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Messaggioda Lindë » 12/06/2012, 15:08

L'impacco era finalmente pronto: dispose quella sorta di pasta verde scura su teli di lino, che applicò poi con cura su tutta la parte ustionata del corpo della Samyliak.
Se aveva fatto bene il suo dovere, ed era sicura che fosse così, l'effetto avrebbe iniziato a darle beneficio di lì a pochi minuti, alleviando il suo dolore in modo tale da renderla più lucida e magari anche in grado di svegliarsi.
Nel tempo che trascorse, Lindë si preoccupò anche degli altri feriti, disposti lontani l'uno dall'altra: cambiò la fasciatura alla mano della Moreau, fece prendere dell'altra Pozione Ricostituente a Stone, e bagnò la fronte della Vireau con delle pezze pulite, fresche e bagnate con un infuso di fiori. Forse, dopo Tisifone, era lei quella che la preoccupava di più visto che non riusciva a riprendere un colorito normale al momento, rimanendo pallida ed inerme.

Aiu…to….

Il mormorio della docente di Divinazione fece muovere velocemente Lindë fino al suo letto: sembrava leggermente più lucida di prima, merito degli impacchi di sicuro. Le sentì la fronte per cogliere principi di sintomi febbrili, quando due parole pronunciate dalla donna a fatica la colpirono.

Zen…ze…ro… can..nel…la…

Zenzero e cannella.
Lindë li aveva usati a volte per qualche suo preparato, ma non aveva mai sentito nessuno cercarli.
Non perse tempo comunque, andando a cercare nelle sue scorte personali: trovate le due spezie, iniziò a preparare una sorta di unguento applicabile sulla pelle mescolando i due ingredienti con altri di sua personale coltivazione sconosciuti ai più.

Professoressa Vilvarin...

Non si era accorta della presenza di Lucas fino a che lui non la chiamò, avvicinandosi al suo banco da lavoro. Incredibile, erano passate sì e no tre ore e lui era di nuovo lì. Doveva tenerci veramente a lei.

... come sta? Cosa posso fare?

Le sue condizioni sono gravi, professor Turner, esattamente come tre ore fa quando ha lasciato l'Infermeria - rispose Lindë, come sempre senza alcuna inflessione particolare nella voce. Tuttavia dall'incontro con Sandyon qualcosa era cambiato, se lo sentiva dentro, e probabilmente qualcuno l'avrebbe percepito anche all'esterno - Le ho applicato degli impacchi lenitivi sulle gambe e alla base della schiena, ora invece sto preparando un unguento con degli ingredienti particolari che spero possano calmarla. Se vuole essere d'aiuto, le stia vicino e cerchi di parlarle così da spingerla a svegliarsi.

Non perse troppo tempo in convenevoli, ma almeno spiegò cosa avesse fatto e come avesse intenzione di procedere.
Se Turner si fosse messo quindi a parlare con lei, magari a chiamarla per nome, Lindë avrebbe portato avanti il suo lavoro e concluso velocemente l'unguento così che, circa mezz'ora dopo, avrebbe potuto applicarlo con l'aiuto del docente sul petto della donna.
Fu un'operazione delicata visto che dovettero girare il corpo di Tisifone quel tanto che bastava per permettere alla Vilvarin di spalmare la pomata sulla pelle di lei, pomata che si assorbì all'istante: a quel punto poterono poggiarla nuovamente sul letto con delicatezza, ed aspettare.

Torno dagli altri pazienti, lei rimanga qui e continui a parlare con lei.
Vedrà che almeno il dolore passerà presto.


Tentò di rassicurarlo come poteva, perché anche se il dolore se ne fosse andato lei comunque non si sarebbe potuta muovere.
Ma, Lindë ne era convinta, avrebbero trovato una soluzione anche per quello.
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Messaggioda Tisifone » 12/06/2012, 17:26

Qualcosa, che poi si sarebbe rivelato essere l’unguento che la Professoressa Vilvarin le aveva applicato sulla parte ustionata del corpo, aveva leggermente attenuato il dolore che la stava travolgendo, donandole la lucidità necessaria per formulare la sua strana richiesta d’aiuto ma senza essere capace di risvegliarla del tutto. Aveva bisogno di altro per trascinarsi fuori da quella sorta di stato catatonico autoindotto, in cui era sprofondata per cercare rifugio non dalla dura realtà, come era accaduto quando era piccola, ma dal senso di colpa che aleggiava su di lei come un enorme avvoltoio pronto a cibarsi del suo orgoglio e della sua autostima una volta che fosse tornata in sé.
I rumori e gli odori, le arrivavano ovattati, come se il suo cervello avesse attivato una sorta di filtro che le impediva di rendersi conto anche semplicemente di dove si trovava. Di una sola cosa era certa, quello non era il Manor e la persona che stava trafficando in silenzio intorno a lei non era nessuno dei sui padrini.

Chissà dove sono…

Un pensiero coerente, il primo da quando era svenuta, ma generico, che poteva essere riferito sia a se stessa che ai due uomini che l’aveva cresciuta dopo la disgrazia.

Professoressa Vilvarin come sta? Cosa posso fare?

Le sue condizioni sono gravi, professor Turner, esattamente come tre ore fa quando ha lasciato l'Infermeria. Le ho applicato degli impacchi lenitivi sulle gambe e alla base della schiena, ora invece sto preparando un unguento con degli ingredienti particolari che spero possano calmarla. Se vuole essere d'aiuto, le stia vicino e cerchi di parlarle così da spingerla a svegliarsi.

In lontananza delle voci ruppero il silenzio della stanza in cui si trovava, voci che avrebbe dovuto riconoscere, parole che avrebbero dovuto tranquillizzarla ma che non riuscivano ancora a far presa su di lei.

Ahh… ahhhhh…

Gemette di dolore, quando avvertì qualcuno spostare il suo corpo, nonostante la delicatezza dei gesti, trattenendo il fiato come se il solo respirare potesse acuire le sue sofferenze. Non appena la pomata venne spalmata sul suo petto, Tisifone avvertì una sensazione di piacevole gelo farsi strada lungo i suoi muscoli avvolgendo le fiamme che ancora sentiva bruciare le sue carni, donandole un senso di sollievo via via sempre maggiore. Contemporaneamente un lieve odore di zenzero e cannella si diffuse nell’aria e le solleticò le narici.

Coff coff coff… ahhh…humm.. ahhh…

Colpi di tosse le scossero il corpo, strappandole altri lamenti, quando provò a respirare a pieni polmoni quell’odore così familiare, come se volesse mangiare tutta l’aria che la circondava, simile a un drogato in crisi di astinenza. Con un notevole sforzo riuscì a costringersi a rallentare il respiro, mentre il suo essere, avvolgendosi intorno a quell’aroma come se fosse una corazza, riemergeva in superficie, facendole riacquistare consapevolezza se non proprio del luogo in cui si trovava almeno di sé. E quello che ricordò la gettò nella disperazione più nera, perché il corpo che si stava contorcendo dal dolore non era quello acerbo di una undicenne paralizzata dal terrore, ma apparteneva a una donna di trentacinque anni che non riusciva ancora una volta ad accettare le conseguenze delle sue scelte.

Non…è… possibile… - Mormorò scuotendo la testa e rendendosi conto di essere sdraiata supina su un letto – Non… di…. ahhi…


Il tentativo di muovere le braccia le strappò un gemito di dolore che le strozzò in gola la frase che voleva pronunciare, mentre il secondo, mirante a muovere le gambe, ebbe l’unico effetto di farle comprendere che certi movimenti le erano preclusi, forse solo momentaneamente, forse per sempre.


Spoiler:
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Ultima modifica di Tisifone il 12/06/2012, 18:11, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Lucas » 12/06/2012, 17:46

Sapeva bene come la donna non amasse essere disturbata, lo comprendeva perfettamente: era una persona solitaria già di suo, questo aveva compreso di lei, e in ogni caso era normale volere un po' di pace e di silenzio in un luogo di degenza come l'Infermeria; tuttavia non era riuscito a trattenersi, a chiedere a Lindë quali fossero le condizioni di Tisifone, se ci fossero miglioramenti o peggioramenti, novità insomma sulle sue condizioni di salute.

Le sue condizioni sono gravi, professor Turner, esattamente come tre ore fa quando ha lasciato l'Infermeria.

Avrebbe potuto considerarla una frecciatina, Lucas, se non fosse stato per il fatto che nella voce della donna non c'erano state inflessioni particolari, di scherno o di sarcasmo. Annuì, abbassando appena lo sguardo sapendo di non potersi aspettare altro dalla docente, quando lei lo sorprese parlando ancora.

Le ho applicato degli impacchi lenitivi sulle gambe e alla base della schiena, ora invece sto preparando un unguento con degli ingredienti particolari che spero possano calmarla. Se vuole essere d'aiuto, le stia vicino e cerchi di parlarle così da spingerla a svegliarsi.

Naturalmente.
La ringrazio molto.


Lucas si andò subito a posizionare accanto a Tisifone, inginocchiandosi al suo fianco per accarezzarle il capo con estrema delicatezza: era davvero grato alla professoressa Vilvarin, non solo per il suo aiuto ma anche per averlo messo al corrente del suo agire; in fondo, essendo lei l'esperta, non era tenuta a farlo.

Tisifone... sono Lucas... mi senti?
Mi hai fatto prendere uno spavento incredibile, lo sai? Se avevi voglia di avventura potevamo giocare una partita di Quidditch contro la coppia Ricciardi-Ayed, almeno ti saresti divertita invece di lanciarti in mezzo ad un incendio...


Le parlava con tono forzatamente leggero, ma si leggeva nei suoi occhi tutta la preoccupazione che provava per la sua condizione: quando Lindë gli chiese aiuto per spalmare una pomata scura sul petto di Tisifone, l'uomo non se lo fece ripetere due volte, sperando che lei non provasse troppo dolore col movimento.

Ahh… ahhhhh…

Mi dispiace, so che fa male... resisti, vedrai che adesso andrà meglio...

Le sussurrò all'orecchio, continuando ad accarezzarle i capelli con dolcezza mentre la osservava respirare a pieni polmoni, come se quella pomata fosse fatta di ossigeno puro per lei, con l'unico risultato d'iniziare a tossire per il troppo sforzo.

Coff coff coff… ahhh…humm.. ahhh…

Piano Tisifone, così non ti fai del bene.
Respira piano, forza...


Cercava di aiutarla come poteva Lucas, ma era evidente che c'era ben poco che potesse fare se non starle accanto, accarezzarle i capelli e parlarle dolcemente all'orecchio. Forse l'aveva sentito, forse no, fatto stava che la donna prese a respirare più tranquilla, e quando ebbe riacquistato abbastanza lucidità tentò di muoversi con risultati disastrosi.

Non…è… possibile…
Non… di…. ahhi…


Tisifone!
Devi stare ferma, non ti puoi muovere al momento!


La rimproverò quasi l'uomo, chiedendosi come fare per farla stare buona visto che lei sembrava decisa quasi a farsi del male da sola con tutti quei movimenti.

Se mi senti... ascoltami.
La professoressa Vilvarin si sta prendendo cura di te, ma tu non devi fare movimenti bruschi, cerca di stare ferma più che puoi... d'accordo?
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Messaggioda Tisifone » 12/06/2012, 18:41

Tisifone!

La prima cosa che avvertì del mondo circostante fu il suo nome pronunciato con un misto di apprensione e rimprovero dalla voce di Lucas, seguito da un calore familiare e piacevole tra i suoi capelli che nulla aveva a che fare con quello ustionante che percepiva in lontananza. Per una frazione di secondo si illuse che tutto era stato solo un enorme e terrificante incubo prodotto dal suo subconscio che aveva mescolato insieme le sue vicende personali con le notizie degli avvistamenti di cui aveva letto sulla Gazzetta del Profeta. Per quanto l’idea di Lucas accanto a lei, nella sua camera da letto, allo stato delle cose fosse troppo ottimistica e poco coerente, fu un’altra fitta, più leggera rispetto a quelle che l’avevano torturato fino a quel momento ma non per questo meno dolorosa, a riportarla con i piedi per terra, soffocando sul nascere il senso di sollievo che stava nascendo in lei.

Devi stare ferma, non ti puoi muovere al momento!

Ma va? E io che pensavo di essermi solo dimenticata come si fa a coordinare gambe e braccia.

La risposta sarcastica e acida venne pronunciata solo nella sua mente, non perché non avesse il coraggio di pronunciarla ad alta voce, dopotutto lo aveva preavvertito che il suo dolcissimo carattere non sarebbe scomparso all’improvviso, ma in quanto già il solo pensare le costava ancora una fatica immane. L’unica nota positiva era che stava tornando a essere progressivamente se stessa e a comprendere cosa le accadeva intorno: ora non restava che sincerarsi dove fosse quell’intorno e riuscire a interagire di nuovo con esso.

Se mi senti... ascoltami.
La professoressa Vilvarin si sta prendendo cura di te, ma tu non devi fare movimenti bruschi, cerca di stare ferma più che puoi... d'accordo?


La voce di Lucas le venne di nuovo in soccorso, fugando definitivamente uno dei numerosi dubbi che affollavano la sua mente: si trovava a Hogwarts, nell’Infermeria per la precisione, e questo spiegava perché non avesse avvertito l’odore di Asher, come sarebbe accaduto se fosse stata ricoverata al San Mungo.

Non dargli retta… Lui non è reale…lasciati andare…

Alcuni scampoli della sua parte oscura, nel tentativo di non essere messa del tutto a tacere, cercavano di convincerla che ad essere irreale non era il limbo da cui stava uscendo, ma bensì la voce di Lucas che la chiamava. Per quanto fosse abbastanza certa che lui fosse reale, Tisifone aveva bisogno di una prova e per averla doveva aprire gli occhi e svegliarsi del tutto. Fece dei respiri piccoli e brevi, memore dei colpi di tosse precedenti, e con una lentezza esasperante socchiuse gli occhi ma vide solo il pavimento bianco sotto di lei.

Supina… giusto…

Si disse, mentre il pulsare sordo delle carni sulle gambe e la base della schiena le ricordava che qualsiasi altra posizione avrebbe significato atroci dolori. Trattenne il respiro mentre lentamente voltava la testa in direzione della voce del Tassorosso, la spina dorsale che le urlava improperi contro a ogni millimetri guadagnato. Espirò e inspirò sempre lentamente mentre sollevava lo sguardo fino a incrociare gli occhi celesti di Lucas e il suo adorabile sorriso sghembo.

Tu … reale … loro … mentono...

Disse con un tono di voce che non lasciava trasparire altro che stanchezza e sofferenza, constatando qualcosa che per lui poteva sembrare assurda. Se era contenta di vederlo di certo non lo dava a vedere.

Acqua.

Fu la seconda parola che pronunciò, passandosi la lingua secca sulle labbra screpolate.

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Messaggioda Lindë » 12/06/2012, 20:17

Si era occupata degli altri, intanto.
Stone dormiva ancora ma era evidente che stesse bene: quello stesso pomeriggio l'avrebbe potuto congedare.
La Moreau sembrava più sofferente, sicuramente colpa della mano, ma anche lei dormiva piuttosto serena.
La Vireau... dormiva, sì, ma con quel pallore mortale che per Lindë era da tenere sott'occhio: se per quella sera non si fosse ripresa un po', o svegliata, avrebbe avvertito la Preside.

Vorrei tanto sapere cosa li ha ridotti così.

Non era semplice curiosità, la sua. Era apprensione.
Ovviamente l'incendio non si era propagato da solo, ma un conto era distruggere la Foresta Proibita ed un altro era mettere fuori gioco quattro professori esperti.
Sentiva da lontano Turner, che parlava con la Samyliak, ma non li disturbò per il momento mentre si occupava degli altri tre. Fu soltanto quando, voltandosi, vide che Lucas la guardava che si avvicinò a lui e a Tisifone.

Come si sente?

Acqua.

Lindë annuì, allontanandosi un momento per poi tornare con un bicchiere d'acqua fresca, porgendolo all'uomo inginocchiato accanto alla ferita così da permettergli di darle lui da bere.

Le sue gambe non sono messe bene, professoressa Samyliak.
Fortunatamente per lei, io posso rimettergliele velocemente in sesto.


Le disse una volta che ebbe bevuto, assicurandosi che fosse molto più lucida di quanto non fosse stata fino a quel momento: aveva bisogno che l'ascoltasse, non voleva fare le cose a caso.

La cosa sgradevole, è che usando una delle mie Pozioni personali, per quanto potrebbe dimezzare il suo tempo di degenza qui in Infermeria, sentirà parecchio dolore. Se non le va, procederemo col metodo classico, ma ci potrebbe volere molto, molto più tempo.
A lei la scelta.


Molto più gentile del solito, indubbiamente.
Turner forse non l'avrebbe colta la differenza, non avevano mai parlato direttamente.
La Samyliak sì, ma non aveva importanza: l'unica cosa che a Lindë premeva sapere era come dover procedere con lei.
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Messaggioda Lucas » 12/06/2012, 20:34

Il fatto che Tisifone non gli stesse rispondendo lo preoccupava parecchio, tuttavia Lucas non aveva intenzione di arrendersi: avrebbe continuato a parlarle, ad accarezzarle i capelli fino a che la donna non avesse capito che lui era lì e che lei era al sicuro. La osservò provare a muoversi ed era già pronto a fermarla, ma lei mosse solo la testa per voltarsi verso l'uomo, forse per capire se stava sognando o meno, e questo lo fece tranquillizzare.

Tu … reale … loro … mentono...

Sì... sono reale.
E tu sei bellissima.


Mormorò accarezzandole ancora il capo, con attenzione e delicatezza, alzando nel contempo gli occhi per cercare l'attenzione di Lindë, non volendo arrischiarsi a chiamarla e a turbare il riposo degli altri pazienti e colleghi. Forse lei non gli avrebbe creduto, o almeno a questo pensò Lucas per un momento mentre la professoressa Vilvarin le chiedeva come si sentisse, ma lui la vedeva veramente bellissima e nessuna ustione avrebbe potuto fargli cambiare idea.

Acqua.

Il desiderio della donna venne esaudito velocemente, e quando l'altra gli porse il bicchiere con l'acqua Lucas dovette ricorrere a tutta la delicatezza di cui disponeva per permettere a Tisifone di dissetarsi senza far gocciolare l'acqua e senza strozzarla per un flusso troppo abbondante del liquido nella sua gola.

Va meglio?

Le domandò gentilmente lui, mentre Lindë si apprestava ad informare la sua paziente delle condizioni nelle quali si ritrovava dopo quella disavventura nella Foresta di cui peraltro l'uomo ancora non sapeva praticamente niente.

Le sue gambe non sono messe bene, professoressa Samyliak.
Fortunatamente per lei, io posso rimettergliele velocemente in sesto.


Non che Lucas ne avesse qualche dubbio, la Preside Bergman aveva sempre parlato della professoressa Vilvarin come di un "genio nel suo campo" e Turner non era così stupido da pensare che le parole della Direttrice di Hogwarts fossero solo meri complimenti vuoti nei confronti della donna.

La cosa sgradevole, è che usando una delle mie Pozioni personali, per quanto potrebbe dimezzare il suo tempo di degenza qui in Infermeria, sentirà parecchio dolore. Se non le va, procederemo col metodo classico, ma ci potrebbe volere molto, molto più tempo.
A lei la scelta.


Guarigione veloce e dolorosa, o lenta e sofferente?
In ogni caso Tisifone avrebbe patito, quindi forse meglio togliersi il problema più velocemente se ce n'era la possibilità... ma non disse nulla, preferendo rimanere in silenzio: in fondo, la scelta era solo sua.
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Messaggioda Tisifone » 12/06/2012, 21:47

Sì... sono reale.
E tu sei bellissima.


Assottigliò lo sguardo a quella dichiarazione da parte di Lucas, un leggero socchiudersi delle palpebre che avrebbe potuto essere scambiato come un segno di stanchezza da parte della donna ma che in realtà stava solo mettendo in dubbio la veridicità delle parole di lui. Non aveva bisogno di uno specchio per sapere che era conciata davvero male e che di sicuro “bellissima” non era tra i primi cinquanta aggettivi che avrebbe utilizzato per descrivere se stessa. Forse sarebbe riuscita a trovare la forza per esternare la sua perplessità ma la gola secca le rendeva difficile pronunciare anche solo una sillaba, così quando la Vilvarin la raggiunse, chiamata in un qualche modo da Lucas, aveva una sola parola che le premeva pronunciare e la usò per descrivere l’unica sensazione che Lindë non poteva ottenere dallo studio delle sue ferite: il suo essere assetata. L’ombra della Vilvarin sparì dal suo campo visivo e al suo posto riapparve un bicchiere d’acqua stretto tra le mani amorevoli di Lucas che glielo porse con delicatezza. Nonostante il bisogno di bere fosse impellente Tisifone d’istinto serrò le labbra, il suo orgoglio che alzava stupidamente la testa: non voleva essere aiutata a bere, non voleva la sua compassione e se non avesse avuto paura di farsi del male probabilmente avrebbe scosso la testa in modo da fargli levare la mano dai suoi capelli. Non perché le desse fastidio o le facesse male, ma semplicemente perché non credeva di meritarsi tutte quelle attenzioni. Alla fine il bisogno ebbe la meglio su tutto così dischiuse le labbra e lentamente riuscì a bere qualche piccolo sorso d’acqua, chiudendo gli occhi e lasciandosi sfuggire un lieve sospiro di sollievo quando il liquido freddo iniziò a scorrerle lungo la gola.

Va meglio?

Istintivamente annuì, per risparmiare il fiato, ma fu una scelta errata, visto la fitta che le risalì lungo la spina dorsale e che le fece serrare gli occhi per il dolore. La voce dolce del ragazzo non faceva altro che acuire la sua sofferenza anche se forse, anche avendone la possibilità, non sarebbe riuscita a mandarlo via. Quello che non riusciva a capire era come aveva fatto lui a convincere la rigida Professoressa di Erbologia a farlo rimanere lì con lei.

Le sue gambe non sono messe bene, professoressa Samyliak.
Fortunatamente per lei, io posso rimettergliele velocemente in sesto.


Forse pensa che possa essere di un qualche supporto morale, viste le stupende notizie che ha per me.

Si ritrovò a pensare, incassando la notizia sul disastroso stato della sua salute in maniera abbastanza stoica. In realtà non le interessava, qualsiasi cosa le era accaduto se l’era meritata, anzi le era andata anche troppo bene se, come temeva, la donna nella caverna era morta. E tutto per causa sua, o meglio del suo errore.

La cosa sgradevole, è che usando una delle mie Pozioni personali, per quanto potrebbe dimezzare il suo tempo di degenza qui in Infermeria, sentirà parecchio dolore. Se non le va, procederemo col metodo classico, ma ci potrebbe volere molto, molto più tempo.
A lei la scelta.


Sintetica e professionale, ma troppo gentile per appartenere alla stessa donna che tempo prima l’aveva sbattuta fuori dalla serra senza neanche tanti complimenti. Per un attimo Tisifone mise in dubbio che la persona che si stava prendendo cura di lei fosse la Vilvarin e il fatto di non potersene sincerare di persona di sicuro non la aiutava. Ma Lucas, il cui viso poteva vedere semplicemente perché il ragazzo era inginocchiato di fronte al suo letto, dettaglio quello di cui si era accorta solo in quel momento, sembrava sereno e a proprio agio, quindi non aveva nulla da temere. Indipendentemente da cosa lo spingeva a essere lì con lei, Tisifone aveva deciso di fidarsi di lui e non avrebbe smesso adesso solo perché un Mezzo Drago l’aveva praticamente abbrustolita. Avrebbe pensato dopo, possibilmente sdraiata in maniera consona nel proprio letto, alle stranezze della Vilvarin.

Pozione… personale.

Rispose secca, senza neanche avere bisogno di pensarci su. Nella Foresta si era lasciata trascinare dall’istinto, offuscare dalla rabbia e dal dolore, non aveva agito con la lucidità necessaria per fronteggiare un nemico come il Mezzo Drago e questo l’aveva spinta a scegliere l’incantesimo sbagliato, bruciando la sua possibilità di indebolire il nemico e mettendo a repentaglio la vita dei suoi colleghi e della donna prigioniera di quel mostro. Doveva quindi espiare in qualche modo il senso di colpa che stava affiorando e che ben presto l’avrebbe soffocata e se nel farlo riusciva anche a lasciare in tempi brevi l’Infermeria non poteva che esserne grata.
Subito dopo fece una pausa, umettandosi di nuovo le labbra, prima di cercare lo sguardo di Lucas.

Bugiardo.

Sussurrò per poi chiudere gli occhi, ma senza addormentarsi, come era evidente dal respiro irregolare. Forse Lucas non avrebbe compreso a cosa si stava riferendo, ma lei era rimasta alla frase di prima in cui lui le diceva di essere bellissima.
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Messaggioda Lindë » 12/06/2012, 22:34

C'era poco da dire.
Cosa voleva, tanto dolore e velocità o poco dolore e lentezza?
Attese qualche istante, fino a che la voce strozzata di Tisifone raggiunse le sue orecchie.

Pozione... personale.

Molto bene. Preparo tutto il necessario.

Così dicendo, la donna si allontanò da Lucas e dalla sua paziente, iniziando a preparare la Pozione che avrebbe velocizzato di molto la sua guarigione, una Pozione presa dalle sue scorte personali. Non avrebbe dovuto fare molto, una volta presa la Pozione, a parte portarla ad ebollizione.
Quando, dieci minuti dopo, la pozione fu pronta, Lindë tornò dai due e fece cenno a Lucas di avvicinarsi a lei per un momento.

Farà molto male.
Dovrò applicarle questa Pozione direttamente sulle ferite e non sarà per nulla piacevole. Cerchi di starle vicino, di parlarle, di distrarla per quanto possibile.


Attese che Turner le facesse cenno di aver capito la situazione, dopodiché prese a lavorare sulle ferite, togliendo prima gli impacci precedentemente applicati ed ungendo poi di Pozione la zona ustionata con una sorta di pennellino un po' per volta, consapevole che l'altra avrebbe sentito come la sensazione di essere punta da mille spilli ad ogni passaggio di pennello.
L'unica cosa che poteva sperare, era che Lucas sapesse distrarla almeno un po'.
Impiegò almeno mezz'ora ad ungere tutta la zona lesa, che coprì poi con dei panni di lino puliti.

Ecco fatto.
Ora l'unica cosa che posso consigliare è un po' di riposo assoluto.


Commentò solo, lanciando un'occhiata eloquente a Lucas sperando che capisse l'antifona.
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Messaggioda Lucas » 12/06/2012, 22:56

Pozione… personale.

Molto bene. Preparo tutto il necessario.

Tisifone aveva preso la sua decisione, la più giusta secondo l'opinione dell'uomo: osservò Lindë allontanarsi per preparare la sua Pozione, e tornò con lo sguardo sulla donna che giaceva nel letto impossibilitata a muoversi, la stessa che riuscì a pronunciare una sola parola in sua direzione.

Bugiardo.

Non ci mise molto a capire a cosa si stesse riferendo, e lo sguardo che le rivolse in risposta fu serio e deciso, non arrabbiato ma sincero e fermo.

Posso chiedere del Veritaserum alla Vilvarin seduta stante ed assumerlo di fronte a te, se non ti fidi.

E non c'erano rimproveri nel suo tono, solo la voglia di provarle che lui, nonostante tutto, la vedeva davvero bellissima, e che non sarebbe stato certo un episodio del genere o il suo pessimismo a fargli cambiare idea.
Intanto, la docente di Erbologia sembrava pronta per agire ma prima di procedere gli fece cenno di avvicinarsi a lei: Lucas si alzò, dando un lieve bacio sulla fronte di Tisifone, e si avvicinò all'altra sgranchendosi al contempo le gambe intorpidite per la prolungata immobilità nella stessa posizione.

Farà molto male.
Dovrò applicarle questa Pozione direttamente sulle ferite e non sarà per nulla piacevole. Cerchi di starle vicino, di parlarle, di distrarla per quanto possibile.


Farò del mio meglio.

Promise l'uomo, tornando vicino a Tisifone e riprendendo ad accarezzarle i capelli.

Lo so che cosa pensi - cominciò a dire mentre Lindë le copriva le ferite con la sua Pozione - Pensi che io sia qui perchè provo pena e compassione per te, pensi che qualsiasi cosa sia successa sia colpa tua, che se gli altri stanno male è per qualcosa che hai fatto... ma non è così, Tisifone. Qualunque cosa sia successa in quella Foresta, tutti voi avete fatto una scelta, e tu sei responsabile solo delle tue azioni.

Era sicuro che si sentisse in colpa, perchè nonostante l'apparente freddezza con cui trattava tutti la donna era una persona buona e le persone buone peccavano sempre di "egocentrismo negativo" credendo che fosse sempre colpa loro per ciò che di male succedeva agli altri.

Inoltre, sai... credo che ci sia qualcosa tra la professoressa Vireau ed il professor Vastnor.
Sono solo ipotesi, certo, ma... l'ho visto fin troppo preoccupato per lei per pensare che siano solo semplici colleghi.


Continuò così, parlandole del più e del meno per cercare di distrarla anche se si rendeva perfettamente conto che era difficile non farle pensare al dolore lancinante che provava. Mezz'ora dopo, la tortura sembrava essere finita, tutte le ferite unte e coperte dalla collega Erbologa che gli rivolse un'occhiata eloquente.

Ecco fatto.
Ora l'unica cosa che posso consigliare è un po' di riposo assoluto.


Ho capito, ho capito.
Tornerò nel pomeriggio per vedere come sta.


Annuì alzandosi e subito dopo si rivolse a Tisifone, inarcando la schiena verso il basso per accarezzarle appena il viso.

Torno nel primo pomeriggio, te lo prometto.
Cerca di riposarti, d'accordo?
- si abbassò ancora di più e le baciò ancora una volta la fronte per parlarle poi all'orecchio e sussurrarle qualcosa - Quando uscirai da qui, ti chiederò ufficialmente d'iniziare una relazione con me. E spero che per allora mi dirai di sì.

Furono quelle le ultime parole che l'uomo rivolse alla donna ferita e dolorante, sfiorandole i capelli con le dita un'ultima volta prima di allontanarsi da lei: si avvicinò ad Estelle, dormiente, e baciò anche la sua fronte, sussurrandole di guarire presto all'orecchio.
Fatto questo, prese passo verso l'uscita dell'Infermeria, fermandosi solo di fronte a Lindë per ringraziarla ed uscendo poi dalla stanza con un sospiro di sollievo sulle labbra.
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Messaggioda Tisifone » 13/06/2012, 16:22

La Vilvarin, efficiente e telegrafica come al suo solito, accettò la sua scelta senza fare alcun commento, congedandosi da loro per preparare il necessario per la medicazione. Tisifone attese di sentir provenire da Lucas un qualche commento, ma anche il ragazzo sembrava non avere nulla da dire in proposito. Se fosse perché condivideva la sua decisione o perché non gli sembrava opportuno discutere con lei, Tisifone non lo sapeva e in quel momento neanche le interessava. Era solo grata di non dover spiegare perché avesse deciso di aggiungere dolori inimmaginabili a quelli che aveva già sofferto.
Non appena l’ombra di Lindë sparì di nuovo dal suo campo visivo, Tisifone pose il suo sguardo in quello di Lucas e lo accusò di essere un bugiardo semplicemente perché nessuno poteva considerare bella una persona nelle sue condizioni. Se avesse potuto guardarsi allo specchio, e per fortuna non poteva, sarebbe rimasta inorridita lei stesa dal pallore della sua carnagione, dai cerchi neri intorno agli occhi, dai lineamenti tesi e distorti dal dolore, dalle labbra esangui e screpolate. Come poteva quindi credere alle parole di lui?

Posso chiedere del Veritaserum alla Vilvarin seduta stante ed assumerlo di fronte a te, se non ti fidi.

Aveva chiuso gli occhi subito dopo aver parlato, perché tenerli aperti le costava fatica, ma la risposta di Lucas fu così decisa e sincera, priva di qualsiasi sfumatura di rimprovero che la costrinse a socchiuderli per potersi specchiare in quelli di lui. Sua madre le diceva sempre che mentire con lo sguardo è molto più difficile che celare, perché uno sguardo vacuo è già indizio di qualcosa che non va, e quello era il motivo per cui il suo, di sguardo, era quasi sempre freddo e distaccato, per non concedere all’altro la possibilità di captare variazioni. In quel momento lo sguardo di Lucas emanava sincerità e sicurezza, al pari della sua voce, e una serietà che non le lasciò dubbi.

Lo… faresti… davvero…

Lo sussurrò a fatica, prendendosi una pausa tra una parola e l’altra, la voce un misto di stupore e consapevolezza, gli occhi ancora socchiusi. Non riusciva a capacitarsi di come non si fosse offeso per quella sua palese mancanza di fiducia, anche se su un argomento così futile come il suo aspetto fisico. E si rammentò di come, quella volta a Hogsmeade, era riuscito a mantenere la calma anche quando lo aveva accusato di usare la Legilimanzia contro di lei.

Forse riuscirà davvero a tenermi testa.

Pensò, chiudendo di nuovo gli occhi, l’angolo destro della bocca che si sollevava di poco nell’ombra di un sorriso, che forse Lucas fece in tempo a intravedere prima di venir chiamato dalla docente di Erbologia.
Non sentiva cosa si stessero dicendo i due e neanche le interessava più di tanto. Per come la vedeva era al corrente di tutto quello c’era da sapere sulla cura che stava per fare: sarebbe stata dolorosissima ma veloce. Approfittò di quegli istanti di solitudine e della lucidità ritrovata per mettere in pratica gli insegnamenti di Demetri su come contrastare la Maledizione Cruciatus e poter così sopportare in maniera dignitosa la cura a cui stava per essere sottoposta.

Ricorda milaja il dolore è solo una condizione mentale, indipendentemente da quale che sia la fonte…

Quindi che differenza ci poteva essere tra una maledizione, una caduta da una scopa e la pozione speciale della Vilvarin? Nessuna, sperava Tisifone in cuor suo. Fece dei piccoli respiri profondi e svuotò la mente, gesti quelli che in condizioni normali le venivano automatici come respirare, visto che era solita tenere sempre ben alzati i suoi scudi occlumantici. Successivamente percosse con la mente tutto il proprio corpo dall’interno, per memorizzarne la compattezza e le sensazioni che provava, drogate fortunatamente da quello che le era stato somministrato mentre era priva di sensi. Quando avvertì la mano di Lucas tra i suoi capelli capì che stavano per iniziare così rilassò le spalle e si concentrò sulla propria respirazione.

Ahh

Un gemito strozzato, ingoiato per metà, le sfuggì dalle labbra al primo impatto del pennello con le sue carni ustionate, o meglio alla prima scarica di spille che le si conficcavano nella gamba e scavavano per giungere in profodità. Serrò gli occhi e prese una boccata d’aria, per poi iniziare a razionalizzare le sensazioni di dolore che stava provando, con la voce di Lucas che in sottofondo la aiutava a non lasciarsi andare. Non voleva mettersi a urlare per principio, di fronte a lui poi non era una opzione contemplabile.

Lo so che cosa pensi. Pensi che io sia qui perchè provo pena e compassione per te, pensi che qualsiasi cosa sia successa sia colpa tua, che se gli altri stanno male è per qualcosa che hai fatto... ma non è così, Tisifone. Qualunque cosa sia successa in quella Foresta, tutti voi avete fatto una scelta, e tu sei responsabile solo delle tue azioni.

Ahhh Chjort!

Imprecò, mordendosi il labbro inferiore a sangue, tanto malconcia com’era un tagliettino in più non avrebbe fatto molta differenza. Le parole di Lucas per la loro assoluta corrispondenza al vero l’avevano distratta, facendole perdere per un attimo la concentrazione. Come era possibile che quel ragazzo la conosceva così bene da sapere quello che pensava? Da comprendere come si sentiva? Era diventata davvero così trasparente? O forse era lui che era così maledettamente giusto per lei?

Non cercare di cancellare il dolore… Controllalo, nutriti di lui e usalo contro chi ti ha fatto del male…

La voce di Demetri riecheggiò nella sua mente, sovrastando le parole di Lucas e aiutandola a recuperare il controllo della situazione che consisteva nel ridurre al minimo le esternazioni di dolore e evitare che lo stesso la sopraffacesse facendola svenire.

Inoltre, sai... credo che ci sia qualcosa tra la professoressa Vireau ed il professor Vastnor.
Sono solo ipotesi, certo, ma... l'ho visto fin troppo preoccupato per lei per pensare che siano solo semplici colleghi.


Informazione interessante quella che avrebbe elaborato in un secondo momento e che, ne era certa, le sarebbe tornata utile in futuro. Quella lenta tortura per fortuna durò “solo” una mezz’ora, una delle più lunghe della vita della Divinante ma a cui era riuscita a sopravvivere, come alle altre, anche se malconcia.

Ecco fatto.
Ora l'unica cosa che posso consigliare è un po' di riposo assoluto.


Riposo. Mai parola era risuonata più dolce alle sue orecchie. Lo sforzo che aveva richiesto al suo corpo già provato per non soccombere al dolore le era costata fino all’ultima stilla di forza e adesso l’unica cosa che voleva era dormire un lungo sonno senza sogni. Valutò se chiedere alla Vilvarin se poteva somministrarle un po’ di Pozione Antisogno, ma preferì evitare per non sembrare debole e soprattutto per evitare che si verificasse di nuovo l’incidente che le era capitato l’ultima volta: rimanere intrappolata nei propri incubi.

Torno nel primo pomeriggio, te lo prometto.
Cerca di riposarti, d'accordo?


Un piccolo rantolo più di sollievo per il bacio che di dolore: aveva imparato che annuire non era una cosa saggia nelle sue condizioni e parlare non era una cosa fattibile.

Quando uscirai da qui, ti chiederò ufficialmente d'iniziare una relazione con me. E spero che per allora mi dirai di sì.

Probabilmente alle orecchie di molti quella di Lucas poteva sembrare una promessa, una sorta di incentivo per rimettersi in forma il più presto possibile. Per Tisifone invece assomigliava tanto a una minaccia. Voleva Lucas tutto per sé, questo non era in discussione, ma non si sentiva pronta a mettere il mondo a conoscenza di quel fatto, per non parlare del fatto che la sua autostima era ai minimi storici e questo non influenzava positivamente il suo modo di pensare. Fortunatamente la stanchezza ebbe ben presto il sopravvento su di lei, facendola cadere in un sonno profondo costellato da incubi in cui però la figura di Lucas appariva più come un salvatore che un carnefice.

[Fine]
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