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Giardino Interno

Messaggioda Simon » 29/05/2013, 18:30

Simon!

Quella voce però era difficile non riconoscerla. Si girò verso di lei vedendola arrivare con passo svelto. Sgranò un poco gli occhi. Ancora non ci poteva credere. Era tornata, la sua vecchia compagnia di stanza era di nuovo tra le mura del castello. Rimase in silenzio vedendola rallentare per gli ultimi metri. Non era cambiata per niente. Un leggero sorriso verso di lei facendo qualche passo in avanti.

Estelle.

La chiamò poi annuendo. Contento, da buono come è, del suo ritorno. Fece un respiro profondo ricordando quell'unica sera insieme all'interno della sua stanza. Come poterla dimenticare. Un lampo anche del loro primo incontro al lago. Che figuraccia! Ancora se ne ricordava. Sperava che l'ex collega si fosse dimenticata di tutto. Che fosse ricominciato tutto da capo. Magari con il piede giusto questa volta.

Ciao, Simon. Scusa, non volevo spaventarti.

La sua voce era come se la ricordava. Cercò di mettere le mani sulle sue spalle con un gesto affettuoso da buono amico. Alzò l'angolo destro della bocca facendo un gesto di diniego con la testa. Era strano rivederla lì. Magari aveva ripreso la sua vecchia cattedra. Aveva fatto amicizia con Logan, una persona molto simpatica ma anche molto rumorosa. Non che la cosa gli dava fastidio, anzi. Era più movimentata quando si trovava al Castello.

Non..mi hai...spaventato...bentornata!

Gli disse, togliendo alla fine le mani se lei glielo avesse concesso qualche momento prima. Rimase in silenzio ad osservarla con i suoi occhi verde prato. Ancora stentava a crederci.

Come stai?

Le chiese infine attendendo una sua risposta.
Simon
 
 

Messaggioda Estelle » 29/05/2013, 20:53

Estelle.

Era una situazione strana.
Si era sentita terribilmente in colpa - e triste - quando aveva deciso di lasciare Hogwarts. Una parte di lei era sempre rimasta legata a quel luogo, alle persone che aveva conosciuto. A Simon, a Monique.. a Lucas.
Evitò di pensarci. Ancora non aveva avuto l'opportunità di incontrare il ragazzo, e ciò, da una parte, le andava anche bene. Ma non c'era alcun rancore, da parte sua. Anzi, era tornata per non avere alcun problema, e per non pensare a nulla che l'avrebbe potuta distogliere dagli incarichi che aveva scelto e che le avevano proposto.

Il suo nome, poi, pronunciato da Simon, per uno strano motivo, riusciva a prendere un significato strano.
Doveva ammettere che il Tassorosso, forse, le era mancato molto più di quanto credeva. Eppure, durante la sua permanenza al castello, i loro incontri non erano mai stati molto profondi. Certo, erano compagni di stanza, avevano avuto i loro momenti, ma ricordava di non essere mai riuscita ad avvicinarsi realmente a lui.

Non..mi hai...spaventato...bentornata!

Nelle ultime ore era quella la parola che tutti le ripetevano. Ormai Estelle ci aveva fatto l'abitudine. Anzi, quasi doveva farsene una ragione, come se non le sembrasse realmente vero di essere lì.
Eppure c'era, e non era un sogno. E non era nemmeno un'illusione che Simon ora fosse davanti a lei.
Abbozzò anche un contatto. Le braccia forti e muscolose del docente si allungarono verso le sue spalle. Non da definirsi abbraccio, ma Estelle si sentiva soddisfatta anche del più minimo contatto.
Rispose a sua volta con un sorriso. Avrebbe voluto realmente abbracciarlo, ma evitò, non volendo metterlo ulteriormente in imbarazzo.

Grazie, Simon. Mi sei mancato.

E magari era anche una frase un po' azzardata, ma Simon non avrebbe dovuto preoccuparsene. Estelle avrebbe tanto voluto fargli capire che apprezzava, che comunque ammirava il suo carattere e lo accettava, che non la infastidiva minimamente. Fortunatamente, la Corvonero non aveva pregiudizi, e non era nemmeno così narcisista da allontanarsi da sè qualcuno solo per qualche difetto minimo.

Come stai?

Sto bene, grazie. Tornare è sempre bello, e questa volta è definitivo.

Era sincera, sperava di essere sincera. Sperava che non ci fosse nient'altro per cui preoccuparsi.
Perchè questa volta si stava realmente mettendo in gioco, stava sprecando energia, forza e sentimento in ciò che faceva. E aveva seriamente dei progetti, che prima o poi avrebbe portato a termine.

Tu come stai?

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Messaggioda Simon » 01/06/2013, 14:59

Grazie, Simon. Mi sei mancato.

Le era mancato? Lui? Sgranò per un attimo gli occhi ascoltando le sue parole. Non ci poteva credere. Di solito a nessuno manca il Professore di Cura delle Creature Magiche. Si morse il labbro inferiore chinando la testa di lato. Non sapeva cosa dire, cosa fare. Era come incantato nei suoi pensieri. Si riprese subito dopo sentendo le altre sue parole.

Sto bene, grazie. Tornare è sempre bello, e questa volta è definitivo.
Tu come stai?


Tornare...è bello.

Annuì a quelle parole come se fossero state una verità assoluta. Ripensò alla sua foresta. Ripensò ai giorni passati sotto le fronde degli alberi, contemplando il vento ed il Sole. In compagnia di della sua maestra. Ripensò a tutti i momenti belli passati inseme a lei. Ricordò anche i momenti terribili dei primi giorni. Gli mancava tutto. Era in dubbio il professore se continuare ad esserlo anche l'anno dopo o ritornare a fare l'eremita. Estelle aveva ragione. Tornare era bello.

Sto...bene...

A parte l'incontro con Julie, la visita delle due creature, la punizione della Ward con la sua richiesta di insegnarle l'animagia. Rimase in silenzio mostrandole un debole sorriso. Aveva sostenuto quella distanza e quello sguardo. Lui si sentiva già abbastanza soddisfatto così. Prese fiato.

Allora...sei tornata...a riprendere la tua cattedra?

Le chiese infine. Ovviamente non sapeva che Logan sarebbe rimasto di Ruolo all'interno della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
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Messaggioda Estelle » 07/06/2013, 15:03

Simon sembrava non essere cambiato di una virgola. Compiere una conversazione con lui sembrava essere ancora una impresa ardua. Ed Estelle continuava imperterrita ad essere naturale. Per lei non faceva molta differenza. Sapeva che, un giorno, Simon si sarebbe sbloccato, tanto da poter riuscire a conversare tranquillamente con qualcuno.
O magari - pensò Estelle egoisticamente - era semplicemente la sua presenza a renderlo nervoso, ma ciò le sembrò alquanto improbabile.

Tornare...è bello.

Non capì il perchè di quella ripetizione. Sembrava aver colto, con le sue parole, come un tasto dolente per il professore di Cura. Estelle, naturalmente, non lo aveva fatto volontariamente, essendo stata semplicemente sincera. Lo osservò farsi per un attimo un po' cupo. Pensava a qualcosa. Estelle avrebbe voluto aiutarlo in qualche modo, ma evitò di fare domande. Simon sembrava già abbastanza in difficoltà, e peggiorare ulteriormente le cose non avrebbe aiutato affatto.

Sto...bene...

Ne sono contenta..

E non aggiunse nient'altro, decisa a dargli fiducia. Simon non era mai stato un tipo che si apriva con gli altri. Perlomeno con lei non lo aveva mai fatto. E non le sembrava nemmeno che le cose fossero cambiate molto, ma non le piaceva farsi pensieri che poi magari si sarebbero rivelati falsi.
Simon le sorrise. Estelle, automaticamente, ricambiò.

Allora...sei tornata...a riprendere la tua cattedra?

No, per ora no. Ho un lavoro come Infermiera Scolastica, e ciò mi basta.
E nel caso dovessi cambiare idea, ho tempo fino a Settembre per decidere.


Aveva lasciato a malincuore tale incarico, ed a malincuore ora era venuta a conoscenza che la cattedra era già occupata. Ma, dopotutto, la cosa non le dispiaceva affatto. Era riuscita a trovarsi un nuovo lavoro, e ciò le bastava per essere felice. Se poi il destino voleva che le fosse ancora una docente, bene, Estelle ci avrebbe riprovato.

Successo qualcosa di nuovo durante la mia assenza? E il lavoro?

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Messaggioda Simon » 10/07/2013, 22:02

No, per ora no. Ho un lavoro come Infermiera Scolastica, e ciò mi basta.
E nel caso dovessi cambiare idea, ho tempo fino a Settembre per decidere.


Annuì mesto a quella informazione. Beh almeno era tornata all'interno della scuola. Era svanita così in fretta che Simon non ebbe il tempo di rendersene conto in tempo. Non voleva chiederle il perchè se ne fosse andata. Infondo erano affari suoi e lo Scozzese non era nessuno per poter chiedere notizie così personali. Rimase un attimo in silenzio fissandola per poco. Chinò la testa di lato osservandola con i suoi occhi verdi, occhi un poco più spenti del solito. Sbatté le palpebre un paio di volta, perso magari nei meandri dei suoi pensieri.

Successo qualcosa di nuovo durante la mia assenza? E il lavoro?

"Oh si sono successe tante cose! Sai ho incontrato una mia vecchia fiamma che adesso si fa trovare ogni tanto a casa mia a Londra, Ah e poi sono arrivati due bestioni enormi che volevano far crollare il castello, La bergman è scesa ed ha urlato, Tre professori stavano per diventare fantasmi della Scuola, Ah e poi ho pensato di lasciare la Cattedra!"

...niente di nuovo....

Solamente questo riuscì a dire abbassando di poco lo sguardo verso il piano erboso sotto le sue scarpe. Come faceva a dirle tutto questo quando gli era stato chiesto di tenere le labbra cucite? Fece un respiro profondo andando a fare un passo indietro. Alzò di nuovo lo sguardo guardando il sole alto sopra le loro teste. Rimase fermo ad assaporare quei caldi raggi solari prima di prendere fiato e rispondere alla nuova infermiera.

Ah...ehm...si è fatto tardi ed ho delle cose da sbrigare...se vuole una sera può passare nel mio ufficio e parleremo con molta più calma.

Concluse poi con gli occhi distratti da due studenti che si rincorrevano vicino a loro. Ridevano, scherzavano, quanto potevano essere innocenti ed ingenui nella loro età. Almeno era quello che pensava il professore attendendo la risposta della bionda che non vedeva da tantissimo tempo.

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Messaggioda Melia » 24/07/2013, 16:26

[Martedì 4 Ottobre - ore 11.23]


Era stato quasi surreale, la sera prima: quando aveva visto Dylan, a cena, aveva temuto di averlo perso per sempre, mentre ora sapeva che era nuovamente suo, come e più di prima; nessuna illusione tra loro, non era più il suo giocattolino, ma un uomo senziente e malvagio, capace di essere dolce e amorevole solo con lei.
Quella consapevolezza si faceva strada dentro di lei ad ogni ora che passava, alleviando il senso di colpa che la Serpeverde comunque continuava a provare all'idea di averlo ucciso, in qualche modo; eppure vederlo nuovamente ad Hogwarts come prima, sorridente con tutti, e sentire poi uno sguardo più cattivo ed avvolgente quando posava gli occhi su di lei, era una sensazione in grado di farle dimenticare ogni cosa.
Quella mattina si era svegliata quasi in ansia, temendo di aver sognato tutto, ma le era bastato scendere in Sala Grande ed incrociare il suo sguardo per pochi secondi, per capire che era tutto a posto, che quella era la realtà, ora; peccato non sapere della piccola, per modo di dire, lite tra Dylan e Zephyr, perché non c'erano dubbi sul fatto che ne sarebbe stata non poco compiaciuta e lunsingata. In realtà non pretendeva che quei due andassero per forza d'accordo o che si volessero bene, bastava che non si pestassero i piedi e che, semmai ce ne fosse stato bisogno, fossero pronti a fare fronte comune per uscire indenni di fronte ad un eventuale pericolo.
Sedeva, la Serpe, sotto un grande albero nella parte interna del giardino, fuori dal Castello visto il bel Sole che splendeva nel cielo, in quell'inizio di Ottobre: un paio di jeans scuri, un semplice maglioncino verde-marino pastello sopra e scarpe da ginnastica, comode e poco pretenziose; gli occhi dorati dalla pupilla verticale erano schermati da un paio di occhiali dalle lenti scure, mentre l'espressione sul viso era serena, rilassata e sorridente.

Immagine


Non aveva in programma di ipnotizzare qualcuno, ma sicuramente ora che Dylan era tornato, si sarebbe sentita più propensa a riprendere il proprio progetto di caos scolastico che tanto sembrava riuscirle bene; doveva solo pensare contro chi o cosa scatenarsi, magari cambiando obiettivo e tema, per non destare sospetti.
Aveva avuto la conferma definitiva che Turner e la Samyliak si erano mollati, e questo la faceva gongolare non poco, perché evidentemente l'ipnosi non solo era riuscita perfettamente, ma era stata anche in grado di distruggere una coppia che non era in fondo così solida: bastava pensare alla Ricciardi e Cartwirght, che nonostante tutto sembravano destinati, con disappunto della Herbert, a riavvicinarsi.
Per il momento però le andava bene anche così, era un passatempo piacevole anche rimanere lì seduta, intenta a fissare il Castello poco lontano da sé, il respiro lento ed il battito regolare, regolare per lei naturalmente.

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Messaggioda Jorge » 25/07/2013, 0:00

[Martedì – 4 Ottobre – 11.30]


Sarà una strage, sarà una strage!

Borbottava tra sé Jorge mentre, con le mani affondate nei pantaloni della divisa, varcava il portone del Castello diretto verso un angolo in disparte del giardino dove poter riflettere attentamente su quello che era accaduto il giorno prima in Auditorium. Bè in effetti c’era poco su cui riflettere, quelli della Cyprus li avevano praticamente fatti neri e non tanto con i loro modi di fare arroganti da bulletti snob ma quanto con le loro voci affiatate tanto da sembrare un’unica persona, intonate e melodiose. E quello non era stato altro che un assaggio, una canzone di benvenuto su cui il coro americano – e il delfino ci avrebbe scommesso qualsiasi cosa - non aveva speso neanche un decimo del tempo che invece dovevano aver dedicato alla performance che avrebbero portato sul palco della gara nei prossimi giorni. Quanto si era sentito inutile e frustrato durante tutta l’esibizione? Molto, tanto, troppo per uno come lui, abituato ad affrontare a testa alta – o bassa a seconda dei punti di vista – i problemi e che invece, in quel frangente si vedeva costretto a rimanere in un angolo a fare da supporter e a vedere i suoi compagni di scuola venire abbattuti come dei birilli babbani. Era per questo motivo, per la sua incapacità cronica di stare fermo a non fare nulla che il portoghese aveva deciso di venire meno alla promessa che si era fatto quando Monique l’aveva espulso dal coro e andare dalla sua Capa a pregarla di riprenderlo anche solo in vista della gara. Per fare quello però aveva bisogno di presentarsi al massimo della sua forma artistica e quindi aveva deciso di investire l’ora di buco tra la lezione di Pozioni e il pranzo in Sala Grande allenandosi. Non avendo accesso agli strumenti presenti in Sala Musica e non possedendone uno proprio, Jorge era quindi tornato nella sua Sala Comune per prendere gli spartiti di Fado della nonna che si era portato dietro e, senza neanche cambiarsi, era subito ridisceso per dirigersi in giardino.
Con indosso quindi ancora la divisa scolastica, incluso il mantello leggero perché il Sole di Ottobre per quanto piacevole non riusciva a scaldare del tutto il ragazzino, Jorge passeggiava senza meta, la testa chinata su uno degli spartiti e la mano sinistra che volteggiava in aria pizzicando corde immaginarie.

Ehi.. Ma che diamine… - imprecò quando un riflesso di luce gli colpì gli occhi, ferendogli lo sguardo e facendolo quasi inciampare nei propri piedi. Assottigliò lo sguardo, mettendo su un’espressione truce e bellicosa che adesso che aveva quattordici anni non sembrava più così infantile come un tempo anche se certamente non poteva sperare di incutere alcun terrore alla causa del suo piccolo incidente – Ninfa ma che piacevole sorpresa.

Esclamò infatti subito dopo non appena le sue iridi celeste si posarono su Melia, spalancandosi di colpo nel constatare quanto fosse diventata più bella e più formosa la Prefetta delle Serpi in quei cinque mesi in cui lui era stato lontano da Hogwarts. Tenendo stretto lo spartito nella mano sinistra, Jorge si avvicinò a lei rivolgendole come sempre uno sguardo felice, perché era genuinamente felice di incontrarla, adorante, perché lei era la sua Ninfa, e consapevole dell’avvenenza dell’altra e anche dei propri ormoni, che andavano in fibrillazione man mano che si avvicinava alla ragazza in parte a causa della sua componente Velea.

Mi sei mancata tantissimo in questi mesi – affermò serio non appena giunse di fronte a lei, guardandola dall’alto in basso in virtù della posizione in cui si trovavano di lei seduta e lui in piedi. Quella posizione però non era di gradimento al portoghese che subito si piegò sulle ginocchia, le mani penzoloni tra le gambe per mantenere l’equilibrio, gli occhi che accarezzavano l’intera figura della Prefetta. Un sorriso furbetto fece capolino sul suo viso quando si soffermò sugli occhiali, la cui superficie riflettente doveva aver causato il suo incidente – e soprattutto mi sono mancati i tuoi bellissimi occhi. E un delitto nasconderli sotto questi affari, oltre a essere pericoloso.

E se Melia non lo avesse fermato, Jorge, posato a terra lo spartito, avrebbe allungato entrambe le mani verso il viso della ragazza e sfiorandole delicatamente gli zigomi con i dorsi, le avrebbe sfilato gli occhiali liberando le sue iridi dorate e altamente pericolose.

E io ti sono mancato?

Avrebbe detto in ogni caso, con un tono di voce divertito e impertinente, dondolando sui talloni e inalando in maniera discreta il dolce profumo che emanava la ragazza e che per lui era come una droga.
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Messaggioda Melia » 25/07/2013, 10:46

Occhi socchiusi e postura rilassata, la Serpeverde sembrava essersi estraniata dal mondo, noncurante di tutti e mentalmente isolata da quel luogo, da quel momento: ciò che era successo a Dylan, per quanto si fosse risolto piuttosto bene, in realtà - Zephyr probabilmente avrebbe avuto da dissentire, ma lei questo non lo poteva sapere - le aveva permesso di aprire gli occhi e rendersi conto che non era prudente, affatto, muoversi senza prima pensare; aveva un enorme potere, certo, e le possibilità per divertirsi non le mancavano, ma questo non significava più agire secondo capriccio... non senza averci riflettuto almeno cinque minuti, insomma.
Immersa in quei pensieri, non si accorse che qualcuno si stava avvicinando da quelle parti fino a che non sentì una lieve imprecazione maschile ed una voce familiare salutarla subito dopo, con voce non più scocciata ma felice, come c'era da aspettarsi visto a chi appartenesse: Jorge il suo piccolo Delfino ormai 14enne, che le si avvicinò con espressione adorante.

Ehi.. Ma che diamine…
Ninfa ma che piacevole sorpresa.


Jorge, mio piccolo Delfino...

Lo salutò lei di rimando, la voce che si faceva dolce, melodica, quasi profumata come il suo stesso corpo, quel misto di miele e fiori di campo che pareva essere proprio l'aroma della pelle di lei, un suo marchio di fabbrica insomma.
Lo osservò inginocchiarsi di fronte a lei così da essere alla sua stessa altezza, e quando il ragazzino si sporse per toglierle gli occhiali, ecco che Melia lo lasciò fare senza alcun problema, anzi, avvicinando il viso alle sue mani così da permettergli di sfilarli dalle orecchie: gli occhi, socchiusi, si aprirono lentamente, le palpebre che vennero sbattute velocemente un paio di volte prima di mostrare al Delfinazzurro le iridi dal taglio verticale e dal colore oro intenso, uno sguardo magnetico, affascinante, perfetto su una figura come quella della Herbert che era naturalmente fatta per irretire ed affascinare, anche e soprattutto grazie alla componente Veela.

Mi sei mancata tantissimo in questi mesi... e soprattutto mi sono mancati i tuoi bellissimi occhi. E un delitto nasconderli sotto questi affari, oltre a essere pericoloso.
E io ti sono mancato?


Moltissimo, pensavo ti fossi scordato di me...

Ammise Melia con un piccolo sospiro, simulando un'espressione triste che però, lo sapeva, Jorge avrebbe interpretato come reale, e non perché la Serpe fosse chissà quale attrice [Talento (Arte) 16], ma perché la sua bellezza [Carisma (Fascino) 36] avrebbe mandato in confusione chiunque.

Ma ora sono molto felice che tu sia qui - aggiunse, scuotendo il capo e facendo ondeggiare i capelli, espandendo così il loro dolce profumo che avrebbe avvolto Alvares, prima di proseguire - Cosa sono quelli, appunti? - gli domandò poi, indicando ciò che teneva in mano - So che ieri tu e gli altri componenti del coro avete incontrato quelli della Cyprus... com'è andata?

Chiese ancora, curiosa perché Zephyr non gli aveva raccontato nulla e lei non se l'era sentita d'insistere sull'argomento: in fondo, se fosse andato tutto bene Jorge avrebbe di sicuro parlato per raccontarle il tutto in termini entusiastici; se invece fosse andato tutto male, avrebbe parlato comunque per sfogarsi... in un modo o nell'altro, quindi, avrebbe ricevuto la sua risposta.
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Messaggioda Jorge » 26/07/2013, 12:27

Jorge, mio piccolo Delfino...

Come fare a non sorridere come un ebete, estasiato, quando una ragazza bella e avvenente come Melia ti salutava in quel modo dolce e melodico che lo faceva sentire come se per lei fosse davvero unico e speciale? Impossibile, sopratutto se eri un quattordicenne in piena crisi ormonale, segretamente attratto dalla Prefetta fin dal secondo anno, e sprovvisto di qualsiasi bonus anti - Velea. E così Jorge sorrise, contento e sincero di rivedere finalmente la sua Ninfa, dopo ben cinque mesi di assenza da scuola, di cui tre causa sospensione. Si inginocchiò davanti a lei, e reso audace dal fatto di sentirsi più grande, le sfilò gli occhiali, tuffandosi in quelle iridi così belle e particolari quanto pericolose, approfittando della disponibilità della ragazza, per sfiorarle le guance e restare allibito per la morbidezza della sua pelle. No, non sprecò neanche un istante a riflettere sulla bassa temperatura corporea della Serpe perchè era qualcosa di cui era già a conoscenza e dopo averle offerto inutilmente, in passato, più volte il suo mantello credendo, erroneamente, che potesse freddo, aveva accantonato quel dettaglio come una delle peculiarità della ragazza.

Moltissimo, pensavo ti fossi scordato di me...

Ninfa ma quali leprecauni vai dicendo? - esclamò il portoghese allibito, sperando di aver azzeccato l'imprecazione giusta considerato che, nonostante i quattro anni passati a Hogwarts, non si trovava ancora molto a proprio agio con lo slang magico - E' impossibile dimenticarsi di te. Semplicemente sono stato allontanato forzatamente da scuola a fine Aprile e mi hanno riammesso solo il primo di Ottobre.

La tranquillizzò, richiudendo con attenzione gli occhiali e porgendoglieli, nella speranza che decidesse di restare senza, mettendola anche al corrente, nel caso non lo sapesse già, di essere stato sospeso da scuola. Per quanto Melia gli avesse dimostrato nel corso degli anni di considerarlo speciale - beate innocenza - salutandolo sempre in maniera cordiale ed espansiva in qualsiasi circostanza e dimostrandosi disponibile ad ascoltarlo e aiutarlo quando si trovava di fronte a piccoli grandi problemi per lui insormontabili, Jorge non nutriva grandi speranze nel fatto che la bellissima Serpe si fosse resa conto della sua assenza da scuola. Di certo non sapeva, o non avrebbe dovuto sapere, il perchè era stato sospeso, ma non sarebbe stato troppo difficile come la sua sospensione avesse di poco seguito lo scontro con il MezzoDrago.

Ma ora sono molto felice che tu sia qui.

Inspirò a fondo l'aroma di miele così tipica della ragazza, arrossendo appena al pensiero di quante volte, durante la permanenza forzata a casa, si era ritrovato ad aprire il piccolo scrigno di legno in cui aveva conservato la ciocca che lei gli aveva regalato per annusare un po' di quell'odore proibito.

Anch'io, sopratutto perchè non mi sono scordato della promessa che mi hai fatto. Ricordi? Mi devi insegnare a usare di più il cervello e meno l'istinto... E Merlino solo sa se ne ho bisogno...

Biascicò le ultime parole tra sè, ricordando il disastro con i minidraghi, per poi guardare negli occhi la ragazza con un carico di aspettativa tale da essere tangibile. Certo lei quella promessa gliela aveva fatto anni prima, e lui non si era dimostrato proprio un ottimo discepolo, ma se voleva avere una qualche chance per convincere la Bennet a prenderlo come assistente e avere così accesso all'aula di Pozioni e alle sue scorte, aveva davvero bisogno del suo aiuto e dei suoi consigli. O almeno era quello che credeva il portoghese.

Cosa sono quelli, appunti?

No, sono degli spartiti di fado. - rispose, porgendo le pergamene alla ragazza, sicuro che non li avrebbe in alcun modo rovinati - Ero uscito in giardino per esercitarmi un po' ...

Aggiunse vago, imbarazzato dal dover confessare alla Ninfa di essere stato retrocesso a supporter.

So che ieri tu e gli altri componenti del coro avete incontrato quelli della Cyprus... com'è andata?

Humpf..

Sbuffò in risposta il Delfino, lasciandosi cadere a terra di fronte alla ragazza, le gambe incrociate in una finta posizione yoga, la borsa a terra e le mani affondate nell'erba alta.

Benissimo - affermò subito dopo con un tono sarcastico, la testa gettata all'indietro e gli occhi fissi sul cielo terso di ottobre - Quelli della Cyprus sono un branco di snob bastardi e bulletti che si credono chissà chi solo perchè la loro scuola è imbattuta da cinquant'anni o più - e sottolineò il concetto che fosse la scuola e non il coro presente a Hogwarts ad aver sempre vinto le ultime competizioni con un tono in falsetto a imitare la loro Direttrice Artistica - hanno approfittato del fatto che gli adulti erano distratti per offenderci tutti... Hanno fatto piangere la colomba rosso - oro - che nel gergo dei nomignoli di Jorge era Ariel - e per poco non hanno scatenato la rissa con Seal e Kenway. Sono stati mitici... però anch'io non sono stato da me.

Precisò anche se lui, a differenza dei due ragazzi più grandi, non aveva minacciato fisicamente nessuno, limitandosi a dare a Regina della donna di dubbia moralità per cui non valeva la pena neanche sprecare il tempo per guardarla. E come dargli torto quando Hogwarts poteva vantare un gioiello come la Herbert? O delle bellezze esotiche e più discrete come visino di pesca e la Menina?

Quello che mi rode è che quei cosi sono tanto idioti e s*****i quanto bravi... Hanno una voce, una coordinazione, un affiatamento... Merlino siamo spacciati.

Concluse il suo monologo lasciandosi andare all'indietro, sdraiandosi in maniera plateale sul prato, tenendo le gambe incrociate per non urtare Melia e allargando le braccia per simulare un cadavere.
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Messaggioda Melia » 27/07/2013, 14:39

Ninfa ma quali leprecauni vai dicendo? E' impossibile dimenticarsi di te. Semplicemente sono stato allontanato forzatamente da scuola a fine Aprile e mi hanno riammesso solo il primo di Ottobre.

Ecco dov'eri finito!

Esclamò Melia, simulando una voce sollevata, quasi si fosse tolta un dubbio ed un peso dal cuore: era stato Zephyr, col suo potere di udito sopraffino, ad informarla per tempo del perché Jorge e la sua sorellina fossero stati puniti, e in cosa consistesse questa punizione; la Herbert dunque era perfettamente a conoscenza della situazione, ma doveva fingere di non sapere nulla per non mettere nei guai se stessa o Kenway, per questo spalancò gli occhi dorati con le pupille verticali che si misero a brillare, se possibile, ancora di più.

Ti ho anche cercato, ma nessuno ha saputo dirmi niente... avrei voluto anche scriverti, ma non sapevo dove indirizzare la lettera... - gli spiegò con quella voce dolce, melodiosa, zuccherina e soprattutto melodica, che ipnotizzava com'era giusto che fosse - Devi darmi il tuo indirizzo, così potrò scriverti anche d'estate, mh?

E sapeva che l'avrebbe fatto immensamente felice, anche se non era abbastanza per lei: subito dopo, infatti, allungò la mano per, se lui gliel'avesse permesso, accarezzargli delicatamente la guancia, in un gesto complice ed intimo che però non era più quello di un'adolescente verso un bambino, ma aveva il sapore di quello di una ragazza verso un ragazzo.
Ah, come prendeva bene in giro lei...

Però mi devi assolutamente spiegare che hai combinato per farti sospendere!
Non eravamo d'accordo che è sempre meglio mantenere un profilo basso e non farsi beccare quando si combina qualcosa?


Gli domandò Melia, corrugando appena la fronte in un'espressione a metà tra il perplesso ed il preoccupato, aggiungendo comunque la sua felicità per averlo nuovamente a scuola; e il discorso della Serpe, forse, permise anche a lui di ricordarsi di qualcosa, una promessa che lei gli aveva fatto e che lui non aveva dimenticato.

Anch'io, sopratutto perchè non mi sono scordato della promessa che mi hai fatto. Ricordi? Mi devi insegnare a usare di più il cervello e meno l'istinto... E Merlino solo sa se ne ho bisogno...

Credo ci sarà parecchio lavoro da fare...

Mormorò la Serpeverde, e se Jorge le avesse spiegato la motivazione della sospensione, quelle parole sarebbero state accompagnate da un'occhiata eloquente ma non accusatoria, né la voce di lei dava l'impressione di star esprimendo un giudizio sul suo comportamento: Melia non lo giudicava mai, e forse era per questo che ad Jorge piaceva tanto la compagnia della ragazza.

No, sono degli spartiti di fado.
Ero uscito in giardino per esercitarmi un po' ...


Li prese delicatamente tra le dita della mano destra, stando ben attenta a non stropicciarli, e li studiò con gli occhi dorati che presentavano una sfumatura attenta, concentrata, seppur fosse chiaro che ci stesse capendo poco, visto che non sapeva minimamente come si suonasse quel tipo di strumento; il riferimento al fado, però, la portò a pensare all'incontro con la Cyprus del giorno prima, per questo le venne spontaneo chiedergli come fosse andata la prima giornata insieme.

Humpf..
Benissimo...
Quelli della Cyprus sono un branco di snob bastardi e bulletti che si credono chissà chi solo perchè la loro scuola è imbattuta da cinquant'anni o più... hanno approfittato del fatto che gli adulti erano distratti per offenderci tutti... Hanno fatto piangere la colomba rosso - oro e per poco non hanno scatenato la rissa con Seal e Kenway. Sono stati mitici... però anch'io non sono stato da meno.


Quelle parole catturarono l'attenzione di Melia più di molte altre: Ariel Jiménez, la colomba rosso-oro di Jorge - perché solo lei poteva essere da lui soprannominata in quel modo - era il giocattolino non più tanto tale di Zephyr, la sua preda a cui il Corvonero, nell'ottica della Herbert, si stava affezionando, soprattutto perché dubitava che la rissa di cui Alvares stava parlando fosse stata fomentata dagli insulti verso Zephyr stesso, quanto più nei confronti della Grifondoro.
Ma c'era solo un modo per togliersi ogni dubbio dalla mente...

Non riesco proprio ad immaginare cos'abbiano potuto dire contro Typhon e Zephyr quelli della Cyprus... - commentò dunque la Serpe, con tono perfettamente leggero e noncurante - Insomma, Seal è una testa calda e si sapeva, ma Kenway è sempre così calmo che non riesco a pensare a nessun insulto in grado di sconvolgerlo al punto da indurlo a reagire!

Aggiunse, scuotendo il capo con aria perplessa: il suo obiettivo era molto semplice, far raccontare ad Jorge come fossero andate le cose di modo che, se davvero avessero insultato la Jiménez e fosse stato quello il motivo della reazione di Zephyr, lei l'avrebbe potuto sapere da qualcuno che aveva personalmente assistito a tutta la scena.

Quello che mi rode è che quei cosi sono tanto idioti e s*****i quanto bravi... Hanno una voce, una coordinazione, un affiatamento... Merlino siamo spacciati.

Sono davvero così pazzeschi?

Chiese la Serpeverde, lasciando che Jorge si sdraiasse ed imitando il suo movimento, sdraiandosi all'indietro per poi posizionarsi su un fianco, col viso rivolto verso di lui in una posizione molto erotica e sensuale, con un braccio piegato sull'erba e la mano da fare da perno al volto e l'altro poggiato lungo il fianco libero.

Beh, ma anche voi siete molto bravi, no?
Non siete un coro affiatato, forse?


Un'idea le stava frullando in testa, un'idea davvero niente male: sapeva che Elisabeth faceva parte del coro, e non aveva dimenticato le occhiate diffidenti che le lanciava ogni volta che s'incrociavano, una cosa alquanto scocciante... che ci fosse modo di mettere Jorge contro la Walker domentando la sua antipatia verso di lei, ammesso che la provasse ancora, con l'ipnosi?

Vai d'accordo con tutti i tuoi compagni musicanti, o c'è qualcuno che proprio non sopporti?
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Melia
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