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Messaggioda Dylan » 06/12/2012, 23:51

Mi piacerebbe tanto conoscere la tua famiglia amore, ma... non temi sia pericoloso?
Se qualcuno dovesse venire a sapere che una studentessa di Hogwarts ha conosciuto la famiglia di un suo professore non potrebbero iniziare degli orrendi pettegolezzi?


Per quanto il player reputi assolutamente geniale e astuta la pg, purtroppo Dylan non poté pensare lo stesso, totalmente soggiogato da quel sogno divenuto realtà dal nome Melia e quindi trasportato nel suo universo di controllo e seduzione.
La ragazza aveva di certo toccato il tasto giusto, facendo sgranare di poco gli occhi del fidanzato che improvvisamente iniziò ad annuire come se solo allora fosse riuscito a raggiungere quella consapevolezza che invece per lei era quasi scontata ed ovvia.
Giusto, se qualcuno avesse parlato? Se qualcuno avesse fatto presente l'intera situazione? Sarebbe stato disastroso, lui avrebbe perso il lavoro e lei espulsa per sempre da ogni possibile istituto magico con un minimo di decoro ed onore.
Lui poteva anche rinunciare alla sua carriera per lei, ma non avrebbe mai sopportato di non aver fatto prendere il diploma alla sua adorata Mel solamente per una sua svista e mancanza di attenzione.

Non ci avevo proprio pensato... Devi scusarmi Mel è che, vorrei tanto condividere la gioia di averti incontrata con il resto del mondo e quando so che non posso... Mi sento sempre più carico di tristezza e sofferenza...

Dylan Connor in quel momento sentì davvero salire le lacrime per la grande angoscia che provava dentro di se.
Era normale, sotto l'effetto del potere di Melia Herbert, sentiva non solo i suoi sentimenti galoppanti già di loro reali, ma in più in mezzo c'erano anche quelli fittizi, quelli accelerati dal processo ipnotico della ragazza che bombardavano il suo cuore talmente tanto da farlo sentire senza respiro, senza possibilità di sfuggirvi, ma con l'incredibile desiderio di soccombervi.
Certo, il problema era proprio che a differenza di una normale relazione che egli od ella avrebbero potuto sbandierare senza problemi, loro erano una studentessa ed un professore e come tali, se si fossero fatti vedere allora si che sarebbero stati guai.
Quando si amava al livello di Dylan, povero disgraziato, non si poteva mandare giù così facilmente che il resto del pianeta non fosse a conoscenza di quella che per lui era la coppia più bella e perfetta che esistesse, ma doveva conviverci, doveva riuscire a sopportare tutto, e adesso stava avendo una piccola caduta, vittima della voglia e del desiderio di mettere già in chiaro quanto lei fosse realmente sua.

So bene che parli seriamente, e questa per me non è che una prova del tuo amore.
E non temere di mancare in qualcosa con me... sei assolutamente perfetto.


Perdona il mio sfogo amore, che razza di uomo è colui che piange quasi davanti alla sua ragazza, come un bambino?
Solo che... Vorrei tanto poterti mostrare a tutti, morendo per la gelosia che qualcuno di guardi troppo ma sapendo finalmente dentro che il resto del mondo e a conoscenza della tua appartenenza a me... E poi, non dire che sono perfetto, io lo sono diventato solo dal momento in cui ho conosciuto la mia perfetta anima gemella...


Se quella voce aveva iniziato con l'essere quasi lagnosa o petulante, per fortuna si riprese poche battute successive, quando Dylan mostrò invece una più che forte convinzione di farle comprendere quanto era diventato una persona diversa e più bella grazie a lei.
In effetti, pensava sul serio che ella gli avesse riscaldato il cuore ed anche se di certo Mel non poteva accorgersene, stava parlando oltre al normale stadio dell'ipnosi, parlava davvero grazie ad una reale consapevolezza, una consapevolezza scaturita solo dal suo cuore nella parte più profonda e non corrotta dai poteri della giovane serpeverde.
Successivamente l'argomento si mosse in direzione della possibilità un giorno dei due di entrare in una maggiore intimità e sul fatto che il professore nel caso, se lei non si fosse sentita pronta, avrebbe tranquillamente atteso fino al giorno più giusto per la fidanzata, anche se avrebbe coinciso con quello delle loro nozze, perché loro si sarebbero sposati, nella sua mente.

Sono certa che non mi obbligheresti mai a fare nulla che io non voglia, e questo mi rende serena.
Ti ringrazio, amore.


Non ringraziarmi di niente, tu pensa solo a sentirti sempre più a tuo agio con me... Ti amo...

Dylan... tu faresti di tutto per me, vero?
Non faresti mai niente che possa ferirmi... mi sbaglio?


Bene, adesso, fatemi ricordare quanto ho fatto di dado... 1 giusto?
E cosa ha detto in più il narratore? Il triplo del tempo di effetto, fantastico, chi potrebbe essere più felice del sottoscritto?
Tralasciando il palese sarcasmo, purtroppo, per via del tiro, mi tocca necessariamente sottostare al volere del "Destino" e quindi, spiegare e raccontarvi, cari lettori, che in quello stesso istante, Melia decise che era giunto il momento di incrementare ancora di più il tempo di ipnosi sulla mente ormai già bella e abbindolata del docente di Alchimia.
Una mente che, forse proprio perché già sotto quell'effetto da diverso tempo, non ebbe alcun problema a spalancarsi ulteriormente al richiamo soave della voce da Veela della ragazza, la quale adesso richiamava i sensi, gli istinti e le voglie più interne e segrete del giovane, portandole alla luce e disintegrandole, facendole in piccoli brandelli e mettendosele in tasca, controllando il tutto in pieno, giocando con la sua anima come se fosse un peluche di pezza simili a quelli anti stress.
Inutile menzionare anche che le pupille del giovane Connor si dilatarono così tanto da apparire come due spente sfere nere e blu, intense, focalizzate col dare attenzione alla sua amata, mentre la bocca pur tentando in qualche modo di spiccicare qualche parole, non riusciva a pronunciare nulla, come se per alcuni secondi l'effetto di quell'enorme potere fosse stato così devastante da lasciarlo in tilt a livello cerebrale, non permettendogli di formulare un qualunque pensiero o formulare una qualsiasi idea di senso compiuto.

Mh... Mhmh...

Ecco, solo questo riuscì a dire, se di parole possiamo parlare.
Pendeva dalle sue labbra, letteralemente, difatti si avvicinò anche di qualche centimetro come ad implorare per un bacio dissetante della sua saliva profumata e dolce più di ogni altro cibo o liquido zuccherato al mondo.
Il capo si mosse in un lento segno di assenso, era totalmente sotto il suo controllo, adesso Melia lo teneva in pugno esattamente come il migliore e più fedele tra i burattini.
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Messaggioda Melia » 07/12/2012, 0:18

Non ci avevo proprio pensato... Devi scusarmi Mel è che, vorrei tanto condividere la gioia di averti incontrata con il resto del mondo e quando so che non posso... Mi sento sempre più carico di tristezza e sofferenza...

Calcolatrice e astuta, così si sarebbe potuto riassumere il modo di essere di Melia Herbert, ma d'altronde non era anche per quel motivo che il Cappello Parlante l'aveva smistata a Serpeverde?
Con quelle poche ma semplici considerazioni su quanto deleterio sarebbe stato per loro se qualcuno li avesse scoperti e avesse capito che stavano insieme, la Prefetta era riuscita ad aggirare il problema senza rifiutarsi di conoscere la famiglia di Dylan, ma anzi facendogli capire che erano le circostanze ad impedire quell'incontro e che, se fosse stato per lei, sarebbe potuto accadere tranquillamente.

Lo so che è difficile... fa male anche a me non potermi mostrare in pubblico insieme a te, come vorrei...
Dobbiamo portare pazienza e attendere che questi anni passino in fretta, in fondo ne mancano solo tre.


Commentò Melia con voce dolce, soave, carezzevole quasi, andando con una mano ad accarezzare il viso di lui dolcemente per fargli percepire ancora di più da parte sua un amore forte, profondo, sofferente come quello di lui ma comunque ben presente e sincero; sì, quanto sapeva mentire bene la Herbert...

Perdona il mio sfogo amore, che razza di uomo è colui che piange quasi davanti alla sua ragazza, come un bambino?
Solo che... Vorrei tanto poterti mostrare a tutti, morendo per la gelosia che qualcuno ti guardi troppo ma sapendo finalmente dentro che il resto del mondo e a conoscenza della tua appartenenza a me... E poi, non dire che sono perfetto, io lo sono diventato solo dal momento in cui ho conosciuto la mia perfetta anima gemella...


Allora siamo diventati perfetti insieme... - replicò la giovane ragazza, uno scintillio malizioso negli occhi che accompagnò le sue parole successive - E poi non so tu... ma a me tutta questa segretezza... - e si accostò al suo orecchio così da parlargli in un sussurro - ... eccita da morire...

E dopo aver mormorato quelle parole sicuramente maliziose e cariche di sensualità, la sua bocca cercò quella del giovane docente di Alchimia per catturarla con la propria, schiudendo subito le labbra così da far scivolare la lingua nell'antro caldo di lui alla ricerca della gemella; il corpo, intanto, s'inarcò per fondersi quasi con quello di Dylan, così da stimolarlo ed eccitarlo più di quanto lui già non fosse. I seni premuti delicatamente contro il suo petto, l'inguine premuto contro quello del giovane uomo... oh sì, Melia Herbert sapeva che "argomenti" usare col fidanzato.
Ma non c'era solo quello di cui parlare, non c'erano solo cose così piacevoli... no, la Prefetta doveva anche assicurarsi che la sua ipnosi continuasse a funzionare sul docente: così, dopo essersi concentrata, Melia usò il suo potere per avvolgere Connor, per irretirlo, ed inaspettatamente sentì un'ondata di potere molto più forte del normale uscire da sé per abbracciare il Prefetto dei Delfini.

Non so cosa sia successo... ma evidentemente il mio tentativo dev'essere andato a buon fine...

Si ritrovò a pensare Melia, notando lo sguardo completamente perso di Dylan, quelle pupille totalmente dilatate che ora la fissavano con adorazione, sì, ma anche con sottomissione e resa totale.

Mh... Mhmh...

Mugolò l'insegnante, quasi incapace di pronunciare parole di senso compiuto: Melia lo osservò cercare un bacio come se non riuscisse a respirare senza, e questo le fece quasi tenerezza; si sporse verso di lui e lo accontentò, schiudendo nuovamente le labbra per baciarlo come lui voleva, affondandogli le mani nei capelli e stringendo con decisione, senza fargli male ma ribadendo silenziosamente che Dylan era suo, e di nessun altro.
Quando si staccarono, gli occhi della Prefetta cercarono nuovamente quelli dell'altro e le successive parole vennero pronunciate lentamente, con estrema cura.

Ricordi ciò che ti ho detto l'ultima volta su ciò che avresti dovuto provare per me e nei confronti degli altri, vero? - gli domandò Melia, attendendo che l'altro facesse un cenno di assenso per proseguire - Voglio che continui a comportarti sempre nello stesso modo, che continui a provare le stesse identiche cose... solo con ancora più forza di prima. Puoi farlo?

Ovvio che avrebbe potuto, lo sapeva, quella domanda era solo un pro-forma per gentilezza e non per altro; ma c'era ancora qualcosa che Melia voleva, un comportamento di una certa persona che non le era affatto andato a genio, e la Herbert sapeva bene come vendicarsi...

Sai... c'è una mia compagna di Casata più piccola... Elisabeth Walker... lei mi tratta sempre male, mi guarda come se fossi un mostro... mi fa tanto male che si comporti così...

No, non se l'era dimenticato il comportamento della Serpina, aspettava solo il momento giusto per renderle pan per focaccia, per dirla alla maniera babbana, e sembrava che quel momento fosse appena arrivato, grazie all'intervento di Dylan naturalmente.

Non puoi permettere che tratti così la tua donna, non ho ragione forse?
Dovresti vendicare il mio onore e la mia anima ferita...


Aggiunse suadente, sapendo che non solo Connor le avrebbe dato ragione su tutto, ma alla fine dell'ipnosi sarebbe stato anche pronto a mettere subito in atto gli ordini di Melia, mascherati da gentili richieste: adorava il suo potere, ah quanto lo adorava...
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Messaggioda Dylan » 28/12/2012, 0:07

Essere perfetti assieme era un'eventualità alla quale il nostro artista aveva pensato ben più di una volta.
Spesso si pensava in compagnia di Melia Herbert dopo tanti anni, tutti quegli anni che assieme avrebbero potuto costituire una vita.
Eppure, adesso che si trovavano così vicini, così assolutamente fusi in un'unica cosa calda, bollente, ricca di passione e trasporto, Dylan non poteva far altro che riflettere su cose ben meno caste del futuro, del tenersi mano nella mano per sempre o a lei con un abito da sposa indosso.
Malediva se stesso e la sua fervida immaginazione e fantasia perversa per quello che gli stava passando nella fantasia, ma non si poteva fare molto di fronte alla grande ed incredibile vena erotica che scaturiva dalle labbra, dagli occhi e dall'interezza del corpo della studentessa, pur essendo ancora così giovane e, nella mente di molti suoi coetanei, normalmente inesperta.

Allora siamo diventati perfetti insieme...
E poi non so tu... ma a me tutta questa segretezza... eccita da morire...


Eh, alla faccia dell'inesperta, parole così porterebbero il player su di giri, che ha avuto esperienze con l'altro sesso, figurarsi un povero disgraziato come Dylan Connor che al momento al posto delle parti basse aveva delle reliquie antiche e rimaste custodite nel buio per anni.
Il seno premuto di lei, le sue labbra vicino all'orecchio del prefetto e tutto quel movimento carico di sensualità che avvenne poco dopo nel contatto tra i due inguini portò il giovane a subire l'implacabile principio dei famosi vasi comunicanti, dove se il sangue fluisce tutto da una parte, innegabilmente dall'altra il recipiente rimane del tutto vuoto.
Fu probabilmente anche per quello che l'effetto ipnotico che impresse Melia poco dopo ebbe anche quell'effetto dirompente e distruttivo sulla sua psiche, tanto da renderlo ancora più imbambolato e suo servitore di quanto già non fosse precedentemente.
Di male in peggio, insomma, senza contare che con quel bacio appassionato che era giunto poco prima, il ragazzo stava quasi per fare la figuraccia dello "speedy gonzales" della situazione, ma meglio cambiare argomento e rasserenarsi del fatto che si era riuscito a trattenere.

Ricordi ciò che ti ho detto l'ultima volta su ciò che avresti dovuto provare per me e nei confronti degli altri, vero?

Come potrei dimenticare ciò che viene espresso con tanta perfezione dalla tua bocca, amore...

Voglio che continui a comportarti sempre nello stesso modo, che continui a provare le stesse identiche cose... solo con ancora più forza di prima. Puoi farlo?

Non c'è nulla che potrebbe riuscirmi meglio, arcobaleno di tutti i miei sogni tempestosi...
Posso fare altro per rallegrare il tuo cuore di latte e miele?


Ci si può vergognare così tanto del proprio pg?
Per carità, complimenti vivissimi alla perfidia della player di Melia, ma è davvero deprimente vedere un ragazzo così talentuoso ridotto in quello stato, ma tanto la storia deve proseguire, quindi...
La ragazza aveva ben compreso quanto ormai il suo potere e il suo dono fossero una vera mano santa per riuscire in tutti i suoi piani, e malgrado Dylan Connor fosse un giovane più grande ed anche molto intelligente, nulla poté davanti alle capacità sovrumane della ragazza forgiata dall'esperienza e dalla tecnica magica della Setta dei 12.
Era anche normale però, che oltre a voler creare caos e possibile distruzione e disturbo nella scuola, ella covasse anche dei sentimenti molto infantili, come era giusto che fosse per la sua età, per questo la richiesta che seguì poco dopo di lei fu assolutamente in linea con quel genere di pensiero simbolo dell'età adolescenziale.

Sai... c'è una mia compagna di Casata più piccola... Elisabeth Walker... lei mi tratta sempre male, mi guarda come se fossi un mostro... mi fa tanto male che si comporti così...
Non puoi permettere che tratti così la tua donna, non ho ragione forse?
Dovresti vendicare il mio onore e la mia anima ferita...


Gli occhi del docente di Alchimia si assottigliarono così tanto mostrando odio e rabbia che possibilmente anche la stessa sua "padrona" si sarebbe potuta spaventare di una cosa simile, di un viso simile mostrato dal suo burattino innamorato.
Il pugno venne stretto con ira, carico di collera e repressione di sentimenti di vendetta pura, mentre era come se il pittore stesse acquistando una nuova consapevolezza più forte e più chiara, quasi come se l'effetto dell'ipnosi si fosse concluso di improvviso.
... MA QUANDO MAI?
Quello lì era soltanto talmente in******o con Elisabeth da volerla totalmente incenerire solamente per aver fatto per un solo istante comparire il broncio o la tristezza negli occhi del suo adorato angolo di paradiso.

Non temere, me ne occuperò io.

In quello stesso momento il pugno si strinse così tanto che le nocche fecero anche un rumore piuttosto udibile.
Per la prima volta il bicipite del giovane si gonfiava e il muscolo che si poteva denotare era tutto fuor che piccolo.
In effetti la realtà era che essendo sempre abbastanza solitario, spesso e volentieri oltre all'esercizio della fantasia Dylan praticava quello fisico, correndo, facendo qualche flessione o qualche addominale, spesso anche due o tre volte al giorno.
Per tal motivo pur mostrandosi tendenzialmente magro e longilineo senza particolari inflessioni muscolose, nel momento giusto sapeva invece palesare delle parti di se e della propria struttura totalmente sconosciute, anche a quelli dallo sguardo più attento.
La prese tra le braccia e le fece appoggiare la testa al proprio petto, entro il quale il suo cuore batteva come se fosse un tamburo accelerato.
Le mani carezzavano i capelli morbidi e setosi della fidanzata e nel frattempo l'altra mano andava a cercare quella di lei, che lui credeva addirittura essere caldissima, per stringerla e giocare con le dita intrecciate.

Ciò che provo per te è la cosa più vera che mi sento di credere esistente nella mia vita, Mel...
Ti proteggerò io da ogni malessere, da ogni problema, da chiunque osi tentare lontanamente di portarti sofferenza...
Ti amo, non scordarlo mai.


Oh poveri noi...
Vado a farmi un goccio di vodka.
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Messaggioda Melia » 29/12/2012, 12:48

Come potrei dimenticare ciò che viene espresso con tanta perfezione dalla tua bocca, amore...

Bastavano quelle parole per comprendere che l'ipnosi di Melia aveva fatto il suo poderoso dovere: Dylan, il giovane docente di Alchimia da ben più di un mese ormai nelle mani della Herbert, aveva appena confermato di ricordare alla perfezione gli ordini di lei, quelli che la Serpeverde gli aveva dato circa 40-43 giorni prima e che ancora funzionavano alla perfezione; meglio non tirare troppo la corda però, per questo la ragazza aveva deciso di "rinnovare" l'effetto ipnotico su di lui... e a giudicare dall'esplosione di potere che la Prefetta sentì levarsi da sé per avvolgere il professore, si poteva confermare che sì, decisamente era riuscita a rinnovarlo.
Per questo non perse molto tempo a spiegare a Dylan cosa dovesse fare, le bastava che Connor ricordasse le istruzioni dategli la prima volta e, semplicemente, le confermasse.

Non c'è nulla che potrebbe riuscirmi meglio, arcobaleno di tutti i miei sogni tempestosi...
Posso fare altro per rallegrare il tuo cuore di latte e miele?


Oh, sì che c'era altro che il giovane uomo poteva fare... e Melia non perse tempo, spiegandogli subito quale fosse il suo problema: una compagna di Casata, Elisabeth Walker, che sembrava in qualche modo fin troppo diffidente nei confronti della sua Prefetta; e la Herbert non apprezzava la possibile perspicacia della bambina, poteva diventare una fastidiosa spina nel fianco e lei non voleva problemi, non quando c'era ancora così tanto che poteva fare, non quando poteva ancora divertirsi alle spalle degli altri e mettere a soqquadro il Castello.
E la risposta di Dylan la lasciò sorpresa, sbigottita quasi, perché mai avrebbe immaginato di poter cogliere nel suo sguardo tanto odio e rabbia verso qualcuno.

Allora hai anche tu un lato oscuro...

Pensò la Prefetta di Serpeverde con un sorrisetto compiaciuto che le compariva sulle labbra, le stesse che poco dopo vennero umettate lentamente dalla lingua fredda della Herbert: considerava Connor come il suo giocattolino personale, teneva a lui e sì, ne era anche un po' gelosa... ma non avrebbe mai pensato di poter percepire in lui del nero, un nero che, se fomentato a dovere, avrebbe potuto avvolgere la sua anima con risultati sorprendenti.

Non temere, me ne occuperò io.

Mmh... - mugolò Melia, accarezzandogli il braccio muscoloso, cosa di cui tra l'altro non si era mai accorta - Lo sai che quando ti lasci avvolgere dall'odio mi ecciti ancora di più? Quando hai l'aria da cattivo sento il mio amore per te crescere...

Commentò la ragazza, sapendo bene che con quelle parole, scelte con estrema cura da parte di quella Serpe calcolatrice, avrebbe stuzzicato il cuore di Dylan e i sentimenti che provava per lei, spingendolo forse così a lasciarsi ulteriormente avvolgere dal Male per farsi così amare ancora di più da quella bellissima tentatrice che, ora, intrecciava le dita con quelle della mano di lui e si lasciava accarezzare i capelli con l'altra, quelle onde morbide che spargevano il suo inconfondibile profumo per tutto l'ufficio; gli occhi della giovane Prefetta erano fissi su quelli del docente, brillanti nel loro oro e così particolari, unici, mentre le labbra erano rosse, piene, invitanti ed aperte in un sorriso dolce, quello che riservava solo a lui.

Ciò che provo per te è la cosa più vera che mi sento di credere esistente nella mia vita, Mel...
Ti proteggerò io da ogni malessere, da ogni problema, da chiunque osi tentare lontanamente di portarti sofferenza...
Ti amo, non scordarlo mai.


So che ti prenderai sempre cura di me, che mi proteggerai ad ogni costo...
So che daresti la vita per me. Ed è ciò che più amo, ciò che mi rende felice.


E sapeva davvero di dire il vero, che Dylan sarebbe anche morto per lei.
Sorrise più ampiamente, affondando il naso nel suo collo per strofinare il primo contro il secondo in un gesto complice, dolce, infantile quasi.

Sei il mio amore.

Mormorò soddisfatta, un po' per ciò che era riuscita ad ordinargli tramite ipnosi ed un po' per il fatto che Dylan era davvero solo suo; si sentiva molto possessiva e gelosa nei suoi confronti, e sarebbe andata contro chiunque avesse cercato di portarlo via da lei.
Alzò lo sguardo sul volto del giovane uomo, posandogli un piccolo bacio sulle labbra con un sorriso.

Forse è meglio che torni in sala comune e ti lasci correggere i compiti...
... che ne dici?
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Messaggioda Dylan » 09/01/2013, 18:29

Mmh... Lo sai che quando ti lasci avvolgere dall'odio mi ecciti ancora di più?
Quando hai l'aria da cattivo sento il mio amore per te crescere...


Amarlo di più se si fosse dimostrato con un lato più cattivo.
Onestamente io non ci vedo per nulla qualcosa di positivo in questo, ma potrei mai fare i conti con il trasporto amoroso di Dylan?
Il ragazzo ascoltando quelle parole si inebriò del fatto di poter risultare ancor più affascinante e perfetto agli occhi della sua "fidanzata", suscitandole quindi anche quel lato più fisico e complessamente erotico che avrebbe potuto anche garantire una ulteriore vicinanza intima tra loro.
Insomma, il nostro giovane Connor non era mica fatto di marmo e acciaio, era un ragazzo con le normali pulsioni che si possono avere ad un'età come quella, per questo quando Melia fece intendere che magari con quella strada avrebbero potuto combinare di più e prima, il prefetto ebbe una sorta di balzo al cuore che lo riempì di estrema speranza ed eccitazione allo stesso tempo.
Bastava soltanto mostrarsi più duro, più fermo e più concreto nel modo di fare, già, ma ci sarebbe riuscito sul serio?
Quando c'era in gioco la signorina Herbert, Dylan era in grado a mio avviso di fare cose incredibili, anche per uno come lui.

So che ti prenderai sempre cura di me, che mi proteggerai ad ogni costo...
So che daresti la vita per me. Ed è ciò che più amo, ciò che mi rende felice.


Ed è la tua felicità il motivo per il quale vivo e sono certo di esser nato, Mel...
Ti dimostrerò che hai accanto un vero uomo, un ragazzo grande dentro che non ti farà mai mancare niente, te lo prometto!


Ella si avvicinò ulteriormente, strusciando il naso ghiacciato [bollente per lui] sul collo del fidanzato, più felice e soddisfatta che mai per quello che stava creando, quello che stava combinando ed alterando nell'equilibrio mentale, psicofisico di Dylan.
Lui, d'altra parte, non poteva certo immaginare tutto quello, e c'era solo da sperare che con il tempo davvero lei si sarebbe affezzionata abbastanza a lui da non considerarlo alla stregua di un animaletto da compagnia ma un compagno reale, sul quale fare affidamento, qualcuno in grado di farle sentire un calore differente da quello che poteva provare con il prefetto Corvonero, quel calore che ti scalda l'anima e che non ti fa sentire necessità di nient'altro, forse soltanto nel corpo, ma anche per quello si sarebbero potuti prendere provvedimenti, se si fossero avvicinati abbastanza gli attuali falsi fidanzati da percepire entrambi il vero senso di eccitazione folle e carnale.

Sei il mio amore.

Battito cardiaco più che accelerato, anzi, per farla breve quasi ormai impercettibile per quanto svelto.
Il cuore debole e assurdamente innamorato del nostro artista e protagonista di folli sventure stava quasi per cedere sotto i colpi delle frecce profumate d'amore di Melia Herbert, questo si poteva evincere dal fatto che ormai troppo spesso davanti a quelle affermazioni non faceva altro che sospirare per i primi secondi con un groppo in gola talmente pesante da fargli desiderare di piangere lacrime di sangue caldo e dolce direttamente dall'anima, così da poterglielo servire in un calice di diamanti ed oro bianco, come la pelle della Serpeverde.
La stretta intorno a lei aumentò leggermente, come a volerla tenere a se e non farla fuggire da nessun altra parte, come a non volere via d'uscita da quello studio e rimanere lì per sempre a combattere lo spazio ed il tempo.
Purtroppo però, ogni cosa ha il dovere di finire ed anche in quel caso, Chrono, fottuto e tiranno, si mosse affinché le lancette dell'orologio scorressero e mostrarono alla ragazza la necessità di allontanarsi per non destare strani sospetti.

Forse è meglio che torni in sala comune e ti lasci correggere i compiti...
... che ne dici?


Lo sguardo che ne susseguì fu straziato dalla malinconia e dalla tristezza.
Connor non avrebbe mai voluto lasciarla andare, ma comprendeva, capiva che per il loro bene, il bene della loro relazione eccitante e segreta, lei doveva fuggire nella propria area del castello e lui, beh, avrebbe dovuto continuare il suo operato come docente, non dimenticandosi mai l'alto onore della carica conferita con tanta magnanimità dalla Preside Madeline Bergman.
Un sospiro, poi, le braccia si sciolsero e le permisero di alzarsi dal divanetto per portarsi vicino alla porta, eventualmente.
Non era finita lì, non con le novità almeno, ma ogni cosa desiderava il proprio tempo, questo Dylan lo sapeva bene, e fino a quando per lui e per la sua mente soggiogata quella relazione permanesse nella verità, nella sincerità e nell'amore, andava tutto benissimo e nulla mancava per rendere tutto quanto ulteriormente perfetto.

Si, è decisamente meglio, non vogliamo certo che qualcuno sospetti, giusto?
Sto imparando a ragionare in... "Incognito"!
Allora ci vediamo domani o quando avremo tempo, sei stata eccellente anche in questo compito, come sempre voto pieno, ma come fai?
Comunque, passate le vacanze troveremo qualche ora importante da passare assieme, promettimelo... Ti dovrò dare il tuo regalo natalizio anche se con un poco di ritardo, il tuo primo regalo natalizio...
Mel... Ti amo, passa una buona notte, se ti sognerò stanotte abbastanza nitidamente, al mattino disegnerò ciò che ho immaginato e ti farò giungere la mia opera con una civetta bianca e candida come la tua anima... A presto... Signorina Herbert.


Decise di congedare così la ragazza, evidentemente con l'intento di sviare la fervida immaginazione di qualche studente che si fosse trovato a passare di lì una volta che la porta dell'ufficio fosse stata aperta.
Il regalo natalizio che Dylan aveva preso alla giovane collega peccaminosa era qualcosa di ben più di un regalo, qualcosa assolutamente folle, fuori dal comune e dalla semplice idea di piccola pensierino da innamorati: una casa.
Ebbene si, Connor al termine delle vacanze avrebbe mostrato una mansarda lussuosa in una delle migliori zone di Londra a Melia facendole presente, mettendole le chiavi in mano, che quella poteva considerarla la sua nuova abitazione per vivere da sola quando più lo desiderava.
Esattamente, non un tentativo di chiedere una convivenza ma un regalo spassionato, una casa interamente intestata a lei e pagata da lui portandosi via molto del patrimonio accumulato nel corso degli anni grazie ai contributi della famiglia e dei parenti anche più lontani.
Dylan non se ne pentì nemmeno per un solo secondo dopo averla comprata, pensando di fare la cosa più giusta e sperando davvero che lei potesse apprezzare quel gesto e non lo considerasse qualcosa di troppo grande ed eccessivo, ma in fondo, perché avrebbe dovuto, visto l'immenso ed eterno amore che li legava indissolubilmente?
Già, meglio non commentare.
Comunque, a prescindere da quel giorno lontano della consegna delle chiavi della nuova Mansarda Herbert, la mattina successiva all'incontro nell'ufficio, proprio come predetto dall'artista prima di lasciar andare Melia in sala comune, una civetta bianca consegnò alla giovane un foglio bianco arrotolato mentre ella se ne stava beata a studiare presso i giardini al pomeriggio, immersa tra i fiori.
Quel foglio conteneva appunto un disegno che ritraeva l'immagine della ragazza proprio come era stato sognato dalle fantasie più fervide del suo fidanzato, o forse quella era anche l'immagine di come egli non solo la sognava, ma pensava realmente di vederla ogni giorno.
A carboncino e matita, con egregia capacità ed eleganza nel tratto, Melia Herbert era raffigurata come invece mai a lui o forse a tutto il mondo si era mostrata fino ad allora...

Immagine


... Sorridente e spontaneamente allegra.

[ GIOCATA CONCLUSA ]
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Messaggioda Martha » 20/01/2014, 22:12

[Fine Maggio 2107 - Il giorno dopo l'incontro con Jorge Alvares- Ore 8:30]


Quella non era una visita di piacere.
La donna camminava dritta e inflessibile lungo il corridoio del Sesto Piano, in direzione dell'ufficio di Alchimia. Accanto a sè, Jorge Alvares, lo studente del quinto anno di Delfinazzurro che a breve sarebbe stato sottoposto al giudizio suo e e del professor Connor. Martha di tanto in tanto lasciava che il proprio sguardo lo sfiorasse, per comprendere i reali stati d'animo del ragazzo [Intuito(P): 32]. A dire la verità, non aveva neanche bisogno di impegnarsi per capire che la situazione in cui versava l'adolescente era da stretta alle viscere e attacco di panico. Lei stessa, nei suoi panni, avrebbe accusato un malessere di fondo; c'era anche da dire però che la docente non avrebbe mai infranto le regole della scuola, cosa che invece il Delfino aveva fatto ben più di una volta. Per questo, nonostante si sentisse vicina al ragazzo, non si fece sfuggire neanche una parola di consolazione, nè di incoraggiamento. Temeva che, così facendo, avrebbe potuto illudere Jorge riempiendolo di false buone speranze. E se Melia fosse stata scagionata, lei non avrebbe potuto fare niente per aiutarlo.

Siamo arrivati.

Furono le uniche due parole che aveva pronunciato in tutto quel tempo, insieme al consueto Buongiorno che aveva rivolto ad Alvares una volta incontrato in Sala Grande. Con la mano tesa, bussò alla porta dell'ufficio di Alchimia dove -era sicura- Dylan e Melia li stavano già aspettando all'interno.

E' permesso collega?

Immagine


Chiese dunque, poggiando appena la testa sul legno per ascoltare meglio e aspettando la conferma dell'uomo. Martha indossava un completo molto sobrio: camicia bianca con ricami sul colletto infilata dentro pantaloni neri e lunghi, che concludevano con un paio di stivali -tacco 12- neri anche essi; i capelli invece erano tirati indietro e tenuti insieme da una coda stretta. Il look era completato infine da un paio di anelli -oltre a quello Acuan- di color verde acqua.

Buongiorno, professor Connor.
Signorina Herbert...


Salutò una volta entrata, aspettando che anche il ragazzo fosse all'interno prima di chiudersi la porta alle spalle. La donna rimase in piedi accanto al Delfino, posandogli una mano sulla spalla sia come segno di incoraggiamento, sia per fargli comprendere che non avrebbe dovuto lasciarsi andare alla paura: mantenere la calma era un pregio e una qualità non solo nella sua materia ma in generale nella vita di tutti i giorni. E Martha Bennet ne era l'esempio vivente, anche in quel momento.

Sono veramente dispiaciuta di averla disturbata collega, ma è sorta una questione alquanto incresciosa che coinvolge il qui presente Alvares e la sua assistente, la signorina Herbert.

Esordì, osservando attentamente la reazione di Melia in attesa che l'uomo le desse il permesso di continuare a parlare. Per il momento, era meglio che Alvares stesse in silenzio, sia perchè voleva essere lei a informare il docente di Alchimia di tutta la faccenda, sia perchè voleva dare tempo al Delfino di recuperare le proprie idee e la calma, prima di parlare di fronte all'alchimista e alla prefetta verde-argento.
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Messaggioda Melia » 20/01/2014, 23:23

[Fine Maggio - Giovedì - ore 8.22]


..... lo so che sei arrabbiato.
Ho sbagliato, ho fatto una stronzata, e mi dispiace.
Mi dispiace, mi dispiace e mi dispiace, sul serio, ci sto malissimo.
Non avrei dovuto nasconderti la cosa, avrei dovuto dirti che volevo a tutti i costi aiutare Jorge... sono stata una cretina totale, un'imbecille cosmica, e non mi merito il tuo perdono.
Però... ti amo, Dylan, e mi dispiace.
Tanto tanto tanto.


Era la prima volta che Melia Herbert parlava in quel modo, un evento assolutamente raro soprattutto se si considerava che il suo interlocutore era il docente di Alchimia, nonché suo fidanzato, Dylan Connor: sapeva che lui l'avrebbe perdonata alla fine, perché l'amava e non aveva altra scelta, perché mai avrebbe potuto allontanarsi da lei, e perché probabilmente sapeva bene quanto la greca fosse sincera in quel momento, con quelle scuse... ma questo non le impediva di sentirsi realmente uno schifo per ciò che aveva fatto, e di temere la possibilità che il giovane uomo non la perdonasse tanto velocemente.

... mi aiuterai comunque?

Sì, glielo stava chiedendo davvero, a riprova che l'idea di quanto fosse arrabbiato con lei la spaventava a tal punto da farle temere che si sarebbe persino rifiutato di tirarla fuori dai guai: non mancava più molto al diploma, ormai, e la Serpeverde non aveva alcuna intenzione di vedersi macchiato il curriculum scolastico perché Jorge non era stato in grado di tenere chiusa la sua boccaccia; ovviamente al Delfino aveva detto di non preoccuparsi, l'aveva tranquillizzato senza alcun problema con la sua solita voce dolce e carezzevole, ma dentro avrebbe voluto strozzarlo per essere stato così stupido ed ingenuo.

Anche se forse la colpa è stata mia, avrei dovuto ipnotizzarlo per spingerlo a non raccontare niente a nessuno!

Si disse Melia con fare stizzito, attendendo però ansiosa la risposta di Dylan: solo quando il docente non l'avesse tranquillizzata che sì, l'avrebbe aiutata comunque e non avrebbe permesso che si mettesse nei guai, la Serpe si sarebbe rilassata un po', tentando anche di stringere la mano del fidanzato senza però azzardarsi ad andare oltre - a meno che non fosse stato lui a volerlo.
Di lì a poco, comunque, la voce della professoressa di Pozioni si fece sentire fuori dalla porta, e Melia assunse un contegno da studentessa modello - con la divisa perfettamente indossata e la spilla da Prefetto in bella vista - mentre Martha e il Delfino pasticcione entravano nell'ufficio di Connor.

Buongiorno, professor Connor.
Signorina Herbert...


Professoressa Bennet, buongiorno.
Ciao, Jorge.


Immagine


Salutò la docente con fare assolutamente rispettoso e lo studente più piccolo con un sorriso sereno, di chi non ha nulla da nascondere né da temere, proprio per tranquillizzarlo anche con gli occhi - che in realtà sapevano essere un po' inquietanti visto il taglio verticale ed il colore così particolare.
Solo Dylan, che la conosceva bene, avrebbe potuto leggere di più in quello sguardo, una furbizia che stava ad indicare quanto fosse davvero tranquilla ma non, come voleva dare a vedere, perché non avesse fatto niente, quanto più per la consapevolezza che avrebbe messo a posto la situazione in un battibaleno.
A modo suo, ovviamente.

Sono veramente dispiaciuta di averla disturbata collega, ma è sorta una questione alquanto incresciosa che coinvolge il qui presente Alvares e la sua assistente, la signorina Herbert.

Non emise un suono né irrigidì in alcun modo il corpo, rimanendo semplicemente ferma e serena come quando i due erano entrati nell'ufficio di Dylan; se poteva affrontare il Tredicesimo elemento della Setta e rimanere calma, di sicuro avrebbe potuto affrontare una professoressa di Hogwarts troppo puntigliosa.
E chissà, magari farlo sarebbe stato anche divertente.
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Messaggioda Jorge » 20/01/2014, 23:53

[Fine Maggio - Giovedì - ore 08:30]


Subito dopo aver lasciato l’aula di Pozioni, il pomeriggio precedente, Jorge aveva deglutito a vuoto un paio di volte il panico misto a conati di vomito che gli stavano risalendo lungo l’esofago e aveva praticamente rivoltato Hogwarts alla ricerca della sua Ninfa. La consapevolezza di non aver fatto nulla di sbagliato, di non aver infranto alcuna regola, invece di tranquillizzarlo, acuiva l’ansia che provava, rendendogli impossibile di gestire da solo quella situazione assurda che si era venuta a creare e spingendolo a cercare conforto in qualcuno capace di rimettere il suo mondo sul giusto asse e donargli la serenità d’animo che gli serviva per affrontare in maniera semilucida almeno la nottata. Alla fine era riuscito nel suo intento e aveva intercettato Melia prima che entrasse in Sala Grande e con un enorme sforzo di concentrazione era riuscito a raccontarle nei minimi dettagli – era sempre molto prolisso quando era agitato – quello che era accaduto con la Bennet alcune ore prima. Si era dimostrato, senza alcun imbarazzo, dispiaciuto, disperato, sconvolto e spaventato, in una parola sincero e aperto come lo era sempre con lei e la sua Ninfa lo aveva ripagato pronunciando con quella voce melodiosa simile a mille campanellini esattamente le parole di cui aveva bisogno, accompagnando il tutto con un occhiolino rassicurante e delizioso che aveva sciolto gran parte delle sue paure. Era quindi riuscito a passare indenne a quella nottata ma con il sorgere del sole la patina di sicurezza che si era costruito aveva iniziato ad evanescere ed era stata con voce gracchiante e incerta che aveva risposto al Buongiorno che la Bennet gli aveva rivolto. Percorrendo il corridoio che li avrebbe condotti nell’ufficio del docente di Alchimia, Jorge si sentiva come un condannato a morte babbano che andava al patibolo e camminava probabilmente anche come uno di loro, testa bassa incassata nelle spalle e schiena leggermente piegata in avanti come se stesse sostenendo il peso di tutti i peccati del mondo. Solo le sue mani, libere da manette reali, erano infilate a fondo nelle tasche dei pantaloni della divisa, un gesto di speranza il suo perché avrebbe significato che dopo quell’incontro sarebbe potuto andare a lezione come ogni giorno.

Non possono espellermi, non possono espellermi…

Si ripeteva come un mantra, il cuore che batteva così forte da sentirlo in gola, una gola stretta in una morsa di panico che faceva fatica a tenere sottocontrollo a causa dei volti di sua madre e della sua sorellina che lo guardavano con un misto di rabbia e delusione.

Siamo arrivati.

Annuì con un gesto del capo perché non si fidava della sua voce, muovendosi lentamente in modo da sistemarsi dietro la docente perchè temeva che se si fosse mosso troppo bruscamente avrebbe finito per rimettere quelle poche gocce di latte che aveva buttato giù poco prima.

E' permesso collega?

I secondi di silenzio che seguirono il lieve bussare alla porta furono una lunga agonia in cui il Delfino sperò ardentemente – e vigliaccamente - che non ci fosse nessuno ad attenderli dall’altra parte. Speranza che ovviamente si dimostrò vana non appena vennero invitati a entrare.

Buongiorno, professor Connor.
Signorina Herbert...


Professor Connor, Prefetta Herbet… Buongiorno

Fece eco a Martha in maniera educata e sommessa, il tono di voce privo delle solite note gioviali e divertite, quasi spento, lo sguardo che vagava come un animale terrorizzato per la stanza in cerca di una via di fuga, spaventato dalla possibilità che la verità non sarebbe venuta a galla a salvarlo ma lo avrebbe trascinato sul fondo insieme a lei. A salvarlo dalla spaventosa deriva che i suoi pensieri stavano prendendo fu sorprendentemente il peso della mano della Bennet sulla sua spalla, una sorta di punto fermo in quella tempesta che stava travolgendo la sua vita e che sapeva stranamente di incoraggiamento e non di costrizione. Si rilassò appena sotto quel tocco, le spalle che si alzavano per incamerare un’enorme boccata d’aria, come se stesse per immergersi nel Lago Nero, e si abbassavano lentamente per cercare di espirare l’ansia e la paura.

Professoressa Bennet, buongiorno.
Ciao, Jorge.


Fu però la voce di Melia e il suo sorriso a convincerlo a prendere il coraggio – poco – a due mani e affrontare la conversazione a testa alta e quanto finalmente riuscì a incrociare lo sguardo della Serpe – per lui semplicemente bellissimo e unico esattamente com’era lei - la tensione dal suo corpo si dissipò del tutto e gli angoli della sua bocca si inarcarono in un abbozzo di sorriso di scuse e di ringraziamento.

Sono veramente dispiaciuta di averla disturbata collega, ma è sorta una questione alquanto incresciosa che coinvolge il qui presente Alvares e la sua assistente, la signorina Herbert.

Nonostante la calma ritrovata le parole della docente di Pozioni non lo lasciarono del tutto indifferente e fu uno sguardo colmo di senso di colpa e di dispiacere quello che rivolse a Dylan per averlo messo involontariamente in una situazione poco piacevole con una collega.
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Messaggioda Dylan » 22/01/2014, 22:04

Fine Maggio / Giovedì / ore 8.22


..... lo so che sei arrabbiato.
Ho sbagliato, ho fatto una stronzata, e mi dispiace.
Mi dispiace, mi dispiace e mi dispiace, sul serio, ci sto malissimo.
Non avrei dovuto nasconderti la cosa, avrei dovuto dirti che volevo a tutti i costi aiutare Jorge... sono stata una cretina totale, un'imbecille cosmica, e non mi merito il tuo perdono.
Però... ti amo, Dylan, e mi dispiace.
Tanto tanto tanto.


Immagine


Era la prima volta che Melia Herbert parlava in quel modo ed era la prima volta che Dylan Connor si trovava a sentirsi così deluso.
Forse per un momento, essendo loro fidanzati, la ragazza aveva perso di vista la sua importanza e rilievo come docente di Hogwarts, aiutando clandestinamente un compagno a realizzare un composto alchemico per chissà quali scopi misteriosi.
Più che altro, l'amarezza del ragazzo stava nel fatto che si aspettava che in casi simili lei gliene parlasse, senza nascondere niente, considerando in più il fatto che il professore aveva detto da subito "no" alla possibilità di aiutare ulteriormente Alvares oltre le lezioni private concessegli.
Ascoltava quelle scuse e quelle suppliche di perdono seduto sul divano del suo ufficio, fissando un punto vuoto e vestito a regola d'arte come sempre avveniva quando girava per il castello durante l'orario di lavoro.
Non era molto attento, a dir la verità, e non perché non gli importasse nulla di quelle parole ma perché in testa teneva un tarlo ancora più grosso: la media scolastica della Herbert e il suo rendimento scolastico a seguito della faccenda venuta a galla.
Esatto, in realtà Dylan si era soffermato davvero poco sul proprio stato d'animo mettendo al primo posto la soluzione per evitare che si diffondesse quella voce e di conseguenza il fascicolo degli studi di Melia fosse compromesso nella sua quasi perfezione.
Per fortuna Martha Bennet, professoressa di Pozioni, non si era ancora rivolta a nessun'altra autorità più grande, questo forniva la possibilità per la coppia di sistemare la questione con un bel lavaggio del cervello globale, quindi non rimaneva che aspettare che giungessero la collega e l'incriminato per portare a termine il lavoro e riprendere placidamente le loro vite in incognito.

... mi aiuterai comunque?

Bussò improvvisamente la porta proprio mentre Melia poneva quella domanda con aria preoccupata.
Dylan le lanciò uno sguardo abbastanza serio e glaciale, espirando furiosamente e spostandosi da quella posa plastica per mettersi in piedi.
La voce ovattata della Bennet si sentì oltre la superficie spessa di legno della porta di ingresso.
Prima di confermare la loro presenza all'interno e dunque anche il permesso per aprire ed entrare, il professor Connor annuì lentamente nei confronti della Herbert, così da farle cadere ogni dubbio per lo meno sul fatto che l'avrebbe aiutata a togliersi da quel guaio stupido e inutile.

E' permesso collega?

Prego, si accomodi professoressa Bennet, la stavamo aspettando.
Buongiorno e buongiorno anche a lei, Alvares.


Buongiorno, professor Connor.
Signorina Herbert...


Professoressa Bennet, buongiorno.
Ciao, Jorge.


Professor Connor, Prefetta Herbert… Buongiorno!

Sono veramente dispiaciuta di averla disturbata collega, ma è sorta una questione alquanto incresciosa che coinvolge il qui presente Alvares e la sua assistente, la signorina Herbert.

Capisco.
Nessun disturbo, è meglio risolverla questa questione, in modo da poter tornare ognuno ai propri doveri quanto prima, dico bene?
Allora... Signorina Herbert... Perché non espone dal suo punto di vista la faccenda guardando rispettosamente negli occhi la docente di Pozioni?
Alvares, ovviamente sei invitato anche tu a porre attenzione alle parole della mia Assistente e qualora ascoltassi qualche parte della versione che non ti torna, al termine dell'esposizione sarai libero di fornire le tuo obiezioni.
E' d'accordo, collega?


Veloce e sbrigativo, ecco i due aggettivi che regnavano nel comportamento attuale dell'alchimista e Aberrazione della Setta dei 12.
Le sue parole potevano essere intese molto facilmente dalla ragazza, la quale possedendo il nuovo regalino fatto da Marcus Azhad e compagnia era perfettamente in grado di gestire due ipnosi nello stesso momento, tranquilla del fatto che qualora non fosse riuscita nell'intento, a mali estremi Dylan Connor si sarebbe preso cura di tramortire le due prede passando ad una soluzione un po' più estrema ma efficace.
Dunque non rimaneva che aspettare il buon esito delle capacità della compagna, preparandosi poi ad usare la bacchetta per effettuare un bella manovra di cancellazione e rimodellazione della memoria... E magari chissà, anche qualche scherzetto improvvisato sul momento.
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Messaggioda Melia » 23/01/2014, 14:11

Ancora aspettava che Dylan parlasse, ancora aspettava di ricevere una rassicurazione sul fatto che non l'avrebbe lasciata nei guai, ma che al contrario l'avrebbe aiutata ad uscire da quel casino nel quale, tra l'altro, si era messa da sola, confidando sul fatto che Jorge non sarebbe stato così stupido da andare a pavoneggiarsi con Martha sulla propria impresa; il Delfino invece, forse per impressionare una docente più importante di lui per la materia che insegnava, aveva parlato troppo, ed era quello il motivo per cui non solo Melia rischiava di trovarsi una bella nota disciplinare su un curriculum scolastico immacolato, ma soprattutto di non risolvere la situazione col fidanzato che, al momento, appariva ancora molto serio ed arrabbiato.
Certo, aveva al dito - anulare della mano destra - l'anello che le aveva regalato la Setta, un gioiello non solo bellissimo, ma nella cui montatura era incastonata una pietra che amplificava non poco i suoi poteri, rendendole molto più facile la possibilità d'ipnotizzare anche più persone alla volta... ma cosa se ne faceva se poi Dylan non obliviava Martha, o comunque non le reggeva il gioco?
E che senso aveva preoccuparsi di quelle cose, del curriculum, delle punizioni, se poi non poteva tornare felice e contenta tra le braccia dell'uomo che amava?
Per il momento, tuttavia, non poteva pretendere nulla, al massimo sperare, appunto, che Dylan fosse sempre e comunque dalla sua parte, ed abbastanza innamorato di lei da decidere di aiutarla nonostante quello che aveva combinato: era arrabbiato, non ci voleva un genio per capirlo mentre si alzava dalla poltrona e si metteva in piedi. Eppure annuì silenzioso in direzione della Prefetta, confermando che sì, l'avrebbe aiutata nonostante tutto.
Espirò lentamente, la Herbert, sollevata per quella conferma: al resto avrebbe pensato dopo, si sarebbe fatta perdonare da lui in qualsiasi modo, adesso doveva solo concentrarsi su come togliersi il problema alla svelta.
Lasciò che il docente di Alchimia facesse entrare la collega di Pozioni ed il Delfino nel proprio ufficio, e dopo i saluti di rito fu proprio Dylan a farle capire come comportarsi.

Capisco.
Nessun disturbo, è meglio risolverla questa questione, in modo da poter tornare ognuno ai propri doveri quanto prima, dico bene?
Allora... Signorina Herbert... Perché non espone dal suo punto di vista la faccenda guardando rispettosamente negli occhi la docente di Pozioni?
Alvares, ovviamente sei invitato anche tu a porre attenzione alle parole della mia Assistente e qualora ascoltassi qualche parte della versione che non ti torna, al termine dell'esposizione sarai libero di fornire le tuo obiezioni.
E' d'accordo, collega?


Melia attese solo un cenno da parte della Bennet, segno che era d'accordo sull' "ascoltare" la versione della greca, prima di fare un passo avanti, sempre tranquilla come quando i due erano entrati: sentiva che l'anello stava già reagendo al suo potere, come se avesse capito che aveva bisogno di lui per compiere ciò che doveva.
Prese un bel respiro, quasi si stesse davvero preparando a raccontare la vicenda, mentre in realtà canalizzava il proprio potere ipnotico negli occhi, sentendolo molto più forte dell'ultima volta che l'aveva usato - ed in effetti era passato parecchio tempo: lo scagliò contro le sue vittime, proiettandolo oltre a sé per abbracciare sia Martha che Jorge, per renderli inermi e pronti a fare tutto ciò che voleva. Le pupille verticali e sottili si allargarono lentamente, diventando due belle sfere rotonde e nere che coprirono quasi interamente l'iride, e quando la ragazza iniziò a parlare, la voce apparì quasi surreale, come un eco che si andava ad insinuare nella psiche della donna e del Delfino per piegarla al volere dell'Aberrazione.

Avrei bisogno che lei, professoressa, e tu, Jorge, rimaniate fermi, immobili e silenziosi come statue - iniziò a dire, beandosi della possibilità, grazie all'Oracolo Ipnotico, di poter gestire più ipnosi alla volta senza doversi preoccupare di correre da una parte all'altra per incastrare tutto alla perfezione - che mi ascoltiate molto attentamente e che non muoviate un muscolo, qualsiasi cosa succeda. Potete farlo? - domanda del tutto inutile, quella della Serpeverde, e lei lo sapeva bene... per questo era divertente porla.

Perfetto. Ora, quello che voglio da voi è che... dimentichiate questa brutta situazione. Tu, Jorge, da questo momento in poi ti ricorderai di essere andato, ieri, nell'aula della docente di Pozioni e di aver avuto con lei una conversazione interessante ed utile sulle applicazioni della Polisucco e sulla possibilità che una sua variante potesse trasformare una persona in un animale, sulla difficoltà o meno riguardante la preparazione a livello teorico della Linfa di Callisto, sul perché la Polisucco non possa essere usata per trasfigurare un uomo in un animale, sul tuo futuro incerto, sull'indecisione e la paura di sbagliare e prendere una strada che non è la tua e sul perché ti piacciano tanto Alchimia e Pozioni... - e meno male che il Delfino le aveva raccontato dettagliatamente tutta la conversazione avuta con la Bennet il giorno prima, altrimenti lei non sarebbe mai potuta essere così precisa - Ma ricorderai altresì di non aver fatto alcun cenno alla docente di Pozioni di una tua preparazione della Linfa di Callisto con la sottoscritta, perché dopo avermi chiesto aiuto per farlo, ti è stato risposto da me che non era possibile: tutto ciò che ricorderai in relazione a questo composto alchemico, dunque, è di averlo studiato in classe come tutti gli altri studenti sotto la supervisione del professor Connor, ed è questo ciò che avrai detto a riguardo alla docente di Pozioni nella sua aula.

Precisa, dettagliata, così doveva essere Melia nella sua ipnosi, gli occhi che passavano da Jorge a Martha: non aveva altro da ordinare al Delfino, a parte le disposizioni finali che sarebbero arrivate di lì a poco; avrebbe lasciato che Dylan si occupasse di lui, obliviando il suo ricordo della preparazione della Linfa con l'aiuto della Prefetta in separata sede. In questo modo, anche nel caso in cui qualcosa fosse - per chissà quale imprecisato motivo - andato storto con l'ipnosi, egli non avrebbe comunque potuto parlare di quanto successo, di aver preparato la Linfa con Melia senza la presenza di Connor, perché il ricordo gli sarebbe stato del tutto omesso dalla memoria.

In quanto a lei, professoressa Bennet, voglio che ricordi di aver ricevuto Jorge nella sua aula, ieri, di aver ascoltato tutte le sue domande e di aver dato risposte esaurienti, cercando anche di aiutarlo a comprendere quale fosse la strada che doveva percorrere... ma decidendo al momento di non avere alcuna intenzione di prenderlo come Assistente per la sua cattedra - iniziò a dire: quella sarebbe stata la punizione per il Delfino per averla messa nei casini, visto che la Herbert sapeva quanto Jorge desiderasse diventare Assistente di Martha; ciò probabilmente sarebbe accaduta comunque, ma con un po' di ritardo, e tanto le bastava - Voglio anche, però, che non ricordi di aver sentito pronunciare da lui alcun riferimento relativo alla preparazione della Linfa di Callisto con la sottoscritta in separata sede, e che tutto ciò che avrà detto Jorge riferito a questo composto sarà stato soltanto l'averlo studiato in classe sotto supervisione del professor Connor come qualsiasi altro studente del suo corso.

Prese fiato, Melia, occhieggiando Dylan che nel frattempo avrebbe dovuto aver finito con l'Oblivio, chiedendogli quasi se desiderava che accadesse altro, più alla docente che al Delfino, prima di dare le ultime disposizioni e congedare entrambi: in fondo, almeno un po' di divertimento glielo doveva.

[Uso Potere "Ipnosi": Concentrazione => 23 + Bonus Potere Prolungato => 2 + Bonus Oracolo Ipnotico => 1 + Tiro d20 => 16 = 42]
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