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Per i negozi...

Messaggioda Margaret » 11/04/2013, 22:41

Aiutare la donna non era stato affatto difficile per lei, visto il potere che le scorreva nelle vene, il risultato di una creazione in provetta mischiata ad uno PseudoDrago, o meglio, al suo DNA: così, il cane si era fermato e se n'era andato, lasciandole sole e al sicuro; le mani di Tisifone non si posarono per poco sulle sue spalle, ma se anche fosse successo, la cosa non avrebbe dato alcun fastidio a Margaret, caso mai poteva essere il contrario visto che la sua temperatura corporea si aggirava stabilmente tra i 38.5 e i 39 gradi.
Ed era anche per quel motivo che non sentiva freddo, e poteva andare in giro con un vestiario così leggero e particolare, sicuramente: si sistemò la borsa nera sulla spalla destra e si volse verso la donna, posando gli occhi bicromi su di lei per studiarne il volto, curiosa ma sorridente e soprattutto educata, visto che la prima cosa che fece fu sincerarsi che l'altra stesse bene.

Grazie al suo provvidenziale intervento stiamo tutti bene, Signorina.
Mi sarebbe dispiaciuto dover sollevare la bacchetta contro un essere indifeso anche se ugualmente agguerrito.


A volte gli animali fanno cose che noi non comprendiamo, ma non per questo devono subire l'ira della nostra bacchetta... è stata una fortuna per entrambi, direi, che ci fossi io!

Sia per il cane che per la donna, insomma, così nessuno si era fatto male, visto che chiunque, munito di bacchetta, sarebbe potuto diventare pericoloso e letale per un animale di quel tipo.
Le sorrise ancora, tranquilla adesso, spostandosi un paio di ciocche che morbidamente le accarezzavano la guancia sinistra dietro l'orecchio, con la mano opposta alla zona del volto infastidita, chiedendo intanto alla donna se si fosse spaventata molto.

Mi piacerebbe negarlo ma purtroppo non posso.
Avere la mente altrove a volte comporta questi rischi ma ci sono occasioni in cui vale la pena rischiare.


Oh, a me succede spesso di avere la testa altrove... a volte anche dove non dovrei lasciarla posare, per quanto non lo faccia apposta. Sono contenta comunque che non si sia fatta male!

E se Tisifone era stata criptica nel modo di parlare, Margaret di certo non era stata da meno, facendo un enigmatico e velato riferimento al suo potere, quello della lettura nel pensiero, che spesso si attivava senza che fosse lei a volerlo, mosso da ondate di potere che la mora tratteneva dentro di sé dal suo primo alito di vita.

In ogni caso il suo intervento è stato davvero… prodigioso. Non sapevo esistesse anche per i canidi qualcosa di assimilabile alla Rettilofonia.

Uhm?
Non credo esista, no, proprio no.


Mormorò Margaret alzando le spalle con aria tranquilla, anche se quelle parole avrebbero potuto mandare quantomeno in confusione la Divinante e docente di Hogwarts, che avrebbe avuto ancor più da pensare visto che, in effetti, dalle labbra della mora non era uscito alcun suono.

Mi scusi, comportarmi da maleducata nei confronti di chi mi ha appena aiutato solitamente non è nel mio carattere, Tisifone Samyliak, piacere.

Quel nome avrebbe potuto dirle molto, moltissimo su chi aveva di fronte, ma per (s)fortuna dell'insegnante di Divinazione - dipendeva dai punti di vista - la giovane donna non aveva la minima idea di chi lei fosse, perché né Julie né Lucas avevano fatto menzione della sua figura nelle loro vite, anche se per motivi diametralmente opposti.

Margaret Sanders, piacere mio!

Esclamò dunque, tranquilla nel presentarsi alla donna come se niente fosse, non immaginando cosa il proprio nome potesse significare per lei.

Non sono pratica di Hogsmeade... sa dirmi se c'è qualche pub carino da queste parti dove si ritrovano le persone come me?

E non disse "giovani" perché sarebbe stato scortese, ma il senso era quello: non che Tisifone fosse vecchia, affatto, ma c'era una bella differenza tra loro, nel modo di porsi e anche di vestire, quindi probabilmente anche la differenza anagrafica c'era e non era proprio poca.
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Messaggioda Tisifone » 12/04/2013, 15:32

A volte gli animali fanno cose che noi non comprendiamo, ma non per questo devono subire l'ira della nostra bacchetta... è stata una fortuna per entrambi, direi, che ci fossi io!

Annuì a quella affermazione che rispecchiava quasi in toto il suo modo di pensare. Abituata com’era a poter dialogare tranquillamente con il proprio famiglio, Tisifone aveva scoperto solo da poco, e cioè da quando Lucas e Maya erano entrati nella sua vita, che prendersi cura di un animale comportava un dispendio di energie notevoli e anche un notevole carico di frustrazione considerato che spesso, appunto, non era possibile comprenderne i desideri e le necessità. Quando la ragazza le chiese se si era spaventata, Tisifone non potè fare a meno che confermare quella impressione, usando il suo solito linguaggio criptico, naturale e per nulla costruito, che la gente poco apprezzava normalmente. Tutto, quindi, si sarebbe potuta aspettare dall’altra tranne che una risposta enigmatica al pari della sua.

Oh, a me succede spesso di avere la testa altrove... a volte anche non dovrei lasciarla posare, per quanto non lo faccia apposta. Sono contenta comunque che non si sia fatta male!

Non essendo a conoscenza delle doti (in)naturali della giovane, il primo pensiero di Tisifone fu quello di ritrovarsi di fronte a una piccola Veggente in erba, una Selvaggia, come era solita chiamarla la sua vecchia Insegnante, cioè qualcuno benedetto, o maledetto, dal Dono della Vista privo di una guida che lo aiutasse a non perdere se stesso nelle pieghe del tempo. Assottigliò quindi lo sguardo e inclinò la testa di lato come a volerla sondare meglio, cercando di andare al di là dell’inusuale colore dei suo occhi, le mani che lisciavano la gonna del vestito in un gesto che, per lei, denotava indecisione.

Forse dovrebbe affidarsi a qualcuno che possa insegnarle a mantenere il pieno controllo della sua mente.

Le suggerì quindi, con il tono di voce professionale che usava con i suoi studenti, seguendo, con quel consiglio, il filo logico dei propri pensieri. Un secondo dopo aver pronunciato quella frase, però, se ne pentì non perché non lo considerasse valido ma perché non avrebbe saputo, in coscienza, indicarle qualcuno di affidabile in quel campo. Il modo in cui il cane era andato via, però, aveva destato la curiosità della donna che quindi, con discrezione, o almeno sperava di esserlo stata, discreta, tentò di informarsi su come la ragazza era riuscita a mandarlo via, ipotizzando l’esistenza di una lingua ad hoc come per i rettili.

Uhm?
Non credo esista, no, proprio no.


La risposta che ottenne invece di chiarire non fece altro che alimentare i suoi dubbi, ma la confusione che essa aveva generato nella Divinante non era visibile all’esterno, grazie alla capacità della donna di mascherare i propri sentimenti. Tenendo a bada la propria curiosità, Tisifone si ricordò delle buone maniere, presentandosi a quella inusuale salvatrice, senza però accennare a porgerle la mano ma limitandosi a farle un inchino formale e un cenno del capo.

Margaret Sanders, piacere mio!

Il cuore le si fermò in petto e il suo sguardo divenne vacuo, mentre quelle due parole si ripetevano all’infinito nella sua mente. Margaret Sanders, Sanders, come Julie e Margaret come la ragazzina americana a cui Lucas aveva dato ripetizioni di Trasfigurazione, la stessa ragazzina con cui si era incontrato la domenica precedente a pranzo. Il mondo iniziò a vorticare intorno a lei, mentre mille e più scenari le sfrecciavano davanti. La sorella della donna che aveva deciso di rovinare la vita a lei e al suo uomo, la giovane donna di cui Lucas andava così fiero perché era rimasta la stessa che aveva conosciuto anni prima: pura, semplice, gioiosa. C’era una probabilità su un miliardo che non fosse la stessa persona e lei doveva togliersi quel dubbio a ogni costo. Ma cosa dirle?

La sorella di Julie Sander?

Ecco cosa avrebbe voluto dirle ma non aveva intenzione di paragonare nessuno a quella donna così invece le uscì una domanda che in sé e per sé poteva anche non avere senso, in quanto seguiva il filo logico dei suoi pensieri.

L’allieva americana prediletta di Lucas?

Inutile dire che la domanda successiva di Margaret non venne per nulla registrata dalla mente in sovraccarico di Tisifone e quindi la ragazza avrebbe dovuto ripeterla se avesse voluto una risposta dalla donna.
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Messaggioda Margaret » 12/04/2013, 16:56

Parlare per enigmi non era qualcosa che a Margaret capitava spesso, ma era pur vero che non poteva certo andare a sbandierare in giro le sue capacità come nulla fosse: il padre le aveva ben spiegato sin da piccola quanto lei fosse unica e speciale, e di come si sarebbe potuta ritrovare in pericolo se persone cattive avessero scoperto il suo segreto; quella bambina era cresciuta, naturalmente, ma non aveva dimenticato le raccomandazioni del padre e della sorella, e cercava quindi solitamente di non dare troppo nell'occhio... tranne in casi come quello, nei quali si sentiva quasi in dovere d'intervenire per evitare danni ben più gravi di una telepatia usata contro un cane randagio.

Forse dovrebbe affidarsi a qualcuno che possa insegnarle a mantenere il pieno controllo della sua mente.

Magari!
Ma sfortunatamente non c'è nessuno che possa insegnarmi a tenere a bada la mia mente, fa tutto da sola quando e come le pare, e a quanto so è così che dev'essere!


Rispose la mora, alzando le spalle: il padre ed i suoi colleghi erano stati chiari, sull'argomento... i poteri di Margaret erano un dono prezioso, un vero e proprio miracolo della magiscienza, e non c'era motivo per controllarli o per tentare di governarli. La giovane donna doveva lasciare che si manifestassero come e quando volevano, richiamandoli quando ne aveva bisogno senza però tentare di assoggettarli al suo volere... almeno, non ancora.
Troppo pura e troppo innocente, così la definiva la Setta, ma sapeva anche che costringerla a cambiare avrebbe mandato a monte tutti i loro piani e che, per il momento, potevano soltanto aspettare e tenerla quanto più possibile d'occhio.
Subito dopo, Margaret confermò con tutto il candore possibile alla sua interlocutrice di non aver usato in alcun modo una lingua specifica per far fermare il cane che si era lanciato contro di lei, ma se quelle parole sembrarono lasciare la donna interdetta, ancor di più accadde quando la mora dagli occhi bicromi si presentò.
L'espressione che passò per qualche istante sul viso di Tisifone fece impensierire la più piccola delle Sanders, che fu quasi tentata di richiamare a sé il proprio potere per tentare di leggere nel pensiero della donna per capire su cosa stesse riflettendo: sentendola parlare, però, si rilassò leggermente, ipotizzando che i suoi pensieri fossero legati alla domanda che pronunciò poco dopo.

L’allieva americana prediletta di Lucas?

Ovviamente, sentire il nome di Lucas non fece altro che farle un immenso piacere, illuminando le iridi - una azzurra, l'altra verde - di Margaret e facendo inarcare le sue labbra in uno splendido sorriso.

Sì, esatto!
Le ha parlato di me? Ma allora lo conosce!


Esclamò la ventenne, cercando nella propria mente un qualsiasi riferimento verso Tisifone nella conversazione avuta con Lucas; sfortunatamente per lei, l'ex professore era stato molto attento a non parlare della compagna di fronte a Margaret che, però, avrebbe potuto benissimo raccontare a Julie di averla incontrata, non vedendo nulla di male nella cosa.
Al momento, però, non ci pensava affatto, preferendo concentrarsi su colei che aveva di fronte e alla quale continuava a rivolgere un'espressione solare e tranquilla.

E' per caso una sua collega?
Insegna ad Hogwarts anche lei?


Azzardò dunque la mora, pensando che fosse del tutto possibile che i due fossero colleghi: e lasciò perdere la domanda sul pub, al momento, riflettendo tra sé che, forse, Tisifone non era la persona più adatta a cui chiedere, se davvero lavorava ad Hogwarts, perché difficilmente, o almeno così pensava Maggie, aveva tempo e modo di frequentare molti pub o locali per ragazzi dell'età della mora.
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Messaggioda Tisifone » 12/04/2013, 21:06

Magari!
Ma sfortunatamente non c'è nessuno che possa insegnarmi a tenere a bada la mia mente, fa tutto da sola quando e come le pare, e a quanto so è così che dev'essere!


Più la ragazzina parlava più Tisifone aveva la sensazione, a torto certo ma non poteva essere altrimenti, che il Fato avesse deciso di giocarle un altro brutto scherzo, ponendo sulla sua strada un’altra giovane mente baciata dalla (s)fortuna, come se avere a che fare con Kenway non fosse già abbastanza per il suo carattere tendenzialmente schivo e asociale. Ascoltò quindi con attenzione la risposta della mora, scambiando il suo alzare le spalle come un gesto di rassegnazione per la situazione a quanto sembrava ingestibile.

Nessuno dovrebbe essere schiavo dei propri doni perché in quel modo cessano di essere delle benedizioni.

Si ritrovò quindi a dire con convinzione, basandosi ovviamente sulla propria esperienza personale. Ma il suo era solo il commento di un’estranea e per quanto espresso in maniera veemente, non avrebbe avuto alcun impatto con molte probabilità sulla ragazza. In ogni caso Tisifone non ebbe il tempo di riflettere se fosse il caso o meno di insistere sull’argomento, perché non appena la giovane ebbe finito di presentarsi il suo mondo personale andò sottosopra. Sembrava quasi che fosse destino che le sorelle Sanders la mandassero nel pallone con la loro semplice presenza. Ma se con Julie al negozio era riuscita a mantenere stabile la sua maschera, dimostrandosi fredda e imperturbabile, di fronte a Margaret non riusciva a esercitare lo stesso ferreo autocontrollo. Forse perché le ricordava molto alcuni degli studenti degli ultimi anni, come la Parker che nonostante i suoi diciassette anni si dimostrava molto più maura, o forse per quel suo sorriso genuino che per qualcuno di più morbido di Tisifone poteva anche dimostrarsi contagioso. O forse perché mentre osservava i suoi occhi bicromo nella mente le risuonavano le parole che Lucas le aveva detto pochi giorni prima.

… lei è diversa, è tutto ciò che Julie non è e non sarà mai…

L’unica cosa certa era che se anche il suo viso appariva serio e distaccato, come se il suo nome non le avesse detto nulla, i suoi occhi lasciavano intravedere una marea di sensazioni in districabili l’una dall’altra. Spinta dalla necessità di conferme, la Divinante pose la domanda fatidica in quella che, per lei, era l’accezione più sopportabile, scindendo Margaret da Julie così come aveva fatto il compagno.

Sì, esatto!

Disarmante. Ecco come apparve agli occhi della donna il sorriso che illuminò il volto della giovane americana quando pronunciò il nome di Lucas. E per questo ancora più pericolosa di quanto avrebbe mai potuto dimostrarsi la sorella. Se il suo stupendo Tassorosso si fosse sbagliato, se Margaret non fosse stata davvero così diversa dalla maggiore allora navigavano in acque ancora peggiori di quelle di cui erano a conoscenza. Spostò la mano destra sul polso sinistro, incrociando le mani in grembo, il desiderio di sfiorarla e vedere se la Scozia aveva davvero un’influenza positiva sul suo di dono così forte da farle formicolare la pelle delle dita. Ma, indipendentemente dall’esito, sarebbe stato un atto di sfiducia nei confronti della capacità di giudizio del compagno e quello era un’offesa che non aveva alcuna intenzione di fargli.

MI fido di lui più che di me stessa.

Si ritrovò a pensare, allentando la presa sulle proprie mani e rilassando la posizione delle spalle, gli occhi che si colmavano di amore puro per quell’uomo che le aveva cambiato la vita.

Le ha parlato di me?

Si, - confermò quindi abbassando leggermente il capo nella sua direzione. - mi ha raccontato alcuni aneddoti di quando era suo Insegnante e di quanto gli abbia fatto piacere sapere che era in Inghilterra. Le ha fatto un’ottima pubblicità, come dicono i babbani.

Aggiunse, ritrovandosi suo malgrado a osservare la ragazza adesso con occhi più attenti, da fidanzata più che da donna e non potendo fare a meno di notare quanto fosse bella nella sua eccentricità, dettaglio quello che, era certa, avrebbe fatto sorridere il compagno di divertimento e non storcere il naso come le era venuto spontaneo fare pochi attimi prima.

Ma allora lo conosce!
E' per caso una sua collega?
Insegna ad Hogwarts anche lei?


Quelle domande la lasciarono perplessa e anche un tantino ferita perché sottintendevano che Lucas non le aveva parlato di lei, di loro. Il cuore riprese a batterle più velocemente mentre cercava una spiegazione logica a quel silenzio. Dopotutto Julie sapeva già che stavano insieme quindi nulla di quello che Margaret le avrebbe raccontato avrebbe potuto nuocere loro, o almeno era quella l’opinione della donna. Che forse si vergognava della loro storia? Forse la differenza di età non proprio esigua che li separava?

Sciocca! Non sei stata forse tu stessa a chiedergli di mantenere il riserbo sul vostro rapporto?

La riprese la sua coscienza con la voce dolce e autoritaria del padrino rosso – oro, dandole anche uno scappellotto virtuale e ricordandole come prima o poi la sua paranoia le avrebbe logorato i nervi tanto da ucciderla.

Si, insegno anch’io a Hogwarts, Divinazione per la precisione – rispose quindi, curiosa in parte di vedere come avrebbe reagito l’altra a sentir nominare la sua materia, visto che non sapeva come venisse considerata l’arte divinatoria alla Cyprus. – E quindi si, conosco il Professor Turner anche se…

Tentennò un secondo, cosa che le accadeva di rado, come se non fosse certa di quello che voleva dire. Nonostante fosse quasi un anno che loro due stavano insieme, Tisifone aveva ancora qualche problema a riconoscerlo a voce alta davanti a terzi, come se temesse che esternando la sua felicità questa dovesse venirle sottratta dal Fato. Il non dirlo, però, assumeva ai suoi occhi una valenza negativa, come se si vergognasse o peggio non fosse orgogliosa dell’uomo che aveva accanto e non poteva permettere che qualcuno potesse farsi un’idea tanto sbagliata.

… il nostro non è un rapporto puramente professionale.

Il tono della voce divenne più morbido e gli angoli della bocca si sollevarono leggermente verso l’alto in uno di quei rari sorrisi della donna che coinvolgevano anche gli occhi, lo sguardo tipico di una persona innamorata.
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Messaggioda Margaret » 12/04/2013, 22:45

Nessuno dovrebbe essere schiavo dei propri doni perché in quel modo cessano di essere delle benedizioni.

Oh sì, ha ragione! - convenne Margaret, annuendo leggermente a quelle parole perché erano veritiere anche dal suo punto di vista... peccato che, per lei, la questione fosse leggermente diversa - Solo che il mio non è un dono, almeno non credo... è più un... - come definirlo? - Una parte di me. Io vivo in funzione di ciò che sono, ecco.

Perché era così che si sentiva la mora: tutte le attenzioni che riceveva, se n'era resa conto col tempo, provenivano dal fatto che lei era speciale, in un modo che nemmeno poteva immaginare; la cosa non le dava particolarmente fastidio né le dispiaceva, ma era un dato di fatto e come tale veniva preso in considerazione dall'americana, che a conclusione di quelle parole fece spallucce, del tutto disinteressata, almeno apparentemente.
Un'espressione completamente opposta si formò, invece, sul suo volto, quando il discorso si spostò su Lucas: e visto quanto teneva a lui, non poteva non sorridere verso Tisifone ora che si stava parlando proprio di lui, lui che evidentemente aveva parlato alla donna di Margaret, visto che ci aveva messo poco, sentendo il suo nome, a collegarla a Turner.

Si, mi ha raccontato alcuni aneddoti di quando era suo Insegnante e di quanto gli abbia fatto piacere sapere che era in Inghilterra. Le ha fatto un’ottima pubblicità, come dicono i babbani.

A quelle parole, Margaret non poté impedire al suo volto di arrossire leggermente, di compiacimento e di piacere per quelle parole che la fecero sospirare appena: che Lucas avesse una così alta considerazione di lei era qualcosa che le faceva una gioia immensa, portando il suo cuore a battere ben più velocemente della sua normalità, al punto che se qualcuno avesse potuto ascoltarlo, probabilmente avrebbe pensato che le stesse per scoppiare in petto.

Oh, davvero? - domandò dunque, mordendosi il labbro inferiore coi denti per cercare di trattenere quel sorriso che le stava puntando, impertinente e sfacciato, sulla bocca - Ne sono felice, gli sono davvero molto affezionata, lui è... meraviglioso.

Perché non avrebbe saputo come altro definirlo, nemmeno volendo: d'accordo, forse c'erano ancora dei residui di cotta adolescenziale per lui in quelle parole, ma pensava davvero che fosse un professore ed una persona eccezionale, e non c'era motivo per non farlo presente all'altra, che, secondo l'ipotesi di Margaret, doveva probabilmente lavorare ad Hogwarts proprio con Turner.

Si, insegno anch’io a Hogwarts, Divinazione per la precisione.
E quindi si, conosco il Professor Turner anche se…


Non fece smorfie di scherno né altro sentendo la materia che Tisifone insegnava, d'altronde per lei erano tutte belle ed interessanti allo stesso modo; solo Trasfigurazione, all'epoca, le era sembrata una materia impossibile, ma ci aveva pensato proprio Lucas a farle cambiare idea.
Quel tentennamento non sfuggì però agli occhi chiari e diversi di Margaret, che difatti aggrottò appena la fronte in attesa che l'altra concludesse la propria frase.

… il nostro non è un rapporto puramente professionale.

Uno schiaffo.
Ecco cosa percepì la mora, a livello non fisico quanto più emotivo.
C'erano ben poche probabilità di fraintendere quelle parole, e lei non era stupida: il volto perse un po' di colorito e le labbra si schiusero senza però dire niente di fronte a quell'ammissione.
Lucas non le aveva detto niente... ma perché?
Nella mente di Margaret, l'immagine di Lucas e Julie nuovamente insieme si fece in mille pezzi prima di esplodere, lasciandola senza fiato: aveva creduto che ora, essendo tutti a Londra, sarebbe potuto tornare tutto come un tempo, ma come poteva accadere se lui stava con un'altra?

... capisco...

Mormorò la mora, abbassando lo sguardo e lasciando che le lunghe ciglia le coprissero le iridi bicrome: nel suo cuore si agitavano mille emozioni diverse, ed era difficile tenerle a bada; era felice nel sapere che lui stava emotivamente bene, quello sicuro, ma perché proprio con un'altra? Perché non poteva tornare con Julie?
Cercò di riprendersi velocemente, abbozzando un sorriso sulle labbra che, però, avevano ora perso un po' di colore: doveva capire cosa fosse successo tra Lucas e la sorella, e capire se si potevano aggiustare le cose; nulla contro la donna che aveva di fronte, anzi, sembrava molto simpatica, ma aveva sperato che l'uomo tornasse a far parte pienamente della sua vita... e non poteva lasciarsi scappare quel sogno dalle mani così facilmente.

Lucas non mi ha detto nulla di lei, ma avrà avuto le sue ragioni... - commentò quindi Margaret, il sorriso che le si rafforzava sulle labbra - Prima le avevo chiesto se conosce qualche pub carino da queste parti, magari dove fare un po' di casino... mi può aiutare?

Le domandò nuovamente, facendo finta di nulla e preferendo pensare ad altro, chiudendo nella propria mente diversi pensieri a cui avrebbe dato sfogo in un secondo momento.
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Messaggioda Tisifone » 13/04/2013, 13:32

Oh sì, ha ragione! Solo che il mio non è un dono, almeno non credo... è più un... Una parte di me. Io vivo in funzione di ciò che sono, ecco.

Un’affermazione interessante quella, soprattutto perché pronunciata da una persona così giovane, e che forse avrebbe richiesto di venire approfondita ma quello non doveva essere il tempo e il luogo giusto – se mai fosse esistito – perché ben altre erano le riflessioni che il Fato aveva deciso di sottoporre all’attenzione di Tisifone una volta che la ragazza le ebbe rivelato la sua identità. Shock, incredulità, timore, dubbio. Queste e mille altre le sensazioni che attraversarono la mente della donna, troppe affinchè potesse tenerle tutte sotto controllo tanto che i suoi occhi blu apparvero per una manciata di secondi come un faro nella notte, luminosi anche se era impossibile decifrare cosa li rendesse tali.
Ciò che più la tormentò, all’inizio, rendendole difficoltoso scegliere come porsi nei confronti di Margaret, fu il contrasto tra il suo istinto paranoico di diffidare di chiunque e la fiducia cieca che aveva in Lucas e nella sua capacità di giudizio. Alla fine fu quest’ultima a prevalere, spingendo la donna a rilassare leggermente la posa che aveva istintivamente assunto e a raccontare come il docente di Trasfigurazione fosse orgoglioso della sua ex studentessa, tanto da tesserne ancora le lodi.

Sei capace di incantare chiunque amore mio.

Si ritrovò a pensare, soffermandosi con un sorrisino mentale saputo sul tenue rossore che comparve sulle guance della ragazza.

Oh, davvero?

Non mi permetterei mai di prendermi gioco di lei o di lui diffondendo informazioni non veritiere.

Rispose con un tono di voce pacato, probabilmente a sproposito perché quella poteva benissimo essere la classica domanda retorica.

Ne sono felice, gli sono davvero molto affezionata, lui è... meraviglioso.

A questa definizione il sorrisino di Tisifone divenne reale, l’angolo destro della bocca si sollevò verso l’alto e un leggero brillio divertito attraversò lo sguardo della donna, per il resto impeccabile nella postura dritta, con le mani incrociate ancora in grembo. Quando però venne il momento di spiegare a Margaret come mai conoscesse Lucas, la Divinante si ritrovò di nuovo di fronte a un bivio: nascondere la loro relazione, come d’altronde aveva fatto lo stesso Lucas, probabilmente per rispetto della sua discrezione /paranoia, oppure accennare a essa in maniera sobria e pacata? Il fatto che Demetri l’avesse più volte accusata di non voler dare risonanza alla sua storia perché in fondo se ne vergognava di sicuro non aiutò a decidere in maniera lucida ed equilibrata. Così racimolò tutto quel poco di coraggio Grifondoro che la madre le aveva lasciato in eredità e, con fare titubante, confidò alla giovane che lei e Turner non erano dei semplici colleghi.

... capisco...

Ancor prima che quella semplice parola sfuggì dalle labbra della mora, Tisifone si rese conto di aver fatto la scelta errata visto l’ombra di – cosa? Tristezza? Delusione? – che le sembrò fosse calata su quegli occhi così rari e di conseguenza belli. Per quanto le facesse male sapere di aver turbato quella giovane, non avrebbe potuto fare altrimenti perché, ai suoi occhi, tacere sarebbe equivalso a nascondersi ed era una cosa che non era più disposta a fare.

Schto slucilas?
(Che è accaduto?)


Le sibilò Idra, stranita da quei repentini cambi d’umore dell’amica, facendo scivolare la testa fuori dal suo nascondiglio e puntando il muso e una piccola porzione delle spire superiori verso la giovane.

Njechevò. Tolko ja glupaja.
(Nulla. Sono solo una sciocca.)


Sibilò di rimando, gli occhi ancora puntati in quelli bicromi della giovane americana, in attesa che aggiungesse qualcosa, qualsiasi cosa.

Lucas non mi ha detto nulla di lei, ma avrà avuto le sue ragioni...

Probabilmente è colpa mia – commentò vaga, senza entrare nel merito di un argomento che visibilmente scuoteva la ragazza. Dopotutto Lucas era stato il compagno della sorella e, per quanto fosse completamente a digiuno di dinamiche familiari e rapporti tra sorelle, era normale supporre che Margaret fosse schierata dalla parte di Julie in quel contesto. – E non posso fare altro che scusarmi.

Aggiunse, scuse le sue sincere che spaziavano dal suo essere stata indelicata al fatto che probabilmente Lucas le aveva taciuto quella parte della sua vita per non fare un torto a lei. Tisifone si lasciò andare a un lungo sospiro, stringendo per un attimo le labbra in una linea severa, pensando non per la prima volta che forse non sarebbe stata una buona madre se non ancora capace di comprendere l’animo dei giovani, nonostante si trovasse a stretto contatto con loro ormai da molto tempo. Lisciò con gesti posati pieghe inesistenti della ampia gonna, il capo chino come a raccogliere i propri pensieri, e quando risollevò lo sguardo era la solita Professoressa Samyliak, cortese ma distaccata, gli occhi privi di qualsiasi emozione: un gesto di delicatezza nei confronti dell’altra o forse semplicemente stava perdendosi dentro di sé.

Prima le avevo chiesto se conosce qualche pub carino da queste parti, magari dove fare un po' di casino... mi può aiutare?

Se ha la pazienza di dedicarmi un po’ del suo tempo sarò lieta di accompagnarla in un pub irlandese non molto distante da qui – affermò quindi, supponendo [Intuito(P)=26] che non fosse il tipo da Madame Piediburro e che ci fossero alte probabilità che alloggiasse alla locanda sopra i Tre Manici di Scopa – E nel tragitto potrei farle anche vedere alcuni dei posti preferiti dai nostri studenti, così se vorrà potrà fare qualche conoscenza, sempre che si trattenga fino a sabato.

Così se Margaret avesse acconsentito a trascorrere un po’ di tempo con Tisifone, la donna avrebbe fatto strada, in caso contrario si sarebbe limitata a darle delle indicazioni da dove si trovavano.
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Messaggioda Margaret » 13/04/2013, 18:09

Se il sapere che Lucas aveva parlato bene di lei a Tisifone le aveva quasi fatto toccare il cielo con un dito, scoprire che quella donna era la sua compagna, e che lui quindi aveva cominciato un rapporto sentimentale con un'altra che non fosse la sorella, la portò invece quasi sottoterra; per diversi istanti, lo sguardo di Margaret si fece cupo, quasi triste.
Non aveva nulla contro la docente di Divinazione, non la conosceva e non poteva giudicarla, ma proprio come lei ipotizzava, era normale per la mora parteggiare per la sorella in quella sorta di triangolo amoroso imprevisto, almeno per la ventenne.
Ed il fatto che fosse proprio tale lo fece presente anche alla donna, tentando al contempo di sorriderle seppur con scarsa convinzione.

Probabilmente è colpa mia.
E non posso fare altro che scusarmi.


Va bene, non... non importa.
Non si deve scusare.


O perlomeno non doveva scusarsi con lei, che in fondo era del tutto un'estranea, per la Divinante.
Il sorriso si rafforzò sulle labbra della giovane, perché se anche Lucas stava insieme a Tisifone, non era detto che non potesse cambiare idea, no? C'era sempre la possibilità, nella sua mente, che rivedendo Julie lui decidesse di tornare con lei, quindi nulla era perduto.
Inutile quindi parlarne adesso, meglio concentrarsi su cose più leggere ed interessanti... come trovare un luogo dove poter passare la sua serata che non fosse la stanza del pub in cui aveva preso alloggio, ad esempio.

Se ha la pazienza di dedicarmi un po’ del suo tempo sarò lieta di accompagnarla in un pub irlandese non molto distante da qui. E nel tragitto potrei farle anche vedere alcuni dei posti preferiti dai nostri studenti, così se vorrà potrà fare qualche conoscenza, sempre che si trattenga fino a sabato.

Oh, ho intenzione di trattenermi per tutto il tempo necessario - rispose Margaret con un sorriso sibillino sulle labbra, ma nulla nel tono di voce o nello sguardo bicromo lasciava presagire che fosse qualcosa di male - Sarò felice di seguirla, ed anzi, la ringrazio per la gentilezza!

Perché, in fondo, poteva anche indicarle semplicemente la strada e liquidarla così, non era tenuta ad accompagnarla personalmente; così, la mora prese a camminare accanto a Tisifone, chiedendole qualche informazione su come fosse insegnare Divinazione ad Hogwarts, ed anche sul perché sembrava ci fosse qualcosa, sotto i suoi capelli, che possedeva vita propria.
Solare, spigliata... semplicemente Margaret Sanders.
La giovane donna che nessuno, nemmeno lei stessa, immaginava essere così importante per la temibile Setta dei 12.


[FINE]
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Margaret
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Messaggioda Simon » 27/05/2013, 20:17

Shamrock - Ore 16:30 - Pioggia


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Le gocce scendevano veloci su quel vetro. Quasi volessero scappare dal loro fatidico destino. Si morse il labbro inferiore appoggiato a quel bancone. Non aveva ancora ordinato nulla, aspettava la sua compagnia per quel pomeriggio. Lo sguardo verde si fissò sul vetro bagnato accanto a lui. Mostrava la strada. Mostrava le persone che correvano verso un riparo. Lui era già lì, da tanto, forse troppo tempo. Non voleva fare tardi. Almeno era quello che pensava.

Ora voglio proprio vedere come torni a casa sbruffone!

Eh si. La sua mente si prendeva gioco di lui. Rimase in silenzio un poco annuendo e facendo un leggero sorriso. In effetti aveva voluto fare lo sbruffone, visto che addosso aveva solo una maglietta bianca ed un paio di Jeans scuri. I gomiti premuti sul marmo freddo di quel pub. Non c'era mai andato, ma il messaggio di Julie lo condusse proprio allo Shamrock. Si girò intorno cercando di osservare meglio il posto e i suoi clienti. Non gli dispiaceva. Era tranquillo. Solare, se non fosse per la pioggia. Di tanto in tanto si spostava con la testa. Diciamo quando si apriva la porta. Sperando che fosse lei. Hesna si trovava attaccata alla caviglia del Professore. Non che voleva impugnarla ma soltanto per averla vicina. Fece un respiro profondo quando l'ennesimo cliente entrò nel locale. Si girò verso il barista.

Ancora...niente....grazie...sto aspettando...una persona.

Gli disse poi con non poca difficoltà. Rimase in silenzio cercando di concentrarsi e di mantenere la calma. Magari aveva avuto un contrattempo. Le sarebbe andato incontro se solo sapesse dove era stata tutta la giornata. Si morse il labbro superiore rimanendo in attesa della sua compagna. Almeno così pensava il povero ed Ingenuo Simon. Incurante dell'aspide pronto a colpirlo quando meno se lo aspettava. Lui, non era altro che un giocattolo. Quando la Sanders avrà finito con lui lo getterà via. Questo ovviamente Simon non lo sapeva e non poteva nemmeno intuirlo. Cieco, sperava in quel lieto fine che si era sempre ripromesso di vedere.

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Attese ancora qualche minuto prima di girarsi completamente verso la porta di entrata. Poggiò ancora i gomiti sul bancone. all'attaccapanni si trovava il suo giubbotto di pelle. Alcune persone lo fissavano in modo strano ma Simon non gli diede importanza concentrandosi solamente sulle figure che si avvicinavano a quell'entrata di vetro e ghirigori. Il posto all'interno era piuttosto grande e c'era spazio per molte più persone. Forse causa del tempo atmosferico i posti a sedere erano molti e quindi non c'erano molti problemi a trovare una sistemazione per la coppia. Simon rifletté su quale dei tavoli liberi avrebbe preferito sorseggiare il suo drink la Sanders. Alla fine decise per il chiederglielo.
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Messaggioda Julie » 28/05/2013, 20:18

[Pub Shamrock - ore 16.34 - Venerdì]


Dopo due giorni passati a divertirsi in Messico, al Sole, al caldo, ed in piacevole compagnia, tornare in Inghilterra era stato quasi un delitto, per Julie Sanders: non solo perché si era dovuta allontanare da un clima piacevolmente torrido e dalla possibilità di divertirsi con Asveras - un amante formidabila a letto, tra l'altro - ma anche perché, come al solito, la capitale inglese l'aveva riaccolta nel modo che più le veniva consono... piovendo.
E così, la bella Mangiamorte aveva dovuto stringere i denti e tornare a lavoro, anche se quell'incontro non si poteva definire per forza di quel tipo; era stata, anzi, piacevolmente colpita nel ricevere l'invito di Simon per vedersi, e quale posto migliore se non quello in cui lavorava il neo-fidanzato della piccola Margaret?
Julie non aveva avuto ancora modo di conoscerlo, ma visto che la sorella le aveva parlato di lui fino allo sfinimento, forse era venuto il momento di farsi un'idea su chi fosse: le aveva detto che Robyn lavorava un paio di sere o poco più a settimana come bartender in questo pub irlandese, lo "Shamrock" appunto, e visto che per Simon un posto valeva l'altro, era più pratico andare lì e catturare due boccini con un solo guanto; sapeva di essere in ritardo, l'americana, ma era una prerogativa femminile far attendere il proprio uomo e poi ci aveva messo un po' per decidere cosa mettersi.
Alla fine, visto che pioveva, sì, ma la temperatura non era affatto fredda, aveva optato per un vestito senza maniche, con delle spalline arricciate, una scollatura a V piuttosto profondo, stampo floreale ed un taglio liscio ed aderente che le arrivava fino al ginocchio, mentre ai piedi un paio di parigine col tacco di camoscio marrone; le gambe invece erano lasciate nude, accarezzate ogni tanto da qualche goccia di pioggia.
Arrivata di fronte allo Shamrock, la donna chiuse l'ombrello ed entrò all'interno del pub, lasciando l'oggetto bagnato all'ingresso per cercare il docente con gli occhi, ed abbozzare un piccolo sorriso quando finalmente ne incontrò lo sguardo.

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Stava molto bene, doveva riconoscerglielo.
Si avvicinò a lui, ancheggiando sensualmente mentre sentiva il rumore dei tacchi sul pavimento rieccheggiarle nelle orecchie, per poi fermarglisi di fronte ed ampliare il suo sorriso in uno morbido, gentile... quasi innamorato.
Ma non era una novità che sapesse fingere bene, con lui.

Spero non mi stessi aspettando da molto...


Si sporse verso di lui per baciarlo su una guancia, avvolgendolo così per qualche istante col profumo di fiori che emanava la sua pelle, e tornò a guardarlo subito dopo, scivolando sul posto di fronte a Simon.

E' un posto molto carino, non trovi?
Hai già ordinato qualcosa o hai aspettato me?
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Messaggioda Simon » 28/05/2013, 22:57

Passarono cinque minuti da quando il professore si trovava al bancone. Si morse il labbro inferiore cominciando a pensare che lei gli avesse dato buca per non sa quale motivo. Abbassò lo sguardo. Certo, aveva sicuramente cose migliori da fare che prendere da bere con lui. Almeno era quello che pensava Simon, decidendo di girarsi per l'ultima volta verso la porta. Sentì un rumore di tacchi. Notò prima l'ombrello bagnato posarsi sotto l'attaccapanni. Alzò lo sguardo, notando quel bel vestito. Alla fine notò lei. Sgranò per un attimo gli occhi. Il sole era entrato da quella porta. Le mostrò un sorriso continuando a fissarla mentre lei ancheggiava in sue direzione. Si schiarì la gola abbassando lo sguardo versò il menù ancora chiuso.

Spero non mi stessi aspettando da molto...


Disse lei avvicinandosi e lasciandogli quel bacio sulla guancia. Dal canto suo Simon non poteva non sentire il profumo di fiori che proveniva dalla sua pelle. prese fiato prima di risponderle.

Nono! Ero qui da poco!

Le disse, pensando magari che si fosse sentita in colpa per il ritardo. Appoggiò i gomiti sul tavolo e dopo aver intrecciato le dita delle mani, vi pose il mento, a sorreggerlo. Il suo solito sorriso beota non smetteva di apparire quando lei era nelle vicinanze. Gli occhi non facevano che mangiarla, con quel luccichio tipico dello Scozzese.

E' un posto molto carino, non trovi?
Hai già ordinato qualcosa o hai aspettato me?


Si incantò nell'ascoltarla. Quasi non rispose. Infine tornò con la testa nel mondo dei vivi. Un cenno di diniego con la testa ed una piccola risata verso di lei.

No, stavo aspettando te. Si è molto carino. Chissà se fanno quel Drink che ti piaceva tanto!

Le disse infine osservandola. Era come se fossero tornati davvero a dieci anni prima. Tolse una mano da quell'intreccio, permettendo solo alla destra di sorreggere la sua guancia. Aprì lentamente quel menù osservando quali tipi di thè avessero. Aveva voglia di cambiare, come era cambiata Julie. Almeno così gli aveva detto quella sera a casa sua. Di tanto in tanto alzava lo sguardo verso di lei. Contemplandola, mettendo a fuoco nella sua mente quel sorriso così radioso. Così suo.

Allora? Come è andato l'impegno?

Le disse girando pagina. Non poteva stare fermo ad osservarla tutto il tempo, doveva anche parlare. Ci sarà tutto il tempo di osservarla e di bearsi della sua figura. Era la loro prima uscita fuori dopo dieci anni. Doveva essere tutto perfetto.
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