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Auditorium - Sala Musica

Dirett.ce Artistica: Monique Vireau

Messaggioda Miyabi » 26/08/2013, 15:54

Non aveva parlato molto da quando aveva messo piede all'Auditorium... anzi, non aveva parlato affatto; era rimasta in disparte prima dell'arrivo degli avversari, aveva stretto la mano di Ethan Travis quando questi era stato preso in giro dalla Cyprus, e si era seduta in silenzio per ascoltare la performance degli americani.
Solo sentendo i vari commenti dei propri compagni durante l'esibizione dell'altro gruppo di musicanti si era permessa di parlare, in tono spietato, forse, crudo, ma assolutamente reale e veritiero: gli americani avevano dalla loro anni ed anni di prove insieme, di affiatamento canoro, un tempo che non potevano assolutamente sperare di eguagliare prima dell'amichevole; la loro Coordinatrice avrebbe dovuto inventarsi qualcosa prima dell'amichevole, ma era chiaro che non si potesse certo aspettare il miracolo, da lei come da loro stessi.
E per quanto a qualcuno, come Ethan, quel modo di fare potesse sembrare fin troppo scoraggiato o cinico, qualcun altro, come Typhon in questo caso, dimostrò di aver pienamente apprezzato il suo ragionamento.

Finalmente una che ragiona.
Complimenti Stevens, hai centrato il concetto alla perfezione!
Ha ragione lei, tutto quello che dobbiamo fare adesso è un duplice lavoro: prepararci per non sfigurare totalmente e prepararci psicologicamente alla sconfitta, perché solo così non ne usciremo totalmente destabilizzati o scoraggiati.


Uhm... Il discorso in effetti ha un senso...

Anche Ethan dovette ammettere che, vista da quel punto, l'affermazione precedente di Miyabi non era così sbagliata, perché all'effettiva non potevano fare altro se non davvero prepararsi ad essere battuti ma con una carica ancora maggiore per il futuro, spinti da una voglia di riscatto.
Sentimenti che, al momento, la Stevens non credeva di poter provare, ma sapeva anche di non poter parlare con assoluta certezza: le cose erano mutevoli, il tempo risanava ogni ferita, e se oggi il pensiero di sorridere le risultasse impraticabile, non era detto che, di lì a qualche mese, tutto non potesse essere diverso, meno faticoso in un certo senso.

Queste sfide non saranno tanto meno rispetto ad un duello del CdD.
C'è una gran bella differenza tra l'essere sconfitti al primo incantesimo e l'aver fatto sudare l'avversario fino al decimo, o sbaglio?
Magari perderemo, magari andremo male... Ma dovranno pensare fino all'ultimo che non c'è nulla di deciso ed ognuno di noi dovrà avere bene in mente e chiaro il concetto che per batterci, dovranno sudare almeno la metà di quanto abbiamo sudato noi.
Siete d'accordo Coro di Hogwarts?


Io ci sto, l'importante non è vincere, ma partecipare e divertirsi mentre lo si fa!

Anche io! Divertiamoci, scateniamoci e mettiamo loro paura!

E soprattutto occhio ai loro punti deboli. Perché potremo anche perdere questa amichevole ma alla gara vera e propria sarà Hogwarts a regnare.

Ben detto ragazzi! Anch'io ci sto!

Miyabi studiò tutti i compagni uno per uno: come già detto, in quel momento non si sentiva troppo parte del gruppo o piena di energia e voglia di combattere... tuttavia era un membro del coro quanto gli altri, e non si sarebbe sottratta a quel ruolo, soprattutto per la presenza nel gruppo di Ethan; per questo, con un piccolo cenno affermativo del capo, allungò il braccio ed unì il suo pugnetto, più piccolo degli altri, ai presenti, facendo così chiaramente intendere di essere dalla loro parte.
Poi, tutto finì finalmente: la Cyprus si allontanò con la Vireau e lei poté tornare nella propria sala comune, scortata come sempre da Ethan che, in quel momento, era forse l'unica persona con cui la Stevens sentisse di poter parlare.

[Fine per Miyabi]
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Messaggioda Ariel » 26/08/2013, 21:42

[tahoma]Vuoi la risposta confortante o quella vera?
Non senti all'orizzonte i tuoni della rovina?
Sta per iniziare un brutto temporale e noi stiamo per esserne investiti...


Sapeva che le parole di Vergil erano assolutamente, totalmente e pienamente vere: lo sapeva, perché come lui conosceva i loro avversari, quanto fossero bravi, quanta armonia riuscissero ad infondere alle loro voci quando cantavano insieme; l'esibizione fu spettacolare, non si sarebbe potuta definire in altro modo, e fu per questo che, alla fine di essa, Ariel si sentì in dovere - verso se stessa e la propria sincerità, non certo verso di loro - di alzarsi in piedi e battere le mani in direzione degli avversari, dimostrando loro di aver preso atto della bravura con la quale avevano cantato quella canzone.
E chi più, chi meno, tutti seguirono il suo esempio, secondo coscienza: forse Monique l'avrebbe strigliata per questo, ma lei sapeva di aver fatto solamente quello che le suggeriva il cuore e questo le bastava per sentirsi in pace con se stessa.

Ancora poca pazienza e te le mangerai tutte a colazione...

Sorrise lievemente verso l'amico Tassorosso, constatando quasi con incredulità che ormai averlo così vicino, vederlo sorridere in sua direzione, sentirsi il centro della sua attenzione, anche se per brevi momenti, non le faceva più alcun effetto: aveva passato cinque anni della sua vita a sospirare per lui, anche a piangere in molti casi, eppure ora si sentiva bene nel pensare che si potevano definire "amici".
Ora poteva parlare con Vergil senza avere il cuore fuori dal petto, poteva scherzare e ridere con lui, poteva ringraziarlo per il suo incoraggiamento ed il suo sostegno - anche se non credeva minimamente che la sua affermazione di prima potesse diventare realtà - poteva dunque stargli accanto come aveva sempre voluto, e al tempo stesso in modo totalmente diverso.
Perché ora c'era qualcun altro che le faceva battere il cuore, un ragazzo che a pensarci bene era l'esatto contrario di Vergil: silenzioso, solitario, pacato e riflessivo, Zephyr, perché era di lui che si stava parlando, era l'antitesi perfetta di Cartwirght, e al tempo stesso l'unico che era riuscito a destare l'attenzione del cuore di Ariel in modo lento e costante, giorno dopo giorno, soprattutto da quando i due avevano iniziato a stare spesso insieme per le prove del coro.
E fu proprio al coro che la mente della Grifondoro decise di tornare, ordinandole di concentrarsi su di esso perché il tempo delle riflessioni era ormai finito: i suoi compagni, infatti, stavano commentando non solo la performance americana, ma anche il da farsi da quel momento in poi.

Ragazzi non ne sono certa, ma credo che la Cyprus stia seguendo un copione ben preciso.
Sa che non siamo un gruppo affiatato e ne ha approfittato.
Impariamo a comportaci come un vero coro e così facendo potremo disorientarli ed avere una possibilità in più di successo.
Ora vi chiedo, siete disposti a diventare un vero coro?


Credo che con il nostro atteggiamento precedente si sia ricreduta sul non essere un gruppo affiatato, almeno umanamente.
A mio avviso noi siamo già un vero coro, solo che siamo nati da poco e non possiamo pretendere di essere già come gli americani.


Annuì alle parole di Vergil, trovandosi totalmente d'accordo con lui: lo sguardo di Ariel cercò subito quello di Zephyr per capire se anche lui fosse in linea con quel ragionamento, sperando che così fosse; a livello umano Hogwarts era parecchio avanti rispetto alla Cyprus, ma era sulla bravura canora che i due cori si dovevano confrontare e, in quel campo, non c'era proprio paragone tra loro.

... E ti dirò di più, mia amica Serpeverde: noi siamo molto più coro di loro, perché ormai gli avversari studiano musica per vincere, noi per amore.
Al massimo sono d'accordo con te che dovremo aumentare considerevolmente le prove, per quanto, osservando gli occhi della Vireau, non credo che nemmeno ci sarà da porgliela come domanda, perché anzi, sarà un'imposizione proveniente proprio da lei in primis!
... Prepariamoci ad avere a nausea i magi-microfoni!


... non siamo pronti.

Conosceva Miyabi da prima che la strage di Enoshima si abbattesse sulla sua vita, massacrando tutta la sua famiglia, e sentirla così fredda, asettica e triste, ora, faceva stringere il cuore della Grifondoro che prese a battere più veloce mentre gli occhi si facevano velatamente lucidi; e non era tanto per ciò che stava dicendo, perché alla fine non era certo un concetto così sbagliato il suo, quanto per il modo con cui esso stava venendo pronunciato, con una voce che sembrava non appartenerle.

Non abbiamo abbastanza tempo per arrivare al loro livello, non per l'amichevole.
Quelli lì si esercitano insieme da anni: noi possiamo essere uniti, ma non siamo capaci di... mescolare insieme le nostre voci in modo che suonino bene insieme. Ed è una cosa che in una settimana non possiamo imparare.
Ci serve tempo.


Finalmente una che ragiona.
Complimenti Stevens, hai centrato il concetto alla perfezione!


L'esclamazione di Typhon fece spostare lo sguardo della Jiménez su di lui: evidentemente anche il Drago considerava esatte le parole della Grifondoro orientale, anche se le venne spontaneo chiedersi se e quanto sentir parlare proprio lei in quel modo gli facesse uno strano effetto o meno; forse quello più spaesato, interdetto, sarebbe stato Vergil, per questo gli occhi della colombiana passarono da Seal a lui, per studiarne le reazioni.

Ha ragione lei, tutto quello che dobbiamo fare adesso è un duplice lavoro: prepararci per non sfigurare totalmente e prepararci psicologicamente alla sconfitta, perché solo così non ne usciremo totalmente destabilizzati o scoraggiati.

Scoraggiati? Non so qui da voi ma a casa mia si considera onorevole essere battuti da un avversario palesemente migliore, perché ti spinge a dare il meglio di te, a metterti in gioco fino all’ultimo e ad affrontare la prossima sfida con ancora maggiore ardore e determinazione.

Jorge, il Delfinazzurro dall'animo infuocato - o così lo vedeva lei - sembrava esser pronto a perdere contro la Cyprus se questa si fosse dimostrata migliore di loro, e in effetti anche Ariel sapeva che perdere contro qualcuno di più preparato, di un livello superiore al proprio, non era qualcosa da considerarsi come una vergogna, affatto.

Queste sfide non saranno tanto meno rispetto ad un duello del CdD.
C'è una gran bella differenza tra l'essere sconfitti al primo incantesimo e l'aver fatto sudare l'avversario fino al decimo, o sbaglio?
Magari perderemo, magari andremo male... Ma dovranno pensare fino all'ultimo che non c'è nulla di deciso ed ognuno di noi dovrà avere bene in mente e chiaro il concetto che per batterci, dovranno sudare almeno la metà di quanto abbiamo sudato noi.
Siete d'accordo Coro di Hogwarts?


Io ci sto, l'importante non è vincere, ma partecipare e divertirsi mentre lo si fa!

Anche io! Divertiamoci, scateniamoci e mettiamo loro paura!

E soprattutto occhio ai loro punti deboli. Perché potremo anche perdere questa amichevole ma alla gara vera e propria sarà Hogwarts a regnare.

Ben detto ragazzi! Anch'io ci sto!

Typhon sapeva come fomentare i ragazzi, era evidente: dopo di lui tutti, Caroline Priscilla, Ethan Travis, Brianna, persino la Stevens, allungarono il braccio per far combaciare i pugni chiusi in un gesto d'intesa e di forza reciproca: lo sguardo di Ariel si mosse ancora, passando dal Dragargenteo per poi soffermarsi su Vergil e Zephyr; non si sentiva all'altezza, non si sentiva in grado al momento di vincere quella battaglia, ma se potevano farlo loro, se poteva farlo una ragazzina che era rimasta orfana, allora perché non poteva farlo anche lei?

... facciamolo per la musica.

Fu con queste parole che anche Ariel allungò il pugno della mano destra, aggiungendolo a quelli già presenti: avrebbe combattuto al loro fianco, non per vincere, non per dimostrare di essere migliore dei ragazzi della Cyprus... ma per la musica; perché era lei, l'amore per essa, ad averla spinta in primis all'interno del coro, ed era piuttosto sicura che fosse così per tutti loro, che al di là dell'appartenere ad una Casata diversa, al di là degli obiettivi personali che ciascuno voleva raggiungere nella vita, era l'amore per la musica ad accomunarli tutti.
Per questo, per la musica e il sentimento profondo che provava per lei, Ariel Jiménez aveva deciso di mettersi in gioco: e l'ultima cosa che voleva fare, prima di scendere in Sala Grande per il pranzo, era assicurarsi che anche Zephyr e Vergil - ma su di lui era più sicura - facessero parte del gruppo; per questo posò lo sguardo su entrambi, fermandosi soprattutto sul primo, perché... perché senza il Corvonero, probabilmente, non ce l'avrebbe fatta.
Perché grazie a lui, su questo rifletté mentre lasciava l'Auditorium salutando tutti i suoi compagni, il suo mondo aveva iniziato nuovamente a sorridere.[/tahoma]


[tahoma]
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Messaggioda Elisabeth » 01/09/2013, 20:15

Elisabeth aveva ammirato la bravura degli americani nell'annientare psicologicamente i loro avversari e con una di loro, Ariel c'erano riusciti in maniera egregia. Eppure la Walker aveva intuito che quel loro modo di fare era stato forse ideato dalla Walsh o forse no, chi poteva dirlo, ma di una cosa la Serpeverde era certa con lei non avrebbero avuta vita facile, ma aveva bisogno di aiuto e solo la Professoressa Vireau poteva darglielo.

Certo Elisabeth, vieni pure nel mio ufficio domani mattina, se ricordo bene non hai lezione prima delle 10, giusto?

Si esatto.

Fu la risposta di Elisabeth, mentre un sorriso di gratitudine si faceva strada sul viso della ragazzina.
La ragazzina aveva imparato a fidarsi della Vice Preside durante i quattro anni in cui frequentava Hogwarts, ovviamente non si fidava al punto di aprirle il suo cuore, non le avrebbe raccontato cosa la turbava, ma si fidava al punto da ricorrere alla donna in caso di bisogno e per riuscire a cantare nel miglior modo possibile aveva bisogno di un grande aiuto, che solo la sua Coordinatrice poteva darle e soprattutto avrebbe dovuto impegnarsi con tutte le sue forze e di questo la Serpeverde era consapevole.
Elisabeth aveva applaudito l'esibizione degli ospiti come molti dei suoi compagni, ora sapeva che le voci sul coro della Cyprus erano fondate, erano dei cantanti formidabili, ed era questo il punto non sarebbero mai stati al loro livello nemmeno impegnandosi ventiquattro ore al giorno per tutta la settimana, ma provare ad eguagliali era un modo come un'altro per rendere onore alla sua famiglia che era famosa per non arrendersi di fronte alle difficoltà, proprio come lo era Hogwarts.
La ragazzina sapeva che non poteva fare miracoli nemmeno con l'aiuto della Vireau, ma di una cosa era ben consapevole, voleva migliorare il suo approccio con la musica, e voleva farlo per una questione personale, non per dei ragazzi che una volta partiti sarebbe finiti in qualche angolo ben nascosto dei suoi ricordi.
Spinta da un unico gesto di altruismo, forse l'unico che avrebbe dimostrato per i suoi compagni, decise di condividere con loro quanto scoperto, ma la cosa finiva lì, quello che doveva dire l'aveva detto ora spettava ai suoi compagni decidere o meno se volevano essere un coro con la C maiuscola oppure no.

E com'è che si diventa un vero coro?
Cavoli, credevo già lo fossimo...


Elisabeth sorrise divertita dalle parole di Ethan Travis, era un ragazzo simpatico ed un buon amico.

Se tutti noi fossimo come te, allora sì che saremmo un vero coro?

Rispose la Serpeverde, osservando il modo in cui il Grifondoro stringeva la manina di Miyabi, loro per lo meno erano uniti.
Poco dopo fu il Prefetto dei Tassorossi a prendere la parola.

Credo che con il nostro atteggiamento precedente si sia ricrea tuta sul nostro essere un gruppo affiatato, almeno umanamente.
A mio avviso noi siamo già un vero coro, solo che siamo nati da poco e non possiamo pretendere di essere già come gli americani.
… E ti dirò di più, mia amica Serpeverde: noi siamo molto più coro di loro, perché ormai gli avversari studiano musica per vincere, noi per amore.
Al massimo sono d’accordo con te che dovremo aumentare considerevolmente le prove, per quanto, osservando gli occhi della Vireau, non credo che nemmeno ci sarà da porgliela come domanda, perché anzi, sarà un’imposizione proveniente proprio da lei in primis!
… Prepariamoci ad avere a nausea i magi-microfoni!


Questo è vero, e poi non dimentichiamo che siamo tutti amici, ci faremo forza a vicenda!

Se fosse così nessuno potrebbe batterci, saremmo in grado di sconfiggere qualunque avversario, peccato che non sia del tutto vero quello che hai detto.

Pensò la Serpe fissando il Grifondoro, senza proferir parola e senza cambiare di un millesimo l'espressione del suo viso. [T/A=14]

… non siamo pronti.
Non abbiamo abbastanza tempo per arrivare al loro livello, non per l’amichevole.
Quelli lì si esercitano insieme da anni: noi possiamo essere uniti, ma non siamo capaci di … mescolare insieme le nostre voci in modo che suonino bene insieme. Ed è una cosa che in una settimana non possiamo imparare.
Ci serve tempo.


Oh ma... Miyabi dai, non dire così...

Ethan ha ragione Miyabi, è inutile negarlo.

Fu la replica di Elisabeth alle parole dei due Grifondoro.

Finalmente una che ragiona.
Complimenti Stevens, hai centrato il concetto alla perfezione!
Ha ragione lei, tutto quello che dobbiamo fare adesso è un duplice lavoro: prepararci per non sfigurare totalmente e prepararci psicologicamente alla sconfitta, perché solo così non ne usciremo totalmente destabilizzati o scoraggiati.


Ma fammi il piacere. Prepararci alla sconfitta è da vigliacchi è uguale ad arrendersi senza lottare e se i Draghi sono quel genere di persona le Serpi non lo sono, io non lo sono.

Fu il pensiero di Elisabeth che non era per niente d’accordo con quello che il Prefetto stava dicendo, ma era giusto lasciare che finisse prima di dire qualunque cosa.

Queste sfide non saranno tanto meno rispetto ad un duello del CdD.
C’è una gran bella differenza tra l’essere sconfitti al primo incantesimo e l’aver fatto sudare l’avversario fino al decimo, o sbaglio?
Magari perderemo, magari andremo male… Ma dovranno pensare fino all’ultimo che non c’è nulla di deciso ed ognuno di noi dovrà avere bene in mente e chiaro il concetto che per batterci, dovranno sudare almeno la metà di quanto abbiamo sudato noi.
Siete d’accordo Coro di Hogwarts?


Alla fine il discorso del Drago aveva cambiato del tutto traiettoria ed Elisabeth si trovò assolutamente d’accordo con quanto era stato detto, lottare al massimo delle proprie capacità ed essere sconfitti non sarebbe stato un disonore, ma arrendersi ancora prima di provarci si.

Io ci sto, l'importante non è vincere, ma partecipare e divertirsi mentre lo si fa!

Non sono d’accordo Ethan … l’importante non è partecipare, ma impegnarci per sconfiggere i nostri avversari. Non ci riusciremo pazienza, per lo meno ci abbiamo provato e potremo essere orgogliosi dei risultati che abbiamo raggiunto.

Mentre Elisabeth palesava il suo pensiero ai suoi compagni la ragazzina fissò le spalle della Walsh, la donna ed i suoi ragazzi avrebbero imparato che Hogwarts non si arrendeva di fronte a nulla, nemmeno di fronte ad una sconfitta ovvia, ma questo chi conosceva la scuola ed i suoi studenti doveva saperlo bene.

Seal, occupati tu di far uscire tutti e di chiudere l'Auditorium, d'accordo?
Ragazzi, noi ci vediamo qui oggi pomeriggio, come sempre.


Furono le ultime parole che la Vireau disse ai suoi ragazzi prima di rivolgersi nuovamente alla coordinatrice americana.
Ora la Vice Preside aveva un coro ben motivato ed Elisabeth era disposta a lavorare sodo per raggiungere il suo obbiettivo.
L'ora di pranzo era oramai imminente e per lo meno per qualche tempo Elisabeth poteva dimenticare l'amichevole con la Cyprus e divertirsi in compagnia dei suoi amici, al tavolo delle Serpi.


Spoiler:
Monique, Estelle, Vergil, Typhon, Zephyr, Ethan Travis, Ariel, Miyabi, Caroline Priscilla, Jorge,
Brianna

[Uscita x Elisabeth]
Ultima modifica di Elisabeth il 02/09/2013, 5:47, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Vergil » 01/09/2013, 22:30

Aveva dato il suo parere ed ovviamente non era detto che tutti fossero in accordo con lui, ma tanto era ininfluente, perché adesso come adesso la sua attenzione era rivolta a ben altro, a dei pensieri, delle idee, delle ipotesi riguardanti un suo possibile allenamento.
Sapeva un segreto importantissimo, un qualcosa che gli era stato proibito di rivelare, pena la completa rottura di rapporti ed "amicizia".
Già, conosceva la sorella di Monique Vireau, anche se il mondo intero credeva la Vice Preside di Hogwarts figlia unica.
Il sangue era lo stesso, quindi anche il talento, senza considerare che l'Estate scorsa l'aveva sentita cantare al karaoke babbano e, porca miseria che bomba, adorava il suo stile e il suo timbro così energico, dinamico, carismatico e allo stesso tempo sensuale.
Le avrebbe chiesto qualche lezione, le avrebbe promesso in cambio qualunque cosa, anche il suo corpo (?) ma desiderava che lei gli desse qualche dritta, qualche buon consiglio o magari lezione per migliorarsi da quel punto di vista, specie quando sapeva che il resto del tempo avrebbe dovuto impiegarlo in tutt'altri allenamenti, tra cui quelli fisici e mentali, in vista dell'esame all'accademia degli Auror.

Devo scriverle, di certo avere anche solo un paio di lezioni migliorerebbe molto il mio talento, il mio carisma...
A dir la verità non credo che sarò mai in grado di competere con i miei ex compagni, chi voglio prendere in giro?
Ma non posso nemmeno lasciare i miei amici da soli di punto in bianco; anche il minimo aiuto può aiutarli a fare strada.


Leggermente scoraggiato ripensando a quanto non fosse poi molto cambiato dagli anni passati in America, Vergil decise comunque di contribuire alla carica energica che stava fornendo Typhon Seal al gruppo, aggiungendo anche il suo pugno all'insieme che si era già formato.
Combattere abbastanza da non farli sentire poi così sicuri della vittoria: strategia interessante ed anche l'unica disponibile, calcolando la maestria canora e ritmica degli avversari, constatando però con obiettività che c'erano elementi quali Seal ed Ariel che meritavano di gran lunga la possibilità di scontrarsi ad armi pari complete con loro. Il resto della ciurma era ancora in rodaggio ed avevano molte lacune tecniche, ma nulla che una persona tanto preparata e caparbia come la Vireau non fosse riuscita a colmare in qualche modo.
Tutti stavano per tornare ai propri affari e ai propri studi, e intanto la Cyprus si preparava a vivere dieci bellissime giornate in giro per il castello, rimpiangendo molto probabilmente il comfort e la tecnologia della loro amata accademia.
Monique chiese gentilmente a Typhon di chiudere la fila e le porte, dopo che tutti fossero andati via.
Quindi per ora era sconsigliato rimanere lì o fare un salto in aula musica a prendere qualche spartito o uno strumento per addestrarsi; ci avrebbe pensato poi nelle ore o nel giorno successivo, non c'era fretta, non sperava mica di diventare un cantautore in una settimana.

E poi ci sei tu, che sei un gran bell'enigma...

Lanciò un'ultima occhiata a Noel, la protagonista dei suoi sogni proibiti nei tempi precedenti al suo trasferimento, la ragazza che con molta facilità era odiata al massimo dalla colombiana Jiménez quando moriva per lui e tentava di perdere peso per farsi notare.
Vederla così contenta e rassicurata al fianco di un ragazzo nuovo gli faceva una strana sensazione: scoprire di esser stato lui un sogno proibito per diverso tempo, sogno proibito per altro di una femmina diventata un'autentica bomba, e trovarsi nella condizione però di non poterne raccogliere i generosi frutti lo aveva destabilizzato e fatto sorridere amaramente. Non tutto andava secondo i piani e di quei tempi, tra Arianna, Noel ed Ariel non andava nulla di nulla al proprio posto, quasi fosse un pessimo scherzo del destino.
La voce della Vice Preside richiamò la sua attenzione, mentre muoveva gli occhi dalla rossa lontana al gruppo di Hogwarts e di seguito, alla porta di uscita, iniziando a scrollare le spalle per buttar via un poco di nervosismo.

Ragazzi, noi ci vediamo qui oggi pomeriggio, come sempre.

Sapeva che non ci sarebbe potuto essere, perché aveva degli studi importanti da fare, oltre che degli allenamenti, ed aveva informato tramite messaggio privato la Coordinatrice già dalla scorsa settimana, onde evitare problemi, trambusti o disguidi.
Gli andava molto di aiutarli e di poter fungere da aiuto e supporto, ma la vita vera, il lavoro futuro venivano prima di ogni cosa, anche delle sfide.
In parte merito di tutta quella dedizione era anche la Ricciardi e il suo fargli sapere che, per come adesso stava portando avanti la sua vita, Vergil non era ancora adatto a lei, non ancora abbastanza maturo, inquadrato, pratico.
Desiderava che lei capisse di aver sbagliato, che cambiasse idea al suo riguardo, ma per far ciò si doveva anche e sopratutto impegnare, altrimenti addio sogni d'amore e sogni di... Beh, altri sogni.
Fece un saluto militare a tutta la compagnia con un particolare occhiolino nei confronti sia di Caroline Priscilla, che Miyabi, che Ariel, quelle in quel periodo erano più agitate per problemi personali e non solo per la competizione in vista, dopo di che, senza aggiungere altro, si allontanò dall'Auditorium: Alexis non c'era, troppo impegnata coi suoi studi, quindi avrebbe chiesto a Melia di fare quattro chiacchiere, la sua finta migliore amica in sostituzione della Parker.

| END FOR CARTWRIGHT |
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Messaggioda Ethan Travis » 02/09/2013, 1:03

Molti lì in mezzo avevano la tremenda paura di perdere, ma lui non era fatto così, a lui non interessava la vittoria ma l'impegno.
Elisabeth possedeva un punto di vista completamente opposto, ma era normale, plausibile, altrimenti perché mai le loro Casate erano l'una contrapposta all'altra su molti fronti ed aspetti? Insomma, nulla che non fosse scontato ed anche comprensibile.
Si perché Ethan era ben libero di accettare il punto di vista altrui, non pretendeva che ognuno la pensasse esattamente come il Grifondoro doc.
Il Cappello Parlante conosceva bene le differenze tra tutte le Case e pian piano stava imparando a farlo anche il giovane Fox.
All'inizio era tutto così nuovo, difficile da capire a pieno, inoltre, il timore di non essere accettati per quello che si era stemperava sempre la voglia di mettersi in gioco, di confrontarsi col prossimo e cercare dialogo, confronto, raffronto.
Ora che invece stava crescendo, Travis non aveva più paura di cose simili, anzi, amava ascoltare tutte quelle diverse campane, da quella più confortante di Vergil a quella più cinica di Typhon, passando per i silenzi criptici di Zephyr e l'entusiasmo di Brianna. Tutti a modo loro esprimevano un piccolo tratto distintivo di sé, tranne chiaramente Caroline Priscilla e Ariel, poverine, che non dovevano essere proprio così di buon umore, chi per una cosa, chi per un'altra; di Miyabi neanche a parlarne.

Ragazzi, noi ci vediamo qui oggi pomeriggio, come sempre.

Certo Coordinatrice, le auguro buon pranzo, a più tardi!

Con il suo solito spirito allegro, il ragazzo salutò la Vice Preside Monique, eseguendo anche un piccolo inchino nei suoi confronti.
Quanto era cambiato rispetto ad anche un anno prima, quando per salutare le persone agitava la mano, esattamente alla pari di un bambino quale era, mentre adesso, raggiunti i 14/15 anni, il mondo assumeva una sfumatura così diversa, così netta, molto meno incantata e molto più vera.
Anche tenere per mano la giapponese sua amica aveva tutto un altro significato e dava origine a sensazioni nuove, inaspettate, da capogiro.
Averla triste vicino naturalmente faceva sì che lui non si dimostrasse totalmente sereno o euforico nel tenere le dita intrecciate alle sue, ma comunque nel cuore che batteva fortissimo, percepiva un'emozione dolce, avvolgente, che lo spingeva a non toglierle gli occhi di dosso, ripetendosi nella mente quanto fosse carina, anzi no bella, ma che diceva: bellissima, o forse ancor meglio... Splendida.
Assurdo, cosa era cambiato da sei mesi a quella parte? Gli stessi occhi, le stesse labbra, le stesse mani, gli stessi capelli, eppure, lui la vedeva diversamente, la vedeva come per la prima volta e questo gli donava una luce più forte e luminosa nell'anima.
Fu in quel momento che comprese una cosa importante: se quello che insegnava la Vireau era trovare nella propria voglia di cantare una ragione, una motivazione che spingesse a dare il meglio di sé, allora lui l'aveva appena trovata: avrebbe cantato per farla sorridere, per intrattenerla, per farla sentire viva e allegra, almeno per quei pochi minuti di un brano, e nel frattempo, avrebbe lavorato affinché la gioia le tornasse sul volto in modo spontaneo e sopratutto continuo. A tal proposito infatti, aveva già pensato a qualcosa.

Sā, no wa kyōtsū no heya ni modotte mimashou, anata wa zettai ni gēmu o tsukuru hitsuyō ga arimasu!
... Hime-chan, watashi o shinrai shite imasu.


(Vieni, torniamo in Sala Comune, devi assolutamente fare un gioco!
... Fidati di me, principessa-chan.)


Le prese in giro erano già scomparse dalla sua mente, perché lui ci faceva poco caso, specie quando provenivano da sconosciuti.
Concentrato solo sul suo presente, ripeteva mentalmente l'itinerario della giornata, aspettandosi un allenamento canoro molto più intenso del solito.
La cosa non gli dispiaceva e non lo spaventava, voleva migliorare ad ogni costo, calcolando che sapeva benissimo di essere uno dei più scarsi del gruppo ed avere quindi pochissime chance per essere davvero utile in uno scontro aperto ufficiale.
Inoltre il suo stile di canto non era molto apprezzato dalla Vice Preside che nella più delle volte lo considerava infantile e non molto carismatico.
La particolarità di Ethan però, era non scoraggiarsi nemmeno davanti ai giudizi di persone così esperte, non rinunciando mai ad avere chiaro in testa il proprio stile, il proprio timbro, la propria firma nel mondo, come gli aveva sempre insegnato il padre.
Un giorno anche la Vireau avrebbe apprezzato al 100% la sua musica, doveva solo diventare talmente bravo da darle un sound degno di quel nome.
Inoltre era intenzionato ad allenarsi quanto più possibile in quel quarto anno, poiché a quello successivo ci sarebbero stati i G.U.F.O. e lui, da inguaribile fan della grande Hermione Granger, voleva raggiungere delle votazioni a dir poco eccellenti!

{ CHIUSURA PER ETHAN TRAVIS }
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Messaggioda Zephyr » 03/09/2013, 22:06

[newsgoth]Le parole di Vergil furono obiettive, quelle di Miyabi pessimiste, quelle di Typhon invece, agguerrite.
Ascoltò loro, come anche tutti gli altri compagni, con un noncurante sguardo fermo e serioso, perso tra i pensieri e le parole.
Rifletteva non solo su di sé, ma su ogni persona facente parte del gruppo, con le sue debolezze e i suoi punti forti.
Zephyr sapeva di essere ancora in prova per il coro di Hogwarts, infatti doveva ancora mostrare alla Coordinatrice di essersi esercitato abbastanza da meritarsi un posto tra le fila dell'Auditorium, ma quando Ariel lo guardò negli occhi pregandolo silenziosamente di rimanere al suo fianco per quella grande ed incommensurabile avventura musicale, egli non sentì nemmeno un dubbio salirgli dentro mentre affermava che avrebbe fatto parte della squadra, ad ogni costo. Un altro dei tanto atteggiamenti e sensazioni da dover valutare in maniera adeguata giunto in camera sua.
Lei contava sul suo aiuto, sul suo appoggio, forse anche perché da una parte aveva paura che se non ci fosse stato lui, probabilmente avrebbe ceduto molto presto sotto i forti colpi bassi degli avversari americani.

... facciamolo per la musica.


Tuttavia non fu soltanto la presenza del semi-vampiro a decretare la ripresa di coraggio della colombiana, bensì anche l'atteggiamento ed il carattere che mostrarono tutti i compagni, sopratutto i più giovani, intenzionati a dare filo da torcere quanto più possibile, pur sapendo dell'imminente e inevitabile sconfitta sul palco.
Lui non era come loro, non aveva sogni, speranze, idee per il futuro, niente di niente, perché non credeva di essere nato per averne.
Il suo scopo al momento era vivere ed essere in balìa di quel mondo esattamente da quando c'era stato buttato dentro, senza una spiegazione, senza un motivo reale, senza la possibilità di decidere arbitrariamente un destino obbligato e malvagio.
Per questo motivo, non appena la Jiménez spostò gli occhi anche su di lui per vedere se avesse aderito a quella iniziativa amichevole, egli avvicinò il proprio pugno a tutti gli altri, anche se il gesto aveva in sé un significato ben diverso: il pugno era attaccato a quello di lei e ben distanziato da quello affianco, una casualità, impossibile da interpretare per uno qualunque di loro, ma che per lui invece voleva dire "lo faccio per te, perché ad ora non mi sento parte di questo gruppo e quasi sicuramente non mi ci sentirò mai".

I'm not afraid.


Riprese così le parole della prima canzone che gli fece sentire Monique Vireau durante il loro primo incontro, una canzone in stile rap.
Non seppe precisamente perché si era espresso in quel modo, forse in parte per il tentativo di rinfrancar loro lo spirito e sopratutto a lei, oppure perché dentro di lui si era insito tanto quel modo di cantare e quella canzone in particolare che gli era venuto spontaneo ripeterne il titolo.
Aspettando che tutti quanti si preparassero per andare via, si volse in direzione della squadra avversaria, fissando ognuna delle ragazze, con il chiaro intento di agitarle e far venir loro qualche scompenso, per la serie "avrà proprio guardato me?".
Una strategia str***a, senza dubbio, ma lui non era mai stato un tipo leale, né per qual che riguardava la vita vera, né per una semplice competizione. Dopo aver testate il proprio fascino su ognuna di loro, non sorridendo o facendo altro, proprio per lasciare il dubbio come una lacerazione completa nella mente, il Kenway raggiunse la porta di uscita dell'Auditorium mentre la Vireau dava disposizioni al Prefetto Seal riguardo l'essere l'ultimo a chiudere la fila e mettere sotto chiave la grande sala.
Ariel lo aspettava non molto lontano, chiedendogli silenziosamente se l'avesse accompagnata verso la stanza della mensa ed egli annuì piano con il capo, arrivandole talmente tanto vicino che, visto di spalle per quelle della Cyprus, poteva esser scambiato per il movimento di un bacio oppure, soltanto una mera allucinazione. Soltanto dopo aver svoltato il primo angolo ed essersi allontanati abbastanza le avrebbe posato una mano dietro la schiena, con fare intimo e di intesa, ricordando a sé stesso l'appuntamento serale con il proprio "io", quella notte ancora più d'obbligo, a seguito di tutte quelle novità avvenuta nell'arco di nemmeno un paio d'ore.

Oggi sediamo vicini. Vuoi?

- Fine x Zephyr -
[/newsgoth]
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Messaggioda Typhon » 04/09/2013, 18:02

Non finisce qui, Seal... dillo anche alla tua ragazza.

La informerò della tua camera al San Mungo, non preoccuparti.

Quanto avrebbe voluto correre verso di lui e spaccargli la faccia con una ginocchiata. Una scena bellissima e sadica nella sua mente selvaggia.
L'avrebbe rovinato di botte, fatto sudare sangue e lacrime, costringerlo in ginocchio a chiedere pietà, ma questo voleva dire essere squalificato.
Toccare il nome di Alexis significava una automatica condanna a morte e se questo era un dato risaputo in tutti gli angoli di Hogwarts, normale che quel povero cog****e non fosse adeguatamente informato e quindi, pronto a subire la tremenda collera del Drago.
In quel frangente però, Typhon Seal era consapevole che non poteva permettersi atti eccessivi, volti a trasformare la competizione in uno scandalo.
Non solo ci avrebbe rimesso lui, ma anche i colleghi del coro ed in primis la Vice Coordinatrice.
Poteva fare una sola cosa per arginare quasi del tutto il problema e placare i bollenti spiriti, preparandosi adeguatamente alla sfida, e doveva sperare che la persona designata nella sua mente per quel compito fosse libera e disponibile.

Arianna deve essere vicino a me ed Alis il giorno della sfida.
Se per caso lo str*****to dovesse dire qualcosa di storto, sapendo che se ne sta occupando lei, sarò più tranquillo e concentrato.


Seal, occupati tu di far uscire tutti e di chiudere l'Auditorium, d'accordo?
Ragazzi, noi ci vediamo qui oggi pomeriggio, come sempre.
Coordinatrice Walsh, studenti, se volete seguirmi...


Richiamato dalla voce della Vireau, espirò energicamente buttando fuori la poca tensione rimastagli in corpo, dando una pacca sulla spalla ai ragazzi che avevano aderito al suo richiamo alle armi ed erano stati ricaricati di buon umore e spiriti guerriero dalle sue parole precedenti.
Annuì alla Coordinatrice, invitando quindi i musicanti di Hogwarts ad uscire dall'Auditorium e facendosi dare al contempo dalla Vice Estelle Moreau le chiavi per chiudere le porte di ingresso della grande Sala. Quando finalmente calò il completo silenzio e nell'aria non c'erano più le voci fastidiose e da orticaria degli americani, Typhon essendo l'ultimo si prese qualche breve attimo per camminare fino al palco e salirvi su.
Nella mente, ancora il ricordo della canzone cantata da loro, impresso nella memoria, che successivamente avrebbe riascoltato con maggiore attenzione e senza rabbia e sangue al cervello. La musica aveva accompagnato alcuni dei suoi momenti più importanti, segnando date che per sempre sarebbero rimaste nella mente e nei ricordi, indelebili e tal volta bellissimi.
Una chitarra era ancora posata su un sospensore alla destra delle scalette di legno. La afferrò e accarezzò le corde, richiamando qualche nota.
La canzone scritta per la Ricciardi molti anni fa, mai cantata alla diretta interessata e sfruttata per far schiudere quel fiore nei suoi giorni di prova come futuro assistente della Vilvarin, e poi lo stesso brano scritto e cantato alla donna per spingerla a seguire l'istinto e partire per il lungo viaggio che l'avrebbe poi condotta a divenire la nuova Capo Gilda Terran, la Sempreverde.
E poi quell'altra musica, pensata per risollevare l'animo e la morale della bella bionda del suo cuore, fatta ascoltare a cavallo di una moto rombante verso un lontano e sconosciuto borgo italiano, prima di regalarle una statuetta molto preziosa.
Intonò le note di quelle tre diverse canzoni, passando dall'una all'altra con buona facilità, recitando l'ultima decisamente più lenta rispetto all'idea originale, ad occhi chiusi, immaginando ogni scena, ripensando ad ogni episodio del passato, lasciandosi cullare da quelle memorie per abbandonare la rabbia, il nervosismo, l'ansia e tutto ciò che ne derivava.
Quando poi anche l'ultima corda smise di vibrare nell'aria, Seal aprì lentamente le palpebre, e per un solo secondo gli parve di vederle tutte e tre lì davanti a lui, alla base del palco, a fissarlo con la loro tipica espressione, per ognuna diversa, per ognuna speciale.

Immagine


Come farei senza di te?

Immagine


Cosa sarei senza di te?

Immagine


Dove sarei senza di te?

La chitarra venne riposta dove l'aveva trovata, con attenzione e cura, delicato nei movimenti, perché per lui la musica era degna di premura.
Le mani in tasca, il passo lento, unico eco gigante in quel mastodontico spazio dove aveva imparato a passare il tempo e condividere emozioni.
Inizialmente solo un mezzo per sconfiggere degli avversari, ora un luogo dove ritrovare persone con passioni simili e ben distribuite.
Non sarebbe mai stato il fratello maggiore di nessuno di loro, né un punto di riferimento, ma un collega sul quale fare affidamento per dare il meglio di sé si, assolutamente, perché proprio grazie al suo contributo molti di loro sarebbero migliorati, perché un giorno non avrebbe potuto più occuparsi del coro, occuparsi delle prove, occuparsi del divertimento provato sfruttando tutti gli strumenti e gli spartiti.
Quella era la seconda grande serie di ostacoli che sapeva prima o poi avrebbe dovuto affrontare, dopo l'uscita da scuola.
Terminare gli studi significava la fine della pacchia, lavorare e affermarsi nel campo scelto della vita significava rinunciare e sacrificare qualcosa.
L'Erbologia ormai era la sua vita, il suo destino, il suo futuro, e la musica pur rimanendo un amore non apparteneva ad una priorità come invece l'aveva resa suo cugino Desmond, ormai capo band famoso e conosciuto in quasi ogni parte del mondo magico.
Suonare, scrivere, far risuonare le note nell'aria, quello lo avrebbe sempre fatto, da lì ai 100 anni e magari anche di più, ma quelle poltrone di velluto, quella saletta interna piena di ogni oggetto utile a comporre brani, quell'adrenalina pre e post sfida canora, quelli erano dettagli che un giorno avrebbe dovuto salutare forzatamente e sapeva in cuor suo che ne avrebbe sofferto tantissimo.
Chiuse la prima anta della porta, maneggiando le chiavi con la mancina, poi fu la dei terminali di amplificazione.
Mancava solo l'ultima parte dell'ingresso, le luci, e poi avrebbe finito, poi se ne poteva andare a mangiare, da solo, poiché non c'erano né la sua delfina e nemmeno la sua draghessa, troppo impegnate e dedite ad altri impegni, ben lontane da quella che una volta era la seconda casa di tutti.
L'aveva fatto molte volte, spesso gli era stato affidato il compito di chiudere tutto per ultimo, ma decise di imprimere forte anche quel ricordo nella memoria, riconoscendone la preziosità e la sfuggente presenza nel tempo e nello spazio.

Credo proprio che mi porterò la cena alle serre... Chiederò al Supremo Capo di farmi compagnia, stasera.

- CLICK -


§ FINE §
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Messaggioda Robyn » 12/10/2013, 1:44

[tahoma]Lunedì 10 Aprile
Auditorium di Hogwarts
Ore 10:00


Zia, dammi la possibilità di essere un aiuto valido...

E sentiamo, che cosa avevi in mente?

Beh... Potrei insegnare loro qualche trucchetto!
Tu sei troppo impegnata con il lavoro amministrativo scolastico ed io ultimamente sono piuttosto libero.
Preferisco unire l'utile al dilettevole piuttosto che bighellonare in casa, no?


Potresti farlo anche allenandoti lo sai?
... Però ammetto che in effetti potrebbe far loro comodo qualche consiglio in più, anche Estelle ultimamente ha molte più mansioni con l'infermeria e non può seguire tutti quanti allo stesso modo.


Vedi? E' destino!
Un paio di lezioni, niente di più.
So che vuoi vincere la sfida ufficiale, lascia che me ne occupi un poco e rilassati...


D'accordo d'accordo, ad ogni modo la Vice Coordinatrice sta già conducendo un programma di allenamento con i ragazzi.
Quindi dovrai provvedere al restante coro femminile, hai bisogno di qualcosa in particolare?


Solo gli orari delle prove, i fascicoli delle studentesse e i brani fino ad ora provati, niente di più!

Troverai tutto domattina sulla tua scrivania, trattamele bene e non fare strage di cuori...

Lo sai zia, sono un tipo professionale... E fedele!


Aveva concluso in quel modo la conversazione con Monique, sua parente e Maestra, con un occhiolino e la promessa di svolgere un ottimo lavoro con le ragazze del gruppo musicale di Hogwarts.
Aveva studiato per diversi giorni i fascicoli, cercando quante più informazioni possibili su ogni singola ragazza, valutandone le potenzialità, rifacendosi al giudizio della zia e stilando un proprio programma di addestramento volto a stravolgere completamente il loro lavoro.
Sapeva bene che se voleva renderle capaci di affrontare la Cyprus doveva puntare su un metodo di miglioramento non solo costante ma anche nuovo, ingegnoso e pratico, sperando vivamente che loro fossero in grado non solo di assimilarlo, ma anche praticarlo a dovere.
Ricevuto il permesso per insegnare direttamente all'auditorium, Robyn chiese alla Vireau di anticipare la novità alle allieve, dicendo loro quello che più preferiva al riguardo del giovane bartender dello Shamrock, decidendo infine di aspettare il primo gruppo di studio per la mattina di Lunedì alle ore dieci in punto, turno di prove che avrebbe avuto poi fine intorno alle 12:30, poco prima di pranzo insomma.

Mi fa proprio uno strano effetto, lo devo ammettere...

Aveva da sempre visto solo l'auditorium della Musashi, sua scuola di magia fino a qualche anno prima, dove per altro non aveva potuto partecipare al coro per scarsità di altri elementi maschili. Entrare in quello di Hogwarts fu una bella novità, una sorpresa a dir poco splendida.
L'intera struttura era fatta per ospitare strumenti e suoni di ogni tipo, valorizzandoli al massimo, come una enorme cassa di risonanza.
Soffitti altissimi, palco in legno pregiato, porte e pareti insonorizzate e per finire poltroncine bordeaux e turchese morbide ed accoglienti, tra le quali si trovava quella utilizzata dal ragazzo per aspettare le studentesse in arrivo da un momento all'altro.
Era già il periodo delle basse temperature, per questo aveva indossato una giacca pesante di finta pelle scura sopra un dolcevita nero.
A fasciare le gambe un jeans bianco e un laccio di cuoio legava i capelli lunghi ben sistemati dietro la schiena.
Non appena le porte si aprirono, egli attese semplicemente che tutte e tre le cantanti si avvicinassero a lui per poi salutarle con cordiale spontaneità ed alzarsi in piedi, con l'intenzione di stringere ad ognuna la mano.

Immagine

Bentrovate! Robyn Laars...
Tu dovresti essere Ariel, dico bene?
Poi abbiamo Caroline Priscilla ed infine Viktorie, promosso?


Una leggera battuta per rompere il ghiaccio e farle sorridere, genuino nel sorriso, affabile nel tono.

Come penso vi abbia accennato la vostra Coordinatrice, sapete benissimo chi sono e cosa ci faccio qui.
Il mio compito è insegnarvi qualche nuova tecnica di canto, qualche trucco per migliorare e darvi dei pareri sul vostro talento.
Prima di cominciare, ci sono domande?


Spoiler:
La turnazione per le risposte è indicata esattamente dall'ordine nel quale Robyn vi ha nominate.
[/tahoma]
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Messaggioda Ariel » 12/10/2013, 16:37

[tahoma]
[Lunedì 10 Aprile - ore 10.02]


Aveva appena lasciato Zephyr dopo aver fatto colazione con lui in Sala Grande, e camminava ad un metro da terra - o almeno, questa era la sensazione che Ariel sentiva; quando stava con il Corvonero, quando gli sorrideva e lui la prendeva per meno, le sembrava di toccare il cielo con un dito e che tutto sarebbe andato bene, quasi come se i problemi sparissero magicamente perché lui le stava accanto.
Non gli aveva ancora detto di amarlo, ma più passava il suo tempo con lui, più la Grifondoro sentiva il suo cuore riempirsi d'amore per il Corvonero ed aumentava la voglia di stargli vicino: gliel'avrebbe detto presto, lo sentiva, ma non era ancora il momento giusto, quell'attimo perfetto in cui cuore, anima e mente la spingevano a compiere lo stesso passo; perciò, per il momento, Ariel si godeva la sua compagnia più che poteva, facendo colazione con lui, passeggiando in giardino tenendogli la mano, studiando insieme ed esercitandosi per il coro.
La canzone che aveva cantato all'amichevole - Everywhere - le aveva permesso di pareggiare nello scontro diretto contro Barbara, anche se la Grifondoro non riusciva ancora a spiegarsi come la voce le fosse uscita in quel modo, così sicura e decisa; a prescindere dal bel risultato, però, era pur vero che l'americana non aveva dato tutta se stessa in quello scontro, e che probabilmente nella sfida vera e propria alla Cyprus avrebbe dato fondo a tutta la sua bravura per stracciarla. C'era ancora molto, moltissimo da lavorare, e forse era anche per questo che la loro Coordinatrice Monique aveva deciso di affidare la loro preparazione non solo alle lezioni e agli esercizi con lei, ma anche alla supervisione del suo apprendista personale, Robyn, o almeno così la donna l'aveva definito, che avrebbe lavorato con le ragazze separandole in due gruppi: nel suo erano finite la sua amica Caroline Priscilla e la Dragargenteo Viktorie, che Ariel conosceva poco o niente ma con cui non le sarebbe dispiaciuto affatto fare amicizia.
La Jiménez sapeva di avere molto bisogno di migliorare, così come sapeva - se n'era accorta la mattina dell'amichevole, appena aveva aperto gli occhi - di valere come giovane donna e come cantante; aveva una bella voce, delle ottime potenzialità, glielo diceva sempre Monique, ed era venuto il momento di dimostrare quanto avesse ragione, e che aveva fatto bene a puntare su di lei; per rispetto e amicizia verso le sue compagne di allenamento, Ariel le attese fuori dall'Auditorium così da poter entrare con loro, sorridendo a Cappie quando la vide arrivare e abbracciandola affettuosamente - avrebbero parlato di eventuali novità tra lei e Devo in un secondo momento - per poi sorridere anche a Viktorie in modo appena più incerto, perché non poteva certo prendersi troppa confidenza con qualcuno che risultava ancora quasi una estranea.
Una volta che tutte e tre furono insieme, Ariel prese per prima passo all'interno dell'Auditorium, cercando con lo sguardo la presenza dell'apprendista personale della Vireau: quella mattina indossava la divisa scolastica, con la gonna al ginocchio nera, la camicetta bianca con la cravatta rossa della sua Casata, collant color carne a fasciare le gambe e delle décollétes nere con un tacco appena accennato; sopra una giacca corta nera, aperta, e su di essa la spilla da Prefetta rosso-oro; i capelli erano infine sciolti, una cascata liscia di colore castano chiaro che arrivava al seno e le incorniciava il viso dall'incarnato olivastro e gli occhi verde smeraldo, luminosi e solari come sempre.
Quando si ritrovò davanti al giovane uomo che le avrebbe allenate, Ariel allungò la mano verso di lui e la strinse con media intensità, sorridendogli con aria cordiale.

Bentrovate! Robyn Laars...
Tu dovresti essere Ariel, dico bene?


Ariel Jiménez, piacere di conoscerti!

Gli diede del tu perché le sembrava giovane, pochi anni più vecchio di lei e dunque ancora un ragazzo, per certi versi, ma sarebbe stata pronta a dargli del "lei" se l'altro l'avesse voluto; era molto carino, e per un secondo si chiese quali fossero le sue mansioni come assistente personale di Monique, visto che a scuola non l'aveva mai visto.
Non essendo lì per fare conversazione, o non solo per quello comunque, Ariel lasciò che Robyn si presentasse anche a Cappie e Viktorie prima di prestargli tutta la sua attenzione.

Come penso vi abbia accennato la vostra Coordinatrice, sapete benissimo chi sono e cosa ci faccio qui.
Il mio compito è insegnarvi qualche nuova tecnica di canto, qualche trucco per migliorare e darvi dei pareri sul vostro talento.
Prima di cominciare, ci sono domande?


Esulando da quelle che lo riguardavano, e che provenivano dalla mera curiosità di Ariel per la persona che li doveva allenare, non c'era molto che gli dovesse chiedere: se Monique l'aveva scelto per allenarle doveva sapere il fatto suo, quindi voleva solo cominciare e mettersi alla prova, ma visto che c'era e che magari all'altro avrebbe fatto piacere vederle interagire con lui, la Grifondoro decise di domandargli qualcosa, una stupidaggine forse, ma si sentiva abbastanza sciolta in compagnia di Cappie e Viktorie da mettere da parte la timidezza e provare.

Volevo sapere che tipo di allenamento avevi in mente per noi... seguiremo tutte lo stesso percorso oppure userai con ciascuna di noi un'impostazione diversa?[/tahoma]
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Messaggioda Caroline Priscilla » 14/10/2013, 16:40

[Sala Grande -> Auditorium - Lunedì 10 Aprile - Ore 9:54]


La Sala Grande appariva quasi immensa allo sguardo della giovane Tassorosso, che ne osservava il soffitto, dove un cielo terso e luminoso fungeva da tetto per coloro che sostavano in quella parte della scuola. I tavoli delle varie Case erano sistemate come al solito e quasi praticamente vuote, a parte qualche studente del sesto e del settimo anno, che a quell'ora della giorno non avevano lezioni da seguire. Tutt'altra cosa era invece per la tassetta, che avrebbe dovuto seguire la lezione di Erbologia alle Serre. Tuttavia, la Direttrice del Coro, Monique Vireau, aveva firmato un permesso straordinario che esentava la ragazza dal seguire la lezione della Vilvarin per concentrarsi, invece, su una lezione di canto in Auditorium, dove un certo Robyn Laars avrebbe provveduto ad istruirla. Lei e non solo: anche la sua amica Ariel Jimenèz sarebbe stata insieme a lei e Cappie non potè che essere felice della notizia, dal momento che ultimamente la Grifonodoro era diventata la sua confidente amorosa riguardo la sua relazione epistolare con Devo. Un'altra ragazza si sarebbe aggiunta al loro trio, una Dragargenteo dal nome Viktorie Udinov che era riuscita ad entrare nel Coro da poco. Cappie non conosceva quasi nulla di lei, se non chè ogni tanto la vedeva andare in giro per i corridoi con un suo vecchio conoscente, Peter Greymon, quarto anno Corvonero. La giovane strega non era mai riuscita ad instaurare un rapporto d'amicizia con il ragazzo, sebbene entrambi avessero condiviso l'esperienza unica del Labirinto. A lui era toccato in sorte un anello particolare, a lei un medaglione che, da quello che aveva dedotto la tassetta, la metteva in guardia quando una persona voleva attaccarla. Cappie ingoiò un boccone amaro quando rammentò come fosse riuscita a scoprire quella sua caratteristica: erano passati esattamente due anni dal disastro che aveva visto lei e Jorge duellare all'interno della Foresta Proibita, con tutte le conseguenze che il loro gesto aveva provocato. Da quel momento in poi, la Tassorosso non aveva più osato prendere in mano quel medaglione, forse perchè la sua sola vista le rammentava troppi ricordi dolorosi, che avrebbe invece voluto seppellire quanto più possibile. Fissò ancora per un attimo la sua tazza di porridge appena mangiucchiato, intingendovi il cucchiaio per poi risollevarlo e rituffarlo nel composto di pappa d'avena: i brutti ricordi le bloccavano sempre l'appetito, fatto al quale il suo fratellino si era dovuto abituare molto presto. Alla fine, gli occhi color smeraldo fissarono per un attimo le lancette dell'orologio da polso, constatando del fatto che era giunto il momento di andare. La ragazza si alzò dal suo posto, prendendo la borsa a tracolla al cui interno aveva riposto la sua bacchetta, dei libri di musica comprati dallo Sheliak&Vega, pergamene, piume e inchiostro e il testo della canzone che avrebbe dovuto cantare un giorno di fronte a Monique, per dimostrarle i suoi progressi nel campo musicale. Aveva deciso di portarselo dietro perchè, se avesse avuto del tempo, lo avrebbe sottoposto all'attenzione di Ariel, che le stava dando una mano a trovare le parole da scrivere e le note a cui abbinarle. Cercando quindi di ritrovare un po' di entusiasmo, la Tassorosso si diresse verso il corridoio che l'avrebbe portata all'immenso (almeno per lei) Auditorium della scuola, con un sorriso appena accennato sulle labbra. Sorriso che si allargò quando vide la figura della Grifondoro aspettarla in piedi vicino alla porta, mentre si lasciava abbracciare dall'amica e scambiava con essa uno sguardo d'intesa. Da quando Devo le aveva fatto il suo primo regalo di Natale, un paio di orecchini verdi, Cappie non aveva mai smesso di indossarli, arrossendo ogni qual volta ripensava alle parole che l'americano le scriveva nelle sue lettere mentre li fissava. Quel giorno quindi, portava anche ella la solita divisa scolastica, in quanto una volta finite le prove sarebbe dovuta correre a pranzo e poi a seguire una nuova lezione: una semplice gonnellina nera, camicetta bianca a maniche lunghe, con maglioncino leggero, con scollatura a v e senza maniche, cravatta giallo nera, stemma dei Tassorosso all'altezza del petto, calze fino al ginocchio e ballerine. Aveva i capelli raccolti in una morbida coda laterale, lasciando intravedere quindi gli orecchini verdi, che risaltavano la lucentezza dei suoi occhi. Aveva incontrato le resistenze della sua compagna di stanza Kelly, che continuava a dire quanto quegli orecchini stonassero con il colore della divisa dei Tassi, ma Cappie, ostinata com'era, aveva preferito non badarci più di tanto e pensare solo a quanto fosse stato dolce Devo a farle un regalo simile. Cappie quindi attese l'arrivo di Viktorie, dopo di chè entrò insieme alle altre ragazze all'interno dell'Auditorium, volgendo lo sguardo verso il ragazzo che stava venendo loro incontro. Quasi le venne un tuffo al cuore quando si vide davanti il pirata che aveva ballato con Arianna Ricciardi la notte dell'inaugurazione dello Sheliak&Vega; anzi, ricordava anche perfettamente la sua esibizione e quanto era rimasta incantata dalla sua voce che trasmettevano un fascino ed un carisma davvero potenti. Cappie scosse la testa, lanciandogli un'occhiata curiosa e sorridendo al ricordo di quella serata. Strinse quindi la sua mano, mentre il ragazzo cercava di metterle a loro agio, comportandosi in maniera cordiale e disponibile.

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Ariel Jiménez, piacere di conoscerti!

Poi abbiamo Caroline Priscilla

In persona, ma tutti mi chiamano Cappie!

Ed infine Viktorie, promosso?

Rise alla sua battuta, annuendo semplicemente con la testa, prima di passare a parlare del motivo per cui tutte e tre erano lì.

Come penso vi abbia accennato la vostra Coordinatrice, sapete benissimo chi sono e cosa ci faccio qui.
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Volevo sapere che tipo di allenamento avevi in mente per noi... seguiremo tutte lo stesso percorso oppure userai con ciascuna di noi un'impostazione diversa?

Sorrise all'amica, supportando la sua domanda con lo sguardo: lei stessa era molto incuriosita, ora che ce l'aveva davanti, dal tipo di allenamento che Robyn avrebbe fatto fare loro. La Vireau era sempre stata molto metodica e professionale e a volte tanto esercizio tecnico era stancante non solo dal punto di vista fisico, ma anche mentale. Sperava, in cuor suo, che il giovane pirata avesse per loro in serbo qualcosa di un po' più divertente. Attese quindi la risposta del ragazzo, prima di seguire le sue direttive.
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