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Messaggioda Lindë » 07/09/2013, 16:59

Non voleva recriminare il passato.
Non voleva farlo sentire in colpa.
Non le interessava che Sandyon soffrisse, che si considerasse colpevole.
In fondo, era andata bene ad entrambi nonostante tutto.
Lui aveva Monique.
Lei aveva Irvyne.
E come Vastnor pensava di aver ricevuto più di quanto meritasse, lo stesso pensiero rimbombava nella mente di Lindë.
Per questo, nonostante tutto, erano simili.
Anche se lei era cambiata.
Pensavano nello stesso modo, spesso agivano nello stesso modo.
Era questo il bello, tra loro.

Il sorriso ti si addice decisamente di più.

Soprattutto ora che posso mostrarlo senza difficoltà...

Aggiunse Lindë, dimostrando quanto appena detto.
Sorrise, infatti, un'espressione serena, felice.
Felice di aver ricordato, felice di aver chiarito con lui, felice di potergli parlare con schiettezza.
Anche se questo significava ammettere cose più scomode.
Come il fatto che era un po' gelosa di lui.
Di Monique, che gli stava accanto.
Gelosia reciproca, peraltro.
Era una consolazione non da poco, per l'Erbologa.

Temo sia un'emozione che dovremo imparare a controllare e sopportare.
Comunica pure al tuo uomo che semmai dovessi vederti versare una singola lacrima per sua colpa, lo ucciderò.


Vorrei poter dire lo stesso, ma so che in uno scontro con lei finirei al tappeto in poco tempo... tuttavia posso sempre creare qualche composto che la metta fuori gioco, se ti fa soffrire.
Anche se in quel caso dovresti essere tu a venirmelo a dire, dubito mi capiterà mai di vederti piangere.


Commentò la donna, ridacchiando.
Sì, sembrava una ragazzina.
Ma in fondo, era così che lui l'aveva conosciuta.
Spigliata, solare, allegra.
Come non era più stata per quasi due anni.
Ed era della Lindë attuale che lui si era quasi innamorato.
Non sarebbe stato strano, perciò, vederla così.
O forse sì, per l'abitudine di averla vista sempre imperturbabile, a Hogwarts.
Ma lei non lo era più, affatto.
E per provarlo si lasciò guidare dall'istinto, abbracciando di slancio il collega.
Dovette attendere solo sette secondi.
All'ottavo, le braccia di Sandyon la strinsero.
Sorrise, appoggiata al suo petto.
Si sentiva bene, così.
Coi ricordi aveva recuperato una persona importante per la sua vita.
Un amico, si sperava.
Un altro sorriso, quando lui le prese le guance tra le mani.
Lo sguardo cangiante della donna si fissò in quello dell'altro.
Le sue labbra sulla fronte la fecero sospirare.

Io per te ci sarò sempre, ricordalo.
E ti dirò di più: organizza quando vuoi una cena o un pranzo con te, il tuo compagno, me e Monique.
Sarò onorato di conoscere il fortunato.


Conoscerlo meglio, semmai, in fondo Irvyne è un tuo collega da qualche anno.

Precisò Lindë.
Non si aspettava che Sandyon l'avesse notato, anche se ormai non si nascondevano più.
Lui non era mai stato un tipo troppo attento a queste cose, lo sapeva.
Per questo non se la prese all'idea che non si fosse accorto di lei e Trigger.
Avrebbero avuto tempo, per recuperare.

In ogni caso, sono felicissima di accettare l'invito.
Sarà bello passare del tempo tutti insieme, e conoscere meglio la tua compagna.
A proposito di lei...


Si fermò un momento, sospirando.
Non in difficoltà, solo pensierosa.
Allora si era abbastanza tirata fuori dalla questione, fregandosene.
Adesso era tutto diverso.
Non solo perché era più umana.
Anche, e soprattutto, perché si parlava di lui.

Quasi due anni fa è venuta a chiedermi un favore.
Voleva che parlassi con un Medimago di nome Asher Brightless... per aiutarti.
Diceva che avevi un problema, e che forse io ti avrei potuto dare una mano a risolverlo, o comunque a migliorare la tua condizione.
Ho accettato, all'epoca, solo perché me la sono ritrovata di fronte in lacrime, pronta a fare di tutto per te... credo che il suo atteggiamento mi abbia colpito, in fondo.


Un'altra piccola pausa.
Un sospiro.
Poi riprese.

Disse che il tuo male t'impediva di essere felice...
Cosa intendeva, Sandyon? Qual è il problema che tanto la tua compagna vorrebbe eliminare da te?
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Messaggioda Sandyon » 07/09/2013, 21:05

Conoscerlo meglio, semmai, in fondo Irvyne è un tuo collega da qualche anno.
In ogni caso, sono felicissima di accettare l'invito.
Sarà bello passare del tempo tutti insieme, e conoscere meglio la tua compagna.


Stai parlando del docente di Astronomia?
Sarebbe lui il tuo compagno?
... Contenta tu.


In parte il tono fu di scherzo, in parte... Nemmeno tanto.
Sandyon ed Irvyne erano due uomini così diversi che era normale pensare che il primo trovasse strano il secondo, non adatto alla Vilvarin, poi.
Troppo impostato, troppo sorridente, troppo plastico e formale, non uno stile che si addiceva ad un tipo come l'ex mercenario insomma.
Quel commento aveva in sé una forte nota di gelosia, la stessa che appunto entrambi dovevano imparare a superare, perché fondata su niente.
Al tempo erano uniti, era vicini, erano quasi innamorati, ma c'era poco di effettivamente reale, poco o quasi nulla di comprovato e deciso.
Poteva solo sperare che nell'intimità e fuori dal lavoro il professore fosse più spontaneo, più libero, meno meccanico e pomposo.
Anche Monique spesso aveva commentato positivamente l'astronomo, reputandolo un suo possibile uomo ideale, se non ci fosse stato Sandyon nella sua vita. Più ci ragionava su e più non comprendeva cosa mai avesse di speciale quel tizio firmato dalla testa ai piedi.

Cosa apprezzi in lui?
Romanticismi ed eleganze a parte?


Assolutamente scettico, con il sopracciglio alzato e un tono che rispecchiava praticamente del tutto la sua incredulità.
Non conosceva l'efficienza dell'uomo sul lavoro, con gli studenti, ma di quello gli interessava poco e nulla, piuttosto come si comportava con lei.
La vita ne faceva di strane sorprese: persone apparentemente inavvicinabili e impossibili da accoppiare, magicamente diventavano una cosa sola oppure si legavano talmente tanto da stupire chiunque, com'era il caso della sua apprendista Arianna, che aveva rifiutato il nipote di Vastnor, Robyn, per il Tassorosso Cartwright, ed ancora il professore di Difesa si chiedeva come fosse mai possibile una assurdità del genere.
Robyn era perfetto per lei: forte, coraggioso, indipendente, per di più sangue del suo sangue, ed invece Arianna Ricciardi aveva deciso di optare per quella mozzarella con un "mocho" biondo in testa. Mai e poi mai avrebbe commentato Vergil a quel modo davanti a lei, ma con Monique, ah beh si, con lei ben più di una volta si era sfogato come una vecchia zitella isterica e come se ormai l'italiana fosse davvero sua figlia e lui un padre apprensivo.

A proposito di lei...

Mh?

Quasi due anni fa è venuta a chiedermi un favore.
Voleva che parlassi con un Medimago di nome Asher Brightless... per aiutarti.
Diceva che avevi un problema, e che forse io ti avrei potuto dare una mano a risolverlo, o comunque a migliorare la tua condizione.
Ho accettato, all'epoca, solo perché me la sono ritrovata di fronte in lacrime, pronta a fare di tutto per te... credo che il suo atteggiamento mi abbia colpito, in fondo.


... Mmmmmhhh...

Disse che il tuo male t'impediva di essere felice...
Cosa intendeva, Sandyon?
Qual è il problema che tanto la tua compagna vorrebbe eliminare da te?


Avrebbe dovuto immaginarlo che sapendo il suo difetto prima o poi la fidanzata ufficiale avesse deciso di attivarsi per tentare un aiuto disperato.
Non lo dava per scontato, ma non la trovava nemmeno una possibilità tanto remota, ed infatti, a distanza di tempo veniva a scoprire certe cose.
Monique lo voleva aiutare, lo voleva curare da quel grave male che gli aveva ottenebrato l'anima rendendola meno capace di mostrare le emozioni.
Un bel gesto, tuttavia, lui spesso e volentieri aveva ribadito che gli andava bene essere così, che non stava male, che tuttavia si era abituato.
Forse però la conversazione avuta con Lindë apparteneva ad un periodo precedente a quando Sandyon aveva fatto ben intendere alla compagna di non voler cambiare, adesso quindi gli toccava spiegare e dire la stessa cosa anche alla Vilvarin, giusto per mettere in chiaro tutto ed evitare di andare avanti con quel discorso.

"Bacio" di un Dissennatore Rosso.
Quando ero molto piccolo rischiai la vita, fortunatamente gli "bastò" prendersi il 30% della mia anima.
Non c'è molto altro da dire, io vado bene così, io sto bene così, io non voglio cambiare.
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Messaggioda Lindë » 07/09/2013, 21:22

Stai parlando del docente di Astronomia?
Sarebbe lui il tuo compagno?
... Contenta tu.


Qualcuno qui è geloso o mi sbaglio?

Cosa apprezzi in lui?
Romanticismi ed eleganze a parte?


Non rispose immediatamente a quella domanda.
Prima lasciò che il pensiero di Irvyne le riempisse l'anima.
Lindë amava pensare a lui.
In realtà amava lui, e basta.
E infatti sorrise con amore e felicità.

E' una persona seria, concreta.
E' attento e preciso nel suo lavoro, è modesto e premuroso, mi sa far ridere ed è attento alle cose che per me sono importanti.
Ma soprattutto, ha visto una bellezza nascosta nella mia anima quando nemmeno io credevo ci fosse, quando pensavo che nessuno avrebbe mai potuto apprezzarmi: per l'anno che sono stata via lui mi ha scritto ogni giorno, sempre.
Questo è amore, è devozione... è ciò che non speravo di poter ricevere.


Parlò lentamente ma con sincerità assoluta.
Si sentiva dal suo tono di voce che parlava sul serio, che credeva in quelle parole.
Irvyne Trigger le aveva fatto battere il cuore quando Lindë pensava di non saperlo nemmeno più usare.
Tranne che con le piante, ovviamente.
Per questo lo amava, e lo avrebbe fatto sempre.
Concluso quell'argomento, fu il turno di uno più... fastidioso.
Per Sandyon, più che altro.
All'epoca della prima chiacchierata con Monique non le era importato nulla, ma ora... ora era diverso.
Ora voleva sapere.
Ora voleva poterlo aiutare.

"Bacio" di un Dissennatore Rosso.
Quando ero molto piccolo rischiai la vita, fortunatamente gli "bastò" prendersi il 30% della mia anima.
Non c'è molto altro da dire, io vado bene così, io sto bene così, io non voglio cambiare.


Non spalancò gli occhi, non disse nulla.
Si limitò ad annuire, ma gli occhi erano leggermente lucidi.
Sospirò più e più volte.
Ponderando, riflettendo.
Alla fine alzò lo sguardo su di lui, si umettò le labbra e riprese a parlare.

Stai bene così perché non può mancarti ciò che non conosci.
Ma... se potessi aiutarti a recuperare un po' della tua anima? Se potessi aiutarti a sorridere di più, a ridere, a sentirti più felice di quanto non ti senti ora?
Se avessi la possibilità di guardare negli occhi la tua compagna, o i tuoi figli un giorno, e ridere e scherzare con loro come non hai mai potuto fare... davvero vuoi rinunciare a questa possibilità senza nemmeno lasciarmi provare?


Gli domandò.
Era forse il discorso più lungo mai fatto, con lui.
Ma non poteva arrendersi senza provare.
Perché lei sapeva.
Perché lei era stata come lui.
Dopo l'Oblivion, era stato come se avesse perso un pezzo della sua anima.
Era diventata gelida, imperturbabile.
Raiden gliel'aveva restituita.
E ora lei poteva provare a fare lo stesso con Sandyon.
Non poteva mollare così facilmente.
Allungò una mano, poggiandola sulla guancia di lui.
Lo sguardo era dolce e determinato al tempo stesso.

Lasciati aiutare, Sandyon...
Lascia che ti aiuti.
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Messaggioda Sandyon » 08/09/2013, 2:35

Qualcuno qui è geloso o mi sbaglio?

Più che altro, qualcuno qui è obiettivo.

E' una persona seria, concreta.
E' attento e preciso nel suo lavoro, è modesto e premuroso, mi sa far ridere ed è attento alle cose che per me sono importanti.
Ma soprattutto, ha visto una bellezza nascosta nella mia anima quando nemmeno io credevo ci fosse, quando pensavo che nessuno avrebbe mai potuto apprezzarmi: per l'anno che sono stata via lui mi ha scritto ogni giorno, sempre.
Questo è amore, è devozione... è ciò che non speravo di poter ricevere.


Da come ne parlava sembrava proprio che ne fosse profondamente innamorata.
Sandyon faceva tanto il sostenuto, l'acido, il pungente, ma alla fin fine gli interessava molto poco di chi fosse il suo fidanzato, bensì era importante che questa persona fosse affidabile, comprensiva, amorevole, tutto ciò che lui non sarebbe mai potuto essere con lei.
Da un lato in verità, era felice che fosse il docente di Astronomia proprio perché essendo un brav'uomo di certo non le avrebbe mai riservato dei colpi bassi, impedendole di soffrire e garantendole sempre una vita motivata, serena e prosperosa, come il suo futuro lavorativo.
Annuì soltanto a quella dichiarazione, questa volta non più sarcastico ma molto, molto onesto e sincero, i suoi occhi seri parlavano chiaro.
Gli stessi occhi seri che poco dopo rivelarono la natura del suo malessere e la sua volontà di non cambiare, di non tornare su dei passi mai fatti, non voler modificare in alcun modo la sua visione del mondo e del prossimo.
Ad ogni modo, la professoressa di Erbologia non fece alcuna faccia strana, limitandosi ad annuire, pur dimostrando i propri sentimenti rabbuiati grazie ad uno scintillio più commosso e piangente negli occhi.
Sandyon la fissò attentamente, avvicinandosi appena, non comprendendo perché stesse facendo così.

Stai bene così perché non può mancarti ciò che non conosci.
Ma... se potessi aiutarti a recuperare un po' della tua anima?
Se potessi aiutarti a sorridere di più, a ridere, a sentirti più felice di quanto non ti senti ora?
Se avessi la possibilità di guardare negli occhi la tua compagna, o i tuoi figli un giorno, e ridere e scherzare con loro come non hai mai potuto fare... davvero vuoi rinunciare a questa possibilità senza nemmeno lasciarmi provare?


Aveva già sentito un concetto simile, forse espresso in modo diverso, forse utilizzando un tono diverso, ma la sostanza era la stessa.
Più la guardava e più capiva il perché pensava che anche una persona che lei sarebbe riuscita a rapire il suo cuore, in passato, perché aveva molto in comune con chi invece glielo aveva rapito nel presente, ma ciò non cambiava comunque il proprio pensiero e la propria versione dei fatti.
Guardando dentro di sé, Sandyon non poté che prendere ad esempio Arianna, la sua apprendista. Ella lo aveva accettato come padre pur vedendolo sempre così austero, burbero, dal carattere indomabile e difficile da capire, prevedere.
Per lui l'interiorità valeva molto più che quello che si mostrava all'esterno e il padre naturale dell'italiana le aveva fatto sicuramente in passato molti più sorrisi e molte più carezze di quante invece gliene avrebbe mai potute fare lui, anche avendola da piccolissima.
Eppure, ad oggi Arianna se doveva pensare ad una figura paterna, pensava a lui, non a Giovanni Ricciardi, e allora, qual era il motivo?
Era stato sempre freddo, capace di gestire le situazioni, e allo stesso modo al momento necessario, aveva dimostrato apprensione ed affetto anche se non in grandi quantità, e questo gli aveva permesso di formare una ragazza oggi forte, capace, grintosa, insuperabile.
Fermo su quei pensieri, Sandyon guardò ancora fermamente la Vilvarin, dirigendosi infine verso l'armadietto dei liquori per prendere un bicchiere tozzo di vetro artigianale e versarvi all'interno dell'ottimo amaro invecchiato, con infusione di erbe aromatiche.
Silenziosamente chiese alla ragazza se ne volesse un poco anche lei e qualora ella avesse accettato, nell'arco di pochi secondi avrebbe ricevuto un altro bicchiere riempito fino ad una buona metà.

Lasciati aiutare, Sandyon...
Lascia che ti aiuti.


Aiutarmi a far cosa? A indebolirmi?
... Lindë, questa dannazione nel corso degli anni è diventata per me una benedizione.
Sono più forte, più capace di assorbire i colpi bassi della vita, meglio di chiunque abbia il 100% dell'anima.
E' vero, il rovescio della medaglia è che di riflesso percepisco meno del normale, ma questo vale per tutto, anche per le disgrazie.
100% sorrisi, allora anche 100% di pianti.
70% di sorrisi, che comunque non è malissimo, e 70% di pianti, che non è un piccolo sconto.
Tu, Monique, mi vedete come un malato terminale, come una persona da curare.
Non vi vado proprio bene così come sono?
Devo essere cambiato per forza?


Non c'era rabbia nelle sue parole, solo la grande consapevolezza di essere considerato sbagliato da due persone che amava moltissimo.
Bevve il suo amaro, amaramente, posando infine il bicchiere sulla scrivania. Mog lo amava così com'era, non gli aveva mai detto di volerlo diverso.
Arianna nemmeno gli aveva mai detto che lo avrebbe preferito più sorridente o diverso.
Invece sia Monique che Lindë erano convinte che lui necessitasse di una cura, di un cambio, di un risvolto differente.
Magari non era vero, magari nella realtà non erano le uniche a pensarlo, magari nella verità Mog aveva sempre avuto paura di dirglielo e Arianna anche non lo confessava perché estranea o forse perché pensava di ferirlo.
Era venuto quindi il momento di fare quattro chiacchiere con molte persone, anche quelle meno rilevanti, come il nipote Robyn o magari il fratello.
Per un attimo gli venne in mente anche di chiedere a Tyslion, ma lui forse più che volerlo cambiato lo voleva morto, inutile quindi sprecare un gufo.
Anche Asher, perché no, lui poi, come medico, chi meglio di lui avrebbe potuto discernere il lato umano da quello scientifico e parlargli da amico?
Formulando queste varie ipotesi, si accorse nel frattempo che era rimasto zitto e che quindi forse la donna aspettava che continuasse con il dialogo.

... Ci penserò su.
Non voglio sentirne più parlare però, non fino a quando non sarò io a riprendere la questione.
Va bene?


Attese che la ragazza gli desse il suo "ok" e gli promettesse di aspettare il momento in cui lui avesse scelto di tornare a parlare di cure e cambiamenti, chiudendo, almeno per ora, la faccenda, ripromettendosi che almeno dal punto di vista privato invece la questione non era affatto conclusa. Avrebbe fatto un discorso con gli individui significativi, avrebbe sentito le opinioni altrui. Era giunto il momento di sapere realmente cosa pensavano di lui le persone che a suo parere contavano davvero qualcosa nella sua vita.

Adesso che hai recuperato i ricordi, hai di nuovo in mente tutte le vecchie formule sulle quali stavi lavorando?
Pensi di tornare a quegli esperimenti e finirli?
Tornerai in fretta nell'occhio del ciclone, credo tu questo lo sappia.
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Messaggioda Lindë » 08/09/2013, 12:26

Il discorso Irvyne si chiuse velocemente.
In fondo non c'era molto da dire.
Lindë aveva spiegato senza incertezze perché lo amasse.
Quali fossero i suoi pregi.
Quanto stesse bene con lui.
E Sandyon l'aveva capito, per fortuna.
Probabilmente si fidava anche del suo giudizio.
Perché l'Erbologa poteva essere giovane, ma di certo non una sprovveduta.
Il quesito non fu rigirato però a lui: la Vilvarin comprendeva perché Vastnor amasse una donna come Monique.
Al di là della bellezza oggettiva, era forte, preparata, combattiva e generosa.
Lindë stessa aveva visto tutto ciò nella Vice Preside.
Era piuttosto sicura che fosse stata, per lui, la scelta migliore.
Eppure c'era ancora qualcosa di cui parlare.
Qualcosa di molto importante.
Qualcosa che lo riguardava direttamente, in prima persona.
Un argomento che, quasi sicuramente, non gli sarebbe piaciuto ad affrontare.
Ora che sapeva cosa gli fosse successo, sapeva anche come poterlo aiutare.
Ma doveva essere Sandyon a volerlo per primo.
A desiderare di recuperare ciò che gli era stato strappato via.

Aiutarmi a far cosa? A indebolirmi?

Consideri indebolirti permetterti di vivere totalmente la tua anima?

... Lindë, questa dannazione nel corso degli anni è diventata per me una benedizione.
Sono più forte, più capace di assorbire i colpi bassi della vita, meglio di chiunque abbia il 100% dell'anima.
E' vero, il rovescio della medaglia è che di riflesso percepisco meno del normale, ma questo vale per tutto, anche per le disgrazie.
100% sorrisi, allora anche 100% di pianti.
70% di sorrisi, che comunque non è malissimo, e 70% di pianti, che non è un piccolo sconto.
Tu, Monique, mi vedete come un malato terminale, come una persona da curare.
Non vi vado proprio bene così come sono?
Devo essere cambiato per forza?


Nessuno vuole cambiarti per forza, Sandyon, né ti considera malato o sbagliato: ma trovi così assurdo che le persone che ti amano vogliano il meglio, per te?
Perché pensi sia così incomprensibile che chi darebbe la vita per te vorrebbe che tu potessi viverla appieno, al 100% delle possibilità?


Replicò Lindë, dopo aver scosso il capo in un cenno di diniego.
Niente amaro, per lei, non la faceva impazzire.
Meglio un té, o una tisana alle erbe.
Ma aveva apprezzato il gesto.
Sospirò leggermente, poi riprese.

Io lo so cosa si prova a sentire meno degli altri, ad essere distaccati dai sentimenti più superficiali, positivi o negativi che siano: l'ho sperimentato sulla mia pelle, l'ho vissuto, tu l'hai visto.
E quando mi è stata data la possibilità di cambiare, di riacquistare ciò che avevo perso, l'ho colta.
In fondo, che avevo da perdere? Se fosse andata male sarei rimasta com'ero, al massimo... ma è andata bene.
Solo così ho capito cosa mi stavo perdendo, e quanto bello possa essere lasciarsi andare ad una risata liberatoria, ad un pianto di sfogo, o ad un semplice sorriso verso la persona che amo.


Sì, lei parlava per esperienza diretta.
Un dato da non sottovalutare.
Un dato che non tutti potevano vantare.
Per fortuna.

Dici che sentire al 100% la tua anima ti renderebbe debole...
Credi che la tua compagna sia diventata ciò che è oggi perché ha evitato di sentire tutto con ogni fibra del suo essere?


Ovvio che sapesse di Monique.
Il suo passato col padre era di dominio pubblico.
I pettegolezzi, anche tra i maghi, erano all'ordine del giorno.
E visto che, da un mese a quella parte, lei teneva a Sandyon, si era informata per bene sulla Vireau.
Per conoscere ciò che l'aveva fatta diventare l'attuale Vice Preside di Hogwarts.

Tutti i pianti, le sofferenze e gli ostacoli che ha affrontato, vissuto e superato al 100% della sua anima l'hanno resa la donna che ti ha rapito il cuore: alla luce di questo, come puoi dire che ridarti parte della tua anima equivarrebbe ad indebolirti?

Non poteva fare l'esempio di Arianna, non la conosceva.
Ma Sandyon avrebbe potuto pensare a lei.
A come affrontasse con spirito istintivo tutto ciò che le accadeva.
A come si buttasse corpo e anima nella vita, nel bene e nel male di essa.
Eppure, era diventata come una figlia, per lui.
Era davvero così sicuro che vivere appieno il proprio spirito e i sentimenti ad esso connessi significasse diventare più deboli?

... Ci penserò su.
Non voglio sentirne più parlare però, non fino a quando non sarò io a riprendere la questione.
Va bene?


D'accordo... te lo prometto.
Non prenderò più l'argomento fino a che non sarai tu a parlarne.


Accordò Lindë.
D'altronde era anche giusto che ci pensasse su.
Che ponderasse sulla questione.
Che valutasse pro e contro.
Che chiedesse consiglio anche, perché no.
E che alla fine seguisse il suo cuore.

Adesso che hai recuperato i ricordi, hai di nuovo in mente tutte le vecchie formule sulle quali stavi lavorando?
Pensi di tornare a quegli esperimenti e finirli?
Tornerai in fretta nell'occhio del ciclone, credo tu questo lo sappia.


Lo so.
Ma so anche che, rispetto ad allora, sono molto più pronta... e protetta.


In fondo c'era un'intera Gilda pronta ad intervenire se qualcuno avesse osato farle del male.
Contribuiva non poco a farla sentire più tranquilla.

In ogni caso sì, ricordo tutto... e ho già ricominciato a lavorarci sopra.
Ho iniziato quegli esperimenti per un motivo: voglio migliorare la vita delle persone, aiutarle grazie alle piante.
Mi hanno già fermata una volta...
Non permetterò che accada di nuovo, questa volta sarò pronta.


Aggiunse determinata, stringendo il pugno.
No, non avrebbero più fatto del male a lei.
O alle piante.
Sapeva cosa fare, questa volta.
E l'avrebbe fatto.

Sandyon...

Lo chiamò a bassa voce.
Improvvisamente timida, o forse solo incerta.
Si sentì stupida a parlare ancora, ma ci teneva.
Voleva dirglielo, voleva chiederlo.

Tra un paio di mesi, sposerò Irvyne.

E se quella era una bomba, non era niente in paragone di ciò che Lindë disse dopo.

E vorrei che tu mi facessi da testimone.
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Messaggioda Sandyon » 08/09/2013, 17:05

Dici che sentire al 100% la tua anima ti renderebbe debole...
Credi che la tua compagna sia diventata ciò che è oggi perché ha evitato di sentire tutto con ogni fibra del suo essere?
Tutti i pianti, le sofferenze e gli ostacoli che ha affrontato, vissuto e superato al 100% della sua anima l'hanno resa la donna che ti ha rapito il cuore: alla luce di questo, come puoi dire che ridarti parte della tua anima equivarrebbe ad indebolirti?


Lo dico perché non tutti hanno gli stessi percorsi di vita.
Non sminuisco ciò che ha affrontato la mia compagna, né ciò che ha vissuto chiunque altro.
Quello che vorrei tu capissi è che privarmi di un vantaggio simile a distanza di 30 anni dalla mia nascita mi indebolirebbe.
Se tieni al buio una persona per 30 anni e poi la fai andare alla luce, la persona non torna a vedere, si cieca, oppure deve vivere per l'eternità con una mano sugli occhi o comunque una benda, però nel buio ha imparato a distinguere i contorni e in qualche modo a vedere, adesso più che alla stessa luce del Sole.
Se io tornassi a provare più forte i sentimenti adesso e sia mai qualcuno lo scoprisse, potrebbe sfruttare tutti i metodi peggiori per mettermi in ginocchio perché io non sono preparato ad essere al 100%.
Percepirei il doppio della sofferenza rispetto ad una persona normale perché cambierei modo di vedere le cose dall'oggi al domani.
... Voler ridare la luce a chi ha vissuto sempre nel buio è un bel pensiero. Si pensa di permettergli di guardare finalmente i fiori, il cielo, lo specchio di un lago o i colori di un arcobaleno. Ma bisogna anche fare i conti con la realtà e con la differenza ormai sostanziale che c'è tra gli occhi di quell'individuo e quelli di un comune essere umano.


Implicazioni, effetti collaterali, controindicazioni ad un esperimento del genere. Sandyon voleva che lei ci riflettesse a lungo.
Non si aspettava che Monique ci arrivasse, non era certo una studiosa, ma lei si, lei forse a questi particolari dettagli poteva porci più attenzione.
Lì non si trattava del mito della caverna platonico, ma di una verità, di qualcosa di scientifico e comprovato, complesso da prevedere.
Il mondo sapeva essere largamente bastardo, che fosse babbano o magico, e perdere un leggerissimo vantaggio su quella crudeltà dopo tanti anni poteva significare anche una condanna a morte.
Tuttavia Vastnor non era mai stato un bigotto, non aveva dato retta solo alle proprie parole, per quanto chiuso e austero.
Ascoltava le opinioni altrui, delle persone che per lui contavano di più ed anche su quelle si basava per prendere decisioni delicate.
Se avesse visto che per la maggioranza era importante che cambiasse, allora avrebbe rischiato, proprio come quando aveva rischiato nel mettere in chiaro la sua storia con la Vice Preside, ma fino ad allora...

... Ci penserò su.
Non voglio sentirne più parlare però, non fino a quando non sarò io a riprendere la questione.
Va bene?


D'accordo... te lo prometto.
Non prenderò più l'argomento fino a che non sarai tu a parlarne.


Finalmente poterono cambiare argomento e trattare una faccenda che non si riferisse a lui, bensì alla Vilvarin: le sue vecchie ricerche.
Durante il periodo vissuto al suo fianco sotto mentite spoglie, Sandyon l'aveva aiutata in alcuni studi di ricerca ancora sperimentali, volti a migliorare nettamente lo status di salute della gente, attraverso medicinali nuovi, miracolosi, frutto dell'ingegno naturale e della costanza.
L'Erbologa aveva dato fondo a tutte le proprie conoscenza, all'estro e ai calcoli su tutti i fronti possibili e immaginabili, raggiungendo traguardi che la normale ricerca magica aveva visto in lontananza solo dopo decenni di studi e tentativi, molte volte falliti miseramente.
Riprendere ora però un percorso simile, equivaleva a mostrare il progresso all'intero pianeta e quindi a far di nuovo presente il nome della professoressa, un nome che in teoria doveva essere completamente scomparso da diversi anni.

Lo so.
Ma so anche che, rispetto ad allora, sono molto più pronta... e protetta.
In ogni caso sì, ricordo tutto... e ho già ricominciato a lavorarci sopra.
Ho iniziato quegli esperimenti per un motivo: voglio migliorare la vita delle persone, aiutarle grazie alle piante.
Mi hanno già fermata una volta...
Non permetterò che accada di nuovo, questa volta sarò pronta.


Parli come se dietro di te ci fosse un esercito.
Posso dare il mio contributo in qualche modo?
Hai bisogno di fondi o di un posto dove stare, magari un laboratorio?


Non sapeva esattamente quanta disponibilità monetaria ella avesse, e lui di soldi fortunatamente ne possedeva in abbondanza.
Era il minimo che potesse fare per darle la mano che necessitava, oltre ad una volontà di protezione costante, naturalmente.
La determinazione di Lindë era quasi palpabile, forte, glielo si leggeva negli occhi di quel colore inspiegabilmente meraviglioso.
La ragazza cambiò improvvisamente modo di comportarsi, divenne più calma, quasi imbarazzata. Fece un passo in più.
Sandyon fissò Lindë attentamente, lasciando che la distanza tra i due divenisse minore, quasi nulla, appena curioso di capire cosa succedeva.

Sandyon...

Mh?
Che succede adesso?


Tra un paio di mesi, sposerò Irvyne.

... Mmmhh.

E vorrei che tu mi facessi da testimone.

Hai deciso di lanciare la Bombarda Maxima e quella Extrema una dopo l'altra eh!?

Quella somigliava tanto ad una mezza battuta, ma chiaramente c'era poco sorriso sul suo volto, un po' per la "maledizione", un po' per gelosia.
Sposare il professore, così tanto presto, ma forse stavano insieme da molto e avevano tenuto la cosa in segreto, proprio come per lui e Monique.
Non era una decisione semplice da prendere. Per quanto entrambi fossero adulti, maturi, ciò che un tempo viveva tra loro condizionava in parte lo stato d'animo e questo valeva sopratutto per notizie simili. Intendiamoci, non che Sandyon pensasse di combinare qualcosa con l'Erbologa prima del matrimonio, anzi, non l'aveva proprio nemmeno lontanamente concepito (in mente, il corpo era un'altra questione), ma comunque non c'era mai stato un effettivo allontanamento tra loro, una rottura, ma solo un "addio" con l'ipotesi di non reincontrarsi mai più.
Adesso non solo si erano rivisti, non solo avevano entrambi un'altra storia, ma in più si stavano anche per sposare, con la Vilvarin leggermente in vantaggio rispetto a lui che con la francese Vireau doveva ancora sistemare molte questioni prima di dare il via alle cerimonie.
Socchiuse gli occhi, decidendo per mandare giù un altro bel bicchiere di amaro, corretto con della grappa elfica di annata pesante.
Scosse la testa, recuperando lucidità, poi, avvicinandosi alla donna, le posò una mano dietro la testa e la fece avvicinare al proprio petto, stringendola ancora, in fondo... Parecchio in fondo, felice per la bella notizia che gli aveva dato.

... Si.
Gentilmente però, il discorso fallo preparare a qualcun altro.
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Messaggioda Lindë » 08/09/2013, 20:19

Opinioni diversi.
Contrastanti.
Derivanti da ragionamenti diversi.
Anche se, alla fine, la decisione finale spettava a lui.
Sarebbe dovuto essere Sandyon, infatti, a decidere se farsi aiutare o meno.
E Lindë avrebbe dovuto rispettare la sua decisione.
Nel bene e nel male.

Lo dico perché non tutti hanno gli stessi percorsi di vita.
Non sminuisco ciò che ha affrontato la mia compagna, né ciò che ha vissuto chiunque altro.
Quello che vorrei tu capissi è che privarmi di un vantaggio simile a distanza di 30 anni dalla mia nascita mi indebolirebbe.
Se tieni al buio una persona per 30 anni e poi la fai andare alla luce, la persona non torna a vedere, si cieca, oppure deve vivere per l'eternità con una mano sugli occhi o comunque una benda, però nel buio ha imparato a distinguere i contorni e in qualche modo a vedere, adesso più che alla stessa luce del Sole.
Se io tornassi a provare più forte i sentimenti adesso e sia mai qualcuno lo scoprisse, potrebbe sfruttare tutti i metodi peggiori per mettermi in ginocchio perché io non sono preparato ad essere al 100%.
Percepirei il doppio della sofferenza rispetto ad una persona normale perché cambierei modo di vedere le cose dall'oggi al domani.


Sai che potresti prepararti per non essere colto di sorpresa, e sai anche che avresti accanto persone pronte ad aiutarti per far sì che il cambiamento venga accettato quanto prima possibile... ma comprendo il senso del tuo discorso, lo capisco.

... Voler ridare la luce a chi ha vissuto sempre nel buio è un bel pensiero. Si pensa di permettergli di guardare finalmente i fiori, il cielo, lo specchio di un lago o i colori di un arcobaleno. Ma bisogna anche fare i conti con la realtà e con la differenza ormai sostanziale che c'è tra gli occhi di quell'individuo e quelli di un comune essere umano.

Non replicò nulla.
Non c'era bisogno di aggiungere altro.
L'argomento era chiuso perché entrambi sapevano cosa l'altro pensasse.
Due ragionamenti giusti.
Due ragionamenti validi.
Ma solo uno sarebbe stato quello finale, qualcosa su cui Vastnor avrebbe dovuto ponderare.
Dal canto suo, Lindë promise che non ne avrebbe più parlato.
Ed era decisa a mantenere quella promessa.
Non voleva mettergli fretta, pressione.
Non era una decisione di poco conto, anche che poi non si riuscisse ad aiutarlo.
La certezza di ottenere un risultato non c'era, ma stava a lui decidere se darsi una speranza o meno, e questo l'Erbologa l'aveva capito.
Per quello non ne parlò più, confermando invece che avrebbe ripreso i suoi studi lì dove li aveva interrotti.
D'altronde ora non era più sola.
C'erano i Terran con lei, ed anche Irvyne.
Lei stessa era più forte.
Non avrebbe più permesso a nessuno di ottenere il controllo sul suo lavoro, di decidere cosa andava bene e cosa no.

Parli come se dietro di te ci fosse un esercito.
Posso dare il mio contributo in qualche modo?
Hai bisogno di fondi o di un posto dove stare, magari un laboratorio?


Svolgo alcune delle mie ricerche qui alle Serre, dentro i confini della scuola, e la maggior parte restante in... un posto sicuro.

Perché non poteva parlare del Villaggio Terran, non ancora comunque.

Quindi so di essere ben protetta.
I soldi per finanziare i miei studi non mi mancano, soprattutto perché la natura mi offre già ciò che mi serve.
Ma una protezione in più per le Serre non mi da' certo fastidio... sia mai che qualche Mezzo-Drago o familiare di questo non voglia tornare.


Sorvolò sulla questione "esercito", perché non avrebbe saputo che dire.
E non le andava nemmeno di mentire, quindi meglio il silenzio.
In alcuni casi, sorvolare sulle cose era la scelta migliore.
Anche perché c'era ancora una cosa che a Lindë premeva di chiedere a Sandyon.
Voleva che lui le facesse da testimone al matrimonio con Irvyne.
Perché ora che l'aveva ritrovato, voleva condividere quel momento importante con lui.

Hai deciso di lanciare la Bombarda Maxima e quella Extrema una dopo l'altra eh!?

Sorpresa!

Esclamò la donna di rimando, ridendo.
Sentiva quella punta di gelosia macchiare la battuta di lui.
Eppure non ne era infastidita.
Al contrario, lusingata.
Ora ricordava il passato, era normale.
Eppure ci teneva davvero.
Suo padre l'avrebbe accompagnata all'altare.
O di fronte al funzionario magico, comunque.
Raiden e Typhon sarebbero stati due dei tre testimoni.
Lui non poteva proprio mancare.
Lo osservò avvicinarsi a lei, e poi abbracciarla.
Sorrise, stringendosi al suo corpo.
Sapeva che, da qualche parte nel suo cuore, si sentiva felice per lei.

... Si.
Gentilmente però, il discorso fallo preparare a qualcun altro.


Contaci.

L'avrebbe chiesto a Raiden, o a Typhon.
Sapeva che per Sandyon era già molto aver accettato.
Lo apprezzava davvero.
Gli sorrise, gli occhi appena lucidi.
Le sembrava di non aver ancora imparato a controllare le emozioni.
Forse era davvero così, ma andava bene comunque.

Ora è meglio che vada, è una giornata piena e so che anche tu hai diverse cose da fare.
Sono felice di aver potuto con te... guardandoti negli occhi.


Sorrise ancora, sporgendosi verso di lui.
Gli posò un bacio sulla guancia, delicato.
Inspirò il suo odore, facendone tesoro.
Una parte di sé sarebbe sempre rimasta legata a lui.
Sempre e per sempre.

Buona giornata, Sandyon.

... ti voglio bene...


[FINE]
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Messaggioda Martha » 19/09/2013, 0:10

[8 Dicembre 2106 - Giovedì sera, ore 21:00]


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La neve scendeva a fiocchi in quella fredda sera di Dicembre, spolverando le vette e le guglie di un manto candido e puro. Natale sarebbe arrivato a breve e con esso tutto il carico di ricordi e tradizioni che accompagnavano quella festa. Martha sostava nel suo ufficio, rimirando incantata quelle piccole perle bianche che scendevano dal cielo e che si scontravano con la sua mano tesa fuori dalla finestra. Le dita danzavano con quei fiocchi, volteggiando lievi, mentre lo sguardo rimaneva serio e perso nei propri pensieri, conferendole un'aria grave. Se quella sera non avesse avuto altro in programma che andare a dormire, la docente avrebbe probabilmente goduto di più di quel bellissimo spettacolo, magari sorridendo fra sè e sè nel vedere la neve sciogliersi e ritramutarsi in acqua sul palmo della sua mano. Tuttavia il neo-Ruscello aveva un compito da svolgere, un compito non assegnatole questa volta dall'Oceano, ma dettato da un'enigma che andava ancora risolto. Aveva richiesto, tramite gufo, un secondo colloquio con Sandyon Vastnor, per poter usufruire del suo aiuto sull'ultimo pezzo del puzzle ancora rimasto. A breve, avrebbe dovuto dirigersi verso il suo ufficio, per questo si era preparata in anticipo, finendo di mangiare molto presto e scattando poi verso il proprio di ufficio, dove in un piccolo baule incantato magicamente teneva sigillata l'eredità che Christopher Pryce aveva lasciato al suo defunto mentore. Con un colpo di bacchetta aveva preso quei fogli, ne aveva ricopiato l'ultima parte su un pezzo di pergamena e li aveva riposti all'interno del suo nascondiglio, lasciando fuori solo la parte riscritta. Mentre attendeva che l'orologio a pendolo battesse le nove in punto, il suo sguardo era stato catturato dalla neve che, scendendo, omaggiava quella serata d'inizio inverno.

*DONG...DONG*


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Martha si voltò di scatto al rintocco del batacchio, i lunghi capelli nero corvini che scendevano ondulati come la cresta dell'onda, accarezzandole le spalle e la schiena. Con un sospiro richiuse la finestra, sigillandola, mentre prendeva il pezzo di pergamena che aveva poggiato sul tavolo, chiudendosi poi la porta del suo ufficio alle spalle. Portava un dolcevita color blu notte, pantaloni neri stretti al polpaccio e scarpe nere col tacco. Non aveva messo orecchini, ma portava solo una collana molto sottile d'argento puro, con un ciondolo a forma di goccia e l'immancabile anello degli Acuan. Erano le nove e cinque, quando si posizionò di fronte all'aula di Difesa Contro le Arti Oscure. Sapeva che dentro avrebbe trovato Vastnor, sapeva che la stava aspettando e probabilmente l'uomo conosceva già anche il motivo per il quale la donna era andata da lui a chiedere un suo consiglio. Con un sorriso gentile stampato sul volto, Martha si accinse quindi a bussare sulla massiccia porta di legno, aspettando che fosse l'ex-mercenario a darle il permesso di entrare.

Professor Vastnor?
Buonasera.


Disse quindi, una volta che ebbe richiuso la porta alle sue spalle. Rimase in piedi, fino a quando il collega non l'avesse invitata a sedersi di fronte alla sua scrivania, da dove avrebbero potuto avere un colloquio breve e conciso.

Mi spiace disturbarla sempre a tarda sera...
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Messaggioda Sandyon » 24/09/2013, 15:55

"Da queste parti va tutto abbastanza bene tesoro, io e tuo padre ci prepariamo per le festività natalizie.
Ormai è molto tempo che sei fidanzato con quella donna, non credi sarebbe il caso di presentarcela? Vorrei tanto poterla conoscere ed anche papà è interessato a vedere di persona una celebrità come lei per chiederle come ha fatto ad avvicinarsi ad un burbero come te.
Se non avete niente in programma alla Vigilia, perché non state con noi? Ci sarà anche tuo fratello e stiamo cercando di convincere anche lui a portare la sua nuova fiamma, ma per il momento è una vera impresa!
Cerca di coprirti sempre molto bene, che fa freddo, non dimenticarti che la tua famiglia ti amerà sempre e che puoi sempre contare su di noi per qualsiasi cosa tu abbia bisogno, d'accordo?

Un bacio

Mamma e Papà"


Mmmmhhh, se speravano di convincermi, dopo avermi detto di mio fratello hanno fatto un passo indietro.

Nella mente dell'ex Mercenario risuonava la voce di Monique, la compagna, la quale ben più di una volta gli aveva chiesto di riprovare a stabilire un rapporto sano e solido con Ryan, ma spesso e volentieri la testardaggine di Sandyon era così radicata e forte da non riuscire nemmeno a far filtrare le parole della francese la quale spesso e volentieri era riuscita a convincerlo su questioni spinose o fastidiose.
Mentre terminava di leggere quell'ultima lettera da parte dei genitori, Vastnor veniva illuminato e scaldato dal fuoco del camino acceso del suo ufficio, seduto sulla poltrona di finta pelle nera, con le gambe stese sulla scrivania, un po' maleducato, un po' rozzo, ma essendo solo poteva sistemarsi come meglio preferiva senza dover rendere conto a nessuno.
La neve fuori cadeva a fiocchi enormi, segno inequivocabile che lì l'Inverno era una cosa seria, non certo come al sud dell'Europa dove alcune persone andavano ancora in giro a maniche lunghe senza nemmeno portare la giacca.
Le nove di sera... Arianna in teoria doveva aver concluso da mezz'ora il suo allenamento quotidiano ed aveva finito di prepararsi la cena impostata dal suo allenatore, a base di carne bianca, verdura bollita, del pane integrale e del formaggio primo sale.
Le stava facendo fare davvero molti sacrifici ma era per il suo bene, perché presto avrebbe affrontato la vita vera e sopratutto nei panni di una Mercenaria, il lavoro più difficile e complesso che potesse esistere nella società magica, poiché bisognava essere sempre pronti a tutto, capaci di adattarsi e se necessario, anche rischiare la vita più e più volte.
Per lui quei tempi erano finiti da un po', ma l'adrenalina degli incarichi, della vita in gioco, del combattimento, del rischio... Certe cose, certi fuochi non si potevano spegnere con un interruttore. Aveva molta fame di avventura ma mai lo avrebbe ammesso con la futura moglie per paura di spaventarla o metterla in agitazione. Forse un giorno avrebbe svolto qualche missione con la Ricciardi, ma solo dopo che ella fosse diventata abbastanza in gamba da non farlo preoccupare ad ogni passo, per quanto, come quasi padre adottivo, forse mai e poi mai avrebbe trovato la calma e la tranquillità in una qualsiasi avventura al fianco della bionda italiana.

- TOC TOC -

Scese le gambe dalla scrivania, ricordando che tempo prima aveva ricevuto una lettera da parte della collega di Pozioni Bennet per quanto riguardava un altro parere sulla serie di indovinelli scacchistici ai quali lei per poca conoscenza della materia non era riuscita a fornire adeguata interpretazione. Forse molto più malleabile di un tempo, forse per semplice curiosità nei confronti degli enigmi che da sempre lo affascinavano non poco, Sandyon aveva accettato di incontrarla al termine delle lezioni e della pausa cena, dandosi il tempo per farsi una doccia e cambiarsi, mettendosi una polo verde scuro e dei jeans blu scuro, come anche blu scuro fu la giacca indossata sopra la maglia per ulteriore protezione.
Invitò quindi Martha ad aprire la porta e la vide entrare, sospirando ed alzandosi in piedi tendendole la mano in modo da salutarla civilmente, per poi mettersi appoggiato al muro con le braccia conserte per iniziare la conversazione.

Professor Vastnor?
Buonasera.


'Sera.

Mi spiace disturbarla sempre a tarda sera...

E' il lavoro che ce lo impone.
Si accomodi, se vuole, e mi dica.


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Messaggioda Martha » 07/10/2013, 14:40

'Sera.

Sandyon l'accolse col suo solito modo di fare, schietto e scarno di parole, porgendole una mano che Martha strinse con decisione. Tuttavia la donna non se ne ebbe a male per quella risposta, in quanto stimava il collega di Difesa per la sua professionalità e, sopratutto, per l'aiuto che le stava dando nel risolvere la questione che riguardava Heathcliff e Pryce. Si scusò quindi con lui, com'era buona educazione fare, per averlo disturbato nuovamente ad un'ora tarda. Supponeva infatti che l'uomo avesse altro di meglio da fare che aiutarla a risolvere degli enigmi e per questo gli era grata del tempo che le stava concedendo.

E' il lavoro che ce lo impone.
Si accomodi, se vuole, e mi dica.


Annuì brevemente alle sue parole e prese posto sulla comoda poltrona posta di fronte alla scrivania del docente, accavallando le gambe e porgendogli immediatamente il pezzo di pergamena dove aveva trascritto l'ultima parte dell'indovinello che le era rimasto.

"La pioggia invece simboleggiava la verità, almeno credo, o erano le nuvole? Forse entrambi o magari combinati.
Se ci fossi tu a ricordarmelo sarebbe la cosa migliore ma non possiamo sempre perdere tempo per giocare a scacchi.
Anche perché lo sai, quando poi il pedone arrivava in fondo lo trasformavo sempre in regina e così, avevo la partita in pugno.
Siamo sempre stati due onesti giocatori e non abbiamo mai barato, amico mio.
Purtroppo però arrivano dei momenti dove la partita va truccata altrimenti gli spettatori ci rimangono male, quindi facciamo una follia, muovo la regina in scacco e tu la mangi col pedone, non se lo aspetterà nessuno e la bellezza del gioco rimarrà salva.
"


La bellezza del gioco rimarrà salva...Martha era rimasta profondamente affascinata da quella frase, sebbene non riuscisse a comprendere per quale motivo. Forse la trovava semplicemente molto suggestiva, in quanto le riportava alla mente l'immagine del suo mentore che giocava insieme al proprio amico, esibendosi in una recita perfetta di mosse e contromosse nel gioco degli Scacchi, nei quali i due uomini sembravano eccellere. Tuttavia, la neo Acuan sospettava che ci fosse qualcosa di molto più dietro a quelle parole, ma aveva bisogno dell'aiuto di un esperto di scacchi, qualcuno che le permettesse di decifrare quelle parole per lei altrimenti indecifrabili. Era quasi uno scherzo del destino che la pozionista fosse andata a chiedere aiuto proprio al fratello dell'uomo che le aveva consegnato quelle carte. Tuttavia, ignorando quale fosse la vera identità di Edward Atwood, non potè neanche sorridere di quella strana coincidenza, ma concentrarsi solamente sul presente.

Ho bisogno come al solito che lei mi aiuti a capire cosa simboleggiano le mosse che vengono descritte.

Lo informò semplicemente, lo sguardo serio e le labbra serrate, mentre attendeva la risposta di Vastnor. Non era per nulla facile rimangiare il proprio orgoglio e chiedere aiuto ad una persona, ma da quando la donna era entrata a far parte della Gilda Acuan, riusciva ad accettare molte più cose di quanto lei stessa fosse in grado di rendersene conto. Per questo attese paziente la risposta del collega, confidando nelle sue capacità logistiche.
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Data Utente Tipo Dado Risultato  
2013-06-06 22:23:37 Sandyon d20 15  
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