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Messaggioda Ferdy » 29/06/2013, 17:00

La preoccupazione del ragazzo era evidente, lui non si sforzava nemmeno di nasconderla.
Temeva che Monique si arrabbiasse con lui perché non gliel'aveva detto prima, in tal caso l'avrebbe compresa bene.
Quella era la sua scuola: anche lui al posto suo si sarebbe arrabbiato se un mago o una strega sconosciuto si fosse messo a girare scalzo nei dintorni.
Aveva commesso un errore ignorando quel particolare, un particolare che si sarebbe potuto evolvere come una potenziale minaccia, considerando il lato più drastico della faccenda.
Era dall'inizio della scuola che pensava all'accaduto della Foresta e ci aveva pensato anche qualche volta durante l'estate, ma non si era mai soffermato più di tanto, aveva sempre ritenuto meglio parlarne di persona con Monique.
La comunicazione, per come la vedeva lui, non era sicura nemmeno faccia a faccia, figuriamoci tramite gufo: questo era uno dei tanti motivi per cui il suo falco rimaneva la maggior parte del tempo in Guferia anziché in viaggio.

Ti ascolto... dimmi pure.

E così le raccontò vagamente com'erano andate le cose, di come si era inoltrato nella Foresta e come aveva incontrato quella donna, includendo le sue particolarità nel discorso.
Il volto stanco di Monique aveva assunto un'espressione piuttosto seria, ma Ferdy non si lasciò intimidire, anzi, continuò come se nulla fosse la sua esperienza, esortato dall'annuire di Monique, che lo interruppe non appena comprese che Indigo non possedeva una bacchetta in quell'occasione.

Senza bacchetta?
Ne sei assolutamente certo?


Lui fece per pensarci, volgendo gli occhi altrove; poi annuì deciso con il capo.
Ricordava bene come lui era avanzato con la bacchetta alla mano ed era rimasto in posizione di guardia non appena l'aveva incontrata: lei non aveva estratto nulla, tutt'altro, sembrava decisamente tranquilla nonostante fosse disarmata. Non lo conosceva e non conosceva le sue intenzioni, eppure Ferdy non aveva letto del dubbio sul suo volto: sembrava molto sicura di sé.
Monique rispose alla domanda che aveva posto lui in precedenza: un Pensatoio sarebbe stato l'ideale infatti. In questo modo lei avrebbe potuto vedere e farsi un'idea più precisa del soggetto, e magari riconoscerlo nel caso se lo fosse ritrovato davanti.

Comunque... sì, certo.
Aspetta solo un secondo.


Lei mosse la bacchetta verso la libreria e un'aura si sprigionò da essa, toccando il ragazzo, il quale rimase sorpreso da quanta energia potesse sprigionare una bacchetta.
Capì subito che non si trattava di una comune bacchetta [Intuito (Perspicacia) = 12], ma la sua attenzione non si soffermò sul catalizzatore, bensì sull'oggetto che uscì dalla libreria.
Non aveva mai visto né utilizzato un artefatto magico del genere, però ne aveva sentito parlare, tanto da affascinarlo. All'idea che stava per usarne uno era leggermente eccitato, anche se non lo diede a vedere: la situazione era molto seria per lasciarsi andare a emozioni infantili.
Rimase ad osservare un po il Pensatoio, prima che la voce melliflua di Monique tornò a farsi sentire:

Ecco qui.
Pensi che il ricordo di questo incontro potrebbe aiutarmi a comprendere meglio un potenziale pericolo?


Credo che vedendo tu possa capire meglio e dedurne di più da tutta questa storia..

Disse lui, facendo spallucce e storcendo il muso, dispiaciuto per quante fossero poche le informazioni che avevano a riguardo.
Non ne era sicuro, ma forse aveva raccontato più lui su sé stesso che lei: in quell'occasione la ragazza le aveva trasmesso una sicurezza tale da potersi fidare ciecamente. E se quella sua fosse stata una mossa mirata? Non aveva rimuginato su quella probabile nota.

Tu ti sei già fatto qualche idea su quale possa essere la sua identità, a parte il nome che ti ha fornito e che potrebbe essere anche falso?

Cavolo.. Ha ragione!

Rifletté, lasciandosi andare a qualche imprecazione che è meglio non riportare.
Se Monique aveva ragione avevano pochissimo per ricavarne qualcosa da quell'incontro. Mentre la ragazza, lei aveva molto di più sul suo conto: era come se la situazione di fosse capovolta nel giro di pochi istanti.

No, non credo... Quale strega non sfodererebbe la bacchetta per difendersi da un mago sconosciuto e armato? Se non fosse una strega come fa a conoscere Hogwarts? - si interruppe per sfoderare la bacchetta e avvicinarla alla tempia - Forse vedendo riuscirai a cavarne qualcosa in più di me..

E così dicendo mise a fuoco il ricordo, dall'inizio alla fine, cercando di fissare quanti più particolari possibile, in modo che la situazione apparisse chiara e sensata a Monique una volta che avrebbe visto.
Alla punta della bacchetta si ancorò un puntino argenteo, dopodiché Ferdy allontanò il catalizzatore e una striscia dello stesso colore si originò da quel puntino.
La avvicinò al Pensatoio e la fece scivolare all'interno: la superficie limpida si increspò lievemente e il ricordo cominciò a prendere forma.
Tornò a guardarla negli occhi e le fece cenno di tuffarsi all'interno del ricordo.
Se lei lo avesse fatto, lui l'avrebbe seguita a ruota: fu come se stesse per essere risucchiato da un imbuto, poi cadde in piedi sull'erba.
Era di nuovo nella Foresta, con la differenza che questa volta non era solo. Vide la sua stessa persona davanti a sé, incapace di vederli e sentirli.

Com'è possibile che guardiamo da questa prospettiva? Non avremmo dovuto vedere il ricordo dai miei occhi? Invece possiamo vedere anche le mie spalle..

Osservò lui incuriosito, indicando sé stesso che li guidava nel cuore della Foresta.
In questo modo Monique avrebbe visto la ragazza sconosciuta, avrebbe ascoltato la loro conversazione e ne avrebbe tratto eventuali conclusioni.
Ogni tanto si voltava per vedere la sua espressione e per ascoltarla in caso avesse qualche domanda da porgergli.
Una volta terminato l'episodio, il paesaggio argenteo composto dalla sostanza del ricordo sarebbe svanito come fumo ed entrambi si sarebbero ritrovati nel suo ufficio.

Spoiler:
Monique
Lancio d20, risultato: 20
Ferdy
 
 

Messaggioda Monique » 29/06/2013, 19:50

Credo che vedendo tu possa capire meglio e dedurne di più da tutta questa storia..

Sperò in cuor suo che Ferdy avesse ragione, anche se non si considerava la massima esperta del mondo magico in campo di "creature misteriose", per quanto in questo caso si trattava di una persona, più che una creatura; in ogni caso dare un'occhiata ai ricordi di lui non l'avrebbe uccisa, affatto, e chissà che davvero potesse venirle in mente qualcosa.
Insomma, tentare non nuoceva, al massimo sarebbero rimasti al punto di partenza.
La cosa sicura era che l'amico non avesse la minima idea di chi lei fosse, dalla sua aveva solo il nome e non erano nemmeno sicuri che fosse davvero il suo, tra l'altro.

No, non credo... Quale strega non sfodererebbe la bacchetta per difendersi da un mago sconosciuto e armato? Se non fosse una strega come fa a conoscere Hogwarts?
Forse vedendo riuscirai a cavarne qualcosa in più di me..


A meno che non fosse certa che non l'avresti attaccata... potrebbe non esser stata sola, magari c'era qualcuno di ben nascosto insieme a lei che sarebbe stato pronto a metterti al tappeto se avessi provato a colpirla, ma non è qualcosa che possiamo sapere.

Ragionò Monique, che per quanto non conoscesse questa "Indigo" non si sentiva affatto in grado di sottovalutarla: aveva imparato sulla propria pelle che niente era come sembrava, e non avrebbe commesso due volte lo stesso errore nel credere di conoscere il proprio potenziale nemico quando, evidentemente, non era così.
Una volta che il ricordo venne lasciato scivolare nel Pensatoio, lei e il collega di Volo entrarono nel suo ricordo, potendolo così osservare dall'esterno.

Com'è possibile che guardiamo da questa prospettiva? Non avremmo dovuto vedere il ricordo dai miei occhi? Invece possiamo vedere anche le mie spalle..

Perché siamo spettatori del tuo ricordo, non lo stiamo rivivendo in prima persona...

Gli spiegò la donna, anche se pure a lei, doveva ammetterlo, faceva un certo effetto osservare in quel modo il ricordo di un'altra persona, era pur sempre una situazione che lui aveva vissuto nemmeno troppo tempo prima: in silenzio, comunque, la francese seguì il Ferdy del ricordo fino alla Foresta Proibita, girandogli intorno e facendo poi lo stesso con la ragazza sconosciuta, bellissima e apparentemente eterea, come fosse parte integrante della Foresta stessa.

Non sembra ci sia qualcuno nei paraggi... - mormorò la Vireau con aria pensierosa - Però è anche vero che se ci fosse stato qualcuno e si fosse ben nascosto da te al punto da non farsi notare, non potremmo di certo rendercene conto da questo ricordo.

Considerò subito dopo Monique, tornando qualche minuto più tardi nella realtà, nel suo ufficio, accanto a lui: con la bacchetta fece per far scomparire il Pensatoio, ma poi si volse verso Ferdy.

Mi permetti di tenere questo ricordo nel mio Pensatoio?
Potrei aver necessità di rivederlo, in futuro...


Gli domandò, trovando giusto e corretto chiedere il permesso al diretto interessato, visto che il ricordo era suo: insomma, erano amici e lui si era rivolto alla donna per un consiglio, ma era pur sempre qualcosa di personale e Monique non poteva certo fare come voleva senza tener conto dei suoi desideri; se dunque l'amico avesse acconsentito, con un colpo di bacchetta la Vireau fece scomparire il Pensatoio, e con esso il suo ricordo, per poi tornare seduta dietro la scrivania.

A prima vista sembrerebbe una figura del tutto innocua, ma il fatto che abbia voluto fare una passeggiata nella Foresta mi pare alquanto sospetto... - considerò la donna, passandosi una mano sulle labbra per poi mordicchiarsi il polpastrello dell'indice ed infine riprendere a parlare - Parlerò con la Preside, magari lei avrà qualche idea... intanto, posso chiederti come favore di pattugliare più spesso la zona della Foresta? So che è un peso, ma vorrei evitare di allarmare l'intero corpo docenti per nulla... soprattutto perché questa ragazza potrebbe volerti ricontattare prima o poi.
Che ne dici?
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Messaggioda Ferdy » 06/07/2013, 19:39

E così aveva mostrato ciò che le era successo a Monique.
Ora che erano di nuovo nello studio si sentiva molto meglio, come una persona che avesse tenuto nascosto un segreto per molto tempo in cerca di qualcuno a cui potesse confessarlo.
La sua coscienza gli diceva che aveva fatto la cosa più giusta per sé stesso e per tutti gli studenti di Hogwarts. Immaginava che, dopo ciò che la VicePreside aveva visto, non sarebbe stato possibile nemmeno avvicinarsi alla Foresta Proibita, e se questo fosse stata una misura a fin di bene non poteva che essere d'accordo. Rimase a guardarla per qualche secondo per poi esprimere l'interrogativo più grande di tutta la storia: come potesse non essere dotata di una bacchetta.
Lui nemmeno sotto copertura avrebbe accettato quella misura; sarebbe stato come lasciare da qualche parte un braccio.

A meno che non fosse certa che non l'avresti attaccata... potrebbe non esser stata sola, magari c'era qualcuno di ben nascosto insieme a lei che sarebbe stato pronto a metterti al tappeto se avessi provato a colpirla, ma non è qualcosa che possiamo sapere.

Ferdy rifletté un momento sulle sue parole per poi storcere il muso, quasi in disaccordo con lei.
Seppur così fosse stato lo avrebbero attaccato non appena avesse rivolto la bacchetta contro la ragazza, invece nessuna esplosione: niente di niente.
Lo avrebbero attaccato perché nessuno avrebbe garantito loro che lui non avrebbe attaccato, ma forse lo conoscevano tanto quanto bastava per poter dire che non avrebbe torto nemmeno un capello ad Indigo.
In ogni caso non sarebbe stato possibile scorgere qualcuno nemmeno rivedendo il ricordo, perché ciò che lui ricordava era esclusivamente lei, la ragazza, e nessun altro.

Avrebbero mai corso il rischio? Avrebbero dovuto agire non appena le avevo puntato contro la bacchetta, per garantire la sua incolumità. No?

Quando le chiese come fosse possibile visionare l'avvenimento da osservatori esterni e non dai suoi occhi, lei fece notare la magia di quell'artefatto, che doveva celare molteplici segreti.
Chissà perché Monique lo custodiva dietro la libreria, ma probabilmente la risposta a quella domanda era la più ovvia: forse custodiva dei ricordi molto importanti, da tenere fuori dalla portata di occhi indiscreti [Intuito (Perspicacia): 12].
Monique Vireau aveva molti scheletri nell'armadio, troppi, ed il Pensatoio doveva fare al caso suo per svuotare la mente da ricordi pesanti e significativi che era meglio ricordare occasionalmente.
La scrutò meglio in viso, mentre lei era presa da ciò che stava per accadere nel mezzo della Foresta proibita: quel viso rigido e al contempo gentile era solcato da profonde cicatrici, invisibili, ma il cui ricordo doveva riportare in superficie il dolore.
Le rivolse un sorriso tra il dolce e il triste, poi voltò il capo a riguardare quanto era accaduto.

Non sembra ci sia qualcuno nei paraggi...

Ovviamente, perché io non l'ho visto...

Pensò istintivamente, restando in silenzio mentre lei si affrettava ad aggiungere qualcos'altro.

Però è anche vero che se ci fosse stato qualcuno e si fosse ben nascosto da te al punto da non farsi notare, non potremmo di certo rendercene conto da questo ricordo.

Annuì energicamente con il capo, come se gli avesse appena letto nella testa. Non c'era da sorprendersi se fosse stata capace anche di quello: lei era davvero potente, una donna tremenda e devastante, l'ultima persona che si vorrebbe avere contro.
Ciò che stava dicendo andava parzialmente d'accordo con la sua teoria: il Pensatoio era in grado di riprodurre quello che lui aveva vissuto, non quello che non aveva visto ma c'era; questo era il principale motivo per cui gli alberi apparivano sfocati nel ricordo.
Esso non poteva andare oltre quel limite, per cui la presenza di eventuali soggetti nascosti sarebbe rimasto per sempre un mistero.
Era stato così idiota a non utilizzare l'Homenum Revelio.

E' così infatti: se io non ho visto nessuno allora, tutto ciò che non ricordo o parzialmente ricordo apparirà sfocato e imperfetto, come gli alberi che ci circondano... Dubito fortemente della presenza di altri, comunque.

Qualche minuto più tardi erano nuovamente nell'ufficio della VicePreside, nel punto esatto in cui lui aveva lasciato la stanza.
Lei aveva la bacchetta fra le mani e stava per riporre quello che tanto somigliava ad una bacinella piena di un fluido argenteo, ma poi si rivolse nuovamente verso di lui.
Posò i suoi occhi nei suoi, curioso di quanto avesse ancora da dirle (se non altro il suo consiglio lo aiutava a vedere la cosa da due differenti prospettive).
Monique non aveva capito molto più di lui, questo era vero, ma gli aveva fatto notare alcune cose che in un futuro gli sarebbero potute tornare utili.
Una persona tanto cauta come lui aveva agito d'impulso di fronte una situazione del genere.
Era stato uno stupido, sarebbe dovuto rimanere più guardingo.
Il suo modo d'agire era stato sbagliato, ciononostante aveva acquistato in tal modo un pizzico di fiducia di Indigo, o almeno così credeva. Doveva aver visto del buonismo in lui, non una minaccia: in un certo senso lo aveva sottovalutato, e se si sarebbe ripresentata con tutt'altre intenzioni sarebbe stato un punto a loro vantaggio.
Mai sottovalutare il "nemico".

Mi permetti di tenere questo ricordo nel mio Pensatoio?
Potrei aver necessità di rivederlo, in futuro...


Certamente, sì...

Disse lui: quel ricordo poteva tornare più utile a lei che a sé stesso, per quanto fosse stato il protagonista di tutta quella situazione.
Monique doveva ritenerlo davvero importante se lo voleva tenere con sé. Aveva la vaga impressione che a breve non sarebbero stati gli unici a sapere di quanto era accaduto nella Foresta.
Questo non era un fastidio se era in vista del bene di tutti.
Quello che più lo preoccupava era la conversazione che aveva tenuto con Indigo, che sarebbe stata alla mercé di altri insegnanti, forse.
Lo avrebbero visto come il bambinone sensibile e suscettibile, che storia.

A prima vista sembrerebbe una figura del tutto innocua, ma il fatto che abbia voluto fare una passeggiata nella Foresta mi pare alquanto sospetto...

Rimase in silenzio mentre lei si interrompeva per mordersi l'indice.

Parlerò con la Preside, magari lei avrà qualche idea... intanto, posso chiederti come favore di pattugliare più spesso la zona della Foresta? So che è un peso, ma vorrei evitare di allarmare l'intero corpo docenti per nulla... soprattutto perché questa ragazza potrebbe volerti ricontattare prima o poi.
Che ne dici?


Si, sono d'accordo: credo che lei possa presentarsi di nuovo nei paraggi, la mia presenza potrà rassicurarla - considerò il giovane alzando le spalle - Credo che dopo la nostra conversazione lei mi consideri una sorta di... amico, si.

Disse, infine, cercando un termine appropriato, per poi inciderlo in un gesto di virgolette.
Sospirò; avevano visto tutto, o quasi tutto. Ora poteva anche lasciare la stanza e ritornare negli Alloggi Docenti, dove avrebbe volentieri schiacciato un sonnellino prima di cena.
Guardò ancora una volta Monique, osservando la sua aria stanca e dispiacendosene ancora una volta, poi le sorrise con gentilezza.

Bene, mi farebbe piacere rimanere aggiornato sul fatto. - le fece un occhiolino complice - Se è tutto andrei, vorrei riposare per un po... Ah - non te la prendere - credo che dovresti fare lo stesso.

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Messaggioda Monique » 06/07/2013, 20:08

Supposizioni, ipotesi.
Che avrebbero mai potuto fare di più, se non aggrapparsi alle mille positività che quella presenza apparentemente innocua offriva loro?
Certo, era strano che non si fosse munita di bacchetta, nemmeno quando Ferdy gliel'aveva puntata contro, un dettaglio su cui entrambi si erano focalizzati.

Avrebbero mai corso il rischio? Avrebbero dovuto agire non appena le avevo puntato contro la bacchetta, per garantire la sua incolumità. No?

A meno che non fosse reale - mormorò Monique, passandosi una mano sulle labbra, con aria pensierosa - Se qualcuno ti avesse voluto far solo credere di aver visto questa ragazza? Se in realtà fosse stato tutto sapientemente architettato ad arte?

Ed ovviamente si riferiva alle illusioni, qualcosa che Stone conosceva, probabilmente proprio grazie a lei: ma anche in quel caso, ed era inutile dire che il primo nome che le venne in mente, legato alle illusioni, era Veronique, si trattava solo di supposizioni, null'altro, qualcosa che non avrebbero mai potuto confermare perché tutto ciò che stavano vedendo era frutto dei ricordi del ragazzo.

E' così infatti: se io non ho visto nessuno allora, tutto ciò che non ricordo o parzialmente ricordo apparirà sfocato e imperfetto, come gli alberi che ci circondano... Dubito fortemente della presenza di altri, comunque.

Annuì semplicemente, non aggiungendo altro.
Certo, sarebbe stato assurdo avvicinarsi ad Hogwarts così, solo per dare fastidio, ma sapeva anche che con una come la sorella tutto sarebbe stato possibile: per questo, per prevenire qualsiasi danno, Monique chiese all'amico di pattugliare più spesso la Foresta Proibita.

Si, sono d'accordo: credo che lei possa presentarsi di nuovo nei paraggi, la mia presenza potrà rassicurarla.
Credo che dopo la nostra conversazione lei mi consideri una sorta di... amico, si.


Meglio così per noi.

Commentò la francese con un leggero cenno del capo, sperando che la presenza di questa nuova figura, "Indigo", non portasse altri problemi all'interno della scuola: era grata a Ferdy, comunque, per avergliene parlato, almeno non si sarebbero fatti cogliere impreparati in futuro.

Bene, mi farebbe piacere rimanere aggiornato sul fatto.

Naturalmente, e se noti qualcosa d'insolito mi raccomando, fammelo sapere immediatamente.

Se è tutto andrei, vorrei riposare per un po... Ah - non te la prendere - credo che dovresti fare lo stesso.

Uhm?
Ah, sì, credo tu abbia ragione... si vede tanto che sono stanca, eh?
- domandò la donna, prima di sorridere, appunto, stancamente - Allora ci vediamo a cena. A più tardi!

Esclamò in direzione dell'altro, aspettando che uscisse fuori dall'ufficio prima di sospirare esausta ed appoggiarsi allo schienale della comoda poltrona dietro la scrivania: non sapeva cosa aspettarsi da questa novità, ma se il Destino, per una volta, avesse avuto pietà di lei, forse Hogwarts sarebbe stata comunque al sicuro.

[Fine]
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Messaggioda Jorge » 28/08/2013, 14:17

[Ottobre ore 14.30 – Prima dell’amichevole con la Cyprus]



Lottare per ciò in cui si crede non ci rende mai stupidi, al massimo tenaci e decisi a non mollare, almeno fino a che possiamo... e poi chiedere a chi è superiore a noi di permetterci qualcosa non è certo umiliarsi, soprattutto se questo qualcosa l'abbiamo perso per colpa nostra.

Con quelle parole di Melia ben piantate in testa, Jorge aveva passato buona parte della settimana che li separava dall’amichevole con la Cyprus a cercare di buttare giù qualche idea su quale fosse la strategia migliore per chiedere a Monique di poter essere reintegrato nel coro solo per quell’evento. Non credeva minimamente di poter fare la differenza, soprattutto non dopo aver assistito al “dono di benvenuto” che gli americani avevo elargito loro, ma d’altra parte non se la sentiva di stare seduto nelle retrovie a guardare mentre i suoi amici, perché ormai ogni membro del coro era questo per lui, venivano massacrati senza pietà. Il problema era che dopo la sfuriata che la Vireau gli aveva fatto mesi prima per essere stato così irresponsabile e avventato da aver trascinato la sua sorellina nel Covo dei Centauri e aver così messo in pericolo la sicurezza di tutta la scuola, la sua Capa non gli aveva rivolto la benché minima attenzione, comportandosi come se non esistesse o, peggio, come se la sua sola esistenza le desse fastidio. Certo l’aveva difeso con suo padre quando l’uomo aveva espresso l’opinione di non rimandarlo a Hogwarts a Ottobre ma di fargli proseguire gli studi in una scuola babbana e gli aveva inviato regolarmente gli argomenti da studiare per non perdere il passo con i suoi compagni. Agli occhi del Delfino però quelli erano tutti gesti meccanici, qualcosa che ci si aspettava che la VicePreside facesse in ogni caso, e quindi non erano riusciti a dissipare la sensazione che aveva di essere ormai “ospite non gradito” per la CapoCasa dei Delfiniazzurri.

Non le darò mai più motivo di vergognarsi di me!

Aveva affermato in maniera solenne, poco prima che la passaporta portasse la Vireau via da Lisbona, ed era stato per mantenere fede a quel giuramento che aveva tenuto a bada il suo caratteraccio durante l’incontro con la Cyprus, limitandosi a qualche leggere scambio di battuta, e si era alzato ad applaudire gli avversari. Ignaro che da lì a pochi giorni sarebbe stato costretto contro la propria volontà a infrangere quel giuramento e fare qualcosa che non solo avrebbe deluso enormemente la VicePreside ma che probabilmente gli sarebbe costato la permanenza a Hogwarts, dopo aver scartato diversi piani, tutti pressocchè ridicoli o irrealizzabili, aveva deciso di affrontare la situazione di petto e raggiungere la donna nel suo ufficio.

Seee… proprio di petto…

Si prese in giro, scuotendo la testa con fare disperato mentre si apprestava a compiere l’ennesimo giro di fronte alla porta. Erano infatti almeno dieci minuti che, vestito con un’uniforme perfetta, si stava impegnando in una sorta di stupida danza che lo vedeva camminare avanti e indietro, fermarsi, fare un passo in avanti con il pugno sollevato a mezz’aria per bussare, per poi reinfilare la mano in tasca e riprendere a camminare.

Forza e coraggio… più tempo spreco qui meno ne ho per supplicarla.

Si disse, costringendo la sua mano a colpire finalmente il legno della porta,per poi ritirarla subito, come se scottasse.

Professoressa Vireau buon pomeriggio, posso disturbarla un attimo?

Chiese quindi una volta che, ricevuto il permesso di entrare, ebbe varcato la soglia dell’ufficio. Era ragionevolmente certo di trovarla lì, visto che all’ora di pranzo non l’aveva persa di vista neanche un secondo e che la prossima lezione della donna sarebbe stata proprio la sua.
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Messaggioda Monique » 28/08/2013, 15:31

[Mercoledì - Prima dell’amichevole con la Cyprus - ore 14.35]


Quella maledetta ha presentato una lista di canzoni e duetti che mi mandano ai matti... gggrrr, che rabbia!!

No, non era per niente serena, rilassata e pacata come la si poteva vedere di solito, al contrario sembrava un calderone sul punto di esplodere: era difficile rimanere concentrati quando ci si trovava di fronte ad un problema come quello, e nonostante Monique fosse perfettamente consapevole del fatto che c'erano cose ben più importanti a cui pensare, non riusciva comunque a smettere di pensare a quale strategia utilizzare contro la Cyprus per sopravvivere, perché di questo si trattava.
Teneva al Coro, teneva alla musica più che a molte altre cose, e sapeva che i suoi musicanti possedevano un enorme potenziale... ma come decidere chi far esibire e con quale canzone, sapendo che quella era una battaglia - non la guerra, almeno - persa in partenza?
Doveva cercare di comprendere quale fosse il modo migliore d'agire per evitare che i propri ragazzi si sentissero ridicolizzati, abbattuti e demotivati, ma come poteva riuscirci quando, per quanto si sforzasse, le sembrava di vedere tutto nero, quando sull'argomento non sembrava esserci nemmeno un piccolo barlume di speranza?
Un paio di colpi indecisi alla porta le fecero alzare lo sguardo, quasi grata a chiunque fosse arrivato per interrompere le sue deprimenti elucubrazioni.

Immagine


Compreso che si trattava del Delfino Alvares, lo sguardo della donna si assottigliò leggermente, facendosi più serio e grave: da quando Jorge e la Tassorosso O'Neill si erano quasi fatti ammazzare nella Foresta Proibita, Monique aveva deciso di fingere che i due non esistessero, più che altro per evitare di riempirli di calci nel sedere fin quando questo non fosse esploso; erano stati entrambi sospesi, ed una volta tornati erano potuti rientrare nel Coro solo come supporters, senza all'effettiva poter quindi partecipare attivamente alle prove.
Non comprendeva, quindi, cosa l'altro potesse desiderare da lei, ma nonostante la rabbia e la delusione che ancora provava per lui era sempre e comunque la sua Caposcuola e la Vice Preside di Hogwarts, e come tale non poteva certo esimersi dall'ascoltarlo.

Professoressa Vireau buon pomeriggio, posso disturbarla un attimo?

Naturalmente, signorino Alvares.
Si accomodi pure e mi dica in cosa posso esserle utile.
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Messaggioda Jorge » 29/08/2013, 13:16

Naturalmente, signorino Alvares.
Si accomodi pure e mi dica in cosa posso esserle utile.


Il coraggio che aveva raccolto per bussare alla porta ed entrare nell’ufficio della docente evaporò all’istante non appena lo sguardo serio e poco benevolo di Monique si posò su di lui. Subito il desiderio di accampare un malore improvviso – un’indigestione sarebbe stata di certo plausibile – e togliere il disturbo si affacciò alla mente di Jorge, accompagnata da una breve occhiata alla porta ormai chiusa alle sue spalle. Sapeva di non essere il benvenuto lì e ancor di più sapeva che la sua richiesta o meglio la sua supplica non avrebbe fatto altro che indispettire la VicePreside. Nonostante questo fece un incerto passo avanti e poi un secondo fino a quando non si ritrovò accanto alla sedia posta di fronte alla scrivania su cui prese posto in silenzio. Colpa, imbarazzo e disagio si alternavano in lui in una girandola impazzita di sensazioni, facendo scomparire l’immagine che solitamente dava di sé di ragazzino sicuro, sbruffone e un po’ spericolato, e mostrandolo per come era davvero: un quattordicenne confuso.

Io… - balbettò, stropicciandosi le mani l’un l’altra, lo sguardo fisso sulla punta delle sue scarpe da ginnastica. No, non era una finta per smuovere qualche sentimento di compassione nell’altra, non era un bravo attore né un così fine stratega, semplicemente non sapeva da dove iniziare - … volevo parlare con lei dell’amichevole con la Cyprus.

Le parole gli uscirono in fretta come se avesse paura di scottarsi ma per quanto innocue, perché in fondo non dicevano nulla di compromettente, ebbero il potere di far recuperare al Delfino un po’ della sua faccia tosta. Sollevò quindi il viso, raddrizzò le spalle e pose i suoi occhi in quelli di ghiaccio della sua Capa con una luce non di sfida ma bensì di determinazione nello sguardo, di chi è pronto a subire le conseguenze delle proprie decisioni a testa alta.

So di non aver alcun diritto di essere qui a sottrarle tempo prezioso che potrebbe impiegare per organizzare una strategia per la gara e che probabilmente sono l’ultima persona con cui vorrebbe parlare però dopo aver ascoltato il “dono di benvenuto” che gli americani hanno voluto farci ho avvertito la necessità di venire qui a parlare con lei…

Un respiro profondo, le mani che stringevano la stoffa dei pantaloni all’altezza delle ginocchia, prima di proseguire con maggiore sicurezza.

Per favore mi dia la possibilità di esibirmi insieme ai miei compagni. Non le sto chiedendo di riammettermi nel Coro a tutti gli effetti ma solo di poter suonare in quella occasione. Non sono così stupido o egocentrico da credere di poter fare la differenza ma mi sentirei un ipocrita a stare dietro le quinte a cercare di tenere alto il morale di tutti quando poi non devo sentire sulla mia pelle la pressione e l’umiliazione della sconfitta.

Perché purtroppo era certo che qualsiasi strategia la Vireau avesse posto in essere difficilmente Hogwarts avrebbe potuto vincere l’amichevole.

La prego sono disposto a fare qualsiasi cosa… passare tutti i pomeriggi ad allenarmi e studiare poi la notte in Dormitorio…
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Messaggioda Monique » 29/08/2013, 14:41

L'aveva accolto in modo freddo, ma non era totalmente per il fatto che si trattasse di lui: era molto in ansia, tesa e nervosa per l'amichevole che si avvicinava sempre di più, come un monito inesorabile di quello che sarebbe stato il loro fallimento, e già quello bastava per renderla più fredda del solito; se a quello si aggiungeva il fatto che sì, Jorge non era esattamente in cima alla lista delle persone che le andava di vedere, beh, non ci si poteva stupire se ora lo sguardo della Vice Preside risultasse distaccato, nonostante gli avesse proposto di sederle di fronte con molta educazione.

Io… volevo parlare con lei dell’amichevole con la Cyprus.

Anche quello era un argomento di cui avrebbe fatto volentieri a meno: in effetti avrebbe preferito dover parlare con lui di un qualsiasi problema con la Casata, piuttosto che della sfida prevista per qualche giorno più tardi tra loro e gli americani, una sfida il cui risultato sembrava praticamente esser stato deciso fin dal primo incontro tra i due cori.

So di non aver alcun diritto di essere qui a sottrarle tempo prezioso che potrebbe impiegare per organizzare una strategia per la gara e che probabilmente sono l’ultima persona con cui vorrebbe parlare però dopo aver ascoltato il “dono di benvenuto” che gli americani hanno voluto farci ho avvertito la necessità di venire qui a parlare con lei…

Non disse nulla, limitandosi ad accavallare una gamba sull'altra mentre gli faceva cenno di continuare, più che altro perché era piuttosto curiosa di capire dove volesse arrivare con tutto quel discorso.

Per favore mi dia la possibilità di esibirmi insieme ai miei compagni. Non le sto chiedendo di riammettermi nel Coro a tutti gli effetti ma solo di poter suonare in quella occasione. Non sono così stupido o egocentrico da credere di poter fare la differenza ma mi sentirei un ipocrita a stare dietro le quinte a cercare di tenere alto il morale di tutti quando poi non devo sentire sulla mia pelle la pressione e l’umiliazione della sconfitta.

Era di questo che si trattava, dunque, era questo che Alvares voleva da lei: l'aveva pregata di reintegrarlo nel coro il tempo della sfida, così da poter essere vicino all'effettiva ai suoi compagni e poter gioire o al contrario piangere con loro nel caso - molto probabile purtroppo - di sconfitta.

La prego sono disposto a fare qualsiasi cosa… passare tutti i pomeriggi ad allenarmi e studiare poi la notte in Dormitorio…

Non è una questione di allearsi e studiare, signorino Alvares - rispose Monique dopo una manciata di secondi di silenzio, passandosi il pollice della mancina sulle labbra prima di riprendere a parlare - Prima di tutto, lasci che le dica che apprezzo che sia venuto da me con questa richiesta: da parte sua è molto nobile volersi schierare in prima fila coi suoi compagni, nel bene... e soprattutto nel male.

E una piccola smorfia infastidita comparve sul suo viso, prima che la francese proseguisse pacata ma decisa nel suo discorso, gli occhi fissi in quelli del Delfino.

Tuttavia, non posso accogliere la sua richiesta.
Lei e la signorina O'Neill siete stati sospesi dal coro come punizione per le vostre azioni, e non ho intenzione di cambiare lo stato attuale delle cose
- aggiunse, sapendo che probabilmente sarebbe stata una gran delusione per il Delfino e sperando solo che avesse il buon senso di continuare ad ascoltarla - Credo che lei non abbia capito il valore della sua posizione come supporter: forse è convinto di dover semplicemente stare in un angolo, al riparo da ogni pressione, da ogni sconfitta, da ogni umiliazione... ma non è così; se il coro di Hogwarts vincerà, lei avrà vinto con loro, e se perderà, anche lei avrà perso, come chiunque altro.
Essere un supporter significa stare accanto ai propri compagni, incitarli, spronarli, mettersi a loro disposizione perché ci sarà chi avrà bisogno di sostegno, chi di uno sfogo, chi di una parola di conforto e chi invece di una dura che lo spinga a reagire: ho scelto di mantenere lei e la sua amica in quel ruolo, invece che espellervi direttamente dal Coro, perché per quanto siate due incoscienti vi si deve riconoscere un carattere forte e indomito, uno spirito battagliero che non tutti possiedono e quello, signorino Alvares, potrebbe fare la differenza durante l'amichevole.


Aveva fatto una sorta di monologo senza nemmeno rendersene conto, ma non si era pentita di quanto pronunciato perché pensava e sentiva davvero quelle parole, tutte, dalla prima all'ultima.
Non aggiunse altro, preferendo rimanere in silenzio ed attendere le parole del ragazzino, studiando comunque attentamente il suo volto per tentare di comprendere cosa stesse passando nella sua mente in quel momento.
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Messaggioda Jorge » 29/08/2013, 18:18

Spronato dalle parole di Melia, Jorge si era recato nell’ufficio di Monique con il preciso intento di supplicare la sua Capa di sospendere, per così dire la sua esclusione dal Coro, e permettergli di suonare durante l’amichevole contro la Cyprus in modo da essere vicino ai suoi compagni non solo con il corpo ma anche e soprattutto con lo spirito. Essere una squadra infatti voleva dire condividere sia gli oneri che gli onori ma per l’ottica di Jorge quello era vero solo se si combatteva in prima linea e se quindi non poteva metterci la faccia, per così dire, anche lui durante l’esibizione allora era davvero un musicista a metà. Mettendo da parte i suoi modi di fare arroganti e da sbruffone che non gli avrebbero fatto ottenere di sicuro nulla se non un bel ceffone da parte della VicePreside, il Delfino si lanciò in un lungo e accorato monologo che ricordava molto la sua sorellina di alcuni mesi prima. La morte, perché la natura babbana del portoghese lo spingeva a non sperare troppo in altre magiche spiegazioni, del padre infatti aveva sopito in parte la vitalità di Cappie e con essa anche la sua parlantina. Dopo aver espresso la sua richiesta e assicurato la donna che avrebbe fatto di tutto pur di poter suonare, persino studiare di notte perché di sicuro Monique non gli avrebbe permesso di mettere la musica di fronte ai suoi obblighi scolastici, Jorge tacque e puntò i suoi occhi celesti in quelli della docente, leggermente ansimante come se avesse fatto una lunga corsa e rimase in attesa del suo verdetto.

Non è una questione di allearsi e studiare, signorino Alvares.

Lo sapeva bene, se l’erano detto tra loro i ragazzi subito dopo l’esibizione della Cyprus ma sapendo di non essere un buon musicante quella gli era sembrata un’ottima idea da proporre alla donna per dimostrarle non solo di conoscere i propri limiti ma anche di essere disposto a superarli.

Prima di tutto, lasci che le dica che apprezzo che sia venuto da me con questa richiesta: da parte sua è molto nobile volersi schierare in prima fila coi suoi compagni, nel bene... e soprattutto nel male.

L’ombra del sorriso furbetto così tipico di Jorge fece la sua comparsa sul viso del ragazzo, incapace di dissimulare il suo compiacimento di fronte a quello che alle sue orecchie suonava tanto come un complimento. Aveva infatti intuito [Intuito (P)= 12] che la smorfia infastidita comparsa sul viso della donna non era rivolta a lui ma bensì al fatto che in quel particolare frangente “il male” sarebbe stato quello che avrebbe dovuto condividere con gli altri musicanti.

Tuttavia, non posso accogliere la sua richiesta.

Veloce com’era comparso il sorriso sparì lasciando il posto a un broncio abbastanza infantile. Aveva saputo fin dall’inizio che quella era un’impresa persa in partenza ma se non avesse tentato non avrebbe mai avuto pace. A dimostrazione che non era più il bambino che si era imputato per essere stato ripreso dalla Prefetta dei Draghi per aver violato il coprifuoco, Jorge non avanzò alcuna protesta, limitandosi ad ascoltare quello che la Vireau aveva da dirgli.

Lei e la signorina O'Neill siete stati sospesi dal coro come punizione per le vostre azioni, e non ho intenzione di cambiare lo stato attuale delle cose.

Annuì con aria grave e ancora colpevole, lasciando scivolare lo sguardo su tutta la figura della donna meravigliandosi ancora una volta di poterla vedere integra e in salute davanti a lui: dai racconti che si erano susseguiti subito dopo lo scontro finale con il MezzoDrago sembrava che la sua Capa fosse una sorta di Wonderewoman magica.

Credo che lei non abbia capito il valore della sua posizione come supporter: forse è convinto di dover semplicemente stare in un angolo, al riparo da ogni pressione, da ogni sconfitta, da ogni umiliazione...

Una vampata di rossore colorì le guance di Jorge che dovette abbassare lo sguardo con l’aria di chi era stato colto con le mani nella scatola delle cioccorane. Quello era esattamente ciò che pensava, che la punizione fosse il costringerlo ad assistere alle prove in modo che avesse sempre sotto gli occhi quello a cui aveva dovuto rinunciare – suonare il fado – per colpa della sua incoscienza.

…ma non è così; se il coro di Hogwarts vincerà, lei avrà vinto con loro, e se perderà, anche lei avrà perso, come chiunque altro.
Essere un supporter significa stare accanto ai propri compagni, incitarli, spronarli, mettersi a loro disposizione perché ci sarà chi avrà bisogno di sostegno, chi di uno sfogo, chi di una parola di conforto e chi invece di una dura che lo spinga a reagire: ho scelto di mantenere lei e la sua amica in quel ruolo, invece che espellervi direttamente dal Coro, perché per quanto siate due incoscienti vi si deve riconoscere un carattere forte e indomito, uno spirito battagliero che non tutti possiedono e quello, signorino Alvares, potrebbe fare la differenza durante l'amichevole.


Io ci sarò sempre per loro e spero che lo sappiano. Li osservo, gironzolo intorno quando provano o aspettano il loro turno, cerco di capire di che umore sono e se hanno bisogno di qualcosa anche se non sempre è facile. – confidò riflessivo, approfittando del fatto che sembrava che l’avversione che Monique provava per lui in quanto vandalo si fosse leggermente attenuata – La colomba dorata ha una bellissima voce ma è molto insicura e fragile e ho paura che non reggerà la pressione di doversi confrontare con quegli st… hemm… bifolchi – si corresse all’ultimo secondo per non dover incorrere nelle ire della donna. Di certo vedere Ariel salire sicura di sé sul palco grazie all’ipnosi di Melia lo avrebbe sconvolto non poco – mentre visino di pesca… ammetto che non so come aiutarla, ho persino paura di aprire bocca in sua presenza per paura di dire la cosa sbagliata…

Si morse l’interno della guancia, sentendosi patetico mentre esponeva così le proprie debolezze, temendo che Monique potesse cambiare idea e togliergli anche il ruolo di supporter.

Lo so che gliel’ho già detto però…. Sono davvero mortificato per quello che è accaduto l’anno scorso, non volevo mettere a repentaglio la vita di nessuno. Sono stato uno sciocco a dar retta alle malignità dei miei compagni di Casata e un incosciente ad aver voluto ripagare la mia sorellina con la stessa moneta invece di affrontarla serenamente. Forse allora non mi ha creduto, perché pensava che avrei detto qualsiasi cosa pur di non essere cacciato via da Hogwarts, ma le giuro che non farò mai più nulla che possa farla vergognare di me anche a costo di farmi schiantare.

Rivolse a Monique uno sguardo determinato, posando la mano sinistra sulla propria bacchetta e la destra in alto, in quella che sperava fosse una perfetta imitazione del giuramento dei maghi di cui aveva letto nei libri di Storia della Magia.
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Messaggioda Monique » 29/08/2013, 20:38

Qualcuno, Jorge stesso in effetti, avrebbe potuto pensare che la Vice Preside si fosse impuntata sulla sua decisione per pura forma, per non dare soddisfazione al Delfino, quasi per punirlo ancora e ancora per le sue azioni: la realtà era che, per Monique, la posizione di supporter era una delle più delicate, e aveva riflettuto a lungo prima di decidere di darla a lui e alla O'Neill.
Chiunque facente parte del Coro poteva salire su un palco e cantare, perché si partiva dal presupposto che tutti fossero abbastanza bravi per farlo - non quanto i loro sfidanti, certo, ma comunque bravi; supportare la squadra, capire come spronarne i componenti senza indispettirli, trovare la chiave giusta per fomentare la carica di ciascuno di loro, era qualcosa che non dipendeva dalla bravura nel canto, ma che richiedeva una sensibilità non indifferente e sì, probabilmente anche una buona dose di quella che Monique stessa avrebbe definito "faccia da schiaffi".
E Jorge, come Caroline Priscilla, ne possedeva in abbondanza.

Io ci sarò sempre per loro e spero che lo sappiano. Li osservo, gironzolo intorno quando provano o aspettano il loro turno, cerco di capire di che umore sono e se hanno bisogno di qualcosa anche se non sempre è facile.

Annuì a quelle parole, affilando lo sguardo che si fece più attento e concentrato: forse si stava sbagliando, ma il suo istinto le diceva (Intuito (Perspicacia): 38) che in quel momento Jorge si stesse confidando con lei, facendole presente come si prodigasse per i suoi amici e compagni e quanto, al tempo stesso, spesso fosse difficile dire o fare la cosa giusta.

La colomba dorata ha una bellissima voce ma è molto insicura e fragile e ho paura che non reggerà la pressione di doversi confrontare con quegli st… hemm… bifolchi, mentre visino di pesca… ammetto che non so come aiutarla, ho persino paura di aprire bocca in sua presenza per paura di dire la cosa sbagliata…

Non poté non mostrare l'ombra di un sorriso quando Alvares si corresse velocemente parlando dei membri della Cyprus, un sorriso che poteva essere facilmente interpretato come un "lo penso anch'io, ma non sta bene dirlo"; ed in effetti era così, anche se nella mente della francese la colpa era soprattutto della loro Coordinatrice, Clarissa Walsh, che li aveva spinti e fomentati per anni nel modo sbagliato, ottenendo sì dei risultati eccellenti, ma a caro prezzo.

La signorina Jiménez ha un talento spiccato, e credo di non fare torto a nessuno ammettendo che sia la voce migliore del coro...

Ammise Monique, accavallando le gambe mentre parlava per stare più comoda: sapeva di poter parlare liberamente perché, per quanto quel pensiero fosse reale, non aveva mai dedicato, durante le prove, più tempo a lei che agli altri, ma aveva sempre badato di occuparsi in modo omogeneo e giusto di tutti, dai più promettenti ai più insicuri.

E tuttavia sì, la sua fragilità è un punto di debolezza almeno fino a che non imparerà a trarre forza da essa, a sfruttare la rabbia dolorosa che le parole possono provocare per convertirla in adrenalina e voglia di riscatto.
La signorina Stevens è una questione ancor più delicata, e temo che per il momento non ci sia molto da fare: starle vicini, naturalmente, può aiutarla, ma fino a quando lei stessa non riuscirà a superare il dolore per la perdita niente e nessuno riuscirà a smuoverla.


Sospirò leggermente, passandosi una mano sul viso, lentamente, con aria molto più stanca e provata di quanto fosse abituata a mostrare: quella sfida le stava prosciugando le forze, ma per quanto fosse dura la donna non sembrava intenzionata a voler mollare tanto facilmente.

Perdere qualcuno che per noi era un punto di riferimento è... devastante - e lei lo sapeva fin troppo bene - E' un dolore sordo che ti annulla, ti disorienta, ti acceca. E' come una forza che ti priva di qualsiasi energia, di qualsiasi stimolo, anche i più elementari come mangiare o bere.
La musica potrebbe essere una sorta di appiglio per Miyabi, un faro di speranza... ma non gliela si può imporre: la voglia di cantare, la forza per riuscire a farlo, deve partire da lei.
Perciò tutto ciò che possiamo fare è aspettare, e farle sentire il nostro sostegno.


Concluse la donna, lasciandosi sfuggire un altro piccolo sospiro prima di spostare lo sguardo da Jorge ad un punto indefinito oltre lui: anche lei aveva sentito quella forza oscura tentare di trascinarla con sé nel baratro, e lei per prima si era appigliata alla musica per non cadere... ma aveva più di 20 anni, era già una giovane donna con una vita difficile alle spalle.
Miyabi Fuyutsuki Stevens aveva appena 14/15 anni, era ancora una ragazzina... non c'era paragone con le due situazioni.

Lo so che gliel’ho già detto però…. Sono davvero mortificato per quello che è accaduto l’anno scorso, non volevo mettere a repentaglio la vita di nessuno.

La voce di Jorge riportò l'attenzione della donna su di lui, che tornò con gli occhi sul suo viso, mettendolo a fuoco, e seguì il suo discorso per capire cosa volesse dirle.

Sono stato uno sciocco a dar retta alle malignità dei miei compagni di Casata e un incosciente ad aver voluto ripagare la mia sorellina con la stessa moneta invece di affrontarla serenamente. Forse allora non mi ha creduto, perché pensava che avrei detto qualsiasi cosa pur di non essere cacciato via da Hogwarts, ma le giuro che non farò mai più nulla che possa farla vergognare di me anche a costo di farmi schiantare.

... le credo, signorino Alvares.
E sono certa che ha imparato dai suoi errori: d'altronde, non c'è modo migliore, o peggiore, dipende dai punti di vista, per imparare qualcosa, che rendersi conto in prima persona di quanto si ha sbagliato. L'unica cosa che mi auguro è che, da adesso in poi, sarà più propenso ad ascoltarmi quando le dico che gli adulti non vogliono rovinarle il divertimento, ma tenerla al sicuro... e che di alcuni di loro ci si può fidare.


E lo sguardo si fece più serio e penetrante a quelle parole: già al primo anno, nel corso di una conversazione col Delfino, Monique aveva espresso il desiderio che lui si fidasse di lei e confidasse che qualche adulto, almeno qualcuno, potesse capirlo; allora la risposta del bambino era stata negativa, ma erano passati tanti anni e forse, forse, qualcosa sarebbe potuto cambiare.
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