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Centro città

Messaggioda Monique » 29/03/2012, 15:15

Sarà meglio che accetti quel famoso bagno caldo, mh?
Dopo di che ti farò vedere una cosa.


Pazzesco, l'ultima volta che Monique si era trovata in quella casa era così... a disagio, ed imbarazzata; ora invece, si sentiva totalmente tranquilla con lui, in quell'ambiente. Sandyon si volse per poterla guardare negli occhi, e la donna sentì il proprio cuore batterle forte mentre le sfilava il maglioncino per lasciarla con solo la canotta nera addosso. Per un istante si guardarono e basta, come se quella giornata fosse iniziata solo in quel momento, ed un sospiro di sorpresa sfuggì alle labbra di Moni quando il compagno la prese in braccio all'improvviso, portandola verso la propria camera.

Sandyon...

Mormorò la francese, lasciandosi posare con delicatezza sul letto mentre l'uomo le sfilava anche le scarpe: avrebbe voluto rimandare quel bagno per coccolarsi un po' con lui, ma il compagno sembrava di tutt'altro avviso; la lasciò sola per un momento, andando verso l'altra stanza della casa, il bagno, per preparare la vasca con acqua calda e sali profumati.
Tornò dalla donna, con quello sguardo così intenso e profondo che Moni voleva, sperava fosse rivolto solo a lei, e riprese a spogliarla di tutto o quasi, lasciandola solo con l'intimo addosso: la cosa bella era che la francesina, più che avere freddo per quei pochi indumenti indossati, stava ribollendo dal caldo.

Mi fai ribollire il sangue.

... e lo dici a me? ...

Domandò silenziosa Moni mentre l'uomo scendeva su tutto il corpo per baciarla lentamente, facendola impazzire dal desiderio e dall'eccitazione: sentirsi toccare, sfiorare, accarezzare da lui era la sensazione più bella del mondo, e quando il compagno le catturò le labbra in un bacio appassionato, le sembrò di toccare il cielo con un dito.
Ma Sandyon aveva appena iniziato ad occuparsi di lei, visto che poco dopo la fine di quel bacio la prese nuovamente in braccio e la condusse nel bagno da cui veniva un profumo delizioso e rilassante: la fece scivolare nuovamente nella vasca, baciandola ancora una volta con ancora più passione di prima; Moni si lasciò andare totalmente a quel bacio, schiudendo le labbra e facendosi sfuggire più di un gemito carico di desiderio.

Sei meraviglioso...

Sussurrò in sua direzione mentre l'uomo l'accarezzava, prima intimamente e poi dolcemente, togliendosi poi la maglietta per potersi dedicare di lei al meglio: si posizionò infatti alle sue spalle, pronto per farle un massaggio coi fiocchi e farle così dimenticare tutto l'accaduto del giorno precedente.
Osservarlo senza maglietta le azzerò la salivazione e le fece saltare un battito.

... sei davvero bellissimo amore...

Lascia che mi occupi di te e dei tuoi nervi.

Non potrei essere più d'accordo...

Commentò la donna con un sorriso a cui seguì un sospiro rilassato: socchiuse gli occhi reclinando leggermente il capo all'indietro, sentendo nel contempo le mani di Sandyon sul suo corpo, sulle sue spalle, e la sua voce che le raggiungeva le orecchie per stuzzicare ancora di più il suo bisogno di relax.

Alla tua destra hai una ciotola di cristallo con dei cioccolatini assortiti, ognuno è di un tuo gusto preferito.
Se vuoi acqua basta chiedere, ho un thermos fresco al mio fianco, tenuto in ghiacciaia dalle prime luci dell'alba.


Non lo sai che coi cioccolatini si deve bere lo champagne?

Replicò Monique con una piccola risata divertita, allungando però la mano alla sua destra per prendere un cioccolatino e portarselo alle labbra: una piccola pallina con copertura di cioccolato fondente, granella di cioccolato bianco ed all'interno del cioccolato al latte. Il paradiso per lei, non avrebbe potuto desiderare nulla di meglio.

... è bello stare con te, ora che siamo più spontanei...
Ti amo ancora di più, Sandyon.
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Messaggioda Sandyon » 29/03/2012, 22:30

Si voleva semplicemente prendere cura di lei e del suo stress.
Vederla così in difficoltà, buttata giù, era deleterio non solo per lei anche per tutto l'andamento di quel weekend che era segnato da una data speciale, una data che per fortuna la francesina si ricordò anche se a scoppio leggermente ritardato.
L'aveva messa nella vasca ed ora tutto quello che lei doveva fare era rilassare i nervi, respirare, mangiare dei cioccolatini e bearsi di quelle attenzioni e cure che forse l'avrebbero resa molto più morbida, più calma, più Moni.

... è bello stare con te, ora che siamo più spontanei...
Ti amo ancora di più, Sandyon.


Le mani posate sulle spalle cominciarono a scorrere lentamente fino a che non l'avessero abbracciata all'altezza del petto e il viso dell'uomo non fosse a stretto contatto con il collo di lei, per riempirlo di baci piccoli e gentili, sentendo l'odore di quel corpo bagnato e profumato di tutti i sali inseriti nell'acqua che in teoria dovevano avere l'effetto di ammorbidire la pelle e i pensieri.
All'interno della vasca in un cassettino chiuso era presente la spugna che la mancina dell'uomo prese sott'acqua, la tirò fuori per iniziare a passare la parte ruvida sul petto della donna e poi, mentre la continuava a baciare, la faceva scivolare anche sulle spalle e poco dietro la schiena, per poi farsi indietro e spingerla con il busto in avanti, facendo in modo che potesse dedicarsi all'interezza della zona posteriore del corpo massaggiando con quell'oggetto pregno di schiuma e facendo dei cerchi concentrici su quelle porzioni di pelle dall'aspetto perfetto a dir poco.

Voglio che questo weekend sia il più pacifico che tu abbia mai vissuto.
Le uniche parole che ti dovranno interessare saranno le cinque "S" dorate:
Serenità, Sonno, Sapori, Sesso, Sandyon, credo di essere stato abbastanza chiaro no?


La spugna raggiunse il limitare con il fondoschiena e si fermò.
L'uomo si alzò in piedi aggirando la vasca arrivando al fianco della compagna prendendola per mano per farla alzare in piedi così che il suo corpo nudo potesse essere ben visibile agli occhi del mercenario, un corpo celato appena dalla grande quantità di schiuma, insomma, una mise piuttosto erotica in un mischiare tra il vedo e non vedo.
Una volta che lei si fosse alzata, le avrebbe lasciato la mano per iniziare ad insaponarla e strofinare con la spugna anche le gambe, l'addome, le cosce e, facendole appoggiare prima un piede e poi l'altro sul bordo di legno della yakuzi, anche i polpacci, le caviglie e quindi anche i piedi stessi.

Parlami del tuo ricordo più felice con Rose.
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Messaggioda Monique » 29/03/2012, 23:00

Mmmh....

Era meraviglioso: insomma, non che non fosse abituata a farsi viziare e coccolare in quel modo, quand'era piccola certi modi di fare e di comportarsi con lei erano all'ordine del giorno, ma in quel momento, con l'uomo che amava dietro di sé, quei cioccolatini a portata di mano ed un weekend intero di pace, Monique potè onestamente ammettere con se stessa che non c'era niente di meglio al mondo. Allungò la mano e si lasciò cadere in bocca un altro cioccolatino, cioccolato al gianduja con cuore di fondente... un autentico paradiso di dolcezza.

Voglio che questo weekend sia il più pacifico che tu abbia mai vissuto.
Le uniche parole che ti dovranno interessare saranno le cinque "S" dorate:
Serenità, Sonno, Sapori, Sesso, Sandyon, credo di essere stato abbastanza chiaro no?


Le ultime due mi piacciono particolarmente... - mormorò Moni, riacquistando per fortuna piuttosto velocemente la propria vena maliziosa - In ogni caso credimi, se il tuo intento è davvero quello di farmi passare il weekend più rilassato della mia vita, posso assicurarti che sei già ad un ottimo punto.

Aggiunse la donna mentre il compagno le tendeva la mano per farla alzare in piedi e poterla così lavare per intero, dall'addome alle cosce, dalle caviglie ai piedi. Monique intanto, golosa com'era, prese il terzo cioccolatino - in fondo erano lì per lei, no? - mordendone più di metà ed avvicinando l'altro pezzettino alla bocca di Sandyon per fargli assaggiare quella prelibatezza di cioccolato croccante alla nocciola con dentro un cuore di cioccolato bianco.

Parlami del tuo ricordo più felice con Rose.

Bella domanda...

Moni non rispose subito, concendendosi prima l'ennesimo cioccolatino come volesse dare al proprio cervello uno sprint per ricordarsi meglio quale tra tanti ricordi con lei fosse il migliore: mentre masticava quella goduria di biscotto con cioccolato al latte, caramello e nocciole tritate, la sua mente vagò indietro negli anni, alla ricerca del momento vissuto con Rose che più si addiceva a risposta per la domanda posta da Sandyon.

Credo che il ricordo più bello sia quello in cui ho chiamato Rose "mamma" per la prima volta - mormorò dopo un po', socchiudendo gli occhi quasi come se quel gesto le permettesse di rivivere tutta la scena sul momento - Avevo all'incirca 4 anni, i miei stavano dando una delle tante loro feste giù in salotto mentre io, che mi annoiavo, mi ero rinchiusa in camera mia con Rose per giocare con le bambole. Mi assecondava sempre, la mia dolce Rose... come se non si stancasse mai di farmi divertire e sorridere. Ad un certo punto, uno dei camerieri venne a chiamarla perchè mia madre voleva parlarle di non so cosa, ma questo avrebbe significato per lei allontanarsi da me: così l'afferrai per una mano, e le dissi "Non andare, mamma" ... - la voce le s'incrinò per un secondo, ma se la schiarì con un leggero colpo di tosse e riprese il suo racconto - In quel momento ebbi una tale paura di essere sgridata... ma ancor più mi faceva male l'idea che a Rose potessero aver dato fastidio le mie parole. Invece lei... lei mi abbracciò stretta, baciandomi la fronte, promettendomi che sarebbe tornata presto "dalla sua piccola bambina adorata".

Riaprì gli occhi con un sorriso un po' triste e lo sguardo velato di lacrime, sospirando un poco.

Con quelle parole, Rose mi fece capire che mi considerava sua figlia tanto quanto io la consideravo mia madre, a prescindere da ogni legame di sangue esistente. Fu come se per la prima volta nella mia vita sentii di avere una famiglia. Fu una sensazione bellissima.
E' per questo che, quando se ne andò e mi vietò di andarla a trovare, mi si spezzò il cuore: ora posso immaginare il perché, certo, ma allora mi sembrò come se fossi stata rifiutata dall'unica persona che consideravo la mia famiglia. Fu un duro colpo da digerire, lo ammetto.


Prese e masticò velocemente l'ennesimo cioccolatino - wafer con cioccolato bianco - come a volersi riprendere da quel momento, e forse riuscì visto che poco dopo tornò a sorridere normalmente, facendo una carezza sul volto di Sandyon come a fargli capire che aveva bisogno di un piccolo contatto con lui, con la sua pelle.

Allora, che programmi ci sono per il dopo bagno, mio bellissimo ed affascinante compagno?
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Messaggioda Sandyon » 30/03/2012, 14:04

Le ultime due mi piacciono particolarmente...
In ogni caso credimi, se il tuo intento è davvero quello di farmi passare il weekend più rilassato della mia vita, posso assicurarti che sei già ad un ottimo punto.


Il mio intento è farti dimenticare per qualche minuto la tua famiglia... Ogni membro sanguineo.

La sua risposta fu chiara e semplice, precisa più che mai, anche perchè era quello che lui realmente voleva, darle modo di non sentire addosso il peso di ciò che faceva parte della sua stirpe e del suo sangue, da qualunque ceppo provenisse.
Ogni cosa a suo tempo e cugine o padri o chiunque altro non avrebbe dovuto interferire con quel benessere di qualche ora prima del rientro pressante e snervante alla scuola.
La fece mettere in piedi lavandola adeguatamente su ogni parte del corpo, con gentilezza e passione, intenzione e diletto, come se fosse la cosa più facile del mondo. Veniva da chiedersi se facesse così anche con la moglie defunta, ma forse al momento per Monique certe cose risultavano superflue.
La lasciò parlare e raccontare un altro poco di se e più precisamente del ricordo più bello con Rose. Un atto che forse sul momento lei non avrebbe compreso, ma che significava proprio appunto farla distanziare dalla vera famiglia e far avvicinare il cuore a quella reale per lei, come se fosse un esorcismo contro tutti i disagi e disastri affrontati fino ad allora.

Con quelle parole, Rose mi fece capire che mi considerava sua figlia tanto quanto io la consideravo mia madre, a prescindere da ogni legame di sangue esistente. Fu come se per la prima volta nella mia vita sentii di avere una famiglia. Fu una sensazione bellissima.
E' per questo che, quando se ne andò e mi vietò di andarla a trovare, mi si spezzò il cuore: ora posso immaginare il perché, certo, ma allora mi sembrò come se fossi stata rifiutata dall'unica persona che consideravo la mia famiglia. Fu un duro colpo da digerire, lo ammetto.


Ma ora può solo aiutarti a valorizzare ancora di più la sua figura e l'importanza che ha avuto per te.
Ho notato che il nome scritto sulla sua tomba coincide con quello del libro di incantesimi in uso studente ad Hogwarts, ci sono collegamenti?


La sua era una pura e semplice forma di curiosità, ma sotto sotto non era così difficile intuire la risposta, visto e considerato che la Preside Bergman era molto legata alla madre di Monique Vireau e semmai avesse trovato i resti di un libro di incantesimi scritto dall'amica probabilmente avrebbe preso immediatamente la decisione di utilizzarlo, come quasi fosse un modo per dire ai suoi assassini che nonostante tutto lei viveva ancora e sarebbe rimasta in vita nelle menti dei giovani maghi che si sarebbero formati di anno in anno.

Allora, che programmi ci sono per il dopo bagno, mio bellissimo ed affascinante compagno?

Direi che forse mostrarti la sorpresa non sarebbe una cattiva idea.

Disse piano e con sicurezza, mentre adesso si spostava verso i ganci di alluminio per prendere l'accappatoio e aprirlo in prossimità dell'uscita della yakuzi così da aiutarla a coprirsi per bene dopo quel momento di relax durato almeno una buona mezz'ora abbondante.
Monique inoltre avrebbe potuto osservare ovviamente come quell'accappatoio fosse di stile tipicamente femminile e considerando che di certo l'uomo non poteva avere il pessimo gusto di farle indossare qualcosa di precedentemente usato dalla ex moglie, di sicuro significava una cosa sola: quell'indumento da bagno lo aveva comprato appositamente per lei, come se in un certo senso quella casa fosse diventata ancora un po' più sua.
Sandyon non mostrava spesso i suoi sentimenti ma era con certi gesti che faceva capire quello che realmente aveva dentro.

Immagine

Ti sta bene.
E' la taglia giusta.
Ti piace il rosa chiaro?


Una piccola informazione sul gusto legato a quel panno da corpo, come se realmente fosse interessato a sapere di aver fatto la scelta giusta.
Lei non poteva affatto immaginarlo ma Vastnor aveva passato almeno tre ore dentro il negozio di abbigliamento cercando la cosa giusta e che ritenesse più adatta, supportato da Mog che alla fine scelse il tessuto e il modello.
In realtà l'unica cosa scelta da Sandyon era proprio il colore, ma in fondo era anche l'unica cosa sulla quale non fosse sicuro, dato che per quanto riguardava il tessuto, chi poteva scegliere meglio di una creatura con un pelo come il suo?
Fatta scendere dalla vasca la prese in braccio per non far sporcare i piedi appena puliti e asciugati, tornando infine verso la camera da letto dove la adagiò sul materasso morbido in attesa di sapere come si sentiva e come stava dopo quel bagno e quel massaggio entrambi il più possibile rilassanti e tonificanti.
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Messaggioda Monique » 30/03/2012, 14:59

Ma ora può solo aiutarti a valorizzare ancora di più la sua figura e l'importanza che ha avuto per te.
Ho notato che il nome scritto sulla sua tomba coincide con quello del libro di incantesimi in uso studente ad Hogwarts, ci sono collegamenti?


Secondo te? - domandò Monique di rimando, facendo un bel sorriso verso il compagno mentre ancora si lasciava tentare da qualche bel cioccolatino: in fondo se erano davvero lì per lei, era giusto consumarli ed apprezzarli al meglio - Quando Madeline mi ha affidato l'incarico di Professoressa di Incantesimi, mi sono personalmente preoccupata di far diventare i suoi appunti il testo che gli studenti avrebbe usato per apprendere quest'arte. Mi sembrava il minimo da fare per ringraziarla ed onorare la sua memoria.

Aggiunse la donna, rendendosi conto che probabilmente non tutti i Presidi sarebbero stati così accomodanti nei confronti di un cambiamento di testo all'ultimo minuto: ma la Bergman era tutta particolare, e Moni era sicura che l'amicizia della donna con Rose l'avesse abbastanza influenzata nella sua decisione positiva di appoggiare l'idea della francese.
Fu proprio lei, pochi istanti dopo, a chiedere cosa sarebbe susseguito a quel bagno assolutamente rilassante.

Direi che forse mostrarti la sorpresa non sarebbe una cattiva idea.

Io adoro le sorprese...

Commentò Moni con occhi luminosi e curiosi mentre Sandyon prendeva un accappatoio dall'aspetto morbidissimo e dal colore rosa pelle e lo avvicinava al suo corpo: la donna spalancò appena gli occhi, riflettendo rapidamente; avrebbe potuto essere di... ? No, per favore, Sandyon non era proprio il tipo di uomo così privo di buon gusto. Ma allora, quello significava che quell'accappatoio...

.... l'ha comprato apposta per me...

La francese non poteva crederci, eppure mentre si lasciava avvolgere il corpo da quel tessuto morbido e profumato non ebbe dubbi: quello era un altro esempio palese e meraviglioso di come l'uomo voleva averla nella sua vita, di come si sentiva tranquillo nell'averla in casa, accanto a sé. Forse Sandyon non l'avrebbe mai saputo o capito, ma per Monique quell'accappatoio era appena diventato il regalo più bello del mondo.

Ti sta bene.
E' la taglia giusta.
Ti piace il rosa chiaro?


In realtà Moni non era abituata ad indossare spesso quel colore, ma guardandosi allo specchio scoprì che le stava benissimo: forse era merito di quel regalo in particolare, chi poteva dirlo, fatto stava che le piaceva da morire.

E' bellissimo... grazie amore.

Sì, l'aveva chiamato amore... beh? Non c'era mica nulla di male.
Tanto mica era un segreto che lo amava davvero molto.
Si lasciò prendere nuovamente in braccio, ammettendo tra sé che era una sensazione meravigliosa e che forse avrebbe chiesto a Sandyon di farlo più spesso, e quando lui la posò morbidamente sul letto matrimoniale in cui dormiva lei non si staccò dal suo corpo, come a fargli capire che lo voleva sopra di sé, che voleva sentire il suo corpo sopra il proprio, che le andava di sentirsi sovrastare e proteggere da lui.
Se Sandyon avesse accettato quel gesto di Moni, se l'avesse accontentata, la donna gli avrebbe accarezzato dolcemente il viso, guardandolo dritto negli occhi con i propri, intensi e luminosi, ma più di ogni altra cosa... innamorati.

Ti amo, Sandyon Vastnor...
... come non ho mai amato nessun altro.


Si era sentita di dirglielo, quindi perchè no? Al massimo non gli sarebbe piaciuto, ma dubitava che potesse dargli fastidio: non avrebbe ricambiato, ma ne era pienamente consapevole... voleva solo farglielo sapere. Fargli sapere che lo amava davvero, che voleva stare con lui... che era il suo mondo, adesso.
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Messaggioda Tisifone » 30/03/2012, 18:40

[Sabato – 06.30 - Kovarnikov Brightless Manor – Fuori Londra]


Due ore fa è esplosa una fabbrica di giochi magici nel Surrey e il San Mungo vuole che ti precipiti in Ospedale. Strano, non dovresti venire da lì?

Con queste parole Demetri accolse il ritorno a casa di un Asher dall'aria stanca ma soprattutto preoccupata e un filino irritata per tutte le notizie che aveva appreso.

Buon giorno anche a te amore, dormito bene? Io neanche un secondo.

Rispose l'ex Grifondoro, ironico, squadrando l'altro con una luce di amore e lussuria negli occhi. Nonostante la notte appena trascorsa e la mattinata di fuoco che lo avrebbe di sicuro atteso, vedere Demetri nel loro salotto a piedi nudi, i capelli scompigliati e il pigiama di seta verde bottiglia stropicciato gli facevano venire in mente pensieri poco casti e molto ma molto sporchi.

Immagine

Mi devo rassegnare, dopo tutti questi anni sono ancora innamorato folle di lui.

Si disse, abbozzando un sorriso a cui l'altro rispose con un ghigno malevolo del tipo "so che ti passa per la testa e non accadrà mai."

Dormito benissimo grazie prima di scoprire che il mio uomo mi aveva mentito per passare la notte chissà dove con chissà chi.

Asher sospirò, decidendo saggiamente di non salutare il compagno con un bacio giusto per non rischiare che gli staccasse la lingua. Conosceva fin troppo bene quel tono di voce mellifluo e accondiscendente da lasciarsi trarre in inganno come un novellino. C'era una sola nota positiva nell'ira ingiustificata di Demetri, l'avere il potere di far dissolvere la propria di ira, rendendolo lucido. Potere quello che, secondo Tissy, era stato l'unico motivo per cui in tutti quegli anni non si erano ancora avadakedavranizzati a vicenda. Un secondo sospiro e l'uomo si incamminò verso lo scrittoio, sotto l'occhio vigile del pozionista.

Dove vai ora?

Si informò Demetri, gli occhi assottigliati per il sospetto.

Mando un gufo al San Mungo per avvertirli che dovranno fare a meno di me. Volevi parlare o mi sbaglio?- chiese Asher senza sollevare la testa dalla pergamena che stava scrivendo, sicuro che l'altro stesse cercando di incenerirlo con lo sguardo - Poi chiamerò Yuma per farci portare la colazione e mi siederò in poltrona ad attenderla per poi, spero, gustarmela in silenzio.

Concluse, mentre arrotolava la pergamena e chiamava il suo gufo. Sapeva bene che stava rischiando grosso comportandosi in quel modo, ma doveva prendere un pò di tempo per riordinare le idee e decidere da che parte iniziare a raccontare.

E di grazia cosa ti fa pensare di potertela prendere così comoda?

Domandò Demetri, il bigliettino che aveva trovato sul cuscino quando il gufo del San Mungo lo aveva svegliato, ancora stretto in una mano.

Perché è l’ultimo desiderio di un condannato ad Azkaban?

Rispose Asher, sollevando finalmente lo sguardo sul compagno, un’espressione sbalordita sul viso per la frase appena pronunciata.

Deve essere accaduto qualcosa di mortalmente serio.

Fu l’unico commento fatto da Demetri, mentre si andava ad accomodare sulla sua poltrona verde smeraldo di fronte al fuoco e chiamava Yuma per far portare loro la colazione, subito seguito da Asher, il passo stanco e strascicato. Da quanto tempo non usavano più quella vecchia frase in codice? Cinque? O forse dieci anni? Da quando le missioni come mercenario di Asher si erano diradate a una all’anno e mai troppo pericolosa e le sparizioni, ancora rimaste ingiustificate di Demetri, si erano assottigliate a uno o due week end ogni sei mesi. Ma c’era un periodo in cui non si vedevano spesso, la vita di entrambi, per motivi che spesso l’altro ignorava, in costante pericolo e allora, quando avevano davvero bisogno l’uno dell’altro si mandavano un gufo con quell’unica frase e nel giro di ventiquattro ore di solito riuscivano ad incontrarsi.
Intanto l’elfo aveva posato sul tavolino in mezzo alle due poltrone un vassoio con una colazione frugale: spremuta d’arancia e yogurt con muesli per l’ex Grifondoro, caffè nero forte e pane nero con marmellata di ribes per l’ex Serpeverde.

Hai notizie di Asveras?

C’entra Vastnor?

Le due frasi vennero pronunciate allo stesso momento, creando un silenzio pesante dopo il loro passaggio, condito da un vago senso di colpa su entrambi i fronti.
Il pensiero del pozionista volò immediatamente alla pergamena che aveva ricevuto alcuni giorni prima e conservato in un posto segreto nel suo laboratorio, insieme alle altre missive che ”non” si era scambiato in quegli anni con Tyslion. Se lui era geloso del rapporto esistente tra il compagno e quella Serpe mal riuscita di Sandyon, preoccupato che quel viscido verme gli portasse via il compagno come aveva rubato la fidanzata all’amico, non per amore certo, quello era uno schifoso etero convinto, ma per fare del male a lui, Asher aveva paura di quello che legava Demetri e Tyslion, paura che la crudeltà e la sete di potere che traboccava nell’animo del fratello di Sandyon potesse in qualche modo risvegliare la natura oscura del compagno, traviandolo al tal punto da portarglielo via. Ed era per tacitare le paure reciproche che si erano ripromessi di diradare certe frequentazioni, lasciando semplicemente che il tempo e la lontananza facessero il loro corso. Almeno fino a un paio di mesi prima.

Potrei averne se tu ti sei incontrato con Vastnor questa notte.

Fu Demetri a rompere il silenzio, rigirando la situazione a proprio vantaggio, da bravo Serpeverde: certo si era giocato la possibilità di fare una scenata al compagno, ma si trovava pur sempre in una posizione di vantaggio che non aveva alcuna intenzione di perdere.
Asher sospirò, stanco, allungandosi sul tavolino per bere un sorso di spremuta e prendere la ciotola con lo yogurt: meglio avere qualcosa di fragile tra le mani che correre il rischio di afferrare la bacchetta.

Benissimo. Allora devi dirmi dove posso trovarlo.

Ammettere senza ammettere, una tecnica poco Grifondoro che aveva appreso negli anni di convivenza con Demetri: non voleva dargli la soddisfazione di sentirgli dire che si, aveva rotto la promessa che gli aveva fatto.

Solo se hai una valida motivazione.

Ribattè Demetri, prendendo la sua tazza di caffè e rigirandosela tra le mani. Conosceva il medimago come le sue tasche e tutto, nel comportamento e nel modo guardingo con cui stava parlando, gli diceva che era accaduto qualcosa di grosso nelle ultime ore.


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Asveras vuole uccidere una persona e Sandyon ha il compito di proteggerla. Se sarà Sandyon a trovare lui per primo forse potremo evitare che questa storia finisca con dell’inutile spargimento di sangue.

Se Vastnor dovesse lasciarci per sempre non credo che sarebbe poi una così grave perdita.

Altro sospiro da parte di Asher, il cucchiaino che veniva girato nervosamente all’interno della ciotola. Stava girando intorno al problema principale e lo sapeva bene, il fatto è che non riusciva a trovare il modo per dire quello che gli premeva.

L’oggetto del contendere è Monique Vireau, VicePreside di Hogwarts.

Ce l’aveva fatta, aveva sganciato la bomba e il risultato fu l’esplosione di uno dei due vasi posti ai lati del camino: magia spontanea certo ma in ogni caso pericolosa.

E cosa ci fa una Vireau così vicino a Tissy? – chiese sbalordito Demetri, prima di convogliare tutta la sua ira su un bersaglio facile – Quel verme traditore del tuo amico ha messo in pericolo la vita di Tisifone rivelandole cose che dovrebbero rimanere segrete?

Sibilò quindi, sporgendosi in avanti, una luce omicida negli occhi.

No, non le ha detto niente ma nulla ci impedisce di pensare che le due ragazze abbiano scoperto da sole il grado di parentela che le lega. E tu sai questo cosa vuol dire, vero?

Infierì Asher, subdolo, per cercare di strappare all’altro l’informazione che gli stava a cuore.

Che la metà Grifondoro che infetta la sua perfezione la porterà, in caso di scontro, a prendere le difese di questa Monique.

Concluse Demetri, sputando quasi il nome della Professoressa di Incantesimi. Per quanto lui abbia cercato di mettere in guardia la figlioccia sul pericolo che rappresentava per lei qualsiasi vincolo di parentela, sapeva benissimo che alla fine Tisifone si sarebbe fidata solo ed esclusivamente del suo istinto e dalle voci che giravano su questa fantomatica VicePreside tutto si poteva dire ma non che fosse cresciuta all’ombra di Nicholas Vireau.

E tu vuoi davvero che Tissy si trovi dalla parte sbagliata della bacchetta di Asveras? O peggio che Nicholas scopra finalmente che esiste e che è entrata in possesso della sfera?

Rincarò la dose Asher, rinunciando a mangiare per bere tutto d’un fiato il suo succo d’arancia, sperando in quel modo di riuscire a estinguere l’arsura che sentiva in gola.

HUmmm… no… certo che no…

Rispose Demetri, pensiero, troppo pensiero, le rotelline del suo cervello serpeverde in pieno fermento. Il pozionista sapeva benissimo che Tyslion aveva tutte le carte per poter vincere quella mano, dando scacco matto a Sandyon: non solo aveva portato a termine una scoperta alchemica di ingenti proporzioni, ma aveva anche il suo regalo di compleanno a dargli man forte. La questione a quel punto era: cos’era la cosa più saggia da fare per tenere al sicuro Tisifone e, perché no, liberarsi per sempre di Sandyon? Il tutto ovviamente senza allarme il proprio compagno che, offuscato da un distorto senso di lealtà nei confronti del collega, di sicuro non avrebbe apprezzato il suo piano.

Devo portare l’attenzione di Nicholas lontano da Hogwarts e da Londra…

Si disse, decidendo alla fine di schierarsi dalla parte di Tyslion. Lo avrebbe aiutato, rimanendo nell’ombra, a eseguire il suo compito, portando la Vireau e Vastnor in qualunque luogo non fosse l’Inghilterra, facendosi promettere che in ogni caso avrebbe lasciato Tisifone fuori dai suoi rapporti al capo e dalla portata delle sue grinfie.

Per un amico lo farà… e anche per un altro po’ di pozione Tracciante.

Tyslion vive in Grecia, ad Atene… ma anche se ti dessi l’indirizzo esatto non servirebbe a nulla. La casa è invisibile per tutti…

…tranne che per me…

Disse alla fine, concludendo la frase solo nella sua mente, ignaro del fatto che Asher stesse usando la Legilimanzia su di lui. Sapeva che era una quasi impossibile penetrare le difese occlumantiche del compagno, ma era anche a conoscenza del fatto che tutto quel rimuginare non significava nulla di buono e quindi Asher si era sentito in obbligo di scoprire il più possibile. Peccato che l’unica cosa che aveva ottenuto erano immagini confuse di un vincolo magico e una pergamena, sul cui significato avrebbe dovuto riflettere a lungo in un secondo momento.

E’ già un punto di partenza. Potrebbe essere rimasto nella vecchia casa…

Si affrettò a dire Asher, per non far venire sospetti al compagno.

Quale, quella che il tuo cosiddetto amico ha profanato?

Ribattè a sua volta Demetri, cattivo, pronto a una sana litigata con il suo compagno per poi poter tornare alla loro vita di sempre, condita con un po’ di intrighi e macchinazioni, in attesa che Tisifone piombasse a casa loro come una furia.

[Fine]
Ultima modifica di Tisifone il 02/04/2012, 13:48, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Sandyon » 30/03/2012, 21:42

E' bellissimo... grazie amore.

Fu felice che il pensiero era stato gradito, se non altro poteva star tranquillo che il suo gusto in fatto di vesti femminile non avesse fatto schifo come al suo solito. Non era mai stato un genio con i regali, se non quelli più sentiti e quella era l'evidente prova che probabilmente anche una cosa semplice come un accappatoio rappresentava per il suo cuore, sotto sotto, un gesto fondamentale, serio.
Ma se quello lì era un gesto considerato serio, allora quello che aveva in serbo per lei a testimonianza di quei sei mesi assieme cos'era?
Non si diede risposta, preferendo al momento trasportare con se la compagna fino al letto adagiandola, poi, quando cercò di spostarsi per tornare in piedi lei lo trattenne per poterlo tenere vicino a se, iniziando a fargli qualche carezza, fissandolo con amore e dolcezza, con quegli occhi ghiacciati che tutto facevano con lui meno che freddarlo, anzi, lo scaldavano ad ogni secondo in più che trascorrevano in quella stanza da letto.

Ti amo, Sandyon Vastnor...
... come non ho mai amato nessun altro.


Vorrei tanto poter dire lo stesso, ma per tutto ci vuole pazienza, sopratutto con me.
Mi attenderai?


Si chiese e le chiese istintivamente, corrispondendo quello sguardo con intensità e trasporto limitandosi semplicemente ad avvicinare le labbra a quelle di lei per catturarle ancora una volta e baciarle con fame di lei, del suo corpo e della sua saliva che voleva deglutire a fiumi per tanto l'avrebbe tenuta con se su quel letto.
In fondo era già asciutta quindi perchè doversi rifiutare, non c'era nemmeno il pericolo di un raffreddore, certo, non ci sarebbe stato se la mano dell'uomo non si fosse occupata di aprire di poco quell'indumento spugnoso per raggiungere con la mano il petto della francesina e cominciare a muoversi con le dita su di esso, sfiorando, toccando, stuzzicando, stringendo appena, mentre quel bacio diveniva ogni secondo di più maggiormente languido e meraviglioso e Monique poteva sentire di si, seduta su di lui, gli effetti che tutta quell'adrenalina e il suo corpo seducente producevano in lui, effetti "grandi" e "tesi".

Cerca di avere un poco di pazienza, ma se può consolarti intanto, sappi che questo effetto sul mio corpo non l'ha mai prodotto nessuna... Che dici, è già qualcosa?

Le sussurrò all'orecchio con tono basso, mentre la mano stringeva del tutto con forza e possessione una delle due coppe perfette della compagna, per poi lasciarla quasi subito, ma non certo perchè si sentiva in colpa, ma perchè il mercenario sapeva quando era il momento di smettere e di lasciare da parte il desiderio fisico, per quello il tempo non mancava mai, ma per quella sorpresa, quel giorno era importante ed unico.
Fece in modo di allacciare nuovamente l'accappatoio alzandola con la sola forza delle braccia, da seduto, grosse e muscolose, posandola sul letto del tutto, alzandosi in piedi incurante di mostrare avanti al suo volto, praticamente di fronte, la sua eccitazione per quei pochi momenti di intimità, dirigendosi infine verso il cassetto del proprio comodino, per prendere un oggetto molto particolare, o meglio, un pacchetto molto particolare, ben decorato, con sopra l'effige in ceralacca di uno dei migliori orefici presenti in Inghilterra.

Immagine

Questo è per te.
Beh... Auguri di nuovo per oggi... Tesoro.


Oh, che era successo?
Un nomignolo? Aveva usato un nomignolo lui, con lei.
Quello forse valeva più di ciò che era presente nel pacchetto ma per certi versi Sandyon sperò che non fosse del tutto così visto che aveva impiegato molte risorse e molta difficoltà di scelta nel prenderlo.
Consegnò il pacchetto a Monique sedendosi a sua volta sul letto, per vederne le reazioni e osservarne meglio le espressioni, rimanendo comunque freddo e taciturno, in fondo, aveva anche detto troppo per i suoi standard.
Se la donna avesse preso il pacchetto e deciso quindi di aprirlo, al suo interno avrebbe trovato una scatolina di velluto azzurro, un colore molto vicino a quello della sua stessa casata e una volta aperta anche l'ultima barriera tra lei e la sorpresa si sarebbe trovata davanti...

Immagine

Ho pensato rispecchiasse qualcosa di te.
E' di tuo gusto?
Lo posso cambiare se lo desideri, non è un problema.


Disse quasi subito non dandole tempo ancora per un'effettiva replica. Si sentiva leggermente emozionato, era la prima volta che donava qualcosa ad una donna dalla morte di Rachel e questo lo faceva sentire in parte sbagliato in parte giusto.
Una parte di lui aveva paura di stare infangando il suo ricordo, l'altra più razionale che stava facendo dei bei passi avanti e che l'ex moglie sarebbe stata felice per lui se l'avesse visto finalmente così preso da una persona speciale piuttosto che rabbiosamente contro esseri umani uccidendo come un folle carnefice.
Beh, per quanto riguardava il regalo, c'era poco da dire, i delfini, l'azzurro, davvero erano necessari altri riferimenti al perchè l'aveva scelto immediatamente?
Adesso rimaneva solo da vedere una cosa: Che ne avrebbe pensato Monique Vireau?
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Messaggioda Monique » 30/03/2012, 22:04

Quant'era bello stare così attaccata a lui.
Se poi si considerava che Sandyon ricambiava il suo bacio con dolcezza e trasporto... forse più trasporto che dolcezza, dovette pensare per forza la donna quando il compagno prese a toccare il suo corpo con desiderio, con quelle mani bollenti che la facevano fremere al minimo tocco.

Cerca di avere un poco di pazienza, ma se può consolarti intanto, sappi che questo effetto sul mio corpo non l'ha mai prodotto nessuna... Che dici, è già qualcosa?

Io non ho fretta, Sandyon... puoi prenderti tutto il tempo che ti serve.
E sì, direi che è già qualcosa.


Replicò Monique con un sorriso, accarezzando ancora il volto del compagno per poi lasciarsi sfuggire un sorriso: lui era davvero bellissimo, c'era poco da fare. Come facevano le donne a non cadergli ai piedi? Forse si fermavano solo all'apparenza del suo modo di fare freddo, che sciocche.

Meglio per me.

Si disse però con convinzione la francese, mentre Sandyon si alzava, la sua eccitazione ben visibile per lei, e raggiungeva il cassetto del comodino per prendervi qualcosa all'interno: poco dopo tornò da Monique, posandole tra le mani l'oggetto preso poco prima; un pacchettino regalo, sembrava. La donna spalancò gli occhi stupita, pensando di aver capito male: un regalo? Per lei?

Questo è per te.
Beh... Auguri di nuovo per oggi... Tesoro.


Alt, ferma.
Tesoro?
Tesoro??
L'aveva davvero chiamata "tesoro"?
Fece saettare lo sguardo su di lui, quasi col timore di essersi immaginata quel nomignolo affettuoso: non ne aveva mai usati con lei, anzi, era già tanto se capitava che la chiamasse "Moni" ... era un gran passo avanti per lui e per la loro relazione, la donna ne era del tutto consapevole.
Rosa dalla curiosità - su certe cose non sapeva proprio essere paziente - Monique aprì con mani appena tremanti il pacchettino, e quando aprì la scatolina...

Oh... mio... Dio...

Un anello.
E non un anello qualsiasi, quello era... bellissimo, fatto con una pietra azzurra splendente e meravigliosa, con due delfini ai lati fatti interamente di diamanti... ma non erano solo lì i diamanti, bensì tutto intorno alla fascia dell'anello che, Monique se ne rese conto qualche istante dopo, doveva essere costato all'uomo una piccola fortuna.

Ho pensato rispecchiasse qualcosa di te.
E' di tuo gusto?
Lo posso cambiare se lo desideri, non è un problema.


No!! - esclamò, anzi, quasi urlò Moni con una tale convizione e forza che forse riuscì persino a risvegliare Mog dal suo sonno. Arrossì all'istante e piuttosto violentemente, mordicchiandosi il labbro e schiarendosi la voce - Ehm... no, insomma... volevo dire che non c'è nulla da cambiare, è... - lo guardò ancora un momento con gli occhi che le si facevano lucidi, poi tornò con lo sguardo su Sandyon - ... assolutamente perfetto. Devi aver speso tantissimi galeoni...

Mormorò poi, dispiaciuta che lui avesse potuto spendere tanti soldi per lei, che si accontentava di averlo vicino. L'espressione triste sul suo volto però durò poco, voleva che lui capisse quanto fosse felice per quel bel pensiero e dunque, con occhi scintillanti, gli allungò la mano così da permettergli, qualora l'avesse voluto, di adornarle personalmente l'anulare della mano destra con quel gioiello prezioso.

Ma io... non ti ho comprato nulla per questa ricorrenza...
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Messaggioda Sandyon » 30/03/2012, 22:34

Oh... mio... Dio...

Di sicuro non poteva immaginare che non le fosse piaciuto.
Lo sguardo completamente catturato e ricco di stupore di Moni era il chiaro ed evidente segno che Sandyon aveva fatto la scelta giusta, quindi se non altro poteva rendersi felice del fatto che il suo primo regalo ad un'altra donna era andato bene.
Gli occhi di ghiaccio di lei fissavano ancora quell'anello scintillante e così prezioso che all'uomo parve quasi ipnotizzata dalla vista di quel regalo, ma non si lasciò certo sfuggire anche in mezzo all'ipnosi quel suo tentativo di allontanarla dal suo piccolo anello fantastico, difatti subito rispose non appena Sandyon si permise di dire che avrebbe potuto cambiarlo nel caso di un non eccessivo entusiasmo.

No!!
Ehm... no, insomma... volevo dire che non c'è nulla da cambiare, è... assolutamente perfetto. Devi aver speso tantissimi galeoni...


Mai quanti ne spenderei volendo pagare il destino per avermi permesso di incontrarti.

Il romanticismo di Vastnor era molto particolare.
A modo suo bello, ma sempre espresso con un tono forte, chiaro, sicuro, come se stesse dicendo una cosa importante e seria e non una "sdolcinatezza", come la si poteva definire.
Quella frase conteneva comunque molta realtà, anche perchè Sandyon non diceva mai nulla tanto per dire, no, quello mai.
Prese delicatamente l'anello che gli porse lei e così, senza troppo sforzo, lo mise all'anulare di Monique, un atto che non ci mise molto nella sua riuscita dato che tali anelli proprio perchè molto costosi possedevano un incanto fatto apposta per far si che una volta sfiorata la pelle del dito della persona si adattassero perfettamente alla larghezza dell'osso così da permettere una perfetta introduzione ed una ferma presa così da non perderlo o farselo mai scivolare via.

Ma io... non ti ho comprato nulla per questa ricorrenza...

La fissò intensamente negli occhi, mentre le lasciava la mano per permetterle di guardarsi l'anello indosso ed ammirarlo ancora di più, adesso parte integrante di lei, così scintillante ed elegante, grande abbastanza ma non pacchiano.
Passarono diversi secondi da quando lei disse quella cosa, ma in realtà dentro di lui le faccende si erano già sistemate e la sua mente aveva elaborato subito un buon modo per ricambiare quel dono.
Si alzò in piedi, dirigendosi verso l'armadio, prendendo da dentro di esso una canottiera bianca e dei pantaloni di seta neri.
Si avvicinò nuovamente a lei e senza preavviso alcuno le fece indossare quella canotta e poi togliendole del tutto l'accappatoio, la aiutò a mettersi anche i pantaloni, lasciandole però i piedini nudi.
Fatto questo, la prese per mano, la stessa che teneva l'anello e la fece alzare in piedi e senza che le potesse dare il tempo di fare altro la baciò improvvisamente. Un bacio selvaggio, forte e poi appena pochi istanti dopo, debole, placido e senza nemmeno l'uso della lingua, come fossero due ragazzini che si davano ad un'effusione per la prima volta.
Al termine di quell'atto carico di sentimento e profonda felicità, il mercenario si staccò lentamente osservandola negli occhi suoi un po' persi e un po' ubriachi di lui, del suo unico e solo compagno e fu allora che semplicemente si lasciò andare alla sua richiesta.

Cantami una canzone... E portami sulle nuvole, ad un passo dal toccare il sole, mentre sotto di noi, la pioggia cade incessante.
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Messaggioda Monique » 31/03/2012, 21:16

Mai quanti ne spenderei volendo pagare il destino per avermi permesso di incontrarti.

Quella frase colpì Monique più di mille regali insieme: Sandyon non era un tipo romantico nel senso comune del termine, non si lasciava andare spesso a comportamenti di quel tipo; per questo, sentirsi dire una frase del genere, sentirsi definire così importante per lui di punto in bianco portò i suoi occhi già lucidi a farsi scappare una lacrima. Se l'asciugò con un gesto veloce della mano, abbozzando un piccolo sorriso timido per quella reazione.

Scusami... mi hai preso alla sprovvista.
E... sei bellissimo. Ti amo.


Mormorò in sua direzione, sentendo tutti i sensi tremare quando lui le fece scivolare l'anello al dito: era perfetto - merito anche dell'incanto che gli permetteva di aderire perfettamente alla sua pelle per fasciarla al meglio - così splendente e vistoso come piaceva a lei senza però risultare eccessivo. S'intonava perfettamente ai suoi occhi, come Sandyon s'intonava alla perfezione alla propria anima, o almeno questo fu il pensiero di Moni quando rialzò lo sguardo su di lui.
Ma in effetti, a ben vedere, lei non aveva davvero pensato ad un regalo per il compagno, ad un piccolo pensierino che sottolineasse quella loro ricorrenza particolare... Sandyon però non sembrò né turbato né infastidito dalla cosa: si scostò da lei, che ancora rimirava quel regalo pazzesco, e prese una canottiera bianca con dei pantaloni neri per farglieli indossare; Monique si lasciò vestire da lui senza obiettare, e quando l'attirò a sé, facendola alzare in piedi, per baciarla con passione e possessione la donna ricambiò quel gesto con tutto l'amore che aveva dentro il proprio cuore, stringendosi al compagno più che poteva, adorando ogni secondo di quella danza di bocche, lingue ed anime.
Quando si staccarono, Moni si sentì senza forze e senza fiato, ma al contempo si sentiva di non essere mai stata così viva in vita propria.

Cantami una canzone... E portami sulle nuvole, ad un passo dal toccare il sole, mentre sotto di noi, la pioggia cade incessante.

Ecco qual'era la sua richiesta, quale voleva che fosse il regalo da parte di lei: Monique rimase inizialmente un po' stranita da quelle parole, più che altro perchè solitamente Sandyon non voleva che lei usasse quella sua magia fuori dalla scuola... ma di certo non si sarebbe tirata, indietro, anzi, aveva l'occasione di cantare una sua creazione recente, e non se la sarebbe certo lasciata scappare. Si avvicinò dunque alla propria borsa fatta apparire da Sophie direttamente nella camera dell'uomo, tirandone fuori uno spartito: l'elfetta sapeva infatti che alla padroncina faceva tanto piacere portarsi dietro alcuni dei suoi spartiti quando si allontanava da scuola, magari per lavorarci sopra di notte; prese dunque uno di essi tra le mani e lo passò a Sandyon, che avrebbe capito senza difficoltà cosa fare. Gli sarebbe bastato passare la bacchetta su quello spartito, infatti, per far avviare la musica quando fosse stato il momento.

In effetti c'è una canzone... una canzone che vorrei cantarti, e che ho scritto in questi giorni, pensando a te... - ammise, forse solo un poco imbarazzata per quelle parole - S'intitola "The Power of Love" ... spero che ti piaccia.

Fece un passo indietro, facendo per prendere la bacchetta dalla superficie del comodino di lui su cui l'aveva poggiata all'arrivo... ma poi ci ripensò, ricordandosi di quando aveva fatto scattare l'illusione solo coi propri sentimenti, facendo leva sulle emozioni. Voleva davvero provarci in quel momento, col rischio di fallire e rovinare quel momento assolutamente romantico?

... non riesco ad immaginare momento più emozionante di questo.

Si disse Moni mentalmente, prendendo così la sua decisione: chiuse gli occhi e respirò molto lentamente, estraniando tutti i pensieri che non c'entravano con quel momento. Facile? Non troppo, ma Monique Vireau non era tipo da fermarsi al primo ostacolo. Riaprì gli occhi e li affondò in lui, facendogli un cenno con la testa: poteva far partire la musica.

The whispers in the morning
of lovers sleeping tight
are rolling like thunder now
as I look in your eyes

I hold on to your body
and feel each move you make
your voice is warm and tender
a love that I could
not forsake


Un respiro più lungo, perchè quella canzone non era fatta certo per bisbigliare, bensì per urlarne a gran voce le parole. L'illusione non era ancora iniziata, ma non si preoccupava: si fidava del suo cuore, e tanto bastava.

'Cause I'm your lady
and you are my man
Whenever you reach for me
I'll do all that I can

Lost is how I'm feeling
lying in your arms
when the world outside's too much to take
that all ends when I'm with you

Even though there maybe times
it seems
I'm far away
never wonder where I am
'cause I am always by your side


Un piccolo tremore nel suo cuore e, nello stesso istante, anche il pavimento sotto di loro iniziò a tremare. Ci stava forse riuscendo? Non ci voleva pensare, preferiva rimanere concentrata sulla canzone, sui suoi sentimenti... su di lui.

'Cause I'm yor lady
and you are my man
Whenever you reach for me
I'll do all that I can
We're heading for something
somewhere I've never been
sometimes I've frightened
but I'm ready to learn
of the power of love


Le pareti della casa di Sandyon scomparvero come dissolte nel nulla, il cielo sopra di loro si fece plumbeo ed alcune gocce iniziarono a cadere, divenendo poi pioggia scrosciante sopra di loro che però non li poteva bagnare.

Immagine


The sound of your heart beating
made it clear suddently
The feeling that I can't go on
is light years away


Una nota lunghissima, cantata col cuore che sembrava scoppiarle da un momento all'altro: lo sentiva dentro di sé quel potere magico scorrerle dentro ed oltrepassarla, andando quasi oltre lei per avvolgere tutto ciò che incontrava sulla sua strada; non solo Sandyon ma anche Mog, Dastel e Fire, e probabilmente avrebbe racchiuso altre mille persone se solo ci fossero state.

'Cause I'm yor lady
and you are my man
Whenever you reach for me
I'll gonna do all that I can
We're heading for something
somewhere I've never been
sometimes I've frightened
but I'm ready to learn
of the power of love

The power of love
The power of love


E intanto le loro figure si alzavano da terra, perdendo peso e gravità per salire in alto, sempre più in alto, al di là delle nuvole e del paesaggio visibile, vicini al Sole così tanto da avere la sensazione di poterlo toccare, già... forse perchè lei quella sensazione ce l'aveva da quando si era innamorata di lui.

Sometimes I've frightened
but I'm ready to learn
of the power of love

The power of love


Immagine


Riprese fiato a sguardo basso Monique dopo quella performance, col petto che si alzava ed abbassava velocemente: non solo lei e Sandyon ma anche Mog e i loro compagni animali erano appoggiati su quelle nuvole come fossero soffici cuscini bianchi. Socchiuse gli occhi e lanciò un lungo e lento sospiro, prima di tornare a guardarlo con occhi brillanti ed ansiosi di aspettativa.

... era ciò che volevi?

No, non gli chiese se la canzone gli fosse piaciuta... troppa paura del suo giudizio ancora.
Normale, non avrebbe mai voluto sapere di aver deluso le aspettative della persona che amava.
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