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Interno Foresta

Messaggioda Melia » 28/05/2013, 16:34

Sono sicuro che saprai ipnotizzare chiunque possa procurarti dei fastidi, se mai lo dovessi incontrare.

Ma non dovevo usare con oculatezza i miei poteri? - replicò Melia, inarcando le labbra in un sorrisetto divertito e sfacciato, ricordando proprio le parole di Azhad dell'anno prima - In ogni caso non posso stare fuori troppo a lungo, la scuola è ancora scossa per lo scontro col vostro giocattolino riuscito male... - e si riferiva al Mezzo-Drago, ovviamente - quindi avanti, spiegami il motivo di questo incontro.

Lo esortò infine la ragazza, ipotizzando subito che potesse trattarsi di qualche nuovo ordine dato dal Capo della Setta per lei, e che Marcus stesse quindi facendo da tramite tra loro.

Non esattamente.
Abbiamo notato che ultimamente ti sei avvicinata parecchio al tuo giocattolino, il professor Connor... ed abbiamo avuto la sensazione che tu ti sia legata a lui più di quanto avresti dovuto.


Non riuscì a dissimulare del tutto il colpo ricevuto con quelle parole: sentì il fiato mozzarsi in gola e le palpebre vennero sbattute velocemente quattro-cinque volte, mentre deglutiva a vuoto ed un lampo le balenava negli occhi.
Paura, ecco cosa stava provando: non per se stessa, l'essere così speciale la rendeva preziosa per la Setta e quindi, in quel caso almeno, protetta dall'eventualità di essere eliminata... no, la paura che provava era per Dylan, tutta e solo per lui.

Sai bene che la Setta ha principalmente a cuore i propri scopi, e che non vede di buon occhio le... distrazioni, per così dire. Prassi vorrebbe che il tuo prezioso Connor venisse ucciso...

No!!

Quel mezzo urlo le sfuggì dalle labbra prima che potesse impedirselo: si portò la mano alla bocca un secondo più tardi, palesando così il legame che sentiva per il docente di Alchimia.
Si era fatta fregare, come una ragazzina stupida ed emotiva.

... ma credo di poterti offrire un'alternativa migliore.

Abbassò lo sguardo, il braccio che lentamente tornava parallelo al fianco ed il pugno che veniva chiuso con rabbia: le alternative di Marcus erano spesso peggiori della Morte, e la Herbert lo sapeva fin troppo bene.

Cos'hai in mente?

Lo porterò alla divisione sperimentale di Pechino... e lì diventerà un'Aberrazione, proprio come te ed il tuo collega Kenway; in questo modo gli verrà preservata la vita, potrai continuare a frequentarlo, e soprattutto la Setta avrà una pedina in più su cui contare all'interno del Castello.

Un'Aberrazione.
L'aveva detto che l'alternativa poteva essere più sgradevole della Morte, e così era stato.
Farlo diventare un burattino nelle mani della Setta, ma soprattutto fargli perdere tutto ciò che era prima, prima d'incontrare lei ed anche dopo, ipnosi a parte; avrebbe modificato il suo modo di essere, di vedere la vita...

... smetterà di amarmi.

Quel pensiero la colpì con una forza inaudita, facendola barcollare e costringendola a fare un passo indietro per recuperare l'equilibrio: lui non l'avrebbe voluta più, l'avrebbe perso.
Non come giocattolino, o meglio, anche in quel modo, ma le importava quasi nulla... avrebbe perso il suo amore, il suo sorriso, la sua dolcezza.
Sentì gli occhi diventarle lucidi ma s'impose di non palesare alcuna emozione, riuscendoci però |Talento (Arte): 14| piuttosto malamente.

Mi sembra un'offerta molto generosa, non credi?

... perderà ogni parte di sé, non è vero?

Domandò Melia dopo diversi istanti di silenzio, nei quali aveva cercato di recuperare un po' di fermezza nella voce, di usarla in modo da non palesare troppo il tremolio presente in essa; tentativo piuttosto inutile, comunque, si vedeva lontano un miglio che quelle parole la stessero facendo soffrire, e non poco.

E' chiaro che per poterlo portare a Pechino ho bisogno che tu lo convinca a lasciare Hogwarts e a seguirmi senza fare storie... ma immagino non sarà un problema per te, giusto?

Scosse il capo, senza parlare: la scelta era tra il disobbedire agli ordini e lasciare che Dylan morisse, o assecondare i capricci della Setta - no, le conseguenze dei propri - e farlo diventare un'Aberrazione, non più di quello di prima ma comunque vivo; e lei non aveva difficoltà a prendere una decisione se le due alternative erano quelle.

... quando vuoi che gli faccia oltrepassare i confini di Hogwarts?
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Messaggioda Marcus » 28/05/2013, 17:34

No!!

Se non fosse bastato il modo di reagire di Melia per far capire a Marcus che la notizia l'aveva sconvolta, l'urlo strozzato che uscì dalle sue labbra quando Azhad pronunciò le parole "Dylan Connor" e "morte" nella stessa frase fu la conferma perfetta di ciò che pensava; la ragazza si era legata a lui, si era affezionata a quel giovane professore che era diventato ben più che un semplice giocattolino, e queste ne erano le conseguenze.
Un lampo quasi di ammonimento illuminò per qualche secondo gli occhi dell'uomo, costringendo l'altra a calmarsi per ascoltare in silenzio ciò che lui le aveva da dire, cosa sarebbe dunque successo al docente di Alchimia per mano della Setta.

... perderà ogni parte di sé, non è vero?

Se ti riferisci a ciò che gli hai imposto di provare con l'ipnosi sì, perderà ogni particella di corruzione che hai instillato in lui, e come Zephyr diventerà immune ai tuoi poteri - confermò Marcus, aspettando un secondo prima di aggiungere - C'è anche la possibilità che il suo corpo non resista all'esperimento e muoia... ma se non accettassi di lasciarci agire su di lui morirebbe comunque, quindi conviene almeno fare un tentativo, non credi?

Sembrava davvero senza cuore Azhad, invece capiva Melia più di quanto lei potesse immaginare: anche lui, come lei, tentava di proteggere qualcuno d'importante, a cui si era legato... ma aveva imparato a dissimulare quel legame, a non sbandierarlo come aveva fatto la Herbert, a preservarlo con ogni mezzo, per non arrivare ad una situazione come quella.
Ed era ora che la lezione la imparasse anche lei.

... quando vuoi che gli faccia oltrepassare i confini di Hogwarts?

Domani pomeriggio sul tardi, diciamo verso le 18.45: lo aspetterò vicino al Covo dei Centauri, e tu farai in modo che mi segua senza fare problemi. Mi sono spiegato?

Domandò verso la ragazza, attendendo che lei confermasse di aver capito prima di farle un breve cenno di congedo col capo e darle le spalle, per andarsene: fece un paio di passi lontano da Melia e poi si fermò, voltando leggermente il capo in sua direzione.

Melia... - la chiamò e la voce assunse una sfumatura appena più morbida, gentile - ... le persone come noi non possono permettersi di legarsi a qualcuno se non sono disposte a mantenere il segreto per proteggerlo, se non sono pronte a negare fino alla morte quel legame, nascondendolo al mondo intero.

Si fermò un secondo nel suo dire, e dalle labbra trasparì un piccolo sorriso che rivolse a lei, nel buio, quasi stesse cercando di consolarla a modo suo, ovviamente.

Hai imparato la lezione nel modo più crudele che esista... provandolo sulla tua pelle.
Amare qualcuno e mostrarlo, per noi, equivale condannarlo a morire.


Concluse così quel discorso, dandole definitivamente le spalle e scomparendo così in mezzo al nulla per smaterializzarsi a casa propria, fuori dai cancelli di Château Vireau, lasciando Melia Herbert da sola, circondata solo dalle conseguenze delle proprie azioni.
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Messaggioda Melia » 28/05/2013, 17:58

Non avrebbe potuto esprimere il suo terrore per la morte di Dylan, e quindi il suo attaccamento verso il professore di Alchimia, in un modo più chiaro di così, lo sapeva lei così come lo sapeva Marcus e non c'era nulla che lei potesse dire, ora, per giustificare o negare la cosa.

Se ti riferisci a ciò che gli hai imposto di provare con l'ipnosi sì, perderà ogni particella di corruzione che hai instillato in lui, e come Zephyr diventerà immune ai tuoi poteri.

Come immaginava, quindi: niente più amore, niente più affetto, anzi, c'era anche la possibilità che Dylan prendesse ad odiarla per ciò che gli aveva fatto, per l'ipnosi continua a cui l'aveva sottoposto in tutto quel tempo.

C'è anche la possibilità che il suo corpo non resista all'esperimento e muoia...

Spalancò gli occhi, mordendosi le labbra a sangue per non urlare nuovamente a quelle parole, ma il cuore le saltò un paio di battiti, facendo diventare il suo volto più pallido di quanto già non fosse normalmente: se prima avesse dissimulato al meglio le sue reazioni, ora il buio l'avrebbe aiutata a nascondere quel pallore improvviso, ma visto che tanto ormai aveva dimostrato ampiamente cosa pensasse a riguardo, quali sentimenti provasse per il docente, nascondere ora le proprie sensazioni sarebbe stato un dettaglio completamente inutile.

... ma se non accettassi di lasciarci agire su di lui morirebbe comunque, quindi conviene almeno fare un tentativo, non credi?

Lo condannerei in entrambi i casi... - mormorò di rimando Melia, scuotendo appena il capo con aria rassegnata - Metterlo nelle vostre mani significa dargli una chance di sopravvivere, anche se non so a che prezzo.

Aggiunse in un soffio, ricacciando indietro le lacrime per cercare di recuperare lucidità, chiedendo poi a Marcus quando volesse rapire Dylan per portarlo agli scienziati della Setta e trasformarlo in un'Aberrazione, come lei e Zephyr.

Domani pomeriggio sul tardi, diciamo verso le 18.45: lo aspetterò vicino al Covo dei Centauri, e tu farai in modo che mi segua senza fare problemi. Mi sono spiegato?

Sei stato cristallino.

Lo rassicurò la Herbert, sospirando impercettibilmente per osservarlo poi compiere qualche passo verso l'interno della Foresta: fece in tempo a ruotare appena il proprio corpo, che la voce di Azhad la raggiunse di nuovo.

Melia...

Si fermò, voltando il capo verso di lui, cercando nell'oscurità quegli occhi neri solitamente implacabili, che trasmettevano solo inquietudine e Morte.

... le persone come noi non possono permettersi di legarsi a qualcuno se non sono disposte a mantenere il segreto per proteggerlo, se non sono pronte a negare fino alla morte quel legame, nascondendolo al mondo intero.

....

Si sentì per la seconda volta colpita, come aver ricevuto uno schiaffo poderoso in pieno viso: quasi poteva sentire le guance bruciare, a quelle parole; aveva sbagliato tutto, aveva sbandierato alla Setta il suo legame con Dylan, e quello era il risultato. Se ora fosse diventato un mostro irriconoscibile, un burattino nelle mani dei 12 senza più un'anima, sarebbe stata solo colpa sua, e avrebbe dovuto vivere col rimorso per il resto della sua vita.
Abbassò il capo, sentendo le lacrime pizzicarle gli occhi, e tuttavia non si mosse, tremante appena ma comunque immobile.

Hai imparato la lezione nel modo più crudele che esista... provandolo sulla tua pelle.
Amare qualcuno e mostrarlo, per noi, equivale condannarlo a morire.


... mi dispiace...

Non pronunciò quelle due parole, si limitò a pensarle mentre una lacrima le colava lungo la guancia e cadeva a terra, perdendosi in mezzo ai fili d'erba: tirò su col naso e socchiuse gli occhi, tremando più forte e provando l'enorme desiderio di urlare, urlare fino a sgolarsi, accasciarsi a terra e rimanere lì, in ginocchio, per ora.
Era la prima volta che sentiva il cuore farle così male, così tanto da percepirlo quasi sanguinare nel petto: aveva rovinato tutto, aveva rovinato la vita dell'unica persona alla quale teneva, e tutto per uno stupido capriccio infantile; era sempre stata convinta di essere più matura dei suoi coetanei per via dei propri poteri, ed ora si era appena scontrata con l'amara realtà.
Era una bambina egocentrica e viziata... e, per colpa sua, il Dylan Connor di cui si era... innamorata... sarebbe morto per sempre.


[FINE]
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Messaggioda Sandyon » 28/05/2013, 18:05

Distribuzione PX per Buon Gioco:

Marcus: 4 PX
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Messaggioda Lestat » 29/05/2013, 21:08

{ Martedì - Ore 23:17 }

Può forse il silenzio non aiutare a sentire i rumori più impercettibili?
Può forse un passo deciso tra l'erba alta della Foresta non essere udito da sensi affinati ed esperti?
Può forse un tronchetto spezzato da una scarpa non essere percepito da una persona attenta e sempre in allarme?
Quando si possedevano dei poteri come quelli del Signore dei Vampiri, certe cose non si potevano reputare impossibili.
Marcus se ne stava lì, fermo, in mezzo all'interno della Foresta Proibita, attendendo la sua informatrice e serva.
La ragazza, Melia il nome della Aberrazione, sarebbe giunta a momenti e l'uomo scuro e oscuro non era l'unico ad aspettarla.

Detti legge e ti fai corteggiare da chi più debole richiede i tuoi servigi...
... E abbassi il capo come una schiava quando a parlare è il più forte.


Non commentò con se stesso quella frase volta ad indicare e spiegare la Prefetta di Serpeverde.
Una frase simile si spiegava da sola e lo sguardo scintillante con il quale Lestat espresse quei pensieri, confermava che apprezzava largamente il modo di fare della signorina Herbert nei confronti del mondo.
Non sfacciata, non immatura, non strafottente, solo... Inesperta, priva di lezioni dalla vita perché ancora molto giovane.
Ancora un paio di passi in mezzo a dei cespugli muti per il Signore degli Immortali, arrivando ad un albero presso il quale si appoggiò.
Di spalle rispetto ai due protagonisti della serata, incrociando le braccia, tese le orecchie e lasciò che il suo udito facesse tutto il resto.
Un sorriso sibillino e divertito apparve in lui quando iniziò a odere la voce di Melia.

Mi auguro tu abbia un motivo valido per farmi uscire da scuola a quest'ora e rischiare di mettermi nei casini, Azhad.

Fiera.

Sono sicuro che saprai ipnotizzare chiunque possa procurarti dei fastidi, se mai lo dovessi incontrare.

Ipnosi.

Abbiamo notato che ultimamente ti sei avvicinata parecchio al tuo giocattolino, il professor Connor... ed abbiamo avuto la sensazione che tu ti sia legata a lui più di quanto avresti dovuto.
Sai bene che la Setta ha principalmente a cuore i propri scopi, e che non vede di buon occhio le... distrazioni, per così dire. Prassi vorrebbe che il tuo prezioso Connor venisse ucciso...


No!!

Allora, sei molto umana...

Lo porterò alla divisione sperimentale di Pechino... e lì diventerà un'Aberrazione, proprio come te ed il tuo collega Kenway; in questo modo gli verrà preservata la vita, potrai continuare a frequentarlo, e soprattutto la Setta avrà una pedina in più su cui contare all'interno del Castello.

... Pechino.

... perderà ogni parte di sé, non è vero?

Se ti riferisci a ciò che gli hai imposto di provare con l'ipnosi sì, perderà ogni particella di corruzione che hai instillato in lui, e come Zephyr diventerà immune ai tuoi poteri.
C'è anche la possibilità che il suo corpo non resista all'esperimento e muoia... ma se non accettassi di lasciarci agire su di lui morirebbe comunque, quindi conviene almeno fare un tentativo, non credi?


A giudicare dai battiti del suo cuore... Non si tratta più di ipnosi da molto tempo, ragazza mia...

... quando vuoi che gli faccia oltrepassare i confini di Hogwarts?

Saggia decisione.

Hai imparato la lezione nel modo più crudele che esista... provandolo sulla tua pelle.
Amare qualcuno e mostrarlo, per noi, equivale condannarlo a morire.


Non troppo differente dal nostro concetto... Con la differenza che noi diamo a quel qualcuno la vita eterna...
Non soffrire troppo, piccola bambina cattiva...


... mi dispiace...

No, ovviamente l'ultima frase della giovane non potè sentirla, perché registrata nella sua mente, più scossa che mai.
Ma il suo sguardo, gli occhi, per la prima volta spenti, della Herbert, facevano ben capire quale fosse il suo stato d'animo.
Non appena Marcus si allontanò del tutto, scomparendo nel buio e dirigendosi verso il proprio destino della notte, da dietro l'albero il corpo di Lestat si mosse per inquadrare Melia e fissarla ancora mentre si voltava lentamente per riprendere il passo in direzione del Castello.

Immagine

Prima che ella raggiungesse il portone principale, un biglietto di medie dimensioni se ne stava lì, sulle scale, aspettandola.
Al suo interno, una scritta con la stessa calligrafia di quel lontano messaggio ricevuto il giorno dell'incontro con Julie Sanders.

Corri maggiormente pericolo passando dal lato nord-est e sud-ovest del castello.
A nord-ovest si trova il tuo amico più sincero, fidati delle mie parole sconosciute, fanno meno male di quelle di chi conosci.
Buonanotte.


{ AUTOCONCLUSIVA }
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Messaggioda Tisifone » 27/01/2014, 9:51

[Fine Maggio 2107 – Martedì - ore 19.00]


Scto u tebia?
(Che hai?)


Nicjevò… tolko…chuvstvo nje chuystyo...
(Nulla… solo… mi sento e non mi sento…


On ugè skuchaiet tebe
( Ti manca già!)


Se i serpenti avessero avuto la possibilità di sospirare e ridacchiare allo stesso tempo o anche di esprimere uno solo di quei due stati d’animo, in quel momento Idra avrebbe rivolto gli occhi al cielo con fare desolato e sarebbe scoppiata a ridere in faccia alla sua tristemente pensierosa padrona. Non potendo fare nulla di tutto ciò il famiglio di Tisifone si limitò a sollevarsi sulle spire posteriori, rimanendo immobile a osservare dal basso verso l’altro la donna, caricando in quella sua immobilità tutta la propri disapprovazione per un comportamento così poco “da lei”, per poi rimettere il ventre a terra e strisciare verso l’interno della Foresta Proibita.

Sfacciata.

Commentò la Divinante, scuotendo la testa con aria allibita e un accenno di sorriso sul viso. Idra in un certo senso aveva ragione. Erano passate meno di ventiquattro ore da quando aveva lasciato Noah nel "loro" appartamento a Londra e già avvertiva come un senso di incompletezza, un accenno di attacco d'ansia che l'aveva costretta a uscire dal Castello al termine dell'ultima lezione della giornata. Ad essere sinceri non era tanto una mancanza fisica - grazie all'accordo che aveva stretto con Irvyne per conciliare la loro vita privata con la necessità di tenere sotto controllo la Torre dei Grifi riusciva a tornare a casa quasi ogni sera - ma più un malessere psicologico inconscio, retaggio di un passato non proprio roseo. Se c'era una lezione che nel corso degli anni aveva imparato era che la vita era una bilancia che doveva stare sempre in perfetto equilibrio e la sua, da quando aveva incontrato Pellegrino, virava stabilmente o quasi sulla "felicità pura" e questo la terrorizzava a morte come se da un momento all'altro il Fato potesse soffiarla via. Così per tenere a bada il suo pessimismo cosmico e riprendere il controllo delle proprie emozioni, Tisifone passeggiava senza meta ai margini della Foresta Proibita, respirando a fondo l'aria pura di quel luogo e lasciando che i suoni della natura - incontaminati dalle urla divertite degli studenti che si era lasciata alle spalle - scivolassero nel suo animo tormentato portando via stupide superstizioni e soffocanti paranoie. Indossava uno dei suoi lunghi ed eccentrici abiti tradizionali dalle mille sfumature di blu con un ampio scollo a barca che lasciava scoperte le spalle, le maniche a tre quarti e una tasca nascosta in cui risiedeva la sua bacchetta. A ogni passo i pendagli che le cingevano la vita tintinnavano, quasi ad annunciarne l' arrivo. Giunta a una delle tante biforcazioni della Foresta la sua attenzione venne attirata da un rumore di zoccoli e ali sbattute e, voltandosi in quella direzione, si trovò di fronte uno dei Thestral che trainava le carrozze con cui gli studenti giungevano a scuola a inizio anno.

Immagine


Sei un presagio o una coincidenza?

Mormorò, la mano destra che giocava con uno degli orecchini di ambra, mentre con passo titubante si avvicinava a lui. Non era il suo aspetto spettrale a farla tentennare - per lei era una delle Creature più belle e nobili che avesse mai visto - quanto il timore di cosa avrebbe potuto "vedere" se l'avesse accarezzata.


Spoiler:
Lindë
Ultima modifica di Tisifone il 27/01/2014, 22:26, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Lindë » 27/01/2014, 12:50

[Fine Maggio - Martedì - ore 19.05]


Vi siete messi tutti comodi?

La voce della docente era dolce, premurosa.
Non che normalmente non lo fosse, da più di un anno a quella parte.
Da quando Windam l'aveva benedetta restituendole i ricordi, era molto più disponibile verso il prossimo.
Non solo perché era la Sempreverde, ma anche nel suo ruolo d'insegnante.
Era amichevole, per quanto severa, verso gli studenti.
Giusta, così si considerava solitamente.
Li ascoltava, rispondeva alle loro domande, li consigliava se necessario.
Ma, naturalmente, si comportava sempre col leggero distacco che si doveva ad un alunno da parte di una docente.
Lì, era diverso.
In quel luogo, in quel contesto, smetteva di essere la professoressa Vilvarin.
Lindë, ecco chi diventava.
Una ragazza poco più che vent'enne.
Un'amante degli animali.
Una Terran che voleva proteggerli, come qualsiasi altro appartenente alla Gilda.
No, non riteneva di amarli più di Raiden, di Typhon, o di un altro Terran, nemmeno chi era appena arrivato in Gilda.
La differenza stava nel modo di dimostrarlo, nelle possibilità di farlo.
E sì, probabilmente nell'amore che la natura aveva per lei.
Perché Lindë non era solo una guardiana del Conflux, come gli altri appartenenti ai Terran.
Lei rappresentava la Terra ed il Vento, Windam e la sua potenza.
Era come Madre Natura fatta terrena.
E questo gli animali lo percepivano.
Lo rispettavano.
E l'amavano, per questo.
E la donna ricambiava il loro amore con tutta se stessa.
In quel momento, ad esempio, era seduta per terra.
Pantaloni di cotone neri, ballerine ai piedi, una camicia bianca con maniche lunghe, leggera, ed un maglioncino grigio sopra, di cotone anch'esso, a maniche corte.
La fede nuziale d'Irvyne al dito, una collanina al collo.
Capelli leggermente più lunghi di quando era tornata al Castello.
Ed occhiali da lettura, sì.
Paradossalmente sforzava di più gli occhi quando leggeva, che quando lavorava alle Serre.
Anche per ore di fila.
E visto che era lì proprio per leggere, tanto valeva indossarli.
Aveva le gambe distese in avanti.
Il piede destro appoggiato sul sinistro.
Un libro in grembo.
E mezza Foresta Proibita intorno a sé.
Scoiattoli, marmotte, conigli, lepri, cerbiatti, opossum, tassi, ma anche insetti come api e farfalle.
Persino qualche ragno e tarantola.
Tutti intorno a lei.
Tutti che premevano per starle vicini.
Anche se il posto d'onore, ovviamente, era riservato a Gaoth.
Il colibrì, infatti, le stava tutto orgoglioso sulla spalla sinistra.
Sapeva di essere un po' più speciale per lei.
E non aveva intenzione di mollare quel primato.
Anche Idra, il pitone di Tisifone, si sarebbe probabilmente sentito attratto da Lindë.
Era figlia della Terra, d'altronde.
E l'Erbologa la rappresentava in pieno.
Quest'ultima, però, non si era accorta della nuova presenza non troppo distante da sé.
Era concentrata sul libro di poesie sul quale era posato il suo sguardo.
La sua voce, poco dopo, riempì la Foresta.
Cristallina, ma dolce.
Carica d'amore, rispetto e devozione per il soggetto di cui stava leggendo.

Mi corteggia dal mattino
col colore dell’aurora,
ed io, da lei,
mi lascio conquistare.
Ubriaca ancor di sonno, nel suo abbraccio,
attendo il giungere del giorno,
in sospeso, tra lei e il tempo,
così, come può esserlo una foglia d’autunno
sulle mani del vento
E… m’incanto
nel sentirmi Sole e Luna… stelo d’erba e fiore.
Come un nido, custode della vita,
mi nutre di respiro… invisibile
sorveglia i passi del mio andare,
discreta… senza far rumore,
ed io…
Respiro, vivendo
e vivo respirando,
mentre lei… l’Aria… piano,
m’entra dentro.


Sorrise tra sé.
Era une bella poesia.
Anche agli animali sembrava essere piaciuta.
E tuttavia, la sua voce avrebbe probabilmente attirato l'attenzione della collega.
Forse sarebbe addirittura arrivata a breve distanza da lei in tempo per ascoltarla.
Ed osservarla circondata dagli animali.
Se e quando questi si fossero accorti della sua presenza, però, alcuni si sarebbero subito allontanati.
Altri si sarebbero nascosti dietro Lindë.
Uno spettacolo alquanto insolito.
Lei, dal canto suo, avrebbe alzato gli occhi su Tisifone, sorpresa.

Immagine


Poi, lentamente, le avrebbe sorriso.
E l'avrebbe salutata, con un cenno del capo.

Buonasera, professoressa Samyliak.

Cordiale.
Educata.
Decisamente diversa da una volta.

E buonasera anche a te...

Salutò poi Idra.
Le sorrise.
Probabilmente sarebbe stato amore a prima vista per entrambe.
Sicuramente non era qualcosa che la donna e il pitone potevano controllare.
Ovviamente quello era il volere del Conflux.
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Messaggioda Tisifone » 28/01/2014, 0:03

Si era recata nella Foresta Proibita per cercare di razionalizzare i propri timori e riprendere il contatto con la realtà e la prima Creatura in cui si era imbattuta era stato un Threstal, non esattamente il tipo di incontro che si auspicava di fare quando si era in cerca di un qualche tipo di rassicurazione. Era rimasta quindi ferma a pochi passi di distanza dall’animale con Idra al suo fianco ritta sulle spire posteriori e il muso rivolto in avanti. Si era sempre chiesta se il suo famiglio si limitasse a percepire la presenza di quell’enorme cavallo alato o se fosse realmente in grado di vederlo ma non era mai riuscita a porle quella domanda, trattenuta da un pudore tutto umano che le impediva di affrontare un tema così delicato. Dopotutto era l’aver conosciuto la morte da vicino a permettere a un essere umano di poter vedere quelle Creature. Fece un respiro profondo e finalmente lasciò in pace il suo orecchino per tendere la mano verso il muso del Threstal quando un sibilo seguito da un fruscio la distrasse, facendole fare istintivamente un passo indietro. Per la sua stessa natura Tisifone era portata a non credere nelle coincidenze, a considerare ogni singolo evento come un piccolo ma non per questo insignificante ingranaggio del Fato e a non opporsi a essi. Lasciò quindi scivolare la mano lungo il fianco e, data un’ultima occhiata al cavallo, spostò la propria attenzione su Idra e su qualsiasi cosa avesse attirato in maniera così repentina la sua attenzione.

Sshto projsskhodjt?
( Cosa accade?)


La nota di leggera preoccupazione non venne riflessa dal sibilo ma era intuibile dall’espressione del viso della Divante, le sopracciglia aggrottate a formare una lieve ruga al centro della fronte e le labbra corrucciate. Poche volte si erano imbattute in qualche estraneo nella Foresta Proibita e non ne era mai venuto nulla di buono, soprattutto per lei.

sssty ne ssschuvssstvuyesssh'?
( Non la senti?)


Ssshto…
(Cosa…)


Iniziò a chiedere più perplessa che preoccupata adesso perché per quanto tendesse l’orecchio non avvertiva altri sibili né note musicale, unici suoni a cui la sua amica sembrava prestare qualche interesse da quando si erano trasferiti a scuola. Il continuo chiacchiericcio degli studenti, suoni indistinti senza alcun significato per lei, aveva ben presto perso qualsiasi attrattiva e a cui aveva smesso di prestazione attenzione. Tenendo tutti i sensi allerta, Tisifone seguì la scia del suo serpente e man mano che si inoltravano tra gli alberi le giungeva alle orecchie in maniera sempre più chiara una voce dolce e carica d’amore che non stava cantando ma bensì leggendo quelli che sembravano essere i versi di una qualche poesia.


Respiro, vivendo
e vivo respirando,
mentre lei… l’Aria… piano,
m’entra dentro.


Conosceva quella voce, anche se ancora finiva per meravigliarsi ogni volta che vi scorgeva una sfumatura di dolcezza o di gentilezza, ma pur sapendo che quella seduta a terra a proprio agio in mezzo a decine di diverse specie animali era la docente di Erbologia non riusciva a comprendere cosa avesse attirato lì il suo piccolo serpentello.

Sshto projsskhodjt?
( Cosa accade?)


Ripetè quindi più perplessa che preoccupata, cercando di tenere a bada un fastidioso senso di dejavù che lottava per emergere dai meandri della sua coscienza.

Nissschesssgo . Esssto tasssk missslo i tasssk polsssno prirosssdy
(Nulla. E’ così dolce e così piena di natura…)


Aveva cercato di fare il meno rumore possibile per non disturbare ma quando il senso dei sibili di Idra ruppe il velo della sua incredulità Tisifone traballò sulle proprie gambe, spezzando un ramo con le decolté blu che indossava e creando un po’ di scompiglio in quel quadretto bucolico.

Ty… ssschtoby ponysssal ?
(Tu… la capisci?)


Un solo breve sibilo in risposta che lasciò completamente interdetta la Divinante: come faceva il suo famiglio a comprendere le parole dell’Erbologa quando questa non stava parlando in Serpentese? Sbattè le palpebre più volte, spostando lo sguardo dal pitone alla sua destra alla donna di fronte a lei che adesso la stava guardando con aria sorpresa e sorridente, completamente a proprio agio, come se fosse a casa propria. Doveva essere un pensiero innocuo, una semplice constatazione e invece fu la scintilla che fece scattare nella sua mente un ricordo che avrebbe voluto mantenere sepolto per sempre.

Flash Back

Una scelta al quanto bizzarra usare la Foresta Proibita come salotto di casa, non trova?

In effetti non era nei miei programmi, ma quando la natura offre una così comoda sedia, come si fa a rifiutarla?


L’immagine del volto di Indigo – come dimenticare il nome della donna con cui l’uomo che credevi di amare ti aveva ferita e umiliata? – si sovrappose per un secondo con quello di Lindë così quando la collega la salutò si ritrovò davanti la maschera di freddo distacco e diffidenza che Tisifone era solita esibire con tutti i primi tempi.

Buonasera, professoressa Samyliak.

Buona sera a lei Professoressa Vilvarin.

Rispose quindi con più freddezza di quanto era nelle sue reali intenzioni.

E buonasera anche a te...

Sssmjakija…ssslybenija… Sssdobrje vjecer
(Dolce… gentile…Buona sera… )


I sibili di Idra la riportarono al presente anche se fu abbastanza scioccante per lei vedere il pitone, solitamente riservato e guardingo nei confronti degli altri esseri umani, muoversi a zig zag in direzione della collega con aria curiosa e disponibile.

Sssvnimaniye
( Fa attenzione!)


Raccomandò al suo famiglio, muovendosi in avanti con il chiaro intento di prenderla in braccio prima che potesse in qualche modo far del male involontariamente o spaventare l’Erbologa. Se questa non l’avesse in qualche modo fermata, Idra avrebbe strisciato fino a lei per poi sollevarsi sulle spire posteriori e avvicinare il muso il più possibile al suo viso. In caso contrario Tisifone si sarebbe inginocchiata a terra e con la massima cura possibile avrebbe raccolto le spire del suo famiglio e l’avrebbe portata al petto con fare protettivo. In entrambi i casi avrebbe mormorato con un tono di voce più morbido un

Mi scusi… Non volevo disturbarla né essere scortese…
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Messaggioda Lindë » 28/01/2014, 12:11

Non credeva ci fosse qualcun altro a parte lei in quell'area della Foresta.
Qualcun altro di umano, ovviamente.
Perché gli animali, quelli abbondavano.
D'altronde, non le capitava spesso di poterli coccolare un po'.
Quando lavorava alle Serre la circondavano più che potevano.
Spesso Typhon arrivava a sgridarli bonariamente, perché non si poteva nemmeno muovere per la "folla" accalcata nella Serra.
Ma in quei casi, comunque, Lindë non aveva molto tempo da dedicare loro.
Stessa cosa quando faceva lezione.
Anzi, in quei casi nemmeno si facevano vedere, gli animali.
Solo gli uccellini si accalcavano fuori dalle finestre delle Serre, aspettando che avesse finito.
Erano loro a dare il segnale agli altri animali, cinguettando.
Facendo capire che la Sempreverde era di nuovo sola, o in compagnia di un altro Terran a cui avvicinarsi.
Quando andava nell'insediamento della Gilda, poi, ovviamente non poteva portarseli dietro.
Questo implicava doverli lasciare con Typhon, al massimo.
Lo adoravano, naturalmente.
Ma non era la stessa cosa.
Quei momenti, quindi, erano gli unici nei quali si potesse concedere di coccolare i suoi amici.
I suoi piccoli, come fossero dei figli.
Per questo si trovava lì, per questo stava leggendo una poesia con voce dolce.
Cercando di trasmettere in essa tutto l'amore che provava per la natura.
Avrebbe continuato a lungo, se qualcosa non fosse cambiato.
Una presenza umana, che spaventò gli animali.
Chiaramente, non essendo una Terran ma una "semplice", per quanto brillante, strega.
Ma gli animali non distinguevano facilmente tra un mago di talento e uno che non ne possedeva.
Loro sentivano la scintilla Terran, dove c'era.
E in lei mancava.
Lindë, al contrario, la possedeva.
Per alcuni lei era quella scintilla, per ciò che rappresentava.
Per questo gli animali, alcuni, si erano nascosti dietro di lei.
Un paio di conigli, qualche scoiattolo, un opossum e numerose tarantole.
Gaoth era rimasto sulla sua spalla, ovviamente.
La donna pensava che non si sarebbe spostato nemmeno in caso di pericolo.
O al massimo l'avrebbe fatto per difenderla.
Altri insetti e molti uccellini si erano invece alzati in volo, per allontanarsi un po'.
Anche le lepri, le marmotte, i cerbiatti e i tassi si erano momentaneamente allontanati.
Erano più timidi e timorosi, bisognava capirli.
Il pitone di Tisifone, invece, non era timido.
O forse, essendo la prima volta che percepiva tanta Terra in qualcuno, ne era rimasta affascinata.
Succedeva sempre così, che Lindë lo volesse o meno.
E d'altronde, l'amore a prima vista era reciproco.
L'Erbologa s'innamorava sempre di ogni animale che vedeva.
E con Idra non stava accadendo diversamente.
Gli occhi della donna, infatti, si animarono di amore e dolcezza, nel vederla.
Le labbra si aprirono in un sorriso radioso.
E Gaoth, ovviamente, emise un versetto infastidito, spingendo il piccolo capoccino contro la sua guancia.

Buona sera a lei Professoressa Vilvarin.

Tisifone appariva distaccata con lei, ma non capiva il perché.
In effetti, forse, ce l'aveva ancora con Lindë per il modo in cui si era sempre posta, in passato.
Le poche volte che si erano parlate, l'Erbologa l'aveva sempre trattata male.
A pensarci bene, probabilmente si sarebbe dovuta scusare per questo.
Ma l'avrebbe fatto in un secondo momento.
Perché, facendo una piccola carezza gentile a Gaoth per farlo stare buono, la donna allungò la mano verso Idra.
Un invito ad avvicinarsi, insomma.
A venire più vicino.
Sorrideva, Lindë, non sembrava intimorita dalla presenza del pitone.
Affatto.
Al contrario, più si avvicinava e più appariva felice.
Quando fu abbastanza vicina col muso al suo volto, si avvicinò al pitone con le labbra...
E vi posò un piccolo bacio.
Il saluto dei Terran.
Ma soprattutto la benedizione della Sempreverde.
Avrebbe avvolto il pitone con la sua energia elementale, non per qualche fine particolare.
Ma perché le veniva spontaneo farlo, come a rassicurarla ulteriormente.
Una rassicurazione sull'essere tranquilla, accanto a lei.
Sul poter rimanere lì con gli altri "fratellini" quanto avesse voluto.
E quasi una preghiera silenziosa a non rivelare il suo segreto.
A nessuno.
Nemmeno alla sua più cara ed intima amica.

Spero non le dispiaccia se mi sono presa tanta confidenza col suo pitone... ma non ho proprio resistito.
È davvero adorabile, i miei complimenti.


Rivolte ad entrambe, ovviamente.
Idra per essere così bella.
Tisifone per il modo in cui, evidentemente, se n'era presa cura.

Mi scusi… Non volevo disturbarla né essere scortese…

Non mi disturba affatto, collega!

Le sorrise morbida.
Gentile.
Rassicurante.

Stavo solo leggendo una poesia in compagnia di qualche amico.

Aggiunse.

Beh, siete scomparsi tutti?
Coraggio, è un'amica e non vuole farvi del male... avanti, fatevi vedere!


Come resistere ad una richiesta della Sempreverde?
Gli animali, di certo, non potevano.
Per questo ricomparvero quelli che si erano nascosti.
Per questo uscirono allo scoperto quelli dietro alla sua schiena.
Per questo gli uccellini e gli insetti tornarono a terra, circondandola.

Volete unirvi a noi?

Domandò con gentilezza alla donna e famiglio.
In realtà la risposta di Idra poteva essere facilmente intuibile.
Ed in effetti il posto sulle gambe di Lindë era ora libero.
Nemmeno fosse stato tenuto per lei, che era la nuova arrivata.
Quasi un dono da parte degli altri animali, come benvenuto.
Ma Tisifone, lei avrebbe preferito andarsene?
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Messaggioda Tisifone » 29/01/2014, 1:01

Trovare Lindë seduta a terra nel cuore della Foresta Proibita e circondata da diverse specie di animali le aveva fatto tornare in mente l’emotivamente, per lei, disastroso incontro con Indigo e spinta, inconsciamente, a tenere un comportamento freddo, distaccato e, a torto, anche un po’ risentito. Erano stati i sibili di Idra, poco dopo, a riportarla nel tempo presente, facendola vergognare per quella palese mancanza di educazione e allo stesso tempo sconcertandola non poco. Non le era mai capitato in tutti quegli anni di vedere il suo famiglio così attratto da un estraneo né capace di comprendere il linguaggio umano. Stava per chiedere quale magia a lei sconosciuta potesse rendere possibile tutto quello, considerato che la Vilvarin non stava parlando in Serpentese, quando Idra si mosse dal suo fianco, strisciando determinata verso l’altra donna. Il primo istinto di Tisifone fu quello di sibilare all’indirizzo di Idra di fermarsi e fare attenzione per poi lanciarsi verso di lei con il preciso intento di fermarla prima che potesse raggiungere la collega e spaventarla o farle del male accidentalmente. A bloccare la sua avanzata non fu però il sorriso sul viso della Vilvarin e l’aria di assoluta serenità che sembrava avvolgerla nel trovarsi oggetto di tali attenzioni da parte di un pitone. La Divinante conosceva ogni singola sfumatura del proprio famiglio, non solo i sibili ma anche il linguaggio del corpo, l’orientamento della coda, il modo in cui le scaglie catturavano la luce del sole e tutto in lei in quel momento trasudava una gioia così pura e profonda che solo un’altra volta nel corso della loro amicizia aveva avvertito. Rimase quindi impietrita, con il busto sporto in avanti nel gesto di chinarsi a terra, a osservare Idra sollevarsi sulle spire posteriori e avvicinare il muso al viso dell’Erbologa per ricevere un piccolo bacio sulle labbra, senza poter capire in alcun modo ciò che stava accadendo sotto i suoi occhi. Non poteva sapere, la Divinante, che in quel modo Idra aveva portato i propri omaggi alla Sempreverde, riconoscendo in lei una guida, una madre, tutto quello che Tisifone non avrebbe mai potuto essere perché non benedetta dal Mana. Non la stava abbandonando, il sentimento che le univa era troppo forte per potervi rinunciare, ma non abbastanza da impedirle di offrire il suo appoggio al Capo dei Terran, nella speranza che le due donne non si dovessero mai trovare schierate su fronti opposti.

Sssty v sssporyadssske? Ssschto sluchilos'?
(Stai bene? Cosa è accaduto?)


Sibilò visibilmente preoccupata non appena Idra si allontanò dalla collega, compiendo un paio di passi in avanti, la mano destra semi distesa in avanti come se la volesse accarezza ma non fosse certa di poterlo fare.

Sssotliksssno… Sssnichesssgo ... Ya ... v sssporyadssske, ssstiksssho ....ssstol'ko
( Benissimo… Nulla… Io… Sto bene, tranquilla… solo…)


Era titubante, nel modo in cui potevano esserlo i serpenti e come mai si era dimostrata - e diversamente non poteva essere vista la richiesta esplicita della Sempreverde - cosa che alimentò la preoccupazione e la curiosità della donna. Dischiuse le labbra, in procinto di sibilare ancora, ma il modo in cui Idra aveva iniziato a strisciare a zig zag in modo inquieto la fece desistere. Qualsiasi cosa fosse accaduto era ovvio che non ne volesse parlare e considerato che stava effettivamente bene e sembrava più felice che mai, Tisifone non vide la necessità di fare domande, sicura che se fosse stato qualcosa di importante o di potenzialmente pericoloso sarebbe stata Idra stessa a raccontarglielo spontaneamente.

Spero non le dispiaccia se mi sono presa tanta confidenza col suo pitone... ma non ho proprio resistito.

Più che dispiaciuta sono sorpresa. Non l’ho mai vista comportarsi in questo modo anche se, devo ammettere, che la cosa non è fastidiosa.

Confessò con un tono di voce più morbido di prima. Idra per lei era un po’ come la sorella minore che non aveva mai avuto, e quindi non poteva all’effettiva sentirsi gelosa di quella strana interazione, almeno non fino a quando avesse deciso di rimanere al suo fianco.

È davvero adorabile, i miei complimenti.

Grazie ma è tutto merito suo. Io mi limito ad ascoltarla…

Perché il vantaggio di poter parlare effettivamente con il proprio famiglio era quello, il non essere costretti a navigare a vista, per tentativi,ma poter soddisfare le sue esigenze in tempo reale. Quel breve scambio di battute, educato certo ma anche cordiale e non propriamente formale, ricordò a Tisifone il comportamento scorretto che aveva tenuto poco prima e per il quale si scusò immediatamente, così come si scusò per aver interrotto qualsiasi cosa fosse quello che stava facendo.

Non mi disturba affatto, collega! Stavo solo leggendo una poesia in compagnia di qualche amico.

Aggrottò leggermente le sopracciglia, perplessa più dal fatto che gli animali intorno all’altra fossero così eterogenei che per il tipo di attività che stava svolgendo. Lei per prima era solita leggere qualcosa a Idra e Drusilla la sera. Ma per quanto fosse abituata a vedere le più disparate interazioni tra padrone e famiglio quella risposta in massa all’invito successivo della Vilvarin le strappò un’altra espressione di stupore.

Beh, siete scomparsi tutti?
Coraggio, è un'amica e non vuole farvi del male... avanti, fatevi vedere!


Anche Idra si agitò, sollevando il collo da terra e tendendolo verso la donna, la lingua biforcuta che saettava assaggiando l’aria un po’ troppo velocemente per una che si trovava completamente a proprio agio in quella situazione. Rispettando il suo desiderio di privacy però la Divinante non le chiese nulla, rimanendo in attesa di una sua decisione.

Volete unirvi a noi?

Veramente…

Esordì, pronta a rifiutare perché il leggero “scodinzolamento” della punta finale della coda non lasciava presagire nulla di buono quando un sibilo deciso le fece morire le parole in gola.

SSsvobodssna!
(Libera!)


Tisifone scosse la testa – e avrebbe anche spalancato gli occhi se si fossero trovate da sole – di fronte a quella richiesta inusuale, non sapendo che Idra, in una sorta di attacco di vanità, voleva mostrarsi alla Sempreverde in tutto il suo splendore e non in quella taglia ridotta in cui era costretta a vivere per restare a Hogwarts. Si morse il labbro inferiore, indecisa, la mano destra che accarezzava la bacchetta nella tasca del vestito mentre valutava se fosse davvero il caso di restituire al suo famiglio le sue dimensioni originarie. Alla fine optò per la soluzione più semplice, chiedere all’unica lì presente che avrebbe potuto risentirsi di quella trasformazione.

Ci piacerebbe moltissimo grazie – affermò quindi, sollevando i lembi dell’abito in modo da potersi anche lei sedersi in maniera abbastanza agevole sul terreno a una distanza accettabile dalla collega per non disturbare gli animali che la circondavano – Le dovrei però chiedere un favore… Le darebbe fastidio se restituissi a Idra le sue dimensioni naturali? Purtroppo per la sicurezza degli studenti siamo costretti a usare una sorta di incantesimo di camuffamento ma è una condizione che pesa a entrambe.

Sincera nel tono della voce, velato da un accenno di senso di colpa per imporre, involontariamente, quella tortura alla sua amica. Nel caso in cui Lindë avesse acconsentito, Tisifone avrebbe impugnato la bacchetta e avrebbe recitato il contro incantesimo facendo riacquistare a Idra tutti i suoi 180 cm di lunghezza. Indipendentemente dalla risposta dell’Erbologa, il pitone si sarebbe avvicinato a lei e le avrebbe posato il capo in grembo per starle il più vicino possibile.

E io mi sono meravigliata nel vedere una sedia di rami intrecciati spuntare dal terreno e poi essere da questo riassorbito… - Commentò ad alta voce, con aria leggermente divertita e una postura molto più rilassata – A questo punto sono quasi certa che lei possa fare quello e molto altro ancora…
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