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Messaggioda Elisabeth » 29/11/2012, 0:10

Quello che doveva essere un pomeriggio di coccole per Daphne, si era rivelato un pomeriggio in cui la piccola Elisabeth poteva chiacchierare in santa pace con la sua amica Caroline Priscilla senza la presenza del solito Delfino maleducato, quindi un gran bel pomeriggio.

Come tutti i tassi anche Cappie era una bambina umile e non credeva che avesse talento, nonostante fosse riuscita ad entrare nel coro, ma, Elisabeth provò in qualche modo a farle capire che se era entrata nel coro doveva essere brava e proprio per questo pregò la bambina di cantarle qualcosa.

Uhm...d'accordo! Ma canterò solo all'interno del'Auditorium! Non voglio rischiare che qualcuno mi senta e mi prenda in giro a vita...

Allora vorrà dire che verrò a sentire le vostre prove in Auditorium, chissà se sono fortunata riesco anche a sentirti cantare finalmente.

La Serpina non aveva provato nemmeno ad insistere, tanto Cappie non sarebbe fuggita per molto tempo e presto molto presto la bambina sarebbe riuscita a sentirla cantare e solo allora avrebbe potuto dire se le scuse che tirava fuori Cappie per non cantare fossero fondate o meno.

Dopo aver parlato del coro, le due bambine iniziarono a parlare di tante cose comprese le cibarie che la Serpina riceveva regolarmente dalla Francia e che voleva far assaggiare alla sua piccola amica.

Roba da mangiare? Si!
Ehm...scusa...ehehe...


Tranquilla, avevo già immaginato la tua reazione e sono felice di vederti tanto entusiasta all’idea di assaggiare qualche specialità francese, appena mi arriveranno te li farò assaggiare subito.

La Serpina accompagnò le sue parole da un sorriso e poco dopo le due bambine iniziarono a parlare della possibilità per la tassetta di prendere un’aquila, più che altro per rendere la vita difficile al caro Mirtillo II.

Per quanto riguarda l'aquila, non è una brutta idea...ci penserò su! Tanto manca ancora un bel po' a Natale! Credo che alla fine sceglierò il volatile che mi colpirà di più a primo impatto!

Si hai ragione credo che la cosa migliore sia entrare in un negozio di animali e cercare quello che più ci colpisce, vedrai una volta che l’avrai trovato sarà il tuo migliore amico.

E non aggiunse altro era questo che era successo tra la piccola Serpina e Daphne, poco prima della scuola era entrata al Serraglio Stregato dove il suo sguardo aveva incrociato quello della volpina ed era stato amore a prima vista per entrambe, tanto che era quasi impossibile vedere Elisabeth senza Daphne al seguito, beh c’erano le lezioni dove la piccola volpe non andava, ma, per il resto della giornata stavano sempre insieme.

Mentre parlavano di quello che sarebbe diventato il nuovo animaletto di Cappie e del dolcetti francesi, si parlò anche delle cucine di Hogwarts, con la Tassetta che aveva escogitato un piano un po’ folle per far uscire allo scoperto un paio di elfi e farsi dire da questi ultimi dove fossero collocate le famose ed irraggiungibili cucine di Hogwarts. Cappie avrebbe utilizzato una caccabomba, ma, non avendone una a disposizione aveva pensato di trasfigurare un foglio di carta, ma, il quella parte di piano non andò in porto ed ora era venuto il momento di Elisabeth, la bambina avrebbe cantato per l’ennesima volta, sempre con l’intento di attirare qualche elfo.

Durante la canzone la Serpina si dimenticò completamente dello scopo di quella canzone, per la bambina era solo un modo come un altro per lasciare che la musica le entrasse nell’anima, era come se cantando si creasse uno strano legame, un legame che per lungo tempo era stato reciso violentemente e che ora si stava lentamente ricucendo, ma, ahimè anche questa parte del piano fallì nessun elfo fece la sua comparsa, ma, la bambina non si sarebbe arresa tanto facilmente, presto o tardi le cucine di Hogwarts non sarebbero più rimaste segrete alla bambina.

Già, già. Sono veramente furbi!
Cavolo! E' tardissimo! Ellie devo scappare in biblioteca a studiare o questa volta è sicuro che mi bocciano! Vieni con me? O preferisci rimanere ancora un po' qui?


Certo che veniamo con te, un secondo che raccolgo tutto e possiamo andare.

Detto fatto, tutto era stato risposto nell’inseparabile zainetto e presa Daphne, che nel frattempo non si trovava più in braccio alla tassetta, ma, tra le braccia della padroncina seguì l’amica fino alla Biblioteca, dove insieme passarono il resto del pomeriggio a studiare.

[Uscita per Elisabeth]
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Messaggioda Jorge » 15/12/2013, 0:10

[Aula di Pozioni dopo lezione ore 17.00 – Fine Maggio 2017 – Prima dei G.U.F.O.]


Nonostante l’anno scolastico fosse quasi giunto al termine, Jorge non avvertiva la consueta impazienza mista a trepidazione che puntualmente lo assaliva in quel periodo. Certo non vedeva l’ora di tornare a Lisbona, riabbracciare i suoi genitori e avventurarsi alla conquista di Porto o Cascais con suo cugino ma stranamente i progetti per quell’estate non riempivano completamente le sue giornate. C’era la sfida canora che li avrebbe portati in America e dove si sarebbe dovuto fare in otto per supportare il Coro, tenere la sua sorellina lontano dalle mani appiccicose di quel Devo, e spezzare qualche cuore giusto per approfondire la sua conoscenza dell’universo femminile. C’erano i G.U.F.O., sempre più imminenti, che gli avevano tolto il sonno e ridotto l’appetito per l’ansia di non riuscire a passarli con voti abbastanza alti da poter continuare a seguire le materie che gli interessavano, per non parlare della minaccia del padre di ritirarlo da scuola se non avesse ottenuto dei risultati più che decenti. E soprattutto c’erano l’incontro con la Vilvarin, a cui aveva rivolto le sue scuse per come si era comportato con lei quando li aveva salvati dai mini draghi, e le ultime lezioni di Trasfigurazione e Alchimia che lo avevano sommerso di nuove e inaspettate informazioni che lo avevano costretto a rimettere in discussione tutte le sue convinzioni. Fin da quando aveva messo piede nell’aula della Bennet il primo anno aveva compreso che il suo futuro sarebbe stato lì – o in un posto simile – tra calderoni e ingredienti dai nomi assurdi a creare composti che avrebbero reso il Mondo Magico un posto migliore in cui stare o qualcosa di simile. Adesso invece ogni erba o pianta o radice stava acquistando ai suoi occhi una valenza diversa, una sua dignità personale che la faceva andare al di là di un mero strumento per ottenere una specifica Pozione, per non parlare delle potenzialità intrinseche dei composti alchemici che non apparivano più come delle chimere irraggiungibili come la Pietra Filosofale. Aveva riflettuto molto nelle settimane passate ma qualsiasi strada tentava di percorrere arrivava sempre a porsi gli stessi interrogativi. Erbologia, Alchimia e Pozioni potevano essere considerate tre facce diverse della stessa medaglia? Materie interconnesse che senza le altre perdevano gran parte del loro significato? Quindici anni non erano un po’ pochi per decidere cosa fare del suo futuro? In realtà la risposta alla seconda domanda era obbligatoriamente un Si, considerato che una volta svolti i G.U.F.O. avrebbe dovuto scegliere quali materie seguire in base alla carriera che voleva intraprendere una volta terminata la scuola – sempre ammesso che avrebbe potuto permettersi quel lusso. Si era crogiolato nel dubbio per un paio di giorni prima di arrendersi e accettare il fatto che avesse bisogno di aiuto. E dove andare a cercarlo se non lì dove virtualmente era iniziato tutto? L’unica sua speranza era che i cambiamenti appena impercettibili che aveva notato – solo lui a quel che diceva Cappie – nella Bennet gli permettessero di avere con la docente una conversazione civile e proficua.

Io ho un attimo da fare qui. Ci vediamo dopo in Sala Grande, tieni qualcosa da parte della merenda…

Dopo aver sussurrato quelle parole alla sua sorellina al termine della lezione di Pozioni, Jorge si era impegnato a fare le cose il più lentamente possibile in modo da riuscire a rimanere da solo con la docente. Pulì con più cura del solito il suo calderone, raccolse le provette rimaste inutilizzate, ripulì il mortaio e il pestello che avevano usato, e si premurò di riporre tutti gli ingredienti avanzati nel dispensario dell’aula dove si attardò un altro paio di minuti. Quando dall’aula non sentì provenire più alcun rumore riemerse dal temporaneo “nascondiglio” giusto in tempo per vedere la schiena dell’ultimo studente sparire dietro la porta aperta. Si diresse con passo titubante verso il proprio banco sopra il quale facevano ancora bella mostra i suoi appunti ma invece di sistemarli nella borsa diede loro le spalle e , fatto un profondo respiro, si accinse ad affrontare la Bennet.

Professoressa mi scusi, potrei rubarli cinque minuti?

Chiese quindi con un tono di voce pacato ma serio guardandola, nel caso la donna si fosse voltata verso di lui, dritta negli occhi, senza alcun accenno di sfida o arroganza.

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Messaggioda Martha » 17/12/2013, 1:13

[Fine Maggio 2107 - Aula di Pozioni - Ore 17:00]


La fine dell'anno scolastico era ormai alle porte, portando con sè non solo gli ultimi compiti in classe, ma anche gli esami quali i G.U.F.O. e i M.A.G.O. per i ragazzi, rispettivamente, del quinto e del settimo anno. Martha fissò ancora una volta i suoi studenti, mentre spiegava alla lavagna le svariate proprietà dell'anice stellato in campo pozionistico. Era un bene dare una panoramica completa di quell'arte, soprattutto dal momento che alcuni di loro l'anno seguente avrebbero continuato il suo corso, trattando di pozioni molto più complesse rispetto a quelle spiegate negli anni passati. Il suo sguardo si soffermò non solo su coloro che -era certa- avrebbero seguito l'anno seguente la sua materia - quali Alvares, McKinley e Clarke- ma anche su quelli che, invece, non avrebbe rivisto più almeno a lezione, come la Herbert e Kenway. Il prefetto dei Corvonero era stato un ottimo elemento da osservare in quell'ultimo periodo: sempre calmo, serio e riflessivo, possedeva una spiccata profondità che si rifletteva sugli elaborati che il ragazzo svolgeva quando gli venivano assegnati e che, puntualmente, la docente non poteva non elogiare, rasentando molto spesso l'eccellenza. Era un ragazzo davvero straordinario e non per niente Martha lo sentiva già vicino come suo Confratello. Il periodo di osservazione era quasi finito e non appena Zephyr si fosse diplomato, l'Oceano sarebbe andato a trovarlo, offrendogli l'onore di entrare nella Gilda Acuan.
Martha ripensò ad un'altra sua ex-allieva, Alexis Parker, anche lei ormai una neo-Acuan e al loro rapporto, che da semplice insegnante-studente era diventato un rapporto fra consorelle. Certo, la donna trovava ancora molto difficile rapportarsi con la giovane Parker, forse perchè abituata a vederla sempre e solo come la brillante studentessa che rendeva orgogliosa lei e tutti i docenti di Hogwarts della sua bravura nel campo degli studi. Ma la Bennet sapeva bene che anche quella barriera, un giorno, sarebbe crollata e che lei avrebbe avuto la possibilitò di conoscerla -e di farsi conoscere- meglio dalla ex-Delfinazzurro.

...ed è così che vennero scoperte le proprietà magiche dell'anice stellato.
Bene ragazzi, la lezione è finita.
Kenway, raccogli i compiti dei tuoi compagni e poggiali sulla mia scrivania, grazie.
I vostri elaborati dovranno essere pronti per Lunedì prossimo.
Buona giornata a tutti.


Il suono della campanella aveva decretato la fine di quella lezione, spingendo la maggior parte degli studenti a dirigersi all'esterno dell'aula. Martha attese che il prefetto dei Corvonero raccogliesse tutti i compiti sulla sua scrivania, prima di ringraziarlo e congedarlo, mentre lei si preoccupava di raccogliere tutti quei fogli di pergamena e di riporli dentro la borsa. Sebbene quella fosse l'ultima lezione della giornata, la docente sapeva bene che avrebbe dovuto definire un'ultima volta gli appunti da lei trascritti, per affrontare al meglio l'incontro privato che il giorno dopo avrebbe avuto con un'altra sua ex-studentessa: infatti, la signorina Ricciardi -ora Vastnor- l'attendeva quel sabato mattina per trattare della pozione esplosiva, la più complessa che avrebbe insegnato alla neo-mercenaria. Per la docente fu una vera sorpresa scoprire non solo che Sandyon avesse adottato una figlia, ma che quella figlia era proprio la giovane Arianna, una ex- Dragargenteo. Nonostante la sorpresa iniziale però, l'italiana aveva dimostrato una maturità e una serietà che la Bennet non potè non apprezzare e che rendeva quelle lezioni private abbastanza piacevoli- almeno dal suo punto di vista.
Mentre era intenta a sistemare i suoi appunti sulla scrivania, la donna non si era resa conto che uno studente si era attardato in aula, in attesa di avere un colloquio privato proprio con lei. Quando ebbe finito di riporre tutto il proprio materiale in borsa, la donna si voltò, trovandosi di fronte a sè Jorge Alvares, quinto anno Delfinazzurro, che la fissava dritto negli occhi senza però quell'atteggiamento di arroganza e strafottenza che spesso lo aveva reso inviso alla docente di Pozioni.

Professoressa mi scusi, potrei rubarli cinque minuti?

Prego, mi dica pure.

Si, aveva cinque minuti da perdere con uno studente scapestrato ma capacissimo nella sua materia.

C'è qualcosa che non le è chiaro della spiegazione di oggi?

Seria e precisa, ma stranamente disponibile nei confronti del ragazzo.
Qualcosa era davvero cambiato in Martha Bennet.

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Messaggioda Jorge » 22/12/2013, 23:03

Aveva seguito la lezione attentamente, annotando scrupolosamente tutte le nozioni che la Bennet aveva dato loro e appuntandosi al margine della pergamena quei concetti che avevano stuzzicato la sua curiosità e che lo avrebbero portato a spendere qualche ora extra in Biblioteca. I suoi compagni continuavano a rimanere allibiti nel vederlo passare tante ore – non molte in realtà ma a quindici anni la concezione del tempo è sempre relativa soprattutto quando viene sottratto ad attività più ludiche come le ragazze o il Quidditch – nel regno di Madama Berforth, alcuni arrivavano a prenderlo in giro dandogli del secchione ma lui si limitava a scrollare le spalle e ignorarli. Era la sete di conoscenza, il bisogno di colmare la sua immensa curiosità che molto spesso lo aveva fatto finire in enormi guai, che lo spingeva a dividere in maniera equa il suo tempo tra i libri e la scopa, non lo sterile desiderio di fare colpo sugli Insegnanti. Soprattutto perché la pessima reputazione che si era fatto in quegli anni grazie alla sua immensa capacità di finire nei guai più assurdi gli rendeva decisamente difficoltoso entrare nelle grazie di qualunque adulto lì a scuola. Consapevole di quell’handicap Jorge aveva tentato quel quinto anno di tenere un profilo basso e rispettoso, arrivando persino ad ammettere i propri errori e a scusarsi con la Vilvarin e la sua Capa, e il discreto successo che aveva ottenuto - incidente con Lingua Argentata a parte – gli aveva dato abbastanza coraggio dall’affrontare la docente di Pozioni a tu per tu. Si era così “nascosto” nel dispensario dell’aula e mentre attendeva che l’ultimo studente uscisse si ripeteva mentalmente il discorso che voleva farle senza però ottenere alcun risultato apprezzabile. Le cose che le voleva chiedere erano così tante e diverse tra loro che gli sembrava praticamente impossibile riuscire a organizzare un discorso logico e coerente.

Improvviserò!

Si disse, scuotendo la testa mentre palesava la sua presenza e richiedeva alla docente cinque minuti del suo tempo, le mani in tasca e le dita incrociate nella speranza di ottenere una risposta positiva.

Prego, mi dica pure. – un lieve sospiro di sollievo gli gorgogliò nella gola ma lo dissimulò o almeno tentò di farlo [Talento (A)/10] con un leggero colpo di tosse, come se si stesse schiarendo la voce prima di parlare. Il non essere più il ragazzino arrogante che anni prima le aveva chiesto di poter usare la sua aula per aiutare Cappie in pozioni non voleva dire che fosse pronto a mostrare quanto ci tenesse a quella chiacchierata. Forse perché voleva sembrare più maturo o forse semplicemente perché così sarebbe riuscito ad ammortizzare meglio l’eventuale delusione - C'è qualcosa che non le è chiaro della spiegazione di oggi?

No Professoressa, la lezione è stata chiara come al solito, anche se non le nascondo che sono curioso di scoprire al più presto qual è stata l’intuizione che ha spinto Hipworth a utilizzare l’anice stellato nella Pozione Pepata.

Era quello il motivo per cui spendeva un sacco di tempo su una moltitudine di libri diversi, cercare di comprendere cosa avesse spinto eminenti Pozionisti o al contrario dei Signor Nessuno a optare per una o l’altra combinazione di ingredienti al fine di realizzare un composto efficace. A volte sembrava che la fortuna o il caso la facessero da padroni ma in realtà ogni pozione sembrava il frutto di anni passati a studiare le qualità dei singoli elementi per trovare il modo di massimizzarne le proprietà combinandole tra loro. La cosa assurda era che la prospettiva di passare parte della sua vita futura in quelle condizioni non lo spaventava di nulla, anzi aveva già iniziato a tenere una sorta di diario – del tutto teorico visto che non poteva lasciarsi andare liberamente alla sperimentazione - sui catalizzatori magici più efficaci da utilizzare per la composizione dei antidoti ad hoc.

In realtà volevo parlare con lei della Pozione Polisucco e delle sue possibili applicazioni. In particolare mi chiedevo se esiste una sua variante che possa trasformare una persona in un animale. Sa non riesco a credere che un composto alchemico mediamente elementare come la Linfa di Callisto sia in grado di produrre gli stessi effetti dell’Animagia e, al contrario, non esiste una pozione capace di ottenere questo effetto.


Aveva deciso di iniziare con una domanda tecnica, lasciando che fosse il “caso” a guidare il resto della conversazione, ma mentre parlava sentiva crescere dentro di sé il timore che, visti i suoi precedenti, quel suo interessamento per una Pozione di grado avanzato e dagli impieghi potenzialmente pericolosi potesse far scattare una sorta di allarme nella testa della docente, spingendola a non rivelargli nulla se non proprio a cacciarlo dall’aula. Così, pur sapendo che la Bennet prediligeva la sinteticità, aveva deciso di rubare una manciata di secondi al loro incontro per spiegarle come il motivo di quel suo improvviso interessamento fosse puramente accademico, mettendo da parte il fatto che quel suo commento potesse suonare infantile, come di un bambino che cercava in ogni caso di difendere la superiorità della propria squadra del cuore.

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Messaggioda Martha » 27/12/2013, 17:35

Martha aveva incrociato le braccia al petto, fissando in volto il suo studente e valutando le espressioni che si susseguivano sul viso di Jorge Alvares: era giunta alla conclusione che l'adolescente si sentisse sollevato, forse di vederla tanto disponibile nei suoi confronti [Intuito(P):32]. La donna sorrise appena, non potendo proprio dare torto al Delfinazzurro; in fondo, in passato non si era comportata come una vera insegnante avrebbe dovuto fare. Solo da poco, la neo Acuan aveva compreso che il ruolo di docente non iniziava e finiva all'interno di un'aula, ma esso continuava sempre e ogni qual volta uno studente richiedeva il suo sostegno o il suo aiuto per comprendere qualcosa. La maggiore delle Bennet annuì mentre ascoltava con attenzione il parlare del ragazzo, che le stava spiegando il motivo per il quale si era attardato in classe.

No Professoressa, la lezione è stata chiara come al solito, anche se non le nascondo che sono curioso di scoprire al più presto qual è stata l’intuizione che ha spinto Hipworth a utilizzare l’anice stellato nella Pozione Pepata.

Mi aspetto allora una relazione dettagliata al riguardo nel compito che mi consegnerà la prossima settimana.

In realtà volevo parlare con lei della Pozione Polisucco e delle sue possibili applicazioni.

Si spieghi meglio.

In particolare mi chiedevo se esiste una sua variante che possa trasformare una persona in un animale. Sa non riesco a credere che un composto alchemico mediamente elementare come la Linfa di Callisto sia in grado di produrre gli stessi effetti dell’Animagia e, al contrario, non esiste una pozione capace di ottenere questo effetto.

Mediamente elementare?- ripetè, mentre un sorriso stupito e allo stesso tempo divertito si disegnò sul suo volto -Signorino Alvares, sono d'accordo con lei nel reputare la Linfa di Callisto un composto alchemico di medio livello, ma da qui a definirlo elementare rischierei di fare un torto all'alchimista che lo ha inventato!
Le è sembrato tanto semplice da preparare?


Chiese con tono ironico, ma anche incuriosito nel voler conoscere effettivamente la risposta dello studente. Non era da molti considerare facile un composto alchemico come quello che il professor Connor aveva spiegato, sopratutto se quel qualcuno era uno studente del quinto anno. La pozionista voleva sapere fino a dove si spingesse la sete di conoscenza e la bravura dell'adolescente e a questo punto non solo nella sua materia, ma anche in quella del collega.

Ad ogni modo, le posso garantire che, per quanto assurdo, non esiste una variante della Polisucco nè una pozione in generale che trasformi un mago in un animale- sintetica nella sua risposta, la donna rimase per un attimo in silenzio, prima di riprendere a parlare -Tramutare un mago in un animale e tramutarlo in un'altra persona sono due cose completamente diverse e necessitano due tipi di preparati molto differenti fra di loro- iniziò a spiegare la docente -Lei si è mai chiesto come funziona esattamente la Polisucco? Questa pozione è in grado di ricopiare alla perfezione il codice genetico della persona nella quale vogliamo trasformarci: il colore degli occhi, della pelle, la struttura fisica, la voce...solamente la capacità magica viene tralasciata, ma è comunque un risultato straordinario da ottenere, anche se temporaneo- una breve pausa per riordinare le idee, per poi riprendere a parlare -Secondo lei, per quale motivo nessun pozionista si è mai preoccupato di creare una pozione altrettanto efficace ma che tramutasse il mago in un animale?

Una domanda, un modo per verificare come ragionasse la mente del ragazzo. Era una cosa nuova per lei, che non si era mai preoccupata di scoprire a fondo quanto fossero portati nella sua materia i propri studenti -sebbene riuscisse a rendersene conto, almeno al livello basilare, quando li vedeva in classe intenti a preparare pozioni. Attese quindi la risposta del portoghese, lanciando uno sguardo ogni tanto all'orologio appeso al muro.
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Messaggioda Jorge » 30/12/2013, 1:08

Mi aspetto allora una relazione dettagliata al riguardo nel compito che mi consegnerà la prossima settimana.

Annuì con un breve cenno della testa, l’angolo destro della bocca leggermente sollevato ad abbozzare un ghigno saputo. Né i G.U.F.O. alle porte né la momentanea confusione che aleggiava nella sua mente su dove orientare il proprio futuro gli avrebbero impedito di presentare alla Bennet un compito meno che perfetto ed approfondito. Soprattutto adesso che la docente si stava dimostrando così disponibile nei suoi confronti da fargli sperare di poter abusare del suo tempo anche in futuro, caso mai per disquisire di alcuni degli innumerevoli dubbi che erano soliti coglierlo dopo una sessione di studio in Biblioteca. Un po’ come fece subito dopo anche se, in quel caso, il dubbio che voleva condividere con lei era sorto durante una delle lezioni di Connor e che aveva reso per la prima volta in cinque anni ai suoi occhi l’Alchimia interessante quasi quanto Pozioni. Nella foga di spiegare il perché del suo improvviso interesse per la Polisucco, Jorge non prestò la giusta attenzione alle parole utilizzate e quella svista gli si rivoltò, in un certo senso, contro immediatamente.

Mediamente elementare?

Si morse l’interno della guancia, pentito per quella pessima uscita, trovando improvvisamente molto interessante osservare una delle ampolle poste dietro la cattedra. Tutto pur di sfuggire lo sguardo della Bennet che era certo sarebbe stato colmo di rimprovero per essere stato così presuntuoso da sminuire un composto così importante. Fu quindi una chiara espressione di sorpresa mista a sollievo quella che mostrò alla docente quando gli si rivolse con un tono che a lui sembrava più divertito che irritato.

Signorino Alvares, sono d'accordo con lei nel reputare la Linfa di Callisto un composto alchemico di medio livello, ma da qui a definirlo elementare rischierei di fare un torto all'alchimista che lo ha inventato!Le è sembrato tanto semplice da preparare?

Ehmm… mi scusi professoressa non volevo sembrarle arrogante né sminuire l’importanza di questo composto ma bè… - si portò una mano a scompigliarsi i capelli in quello che ormai era diventato quasi un tic nervoso per lui - si, in un certo senso si, il processo di creazione della Linfa Callisto mi è apparso più semplice di alcune delle Pozioni che ci ha illustrato, come per esempio la creazione degli Antidoti per i diversi tipi di veleno. Il procedimento alchemico è lungo e laborioso ma è tutto già prestabilito in quantità e qualità. Certo bisogna fare attenzione a dove si colgono le alghe e al tipo di albero a cui si sottrae un po’ di corteccia e il poter raccogliere l’acqua piovana solo una volta al mese non è un problema da poco ma sono tutti ostacoli che possono essere superati con un po’ di accortezza e pazienza. Creare un Antidoto invece è ogni volta una sfida con se stessi a partire dal dover riconoscere il Veleno da contrastare alla scelta degli ingredienti più efficaci per neutralizzarli per non parlare del catalizzatore che cambia in base agli ingredienti stessi…

Fece una piccola pausa per prendere fiato e approfittarne per occhieggiare il volto della docente e cercare di comprendere se la sua risposta potesse essere stata soddisfacente o meno. Forse definire la Linfa di Callisto mediamente elementare era stata una mossa un po’ azzardata ma di certo frutto di una valutazione comparativa con quello che la Bennet gli aveva insegnato nel corso degli anni.

Ammetto che per poter ottenere un risultato soddisfacente ho dovuto chiedere aiuto a Melia… cioè all’Assistente del Professor Connor– si corresse subito dopo, un lampo di adorazione che gli illuminava per un secondo o due gli occhi al pensiero della sua Ninfa. Non ci trovava nulla di male ad ammettere di essersi cimentato in quella preparazione, soprattutto perché Dylan aveva detto loro che non era illegale – ma lei si è limitata a lanciare l’incantesimo Animaleus Nobodyx sul composto che aveva predisposto e nelle tre settimane successive è stata mia cura far bollisse il tutto per non più di due ore e un quarto … Le devo confessare che è stato quasi rilassante dovermi assicurare solamente che la fiamma non fosse troppo alta e che il composto non strabordasse…

Ammise un po’ titubante, la voce che perdeva un po’ del tono orgoglioso che aveva assunto fino a quel momento – dopotutto la preparazione era andata a buon fine anche se ancora non aveva avuto occasione di testarla su di sé - perché ogni volta che la preparazione di una pozione richiedeva di dover rimestare il calderone ogni tot minuti girando prima in senso orario e poi in senso antiorario aveva sempre paura di confondersi o saltare qualche passaggio con conseguente esplosione del tutto.

Ad ogni modo, le posso garantire che, per quanto assurdo, non esiste una variante della Polisucco nè una pozione in generale che trasformi un mago in un animale – un sospiro sfuggì dalle labbra di Jorge a metà tra il sollevato, perché quella era la conclusione a cui era giunto dopo ore di ricerche infruttuose, e il deluso. -Tramutare un mago in un animale e tramutarlo in un'altra persona sono due cose completamente diverse e necessitano due tipi di preparati molto differenti fra di loro. Lei si è mai chiesto come funziona esattamente la Polisucco?

Modifica il DNA di una persona e la sua struttura cellulare in modo da fargli assumere le sembianze di un’altra persona?

Aveva fatto numerose ricerche in merito al meccanismo della Trasfigurazione umana, indipendentemente dal fatto che venisse attuata mediante pozione, composto alchemico o incantesimo, e quello era in sintesi ciò che aveva compreso anche se ancora ignorava il significato di molti dei termini tecnici in cui si era imbattuto e che ricordavano più testi di medicina e biologia babbani che tomi magici. Avrebbe voluto esprimere ad alta voce quel pensiero ma la Bennet sembrava essere entrata in “modalità spiegazione” e dopo anni di “condizionamento d’aula” il delfino non riusciva a interromperla così, a brucia pelo, senza alzare la mano per chiederle il permesso. E poiché un gesto del genere sarebbe apparso ridicolo, rimase in silenzio, le braccia rigidamente tese lungo i fianchi e le mani che si aprivano e chiudevano a pugno, completamente concentrato sulla donna di fronte a lui.

Questa pozione è in grado di ricopiare alla perfezione il codice genetico della persona nella quale vogliamo trasformarci: il colore degli occhi, della pelle, la struttura fisica, la voce...solamente la capacità magica viene tralasciata, ma è comunque un risultato straordinario da ottenere, anche se temporaneo. Secondo lei, per quale motivo nessun pozionista si è mai preoccupato di creare una pozione altrettanto efficace ma che tramutasse il mago in un animale?

Rimase in silenzio un minuto abbondante, ipotesi e riflessioni che sfrecciavano nella sua mente come bolidi impazziti, apparendo tutte vere e tutte stupide allo stesso tempo. Non si era mai posto una domanda del genere e il timore di dire una qualche sciocchezza rendeva pesante la sua lingua, solitamente così pronta e sciolta.

Mah, forse perché è fondamentalmente inutile sprecare tempo ed energie per creare qualcosa che produce lo stesso effetto di un incantesimo o di un preparato alchemico già esistente… - mormorò titubante, spronato a parlare dal fatto che probabilmente non esistesse una risposta in assoluto giusta a quel genere di domanda – Da quello che ho letto il codice genetico è universale, tendenzialmente simile sia negli uomini che negli animali quindi creare una pozione in grado di replicare il codice genetico di un animale invece che di un uomo non sarebbe poi così complicato – visto che, come la docente aveva appena precisato era in sostanza quello che faceva la Polisucco – Diverso invece è il discorso della struttura ossea e dell’apparato motorio. In effetti la Polisucco si limita a modificare tratti su una base pressocchè uguale, al massimo allunga o accorcia qualche osso o muscolo. Trasformare invece un uomo in un animale vuol dire stravolgerlo completamente, creando ossa, organi e muscoli pressocchè dal nulla - benché stesse ancora parlando a voce alta, dall’espressione del viso concentrato e dallo sguardo sfuocato era chiaro che il portoghese stava per lo più ragionando a voce alta senza tener conto della presenza della docente o di quanto stupide e fuori luogo potessero sembrare le sue osservazioni. – Inoltre richiederebbe una conoscenza pressocchè perfetta dell’anatomia comparata uomo / animale e difficilmente si troverebbe qualcuno disposto a sperimentare su di sé un composto che potrebbe ucciderlo o peggio trasformarlo in un ibrido. Si potrebbe aggirare il problema eseguendo le sperimentazioni sugli animali ma forse anche qui non è una prassi considerata etica…

C’era incertezza nel suo tono di voce perché se da un lato non poteva accettare che la sperimentazione potesse avere dei limiti dall’altro l’idea di far soffrire un’altra creatura per scopi scientifici lo faceva sentire a disagio e di questo poteva solo ringraziare Turner e le sue domande filosofiche sul fatto se piante e animali avessero o meno un’anima. Se fosse stato solo un pochino più sveglio [Intuito (P)=13 +1/d20=14] probabilmente Jorge avrebbe associato il suo rozzo concetto di “ibrido uomo/animale” con i minidraghi con cui lui e la sua sorellina si erano scontrati nella Foresta Proibita l’anno prima, ma quel tipo di ragionamento intuitivo era ancora fuori dalla sua portata.

In ogni caso – continuò picchiettandosi la punta del naso con l’indice e abbassando di poco il tono di voce, non tanto da non farsi sentire dalla docente, ma abbastanza da rendere chiaro che si trattava di una riflessione per così dire personale - una trasformazione di tale entità mediante una pozione dovrebbe essere oltremodo dolorosa visto che la componente magica non sarebbe legata alla Trama ma al Mana o a qualcosa di simile e maghi e streghe non hanno poi molta sintonia con essa.

Fin da quando Logan aveva parlato loro di Mana e Trama e di come la prima rappresentasse l’incarnazione della magia naturale, a Jorge era sorto il dubbio [Intuito(P)/13] che le sue amate pozioni, e con esse tutti i composti a base naturale, agissero magicamente in virtù proprio del Mana e non della Trama, vista l’assenza della bacchetta. Connor poi non aveva fatto altro che rafforzare quel suo pensiero quando aveva spiegato loro che per attivare la Soluzione Arcadia era necessario infondervi il concetto magico di trasfigurazione animale e quindi “incantarla” con l’incanto appropriato e che la trasformazione era indolore. Come si poteva spiegare in altro modo il fatto che sconvolgere il proprio corpo avvenisse in un lampo e senza soffrire quando invece per far ricrescere anche solo un osso ci voleva un sacco di tempo e si soffrivano le pene dell’Inferno?

Mi scusi Professoressa – affermò subito dopo, scompigliandosi i capelli e arrossendo leggermente per la vergogna di essersi lasciato andare a simili farneticazioni – Forse la risposta più corretta e sintetica alla sua domanda è che non lo so…
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Messaggioda Martha » 30/12/2013, 19:42

Disponibile nei confronti dei propri studenti, aperta alle discussioni -quelle intelligenti naturalmente- e paziente verso un ragazzo di quindici anni che stava dimostrando, in quel momento, il desiderio di conoscere qualcosa di più della materia che Martha insegnava: la donna si stava meravigliando di sè stessa e non solo lei, a giudicare dalle occhiate che Jorge le lanciava di tanto in tanto, come se si aspettasse da un momento all'altro una reazione negativa alle sue parole. Come poteva biasimarlo, dal momento che non sempre era stata pronta a dedicarsi agli altri, come invece stava tentando di fare in quel momento? Non era cambiato il suo carattere, ma solo il suo atteggiamento nei confronti del mondo e degli altri, cercando di apprezzare quelle qualità che prima, assolutamente accecata dal proprio dolore, preferiva non vedere.
Parte di tutto questo si dimostrò nella premura con il quale la docente volle conoscere il parere di Alvares su un composto alchemico che il professor Connor aveva spiegato loro in classe qualche tempo fa: la Soluzione Arcadia.

Ehmm… mi scusi professoressa non volevo sembrarle arrogante né sminuire l’importanza di questo composto ma bè…si, in un certo senso si, il processo di creazione della Linfa Callisto mi è apparso più semplice di alcune delle Pozioni che ci ha illustrato, come per esempio la creazione degli Antidoti per i diversi tipi di veleno. Il procedimento alchemico è lungo e laborioso ma è tutto già prestabilito in quantità e qualità. Certo bisogna fare attenzione a dove si colgono le alghe e al tipo di albero a cui si sottrae un po’ di corteccia e il poter raccogliere l’acqua piovana solo una volta al mese non è un problema da poco ma sono tutti ostacoli che possono essere superati con un po’ di accortezza e pazienza. Creare un Antidoto invece è ogni volta una sfida con se stessi a partire dal dover riconoscere il Veleno da contrastare alla scelta degli ingredienti più efficaci per neutralizzarli per non parlare del catalizzatore che cambia in base agli ingredienti stessi…

Annuì alle parole dello studente, valutando il discorso nel suo complesso e non potendo non sentire un moto di orgoglio nel vedere che il ragazzo aveva assimilato tanto bene la sua lezione sugli Antidoti. In parte orgoglio, in parte sollievo nello scoprire che a discapito delle apparenze, il Delfinazzurro dimostrava una maggiore attitudine a fare del bene, visto che la sua curiosità sembrava essersi concentrata più sugli antidoti che sui veleni. Certo, era noto che creare un antidoto fosse molto più complicato e forse l'interesse del ragazzo era stato catturato dalla sfida che quella pozione rappresentava, piuttosto che dal suo uso pratico in campo medico e umanitario. Ma nonostante questo -e anzi, a maggior ragione proprio perchè lei amava quell'arte per le infinite possibilità che offriva- la maggiore delle Bennet lodò dentro di sè il ragionamento dello studente, senza però lasciar trapelare nulla dalla sua bocca. Non era sua abitudine infatti perdersi in complimenti e il suo unico modo per mostrare soddisfazione era un semplice silenzio, intervallato in quel caso da un sorriso lieve ma presente.
La donna, tuttavia, fu costretta a rimangiarsi tutte quelle considerazioni, quando Jorge rivelò di essersi cimentato nell'impresa di preparare la Linfa di Callisto.

Ammetto che per poter ottenere un risultato soddisfacente ho dovuto chiedere aiuto a Melia… cioè all’Assistente del Professor Connor

Come prego?

Lo sguardo della docente si corrucciò, sebbene il ragazzo sembrò non essersi reso conto di quella reazione da parte dell'insegnante.

...ma lei si è limitata a lanciare l’incantesimo Animaleus Nobodyx sul composto che aveva predisposto e nelle tre settimane successive è stata mia cura far bollisse il tutto per non più di due ore e un quarto … Le devo confessare che è stato quasi rilassante dovermi assicurare solamente che la fiamma non fosse troppo alta e che il composto non strabordasse…

Il silenzio calò all'interno dell'aula, un silenzio che per parecchi secondi Martha non fu in grado di interrompere. Sapeva perfettamente che non era illegale preparare quel composto alchemico -probabilmente lo stesso Dylan ogni tanto se ne preparava una scorta- ma era vietato e categoricamente che all'interno di Hogwarts uno studente si azzardasse a prepararlo, al di fuori di una lezione di Alchimia. Jorge Alvares non era uno stupido nè uno sprovveduto: avrebbe sicuramente evitato di rivelare ad un insegnante di aver infranto le regole della scuola con tanta tranquillità. L'unica conclusione alla quale giunse la donna [Intuito(P): 32] era che l'adolescente non fosse al corrente di tale divieto e pertanto, sicuro di non star facendo nulla di sbagliato, l'avesse messo in pratica senza troppi problemi. Quello che sconvolse maggiormente la donna, fu constatare che una prefetta - e fra l'altro una delle studentesse più argute e brillanti che avesse mai conosciuto dopo la Parker- gli avesse permesso di fare una cosa simile. Alvares era giustificabile, non tanto per l'età, quanto perchè sembrava veramente sincero nel parlare con tanta tranquillità della Linfa di Callisto.
Melia Herbert no.
L'Acqua che scorreva dentro di lei aveva bisogno di più tempo per giungere a destinazione -in questo caso ad una soluzione- per questo la docente preferì sorvolare al momento su ciò che lo studente aveva detto e concentrarsi invece per rispondere alla sua domanda sulla Polisucco. In quell'occasione, Martha rivolse a sua volta un altro quesito al ragazzo, stando ben attenta ad ascoltare la sua risposta e, nello stesso tempo, lasciando che la sua mente lavorasse per trovare una soluzione a ciò che aveva appena sentito.

Mah, forse perché è fondamentalmente inutile sprecare tempo ed energie per creare qualcosa che produce lo stesso effetto di un incantesimo o di un preparato alchemico già esistente…

Lasciò il ragazzo libero di parlare, in maniera che la sua mente scegliesse da sola quale fosse la strada più logica ed esatta, senza che venisse influenzata o guidata dalle considerazioni personali della donna. Nel frattempo, i suoi occhi si soffermarono a fissare in volto l'adolescente, cercando di leggervi rimorso, paura o senso di colpa, non riuscendo a riscontrare nessuna delle tre. Invece era ben palese lo sforzo che stava praticando per dare una risposta all'altezza alla sua domanda, cosa che in altre circostanze la pozionista avrebbe apprezzato molto, ma non in quel momento, di fronte al pensiero di dover prendere un provvedimento disciplinare nei confronti di Alvares e della Herbert. Non tanto perchè la donna possedesse un cuore troppo tenero, quanto perchè sapeva perfettamente che il ragazzo dimostrava di avere un cervello che ragionava a dovere, ma sembrava abbonato a sprecarlo e a gettare quello che poteva essere un dono in pasto ai Tranelli del Diavolo -cosa che gli riusciva perfettamente ogni qual volta infrangeva le regole della scuola- mentre per Melia tutto ciò rappresentava una macchia nel suo curriculum scolastico perfettamente lindo, non proprio una bella cosa ad un passo dai suoi M.A.G.O.

In ogni caso una trasformazione di tale entità mediante una pozione dovrebbe essere oltremodo dolorosa visto che la componente magica non sarebbe legata alla Trama ma al Mana o a qualcosa di simile e maghi e streghe non hanno poi molta sintonia con essa.

Il riferimento al Mana, la magia insita nei Druidi, distolse per un attimo i pensieri dal problema che si stava ponendo la docente, concentrandosi invece sull'ultima affermazione detta dal Delfino.

Ne è davvero così sicuro?
Non bisogna mai dare per scontato nulla signorino Alvares, nè nella mia materia nè nella vita di tutti i giorni.
Oggi potremmo essere convinti di non avere nulla a che fare con il Mana e domani...scoprirci tutti druidi.


O quasi. La donna naturalmente parlava per esperienza personale, cosa che il Delfino tuttavia non avrebbe mai potuto comprendere. Il suo ingresso negli Acuan, l'incontro con Eibhlin e quello che era avvenuto ancor prima, in sogno, probabilmente con la personificazione dell'elemento che albergava in lei: Martha era stata costretta a ricredersi su tante cose e adesso, per quanto possibile, cercava di far comprendere al ragazzo la lezione che lei aveva appreso dopo tanti anni.
Che nulla era certo e che tutto poteva cambiare.
Anche la magia che scorreva dentro di te.

Mi scusi Professoressa...Forse la risposta più corretta e sintetica alla sua domanda è che non lo so…

Non deve scusarsi signorino Alvares, non la sto interrogando- rispose con un sospiro, sciogliendo le braccia e portandole lungo i fianchi, appoggiando le mani sulla cattedra- Lei ha solo fatto presente un suo ragionamento e in questo non c'è nulla di sbagliato. Certo, il suo pensiero contiene ancora delle lacune...- come il codice genetico umano, molto più complesso di quello animale da riprodurre, per questo la Polisucco risultava altrettanto difficile da preparare- Ma sostanzialmente ha risposto in modo corretto: con l'Animagia e la Soluzione Arcadia, nessun mago si è mai posto il problema di creare una pozione che avesse lo stesso effetto. La Polisucco è già di per sè molto complessa e sopratutto rappresenta un traguardo raggiunto di cui andare fieri...- si allontanò dalla cattedra, girandovi attorno e ritornando a sistemare la pila di compiti che aveva lasciato ancora fuori dalla sua borsa. Dopo che ebbe finito, la donna aveva raggiunto la calma e la forza necessaria per parlare al Delfino di ciò che aveva fatto con la Linfa di Callisto, fissandolo dritta in volto con un'espressione seria e decisa.

Signorino Alvares, lei è al corrente che ad Hogwarts è vietato agli studenti preparare composti alchemici o pozioni al di fuori delle lezioni?
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Messaggioda Jorge » 04/01/2014, 23:48

La disponibilità della Bennet verso di lui, il desiderio di dimostrarle di essere maturato se non proprio come ragazzo almeno come studente, il modo in cui la donna lo stava ascoltando, in silenzio certo ma con un sorriso lieve che le addolciva i lineamenti. Tutti questi dettagli avevano abbattuto la solita reticenza con cui Jorge si rapportava con gli adulti e lo avevano spinto a raccontarle di come le sue valutazioni sul composto alchemico erano frutto di una riflessione non solo teorica ma anche pratica in quanto si era cimentato nella realizzazione della Linfa Callisto. Aveva parlato a ruota libera, con una serenità disarmante e un bel po’ di orgoglio mal celato, senza rendersi minimamente conto di star mettendo nei guai se stesso e la sua Ninfa. Dopotutto Melia non gli aveva detto che l’aiuto che gli stava dando era un “loro piccolo segreto” e quindi il portoghese non credeva ci fosse nulla di male nel condividerlo con la docente di Pozioni. Anzi nella sua beata ingenuità sperava che quel piccolo sfoggio di conoscenza, ambizione e dedizione a un composto avrebbero potuto ben disporla nei suoi confronti e spingerla a prendere in considerazione l’ipotesi di accettarlo come suo Assistente dopo i G.U.F.O. Preso com’era dalla descrizione delle differenze che aveva notato tra quel particolare composto alchemico e le varie Pozioni che aveva affrontato in quella stessa aula, sia sotto il profilo degli ingredienti che di quello della preparazione, Jorge non registrò i cambiamenti che avvennero nella Bennet, fattasi all’improvviso più cupa e pensierosa, e il silenzio che seguì la sua “confessione” non lo allarmò più di tanto. Probabilmente la docente aveva solo bisogno di un attimo o due per rielaborare il flusso di parole che le aveva riversato addosso e infatti subito dopo gli fece una seconda e molto complessa domanda che lo costrinse a sfruttare tutti i suoi giovani neuroni fino all’ultima goccia per poter produrre una risposta che fosse quanto meno logica e non apparisse come la farneticazione di uno stolto. Se avesse saputo che tutti i suoi sforzi non sarebbero stati in alcun caso premiati in quanto la Bennet era solo parzialmente interessata al suo ragionamento, Jorge come minimo avrebbe dato di matto, perdendo di fatto quel poco di fiducia che aveva negli adulti. Per fortuna il Delfino non aveva ancora un intuito così sviluppato da fargli subodorare che ci fosse qualcosa che non andava nella Pozionista e, giudicato il silenzio dell’altra come un invito a dare libero sfogo alla propria mente, si azzardò a pronunciare a voce alta l’ipotesi che la magia insita nelle pozioni fosse legata al Mana e che quindi i maghi, governati dalla Trama, per trarre da esse dei benefici dovevano per forza soffrire.

Ne è davvero così sicuro?

No e il non poter fare esperimenti per avvallare o smontare la mia tesi è alquanto frustrante.

Mormorò abbattuto, storcendo un po’ la bocca e abbassando lo sguardo verso il pavimento. Quanto avrebbe voluto poter avere sotto mano un Druido e testare su di lui alcune delle loro pozioni, come appunto l’Ossofast, per vedere se anche per lui la ricrescita delle ossa fosse un’esperienza dolorosa o meno.

Non bisogna mai dare per scontato nulla signorino Alvares, nè nella mia materia nè nella vita di tutti i giorni. Oggi potremmo essere convinti di non avere nulla a che fare con il Mana e domani...scoprirci tutti druidi.

Quella affermazione suonava un po’ esagerata alle orecchie del Delfino, ignaro dell’esistenza non solo dei Druidi ma anche delle Gilde, ma non poteva in tutta onestà replicare alcunché o esprimere il proprio dissenso quando lui per primo aveva vissuto sulla sua pelle la veridicità di quelle parole. Aveva dato per scontato per i primi undici anni della sua vita che la magia non esistesse e che Draghi, Vampiri e Incantesimi vivessero solo tra le pagine dei libri fantasy mentre adesso si trovava a passare la maggior parte dell’anno in un Castello popolato da fantasmi, quadri parlanti e scale che si muovevano da sole, per non parlare di quel pezzettino di legno da cui non si separava mai e che gli permetteva di creare meraviglie. Rialzò quindi il capo e cercando di contrastare il rossore delle guance, ammise di non poter rispondere alla sua domanda.

Non deve scusarsi signorino Alvares, non la sto interrogando –Jorge sgranò leggermente gli occhi a quella precisazione, dandosi mentalmente dello stupido per essersi in effetti comportando come se quella non fosse una chiacchierata informale ma una interrogazione - Lei ha solo fatto presente un suo ragionamento e in questo non c'è nulla di sbagliato. Certo, il suo pensiero contiene ancora delle lacune... Ma sostanzialmente ha risposto in modo corretto: con l'Animagia e la Soluzione Arcadia, nessun mago si è mai posto il problema di creare una pozione che avesse lo stesso effetto. La Polisucco è già di per sè molto complessa e sopratutto rappresenta un traguardo raggiunto di cui andare fieri…

Annuì convinto a quella precisazione e dischiuse la bocca per chiedere quali fossero le lacune del suo ragionamento quando la docente si spostò dietro la cattedra, spostando l’attenzione sui compiti che Kenway aveva raccolto per lei. Immediatamente serrò le labbra e si morse l’interno della guancia con fare indeciso. Aveva ancora mille domande da porre alla Bennet, al di là della pozione Polisucco, come per esempio il ruolo dell’Erbologia rispetto a Pozioni, o se poteva dargli qualche consiglio su cosa fare dopo i suoi G.U.F.O. ma aveva la sensazione [Intuito (P)=13] che la donna non fosse più molto ben disposta nei suoi confronti e non riusciva a comprenderne il motivo. Certo aveva fatto uno sproloquio poco prima e non tutte le sue intuizioni dovevano essere state un fulgido esempio di intelligenza e perspicacia ma non credeva di avere detto nulla di inopportuno. Combattuto tra l’andarsene o il provare a parlare, lanciava occhiate indecise verso la cattedra, spostando il peso nervosamente da un piede all’altro, quando la Bennet lo congelò sul posto con l’ultima delle domande che si sarebbe mai aspettato.

Signorino Alvares, lei è al corrente che ad Hogwarts è vietato agli studenti preparare composti alchemici o pozioni al di fuori delle lezioni?

Uno spiacevole brivido freddo gli corse lungo la colonna vertebrale mentre uno strano calore si andava a concentrare sulle sue guance. Sentì il fiato venirgli meno e il cuore perdere un battito prima di accelerare in maniera esagerata. Cosa diavolo c’entrava quello?

No… cioè si… - rispose balbettante, affannandosi a elaborare una giustificazione per un guaio che non si rendeva conto di aver commesso – So che è vietato sottrarre anche solo un milligrammo dai dispensari o utilizzare il calderone o gli alambicchi fuori dalle aule. E so anche che è vietato accedere a un’aula senza la dovuta autorizzazione, ma questo gliel’ho dimostrato già anni fa…

Forse la Bennet se ne era dimenticata ma quel colloquio nel suo ufficio alla presenza di Cappie era rimasto impresso in maniera indelebile nella memoria del portoghese. Giovane e ingenuo, si era sentito umiliato nel dover pregare la docente di potergli far usare la sua aula per aiutare la sua sorellina a migliorare in Pozioni e il rifiuto, che lui aveva avvertito come sdegnoso, lo aveva ferito a tal punto da spingerlo a bloccare la sua Ninfa in corridoio per farsi rassicurare sul fatto che lui non fosse una perdita di tempo. Gli ci erano voluti sei mesi per comprendere che quello era il modo in cui la Pozionista si rapportava con tutti gli studenti ed altri sei per riconoscere la validità del suo rifiuto, soprattutto perché all’epoca ciò che lo aveva spinto a chiedere un tale privilegio non era il desiderio di conoscenza o di mettersi alla prova come invece era accaduto con Melia.

Oh Merlino! – esclamò sinceramente sconvolto dalla rivelazione che aveva appena avuto. Fece un passo indietro come a volersi allontanare dalla Bennet, ottenendo solo il risultato di urtare contro il banco alle sue spalle. Lui in effetti si era esercitato in un composto alchemico al di fuori dell’orario delle lezioni ma era certo di aver fatto tutto secondo le regole. – No no Professoressa non ho rubato nulla dall’aula di Alchimia – si affrettò a dire, parlando velocemente – né mi sono nascosto con un alambicco in una delle nicchie del Castello, non ho infranto le regole della scuola glielo giuro. Io… volevo mettermi alla prova, vedere se ho davvero la capacità, la pazienza e la passione per fare il Pozionista… tra un po’ ho i G.U.F.O. e tutti sanno già più o meno che strada prendere e io invece – si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli e tirandosi qualche ciocca, mentre si chiedeva come diavolo aveva fatto a finire in quell’incubo – non lo so… sono terrorizzato dall’idea di prendere la strada sbagliata e di non poter più tornare indietro… sprecare del tempo e delle opportunità che forse non avrò più … però lei è stata inflessibile e cristallina allora… non ha tempo per stare dietro ai capricci di un ragazzino che forse non ha neanche talento – e preso com’era dal discorso che stava cercando di imbastire il suo tono di voce era privo di qualsiasi sfumatura che non fosse panico – e io ho pensato che bè alla fine i processi alchemici sono simili a quelli per creare una pozione e quindi potevo tentare con il Professor Connor…

Fece un enorme respiro per incamerare aria e umettarsi le labbra improvvisamente secche. Non era abituato a parlare così velocemente e così tanto, ma non poteva correre il rischio che la Bennet si facesse un’idea sbagliata di quello che lui e Melia avevano fatto perché, dal suo punto di vista, non c’era nulla di male.

Però … ecco… non sono bravissimo a parlare con gli adulti, avevo paura di dire la cosa sbagliata così ho chiesto alla Prefetta di intercedere per me con il Professore… perché in parte è anche questo che fanno gli assistenti, no? Sono una sorta di filtro tra la massa di studenti e il docente, sbrigano per lui le incombenze minori per dargli la possibilità di concentrarsi sulle cose davvero importanti… - o almeno lui la vedeva così – Ho aspettato due settimane prima di avere una risposta positiva... Non sono rimasto solo neanche un secondo… il Professor Connor non si è fatto vedere ma probabilmente aveva cose più urgenti da fare e alla fine è stata la Prefetta a imbottigliare la Linfa per consegnargliela… sa per non farmi cadere in tentazioni inutili o correre rischi inutili…

Un’altra pausa per prendere aria e il respiro gli si blocca in gola, impedendogli di continuare a parlare perchè così come l’aveva raccontata la verità sembrava che stesse accusando la sua Ninfa di aver infranto le regole, cosa del tutto falsa perché lui era certo che Dylan fosse al corrente di tutto.

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Messaggioda Martha » 05/01/2014, 17:55

Non era mai stata sua abitudine dare retta ai propri studenti e ne era stata una dimostrazione il colloquio che ebbe con Alvares e la O'Neill quasi quattro anni prima: i due studenti avevano chiesto il permesso di utilizzare l'aula di Pozioni per poter esercitarsi entrambi nella sua materia e permettere così alla Tassorosso di migliorarsi. Martha aveva rifiutato categoricamente di dare il proprio permesso per quella iniziativa, nonostante le buone intenzioni dimostrate dai due ragazzi. Ripensandoci in quel momento, la docente non andava fiera del suo comportamento, sebbene non si sentisse totalmente nel torto, dal momento che Jorge aveva dimostrato per l'ennesima volta -almeno di fronte ai suoi occhi- di essere uno studente valente e capace, ma incontrollabile e propenso a creare guai. Prima di scoppiare in una severa ramanzina però, che avrebbe molto probabilmente affossato l'autostima del Delfinazzurro, la donna preferì seguire gli insegnamenti che aveva appreso durante il suo lungo soggiorno nella Gilda Acuan, lasciando le proprie considerazioni alla fine e ascoltando con pazienza ciò che l'adolescente aveva da dirle.
Mentre Alvares le parlava della Soluzione Arcadia, delle sue teorie riguardo la Polisucco e come funzionassero Mana e Trama, la Bennet potè appurare quanto il ragazzo amasse creare composti, che fossero alchemici o pozioni, scoprire la sua mente che ragionava come un ricercatore, con un'intelligenza viva che probabilmente avrebbe potuto applicare e anche con successo in qualsiasi campo. Eppure, una volta finito di parlare, non si mise ad elogiarlo nè a dimostrare quanto fosse rimasta colpita dal suo ragionamento che si avvicinava molto alla realtà dei fatti. Jorge aveva creato un composto alchemico al di fuori delle lezioni, infrangendo senza neanche rendersene conto -perchè Martha era sicura che lo studente non lo avesse fatto consapevolmente- le regole della scuola. In più, ad aggravare la situazione, c'era anche l'azione di Melia Herbert che, a detta del Delfino, lo aveva aiutato a portare a termine il proprio compito. Per la donna era una cosa inaccettabile che un ragazzo ignorasse così tanto il regolamento scolastico, ma addirittura inammissibile che una prefetta come la Herbert avesse contribuito ad alimentare quell'ignoranza. Tuttavia, fu con tutta la calma di cui era capace che fece al ragazzo una domanda a bruciapelo, saggiando così non solo la sua risposta ma anche la reazione dell'adolescente, per poter giungere ad una decisione definitiva.

No… cioè si… So che è vietato sottrarre anche solo un milligrammo dai dispensari o utilizzare il calderone o gli alambicchi fuori dalle aule. E so anche che è vietato accedere a un’aula senza la dovuta autorizzazione, ma questo gliel’ho dimostrato già anni fa…

Non annuì nè sorrise a quella risposta, continuando a rimanere in silenzio e a fissare in volto lo studente. Martha non era la persona più disponibile di questo mondo e, nonostante fosse cambiata rispetto a qualche anno prima, non era tuttavia mai stata in grado di mettere a proprio agio le persone -e in particolar modo i suoi alunni. Il suo silenzio permase, volontario perchè la Bennet voleva che fosse sempre il ragazzo a giungere alle dovute conclusioni, senza doverlo spingere in alcun modo. Era il suo metodo per dimostrare che credeva nell'intelligenza di chi gli stava di fronte, ma naturalmente questo Alvares non avrebbe mai potuto saperlo, visto quanta poca interazione esisteva fra lui e Martha Bennet al di fuori del suo ruolo di insegnante.

Oh Merlino!No no Professoressa non ho rubato nulla dall’aula di Alchimia né mi sono nascosto con un alambicco in una delle nicchie del Castello, non ho infranto le regole della scuola glielo giuro.

E allora perchè lo ha fatto?

Io… volevo mettermi alla prova, vedere se ho davvero la capacità, la pazienza e la passione per fare il Pozionista…- il sopracciglio della docente scattò verso l'alto, segno inequivocabile che stava ascoltando e anche con molta attenzione le parole del ragazzo. Si era aspettata di tutto come risposta, ma non che Alvares l'avesse fatto per comprendere se fosse adatto ad una professione, la sua professione, quella per la quale la Bennet aveva sacrificato anni e anni della propria vita -tra un po’ ho i G.U.F.O. e tutti sanno già più o meno che strada prendere e io invece non lo so… sono terrorizzato dall’idea di prendere la strada sbagliata e di non poter più tornare indietro… sprecare del tempo e delle opportunità che forse non avrò più … però lei è stata inflessibile e cristallina allora… non ha tempo per stare dietro ai capricci di un ragazzino che forse non ha neanche talento - aveva davvero detto questo? Si, ricordava come all'epoca non si fosse fatta scrupoli a dire ad Alvares che non avrebbe sprecato il proprio tempo dietro ad un ragazzino pestifero e che, ammettiamolo, ne combinava di tutti i colori. Lo scontro con i Mezzodraghi avevano rafforzato ancora di più in lei quella convinzione, ma la sua nuova vita come Ruscello nella Gilda Acuan le aveva anche insegnato la passione che si celava dietro all'insegnamento e che, spesso, i ragazzi ai quali insegnava avevano bisogno di una guida che li aiutasse a crescere e a progredire non solo nella sua materia. Un po' come aveva fatto Norrel con lei -e io ho pensato che bè alla fine i processi alchemici sono simili a quelli per creare una pozione e quindi potevo tentare con il Professor Connor…

Aveva infranto il sogno di un ragazzo, col suo atteggiamento ostile? Il senso di colpa non era un sentimento del quale Martha Bennet era molto avvezza, ma il pensiero che si fosse creato quel macello anche a causa della sua condotta non proprio irreprensibile fece scattare qualcosa in lei, un moto di comprensione per la situazione nel quale versava il Delfinazzurro. Era difficile avere quindici anni, lo sapeva bene: era l'età nel quale ad Hogwarts ti veniva imposta una scelta che avrebbe influenzato per sempre il tuo futuro. Certo, nulla era eterno e anche delle scelte sbagliate fatte in gioventù potevano essere recuperate una volta cresciuti. Ma un adolescente- come Alvares a quanto pare- non era in grado di affrontare con serenità una scelta tanto importante per sè stesso. La donna si profuse in un profondo respiro, sciogliendo le braccia dalla posizione nelle quali le aveva costrette e continuando a rimanere in silenzio, visto che il ragazzo sembrava ancora intenzionato a parlare.

Però … ecco… non sono bravissimo a parlare con gli adulti, avevo paura di dire la cosa sbagliata così ho chiesto alla Prefetta di intercedere per me con il Professore… perché in parte è anche questo che fanno gli assistenti, no? Sono una sorta di filtro tra la massa di studenti e il docente, sbrigano per lui le incombenze minori per dargli la possibilità di concentrarsi sulle cose davvero importanti…Ho aspettato due settimane prima di avere una risposta positiva... Non sono rimasto solo neanche un secondo… il Professor Connor non si è fatto vedere ma probabilmente aveva cose più urgenti da fare e alla fine è stata la Prefetta a imbottigliare la Linfa per consegnargliela… sa per non farmi cadere in tentazioni inutili o correre rischi inutili…

Quindi è tutta colpa di Melia Herbert?

Non gli stava chiedendo di accusare la prefetta dei Serpeverde, nè di ammettere le proprie di colpe: la pozionista sentiva che c'era qualcosa che non le era chiaro in tutta quella storia, ma sebbene avesse posto quella domanda a Jorge sapeva perfettamente che per avere una risposta decente avrebbe dovuto interpellare sia la Herbert che il professore di Alchimia, Dylan Connor.
E capire fin dove era coinvolto l'uomo.
La sua domanda sembrò aver strozzato improvvisamente le corde vocali del Delfino, che si azzittì con un'espressione sconvolta in viso. Martha preferì non attendere oltre la risposta del ragazzo, ma prima che potesse anche solo dire un'altra parola, alzò la mano per bloccare qualsiasi suo tentativo, fissandolo in volto seria ma -almeno questo- non arrabbiata nè delusa.

Alvares, si sieda per favore.

Disse, indicandogli uno dei banchi vuoti all'interno dell'aula e aspettando che lo studente seguisse il suo ordine prima di spostarsi nuovamente di fronte alla cattedra e appoggiandosi su di essa, in maniera da trovarsi uno di fronte all'altro.

Innanzitutto, voglio che lei sappia che per me l'ignoranza non è una giustificazione- esordì con calma e fermezza, senza un tono particolare della voce. Il suo scopo era far capire all'adolescente quale fosse stato il suo sbaglio, se avesse sbagliato naturalmente, ma quello era un dubbio che avrebbe ben presto chiarito -Non le era permesso preparare quel composto alchemico, specialmente dal momento che lei o chiunque altro potrebbe utilizzarlo per scopi...non proprio ai limiti della legalità- no, non lo stava accusando di essere un criminale, semplicemente cercava di fargli comprendere che dal suo punto di vista avrebbe potuto utilizzare quel composto in maniera sbagliata, mettendo in pericolo gli altri e sè stesso -So che la Herbert l'ha aiutata a prepararlo- aggiunse subito dopo, per evitare che il ragazzo tentasse di giustificarsi in qualche modo-Ma anche lei prima di fare qualunque cosa avrebbe dovuto portarle o avere un permesso speciale scritto di suo pugno dal professor Connor. E immagino invece che non sia così...- già, altrimenti perchè non dirlo subito? Questo avrebbe sicuramente tratto fuori dai guai il Delfino e la stessa Melia, perchè un docente si sarebbe assunto la responsabilità di tutto l'accaduto -In ogni caso, questa è una faccenda che risolverò presto con i diretti interessati. Domani stesso parlerò con Connor e con la sua assistente e voglio che anche lei sia presente, Alvares- non c'era bisogno di aggiungere che un rifiuto non era ammesso. Se doveva decidere del destino del ragazzo -perchè un'altra macchia sul suo curriculum scolastico avrebbe potuto portarlo all'espulsione diretta da Hogwarts- voleva che per lo meno il Delfino fosse presente e potesse in qualche modo dire la propria su tutta quella faccenda.
Era stata comprensiva, aveva cercato nei limiti del possibile di non affossare la reputazione del ragazzo: se Heathcliff fosse stato in vita, avrebbe lodato il comportamento della sua assistente. Ma il discorso per il quale si era preparata non si era concluso lì. Jorge aveva esplicitamente parlato delle sue difficoltà nel prendere una decisione per il proprio futuro e per quanto in quel momento la situazione che si era creata fra lui, Melia e Dylan fosse molto più urgente, la Bennet non se la sentì di ignorare completamente i problemi dello studente.
Fu per questo motivo che il tono della sua voce si ammorbidì appena, perchè l'argomento che stava per andare a toccare era molto delicato e voleva che il ragazzo ricevesse quanto più possibile il suo aiuto, cosa che non era stata in grado di fare in passato.

E ora vediamo di risolvere il problema della sua indecisione.
Perchè le piace così tanto la mia materia e Alchimia?


Non aveva ancora smentito la considerazione che Alvares aveva di sè stesso -il fatto che gli mancasse il talento per intraprendere una carriera da pozionista e/o alchimista- ma con calma sarebbe arrivata anche a quello. La sua premura maggiore, in quel momento, era ascoltare ciò che il ragazzo aveva da dire.
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Messaggioda Jorge » 06/01/2014, 23:05

Sapeva di essere nei guai, in grossi grossissimi guai ma per la prima volta da quando aveva varcato i cancelli di Hogwarts non aveva la minima idea del come e del perché ci fosse finito. A undici anni era un bulletto babbano, convinto che il rispetto degli altri si guadagnasse con i pugni e il sarcasmo, che gli adulti non comprendessero le sue necessità e volessero solo tenerlo sotto controllo e manovrarlo come un burattino e che non vi era alcun motivo per dover seguire le regole quando queste erano palesemente stupite o inutili. Grazie a questa “filosofia” di vita si era messo nei guai più volte di quelle che voleva ricordare, ottenendo non la gloria di strada – quella che gli avrebbero tributato suo cugino e gli amici se fosse rimasto ad Alfama – ma solo rimproveri, punizioni e porte sbattute in faccia alle sue ambizioni. Lo avevano cacciato dal coro e non sarebbe mai diventato Prefetto, e come se non bastasse aveva anche messo a repentaglio la vita della sua sorellina ma quell’esperienza almeno aveva avuto il pregio di farlo maturare. Aveva rigato dritto dopo quello scontro, scusandosi con la Vireau e la Vilvarin, impegnandosi nello studio e tenendosi alla larga da qualsiasi tentazione ma qualsiasi sforzo facesse sembrava che non servisse a nulla. Era come se avesse un marchio, come quello di cui aveva letto sui libri di Storia della Magia, tatuato in maniera indelebile addosso e che lo etichettasse come inaffidabile e combinaguai qualsiasi cosa facesse. Ne aveva avuto il sentore a inizio anno, quando per colpa di Lingua Argentata, era stato privato del suo ruolo di supporter e aveva anche fatto preoccupare la sua sorellina. Per quanto le sue intenzioni non erano state di certo onorevoli, i suoi gesti erano stati pacati e controllati ma era stato punito lo stesso per essersi difeso da una che per una pacca su una spalla aveva reagito facendogli un enorme livido su un braccio con il libro di incantesimi. Giusta o sbagliata che fosse stata la punizione, quello che lo aveva ferito nell’orgoglio era stato leggere negli occhi della Vireau prima e di Cappie dopo l’accusa ancor prima che avesse aperto bocca. Entrambe aveva deciso a priori che era stata colpa sua, che lui aveva attaccato quella Serpe e che quindi era di certo colpevole. Adesso, con la mente in subbuglio, la voce balbettante e il cuore che gli batteva a mille, ne aveva la dolorosa certezza: qualsiasi cosa avesse fatto in futuro sarebbe stata solo un’inutile perdita di tempo. Non c’era perdono né possibilità di redenzione per quelli come lui se anche il tentativo di migliorarsi seguendo l’iter ufficiale si tramutava in una scusa per punirlo e forse espellerlo. Nonostante tutto però tentò di spiegarsi, in maniera confusionario e incespicante, saltando da un argomento a un altro, provando di raccogliere tutte le informazioni che sarebbero potute essere utili per tirarsi fuori dai guai e dimenticandosene altre perché una vocina in fondo alla sua testa non faceva altro che sussurrargli è inutile, è tutto inutile.

Quindi è tutta colpa di Melia Herbert?

No.

Ogni fibra del suo essere urlava quella singola sillaba ma le sue labbra sembravano pietrificate così come le sue corde vocali tanto che nessun suono uscì dalle sue labbra mentre nella sua mente non faceva altro che chiedersi perché dovesse esserci per forza un colpevole quando tutto era stato fatto alla luce del sole. Doveva esserci qualcosa che gli sfuggiva ma più ci pensava più non riusciva a comprendere cosa. L’unica cosa certa era che mai, come in quel momento, avrebbe voluto essere lontano anni luce dall’aula di Pozioni.

Alvares, si sieda per favore.

Riluttante e con la mano destra ancora immersa nei suoi capelli che adesso assomigliavano a un nido di uccelli dopo un terremoto, Jorge girò intorno al banco e si sedette. Era troppo nervoso per poter stare fermo, però, così posò le piante dei piedi sulle gambe di legno e iniziò a muovere ritmicamente le caviglie, causando dei piccoli scossoni che faceva a tratti agitare il tavolo.

Innanzitutto, voglio che lei sappia che per me l'ignoranza non è una giustificazione. Non le era permesso preparare quel composto alchemico, specialmente dal momento che lei o chiunque altro potrebbe utilizzarlo per scopi...non proprio ai limiti della legalità.

Mi sta dicendo che non posso esercitarmi in nulla neanche con il permesso del docente? – chiese senza alcun accenno polemico nella voce solo visibilmente sorpreso e incredulo – Cioè non potrei tentare di raccogliere la resina della Rafflesia con il consenso della Vilvarin o esercitarmi nella preparazione di una Pozione Pepata con il suo di consenso?

No, quello per lui non aveva alcun senso. Davvero qualcuno credeva che un’ottima preparazione teorica e poche esercitazioni di gruppo avrebbero potuto insegnare loro l’arte di creare pozioni? Non stava sottovalutando l’importanza dello studio e della ricerca – tutti i composti esistenti erano il frutto di anni di studio – ma d’altro canto sapere che un ingrediente andava aggiunto dopo un altro non rendeva automaticamente capaci di cogliere l’attimo esatto in cui versarlo nel calderone. Il libro non insegnava la reale differenza tra una fiamma dolce e una vivace o la giusta intensità con cui si doveva mescolare una pozione per evitare grumi o al contrario per crearli e difficilmente queste cose si potevano imparare in una classe rumorosa con il docente che doveva passare da un banco all’altro per evitare incidenti. In quel momento Jorge non riusciva a vedere alcuna differenza tra Hogwarts e la scuola babbana dove andava suo cugino, entrambe puntavano a un sacco di teoria e nessuna pratica anche se il mondo là fuori voleva risultati e non belle parole.


So che la Herbert l'ha aiutata a prepararlo. Ma anche lei prima di fare qualunque cosa avrebbe dovuto portarle o avere un permesso speciale scritto di suo pugno dal professor Connor. E immagino invece che non sia così...

Sbattè le palpebre come se fosse un gufo, sempre più confuso, l'espressione del viso attonita e la testa che oscillava in avanti e indietro come se non sapesse se confermare o smentire l’ipotesi della docente. Un permesso? Melia avrebbe dovuto consegnare a lui un permesso scritto da Connor? E per quale motivo? Si sentiva confuso e stordito, in preda a delle strane vertigini, considerato che era seduto, e i suoi neuroni sembravano aver deciso di entrare in sciopero, rendendogli faticoso comprendere il senso anche di quelle semplici parole.

In ogni caso, questa è una faccenda che risolverò presto con i diretti interessati. Domani stesso parlerò con Connor e con la sua assistente e voglio che anche lei sia presente, Alvares

Professoressa mi creda nessuno più di me vuole che questa situazione venga chiarita.

Soffiò, accasciandosi sul banco, come se fosse stato all’improvviso privato di tutte le sue forze. Non era uno sprovveduto, era consapevole che se fosse stato punito nuovamente con molte probabilità la Bergman lo avrebbe sospeso di nuovo se non addirittura espulso ed era una cosa che non si poteva permettere. Attese per un attimo o due che il panico si impossessasse di lui ma avvertì solo una lieve fitta allo stomaco e null’altro. La certezza di non aver fatto nulla di male e la sconfinata fiducia che aveva in Melia e nella sua capacità di spiegare in maniera semplice anche i concetti più complessi lo facevano sentire al sicuro. Riprese a muoversi nervoso sul banco, avvertendo il peso del silenzio che si era venuto a creare come un macigno che gli stava schiacciando il cuore e lanciando occhiate desiderose verso la porta dell’aula. Si schiarì la gola con un colpo di tosse, pronto a scusarsi e scappare via quando la Bennet lo spiazzò per la seconda volta nel corso di quel pomeriggio.


E ora vediamo di risolvere il problema della sua indecisione. Perchè le piace così tanto la mia materia e Alchimia?

Jorge sgranò gli occhi e rivolse alla docente uno sguardo molto cristallino ed eloquente che sembrava voler dire: ”Davvero mi vuole aiutare dopo che il mio futuro è stato appena spinto sull’orlo di un baratro?” Posò i palmi delle mani sul banco, deciso ad alzarsi e andarsene indignato, e si umettò le labbra con la punta della lingua come se stesse assaporando le parole, di certo colorite e poco gentili, che avrebbero di lì a poco lasciato la sua bocca quando i pensieri di poco prima sulle porte sbattute in faccia alle sue aspettativa si ripresentarono con forza. La Bennet si stava mostrando disponibile ad aiutarlo a fare chiarezza dentro di sé nonostante credesse che avesse combinato l’ennesimo guaio e questo era qualcosa che non poteva né voleva gettare ai vermicoli. Fece scivolare le braccia lungo i fianchi e si spinse all’indietro in modo da appoggiare la schiena alla sedia, gli occhi fissi in quelli della docente mentre si prendeva il tempo di riorganizzare la mente e dare una risposta non appropriata quanto la più sincera possibile.

Perchè permettono di creare qualcosa, di trasformare intuizioni e congetture in qualcosa di concreto, di individuare anche nell’elemento più innocuo - come i ghiaccioli nella Pozione Esplodente * - una qualche proprietà fantastica e inaspettata, perché tutto è potenzialmente realizzabile… Mi piace l’idea di poter modellare la natura in base alle necessità usando la natura stessa mantenendo inalterato l’equilibrio che regola il Mondo. Un babbano una volta ha detto: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” ma nulla di quello che i babbani sono in grado di fare si avvicina minimamente a rispettare questo assioma. Loro creano prodotti sintetici, chimici che in natura non hanno riscontro ma che anzi la distruggono. Pozioni ed Alchimia invece permettono di fare questo e tanto altro…

Spoiler:
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