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Portico

Messaggioda Mark » 29/01/2013, 14:55

Murai saltò dalla mano di Miyabi alla gamba di Mark e poi andò verso Soren. Probabilmente il piccolo criceto di 3 anni aveva paura del barbagianni.

Guarda, gli stai simpatico!

Mark sorrise

Si, lo vedo!

Poi la ragazza del terzo anno disse

Però mi sa che ha paura di Soren... guarda, forse lo spaventa perché è tanto più grande di lui!

Il bambino sapeva che in realtà il suo gufo non faceva male a nessuno allora con voce spiritosa commentò

Forse si, perché è più grande di lui... ma Soren non ha mai fatto male a nessuno

Infatti l'animale guardava semplicemente Murai con curiosità, come se lo invitasse ad avvicinarsi...aveva un comportamento strano, di solito i gufi non vanno d'accordo con i criceti e il modo in cui Soren guardava l'animaletto di Miyabi sembrava non significare Ti voglio mangiare!
------
Dopo che Miyabi chiese a Mark cosa ci faceva lì , il bambino domandò alla ragazza lo stesso e la risposta fu immediata

Prima sono stata fuori, in giardino... ho costruito un pupazzo di neve tutto da sola! E ora stavo rientrando al Castello perché mi è venuto un gran freddo a stare in mezzo a tutta quella neve...

Che bello! I pupazzi di neve mi sono sempre piaciuti, solo che non li so fare- il piccolo Grifondoro arrossì per l'imbarazzo, tutti sapevano fare un pupazzo di neve tranne lui... - Beh, si... c'è tanto freddo

Mark scosse le spalle per il freddo infastidendo Soren. Poi rimase incuriosito dalla domanda della bambina

Senti un po' Mark, ma tu sei un Purosangue, un Mezzosangue o un Nato Babbano?

Poiil bambino cominciò a pensare ad alta voce

Io sono... allora:
se non sbaglio purosangue significa essere un mago da generazioni, mezzosangue è un modo dispregiativo per dire Nato Babbano che significa essere un mago Nato da una famiglia Babbana. Quindi...
sono un Nato Babbano! I miei genitori non sono maghi, soltanto io, mia sorella Ferobecca e mia sorella Alexia che ora è una guaritrice all'ospedale San Mungo.


Una volta risposto alla domanda, Mark venne invaso da una curiosità immensa di sapere cosa fosse invece Miyabi

Tu invece sei Nata Babbana, Purosangue o mezzosangue?

All'improvviso Soren fece un verso acutissimo e guardò fisso Miyabi come per dirgli che voleva essere coccolato da lei. Infatti un attimo dopo si librò in aria e atterrò sulla spalla della ragazza del terzo anno sperando di avere fortuna.

Guarda! Forse ti sta chiedendo di accarezzarlo, a lui piace conoscere gente nuova e vuole acquistare la tua fiducia

Mark sorrise guardando il suo Barbagianni che si sistemava sulla spalla diMiyabi.

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Messaggioda Miyabi » 29/01/2013, 18:47

[newsgoth]Era divertente osservare Murai e Soren studiarsi con circospezione, anche se evidentemente quello più spaventato tra i due era proprio il cricetino, che non osava continuare la sua passeggiatina su Mark proprio perchè aveva paura ad avvicinarsi al gufo, e questo entrambi i bambini sembravano averlo capito.

Forse si, perché è più grande di lui... ma Soren non ha mai fatto male a nessuno

Sore o eta ka, Murai? Sore wa kizutsukeru koto wa arimasen.
(Hai capito, Murai? Non ti farà del male.)

Spiegò la giapponesina al criceto nella sua lingua madre, visto che quando erano soli difficilmente parlava con l'animale in inglese, accompagnando quella frase con un sorriso dolce; in ogni caso, Murai sembrò capire il senso delle sue parole, visto che riprese a zampettare per tutto il corpo di Mark tenendo comunque sempre sotto controllo i movimenti del gufo.

Che bello! I pupazzi di neve mi sono sempre piaciuti, solo che non li so fare...

La prossima volta t'insegno io a farli!

Esclamò Miyabi, contenta di poter insegnare al suo nuovo amico un gioco così divertente, per lei, come quello di creare pupazzi di neve; intanto, la bambina curiosa gli chiese quale fosse il suo status di sangue, e la domanda portò il Grifondoro a ragionare un momento prima di dare la sua risposta.

Io sono... allora: se non sbaglio purosangue significa essere un mago da generazioni, mezzosangue è un modo dispregiativo per dire Nato Babbano che significa essere un mago Nato da una famiglia Babbana. Quindi... sono un Nato Babbano! I miei genitori non sono maghi, soltanto io, mia sorella Ferobecca e mia sorella Alexia che ora è una guaritrice all'ospedale San Mungo.

Oh, forte, tua sorella è una Medimaga! - esclamò Miyabi, guardandolo con ammirazione, prima di aggiungere - Comunque il Mezzosangue è quella persona che ha un genitore mago e uno no... mentre il Nato Babbano è chi li ha entrambi non maghi!

Gli spiegò, avendolo letto in uno dei tanti libri della Biblioteca durante il suo primo anno di scuola, visto che a volte si sentiva fare quella domanda e non sapeva mai come rispondere.

Tu invece sei Nata Babbana, Purosangue o mezzosangue?

Anche io sono una nata babbana come te!
La mia mamma è un'insegnante di storia antica del Giappone, mentre il mio papà è un programmatore informatico!


Rispose la Grifetta, orgogliosa del lavoro dei genitori, prima di sobbalzare al verso acuto di Soren che, poco dopo, si poggiò sulla sua spalla.

Guarda! Forse ti sta chiedendo di accarezzarlo, a lui piace conoscere gente nuova e vuole acquistare la tua fiducia

Com'è carino! - esclamò Miyabi, allungando dunque la manina per fargli delle piccole carezze sul capo, felice di avere il gufo posato sulla sua spalla - Tu lo sai già cosa vuoi fare da grande? Io sono tanto indecisa...

Gli chiese ancora, scuotendo appena il capo a dimostrazione che le dispiaceva non avere ancora chiara quale fosse la sua strada per il futuro.[/newsgoth]
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Messaggioda Mark » 29/01/2013, 23:00

Scusami, ma non ho capito cosa hai detto - Il bambino era molto imbarazzato e si grattò la testa - io conosco poche parole in giapponese... ma è molto interessante questa lingua, sono impressionato! Mi piace sentir parlare delle altre lingue dalle persone

Il Grifo sorrise, forse si era andato lasciare troppo...
-----
Poi Miyabi disse a Mark, che un attimo prima aveva confessato che non sapeva fare i pupazzi di neve

La prossima volta t'insegno io a farli!

Grazie! Sei molto gentile... qualche volta magari m'insegni così li facciamo insieme

Il bambino sorrise, finalmente avrebbe imparato a fare i pupazzi di neve! Era felicissimo... Anche se era molto maturo, quando si parlava di neve diventava un bambino nel vero senso della parola.

Miyabi poi svelò al Grifo la sua origine

Anche io sono una nata babbana come te!
La mia mamma è un'insegnante di storia antica del Giappone, mentre il mio papà è un programmatore informatico!


Wow! Mia madre è un'insegnante di scuole medie tra i Babbani e mio padre è un autista di autobus. Non sono lavori davvero incredibili però... voglio farti capire in che situazione sto, i miei genitori non credevano minimamente alla magia, io Ferobecca e Alexia siamo stati una sorpresa per loro... speravano che solo Alexia fosse una strega infatti non ci dissero mai perché nostra sorella mancava sempre, ma ora sono stati costretti e io qui mi diverto un mondo!

Mark sorrise e pensò al momento in cui lesse la sua lettera di Hogwarts e si arrabbiò con i suoi genitori per non avergli detto niente.

Tu invece? I tuoi genitori cosa hanno fatto quando hanno scoperto che eri una strega?

---
Dopo un po' la ragazza del terzo anno chiese a Mark

Tu lo sai già cosa vuoi fare da grande? Io sono tanto indecisa...

Beh... io sono uguale a mia sorella Alexia e quindi andrò a fare il Medimago al san mungo per guarire fatture e cose simili... tu perché sei indecisa?


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Messaggioda Miyabi » 30/01/2013, 12:00

[newsgoth]Scusami, ma non ho capito cosa hai detto... io conosco poche parole in giapponese... ma è molto interessante questa lingua, sono impressionato! Mi piace sentir parlare delle altre lingue dalle persone.

Miyabi non aveva quasi fatto caso all'aver pronunciato quelle parole verso il criceto Murai nella sua lingua madre, il giapponese, e quando Mark glielo fece notare gentilmente, le guance della bambina si colorarono di un rosso tenue, l'espressione imbarazzata di chi pensa di aver appena fatto una figuraccia.

Oh... m-mi dispiace... - mormorò, improvvisamente timida - Non volevo escluderti dalla conversazione con Murai, è solo che, sai... con lui solitamente parlo sempre in giapponese, quindi mi è venuto spontaneo. A casa la mia mamma mi parla in giapponese e il mio papà in inglese, quindi a volte passo da una lingua all'altra senza pensarci.

Gli raccontò la bambina, mentre con la mano continuava ad accarezzare il capo di Soren che sembrava piuttosto soddisfatto di quelle coccole, per la felicità della Grifondoro.

Tu come fai a conoscere qualche parola di giapponese?
Non è una cosa da tutti!


Esclamò subito dopo Miyabi con aria impressionata; intanto, entrambi i bambini avevano scoperto di essere Nati Babbani, quindi provenienti da due famiglie dove non scorreva del sangue magico, e toccava proprio a Mark raccontarle cosa facessero i suoi genitori nel mondo babbano.

Wow! Mia madre è un'insegnante di scuole medie tra i Babbani e mio padre è un autista di autobus. Non sono lavori davvero incredibili però... voglio farti capire in che situazione sto, i miei genitori non credevano minimamente alla magia, io Ferobecca e Alexia siamo stati una sorpresa per loro... speravano che solo Alexia fosse una strega infatti non ci dissero mai perché nostra sorella mancava sempre, ma ora sono stati costretti e io qui mi diverto un mondo!

Siete stati fortunati se ci pensi, tre fratelli e tutti e tre maghi... penso sarebbe stato peggio se uno solo di voi lo fosse stato, o se lo foste stati in due e il terzo non avesse avuto la magia dentro di sé!

Commentò Miyabi pensierosa: lei era figlia unica, quindi il problema non si era mai posto nella sua famiglia, ma se avesse avuto un fratello o una sorella e fosse stata lei l'unica maga tra i due, probabilmente in casa non si sarebbe creato un bel clima... stessa cosa se fosse stato il contrario, e la babbana fosse risultata essere lei; si sarebbe sentita sminuita, forse anche meno speciale, e questo l'avrebbe fatta soffrire molto.

Tu invece? I tuoi genitori cosa hanno fatto quando hanno scoperto che eri una strega?

Beh, all'inizio non ci potevano credere, sai?
E' stata la nostra vicina di casa, una vecchia strega molto simpatica, a spiegare loro l'esistenza della magia e di Hogwarts... anche io ero incredula,pensavo fosse tutto uno scherzo!
Non erano molto convinti a dire il vero, ma hanno lasciato a me la possibilità di scegliere cosa volessi fare, e... beh, io sono voluta subito venire a Hogwarts!


Raccontò la Grifa, ricordando con affetto quell'anziana signora che non solo aveva aperto loro gli occhi sull'esistenza della magia, ma si era anche preoccupata di accompagnare tutta la famiglia a Diagon Alley per lo shopping scolastico, altrimenti la famiglia Stevens non avrebbe saputo dove sbattere la testa.
Intanto, Miyabi aveva chiesto con curiosità al suo compagno se fosse già sicuro di ciò che voleva fare da grande, e la sua risposta in merito fu piuttosto esplicativa.

Beh... io sono uguale a mia sorella Alexia e quindi andrò a fare il Medimago al san mungo per guarire fatture e cose simili... tu perché sei indecisa?

Perché ci sono così tanti lavori belli nel mondo magico, e io non mi sento particolarmente portata in niente... - rispose la bimba, facendo spallucce - Per diventare Medimago dovrai impegnarti molto in Pozioni, Erbologia e Incantesimi se non sbaglio... sono tutte e tre materie bellissime! - aggiunse con un gran sorriso, prima di proseguire - Io ancora non lo so proprio, ma credo che al quinto anno, prima dei G.U.F.O., si faranno delle sedute di orientamento coi professori a questo proposito, magari parlandone con loro capirò qual è la mia strada!

Sempre ottimista la piccola Miyabi, sempre allegra e sorridente quando si parlava del suo futuro, perché aveva fiducia nei suoi insegnanti ed era sicura che loro l'avrebbero saputa consigliare per il meglio.
Intanto il tempo era passato, l'aria iniziava a farsi più pungente e lei aveva un po' di freddo.

Che ne dici, rientriamo dentro?

Gli propose con un sorriso amichevole, e se Mark avesse accettato allora entrambi se ne sarebbero potuti andare in sala comune a scaldarsi un po' davanti al camino.[/newsgoth]
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Messaggioda Mark » 30/01/2013, 15:25

Non volevo escluderti dalla conversazione con Murai, è solo che, sai... con lui solitamente parlo sempre in giapponese, quindi mi è venuto spontaneo. A casa la mia mamma mi parla in giapponese e il mio papà in inglese, quindi a volte passo da una lingua all'altra senza pensarci.

Mark era interessato della vita che faceva Miyabi. A lui sarebbe piaciuto parlare il giapponese, conosceva poche parole che gli aveva insegnato il suo compagno di scuola alle elementari che veniva dal Giappone.

Poi rispose alla ragazza

Oh, scusami tu! Non sapevo che tu sapessi parlare due lingue come se fosse una cosa normale, sei fortunata perché non è da tutti sapere più lingue in modo normale!

Il Grifo rispose alla Grifa con un po' di imbarazzo. Poi Miyabi chiese a Mark

Siete stati fortunati se ci pensi, tre fratelli e tutti e tre maghi... penso sarebbe stato peggio se uno solo di voi lo fosse stato, o se lo foste stati in due e il terzo non avesse avuto la magia dentro di sé!

Hai davvero ragione! Io non so cosa avrei fatto se fossi stato l'unico dei tre ad essere un Babbano, non che non lo sia per metà!

Infatti Mark era Babbano di nascita come aveva detto prima ed era ovvio che dentro di lui ci fosse qualcosa di non magico, ma se era un mago era sicuro di essere bravo con gli incantesimi! Non avrebbe avuto problemi...

Poi la ragazza rispose a Mark che un attimo prima gli aveva chiesto cosa aveva fatto quando aveva scoperto di essere una strega

Beh, all'inizio non ci potevano credere, sai?
E' stata la nostra vicina di casa, una vecchia strega molto simpatica, a spiegare loro l'esistenza della magia e di Hogwarts... anche io ero incredula,pensavo fosse tutto uno scherzo!
Non erano molto convinti a dire il vero, ma hanno lasciato a me la possibilità di scegliere cosa volessi fare, e... beh, io sono voluta subito venire a Hogwarts!


Non potevi avere dubbi su questo, era ovvio che sceglievi di venire qui, in questo mondo stratosferico nascosto agli occhi Babbani... da piccolo io speravo di avere dei poteri incredibili, e a volte mi succedeva di far capitare cose strane, come aver fatto distruggere in mille pezzi la mia TV

Quel pensiero lo fece arrossire molto. Che imbarazzo pensare che i suoi genitori non sapevano cosa pensare quando lui si arrabbiò con sua sorella e un attimo dopo la sua TV era.... era.... beh, non ne era rimasto più niente!

Poi Mark gli chiese perché era indecisa sul lavoro che avrebbe fatto dopo Hogwarts e la ragazza spegò che c'erano molti lavori magici belli.
PoiMiyabi aggiunse

Io ancora non lo so proprio, ma credo che al quinto anno, prima dei G.U.F.O., si faranno delle sedute di orientamento coi professori a questo proposito, magari parlandone con loro capirò qual è la mia strada!

Ah davvero? Grazie per avermi dato questa informazione, la terrò presente così almeno saprò cosa dire alle professoresse riguardo al mio futuro!

Il Grifo era sollevato. Anche se sapeva già cosa fare gli sarebbe piaciuto sapere cosa ne pensavano i professori al quinto anno così almeno era sicuro di aver fatto la scelta giusta!

Poi la sua compagna di casata gli disse

Che ne dici, rientriamo dentro?

Mark pensò che era un'ottima idea e rispose

Certo! Entriamo... Dai Soren, non ti lamentare!

Il gufo sembrava scontento. Ma dopo averlo convinto i due Grifondoro andarono dentro per parlare al calduccio, e si affrettarono ad arrivare in Sala Comune.
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Messaggioda Ariel » 20/04/2013, 13:56

[tahoma]
[Giovedì - ore 15.32]


Quanta gente in giro per il Castello.
Sorrideva, Ariel, con occhi vispi mentre studiava l'andirivieni che le passava sotto il naso, seduta su un muricciolo di pietra al portico.


Immagine


Sospirò appena, abbassando lo sguardo sugli spartiti che teneva posati sulle ginocchia: la Vireau le aveva dato un sacco di canzoni da cantare, da provare in vista della sfida amichevole con la Cyprus e la Musashi, ma al tempo stesso le aveva detto di non essere sicura di volerla schierare nella sfida, preferendo forse tenerla come asso nella manica; nel dubbio, comunque, alla Jiménez toccava studiare e studiare, per farsi trovare pronta nel caso ce ne fosse stato bisogno.
Inutile dire che la situazione l'agitava un poco, pensare di essere colei che poteva fare la differenza tra una vittoria ed un'amara sconfitta, beh, sì, di agitazione ne metteva parecchia.
Oltretutto, alcune canzoni non le riuscivano proprio benissimo: non che stonasse o altro, l'intonazione e l'esecuzione tecnica erano perfette... ma dal punto di vista interpretativo, lì sì che di problemi ce n'erano e manco pochi... già, ma a chi chiedere aiuto? Non era in confidenza con nessuno dei Musicanti di Hogwarts, e Vergil... beh, lui non l'avrebbe mai contattato di certo.

E poi sarà super impegnato coi M.A.G.O. come Alexis, come potrei mai disturbarlo con una cavolata del genere? Non può insegnarmi ad interpretare una canzone, devo trovare il modo e riuscirci da sola... sì, più facile a dirsi che a farsi però! Finirò per fare una pessima figura di fronte alla professoressa Vireau, ai miei compagni e anche a quelli della Cyprus e della Musashi, ecco come finirà, e sarà solo colpa mia!

No, decisamente non era un bel momento per la Grifondoro dal sorriso solitamente presente sul suo viso, che ora invece presentava un'espressione insicura e corrucciata.

Spoiler:
Zephyr
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Messaggioda Zephyr » 26/04/2013, 15:10

[newsgoth]
Giovedì - Ore 15:28


Uscire con il sole sarebbe stato un azzardo.
Non che a lui desse particolare fastidio, no, quello no, ma comunque, lo avrebbe infastidito.
Uscito dalla propria Sala Comune, guardò le scale e tutto il Castello con un'aria seria ma dentro di se, turbata, torva.
Tante mura, oscurità si, ma quella che può essere prodotta da un luogo chiuso.
Lui odiava sentirsi compresso, sentirsi bloccato e impossibilitato ad andare dove voleva.
Avrebbe voluto appartenere ad ogni casata possibile solo per entrare ovunque senza limitazioni.
La libertà, un qualcosa che gli era stato precluso per troppo tempo, fin da bambino, e che adesso richiedeva in modo spasmodico.
Non era lo stesso per la collega della Setta, Melia Herbert, ma lei non era come lui, lei non percepiva limitazione ma divertimento.
Ma non era un problema, non quello, poiché tutti al mondo erano diversi, tutti al mondo avevano sfaccettature tutte personali, e questo a lui piaceva, curioso di ciò che la vita poteva offrire ad ogni soggetto e come in esso si radicava diventandone parte integrante e pulsante.

Voglio uscire.


Un imperativo rivolto a se stesso, una richiesta quasi simile ad una supplica del suo spirito (se ne possedeva uno) al suo corpo.
Scese le scale, camminando con tranquillità, come sempre del resto, mentre ogni tanto incrociava lo sguardo di qualche altro studente, non curandosi troppo di occhiate gentili, curiose, inquiete o paranoiche che gli venivano rivolte.
Arrivato nei pressi del portone del portico, notò che come sempre, in vista della giornata ancora fuori dal coprifuoco, esso era aperto.
Osservare subito l'orizzonte lontano, così infinito e impreciso nei lineamenti perché troppo distante per essere visto in maniera nitida, fece pervadere la sua schiena e la sua pelle di piacevoli brividi, mentre con sommo piacere, constatava che qualche nuvola occupava il cielo, evitando che il sole lo infastidisse troppo nella sua passeggiata pomeridiana solitaria.
Qualche passo in avanti, e nulla che potesse cogliere maggiormente la sua attenzione, se non, un suono appena udibile dalle sue capacità soprannaturali, il suono di un respiro più accelerato, nervoso forse, comunque, non regolare.
Non mosse la testa, non ce n'era bisogno, soltanto, le iridi si spostarono sulla destra, inidivuando una figura da lui ben conosciuta.
Era proprio... Il suo giocattolo, o almeno, quello che più somigliava per lui ad esso.
Non sorrise, piuttosto, affinò la vista per scorgere sul candido volto di Ariel Jimenéz una nota di tristezza o magari... Preoccupazione.
Il vestiario indossato da lei era sobrio, un sobrio che a Zephyr Kenway piaceva.
Il suo, d'altra parte, non si discostava molto dal solito: camicia rosso bordeaux, giacca di pelle nera, jeans neri e scarponi da trekking scuri.
Non aveva in programma di parlare con qualcuno, assolutamente no, ma in quel caso, visto che era il suo giocattolo, avrebbe fatto una eccezione.
Non si preoccupò se la Prefetta di Grifondoro sentì o meno il suo giungerle davanti, attese in ogni caso di esserle abbastanza vicino da non sforzarsi troppo per parlare e cogliere la di lei attenzione; il suo tono era tranquillo, appena basso, vagamente curioso.
Occhi rosso rubino che si specchiarono in quelli verde scintillante della giovane latina.

Qualcosa non va?


Se ne stava lì, con le mani nelle tasche, deglutendo leggermente una minima quantità di saliva, per poi bagnare le labbra, aspettando che ella rispondesse, soffermandosi di tanto in tanto sul piccolo tintinnio che il fiocco di neve nel suo animo emetteva quasi in un solletico gentile, donatogli dalla "dama dei ghiacci" appena un paio di settimane prima.[/newsgoth]
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Messaggioda Ariel » 27/04/2013, 15:03

[tahoma]
Forse la professoressa Vireau si aspetta che io vada da lei a chiederle consiglio, ma visto cosa sia successo ultimamente forse è meglio non disturbarla, figuriamoci se possa avere del tempo da perdere con me!
Però così si ritorna al fatto che devo cavarmela da sola, e non sono sicura di farcela, sono maledettamente difficili queste canzoni da interpretare, uffi!!


Lo sproloquio mentale della Grifondoro proseguiva, facendo ipotesi e confutandole subito dopo, come se dentro di lei ci fossero due entità diverse che si scontravano, una più ottimista e l'altra invece decisamente pessimista e nera, nera come la tragica figura che avrebbe fatto di fronte agli altri cori, se avesse continuato su quella strada.

Qualcosa non va?

Quella voce la fece sobbalzare leggermente, perché era stata talmente presa nei suoi discorsi mentali da non accorgersi che qualcuno le si era avvicinato: e non un qualcuno qualsiasi, bensì il Prefetto di Corvonero, Zephyr, il ragazzo dagli occhi rossi e il comportamento schivo e misterioso che, l'ultima volta, l'aveva messa non poco messa in difficoltà parlando di Vergil, dei cambiamenti fatti per chi ci piace, e cose del genere.
Eppure non riuscì a non sorridergli nel trovarselo accanto, perché le faceva piacere vederlo e perché, in fondo, era difficile che lei perdesse la sua vena solare, in compagnia altrui.

Ciao Zephyr!

Esclamò infatti, spostandosi appena di lato sul muricciolo così da fargli comprendere che, se voleva, poteva sederle accanto e farle un po' di compagnia.

Non è che ci sia proprio qualcosa che non vada... - aggiunse, abbassando lo sguardo sugli spartiti ed accarezzandoli lentamente - E' che devo riuscire a dare un'interpretazione a queste canzoni in vista dell'amichevole contro la Cyprus e la Musashi, e non so se ne sono in grado...

Ammise, mordicchiandosi leggermente il labbro senza alzare gli occhi su di lui: prese un bel respiro, il cuore che batteva più forte al pensiero di una possibile figuraccia, ma tentò di scacciare quei pensieri dalla mente per tornare sul Corvonero e potergli fare almeno un piccolo sorriso.

E tu, invece, stai bene?
Credo sia una delle prime volte che ti vedo in giro per il Castello... ma mi fa piacere averti incontrato!


Aggiunse la Grifondoro, tentando di mettere da parte almeno per alcuni istanti i problemi legati agli spartiti così da poter chiacchierare meglio con Zephyr: d'altronde, l'ultima cosa che avrebbe voluto era annoiarlo a morte coi suoi dilemmi sull'interpretazione, invece che passare del tempo piacevole con lui.
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Messaggioda Zephyr » 27/04/2013, 23:11

[newsgoth]
Ciao Zephyr!


Cambiò improvvisamente espressione, tornando nuovamente serena, solare, gentile e... Dolce.
Zephyr assottigliò lo sguardo, fissandola più interessato, stupito magari, in se, di quanto fosse capace la ragazza di nascondere all'attimo le emozioni in modo da non... Appesantire lo stato d'animo altrui.
Molta differenza sicuramente dalla docente di Divinazione, la quale invece preferiva nascondere nel silenzio e nella serietà le proprie emozioni anziché nel sorriso e nell'espressione della gioia incondizionata.
Le persone sapevano essere tutte così diverse, tutte così particolari e tutte così capaci a loro modo di rappresentare un mondo a se.
Il vampiro residente nel suo animo avvolto dalla neve ebbe un sussulto di ammirazione per quella razza, quella specie così fornita di sfaccettature e mutazioni dell'animo da far quasi pensare di non essere davvero tutti uguali, tutti della stessa famiglia.
La verità invece, era che di quella famiglia soltanto lui non ne faceva parte, lui come anche Melia, ma per lei questo non era un problema.
Non disse una parole o mutò il suo sguardo più interrogativo, aspettando che ella, Ariel Jiménez, proseguisse, e infatti, così fu.

Non è che ci sia proprio qualcosa che non vada... E' che devo riuscire a dare un'interpretazione a queste canzoni in vista dell'amichevole contro la Cyprus e la Musashi, e non so se ne sono in grado...


L'udito del Prefetto non poteva sbagliarsi, Ariel aveva una grande paura, un desiderio dentro di se di non fare pessime figure, e questo lo si poteva intuire dal battito cardiaco così tanto forte e potente che le tamburava in petto.
[Sesto Senso = 17]
Comprensibile, d'altronde, pur avendo sentito molto poco per via del suo scarso interesse, pareva che la scuola americana fosse la più forte e detentrice del titolo di migliore da diversi anni, insomma, un avversario temibile che metteva in soggezione la giovane Grifondoro.
Non un filo di vento e la temperatura era di aiuto, per questo la ragazza non portava con se il giacchetto, permettendo a Kenway di osservare con aria pacata e sfacciata i contorni delle braccia, della pelle, delle forme di lei, avvicinandosi un poco di più, posando la mano sinistra sul muricciolo.

E tu, invece, stai bene?
Credo sia una delle prime volte che ti vedo in giro per il Castello... ma mi fa piacere averti incontrato!


Il viso si spostò e gli occhi rosso rubino incontrarono ancora una volta l'orizzonte lontano, rimanendone in contemplazione per diversi secondi.
Non rispose alla domanda della ragazza del coro per un po', forse perché stava riflettendo su altro, con il suo solito fare molto criptico e distaccato.
Mano che ferma permeava su quel muricciolo, bianca, forse troppo, quasi sembrasse quella di un defunto, anche per il freddo che trasmetteva.
Lui in effetti, ad un defunto in una buona parte ci somigliava, un dettaglio che però non comunicava a gran voce proprio a tutti.
Dopo circa un sesto di minuto, il volto tornò a dare attenzione alla Jiménez, sbattendo le palpebre un paio di volte, inspirando silenzioso e cauto.

Perché non ti eserciti su una canzone che raccolga le tue sensazioni reali del momento?
Potrebbe risultare più semplice e farti avvicinare nel contempo all'apprendere come trasmettere altri input con altri brani.


Ancora qualche attimo di pausa, un soffio di zefiro portò una ciocca di capelli avanti all'occhio destro, la destra provvide subito a spostarla in un gesto lento, morbido, calcolato e appena distratto. Occhi ancora intensi e persi nei suoi.

Io sto bene.
Grazie.
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Messaggioda Ariel » 28/04/2013, 14:53

Io sto bene.
Grazie.


Sorrise a quelle parole, anche se probabilmente, anche che fosse stato male, il ragazzo di certo non sarebbe andato a dirlo a lei, visto che erano come due estranei;
Il fatto che poi Zephyr non avesse risposto subito alle successive parole di Ariel avrebbe potuto infastidire chiunque, ma non lei; no, la Grifondoro difficilmente si spazientiva per queste cose, e non si smentì nemmeno in quel caso, lasciando al Corvonero tutto il tempo del mondo per riordinare le idee e risponderle. Lei, dal canto suo, passava lo sguardo dal suo viso, da quegli occhi rubei, alla mano che si era posata sul muricciolo, come fosse un'anticipazione del suo corpo che, per il momento, ancora preferiva rimanersene in piedi.

Perché non ti eserciti su una canzone che raccolga le tue sensazioni reali del momento?
Potrebbe risultare più semplice e farti avvicinare nel contempo all'apprendere come trasmettere altri input con altri brani.


Una canzone... che esprima ciò che provo adesso?

Ripeté lentamente, come non avesse capito, fissando l'altro e i suoi movimenti, quei capelli a coprirgli gli occhi e la mano che, distrattamente, li andava a spostare nella posizione originale.
Poi, lo sguardo si abbassò, fissando i vari spartiti: ce n'era almeno uno che rispecchiasse il suo modo di essere e di sentirsi al momento?

Beh, ce ne sarebbe una...

Mormorò poco dopo, posando lo sguardo su uno spartito particolare, dal titolo "Wide Awake": si mordicchiò il labbro per un paio di secondi, prendendo poi quello stesso spartito tra le dita per passarlo a lui delicatamente, cosicché, se avesse voluto, avrebbe potuto leggerne le parole.


I’m wide awake (Sono sveglia)
I’m wide awake (Sono sveglia)

I’m wide awake (Sono sveglia)
Yeah, I was in the dark (Sì, ero al buio)
I was falling hard (Stavo cadendo giù)
With an open heart (Con il cuore aperto)
I’m wide awake (Sono sveglia)
How did I read the stars so wrong (Come ho fatto a leggere le stelle così male)

I’m wide awake (Sono sveglia)

And now it’s clear to me (Ed ora è chiaro)
That everything you see (Che tutto ciò che vedi)
Ain’t always what it seems (Non sempre è ciò che sembra)
I’m wide awake (Sono sveglia)
Yeah, I was dreaming for so long (Sì, ho sognato per così tanto tempo)

(Pre-Chorus)
I wish I knew then (Vorrei aver saputo allora)
What I know now (Quello che so adesso)
Wouldn’t dive in (Non mi sarei immersa)
Wouldn’t bow down (Non mi sarei inchinata)
Gravity hurts (La gravità fa male)
You made it so sweet (L’hai resa così facile)
Till I woke up on (Fino a quando mi sono svegliata)
On the concrete (Sul cemento)

(Chorus)
Falling from cloud 9 (Sono caduta dal settimo cielo)
Crashing from the high (Sto precipitando dall’alto)
I’m letting go tonight (Mi sto lasciando andare stasera)
(Yeah I’m) Falling from cloud 9 ((Si, sto) cadendo dal settimo cielo)

I’m wide awake (Sono sveglia)
Not losing any sleep (Non perdo il sonno)
Picked up every piece (Ho raccolto ogni pezzo)
And landed on my feet (E sono atterrata in piedi)
I’m wide awake (Sono sveglia)
Need nothing to complete myself – nooohooo (Non ho bisogno di niente per completare me stesso – nooohooo)
I’m wide awake (Sono sveglia)
Yeah, I am born again (Sì, sono nata di nuovo)
Outta the lion’s den (Fuori dalla fossa dei leoni)
I don’t have to pretend (Non devo far finta)
And it’s too late (Ed è troppo tardi)
The story’s over now, the end (La storia è finita adesso, è la fine)

(Pre-Chorus)
I wish I knew then (Vorrei aver saputo allora)
What I know now (Quello che so adesso)
Wouldn’t dive in (Non mi sarei immersa)
Wouldn’t bow down (Non mi sarei inchinata)
Gravity hurts (La gravità fa male)
You made it so sweet (L’hai resa così facile)
Till I woke up on (Fino a quando mi sono svegliata)
On the concrete (Sul cemento)

(Chorus)
Falling from cloud 9 (Sono caduta dal settimo cielo)
Crashing from the high (Sto precipitando dall’alto)
I’m letting go tonight (Mi sto lasciando andare stasera)
(Yeah I’m) Falling from cloud 9 ((Si, sto) cadendo dal settimo cielo)

Thunder rumbling (Rombo di tuono)
Castles crumbling (Castelli in rovina)
I am trying to hold on (Sto cercando di resistere)
God knows that I tried (Dio sa che ho provato)
Seeing the bright side (A vedere il lato positivo)
But I’m not blind anymore… (Ma non sono più cieca…)
I’m wide awake (Sono sveglia)
I’m wide awake (Sono sveglia)

(Chorus)
Yeah, I'm falling from cloud 9 (Sì, sono caduta dal settimo cielo)
Crashing from the high (Sto precipitando dall’alto)
I’m letting go tonight (Mi sto lasciando andare stasera)
(Yeah I’m) Falling from cloud 9 ((Si, sto) cadendo dal settimo cielo)

I’m wide awake (Sono sveglia)
I’m wide awake (Sono sveglia)
I’m wide awake (Sono sveglia)
I’m wide awake (Sono sveglia)
I’m wide awake (Sono sveglia)


Gli lasciò il tempo di leggere tutto lo spartito senza fretta alcuna, limitandosi a fissare di fronte a sé il viavai degli studenti che entravano ed uscivano, a gruppi o in coppia dal Castello.

Se dovessi scegliere una canzone da interpretare ora, sceglierei quella, ma... - commentò la Grifetta, un piccolo sorriso triste sulle sue labbra ed il capo che si abbassava così da far posare lo sguardo sul pavimento - ... per mia sfortuna, trovo sia anche una delle più difficili. Il che significa che farò fare una brutta figura al coro, ed è una cosa che proprio non mi va di accettare!
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