a squadrarlo con sguardo investigatore. Poi si voltò nuovamente verso l'epigrafe.

Credimi, lo so perfettamente.

Non mi sembra...

Credo che lui sappia esattamente cosa penso anche senza che io gli parli. Riusciva a farlo anche quando era ancora qui.

Jeremiah inarcò un sopracciglio, come se stesse riflettendo su quella risposta: se Estelle sapeva bene che Stone avrebbe potuto ascoltarla anche se fosse rimasta in silenzio, perché si ostinava a parlargli a voce alta? Personalmente si sarebbe sentito uno stupido, oltre ad avere la sensazione di aver compiuto un'azione perfettamente inutile.
Quello che voleva dire lui era che i vivi, quando una persona moriva, si confessavano sulle loro tombe come se questi fossero degli angeli confessori, ma perché non provavano ad ascoltare per una volta? Se avessero fatto qualcosa con lui - una volta morto - sarebbe uscito dalla tomba e avrebbe schiaffeggiato il visitatore per poi ritornare nel suo sonno eterno.
Gli veniva da ridere al pensiero di quella visione buffa e inopportuna in quel momento, ma si trattenne dal farlo: aveva smesso di essere così sfrontato nei confronti degli altri, quel genere di cose usciva veramente fuori dai limiti del consentito e lui era cresciuto, era un'altra persona ed era abbastanza intelligente da rendersi conto che non era più alla Cyprus, non era più un ragazzino a cui tutto veniva concesso: era il mondo reale, dove agli errori conseguivano delle colpe e delle responsabilità.
Estelle Moreau si alzò e si sistemò le vesti con qualche cenno della mano, per poi tendergliela e passare alle presentazioni, come si era aspettato che lei facesse.

Estelle Moreau, molto piacere.

Jeremiah Murray.

Guardò un momento la mano, prima di stringerla e afferrarla con poca forza: era morbida e liscia al tatto, proprio come la sua.
Jeremiah ipotizzò [Intuito (Perspicacia) = 21] che dovesse svolgere un lavoro per la quale le sue mani non ne subissero la fatica, così come lui che era una Guardia MediMagica.
Non gli parve il momento di soddisfare quella banale curiosità anche perché quella domanda sarebbe stata come un cavolo a merenda: erano nel mezzo delle presentazioni, per cui non era esattamente occasionale. L'avrebbe preservata per dopo.
Fissò gli occhi azzurri di lei, perfettamente incorniciati dai suoi capelli biondi e dal viso chiaro: senza dubbio un visino angelico e carino.
Ora che erano vicini si accorse della differenza d'altezza che poteva essere almeno di undici o dodici centimetri.
Dovette inclinare leggermente il capo verso il basso, altrimenti a furia di tenere gli occhi così bassi gli sarebbe venuto un gran mal di testa.

Sei nuovo di queste parti?

Jeremiah fece un cenno affermativo con il capo: non doveva essere difficile per una cittadina di Hogsameade distinguere un viso nuovo: considerata la grandezza ridotta del villaggio, tutti si conoscevano con tutti, almeno di vista. Probabilmente Estelle abitava lì, o semplicemente visitava tanto spesso il villaggio da conoscere i volti dei cittadini che lo abitavano.
Si risparmiò di chiedere come se ne fosse accorta, certo che il motivo per il quale aveva indovinato era proprio quello.
Rivolse lo sguardo verso la foto del giovane Battitore e vi indugiò per qualche secondo, per poi ritornare a guardare Estelle: era evidente che lo conosceva, da come aveva parlato di lui e per il fatto che l'aveva sorpresa a parlarci.
Non tutti gli sconosciuti erano soliti parlare con i defunti, dopotutto.

Come facevi a conoscerlo?

Domandò, incuriosito dal legame che legava la ragazza alla celebrità Stone.
La sua mente non arrivava a collegare che negli ultimi anni Stone aveva insegnato ad Hogwarts e aveva mantenuto i rapporti con Estelle attraverso il castello, anche perché non era un fan particolarmente accanito: quel particolare, lì per lì, gli sfuggiva.
Era strano cosa aveva deciso la sorte: l'incontro di due ragazzi appassionati di Medicina, che lottano per la salute dei pazienti, i quali si incontrano lì dove tutto è morto e tace.
Una contrapposizione che a lui non sarebbe passata inosservata se solo avesse saputo che Estelle Moreau era l'Infermiera del castello di Hogwarts.
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Messaggioda Estelle » 26/01/2014, 16:01

Era esagerato.
Giurava a se stessa di aver trovato un punto di equilibrio, di essere riuscita ad andare avanti. Eppure era lì, al cimitero. Era lì, dinanzi alla lapide con inciso il nome del migliore amico che avesse mai avuto in vita sua. Ogni giorno era lì, ogni giorno trovava del tempo per essere lì. No, non l'aveva superata.
Si era sempre convinta di essere forte, di essere capace di superarlo. Di aver superato la depressione che aveva seguito la morte di Ferdy. Ma aveva mentito a tutti, e a se stessa, in modo particolare. Forse era proprio quello il motivo che continuava a portarla lì, a volere parlare con una lapide, invece di ammettere a se stessa che Ferdy, ormai, non era più con lei. Era andato via, e questa volta per sempre. Non come quando partiva, e le prometteva di tornare e di portarle, soprattutto, un souvenir, ogni volta. Quanti ne aveva accumulati.
Li ricordava uno per uno, con un sorriso.
Sebbene non riuscisse ancora a superare la morte del suo amico, in qualche modo era convinta che poteva ricordarlo, anche senza andare a trovarlo ogni giorno al cimitero - in un certo senso. In fondo casa sua era piena dei suoi souvenir, per non parlare delle foto. Ferdy era ovunque, anche nei suoi ricordi. Perchè in fondo Estelle era stata partecipe di un'amicizia durata ben dieci anni. E non se l'aspettava. Non era mai stata brava ad avere degli amici. Però con Ferdy era stato semplice.. Ferdy era stato a fare il primo passo, e ogni volta, nei suoi ricordi, lo ringraziava mentalmente. Se non fosse stato per lui forse ora lei non si sarebbe mai trovata lì.

Tornò con lo sguardo sulla figura appena comparsa.
Si sentì ridicola, per un attimo, anche un po' patetica: ecco la donna che parla con le lapidi. Oh si, era proprio una situazione poco divertente e molto poco da lei. E non era di certo quella l'impressione che avrebbe voluto dare quando incontrava, per la prima volta, una nuova persona.
Il ragazzo la osservava, e per un momento si sentì come fosse una specie di aliena. Era così patetico e strano parlare con una lapide solo perchè le mancava qualcuno? Forse. Jeremiah, magari, lo credeva davvero. E non poteva biasimarlo.
Cercò di tornare in posizione eretta, dove magari la visione del mondo le sarebbe tornata più facile, e sarebbe potuta ritornare a pensare con coscienza. A volte le mancava insegnare: riusciva a tenerla allenata, visti i continui studi, e soprattutto il modo in cui interagiva con i suoi vecchi studenti. Le piaceva parecchio, e una parte di lei avrebbe voluto ritornare a quel passato. Ma anche il presente non le dispiaceva: aveva ancora il suo modo per studiare, per continuare ad imparare ancora, e soprattutto per essere a contatto con la gente e continuare ad essere utile all'interno del castello. Sorrise a quel pensiero, rendendosi conto che forse la sua vita, dopo tutti gli avvenimenti precedenti, stava prendendo la piega giusta. Aveva finalmente trovato qualcuno che tenesse a lei, che in qualche modo riuscisse ad amarla, ma non come un amico, ma semplicemente.. di più. Quante volte aveva letto quelle parole sui libri ed aveva sognato. Ed ora era suo, e se lo teneva stretta. Estelle era sempre stata una persona un po' gelosetta delle sue cose.
Aveva un impiego onesto, che riusciva a darle il tipo di vita che aveva sempre desiderato, oltre ad una casa tutta sua. Mai avuta.
Ferdy mancava, ed anche dal suo futuro sarebbe stato cancellato, assieme a tutti i progetti, ma nel profondo del suo cuore sarebbe stato con lei.

Jeremiah Murray.

Una cosa che aveva notato sin dall'inizio fu proprio la mancanza di conversazione. Jeremiah non sembrava una persona molto loquace, non si era sbilanciato più di tanto in quel momento. Non seppe dire se facesse parte del suo carattere o fosse solo la situazione imbarazzante, e soprattutto il fatto che loro due non si conoscevano affatto. Magari anche lei, in una situazione del genere, si sarebbe comportata esattamente allo stesso modo.
Restarono in silenzio, gli occhi azzurri di lei inchiodati su quel volto giovane, ma non tanto. La barba indubbiamente rendeva quel ragazzo più grande di quanto non fosse, o forse semplicemente, ad intuito, sbagliava. Certamente, però, Jeremiah era un uomo affascinante e da come si stava ponendo con lei sembrava nascondere molto di più.
Rispose alla sua domanda con un semplice cenno del capo, e ciò le bastò per continuare ad optare per la sua teoria. Ovviamente non avrebbe fatto domande. Non avevano ancora avuto modo di capire quali fossero i loro punti in comune, se li avevano, ovviamente. Ed inoltre non si conoscevano affatto.
Restò in silenzio assieme a lui, osservandolo, notando di essere decisamente forse troppo bassa rispetto a lui; mosse il capo verso di lei e poi in direzione della lapide. Estelle seguì il suo sguardo, ed assieme si soffermarono ad osservare la fotografia di Ferdy.
Sorrise, pensando a quanto il suo amico fosse allegro, forse anche troppo per quel mondo. E la sua vita era stata tristemente spezzata troppo presto. Ripensò alla vita che avrebbe potuto avere, a tutte le ragazze che avrebbe potuto avere. Ferdy era sempre stato un gran bel ragazzo. Sorrise di quel pensiero, ancora una volta. Era un gran bel ragazzo e lei, magari, avrebbe potuto innamorarsi di lui. Ma alla fine erano diventati quasi come fratelli, che sarebbe stato sicuramente impossibile.

Come facevi a conoscerlo?

Inarcò un sopracciglio, sorpresa dalla domanda, repentita e forse un po' personale. Ad ogni modo, Estelle non ne fu per niente infastidita.
Si spostò una mano tra i capelli biondi, un gesto che ripeteva spesso, in imbarazzo.

Era il mio migliore amico.

Si limitò a dire, non sapendo cosa aggiungere, e soprattutto cosa volesse sapere in modo particolare il suo interlocutore. Abbozzò un sorriso, rendendosi conto che erano ancora in quel cimitero. Anzi, lei aveva motivo per essere lì. E Jeremiah per quale motivo era lì?

Cosa ti ha portato qui?

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Messaggioda Jeremiah » 03/03/2014, 16:14

Il Cimitero di Hogsmeade aveva una disposizione molto curiosa: c'erano lunghe fila di lapidi aventi struttura a parallelepipedo, tanto basse che i visitatori dovevano chinarsi per poter posare un fiore o un cero.
In effetti anche in America quasi tutti i cimiteri seguivano quella disposizione, in Italia, invece, era differente: nei piccoli centri abitati c'erano molte casette posizionate tra gli ingarbugliati vicoli - comunemente note come "cappelle" - in cui riposavano tutti i membri defunti di una stessa famiglia.
In Italia i cimiteri erano dei labirinti veri e propri: succedeva spesso che i visitatori si perdessero tra le vie acciottolate e bianche: tutto era bianco nei cimiteri; persino quando andava in una giornata soleggiata, lui aveva sempre il ricordo di un cielo bianco. Forse era l'atmosfera lugubre a conferire a quel posto un certo aspetto.
Estelle si era messa in piedi, ergendosi in tutta la sua statura: era abbastanza alta, forse poco più bassa di lui.
Dopo le presentazioni Jeremiah si era voltato d'istinto a voltare la lapide del famoso Stone: un cognome che si addiceva bene ai Bolidi scagliati da lui: dei veri e propri macigni. L'aveva visto qualche volta giocare e non era piacevole trovarsi sulla traiettoria di un Bolide da lui respinto. Peccato che si fosse spento così giovane, proprio quando tornava a coronare il suo sogno apparentemente perduto.
Distolse lo sguardo dal ragazzo nella foto che volgeva loro un sorriso sereno, cordiale. I suoi occhi si posarono sulla ragazza di Hogwarts: non conosceva ancora il legame che univa la donna a Stone, perciò gli parve lecito chiederglielo.

Era il mio migliore amico.

Oh...

Jeremiah sussultò appena, non pensando che lei avesse un rapporto così stretto con Ferdy Stone; d'un tratto si sentì fuori luogo, come se la sua presenza lì fosse solo un'offesa al defunto, ma chissà quanti prima di lui c'erano stati; non che lui la considerasse una moda, la notorietà comportava quel genere di cose: non ci trovava nulla di offensivo e sbagliato. Anzi, era una manifestazione molto gentile da parte dei fan: era come se comunicassero, rimarrai sempre nella nostra memoria. Magari non sarebbe stato il ricordo di un ragazzo gentile e cordiale - perché non era mai stato conosciuto da tale - così come lo era per Estelle, tuttavia aveva scritto un pezzo di storia. Il suo nome forse sarebbe finito su qualche libro per il Quidditch, oppure la sua immagine sarebbe apparsa sulle Figurine Streghe e Maghi Famosi. Aveva impresso la memoria presso i posteri, praticando ciò che più amava.
Aveva fatto una gaffe, tuttavia non sentì il bisogno di scusarsi, d'altronde perché scusarsi per qualcosa di cui non era a conoscenza? Abbassò leggermente il capo, prima che un silenzio scendesse nuovamente fra di loro: sembravano due ex che si rincontrano dopo lungo tempo e che non sanno cosa dirsi. Fortunatamente lei era più cordiale di lui e si apprestò subito a rompere quel momento d'imbarazzo.

Cosa ti ha portato qui?

Fece spallucce, non avendo realmente un motivo per essere lì; per cui decise di essere sincero, perlomeno non peccava di nulla e raccontava la verità; che volesse apprezzare o meno, quello non era un problema suo.

Sinceramente visitavo il villaggio: volevo visitare la Stamberga Strillante, tuttavia passando di qui ho deciso di fare un salto. So che molti famosi maghi della storia sono sepolti qui.

Con una mano si aggiustò il ciuffo dei capelli, mentre si avvicinava di più a lei: era strano parlare con una persona a quella distanza, per cui gli sembrava logico farlo: lo avrebbe scambiato per un mentecatto?

Non sono di qui, ma deduco che tu abiti qui ad Hogsmeade, visto che poco fa mi hai chiesto cosa ci facessi qui: devi risiedere qui per riconoscere un volto estraneo... Indovinato?

Alzò un angolo della bocca in un sorrisino soddisfatto.
Si accorse di avere ancora la bacchetta impugnata: la infilò nella tasca posteriore dei jeans; in alcuni libri aveva letto di maghi a cui si era incendiato il fondo schiena poiché aveva riposto la loro bacchetta nella parte posteriore dei pantaloni. Ogni volta che ci pensava gli veniva da ridere, ma in quel momento si trattenne: ci mancava solo che si mettesse a ridere in un cimitero, per di più senza motivo.
Già aveva combinato abbastanza.

Se devi andare, potremmo uscire insieme dal cimitero? - propose - Altrimenti tolgo il disturbo.
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Messaggioda Estelle » 25/03/2014, 13:22

Un incontro insolito, certamente non nel luogo più adatto. Ancora una volta il caso aveva scelto per lei, e le aveva fatto incontrare Jeremiah, anche se di lui non sapeva ancora nulla, se non il nome. Per lei, comunque, era una piacevole novità. Non che si facesse programmi per il futuro, aveva smesso di farseli quando aveva lasciato Hogwarts anni prima. Semplicemente, conoscere qualche persona in più in quel castello, in quel mondo che ora stava diventando la sua casa e la sua vita, le avrebbe fatto bene, visto che ancora non aveva instaurato grandi rapporti con nessun'altro, se non con pochissime persone.
Ad ogni modo, cercò di sembrare socievole, predisposta al colloquio, cosa che sentì non essere reciproca da parte del ragazzo. Ricordava il suo primo incontro con Ferdy, quando ancora erano studenti. Anche con lui non era stato facile, ma alla fine i due erano diventati inseparabili. Sorrise tra sè, ricordando i bei tempi, ed anche le notti insonni a parlare a casa di Ferdy, o quando il suo migliore amico era con lei a Lille.
Anche con il fratello di Ferdy non era mai stato facile, ed ancora di più alla morte del fratello. Poi, proprio quando stava cercando di avvicinarsi ancora di più, anche lui era scomparso dalla sua vita. Ed in parte si sentiva colpevole: era come se nella sua vita non avrebbe dovuto incontrare più nessuno. Era sempre stata abituata a morti premature e affetti che pian piano la lasciavano sola. Ci era abituata, e ormai sapeva di non potersi sentire più delusa, perchè aveva vissuto tutto e conosceva ormai il dolore.

Dopo aver risposto, con il minor imbarazzo possibile, alla domanda di Jeremiah, incuriosito da quel suo momento di pazzia che sicuramente implicava qualche tipo di rapporto stretto con il giovane defunto Ferdy Stone, notò la successiva sorpresa del nuovo conoscente.
E poi.. il silenzio.
Tra loro un silenzio imbarazzante, il silenzio di due persone che non sanno cosa dirsi, in un momento sicuramente poco piacevole, soprattutto dopo la sua "rivelazione". Non le piaceva. Non le piaceva proprio restare in silenzio. Dava troppo tempo per pensare, e lei se solo si soffermava un momento di più a farlo, avrebbe ricordato ancora ed ancora, i pensieri sarebbero affluiti velocemente e non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime, perchè, naturalmente, Ferdy le mancava ogni giorno. In fondo, era sempre stato con lei, e mai si erano separati.
Perciò fu lei a spezzare il silenzio, volendo saperne di più su quel ragazzo che mai aveva intravisto tra i corridoi del castello.

Sinceramente visitavo il villaggio: volevo visitare la Stamberga Strillante, tuttavia passando di qui ho deciso di fare un salto. So che molti famosi maghi della storia sono sepolti qui.

Fece spallucce anche lei, soffermandosi col pensiero all'ultima frase. Ferdy era stato indubbiamente un grande mago ed un grande esempio per i suoi alunni: meritava di essere sepolto lì. E, in più, per qualche strano motivo.. la faceva sentire vicina a lui.
Lo vide avvicinarsi. Lei non si mosse di un solo centimetro, sentendosi più che tranquillo: Jeremiah non le dava affatto l'aria di poter essere pericoloso. Se poi si sbagliava, sapeva difendersi da sola. Fortunatamente, suo padre le aveva insegnato qualcosa che non fosse legato strettamente alla magia.

Non sono di qui, ma deduco che tu abiti qui ad Hogsmeade, visto che poco fa mi hai chiesto cosa ci facessi qui: devi risiedere qui per riconoscere un volto estraneo... Indovinato?

Molto perspicace, complimenti. - Si congratulò con lui, mostrando un sorriso amichevole. - Ho un loft al centro. Mi sono trasferita qui da qualche anno.

Rispose, non sentendosi affatto in imbarazzo per la confessione appena fatta. Non si sentiva in pericolo, nè tantomeno aveva paura per la propria privacy. Hogsmeade era sempre stata una cittadina tranquilla, e le piaceva anche per questo risiedere lì.

Se devi andare, potremmo uscire insieme dal cimitero? Altrimenti tolgo il disturbo.

Oh, si, certo. Devo preparare il pranzo.

Rispose lei, sorridendo ancora. Raccolse le sue cose, ed i due, assieme, si diressero verso l'uscita del cimitero.

[Fine role]

Spoiler:
Jeremiah
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