Centro città

[Emanuelle]

Nelle prossime ore cercherai in diversi modi di capire se io possa essere o meno meritevole di fiducia.
Potresti farmi domande, analizzare i miei comportamenti, eseguire tue valutazioni personali.
Alla fine resterai ugualmente ancora spiazzata dal sottoscritto, non avrai alcuna certezza effettiva ma la voglia di lasciarti andare tra le mie braccia sarà quasi insopportabile.

Pfff... Sei troppo sicuro di te.

Lo era davvero tanto, ma la sua sicurezza lo rendeva ancora più affascinante agli occhi della Lamarck, anche se questa non voleva dargli la soddisfazione di fargli comprendere che lentamente stava cedendo. Quest'impressione però Davis se la sarebbe già potuta fare fissando per bene gli occhi luminosi e scintillanti di Emanuelle, che ricambiavano lo sguardo con appena un lieve accenno di rossore sulle gote e le labbra che si inumidivano di continuo con la lingua. E dire che fino a pochi minuti prima l'unica cosa che avrebbe voluto era mandare a quel paese il biondo, per non vederlo mai più. Il Fuoco però era facile da attizzare, specie per un perfetto stratega come il Valefor. Specialmente quando ad alimentarlo era la gelosia del ragazzo, palese, forte e che lo spingeva a combattere pur di ottenere la moretta come sua unica proprietà.

E da quando io e te stiamo insieme?
Credo di essermi persa quel passaggio...

... Dal primo momento che ti ho vista.
In quel preciso istante decisi che se anche tu fossi stata occupata...
... Avrei fatto di tutto per strapparti a chiunque e tenere quel broncio solo per me.

Questo era ciò che Emanuelle avrebbe sempre voluto sentirsi dire dal fratello. Parole che Gérôme non aveva e mai avrebbe pronunciato, mentre Davis non aveva nemmeno atteso che stessero davvero insieme per decidersi a farlo. Più passava il tempo e più la figura del fratello maggiore veniva messa in ombra dal Valefor, il quale non poteva fare altro che congratularsi con sé stesso per la perfetta riuscita del suo piano.
La cena infatti trascorse in maniera tranquilla, ma non noiosa. Il Fuoco veniva sempre mantenuto vivo, un po' dagli sguardi, un po' dalla semplice voglia di scoprire qualcosa di più l'uno dell'altro. Come ad esempio un segreto di Pauline che conoscevano pochissime persone. Il tatuaggio sul dito indice rappresentava qualcosa che aveva toccato in maniera indelebile la psiche della moretta. Pochi, forse nessuno si era mai reso conto di quanto dolore nascondesse nella propria anima, ma il Valefor sembrava pronto a svelare quel segreto, farsene carico e renderla felice. Un sogno al quale Emanuelle faceva fatica a credere ancora, troppo timorosa di farsi male se soltanto si fosse lasciata andare completamente.

... Tu invece?

... Il mio secondo nome è Kaim.

Mh... Particolare...
Non lo sa nessuno perché non ti piace?

Chiese, pensando unicamente che Davis non facesse presente il proprio nome per vergogna e non certo perché rimandasse alla sua reale discendenza. Se soltanto la Lamarck avesse saputo la verità, probabilmente le sarebbe preso un colpo non indifferente, ma per sua fortuna Davis decise di farla vivere ancora per un po' e di ucciderla unicamente con la sua dolcezza ed il suo romanticismo. Ed anche con la sua stronzaggine.
Incredibile come fosse perfettamente in grado di conciliare entrambe le cose. In un primo momento la sua mano strinse quella della moretta, intrecciando dolcemente le dita con le sue. Poi un colpo di fiamma che fece schizzare la temperatura di Pauline in alto, che destabilizzò il suo Fuoco, che accese il suo sguardo di passione e desiderio. Lo aveva fatto apposta, per spingerla a sbloccarsi prima con lui senza rimanere troppo ferma sulle proprie posizioni. Un gesto che gli valse un bel insulto, ricambiato con un nomignolo estremamente dolce e zuccheroso.

Uh, alla fine hai proprio ceduto, mia tenera panna cotta...

Tu me le tiri proprio le volgarità...

Disse con quel broncio che faceva impazzire Davis, beccandosi probabilmente l'occhiataccia di qualche cliente più aristocratico ma decidendo di fare finta di nulla e fissare unicamente male il Valefor. Anche perché, se lei era diventata volgare la colpa era unicamente sua e quindi doveva assumersi la piena responsabilità dell'atteggiamento scontroso della Lamarck. Un atteggiamento che a dire il vero non durò tantissimo, perché la curiosità di conoscere l'altro e la complicità che si era creata fra di loro la portava a volersi aprire con lui, invece che chiudersi. Inoltre la mano continuava a stare a contatto con quella del biondo, un contatto che Pauline non voleva assolutamente spezzare.

Perché ti sei fissato così tanto con me?

... Mh?

Nel senso... Ti sei fissato davvero bene pur avendomi vista solo una volta.
... Mi riesce davvero difficile credere che tu possa esserti innamorato a prima vista, sembri più il tipo che le ragazze le usa per poi abbandonarle...
Non che la prima impressione sia determinante, ma nel tuo caso è difficile pensare il contrario.

... Tu invece sembri la classica put****lla snob...

Ci rimase veramente malissimo. Fu come ricevere di colpo una secchiata piena di neve e ghiaccio sopra un fuoco bello caldo e attizzato, spegnendolo del tutto e lasciando soltanto i residui di fumo. Emanuelle sgranò gli occhi prima incredula, poi arrabbiata ed infastidita ed infine delusa, cercando di ritrarre immediatamente la mano. Prima però che ella riuscisse nell'impresa, la presa delle dita di Davis si fece più forte, bloccandola a metà di quel gesto e recuperando terreno, per farle comprendere che non aveva affatto finito di rispondere alla sua domanda.

Sei un pezzo di m***a...

... Ma in realtà non la dai certo via molto facilmente ed in più sei tutto fuorché snob, non è così?

E perché no?
Se è questa l'impressione che ti ho fatto potrei anche esserlo veramente...

Rispose, avvelenata e soprattutto arrabbiata persa con lui, fissandolo negli occhi con le labbra imbronciate e l'espressione corrucciata, mentre il Valefor ne assumeva una più seria, triste, come se fosse rimasto dispiaciuto da qualcosa. E quella visione funzionò per far abbassare un po' i toni alla moretta, abbastanza da ascoltare le sue successive parole e decidee che egli non avesse poi tutti i torti.

Non fermarti alle apparenze, sono molto meno sciupafemmine di quel che pensi, Emanuelle.

La mano perdeva lentamente la presa. Il biondo la stava allontanando, lasciandola finalmente libera, come se volesse concederle i suoi spazi, come se fosse rimasto ferito dalle parole di Pauline. Era facile far arrabbiare la canadese e altrettanto facilmente era farla sentire in colpa per qualcosa che aveva fatto di sbagliato. Quando la mano del Valefor lasciò completamente quella di lei, Emanuelle non gli permise di allontanarsi ulteriormente, afferrandola e stringendola esattamente come prima, ammorbidendo l'espressione sul proprio viso.

Scusami Davis, hai ragione... Sono partita prevenuta nei tuoi confronti...
Però ammetterai anche tu che non è una cosa semplice credere a ciò che dici.
Sei un ragazzo bellissimo, talentuoso, carismatico e anche con un ottimo stipendio... Come posso credere che tu fra centinaia di ragazze, possa volere veramente te?

... È davvero così importante per te spiegare il mio sentimento a prima vista?

... Vorrei credere che sia tutto quanto vero e non una colossale presa in giro...

Non puoi semplicemente accogliere l'ovvietà del fatto che da quella sera, tu sei diventata l'unica figura a colori in un mondo femminile bianco e nero?

Colpita e affondata. In quel momento la moretta era consapevole di aver appena ricevuto la fatidica freccia di Cupido, di avere il cuore trafitto e sanguinante, ma senza avvertire dolore. Non stringeva più con forza la mano di Davis, ma soltanto perché era rimasta talmente tanto spiazzata dalla sua dichiarazione da non riuscire a reagire in nessun modo. Il Valefor invece sembrava piuttosto tranquillo, quasi avesse detto qualcosa di ovvio e scontato e nemmeno era escluso che per lui lo fosse. Mentre per la Lamarck quello era un evento incredibile, un evento che non si sarebbe potuto ripetere con tanta facilità, perché dopo anni passati ad essere ossessionata dal fratello finalmente stava iniziando a sentire di volere qualcuno di diverso al proprio fianco.

.....

Non riusciva a spiaccicare parola, ma sorrideva, oh se sorrideva, e gli occhi le si erano fatti lucidi dalla commozione. Non voleva lasciarsi andare troppo, aveva ancora paura di soffrire, ma ormai aveva intrapreso una strada in perenne discesa e non c'era modo di bloccarsi prima di arrivare a valle.

Ti va il dessert o sei a posto così?

No... Possiamo anche andare via...
Il dolce preferisco prenderlo a casa...

Era sua intenzione essere maliziosa e provocante oppure stava solo ricercando una scusa per poter stare loro due da soli? Forse era un po' entrambe le cose, considerata la voglia che aveva di lui e di stare insieme a lui liberamente. Attese che il biondo pagasse il conto, perché lei di certo non sarebbe nemmeno riuscita a coprire un coperto, alzandosi in piedi e sistemandosi il cappotto lungo per non sentire freddo una volta usciti fuori. In realtà aveva il cuore talmente tanto in subbuglio e l'Elemento così agitato che le sembrava persino di sentire troppo caldo. Una volta all'esterno, con l'aria gelida che le riempiva i polmoni, Emanuelle non perse altro tempo: afferrò Davis per la mano, anzi forse non gliel'aveva mai lasciata, ricercò l'intimità e la privacy di un vicolo e lì, dando la schiena al muro, si sollevò sulla punta delle scarpe per poter raggiungere la bocca del Valefor.

Non resisto più...

Furono le ultime parole che pronunciò prima di tenere le proprie labbra ancorate a quelle del biondo, sempre se egli non l'avesse fermata. Se così non fosse stato, il biondo avrebbe potuto percepire non soltanto un Fuoco che esplodeva di fiamme, ma anche il respiro di lei accelerare, come se il suo nuovo ossigeno fosse lui, lui e nessun'altro. Dal canto suo, Pauline sentiva solo la testa girarle e il cuore scoppiare di gioia, insieme alla voglia di lasciarsi andare completamente e del tutto con lui.

... Andiamo a casa tua?

Fu la prima cosa che disse quando finalmente si decise a terminare quel bacio.