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Interno Foresta

Messaggioda Monique » 16/11/2011, 18:43

[Giovedì - 21.47]


Oh, sì. Solitudine, pace... silenzio.

Questo si chiama relax... Merlino come mi ci voleva.

Sì, Monique Vireau aveva decisamente bisogno di un po' di tranquillità per stare da sola e riordinare un pochino le idee: gli ultimi giorni erano stati assolutamente deliranti per lei, tanto da spingerla a cercare un luogo sicuro lontano da tutti per godere della compagnia di se stessa e di...

... beh, non potevo mica lasciarti al castello da solo, sei ancora troppo piccolo.

Già, Fire aveva dovuto per forza portarlo con sé, e difatti adesso il cucciolo di lupo le trotterellava accanto, ancora piccolo e giocherellone com'era Flame i primi tempi dopo che i suoi genitori l'avevano presa per Moni. Pensare a Flame provocò nella francese una forte fitta di nostalgia che la costrinse a distogliere lo sguardo dall'animale al proprio fianco: aveva ancora qualche problema a relazionarsi con lui... figurarsi che all'inizio, subito dopo la morte della lupa, la donna nemmeno voleva vedere il cucciolo figlio della sua compagna di vita fino a quel momento.

E' successo troppo presto...

Pensò la VicePreside con un sospiro carico di tristezza, malinconia e rabbia per non essere riuscita a salvare la sua migliore amica, lei che veniva definita come una delle streghe più brillanti - se non la migliore - nel campo degli incantesimi. No, aveva decisamente bisogno di non pensare più a niente... anzi, aveva bisogno di rivederla... di rivedere Flame.

Direi che qui è perfetto...

Mormorò Moni, guardandosi intorno: si trovava nella parte più interna della Foresta Proibita, ed essendo comunque sera inoltrata era impossibile, per la donna, che potesse esserci qualcun altro lì in quel momento, in un luogo così buio ed inquietante.

So io come renderlo accogliente...

Un piccolo sorriso spuntò dalle labbra della francese, galvanizzato anche da ciò che stava per fare: usava poco le illusioni in realtà, poichè non le riteneva necessarie; eppure in quel momento sapeva che erano l'unico modo per rivederla, per parlare ancora un po' con lei... doveva superare la sua morte e andare avanti, e lo stava facendo giorno dopo giorno, ma... era umana anche lei dopotutto.
Dalla tasca del mantello che aveva indossato per proteggersi dal freddo fece scivolare nella propria mano la sua bacchetta, "Rose": era un esemplare unico nel suo genere e lo si capiva anche solo con uno sguardo, con quel manicodi legno chiaro con sfumature azzurre e quei cristalli che la ornavano; era per Monique uno dei ricordi più preziosi legati al suo periodo di vagabondaggio per il mondo, e non se ne separava mai. Con essa stretta tra le dita, la donna compì un movimento del braccio rapido e semplice, pronunciando due sole parole sconosciute a quasi tutto il mondo:

Imago Musicus

Una luce arcobaleno scaturì dalla punta della bacchetta, avvolgendo prima Moni e poi l'ambiente circostante, creando una sorta di melodia che permeò l'aria di note e quindi musica, accompagnata poco dopo dalla voce perfetta e melodica della VicePreside di Hogwarts.

[yt]http://www.youtube.com/watch?v=9OFxlN-Knro[/yt]


Don't know much about your life
Don't know much about your world but
Don't want to be alone tonight
On this planet they call earth

You don't know about my past and
I don't have the future figured out
And maybe this is going too fast
And maybe it's not meant to last,


Un sorriso ancora, uno piccolo, perchè a pensarci bene non cantava da... mesi. Dalla morte di Rose e Flame: ed anche se non l'avrebbe mai detto, le era mancato da morire, quasi fosse rimasta in apnea tutto quel tempo.

But what do you say to taking chances
What do you say to jumping off the edge
and never knowing if there's solid ground below
or a hand to hold
or hell to pay

What do you say
What do you say


E come ogni illusione che si rispettava, ecco che la terra intorno a lei iniziava a tremare... ma per Moni, ormai abituata, la cosa non era più un problema, anzi, era la dimostrazione che l'incanto stava funzionando e questo non poteva che farle piacere.

I just wanna start again
maybe you could show me how to try
Maybe you could take me in
Somewhere underneath your skin

What do you say to taking chances
What do you say to jumping off the edge
and never knowing if there's solid ground below
or a hand to hold
or hell to pay

What do you say
What do you say


E ad occhi chiusi sentire tutto cambiare e lei rimanere ferma nello stesso punto, cambiando però a sua volta: i vestiti che sparivano e si perdevano nell'illusione, sostituiti da altri molto più consoni all'ambiente che la ragazza stava creando grazie alla magia e alla musica che aveva nell'anima.

And I've had my heart beaten down
but I always come back for more, yeah
There's nothing like love to pull you up
When you're lying down on the floor there,
so talk to me, talk to me like lovers do
Yeah walk with me, walk with me like lovers do
like lovers do


Un rapido giro su se stessa come una giravolta ancora ad occhi chiusi e poi via, con tutto il fiato che aveva in quella notte apparentemente solitaria, a creare il miracolo e viverlo come fosse la prima volta, con gli occhi di un bambino stupito di fronte alle meraviglie del mondo.

What do you say to taking chances
What do you say to jumping off the edge
and never knowing if there's solid ground below
or a hand to hold
or hell to pay

What do you say
What do you say


Aprì gli occhi lentamente, godendosi lo spettacolo che si era creato di fronte a lei: un miracolo magico, così lo definiva da bambina, e nella sua mente tale era rimasto vista l'eccezionalità dell'evento; si sentiva bene, si sentiva finalmente a casa in quella foresta che... beh, ora aveva tutt'altro aspetto rispetto a prima.

Immagine


Don't know much about your life
Don't know much about your world


E anche lei appunto era cambiata, trovandosi distesa su un ponte in mezzo al verde di quel luogo ora sfavillante e assolutamente radioso rispetto a prima: buttò il capo all'indietro la bella Monique, lasciandosi andare ad una risata di divertimento e felicità forse per la prima volta da quando era al castello.

Immagine


Ma la cosa più bella in assoluto, fu vedere una figura avvolta da un'aura bianca poco lontano da sé, che le si avvicinava lentamente ma con occhi scintillanti di felicità.

Immagine


Flame...

Sussurrò Monique spalancando gli occhi e lasciando che un sorriso felice le incurvasse le labbra, rimanendo ferma cosicché l'illusione della lupa le si potesse avvicinare: ma Flame sembrava irrequieta per qualcosa, come se le due non fossero sole in quella nuova foresta.
Ed in effetti, se Moni avesse fatto più attenzione...

Spoiler:
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Messaggioda Tisifone » 16/11/2011, 20:15

Forse perché non si era ancora abituata ai ritmi scolastici o forse perché dopo anni passati in compagnia solo di Idra e dei suoi padrini vivere in un Castello pieno di gente di tutte le età ed essere costretti a interagire con tutti o quasi era un cambiamento troppo radicale, fatto sta che quel giovedì per Tisifone si era appena candidato come la giornata più stressante della sua vita.
Per un attimo aveva anche accarezzato l’idea di saltare la cena, o meglio di usare il cucinino presente nella Sala Comune degli alloggi dei docenti e mangiare in solitudine, ma un sibilo deciso di Idra l’aveva costretta a subire anche la cacofonia di rumori e grida della Sala Grande nonchè le chiacchiere spensierate di alcuni dei suoi colleghi.
Nulla di strano quindi nel fatto che, terminata al cena, Tisifone era uscita come un tornado dal Castello, avvolta nel suo mantello blu notte con Idra sdraiata sulle sue spalle diretta nel luogo più isolato di Hogwarts che le era venuto in mente: il cuore della Foresta Proibita.

Siii… silenzio, pace, tranquillità… quasi quasi chiedo alla VicePreside se posso trasferirmi a vivere qui

Mormorò la donna, stendendosi su una coperta evocata per l’occasione per evitare di bagnarsi con la brina della sera che ricopriva il terreno, mentre Idra strisciava fuori dal suo nascondiglio per andare ad arrampicarsi sull’albero ai cui piedi Tisifone si era stesa.

Togje tjebja nje nravitza sdje.
(Anche a te non piace stare qui.)


Le sibilò Idra, penzolando giù da uno dei rami più bassi. Tisifone spostò lo sguardo dall’angolo di cielo tra le fronde degli alberi che stava contemplando al suo serpente, valutando se e in che modo risponderle. Sapeva perfettamente che a Idra stare lì non piaceva, visto che, come lei, non si era ancora ambientata bene, e quindi, confermare la sua teoria avrebbe voluto dire avere per il resto dell’anno il suo sibilo sul collo per mollare l’incarico. D’altro canto però non voleva neanche mettere in crisi il loro rapporto, abbozzando una pietosa bugia.
Una scossa di terremoto risolse il dilemma al posto suo, facendola sedere di scatto sulla coperta, gli occhi che iniziavano a scandagliare l’ambiente circostante con attenzione.

Ma cosa diamine sta succedendo? Non ci sono terremoti in queste zone.

Esclamò, saltando letteralmente in piedi quando l’ambiente intorno a lei cambiò totalmente fisionomia passando dalla lugubre e minacciosa Foresta Nera a una sorta di foresta pluviale con tanto di rumore di cascata in sottofondo.

E se non fosse solo un rumore?

Mormorò, sollevando il braccio sinistro per dare a Idra il modo di tornare velocemente sulle sue spalle. Con circospezione, tenendo la schiena ben appoggiata all’albero, l’unica cosa che sembrava aver conservato la sua forma, anche se aveva mutato la sua natura, Tisifone iniziò a muoversi in circolo, i nervi tesi e tutti i sensi in allerta per cercare di captare ds dove provenisse il pericolo.

Santo Godric!

Esclamò quindi quando si trovò di fronte a una cascata che sembrava in tutto e per tutto reale. Fece alcuni passi in avanti, titubante su quello che avrebbe potuto trovare e rimanendo non poco sorpresa dal quadretto che le si pose davanti: Moniquesdraiata su un ponte di legno in un abito leggero che rideva come una bambina con di fronte una figura simile a un Patronus dalla forma di lupo.
Stupore, indignazione, ammirazione, rabbia, sollievo, questi e altri sentimenti si susseguirono nell’animo di Tisifone, mentre sul suo volto calava la solita maschera di fredda apatia.

VicePreside Vireau, buona sera.

Esordì quindi, la schiena dritta, la bacchetta ancora stretta in mano ma nascosta tra le pieghe del mantello.

Potrebbe avere la compiacenza di spiegarmi cosa sta accadendo e dove è finita la nostra Foresta?

Chiese poi con un tono di voce noncurante come se il trovarsi proiettati in un altro luogo all’improvviso fosse qualcosa di normale.
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Messaggioda Monique » 16/11/2011, 20:54

Flame... cosa c'è? Sono io, non mi riconosci?

Già, Monique ancora non si era resa conto del perchè Flame non volesse avvicinarsi troppo a lei, ma anzi rimanesse col naso all'insù quasi a voler annusare l'ambiente circostante, come se avesse percepito la presenza di qualcosa di sbagliato. Fortunatamente per la francesina dallo sguardo stranito, "l'intrusa" del momento venne fuori spontaneamente.

VicePreside Vireau, buona sera.

E alla donna quasi prese un colpo quando dal nulla spuntò Tisifone, insegnante di Divinazione e CapoCasata di Grifondoro: dopo un momento d'incredulità, la donna si mise subito in piedi lisciandosi le pieghe del vestito creato dall'illusione, mordendosi il labbro.

Potrebbe avere la compiacenza di spiegarmi cosa sta accadendo e dove è finita la nostra Foresta?

Il labbro morso iniziò a tremarle, e così anche il corpo della giovane donna che, poco dopo, non riuscì a contenersi e scoppiò in una risata divertita ed allegra, non di scherno anzi, di imbarazzo verso se stessa: si passò una mano tra i capelli e scosse la testa ancora ridendo, e forse l'altra avrebbe visto in quei gesti la vera Monique, e non la versione impostata di sé che aveva sfortunatamente dovuto mostrare nella riunione con gli insegnanti.

Scusi, scusi, scusi...

Continuava a ripetere Moni, senza riuscire a smettere di ridere: in realtà con quella risata stava scaricando tutto lo stress ed il nervosismo accumulati, buttando quindi fuori dal proprio corpo un disagio che l'aveva vista fin troppo rigida e tesa negli ultimi tempi. Una mano venne passata sul viso mentre la risata si spegneva e la sua espressione tornava normale, seria e composta ma sicuramente più serena.

La nostra Foresta è al suo posto, dove dovrebbe essere.
Mi dispiace di averla coinvolta in tutto questo, professoressa Samyliak, avrei dovuto controllare meglio che non ci fosse nessuno nei dintorni.


Mormorò la strega dagli occhi di ghiaccio, lanciando uno sguardo a Flame che finalmente aveva deciso di avvicinarsi alla padroncina, strusciando il corpo contro le sue gambe: Monique moriva dalla voglia di coccolarla, ma era giusto e doveroso spiegare alla collega cosa fosse successo.

Lei è dentro ad un'illusione: non mi dilungherò in spiegazioni tecniche a meno che non sia lei a desiderarlo, semplicemente credo le basti sapere che ciò che vede intorno a lei non è che il frutto di una magia in grado di combinare la concentrazione magica del mago con la voce dello stesso, dando vita ad una realtà immaginaria ma apparentemente reale. Tutto ciò che vede è pura illusione, non esiste, eppure potrà toccarlo come se fosse realtà.

Spiegare l'Imago Musicus era qualcosa di assolutamente complesso e probabilmente quello non era il luogo più adatto, ma Moni sperava che le spiegazioni fornite, per quanto forse molto vaghe, bastassero alla collega per comprendere che non si trovavano affatto in pericolo: Flame emise un verso scocciato, e dunque la francesina s'inginocchiò su di lei, lanciando prima uno sguardo di scuse alla donna, e prese ad accarezzarle il capo, scena forse un po' surreale vista da fuori.

Flame... non puoi capire quanto mi manchi... è tutto così strano senza di te, essere qui è quasi... sbagliato, senza averti al mio fianco. Ho così tanto bisogno di te...

Le sussurrò dolcemente, quasi si fosse dimenticata della presenza di Tisifone e persino di Fire che abbassò il capo con un guaito, la voce che si faceva sempre più tremula ed incrinata man mano che parlava: e forse, se Tisifone avesse fatto mente locale, avrebbe ricordato l'animale di fronte a Monique, quella lupa che era solita accompagnarla ovunque durante i suoi giorni ad Hogwarts quando ancora era una studentessa.

Se potessi rimarrei qui con te per sempre, lo sai...
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Messaggioda Tisifone » 17/11/2011, 11:19

Da quel poco che avuto modo di conoscere la Vice Preside, Tisifone si sarebbe aspettata qualsiasi tipo di reazione da parte sua tranne quella risata chiara e cristallina, non isterica ma quasi liberatrice, più adatta a una bambina spiata mentre sta giocando con il suo gioco preferito che a una donna adulta sulle cui delicate spalle grava il peso della cogestione di un posto complesso e prestigioso come Hogwarts.

Chi sei veramente MoniqueVireau?

Si chiese la donna, rimanendo ferma e impassibile di fronte a quello scoppio di allegria, mentre la bacchetta spariva tra le falde del mantello: tutta quella ilarità non poteva celare alcun pericolo. Nei minuti, parecchi per i gusti di Tisifone abituata, quelle rare volte in cui perde il controllo di se stessa, a recuperarlo velocemente, che furono necessari all’altra per riprendersi, l’Insegnante di Divinazione la osservò con interesse ben celato, notando come tutto in lei, dalla postura rilassata ai gesti istintivi, fossero ben diversi dalle pose calcolate e rigide che la Vireau aveva assunto durante il colloquio con i professori e assumeva tra i corridoi del Castello. Anche l’abito,sempre di fattura babbana, denotava un carattere libero e libertino e non austero.

Qui qualcuno è stato costretto a crescere troppo in fretta e ad assumersi troppe responsabilità.

Commentò tra sé Tisifone, provando quasi un moto di compassione e invidia nei confronti dell’altra. Anche lei era stata costretta a crescere troppo in fretta ma in nessun caso si era mai permessa di lasciarsi andare in quel modo, neanche nella solitudine della propria camera da letto.

Scusi, scusi, scusi...

Scuse accettate, Miss Vireau, basta che lei vi aggiunga una spiegazione.

Disse quindi, con il suo solito tono neutro, sperando in quel modo di accelerare la fine di quelle risate e ottenere appunto una spiegazione di quello che era appena accaduto.

La nostra Foresta è al suo posto, dove dovrebbe essere.
Mi dispiace di averla coinvolta in tutto questo, professoressa Samyliak, avrei dovuto controllare meglio che non ci fosse nessuno nei dintorni.


Non importa. Fa sempre piacere scoprire nuove sfaccettature del nostro Mondo.

Rispose a quelle scuse più formali, una piccola nota ironica appena percettibile nel pronunciare le parole “nostro Mondo” come se si riferisse più al lato della personalità di Monique che stava osservando che all’esistenza di un nuovo quanto sconvolgente tipo di incantesimo.

Lei è dentro ad un'illusione: non mi dilungherò in spiegazioni tecniche a meno che non sia lei a desiderarlo, semplicemente credo le basti sapere che ciò che vede intorno a lei non è che il frutto di una magia in grado di combinare la concentrazione magica del mago con la voce dello stesso, dando vita ad una realtà immaginaria ma apparentemente reale. Tutto ciò che vede è pura illusione, non esiste, eppure potrà toccarlo come se fosse realtà.

Che è reale me ne sono accorta. Che in realtà sia una illusione è più difficile da comprendere ma dopotutto siamo maghi e quindi per noi tutto è possibile, o quasi.

Mormorò Tisifone, staccando una foglia da un albero, lì dove sapeva esserci il tronco morto su cui era solita sedersi per contemplare le stelle.

Non si preoccupi non la tedierò con domande accademiche. Per quanto possa essere suggestivo e utile in alcuni casi saper padroneggiare un incantesimo del genere, non credo che sia il mio genere. Ha parlato di voce prima quindi presumo che la formula vada intonata in un determinato modo e ahimè la mia di voce non conosce tonalità.

Aggiunse poi, non immaginando che per creare l’illusione si dovesse cantare. Solo nel momento in cui il finto Patronus si avvicinò alla Vice Preside, Tisifone si ricordò della sua presenza e fu tentata di chiedere il senso della sua presenza quando la donna si inginocchiò di fronte a esso e, circondatolo con le braccia, aveva iniziato a sussurrarle dolci parole.

Flame... non puoi capire quanto mi manchi... è tutto così strano senza di te, essere qui è quasi... sbagliato, senza averti al mio fianco. Ho così tanto bisogno di te...
Se potessi rimarrei qui con te per sempre, lo sai...


Non è un Patronus, ma una sorta di fantasma, di proiezione olografica consistente.

Esclamò la donna, ma solo nella sua testa, per non voler interrompere quello che sembrava un incontro tra due vecchi amici che non si vedono da tempo. E in effetti quella lupa, pur ammantata di luce, aveva per Tisifone un nonsochè di familiare, come se l’avesse già vista da qualche parte molti anni prima.

Ma certo! E’ la sua lupa, quella che le trotterellava sempre accanto per i corridoi quando era una primina.

E mentre Tisifone aveva la sua illuminazione, Idra sulle sue spalle iniziò a muoversi nervosamente.

Eta nje ladna. Ona smjorta… no ona…
(Questo non è giusto. Lei è morta… mentre lei…)


Il sibilo del suo serpente spinse Tisifone a distogliere lo sguardo da quella coppietta così felice per farlo vagare sull’ambiente circostante fino a posarsi su un cucciolo di lupo molto simile a Flame che se ne stava in disparte con quello che sembrava un’espressione triste sul viso, come se si sentisse escluso.

I morti occuperanno sempre un posto importante nel nostro cuore, ma questo non deve accadere a discapito dei vivi.

Si risolse a dire quindi ad alta voce, fissando non Monique ma bensì il cucciolo.

Solo perché non ha voce per lamentarsi non vuol dire che non soffra.
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Messaggioda Monique » 17/11/2011, 14:58

Fortunatamente Tisifone aveva accettato le scuse di Monique, e se anche fosse rimasta sconvolta da ciò che la francesina aveva creato fu abbastanza brava da nasconderlo dietro ad una maschera d'imperturbabilità mista ad indifferenza.

Anche tu ti sei imposta una maschera, o sei così di natura?

Si chiese Monique che non sapeva come considerare la donna: all'apparenza sembrava fredda e del tutto distaccata dal resto del mondo, un po' come lei stessa era stata durante la riunione dei professori... ma se Moni ora appariva in tutt'altro modo, del tutto sciolta e naturale, la professoressa Samyliak non era invece cambiata di una virgola rispetto alla riunione di qualche giorno prima.
Inoltre, anche se la donna non sarebbe mai riuscita a spiegarlo a parole, sentiva come una sorta di sensazione strana all'altezza del petto quando Tisifone era nei paraggi, come se qualcosa dentro di sé si smuovesse ma lei non riuscisse a comprenderne la motivazione.

Non si preoccupi non la tedierò con domande accademiche. Per quanto possa essere suggestivo e utile in alcuni casi saper padroneggiare un incantesimo del genere, non credo che sia il mio genere. Ha parlato di voce prima quindi presumo che la formula vada intonata in un determinato modo e ahimè la mia di voce non conosce tonalità.

Ogni voce possiede in sé tante tonalità diverse... siamo noi a non volerle usare.

Replicò a bassa voce Monique, non volendo contrariare la donna ma trovandosi in estremo disaccordo con lei: a scuola, dentro le mura del castello, anche la voce della VicePreside era sempre monotono per suo volere, ma se la donna stessa si fosse ascoltata ora probabilmente non sarebbe nemmeno riuscita a riconoscersi.

In ogni caso, la formula può anche essere pronunciata normalmente... solo che per innescare l'incantesimo bisogna cantare.

Aggiunse con un mezzo sorriso, come in attesa di una reazione qualsiasi da parte della donna che non fosse - per dirla alla maniera babbana - un encefalogramma piatto. La sua attenzione, comunque, si riversò tutta su Flame, tanto che persino Tisifone si accorse del disagio di Fire.

I morti occuperanno sempre un posto importante nel nostro cuore, ma questo non deve accadere a discapito dei vivi.
Solo perché non ha voce per lamentarsi non vuol dire che non soffra.


Commentò infatti la donna, lo sguardo fisso sul cucciolo di lupo che, in risposta, scosse il capo e mostrò i denti ancora giovani contro la professoressa, come se non gli stesse bene ciò che lei aveva appena detto: Monique spostò lo sguardo su di lui e poi su Flame, annuendo appena.

La professoressa Samyliak ha ragione, sono io che sbaglio.
Vieni qui, da bravo.


Sì, per chissà quale motivo Fire sembrava ansioso di difendere la padroncina anche se era proprio questa ad essere in torto: ma in fondo, da una madre come Flame non ci si poteva certo aspettare qualcosa di diverso; si avvicinò alla giovane donna che gli accarezzò il musetto dolcemente, guardandolo con aria di scuse.

Non ce l'ho con te, solo... avrei voluto avervi entrambi al mio fianco, ora più che mai.

Gli sussurrò guardandolo dritto negli occhi, per poi lasciarlo avvicinare alla madre che prese a leccargli il capo come gesto affettuoso: Monique si rimise in posizine eretta, scostandosi i capelli dal viso per affondare gli occhi in quelli di Tisifone.

Le chiedo ancora scusa per averla coinvolta in tutto questo, non era mia intenzione... chissà cosa penserà ora di me.

Mormorò la francese con un sorriso ironico sulle labbra, alzando lo sguardo verso l'alto per rimirare il cielo notturno che si stagliava sopra di loro e lasciandosi sfuggire un piccolo sorriso sulle labbra.

Flame sarebbe dovuta venire con me, sarebbe stato tutto diverso se lei ci fosse stata... ma se n'è andata prima, lasciandomi sola. Non è stata colpa sua, o di Fire, solo... non ero pronta, e non lo sono tutt'ora. Questa illusione mi permette di tornare ad essere me stessa e di potermi sentire... libera.

Le spiegò senza nemmeno guardarla, allungando una mano verso l'alto e facendo apparire sulle proprie dita una farfalla blu - altra caratteristica delle illusioni - che dopo qualche secondo d'immobilità volò via per posarsi sui fiori che riempivano quello spiazzo tra le due.

Immagine


Infine tornò a guardarla con un sorriso ora spento e malinconico sul viso.

Che sciocca ed immatura VicePreside vi tocca sopportare, non crede?

Commentò con uno sbuffo ironicamente triste verso Tisifone, riferendosi a lei ma anche a tutti gli altri insegnanti e ad Hogwarts in generale che la vedeva ricoprire quel ruolo per volere della Preside Bergman.
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Messaggioda Tisifone » 19/11/2011, 12:58

Ogni voce possiede in sé tante tonalità diverse... siamo noi a non volerle usare.

Alla replica di MoniqueTisifone rispose con una semplice alzata di spalle, che voleva dire tutto e niente. Sapeva che le persone monocorde erano pressoché rare, ma sapeva anche che di solito la gente usava le diverse modulazione della voce per dar vita a quei sentimenti che non potevano o volevano esprimere a parole e questa era una lezione che Tisifone aveva imparato molto bene per poi dimenticarla completamente in nome di una sicurezza e segretezza che ancora stentava a comprendere a pieno.

In ogni caso, la formula può anche essere pronunciata normalmente... solo che per innescare l'incantesimo bisogna cantare.

E allora questo per me è un incantesimo proibito visto che sono stonata come una campana.

Pensò sarcastica, conservando un’espressione impassibile sul viso, la stessa che aveva mentre una sorta di rimprovero usciva dalle sue labbra per il comportamento che la Vice Preside stava tenendo nei confronti di Flame. Non sapeva cosa l’aveva spinta a pronunciare quelle parole, lei che di solito era così rispettosa della propria e altrui privacy, indifferente alle interazioni tra le altre persone. Forse un po’ in Flame aveva rivisto Ka e un po’ di nostalgia aveva invaso anche il suo animo o forse quella strana sensazione che le faceva sembrare la presenza dell’altra donna quasi tollerabile l’aveva spinta a farla riflettere sulla scorrettezza del suo comportamento.

Fedele in ogni circostanza.

Commentò Tisifone notando la reazione di Fire alle sue parole, una nota di ammirazione nel tono della voce.

La professoressa Samyliak ha ragione, sono io che sbaglio.
Vieni qui, da bravo. Non ce l'ho con te, solo... avrei voluto avervi entrambi al mio fianco, ora più che mai.


Vedere quel quadretto familiare fece sentire Tisifone di troppo, tanto che la donna distolse lo sguardo dai tre per posarlo sulla cascata, provando il desiderio improvviso di tuffarsi e far sparire se stessa tra i suoi flutti, insieme ai ricordi dolorosi. Quando era più giovane aveva creduto che lei e Ka sarebbero rimaste insieme per sempre e la sua morte non aveva fatto altro che ricordarle un principio ineluttabile: nulla è per sempre nella vita. E questo principio si era radicato così in profondità in lei da impedirle di legarsi a altri esseri umani, che sia per semplice amicizia o per amore. Ma quello che la faceva star male in quel momento era la consapevolezza che, a differenza di Monique, lei non avrebbe mai potuto avere in contemporanea Ka e Idra e ormai per lei scegliere sarebbe stato impossibile.

Le chiedo ancora scusa per averla coinvolta in tutto questo, non era mia intenzione... chissà cosa penserà ora di me.

Le parole della francese la distolsero da quelle tristi elucubrazione, facendole riportare lo sguardo e l’attenzione su di lei.

Che è una nostalgica… E che tagliare i ponti con il passato è qualcosa di facile da dirsi ma di difficile da farsi.

La risposta Tisifone la pronunciò con un tono di voce neutro, ma basso, come se fosse più una riflessione personale che un vero e proprio giudizio sulla VicePreside.

Flame sarebbe dovuta venire con me, sarebbe stato tutto diverso se lei ci fosse stata... ma se n'è andata prima, lasciandomi sola. Non è stata colpa sua, o di Fire, solo... non ero pronta, e non lo sono tutt'ora. Questa illusione mi permette di tornare ad essere me stessa e di potermi sentire... libera.

No si è mai pronti a perdere qualcuno che ci è caro e chi mostra di esserlo o mente o non è capace di provare veri sentimenti.

Lapidaria nell’affermazione che però nascondeva un velato complimento, un riconoscimento della forza dei sentimenti che Monique aveva provato per la sua lupa.


Probabilmente ha ragione, le cose sarebbero state diverse ma sarebbero anche state migliori? O più facili? E lei sarebbe la donna che è oggi o solo una sua pallida imitazione? Purtroppo sono eventi tragici come questi che aiutano a crescere e a formare il carattere, anche se spesso preferiremmo restare eterni bambini pur di non essere costretti a veder andare via le persone che amiamo.

E per un attimo, se Monique avesse osservato il viso di Tisifone, avrebbe potuto vedere un’espressione di tristezza infinita sul viso della donna al posto della solita maschera che indossava, i lineamenti più morbidi, gli occhi di un blu intenso e caldo straripante di emozioni.
Passato l’attimo, Tisifone tornò ad avere la solita espressione di freddo distacco e cortesia e anche la sua voce tornò ad essere atona.


E’ nel mondo reale che deve riuscire a essere libera se no un giorno non avrà più la forza di far cessare tutto questo e rimarrà prigioniera del suo bel mondo dorato.

Commentò quindi, allargando le braccia a indicare quello che le circondava, per poi puntare il dito verso la farfalla che era appena apparsa.

Che sciocca ed immatura VicePreside vi tocca sopportare, non crede?

La donna che ci ha dato il benvenuto a Hogwarts un paio di giorni fa non mi è sembrata né sciocca né immatura. E ora non vedo altro che una ragazzina nostalgica…

Rispose Tisifone, distinguendo volontariamente il ruolo istituzionale che Monique ricopriva da quella sua persona, come a voler dire, usando un’espressione tipicamente babbana, che non sempre si è quello che si mangia.

Mi chiedo, più che altro perché abbia deciso di accettare un ruolo che evidentemente più che soddisfarla la soffoca.

Chiese spontaneamente, meravigliandosi lei per prima di aver posto una domanda così personale.
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Messaggioda Monique » 19/11/2011, 22:34

Non si è mai pronti a perdere qualcuno che ci è caro e chi mostra di esserlo o mente o non è capace di provare veri sentimenti.

Oh, in quel caso io sono vera da far schifo.

Commentò Monique con un leggero sorriso, continuando ad osservare Flame e Fire coccolarsi: il cucciolo riconosceva la lupa come madre eppure non sembrava particolarmente sconvolto dalla sua perdita, forse perchè da quando era venuto alla luce era stata la donna a prendersi cura di lui. Era fortunato, quindi, a non sentire la mancanza dell'animale adulto che l'aveva partorito.

Probabilmente ha ragione, le cose sarebbero state diverse ma sarebbero anche state migliori? O più facili? E lei sarebbe la donna che è oggi o solo una sua pallida imitazione? Purtroppo sono eventi tragici come questi che aiutano a crescere e a formare il carattere, anche se spesso preferiremmo restare eterni bambini pur di non essere costretti a veder andare via le persone che amiamo.

Non so se sarebbero state migliori, ma probabilmente sarebbero state più facili, quello sì... mi sarei sentita più a casa mia, e non un assoluto pesce fuor d'acqua.

Mormorò la francese con un piccolo sospiro, un'affermazione inutile e volta più a se stessa forse che non all'altra: quello che la colpì fu lo sguardo della sua interlocutrice, per un momento non più freddo e calcolato ma lucido e carico di emozioni: ma quell'istante si perse velocemente, facendole tornare davanti la stessa donna di poco prima.

E’ nel mondo reale che deve riuscire a essere libera se no un giorno non avrà più la forza di far cessare tutto questo e rimarrà prigioniera del suo bel mondo dorato.

Sa, è quello che di solito succede a quei pochi che usano questo tipo d'incantesimo senza la dovuta preparazione fisica e mentale... alla fine preferiscono rimanere dentro l'illusione per sempre, e finiscono per impazzire.

Disse la VicePreside, fornendo così alla donna di fronte a lei altre informazioni su quello strano incanto usato da Monique per creare quella foresta alternativa alla loro: già, Rose le raccontava sempre cosa potesse succedere se si abusava troppo delle illusioni... per questo lei cercava di andarci sempre molto cauta.

La donna che ci ha dato il benvenuto a Hogwarts un paio di giorni fa non mi è sembrata né sciocca né immatura. E ora non vedo altro che una ragazzina nostalgica…

E Monique sorrise a quelle parole, riconoscendo come la donna avesse cercato di distinguere le due parti di lei che, in sostanza, a detta sua non risultavano sciocche o immature ma distinte appunto: una più formale e rigida consona al ruolo che ricopriva, l'altra più giovane e dunque più giustificata in certi comportamenti.

Mi chiedo, più che altro perché abbia deciso di accettare un ruolo che evidentemente più che soddisfarla la soffoca.

Aggiunse Tisifone, sforando forse nel personale: per Moni però non si trattava di un particolare problema, in fondo non c'era nulla di male nel dire come stavano le cose... in quel frangente, non aveva nulla da nascondere.

Sono qui per esaudire il desiderio della mia... di mia madre. Prima di morire disse che le sarebbe piaciuto rivedermi come insegnante nella scuola dove avevo studiato così a lungo, perciò quando la Bergman mi ha offerto il posto, semplicemente ho accettato.

Non proprio tutta la verità forse, ma sicuramente il punto della questione era stato centrato: se era lì era solo per far felice Rose, anche se defunta, non certo per un qualche desiderio personale.

E lei invece? Cosa ti ha... scusi, l'ha spinta a venire ad insegnare qui?
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Messaggioda Tisifone » 19/11/2011, 23:36

Non so se sarebbero state migliori, ma probabilmente sarebbero state più facili, quello sì... mi sarei sentita più a casa mia, e non un assoluto pesce fuor d'acqua.


Facili. Certo ogni cosa affrontata con il supporto delle persone care risultava essere facile e questo Tisifone lo aveva capito nel modo peggiore, perdendo prima i genitori e poi Ka. Per fortuna al suo fianco erano comparsi due uomini eccezionali, sotto ogni punto di vista, che l’avevano risollevata dallo stato di apatia in cui era caduta e, con i loro racconti, le avevano dato un motivo per vivere al meglio il tempo che aveva davanti: la vendetta.

Sa, è quello che di solito succede a quei pochi che usano questo tipo d'incantesimo senza la dovuta preparazione fisica e mentale... alla fine preferiscono rimanere dentro l'illusione per sempre, e finiscono per impazzire.

Avrei detto morire di stenti…

Pensò la donna, per nulla soddisfatta di aver compreso così a fondo la pericolosità di quel tipo di incantesimo e felice, per la prima volta in vita sua, di non poter padroneggiare un incanto del genere. Perché lei si che sarebbe rimasta volentieri per il resto della sua vita nella replica della sua casetta a Ekaterimburg con i suoi genitori a condurre per l’eternità una pallida imitazione del loro menage familiare.

Sono qui per esaudire il desiderio della mia... di mia madre. Prima di morire disse che le sarebbe piaciuto rivedermi come insegnante nella scuola dove avevo studiato così a lungo, perciò quando la Bergman mi ha offerto il posto, semplicemente ho accettato.

A Tisifone non sfuggì l’attimo di esitazione con cui Moniqueidentificò la persona di cui aveva deciso di esaudire il desiderio, come se nella sua vita ci fossero due persone che potevano arrogare il diritto di essere chiamata “mamma”.

Forse è rimasta orfana e il padre si è risposato..

Riflettè la donna con molta poca convinzione, scuotendo successivamente la testa come a voler scacciare quei pensieri inutili. Indagare sulla vita privata della Vice Preside non rientrava tra i suoi compiti né aveva in programma nell’immediato di stringere un rapporto così stretto con la francese da spingerla a confidarsi con lei. E il motivo non era tanto e solo la sua avversione a fidarsi dell’altro, ma soprattutto il fatto che una amicizia affinchè potesse essere considerata vera, presupponeva il concetto di reciprocità e Tisifone non era ancora pronta a confidarsi con qualcuno che non fosse la sua immagine riflessa nello specchio, trovando a volte difficile parlare persino con i suoi padrini.

Tutta questa dedizione le fa onore. Accettare un incarico che grava come un macigno sulle spalle solo per rendere orgogliosa qualcuno che non c’è più non è qualcosa di cui sarebbero capaci in molti. Anche se forse ha semplicemente imboccato la via più veloce per trovare la sua strada.

Un complimento, quello che Tisifone aveva appena fatto a Monique, pronunciato senza alcuna traccia di ironia e accompagnato da una sorta di augurio. Che l’aver saldato, per così dire, il debito con la sua defunta madre non le impedisca di capire cosa realmente lei voglia dalla vita.

E lei invece? Cosa ti ha... scusi, l'ha spinta a venire ad insegnare qui?

Quel piccolo lapsus del tu fece sorridere Tisifone, un sorriso freddo che non coinvolgeva anche gli occhi, ma pur sempre una variante alla solita espressione della donna.

Dopo questa piccola … chiamiamola avventura… credo che possiamo anche concederci un meno formale tu nelle situazioni non ufficiali.

Concesse, anche se non sapeva bene né il perché di quella concessione né a chi essa era davvero rivolta, se a se stessa o a Monique. Probabilmente se prima avesse finito di ascoltare la domanda, non avrebbe mai pronunciato quelle parole, anzi si sarebbe chiusa a riccio, chiedendo immediatamente di poter tornare sul suo piano di realtà. Ma ormai il danno era stato fatto e indietro non poteva tornare.
In silenzio, Tisifone fece alcuni passi in direzione della cascata, allontanandosi da Monique e volgendole le spalle. Un’ondata di nervosismo e rabbia iniziò a ribollirle nelle vene tanto che Idra iniziò a sibilare parole di conforto all’orecchio, facendole quasi il solletico con la sua linguetta biforcuta. La tentazione di non rispondere era forte ma si sarebbe dimostrata maleducata, mentire, invece, non era nel suo stile, quindi alla fine optò per una sorta di compromesso, come era sempre più costretta a fare da quando era giunta al Castello.

La sete di conoscenza e l’amore per i misteri. I segreti che le mura di Hogwarts celano da secoli per una Veggente come me rappresentano allo stesso tempo una grossa attrattiva e una sfida allettante.

Si decise a rispondere, alla fine, voltandosi di nuovo verso la donna, fissando i suoi occhi blu notte in quelli di ghiaccio dell’altra, di nuovo quell’espressione impenetrabile sul viso. Unico segno che non era propriamente a suo agio era il suo continuo accarezzare la cosa di Idra. Ma per fortuna non c’era nessuno lì con loro capace di interpretare quel segno di debolezza.
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Messaggioda Monique » 20/11/2011, 14:28

Tutta questa dedizione le fa onore. Accettare un incarico che grava come un macigno sulle spalle solo per rendere orgogliosa qualcuno che non c’è più non è qualcosa di cui sarebbero capaci in molti. Anche se forse ha semplicemente imboccato la via più veloce per trovare la sua strada.

Diciamo che avevo un grosso debito da saldare, e che questo è il modo migliore per farlo.

Ed ovviamente Monique si riferiva al fatto che Rose fosse stata l'unica donna fino a quel momento a farla sentire amata, coccolata, protetta ed al sicuro, l'unica persona ad averla aiutata a sviluppare le proprie doti senza secondi fini strani o malvagi, a prendersi cura di lei in modo totalmente disinteressato: la francese sentiva di avere un debito di vita nei suoi confronti che sarebbe durato in eterno.

Dopo questa piccola … chiamiamola avventura… credo che possiamo anche concederci un meno formale tu nelle situazioni non ufficiali.

Mi sembra un'ottima idea.

Commentò Monique, notando il leggero sorriso sulle labbra della donna che però non coinvolse il suo sguardo: anche senza conoscerla la giovane donna sentiva che l'altra aveva permanentemente addosso uno strano meccanismo difensivo che le imponeva di rimanere a distanza da qualsiasi altro essere umano.

Ma chissà, magari se m'impegno faccio il miracolo.

Si disse la francese, nel mentre Tisifone sembrava momentaneamente in difficoltà: certo, in altre circostanze l'avrebbe nascosto benissimo, ma dentro un'illusione era difficile celare le proprie emozioni, e questo Moni lo sapeva benissimo.

La sete di conoscenza e l’amore per i misteri. I segreti che le mura di Hogwarts celano da secoli per una Veggente come me rappresentano allo stesso tempo una grossa attrattiva e una sfida allettante.

Le rispose, ma appena ebbe finito di parlare il cielo sopra di loro si fece plumbeo ed in lontananza un rumore di tuoni rieccheggiò prepotente, tanto che Monique dovette concentrarsi parecchio per calmare la situazione usando la propria anima: alla fine, posò gli occhi sulla donna, studiandola più profondamente di prima.

Mi dispiace, non volevo innervosirti con la mia domanda.

Mormorò, e se la professoressa Samyliak si fosse dimostrata stranita o sorpresa anche solo in minima parte da quell'affermazione, Monique le avrebbe spiegato subito tutto con un piccolo sorriso quasi di scuse sulle labbra.

Una delle tante particolarità delle illusioni è di captare i sentimenti altrui ed usarli per modificare la realtà che è stata creata: e a giudicare da com'è cambiato, anzi, peggiorato il tempo dopo la mia domanda, immagino che non ti sia piaciuto troppo dover rispondere.
Me ne scuso, forse sono stata inopportuna.


Spiegò con aria seria ma sinceramente contrita di aver messo la donna in una posizione spiacevole: forse aveva qualche segreto da proteggere, ma come biasimarla? L'intera vita di Monique era costellata di segreti, poteva capirla appieno.

Ognuno protegge il proprio passato per preservarne il presente...

Frase apparentemente senza senso, ma di solito Moni non diceva mai cose tanto per dare fiato alla bocca: se e come l'altra avrebbe interpretato queste sue parole, se avesse deciso di parlare ancora o se invece avesse chiesto di uscire da lì per poter tornare al castello... questo spettava soltanto a lei.
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Messaggioda Tisifone » 20/11/2011, 23:07

Il nervosismo di Tisifone di fronte alla domanda di Monique non dipendeva solo dal fatto che la ragazza, inconsapevolmente, aveva invaso la sua privacy, ma soprattutto perché le ricordava come le sue ricerche stavano ancora a zero. Da quando aveva messo piede a Hogwarts, infatti, gli impegni assunti come Insegnante e Capo Casa dei Grifondoro avevano assorbito tutte le sue energie fisiche e mentale, finendo per far slittare in secondo piano il vero e unico e motivo per cui si trovava lì: cercare informazioni sulla vera identità dei suoi genitori e sulla causa della loro morte.
E il fatto che il suo incarico fosse a tempo indeterminato, invece di tranquillizzarla contribuiva ad aumentare il suo nervosismo, perché avere tutto quel tempo a disposizione non faceva altro che rallentare le ricerche, assecondare quella piccola parte di lei che non voleva sapere perché purtroppo non sempre la verità rendeva liberi. E Tisifone aveva paura che l’avrebbe resa schiava delle vendetta e del rancore ancor più di quanto già non fosse.

Cos’è? Anche le illusioni sono soggette ai capricci del tempo?

Si chiese la donna, sentendo tuonare in lontananza e notando come adesso il cielo minacciasse pioggia. Ma quel cambiamento atmosferico durò solo una frazione di secondo, tanto da spingere Tisifone a chiedersi se non se lo fosse immaginato.


Mi dispiace, non volevo innervosirti con la mia domanda.

Lo sguardo indagatore della francese unito a quella strana affermazione, fecero venire a Tisifone il dubbio che forse anche l’accenno di temporale non fosse un fatto naturale ma un qualcosa comandato dall’incantesimo, anche se non riusciva a comprendere in che modo. Teoricamente, da quello che le aveva spiegato la VicePreside, era stata lei con la musica e i suoi sentimenti a dar vita al tutto e non sembrava aver cambiato atteggiamento negli ultimi minuti: era ancora solare come una ragazzina, forse solo un po’ più riflessiva. A meno che…

Non comprendo cosa la spinga a scusarsi con me.

Disse quindi, circospetta, temendo di conoscere la risposta ancor prima di sentire la spiegazione da parte di Monique.


Una delle tante particolarità delle illusioni è di captare i sentimenti altrui ed usarli per modificare la realtà che è stata creata: e a giudicare da com'è cambiato, anzi, peggiorato il tempo dopo la mia domanda, immagino che non ti sia piaciuto troppo dover rispondere. Me ne scuso, forse sono stata inopportuna.

Una trappola, ecco cos’erano quelle illusioni, una trappola. O almeno così Tisifone la percepiva adesso, guardando con occhi diversi la cascata, i fiori, la farfalla, persino la Vice Preside. Era abituata a tenere sotto ferreo controllo le proprie emozioni, a non farle trasparire ma per fare ciò si era tenuta una sorta di valvola di sfogo, come per esempio accarezzare Idra in una data maniera o giocare con il suo ciondolo a forma di drago. Ma lì, in quel luogo, doveva tenere le sue difese alte a trecentosessanta gradi, non poteva permettersi neanche un minimo cedimento e, per quanto fattibile, era troppo da poter sopportare.

Ognuno protegge il proprio passato per preservarne il presente...

Solo con un passato cristallino si può avere un presente sereno…

Ribattè Tisifone, un mormorio il suo rivolto più a se stessa che all’altra donna, anche se, dallo sguardo perso nel vuoto, non sembrava interessata al fatto se Monique l’avesse sentita o meno.

Mi spiace essere costretta a strapparla al suo mondo dorato, ma per me è giunta l’ora di rientrare…

Affermò quindi, passando di nuovo dal tu al lei, come a indicare che la parentesi di familiarità era terminata e che il ritorno al mondo reale determinava un recupero delle formalità.
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