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Secondo Piano

Batteri magici; malattie contagiose: vaiolo di drago, nausea da svanimento, scrofungulus, eccetera

Messaggioda Aidan » 11/03/2017, 18:23

03/05/2113
Ospedale San Mungo - Londra Magica
Reparto di Medicina Magica Generale
Ore 16:33


Dottoressa Bourgeois... Mi scusi!

Una infermiera si avvicinò alla MediMaga con un'aria a metà tra l'esasperato e il preoccupato.

Il MediMago Gambrelli vuole che le consegni la cartella del paziente nella camera 136.
È stato ricoverato tre giorni fa per overdose da droghe magiche, in particolare l'Osiris...
Sono già tredici i casi di morte da noi accertati per Osiris, dall'inizio dell'anno...


Quella nuova droga era assolutamente il nemico numero uno per gli ospedali da circa sei mesi a quella parte.
Sballava ed anche tanto, ma gli effetti erano altrettanto devastanti e rischiavano in alcuni casi di condurre ad una pessima fine.
Il paziente ricoverato lì era già stato portato al San Mungo altre due volte, quella era la terza. Insomma un gran bel recidivo.

Il MediMago Gambrelli è stanco. Ci ha parlato già lui, la MediMaga Heisenberg, io stessa, ma tanto quel ragazzo sembra non ascoltare.
Non sarà la cosa più professionale da dire ma... MediMaga Bourgeois, un pezzo di maschio come quello in obitorio proprio non lo vorrei vedere... Che razza di spreco sarebbe...
... Quindi il MediMago Gambrelli ha richiesto che possa provare ad occuparsi lei di parlarci ancora ed invitarlo a lasciar perdere con l'Osiris.


L'unica comodità di quella droga, a differenza di molte del Mondo Babbano, era che non creava una effettiva dipendenza pesante, ergo era abbastanza facile uscirne.
Tutt'altro conto era volerne uscire di propria volontà e lasciar perdere i benefici effimeri che regalava. Insomma più facile a dirsi che a farsi in ogni caso.
La cartella del paziente, di nome Aidan O'Toole, presentava difatti danni in fase di recupero molto gravi, derivati probabilmente da un utilizzo fin troppo frequente dell'Osiris.

Verrà dimesso tra una mezz'ora circa.
I parametri sono rientrati nello standard ma il paziente dovrebbe non combinare stupidaggini almeno per i prossimi trenta giorni filati.
Cioè, sarebbe meglio che non ci ricascasse e basta, ma a prescindere se assumerà altra droga prima di un mese, quasi sicuramente...


L'infermiera non terminò la frase, d'altronde Zoé era una MediMaga brava e competente.
Ci sarebbe arrivata da sola alle conseguenze, continuando a guardare il quadro clinico generale del paziente, durante il tragitto fino alla sua stanza.
Una volta arrivata all'interno, avrebbe quindi visto un ragazzo dai capelli lunghi e una corporatura longilinea intento a rivestirsi dopo essersi levato la vestaglia ospedaliera.

... Mi faccia indovinare... L'ennesima ramanzina... È toccata a lei questa volta.

Immagine

Si stava mettendo degli stivali neri. Sul mobile vicino il lettino c'erano una canottiera di colore bianco senza maniche ed una giacca della tuta nera, sportiva.
Del pugile "Lucky Seven" era rimasta giusto l'ombra. I capelli non erano più corti, l'espressione non era più furba ed allegra come un tempo. Solo un tono di voce vacuo e spento.
Alzò gli occhi per posarli sulla giovane MediMaga, facendo un mezzo sorriso che però in verità non rispecchiava alcuna variazione nel suo stato d'animo.

Hanno voluto puntare sulla carne debole?
Sei davvero una MediMaga? ... Non è che sotto quel camice in realtà stai in costume da bagno?
Se questo è il modo di invogliare i drogati a smettere, complimenti alla pubblica sanità per la fantasiosa iniziativa...


Scosse il capo, mettendosi in piedi poi per andare a prendere la suddetta canottiera e infilarsela al volo, mentre afferrava distrattamente l'elastico fermacoda per la chioma chiara.
Decise di optare per una svelta e pratica coda di cavallo, lasciando quindi libera la visuale, mettendosi infine la giacca della tutta, visto che di certo non faceva ancora così caldo.
Quindi tornò a fissare la MediMaga Bourgeois, avanzando affinché potesse raggiungere la porta e andarsene di lì.

... Vuole anche incatenarcisi per caso?
Mi faccia andare via, non ho voglia di perdere tempo in chiacchiere...
Al massimo ci rivedremo tra qualche settimana...
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Messaggioda Zoé » 11/03/2017, 21:49

∂ Ospedale San Mungo - Londra Magica • Martedì 3 Maggio 2113 • ore 16.35 ∂


Dottoressa Bourgeois... Mi scusi!

Pausa finita.
Era appena tornata dalla caffetteria.
E nemmeno aveva fatto in tempo ad indossare nuovamente il camice.
Possibile che non ci fosse un attimo di pace al San Mungo?

... sì?

Il MediMago Gambrelli vuole che le consegni la cartella del paziente nella camera 136.
È stato ricoverato tre giorni fa per overdose da droghe magiche, in particolare l'Osiris...
Sono già tredici i casi di morte da noi accertati per Osiris, dall'inizio dell'anno...


Si fece più seria, preoccupata.
Quella dannata droga stava davvero cominciando a stancarla.
Mieteva vittime con una facilità disarmante.
E tuttavia qualcosa non le stava affatto quadrando.

Non capisco però... perché il mio collega voleva che avessi io questa cartella?
È un suo paziente, non mio.


Il MediMago Gambrelli è stanco. Ci ha parlato già lui, la MediMaga Heisenberg, io stessa, ma tanto quel ragazzo sembra non ascoltare.

Lusinghiero sapere che secondo lui potrei riuscire dove altri hanno fallito...

Arricciò il naso, infastidita.
Era felice di aiutare, ma quella le sembrava quasi un'impresa impossibile.
Se non aveva ascoltato gli altri, perché con lei sarebbe dovuto essere diverso?

Non sarà la cosa più professionale da dire ma...

Parli pure, non si preoccupi.

MediMaga Bourgeois, un pezzo di maschio come quello in obitorio proprio non lo vorrei vedere... Che razza di spreco sarebbe...

Buono a sapersi.

Non che le importasse qualcosa, in realtà.
Ogni persona era importante, per loro.
Ma sì, capiva anche il ragionamento della donna.
Specie da quando la sua vita sentimentale/sessuale rasentava lo zero.

... Quindi il MediMago Gambrelli ha richiesto che possa provare ad occuparsi lei di parlarci ancora ed invitarlo a lasciar perdere con l'Osiris.

E va bene, ci proverò.
In fondo non credo che tentare possa fargli male.


Anzi, al massimo gli avrebbe salvato la vita.
Ma dubitava seriamente di avere una qualche chance.

Verrà dimesso tra una mezz'ora circa.
I parametri sono rientrati nello standard ma il paziente dovrebbe non combinare stupidaggini almeno per i prossimi trenta giorni filati.
Cioè, sarebbe meglio che non ci ricascasse e basta, ma a prescindere se assumerà altra droga prima di un mese, quasi sicuramente...


Ho capito.
D'accordo, vado subito.


Senza nemmeno indossare il camice, per giunta.
Cartella in mano, la Medimaga prese passo fino alla camera del paziente.
Aidan O'Toole, questo il suo nome.
La porta era aperta, e questo diede a Zoé l'opportunità di osservarlo inizialmente senza farsi notare.

Immagine


Sì, capiva il ragionamento dell'infermiera.
Quel ragazzo era... notevole.
Davvero notevole.
La sua espressione sorpresa ne era la riprova.

... Mi faccia indovinare... L'ennesima ramanzina... È toccata a lei questa volta.

È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.

Replicò lei, placida.
Lui non la stava guardando, impegnato a vestirsi.
Capelli lunghi e biondi, gran bel fisico, voce spenta.
E quando alzò la testa, la Bourgeois poté notare anche gli occhi.
Vagamente vacui, forse ancora a causa dell'Osiris.

Hanno voluto puntare sulla carne debole?
Sei davvero una MediMaga?


Perché, cos'altro dovrei essere?

... Non è che sotto quel camice in realtà stai in costume da bagno?
Se questo è il modo di invogliare i drogati a smettere, complimenti alla pubblica sanità per la fantasiosa iniziativa...


Grazie, ma sono molto fiera del mio lavoro.
Ed il costume da bagno lo indosso volentieri, ma in altri contesti.


Era calma, nel tono.
Lo stava studiando, indubbiamente.
Valutando chi avesse di fronte.
Lo osservò vestirsi, in totale silenzio.
Ma quando si avvicinò alla porta, non accennò a spostarsi.

... Vuole anche incatenarcisi per caso?
Mi faccia andare via, non ho voglia di perdere tempo in chiacchiere...
Al massimo ci rivedremo tra qualche settimana...


Un'altra dose di Osiris, e morirà.

Lo disse in modo schietto, diretto.
Non melodrammatico, nemmeno preoccupato.
Era inutile, secondo lei, spingere sulla tragicità della notizia.
Se non capiva da solo quanto fosse grave, allora Aidan era semplicemente un idiota.

Non perderò tempo a spiegarle quanto sia grave ciò che sta facendo, per non dire auto-distruttivo, né tenterò di convincerla a smettere.
La vita è la sua, e se crede davvero che sia meglio morire piuttosto che affrontare qualunque problema la spinga ad assumere quella droga, beh, liberissimo di farlo.


Incrociò le braccia al petto.
No, non l'avrebbe legato ad una sedia per impedirgli di farsi un'altra dose di Osiris.
E questo perché non si poteva salvare chi non voleva essere salvato.

Sappia però che non sto aggravando la sua situazione per convincerla a credermi: un'altra dose di Osiris la manderà all'altro mondo, glielo garantisco al 100%.
Certo, io non la conosco e forse è convinto che in fondo morire potrebbe non essere tanto male... si ricordi solo che è una di quelle scelte da cui non si può tornare indietro.
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Messaggioda Aidan » 12/03/2017, 17:15

... Non è che sotto quel camice in realtà stai in costume da bagno?
Se questo è il modo di invogliare i drogati a smettere, complimenti alla pubblica sanità per la fantasiosa iniziativa...


Grazie, ma sono molto fiera del mio lavoro.
Ed il costume da bagno lo indosso volentieri, ma in altri contesti.


Tipo quando va al mare?
Non è che me ne vengano in mente molti altri...
... A meno che lei non faccia anche la modella di bikini, oltre che il medico.


Apparve vagamente come una battuta, ma in realtà non c'era divertimento nei suoi occhi o nella sua espressione, forse al massimo un po' di blando sarcasmo.
La MediMaga aveva voglia di valutarlo ed osservarlo, ok, lo facesse pure, non che ci fosse molto da vedere, a parte un ragazzo con ben poca voglia di restare lì.
Era intenzionato ad andarsene, tornare a casa, mangiare qualcosa di più sostanzioso di una flebo, ma sembrava proprio che la ragazza non fosse d'accordo con lui.

... Vuole anche incatenarcisi per caso?
Mi faccia andare via, non ho voglia di perdere tempo in chiacchiere...
Al massimo ci rivedremo tra qualche settimana...


Un'altra dose di Osiris, e morirà.

... Chissà perché, me lo aspettavo.

La fissò dritto negli occhi, sbuffando, per poi fare qualche passo indietro e tornare seduto sul letto, passandosi una mano tra i capelli.
Sembrava quasi arrabbiato, infastidito, ma non lo era certo con se stesso o con lei, bensì con altro, con la poca resistenza di quel corpo che rischiava già di collassare.
Chiuse gli occhi, appena qualche secondo, ascoltando le altre parole della dottoressa dall'accento francese.

Non perderò tempo a spiegarle quanto sia grave ciò che sta facendo, per non dire auto-distruttivo, né tenterò di convincerla a smettere.
La vita è la sua, e se crede davvero che sia meglio morire piuttosto che affrontare qualunque problema la spinga ad assumere quella droga, beh, liberissimo di farlo.


Sarebbe bello avercelo, qualche problema da affrontare, bella signorina...

Riaprì lentamente gli occhi, ma non guardò lei, bensì il pavimento, vagando un po' assente con la propria coscienza.
Il problema di Aidan era non avere dei problemi, ovvero nessuna spinta ad una lotta, nessun passaporto facile per delle emozioni vere e sincere.
Era stato piazzato lì, in quel mondo, al solo scopo di portare avanti una ricerca. Il lavoro, lo sport, il tempo libero, non avevano significato e ciò che lo aveva, adesso non c'era più.

Sappia però che non sto aggravando la sua situazione per convincerla a credermi: un'altra dose di Osiris la manderà all'altro mondo, glielo garantisco al 100%.
Certo, io non la conosco e forse è convinto che in fondo morire potrebbe non essere tanto male... si ricordi solo che è una di quelle scelte da cui non si può tornare indietro.


Ma almeno è una scelta che stiamo prendendo noi, di nostra volontà, non crede?

Alzò la testa e tornò a donarle attenzione. Negli occhi la luce e il vibrante scintillio di repressa ira e risentimento verso qualcosa o qualcuno.
La storia dell'irlandese era così complessa da spiegare che di certo nessuno si sarebbe aspetto di poterla capire o interpretare al volo.
Aidan stesso non lo chiedeva e non lo pretendeva. Ciò che voleva era solo provare di tanto in tanto qualche finta emozione, ma sarebbe morto se avesse proseguito. Bella m**da.

... Essere messi al mondo invece è una decisione altrui, sulla quale non abbiamo voce in capitolo, perché ancora non esistiamo.
Lei è d'accordo con coloro che nascono solo per essere poi usati come schiavi? È d'accordo con la nascita di persone che verranno di certo malate o malformate?
Saranno loro a fare i conti con la vita... Saranno loro a fare i conti col dolore di ogni giorno... Cosa gliene frega a chi li ha creati!


Tirò un lungo sospiro, dopo aver alzato leggermente la voce, stringendo il pugno destro.
Stava parlando anche troppo, considerando gli standard raggiunti dalle persone precedenti andate lì per farlo ragionare.
Ogni giorno che passava, l'O'Toole sentiva l'eco lontano del silenzio farsi sempre più spazio nella sua interiorità. Era un silenzio assordante, freddo, inquietante.

... Posso farle una domanda personale?
Cosa la spinge ad alzarsi ogni mattina ed affrontare la giornata con energia e determinazione?
Dove trova il coraggio di spingersi oltre i propri limiti?


Avrebbe potuto semplicemente leggerle nel pensiero, era nelle sue facoltà e non gliene fregava nulla di risultare poco leale nei confronti del prossimo, ma non lo fece.
In parte perché avrebbe comportato uno sforzo di concentrazione non indifferente ed in parte perché nel caso, gli andava di farsi prendere un po' in giro da una sconosciuta.
Se non altro poteva dire che fosse almeno un bel vedere.
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Messaggioda Zoé » 12/03/2017, 18:24

... Non è che sotto quel camice in realtà stai in costume da bagno?
Se questo è il modo di invogliare i drogati a smettere, complimenti alla pubblica sanità per la fantasiosa iniziativa...


Grazie, ma sono molto fiera del mio lavoro.
Ed il costume da bagno lo indosso volentieri, ma in altri contesti.


Tipo quando va al mare?
Non è che me ne vengano in mente molti altri...
... A meno che lei non faccia anche la modella di bikini, oltre che il medico.


Sono una bartender dell'Underground, a dire il vero.
Magari se riuscisse a rimettersi in sesto, potrei anche offrirle un drink...


Ed era ovvio cosa intendesse lei per "rimettersi in sesto".
Non certo solo smaltire la Osiris in circolo.
No, Zoé parlava di una ripulita totale.
Una disintossicazione al 100%.
Anche aiutata dal fatto che quella droga magica non creasse poi tanta dipendenza.
Insomma, Aidan avrebbe potuto smettere in qualsiasi momento.
Ma doveva volerlo, quello era fondamentale.

Al massimo ci rivedremo tra qualche settimana...

Un'altra dose di Osiris, e morirà.

... Chissà perché, me lo aspettavo.

Non perderò tempo a spiegarle quanto sia grave ciò che sta facendo, per non dire auto-distruttivo, né tenterò di convincerla a smettere.
La vita è la sua, e se crede davvero che sia meglio morire piuttosto che affrontare qualunque problema la spinga ad assumere quella droga, beh, liberissimo di farlo.


Sarebbe bello avercelo, qualche problema da affrontare, bella signorina...

Zoé Bourgeois.

Tanto valeva presentarsi.
Certo era che le sue parole le fecero aggrottare non poco la fronte.
Non aveva problemi da affrontare e si sfondava di droga?
Forse gli sarebbe servito un analista, più che uno spacciatore.

Sappia però che non sto aggravando la sua situazione per convincerla a credermi: un'altra dose di Osiris la manderà all'altro mondo, glielo garantisco al 100%.
Certo, io non la conosco e forse è convinto che in fondo morire potrebbe non essere tanto male... si ricordi solo che è una di quelle scelte da cui non si può tornare indietro.


Ma almeno è una scelta che stiamo prendendo noi, di nostra volontà, non crede?

Questo è naturale...
Deduco quindi che ce l'abbia con le scelte indipendenti dalla sua volontà.


... Essere messi al mondo invece è una decisione altrui, sulla quale non abbiamo voce in capitolo, perché ancora non esistiamo.
Lei è d'accordo con coloro che nascono solo per essere poi usati come schiavi? È d'accordo con la nascita di persone che verranno di certo malate o malformate?
Saranno loro a fare i conti con la vita... Saranno loro a fare i conti col dolore di ogni giorno... Cosa gliene frega a chi li ha creati!


Dubito che questa sia una conversazione tanto generalista... ma credo che non si debba precludere a chi nasce malato o malformato la possibilità di vivere, solo perché non ha scelto di venire al mondo.
È vero, nascere non è una nostra decisione... ma vivere sì, quello dipende da noi.


Lo disse con fermezza.
Con decisione, nonostante il tono pacato.

E se ce la fanno persone con malattie gravi, con malformazioni gravi o condannate alla schiavitù, se tutte queste figure trovano la forza per resistere e dare un senso alla loro esistenza...
Allora forse dovremmo semplicemente prendere esempio da loro, perché hanno molto da insegnarci.


Lo vedeva ogni giorno, in ospedale.
Bambini, adulti, anziani.
Chi più grave, chi meno grave, tutti lottavano per sopravvivere.
Per dimostrare a loro stessi di avere uno scopo, un obiettivo, una motivazione per non morire.
Forse Aidan credeva di non avere niente per cui vivere.
E non aveva ancora capito che far diventare quel "niente" un "qualcosa" dipendeva solo da lui.

... Posso farle una domanda personale?

Chieda pure.
Al massimo mi riserverò il diritto di non risponderle.


Difficile che accadesse, comunque.
Zoé era una persona molto diretta, molto aperta.
E se attraverso il dialogo avrebbe potuto aiutarlo, allora avrebbe dialogato quanto più possibile.

Cosa la spinge ad alzarsi ogni mattina ed affrontare la giornata con energia e determinazione?
Dove trova il coraggio di spingersi oltre i propri limiti?


Un insieme di cose.
La voglia di aiutare il prossimo, di scoprire cosa mi riservi la vita, di non sprecare il tempo che mi è stato concesso.


Senza chiedere il permesso, si sedette accanto a lui.
Abbassò lo sguardo, l'espressione appena più morbida.
Anche la voce assunse una sfumatura meno professionale, più calda.

Lo vedo tutti i giorni, qui al San Mungo.
Persone malate, che subiscono incidenti, a volte anziani, altre anche bambini...
Quando capiscono di essere vicini alla morte, sa cosa vedo nei loro volti?
No, non la paura di spegnersi... bensì quella di non avere più tempo.


Sospirò leggermente.
Alzò la testa, la volse.
Cercò i suoi occhi.

Perché non importa il motivo che li abbia spinti verso la vita, che sia stato per una volontà, per un desiderio a lungo coltivato, per un errore: la verità è che esistere sia un privilegio, e come tale vada rispettato.
Non tutti nascono con uno scopo già prefissato, ma non è detto che sia una cosa negativa: anzi... non avere uno scopo significa possedere la libertà di potersene creare uno proprio, congeniale a ciascuno.


Si alzò in piedi, avvicinandosi alla porta.
La aprì per bene e si spostò di lato, appoggiandosi allo stipite.

Forse non riesce a vederlo... ma è molto fortunato.
Perché è giovane, ha una vita davanti, ha il tempo di fare tutto ciò che vuole e di creare la sua personale motivazione per esistere; e se non ci crede, vada a farsi un giro al reparto di malati terminali, con pazienti ben più giovani di lei... credo avrebbero qualcosa da ridire.


Quanti, tra i malati, avrebbero voluto essere al posto dell'O'Toole?
Era molto triste che l'altro non se ne rendesse conto.
Ma forse gli sarebbe servito un riscontro diretto.
E Zoé era disposta a darglielo.

Come le ho già detto, comunque, è libero di andarsene.
Ma se dovesse decidere che la sua vita, in fondo, vale la pena di essere vissuta... rimanga per stanotte, così da permetterci di tenere sotto controllo i suoi valori ed eliminare tutta la Osiris in circolo nel suo corpo.
A lei la scelta.


Una scelta che Aidan avrebbe dovuto fare volentieri.
Perché, dopotutto, non sarebbe dipesa da nessun altro se non da egli stesso.
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Messaggioda Aidan » 14/03/2017, 0:00

Lei è d'accordo con coloro che nascono solo per essere poi usati come schiavi? È d'accordo con la nascita di persone che verranno di certo malate o malformate?
Saranno loro a fare i conti con la vita... Saranno loro a fare i conti col dolore di ogni giorno... Cosa gliene frega a chi li ha creati!


Dubito che questa sia una conversazione tanto generalista... ma credo che non si debba precludere a chi nasce malato o malformato la possibilità di vivere, solo perché non ha scelto di venire al mondo.
È vero, nascere non è una nostra decisione... ma vivere sì, quello dipende da noi.


Non ho mai detto di precludere la possibilità di vivere, ma di scegliere di mettere al mondo sapendo che al 100% quell'individuo sarà condannato.
Un fottuto spermatozoo finché resta tale non è un essere umano. Se io so che quello spermatozoo creerà solo guai oppure vivrà uno schifo e scelgo di schizzarlo lo stesso in ovulo...
... Allora sono solo un maledetto bastardo.


Ma perché? Perché stava facendo dei simili discorsi con quella ragazza? Non c'era motivo, non c'era bisogno, doveva solo andarsene e magari ammazzarsi sul serio.
Ne avrebbe avuto il coraggio? Lo avrebbe poi scoperto una volta giunto a casa, invece se ne stava ancora lì, seduto su quel letto d'ospedale a pungo stretto e rabbia crescente.
Si diceva che bisognasse toccare il fondo per poi risalire, ma lui l'aveva davvero toccato? Considerando quanto fosse vicino alla morte, forse sì.

E se ce la fanno persone con malattie gravi, con malformazioni gravi o condannate alla schiavitù, se tutte queste figure trovano la forza per resistere e dare un senso alla loro esistenza...
Allora forse dovremmo semplicemente prendere esempio da loro, perché hanno molto da insegnarci.


...

Non rispose nulla, sembrava completamente assente, eppure in verità la sua mente vagava, pensava, ragionava ed elaborava, proprio quella mente così sviluppata in modo artificiale.
Con un grande respiro trovò la forza successivamente di porre una domanda alla ragazza, una domanda che celava tanti dubbi, tanti bisogni di risposte, tanta sofferenza.
Ecco cosa succedeva a nascere da pochi anni e rapportarsi con persone che invece campavano dal giusto tempo, con esperienze, realtà e vite frenetiche come giusto che fosse.

Cosa la spinge ad alzarsi ogni mattina ed affrontare la giornata con energia e determinazione?
Dove trova il coraggio di spingersi oltre i propri limiti?


Un insieme di cose.
La voglia di aiutare il prossimo, di scoprire cosa mi riservi la vita, di non sprecare il tempo che mi è stato concesso.


... Non sprecare il tempo...

Ripeté quanto detto dalla MediMaga, assimilando tutto quando al pari di una spugna, perché in un certo senso la sua realtà era quella, simile ad un bambino, ma con la testa ed il corpo di un adulto.
Faceva strano apprendere tante cose in pochissimo tempo e la solitudine aiutava poco nell'avanzare e mettersi in pari. All'inizio aveva solo giocato a fare il grande, ma ora doveva anche diventarlo.
Ci avrebbe impiegato molto tempo e avrebbe combinato un mucchio di errori. Ne aveva voglia? Poteva pure morire in realtà. Adesso sapeva come farlo.

Lo vedo tutti i giorni, qui al San Mungo.
Persone malate, che subiscono incidenti, a volte anziani, altre anche bambini...
Quando capiscono di essere vicini alla morte, sa cosa vedo nei loro volti?
No, non la paura di spegnersi... bensì quella di non avere più tempo.


Può capitare quando si resta ancorati alla vita per così tanto...

Lui invece era arrivato in quel mondo ma molto meno di quanto si potesse pensare, ecco perché forse aveva così poco a cuore la propria esistenza, già, esattamente come un bambino.
Inesperto, incapace di ragionare sui pericoli e i rischi, ma con una mente che gli imponeva di riflettere e vedere oltre il proprio naso anche quando non ne sentiva il bisogno, la necessità.
Un eterno limbo tra istinto e raziocinio, entrambi sulla stessa rotaia, di pari passo intenti a farlo ammattire. Ma ultimamente non era certo stato il secondo ad essere in vantaggio.

Perché non importa il motivo che li abbia spinti verso la vita, che sia stato per una volontà, per un desiderio a lungo coltivato, per un errore: la verità è che esistere sia un privilegio, e come tale vada rispettato.
Non tutti nascono con uno scopo già prefissato, ma non è detto che sia una cosa negativa: anzi... non avere uno scopo significa possedere la libertà di potersene creare uno proprio, congeniale a ciascuno.


Infatti non penso proprio che sia una cosa negativa.
In verità credo che nascere senza uno scopo sia la più grande fortuna che esista.
In questo modo sì che si è letteralmente liberi.


Lui però non lo era. Aidan nasceva con uno scopo prefissato eccome: dare il suo sangue, far portare avanti delle ricerche e poi forse essere giustiziato una volta concluse.
Aveva una data di scadenza anche se non chiaramente scritta addosso. Ecco perché nessuno poteva capirlo, ecco perché nessuno avrebbe potuto realmente aiutarlo al 100%.
Confessare certe cose era impossibile, non ad una persona qualunque, per quanto brava, comprensiva e sexy fosse.

Forse non riesce a vederlo... ma è molto fortunato.
Perché è giovane, ha una vita davanti, ha il tempo di fare tutto ciò che vuole e di creare la sua personale motivazione per esistere; e se non ci crede, vada a farsi un giro al reparto di malati terminali, con pazienti ben più giovani di lei... credo avrebbero qualcosa da ridire.


Nemmeno si era accorto che la ragazza si fosse messa in piedi e fosse tornata nei pressi della porta.

Come le ho già detto, comunque, è libero di andarsene.
Ma se dovesse decidere che la sua vita, in fondo, vale la pena di essere vissuta... rimanga per stanotte, così da permetterci di tenere sotto controllo i suoi valori ed eliminare tutta la Osiris in circolo nel suo corpo.
A lei la scelta.


Restare lì. Qualche altra visita, degli altri test, poi probabilmente dei farmaci da disintossicazione.
Non certo molto allettante, ma allo stesso tempo confortante sapere di non rimanere solo, non quella notte.
Passò la lingua sulle labbra, sospirando e stirando le spalle.

... Non posso decidere niente riguardo la mia vita, o almeno, nulla di effettivamente importante.
La mia morte, anzi, penso le farebbe girare a non poche persone, ma credo di essere troppo vigliacco per far loro questo scherzo.
Disponga quello che serve e mi faccia fare quello che ritiene più giusto, ma come unica richiesta, non faccia chiudere a chiave la mia porta stanotte.


Inusuale, sicuramente, come anche abbastanza perplessa, quella domanda di permesso. Perché dover lasciare la porta aperta? Una fuga durante la notte forse? Allora a che pro restare?
No, c'era molto altro dietro ed in verità alla Bourgeois sarebbe bastato restare lì il turno di notte per accorgersene, specie perché il MediMago Gambrelli glielo chiese esplicitamente.
Era riuscita laddove tutti avevano fallito, quindi purtroppo ad ogni merito, un piccolo obbligo.

Ore 03:11 - Quella Stessa Notte - Caffetteria

Ehi, Zoé... Come stai?
Che palle, alla fine sei dovuta restare davvero per forza?
Quello stronzo di Gambrelli, non lo sopporto...


La MediMaga collega della ragazza l'aveva raggiunta in caffetteria per condividere qualcosa a base di caffeina in modo da proseguire quelle ulteriori due ore di turno.
Ad Aidan avevano somministrato diverse dosi di antibiotico con effetto pulente e purificante, eliminando le diverse tracce di Osiris nel suo corpo, oltre ad una trasfusione di sangue pulito.
Una cena molto blanda e poi a dormire, almeno da quello che sapeva lei.

Insomma visto che pezzo di figliolo?
Ok, ti faccio una pessima confessione ma promettimi di non giudicarmi!
... Mentre dormiva ho sbirciato sotto la vestaglia!


A quel punto la ragazza, con ben poco da tenere nascosto, utilizzò dei gesti con le mani volti a far capire all'amica Zoé quanto fosse messo incredibilmente bene il paziente.
Poi ovviamente scoppiò a ridere, una risata dettata probabilmente anche dalla stanchezza, sperando di coinvolgere un po' la MediMaga francese di certo non propriamente casta e pura.
Bevendo poi il cappuccino, ad un tratto le venne in mente un'altra cosa importante da dirle riguardo sempre l'irlandese.

Ah ma sei stata tu a far accettare la richiesta di lasciare la porta aperta della sua stanza?
Prima l'ho visto girovagare nel reparto dei malati terminali, le stanze di gruppo, quelle aperte per intenderci.
Poi è andato anche in quello di pediatria e di medicina avanzata... Sembrava volesse chiacchierare... Ha fatto domande a tutti, chi voleva parlare, ovviamente!


Una cosa abbastanza strana. Di certo, ma conteneva al suo interno un ragionamento proposto proprio dalla Bourgeois, preso probabilmente fin troppo alla lettera dal biondo.
Quando ognuna delle due tornò al proprio lavoro e Zoé riprese la strada verso il terzo piano, vide proprio Aidan uscire da una porta, dopo aver ringraziato di una chiacchierata un signore anziano.
Di seguito, se ne tornò verso la propria, deciso a rimettersi la vestaglia prima di gettarsi nel letto e forse ricominciare a pensare. Ma qualora la ragazza lo avesse raggiunto prima...

... Che succede?

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Messaggioda Zoé » 14/03/2017, 12:21

È vero, nascere non è una nostra decisione... ma vivere sì, quello dipende da noi.

Non ho mai detto di precludere la possibilità di vivere, ma di scegliere di mettere al mondo sapendo che al 100% quell'individuo sarà condannato.
Un fottuto spermatozoo finché resta tale non è un essere umano. Se io so che quello spermatozoo creerà solo guai oppure vivrà uno schifo e scelgo di schizzarlo lo stesso in ovulo...
... Allora sono solo un maledetto bastardo.


Ma non si può sapere.
Nessuno potrà mai avere la certezza assoluta che lo spermatozoo in questione creerà al 100% dei guai... e solo perché un bambino nasce malato o malformato, non significa che non valga la pena darlo alla luce, riempirlo d'amore.


Chi sceglieva di mettere al mondo un figlio malato, lo faceva con consapevolezza.
Perché ormai, con la magi-tecnologia, se erano presenti malformazioni o altro lo si vedeva subito.
Poi certo, Zoé era la prima a dire che alcune persone non fossero fatte per essere genitori.
Che avrebbero fatto meglio a non mettere al mondo dei figli.
Ma di solito quelle erano le stesse persone che poi, sulla carta, sembravano perfette.

Cosa la spinge ad alzarsi ogni mattina ed affrontare la giornata con energia e determinazione?
Dove trova il coraggio di spingersi oltre i propri limiti?


Un insieme di cose.
La voglia di aiutare il prossimo, di scoprire cosa mi riservi la vita, di non sprecare il tempo che mi è stato concesso.


... Non sprecare il tempo...

Sì, esatto.
Si tende a vivere la vita nell'ottica del "ho ancora tanto tempo per fare tutto ciò che voglio", e così facendo si finisce per sprecare tanto di quel tempo che, se ben utilizzato, ci permetterebbe di evitare tanti rimpianti.


Opinione sua, ovviamente.
Non pretendeva che tutti fossero d'accordo.
Ma molti dei pazienti del San Mungo non la vedevano in modo tanto diverso.

Perché non importa il motivo che li abbia spinti verso la vita, che sia stato per una volontà, per un desiderio a lungo coltivato, per un errore: la verità è che esistere sia un privilegio, e come tale vada rispettato.
Non tutti nascono con uno scopo già prefissato, ma non è detto che sia una cosa negativa: anzi... non avere uno scopo significa possedere la libertà di potersene creare uno proprio, congeniale a ciascuno.


Infatti non penso proprio che sia una cosa negativa.
In verità credo che nascere senza uno scopo sia la più grande fortuna che esista.
In questo modo sì che si è letteralmente liberi.


Si può esserlo comunque.
Il fatto di avere uno scopo impostato non significa certo non potercene creare altri... o provare a liberarci di quello che altre persone hanno scelto per noi, se non ci piace.


Alzò le spalle.
Non conosceva, ovviamente, la condizione di Aidan.
Ma le sembrava che il ragazzo si stesse arrendendo troppo facilmente.
Che non stesse lottando per se stesso, per la propria vita.
E considerando quanti malati della sua età -anche più giovani- morissero ogni giorno...
Era una cosa che la Bourgeois accettasse molto faticosamente.

Come le ho già detto, comunque, è libero di andarsene.
Ma se dovesse decidere che la sua vita, in fondo, vale la pena di essere vissuta... rimanga per stanotte, così da permetterci di tenere sotto controllo i suoi valori ed eliminare tutta la Osiris in circolo nel suo corpo.
A lei la scelta.


... Non posso decidere niente riguardo la mia vita, o almeno, nulla di effettivamente importante.
La mia morte, anzi, penso le farebbe girare a non poche persone, ma credo di essere troppo vigliacco per far loro questo scherzo.
Disponga quello che serve e mi faccia fare quello che ritiene più giusto, ma come unica richiesta, non faccia chiudere a chiave la mia porta stanotte.


D'accordo, non sarà un problema.

Anche perché era lei la Medimaga.
Ed era lei che aveva appena salvato un paziente, almeno per quella sera.
Le infermiere le sarebbero state grate di non aver permesso un simile spreco.
Ne era sicura.
Annuì dunque, congedandosi.
Nella sua ottica sarebbe tornata a trovarlo l'indomani.
Peccato che Gambrelli non la pensasse così.

Che significa: "Devi rimanere stanotte"?!

Quello che ho detto, Bourgeois.
Mi sembra il minimo, vista la tua piccola impresa.


Quindi mi stai dicendo che siccome gli ho salvato la vita...
Mi tocca passare qui l'intera nottata?? Te lo ricordi sì o no che svolgo un altro lavoro, Gambrelli?


Non è un mio problema, onestamente.
Dovresti essere contenta, significa che come Medimaga vali più di quanto io stesso credessi...


Le era servito molto auto-controllo.
Davvero tanto.
Perché il primo istinto era stato quello di mollargli un ceffone.
Aveva resistito in silenzio, invece.
Lo aveva osservato allontanarsi da lei.
E gli aveva fatto un bel gestaccio alle spalle, come piccola soddisfazione.
A quel punto l'unica cosa da fare era stata prendersi un permesso di mezz'ora, e smaterializzarsi da Margaret.
Odiava dover chiedere cambi di turno con così poco preavviso, ma non aveva avuto scelta.
Aveva spiegato la situazione alla Sanders.
E Margaret -la piccola, dolce, santa Margaret- le aveva detto di non preoccuparsi.
Che l'avrebbe sostituita lei, perché in fondo lavorare significava anche guadagnarsi belle mance.
E così Liv non si sarebbe potuta lamentare di nulla.
Dopo averla calorosamente ringraziata, quindi, la Bourgeois era tornata al San Mungo.
E si era preparata mentalmente ad una lunga, lunghissima nottata.

∂ Quella stessa notte • ore 3.11 ∂


Ehi, Zoé... Come stai?

Stanchissima, ma immagino sia una risposta scontata.

Che palle, alla fine sei dovuta restare davvero per forza?
Quello stronzo di Gambrelli, non lo sopporto...


Non dirlo a me.
Si crede migliore di chiunque altro, soprattutto di noi donne.
Maschilista bastardo...


Certe cose non le sopportava proprio.
Dove stava scritto che i maschi lavorassero meglio delle femmine?
Forse in lavori molto fisici e stancanti, certo.
Ma come Medimaga sentiva di valere tanto quanto lui.
Anzi, forse pure un po' di più visto il piccolo successo ottenuto con l'O'Toole.

Insomma visto che pezzo di figliolo?

E come non notarlo?
Le infermiere hanno gravitato intorno alla sua stanza tutto la sera...


Ok, ti faccio una pessima confessione ma promettimi di non giudicarmi!
... Mentre dormiva ho sbirciato sotto la vestaglia!


Immagine


Rise.
Non tanto perché condividesse quanto fatto dalla collega.
Bensì perché quest'ultima fosse... abituata a certe pratiche ben poco professionali.
Non la giudicava, infatti riusciva a riderci su.
Al massimo era una cosa che lei non avrebbe mai fatto.

E dunque... ?

Osservò la posizione delle mani dell'altra.
Sembrava che Aidan potesse fare la felicità di molte donne arrapate.
Eppure lui voleva uccidersi.
Non era certa di riuscire a capirlo.

Ah ma sei stata tu a far accettare la richiesta di lasciare la porta aperta della sua stanza?

Sì, credevo non volesse sentirsi troppo solo...
Dopotutto non è la prima volta che un paziente si rasserena vedendo le infermiere camminare per il corridoio, pur senza averci un contatto diretto.
Perché?


Prima l'ho visto girovagare nel reparto dei malati terminali, le stanze di gruppo, quelle aperte per intenderci.
Poi è andato anche in quello di pediatria e di medicina avanzata...


È andato in giro per i reparti?
Motivo?


Sembrava volesse chiacchierare... Ha fatto domande a tutti, chi voleva parlare, ovviamente!

L'aveva presa davvero alla lettera, evidentemente.
Zoé gli aveva suggerito di parlare coi malati che, a differenza sua, non sarebbero guariti.
Di coloro che, a differenza sua, erano malati per davvero.
Ma non immaginava che l'avrebbe fatto sul serio, quella notte.
Scosse la testa, quasi divertita da quel comportamento atipico.
Salutò la collega poi, alzandosi in piedi.
Prima di lasciare la caffetteria, però, fece una richiesta al barista.
Qualcosa da portare via.
Ed ottenutala, si avviò per il terzo piano.
Lì, dove il proprio paziente era appena uscito da una stanza che non fosse la sua.

Aidan.

Non si disturbò a chiamarlo per cognome.
Era notte, era stanca, bando ai formalismi una volta tanto.

... Che succede?

Ti ho portato questa...
Tieni.


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Mia nonna dice sempre che la cioccolata calda è il miglior rimedio del mondo...
Ma non dirlo in giro, non credo che i miei colleghi approverebbero.


Piccolo sorriso sulle labbra.
Lo precedette nella sua stanza.
Anche perché così, la cioccolata, se la sarebbe goduta seduto sul letto.

Mi hanno detto che te ne sei andato in giro per i reparti, stanotte...

Eccola lì, la ramanzina di routine che avrebbe dovuto fargli.
Cose tipo: "Non si gira per i corridoi", "Non si disturbano i pazienti".

... ti ha aiutato parlare con altri pazienti?
A volte ciò che ci serve è semplicemente un confronto faccia a faccia con un'altra prospettiva della realtà.


No, Zoé era una Medimaga decisamente atipica.
E forse era proprio per questo che a volte riusciva lì dove tutti gli altri fallivano.
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Messaggioda Aidan » 21/03/2017, 23:22

Aidan.

... Che succede?

Ti ho portato questa...
Tieni.


... Ma, questa è... Sniff sniff...

Mia nonna dice sempre che la cioccolata calda è il miglior rimedio del mondo...
Ma non dirlo in giro, non credo che i miei colleghi approverebbero.


Più che altro non capisco perché tua nonna non abbia ancora il MagiNobel per la MediMagia.

Sorrise leggermente, accettando quella tazza e trovandone l'odore decisamente buono.
Un gesto spontaneo e comunque apprezzato, anche se gli occhi dell'irlandese difficilmente erano in grado di trasmettere del tutto le emozioni da lui provate.
Entrò in camera, mettendosi seduto sul bordo del letto, avvicinando le labbra alla tazza e bevendo un poco di cioccolata che subito gli scaldò lo stomaco.

Mi hanno detto che te ne sei andato in giro per i reparti, stanotte...

... È un problema?

... ti ha aiutato parlare con altri pazienti?
A volte ciò che ci serve è semplicemente un confronto faccia a faccia con un'altra prospettiva della realtà.


Rimase qualche secondo in silenzio, ragionando sia sulla domanda, sia sull'effettivo comportamento permissivo della MediMaga, ben differente da quanto potesse aspettarsi.
Appoggiò la tazza sul piattino, inspirando profondamente e ricordando le parole ascoltate dai vari pazienti con i quali aveva parlato durante la notte.
Tornò poi a guardarla negli occhi, usando un tono meno attento, meno spigoloso, più calmo e morbido.

Mi hanno raccontato la loro vita, le loro disgrazie, le loro realtà.
Ognuno ha esposto il motivo per cui vorrebbe continuare a vivere, altri invece perché si sentissero in un certo senso contenti di morire.
Sono giunto alla conclusione che il modo in cui si decide di affrontare la vita dipende dal nostro desiderio di viverla o meno.


Infatti c'era chi aveva smesso di lottare mentre altri sognavano ancora il campo di battaglia dell'esistenza umana, differentemente da Aidan che invece credeva di dover avere uno scopo.
Tanti avrebbero voluto tornare in pista solo per cercare nuove sfide, nuovi orizzonti, nuovi stimoli, mentre per Aidan lo stimolo sarebbe dovuto esistere già a monte.
Un errore, ma uno sbaglio commesso non per stupidaggine, ma per inesperienza e ben poca saggezza o tempo trascorso tra la gente, tra le vicende.

Ho confuso la libertà con l'assenza di scopo, mentre sono due cose ben diverse.
Non avere uno scopo ci rende più liberi di trovarsene uno, ma anche avendone un altro impostato, non è detto che la nostra vita si limiti solo a quello.
Dannarmi contro la mia esistenza o nascita non mi porterà da nessuna parte... Forse dovrei solo... Essere me stesso.


Limitandosi a causa della sua consapevolezza di essere soltanto un mezzo, soltanto un recipiente di sangue da studiare, Aidan aveva commesso il più grande degli sbagli.
All'inizio, gettandosi nella mischia non volendoci pensare, aveva preso troppo sotto gamba il suo essere e i rischi che avrebbe corso non avendo alcuna esperienza.
Poi, l'esatto contrario, chiudersi del tutto, cercando emozioni fittizie nella droga. Una via di mezzo, quella che solo la crescita interiore gli avrebbe fornito.

... Ti ringrazio.
Ora non sarò molto più consapevole di prima.
Ma almeno credo di riuscire a rifiutarmi ancora di vivere sensazioni false...


Bevve ancora della cioccolata, sentendo il sapore dolce sulla lingua. Era davvero buona, più di tanti altri sapori provati in passato, forse perché la stava gustando davvero.
Proprio come un ragazzino, Aidan iniziava a distinguere diverse sfaccettature e il mondo, da bianco e nero, cominciava ad assumere colori differenti, caldi e freddi.
Era strano, era difficile accorpare tutto con la consapevolezza di avere un cervello maturo e più che sviluppato, ma non sarebbe più stato un ostacolo alla sua evoluzione interiore.

Senti, sarà una domanda un po' strana da farti ma...
Ti starebbe bene diventare un po' la mia...
... Non saprei neanche come definirla... Forse... Saggia confidente?


Una richiesta stranissima da sentirsi fare, specie quando probabilmente lui, a livello di età, dimostrava almeno tre anni in più rispetto a Zoé.
Lei non poteva conoscere la verità. Non subito almeno. Ma sicuramente ad Aidan avrebbe fatto comodo una persona sensibile e immersa nelle dinamiche di vita come la Bourgeois.
Forse un tempo avrebbe deciso direttamente per provarci, ma in quell'istante si stava rendendo conto che necessitasse di qualcuno intento a muovere i primi passi nella vita vera proprio come lui.

Ah, tra l'altro...
Non è stata molto discreta l'infermiera a guardarmi i genitali pensando che dormissi.
Mi auguro per le meno che abbia gradito lo spettacolo!


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Messaggioda Zoé » 22/03/2017, 16:10

Ti ho portato questa...
Tieni.


... Ma, questa è... Sniff sniff...

Mia nonna dice sempre che la cioccolata calda è il miglior rimedio del mondo...
Ma non dirlo in giro, non credo che i miei colleghi approverebbero.


Più che altro non capisco perché tua nonna non abbia ancora il MagiNobel per la MediMagia.

Credimi, me lo sono chiesta spesso anche io!

Sorrise a sua volta.
Aidan le sembrava in qualche modo più sereno di prima.
Come se avesse raggiunto una qualche nuova consapevolezza.
Di sicuro la cioccolata calda era un ulteriore motivo per sorridere.
Almeno, così la pensava Zoé.

Mi hanno detto che te ne sei andato in giro per i reparti, stanotte...

... È un problema?

... ti ha aiutato parlare con altri pazienti?
A volte ciò che ci serve è semplicemente un confronto faccia a faccia con un'altra prospettiva della realtà.


Mi hanno raccontato la loro vita, le loro disgrazie, le loro realtà.
Ognuno ha esposto il motivo per cui vorrebbe continuare a vivere, altri invece perché si sentissero in un certo senso contenti di morire.
Sono giunto alla conclusione che il modo in cui si decide di affrontare la vita dipende dal nostro desiderio di viverla o meno.


Lo ascoltò, in silenzio.
Era felice che avesse seguito il suo consiglio.
Era felice che fosse rimasto lì quella notte.
E che avesse sfruttato quel tempo per confrontarsi con chi aveva qualcosa da dire, da condividere.

Ho confuso la libertà con l'assenza di scopo, mentre sono due cose ben diverse.
Non avere uno scopo ci rende più liberi di trovarsene uno, ma anche avendone un altro impostato, non è detto che la nostra vita si limiti solo a quello.
Dannarmi contro la mia esistenza o nascita non mi porterà da nessuna parte... Forse dovrei solo... Essere me stesso.


Sì, lo penso anche io.
Quale che sia il tuo scopo attuale non deve impedirti di cercarne altri, di creartene altri.
Vivi al massimo e non avere rimpianti, secondo molti è questo il segreto della felicità... ed io non mi sento di dare loro totalmente torto.


Per alcuni bisognava vivere giorno per giorno.
Lei era, invece, una persona più quadrata.
Più portata a fare progetti a lungo termine.
Questo, però, non le impediva di voler vivere senza rimpianti.
Di voler provare qualsiasi cosa la facesse sentire viva.
Di cercare ogni giorno un nuovo scopo per cui vivere.

... Ti ringrazio.
Ora non sarò molto più consapevole di prima.
Ma almeno credo di riuscire a rifiutarmi ancora di vivere sensazioni false...


Gli spacciatori della Osiris non ne saranno contenti, io invece sì.
Hai ancora troppo da fare e da vedere a questo mondo, per permetterti di morire...


Sorrise, un po' commossa.
Poteva sembrare stupido, ma per la prima volta aveva aiutato qualcuno nell'animo come Medimaga.
Di solito le riusciva bene come Bartender.
All'Under le persone, dopo qualche cocktail, si aprivano con lei.
Le confidavano i propri problemi.
Si facevano aiutare da lei, insomma, anche solo sfogandosi senza essere giudicati.
Come Medimaga, fino a quel momento, aveva sempre e solo curato le ferite fisiche.
Sapere di poter fare lo stesso con quelle dell'anima in quelle vesti la faceva sentire bene.
Orgogliosa.
Le dava l'idea di potersi veramente considerare un medico sotto ogni aspetto.
Era una bellissima sensazione.

Senti, sarà una domanda un po' strana da farti ma...

Mh?

Ti starebbe bene diventare un po' la mia...
... Non saprei neanche come definirla... Forse... Saggia confidente?


Aggrottò la fronte, sorpresa.
Nella sua ottica avevano più o meno la stessa età.
Aidan forse qualcosa di più.
E considerava lei la saggia tra i due?
D'altra parte, la Bourgeois aveva capito che ci fosse qualcosa di particolare, in lui.
Di diverso.
Era un uomo fatto e finito fisicamente, ma a livello emotivo... sembrava quasi un bambino.
E solo, per giunta.
Nessuno era corso da lui dopo il ricovero, né lui aveva accennato ad una famiglia.
E poi la disquisizione sullo spermatozoo bastardo non poteva esser stata solo un tema generale.
In quel momento, a Zoé sembrò che lui stesse chiedendo di più.
Non solo una confidente.
Ma qualcuno che in qualche modo tenesse un po' a lui.
Su cui egli potesse contare.
Che gli impedisse di sentirsi solo al mondo.
E quel pensiero le fece una tenerezza infinita.

... non so se sono portata per fare la "saggia confidente".
Però posso essere tua amica, se ti va... quello mi piacerebbe molto.


Qualcuno a cui affidarsi.
Da cercare nel momento del bisogno.
Con cui essere se stessi, sempre.
Un punto di riferimento sicuro.
Un porto dove rifugiarsi.
Questo la francese sarebbe stata per lui, se egli lo avesse voluto.

Ah, tra l'altro...
Non è stata molto discreta l'infermiera a guardarmi i genitali pensando che dormissi.
Mi auguro per le meno che abbia gradito lo spettacolo!


Ma quindi... eri sveglio?!
Ahahahahahahahahah, ma che figura!!!


Rise di gusto, Zoé.
Ed Aidan sorrise.
Era bellissimo quando sorrideva.
Diventava quasi un'altra persona.
Acquisiva vita, si illuminava.
E la Bourgeois si ripromise che, come amica, da quel momento avrebbe fatto in modo di farlo accadere spesso.

Fine
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