1664 punti 1267 punti 1021 punti 1415 punti 1750 punti 1032 punti

Interno Serre

Le giocate che si vogliono effettuare alle Serre che NON coinvolgono la prof.ssa Vilvarin devono essere concordate direttamente con questa o attraverso gli Admin poiché la PG vi è quasi sempre all'interno ed è necessario che sia lei a dare un orario in cui non sarebbe presente

Messaggioda Typhon » 27/06/2013, 17:54

Cosa, che io sia qui o che stia sorridendo?

Cominciamo dal fatto che si è fatta i capelli corti, per il resto non ho ancora parole...

Davvero non sapeva che dire sul resto.
Adesso ogni sua convinzione riguardo alla donna era svanita nel nulla.
Un anno poteva davvero modificare il prossimo a quel modo?
Un anno poi in una località sconosciuta come quella dove la donna aveva passato tutto il tempo, si intende.
Osservandola rapportarsi con tutta quella vastità di animali entrati di improvviso senza un apparente motivo, Typhon non poté che ragionare su cosa gli stesse andando bene della nuova Erbologa e cosa invece no.
Prima c'era una specie di pratica serietà che li accomunava, che lo faceva sentire a contatto con qualcuno di simile a lui.
Poche parole, molti fatti e tanto impegno, ogni tanto colmato da un piccolo sorriso, giusto per ricordare a se stessi e all'altro di essere umani.
Adesso invece, Lindë Vilvarin sembrava quella 22enne che non era mai stata nei mesi precedenti.
La vedeva più coetanea, più spensierata, giocosa... Ridente.
Già, appena si mise a ridere carezzando i coniglietti Typhon iniziò seriamente a pensare di trovarsi in una specie di sogno ad occhi aperti.
Quando però si permise quel complimento e di riflesso la donna lo fissò intensamente con quei meravigliosi occhi dal colore indefinibile, dovette per forza convenire con la vita che tutto si trattava quello meno che un sogno.

Anche tu stai bene.
Stai diventando un uomo.


Con tutto che l'adolescente dei due ero io, mi creda, i risultati sorprendenti di questo anno trascorso in lontananza sono tutti dalla sua parte, Mentore...

Ed era normale che ci fosse una minima punta di ironia nel tono, forse anche un poco per mascherare l'imbarazzo dovuto a quel complimento.
Peccato che le guance un po' scavate e molto chiare del Drago invece non fossero le più adatte a celare quel tipo di emozioni e per quanto lui fosse sempre stato una persona discreta e capace di dissimiluare certe sensazioni, in tal caso la sua resistenza ed autocontrollo vennero meno, sputt******lo alla grande, con lui, per altro, ignaro di tutto.
Lei fece qualche passo in avanti, avvicinandosi alla pianta che il ragazzo stava curando o meglio, tentando di curare fino a poco fa.
Nel toccarla, tale pianta ebbe un fremito e fu normale per Ty inarcare un poco il sopracciglio e dire dentro di se "Oh bene, con lei fai tutta la tenera e con me invece la sostenuta e manicida", ma constatando quello che la presenza di lei stava creando in quella serra già da qualche minuto, preferì non stupirsi di niente e limitarsi a riconoscere che effettivamente... Era tornato il vero boss delle piante.

Dobbiamo parlare di molte cose...
Ma prima di tutto ti voglio ringraziare, hai fatto un ottimo lavoro qui alle Serre, e con gli studenti.
Bella la tua prima lezione, eri molto nervoso?


Allora era vero!
Ti avevo... La avevo vista durante la spiegazione ma non potevo allontanarmi, perché non mi ha detto che passava scusi?
... Grazie comunque, nulla alla sua altezza, ma ho provato a giostrarmi con le mie conoscenze al meglio delle capacità.
Parlarmi di che cosa?


Siediti, Typhon.

Sospirò, rasserenandosi mentre vedeva che quando lo voleva, la sua Mentore sapeva tornare ad essere seria e ferma come una volta.
Vero era anche che se era passata da un estremo ad un altro nello stato d'animo, il discorso che voleva fargli si presagiva pesante e intenso.
Si avvicinò alla prima sedia disponibile, mentre vedeva la ragazza fare lo stesso e prendere posto, comodamente circondata da tutti gli animali che parevano non essere in grada di starle lontani, spasmodicamente bisognosi di averla accanto.
Quando puntò l'occhio sulla propria sedia prima di sedervisi definitivamente ebbe un mezzo sussulto indietro ed alzò le spalle stranito.
Aprì la bocca, ma non uscì alcun suono... Poi scosse la testa, aveva perfettamente capito.
Per quanto a dir poco impossibile che una simile creatura si aggirasse per i giardini del Castello, la motivazione poteva solo essere che anche quella, una grossa e pelosa tarantola, era arrivata sin lì dalla foresta proibita appositamente per "salutare" la Vilvarin.

Lo farei volentieri... Eh ma, ma cosa sta fac-...

Immagine


Deglutì atterrito.
L'Erbologa allungò la mano, il palmo precisamente, facendo salire sopra di esso il ragno, uno dei più velenosi per altro, lasciando che la percorresse fino al braccio per poi scendere sulle gambe, e rimanere lì in grembo, come se fosse un gatto o un criceto.
Sbatté le palpebre diverse volte prima di decidersi a non porre ancora una sola, singola domanda, e sedersi finalmente, non potendo però evitare di lanciare di tanto in tanto un'occhiata al peloso aracnide più mansueto e forse felice che mai.

In questi 12 mesi appena trascorsi sono dovuta andare in un posto, per recuperare me stessa.
L'ho fatto, e sono tornata ad Hogwarts come una persona completamente diversa.
Sto per raccontarti tutto, e vorrei che prestassi la massima attenzione... ma soprattutto, ti chiedo di mantenere per te questa conversazione.
D'accordo?


D'accordo, anche perché trovo difficile che al momento qualcuno mi crederebbe, se provassi a raccontarlo!

Ah, giusto... Typhon, lui è Gaoth, il mio colibrì.
E' un tipetto vispo, ma molto geloso.


Credo il più normale che si aggiri in questa serra e l'ultimo che potrebbe sorprendermi, per fortuna...
Comunque, è molto... Carino, sul serio.


Era molto a disagio, lo si notava con chiarezza, ma come poterlo biasimare?
Il piccolo volatile si spupazzava la padrona con incredibile amore e allo stesso modo ogni animale richiedeva delle attenzioni.
Tutti da lei, tutti con lei, tutti per lei, piante comprese, da quando era giunta lì dentro.
Non sapeva se fosse lei a volere in parte tutto ciò oppure si sarebbe dovuto abituare ad avere uno zoo alla serra ogni giorno da quel momento in poi, ma le domande che si stavano affollando nella sua mente erano talmente tante che ipotizzava l'esplosione del proprio cervello qualora ne avesse volute aggiungere delle altre.

Dimmi, Typhon... hai mai sentito le parole "Terran" e "Conflux"?
Sai a cosa si riferiscono?


Uhm, beh, mi pare che ad una lezione di Astr-...

Si interruppe, guardando in un punto preciso dietro la Mentore, assumendo un'espressione di sufficienza e allo stesso tempo di comprensione.

...Vieni pure avanti, tanto sei il benvenuto come tutti gli altri.

Immagine


Si alzò in piedi, avvicinandosi ad una credenza di ferro, mentre probabilmente il procione timido si stava avvicinando alla Sempreverde, così prese un grosso sottovaso di plastica e lo appoggiò a terra, non tanto lontano dal tavolo.
Poi afferrò l'innaffiatoio e riempì il sottovaso di acqua fresca e limpida, fino all'orlo, per dare modo a tutta quella cascata di animali di dissetarsi qualora il caldo interno della serra gli avesse messo stimolo a bere.
Aveva parlato con un procione, era stato premuroso con l'allegra banda della foresta... Aveva bisogno di cure urgenti, decisamente.
Tornato seduto, mosse gli occhi ancora qua e là, sincerandosi che non ci fossero nuovi inquilini in arrivo, almeno per i prossimi minuti.
Avuta la conferma, riprese a rispondere a Lindë, con uno sguardo sempre più bisognoso di risposte.

Dicevo!
Durante il mio ultimo anno, ad una lezione di Astronomia il professor Trigger ha parlato di tre stelle ed una mi sembra si chiamasse proprio "Terran", senza contare che recitò un passo da un suo libro dove parlava di tre "titani" e della salvezza del "Conflux", quello che ha detto lei poco prima insomma.
La stella "Terran" è caratterizzata da un clima mite, quasi totale assenza di acqua sulla superficie e il più grande e vasto insediamento di piante, fiori, vegetali e arbusti mai osservato in un altro corpo celeste a parte il nostro pianeta.
Se serve che ricordi di più, posso andare a recuperare i miei vecchi appunti...


Ancora un'occhiata alla tarantola.

Ma non le fa senso?!
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Messaggioda Lindë » 27/06/2013, 19:46

Cominciamo dal fatto che si è fatta i capelli corti, per il resto non ho ancora parole...

Oh, sì.
Un taglio col passato, un nuovo modo di affrontare il presente.


Criptica, forse, ma sapeva che tutto sarebbe stato più chiaro nel giro di qualche minuto.
Sorrideva, sinceramente felice di vederlo.
Lui ed Irvyne erano le persone che più le erano mancate, al Castello.
Forse anche perché erano le uniche con cui avesse legato davvero.
In effetti non vedeva l'ora di andare dal compagno, di fargli una sorpresa.
Ma aveva prima voluto passare per le Serre.
Irvyne l'avrebbe certamente capito.
E poi, aveva bisogno di parlare con Typhon.
Doveva spiegargli dove fosse andata, e perché.
Doveva farlo, perché in lui albergava il Vento.
E come neo Capo Terran, era suo compito spingerlo a fare una scelta in tal senso.
In cuor suo, ovviamente, sperava accettasse di essere uno di loro.
E tuttavia non l'avrebbe mai costretto a dire di sì, se non se la fosse sentita.
Intanto, però, non poté non convenire con se stessa riguardo la sua crescita.
Già nello sguardo era palese la sua nuova maturità.
Le dispiaceva essere stata via così tanto. Non aver potuto osservare giorno per giorno i suoi progressi.
Era tornata anche per poter recuperare il tempo perduto.

Con tutto che l'adolescente dei due ero io, mi creda, i risultati sorprendenti di questo anno trascorso in lontananza sono tutti dalla sua parte, Mentore...

Gli sorrise affettuosamente.
Gli posò una mano sulla spalla, come muto ringraziamento.
Il tocco era deciso come la Terra, ma leggero come il Vento.
Non gli fece notare il lieve rossore che aveva pervaso le sue guance.
Non ce n'era bisogno, l'avrebbe fatto imbarazzare ancora di più e basta.
Ma fargli presente che aveva assistito alla sua lezione, quello sì, lo poteva fare.
In fondo, non c'era nulla di male.
Anzi, si era sentita molto fiera di lui, nel vederlo destreggiarsi con gli studenti.

Allora era vero!
Ti avevo... La avevo vista durante la spiegazione ma non potevo allontanarmi, perché non mi ha detto che passava scusi?


Ti saresti innervosito prima del tempo, ed avevi già il tuo bel daffare con gli studenti.
Non volevo metterti ulteriormente in soggezione.


Rispose lei, con una punta di dolcezza nella voce.
Teneva a lui.
Magari non lo diceva apertamente, magari non l'avrebbe mai fatto, ma Lindë teneva a quel ragazzo.
Gli voleva bene, e credeva in lui.
Sapeva che, col tempo, avrebbe fatto molta strada.
Ma dovevano parlare, e la donna sapeva di non poter rimandare ancora.
Fu per questo che lo invitò a sedersi di fronte a lei.
Peccato che sulla sedia ci fosse un ospite inatteso.
Una tarantola.
Bella grossa, per la precisione.
Chiaro che Seal non le si potesse sedere sopra.

Lo farei volentieri... Eh ma, ma cosa sta fac-...

Non ci pensò due volte.
Sapeva che non le avrebbe mai fatto male.
Lindë era la Terran Verdigris.
Lei una creatura della Terra.
Che la seconda amasse incondizionatamente la prima era inevitabile.
Prese la creatura sul palmo della mano, facendole anche qualche carezza con l'altra.
La lasciò spostarsi dove preferiva, fino a che non arrivò sulle sue gambe, e lì si fermò.
Le sorrise, premurosa, accarezzandola delicatamente e facendo lo stesso con gli altri animali, cosicché non ci rimanessero male.
Poi, tornò a guardare Typhon, che si era seduto con aria palesemente stranita.
Prima di poter parlare, però, fu quasi doveroso per lei presentare al ragazzo il suo colibrì, Gaoth.
Le avrebbe girato sempre intorno, da quel momento in poi.
Meglio che si abituassero l'uno alla presenza dell'altro.
Finalmente poterono iniziare a parlare.
O meglio, così pensava Lindë.
Fu chiaro quasi subito, infatti, che c'era ancora qualcuno che doveva arrivare a quel raduno improvvisato.

Uhm, beh, mi pare che ad una lezione di Astr-...

L'Erbologa non capì subito perché Typhon si fosse fermato.
Solo quando volse il capo, posando gli occhi sul procione che spuntava timidamente all'ingresso della Serra, lo comprese.

...Vieni pure avanti, tanto sei il benvenuto come tutti gli altri.

Annuì in direzione dell'animale, per conferma.
Lasciò che le si avvicinasse, e salutò anche lui con una carezza mentre Typhon si premurava di cercare dell'acqua per tutti loro.
Quei piccoli gesti la convinsero ancora di più che era nato per essere un Terran.
Gliene stava dando la prova proprio in quel momento.
Sorrise tra sé, attendendo che si sedesse.
Poi, finalmente, iniziò a parlare.

Dicevo!
Durante il mio ultimo anno, ad una lezione di Astronomia il professor Trigger ha parlato di tre stelle ed una mi sembra si chiamasse proprio "Terran", senza contare che recitò un passo da un suo libro dove parlava di tre "titani" e della salvezza del "Conflux", quello che ha detto lei poco prima insomma.
La stella "Terran" è caratterizzata da un clima mite, quasi totale assenza di acqua sulla superficie e il più grande e vasto insediamento di piante, fiori, vegetali e arbusti mai osservato in un altro corpo celeste a parte il nostro pianeta.
Se serve che ricordi di più, posso andare a recuperare i miei vecchi appunti...


No, non ce ne sarà bisogno, va bene così.

Lo rassicurò Lindë, notando i suoi sguardi sulla gamba.
Abbassò gli occhi, posandoli sulla tarantola che se ne stava lì bella beata.

Ma non le fa senso?!

Assolutamente no.
So che non potrebbe mai farmi del male.
Vero piccola?


Rispose la Sempreverde, allungando una mano per accarezzare il dorso dell'animale.
In tutta risposta lui fremette, muovendosi in un modo quasi... gioioso.
Poco ci mancava che si mettesse a fare le fusa.
Sorrise, la donna, felice per quelle dimostrazioni d'affetto.
E tuttavia doveva farsi nuovamente seria, doveva parlare con lui.

Ora lasciatemi parlare con lui, d'accordo?

Domandò un po' a tutti, a piante ed animali.
E come se avessero capito, le piante tornarono dritte, e gli animali si accoccolarono immobili accanto a lei.
Anche le api smisero di ronzare, tornando silenziose sui fiori.
L'intera Natura, insomma, stava ubbidendo al volere della Terran Verdigris.

Le leggende di cui vi aveva parlato Irvyne su Acuan, Terran ed Ignis... non sono del tutto sbagliate.
Non si tratta di tre stelle, o meglio, non solo: sono tre corporazioni segrete, delle Gilde, costituite da persone, maghi e streghe, che hanno come obiettivo la protezione del Conflux, dell'Equilibrio naturale del mondo.
All'apparenza sembrano persone comuni, uguali a tutti gli altri, ma a differenza della maggior parte dei maghi sono legati ad un Elemento: la Terra per i Terran, l'Acqua per gli Acuan e il Fuoco per gli Ignis.


Era il discorso più lungo che gli avesse fatto.
Ed era appena all'inizio.
Ma non poteva permettersi di essere scarna con le parole.
Lui doveva sapere tutto.

Essere legati ad un Elemento significa percepirlo dentro di sé, trarre i propri benefici da lui, ed usare magie legate ad esso sconosciute ai più; significa anche, spesso, avere un legame con i figli di tale Elemento, come piante o animali.
Ogni Gilda è legata anche ad un altro Elemento, un sottotipo secondario: Vento per i Terran, Ghiaccio per gli Acuan ed Elettricità per gli Ignis; non è detto che chi fa parte di una Gilda abbia entrambi gli Elementi, e basta la presenza di uno dei due per poterne fare parte.


Si fermò per riprendere fiato.
Soprattutto voleva capire se lui la stesse seguendo o meno.
Era importante che fosse così, che capisse ciò che Lindë gli stava spiegando.
Era fondamentale.
Per lei.
Per lui.
Per il Conflux.

Queste Gilde vivono in luoghi diversi e nascosti del mondo: parlano una lingua comune a tutte, ma difficilmente si ritrovano tutte insieme, accade solo se il Conflux è in pericolo; chi ne fa parte ha una vita comune a quella di qualsiasi altro per la maggior parte del tempo, e solo per un paio di giorni alla settimana è richiesto nel villaggio della Gilda di cui fa parte, per vivere coi Confratelli e rinforzare il legame col suo Elemento.
I "titani" di cui Irvyne vi ha parlato a lezione altri non sono, in realtà, che maghi e streghe appartenenti alla Gilda, il cui legame con gli Elementi ha toccato però il livello massimo raggiungibile: sono coloro che hanno il compito di guidare la Gilda e proteggere in prima persona il Conflux, prendendo le decisioni più importanti, ma anche coloro che possono manipolare perfettamente e al meglio l'Elemento a cui appartengono; ognuno di loro è conosciuto dagli altri Capi Gilda, e rispettato dai propri Confratelli minori.


Ancora una pausa, perché quella era stata la parte facile.
In fondo, cosa ci voleva a raccontare tutto questo?
Lindë sapeva bene che il tema centrale doveva ancora arrivare, ed era un po' preoccupata.
Nonostante avesse recuperato i ricordi, e dunque se stessa, non era molto brava coi discorsi.
E poi, un conto era parlare coi Confratelli Terran.
L'altro era spiegare al proprio apprendista cosa lei fosse.
Prese un respiro profondo, spostando gli occhi su un vaso poco distante da loro.
La terra era stata smossa di recente, segno che Typhon vi aveva appena piantato un seme.
Scostò delicatamente la tarantola, chiedendo a Gaoth con lo sguardo di farle spazio sulla spalla.
Lui acconsentì, per quanto un po' contrariato.
Si posò dunque la creatura sulla spalla libera, e con delicatezza, si avvicinò al vaso.
Gli animali rimasero fermi, ma voltarono i musetti verso di lei, per guardarla.

Immagino che tu ti stia chiedendo perché ti racconto tutto questo.
E' importante per me che tu capisca che non sono tutte leggende. Che ciò che ti ho raccontato è vero, è una realtà che esiste da secoli, ancora adesso, anche adesso.
Che mentre stiamo parlando, le tre Gilde fremono di attività, ed i suoi Capi sono da qualche parte, nascosti in mezzo agli altri.
E te lo sto dicendo...


Si fermò, incerta.
Poi posò le dita della mano destra sulla terra del vaso.
Delicatamente, non serviva essere irruenti.
Lasciò che l'energia della Terra fluisse dolcemente da lei, e si insinuasse nella terra, fino al seme.
E così accadde il miracolo.
Sotto gli occhi, probabilmente atterriti, di Typhon, il seme crebbe velocemente, uscì dalla terra, ed infine sbocciò di fronte a lui.

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... perché il Capo della Gilda Terran, la Terran Verdigris, chiamata anche "la Sempreverde" ...
Sono io, Typhon.
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Messaggioda Typhon » 28/06/2013, 16:45

Ti saresti innervosito prima del tempo, ed avevi già il tuo bel daffare con gli studenti.
Non volevo metterti ulteriormente in soggezione.


Non replicò a quella risposta, d'altronde aveva perfettamente ragione.
Se l'avesse vista lì alla prima lezione probabilmente avrebbe iniziato a comportarsi in modo meno fluido e naturale ed avrebbe quindi peggiorato la resa dell'argomento stesso del giorno.
Invece lei silenziosa era rimasta a guardare in disparte, assieme alla Vice Preside di Hogwarts, osservando come il suo apprendista fosse migliorato nel corso di quegli anni e stesse portando avanti il lavoro lasciato in eredità dalla ragazza nel modo più professionale possibile.
Tralasciando quel ricordo, adesso era giunto proprio il momento di parlare di questioni serie, altrimenti lei non lo avrebbe invitato con tanta serietà a prendere posto ed ascoltare le sue domande e di seguito i suoi discorsi.
Dopo aver permesso ad una pelosissima tarantola e ad un timido procione di accomodarsi come molti degli altri animali presenti alla conferenza, Typhon trovò finalmente il tempo per esporre quanto ricordava a proposito di "Terran", "Conflux" e compagnia bella.

No, non ce ne sarà bisogno, va bene così.

Immagino allora che il resto me lo racconterà lei, dico bene?

Incrociò le braccia al petto, fissando la Mentore con un'aria di rimando più concentrata, captando nell'aria una strana sensazione (Sesto Senso 18), quella di trovarsi nel bel mezzo di una nuova verità, qualcosa di davvero interessante e forse chissà, magari anche sconvolgente.
L'erbologa chiese a tutti i simpatici ospiti di smettere di creare rumore e fare silenzio perché doveva condurre un dialogo molto serio, e sotto lo sguardo per l'ennesima volta sconvolto di Ty, loro la ascoltarono.
Persino le api smisero di ronzare ed andarono sui fiori pacate senza più farsi captare minimamente.
I conigli scesero dal tavolo per andare a servirsi dell'acqua gentilmente offerta da lui e le papere, quelle solitamente più chiassose per il loro verso, si accucciarono vicine al procione iniziando un placido pisolino.
Si, decisamente per lui tutta quella storia era ancora troppo inquietante, ma preferì forzarsi all'ascolto, forse anche per dar modo a se stesso di pensare ad altro e quindi distrarsi.

Le leggende di cui vi aveva parlato Irvyne su Acuan, Terran ed Ignis... non sono del tutto sbagliate.
Non si tratta di tre stelle, o meglio, non solo: sono tre corporazioni segrete, delle Gilde, costituite da persone, maghi e streghe, che hanno come obiettivo la protezione del Conflux, dell'Equilibrio naturale del mondo.
All'apparenza sembrano persone comuni, uguali a tutti gli altri, ma a differenza della maggior parte dei maghi sono legati ad un Elemento: la Terra per i Terran, l'Acqua per gli Acuan e il Fuoco per gli Ignis.


Corporazioni... Acqua... Fuoco... Terra...

Dunque niente Vento, peccato!

Il primo pensiero istintivo, quello lì, susseguito immediatamente da un moto di perplessità al sapere che esistevano al mondo persone simili.
Certo, alla fine poteva essere definita come una specie di religione e nessuno aveva il diritto di contrastarli per questo, in fondo non ricercavano il potere, la perfezione razziale e str*****e simili, anzi, volevano l'equilibrio naturale, una cosa bella, almeno all'apparenza.
Tra l'altro riflettendoci bene, Seal si accorse che era la prima volta che sentiva la Mentore parlava per così tanto tempo filato.
Un'altra bella sorpresa, senza dubbio, ma che lasciava ancora ulteriori domande sul luogo dove era finita in quell'anno.
Era cambiata davvero tantissimo, si faceva fatica a credere che un tempo quella persona fosse davvero la fredda e impenetrabile Vilvarin.

Essere legati ad un Elemento significa percepirlo dentro di sé, trarre i propri benefici da lui, ed usare magie legate ad esso sconosciute ai più; significa anche, spesso, avere un legame con i figli di tale Elemento, come piante o animali.
Ogni Gilda è legata anche ad un altro Elemento, un sottotipo secondario: Vento per i Terran, Ghiaccio per gli Acuan ed Elettricità per gli Ignis; non è detto che chi fa parte di una Gilda abbia entrambi gli Elementi, e basta la presenza di uno dei due per poterne fare parte.


Più Lindë andava avanti col discorso e più Typhon sentiva nella sua mente un episodio bussare alla porta.
Un sogno, per la precisione, fatto all'incirca un mese prima, all'interno del quale aveva immaginato proprio la Mentore in uno strano ambiente.
Si era maledetto più giorni per aver fatto quella fantasia notturna, sopratutto perché aveva sognato la donna completamente nuda per un certo periodo, ma adesso che la Vilvarin continuava a parlare di quella parola, "Terran", poi del vento, del legame con le piante e gli animali, al ragazzo stava venendo il dubbio che quello non fosse stato solamente un sogno, ma qualcosa di più, qualcosa di più vero e consistente.
Guardando di nuovo le api sui fiori, si ricordò di un momento del sogno nel quale delle api c'erano, e l'avevano curata, l'avevano aiutata a resistere a dei morsi di altre piante carnivore... E poi, alla fine di un cammino, un piedistallo di marmo e...

Quella sorta di spada verde... No, non ci credo...

Queste Gilde vivono in luoghi diversi e nascosti del mondo: parlano una lingua comune a tutte, ma difficilmente si ritrovano tutte insieme, accade solo se il Conflux è in pericolo; chi ne fa parte ha una vita comune a quella di qualsiasi altro per la maggior parte del tempo, e solo per un paio di giorni alla settimana è richiesto nel villaggio della Gilda di cui fa parte, per vivere coi Confratelli e rinforzare il legame col suo Elemento.
I "titani" di cui Irvyne vi ha parlato a lezione altri non sono, in realtà, che maghi e streghe appartenenti alla Gilda, il cui legame con gli Elementi ha toccato però il livello massimo raggiungibile: sono coloro che hanno il compito di guidare la Gilda e proteggere in prima persona il Conflux, prendendo le decisioni più importanti, ma anche coloro che possono manipolare perfettamente e al meglio l'Elemento a cui appartengono; ognuno di loro è conosciuto dagli altri Capi Gilda, e rispettato dai propri Confratelli minori.


Dei Capi Gilda, delle persone all'apice del controllo, con l'incarico di guidare gli altri di grado più basso e preservare l'equilibrio.
Niente che non aveva già sentito nel sogno, nulla che non gli tornasse alla memoria come uno schiaffo delicato ma freddo, gelido.
Normale per una persona come tante altre avere una paura fottuta, rendersi conto che delle leggende fossero delle realtà e che i racconti racchiusi in un libro di testo astronomico rispecchiassero in verità delle figure e degli enti segreti così tanto nascosti da essere presi per chiacchiere.
Si leccò le labbra secche, sciogliendo le braccia e chinandosi in avanti, adesso quasi fregandosene che il viso non era così lontano dalla tarantola.
Aveva capito che fino a quando la donna fosse rimasta lì, quella creatura non l'avrebbe sfiorato gli avrebbe fatto del male.
Assurdo, tutto ciò che stava succedendo, tutto ciò che lei stava dicendo aveva del fenomeno e dell'inquietante.

Immagino che tu ti stia chiedendo perché ti racconto tutto questo.
E' importante per me che tu capisca che non sono tutte leggende. Che ciò che ti ho raccontato è vero, è una realtà che esiste da secoli, ancora adesso, anche adesso.
Che mentre stiamo parlando, le tre Gilde fremono di attività, ed i suoi Capi sono da qualche parte, nascosti in mezzo agli altri.
E te lo sto dicendo...


Quello che avvenne poco dopo fu la riprova finale che Typhon non aveva sognato e che la sua vita era ormai definitivamente cambiata.
Le dita della Vilvarin sfiorarono il terriccio di un vaso e da esso ne uscì fuori un fiore, sbocciando alla velocità della luce.
L'istinto del giovane lo portò a farsi indietro con tutta la sedia, spaventando anche un coniglio e un papera che andarono dietro la donna.
Non era suo intento farli impressionare ma anche lui si vedeva chiaramente che non stava tanto bene, sudava freddo, respirava affannosamente.
Avrebbe voluto alzarsi in piedi, chiedere come fosse possibile una cosa del genere, darsi una botta in testa, ma non fece nulla.
Rimase a fissare con occhi sgranati e pallidi quella pianta crescere gioiosa, sentendo poco dopo le successive parole della Mentore, la quale una volta per tutte, disse ciò che lui aveva intuito già da almeno una decina di minuti.

... perché il Capo della Gilda Terran, la Terran Verdigris, chiamata anche "la Sempreverde" ...
Sono io, Typhon.


Hai... Hai anche incontrato un fantasma, non è così?
Sei caduta in una distesa d'acqua, hai... Preparato un composto facendo crescere un albero istantaneamente...
Hai uno spadino che emana luce verde e hai sacrificato la Serra e il professore per salvare la vita ad un tipo dai capelli bianchi...
Rispondimi... Rispondimi per favore.


Non le dava più del "lei" come al solito, adesso era passato al "tu", e non lo stava facendo con disprezzo o cattiveria, ma solo timore.
Normale che reagisse così, normale che trovasse quella faccenda troppo complessa.
Le Gilde, il "Conflux", erano dei misteri, dei racconti al pari delle favole di Beda il Bardo e già al tempo, quando si constatò che i Doni della Morte erano davvero esistiti, il mondo non reagì molto bene, anzi, piuttosto male, sconvolto.
Adesso sembrava che la storia si stava ripetendo ma non era il mondo a dover reagire, era solo un diplomato dai capelli tinti e una vita normale.
Congiunse le mani, stringendo le dita serrate, tremavano e si stavano raffreddando.
Gli occhi che si mossero sugli animali, sui vegetali, su di lei, così in sintonia con loro, così perfetta nella sua aura di bellezza e comando.

Perché mi stai dicendo tutto questo?
Perché non hai mantenuto il segreto?
Lo dirai anche a tutti gli altri?
... Io... Io non so che dire... Che fare...
So solo che... Avrei bisogno di qualcosa di molto... Molto alcolico.


Spoiler:
Per ricordare il sogno: Elaborazione (12) + dado (16) = 28
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Messaggioda Lindë » 28/06/2013, 17:12

L'ultima cosa che avrebbe voluto fare, era spaventarlo.
Capiva benissimo lo stato d'animo di Typhon.
Anche lei era rimasta sconvolta, la prima volta.
E anche quelle a seguire, una volta arrivata tra i Terran.
La sua reazione, quello spostare la sedia all'indietro, fu chiaramente comprensibile.
Lindë non si sentì di biasimarlo per questo, affatto.
Lasciò fuori la propria energia per farle raggiungere gli animali.
Per rassicurarli.
Non voleva che lo temessero.
Era solo terrorizzato da quella realtà completamente nuova.
Una realtà che annullava quasi del tutto le certezze precedenti.
Come svegliarsi dopo un lungo sonno durato una vita e scoprire che le favole erano vere.
Lo capiva, ma non avrebbe potuto né voluto rimangiarsi tutto.
Era importante che sapesse e che capisse.
Perché c'era ancora una verità che gli doveva svelare.
La più importante di tutte.
Quella su stesso.

Hai... Hai anche incontrato un fantasma, non è così?
Sei caduta in una distesa d'acqua, hai... Preparato un composto facendo crescere un albero istantaneamente...
Hai uno spadino che emana luce verde e hai sacrificato la Serra e il professore per salvare la vita ad un tipo dai capelli bianchi...
Rispondimi... Rispondimi per favore.


Non rispose subito.
Si accigliò, invece.
Come poteva lui sapere tutto questo?
Chi poteva averglielo detto?
Poi, d'improvviso, ricordò.
Nel corso della prova aveva pronunciato delle parole ben precise.
Avrebbe voluto che Typhon osservasse tutto quello che faceva, per imparare.
E Windam aveva definito quel desiderio come "semplice da esaudire".
Ora ne comprendeva il senso.
Gli aveva davvero mostrato tutto.

Sì, tutto ciò che hai appena detto è vero.
Hai seguito la mia prova per essere riconosciuta come Terran Verdigris dal fantasma di cui parli, da colei che fu la prima ad essere considerata come tale: Windam, la creatrice della Gilda Terran.
Ed è successo perché proprio con la prova dell'albero ho pensato a te, avrei voluto potessi osservare ciò che facevo per imparare qualcosa di nuovo: mi dispiace aver turbato il tuo sonno, non era mia intenzione.


Rispose dunque, senza omettere niente.
A che pro?
Perché mentirgli?
Al contrario, Lindë doveva essere il più sincera possibile.
Solo così, secondo lei, avrebbe potuto convincere Seal a diventare un Terran.

Per quanto riguarda l'arma di cui parli... non è uno spadino, è una daga.

E quale modo migliore di fargli comprendere che era tutto reale se non mostrandogliela?
Lindë alzò il braccio, lentamente, per non spaventarlo.
Richiamò a sé l'arma della Terra, chiedendo che si manifestasse a lei.
Così accade, per volontà della Sempreverde.
Nella sua mano destra, tra le sue dita, comparve così la daga citata prima.

Immagine


Solo il Capo Gilda può sostenerne il peso, per questo non ho intenzione di fartela toccare... ma è tutto vero, Typhon.
Le Gilde esistono, i titani esistono, il Conflux è una realtà da proteggere... ed io sono stata scelta per farlo.


Gli animali, intanto, si erano inchinati.
Non di fronte a lei, quanto di fronte alla Lindë con in mano la daga.
Come se ora non riconoscessero in lei solo Madre Natura, ma la guardiana del Conflux.
Così com'era venuta, la daga scomparve.
Lindë non voleva mostrarla troppo in giro.
L'aveva già sconvolto abbastanza, in fondo.
E la verità più grande doveva ancora palesarsi a lui.

Perché mi stai dicendo tutto questo?
Perché non hai mantenuto il segreto?
Lo dirai anche a tutti gli altri?
... Io... Io non so che dire... Che fare...
So solo che... Avrei bisogno di qualcosa di molto... Molto alcolico.


Una cosa per volta.
Tieni.


Mise mano alla bacchetta nascosta in una tasca invisibile del vestito.
L'agitò, facendogli comparire in mano un bicchiere con dell'assenzio.
Non era più un ragazzino, uno studente.
Era adulto, maggiorenne.
Poteva fare quello che voleva, e se desiderava bere per calmarsi, allora Lindë gliel'avrebbe concesso.

L'unico oltre a te a sapere la verità sarà Irvyne, ma per motivi diversi.
E' necessario che lui sappia perché sta con me, ed io non potrei mai nascondergli una cosa tanto importante. Non potrà mai accedere nel luogo dove si trova il villaggio Terran, ma almeno saprà chi è davvero la sua compagna.


Ed in effetti, gli sarebbe preso un colpo.
O forse no.
Nel suo ufficio, in fondo, aveva già dato prova di essere collegata ai Terran.
Certo, magari esserne il capo sarebbe stata una sorpresa, per lui.
Ma con Typhon la questione era ben diversa.

A te lo sto dicendo perché...

Si fermò, in difficoltà.
Temeva di sconvolgerlo ancora di più, ma non aveva altro modo.
Doveva essere diretta, tanto sarebbe stato un colpo comunque, per lui.

Perché la mia missione, come Capo Gilda, è trovare i potenziali Terran in giro per il mondo, e guidarli verso l'unione col loro Elemento: e tu ce l'hai, Typhon.
Hai il Vento il corpo, e per quanto ti sembrerà assurdo ciò che sto dicendo, so che dentro di te lo senti; io lo vedo, vedo l'aura del Vento che ti pervade, ma è debole perché stai crescendo, ed il legame con lui sta pian piano svanendo...


Si fermò ancora.
Si avvicinò a lui, sperando che non si scostasse.
Si abbassò sulle gambe, appoggiandogli le mani sulle sue.
O meglio, tentando di farlo.
Avrebbe anche potuto spostarsi.
Ora, in quella posizione accucciata, era anche più bassa di lui.
Lasciò che l'energia fluisse tra le loro mani.
Aveva bisogno che Seal la percepisse.
Che la sentisse.
Che la Terra richiamasse il suo Vento, e il proprio lo fomentasse.

Lo senti?
Senti come il mio Vento rafforza il tuo?
Senti come la Terra lo sfida ad uscire fuori e manifestarsi?


Gli domandò.
Era sicura che lui lo sentisse.
Ma doveva ammetterlo.
Doveva accettare che tutto ciò fosse reale.

Tu sei un potenziale Terran, è per questo che ti ho raccontato tutto.
Il Vento ti ha scelto, ha deciso di vivere in minima parte dentro di te... e se tu lo vorrai, io t'insegnerò a governarlo, a diventare un tutt'uno con lui.
Non ti costringerò a decidere positivamente, ma abbiamo poco tempo perché più i giorni passano, più il tuo legame con lui diverrà debole: sono pronta a rispondere a tutte le domande che ti vengono in mente, Typhon, ma devi provare a fidarti di me e di quello che senti.


Lo fissò un secondo o due, poi sorrise dolcemente.
Con affetto.
Quello che provava per lui.

Fidati del Vento.
Fidati di me.
Fidati di te stesso.
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Messaggioda Typhon » 29/06/2013, 19:44

Sì, tutto ciò che hai appena detto è vero.
Hai seguito la mia prova per essere riconosciuta come Terran Verdigris dal fantasma di cui parli, da colei che fu la prima ad essere considerata come tale: Windam, la creatrice della Gilda Terran.
Ed è successo perché proprio con la prova dell'albero ho pensato a te, avrei voluto potessi osservare ciò che facevo per imparare qualcosa di nuovo: mi dispiace aver turbato il tuo sonno, non era mia intenzione.
Per quanto riguarda l'arma di cui parli... non è uno spadino, è una daga.


Beh quello che è... Che sia spadino, che sia Daga, era comunque un'arma...
... Esattamente così...


Non fece in tempo a finire la frase che, tanto per metterlo ancora un po' di più in agitazione, la Vilvarin evocò all'improvviso quella stessa Daga dal colore verde lucente impugnandola di fronte agli occhi di Typhon.
Non bastava sapere che aveva visto sul serio la propria Mentore senza vestiti, non bastava sapere che ella davvero aveva fatto crescere un albero di enormi dimensioni nell'arco di pochi secondi, adesso c'era anche la verità sul fatto che fosse in grado di richiamare a suo piacimento quella lama che emanava allo stesso tempo incredibili potenza e ferma energia terrestre.
Scosse il capo, non capacitandosi che fosse sul serio tutto reale, che davvero quel cimelio magico fosse davanti ai suoi occhi come anche la professoressa di erbologia dai capelli corti, più risoluta e diversa che mai.
Buttando fuori molta aria, tentò di avvicinare due dita a quella spada di piccole dimensioni, incontrando però le parole della ragazza che lo fecero desistere all'istante dal proseguire quel gesto sconsiderato.

Solo il Capo Gilda può sostenerne il peso, per questo non ho intenzione di fartela toccare... ma è tutto vero, Typhon.
Le Gilde esistono, i titani esistono, il Conflux è una realtà da proteggere... ed io sono stata scelta per farlo.


Si fece porgere il bicchiere di assenzio, portandolo subito alle labbra per mandare giù l'alcolico molto potente.
Sentì scendere in gola il bruciore e se ne beò per diversi secondi, chiudendo gli occhi, provando ad assorbire ogni colpo.
Non era facile, no, anzi, era la cosa più difficile da quando fosse nato.
La notizia, anzi, le notizie che ella gli stava dando erano peggiori e più forti di Arianna che voleva diventare mercenaria.
Quando posò un attimo il bicchiere sul tavolino di ferro, notò che sulla mano aveva una gigantesca mantide religiosa.
Assurdo in parte, ma non disse niente, la lasciò dov'era, come se fosse convinto che tanto di fronte alla Vilvarin non gli avrebbe fatto niente.
Certo non la toccò o le disse niente, ma soltanto la lasciò lì, continuando ad ascoltare le verità espresse dalla Mentore.

L'unico oltre a te a sapere la verità sarà Irvyne, ma per motivi diversi.
E' necessario che lui sappia perché sta con me, ed io non potrei mai nascondergli una cosa tanto importante.
Non potrà mai accedere nel luogo dove si trova il villaggio Terran, ma almeno saprà chi è davvero la sua compagna.


Cosa cosa cosa?
Il professore Trigger e te... Oh bene, questa è peggio dell'essere una Capo Gilda!


Ci fu una netta ironia in quelle parole, ma fu tutto voluto, forse voleva smorzare un poco la tensione e il nervosismo.
Si portò una mano (quella priva di mantide) alla fronte, dandosi un mezzo schiaffo, rendendosi conto che arrivata la notte avrebbe avuto necessità di una tisana di quelle sua, che aveva imparato a fare appositamente per conciliare il sonno.
Inutile menzionare che l'apprendimento di una simile tisana avvenne immediatamente dopo il sogno nel quale vide la propria Mentore nuda.
Tanto comunque non era finita lì, no, c'era ancora qualcosa di più grande, incredibile ed assurdo che stava per essergli detto.
Anche Lindë era consapevole che esprimere una realtà simile lo avrebbe traumatizzato sull'attimo, per questo moderò la voce, facendola più gentile, più morbida, più comprensiva.
Proprio in concomitanza con quel cambio di timbro, Typhon comprendendo che l'argomento stava forse per cambiare, si fece più attento, accorto, leggermente sospettoso, si, perché qualcosa gli diceva che evidentemente la Vilvarin si stava tenendo il meglio per ultimo.

A te lo sto dicendo perché...
Perché la mia missione, come Capo Gilda, è trovare i potenziali Terran in giro per il mondo, e guidarli verso l'unione col loro Elemento: e tu ce l'hai, Typhon.
Hai il Vento il corpo, e per quanto ti sembrerà assurdo ciò che sto dicendo, so che dentro di te lo senti; io lo vedo, vedo l'aura del Vento che ti pervade, ma è debole perché stai crescendo, ed il legame con lui sta pian piano svanendo...


Appoggiò le mani sulle proprie, la ragazza, per calmarlo, tranquillizzarlo, ma fu un tentativo molto difficile.
Quando sentì che in lui c'era un elemento, Typhon si irrigidì.
Come se non bastasse, non solo la sua Mentore faceva parte di una specie di organizzazione segreta misteriosa, ma pareva anche che cercasse di trasportare anche lui assieme a lei all'interno.
Non disse una singola parola, perché effettivamente non sapeva proprio che dire, non aveva fiato in corpo o forse ne aveva troppo.
L'energia che ella provò ad infondergli, per ovvi motivi giunse diretta al suo spirito e Seal non poté negare a se stesso di percepire un vorticare intenso di aria, vento, materia nel suo cuore, ed anche se fece di tutto per bloccarlo, per far finta di niente... Nulla, quel vento penetrava nelle ossa, nei muscoli e della mente come una linfa vitale senziente.

Lo senti?
Senti come il mio Vento rafforza il tuo?
Senti come la Terra lo sfida ad uscire fuori e manifestarsi?


Annuì soltanto, spostando le iridi da un polso all'altro della bellissima donna, poi all'altezza del cuore, poi negli occhi di lei.

Tu sei un potenziale Terran, è per questo che ti ho raccontato tutto.
Il Vento ti ha scelto, ha deciso di vivere in minima parte dentro di te... e se tu lo vorrai, io t'insegnerò a governarlo, a diventare un tutt'uno con lui.
Non ti costringerò a decidere positivamente, ma abbiamo poco tempo perché più i giorni passano, più il tuo legame con lui diverrà debole: sono pronta a rispondere a tutte le domande che ti vengono in mente, Typhon, ma devi provare a fidarti di me e di quello che senti.


La faceva facile lei.
Imparare a governarlo, fidarsi, essere tranquilli.
C'era una specie di ciclone che gli vorticava in corpo, per la miseria.
Il vento lo aveva scelto, ma non contava anche il suo giudizio? Quello che voleva lui?
In un certo senso, in quel momento egli capì che la scelta a disposizione l'aveva, che non gli stava imponendo nulla nessuno.
Ripensò ancora una volta alle parole della Vilvarin: non avrebbe dovuto per forza decidere positivamente.
Poteva anche lasciar perdere, poteva anche scegliere arbitrariamente di abbandonare quel vento e farlo fluire fuori da lui.
Fece un mezzo ghigno divertito quando disse che avrebbe risposto ad ogni sua domanda.
Gli veniva da risponderle "quanti giorni ha a disposizione", ma non lo fece, no, ancora troppo scosso, ancora troppo allucinato.
Si ricordò quindi solo allora quanto gli era apparso strano percepire l'aria come una fonte di energia nuova, più bella e deliziosa.
Adesso capiva perché in quegli ultimi tempi sentiva di voler stare più all'aperto.
Era il vento che lo chiamava, che lo implorava, lo supplicava di liberarsi, di accettarlo, di aiutarlo a fortificarsi e radicarsi in lui.
Non come una malattia, al contrario, come un alleato.

Fidati del Vento.
Fidati di me.
Fidati di te stesso.


Si alzò lentamente in piedi, tenendola ancora per una mano.
Senza dire una singola parola fece una leggera tensione per spingerla ad alzarsi come lui e seguirlo.
Uscì dalla serra, ponendosi all'esterno, con il vento della sera che sferzava ad ovest.
Uno stormo di uccelli che volava lontano, un sole pallido che si avviava ormai alla discesa.
Chiuse gli occhi, cercando di ascoltare dentro di lui qualcosa alla quale non aveva mai dato troppa attenzione.
Le strinse di più la mano, come a chiederle un ulteriore aiuto, come prima, ancora un piccolo scossone in lui.
Non si fidava molto del vento, non erano ancora così in sintonia.
Non si fidava molto di se stesso, doveva ancora maturare e crescere per esserne in grado.
Ma di lei... Di lei...

... Mi fido di te.
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Messaggioda Lindë » 29/06/2013, 21:04

Beh quello che è... Che sia spadino, che sia Daga, era comunque un'arma...
... Esattamente così...


Sconvolgerlo?
Beh, di sicuro Lindë sapeva come fare.
Non lo faceva per cattiveria, assolutamente.
Se avesse potuto, se avessero avuto tutto il tempo del mondo, avrebbe preso l'argomento per gradi.
Ma non era così.
Il legame di Typhon col Vento era sempre più debole.
La forza dell'Elemento era intensa, perché lui un mago con enormi potenzialità.
Ma ciò che lo legava allo spirito del Drago, quella connessione tra loro, era debole dall'ultima volta.
Crescere senza unirsi al Vento significava esattamente quello.
Lasciar scorrere il tempo senza accettarlo ed accoglierlo in sé, equivaleva a perderlo.

Cosa cosa cosa?
Il professore Trigger e te... Oh bene, questa è peggio dell'essere una Capo Gilda!


Non lo sa nessuno... ancora.

Sì, ora non aveva più motivazioni per tenerlo nascosto.
Amava Irvyne, e non l'avrebbe più celato al mondo.
Anzi, sarebbe stata orgogliosa di camminare per i corridoi insieme a lui.
Di essere conosciuta come la sua compagna.
Una volta non avrebbe mai potuto accettarlo.
Era stata lei, infatti, a chiedergli di mantenere il segreto.
Ma ora... ora era tutto diverso.
Lindë era diversa, era cambiata.
In meglio, a parer suo.
E probabilmente anche del mondo.
Ora sapeva come rapportarsi col prossimo, come sorridere, come godere del contatto umano.
Di sicuro era meglio di prima, quando sembrava un mostro senza cuore.
Anche se in realtà il cuore ce l'aveva, eccome.
Sorrise di fronte alla creatura salita sulla mano di Typhon.
Apprezzò che lui non avesse fatto una piega di fronte alla mantide religiosa.
Forse ora stava comprendendo davvero che nulla di male gli sarebbe potuto accadere.
C'era lei, con lui.
La Terran Verdigris.
Nessun animale avrebbe mai potuto compiere un passo falso o un gesto aggressivo.
Ciò nonostante, sentiva le sue paure.
Il suo spaesamento, la sua irrequietezza.
Lo comprendeva, ma non aveva tempo.
Si avvicinò a lui.
Si abbassò alla sua altezza.
Gli posò le mani sulle sue, facendo fluire la propria energia.
Richiamò il Vento, lo spinse a farsi sentire nell'animo di Typhon.
Lo guardò negli occhi, cercando di leggerne i pensieri.
Quando lui si alzò, Lindë fece lo stesso.
Lo seguì, la mano ancora nella sua.
Non le dava fastidio.
Sapeva che aveva bisogno di lei.
Del suo sostegno, del suo supporto.
Era esattamente lì per questo.
Per lui.
Gli animali li seguirono, affacciandosi alla porta delle Serre.
Fuori, il Vento soffiava dolce, ma deciso.
Lindë lo sentiva, la faceva stare bene.
E anche Typhon, ora, probabilmente lo percepiva.
Gli aveva chiesto di fidarsi del Vento, di lei e di se stesso.
Per il primo e l'ultimo caso, forse, non era ancora il momento.
Ma per quanto riguardava lei...

... Mi fido di te.

Quelle parole riuscirono a farla commuovere.
Sorrise ed annuì lentamente, ad occhi lucidi.
Gli strinse la mano, come lui aveva chiesto.
Sapeva che, dentro di sé, aveva preso una decisione.
Doveva solo capire cosa questo comportasse, nella pratica, cosa volesse dire essere un Terran.
Era più che giusto che volesse comprendere, capire.
La presa sulla sua mano si strinse nuovamente, così da attirare la sua attenzione.

Vieni, entriamo.
Dobbiamo parlare di molte cose.


Sorrise, per fargli comprendere che non voleva privarlo del Vento.
Al contrario, voleva spiegargli tutto il necessario per poterlo abbracciare serenamente.
Appena Typhon si fosse sentito pronto, dunque, sarebbero rientrati.
Gli animali si sarebbero nuovamente mossi, trotterellando dietro la Sempreverde.
Lindë indicò nuovamente al ragazzo la sedia, cosicché si accomodasse.
Anche lei si sedette, prendendone una libera, di fronte a lui.
Immediatamente fu una gara tra gli animali per salirle in braccio.

Su su, c'è posto per tutti!

Li rimproverò dolcemente.
Lasciò che si sistemassero, così da poter parlare con lui senza interruzioni.
Sospirò appena, accarezzandoli tutti, uno per uno.
Poi, finalmente, le attenzioni furono tutte per il suo apprendista.

La tua vita non cambierà così tanto.
Potrai vivere dove e con chi vorrai, ti verrà richiesto di presenziare al villaggio Terran solo un paio di volte a settimana, tranne in caso di pericolo naturalmente.
Alexis potrà rimanere la tua compagna per tutto il tempo che vorrai, potrai vivere con lei e lavorare dove più desidererai, secondo le vostre esigenze... ma lei non potrà sapere nulla dei Terran, questo è importante: non potrai raccontare a nessuno della tua appartenenza alla Gilda, perderesti ogni cosa se lo facessi.


La segretezza, quella era la parte più scomoda.
Ma era pur vero che era l'unico dettaglio fastidioso.
E comunque non precludeva al mago o alla strega di vivere normalmente la propria vita.

La Gilda è come una famiglia: se accetterai di farne parte, i suoi membri diventeranno i tuoi Confratelli, pronti ad aiutarti quando avrai bisogno di una mano, pronti a difenderti in caso di pericolo, e pronti a chiederti soccorso se saranno loro ad averne bisogno.
Far parte dei Terran non significherà solo legarti formalmente al tuo Elemento ed accrescere la sintonia con esso, ma anche sottostare alla volontà del Terran Verdigris... alla mia volontà: se qualcuno minacciasse il Conflux, l'Equilibrio naturale, ciò che noi preserviamo e proteggiamo, e si dovesse combattere, ti verrebbe richiesto di farlo in prima persona per preservarne l'incolumità, e per aiutare i tuoi Confratelli.


Prese un poco di fiato, sospirando.
Voleva dirgli tutto ma, al tempo stesso, temeva di dimenticarsi qualcosa.
Era la prima volta, d'altronde, che si trovava a dover spiegare tutto ciò a qualcuno.
E soprattutto, non voleva spaventare Typhon.
Ci teneva che lui comprendesse tutto.
Che lo accettasse.
Che lo accogliesse.
Che diventasse un Terran.

Dai Terran imparerai la lingua comune a tutte le Gilde, per poter parlare con Ignis ed Acuan all'occorrenza; ti verrà spiegata la storia dell'ordine che venera la Terra ed il Vento, così come potrai apprendere gli incantesimi legati al tuo Elemento, per sfruttarli a tuo vantaggio durante il combattimento.
In ultimo, ma non meno importante, se accetterai di far parte dei Terran dovrai indossare questo...


Aprì la mano, mostrandola a lui.
Sul palmo, si palesò l'anello Terran, di colore verde smeraldo.
Era il simbolo di appartenenza della Gilda.
Risplendeva della luce del suo Elemento.
E se avesse voluto, sarebbe stato suo.

Puoi indossarlo dove preferisci, e una volta fatto, l'anello si adatterà perfettamente alla forma del tuo dito, perdendo questo colore per diventare un semplice anello come tutti gli altri... tranne per il fatto che non potrai assolutamente toglierlo.
Questo anello aumenterà la tua resistenza contro gli attacchi magici, e sarà il tuo punto di contatto con la Gilda: se sarai in pericolo, io lo sentirò, e potrò richiamare i tuoi Confratelli ad aiutarti.


Si fermò nuovamente, sorridendogli con dolcezza.
C'erano ancora molte cose che doveva comprendere ed imparare.
Piano piano, però, gli avrebbe spiegato tutto.
Inutile sommergerlo ora di nozioni, bastavano le principali.
Che comunque, tra l'altro, non erano poche.
Lo fissò per qualche istante, poi sospirò.
Attese ancora pochi secondi, poi si decise a parlare.

... se lo indosserai, diventerai un Terran, Typhon.
La scelta spetta soltanto a te.
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Messaggioda Typhon » 01/07/2013, 23:14

Vieni, entriamo.
Dobbiamo parlare di molte cose.


Era questo che temeva, dover essere pronto ad assimilare molti concetti in breve tempo.
Tuttavia quella era anche la prassi che seguiva da circa due-tre anni, assieme a lei, quindi, come era stato per l'erbologia, stessa cosa poteva valere per quella nuova dimensione di appartenenza e apprendimento.
Aveva testato le capacità di Mentore nel campo di studio delle piante, quindi poteva reputarsi ben più che tranquillo nel lasciarsi sorreggere completamente da lei anche per quella strana, complessa e singolare avventura che stava vivendo di improvviso.
Quando entrarono nuovamente nelle serre, gli animali fecero spazio, per farli sedere e mettere comodi.
Nella mente del ragazzo vagavano già le prime domande fondamentali, ma era sicuro che forse a molte di esse lei avrebbe dato risposta non appena avesse iniziato a parlare e spiegare tutto quanto con chiarezza.
Una volta messosi composto, riprese il bicchiere con l'alcolico lasciato poco prima e bevve un altro paio di sorsi generosi.
Ne aveva decisamente bisogno.

La tua vita non cambierà così tanto.
Potrai vivere dove e con chi vorrai, ti verrà richiesto di presenziare al villaggio Terran solo un paio di volte a settimana, tranne in caso di pericolo naturalmente.
Alexis potrà rimanere la tua compagna per tutto il tempo che vorrai, potrai vivere con lei e lavorare dove più desidererai, secondo le vostre esigenze... ma lei non potrà sapere nulla dei Terran, questo è importante: non potrai raccontare a nessuno della tua appartenenza alla Gilda, perderesti ogni cosa se lo facessi.


Quindi tu puoi farlo in quanto Capo e dunque con maggiori responsabilità ed impegni, dico bene?

Si aspettò subito che ella annuisse, alla fine il discorso filava liscio, nessuno aveva le stesse mansioni di chi governava, per questo era giusto che almeno il partner di quella persona sapesse dove trascorresse la maggior parte del tempo lontano da lui.
Registrò quelle prime nozione e già la domanda "Quanto spesso dovrò essere fuori?" ebbe il proprio responso, come immaginava.
Tentando di mantenere un certo contegno, Seal prese ad immaginare la vita all'interno di una specie di confraternita.
Si vedeva circondato da persone con le sue stesse passioni, con i suoi stessi interessi e inizialmente l'essere "circondato" rappresentava un motivo per non farsi andare del tutto a genio quella esperienza di vita in arrivo.
Sempre stato un tipo solitario, per natura e carattere. Anche la Vilvarin inizialmente era così ma adesso si vedeva molto cambiata e sapeva allora che non avrebbe potuto contare sul suo appoggio in tal senso.

La Gilda è come una famiglia: se accetterai di farne parte, i suoi membri diventeranno i tuoi Confratelli, pronti ad aiutarti quando avrai bisogno di una mano, pronti a difenderti in caso di pericolo, e pronti a chiederti soccorso se saranno loro ad averne bisogno.
Far parte dei Terran non significherà solo legarti formalmente al tuo Elemento ed accrescere la sintonia con esso, ma anche sottostare alla volontà del Terran Verdigris... alla mia volontà: se qualcuno minacciasse il Conflux, l'Equilibrio naturale, ciò che noi preserviamo e proteggiamo, e si dovesse combattere, ti verrebbe richiesto di farlo in prima persona per preservarne l'incolumità, e per aiutare i tuoi Confratelli.


Insomma una specie di causa comune da difendere, proteggere fino all'ultimo sangue.
Su quel punto, Typhon non era troppo convinto.
Non conosceva questo "Conflux", non aveva quello scopo fisso in testa, sapeva solo che adesso amava le piante e la natura e di certo sarebbe stato pronto a combattere per essa, ma il resto?
Quel famoso equilibrio del quale parlava la ragazza, lui non lo conosceva, non sapeva bene di cosa si trattasse e non era solito aderire a delle iniziative così grandi senza davvero sentirsi in piena sintonia con esse.
Vero era anche che il Vento, come lei aveva definito prima, lo stava chiamando, dunque era anche per lui che avrebbe dovuto lottare.
Un aiuto nei suoi confronti per garantirsi un suo appoggio nella vita, l'appoggio dell'elemento che lo aveva scelto, fin da piccolo, a questo punto.
Confusione, tremenda confusione, e come se non bastasse, la Vilvarin tirò fuori anche uno strano anello che mostrò al Drago.
Se ne stava lì, sul palmo della mano, scintillante, attraente per certi versi, inquietante per altri.

Puoi indossarlo dove preferisci, e una volta fatto, l'anello si adatterà perfettamente alla forma del tuo dito, perdendo questo colore per diventare un semplice anello come tutti gli altri... tranne per il fatto che non potrai assolutamente toglierlo.
Questo anello aumenterà la tua resistenza contro gli attacchi magici, e sarà il tuo punto di contatto con la Gilda: se sarai in pericolo, io lo sentirò, e potrò richiamare i tuoi Confratelli ad aiutarti.


Lindë sembrava trovare quella situazione tranquillissima, ed in effetti per lei doveva esserlo per forza, c***o, era la Capo Gilda, aveva deciso di prenderne il controllo e il comando, ovvio che non trovasse più dubbi nella sua missione.
Diverso era per Ty, il quale al sentire per altro che quell'oggetto non si sarebbe più staccato da lui, inarcò il sopracciglio destro deglutendo saliva fredda, come freddo fu il sudore che si mise a scorrere al lato della testa.
Per la prima volta in vita sua non era così d'accordo sull'afferrare al volo una sfida che gli veniva proposta, anche se a tal punto, la sfida proveniva direttamente dal suo destino, da qualcosa che pulsava in lui, che lo faceva sentire vivo.

... se lo indosserai, diventerai un Terran, Typhon.
La scelta spetta soltanto a te.


Ed ecco a rincarare la dose, come se già non fosse nervoso abbastanza.
Finì del tutto il contenuto del bicchiere e si permise di prendere tra le dita quell'anello, fissandolo come a volergli parlare.
La mantide ancora ferma addosso a lui, evidentemente stava comoda.
Si alzò in piedi, camminando fino ad un grosso girasole, uno dei tanti che si erano voltati a guardare la mentore quando era entrata di sorpresa.
Accarezzò i petali di quello stesso fiore, stringendo l'anello dei Terran nell'altra mano.
Voleva sul serio chiedere consiglio a loro? Alle piante?
Avere paura era umano e lui in quel momento ne aveva tanta, perché pur essendo un Drago, nel corso del tempo, proprio grazie a lei, aveva acquisito molto giudizio, determinazione ma autocontrollo, forza di volontà ma raziocinio.
Il Typhon di un tempo, quello inesperto, non pronto davvero a distinguersi nel mondo, avrebbe subito infilato quell'oggetto, volendo dimostrare chissà a chi che era in grado di non spaventarsi di fronte a nulla.
Ma lì c'era in ballo più di una semplice sfida, più di una semplice dimostrazione infantile, lì c'era in ballo il suo cuore, il suo spirito, la sua vita e la sua morte, il suo passato, presente e sopratutto futuro.
Avvicinò il naso allo stesso girasole, per annusarne il profumo, poi passò ad una rosa bianca ed infine ad una lavanda, il suo fiore preferito, qualcosa che non aveva mai detto prima a nessuno, forse nemmeno a se stesso.

... E' il mio preferito, sai?

Ormai non le stava più dando del "lei", perso totalmente nelle sue riflessioni, così vicino a lei con l'anima che non ce la faceva a porre un blocco così netto come una dimostrazione educata e distaccata nell'appellarla.
Al momento era di poco interesse se la cosa le facesse piacere o meno, al momento tutto quello che desiderava era arrivare ad una nuova consapevolezza, ricercandola dove? Già, proprio tra quelle radici, in mezzo a quella terra quiescente, negli occhi di una mantide ancora impegnata a camminare lenta sulla propria pelle, solleticandone la superficie, decidendo infine di saltare sulle foglie di una delle tante piante da frutto presenti in mezzo alla mischia.
Chiuse gli occhi, cercando una risposta, cercando un aiuto, un grido lontano, trovando solo una improvvisa melanconia, un grigio tepore che non gli suscitava nulla se non il desiderio di fuggirne, tanto era strano, tanto era assurdo, tanto non facesse parte di lui.
Abbassando il capo, scrollò le spalle, poi un brivido.
Aprendo gli occhi, si girò lentamente con ancora quell'anello nella mano, stringendolo come se fosse un tesoro.

Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce una famiglia.
Qualunque cosa capita alla Terra, capita anche ai figli della Terra.
Non è stato l’uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo.
Qualunque cosa egli faccia alla tela, qualunque cosa egli faccia alla Terra o nel mio caso al Vento, lo fa a se stesso.
... E' vero tutto questo... Sempreverde?


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Messaggioda Lindë » 02/07/2013, 11:56

Non era semplice spiegargli tutto.
Si trovava a metà tra la necessità di spiegargli tutto nel dettaglio, e il desiderio di non spaventarlo.
Ma non poteva fargli indossare l'anello Terran senza che sapesse cosa ciò avrebbe significato.
Non poteva chiedergli di entrare a far parte della Gilda senza che si rendesse conto di cosa avrebbe comportato.
Non poteva costringerlo a mentire alla sua compagna senza che comprendesse quanto fosse necessario mantenere il segreto.

Quindi tu puoi farlo in quanto Capo e dunque con maggiori responsabilità ed impegni, dico bene?

Annuì a quella domanda, senza aggiungere altro.
Normale che, per lei, le cose fossero diverse.
Aveva molte più responsabilità di qualsiasi altro Terran.
E le sarebbe capitato di doversi assentare più degli altri, per qualsiasi motivo.
Irvyne aveva il diritto di essere informato.
Lindë voleva che lo fosse.
E poi, sapeva che lui sarebbe stato felice di saperlo.
Di condividere quel segreto con lei.
E visto che era possibile, perché non farlo?
Perché tenergli nascosto qualcosa che, almeno lui, avrebbe voluto sapere?
Le spiegazioni, comunque, proseguirono.
Percepiva in Typhon lo sconcerto, la paura.
Lo comprendeva.
Anche lei, all'inizio, era spaventata.
E molto anche.
Aveva passato diversi mesi dai Terran in quello stato.
Spaesata, e sola.
Per lui sarebbe stato diverso.
Lei gli sarebbe stata accanto.
Lo osservò alzarsi, prendere l'anello ma non indossarlo, avvicinandosi alle piante.
Sorrise dolcemente, dietro di lui, a quella vista.
Voleva chiedere loro consiglio?
Lui, il Drago che all'inizio voleva solo qualche credito extra per diventare un Medimago, ora si sentiva così legato alle piante da ricercare il loro appoggio in una scelta difficile come quella?
Era fiera di Typhon, immensamente.
E sapeva, dentro di sé, che sarebbe stato un ottimo Terran.
Non voleva forzarlo, naturalmente.
Eppure non riusciva ad impedirsi di sperare, con ardore.
Lo osservò ancora, silenziosa, immobile.
Era il suo momento, e come tale l'avrebbe rispettato.
Lo vide avvicinarsi alla lavanda.
Sembrava più dolce il suo sguardo, ora.

... E' il mio preferito, sai?

Nel significato dei fiori, significa "diffidenza".
Credo sia piuttosto adatto a te.


Commentò Lindë, con un lieve sorriso sulle labbra.
Sì, lui era diffidente per natura, questo l'aveva capito.
Si avvicinava con circospezione alle persone.
Le studiava, per comprenderle.
E ci voleva del tempo, perché si fidasse di loro.
Ma se avveniva, erano quelle parsone ad averci guadagnato, senza dubbio.
Gli animali lo fissavano curiosi.
Alcuni immobili, altri muovendo il capo o la coda.
Forse avevano capito che quello era un momento importante.
Forse avevano capito che quello era il momento di Typhon.
E quando si volse, lo sguardo di Lindë lo accolse.
Fiero e fermo.
Da Terran Verdigris.

Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce una famiglia.
Qualunque cosa capita alla Terra, capita anche ai figli della Terra.
Non è stato l’uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo.
Qualunque cosa egli faccia alla tela, qualunque cosa egli faccia alla Terra o nel mio caso al Vento, lo fa a se stesso.
... E' vero tutto questo... Sempreverde?


Sorrise, quando si sentì appellare in quel modo.
Persino delle piccole lacrime fecero capolino agli angoli degli occhi.
Lo stava accettando.
Stava accettando di essere un Terran.
Sentiva il cuore scoppiarle di gioia, ancor più di quando Windam l'aveva riconosciuta come guida della sua Gilda.
Ma Typhon aspettava ancora una risposta.
E lei si sentiva in dovere di dargliela.

La prima volta che mi chiesero di diventare la Terran Verdigris, dissi di no: non mi sentivo pronta né all'altezza, avevo paura d'imbarcarmi in un'avventura del genere.
E' una scelta mia, mi dicevo, non ha nulla a che vedere col mio amore per le piante.
Ma quando mi avvicinavo a loro, mi sentivo in colpa, come se le avessi tradite... poi capii: non avevo tradito solo loro, ma anche me stessa.
La Terra mi aveva scelta per un motivo, perché mi riteneva degna, ed io non stavo voltando solo le spalle a lei, ma anche a quel che di speciale lei aveva visto in me.
Ora il Vento sta chiamando te, Typhon: puoi decidere se accettare il suo invito e donare fiducia a lui e a te stesso, o se invece non coglierlo e lasciare che lentamente si spenga dentro di te; ma in questo modo, morirà anche quella parte del tuo animo che l'Elemento ha reputato come speciale e adatto per lui.


Gli rispose così, alla sua maniera.
Lindë sapeva che non avrebbe potuto esporre il proprio pensiero in modo migliore.
Gli aveva riportato l'esempio pratico di se stessa.
Lei aveva scelto, e mai si sarebbe potuta pentire.
Ma lui?
Lui si sarebbe del tutto convinto, dopo quelle parole?
Avrebbe indossato l'anello, sarebbe diventato un Terran Aer?
La Sempreverde si zittì nuovamente, studiandolo con attenzione.
Era davvero arrivato il momento, per lui, di scegliere.
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Messaggioda Typhon » 05/07/2013, 21:05

Nel significato dei fiori, significa "diffidenza".
Credo sia piuttosto adatto a te.


Lindë aveva perfettamente ragione.
Diffidenza, il suo pregio e il suo difetto più grande, la sua virtù e il suo stile di vita.
Perché il vento aveva scelto proprio una persona diffidente come lui per crescere e formarsi?
Una domanda lecita la sua, un quesito al quale forse avrebbe potuto rispondere soltanto la Mentore.
Adesso però non aveva voglia di parlare, voleva solo guardare quelle piante e quella mantide.
Essa vagava tra le foglie, calma, con un movimento leggero, impercettibile, elegante.
Fu allora che la decisione di Typhon fu molto più istintiva e meno paurosa, anche se la stessa cosa mai avrebbe osato per il momento farla con la tarantola che chissà dove diavolo era andata a finire.
Avvicinò la mano ancora alla mantide, e l'animale vi salì sopra, aggrappandosi con le piccole lame che teneva al posto delle braccia.
Non seppe se quello dell'insetto fu un gesto volontario o involontario, ma anche se sgorgò appena una goccia di sangue, il ragazzo non emise un fiato e lasciò che la creatura continuasse il suo percorso, tornando sul suo palmo, ferma, a riposo.

La prima volta che mi chiesero di diventare la Terran Verdigris, dissi di no: non mi sentivo pronta né all'altezza, avevo paura d'imbarcarmi in un'avventura del genere.
E' una scelta mia, mi dicevo, non ha nulla a che vedere col mio amore per le piante.
Ma quando mi avvicinavo a loro, mi sentivo in colpa, come se le avessi tradite... poi capii: non avevo tradito solo loro, ma anche me stessa.


Posò il dito ancora intriso di sangue sulle foglie di un nespolo, facendone colare qualche goccia.
Una sua scelta, a prescindere dall'amore per le piante, per la terra, per il vento e tutto ciò che lo concerne.
Eppure lei aveva ragione, adesso che sapeva tutto questo faceva fatica a distinguere le due cose come elementi a sè stanti.
Infatti, anche lo stesso gesto di prendere la mantide gli era venuto spontaneo, come un riavvicinamento ad essa.
Socchiuse gli occhi, sentendoli più carichi di sentimento e affetto, più lucidi, ricchi di lacrime, lacrime di amore per quelle meraviglie.
Un dito venne portato all'occhio, raccogliendo una lacrima, poco dopo, la stessa lacrima fu appoggiata sopra la macchia di sangue creata precedentemente sulla foglia... Lacrime e sangue, come quelle versate con impegno per arrivare oggi a quel livello di connessione con la natura.
La mantide non accennava ad andarsene, stranamente, era come se si fosse abituata a starsene lì, placida e beata.

La Terra mi aveva scelta per un motivo, perché mi riteneva degna, ed io non stavo voltando solo le spalle a lei, ma anche a quel che di speciale lei aveva visto in me.
Ora il Vento sta chiamando te, Typhon: puoi decidere se accettare il suo invito e donare fiducia a lui e a te stesso, o se invece non coglierlo e lasciare che lentamente si spenga dentro di te; ma in questo modo, morirà anche quella parte del tuo animo che l'Elemento ha reputato come speciale e adatto per lui.


"Guarda dove vai
guarda bene dove vai
se comincia a cadere la notte
tieni gli occhi più accesi che mai
guarda cosa fai
guarda bene cosa fai
ci sarebbe una vita migliore
forse basta cercarla dov'è
se c'è ancora un minuto di sole
meglio spenderlo... per te
"

"Guarda dove vai
guarda bene dove vai
se comincia a cadere la notte
tieni gli occhi più accesi che mai
guarda cosa fai
guarda bene cosa fai
che se inciampi nel solito errore
forse tanto uno sbaglio non è
se lo fai per questioni di cuore
è qualcosa che è dentro di te
"


La stessa canzone che cantò alla Vilvarin un anno prima per convincerla a partire.
Adesso le sue parole rimbombavano nella mente come un ritornello, una nenia impossibile da non ascoltare.
Lui stesso al tempo le aveva consigliato un salto nel vuoto, e quel salto nel vuoto non era altri che quello che adesso si stava proponendo a lui.
Lui stesso le aveva detto di lasciarsi andare, di rischiare, di provare, se dentro di se qualcosa la stava chiamando.
Lui stesso aveva predicato una simile scelta, una simile realtà, una simile vita... E adesso stava avendo anche dei dubbi sull'accettarla, adesso che si trovava al posto di lei, adesso che non doveva fare altro che prendere una decisione identica?
Typhon Seal poteva essere anche diffidente, poteva essere anche razionale, poteva essere anche accorto... Ma mai incoerente.
Chiuse gli occhi, annuendo a se stesso, annuendo alle piante, annuendo in verità anche alla Mentore... E magari anche alla Mantide.
L'anello lasciato quasi libero sul palmo destro, ciondolante, venne afferrato con maggior vigore, saldamente.
Senza un solo secondo di esitazione, prese la mantide e se la posò sopra la spalla, incurante del fatto che lo poteva mordere, graffiare o andarsene.
Voltandosi nuovamente in direzione dell'Erbologa non disse niente, non ce ne sarebbe stato bisogno.
La mancina prese l'anello e un secondo dopo lo infilò all'indice della destra.

Amaranto è del cielo il colore
ma di strada da fare ce n'è
se c'è ancora un minuto di sole
meglio spenderlo... con Te...
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Messaggioda Lindë » 06/07/2013, 19:39

Attendeva, Lindë, con molta trepidazione.
Probabilmente in futuro non sarebbe mai stata così nervosa ed in ansia per nessun altro Terran.
Ma Typhon era diverso.
L'aveva aiutato a crescere, a trovare la sua strada.
Senza contare che era il primo esponente della Gilda Terran che lei "scopriva", per così dire.
E che portava in famiglia.
Un po' come il primo amore, che non si scordava mai.
Seal sarebbe stato lo stesso, per lei.
Una persona che mai si sarebbe scordata.
Ancora lui sembrava non aver deciso.
In compenso, una mantide sembrava averlo preso in simpatia.
Non si preoccupò, sapeva che non gli avrebbe fatto del male finché c'era lei presente.
Silenziosa, immobile, come una roccia.
Sembrava non respirare nemmeno, talmente era ferma.
Lo sguardo era fisso su di lui, non volendo perdersi nemmeno il più piccolo accenno di movimento.
Poi, lo vide annuire.
Non aveva parlato, ma forse mentalmente l'aveva fatto eccome.
E poi, voltandosi verso di lei, guardandola...
Indossò l'anello.
Un moto di gioia esplose nell'animo di Lindë.
Gli occhi si fecero lucidi, ed un sorriso le comparve sulle labbra.

Amaranto è del cielo il colore
ma di strada da fare ce n'è
se c'è ancora un minuto di sole
meglio spenderlo... con Te...


Ricordava bene quella canzone.
Ricordava il testo, la musica.
Ricordava perché e quando lui l'aveva cantata.
Fu quel particolare a far rotolare la lacrima lungo la guancia, fino a bagnarle le labbra.

Sono felice.

Mormorò soltanto la Terran Verdigris.
Si avvicinò a lui, e con uno slancio lo abbracciò.
Ovviamente fece attenzione a non schiacciare la mantide.
Lo strinse per qualche secondo, prima di lasciarlo andare.

Benvenuto tra i Terran.
Da oggi e per sempre, sarai uno di noi. E con questo anello, ti viene conferito anche il nome di "Terran Aer" ... o semplicemente "Aria".
Nel weekend vorrei portarti con me al villaggio Terran, per farti conoscere i tuoi Confratelli, sei d'accordo?


C'erano ancora tante, tante cose da sapere.
Da scoprire, da conoscere.
E le avrebbe apprese tutte, col tempo.
Ma la prima, e più importante, era dove si trovasse la sua nuova casa.
E l'unico modo per scoprirlo, era andarla a vedere in prima persona.

Ah, Typhon... quando siamo soli puoi anche darmi del tu, ma di fronte ai Terran devo chiederti di portarmi il distaccato rispetto con cui tutti si rivolgono a me, anche i più anziani, per via della posizione che ricopro.

Lo avvertì Lindë.
In effetti, ora che era a tutti gli effetti un Terran, Typhon avrebbe potuto percepirla chiaramente.
L'energia che si dipanava da lei era incommensurabile.
Avrebbe spinto chiunque potesse percepirla a portarle rispetto.
E in fondo, anche i Capi Gilda, tra loro, si davano del "Voi".
Con tutto che erano allo stesso livello.
Seal avrebbe dovuto dunque comportarsi allo stesso modo.
L'Erbologa poteva ipotizzare che non sarebbe stato entusiasta di quella regola.
Ma al tempo stesso voleva che l'accettasse.
Non poteva fare preferenze, tra i Terran.
Avrebbe sempre avuto un occhio di riguardo, per lui.
Ma le regole base, no, quelle sarebbero valse per tutte.

Devo andare a parlare con Irvyne... posso lasciarti solo per stasera?
Domani parleremo ancora, e a lungo.


La promessa di non abbandonarlo al suo destino, insomma.
Di esserci sempre, per lui.
Perché era la sua Guida fin da prima di scoprire la sua posizione di Sempreverde.
E tale sarebbe rimasta anche ora.
Attese un cenno del capo di Typhon, poi si rivolse agli animali che la fissavano curiosi.

Sentito?
Devo uscire, quindi tutti fuori!


Esclamò verso di loro, bonariamente.
E naturalmente tutti l'ascoltarono, uscendo uno per volta per poi disperdersi per l'adiacente Foresta Proibita.
Solo allora Lindë, con una carezza velata al braccio, si congedò da lui.
Gli sorrise un'ultima volta, poi uscì dalle Serre.
Mancavano ancora due persone con cui parlare.
E la prima, quella con cui avrebbe parlato di lì a breve, era quella che più le era mancata.
Il suo compagno.
La sua anima gemella.
Irvyne Trigger.

[FINE]
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