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da Monique » 26/02/2012, 23:18
Lieto di conoscere la persona più fidata dalla mia compagna. Piacere mio lady Sophie.
Monique sgranò gli occhi nel sentire quell'appellativo, e quando Sandyon spostò lo sguardo su di lei - forse per capire se fosse andato bene secondo il giudizio della donna - passato il primo attimo di smarrimento la VicePreside sorrise e fece un cenno di approvazione col capo in direzione dell'uomo, mentre l'elfetta sgranava gli occhi sorpresa e si lasciava andare ad un sorrisone ammirato.
Sì, Sandyon si è appena guadagnato l'adorazione di Sophie...
Si disse Moni con un mezzo sorriso, ascoltando poi le parole dell'amica e facendo così entrare il compagno in quel mondo meraviglioso, che cambiarono anche l'aspetto esteriore della donna, tanto da lasciare persino Sandyon un momento stranito e sorpreso.
Mi sarei dovuto aspettare una immagine del genere da parte di un'interpretazione spontanea di quello che senti e sei dentro.
Mi trovi... bella?
Quella domanda venne posta con una certa incertezza da parte della donna, che si morse il labbro e fece un mezzo sorriso timido: sì, Moni era anche quel tipo di donna... timida, imbarazzata, e poco sicura di sé. Non si faceva vedere spesso, ma c'era anche quello. Ma anche Sandyon era pieno di sorprese... o forse era la fantasia di Moni ad esserlo, fatto stava che all'improvviso davanti alla donna non ci fu più l'uomo che normalmente incrociava a scuola... mah una sorta di leone con la criniera fluente, lo sguardo minaccioso ed un fisico scolpito.
E così, sarebbe in questo modo che mi vedi nei tuoi sogni? Non pensavo prendessi così in parola la mia nomina sul campo di battaglia.
Forse è così che ti vediamo entrambi nei tuoi sogni... insomma, non è il mio primo pensiero vederti così, avevo pensato più ad un principe o qualcosa del genere... ma temo che la mia fantasia si sia scontrata con la tua, e questo è il risultato.
Rispose Moni, mentre sia Fire che Sophie lo fissavano increduli ma non troppo spaventati perchè alla fine avevano ben compreso che fosse lui: il cucciolo di lupo sentiva l'odore di Sandyon anche in quella forma, e l'elfetta... beh, lei era abituata alle illusioni, quindi perchè spaventarsi troppo? La donna comunque, concentrandosi un pochino, fece tornare Sandyon allo stato normale, così come lei lo vedeva.
Ecco. E' così che mi sono... innamorata di te.
Mormorò la francesina con un mezzo sorriso, avvicinandosi lentamente all'uomo per poi tentare di appoggiare le labbra sulle sue, baciandolo dolcemente ma con grande intensità. Si scostò da lui quasi subito per potergli sorridere nuovamente, questa volta più serena.
Ti è piaciuta la musica? Io e Sophie siamo una squadra fantastica...
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da Sandyon » 26/02/2012, 23:48
Ritornare al suo aspetto originario fu di sicuro una cosa confortante, per quanto essere metà uomo e metà leone non risultava essergli così di fastidio, dato che per certi versi era anche un po' così che molti suoi nemici lo avevano individuato sul campo di battaglia. Per un solo secondo gli parve di immaginare come sarebbero apparsi lui e il suo antico amico adesso nemico in un'illusione così: Lui in quel modo, metà leone e metà uomo e l'altro metà uomo e metà pantera. Uno scontro interessante per la fantasi di un fumettista o di un regista babbano, ma a lui pochi istanti dopo fece venire solo i brividi. Si guardò nuovamente, adesso con solo la camicia indosso e dei jeans lievemente strappati che facevano molto "ragazzo alla moda" babbano di 25 o forse massimo 27 anni, un tipo di vestiario che comunque non gli dispiaceva.
Ecco. E' così che mi sono... innamorata di te.
Beh chi lo sa, magari in un'altro mondo una fata si è innamorata di un uomo leone, chi può dirlo?
Rispose guardandola in maniera gentile, docile, come se volesse sorriderle, come se quella piccola battuta fosse un modo per farle comprendere quanto comunque si sentisse a suo agio e non avesse paura di lei e dei suoi poteri, ma forse c'era bisogno di qualcos'altro per smuovere maggiormente quell'atmosfera, qualcosa che sentiva che lei necessitava per sentirsi ancora più tranquilla visto che fino a quell'istante la timidezza e la paura avevano pervaso i suoi occhi di ghiaccio che piangevano forse o forse semplicemente chiedevano aiuto a lui, al suo principe azzurro, chiedendogli soltanto di essere sincero e di toglierle un grosso peso dall'anima. Si avvicinò ulteriormente a lei, privandola con le mani di quella maschera che le copriva il viso, lasciando scoperto il volto di quella fata dei sogni così leggiadra e meravigliosamente fantastica, poi portando le mani dietro la schiena di lei fece una leggera pressione in modo che potesse stringersi a lui e lui potesse accoglierla tra le braccia dandole un po' di calore. Non era ancora un abbraccio stretto, non ancora un abbraccio di quelli migliori, ma visto e conisiderato che era la prima volta dall'inizio del loro rapporto che l'abbracciava, ci si poteva accontentare no?
Ovviamente sei incantevole. Non mi spaventa questo tuo potere, ti rende solo ancora più affascinante. Sei brava, lei sarebbe fiera di te.
Si scostò da quell'abbraccio dopo averle parlato a voce moderata e calda, vicino all'orecchio mentre si beava del profumo dei suoi capelli corvini, poi, facendo qualche passo indietro, ascoltò il dire di lei riguardo al fatto che fossero una bella coppia con Sophie, oltre alla domanda sulla qualità della melodia, se fosse stata di suo gradimento o meno. Sandyon volse lo sguardo ancora una volta sull'elfa, poi sul pianoforte e poi sul violino, individuando nello strumento a corda una particolarità estremamente sorprendente: era uno "Stradivari", un violino di pregiata qualità e rarità, una perla d'oro del bagaglio musicale che obiettivamente soltanto una donna ricca e potente come lei si sarebbe potuta permettere di avere e di suonare, vista anche la bravura.
Ti è piaciuta la musica? Io e Sophie siamo una squadra fantastica...
Se il mondo magico non fosse così bigotto vi suggerirei di esibirvi in coppia in un auditorium, ma temo i fischi e i volti schifati dei vari cloni di tuo padre. Dispiaciuto solo che questo talento debba rimanere in casa, ma alla fine l'importante è suonare per se stessi, non per gli altri, non per forza.
A me sei piaciuta tantissimissimo! La scriverai una bella opera chiamata "Sonata per Mog"? Eh? Dai, promettimelooooo!!!
Sandyon di certo non poteva immaginare che dentro la testa di Monique il piccolo amico segretamente amico di lei le stesse facendo quei complimenti e quella richiesta assurda, quindi si limitò ancora a guardare il paesaggio mentre Fire picchettava con la zampetta sulla riva del lago bagnandosela. Quell'acqua sembrava bagnare sul serio ed era limpida come non mai. Si sarebbe potuto vedere il fondo anche a metri e metri di profondità, una cosa insolita per la realtà naturale, visto che dopo vari metri l'acqua di solito non mostra più il fondale ma un oscuro mondo popolato chissà da quali affascinanti ma anche pericolose creature. Sandyon ci fece un'attenta riflessione, giungendo ad una conclusione particolare, che lo fece tornare a guardare la donna con un occhio attento come a voler scrutare le sue emozioni e sensazioni in ogni secondo trascorso in quell'illusione paradisiaca a e lontana da ogni male.
Le roccie sono levigate, l'acqua sempre limpida, le nuvole non minacciose e l'aria altamente respirabile e a temperatura mite... Ogni cosa di questo posto pare esser fatta per la sicurezza che non possa nuocere a nessuno, che non possa... fare del male.
Hai ancora paura che con i tuoi poteri tu possa far soffrire il prossimo?
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da Monique » 27/02/2012, 0:15
Beh chi lo sa, magari in un'altro mondo una fata si è innamorata di un uomo leone, chi può dirlo?
Se hanno le nostre anime, è una cosa sicura...
Quella battuta da parte di Sandyon trovò subito risposta da parte di Monique, una risposta positiva e sicuramente dolce: gli sorrise, gentile ed innamorata, ma ciò che la lasciò senza fiato fu che l'uomo, poco dopo, prese l'iniziativa e l'attirò a sé, abbracciandola spontaneamente per la prima volta.
Oh... Sandyon...
Ovviamente sei incantevole. Non mi spaventa questo tuo potere, ti rende solo ancora più affascinante. Sei brava, lei sarebbe fiera di te.
... ti amo... E sì, lei... lei è fiera di me.
Non parlò per quegli istanti, ma sicuramente i suoi pensieri potevano far bene intendere su cosa la sua mente stesse riflettendo e cosa la facesse sentire bene: nello specifico, sentire la voce di Sandyon così vicino a lei, percepire il suo calore, quel calore che lei non aveva richiesto ma che lui aveva deciso di donarle... era una cosa meravigliosa, che la faceva sentire davver fortunata.
Se il mondo magico non fosse così bigotto vi suggerirei di esibirvi in coppia in un auditorium, ma temo i fischi e i volti schifati dei vari cloni di tuo padre. Dispiaciuto solo che questo talento debba rimanere in casa, ma alla fine l'importante è suonare per se stessi, non per gli altri, non per forza.
Disse poi l'uomo quando lei gli chiese cosa ne pensasse della loro musica, e nel sentire quelle parole Moni volse uno sguardo su Sophie facendole l'occhiolino con fare dolce, gesto che l'elfetta ricambiò con un grande sorriso felice. Ciò a cui non era preparata - e difatti ci volle tutta la sua abilità di concentrazione - fu la voce di Mog nella sua testa che le parlava con voce euforica.
A me sei piaciuta tantissimissimo! La scriverai una bella opera chiamata "Sonata per Mog"? Eh? Dai, promettimelooooo!!!
Mog! Sì, va bene, prometto che la scriverò, ma non farmi più prendere colpi del genere che sennò poi Sandyon se ne accorge!
Gli rispose facendogli una linguaccia mentale, chiedendosi - non potendone far a meno in realtà - se e quando l'uomo si sarebbe mai fidato da lei abbastanza da permetterle di conoscere il suo piccolo amico magico. Intanto Sandyon si guardava intorno, come ad osservare ed analizzare l'atmosfera che ha intorno: Moni non diede troppo peso alla cosa, in fondo non era la prima volta che l'uomo si ritrovava a studiare i risultati del potere di lei, perlomeno fino a quando...
Hai ancora paura che con i tuoi poteri tu possa far soffrire al prossimo?
... perchè me lo chiedi?
Moni si staccò un poco da lui, mordendosi il labbro e voltando lo sguardo sulla superficie piatta del lago, come a voler riflettere un momento prima di rispondere. Alla fine sospirò lentamente, tornando con gli occhi su di lui.
Sì, ne ho paura. Insomma, come potrei non pensarci? Il mio dono, se solo fosse usato da persone come mio padre, sarebbe... diventerebbe una maledizione. E se un giorno qualcuno... Asveras o mio padre... riuscisse a costringermi ad usare le illusioni nel modo sbagliato?
Rispose la donna, sospirando un poco mentre Sophie le si avvicinava e le prendeva la mano con la sua, e Fire si accucciava ai suoi piedi strusciando il naso su essi. Moni li guardò entrambi e sorrise, prima di aggiungere un pensiero più deciso e positivo.
Ma sono decisa a non pensarci. Sono io a scegliere come e quando usare il mio dono, e finchè le cose rimarranno così nessuno si farà mai del male con le mie illusioni.
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da Sandyon » 27/02/2012, 0:45
... perchè me lo chiedi?
Ne avevamo già parlato, quando mi affeziono tendo a rassicurarmi sulle condizioni dell'altra persona. Scusami.
Chissà se lei si fosse mai aspettata una risposta simile da parte del freddo ed imperscrutabile ex mercenario Sandyon Vastnor, eppure forse era proprio con quelle parole che a volte l'uomo stupiva di più, quando si trovava a mostrarsi limpido e cristallino come l'acqua di quel lago quando di solito il mistero e il buio albergano intorno a lui. Fatta stava comunque che la donna si sentì in dovere di rispondergli, e forse anche in potere, visto che comprendeva magari di più la propria condizione e la sua paura. Il padre, Tyslion, ognuno di loro avrebbe potuto rendere la vita di lei un inferno se solo si fossero impadroniti del suo potere o di lei in persona, questo era ciò che la spaventava maggiormente, era quello che la faceva sentire più in pericolo e nel mentre le parole della donna avanzavano, l'uomo non potè che proseguire a fissarla negli occhi per diversi secondi, vedendoli maggiormente spenti e un po' privati della vita che prima li faceva scintillare come stelle cadenti nella notte di S. Lorenzo.
Sì, ne ho paura. Insomma, come potrei non pensarci? Il mio dono, se solo fosse usato da persone come mio padre, sarebbe... diventerebbe una maledizione. E se un giorno qualcuno... Asveras o mio padre... riuscisse a costringermi ad usare le illusioni nel modo sbagliato?
Sono avversari forti, ma nella mia vita ho appreso che esiste il "forte", non l' "invincibile".
Quelle parole erano volte a darle forza e conforto, a farla sentire protetta e a darle la possibilità di dire a se stessa che aveva tutte le carte in regola per farcela e per superare ogni avversità, forse con lui, forse anche grazie all'aiuto di se stessa e del suo grande sforzo d'animo e slancio di spirito. Monique era una persona indomita e coraggiosa, saggia a modo suo e incredibilmente piena di risorse per far fronte a qualsiasi problema, Sandyon questo lo vedeva chiaramente nel modo di lei di sapersi rapportare verso ogni cosa, idem compresa la carica grande come quella di Vice Preside della scuola di Magia più prestigiosa e famosa al mondo. Inoltre, oltre a tutto questo, ci si misero anche la sua migliore amica e la prosecuzione della dinastia dell'animale più importante nella vita di Moni, che con il loro calore e affetto fecero tornare il sorriso sulle labbra morbide e gentili di quella fata dei sogni in un paradiso al tramonto.
Ma sono decisa a non pensarci. Sono io a scegliere come e quando usare il mio dono, e finchè le cose rimarranno così nessuno si farà mai del male con le mie illusioni.
Io ti... Adoro.
Quella forza vitale, si, proprio quella stava aspettando, ed era arrivata in men che non si dica. La vera energia che albergava dentro di lei regnava grazie al supporto delle persone che amava, una forza che non tutti potevano vantare, sopratutto i suoi nemici. Per quello Sandyon seppe dentro di se che qualora ci fosse stato da affrontare una vera e propria guerra, forse Monique avrebbe avuto una carta da giocare molto potente, quella della speranza e dell'amicizia. Lui non era solito credere in certe cose, lui era molto più concreto e materialista nei confronti delle lotte e degli scontri, ma comunque, oltre a riconoscerle un'enorme forza magica ed un potenziale in continua crescita, si rese conto che non era importante cosa credesse lui, ma quello che avesse spinto lei a dare il meglio, e se quello fosse stato l'amore, l'amicizia o entrambi poco importava, perchè il risultato sarebbe stato in ogni caso la sconfitta del nemico e questo per il momento all'uomo bastava e avanzava.
Sei forte, Monique. Adesso che ne dici di uscire da qui e andare in cucina a preparare qualcosa da mangiare? Non ho voglia di dare spettacolo di me ai mocciosi, mangiamo in camera.
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da Monique » 27/02/2012, 14:27
Ne avevamo già parlato, quando mi affeziono tendo a rassicurarmi sulle condizioni dell'altra persona. Scusami.
No! ... non... non scusarti. E' una cosa bellissima.
Forse la replica di Monique fu un po' troppo precipitosa, ma non vedeva davvero il motivo di chiedere scusa: insomma, si stava affezionando a lei al punto di volersi rassicurare sui suoi sentimenti, sui suoi pensieri e sulle sue paure... c'era niente di più bello di tutto ciò? Non per la donna, che gli fece un sorriso dolce e riconoscente prima di spiegargli nel dettaglio tutte le paure legate alle illusioni e, al contempo, la sua voglia di non pensarci ed essere positiva. Non seppe dire sul momento come lui avesse considerato le sue parole, ma furono le sue affermazioni successive, anzi, forse in particolare la prima, a farle comprendere cosa pensasse di lei.
Sei forte, Monique.
E tu sei bellissimo, ma non c'entra molto giusto?
Si disse Moni mentalmente, lasciandosi scappare un piccolo sorriso che Sandyon avrebbe potuto facilmente scambiare come soddisfazione e piacere nel sentirsi dire quelle cose da lui.
Adesso che ne dici di uscire da qui e andare in cucina a preparare qualcosa da mangiare? Non ho voglia di dare spettacolo di me ai mocciosi, mangiamo in camera.
E come rifiutare una proposta del genere? Monique annuì con un sorriso molto più ampio sulle labbra: recuperò la bacchetta, chiuse gli occhi per un momento e pose fine all'incantesimo, facendo così scomparire il paesaggio meraviglioso, le farfalle ed i suoi abiti da fata. Con un colpo della stessa fece anche sparire il pianoforte che Sophie aveva usato, e ripose il proprio violino nel baule riproteggendolo con diversi incantesimi; solo alla fine si rivolse nuovamente verso l'uomo con un sorriso soddisfatto.
Ecco fatto, possiamo and--
Padroncina Monique!
L'esclamazione di Sophie non fece finire a Moni la propria frase, costringendola a voltarsi verso l'elfetta che sembrava visibilmente concentrata ed al tempo stesso imbarazzata, come se non avesse il coraggio di dire loro qualcosa.
Dimmi pure Sophie, cosa c'è?
Le domandò dolcemente la donna per tranquillizzarla e l'elfa, dopo aver lanciato una veloce occhiata a Sandyon, si decise a parlare.
Sophie sarebbe molto molto felice di preparare cena per i padroni se padroncina Monique e padron Sandyon lo permettono...
Moni non amava far stancare Sophie, ma capitava di rado che l'elfetta si permettesse di esprimere un desiderio del genere di fronte a lei, e se l'aveva pronunciato anche di fronte a Sandyon significava che ci teneva davvero: furono questi i motivi che la spinsero a non rifiutare la sua proposta, costringendola ad alzare lo sguardo sul compagno per capire se lui fosse stato d'accordo o meno.
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da Sandyon » 27/02/2012, 18:29
Si stavano per dirigere presso la cucina per prepararsi la cena, visto che l'illusione si era conclusa e la fame stava salendo abbastanza velocemente, quando Moni venne sorpresa dalla propria elfa, Sophie, che le fece una richiesta alquanto particolare: Voleva preparare lei la cena per loro due e portarla in camera senza farli scomodare affatto. Un pensiero molto gentile e spontaneo quello dell'amica della Vice Preside ma che, almeno per Monique, necessitava di un consenso da parte di entrambi ed anche se a lei fosse andato bene, bisognava vedere che ne pensava Sandyon della questione. Si volse a guardarlo negli occhi, attendendo soltanto che lui rispondesse per dare un qualsiasi cenno alla piccola cuoca elfica, così, l'uomo spostò per un momento lo sguardo su Sophie osservandola attentamente, inarcando il sopracciglio come quasi a volerle incutere timore, ma dentro di se sapeva bene che lo stava facendo solo per un placido scherzo nei confronti dell'esserino che credeva fermamente fosse molto intelligente. Si scostò un momento dal corpo della compagna e si avvicinò di più all'elfo, inginocchiandosi per poterla guardare dritta nei grandi occhioni verdi smeraldo alzando la mano indicandole con l'indice della destra come ad esser pronto a rimproverarla o ammonirla per qualcosa, difatti fece una voce molto seria e burbera.
E così tu ci terresti a preparare la cena eh!? Potrei anche concedertelo milady, ma ad una sola ed unica condizione:.......... Che tu faccia il migliore bacon, uova strapazzate e würstel al formaggio che io abbia mai assaggiato in vita mia, comprensivo di patate fritte... intesi?
E così il dito si avvicinò abbastanza da toccare appena un secondo il naso dell'elfo per poi tornare al suo posto e detto questo, Sandyon si alzò nuovamente in piedi eretto col busto e dritto con le gambe facendo un piccolo occhiolino verso Sophie anche se con il suo solito volto serio e austero, insomma, quasi un'antitesi, poi, si rivolse a Monique davanti a lui appoggiandole una mano sul fianco, stringendolo appena con possessione e quasi sembrava anche un po' di voglia di lei, senza esagerare ovviamente visto che si trovavano decisamente in compagnia di un altro essere... se non due. L'illusione era conclusa e con essa anche il modo di vederla con quell'aspetto così fantasioso e mitico. Forse alcuni istanti lo trovarono stranito poiché si era quasi abituato a vederla così, con quelle piccole ali dietro la schiena, forse perché alla fin fine era un po' così che la vedeva, come una fata arrivata nella sua vita per rischiarare un po' i suoi incubi trasformandoli in bei sogni.
Vorrai perdonarmi, ma questa cena la vorrei un po' più deleteria per il fegato, ogni tanto non mi dispiace. Mi auguro mi accompagnerai in questo pasto trasgressivo oppure il tuo fine palato francese disapprova?
Chiese infine, quasi sfidandola, mentre nel frattempo avvicinava la mano sinistra di poco a distanza di qualche centimetro dal fodero bianco attaccato alla cinta della veste di Monique dove all'interno giaceva indisturbata la bacchetta magica di lei che emanava sempre un'aura molto potente e chiaramente speciale. In fondo per i materiali e l'anima che conteneva non poteva essere che un pezzo da collezione per qualsiasi artigiano di bacchette presente sulla faccia del pianeta.
Perchè non mi racconti un poco di lei invece, in fondo anche questa può essere definita una delle tue più care amiche, no?
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da Monique » 27/02/2012, 19:28
Sophie forse comprese che la decisione ultima spettava a Sandyon, tanto che si volse verso di lui con aria speranzosa ed anche un po' intimorita poichè diciamolo, l'uomo non era proprio l'emblema della cordialità almeno apparentemente: tuttavia sostenne il suo sguardo col proprio, speranzoso e sinceramente volenteroso di preparare la cena per loro due; lo osservò inginocchiarsi di fronte a lei e lanciò un rapido sguardo alla padroncina Monique prima di tornare a guardare l'uomo.
E così tu ci terresti a preparare la cena eh!? Potrei anche concedertelo milady, ma ad una sola ed unica condizione:.......... Che tu faccia il migliore bacon, uova strapazzate e würstel al formaggio che io abbia mai assaggiato in vita mia, comprensivo di patate fritte... intesi?
E quando il compagno di Moni sfiorò col dito il nasino di Sophie, l'elfetta fece un sorrisone deliziato e s'inchinò di fronte a Sandyon tutta felice e soddisfatta.
Sophie promette a padron Sandyon che rimarrà assolutamente soddisfatto!
Esclamò l'elfetta, scomparendo a seguito con un piccolo PLOP così da lasciare i due da soli: Monique si sentì attirata verso Sandyon dalla sua mano sul fianco, ma non fece nulla per contrastare quella forza... anzi. Adorava sentirlo vicino, perchè le piaceva il contatto fisico: con lui poi...
Sbaglio o ti piaceva parecchio la mia mise da fata? Potrei metterla più spesso...
Mormorò al suo orecchio con voce maliziosa: sì, Monique poteva essere timida il momento prima e maliziosa il momento dopo, e allora? Era fatta così e così le piaceva essere, poichè significava che poteva essere se stessa con lui ed era quella la cosa più importante.
Vorrai perdonarmi, ma questa cena la vorrei un po' più deleteria per il fegato, ogni tanto non mi dispiace. Mi auguro mi accompagnerai in questo pasto trasgressivo oppure il tuo fine palato francese disapprova?
Stai scherzando? Amo le cene di questo tipo, che ti pensavi? Il mio palato francese può mangiare qualsiasi schifezza gli venga proposta...
Rispose Moni con fare quasi offeso ma comunque divertito, mentre Sandyon le sfiorava il fodero che conteneva la sua preziosa alleata, la sua bacchetta speciale, la sua Rose.
Perchè non mi racconti un poco di lei invece, in fondo anche questa può essere definita una delle tue più care amiche, no?
In realtà non c'è molto da dire...
Mormorò Moni in risposta, circondando la vita di lui con le braccia, come a volerlo sentire ancora più vicino: la donna era una persona molto fisica, e probabilmente Sandyon non ci avrebbe messo molto a capirlo; si alzò in punta di piedi e gli sfiorò le labbra con un bacio, prima di sorridergli con aria serena.
Non avevo in programma di ritrovarmi con questa bacchetta, ad 11 anni me n'era stata data una qualsiasi come tutti, l'avevo comprata da Ollivander's e andava benissimo. Certo, ammetto che a volte avevo l'impressione di non sentirla completamente mia, ma pensavo fossero mie paranoie - raccontò Moni con una leggera alzata di spalle - Il resto della storia lo sai: Sophie ed il suo villaggio erano in pericolo a causa di quel Dragone di Cristallo, ed io... beh, mi sono sentita in dovere di fare qualcosa. E "Rose" è stata la mia ricompensa. Quando l'ho stretta tra le dita, ho capito che era lei la bacchetta perfetta per me, il catalizzatore in grado di controllare la mia potenza magica e forse anche di aumentarla.
Aggiunse, non sapendo bene cos'altro raccontare visto che bene o male la storia lui la conosceva: forse c'era qualcosa di particolare che voleva sapere, così lo guardò negli occhi come ad invitarlo a porre qualche domanda, qualora l'avesse voluto... ma in quel momento ecco tornare Sophie con le mani cariche di piatti.
Sophie ha finito!
Monique fece un sorriso in direzione dell'elfa, scostandosi da Sandyon per estrarre la bacchetta e far apparire un tavolino basso e due comodi cuscini su cui sedersi mentre Sophie posava tutto su di esso con espressione soddisfatta ma anche molto agitata.
Sophie spera che ai padroni piaccia la cena! Sophie ha preparato il bacon con le uova, i wurstel al formaggio e le patatine fritte, come ha chiesto padron Sandyon!
Esclamò l'elfetta, mettendo davanti a ciascun cuscino un piatto di tutto.
Monique strinse la mano di Sandyon come ad invitarlo a sedersi e a fare onore alla cucina di Sophie, così prese posto sul cuscino di destra ed attese che anche l'uomo si fosse accomodato per assaggiare un pezzetto di bacon ed una patatina. Socchiuse gli occhi mentre masticava e alla fine sorridette all'elfa.
Sophie, ti sei decisamente superata!
Commentò con orgoglio, lasciando però che anche Sandyon desse un suo giudizio: a seguito, Sophie s'inchinò di fronte ad entrambi e sparì con un PLOP, lasciandoli nuovamente liberi di cenare mentre Fire andava ad accucciarsi sul letto della donna per sonnecchiare.
C'è altro che vorresti sapere?
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da Sandyon » 27/02/2012, 22:25
Ricordava bene di aver già sentito più o meno la storia riguardante quella bacchetta, ma dentro di se covava il desiderio di avere maggiori informazioni su quello scontro che aveva condotto Monique alla vittoria contro un drago potente come quello di cristallo, per altro molto anziano quindi di potere ben superiore a quelli più giovani sotto di lui. Attese diverso tempo, ascoltando di nuovo per sommi capi lo stesso racconto che lei aveva già menzionato diversi giorni prima, giusto per darle il tempo di esprimere una sorta di filo logico del racconto prima di farle altre domande inerenti all'argomento, sopratutto perché appena pochi secondi dopo che lei aveva concluso la prima parte del discorso, giunse il tanto voluto pasto, la cena trasgressiva che tanto l'uomo aveva richiesto come in preda ad un bisogno infinito di mettere a dura prova il fegato, dato che non si poteva certo dire che fosse ancora un ragazzino.
Sophie ha finito! Sophie spera che ai padroni piaccia la cena! Sophie ha preparato il bacon con le uova, i wurstel al formaggio e le patatine fritte, come ha chiesto padron Sandyon!
Suggerito cosa fare da Monique, l'uomo quindi si avviò a sedere su uno dei cuscini, facendosi avvicinare i vari piatti con le cose da mangiare che almeno nell'aspetto sembravano squisite. Avvicinò alla bocca una forchettata con un po' di uova ed un pezzo del würstel al formaggio assaggiando tutto insieme, per poi dedicarsi ad una fettina di bacon arrotolata intorno ad una patatina e dopo aver masticato lentamente per assaporare il gusto del piatto, si volse in direzione di Sophie annuendo col capo come a farle comprendere che aveva fatto un buon lavoro. Ovviamente per lui quel gesto era segno di grande complimento verso l'eletta ma forse lei non avrebbe potuto capire subito quanto l'uomo fosse nella sua vita normale di poche parole e con poca attitudine a lasciarsi andare alla serenità di un sapore sopraffino come quello del cibo preparato da lei, ma il fatto stesso che nel frattempo avesse deciso di imboccare la sua padroncina con un pezzetto di würstel poteva farle capire ancora meglio che nel condividere un simile sapore con lei evidentemente trovava tutto il cibo delizioso.
Sophie, ti sei decisamente superata!
Comunque appunto, ci pensò Moni a dare la giusta interpretazione di quello che intendeva dire anche Sandyon e difatti, abbastanza entusiasta la piccola elfa si dileguò scomparendo dalla loro vista lasciandoli quindi liberi di mangiare in santa pace ed intimità. La conversazione quindi poteva andare avanti mentre l'uomo si dedicava finalmente a mangiare qualcosa di leggermente diverso da solito ma che sicuramente lo compiaceva e soddisfaceva molto di più di mille delle cene sfarzose che servivano al castello o magari alle feste organizzate nella magione francese della famiglia di Monique Vireau, ricordava infatti bene tutte quelle tartine insignificanti servite al compleanno della madre. Non ne aveva mandata giù nemmeno una e giunto a casa aveva preferito cucinarsi un po' di pizza margherita con salsiccia di cinghiale.
C'è altro che vorresti sapere?
Quella domanda giunse proprio al momento giusto. Sandyon stava riflettendo già da un po' su come far avanzare quella conversazione e di domande in mente gliene stavano giungendo parecchie, ma decise che per il momento doveva semplicemente lasciare andare la normale tranquillità dei suoi pensieri in maniera da non appesantirsi troppo di curiosità che potevano infastidire lui e lei, quindi evitò di proseguire sull'argomento della bacchetta e sulla manifattura o su come era andato avanti lo scontro con il drago e quali strategie di battaglia avesse utilizzato per affrontarlo, d'altronde certe cose non erano proprio le più interessanti delle quali parlare mentre si mangiava insieme. Prese una patatina portandosela alle labbra deliziandosi della precisione con la quale era stato messo il sale senza eccedere troppo nel dosaggio e decise di far assaggiare la stessa cosa anche a lei, facendo per imboccarla nuovamente.
... Hai avuto altre storie serie ed importanti prima di essere mia compagna?
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da Monique » 27/02/2012, 22:58
Era bello mangiare con lui, le ricordava molto il loro pranzo al Paiolo Magico, così intimo, tranquillo e rilassato: anche in quel momento, mentre lui la imboccava, Monique si sentiva serena nell'animo, come se fosse riuscita - ed era così - a mettere da parte i problemi per dedicarsi a quel momento di coppia tutto speciale.
Adoro la cucina di Sophie... ... anche se devo dire che il sushi rimane il mio piatto preferito.
Commentò la donna mentre si faceva posare una patatina sulla lingua dalla mano di Sandyon: eh sì, adorava senza alcun dubbio le schifezze, ma... il sushi, quello sì che era vero amore, un po' come una bistecca al sangue per il compagno insomma. E fu proprio il compagno poco dopo a farle una domanda a bruciapelo piuttosto seria.
... Hai avuto altre storie serie ed importanti prima di essere mia compagna?
Tralasciando il tuffo al cuore, piacevole ma intenso, che Moni provò nel sentirsi definire così da lui, a quella domanda fece un piccolo sorriso: lui avrebbe risposto sicuramente di sì visti i precedenti, ma a quel quesito lei avrebbe dovuto dare una risposta molto diversa... chissà se la cosa gli faceva piacere o meno, e se se lo immaginava.
Onestamente... no.
Rispose Monique, alzando lo sguardo su Sandyon per un momento, mentre mangiava un po' di uova con un pezzo di wurstel, così da osservare le sue eventuali reazioni. A seguito, alzò le spalle e riabbassò gli occhi, prendendo una patatina per mangiarla molto lentamente.
C'è stato un ragazzo, quando ero ragazzina... dai 13 ai 16 anni circa. Si chiama Daniel, un Serpeverde come me, e lui... ero davvero presa, il primo amore per intenderci: è stata una relazione assurda, fatta di alti e bassi, che mi ha fatto comprendere quanto l'amore mi rendesse debole... ma non posso considerarla una storia seria, né importante; era una cotta molto forte che all'epoca mi fece del male, ma col senno di poi mi rendo conto che le relazioni vere sono tutt'altra cosa. In ogni caso quando andai via da scuola, a 17 anni, giurai a me stessa che non sarebbe capitato più; cominciai a concedermi storie superficiali, spesso di una notte, non volevo altro.
Raccontò la donna, sorridendo sarcasticamente: Daniel Dawson, il primo e unico uomo - ragazzo - che avesse scalfito il suo cuore; quanto si sentiva stupida ora, ripensando al passato e a quanto gli aveva permesso di farle del male... fortuna che era rinsavita in tempo per capire quanto in realtà fosse solo un perdente, e non si meritasse una persona come lei.
Sono andata avanti così per un bel po'... ho avuto qualche storia più lunga, di qualche mese per lo più, ma ho sempre finito per troncarla, un po' perchè solitamente dovevo spostarmi e continuare i miei viaggi, ed un po' perchè volevo evitare che gli uomini con cui ero a contatto si innamorassero di me, se non l'avevano già fatto.
Aggiunse con un sorriso un po' rammaricato, consapevole di aver fatto del male ad alcuni di quegli uomini pur non volendo: ancora un po' di uova, un pezzo di bacon con cui avvolgere il "culetto" - come lo chiamava lei - del wurstel, ed un paio di patatine prima di tornare a guardarlo con aria più felice ed imbarazzata.
Ammetto che quando ti ho conosciuto ho pensato che mi sarebbe andata benissimo un storia di sesso con te... ma il mio cuore ha cambiato idea molto in fretta, ed anche se non avrei mai pensato di dirlo, ne sono felice.
Concluse con una lieve alzata di spalle, osservandolo per un lungo momento come fosse indecisa se parlare o meno: alla fine si morse il labbro e decise di buttarsi, azzardando un'osservazione un po'... intensa, forse.
Ho notato che mi fai sempre molte domande, e mi piace che tu voglia conoscermi, ma... non parli mai di te. Non... non vuoi che io ti conosca?
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da Sandyon » 28/02/2012, 22:50
Una fettina di pesce crudo adagiata su una pallina di riso al vapore speziato nativo della cultura giapponese. E così era quello il cibo preferito dalla donna. Quella tipologia di roba da mangiare era degna di un palato raffinato come quello della compagna ma notare che si sapesse adattare facilmente anche a cose come quelle che avevano nei piatti in quel momento era comunque una cosa positiva che lo faceva sentire più vicino a lei, per quanto forse Moni questo in quel momento non lo poteva sapere e comprendere. Comunque non fece commenti a quell'affermazione di lei, annuendo semplicemente, anche perché non c'era molto altro da dire se non prendere atto e segnarsi mentalmente quella preferenza in modo da poter progettare pranzi o cene future in luoghi che facessero quel tipo di cucina. Il discorso si spostò successivamente sulle relazioni passate della compagna del mercenario, che rimase piuttosto sorpreso nel sentire che comunque aveva avuto una sola storia da potersi considerare seria e ormai era passata da almeno dieci anni.
C'è stato un ragazzo, quando ero ragazzina... dai 13 ai 16 anni circa. Si chiama Daniel, un Serpeverde come me, e lui... ero davvero presa, il primo amore per intenderci: è stata una relazione assurda, fatta di alti e bassi, che mi ha fatto comprendere quanto l'amore mi rendesse debole... ma non posso considerarla una storia seria, né importante; era una cotta molto forte che all'epoca mi fece del male, ma col senno di poi mi rendo conto che le relazioni vere sono tutt'altra cosa. In ogni caso quando andai via da scuola, a 17 anni, giurai a me stessa che non sarebbe capitato più; cominciai a concedermi storie superficiali, spesso di una notte, non volevo altro. Sono andata avanti così per un bel po'... ho avuto qualche storia più lunga, di qualche mese per lo più, ma ho sempre finito per troncarla, un po' perchè solitamente dovevo spostarmi e continuare i miei viaggi, ed un po' perchè volevo evitare che gli uomini con cui ero a contatto si innamorassero di me, se non l'avevano già fatto.
Per qualche piccolo istante, immaginare Monique sotto o sopra il corpo di qualche altro individuo gli fece provare un moto di fastidio abbastanza nervoso, ma in fondo anche lui in quel periodo era felice con un'altra persona, perché mai allora doversi arrabbiare o scaldare per una simile idea e pensiero? Al momento erano poche le cose che sapevano l'uno dell'altra ed ancora molte avanti a loro si sarebbero mostrate, ma per quei minuti passati assieme successivamente, l'uomo non poté fare a meno di avere l'impulso irrefrenabile di possederla lì, seduta stante soltanto per ricordare a se stesso quanto a lei di chi fosse ormai, ma ovviamente nulla uscì fuori e trapelò dal suo sguardo serio e riflessivo, sopratutto ora che la donna pensava più che altro ad un'altra eventualità negativa, un'eventualità che lui in teoria avrebbe dovuto smentire per non ferirla.
Ho notato che mi fai sempre molte domande, e mi piace che tu voglia conoscermi, ma... non parli mai di te. Non... non vuoi che io ti conosca?
Finì il proprio piatto, in un tempo relativamente ristretto, anche perché comunque dovendo semplicemente ascoltare per lui era facile nel frattempo dedicarsi al cibo per evitare che si freddasse, ed ora era il momento per la francese concludere il suo pasto, anche perché in quel frangente Sandyon non se la sentì di non replicare, forse perché notava chiaramente negli occhi di lei una luce di speranza mista a paura e possibile tristezza per via della possibilità di non ricevere risposta o magari di riceverne una sbagliata, che non avrebbe mai voluto sentirsi dire. Sospirò appena, fissandola ancora per un po' dritto negli occhi e per un momento si sentì quasi in difficoltà a parlare, ma ben presto la sua solita sicurezza riprese piede nella sua anima e non indugiò ulteriormente.
Come io chiedo a te ogni cosa che desidero senza rimproverare me stesso, puoi farlo anche tu senza timore, ma sappi che di certo non sono mai stato un tipo volto a raccontare di se con volontà propria, d'accordo?
Non fu cattivo né distante o freddo nel dire quella frase, semplicemente fu sincero. Sandyon non amava prendere discorsi che fossero rivolti a se stesso, ma non disdegnava affatto il rispondere alle persone fidate qualora loro avessero avuto dei dubbi o dei quesiti da porgergli, in fondo con lui tutto era molto più semplice di come lo si poteva dipingere, anche se ci voleva molto tempo e molta pazienza per capirlo, oltre alla capacità straordinaria di entrare in quella ristretta cerchia di persone che potevano definirsi sue "amiche" o per lo meno "conoscenti". Le prese una mano tra le proprie, iniziando a fissarla e a carezzare con le dita quelle di lei, special modo le unghie lunghe, affusolate e ben curate, quasi fosse un antistress per evitare al momento di guardarla negli occhi, forse perché sentiva quel poco imbarazzo per aver chiaramente detto a qualcuno che poteva chiedere qualcosa di lui senza aver paura di esser visto male o anche peggio. Intrecciò le dita della mano con quelle della propria, poi, la avvicinò alla sua guancia, sperando di poter ricevere un po' di affetto da parte di quel corpo, di quella candida estremità del braccio della Vice Preside, come se in quel momento ne avesse bisogno diversamente da molte altre volte. Il suo modo di ragionare era ancora troppo difficile da comprendere, come anche quelle richieste di affetto improvvise, ma l'importante era che comunque si sentiva tranquillo nel lasciarsi andare tanto. La donna faceva progressi su progressi ogni giorno di più e dentro di se, nel profondo dell'anima, Vastnor ne era felice.
Continua così, a darmi calore.
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2012-10-30 23:15:42 |
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