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Training Volo

Messaggioda Monique » 28/10/2011, 22:29

Signor Ferdy, ecco aperto il suo training di Volo... in bocca al drago!
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Monique
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Messaggioda Ferdy » 30/10/2011, 18:30

L’espresso per Hogwarts era senz’altro il mezzo magico/babbano con il più alto livello di scomodità. I sedili stetti e scomodi avevano indolenzito i miei muscoli lombari, che con il mio intento di riposarli non avevo fatto che peggiorare la situazione.
Il banchetto della sera prima, mi aveva entusiasmato a tal punto da cancellarmi, come se fosse passata una spugna nella mente, tutte le conversazioni tenute la sera precedente. C’era però anche da dire che i letti a baldacchino della Sala Comune facevano miracoli.
Il mio intelletto era pronto anche per quella mattina, pronto per affrontare dei piccoli marmocchi alle prime armi con i manici di scopa.
In realtà quell’ orgoglio verso i ragazzini più piccoli vi recava solo quando voleva fare il “duretto”; avevo sempre adorato l’età infantile: il fatto di dover insegnare a qualcuno ciò che altri avevano impartito a me mi entusiasmava, e non poco!
Era pur sempre la prima lezione; il fatto stesso di dover far ingresso in Sala Professori e dover essere squadrato con espressioni tipo “E tu che ci fai qui!?!” mi infastidiva un tantino, ma sarebbe stato solo un “tormento” momentaneo, ero sicuro che i miei colleghi ci avrebbero fatto l’abitudine.
Alla fin fine rimanevo un semplice Prefetto, e anch’io al posto loro avrei avuto la stessa e identica reazione nel vedermi entrare.
Perciò quella mattina non feci una tranquilla colazione, no, tutto di fretta, non voleva essere in ritardo alla prima lezione, dovevo dar l’esempio dopotutto.
Ripensando alla situazione della Sala Professori decisi di evitarla e dirigermi direttamente nel Cortile Esterno.
Mentre passavo per il corridoio, un sole raggiante mi sorrideva di rimando attraverso le grandi finestre di cristallo, in quiete, in mezzo ad un cielo azzurro acceso. L’assenza del vento avrebbe agevolato la lezione di quella mattina, avevo già programmato tutto ed ero convinto della riuscita di questa, dopotutto ero una persona che si faceva rispettare.
Ero nelle prossimità del cortile, sostai per qualche secondo…

Sei pronto… ce la puoi fare!

E così svoltai l’angolo, sbucando fuori il castello, dove si respirava un clima di tranquillità, di pace, un esilio dal caos. Il sole non era decisamente accecante, dopotutto era ancora presto, ma ero sicuro che di lì ad un’ora il caldo mi avrebbe tenuto compagnia.
Poco più in là, in fondo al prato vi era un gruppetto di ragazzi.
Il cuore batteva a mille, temevo di poter dimenticare tutto, a volte sentiva quella sensazione anche quando era ancora uno studente, ma non c’era timore, poiché tutto era ben immagazzinato.
I ragazzi, cominciarono ad azzittirsi dinanzi la mia presenza e di questo ne fui lieto, volevo evitare di impormi con la forza.
Alcuni erano volti nuovi, altri no, altri ancora ricordavo di averli incontrati nell’Espresso per Hogwarts.
Trassi un respiro profondo.

“Buongiorno ragazzi! Credo mi conosciate ma per chi non lo sa sono il vostro insegnante di Volo, Ferdy Stone!”

Ci fu un coro. Dovevo riconoscere che la mia materia era quella più divertente e appassionante, eccetto per Difesa Contro le Arti Oscure, forse, e quella attenzione probabilmente era dovuta a quello.

“Buongiorno signor Stone!”

Riflettei sul da farsi, poi, al fianco dei ragazzi, in riga, posti davanti a me, comparirono con un gesto di bacchetta una serie di manici di scopa, non proprio all’avanguardia, ma abbastanza maneggevoli, presi tutti dallo sgabuzzino delle scope; uno per ogni studente.

“Bene, prima di utilizzare le Scope vorrei farvi alcune precisazioni! Nelle mie lezioni il primo che toccherà il manico di scopa senza il mio consenso otterrà una punizione tanto severa che rimpiangerà di averlo fatto. La Casa del trasgressore perderà 50 punti, indipendentemente da ciò che egli compie, perché, come sapete, la responsabilità di ciò che accade in questo prato ed in queste ore è mia! Ma ora non vorrei annoiarvi, poiché la teoria lo è abbastanza da se, erano solamente delle precisazioni.”

Sorrisi ai ragazzi, che avevano dipinta sul volto un’espressione terrorizzata e abbastanza tirata che pian piano andava rasserenandosi.
Cominciai a camminare davanti a loro in cerca delle parole esatte per cominciare quella prima lezione.

“Bene! In questa lezione ho intenzione di parlarvi dei manici di scopa, come nascono, come si differenziano, i vari modelli eccetera.” – Potei leggere chiaramente il sorriso che si scambiarono i Dragargenteo in quel momento – “Sappiamo tutti che esistono vari metodi per spostarsi da una parte all’altra del globo terrestre in modo veloce e sicuro. Abbiamo la Materializzazione, anche se leggermente rischioso, l’Armadio Svanitore, anch’esso rischioso, ma se usato correttamente utilissimo, la Metropolvere, o ancora oggetti incantati come le auto volanti; molti maghi, vivendo tra i Babbani, sentirono la necessità di trovare un mezzo comodo, veloce e maneggevole, capace di non dare troppo nell’occhio, cosa meglio di una scopa? La scopa poteva averla chiunque, non c’era bisogno di nasconderla, e soprattutto non c’era il rischio che da un momento all’altro ricevi visite Babbane e ti vedono entrare in un camino!”

Un coro di risate e un sorriso da parte mia, mentre continuavo a camminare sempre con sguardo basso.
Ripresi schiarendomi la voce:

“L’epoca di tale marchingegno – continuai facendo cenno alle scope ferme sul prato selciato – rimane tutt’oggi ignota alla popolazione magica, nemmeno i più esperti ne sanno qualcosa, tantomeno nozioni sull’inventore, purtroppo, ma si doveva trattare di qualche mago famoso che probabilmente conosciamo ma a cui non attribuiamo tale invenzione. Magari Paracelso, o Cyprian Youdle, o ancora Herpo lo Schifido, chissà… Ma dubito che qualcuno di questo trio ne sia l’inventore. Supposizioni!
Nonostante non si sappia con certezza assoluta l’epoca risalente, un dato di fatto abbastanza certo è quello che riguarda i maghi e le streghe del Medioevo, i quali ne facevano già uso.
Naturalmente i manici di scopa hanno subito evoluzioni dai tempi antichi fino ad oggi; non saprei se qualcuno di voi abbia mai visitato il Museo del Quidditch di Londra – guardò speranzoso i suoi Corvonero, ma solo espressioni sorprese e alcuni ragazzi che si domandavano tra loro se ci fossero già stati.
Deduco di no! Ma nessuna preoccupazione…
Se farete mai un itinerario nel museo citato noterete le varie evoluzioni della scopa, di come erano nodosi i manici di scopa e come erano assemblati in maniera poco accurata rispetto alle nostre scope i rametti componenti la coda, ma anche il manico che non veniva lucidato.
Naturalmente alle scope furono conferite tutte le qualità che oggi noi conosciamo da maghi che, come diceva il mio precedente professore, un giorno si misero a sedere su una scrivania e studiarono incanti donanti ammortizzazione, discesa, ascesa, virata destra o sinistra.
Secondo le testimonianze che giungono fino a noi oggi inizialmente i manici di scopa erano privi di comodità e maneggevolezza; soprattutto quando si raggiungevano velocità molto elevate e ad alta quota, la scopa veniva manovrata con difficoltà.
Come già detto gli incanti che muovevano le scope erano arcaici ed elementari (su, giù, destra e sinistra), per cui le famiglie si costruivano da se questi marchingegni.
Un passo in avanti fu quello dell’Incantesimo di ammortizzazione che perfezionò la comodità del manico di scopa. Il merito di ciò va ad Elliot Smethwick, che lo dichiarò nel 1820.
Ma ciò non bastò per l’utilizzo di queste in competizioni vere e proprie.
Per questo dovremo aspettare la nascita delle prime ditte. La prima ditta di cui abbiamo notizie fu quella dei fratelli Orton, che sfornarono la famosa Scopalinda 1, nel 1926.
Tre anni dopo nasce la ditta di Keitch ed Horton, che lancia sul mercato la Comet 140 con un Incanto Auto-frenante annesso.
Naturalmente queste sono le ditte più celebri.
Con il lancio di queste scope si avrà l’occasione di sfoggiarle in competizione. Da qui, infatti arriveremo alla nascita dei primi giochi.
La storia delle scope non segue un filo stabile, per cui ogni tanto la perdiamo di vista, poi ci torna a trovare con la nascita della Nimbus 1000 fino ad arrivare alla 2000 e alla 2001. Seguirà la Firebolt, capace di raggiungere i 250 km/h nell’arco di tempo di 10 secondi, e con la quale si è capaci di compiere azioni in gioco spettacolari ed efficaci. La Firebolt è dotata di un aerodinamicità e maneggevolezza al culmine della perfezione, così come il comfort.
Mi auguro che parlando di comfort vi rendiate conto che stia parlando di comodità.
Avrei voluto anche prendere in considerazione i manici di scopa uno per uno, ma credo che sarà un argomento che affronteremo la prossima volta. Rimane un quarto d’ora circa – dissi guardando il mio orologio da taschino e non vorrei provarvi della pratica, sarebbe un peccato!”

Facce gioiose e da tese a rilassate si presentarono ai miei occhi e sbottai in una risatina.
Concedetti loro qualche minuto per rinfrescare un po le idee, mi rendevo conto che era stata una lezione abbastanza pesante, ma ero sicuro che volando un po avrebbero lasciato la noia a terra.
Stava procedendo tutto per il meglio, erano dei ragazzi abbastanza quieti e questo mi rincuorava; ora avrei visto come se la sarebbero cavata nella pratica.

“Ora, posizionatevi alla sinistra del vostro manico di scopa!”

I ragazzi si ricomposero velocemente e con aria di attenzione seguirono le indicazioni da me date.

“Per prima cosa dovete familiarizzare con il vostro manico di scopa, perciò lasciate al di fuori della vostra testa tutti i pensieri che non legano con ciò che avete al vostro fianco”

Dissi riferendomi ai manici di scopa, ma fu evidente che ciò che lui aveva inteso non fu chiaro ad una ragazzina di Serpeverde che scoppiò in una risatina sbirciando il Dragargenteo che stava a fianco a lei.

“Anche quello signorina…”

Dissi con sguardo sorridente e divertito verso la ragazza che nel frattempo chinava lo sguardo arrossendo.

“Cominciate a conoscerlo, ovvero provate ad unirvi con esso, legate il vostro spirito al suo, riconoscetelo come vostro compagno, come vero compagno!”

Alcune Delfinazzurro chiusero gli occhi per facilitarsi il compito: la concentrazione, infatti, era facilitata non vedendo ciò che ci circonda.
Esitai per un altro minuto e ripresi, sottovoce, in modo da non frammentare il loro stato attuale.

“Pronunciate a voce chiara <<Su!>>, senza interrompere il contatto che avete instaurato, aprendo la mano destra in direzione della scopa, pronti per afferrarla.”

Un coro di “Su!” e una ventina di scope sfrecciarono verso l’alto, altri ci misero un po di più, ma lui era comunque fiero. La loro predisposizione era un fattore importante; ero sicuro che da quel momento fino alla fine dell’anno sarebbe andato tutto bene.

“Ora potete montare sulle scope, rimanendo con i piedi sul terreno. Poi datevi una leggerissima spinta, rimanendo in contatto con il vostro “amico” e cominciate a direzionarla dove preferita senza superare un’altitudine di due metri. Aiutatevi con la massa del vostro corpo.”

Gli ultimi dieci minuti li trascorsero così, mantenendo quell’altitudine, e sfrecciando da una parte all’altra del cortile esterno. Io ero raggiante!

“Bene! Vi prego di perdere quota e lasciare i manici di scopa sul prato, dobbiamo tornare al Castello!”

Quelle parole le pronunciai a malincuore ed i ragazzi, con disapprovazione, si riunirono intorno a lui, lasciando le scope sul prato.

“Bene! Assegno 5 punti a ciascuno di voi! Infine, ecco a voi i compiti da svolgere per la prossima lezione!”

Con un gesto di bacchetta dei fogli di pergamena svolazzarono tra le loro braccia.

COMPITI DELLA I LEZIONE DI VOLO – VOLIAMO NELLA STORIA…

1) Designa le origini dei manici di scopa, lo sviluppo, e la nascita delle prime ditte di scope. (5 punti)
2) Conosci qualche manico di scopa? Se si, quale? Svolgi una breve ricerca su di esso. (5 punti)
3) Rifletti sulla lezione tenuta dal professor Stone. Rifletti su cosa ti è piaciuto, e cosa ti ha maggiormente interessato di ciò che egli ha spiegato. (Qui dovreste svolgere un GDR tenendo conto dei punti evidenziati nella domanda) (10 punti)

“Bene ragazzi! Voglio rielaborazione nei vostri elaborati, il punteggio dei compiti interamente copiati dalla lezione saranno valutati sarà “0”, di conseguenza TROLL! Buon lavoro e alla prossima lezione…”

Congedai i ragazzi; era stata una lezione equilibrata. Non avevo annoiato troppo, ne divertito troppo. Non volevo viziarli.
Il vocio che un momento prima regnava sul prato ora era scomparso, e le scope scomparirono con un gesto della mia bacchetta.
Quella sua prima prova era stata superata con successo.
Ferdy
 
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Messaggioda Monique » 02/11/2011, 15:37

L’espresso per Hogwarts era senz’altro il mezzo magico/babbano con il più alto livello di scomodità: i sedili stretti e scomodi avevano indolenzito i miei muscoli lombari, [st]che con il mio intento di riposarli non avevo fatto che peggiorare la situazione[/st] (suona meglio con: la cui situazione era semplicemene peggiorata nonostante avessi tentato di farli riposare).
Il banchetto della sera prima mi aveva entusiasmato a tal punto da cancellarmi, come se fosse passata una spugna nella mente, tutte le conversazioni tenute la sera precedente. C’era però anche da dire che i letti a baldacchino [st]della Sala Comune[/st] (in teoria quando sei professore dormi negli alloggi degli insegnanti, però è anche vero che ancora non sei un adulto quindi magari evita il problema parlando della "tua stanza", che potrebbe tranquillamente riferirsi sia alla Sala Comune Corvonero sia agli alloggi docenti) facevano miracoli.
Il mio intelletto era pronto anche per quella mattina, pronto per affrontare dei piccoli marmocchi alle prime armi con i manici di scopa.
In realtà quell’orgoglio verso i ragazzini più piccoli [st]vi recava[/st] (meglio: era presente) solo quando volevo (ricordati che parli in prima persona) fare il “duretto”; avevo sempre adorato l’età infantile: il fatto di dover insegnare a qualcuno ciò che altri avevano impartito a me mi entusiasmava, e non poco!
Era pur sempre la prima lezione; il fatto stesso di dover far ingresso in Sala Professori e dover essere squadrato con espressioni tipo “E tu che ci fai qui!?!” mi infastidiva un tantino, ma sarebbe stato solo un “tormento” momentaneo, ero sicuro che i miei colleghi ci avrebbero fatto l’abitudine.
Alla fin fine [st]rimanevo[/st] (non è sbagliato ma sta meglio: ero sempre stato fino a quel momento solo) un semplice Prefetto, e anch’io al posto loro avrei avuto la stessa e identica reazione nel vedermi entrare.
Perciò quella mattina non feci una tranquilla colazione, no, tutto di fretta, non voleva essere in ritardo alla prima lezione, dovevo dar l’esempio dopotutto.
Ripensando alla situazione della Sala Professori decisi di evitarla e dirigermi direttamente nel Cortile Esterno.
Mentre passavo per il corridoio, un sole raggiante mi sorrideva di rimando attraverso le grandi finestre di cristallo, in quiete, in mezzo ad un cielo azzurro acceso. L’assenza del vento avrebbe agevolato la lezione di quella mattina, avevo già programmato tutto ed ero convinto della riuscita di questa, dopotutto ero una persona che si faceva rispettare.
Ero nelle prossimità del cortile, sostai per qualche secondo…

Sei pronto… ce la puoi fare!

E così svoltai l’angolo, sbucando fuori dal castello, dove si respirava un clima di tranquillità, di pace, un esilio dal caos. Il sole non era decisamente accecante, dopotutto era ancora presto, ma ero sicuro che di lì ad un’ora il caldo mi avrebbe tenuto compagnia.
Poco più in là, in fondo al prato, vi era un gruppetto di ragazzi.
Il cuore batteva a mille, temevo di poter dimenticare tutto, a volte sentivo quella sensazione anche quando ero (ricordati la prima persona) ancora uno studente, ma non c’era timore, poiché tutto era ben immagazzinato.
I ragazzi cominciarono ad azzittirsi dinanzi la mia presenza e di questo ne fui lieto, volevo evitare di impormi con la forza.
Alcuni erano volti nuovi, altri no, altri ancora ricordavo di averli incontrati sull’Espresso per Hogwarts.
Trassi un respiro profondo.

“Buongiorno ragazzi! Credo mi conosciate ma per chi non lo sa sono il vostro insegnante di Volo, Ferdy Stone!”

Ci fu un coro. Dovevo riconoscere che la mia materia era quella più divertente e appassionante, eccetto per Difesa Contro le Arti Oscure, forse, e quella attenzione probabilmente era dovuta a quello.

“Buongiorno signor Stone!”

Riflettei sul da farsi, poi, al fianco dei ragazzi, in riga e posti davanti a me, comparirono con un gesto di bacchetta una serie di manici di scopa, non proprio all’avanguardia ma abbastanza maneggevoli, presi tutti dallo sgabuzzino delle scope; uno per ogni studente.

“Bene, prima di utilizzare le Scope vorrei farvi alcune precisazioni! Nelle mie lezioni il primo che toccherà il manico di scopa senza il mio consenso otterrà una punizione tanto severa che rimpiangerà di averlo fatto. La Casa del trasgressore perderà 50 punti, indipendentemente da ciò che egli compie perché, come sapete, la responsabilità di ciò che accade in questo prato ed in queste ore è mia! Ma ora non vorrei [st]annoiarvi[/st] (non è sbagliato, ma visto che dopo vuoi dire che la teoria è noiosa già di suo, devi rendere prima la noia come aggettivo, quindi magari scrivi: continuare con questi discorsi noiosi), poiché la teoria lo è abbastanza [st]da se[/st] (meglio: di suo), erano solamente delle precisazioni.”

Sorrisi ai ragazzi, che avevano dipinta sul volto un’espressione terrorizzata e abbastanza tirata che pian piano andava rasserenandosi.
Cominciai a camminare davanti a loro in cerca delle parole esatte per cominciare quella prima lezione.

“Bene! In questa lezione ho intenzione di parlarvi dei manici di scopa, come nascono, come si differenziano, i vari modelli eccetera – (quando scrivi qualcosa tra - - la prima lettera va scritta in minuscolo, inoltre non c'è bisogno di mettere il punto dopo l'ultima parola del parlato) potei leggere chiaramente il sorriso che si scambiarono i Dragargenteo in quel momento –(quando inserisci all'interno di un discorso parlato una frase esterna ad esso, come in questo caso dove tra trattini parli di ciò che succede in reazione alle parole del tuo pg, non c'è bisogno di chiudere tra virgolette il discorso per poi riaprirlo, basta inserire tra - - quella parte dello scritto che è esterna al parlato) Sappiamo tutti che esistono vari metodi per spostarsi da una parte all’altra del globo terrestre in modo veloce e sicuro. Abbiamo la Materializzazione, anche se leggermente rischioso, l’Armadio Svanitore, anch’esso rischioso, ma se usato correttamente utilissimo, la Metropolvere, o ancora oggetti incantati come le auto volanti; molti maghi, vivendo tra i Babbani, sentirono la necessità di trovare un mezzo comodo, veloce e maneggevole, capace di non dare troppo nell’occhio, cosa meglio di una scopa? La scopa poteva averla chiunque, non c’era bisogno di nasconderla, e soprattutto non c’era il rischio che da un momento all’altro [st]ricevi[/st] (meglio: si ricevessero) visite Babbane e ti [st]vedono[/st] (meglio: ti vedessero, visto che stai facendo un discorso al passato devi cercare di far concordare tutti i verbi. Confesso però di aver capito poco il senso proprio della frase, forse dovresti cercare d esprimere il concetto in modo diverso) entrare in un camino!”

Un coro di risate e un sorriso da parte mia, mentre continuavo a camminare sempre con sguardo basso.
Ripresi schiarendomi la voce:

“L’epoca di tale marchingegno – continuai facendo cenno alle scope ferme sul prato selciato – rimane tutt’oggi ignota alla popolazione magica, nemmeno i più esperti ne sanno qualcosa, tantomeno nozioni sull’inventore purtroppo, ma si doveva trattare di qualche mago famoso che probabilmente conosciamo ma a cui non attribuiamo tale invenzione. Magari Paracelso, o Cyprian Youdle, o ancora Herpo lo Schifido, chissà… Ma dubito che qualcuno di questo trio ne sia l’inventore. Supposizioni!
Nonostante non si sappia con certezza assoluta l’epoca risalente, un dato di fatto abbastanza certo è quello che riguarda i maghi e le streghe del Medioevo, i quali ne facevano già uso.
Naturalmente i manici di scopa hanno subito evoluzioni dai tempi antichi fino ad oggi; non [st]saprei[/st] (meglio: so) se qualcuno di voi abbia mai visitato il Museo del Quidditch di Londra – guardai (ricordati sempre che parli in prima persona) speranzoso i miei (stesso discorso di prima) Corvonero, ma solo espressioni sorprese e alcuni ragazzi che si domandavano tra loro se ci fossero già stati - (avendo inserito una parte di discorso esterna al parlato ricordati di chiuderla coi trattini e di proseguire senza andare a capo) Deduco di no! Ma nessuna preoccupazione… Se farete mai un itinerario nel museo citato noterete le varie evoluzioni della scopa, di come erano nodosi i suoi (così eviti di ripetere la parola "scopa") manici [st]di scopa[/st], [st]e[/st] come erano assemblati in maniera poco accurata rispetto alle nostre scope i rametti componenti la coda, [st]ma anche il manico che non veniva lucidato[/st]. (meglio: ma anche come il manico non venisse mai lucidato)
Naturalmente alle scope furono conferite tutte le qualità che oggi noi conosciamo da maghi che, come diceva il mio precedente professore, un giorno si misero a sedere su una scrivania e studiarono incanti donanti ammortizzazione, discesa, ascesa, virata destra o sinistra.
Secondo le testimonianze che giungono fino a noi oggi inizialmente i manici di scopa erano privi di comodità e maneggevolezza; soprattutto, quando si raggiungevano velocità molto elevate e ad alta quota la scopa veniva manovrata con difficoltà.
Come già detto gli incanti che muovevano le scope erano arcaici ed elementari (su, giù, destra e sinistra), per cui le famiglie si costruivano da sé questi marchingegni.
Un passo in avanti fu quello dell’Incantesimo di ammortizzazione che perfezionò la comodità del manico di scopa: il merito di ciò va ad Elliot Smethwick, che lo [st]dichiarò[/st] (meglio: rese ufficiale) nel 1820.
Ma ciò non bastò per l’utilizzo di [st]queste[/st] (meglio: questi oggetti) in competizioni vere e proprie, [st]per questo[/st] (meglio: per cui. Non c'è nemmeno bisogno di mettere punto e andare a capo, puoi fare un discorso continuo) dovremo aspettare la nascita delle prime ditte. La prima ditta di cui abbiamo notizie fu quella dei fratelli Orton, che sfornarono la famosa Scopalinda 1, nel 1926.
Tre anni dopo nasce la ditta di Keitch ed Horton, che lancia sul mercato la Comet 140 con un Incanto Auto-frenante annesso.
Naturalmente queste sono le ditte più celebri.
Con il lancio di queste scope si avrà l’occasione di sfoggiarle in competizione: da qui, infatti, arriveremo alla nascita dei primi giochi.
La storia delle scope non segue un filo stabile, per cui ogni tanto la perdiamo di vista, poi ci torna a trovare con la nascita della Nimbus 1000 fino ad arrivare alla 2000 e alla 2001. Seguirà la Firebolt, capace di raggiungere i 250 km/h nell’arco di tempo di 10 secondi, e con la quale si è capaci di compiere azioni in gioco spettacolari ed efficaci. La Firebolt è dotata di un aerodinamicità e maneggevolezza al culmine della perfezione, così come il comfort. (Considerato che siamo nel 2103, perchè non parlare delle scope che sono presenti in questi anni? Fai riferimento al negozio di scope di Hogsmeade, magari inventandoti qualche informazione sugli ultimi modelli)
Mi auguro che parlando di comfort vi rendiate conto che sto parlando di comodità.
Avrei voluto anche prendere in considerazione i manici di scopa uno per uno, ma credo che sarà un argomento che affronteremo la prossima volta. Rimane un quarto d’ora circa – dissi guardando il mio orologio da taschino - (ricordati di chiudere sempre i discorsi esterni al parlato) e non vorrei privarvi della pratica, sarebbe un peccato!”

Facce gioiose e da tese a rilassate si presentarono ai miei occhi e sbottai in una risatina.
Concedetti loro qualche minuto per rinfrescare un po' le idee, mi rendevo conto che era stata una lezione abbastanza pesante, ma ero sicuro che volando un po' avrebbero lasciato la noia a terra.
Stava procedendo tutto per il meglio, erano dei ragazzi abbastanza quieti e questo mi rincuorava; ora avrei visto come se la sarebbero cavata nella pratica.

“Ora, posizionatevi alla sinistra del vostro manico di scopa!”

I ragazzi si ricomposero velocemente e con aria di attenzione seguirono le indicazioni da me date.

“Per prima cosa dovete familiarizzare con il vostro manico di scopa, perciò lasciate al di fuori della vostra testa tutti i pensieri che non legano con ciò che avete al vostro fianco”

Dissi riferendomi ai manici di scopa, ma fu evidente che ciò che [st]lui[/st] io avevo (ricordati sempre la prima persona) inteso non fu chiaro ad una ragazzina di Serpeverde che scoppiò in una risatina sbirciando il Dragargenteo che stava a fianco a lei.

“Anche quello signorina…”

Dissi con sguardo sorridente e divertito verso la ragazza che nel frattempo chinava lo sguardo arrossendo.

“Cominciate a conoscerlo, ovvero provate ad unirvi con esso, legate il vostro spirito al suo, riconoscetelo come vostro compagno, come vero compagno!”

Alcune Delfinazzurro chiusero gli occhi per facilitarsi il compito: la concentrazione, infatti, era facilitata non vedendo ciò che ci circonda.
Esitai per un altro minuto e ripresi, sottovoce, in modo da non frammentare il loro stato attuale.

“Pronunciate a voce chiara <<Su!>>, senza interrompere il contatto che avete instaurato, aprendo la mano destra in direzione della scopa, pronti per afferrarla.”

Un coro di “Su!” e una ventina di scope sfrecciarono verso l’alto, altri ci misero un po' di più, ma [st]lui[/st] io ero comunque fiero (ricordati sempre la prima persona). La loro predisposizione era un fattore importante; ero sicuro che da quel momento fino alla fine dell’anno sarebbe andato tutto bene.

“Ora potete montare sulle scope, rimanendo con i piedi sul terreno. Poi datevi una leggerissima spinta, rimanendo in contatto con il vostro “amico” e cominciate a direzionarla dove preferite senza superare un’altitudine di due metri. Aiutatevi con la massa del vostro corpo.”

Gli ultimi dieci minuti li trascorsero così, mantenendo quell’altitudine, e sfrecciando da una parte all’altra del cortile esterno. Io ero raggiante!

“Bene! Vi prego di perdere quota e lasciare i manici di scopa sul prato, dobbiamo tornare al Castello!”

Quelle parole le pronunciai a malincuore ed i ragazzi, con disapprovazione, si riunirono intorno a [st]lui[/st] me (ricordati sempre la prima persona), lasciando le scope sul prato.

“Bene! Assegno 5 punti a ciascuno di voi! Infine, ecco a voi i compiti da svolgere per la prossima lezione!”

Con un gesto di bacchetta dei fogli di pergamena svolazzarono tra le loro braccia.

COMPITI DELLA I LEZIONE DI VOLO – VOLIAMO NELLA STORIA…

1) Designa le origini dei manici di scopa, lo sviluppo, e la nascita delle prime ditte di scope. (5 punti)
2) Conosci qualche manico di scopa? Se si, quale? Svolgi una breve ricerca su di esso. (5 punti)
3) Rifletti sulla lezione tenuta dal professor Stone. Rifletti su cosa ti è piaciuto, e cosa ti ha maggiormente interessato di ciò che egli ha spiegato. (Qui dovreste svolgere un GDR tenendo conto dei punti evidenziati nella domanda) (10 punti)

“Bene ragazzi! Voglio rielaborazione nei vostri elaborati, il punteggio dei compiti interamente copiati dalla lezione saranno valutati sarà “0”, di conseguenza TROLL! Buon lavoro e alla prossima lezione…”

Congedai i ragazzi; era stata una lezione equilibrata. Non avevo annoiato troppo, né divertito troppo. Non volevo viziarli.
Il [st]vocio[/st] (meglio: vociare)che un momento prima regnava sul prato ora era scomparso, e le scope scomparirono con un gesto della mia bacchetta.
Quella [st]sua[/st] mia (ricordati sempre la prima persona) prima prova era stata superata con successo.

Dunque Ferdy, ecco qui la revisione del tuo training, che passo ad analizzare nel dettaglio: i contenuti sono buoni, dai moltissime informazioni sulle origini delle scope, sulle loro caratteristiche, ed anche i compiti mi piacciono molto. Ci sono un po' di problemi però: qualche svista (soprattutto il passaggio dalla prima alla terza persona), alcuni sbagli stilistici (come il discorso che quando parli e vuoi inserire cosa fanno gli altri o il tuo pg devi inserire i trattini) e fortunatamente pochi errori di grammatica (ricordati che sé quando non è seguito da "stesso", vuole l'accento, così come po' che chiede l'apostrofo); ciò che c'è invece in abbondanza sono gli errori di forma, ovvero modi sbagliati di spiegare un concetto, che spesso risultano troppo contorti o difficili da comprendere. Questo però è un tipo di errore che si elimina mano mano con la pratica, quindi penalizzarti completamente per questo trovo sarebbe sbagliato da parte mia. Un'altra cosa che mi sento di farti notare, ma è molto a gusto personale, è di provare a fare periodi più lunghi, evitando di troncare così spesso come hai fatto il discorso col punto e a capo: come ti ho detto però, questa è più che altro una questione soggettiva.
Per questo ti chiedo di provare a postare una seconda lezione mettendo in atto le correzioni che ti ho segnato: occhio agli errori di ortografia, di grammatica, le sviste e cerca di scrivere la lezione facendo attenzione alla forma, cercando di renderla il più scorrevole e semplice possibile. Per qualsiasi chiarimento sulle correzioni o dubbi sulla pubblicazione della seconda lezione, sono disponibile a parlare per chat e/o mp.

Monique
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Iscritto il: 05/09/2011, 11:51
Località: Cittadina del mondo

Messaggioda Ferdy » 09/11/2011, 19:42

L’espresso per Hogwarts era senz’altro il mezzo magico/babbano con il più alto livello di scomodità: i sedili stretti e scomodi avevano indolenzito i miei muscoli lombari, la cui situazione era semplicemene peggiorata nonostante avessi tentato di farli riposare.
Il banchetto della sera prima mi aveva entusiasmato a tal punto da cancellarmi, come se fosse passata una spugna nella mente, tutte le conversazioni tenute la sera precedente. C’era però anche da dire che i letti a baldacchino della Sala Comune (in teoria quando sei professore dormi negli alloggi degli insegnanti, però è anche vero che ancora non sei un adulto quindi magari evita il problema parlando della "tua stanza", che potrebbe tranquillamente riferirsi sia alla Sala Comune Corvonero sia agli alloggi docenti) facevano miracoli.
Il mio intelletto era pronto anche per quella mattina, pronto per affrontare dei piccoli marmocchi alle prime armi con i manici di scopa.
In realtà quell’orgoglio verso i ragazzini più piccoli era presente solo quando volevo fare il “duretto”; avevo sempre adorato l’età infantile: il fatto di dover insegnare a qualcuno ciò che altri avevano impartito a me mi entusiasmava, e non poco!
Era pur sempre la prima lezione; il fatto stesso di dover far ingresso in Sala Professori e dover essere squadrato con espressioni tipo “E tu che ci fai qui!?!” mi infastidiva un tantino, ma sarebbe stato solo un “tormento” momentaneo, ero sicuro che i miei colleghi ci avrebbero fatto l’abitudine.
Ero sempre stato fino a quel momento solo un semplice Prefetto, e anch’io al posto loro avrei avuto la stessa e identica reazione nel vedermi entrare.
Perciò quella mattina non feci una tranquilla colazione, no, tutto di fretta, non voleva essere in ritardo alla prima lezione, dovevo dar l’esempio dopotutto.
Ripensando alla situazione della Sala Professori decisi di evitarla e dirigermi direttamente nel Cortile Esterno.
Mentre passavo per il corridoio, un sole raggiante mi sorrideva di rimando attraverso le grandi finestre di cristallo, in quiete, in mezzo ad un cielo azzurro acceso. L’assenza del vento avrebbe agevolato la lezione di quella mattina, avevo già programmato tutto ed ero convinto della riuscita di questa, dopotutto ero una persona che si faceva rispettare.
Ero nelle prossimità del cortile, sostai per qualche secondo…

Sei pronto… ce la puoi fare!

E così svoltai l’angolo, sbucando fuori dal castello, dove si respirava un clima di tranquillità, di pace, un esilio dal caos. Il sole non era decisamente accecante, dopotutto era ancora presto, ma ero sicuro che di lì ad un’ora il caldo mi avrebbe tenuto compagnia.
Poco più in là, in fondo al prato, vi era un gruppetto di ragazzi.
Il cuore batteva a mille, temevo di poter dimenticare tutto, a volte sentivo quella sensazione anche quando ero ancora uno studente, ma non c’era timore, poiché tutto era ben immagazzinato.
I ragazzi cominciarono ad azzittirsi dinanzi la mia presenza e di questo ne fui lieto, volevo evitare di impormi con la forza.
Alcuni erano volti nuovi, altri no, altri ancora ricordavo di averli incontrati sull’Espresso per Hogwarts.
Trassi un respiro profondo.

“Buongiorno ragazzi! Credo mi conosciate ma per chi non lo sa sono il vostro insegnante di Volo, Ferdy Stone!”

Ci fu un coro. Dovevo riconoscere che la mia materia era quella più divertente e appassionante, eccetto per Difesa Contro le Arti Oscure, forse, e quella attenzione probabilmente era dovuta a quello.

“Buongiorno signor Stone!”

Riflettei sul da farsi, poi, al fianco dei ragazzi, in riga e posti davanti a me, comparirono con un gesto di bacchetta una serie di manici di scopa, non proprio all’avanguardia ma abbastanza maneggevoli, presi tutti dallo sgabuzzino delle scope; uno per ogni studente.

“Bene, prima di utilizzare le Scope vorrei farvi alcune precisazioni! Nelle mie lezioni il primo che toccherà il manico di scopa senza il mio consenso otterrà una punizione tanto severa che rimpiangerà di averlo fatto. La Casa del trasgressore perderà 50 punti, indipendentemente da ciò che egli compie perché, come sapete, la responsabilità di ciò che accade in questo prato ed in queste ore è mia! Ma ora non vorrei annoiarvi con questi discorsi noiosi, poiché la teoria lo è abbastanza di suo, erano solamente delle precisazioni.”

Sorrisi ai ragazzi, che avevano dipinta sul volto un’espressione terrorizzata e abbastanza tirata che pian piano andava rasserenandosi.
Cominciai a camminare davanti a loro in cerca delle parole esatte per cominciare quella prima lezione.

“Bene! In questa lezione ho intenzione di parlarvi dei manici di scopa, come nascono, come si differenziano, i vari modelli eccetera – potei leggere chiaramente il sorriso che si scambiarono i Dragargenteo in quel momento – Sappiamo tutti che esistono vari metodi per spostarsi da una parte all’altra del globo terrestre in modo veloce e sicuro. Abbiamo la Materializzazione, anche se leggermente rischioso, l’Armadio Svanitore, anch’esso rischioso, ma se usato correttamente utilissimo, la Metropolvere, o ancora oggetti incantati come le auto volanti; molti maghi, vivendo tra i Babbani, sentirono la necessità di trovare un mezzo comodo, veloce e maneggevole, capace di non dare troppo nell’occhio, cosa meglio di una scopa? La scopa poteva averla chiunque, non c’era bisogno di nasconderla, e non era così rischioso come la Metropolvere. Provate ad immaginare la reazione di un vicino Babbano nel vedervi prendere fuoco all'interno del vostro camino e svanire nel nulla; ovviamente sarebbe improbabile come situazione!"

Un coro di risate e un sorriso da parte mia, mentre continuavo a camminare sempre con sguardo basso.
Ripresi schiarendomi la voce:

“L’epoca di tale marchingegno – continuai facendo cenno alle scope ferme sul prato selciato – rimane tutt’oggi ignota alla popolazione magica, nemmeno i più esperti ne sanno qualcosa, tantomeno nozioni sull’inventore purtroppo, ma si doveva trattare di qualche mago famoso che probabilmente conosciamo ma a cui non attribuiamo tale invenzione. Magari Paracelso, o Cyprian Youdle, o ancora Herpo lo Schifido, chissà… Ma dubito che qualcuno di questo trio ne sia l’inventore. Supposizioni!
Nonostante non si sappia con certezza assoluta l’epoca risalente, un dato di fatto abbastanza certo è quello che riguarda i maghi e le streghe del Medioevo, i quali ne facevano già uso.
Naturalmente i manici di scopa hanno subito evoluzioni dai tempi antichi fino ad oggi; non so se qualcuno di voi abbia mai visitato il Museo del Quidditch di Londra... – guardai speranzoso i miei Corvonero, ma solo espressioni sorprese e alcuni ragazzi che si domandavano tra loro se ci fossero già stati - ... Deduco di no! Ma nessuna preoccupazione… Se farete mai un itinerario nel museo citato noterete le varie evoluzioni della scopa, di come erano nodosi i suoi manici, e come erano assemblati in maniera poco accurata rispetto alle nostre scope i rametti componenti la coda, ma anche come il manico non venisse mai lucidato.
Naturalmente alle scope furono conferite tutte le qualità che oggi noi conosciamo da maghi che, come diceva il mio precedente professore, un giorno si misero a sedere su una scrivania e studiarono incanti donanti ammortizzazione, discesa, ascesa, virata destra o sinistra.
Secondo le testimonianze che giungono fino a noi oggi inizialmente i manici di scopa erano privi di comodità e maneggevolezza; soprattutto, quando si raggiungevano velocità molto elevate e ad alta quota la scopa veniva manovrata con difficoltà.
Come già detto gli incanti che muovevano le scope erano arcaici ed elementari (su, giù, destra e sinistra), per cui le famiglie si costruivano da sé questi marchingegni.
Un passo in avanti fu quello dell’Incantesimo di ammortizzazione che perfezionò la comodità del manico di scopa: il merito di ciò va ad Elliot Smethwick, che lo rese ufficiale nel 1820.
Ma ciò non bastò per l’utilizzo di questi oggetti in competizioni vere e proprie, per cui dovremo aspettare la nascita delle prime ditte. La prima ditta di cui abbiamo notizie fu quella dei fratelli Orton, che sfornarono la famosa Scopalinda 1, nel 1926.
Tre anni dopo nasce la ditta di Keitch ed Horton, che lancia sul mercato la Comet 140 con un Incanto Auto-frenante annesso.
Naturalmente queste sono le ditte più celebri.
Con il lancio di queste scope si avrà l’occasione di sfoggiarle in competizione: da qui, infatti, arriveremo alla nascita dei primi giochi.
La storia delle scope non segue un filo stabile, per cui ogni tanto la perdiamo di vista, poi ci torna a trovare con la nascita della Nimbus 1000 fino ad arrivare alla 2000 e alla 2001. Seguirà la Firebolt, capace di raggiungere i 250 km/h nell’arco di tempo di 10 secondi, e con la quale si è capaci di compiere azioni in gioco spettacolari ed efficaci. La Firebolt è dotata di un aerodinamicità e maneggevolezza al culmine della perfezione, così come il comfort.
Mi auguro che parlando di comfort vi rendiate conto che sto parlando di comodità.
Mi rendo conto di avervi annoiato, ma non temete, passeremo anche ad esaminare la storia contemporanea delle scope, anzi ci tengo a precisare, delle caratteristiche dei manici all'avanguardia.
Avrei tanto voluto parlare al mio bis-bisnonno di questi "bolidi" di cui ci serviamo al mondo d'oggi. Sapete? Lui era un grande giocatore di Quidditch - espressioni ad "o" e boati di ammirazione - e si vantava molto delle scope che possedeva, e ci tengo a dire che si trattava bene. E mi domando come mi invidia da lassù nel veder me utilizzare una Firebolt 2103.
Come sapete quella che vi ho appena citata è l'ultimo degli ultimi modelli: uscito appena una settimana fa, questa scopa raggiunge i 400 kilometri orari nell'intervallo di tempo di 7.5 secondi. La maneggevolezza di questa scopa è come quella di una piuma; il peso di appena 3 kilogrammi contribuisce a raggiungere il livello massimo della comodità. L'aerodinamicità è circa 10 volte quella di una Firebolt, intendo la prima Firebolt, quella del 1994.
Avrei voluto anche prendere in considerazione i manici di scopa uno per uno, ma si è fatto tardi, quello enunciato sarebbe stato un peccato rimandarlo alla prossima volta, per cui ho anticipato. Rimane un quarto d’ora circa – dissi guardando il mio orologio da taschino - e non vorrei privarvi della pratica, sarebbe un peccato! ”

Facce gioiose e da tese a rilassate si presentarono ai miei occhi e sbottai in una risatina.
Concedetti loro qualche minuto per rinfrescare un po' le idee, mi rendevo conto che era stata una lezione abbastanza pesante, ma ero sicuro che volando un po' avrebbero lasciato la noia a terra.
Stava procedendo tutto per il meglio, erano dei ragazzi abbastanza quieti e questo mi rincuorava; ora avrei visto come se la sarebbero cavata nella pratica.

“Ora, posizionatevi alla sinistra del vostro manico di scopa!”

I ragazzi si ricomposero velocemente e con aria di attenzione seguirono le indicazioni da me date.

“Per prima cosa dovete familiarizzare con il vostro manico di scopa, perciò lasciate al di fuori della vostra testa tutti i pensieri che non legano con ciò che avete al vostro fianco”

Dissi riferendomi ai manici di scopa, ma fu evidente che ciò che lui io avevo (ricordati sempre la prima persona) inteso non fu chiaro ad una ragazzina di Serpeverde che scoppiò in una risatina sbirciando il Dragargenteo che stava a fianco a lei.

“Anche quello signorina…”

Dissi con sguardo sorridente e divertito verso la ragazza che nel frattempo chinava lo sguardo arrossendo.

“Cominciate a conoscerlo, ovvero provate ad unirvi con esso, legate il vostro spirito al suo, riconoscetelo come vostro compagno, come vero compagno!”

Alcune Delfinazzurro chiusero gli occhi per facilitarsi il compito: la concentrazione, infatti, era facilitata non vedendo ciò che ci circonda.
Esitai per un altro minuto e ripresi, sottovoce, in modo da non frammentare il loro stato attuale.

“Pronunciate a voce chiara <<Su!>>, senza interrompere il contatto che avete instaurato, aprendo la mano destra in direzione della scopa, pronti per afferrarla.”

Un coro di “Su!” e una ventina di scope sfrecciarono verso l’alto, altri ci misero un po' di più, ma lui io ero comunque fiero (ricordati sempre la prima persona). La loro predisposizione era un fattore importante; ero sicuro che da quel momento fino alla fine dell’anno sarebbe andato tutto bene.

“Ora potete montare sulle scope, rimanendo con i piedi sul terreno. Poi datevi una leggerissima spinta, rimanendo in contatto con il vostro “amico” e cominciate a direzionarla dove preferite senza superare un’altitudine di due metri. Aiutatevi con la massa del vostro corpo.”

Gli ultimi dieci minuti li trascorsero così, mantenendo quell’altitudine, e sfrecciando da una parte all’altra del cortile esterno. Io ero raggiante!

“Bene! Vi prego di perdere quota e lasciare i manici di scopa sul prato, dobbiamo tornare al Castello!”

Quelle parole le pronunciai a malincuore ed i ragazzi, con disapprovazione, si riunirono intorno a lui me (ricordati sempre la prima persona), lasciando le scope sul prato.

“Bene! Assegno 5 punti a ciascuno di voi! Infine, ecco a voi i compiti da svolgere per la prossima lezione!”

Con un gesto di bacchetta dei fogli di pergamena svolazzarono tra le loro braccia.

COMPITI DELLA I LEZIONE DI VOLO – VOLIAMO NELLA STORIA…

1) Designa le origini dei manici di scopa, lo sviluppo, e la nascita delle prime ditte di scope, enunciando anche la Firebolt 2103. (7 punti)
2) Conosci qualche manico di scopa? Se si, quale? Svolgi una breve ricerca su di esso. (Qui premio anche la fantasia: tenendo conto che siamo nel 2103 vi do' la possibilià di inventarvene uno e descriverlo il più dettagliatamente possibile. Il più accurato e fantasioso sarà introdotto nella prossima lezione). (7 punti)
3) Rifletti sulla lezione tenuta dal professor Stone. Rifletti su cosa ti è piaciuto, e cosa ti ha maggiormente interessato di ciò che egli ha spiegato. (Qui dovreste svolgere un GDR tenendo conto dei punti evidenziati nella domanda) (10 punti)

“Bene ragazzi! Voglio rielaborazione nei vostri elaborati, il punteggio dei compiti interamente copiati dalla lezione saranno valutati con “0”, di conseguenza TROLL! Inoltre il miglior elaborato sarà premiato con 3 punti extra, mentre la Casata che consegna il maggior numero di elaborati sufficienti avrà 3 punti extra! Buon lavoro e alla prossima lezione…”

Congedai i ragazzi; era stata una lezione equilibrata. Non avevo annoiato troppo, né divertito troppo. Non volevo viziarli.
Il vociare che un momento prima regnava sul prato ora era scomparso, e le scope scomparirono con un gesto della mia bacchetta.
Quella mia prima prova era stata superata con successo.

Spoiler:
Monique
Ferdy
 
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Messaggioda Monique » 09/11/2011, 20:16

Molto bene, signor Ferdy: questa lezione è decisamente migliorata rispetto a quella precedente, più fluida nei contenuti e nelle spiegazioni dei concetti, sono molto soddisfatta.
Unico appunto? La ripresa delle mie correzioni nella lezione precedente, che in quella scritta da lei non ha provveduto ad eliminare
("C’era però anche da dire che i letti a baldacchino della Sala Comune (in teoria quando sei professore dormi negli alloggi degli insegnanti, però è anche vero che ancora non sei un adulto quindi magari evita il problema parlando della "tua stanza", che potrebbe tranquillamente riferirsi sia alla Sala Comune Corvonero sia agli alloggi docenti) facevano miracoli."), ma confido che sia stata una semplice svista.
Per il resto ha fatto ciò che le avevo chiesto ed è per questo che ho deciso di premiarla.
Congratulazioni signor Stone, lei è appena diventato il nuovo professore di Volo!

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