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Messaggioda Vergil » 18/12/2016, 23:15

... Giusto, non conosci nemmeno il suo nome ed in effetti è più che giusto tu lo sappia...
Caroline Victoria Martha Eleanor Alexis Cartwright... Oh beh, il primo nome è soltanto Caroline Victoria, non volevo costringerla ad una firma chilometrica!


... Martha?

Ho voluto che avesse i nomi delle femmine più importanti della mia vita.
Se ottenesse un briciolo di spirito da ognuna di voi, verrebbe su una bambina eccezionale, ne sono certo.


La convinzione delle sue parole era più che concreta e sincera. Vergil non diceva le cose tanto per, anzi, dava peso ad ogni frase, come una persona matura, come un uomo.
Tante vicende ed esperienze lo avevano condotto lì, dov'era adesso, ad occuparsi di una piccola creatura indifesa e fragile oltre ogni immaginazione.
Nessuno avrebbe creduto fino a dieci anni prima che il Cartwright potesse divenire un bravo padre da lì ad appena pochi mesi ed invece era successo proprio così.
Osservò la donna negli occhi, scorgendo il luccichio di una emozione forte e incontrollabile, la commozione nel sapere che la bimba aveva ottenuto anche il nome della Pozionista.
Sorrise piano, allungando una mano verso un pacchetto di fazzoletti non troppo distante per poi porgergliene uno.

Sei davvero imperdonabile, Vergil Cartwright!
E io sono una sciocca sentimentale a commuovermi per una cosa del genere...


È la prima volta che ti vedo in lacrime, credo proprio sia una sorta di evento inenarrabile!
... Non pensavo possibile che i tuoi occhi potessero risultare ancora più belli... Mi sbagliavo.


Con quell'uscita, Vergil rinnovò implicitamente la veridicità dietro al fascino che la donna esercitasse su di lui ancora, dopo quelle settimane di silenzio dalla famosa dichiarazione declinata.
Per quanto fosse strano, ancora una volta si ritrovarono l'uno di fronte all'altra come ben più che due semplici colleghi, come ben più che uno studente e la sua docente di Pozioni.
Martha, attraverso quella sorpresa non contemplata, aveva riscoperto di nuovo la gioia dello scoprire un Cartwright sempre più degno della sua attenzione e del suo cuore.
Era sereno, era tranquillo, era sicuro che ormai quella bimba contenesse già in buona parte totalitaria quell'amore incondizionato che da sempre cercava per se stesso.
Ma quello della piccola sarebbe stato l'amore di una figlia. A lui questo bastava? Si era deciso a non fornirsi risposte confuse ma la Bennet scelse a sorpresa di rimettere in gioco quel bisogno.

Ancora una volta devo ammettermi sconfitta e riconoscere in te l'uomo che sei diventato.
... A dirla tutta, sono ormai mesi che ci penso ed è iniziato tutto quanto la sera in cui ti sei dichiarato a me, chiedendomi una possibilità.
Pur rifiutando la tua proposta, io non sono più riuscita a scacciare il pensiero di te dalla mia testa... E dal mio cuore.
Ricordi quanto fossi distaccata da te negli ultimi tempi?
Avrai sicuramente pensato di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma non è così.
Ero io il problema, io che non riuscivo a prendere una decisione perché l'idea di stare con te, di vivere con te mi spaventava come una ragazzina.
Anzi, ancora adesso ho paura di quello che potrebbe accadere, se mi affidassi completamente a te.


... La paura è una sensazione autentica che molti considererebbero una debolezza.
Nel tempo ho imparato a capire che quando si ha paura, è anche possibile che dipenda dall'importanza eccessiva che ha per noi una determinata cosa.
La paura è di soffrire, la paura è di vivere qualcosa di non calcolato... Di non saperlo gestire.
Ogni tanto mi è successo.
Ti sei spaventata come una ragazzina... Credo che questo accada quando non si è state per il giusto tempo delle ragazzine!


Il contatto visivo era ormai perpetuo ed il cuore nel petto del Cartwright batteva forte, molto forte, decisamente fuori dall'ordinario.
Era la stessa sensazione che provava quando guardava Cavy dormire nella culla, ma con una matrice diversa, di uguale intensità ma differente entità.
Quando ella gli prese le mani, comprese che c'era ancora tanto da dire, che ci fosse quella possibilità di stare assieme che ormai aveva del tutto messo da parte o almeno al 95%.
Possibile che quel 5% si stesse avverando davvero di fronte ai suoi occhi in un momento simile?
Non restava altro se non lasciarla proseguire, mettendosi in piedi con lei, sovrastandola con la sua massiccia corporatura.

Non so dirti quando e come questo sentimento sia sbocciato in me.
Ma posso garantirti che non sfiorirà facilmente, se non addirittura mai, perché so che quando amo qualcuno, lo amo con tutta me stessa, incondizionatamente e per sempre.
Adesso tu sei felice e appagato, perché hai appena scoperto l'amore di un genitore per la propria figlia, qualcosa a cui anche io ho sempre anelato.
Ma se pensi che non sia troppo tardi per me, che non sia troppo tardi per noi, allora ti prego fammelo capire in qualche modo perché...


Immagine


Forse l'idea iniziale di Martha era quella di parlare, terminare la frase e di conseguenza alzarsi in punta di piedi per baciarlo sulle labbra, prendendo l'iniziativa.
Ma adesso era lei la ragazzina, era lei quella inesperta appena tornata ai primi sospiri e ai primi batticuore da adolescenza saltata e mai vissuta veramente.
Ecco perché fu Vergil a prendere in mano la situazione, a mostrarsi uomo, a non aspettare permessi o concessioni, ma a prendersi ciò che sentiva da quel momento fosse suo.
Interruppe tutto con quel bacio, con quel gesto ricco di passione e amore così tanto traboccanti da lasciare completamente senza fiato anche una donna navigata come la Bennet.
Perché nella conoscenza poteva essere un passo avanti, nel sesso pure, ma nell'amore l'esperto era lui e non si sarebbe lasciato sfuggire la possibilità di dimostrarglielo.

Ti amo, Vergil.

... Martha Medea Bennet, vuoi sposarmi?
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Messaggioda Martha » 20/12/2016, 14:55

Ho voluto che avesse i nomi delle femmine più importanti della mia vita.
Se ottenesse un briciolo di spirito da ognuna di voi, verrebbe su una bambina eccezionale, ne sono certo.


Conosceva ogni singola ragazza da cui aveva preso il nome per sua figlia. Non si aspettava che Vergil scegliesse anche il suo per battezzare la bambina, ma il docente di Volo lo aveva fatto, scatenando in lei una reazione improvvisa e inaspettata che la fece commuovere al punto di piangere.
Accettò il fazzoletto che le porse il Cartwright, rimproverandolo bonariamente per averla portata sull'orlo delle lacrime con quel gesto. Ed i suoi occhi, lucidi e splendenti, divennero subito per il ragazzo motivo di attrazione, rinnovando quel sentimento che aveva palesato ben tre mesi prima nei confronti della donna, senza -apparentemente- alcuna possibilità di farlo crescere insieme a lei.

È la prima volta che ti vedo in lacrime, credo proprio sia una sorta di evento inenarrabile!
... Non pensavo possibile che i tuoi occhi potessero risultare ancora più belli... Mi sbagliavo.


C'era davvero ancora un barlume di speranza? Martha aveva temuto che, con l'arrivo della piccola Cavy, Vergil avesse scelto di andare avanti e che il tempo trascorso dalla pozionista per prendere una decisione fosse stato troppo per il professore di Volo, al punto tale da non volersi più voltare indietro.
Con quella frase, invece, il Cartwright rimise in gioco tutto e la Bennet non perse certo occasione per fargli presente ciò che aveva ponderato, sentito, scoperto durante le settimane successive al loro ultimo incontro.

Ero io il problema, io che non riuscivo a prendere una decisione perché l'idea di stare con te, di vivere con te mi spaventava come una ragazzina.
Anzi, ancora adesso ho paura di quello che potrebbe accadere, se mi affidassi completamente a te.


... La paura è una sensazione autentica che molti considererebbero una debolezza.
Nel tempo ho imparato a capire che quando si ha paura, è anche possibile che dipenda dall'importanza eccessiva che ha per noi una determinata cosa.
La paura è di soffrire, la paura è di vivere qualcosa di non calcolato... Di non saperlo gestire.
Ogni tanto mi è successo.
Ti sei spaventata come una ragazzina... Credo che questo accada quando non si è state per il giusto tempo delle ragazzine!


Erano tutte parole vere, che lei stessa aveva già compreso nei suoi momenti di riflessiva solitudine. Non voleva che quel discorso durasse in eterno, ma aveva bisogno di spiegare a Vergil ogni singolo punto prima di chiedergli se ci fosse ancora una possibilità per lei, anzi no, per loro.
Ancora una volta, il ragazzo -ma ormai sembrava fuori luogo definirlo come tale- la sorprese, agendo e comportandosi come un vero uomo nell'interrompere il suo discorso per darle subito la risposta che lei cercava con un bacio carico di passione e sentimento.
Sembrava quasi una novità quella sensazione di felicità appagante e completa che le riempiva il cuore, traboccando. Le loro bocche erano unite, le lingue intrecciate, i loro respiri unisoni e -cosa migliore di tutte- poteva sentire i battiti del suo cuore accelerare alla stessa velocità dei propri, facendole capire che lui la amava ancora ed era disposto a condividere con lei la propria vita.
Quando il bacio finì, non c'era più spazio per l'esitazione: Martha sapeva perfettamente che cosa dire e cosa fare, ma non perché lo avesse calcolato prima. Era la spontaneità di un sentimento radicato in lei da chissà quanto tempo e che finalmente stava dando i suoi frutti.

Ti amo, Vergil.

... Martha Medea Bennet, vuoi sposarmi?

Passarono alcuni secondi in assoluto silenzio, perché la proposta del Cartwright la sorprese al punto da lasciarla priva di voce e, per qualche istante, anche priva della sua capacità di ragionare e riflettere. Ma la Bennet non aveva bisogno di riflettere nè di ragionare: pur non dicendolo apertamente, lei sapeva che sarebbe stata disposta a sposare Vergil anche il giorno dopo, senza bisogno di aspettare ulteriormente, tanto era forte il suo amore per lui.
Pur mostrandosi spaesata all'inizio, lo sguardo della donna si fece più luminoso e il sorriso di lei esprimeva una gioia ed una felicità mai viste prima sul volto della docente di Pozioni.

Sì, lo voglio.

Era d'obbligo un altro bacio per suggellare ancora di più l'impegno appena preso. Ma in quel momento, accadde qualcosa di totalmente assurdo e inaspettato a rendere quel momento non soltanto perfetto, ma persino benedetto dal Mana.
Prima che le labbra della donna toccassero quelle di Vergil, Martha fu costretta a chiudere gli occhi, perché sentì distintamente qualcosa cambiare dentro di lei. Una sensazione talmente tanto sperata in passato, da rimanere basita nell'avvertirla con tanta facilità dentro di sé. Il raggiungimento di uno scopo prefissato, proprio nel momento stesso in cui aveva scelto di lasciarsi andare, senza più paura delle conseguenze.
Un lago che aveva finalmente trovato la sua strada per diventare fiume.

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Va tutto bene, non preoccuparti...- avrebbe quindi rassicurato in questo modo il Cartwright, se si fosse stranito della reazione avuta dalla pozionista -Adesso ti spiego che cosa è accaduto, ma prima...

Concluse ciò che avrebbe voluto fare prima, ovvero dargli un bacio carico di sentimento e continuando a baciarlo per diversi minuti, come se sentisse il bisogno di recuperare il tempo che aveva trascorso standogli lontana.

... Diamoci almeno un mese di tempo, prima di pensare concretamente al matrimonio.
So che tu non ne hai bisogno, ma io sì.
Tutti questi cambiamenti mi fanno venire le vertigini, non sono abituata!


Gli disse con una risata, stringendo le sue mani, stringendosi a lui completamente, perché ormai sapeva che si appartenevano a vicenda e non c'era ragione di mantenere le distanze fra di loro.

E adesso ti racconto che cosa è successo qualche minuto fa...

Avevano molto di cui parlare. La serata trascorse in quel modo e anche la nottata, che decisero di passare insieme, sempre attenti che la piccola non si svegliasse o che stesse bene. Martha non disse nulla, ma anche il pensiero di fare da madre ad una creatura non sua era una situazione che non sapeva come avrebbe affrontato.
Un pensiero che per quella sera preferì tenere per sé, riservandosi di parlargliene il giorno seguente, quando entrambi sarebbero stati un po' meno ubriachi di felicità per riuscire a ragionare insieme.

[Fine]
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