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Messaggioda Saana Leyla » 27/10/2011, 15:52

Saana era arrivata al Binario con mezz'ora di anticipo, ma ora che il treno avrebbe dovuto arrivare questo non dava segno di mostrarsi. Le gambe affusolate camminavano nervose da una punta all'altra del Binario, in cerca di una traccia dell'Espresso, ma niente. Stanca di attendere in piedi si sedette su una vecchia panchina usurata e logorata dal tempo, la borsa poggiata sul selciato pulito e lo sguardo fisso verso l'orizzonte. Bastet era sparita dalla sua vista quando era arrivata alla stazione, ed era lievemente preoccupata. Se baste non si fosse vista di lì ai successivi dieci minuti avrebbe dovuto perdere l'Espresso. Maledetta gatta. Ma ecco che improvvisamente quest'ultima sbucò da un angolo, con un ratto tra le fauci. Felina ingorda. Tranquilla si incamminò con le sue zampe affusolate color sabbia bruciata verso la padrona, esibendo il trofeo guadagnato durante la sua battuta di caccia.

Se l'Espresso fosse arrivato in anticipo sarei dovuta rimanere qui per il tuo ratto, ingorda che non sei altro. Fortuna tua che ancora il treno non si è fatto vedere.

La gatta la guardò con sguardo vacuo e continuò a gustarsi la sua prelibatezza come se nulla fosse accaduto. Saana la fulminò con le iridi dorate e poi spostò gli occhi verso un punto imprecisato, qualcosa che non sapeva nemmeno lei. Il medaglione al collo le pesava sul petto in continuazione oramai, l'oro non si era nemmeno scaldato e il ghiaccio del metallo la bruciava quasi. Chiuse gli occhi sentendo una fitta di dolore e rimase in quella posizione per molto tempo, sperando che la fitta si alleviasse e che il dolore venisse trascinato via insieme ad essa.

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Saana Leyla
 
 

Messaggioda Astrjd » 28/10/2011, 0:16

Quel mite pomeriggio trascorreva tranquillo tra la gente che nella stazione si affrettava a raggiungere il proprio binario.
Astrjd, camminava tranquilla tra la folla, diretta al proprio binario, non un binario qualunque, si trattava del binario 9 ¾ che l'avrebbe condotta ad Hogworts.
Valigia in mano, borsa a tracolla ed un cappotto che la avvolgeva, stretto in vita da una cinta; questo era quello che portava con se oltre alle speranze e all'emozione per il primo anno scolastico.
Una volta raggiunto il binario, con non poca fatica, c'è da dirlo, si mise a guardarsi attorno con quello sguardo vivace e carico di allegria che da sempre si portava dietro. Un sorriso stampato sul visetto infantile e vispo e poi dtritto, verso la prima panchina dove finalmente lasciare la valigia.

Accidenti a quanto pesa!!!

Esclamò quando finalmente fu in grado di liberarsi dal peso di quella valigia. Solo in quel momento prendendo posto sul una delle panchine potè osservare la gabbietta con la piccola volpe al suo interno.

E' uno strazio tenerti qui...ma purtroppo non posso fare altrimenti nel treno!

E mentre la ragazzetta discorreva tranquilla con la volpe, Il treno giungeva finalmente al binario. Lo sentiva avvicinarsi e suonare il fischio tipico dei treni, non che ne avesse presi molti nei suoi undici anni di età, ma non era così difficile immaginarlo.

Immagine

Così, dopo qualche istante di esitazione decise di alzarsi in piedi e solo in quel momentoparve accorgersi dei due che proprio come lei aspettavano il treno a poca distanza da se.
Senza attendere altrimenti quindi, in fretta e fuoria, dopo aver raccolto tutti i bagagli si diresse tranquilla verso Sanaa e Roxas.

Ehilà!

E' l'unica cosa che pronunciò verso i due ed un sorriso radioso si fece largo sul suo volto, quasi si trovasse davanti ad una coppa di gelato, non era sola, o almeno, non era la volpe la sua unica compagnia durante il viaggio, il che era già una gran consolazione. E sapere che si trattava di potenziali compagni di studi non poteva che esserlo ancora di più!
Non restava quindi che aspettare di accomodarsi sul treno e finalmente partire!
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Messaggioda Ferdy » 28/10/2011, 9:36

Le 10:55; Ferdy Stone aveva ancora 5 minuti di tempo per arrivare al binario 9 3/4, ma non c'era bisogno di inquietarsi: oramai c'era quasi. Sorpassò i binari 7 ed 8, per poi ritrovarsi dinanzi al 9 e al 10. Il pilastro mattonato non presentava alcun segno di diversità dagli altri, e lui, ogni anno che lo aveva attraversato, cercava di scorgere un segno, anche minimo, che lo contraddistinguesse da tutti gli altri, ma anche quell'anno fu costretto a doversi rassegnare. Con una faccia quasi dispiaciuta, si guardò intorno ma nessuno gli prestava attenzione. I Babbani erano così stranamente ordinari, quasi telecomandati, programmati per qualcosa ogni giorno.
Attraversò con assoluta tranquillità la colonna ed una sensazione di vuoto lo pervase, ma solo per un attimo, poi i suoi piedi ritoccarono la Terraferma.
Ragazzini sferragliavano di qua e di la con i loro animali sottobraccio, genitori che aiutavano i figli a caricare i bauli sul treno che era fermo davanti la banchina e spruzzava fiotti di fumo nero in ogni direzione. Si sentiva proprio una certa magia nell'aria. Proprio in quel momento gli parve di vedere davanti a se un bambino con dei genitori che gli stingevano la mano e che lo rassicuravano su ogni cosa, su ogni suo dubbio ed incertezza. Ma quell'anno aveva fatto restare i genitori a casa, avrebbe pensato a tutto lui, oramai non era più bambino: era ora di prendersi le proprie responsabilità!
Camminò qualche metro più in là per caricare anche lui il suo baule, poi con la coda dell'occhio scorse una figura alquanto familiare: la Prefetta di Serpeverde, Saana Leyla. La Casa di Serpeverde era risaputa in tutta la scuola per la quantità di maghi che sono stati orientati verso le Arti Oscure uscenti da questa casa, il cui lo stesso fondatore era un mago famigerato, Salazar Serpeverde. Aveva letto "Storia di Hogwarts" due volte. Le passò accanto e la salutò sarcasticamente: lui i Serpeverde non li digeriva.

Salve prefetta! Passate buone vacanze!?

Era esattamente fermo al suo fianco, cn un ghigno dipinto sul viso. Lui non aveva timore del veleno che i Serpeverde trasudavano, lui i serpenti se li mangiava vivi.
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Messaggioda Estelle » 28/10/2011, 12:57

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Non aveva prestato molta attenzione ai giorni che mancavano. Cercava di non dar troppo a vedere ai suoi compagni di studi quanto fosse contenta di partire. Ricordava di aver detto loro che presto sarebbe partita per Londra con suo padre, il che era in parte vero: a Londra ci sarebbe andata davvero, ma senza alcuna compagnia.
Era la stessa scusa che usava ogni anno, da quando aveva compiuto gli undici anni, anche se, per i primi anni di Hogwarts, era suo padre a coprirla, solitamente. Invece, da quando aveva deciso di frequentare un corso di fotografia nel mondo babbano aveva dovuto cavarsela da sola e, con l'ausilio dei soldi che guadagnava svolgendo qualche lavoretto di qua e di la, e anche dello stipendio mensile da Caposcuola, era riuscita a permettersi una casa a Londra ed una anche nella sua città, Lille.
Un taxi la stava accompagnando alla stazione di Londra, in quel momento.
Estelle sorrideva di gusto, mentre ripercorreva con lo sguardo gli stessi identici edifici che guardava ogni anno.
E poi raggiunse la stazione. Le sembrò di essere arrivata anche molto in anticipo.
Sorrise, lanciando uno sguardo all'etichetta che le indicava quale strada prendere. Ormai l'aveva imparato a memoria.
Per quanto adorasse il mondo babbano e, soprattutto, il corso di fotografia che stava frequentando, Hogwarts riusciva sempre ad affascinarla. E preferiva di gran lunga il periodo in cui viveva lì, piuttosto che quello nel mondo babbano.
Sorrise di questo suo pensiero.
Ricordò che, quell'anno, ci sarebbe stata una sorpresa per lei. Sua sorella Alya avrebbe cominciato a frequentare Hogwarts.
La sorella le aveva scritto qualche mese prima, dandole la lieta notizia dicendole che non vedeva l'ora di vederla. La cosa era reciproca.
Raggiunse il binario 9. Individuò l'etichetta del binario 9 e tre quarti.

Una locomotiva a vapore scarlatta era ferma lungo un binario gremito di gente.
Un cartello alla testa del treno diceva "Espresso per Hogwarts, ore 11".

Immagine

Bene.. sono arrivata.

Si guardò attorno. Individuò qualche volto conosciuto.
Sorrise nel notare i ragazzini eccitati per la loro prima volta ad Hogwarts. Si chiese dove fosse Alya. Avrebbe chiesto sicuramente di lei una volta giunta al castello.
Sorrise tra sè.
Si prospettava decisamente un anno entusiasmante.
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Messaggioda Saana Leyla » 28/10/2011, 15:02

Improvvisamente a disagio Saana aprì gli occhi e vide quello che sembrava diventato un campionato di Quidditch affollato di tifosi. La stazione si era popolata di diverse figure, talmente diverse tra loro. La maggior parte erano studenti del primo anno, tutti eccitati dall'arrivare dell'Espresso, dal loro primo giorno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Cambierete presto umore bambini, non avete idea di cosa vi aspetta. Il cinismo di Saana quel giorno era incontenibile. Si voltò e vide lo sguardo di un giovane posato su di lei. Pochi secondi bastarono a farle intravedere gli occhi pensierosi di quest'ultimo. Si voltò e vide una figura avvicinarsi e mettersi accanto a lei. Sorriso beffardo, occhi languidi, faccia da schiaffi. Poteva corrispondere sola una persona a questa descrizione. Ferdy. Già che i Corvonero non le erano mai andati a genio. Figuriamoci il loro prefetto. Lo squadrò da capo a piedi, prima di rispondere alla sua sarcastica domanda, nonostante di sarcasmo ne trasparisse ben poco.

Ferdy, ma quale sorpresa. Pensavo che gli inetti viaggiassero su un altro binario. Evidentemente mi sbagliavo. Si, ho passato una buonissima estate, al contrario della tua a quanto vedo. Sembri, o meglio sei, decisamente più rivoltante dell'ultima volta che ti ho visto. Viscido, senza un minimo di carattere, e con una faccia essenzialmente più adibita ad esser presa a schiaffi che a ospitare i tuoi ghigni da perdente. Adesso perdonami, ma ho ben altro da fare che stare a perder tempo con un incapace. Ci si becca a Hogwarts, pivellino.

Detto questo Saana si alzò dalla panchina e si avvicinò a lui fino a trovarsi ad un centimetro di distanza dal suo viso. Inclinò la testa leggermente e le sue iridi dorate si fissarono in quelle del ragazzo, cariche di disgusto.

E ricordati una cosa. Sta attento a come ti muovi, bamboccio. Rischi di ritrovarti in un secondo dal Paradiso all'Inferno con me, e ti assicuro che con un diavolo come me di guardia l'Inferno è un posto peggiore di quanto non lo sia già di nomea.

Saana si alzò in posizione eretta e si allontanò dal ragazzo, seguita da Bastet e dalla sua borsa nera. Lentamente vide passare una ragazza, che la salutò. Saana rispose con un cenno del volto, assicurandosi un posto vicino al ragazzino che prima l'aveva guardata per pochi secondi. I suoi capelli neri scivolarono sulla sua spalla, spinti dal leggero vento che era calato sul posto.

Immagine

Ma ecco che il treno finalmente si accingeva ad arrivare. Dopo un lungo attendere la giovane donna si aprì in un leggero sorriso di sollievo. Tutta quella gente, studenti e non, le facevano girare la testa. Avrebbe sicuramente cercato un posto solitario ed isolato. Come lei era sempre stata.

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Messaggioda Ferdy » 28/10/2011, 17:30

Quelle parole non lo scalfirono di un millimetro; quando il soggetto è niente l'insulto è nullo. Ecco la prova tangibile di tale teoria. Quella ragazza, per quanto affascinante fosse, era priva di speciale. A lui non erano mai piaciute le parole, infatti faticò molto a non cacciare da sotto il mantello la sua bacchetta e Schiantarla velocemente. Ma lui era il Prefetto, doveva dare l'esempio, e soprattutto era Corvonero. Un Corvonero non era un Serpeverde, o viceversa.
Sorrise, ancora fermo sul posto, mentre la ragazza si allontanava, e perfidi pensieri si affollarono alla mente.

Ci vedremo presto, molto presto, ma allora saremo io e te... nessun altro!

E così pensando ritornò sul pianeta, destrandosi tra migliaia di ragazzini che si affollavano ai vagoni dell'Espresso della scuola. Evitò un paio di ragazzini del terzo anno e salì passando attraverso una delle portiere aperte.
Sfilò due e tre vagoni e ne trovò uno stranamente vuoto. Probabilmente la fortuna era con lui. Stava per tornare a scuola, quel viaggio lo avrebbe staancato parecchio, magari avrebbe schiacciato un pisolino: in quel momento, tra quel trambusto, gli parve la migliore delle ipotesi.

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Messaggioda Astrjd » 28/10/2011, 19:27

Finalmente il treno fu fermo sul binario, le porte furono aperte ed il fischio del capotreno indicava che tutti potevano cominciare a salire, tra baci, saluti abbracci e raccomandazioni i ragazzini più o meno grandi si affrettavano a salire quella scaletta che avrebbe dato inizio al loro viaggio.
Astrjd scrutava il treno con circospezione, stava attenta a tutto ciò che la circondava e dopo essersi sistemata il cappellino sul capo si decise finalemente a salire. L'occhiata di Roxas non passò certo inosservata e dopo aver arricciato il naso ed averlo portato all'insù si affrettò a chiedere:

"Che hai da guardarmi in quel modo?"

La vocetta squillante della ragazzina non aveva alcun problema a sovrastare il caos attorno a se, attese che Roxas la superasse, poi strette valigia in una mano e gabbietta nell'altra cominciò a percorrere il vagone dall'interno, lungo il corridoio. qui no, qui è già affollato, questo non mi piace, qui il finestrino è sporco.. e così facendo procedeva lungo gli scompartimenti affacciandosi col capo per studiarli e scegliere finalmente quello perfetto. Tuttavia però, i bagagli cominciavano a pesare e volente o nolente decise che percorrere tutto il treno non sarebbe stato possibile. "il prossimo sarà quello perfetto" pensò tra se e pareva volesse convincersi della propria idea, tanto è vero che giunta alla prima porta decise di aprirla, destreggiandosi tra la maniglia e la valigia.
Il caso volle che lo scompartimento non era poi così perfetto, dal momento che avrebbe dovuto condividerlo proprio con Roxas.
Alla vista del ragazzetto infatti mugugnò qualcosa simile ad una lagna e sistemate la valigia al proprio posto,si sedette proprio davanti a lui: decisa ad ignorarlo completamente. In tutta tranquillità si sfilò la tracolla e meticolosamente la poggiò accanto a se dopodichè sistemò la gabbietta con la volpe sulle gambe.

e adesso a noi!

Sentenziò verso l'animaletto rinchiuso in quel piccolo spazio nel quale, Astrjd, cercò di infilare almeno un dito per poterlo carezzare. Un occhiata a Roxas ed un sussurro a fior di labbra sancirono infine l'imminente partenza del treno.

Questo viaggio si prospetta più lungo del previsto!

FINE PER ASTRJD
Ultima modifica di Astrjd il 28/10/2011, 19:52, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Adam » 28/10/2011, 19:50

Il viaggio era durato due giorni. Adam dovette prendere una corriera per arrivare a Londra. Il viaggio purtroppo è stato molto stressante. Sballottato qui e lì non riuscì a dormire e dovettero fermarsi più di una volta perchè un cavallo alato non voleva fare il suo dovere. Partendo da Zurigo sarebbe dovuto arrivare un giorno prima della partenza del treno per avere tutto il tempo di comprare l'occorrente e invece tra ritardi e complicazioni si erano fatte le 10.35 . Tra mezz'ora il treno sarebbe partito con o senza di lui e sarebbe rimasto solo a Londra.

Mai più! L'anno prossimo prenderò un normalissimo aereo.

La carrozza trinata da bianchi cavalli volava nel cielo londinese senza essere minimamente visibile dai babbani. Uno scossono fece pensare che stavano planando. Adam prese la valigia con una mano e con l'altra si resse al sedile. Di lì a poco sarebbero atterrati e non voleva assolutamente che accadesse il macello accaduto alla fermata a Parigi. Le ruote dorate e sottili urtarono contro il terreno e Adam venne sobbalzato in aria e con lui la sua valigia.

La carrozza è arrivata a destinazione.

Disse una voce femminile che si espandeva per tutti gli scompartimenti.

St James's Park.

Balzando in piedi il ragazzino indosso il giubbino di pelle e si affrettò verso l'uscita. La carrozza atterrò in pieno parco pubblico ma nessun babbano sembrava farci caso.

King's Cross!

Salendo sul primo taxi che gli capitò Adam sperava tanto di riuscire a prendere quell'odiato treno. Sua nonna gli aveva insegnato ad odiare Hogwarts, ma essendo quello il suo primo anno non poteva saltarlo.

Le 10.55! È tardi!

Scusi può accellerare? ho il treno che parte tra 5 minuti.

Il suo inglese era da migliorare perchè aveva troppe sfumature della lingua francese ma una volta a scuola avrebbe avuto tutto il tempo per impararlo.

Ah si? Dove deve andare? Ma i suoi genitori la lasciano viaggiare da solo?

I miei genitori sono scomparsi ora però può muoversi? devo prendere il treno sul binario 9 ¾.

Cosa? Non esiste questo binario.

Adam sconfortato si appoggiò al sedile. Non ce l'avrebbe mai fatta. Quella dannata scuola!
Alle 10.58 il taxi raggiunse la stazione e Adam lanciando i soldi al tassista corse più che potè trascinandosi dietro il baule. con lo sguardo contò tutti i binari.

Ecco il 9!...

Al nove succedeva il 10. Guardò nuovamente il biglietto. Era chiaramente scritto 9 ¾.

Che devo fare?!

L'orologio che sovrastava la stazione scocco le 11.00 e lui doveva ancora trovare il binario. La tristezza lo invase e rassegnandosi, si poggiò al muro che divideva il binario 9 dal 10.
Come se qualcuno avesse spostato il muro, Adam caddè a terra. Sbattendo la testa sul duro pavimento sentì un treno a vapore fischiare e alzando lo sguardo lesse: Binario 9 ¾.
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Messaggioda Tisifone » 28/10/2011, 23:20

Il Binario 9 ¾ quella mattina assomigliava a un bazar, tanta era la confusione che vi regnava. Studenti di ogni età e provenienza che correvano e urlavano a destra e a manca, bauli stracolmi di sa solo Merlino cosa, gabbie con dentro animali di ogni taglia e natura, genitori preoccupati e nervosi, divisi tra il dolore per il distacco ormai prossimi e il desiderio di poter tornare alla loro vita.
In tutto quel caos, una figura saltava subito all'occhio, in piedi vicino il muro che separava il Binario 9 ¾ dalla parte babbana della Stazione ferroviaria,avvolta in un lungo mantello blu notte, su cui spiccava la carnagione pallida del volto. Avrebbe potuto essere scambiata per una statua, vista la sua immobilità, se non fosse stato per un paio di occhi viola che, veloci, saettavano da un angolo all'altro del binario, come a voler tenere sotto controllo tutto e tutti.

Perchè mi sono lasciata convincere?

Pensò la donna per la centesima volta nel giro degli ultimi dieci minuti, quando l'ennesimo carrello le sfrecciò accanto, a dimostrazione che i ritardatari esistevano in entrambi i mondi. Quando aveva accettato la cattedra di Divinazione a Hogwarts aveva pensato di arrivare a scuola con un leggero anticipo rispetto agli studenti, sfruttando la disponibilità della Preside di consentire viaggi in Metropolvere attraverso il camino del suo ufficio, in modo da potersi riambientare nel Castello prima del Banchetto di Inaugurazione del nuovo anno scolastico.
Ma quando aveva esposto ai suoi padrini il suo programma, aveva ricevuto in cambio un silenzioso assenso da parte di Demetri e un chiassoso dissenso da parte di Asher che, ovviamente, aveva così calamitato tutta la sua attenzione.

Se vuoi davvero farti un'idea di come sono in realtà i tuoi studenti devi prendere l'Espresso. Solo così conoscerai la loro vera natura, perchè si sa, una volta smistati, tutti tenderanno ad esaltare le virtù della propria Casata di appartenenza e soffocare il resto di sè.

Con questa unica frase tanto criptica quanto semplice, l'uomo aveva convinto Tisifone a mandare avanti i suoi bagagli ed affrontare quella bolgia infernale, tortura questa che però stava già dando i suoi frutti. Senza bisogno di scomodare il suo Occhio Interiore, la donna infatti aveva già catalogato una buona parte degli studenti, quasi volesse fare concorrenza al Cappello Parlante, concentrandosi principalmente sui primini.
Con il loro atteggiamento infantilmente spontaneo e genuino, erano dei libri aperti per lei, così come per chiunque avesse studiato un po' di psicologia babbana. I rampolli delle famiglie purosangue erano tutti impettiti, vestiti in abiti eleganti o già con piccole vesti da mago, guardavano con aria di superiorità il resto degli studenti e tenevano orgogliosamente le braccia stese lungo i fianchi, come se non avessero bisogno di nessuno. I primini mezzosangue invece erano i più confusionari, quelli che si lasciavano andare più facilmente alle emozioni, che piangevano aggrappati alle mani dei genitori o che scalpitavano in un abbraccio troppo lungo per evitare di essere presi in giro dai fratelli maggiori. C'erano poi i nati babbani, per lo più ragazzini spaesati che guardavano tutto e tutti con un'aria tra il sognante e lo smarrito mentre i genitori, atterriti, li tenevano stretti a sè come se avessero paura di perderli.
Erano loro la principale fonte di interesse per Tisifone, perchè ai suoi occhi rappresentavano la classica tabula rasa, una pergamena nuova e intonsa, non macchiata da pregiudizi di sorta nè da insegnamenti frettolosi, giovani menti da plasmare in assoluta libertà.
Il tonfo di un corpo che cadeva praticamente ai suoi piedi, la riscosse dai suoi pensieri e, abbassato lo sguardo a terra, vide quello che aveva tutta l'aria essere un primino sperduto.

Di tanti modi esistenti per attraversa il muro questo è di sicuro il più originale che io abbia visto oggi.

Commentò, senza muovere un muscolo, le braccia incrociate sul petto.

Spero che tu non ti sia fatto male perchè non c'è il tempo per soccorrerti a dovere e la medimaga più vicina si trova ad Howgarts.

Aggiunse, considerando uno dei suoi doveri di futura Insegnante il cercare di prestare un qualche tipo di soccorsi agli studenti, o almeno assicurarsi del loro stato di salute.

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Messaggioda Adam » 29/10/2011, 15:06

Leggendo il cartello bianco sopra la sua testa Adam si sentì comfuso. Si guardò intorno e non riconoscendo più la stazione di prima si chiese cosa diamine fosse successo. Il dolore lancinante alla testa era sopportabile, soprattutto perchè non aveva tempo da perdere. Continuando a stare straiato a terra vide un treno che secondo lui poteva avere più di 100 anni. Ormai i treni a vapore si potevano scorgere solo nei musei era strabigliante che quello funzionasse ancora.
Una persona che si potrebbe definire inquietante dai suoi atteggamento lo stava fissando dall'alto. Adam la guardò stranito e solo quando lei parlò notò di essere ancora sdraiato.

Di tanti modi esistenti per attraversa il muro questo è di sicuro il più originale che io abbia visto oggi.
Spero che tu non ti sia fatto male perchè non c'è il tempo per soccorrerti a dovere e la medimaga più vicina si trova ad Howgarts.


Adam si sollevò e a tentoni rialzò se stesso e il valigione.

No, grazie sto bene.

Una pausa fece pensare che forse la signorina coperta da un mantello blu aveva le risposte che gli servivano.

Mi scusi ma questo treno porta a Hogwarts vero? Non è che sono arrivato troppo tardi?

Adam non sapeva più cosa fare. Mai sarebbe partito per la scuola di magia se avesse saputo che sarebbe stato tutto un disastro, doveva assolutamente prendere quel maledetto treno, sperava che una volta arrivato a scuola tutto si sarebbe sistemato anche se era senza materiale. fortunatamente la bacchetta l'aveva. Era quella di sua nonna, era lunga sottile e affusolata, era di uno strano colore grigio-bluastro e intorno al manico c'erano dei ricami d'orati che riprendevano molto quelli dello stemma del ex scuola Beauxbatons. Libri, calderoni e accessori vari avrebbe potuto comprarli usati da qualche studente del secondo anno, ma la bacchetta no. La bacchetta era inestimabile.
In quella situazione confusionaria si ricordò che appena fosse arrivato a Londra avrebbe dovuto chiamare i Nonni per avvertirli dell'arrivo, ma visto l'atterraggio di pochi minuti fa, non ne aveva avuto il tempo. Sicuramente erano preocupatissimi, teoricamente sarebbe dovuto arrivare un giorno fa e stranamente sulla carrozza volante il segnale era assente.
Mise la mano in tasca e cacciò il suo smartphone.

Ma che diamine...?

Non solo non c'era campo ma tutto il telefono era completamente partito. Le immagini erano deformate e ogni tanto lo schermo diventava grigio o nero. era completamente impazzito. Come se qualcosa facesse interferenza, impedendogli di funzionare.

Ci mancava questa! Cosa succede ora?

cercò di ripristinare l'aggegio con qualche colpetto ma quello fece un sibilio acuto che andava a decrescere e poi...puff! Una nuvoletta di fumo si alzò dalla sua mano facendolo tossire all'impazzata.

Se non avessero unito le scuole a Beauxbatons tutto questo casino non sarebbe mai successo!

E rassegnandosi per la terza volta in quella giornata si lasciò cadere sul valigione distrutto e mortificato da tutta quella faccenda.

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