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Messaggioda Estelle » 01/02/2012, 21:53

Ufficio della professoressa Moreau

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Una camera ampia, luminosa, costituita da due ampie vetrate ai lati, da cui è possibile ammirare l'intero giardino di Hogwarts.
Il pavimento è interamente ricoperto in parquè, donando alla camera una certa lussuosità.
Non ci sono parti nascoste. L'intera camera è ben visibile dall'entrata.
La grande libreria a due piani attira subito l'attenzione. Insolita e grande abbastanza per poter contenere ogni tipo di genere letterario.
E' considerata, quasi, la seconda Biblioteca della scuola.
La scelta di una libreria simile è stata della stessa Estelle, Corvonero ormai da tempo, amante della lettura, solita frequentare la libreria più famosa di Londra, presente in Charing Cross.
Un pianoforte occupa la parte anteriore della camera, proprio di fronte ad un divanetto nero, adibito all'accoglienza di studenti e colleghi.
La scrivania è posta al centro della stanza, sempre occupata da cataste di compiti da correggere e libri da leggere nel tempo libero
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Messaggioda Irvyne » 24/06/2012, 22:40

{ UFFICIO DELLA DOCENTE MOREAU - ORE 19:00 }

L'aveva vista proprio insieme agli altri tre sfortunati professori.
Estelle Moreau, insegnante di Babbanologia era stata ferita dalla spaventosa creatura residente nella Foresta ora in fiamme esattamente come anche la Vice Preside, il docente di Volo e la collega CapoScuola di Grifondoro Samyliak.
Rinvenuta e ripresasi abbastanza dall'incidente, la donna aveva preso direttamente qualche giorno di tempo per se, per partire e abbandonare la routine scolastica, forse stressata o molto nervosa in generale, così Irvyne, pur volendo sapere come stesse e volendosi informare della sua salute, prima di allora non aveva potuto farle visita adeguatamente.
Saputo qualche ora prima che Estelle aveva fatto nuovamente ritorno ad Hogwarts, Trigger senza farselo ripetere aveva scelto di andarla a trovare nel suo ufficio proprio per chiederle come stava, come andavano le cose, insomma, per informarsi della salute da bravo e premuroso collega che non doveva essere solo un conoscente ma possibilmente anche un amico sul quale contare.

Mi auguro apprezzi il pensiero, non vorrei risultare invadente...

Giunto presso la porta dell'ufficio della signorina Moreau, Irvyne si sistemò la giacca a vento blu notte che copriva una normalissima maglietta bianca attillata.
Pantaloni di jeans classici di un colore nero intenso ed una cinta di cuoio bianco in abbinato con la maglietta.
Nella mano sinistra un bouquet di gigli di prato rosati, simbolo di guarigione, bellezza e sostegno.
Solo un istante, un respiro profondo e dopo la nocca destra a bussare sulla superficie di legno levigato magistralmente ornato da una maniglia d'argento chiaro di stampo chiaramente antico.

Miss Moreau.
Sono Irvyne Trigger, collega di Astronomia, chiedo scusa, è permesso?


Qualora la donna avesse deciso di concedere al ragazzo di entrare nel proprio ufficio, allora con delicatezza e calma il giovane Astronomo avrebbe aperto la porta mostrandosi a lei con un sorriso tranquillo e degli occhi profondi e sinceri, chiudendola dietro di se e mostrando subito a avanti il mazzo di fiori permettendole prima di avvicinarsi ed eseguire solo in seguito un adeguato baciamano.

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Per lei.
Sinceramente felice di rivederla così presto.
La trovo magnificamente, ero passato per vedere come stava al seguito del brutto incidente, visto che prima non ne ho avuto l'opportunità.
La disturbo forse, stava facendo altro?


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Messaggioda Estelle » 25/06/2012, 13:57

L'orologio segnava le sette.
Lei ancora rinchiusa nel suo ufficio. Aveva deciso, per quel pomeriggio, di dedicarsi alla correzione dei compiti, e magari avrebbe voluto anche dare una rapida ripulita al suo ufficio. La scrivania pullulava di fogli e fogliettini, le poche piante presenti nella stanza avevano bisogno di una abbondante innaffiata, e il suo pianoforte era ricoperto da un leggero strato di polvere.
Lavori che si era lasciata per ultimi, che si era ripromessa di fare non appena tornata dalla Francia, e poi aveva sempre rimandato. Un po' ancora per le ferite non del tutto rimarginate - la sua, ovviamente, era una scusa -, un po' anche perchè aveva da badare ad altro. Al suo ritorno, credeva di potersi liberare ancor di più la mente, ma Hogwarts le aveva portato ulteriore lavoro, di cui gran parte era stato già sbrigato.

Questa dovrebbe essere l'ultima.. uhm..

Mormorò tra sè, lanciando un'occhiata di disprezzo all'unica pila di compiti rimasta sulla scrivania, ritornata d'un tratto vuota. Riusciva finalmente a scorgere tutti gli attrezzi che vi aveva depositato. Un sorriso affiorò sul suo volto.
Improvvisamente si mise in piedi. Decise che era decisamente troppo tardi per continuare a correggere compiti, lavoro che avrebbe svolto volentieri il giorno seguente, non avendo lezione, e quindi avendo del tempo libero.
Fortunatamente, quando aveva allestito il suo ufficio, ci aveva inserito anche un divanetto, che considerava veramente molto comodo, soprattutto in certe serate come quelle. Ne aveva proprio bisogno. Quella mattina si era alzata molto presto. Qualche strano rumore dalla camera a fianco l'aveva fatta svegliare. Simon, il suo compagno di stanza, era tornato da qualche giorno. I due non si erano ancora incontrati, ma sapeva che prima o poi ne avrebbero avuto l'opportunità, anche perchè se il ragazzo continuava a svegliarla all'alba ogni mattina, prima o poi Estelle gli avrebbe fatto un discorso coi fiacchi.
E così si avvicinò al divanetto e vi si gettò sopra, i boccoli biondi dondolanti per il movimento brusco appena compiuto.

Credo di meritarmi un po' di relax, ora..

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Si girava e rigirava nel divanetto, dondolando - quando poteva - i piedi, primo uno, poi l'altro, le labbra che si curvavano man mano verso l'alto. Sorrideva da sola, era contenta di riuscire a farlo ad una settimana dall'incidente. Non aveva più nulla a cui pensare e poteva dormire sogni tranquilli, finalmente.
Nessun tipo di preoccupazione la tormentava, solo la voglia di guarire al più presto e dare il meglio di sè in tutto ciò che le restava da svolgere.
Si guardò attorno. Il suo ufficio era esattamente come lo aveva sempre immaginato. E c'era proprio tutto ciò di cui aveva bisogno. Anche il suo pianoforte, il suo strumento preferito, così da poter dare anche a sua sorella minore l'opportunità di suonare quando ne aveva bisogno, senza dover essere in auditorium.

Uno strano ticchettio la distrasse. Qualcuno doveva aver bussato alla porta.

Miss Moreau.
Sono Irvyne Trigger, collega di Astronomia, chiedo scusa, è permesso?


Irvyne Trigger, collega di Astronomia. Ci pensò su un attimo, cercando di identificare il nome con un volto familiare. Dovevano essersi conosciuti tempo prima, quando tutti i professori si erano riuniti per smistarsi nella varie stanze, ma probabilmente non avevano mai avuto modo di conversare sul serio.

Entri pure. La porta è aperta.

Rispose lei, tono di voce cordiale, mettendosi in piedi, e cercando di sistemarsi alla meglio il vestito, poco sgualcito dalla posizione che aveva mantenuto sul divanetto. La porta si stava aprendo, intanto. Estelle rimase ferma al centro della stanza in attesa che il collega entrasse definitivamente dentro la stanza e richiudesse la porta dietro di sè.
Abbozzò un passo avanti. Il collega sorrideva. Estelle curvò le labbra verso l'alto, a sua volta, in modo così spontaneo. Prima che potesse raggiungerla, si lasciò andare ad una rapida osservazione: indossava una giacca a vento scura, su una maglietta bianca. Un jeans altrettanto scuro, faceva da contorno perfetto al fisico dell'uomo.
Un abbigliamento abbastanza casual, che nell'intero gli donava parecchio e riusciva a renderlo un uomo abbastanza attraente.

Per lei.
Sinceramente felice di rivederla così presto.
La trovo magnificamente, ero passato per vedere come stava al seguito del brutto incidente, visto che prima non ne ho avuto l'opportunità.
La disturbo forse, stava facendo altro?


Un gesto premuroso da parte sua, accertarsi che stesse bene dopo l'incidente avvenuto nella Foresta Proibita. In Infermieria non aveva notato nessuno che si preoccupasse per lei. Non ci aveva badato, più che altro. Sapeva che di conoscenze ne aveva ben poche e, soprattutto, le uniche persone che aveva a cuore erano proprio quelle con cui aveva avuto a che fare durante l'incendio.
Sorrise, avvicinandosi ancora al collega, questa volta anche incuriosita dal mazzo di fiori che le stava porgendo. Non ebbe il tempo di fare nient'altro. Irvyne le prese la mano e sul dorso vi lasciò un leggero bacio.
Estelle sorrideva ancora, questa volta anche un po' imbarazzata, le gote rosse, sperava che non si notassero più di tanto.

Sono bellissimi. La ringrazio davvero tanto.

Ancora sorridente, prese dalle mani del collega il mazzo di fiori - gigli rosa, per l'appunto - non badando se e come le loro mani si fossero sfiorate - era un particolare non importante. Lo portò istintivamente al volto. Emanavano un profumo delizioso; Estelle ne rimase affascinata.

Non si preoccupi. Resti pure.. stavo giusto prendendomi una pausa.
E poi.. un po' di compagnia non nuoce mai.


Aggiunse lei, portando il braccio destro a mezz'aria, indicando così al collega il divanetto posto al centro della stanza, mentre lei prendeva direzione diversa. Prendeva un vaso di vetro vuoto e lo riempiva d'acqua - dalla fontana del bagno che aveva nell'ufficio - posizionandolo così sul tavolino proprio dinanzi al divanetto, dopo avervi inserito il mazzo di fiori.

Posso offrirle qualcosa?

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Messaggioda Irvyne » 27/06/2012, 1:06

Per sua immensa fortuna non solo la collega era presenta ma inoltre era anche disposta ad accettare di buon grado la sua compagnia, voluta improvvisare in quel giorno riuscendo a ritagliare qualche ora dal correggere compiti e preparare le lezioni seguenti.
Forse era la fine dell'anno che aiutava di gran lunga a sistemare tutte quelle questioni che uno voleva prendere in considerazione, facenti parte della vita privata e del puro piacere personale.
Una volta entrato il ragazzo non potè che notare immediatamente il buon gusto dell'arredamento scelto dalla donna.
Estelle era facente parte del gruppo musicale scolastico ma questo per lui era ancora un mistero, tuttavia a giudicare da quell'ambiente comprese subito che doveva esserci di certo un'amicizia molto forte con la Vice Preside.

Davvero un bellissimo elogio alla musica e all'arte miss Moreau, sono assolutamente meravigliato.
Ha fatto rispecchiare la sua bellezza in quella della stanza, non è una cosa semplice, ma si nota chiaramente che per lei è stato facile perché certe ispirazioni le sono nate dal cuore.


Le consegnò quindi i fiori, scoprendo che la donna apprezzava molto quel gesto ed anche la tipologia di fiori in se per se.
Ovviamente però agli occhi dell'uomo fu subito chiara e palese la mise di Estelle, che essendo molto libera e troppo corta in alcuni punti lo condusse a portare lo sguardo altrove, per certi versi imbarazzato.
Non era cosa normale per lui avere a che fare con il sesso femminile in déshabillé, forse un poco per educazione ricevuta forse per il troppo tempo passato senza vedere una ragazza in simili vesti, fatto stava che l'Astronomo dietro un lungo sospiro represse il suo imbarazzo evitando di palesare troppo la sua piacevolezza per il corpo di Estelle e fece per avvicinarsi al divanetto dove si accomodò accavallando le gambe in modo composto e virile, quasi professionale per certi versi.

Non si preoccupi. Resti pure.. stavo giusto prendendomi una pausa.
E poi.. un po' di compagnia non nuoce mai.
Posso offrirle qualcosa?


Ammetto che nelle ultime ore mi sono dimenticato di bere regolarmente.
Cerco sempre di offrire al mio corpo almeno 2 litri e mezzo di acqua giornalieri per depurarmi, ma forse oggi sono giunto appena alla metà.
Se avesse quindi cortesemente dell'acqua fresca gliene sarei profondamente gradi signorina.
Veramente gentile.


Concentrato ora sull'osservare intensamente gli occhi dell'interlocutrice, Irvyne, rimase in attesa che la donna si preoccupasse eventualmente di prender per lui un bicchiere di acqua ed infine di prenderlo non appena ella glielo avesse portato avanti.
Bevve qualche leggero sorso, sempre facendo attenzione a non fare rumori o non risultare avventato per un fattore di pura e semplice educazione e buon galateo e successivamente, posato il bicchiere sul tavolino non molto distante da lui, riprese a guardare la collega di Babbanologia, sorridendole in modo cordiale, gentile e sincero.

Immagino abbia davvero bisogno di una pausa.
Tornata da poco ma con l'anno ancora in corso, immagino sia stato leggermente traumatico.
Ero venuto appositamente per chiederle anche, qualora avesse avuto bisogno di un aiuto o un sostegno di qualsiasi genere, di non esitare a contattarmi, lo sa, fra personale scolastico è giusto che ci si aiuti il più possibile...


Incontrare quella brutta creatura, dev'essere stato davvero terribile per lei...
... Sono così dispiaciuto, ma si vede che è una persona forte di volontà e carattere...


La mano tornò di nuovo sul bicchiere di acqua, decidendo per dare qualche altro sorso, si vedeva chiaramente che la sete in lui era ampia e molto profonda; che poi questo dipendesse anche dalla salivazione azzerata per via delle vesti della signorina non era dato saperlo con esattezza, ma di sicuro la gola del giovane Trigger risultava essere un poco più secca del solito.
Infine, finito il contenuto del bicchiere di vetro di fattura molto pregiata e raffinata, l'uomo lo ripose sul tavolino facendo prima attenzione che non fosse bagnato sotto e che quindi non creasse aloni fastidiosi sulla superficie di cristallo.

Se posso permettermi, ha una capigliatura davvero incantevole, le viene naturalmente così mossa ed elegante?
Come le è parso riprendere a spiegare agli studenti? Faticoso forse?
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Messaggioda Estelle » 27/06/2012, 13:39

Davvero un bellissimo elogio alla musica e all'arte miss Moreau, sono assolutamente meravigliato.
Ha fatto rispecchiare la sua bellezza in quella della stanza, non è una cosa semplice, ma si nota chiaramente che per lei è stato facile perché certe ispirazioni le sono nate dal cuore.


Si notava l'interesse da parte del ragazzo nei confronti dell'arredamento scelto per il suo ufficio. Si guardava attorno e scrutava ogni singolo accostamento con interesse. Estelle non trattenne un sorriso, sinceramente lieta che almeno al collega piacessero i suoi gusti, a voler rappresentare la sua passione per la musica e l'arte, tratto che Irvyne aveva notato con pochissima difficoltà.
Per un attimo, anche lei lo accompagnò in quel piccolo tour visivo, sebbene conoscesse il suo ufficio troppo bene per ricordarsi dove ogni singolo oggetto era stato sapientemente posto. Un ufficio spazioso, poteva benissimo darci una festa. Tutto l'occorrente necessario, ed anche qualche svago, per non rischiare di annoiarsi durante il tempo libero.

Ti ringrazio. Sei il primo che riesca a capire per quale motivo ho scelto un arredamento simile.

Ancora un sorriso da parte sua, lasciando così la visione del suo ufficio altrove, prendendo a dirigersi verso il divanetto centrale, dove precedentemente aveva posto i fiori in un vaso. Occupavano proprio la parte centrale del tavolino al centro della stanza, di un colore speciale, si abbinava persino al colore dell'abito che indossava in quel momento. Una postazione che poteva sembrare normale; il mazzo di fiori, in realtà, occupava una postazione che per Estelle aveva quasi un valore simbolico, a voler rappresentare qualcosa di importante. Prima o poi, comunque, anche quei fiori sarebbero appassiti, ed Estelle, sicuramente, li avrebbe sostituiti con un mazzo altrettanto uguale, gigli rosati di campo, a volersi ricordare la presenza di Irvyne e il gesto davvero gentile che aveva fatto per lei.
Irvyne, seguendo il suo invito, aveva già preso posto sul divanetto. Estelle curvò le labbra verso l'alto, sorridendogli ancora, vedendolo mettersi comodo, le gambe accavallate, una posa virile, sensuale al tempo stesso.
Irvyne, a modo suo, era un gran bel ragazzo. Estelle già immaginava una lunga schiera di ragazze - studentesse e non - al suo cospetto. Un pensiero che la fece sorridere, e al tempo stesso, provar invidia nei loro confronti, non perchè desiderasse anche lei perdere ogni tipo di pudore inseguendo un professore solo perchè era un esempio perfetto dell'uomo affascinante e sexy; in realtà, era invidiosa, perchè sapeva che Irvyne non avrebbe mai potuto guardarla in un certo modo.

Ammetto che nelle ultime ore mi sono dimenticato di bere regolarmente.
Cerco sempre di offrire al mio corpo almeno 2 litri e mezzo di acqua giornalieri per depurarmi, ma forse oggi sono giunto appena alla metà.
Se avesse quindi cortesemente dell'acqua fresca gliene sarei profondamente gradi signorina.
Veramente gentile.


Una luce negli occhi della professoressa di Babbanologia, che alzò un sopracciglio, evidentemente interessata a quanto detto dal collega. Un uomo attento alla salute ed alla cura di sè, anche: particolare che lo rendeva ancor più interessante agli occhi della docente. Evidentemente, ora, ancora più affascinata dalla sua figura, distolse lo sguardo, temendo che Irvyne potesse notare come i suoi occhi lo stessero scrutando.
Si mosse, sinuosamente, un piede davanti all'altro - si era persino dimenticata di rimettersi le scarpe - raggiungendo così l'apertura sul retro della scrivania, un passaggio che portava a due stanze diverse, ben nascoste: da una parte - alla destra - un bagno di media grandezza, arredato quasi allo stesso modo dell'ambiente principale, colori scuri che non facevano minimamente a cazzotti e non davano un'aria cupa e tetra alla stanza; sulla sinistra, invece, un cucino, anch'esso di media grandezza, munito del minimo indispensabile, quali un frigorifero, un piano cottura - munito anche di fornetto elettrico - e dispense grandi abbastanza da permetterle di conservare il cibo necessario, qualore avesse avuto un attacco di fame.
Restò nascosta giusto il tempo necessario per preparare un vassoio con due bicchieri d'acqua, ed anche una brocca al centro, qualora Irvyne ne gradisse dell'altra.

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Ritornata nell'ambiente principale, posò il vassoio sul tavolino centrale, proprio accanto ai gigli. Un altro sorriso alla loro vista, prima di prendere posto, anch'ella, sul divanetto proprio di fronte al collega, in modo che entrambi potessero meglio guardarsi, e conversare piacevolmente.

Serviti pure. E se gradisci qualcos'altro, non esitare a chiedere.

Ed Irvyne non esitò oltre. Prese dunque il suo bicchiere di acqua e lo portò alle labbra. Nessuna fretta nei movimenti, sembrava voler assaporare ogni singola goccia d'acqua.
Non potè fare a meno di notare il portamento del collega, ravvisabile anche già precedentemente dal modo in cui si era accomodato. Estelle osservava, e non giudicava. Anzi, vi trovava una caratteristica davvero interessante. Non le sarebbe dispiaciuto affatto trascorrere del tempo in sua compagnia.

Immagino abbia davvero bisogno di una pausa.
Tornata da poco ma con l'anno ancora in corso, immagino sia stato leggermente traumatico.
Ero venuto appositamente per chiederle anche, qualora avesse avuto bisogno di un aiuto o un sostegno di qualsiasi genere, di non esitare a contattarmi, lo sa, fra personale scolastico è giusto che ci si aiuti il più possibile...


Socchiuse leggermente gli occhi, lasciandosi andare ad un ampio sorriso, trovando nelle parole del collega un gesto davvero premuroso: era il prima che mostrava interesse nei suoi confronti senza conoscerla a pieno, e soprattutto il primo che le offriva il proprio aiuto senza essere stato costretto.
Si sentì lusingata da tanta preoccupazione, e sapeva anche che non era solo il lavoro la prima preoccupazione che Irvyne nutriva nei suoi confronti. Sicuramente, era venuto a conoscenza di quanto accaduto nella Foresta Proibita. Estelle, fortunatamente, si era ripresa bene dall'incidente, sicuramente meglio di chiunque altro.

Apprezzo tanto il gesto, ma non potrei mai permettermi di coinvolgerla nel mio lavoro. Ha già il suo, che penso gli occupi gran parte della giornata. Aggiungerne un ulteriore non è piacevole, e posso capirlo.
E fin quando non divento una vecchia rachitica senza forze, posso farcela.
E' stato gentile, davvero.. ma nel caso dovesse trovarsi di nuovo in questa stanza, sarà solo perchè è mio ospite.


Detto ciò, curvò le labbra verso l'alto, questa volta più ampiamente, lasciandosi andare ad un sorriso cordiale ed affettuoso, carico della gratitudine che ora Estelle provava nei suoi confronti.
Di certo, quella sera avrebbe fruttato un incontro assai piacevole, che non le sarebbe dispiaciuto affatto.

Se posso permettermi, ha una capigliatura davvero incantevole, le viene naturalmente così mossa ed elegante?
Come le è parso riprendere a spiegare agli studenti? Faticoso forse?


Quella mattina, fortunatamente, si era alzata piuttosto felice. Niente incubi e nessun velo di tristezza sul suo volto. Aveva cercato di esprimere ciò attraverso il suo aspetto. Non aveva badato ad essere in ordine, motivo per cui aveva optato per una capigliatura interessante, gonfia un po', che mettesse in mostra i boccoli che la natura le aveva donato.
Sorrise al complimento, portandosi istintivamente una mano tra i capelli, giocherellando con uno dei suoi boccoli biondi, lievemente imbarazzata.

I boccoli sono naturali, ed anche il colore.
Ogni tanto mi piace cambiare. Un po' per il luogo in cui devo essere, un po' anche in base a cosa devo indossare; o, addirittura, anche in base al mio umore.. e questo è ciò che ho voluto provare oggi.


Rispose lei, indicando così la buffa capigliatura che aveva composto quella mattina, ma di cui non si dispiaceva. Le piaceva andare sempre in ordine, indossare abiti che le piacevano ed essere, a suo modo, carina. Nulla per attirare l'attenzione. Andava solo a favore della sua autostima.

Non troppo, direi.
Certo, riprendere dopo una settimana di pausa è stato difficile, ma dopotutto questo è il mio lavoro, e non c'è nulla di più piacevole che trascorrere il tempo facendo ciò che più ci piace.
Insegnare in questa scuola è sempre stato il mio sogno. E questo è sempre ciò che mi sprona ad andare avanti, a superare le difficoltà, e a dare ai miei studenti tutto ciò che potrebbe servir loro nel futuro.


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Messaggioda Irvyne » 29/06/2012, 16:07

Poteva essere sincero e sicuro nel dire che si sentiva a suo agio in quell'ambiente.
La gradevolezza della persona, dell'arredamento, il fresco che pervadeva quel luogo come se fosse perennemente ventilato, tutto aveva un fascino interessante e che faceva percepire la stessa sensazione di trovarsi a casa, in un posto sicuro comunque.
Certi dettagli, certe idee non sfuggivano per nulla ad Irvyne che, servito della sua acqua fresca, non perdeva occasione per continuare la sua panoramica, forse interessato anche a conoscere e saperne di più sulla mentalità e sui gusti della docente di Babbanologia.
In ogni caso quindi, una stanza splendida, con illuminazioni tenui e non fastidiose ed un trionfo di arte ed armonia da fare invidia ad un vero e proprio auditorium.

Serviti pure. E se gradisci qualcos'altro, non esitare a chiedere.

Oh no, cosa potrei volere di più a parte la sua compagnia e la piacevolezza di un luogo simile?
Sto benissimo, la ringrazio...


Nessun complimento, affatto, semplicemente la realtà del dire di trovarsi bene, senza necessitare di altro.
Gli occhi comunque si spostavano anche sulla donna, su Estelle, osservandone i movimenti, i gesti, le parole e quello che gli trasmetteva nel suo vivere quotidiano.
In fondo incontrarsi per i corridoi o nell'aula docenti non era affatto la stessa cosa di vivere a contatto constatando le proprie passioni e i propri gusti personali, dunque era un po' come scoprire la persona una seconda volta, come guardarla con occhi diversi, con un interesse completamente differente dal normale.
Esattamente come per la professoressa di Incantesimi nonché sua Vice Preside, Irvyne si accorse di aver fatto la cosa giusta anche cercando di approfondire il suo rapporto di conoscenza con la signorina Moreau, senza dubbi.

Apprezzo tanto il gesto, ma non potrei mai permettermi di coinvolgerla nel mio lavoro.
Ha già il suo, che penso gli occupi gran parte della giornata.
Aggiungerne un ulteriore non è piacevole, e posso capirlo.
E fin quando non divento una vecchia rachitica senza forze, posso farcela.
E' stato gentile, davvero.. ma nel caso dovesse trovarsi di nuovo in questa stanza, sarà solo perchè è mio ospite.


Tengo a precisare che darle una mano per me è solo che un piacere.
Mai metterei in discussione la vostra energia fisica e d'animo ma non sarebbe affatto un peso per me, posso ritagliare volentieri ore del mio tempo per dedicarle ad una persona squisita con cui passo volentieri il tempo, miss Moreau.
Rimane il fatto che accetterò volentieri qualsiasi suo invito ad essere ospite, temo che questo ambiente finirà per farmi innamorare...


Una leggera risata gentile e serena la sua, mentre prendeva ancora una volta il bicchiere e lo riempiva dalla caraffa, per servirsi ancora un poco di acqua fresca, ne sentiva sul serio il bisogno, non tanto per la temperatura quanto per il metabolismo accelerato del suo corpo che gliene richiedeva una grossa quantità giornaliera e lui di certo non si faceva pregare da se stesso.
Nel frattempo la donna spiegava con tranquillità e leggerezza quel suo lato di vita legato alla mise di ogni giorno ed anche alla semplice sistemazione della capigliatura.
Un discorso al quale il professor Trigger pose tutta l'attenzione possibile.

I boccoli sono naturali, ed anche il colore.
Ogni tanto mi piace cambiare.
Un po' per il luogo in cui devo essere, un po' anche in base a cosa devo indossare; o, addirittura, anche in base al mio umore.. e questo è ciò che ho voluto provare oggi.


L'estro, la fantasia e il cambiamento rendono una persona interessante e variabile miss Moreau.
La reputo soltanto una sequela di lati positiva del suo essere, in fondo è proprio la capacità di stupire ogni giorno che conferisce alla donna un fascino tutto particolare e unico, almeno questo è il mio punto di vista... Lungi da me dal sembrare voler incarnare tutta l'idea maschile riferita al mondo femminile!


Bicchiere posato sul tavolino, poi, cambio non troppo veloce e frettoloso della posizione con la gamba che prima era accavallata che si distendeva lasciando che si accavallasse l'altra.
Le mani intrecciate sotto il mento con i gomiti sui braccioli del divanetto, espressione interessata e serena, ma comunque profonda e matura in viso, mentre adesso ci si spostava sull'argomento del periodo nuovo passato dalla docente a scuola dopo il terribile fatto dell'incendio.
Estelle pareva essersi ripresa in fretta e molto a quanto pareva, era sopratutto merito della sua dedizione all'insegnamento e alla sua voglia sempre ampia e grande di trasmettere la conoscenza ai ragazzi.

Non troppo, direi.
Certo, riprendere dopo una settimana di pausa è stato difficile, ma dopotutto questo è il mio lavoro, e non c'è nulla di più piacevole che trascorrere il tempo facendo ciò che più ci piace.
Insegnare in questa scuola è sempre stato il mio sogno.
E questo è sempre ciò che mi sprona ad andare avanti, a superare le difficoltà, e a dare ai miei studenti tutto ciò che potrebbe servir loro nel futuro.


I sogni e le aspettative dei ragazzi prima di lei.
E' un pensiero ed un ideale molto nobile...
Ma si nota perfettamente dall'espressione rilassata e limpida del suo viso che è una donna buona, sulla quale si può fare affidamento, piena di forza di volontà e desiderio di mettere tutta se stessa in ogni cosa che fa con determinazione.
Stupefacente, dico davvero...
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Messaggioda Estelle » 05/07/2012, 10:52

Ricordando, nessun collega era mai venuto a farle visita. I loro incontri si erano svolti per la maggior parte delle volte negli alloggi docenti, o addirittura per il corridoio. Irvyne, quindi, era il primo che fosse venuto a trovarla. Poteva capire anche la sua reazione guardandosi attorno: quello non era di certo un ufficio normale. Estelle aveva cercato di arredarlo secondo i propri gusti personali: poteva capire poi se a qualcuno non fosse piaciuto. Ognuno aveva i propri gusti, no?
Irvyne era davvero una personalità curiosa. Sembravano così simili, eppure il destino aveva voluto che si incontrassero forse troppo tardi - ma l'importante era essersi incontrati. Forse anche lui come lei aveva una passione nascosta per le arti. Magari il ragazzo sapeva pure cantare.
Un dubbio che molto presto si sarebbe tolta.

Oh no, cosa potrei volere di più a parte la sua compagnia e la piacevolezza di un luogo simile?
Sto benissimo, la ringrazio...


Un uomo davvero molto gentile nel complesso. Si pentì quasi di non aver cercato di approfondire la conoscenza molto prima. Non ne avevano mai avuta l'occasione, dopotutto. La fortuna però aveva voluto che si incontrassero proprio quella sera. E se magari Estelle lo avesse saputo, avrebbe cercato magari di vestirsi meglio e farsi trovare almeno con le scarpe.
Sorrise, senza volerlo, ripensando a come poco elegante fosse durate quell'incontro. Dopotutto, fortunatamente, Irvyne le aveva fatto i complimenti per l'acconciatura. Almeno i capelli, per fortuna, non erano in disordine.

Tengo a precisare che darle una mano per me è solo che un piacere.
Mai metterei in discussione la vostra energia fisica e d'animo ma non sarebbe affatto un peso per me, posso ritagliare volentieri ore del mio tempo per dedicarle ad una persona squisita con cui passo volentieri il tempo, miss Moreau.
Rimane il fatto che accetterò volentieri qualsiasi suo invito ad essere ospite, temo che questo ambiente finirà per farmi innamorare...


L'aveva detto anche lui: avrebbe potuto invitarlo in qualsiasi momento avesse voluto. Pensiero che le era venuto già molto prima: non si sarebbe di certo lasciata sfuggire un'occasione del genere. Avevano così tanto di cui parlare, conoscersi meglio, magari instaurare un rapporto sempre migliore, e non solo prettamente lavorativo.
Sorrise, e per Estelle fu un piacere enorme: Irvyne, indubbiamente, era un uomo dalle molte qualità, e soprattutto davvero molto elegante e attraente. Vederlo sorridere, di certo, era uno spettacolo interessante.
Anche lei sorrise, questa volta come se lo facesse per ringraziarlo.

Non mi resta che accettare, allora. Come potrei mai rifiutare l'aiuto di un uomo gentile e premuroso come lei?
Quando vuole, la mia porta è sempre aperta.


Era sincera, Estelle, sinceramente contenta ora di trascorrere la serata con un collega così interessante.
Promise poi a se stessa che nei giorni successivi avrebbe colto l'occasione, invitandolo magari fuori per un aperitivo, o magari un'altra visita in ufficio.

L'estro, la fantasia e il cambiamento rendono una persona interessante e variabile miss Moreau.
La reputo soltanto una sequela di lati positiva del suo essere, in fondo è proprio la capacità di stupire ogni giorno che conferisce alla donna un fascino tutto particolare e unico, almeno questo è il mio punto di vista... Lungi da me dal sembrare voler incarnare tutta l'idea maschile riferita al mondo femminile!


Il bicchiere pieno d'acqua tra le mani, non riuscì a trovare l'interesse necessario per bere, occupata ad ascoltare Irvyne, a seguire come la sua voce - sensuale, c'era da ammetterlo - le stesse spiegando come una donna paresse interessante proprio per il suo tentativo di volersi sempre cambiare. Un po' come quello che aveva cercato di spiegare poco prima, questa volta però solo in riferimento alla propria capigliatura.
Irvyne sembrava davvero affascinato dal suo interesse per l'arte, per la musica, e continuava a farle complimenti che Estelle non aveva mai ricevuto. Non così tanti, almeno.
Perlomeno, ora la Corvonero poteva essere sicura che il suo essere sempre diversa in ogni momento della giornata era un tratto che al collega interessava e piaceva.

I sogni e le aspettative dei ragazzi prima di lei.
E' un pensiero ed un ideale molto nobile...
Ma si nota perfettamente dall'espressione rilassata e limpida del suo viso che è una donna buona, sulla quale si può fare affidamento, piena di forza di volontà e desiderio di mettere tutta se stessa in ogni cosa che fa con determinazione.
Stupefacente, dico davvero...


Mi lusinga con tutti questi complimenti.

E bevve finalmente un sorso d'acqua, questa volta evidentemente imbarazzata dal dire del collega. Un sorriso in sua direzione, le gambe accavallate, con la mano libera giocherellava con un suo ricciolo biondo, stessa posizione che assumeva quando era imbarazzata.

Le piace cantare?

Spoiler:
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Estelle
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Messaggioda Brianna » 14/10/2013, 20:26

[Giovedì pomeriggio - dopo le lezioni]


Brianna era andata a parlare con molti dei docenti di Hogwarts per ottenere il permesso di portare Glaedr – il suo petauro dello zucchero – a lezione... alcuni si erano dimostrati ben propensi a lasciar portare l'animale a lezione, altri invece avevano posto un netto rifiuto... di alcuni professori Brianna si aspettava il si oppure il no, per altri era stata una sorpresa... decisamente ancora non li conosceva bene, evidentemente...
La professoressa che l'aveva stupita di più era stata la Vilvarin, ma forse lo stupore era dovuto più che altro al comportamento che aveva avuto Glaedr nei confronti della SempreVerde... e poi, era stata l'unica – almeno fino a quel preciso momento – che pur avendo posto il veto alla presenza a lezione del petauro, aveva dato una valida alternativa che Brianna non aveva potuto rifiutare... ci avrebbe pensato Gaoth – il colibrì della donna – a prendersi cura del cucciolo, se fosse successo qualcosa Gaoth sarebbe corso – o meglio volato – a dirlo alla Vilvarin e così Brianna avrebbe potuto prendere Glaedr senza problemi dal momento che era subito fuori dalla Serra e non lontano quindi da dove si sarebbe trovata lei... ma ora era arrivato il momento di parlare con il professore di Babbanologia, Logan Sykes... le piaceva il modo di fare del professore, diametralmente opposto al suo, lui che era così aperto ed espansivo, sempre pronto a fare qualche battuta, a cercare di mettere gli studenti a proprio agio durante le sue lezioni.

Brianna si stava dirigendo al sesto piano, verso l'ufficio del professore, si era cambiata la divisa scolastica... adorava essere una giovane Delfina, ma tutto quell'azzurro... no, il suo colore preferito era il rosa e, per quanto fosse fiera di indossare la divisa dei Delfini, appena poteva indossava il suo colore preferito... per quel giorno un maglioncino rosa pastello, un paio di jeans scuri e scarpe da tennis... sportiva e soprattutto comoda... i lunghi capelli rossi raccolti in una coda laterale per lasciare libera a spalla sinistra dove – vigile ed attento – si trovava Glaedr.

Arrivata al sesto piano, imboccò il lungo corridoio... non le sembrava più una sorta di tunnel senza uscita, anzi... dopo aver superato la sua “paura” con Vastnor quel corridoio non le faceva più nessuna paura; inoltre doveva parlare con il professor Sykes e con lui, a lezione, si era sempre trovata a proprio agio, anzi... la faceva ridere ogni volta, non c'era alcun motivo di temerlo.

Si fermò di fronte all'ufficio del professore di babbanologia, come al solito una raccomandazione a Glaedr

Mi raccomando... fai il bravo piccolo!

Quindi bussò alla porta, senza alcun tentennamento... era sicura, sapeva quello che doveva chiedere e sperava – ovviamente – in una risposta positiva del docente

Se il docente fosse stato presente e l'avesse fatta entrare, sarebbe entrare e l'avrebbe salutato con un

Salve professor Sykes, posso disturbarla qualche istante? Avrei bisogno di parlarle...
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Messaggioda Logan » 13/11/2013, 23:23

Immagine

Aaaahhh... Che meraviglia!

Logan Sykes, insegnante di Babbanologia di Hogwarts, era intento a gustarsi il suo piatto preferito per eccellenza: la pizza.
Poche volte si concedeva certi pasti fuori orario, questo perché ci teneva alla forma fisica e a non assumere troppi carboidrati per poi ritrovarsi con la bella e classica pancetta che ad un tipo come lui stava davvero ma davvero male.
La pizza però rappresentava un suo punto debole, quel tallone d'Achille che per quanto cercasse di evitarlo, gli veniva da colpirlo fin troppo spesso.
Pomodoro fresco, mozzarella filante, pasta lievitata e magari un paio di foglie di basilico, tutto lì, la semplice ed onesta margherita, buona ed intramontabile. Da quando era diventato single in effetti ci cascava più spesso in quella droga, forse per smorzare l'effetto che gli faceva ripensare a quella persona, a quella ragazza che aveva scelto di prendere un'altra via, un altro percorso, per quanto tra loro sembrava che le cose andassero bene, senza intoppi o errori di rotta. Le donne, creature tanto affascinanti quanto imprevedibili, questo si ripeteva di continuo Logan tra un morso e l'altro, mentre sfogliava una copia di un libro babbano preso in una libreria del centro di Londra nemmeno due giorni prima.
Ormai la tecnologia babbana prevedeva gli e-book, ovvero dei file che inseriti in un palmare permettevano di leggere senza ausilio di carta e inchiostro, ma per fortuna cercando qua e là, qualche negozio magico si dilettava ancora nel vendere certe perle, certe chicche del passato.

Uh?

Alzò lo sguardo un secondo in direzione della porta dell'ufficio, inarcando il sopracciglio e terminando di mangiare il proprio triangolo gustoso.
Qualcuno aveva appena bussato, non se l'era affatto sognato. Non coprì la pizza, tanto mica era un reato mangiare a quell'ora, ma chiuse il libro mettendo un segno con una riga di legno, depositandolo nel cassetto della scrivania perdendo giusto pochi secondi per afferrare anche un tovagliolo e darsi una pulita veloce, metti si trattasse della Vice Preside o ancor di più, della Bergman in persona, che per quanto sua zia fuori dall'istituto, all'interno rappresentava ugualmente una sua superiore degna di tutto il rispetto e la cortesia possibile.
Deglutì il boccone e fece un bel respiro, ricordandosi solo in quell'istante che gli mancava avere sotto mano una Pepsi giusto per mandare giù con ancora più facilità il cibo appena ingerito, oltre che rinfrescarsi la bocca.
Non appena però fu la voce di una studentessa a farsi sentire oltre la superficie di legno massiccio, il docente fece un bel sorriso accomodante e sereno, invitando immediatamente la giovincella ad entrare, cosa che per altro fece quasi subito.
Quel pomeriggio Logan indossava una maglietta a maniche lunghe attillata color rosso spento, dei jeans neri con scarponi dello stesso colore e al polso sinistro un bracciale d'oro bianco decisamente maschile senza alcun fronzolo o fantasia particolare.

Salve professor Sykes, posso disturbarla qualche istante?
Avrei bisogno di parlarle...


Wollis, carissima!
Accomodati, vieni vieni, mi stavo giusto concedendo una pizza fuori pasto, ne vuoi una fettina?
Non fare complimenti...


Immagine

Si alzò in piedi prendendo una sedia pieghevole che teneva dietro la tenda davanti la finestra di ampie dimensioni.
La posizionò di fronte alla scrivania così da permettere a Brianna di sedersi, curioso naturalmente di sapere cosa potesse mai volere da lui quella ragazzina di Delfinazzurro, specie perché lezioni come quelle di Babbanologia difficilmente risultavano così complesse da necessitare delucidazioni al seguito.

Avanti, dimmi pure, posso aiutarti in qualche modo?
Ti vedo un po' agitatella... Rilassati su!
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Messaggioda Brianna » 15/11/2013, 21:18

Non appena ottenuto il permesso e varcato la soglia dell'ufficio di Babbanologia, neanche il tempo di salutare che un invitante profumo di pizza avvolse la giovane Brianna.
La pizza era qualcosa che la ragazzina adorava... ed anche se non era ancora ora di cena e, a dirla proprio tutta lei non aveva fame, la vista di quei triangoli ricoperti di pomodoro e mozzarella filante le fecero venire l'acquolina in bocca

Wollis, carissima!

Un sorriso da parte della ragazzina dai capelli rossi rivolto verso il docente pr quel suo modo così aperto e cordiale di salutare

E' sicuro professore che non la sto disturbando?

Vedere la pizza sul tavolo le diede l'impressione di disturbare... in fondo, se stava mangiando a quell'ora significava che aveva fame e mai e poi mai avrebbe voluto disturbare o peggio infastidire, soprattutto ora che la posta i gioco – almeno per la ragazzina – era così importante

Accomodati, vieni vieni, mi stavo giusto concedendo una pizza fuori pasto, ne vuoi una fettina?
Non fare complimenti...


Iniziò a muoversi verso la scrivania del professore, anche se ciò che le aveva insegnato mamma le imponeva di rifiutare la pizza offertale dal docente, ed anzi congedarsi per lasciare il professore alla sua cena, ma Brianna si accorse di volerla, quella fettina di pizza... ed in fondo, mica l'aveva chiesta lei... gliel'aveva offerta Logan, quindi...

Una fettina la mangerei volentieri...

Tono di voce incerto, quello della giovane Brianna, tono che, in un certo senso, rispecchiava la “lotta” che aveva fatto con se stessa per arrivare a quella decisione.

Si sedette sulla sedia portatagli dal professore, ed afferrò la fettina di pizza che il professore le stava porgendo, se la portò alle labbra e ne staccò un piccolo morso, chiudendo poi gli occhi per assaporarla meglio... il pomodoro e la mozzarella si sposavano benissimo, in un esplosione di gusto che Brianna cercò di godersi fino all'ultima briciola di quella fettina di pizza che stava mangiando in compagnia del professor Sykes.

Davvero squisita professore – disse una volta finito di mangiare – la ringrazio

Avanti, dimmi pure, posso aiutarti in qualche modo?

Beh, ecco...

Ti vedo un po' agitatella... Rilassati su!

Fece un respiro profondo, andando quindi ad attorcigliare una ciocca di capelli attorno ad un dito, un gesto inconsapevole che le serviva da antistress.

Da dove iniziare a parlare? Perchè tutto ad un tratto aveva la gola secca e sembrava aver perso l'uso della parola?

Il petauro iniziò a muoversi dalla spalla della ragazzina, e questo diede a Brianna il via

Lui – disse al docente indicando il giovane petauro – si chiama Glaedr

Sentendo il suo nome il – ormai non più – cucciolo, si incamminò lungo il braccio di Brianna per portarsi verso la sua mano e ricevere qualche coccola, che Brianna fece al suo animale in modo quasi automatico

Vorrei poterlo tenere sempre con me, ma il regolamento scolastico non permette di tenere animali durante le lezioni, a meno che non sia il docente stesso a decidere per la presenza dell'animale in aula... per questo sono venuta anche nel suo ufficio...volevo chiderle se potevo portare Glaedr a lezione di Babbanologia...è buonissimo e le posso garantire che non disturberà le sue lezioni...

Ecco, era riuscita a dire quello che doveva dire, ora aspettava soltanto che il professore dicesse la sua, con l'animo speranzoso... aveva abbassato gli occhi ed accarezzava il capino dell'animaletto che si era accoccolato nella sua mano, sperando – e allo stesso tempo temendo – le parole del professore.
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