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Quest n°1: Il Bosco Fantasma

Svolgimento delle Quest

Messaggioda Monique » 24/02/2012, 22:04

Una situazione non proprio idilliaca, come si suol dire in certi casi: la figura incapucciata, chiunque ella fosse, scomparve in un attimo lasciando i quattro da soli, senza alcuna via d'uscita, e presto il gruppetto avrebbe scoperto quanto il contesto nel quale si trovavano fosse peggiore di quanto apparisse.

La cara Tisifone, infatti, si sarebbe accorta quasi subito che il suo incantesimo sembrava non funzionare a dovere, visto che la sua bacchetta prese a girare su se stessa come se fosse impazzita.
Allo stesso modo Ferdy avrebbe osservato coi suoi occhi come le scintille rosse lanciate a mo' di segnale fossero esplose a mezz'aria, senza oltrepassare la coltre di alberi che li circondava.
E che dire della cara Saana Leyla? Lei che tentava di farsi pazio tra i rami fitti del bosco avrebbe constatato sulla pelle come questi si richiudessero ogni volta che lei tentava di scostarli, graffiandola anche per quanto possibile come a volerle fare del male.
Forse l'unico a provare un metodo del tutto diverso per uscire da lì fu Typhon, il quale si approcciò alla situazione con una calma - esteriore - invidiabile, per quanto quella interiore fosse messa a dura prova, scegliendo la via del silenzio.

Se i suoi compagni gli avessero dato retta, presto uno di loro - o magari alcuni o forse tutti o forse ancora nessuno - (requisito di Elaborazione: 11) si sarebbe potuto accorgere di una cosa alquanto particolare: mentre intorno a loro e alle loro spalle, gli alberi si chiudevano in una sorta di semicerchio che bloccava ogni possibilità di fuga, di fronte ai quattro il sentiero sembrava invece aprirsi, quasi invitandoli a proseguire per quella strada.
Che fare dunque, rimanere fermi oppure andare avanti e scoprire cosa il destino avesse in serbo per loro?

Quasi a voler essere sicuro di far prendere loro la decisione giusta, il Fato decise di dare alle loro scelte una piccola... spintarella: tutti e quattro infatti (requisito di Concentrazione: 5) avrebbero dovuto impegnarsi molto poco per poter udire una flebile voce provenire proprio dal sentiero che gli alberi avevano aperto per loro.

Vi sto aspettando, delegati di Hogwarts...
Venite a celebrarmi...


Un sibilo inquietante che strisciò tra gli alberi fino a loro, quasi penetrando all'interno della loro anima per spingerli ad accettare, per invitarli a raggiungere colei per la quale, in fondo, si erano ritrovati lì: Lola Mendez.
E poi, a pensarci bene che altra scelta avevano?
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Messaggioda Tisifone » 25/02/2012, 13:05

Nell'ultima mezz'ora Tisifone aveva imparato un paio di cosette su cui avrebbe dovuto riflettere una volta tornati a casa, sempre ammesso che fossero riusciti ad uscire da quel bosco maledetto tutti interi. Per prima cosa i suoi compagni provavano davvero dell'ostilità nei confronti degli altri, o almeno era legittimata a crederlo visto che nessuno di loro aveva contraddetto il finto prete. In più Typhon credeva che nonostante la situazione critica in cui si trovavano qualcuno avrebbe anteposto il proprio orgoglio alla sicurezza di tutti.

Nel silenzio c'è la calma, nel silenzio si cela la trappola, facciamo attenzione ad ogni singolo rumore, nervi saldi e riflessi pronti, appena uno di noi percepisce qualcosa lo faccia presente agli altri.
Cappuccetto nero aveva ragione. Cooperazione, o da qui non so se ne usciremo vivi.


Tisifone dovette mordersi il labbro inferiore per non ribattere con qualche frecciatina tagliente, limitandosi a lanciargli una occhiata di fuoco.
Secondariamente per quanto fosse preoccupata e con tutti i sensi all'erta, la donna non si sentiva spaventata, al contrario una sorta di calma interiore pervadeva il suo spirito rendendola se possibile più lucida. Il panico non aveva salvato i suoi genitori e non avrebbe salvato lei in quel frangente. Cosa più importante di tutte, gli incantesimi, almeno quelli elementari, non avevano alcun effetto in quel luogo a giudicare dal modo in cui la sua bacchetta ruotava impazzita sul palmo della sua mano o dalle scintille rosse che stavano ricadendo su di loro.

E’ inutile dire che ce la dovremo cavare da soli…

Commentò quindi con un tono di voce atono, tranquillo, prendendo la bacchetta dalla propria mano e riponendola nella guaina al braccio sinistro, il viso contratto in un’espressione pensierosa.

Sembra quasi di essere finiti in uno di quei telefilm babbani di fantascienza che Asher ama tanto vedere.

Riflettè, sollevando un attimo la testa per cercare di scrutare i pezzettini di cielo sopra le loro teste al di là delle fronde degli alberi. Sembrava che il bosco fosse avvolto in una sorta di cupola magica che annullava gli effetti dei loro incantesimi e questo li rendeva se non proprio inermi almeno in parte menomati, considerando che non sapevano né il perché si trovassero in quella situazione né se per uscirne avrebbero dovuto affrontare creature pericolose o enigmi complessi.

In queste condizioni meglio i secondi che i primi. Dei miei compagni si può dire di tutto ma non che siano stupidi.

Pensò, riabbassando la testa e voltandosi per osservare meglio gli altri, come se volesse comprendere dalle espressioni del loro viso cosa gli passasse per la mente.

Vuoi una mano con quelle?

Chiese quindi a Saana Leyla, cercando di modulare la voce in modo da non offendere il super suscettibile carattere della ragazza e riferendosi ai graffi che aveva ottenuto cercando di farsi largo tra gli alberi per ritrovare la strada che li aveva condotti lì. Se davvero la magia non aveva effetto lì forse un po’ di pozione per disinfettare i graffi le avrebbe potuto far comodo, non avendo, a sua conoscenza, alcuna controindicazione sull’essere usata sulle ferite aperte. Se la Serpe avesse accetta, Tisifone avrebbe scostato il mantello, preso una delle ampolle nella sua borsa e gliel’avrebbe data, per poi rimetterla a posto una volta che avesse finito.
Dopo aver aiutato o meno Saana, la donna iniziò a guardarsi intorno alla ricerca di un piano alternativo, muovendosi in circolo e seguendo il contorno degli alberi che andavano sempre più infittendosi intorno a loro.

Che stupida!

Esclamò quindi con un tono di voce stizzito, battendo il piede sinistro con rabbia a terra. Era stata così presa da pensieri inutili da non accorgersi del sentiero (Elaborazione 14) di fronte a loro, libero da qualsiasi albero o cespuglio.

Questa potrebbe essere una vita di uscita se non l’unica.

Disse poi, con il solito tono atono, indicando il sentiero anche a Ferdy e agli altri. Aveva ripreso il controllo di se stessa ed era pronta a non perderlo più: il Mondo Magico era pieno di stranezze e anomalie per conto proprio senza dover tirare in ballo la fantascienza babbana.

Oppure potrebbe essere un’esca per farci finire dalla padella alla classica brace.

Aggiunse, diffidando non poco delle soluzioni troppo facili. Peccato che non avessero molte altre alternative, a meno di voler rimanere lì a morire di inedia. Stava lì in piedi, la schiena ritta e le braccia incrociate al seno in attesa di un qualche commento da parte degli altri, quando avvertì (Concentrazione 13) una flebile voce provenire da quel misterioso sentiero.

Vi sto aspettando, delegati di Hogwarts...
Venite a celebrarmi...


Sto eta takoi?
(Cos’è stato?)


Le sibilò Idra, ondeggiando il capo a destra e a sinistra come a voler vedere meglio.

Ja nje…
(Non…)


Tisifone non riuscì a terminare la frase: un brivido freddo e inquietante le aveva scosso le membra, costringendola a piegarsi in avanti e a stringere le braccia intorno al proprio stomaco. Era la stessa sensazione di quando uno dei fantasmi di Hogwarts le passava attraverso, solo che le sembrava essere molto più doloroso, come se quell’entità portasse con sé un enorme carico di rabbia e frustrazione.

Bè d’altronde è quello che siamo venuti a fare no? Rendere omaggio alla morte di Lola Mendez. E io sono solita portare a termine i compiti che mi vengono affidati.

Affermò seria, raddrizzando di nuovo le spalle e inoltrandosi nel bosco lungo il sentiero, la bacchetta questa volta stretta in pugno, anche se probabilmente sarebbe stata inutile, i sensi in allerta, pronta a scattare al primo accenno di pericolo.( Riflessi 7)

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Messaggioda Ferdy » 26/02/2012, 14:35

Che brutta situazione; in quel momento non gli veniva altro da pensare che avrebbe dovuto rifiutare la proposta della Bergman, ma come avrebbe potuto!? Lui: se c’era una cosa che Ferdy Stone odiasse, era la delusione; non poteva sopportare di vedere l’espressione sorpresa ma insieme umiliante di qualcuno che riponesse fiducia in lui, lo faceva morir dentro, e poi si mettevano in ballo le emozioni, rimorso e pessimismo e addio solare Ferdy! Non aveva avuto scelta, tutto qua, anche perché non era mai stato bravo a pensare, anche per una sola volta, a sé stesso.
Guardò Tisifone, la cui bacchetta aveva cominciato a roteare sul palmo della sua mano come l’ago di una calamita smagnetizzata, e quella reazione, seppur deludente, fu al contempo buffa a parer suo. Poteva immaginare l’imbarazzo della divinante innanzi un’azione mal riuscita; lei d’altronde poteva pensare allo stesso di lui, che aveva commentato il risultato del suo incantesimo con una smorfia dispiaciuta, guardando le ultime scintille danzare tra il gruppo e spegnersi a pochi centimetri dal prato verde scuro.

Nel silenzio c'è la calma, nel silenzio si cela la trappola, facciamo attenzione ad ogni singolo rumore, nervi saldi e riflessi pronti, appena uno di noi percepisce qualcosa lo faccia presente agli altri.
Cappuccetto nero aveva ragione. Cooperazione, o da qui non so se ne usciremo vivi.


Si voltò verso la fonte da cui provenne quella voce, Typhon, e seppur amaramente, doveva ammettere che non potesse essere più d’accordo: cooperare era il modo per sopravvivere a quel cimitero, facendo di testa propria non potevano che ottenere pessimi risultati, vero, “chi fa da se fa per tre”, ma “l’unione fa la forza”, ed era necessario che ce l’avessero sempre chiaro nella mente. Aveva la strana ma inconfondibile sensazione che ciò che li aspettava dentro quel “mondo parallelo” non fosse nulla di amichevole, ma che avrebbe stravolto in qualche modo la vita di qualcuno lì in mezzo, compreso Ferdy, che seppur dalla pelle dura, presentava anche lui i suoi talloni d’Achille, bisognava solamente cercarli e, poteva scommetterci, colui che li aveva condotti in quella fanghiglia li aveva studiati bene. Avevano fatto gli stupidi, partendo con il presupposto “io me ne sto buono e che nessuno mi disturbi”, ma in fondo era la triste realtà, come potevano fingere di avere rapporti rose e fiori davanti una tomba? Sarebbe stato da villani, ma vista la situazione attuale forse farlo avrebbe reso le cose più semplici, perché il nemico li aveva osservati fin dal momento in cui avevano imboccato il sentiero secondario, e aveva compreso il punto debole della delegazione della scuola.

Come non dargli ragione!? La miglior cosa da fare è darci una mano l’un l’altro, seppur ci venga difficile, per la sopravvivenza!

Si guardò intorno, cominciando a girare su sé stesso, osservando, dopotutto il nemico li aveva osservati, lui avrebbe fatto lo stesso! (Concentrazione: 8) Nessuno era perfetto nel mondo, in ogni lavoro c’era sempre qualcosa che sfuggisse, seppur macchine perfetti gli umani non erano capaci di rendere perfetto tutto ciò che creavano; un momento, e se quello non fosse ad opera di un umano? Se fosse ad opera di qualcosa di sovrannaturale? Più pensava, rifletteva, e più nuove alternative venivano fuori, tutte plausibili tra l’altro. Ma, a proposito di questo, aveva imparato che anche la risposta più stupida poteva essere quella più plausibile.
Si mantenne distaccato dal gruppo, notando con piacere che qualcuno avesse cominciato ad approcciarsi; Tisifone si era prestata a Saana chiedendo se avesse bisogno di aiuto per i graffi che si era procurata alle braccia cercando di evadere dal muro vegetale che li rinchiudeva in quel posto.
Ora tutti i conti tornavano: ecco a cos’era dovuta la strana sensazione di prima, quella sensazione di oppressione, di assenza di movimenti, che lui aveva giustificato con un semplice incantesimo taciturno…

Che idiota! Ma cosa potevo saperne di tutto questo scempio…

Che colpa poteva avere!? Forse avrebbe dovuto avvertire gli altri dell’impressione percepita inizialmente, ma quelli lo avrebbero ignorato, magari credendolo pazzo, ma dopotutto con loro c’era anche Tisifone, e, forse, anche l’insegnante aveva avvertito qualcosa all’ingresso del cimitero, lei era dotata di Occhio Interiore dopotutto, ma, probabilmente, come lui, aveva deciso di non voler allarmare il mondo.

Sto solo perdendo tempo, ho bisogno di aiuto per poter elaborare qualcosa…

In quel modo stava perdendo tempo, ma era più forte di lui, gli veniva difficile tentare un approccio con quei tre individui, li guardò: tutti, così come stava facendo lui, sembravano cercassero una via di fuga, ma se c’era una cosa che non era ancora chiara in tutta quella storia era che la fretta non avrebbe portato ad una fuga riuscita, così come nella vita i problemi andassero affrontati, il drago, per essere abbattuto, andava colpito al cuore.

Nulla che mi possa venire in mente… Non sono di alcun aiuto in tutta questa situazione…

Percorse lo spiazzo in cui si trovavano come se potesse aiutarlo a fargli venire in mente un’ idea, senza ancora avvicinarsi a qualcuno dei presenti, quasi aspettasse l’occasione giusta per farlo: un comportamento infantile, perché quella era un’occasione, ma Ferdy non lo capiva e non si sforzava nemmeno di comprenderlo, questo era un tratto tipico del suo carattere: orgoglioso, tanto orgoglioso, e poteva quasi definirlo un punto debole, in effetti era un punto debole di tutti lì, ma qualcuno aveva cominciato ad affrontarlo, vedevasi il gesto di Tisifone.

Che stupida!

L’insegnante sbatté il piede a terra, arrabbiata come se l’idea che gli fosse venuta in mente era palese e lei era stata stupida da non essersene accorta prima.
La guardò con aria interrogativa, ma al contempo curiosa di sentire cosa avesse in mente, e fece qualche passo lento in sua direzione, avvicinandosi, buttando un’occhiata spaventata e veloce al serpente che le era vicino, un’altra quando le fu abbastanza vicino, come a volerlo tenere d’occhio, anche se sicuro che fosse addomesticato in modo più che ottimale, ma era più forte di lui quella “paura”.

Questa potrebbe essere una via d’uscita se non l’unica.

Indicò con un cenno della mano il sentiero e il ragazzo annuì incertamente con il capo:

Già, potrebbe essere… Sapete stavo pensando che dietro tutta questa storia ci sia anche un ragionamento: sapete quando si dice “Dal problema non bisogna fuggire, ma andargli incontro”? (Elaborazione: 8) – esitò per qualche secondo, per accertarsi che qualcuno di loro non avesse nulla da obiettare o che lo prendessero per un fuori di testa, poi continuò – Bhè credo che possa essere qualcosa su cui iniziare, per cui propenso per la proposta di Tisifone, credo che dovremmo seguire il sentiero…

Guardò il sentiero dall’aria poco promittente, ma che al contempo paresse significare “Uscita”; era un pericolo? Era la famosa “scelta errata” che ogni quesito presentava? Oppure era la risposta tanto ovvia da poter essere considerata sbagliata ma che in realtà era esatta. Sembrava un quesito a risposta multipla ma in premio non c’era un “Eccezionale” o “Oltre Ogni Previsione”, c’era la salvezza.
La bacchetta ancora stretta in pugno, salda, a qualche centimetro dal petto, il braccio flesso in un’angolatura di 90° verso la linea longitudinale. Gli occhi continuavano a vagare intorno, e nel momento in cui mosse il primo passo verso il sentiero, un’altra voce risuonò alle sue spalle (Concentrazione: 8) , quasi fosse magicamente amplificata, sembrava provenire per un momento dai cespugli lì intorno, poi guardò in altro, credendo che aleggiasse sopra di loro, con l’agevolezza di un ex giocatore professionista di Quidditch mosse il braccio da una parte all’altra, gli occhi che roteavano qua e là veloci, identificando la presenza, e di conseguenza l’assenza, di movimenti tutt’intorno, infine, si voltò verso il sentiero e rimase sorpreso da un improvviso filo di corrente gelida che lo colpì in pieno, costringendolo ad arretrare con una gamba e chiudere gli occhi. (Riflessi: 10) I capelli si scompigliarono, e lui se li riaggiustò in fretta con la mano, anche in situazioni come quelle riusciva ad essere estremamente narcisista.

Vi sto aspettando, delegati di Hogwarts...
Venite a celebrarmi...


Gli occhi si riaprirono con uno scatto: quella voce, giovane e dolce, ma al contempo agghiacciante non poteva che essere quella del motivo per cui tutti loro erano lì: Lola Mendez, era stata lei a parlare? Erano davvero in pericolo? Si trattava di uno scherzo di cattivo gusto? La terza l’avrebbe esclusa.
Il vento smise di soffiare e l’aria tornò quella di cinque secondi prima; Ferdy si voltò, lasciandosi sfuggire un'espressione di disgusto quando il serpente sibilò un'altra volta; guardò in volto i delegati, poi tirò un sospiro nasale…

Bene, credo che ci stia aspettando ragazzi, non è il caso farla attendere…

E così facendo si unì a Tisifone, imboccando lo stesso sentiero che lei aveva fatto notare loro; stavano raggiungendo davvero Lola Mendez?

Spoiler:
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Messaggioda Saana Leyla » 27/02/2012, 21:41

Nel silenzio c'è la calma, nel silenzio si cela la trappola, facciamo attenzione ad ogni singolo rumore, nervi saldi e riflessi pronti, appena uno di noi percepisce qualcosa lo faccia presente agli altri.
Cappuccetto nero aveva ragione. Cooperazione, o da qui non so se ne usciremo vivi.


A pronunciare quelle parole era stato Typhon, e tutto sommato, nonostante odiasse ammetterlo, aveva ragione. In quel momento tutti erano sulla stessa identica barca, in pericolo, davanti a qualcosa più grande di loro. Se non avessero trovato soluzioni sarebbero crepati lì, tra quegli arbusti con cui lei si era appena distrutta gli arti superiori. Altre ferite, altre cicatrici da aggiungere a quell che possedeva sulla schiena e sulle gambe, altro dolore da accatastare insieme alla rabbia che aveva accumulato in quegli anni. E non solo fisico. La presenza di quelle tre persone, che odiava per un motivo o per un altro, era l'elemento scatenante della sua ira. Certo, avrebbe dovuto cooperare con loro se non voleva finire in sottoterra prima del previsto, ma non si poteva dire che li amasse. No, questo proprio no. Ferdy Stone. Tisifone Samyliak. Typhon Seal. Avrebbe vissuto meglio se quei nomi non fossero mai stati dati all'anagrafe Magica.

Ma tu guarda se la Bergma ci doveva cacciare in questa situazione di merda...Fanculo!

Pensò Saana guardandosi le mani e le braccia completamente ferite e sanguinanti per lo sforzo fatto. Certo, provare a fuggire in quel modo era una cosa alquanto stupida, forse da idioti, ma era l'unica che le era venuta in mente in quel preciso istante. Non che fosse andata nel panico, lei era una che in determinate situazioni manteneva un certo distacco, una certa freddezza. Ma essere rinchiusa...no, non lo sopportava proprio. Tutto per colpa di quel fottuto figlio di buona donna di Amr. Mille volte l'aveva incatenata, mille volte l'aveva picchiata, ne portava ancora addosso le cicatrici, anche se ben nascoste da vestiti. La camicia, ormai lacerata, era zuppa di sangue, almeno le maniche. Le strappò via, lasciando le ferite libere di respirare. Una soprattutto, sulla spalla, le faceva male, come se una lama le avesse trapassata da parte a parte. Maledetti rovi.I contorni erano slabbrati, vividi, carne esposta al macello. Dall’esterno si potevano intravedere i muscoli rosei e lucidi, e il sangue oramai rappreso faceva da cornice a quell’immagine rivoltante.

Maledizione!

Esclamò la giovane donna alzando gli occhi al cielo e prendendo un pezzo di stoffa della sua camicia per avvolgerlo intorno ad essa. Improvvisamente, una voce tra tutte si rivolse a lei, proprio, l'ultima voce che voleva sentire tra tutte quelle presenti. Tisifone Samyliak. Le stava offrendo aiuto. Tra tutti, proprio lei. Socchiudendo gli occhi fece segno negativo con la testa, incamminandosi per poi scansarla con un lieve tocco, quasi a voler sbattere di proposito con quel corpo. No, non voleva l'aiuto di Tisifone Samyliak, né quello di qualcun altro. Certo che la Bergman aveva scelto proprio bene i componenti di quel gruppo. Un Prefetto che non era in grado di distinguere l'oro dal piombo, un Prefetto che dava problemi a tutti con la sua aria da finto scaltro e una Capo Casata dalla lingua acida e velenosa come il fiele. E infine lei. Lei che aveva problemi con tutti, lei che non sopportava la vista degli esseri umani, eccezion fatta per Aleph, e forse...per Nadal. Ma non era quello il momento di pensarci. Strinse bene il pezzo di stoffa sulla ferita principale, mentre lascio che le altre si seccassero del loro stesso sangue. Nello stesso momento Tisifone e Ferdy stavano discutendo tra loro, decidendo su cosa fare.

Lei si è presa la briga di mettersi a capo di questa flotta, ora vediamo cosa fa. Di certo non è stupida, ma nemmeno troppo intelligente. Forse la migliore rispetto a sti due bambini...non che me ne importi molto. Se c'è da fare qualcosa la faccio, ma non si aspettino di vedermi sorridere nel bel mezzo dei corridoi come una cretina dopo tutta sta sceneggiata...

Pensò ancora dentro la sua testa, facendo poco caso a quello che stavano facendo, più preouccapata delle ferite che altro. Stava parlando di un sentiero, un sentiero di fronte ai loro occhi. Alzò di scatto la testa per osservarlo, e in effetti vide che una nuova strada si stava aprendo proprio lì dove prima c'era solo un muro di foglie. Ma ecco...un brivido, una flebile voce, un incredibile gelo attraversavano adesso il suo corpo. Un alito di suono proveniva dall'interno di quelle fronde, quelle che avevano proprio di fronte a loro. E Saana si fermò, come il suo respiro. Era la voce di una ragazzina ad aver parlato, una voce candida come la neve. Pura. Ma tenebrosa come il peggiore degli incubi notturni.

Vi sto aspettando, delegati di Hogwarts...
Venite a celebrarmi...


Era lei, lo sentiva. Qualsiasi cosa fosse aveva appena pronunciato parola, e loro sarebbero stati costretti a seguirla. Volenti o nolenti. Quel percorso ad ostacoli era appena cominciato per loro. Saana si alzò, guardando i primi due del gruppo avviarsi verso il sentiero. E li seguì, certa che anche quel gesto, come il solo fatto di trovarsi in mezzo a quel covo di pazzi, avrebbe portato solo cose peggiori nella vita di ognuno di loro.

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Messaggioda Typhon » 28/02/2012, 20:27

Se ne sarebbe voluto fregare del fatto che gli altri tre avessero seguito o meno il suo consiglio, ma in quel frangente non era affatto possibile stabilire che la cosa giusta fosse andare per conto proprio ed ignorare il comportamento altrui.
Dentro quell'incubo ogni gesto eseguito da loro poteva ripercuotersi sul resto del gruppo e quindi volente o nolente, anche se non deisderava altro in quell'istante se non rimanere ad occhi chiusi a captare ogni segnale, decise di aprire comunque la vista al resto del luogo limitandosi a seguire almeno il consiglio dato precedentemente e quindi rimanendo in completo silenzio, per quanto il parlare di Tisifone durante quei pochi attimi lo stavano abbastanza mandando su di giri e nervi, dato che gli sembrava di aver chiesto un poco di silenzio fino a poco prima. Peccato non poteva aspettarsi che tutti ascoltassero ciecamente le parole di un sedicenne biondo ossigenato.
Lentamente molte forme prendevano vita in mezzo a quella boscaglia e a quegli arbusti, delineando scorci di natura assolutamente impalpabile e incomprensibilmente misteriosa e oscura.
Ogni foglia non era reale, o almeno così la percepiva Typhon e a giudicare dagli sguardi di Saana Leyla e di Ferdy non era da escludere che fosse lo stesso per loro.
Sentiva il timore scorrergli nelle vene, pulsante e galoppante dal cuore a tutto il resto degli organi, quasi fosse un morbo, una malattia terribile e impossibile da arrestare, quindi, per quanto si sforzasse di mantenere silenzio ed osservare intorno per avere una migliore ottica del luogo, non riusciva proprio a trovare la calma necessaria per individuare la via che l'entità soprannaturale aveva fatto loro apparire.

Non va bene così. Se continuo in questo modo a cagarmi sotto non riuscirò a combinare nulla e soccomberò al terrore. E' davvero questo il modo di fare di un Drago? No dannazione, no cazzo, NO!

Che stupida!
Questa potrebbe essere una vita di uscita se non l’unica.
Oppure potrebbe essere un’esca per farci finire dalla padella alla classica brace.


Quella voce lo riportò con i piedi per terra. Si volse in direzione della docente di Divinazione come quasi fosse uno scatto, uno spavento, cercando di osservare nella stessa direzione nella quale gli occhi di lei si stavano perdendo ed infatti poco dopo lo vide lì, quel sentiero tetro, aprirsi a loro come fosse l'unica strada, l'unica via d'uscita e l'unica fonte di salvezza o perdizione che era stata scelta per loro.
Nel frattempo gli alberi dietro di lui parevano quasi stringersi ed avanzare, dotati di gambe proprie e movimento, come a volerli spingere prospetticamente a camminare in avanti e non perdere tempo, dunque se ci fosse stata qualche altra sorpresa di lì a poco, oramai erano in procinto di scoprirlo, anche se a dirla tutta Typhon Seal non aveva tutta quella voglia e desiderio, né tanto meno curiosità.

Maledizione!

Quasi in concomitanza anche un'imprecazione da parte della prefetta delle serpi. Sembrava affaticata e stanca di essere lì, sotto pressione dei nervi e dell'isteria, un mix perfetto per far si che potesse perdere il controllo da un momento all'altro.
Non pensava affatto Ty che la donna dovesse mostrarsi come un pezzo di ghiaccio, quello no, ma di sicuro vederla in quello stato gli fece comprendere quanto lui fosse già parecchio fortunato ad esser riuscito fino ad allora a mantenere il respiro regolato e il battito cardiaco entro limiti consentiti dall'umana medicina.
Non seppe effettivamente cosa lo spinse ad eseguire un gesto simile, ma non ponendosi domande ulteriori, mentre cominciava a camminare verso la strada mostrata dalla radura, cercò di porre una mano sulla spalla di Saana, stringendo appena in un chiaro segno di appoggio e conforto, senza però guardarla negli occhi.
Forse in quello lui poteva capirla, perchè i loro caratteri sembravano simili in certi frangenti, e se fosse stato al posto di lei, non avrebbe mai voluto incrociare uno sguardo di qualcun altro che magari esprimesse una cosa denigrante e offensiva come la pietà, ma forse un gesto come quello, senza nessuno sguardo e senza perderci troppo tempo, si forse quello l'avrebbe gradito. Rimaneva da vedere se per lei sarebbe stato altrettanto, peccato che i tempi per scoprirlo furono chiaramente interrotti da una voce che questa volta, sentì distintamente e senza problemi di ricezione...

Vi sto aspettando, delegati di Hogwarts...
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Rallentò di nuovo il suo passo, interdetto e stanco di ritrovarsi ad avere brividi inutili ed improvvisi per delle cose simili come voci dall'oltretomba o da quelle parti.
La mano si strinse di più sulla bacchetta, sudando freddo, percependo piccoli spasmi muscolari derivanti dall'iper tensione e sensibilità delle terminazioni nervose, nel frattempo ognuno degli altri compagni ebbe una reazione diversa, partendo dal giocatore professionista di Quidditch che fin troppo calmo ricamò anche una mezza battuta senza infamia e senza lode, Saana non disse una parola, forse ancora scossa dalla crisi precedente, ma nonostante tutto continuò a camminare, mentre Tisifone pareva aver acquistato ancora più sicurezza e tranquillità, beffeggiandosi della situazione e della forma di "vita" che poteva aspettarli più avanti, proseguendo il cammino quasi fosse una soldatessa che a testa alta va ad affrontare la guerra certa del proprio passato, delle proprie origini e delle proprie capacità.
Lei si vedeva chiaramente che era stata una Draghessa e probabilmente una di quelle doc, e in quell'istante Typhon Seal non potè che provare un piccolo moto di invidia nei confronti di quella così alta bravura e capacità di resistere al timore e l'estremo potere che scaturiva dalla fredda determinazione dello sguardo della professoressa di arti divinatorie.

E a quello che dovrei tendere io un giorno... E guardando me e giudicando lei, non mi trovo nemmeno all'inizio del percorso... Chissà se è già un passo avanti saper ammettere la propria inettitudine ad affrontare veramente il pericolo.

Ha ragione Professoressa, un Drago non rinuncia mai a portare a termine un compito assegnatogli, la affianco, se non le dispiace...

E così, senza indugiare ulteriormente, il sedicenne decise, mettendo da parte orgoglio verso se stesso e pregiudizio verso colei che anche la sua fidanzata chiamava "la zingara", le si avvicinò umilmente, continuando a camminare, rimanendole sulla sinistra ma un metro indietro, per non intralciare troppo il suo movimento o il suo spazio vitale, qualore ne avesse voluto continuare a distanziare uno, adesso con l'unica consapevolezza che non c'era più tempo per tremare o farsi azzerare la salivazione, dato che il momento di svolta era quasi arrivato e non si poteva evitare in nessun modo se non con il confronto diretto.
La resa dei conti, era vicina.


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Messaggioda Monique » 28/02/2012, 22:35

E così i quattro delegati di Hogwarts si erano avviati verso quel sentiero misterioso ed inquietante, ciascuno coi propri pensieri e le proprie emozioni nel cuore.

Paura.
Arroganza.
Superficialità.

La presenza che li aveva invitati a raggiungerla sentiva questo nei loro cuori, un miscuglio di quei sentimenti che forse non erano tutti presenti in ciascuno dei quattro maghi, ma di sicuro aleggiavano intorno a loro come una sorta di aura negativa: avere paura era saggio ma deleterio per i nervi, essere arroganti significava sottovalutare la situazione, ed un comportamento superficiale poteva significare non tornare più a casa.

Ancora un passo, ancora un altro...

Quella voce continuava ad eccheggiare intorno a loro, dentro di loro, così da impedire ai quattro di comprendere quale fosse la fonte da cui proveniva: ma non dovettero fare ancora molta strada per capire... capire in che guaio si fossero cacciati, capire quale fosse il destino che li attendeva.

Hogwarts Hogwarts, scuola d'eccellenza!
Ciò che più conta è la pazienza,
di saper capire
quando dover agire
e portare a casa la vittoria tanto sognata!


Una voce alquanto melodiosa in realtà quella che adesso stava cantando ciò che, con tutta probabilità, era stato l'inno della scuola di Magia e Stregoneria europea nell'anno dello scontro contro il Giappone: una risata divertita, quasi spensierata accompagnò quelle parole, ma nessuno di loro avrebbe potuto sorridere nel sentirla... anzi, un lungo e lento brivido percorse le loro schiene nel mentre raggiungevano, in concomitanza con la fine di quel suono, uno spiazzo simil radura completamente buio.

Siete arrivati, alla fine...
E' un piacere vedervi, delegati di Hogwarts. Vi va di giocare con me?


Oh sì, adesso potevano cominciare ad avere paura: appena pronunciate quelle parole, un raggio di luce illuminò d'improvviso la radura in mezzo alla quale si trovavano, ma forse... forse sarebbe stato meglio se questo non fosse avvenuto, visto ciò che, in quel modo, Tisifone, Ferdy, Saana Leyla e Typhon poterono vedere.


Immagine


Mi riconoscete? Lola Mendez, Serpeverde al quinto anno di scuola... oh, aspettate... io non la frequento più Hogwarts... io... sono morta...

Un urlo agghiacciante accompagnò quelle parole, ed il volto del fantasma si contorse dal dolore, un dolore che tutti e quattro percepirono nelle ossa fino alle viscere come se qualcuno stesse schiacciando ogni centimetro del loro corpo e che solo una forte capacità di autocontrollo (requisito di Concentrazione: 12; requisito di Resistenza Magica: 13) sarebbe riuscita a contrastare quel tanto che bastava per non mettersi ad urlare.

Lo sentite, vero?
Fa male... male male male...


Continuò il fantasma, accartocciandosi quasi su se stesso prima di urlare nuovamente, ancora più forte della volta precedente: l'urlo poi si spense però di colpo, poichè Lola sembrò notare qualcosa per cui valeva la pena zittirsi; si avvicinò a Saana, fluttuandole vicino per poi fermarsi proprio di fronte a lei, così corporea che forse la ragazza avrebbe quasi potuto toccarla - anche se era vivamente sconsigliato che lo facesse.

Tu... tu vivi nella mia Casata...

Le sussurrò fissandola negli occhi, e la donna avrebbe dovuto fare un grande sforzo (requisito di Concentrazione: 9) per rimanere impassibile al suo alito che sapeva di morte e dolore: Lola sorrise e poi scoppiò a ridere per la terza volta, passando attraverso la Serpeverde senza alcun preavviso prima di tornare ad aleggiare sopra di loro; probabilmente alla strega non avrebbe fatto per nulla piacere quell'azione, ma si sarebbe accorta presto che le sue ferite sembravano essere guarite per miracolo, rimettendola completamente in forze.

Tu, rappresentante di Serpeverde, tu mi aiuterai a completare quel duello che non mi fu concesso di disputare!!

Urlò il fantasma, facendo tremare le fronde degli alberi che li circondavano con una forza inaudita.

Scegli un avversario dunque, erede della gloriosa Casata di Salazar, e battiti per placare la mia anima!

Lola Mendez non voleva giustizia per la sua morte... voleva solo un ultimo duello, e sarebbe stata proprio Saana a permetterle di affrontarlo: non appena la giovane donna avesse scelto contro chi scontrarsi, gli altri due presenti avrebbero recitato il ruolo di spettatori, improvvisamente imprigionati dalla potenza magica del luogo che avrebbe impedito loro qualsiasi movimento, come fossero diventati di pietra.

Voi rimarrete fermi ad incitare i due contendenti, poichè questo è il mio volere!

Urlò in seguito il fantasma alle due persone rimaste escluse dalla scelta della Serpeverde, che quindi avrebbero potuto solo muovere il viso e parlare poichè il resto del loro corpo era bloccato.

Hogwarts Hogwarts, scuola d'eccellenza!
Ciò che più conta è la pazienza,
di saper capire
quando dover agire
e portare a casa la vittoria tanto sognata!
AHAHAHAHAHAH!!!!
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Messaggioda Tisifone » 29/02/2012, 21:41

Al tocco di Saana Leyla, il corpo di Tisifone reagì in maniera fluida, eseguendo un movimento all’indietro della spalla e del fianco per lasciarla passare, chiaro segnale di resa incondizionata: cercare di dimostrare la propria forza o superiorità intralciando il suo cammino in quel frangente sarebbe stato solo puerile. Al contrario, invece, di fronte al rifiuto di qualsiasi aiuto, il volto della donna rimase impassibile, la fredda maschera di cortesia che era solita usare per celare al mondo i propri pensieri e sentimenti saldamente al suo posto.

Forse le parole di Typhon non erano poi così inutili.

Si disse, interpretando quel gesto come una sorta di dichiarazione di intenti da parte della Serpe: il fatto che erano bloccati in quel luogo insieme non voleva dire che lei era pronta a mettere da parte l’astio che covava nei confronti della Grifa e probabilmente dei due ragazzi. Scosse la testa, esprimendo con quel gesto silenzio la sua contrarietà, prima di inoltrarsi lungo il sentiero: era disposta anche ad affrontare il fantasma che li chiamava da sola se questo le avesse permesso di tornare a casa.

Già, potrebbe essere… Sapete stavo pensando che dietro tutta questa storia ci sia anche un ragionamento: sapete quando si dice “Dal problema non bisogna fuggire, ma andargli incontro”? Bhè credo che possa essere qualcosa su cui iniziare, per cui propenso per la proposta di Tisifone, credo che dovremmo seguire il sentiero…

Ancora urtata dal gesto di Saana, Tisifone non manifestò alcun sentimento alle parole di Ferdy, limitandosi a un piccolo cenno del capo di assenso: almeno qualcuno in quel gruppetto male assortito sembrava pensarla come lei e questo la rincuorava. Anche se un po’ se l’era immaginato: il Prefetto dei Corvi le era sembrato una persona concreta, più interessato al lato pratico delle cose che alle, spesso inutili, speculazioni filosofiche, e in quel momento un po’ di concretezza era quello che serviva loro.

Ha ragione Professoressa, un Drago non rinuncia mai a portare a termine un compito assegnatogli, la affianco, se non le dispiace...

Le parole di Typhon, invece, la immobilizzarono e quando si voltò un ghigno molto poco professionale e di ammirazione venne rivolto al sedicenne che le si avvicinava. Da piccola aveva indossato quella stessa divisa, si era avvolta come con una corazza nello stesso orgoglio che vedeva lampeggiare negli occhi del ragazzo ogni volta che lo incrociava e sapeva quanto dovesse essergli costato pronunciare quella frase.

Non mi dispiace per nulla. Gira voce che tu sia lesto con la bacchetta come con quella tua lingua tagliente.

Rispose quindi, con quello che per lei era un complimento reale e sentito, anche se espresso con un tono di voce freddo. L’essere in pericolo non l’aveva addolcita di nulla, anche se aveva apprezzato il fatto che il ragazzo avesse posto tra loro una distanza minima che avrebbe permesso a entrambi di muoversi con facilità senza intralciarsi l’un l’altro in caso di pericolo. Procedeva lungo il sentiero con passo lento ma risoluto, decisa a non lasciar trasparire nulla e a mantenere il controllo della situazione, per quanto fosse possibile, nonostante l’aria intorno a lei diventava sempre più pesante, quasi irrespirabile. Era come attraversare un campo circondato da Dissennatori, tanto la sua capacità di pensare positivo era pressocchè inesistente e il bisogno di lasciarsi andare a pensieri cupi pressante.

Ancora un passo, ancora un altro...

Di nuovo quella inquietante voce femminile che costrinse Tisifone a fermarsi per guardarsi intorno, la bacchetta sollevata all’altezza degli occhi socchiusi per lo sforzo di riuscire a comprendere da dove Merlino proveniva quella voce.

Sembra che sia… ovunque.

Mormorò alla fine, stringendo, con la mano libera, il mantello all’altezza del cuore come se quella voce sgorgasse dal suo animo, il passo adesso incerto mentre proseguiva lungo la strada che, ormai ne era certa, li avrebbe condotti se non all’inferno in una sua versione molto accurata.


Hogwarts Hogwarts, scuola d'eccellenza!
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quando dover agire
e portare a casa la vittoria tanto sognata!


Come se la voce melodiosa che si era sollevata dagli alberi avesse premuto un interruttore nella memoria della Grifa, questa iniziò a canticchiare sommessamente la melodia che il fantasma stava cantando loro. Durante i giochi e soprattutto dopo l’orrenda morte di Lola Mendez, quell’inno era stato trasmesso a tutte le ore del giorno e della notte da tutte le radio del Mondo Magico, accompagnando notizie e aggiornamenti sul caso che aveva sconvolto più di una famiglia magica.

Che siano due?

Chiese a un tratto a tutti e a nessuno, notando la differenza abissale tra il tono di voce inquietante che li aveva guidati fin lì e la voce dolce che cantava per loro. La risposta le venne proprio dalla voce la cui risata spensierata invece di essere contagiosa, la raggelò, facendole inarcare la schiena di scatto come se una goccia di acqua gelata le fosse scivolata lungo la colonna vertebrale, gli occhi spalancati dalla sorpresa mista a paura per lo spettacolo che non si aprì davanti a loro una volta terminato l’inno e con esso il sentiero.

Merlino…

Mormorò la donna e a giudicare dalla radura oscura che si apriva davanti ai loro occhi, la sua previsione non era stata poi così sbagliata. La donna strinse con decisione la mano attorno alla propria bacchetta, più per abitudine che per altro, maledicendo tutti i santi babbani che conosceva per l’impossibilità di poter pronunciare anche un semplice Lumos. Certo non era un incantesimo difensivo e non avrebbe potuto nulla contro la creatura a cui stavano andando incontro ma si sa che la paura è qualcosa di irrazionale si nutre di oscurità e quindi solo la luce la può attenuare.

Siete arrivati, alla fine...
E' un piacere vedervi, delegati di Hogwarts. Vi va di giocare con me?


Giocare? Che quello che avevano davanti fosse solo un fantasma burlone? Certo quella era una possibilità, di sicuro l’unica che poteva in quel momento tacitare il senso di paura che strisciava lungo le terminazioni nervose di Tisifone, ma la donna non ebbe il tempo per potersi crogiolare al tenue fuoco di quella pia illusione. Un raggio di luce improvviso squarciò le tenebre in cui erano immerse, costringendola a sollevare la mano destra, quella della bacchetta, per schermare gli occhi non più abituati alla luce. Ma il gesto, per quanto immediato, non fu abbastanza veloce da impedirle di rimanere momentaneamente accecata, incapace quindi di vedere alcunché: per una manciata di secondi Tisifone potè contare solo sulle sue orecchie e sul supporto di Idra. Purtroppo il suo serpente in quel frangente sembrava cieco quanto lei, visto che non le sibilava nulla mentre i sospiri e mormorii che sentiva provenire dai suoi compagni le fecero capire che qualcosa di terribile era apparso davanti a loro.
Strizzando gli occhi e scuotendo la testa con forza, Tisifone riuscì a schiarirsi la vista per pentirsene un attimo dopo. Era certa che quello che era comparso di fronte a loro non era semplicemente il fantasma della studentessa morta misteriosamente quindici anni prima ma il suo spirito inquieto (Elaborazione 14) almeno a giudicare da quella che sembrava essere una lacrima di sangue che le scorreva lungo la guancia. A differenza dei semplici fantasmi, gli spiriti inquieti erano violenti e si aggiravano sulla terra solo per un motivo…

Qualcosa li tiene ancorati sulla terra e fino a quando non ottengono ciò che vogliono non sono liberi di passare oltre. E di solito voglio vendetta… o una qualche forma di soddisfazione.

Ragionò a voce alta, a beneficio di tutti, ovviamente, ma soprattutto per un suo bisogno inconscio di popolare quella radura quasi onirica con un qualche suono che sapeva essere reale. Un espediente inutile certo, ma l’unico per poter continuare a illudersi di avere quel maledetto controllo, senza il quale si sarebbe sentita irrimediabilmente persa.

Mi riconoscete? Lola Mendez, Serpeverde al quinto anno di scuola... oh, aspettate... io non la frequento più Hogwarts... io... sono morta...

Certo che ti riconosciamo, Signorina Mendez…

Iniziò a dire, provando a rivolgersi allo spirito in maniera educata e ragionevole, per cercare di creare una sorta di dialogo con lei e limitare così i danni. Ma Tisifone non riuscì a dire altro, visto che l’urlo agghiacciante che seguì quella macabra presentazione la investì con la forza di dieci Stupeficium, costringendola a fare un passo indietro. Decisa a non soccombere sotto tutto quel dolore e quella sofferenza, la donna, strinse i pugni e digrignò i denti, spingendo fisicamente in avanti, come se stesse combattendo contro qualcosa di reale. Ma per quanto si sforzasse di reagire ( Concentrazione 13) non era così forte (Resistenza Magica 11) da poter contrastare il dolore e l’odio che uno spirito inquieto covava da quindici lunghi anni, così alla fine si arrese, piegandosi in due, le braccia avvolte intorno allo stomaco, il capo chino in una posizione fetale, le gambe che le tremavano, un urlo di dolore che le usciva tra i denti serrati, tutto l’allenamento a cui Demetri l’aveva sottoposta per resistere alle Cruciatus, dissolto nel vento.

Lo sentite, vero?
Fa male... male male male...


S…iii l..o.. se..ntia..mo ma o..ra…bas…

Tisifone raccolse un po’ di forze per rispondere alla Mendez, convinta che se fosse riuscita a convincerla che non erano suoi nemici forse avrebbe fatto cessare tutto quel dolore. Ma ancora una volta non riuscì a terminare la frase, a pronunciare la sua richiesta, troppo testarda per supplicare anche in quel frangente, che un nuovo urlo e quindi una nuova ondata di dolore la colse. Questa volta le gambe le cedettero, facendola cadere sul ginocchio sinistro, la mano sinistra posata a terra, per evitare di crollare totalmente al suolo, il resto del corpo accartocciato sulla gamba destra, le nocche sbiancate per lo sforzo delle dita di rimanere ancorate alla bacchetta.

Oh oh oh

Gemette Tisifone, il corpo dolorante come se fosse stata vittima di decine di Cruciatus, approfittando del momentaneo silenzio per recuperare le forze. Cercando di tenere a bada il martellante pulsare delle tempie, la donna riuscì a sollevare la testa. Con gli occhi ridotti a due fessure per limitare il fastidio prodotto dalla luce, la Grifa intravide la figura del fantasma fluttuare verso Saana, la strana sensazione che più si avvicinava alla collega più assumeva una forma corporea. Voleva urlare alla Serpe di non fare nulla di avventato, di non cedere alla curiosità, che di sicuro stava rodendo lei, di toccarla ma preferì tacere per evitare che quella allungasse la mano solo per il gusto di contraddirla.

Tu... tu vivi nella mia Casata...

Da dove si trovava Tisifone poteva vedere le labbra di Lola muoversi ma non sentire il suo sussurro o riuscire a leggerle per capire cosa stesse dicendo a Saana. La vide sorridere e quando passò attraverso la Serpe rabbrividì: se il solo sentire la sua risata le faceva così male non osava pensare cosa si poteva provare venendo a contatto con la sua essenza.

Ayed stai ... bene?

Tono incerto quello usato dalla Grifa non solo per l'uso spontaneo del tuo ma soprattutto perché le era sembrato che alcuni dei tagli che la collega aveva sulle mani e sul viso erano spariti.

Tu, rappresentante di Serpeverde, tu mi aiuterai a completare quel duello che non mi fu concesso di disputare!! Scegli un avversario dunque, erede della gloriosa Casata di Salazar, e battiti per placare la mia anima!

La richiesta della Mendez era chiara e apparentemente innocua e per questo a giudizio di Tisifone molto pericolosa. La Grifa riusciva a intravedere almeno due tranelli, un duello all'ultimo sangue oppure una sorta di possessione da parte del fantasma del corpo di Saana a vita. Più ci pensava più quel battiti per placare la mia anima le suonava come la richiesta di un tributo di sangue. Voleva protestare, opporsi a quella richiesta così ambigua, porre delle condizioni, ma nessuno l’aveva interpellata e soprattutto nessuno le avrebbe dato retta. Lola Mendez aveva scelto Saana e l’unica possibilità che aveva per non fare da mera spettatrice, perdendo totalmente il controllo della situazione, era che la Serpe scegliesse lei come contendenti.
Cercò quindi di incrociare lo sguardo della collega con i propri occhi, che non erano mai stati così espressivi come in quel momento: voleva trasmetterle i suoi dubbi, invitarla a decretarla come sua sfidante. Dopotutto perché non avrebbe dovuto? Non le aveva detto quella sera nella Foresta Proibita che non sarebbe finita lì?
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Messaggioda Ferdy » 08/03/2012, 20:26

Il sentiero serpeggiava tra gli alberi che quasi si interponevano, in una sorta di schiera ad “x” come a voler intralciare il loro cammino, e ciò rendeva il tutto più complicato, lungo, ma al contempo pericoloso, poiché nessuno di loro poteva sapere cosa si celasse dietro uno di quegli alberi; i suoi occhi continuarono a vagare lì intorno, a guardia della propria incolumità, o meglio, della loro incolumità, dopotutto se un Anatema che uccide fosse sbucato in direzione di uno degli altri tre, di certo non sarebbe stato lì a guardare come lo fulminasse. Lo stesso senso di oppressione avuto una volta varcato il cancello si impadronì nuovamente di lui: quel posto era avvolto da una strana aura ermetica, né benevola né malevola, ma ai suoi occhi tutto ciò era privo di gusto, seppur fosse un brutto scherzo, ma era certo che non lo fosse; al contrario, quella “giungla” era gremita di Magia Oscura.
I suoi passi non trasmettevano alcuna sorta di rumore sul terreno, poiché assorbiva ogni eventuale movimento a contatto con la superficie: era privo di sensazioni e ciò recava in lui un senso di smarrimento, e forse era quella l’intenzione di chi li aveva condotti in quell’impiccio, renderli estranei, neutrali, affinché potesse agire senza sforzi. Peccato che chiunque lui o lei fosse si sbagliava di grosso, tre dei delegati erano degli ottimi maghi, poteva metterci la mano sul fuoco: Typhon, Tisifone, osso duro, e, come questa, Saana Leyla, e perché no, anche lui se la cavava piuttosto bene con la bacchetta.
La sua mente era incapace di districarsi dai continui pensieri macabri che gli si affollavano nella mente, che lo teneva legato a quella realtà, e forse non era più tanto difficile immaginare la sensazione del Bacio del Dissennatore. Provò a scrollare la testa, convinto che non servisse a nulla, ma istintivamente, nella speranza che riuscisse a riacquistare la lucidità che perdeva via via lungo il cammino; quel posto sembrava addirittura privo di fauna, vista l’assenza di rospi o insetti, e ciò non poté che aumentare ulteriormente le sue convinzioni riguardo il fatto che fossero finiti nella “merda”. Ma non appena fece per voltare per l’ennesima volta il braccio teso, in guardia, fu scosso da una presenza improvvisa, inaspettata, un intervento che non provenne dagli altri delegati ma da qualcosa che sorvolava su di essi, ma non visibile ai loro occhi.

Ancora un passo, ancora un altro...

Un brivido fulmineo partì dall’apice del cranio percuotendolo fino alla punta delle dita dei piedi; gli occhi uscirono quasi fuori dalle orbite e girarono ancora più velocemente, insieme a lui, che aveva cominciato nuovamente a voltarsi intorno, cercando di capire la provenienza di quella voce che ancora risuonava nell’aria, nelle sue orecchie, facendo vibrare i timpani e aumentando i battici cardiaci: per un momento gli parve che il cuore gli fosse salito fin su alla gola, tanto che poté avvertire il battito frenetico. Cominciò ad affrettare il passo lungo il cammino, seguendo l’unica traccia che quell’impostore desse loro, quella voce agghiacciante.
La stanchezza pervase i suoi arti ma oppose resistenza come poté, non badando, e sembrò funzionare, probabilmente perché distratto dall’entità misteriosa che li richiamava.

Hogwarts Hogwarts, scuola d'eccellenza!
Ciò che più conta è la pazienza,
di saper capire
quando dover agire
e portare a casa la vittoria tanto sognata!


Si voltò indietro, sentendola risuonare alle spalle, ma poi in avanti, poi a destra, ed infine a sinistra. Girò attorno, ma poi continuò a camminare in avanti, convinto che proseguire fosse la cosa migliore di tutte. Sentì Tisifone dire qualcosa ma non afferrò: la sua concentrazione era posta ancora su quel bisbiglio, che si faceva insistente nella sua mente, insinuandosi tra le orecchie, e solleticando il cervello, percorrendolo da neurone a neurone, una sensazione estremamente fastidiosa.
Inoltre quel motivo cosa voleva dire?! Hogwarts: qualcuno che conosceva Hogwarts quindi, e il suo pensiero si posò immediatamente e tristemente su Lola Mendez, che fosse il suo spettro a parlare? Personalmente non aveva mai visto fantasmi di indole negativa, forse perché conosceva esclusivamente quelli di Hogwarts.

Ma dove cazzo sei!? Per la miseria…

Man mano che proseguiva sentiva i sensi farsi meno allerta, e Ferdy lo accreditò a quel posto macabro e oscuro, e strabuzzò le sopracciglia, invano. Si girò per verificare che non si fosse spinto più in avanti degli altri, ma notò che il gruppo era ancora vicino a lui e proseguì tranquillamente, con la bacchetta sempre sguainata.
Un brivido percorse la sua schiena e si rizzò, trovando la posizione eretta, mentre ai suoi occhi si faceva sempre più vicino un luogo in cui vi era un’assenza di alberi: una radura di quel bosco. La raggiunse, senza proseguire, sentiva che quello era il posto in cui dovevano sostare; tra i rami contorti e rinsecchiti degli alberi si intravedeva qualche spiraglio di luce emessa dal sole, debole, che colpì proprio quello spiazzo, risvegliando di poco gli occhi intorpiditi per il cammino tenuto in penombra. Il sole trapassò quello che sembrava un velo a mezz’aria, ma poi Ferdy ebbe un tuffo al cuore notando che era ben di più: un fantasma, un fantasma in carne ed ossa, anche se non figuratamente. In quel momento i suoi dubbi divennero realtà e seppur non conoscendo il volto di Lola Mendez, per il Prefetto di Corvonero era come se l’avesse conosciuta da sempre, in quanto la identificò subito come tale, e, ne era sicuro, anche gli altri tre.

Siete arrivati, alla fine...
E' un piacere vedervi, delegati di Hogwarts. Vi va di giocare con me?


Non rispose, ma sentì Tisifone dire qualcosa al suo fianco, ma non ci badò nuovamente, o meglio fu come se non la sentì: il suo corpo sembrava fatto di pietra, forse perché non preparato a ciò che improvvisamente gli si era era parato innanzi. Abbassò la bacchetta; contro un fantasma cosa poteva farci?! E poi se c’era una cosa che aveva imparato in tutti i suoi anni di vita era che non bisognasse mai attaccare prima che lo facesse l’avversario, inoltre in quel momento nulla gli passava per la sua mente brillante, il deserto regnava fra le sue idee.

Mi riconoscete? Lola Mendez, Serpeverde al quinto anno di scuola... oh, aspettate... io non la frequento più Hogwarts... io... sono morta...

Quella frase fu accompagnata da un urlo agghiacciante, che forse sarebbe risuonato per il raggio di centinaia di metri tutt’intorno, o forse solo loro potevano udirla? Quanti interrogativi che uscivano fuori da quella “fanghiglia”, ma purtroppo loro quattro non avevano dati certi per poter risolverne qualcuno, si dovevano limitare esclusivamente ad andare avanti e fare ciò che li veniva suggerito di fare.
Il volto del fantasma si contorse, assumendo un aspetto ancor più orrendo del precedente, che fece sussultare il Corvonero di poco, e non appena se ne accorse sperò che nessuno dei tre presenti insieme a lui, tolto il fantasma, l’avesse notato: non era quella l’impressione di sé che voleva trasmettere ai suoi “compagni” di avventura; dubitò, comunque, che l’avessero notato, perché subito dopo quell’urlo agghiacciante fu accompagnato da un dolore improvviso fisico, che gli ricordò molto la Maledizione Cruciatus e poi suo padre, tristemente.
Un dolore che costrinse le ginocchia a cedere; la testa fra le mani, quest’ultime strette attorno alle ciocche dei capelli non molto lunghi che potessero acchiappare… Per quanto cercò di non urlare, di trattenere quel dolore, misto al nervoso che stava accumulando, (Concentrazione: 8) fu impossibile (Resistenza Magica: 9).

Aaaaarghhh!!!!!

L’urlo risuonò ovunque ed eguagliò quasi quello della fantasma, che non sembrava accontentarsi e continuò ad infierire su di loro, come marionette senza autonomia, legati a lei, come un bambino con i pupazzi: li avrebbe lasciati quando si sarebbe stancata di giocare.

Lo sentite, vero?
Fa male... male male male...


Non rispose, e cercò di limitare l’urlo digrignando i denti, seppur fosse insopportabile: sembrava che stessero bruciando vivi; perse la percezione, con gli occhi chiusi, come se cercasse di limitare quella sofferenza. Poteva sentire solo quella sagoma senza vita, che continuava ad urlare, sempre più forte: il suo dolore era il proprio dolore; si sentì solo, perduto, ed il panico si impadronì di lui, incapace di prendere in pugno la situazione e questo lo faceva sentire ancor più debole e vulnerabile.
Ma poi d’un tratto si zittì, e il dolore si affievolì insieme a lei, e solo allora trovò il coraggio di riaprire gli occhi e riacquistare una manciata di coscienza perduta. Vide il velo bianco, quasi invisibile, avvicinarsi alla professoressa Ayed, tanto vicino che per un momento temette per la Serpeverde, ma non potevano fare niente in preda a quella condizione; ma poi le sue intenzioni non si rivelarono come quelle che il ragazzo aveva sospettato.

Tu... tu vivi nella mia Casata...

E poi d’un tratto la trapassò e si ritenne fortunato di non essere al suo posto, aspettandosi che da un momento all’altro la donna gemesse dal dolore, ma in realtà le ferite che si era procurata poco prima erano scomparse, come se avesse appena assunto una Pozione Rigenerante.

Tu, rappresentante di Serpeverde, tu mi aiuterai a completare quel duello che non mi fu concesso di disputare!!

Serpeverde; non li aveva mai visti di buon occhio, ma erano dei ragazzi furbi e brillanti, abili con la bacchetta oltretutto, e a quanto pareva, anche la signorina Mendez, anni prima, ne aveva fatto parte, ma poi la morte, durante quel torneo, improvvisamente l’aveva privata della tenera età: se non gli aveva inferto quella punizione avrebbe provato un moto di compassione per la studentessa, ma era frustrato, un fantasma si stava burlando di Ferdy Stone, oltretutto una donna: non c’era disonore più grande!
Ma con quelle parole cosa intendeva dire? Cosa avrebbe dovuto fare Saana? La risposta non tardò ad arrivare:

Scegli un avversario dunque, erede della gloriosa Casata di Salazar, e battiti per placare la mia anima!

Era come se l’Ayed avesse già scelto; avrebbe puntato lui, non aveva dubbi, se non altro era quello lì in mezzo che più non poteva vedere, e fare per fare avrebbe fatto le cose per bene, no? Strinse ancor più saldamente la bacchetta, temendo di spezzarla…

Voi rimarrete fermi ad incitare i due contendenti, poichè questo è il mio volere!

Lui era pronto, ma sperava che coloro che sarebbero rimasti a guardare non avrebbero perso tempo, e che magari avrebbero trovato un diversivo: erano abili dopotutto. Chiuse gli occhi, aspettando che Saana pronunciasse il suo nome, mentre il fantasma aveva ricominciato a intonare, o meglio, stonare, il motivetto sul posto in cui avrebbe tanto voluto trovarsi in quel momento: Hogwarts, a casa…

Spoiler:
Monique, Tisifone, Saana Leyla, Typhon
Ferdy
 
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Messaggioda Monique » 14/03/2012, 15:09

Avviso ai giocatori della Quest


Per motivi personali molto seri e gravi, l'utente Saana Leyla dovrà allontanarsi dal sito per qualche tempo: per questo, la Quest attualmente svolta verrà CONGELATA FINO A DATA DA DESTINARSI.

Ringrazio comunque tutti voi che avete preso parte alla Quest giocando al meglio delle vostre possibilità, ed è chiaro che da questo momento in poi siete liberi di prenotarvi per qualsiasi altra Quest venga messa a disposizione dai Narratori del sito.

Inoltre, come premio per aver sempre postato nei tempi richiesti, conferisco agli utenti Typhon e Tisifone 7 Punti Esperienza aggiuntivi oltre a quelli che potranno prendere nel momento in cui la Quest verrà conclusa; l'utente Ferdy non riceverà invece alcun px aggiuntivo perchè purtroppo, seppur non per volontà sua, ha sforato di molto il tempo dato per rispondere durante il suo turno.

Detto quest, il suddetto topic verrà bloccato quindi NON RISPONDETE qui sotto: per qualsiasi dubbio o domanda potrete contattarmi via chat e/o mp.


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