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Quarto Piano

Lesioni da incantesimo, fatture ineliminabili, maledizioni, applicazione errata di incantesimi, eccetera

Messaggioda Monique » 12/05/2012, 14:24

[Esterno San Mungo - Londra - Martedì - ore 10.24]


Si era conciata davvero bene, per l'occasione.
Anzi, a dire il vero si era conciata male rispetto al suo solito stile, ma bene per quello che era l'intento finale di quella mattina: andare fino al San Mungo per incontrare Asher Brightless, l'unico mago ad aver avuto contatti con la cartella clinica di Sandyon - almeno da ciò che gli aveva detto Ryan - senza farsi scoprire dall'intera comunità magica.
Per questo il suo aspetto era alquanto trasandato, i capelli addirittura tinti di biondo per l'occasione e raccolti in malo modo con una coda approssimata: si era persino fatta prestare uno di quegli aggeggi portatili che i babbani usavano per telefonarsi a distanza, e che ora teneva ben stretto e visibile in mano così da cercare di mescolarsi quanto più possibile con la folla che la circondava.

Immagine


Il motivo di quell'incontro non sarebbe stato certo leggero né piacevole, quindi meglio tenerlo segreto quanto più possibile.

E speriamo che decida di collaborare...

Pensò la donna con un piccolo sospiro, mentre scivolava con grazia all'interno della cabina che l'avrebbe poi condotta all'ingresso dell'ospedale magico: di sicuro la francese non voleva fare del male a Sandyon, ma non era detto che il Medimago le credesse, soprattutto visto il cognome che portava; certo, se era riuscita a convincere la cugina Tisifone - ultra diffidente per natura - che poteva fidarsi di lei forse non sarebbe stato così difficile rassicurare allo stesso modo anche l'uomo, ma era risaputo che ogni persona aveva un carattere ed un modo di porsi diversi quindi le sue erano solo semplici supposizioni speranzose.

Ci siamo.

Si disse Monique mentre percorreva a passi veloci l'ingresso dell'Ospedale, andando a leggere su un tabellone informativo in quali reparti esso fosse diviso: stando alle informazioni che Ryan le aveva dato, avrebbe avuto possibilità d'incontrare al Medimago al quarto piano lavorando lui nel reparto di lesioni da incantesimo, fatture ineliminabili e maledizioni; certo, poteva anche andarle male e scoprire che al momento il suddetto mago non era disponibile, ma sentiva comunque che valeva la pena tentare.

[Quarto Piano San Mungo - Martedì - ore 10.37]


Buongiorno, vorrei parlare col Medimago Asher Brightless per favore.

Voce ferma, decisa, e sguardo che non ammetteva repliche, ecco come si era presentata la donna di fronte alla receptionist del piano che l'aveva accolta con un sorriso: non voleva perdere altro tempo, ogni minuto era prezioso soprattutto se l'uomo avesse mai deciso di collaborare con lei. L'altra assottigliò lo sguardo con fare sospettoso, probabilmente perché non era cosa così usuale che uno sconosciuto - per di più a prima vista sano - chiedesse di un Medimago così influente com'era Brightless.

Posso sapere chi lo desidera?

Una domanda che la francese si sarebbe volentieri evitata, ma che era quasi certa le sarebbe stata posta: avrebbe potuto mentire, certo, ma con suo grande disappunto il cognome che portava aveva un peso ovunque, anche fuori dal paese natio.

... Monique Vireau.

Rispose dunque a bassa voce e denti stretti, giusto per non far sapere all'intero reparto la sua vera identità: la donna di fronte a lei spalancò gli occhi per un momento, dissimulando poi piuttosto male la sua sorpresa - ed il suo disprezzo. La francese cercò di non farci caso, concentrando invece la sua mente su ciò che davvero le premeva: convincere Asher Brightless a farle consultare la cartella di Sandyon al fine di trovare una cura anche solo parziale per la sua incapacità di provare né esternare sentimenti.

Vado a controllare se è disponibile.

Disse allora la receptionist, lasciando il banco dietro il quale stava nascosta per scomparire dietro ad una porta di vetro, probabilmente quella che conduceva al reparto vero e proprio: già, il nome dei Vireau poteva anche esser disprezzato... ma se non altro, quando si trattava di ottenere qualcosa, faceva ancora il suo onesto dovere.
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Messaggioda Asher » 13/05/2012, 11:44

[Quarto Piano San Mungo - Martedì - ore 10.40]


Merlino che mattinata! E sono solo le dieci e mezza.

Esclamò Asher, lasciando cadere le cartelle di alcuni pazienti sulla sua scrivania per poi dirigersi con passo stanco verso la poltrona posta in un angolo del suo ufficio dove aveva intenzione di morire per le prossime ore, o almeno fino alla prossima emergenza. E pensare che quando Demetri gliel’aveva fatta recapitare, con tanto di fiocchetto rosso – oro in contrasto con il verde smeraldo della stoffa pregiata e gli intarsi argentati a formare un serpente le cui spire erano avvolte intorno a un grifone, aveva provato a convincere il compagno a riprenderla indietro, considerando poco professionale avere un oggetto come quello in un ufficio pubblico dell’Ospedale.
In quel momento, invece, mentre vi posava le sue stanche membra, sospirando di piacere per la morbidezza dei cuscini, non poteva far altro che ringraziare per l’ennesima volta la testardaggine della sua Serpe personale nonché la sua lungimiranza.
Benchè il suo turno iniziasse dopo pranzo, durante la notte un vecchio magazzino babbano ai Docks aveva preso fuoco, coinvolgendo nell’incendio buona parte dell’isolato e quindi anche un magazzino di prodotti magici. Fortunatamente non era esploso nulla alcuni oggetti avevano avuto una reazione assurda e imprevedibile venendo a contatto con il fuoco prima e con l’acqua usata dai pompieri per domare le fiamme poi, facendo partire incantesimi assurdi che avevano preso di mira la discoteca magica accanto. In conclusione tutti gli avventori erano stati ricoverati al San Mungo per accertamenti, e tutti i medici non di turno erano stati richiamati al lavoro.

Meno male che il gufo l’ha preso Demetri, se no mi toccava litigare di nuovo con lui.

Mormorò Asher, una nota di stanchezza nella voce, mentre chiudeva gli occhi e provava a rilassarsi, relegando in un angolo remoto della sua testa tutto ciò che riguardava Demetri, Sandyon, la famiglia Vireau e affini.

Toc Toc… Medimago Brightless posso disturbarla?

La voce dolce della CapoInfermiera giunse nel momento in cui stava per abbandonarsi al sonno così il suo invito a entrare sembrò più un grugnito che altro. Aprì un occhio solo per vedere la vecchia donna entrare nel suo ufficio, le mani in grembo a giocherellare nervosa con i bottoni della sua uniforme.

Solo se è questione di vita o di morte, Signorina Percyvall.

Disse quindi, mettendosi dritto sulla poltrona, ma non decidendosi ad alzarsi e abbandonare così quella comoda posizione.

Ehmm… veramente… non so se… forse…

Rispose balbettante la donna, ottenendo in quel modo tutta l’attenzione dell’ex Grifondoro. Se la risoluta e severa Signorina Percyvall si trovava in quello stato di totale imbarazzo, doveva essere accaduto qualcosa di veramente serio.

Su su, non faccia caso al mio pessimo carattere, sa bene che se non dormo almeno otto ore filata sono intrattabile - disse quindi, con un tono di voce più dolce – Mi dica cosa è accaduto e le prometto che non me la prenderò con lei. Dopotutto ambasciator non porta pena.

Aggiunse, facendole l’occhiolino, ben conscio che l’altra non avrebbe capito il proverbio babbano che, però, l’avrebbe fatta sorridere lo stesso.

La Signora Risking dice che al banco della reception c’è una Signorina che la desidera vedere. - iniziò a dire, infatti, la donna, più sicura di sé - In casi normali non l’avrei disturbata ma si tratta di MoniqueVireau e non so se sia il caso o meno di farla attendere…

Concluse, pronunciando il cognome della ragazza con una voce mista di disprezzo e reverenza, come se volesse sbatterla fuori a calci dall’ospedale ma non avesse il coraggio di farlo visto chi era suo padre.

A quel nome, il medimago saltò in piedi, neanche fosse stato punto da un’Acramantula Gigante, gli occhi spalancati dalla sorpresa.

Lei, qui? Perché? Tissy… Sandyon… no lui non avrebbe mai…


Pensieri sconnessi si affollarono nella sua mente, mentre iniziava a camminare nervosamente nel suo ufficio avanti e indietro, conscio di come doveva apparire agli occhi della Signorina Percyvall: totalmente spiritato.

Dì alla Signorina di accomodarsi e tra dieci minuti mandami un promemoria.

Ordinò, prendendo il camice bianco dall’attaccapanni su cui l’aveva posato e indossandolo nuovamente: era in un ospedale, lui era un medimago quindi tutto faceva supporre che lei fosse qui per un consulto medico. Ed era questo che avrebbe trovato un serio e posato professionista che avrebbe parlato solo ed esclusivamente di argomenti medici.

E… Signorina Percyvall… qualsiasi cosa accada in qualsiasi momento non abbia alcuna remora a interrompermi. I pazienti prima di tutto.

Aggiunse, prima di congedare la CapoInfermiera, già solo in quel modo contraddicendosi e supponendo che la Vireau non fosse una semplice paziente. Mentre attendeva che la donna entrasse nel suo ufficio, Asher prese posto dietro alla sua scrivania, chiedendosi distrattamente se quella fosse o meno a conoscenza che lui era il padrino di Tisifone.
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Messaggioda Monique » 15/05/2012, 1:15

Passarono pochi minuti, molto meno di quanti Monique si sarebbe aspettata in realtà, ed ecco tornare la receptionist con quell'espressione a metà tra il deferente ed il disgustato sul volto, un sorriso oltremodo falso ad incurvarle le labbra: la donna sentì un moto di rabbia montarle alla bocca dello stomaco con forza, ma si costrinse a non dire nulla e a rimanere esteriormente impassibile di fronte all'atteggiamento dell'altra.

Il Medimago Brightless la sta aspettando nel suo studio.
La accompagno.


Ed era abbastanza plausibile che l'ultima cosa che la donna desiderava fosse passare altro tempo a contatto con lei, peccato non avesse alcuna altra scelta: Monique la seguì senza fiatare, sentendo il cuore martellarle nel petto; non aveva nemmeno idea di che aspetto avesse Asher, figuriamoci se si sentiva pronta a parlare con lui; naturalmente all'esterno non trapelava nulla del suo tumulto interiore, la maschera di freddezza ben calata sul volto.
Arrivata di fronte allo studio di Brightless, la receptionist bussò alla porta un paio di volte prima di aprirle e lasciarla passare, chiudendola poi alle spalle di Monique che si tolse gli occhiali da sole e puntò lo sguardo ghiacciato sul Medimago.

... signore, chiedo scusa per il disturbo.

Fu quello il suo modo di rompere il ghiaccio, per modo di dire: si avvicinò alla scrivania dietro alla quale si trovava l'uomo e gli si sedette di fronte, senza attendere un suo invito; era e sarebbe stata educata, ma non aveva intenzione di perdersi in inutili convenevoli che le avrebbero fatto perdere solo del tempo.

Mi rendo conto che la mia visita è alquanto... inaspettata per Voi, ma avevo urgente bisogno di parlarVi.

Aggiunse Moni, decidendo di usare il Voi per rivolgersi a lui vista la sua esperienza lavorativa ed indubbiamente anche quella magica: si passò appena una mano sul viso con fare stanco - ed in effetti era proprio così che si sentiva - prima di riprendere a parlare con voce bassa ma decisa.

Sono venuta perché ho bisogno di un favore... un favore che riguarda Sandyon Vastnor.
So che siete amici, quindi posso immaginare che Voi sappiate che tipo di rapporto c'è tra noi... ho bisogno di vedere la sua cartella clinica.


Dritta al punto senza tanti giri di parole, tanto era disposta a rispondere a tutte le sue domande nel caso lui le avesse poste: lo sguardo era fisso e fermo dentro quello del Medimago, non aveva intenzione di mollare la presa tanto facilmente; era testarda, e Brightless se ne sarebbe accorto molto presto.
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Messaggioda Asher » 16/05/2012, 13:48

Asher utilizzò il tempo che la receptionist impiegò per condurre da lui la sua ospite per calmarsi e riprendere a respirare normalmente. Forse non era un bravo come Demetri o Tisifone a nascondere le proprie emozioni dietro a una maschera di fredda e distaccata cortesia, ma di sicuro gli anni passati a svolgere il suo “secondo lavoro” gli avevano insegnato a essere molto più circospetto e guardingo.
Quando, alla fine, la porta del suo ufficio venne aperta sul suo viso era apparso il solito sorriso di cortesia che riservava ai suoi nuovi probabili pazienti, le mani incrociate sul tavolo in bella vista e il camice bianco che usava solitamente per le visite in reparto diligentemente abbottonato, mentre la sua bacchetta giaceva tranquilla in una tasca apposita dei pantaloni babbani che indossava sotto.

Grazie Signorina Risking.

Disse, la voce sicura ma senza quella nota autoritaria che di solito i superiori utilizzavano nei confronti dei propri sottoposti. Una volta che la porta fu richiusa, Asher posò i suoi occhi sulla figura femminile che, sicura di sé, lo stava a sua volta fissando. Da quando Sandyon gli aveva confidato la natura strettamente privata del rapporto che intercorreva tra lui e la Signorina Vireau, il medimago si era ritrovato più volte a chiedersi come essa poteva essere, sia fisicamente che caratterialmente e se e quanto assomigliasse a Rachel. Il dubbio che l’amico si fosse “accontentato” di un surrogato della compianta moglie fisso nella sua mente.

Fisicamente due mondi a parte…

Si ritrovò a pensare, registrando come anomalo il vestiario anonimo e babbano che Monique stava indossando mentre si avvicinava alla sua scrivania.

Probabilmente avrà voluto evitare di attirare l’attenzione e far sapere a tutti che è qui. Anche se per ora mi sfugge il motivo.

Riflettè, apprezzando poco il modo diretto con cui gli si rivolse e i modi di fare poco educati, come se si sentisse in potere di fare quello che voleva.

... signore, chiedo scusa per il disturbo.

Ma prego Signorina Vireau, si accomodi pure.

Disse quindi, con un tono di voce professionale da cui si poteva, con un po’ di attenzione, evincere sia l’ironia che il disappunto verso il suo comportamento, dopo che lei si era già seduta di fronte a lui. Come prima impressione Monique Vireau non aveva per nulla guadagnato punti agli occhi di Asher che non riusciva a vedere quelle differenze rispetto alla sua famiglia d’origine che il compagno d’armi aveva tanto decantato.

Mi rendo conto che la mia visita è alquanto... inaspettata per Voi, ma avevo urgente bisogno di parlarVi.

Più che inaspettata, incomprensibile – rispose con fare pacato e professionale - Tutte le visite per me sono inaspettate ma lei, da quel poco che posso vedere, sta benissimo e non mi sembra che qui, nel mio reparto, sia ricoverato un qualche suo parente. Quindi mi chiedo cosa possa mai volere lei da me.

Domandò, sporgendosi leggermente in avanti, come a dedicarle tutta la propria attenzione. E non era propriamente una finta, perché in effetti Asher stava letteralmente morendo dal bisogno di sapere quale fosse il motivo che l’aveva spinta lì da lui. Aveva in comune troppe persone a lui care per poter liquidare la faccenda come una semplice coincidenza e il non sapere di quanto lei fosse a conoscenza lo rendeva ancora più cauto del normale.

Sono venuta perché ho bisogno di un favore... un favore che riguarda Sandyon Vastnor.

Il riferimento al mercenario se da un lato lo tranquillizzò, perché teneva Tissy lontano dalla linea di fuoco, dall’altro lo fece irrigidire. Cosa mai poteva dirgli lui che non poteva chiedere direttamente al suo compagno?

So che siete amici, quindi posso immaginare che Voi sappiate che tipo di rapporto c'è tra noi...

Il rapporto che intercorre tra lei e Vastnor, come qualsiasi altra cosa interessi quell’uomo, non è roba che mi riguardi.

Puntualizzò, chiamando volontariamente l’amico per cognome, come a voler prenderne le distanze. Era quella una linea di condotta che avevano deciso insieme di adottare per cercare di mantenere l’altro il più al sicuro possibile: in pochi sapevano che si conoscevano, ancora meno che lavoravano insieme e le persone che erano a conoscenza del loro rapporto di amicizia si potevano contare sulle dita di una mano. Probabilmente la donna lì presente era entrata a far parte di quel circolo ristretto ma lui non aveva alcuna intenzione di supportare le sue ipotesi o certezze che fossero, soprattutto quando chiunque avrebbe potuto sentire quella loro conversazione, data la scarsa privacy che il suo ufficio offriva in quel momento.

… ho bisogno di vedere la sua cartella clinica.


Mi spiace ma credo che lei abbia fatto un viaggio a vuoto. Come ben sa le cartelle dei pazienti sono strettamente riservate e il loro contenuto non può essere divulgato.

Rispose prontamente, in maniera garbata e professionale, senza lasciar minimamente trapelare quanto quella richiesta l’avesse sorpreso.

Se ha delle curiosità in materia può sempre rivolgersi al diretto interessato. E ora, se non ha qualcosa di pertinente da chiedermi, può anche andare. Ho dei pazienti di cui occuparmi.

La stava congedando, con tutta la cortesia di cui era capace, indicando le cartelle che aveva precedentemente posato sulla scrivania. Il sottointeso che lei non potesse essere annoverata tra questi e quindi era solo un’enorme perdita di tempo era un sottointeso che aleggiava nell’aria.
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Messaggioda Monique » 17/05/2012, 20:22

Ci mise molto poco, Monique, a comprendere che quell'uomo - per quanto al corrente della sua relazione con Sandyon e che quindi qualche differenza con quella merda che era suo padre ci doveva pur essere - non era affatto felice di averla lì, e che l'ironia celata oltretutto piuttosto bene nella sua voce poteva anche esser sinonimo di disprezzo.
La donna sperava che l'amicizia che legava Asher al suo compagno fosse abbastanza da poter parlare con lui in tono umano e meno distaccato, ma la prima doccia fredda da parte del Medimago non tardò ad arrivare.

Il rapporto che intercorre tra lei e Vastnor, come qualsiasi altra cosa interessi quell’uomo, non è roba che mi riguardi.

Una copertura forse, per non far sapere nulla dell'amicizia tra i due, ma davvero l'uomo credeva che Monique non sapesse certe cose? O forse voleva rimarcare ancora una volta la sua volontà di volerla trattare nel modo più freddo - e spietato - possibile? Fatto stava che, comunque, quella era stata la seconda doccia fredda in meno di cinque minuti, e le cose non migliorarono quando Monique si decide a spiegare quale fosse la motivazione della sua presenza lì.

Mi spiace ma credo che lei abbia fatto un viaggio a vuoto. Come ben sa le cartelle dei pazienti sono strettamente riservate e il loro contenuto non può essere divulgato.
Se ha delle curiosità in materia può sempre rivolgersi al diretto interessato. E ora, se non ha qualcosa di pertinente da chiedermi, può anche andare. Ho dei pazienti di cui occuparmi.


Voi non capite.

Monique quella frase la sibilò a denti stretti, quasi con rabbia: non si sarebbe certo mai aspettata un sorriso ed un consenso a quella richiesta, ma essere liquidata così no, quello non l'accettava. E non perchè fosse una Vireau e quindi dovesse esser trattata meglio, ma proprio perchè lei non si riteneva tale e per questo pretendeva di esser vista come un normale essere umano, e non come la figlia di Nicholas.

Sandyon pensa che non ci siano speranze... si è arreso.
L'ho dovuto scoprire dal... beh, da fonti esterne, che l'uomo che amo non può provare sentimenti come gli altri.


Gli occhi di lei erano fissi in quelli del Medimago, l'espressione del viso tormentata: non era mai stata quel tipo di persona disposta a pregare qualcuno, troppo orgogliosa e fiera per abbassarsi a tanto... ma era pronta a farlo, per lui. Si passò una mano sul viso, come fosse stanca, prima di tornare a parlare.

Voi non avete mai amato qualcuno al punto di pensare di poterVi annullare solo per vedere quella persona felice, anche per un singolo istante? Sandyon non vuole parlarne con nessuno, ma se esiste una sola possibilità che lui possa tornare ad essere come gli altri, a sentire il cuore traboccante di felicità almeno una volta... io ho il dovere di tentare, perchè lo amo.

Aveva parlato a bassa voce così da non permettere a nessuno all'esterno di udire le sue parole, ma forse a Brightless sarebbe venuto in mente d'insonorizzare la stanza così da evitare possibili curiosi fuori dalla porta. In ogni caso, quello che fece dopo Monique fu forse la cosa più sconvolgente di tutta la sua vita.

Quel Dissennatore gli ha portato via la vita... io sto tentando di restituirgliela.
Ma non posso farcela da sola.


Così dicendo si alzò in piedi, fece qualche passo all'indietro... e si mise in ginocchio, col capo rivolto verso il pavimento, in un gesto di sottomissione estrema: lo stress, il nervoso, la frustrazione e la stanchezza fecero crollare la sua solita capacità di fermezza molto velocemente, tanto che quando tornò a parlare la voce era già incrinata e tremula.

Vi sto pregando di aiutarmi, Medimago Brightless, e restituire all'uomo che amo una parte della sua anima che gli è stata strappata via senza che lui potesse fare nulla per difendersi. Vi scongiuro, permettetemi di provare a salvarlo da un'esistenza in cui sarà sempre incapace di sentirsi felice.
Farò qualsiasi cosa per ripagarVi ma Vi prego, Vi prego... aiutatemi.


Ed una piccola lacrima cadde a terra, testimone di quel tormento interiore che imperversava nell'animo della donna da quando aveva conosciuto la verità sulla condizione di Sandyon: quanto era disposta a dare, a cosa era pronta a rinunciare per poterlo aiutare? Beh, osservandola lì a terra, non sarebbe stato difficile darsi una risposta.
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Messaggioda Asher » 17/05/2012, 23:14

Il discorso che aveva fatto e il modo freddo, distaccato e professionale con cui aveva pronunciato ogni singola parola avrebbero fatto desistere chiunque dall’andare avanti con quell’assurda messa in scena. O almeno era quello che pensava Asher che si aspettava di vedere Monique alzarsi di scatto dalla sedia su cui si era accomodata non invitata e uscire indignata, se non addirittura scandalizzata, per il modo in cui l’aveva trattata. Dopotutto i Vireau erano persone poco avvezze a non veder esaudite le loro richieste in maniera celere ed efficiente. Enorme fu quindi il suo sconcerto quando la donna, invece di scattare in piedi, si limitò a sibilargli contro arrabbiata.

Voi non capite.

Sfacciata… come tutti i Vireau.

Si ritrovò a pensare, mentre i flash di vecchi incontri/scontro con Nicholas Vireau gli si affacciavano nella mente, soffocando la sua calma e soffiando sulla fiamma del suo odio verso quell’uomo, represso in tutti quegli anni. Nicholas Vireau incarnava agli occhi di Asher il male in persona, quasi un secondo Signore Oscuro personale, visto che era stata la causa principale di tanta sofferenza per sé e i propri cari, motivo principale per cui Catherine e Lucifer avevano dovuto abbandonare l’Inghilterra.

E probabilmente anche la causa della loro prematura morte.

Ricordò a se stesso, facendo scivolare una mano sotto la scrivania, in modo da poter sfogare la propria rabbia senza dar modo alla donna di accorgersi di nulla.

Sandyon pensa che non ci siano speranze... si è arreso.

Testarda e anche maledettamente imprudente. Questo si stava rivelando agli occhi del Medimago la VicePreside di Hogwarts. Come poteva parlare in quel modo, dire certe cose con una tale nonchalance senza preoccuparsi di chi potesse origliare per sbaglio quella conversazione? La mano da sotto il tavolo passò sul suo fianco, in modo da impugnare la bacchetta e lanciare un incantesimo non verbale silenziate sulla stanza e sigillare la porta, con buona pace del Promemoria che la Signorina Percyvall gli avrebbe mandato di lì a pochi minuti.

Il Signor Vastnor le ha parlato delle sue… condizioni?

Chiese, con una forte dose di scetticismo nella voce. Sapeva perfettamente quando Sandyon fosse geloso di alcuni particolari del proprio passato, l’esperienza con il Dissennatore Rosso in primis e dubitava fortemente che, per quanto tenesse a quella giovane, si fosse confidato con lei, più per evitare di generare in lei qualche sentimento compassionevole che per sfiducia.

L'ho dovuto scoprire dal... beh, da fonti esterne, che l'uomo che amo non può provare sentimenti come gli altri.

Per quanto potesse leggere il tormento e la stanchezza nella voce della donna, quella rivelazione non migliorò la sua disposizione d’animo nei suoi confronti. Il suo comportamento, infatti, denotava una totale mancanza di rispetto nei confronti dell’uomo che, a quel punto, diceva di amare: violare in quel modo la sua privacy, caso mia assumendo qualcuno affinchè indagasse sul suo passato erano gesti così bassi e infimi che gli fecero ribollire il sangue.

Amico mio sei proprio certo che questa donna sia così diversa dai Vireau che conosciamo?

Domanda rivolta a Sandyon, quasi che l’uomo lo potesse sentire e dargli una mano su come comportarsi in quel frangente: seguire l’istinto e scacciare la donna in malo modo o affidarsi alla conversazione che avevano avuto i due mercenari tempo addietro nella Stamberga Strillante e darle un minimo di fiducia?

Lo avete… scoperto? – si limitò quindi a ripetere, un sopracciglio scettico sollevato – E di grazia per quale motivo dovrei io parlarvi di qualcosa che il vostro fidanzata non ha voluto confidarvi?

Domandò, sottolineando in maniera ambigua la parola fidanzato, come se stesse mettendo in dubbio la natura del rapporto che legava i due.

Voi non avete mai amato qualcuno al punto di pensare di poterVi annullare solo per vedere quella persona felice, anche per un singolo istante? Sandyon non vuole parlarne con nessuno, ma se esiste una sola possibilità che lui possa tornare ad essere come gli altri, a sentire il cuore traboccante di felicità almeno una volta... io ho il dovere di tentare, perchè lo amo.

Amore. Un sentimento che l'ex Grifondoro conosceva molto bene e in nome del quale, in gioventù aveva fatto ben altro che fiondarsi nell’ufficio di uno sconosciuto a chiedere delucidazioni. Si era annullato nel vero senso della parola, rinunciando al suo essere uomo pur di stare vicino alla persona che amava. Come poteva quella donna avere contezza di quello di cui stava parlando? Erano parole vuote le sue, atte solo a impietosirlo, oppure nascondevano un fondo di verità? Il dubbio iniziava a insinuarsi in lui, strisciando malevolo sotto pelle.

Quel Dissennatore gli ha portato via la vita... io sto tentando di restituirgliela.
Ma non posso farcela da sola
.

L’aveva ascoltata in silenzio, immobile, e in silenzio la osservò alzarsi, convinto che quella fosse la chiosa finale prima di andare via e invece la donna lo sorprese, ancora una volta, inginocchiandosi sul freddo pavimento di fronte a lui.

Quando lo saprà Sandyon vorrà le mie palle… o più probabilmente quelle di Demetri.

Questo fu il primo pensiero che gli attraversò la mente insieme alla consapevolezza che non vi era nulla di artefatto e costruito nella giovane donna che si stava umiliando di fronte a lui e che l’unica cosa che la spingeva da lui era il desiderio puro e sincero di fare qualcosa per l’uomo che amava, argomento questo che Asher poteva comprendere molto bene. Si alzò quindi dalla sua sedia e con due ampie falcate si avvicinò alla donna.

Vi sto pregando di aiutarmi, Medimago Brightless, e restituire all'uomo che amo una parte della sua anima che gli è stata strappata via senza che lui potesse fare nulla per difendersi. Vi scongiuro, permettetemi di provare a salvarlo da un'esistenza in cui sarà sempre incapace di sentirsi felice.
Farò qualsiasi cosa per ripagarVi ma Vi prego, Vi prego... aiutatemi.


Crede davvero Miss Vireau che se fosse in mio potere curare una tale malattia non mi sarei già prodigato in tal senso? Che sia solo una questione di ottenere la giusta ricompensa?

Le chiese, con un tono di voce altrettanto stanco, senza però celare una nota di disappunto. Il suo accennare a una sorta di ricompensa per fare quello che era in realtà il suo lavoro l’aveva offeso moltissimo, anche se tentava di non darlo a vedere, e dimostrava, ai suoi occhi, in parte che nessuno poteva uscire totalmente indenne dalle influenze della propria famiglia. Le porse quindi una mano per aiutarla ad alzarsi, e, una volta in piedi le avrebbe offerto un fazzoletto per asciugare la lacrima e l’avrebbe ricondotta alla sedia.

Mi dica il suo… informatore… cose le ha detto di preciso?

Chiese quindi, una volta che ognuno ebbe ripreso il proprio posto: voleva sapere di cosa lei fosse a conoscenza prima di poter decidere se e quanto dirle.
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Messaggioda Monique » 18/05/2012, 0:22

Si era appena umiliata.
Aveva appena preso il suo orgoglio e buttatolo nella spazzatura. O in un water, con tanto di sciacquone tirato.
I suoi antenati, da parte dei Vireau naturalmente, con tutta probabilità si stavano rivoltando nella tomba, ringraziando di non poter vivere nuovamente altrimenti sarebbero morti sul colpo di fronte a quella scena.
E la cosa bella era che a Monique di tutto questo non importava un fico secco: tutto ciò che voleva era che Asher, il Medimago di fronte a sé, capisse che lei non era come il padre; non c'era nessun secondo fine dietro alla sua presenza lì, nessun piano malefico ordito per fare del male a Sandyon... anzi, c'era solo la volontà pura e semplice di aiutarlo. E mentre si trovava lì, in ginocchio, l'unica cosa a cui riusciva a pensare non era l'orgoglio ferito, l'umiliazione o l'abbandono di qualsiasi dignità, ma l'amore che provava verso quell'uomo, ed il traboccante desiderio di poterlo aiutare, così tanto da farle scoppiare il cuore.

Crede davvero Miss Vireau che se fosse in mio potere curare una tale malattia non mi sarei già prodigato in tal senso? Che sia solo una questione di ottenere la giusta ricompensa?

Non volevo offenderVi, Vi chiedo scusa - mormorò Monique impacciata, alzandosi da terra ed accomodandosi sulla sedia dove era rimasta seduta fino a poco prima, accettando con un sorriso tremulo il fazzoletto che lui le porgeva - E' che non sono abituata a chiedere aiuto a qualcuno... di solito me la cavo da sola.

Un po' la stessa risposta che aveva dato a Tisifone quando si era toccato l'argomento del confidarsi con qualcuno per farsi dare consigli e cose del genere: su chi mai avrebbe potuto contare Monique? Sul padre, Nicholas, preso nei suoi piani malvagi per impadronirsi del mondo magico? Sulla madre, Caroline, troppo occupata ad invidiare la figlia per volerle davvero bene? Sulla tata, Rose, allontanata da casa non appena Moni si era affezionata a lei e poi uccisa per proteggerla? No, la francese aveva sempre potuto contare solo su se stessa, quindi ammettere di aver bisogno di aiuto era un terreno nuovo, per lei.

Mi dica il suo… informatore… cose le ha detto di preciso?

Mi ha raccontato come sono andate le cose... perchè l'ha saputo direttamente dai genitori di Sandyon - rispose Monique incerta, facendo intendere di non essere del tutto sicura di poter dire il nome della persona che le aveva raccontato la verità... d'altronde, non poteva nemmeno dire che fosse stato Mog il primo a metterle la pulce nell'orecchio, era sicura che il Medimago che le stava di fronte non lo conoscesse proprio - E' una persona molto vicina a lui, anche se Sandyon non lo vede di buon occhio. Temo di non poterVi dire il suo nome perchè lo metterei nei guai, ma gli vuole molto bene, Ve lo posso giurare.

Aggiunse Monique, sperando che ciò bastasse all'altro, spiegandogli la dinamica della storia, come Sandyon fosse venuto a contatto col Dissennatore Rosso e quali effetti avesse provocato questo incontro, cioè l'inibizione delle emozioni nell'anima dell'uomo per più del 30%.

So che può sembrare presuntuoso da parte mia pensare di poterlo aiutare visto che l'avete avuto in cura Voi... non metto in discussione la Vostra capacità, anzi, ma... - e qui si morse appena il labbro con un sospiro - Conosco una persona fuori dal comune ad Hogwarts... una persona in grado di creare pozioni ed unguenti dagli effetti straordinari, miracolosi oserei dire. E' un azzardo, lo so, ma potrebbe essere la chiave per aiutare Sandyon.

Gli spiegò abbassando appena gli occhi e tormentando per il nervoso il fazzoletto che teneva tra le dita, quello offertole da Asher e bagnato dalle sue lacrime.

Lui non mi ha raccontato niente, e dubito lo farà mai... non so se sia per vergogna o per altro, e non credo lo scoprirò tanto presto. Ma ho promesso di prendermi cura di lui e questo significa anche sperare che possa guarire e tentare di tutto per far sì che questo sogno si realizzi. So che Sandyon non nutre più questa speranza, ma io so di averne abbastanza per entrambi.
Ho solo bisogno del Vostro aiuto.
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Messaggioda Asher » 18/05/2012, 20:23

Non volevo offenderVi, Vi chiedo scusa.

Il sommesso mormorio di scuse calmò anche se di poco l’animo del Medimago, dandogli l’ennesima prova che Sandyon non era caduto vittima di chissà quale sortilegio d’amore. Nonostante il peso del cognome che portava non fosse per nulla leggero, Monique era riuscita davvero a trovare il modo di portarlo senza farsene schiacciare. E questa sua forza d’animo poteva solo suscitare ammirazione in chiunque avesse una minima idea di chi fosse davvero suo padre.

E' che non sono abituata a chiedere aiuto a qualcuno... di solito me la cavo da sola.

Non fatico a crederlo.

Preferì pensarlo quel commento, piuttosto che esprimerlo ad alta voce per non dare modo alla ragazza di capire quanto in fondo conoscesse davvero la sua famiglia. Per quanto l’amico potesse avergli parlato di lui e del tipo di “hobby” che condividevano, dubitava fortemente che avesse rivelato alla compagna il legame che esisteva tra lui e Tisifone e, di conseguenza, tra lui e Caroline Vireau, l’unico elemento di collegamento tra loro. Il fatto che la VicePreside non avesse ancora fatto menzione alla sua figlioccia non faceva altro che rafforzare quella sua sicurezza.

Mi ha raccontato come sono andate le cose... perchè l'ha saputo direttamente dai genitori di Sandyon. E' una persona molto vicina a lui, anche se Sandyon non lo vede di buon occhio. Temo di non poterVi dire il suo nome perchè lo metterei nei guai, ma gli vuole molto bene, Ve lo posso giurare.

Non c’era bisogno che Monique rivelasse la sua fonte, già con quelle scarne informazioni Asher aveva compreso di chi si trattasse. Data la delicatezza dell’informazione le persone a conoscenza di quel particolare della vita del mercenario si contavano praticamente sulle dita di una mano. Per sicurezza lo staff medico non essenziale che aveva avuto in cura il neonato era stato oblivato e la sua cartella medica secretata. Asher dubitava fortemente che Rachel, la prima moglie dell’uomo, fosse stata inclusa in quella ristretta cerchia.

Esiste solo una persona tanto avventata da fare una cosa del genere…

Pensò con fastidio l’ex Grifondoro, ma preferendo tenere per sé quell’ipotesi. Del fratello di Sandyon Asher sapeva una sola cosa, che esisteva e se, come credeva, la “gola profonda” di Monique era lui, già quello era fonte di enormi problemi.

Noto con disappunto che non ha lesinato sui particolari.

Commentò poi, a voce più alta, dopo aver ascoltato il breve resoconto della ragazza.

So che può sembrare presuntuoso da parte mia pensare di poterlo aiutare visto che l'avete avuto in cura Voi... non metto in discussione la Vostra capacità, anzi, ma...

Non è una questione di mettere o meno in dubbio le mie capacità, ma di credere che i miracoli esistano ed essere anche capaci di compierne.

Iniziò a dire, provando a interrompere quel flusso di parole, approfittando del sospiro della ragazza.

Un Dissennatore Rosso non si limita, come i normali Dissennatori a succhiare via ogni briciolo di felicità da un corpo umano, esso attacca direttamente la capacità dell’uomo di provare un qualsiasi tipo di sentimento positivo. Questo vuol dire che, mentre un uomo sottratto al bacio di un Dissennatore può tornare a essere una persona normale, e di casi clinici acclarati ne esistono molti, chiunque venga sottoposto al bacio di un Dissennatore Rosso perde la capacità di provare sentimenti in percentuale direttamente proporzionale all’esposizione al bacio.

Spiegò con il suo tono professionale, sapendo che l’unico modo per non farsi soverchiare dalla disperazione e dall’inutilità era di affrontare il discorso con il dovuto distacco. Discorso questo che, probabilmente, appariva inutile agli occhi della Vireau, considerato che era già a conoscenza della maggior parte del suo contenuto.

Quello che rende il caso del Signor Vastnor fuori dal comune e quindi più difficile da risolvere non è solo la durata della esposizione, ma il fatto che fosse pressocchè un neonato quando ciò accadde. Questo vuol dire che lui non ha “dimenticato” come si fa a provare sentimenti, non l’ha mai imparato. E’ la differenza tra chi è cieco dalla nascita e chi lo diventa successivamente: nel secondo caso esercitando la mente si può mantenere il ricordo dei colori, nel primo caso non si saprà mai cos’è il blu o il rosso.

Aggiunse, colmando quella che avrebbe dovuto essere una lacuna nelle informazioni a disposizione di Monique, considerato che erano il frutto di ricerche personali condotte nel tempo e che non aveva condiviso con nessuno.

Conosco una persona fuori dal comune ad Hogwarts... una persona in grado di creare pozioni ed unguenti dagli effetti straordinari, miracolosi oserei dire. E' un azzardo, lo so, ma potrebbe essere la chiave per aiutare Sandyon.

Se si trattasse solo di un qualcosa di prettamente fisiologico le direi di contattare immediatamente la sua collega, ma purtroppo non è così. La sfera emotiva di una persona è qualcosa di estremamente complesso, non è il risultato di un processo chimico, ben definito, ma più che altro di…alchimia

E l’ultima parola venne strascicata e sussurrata, come se avesse fatto accendere una lampadina in testa. Non si trattava solo di comporre la pozione perfetta, fruttando le proprietà nascoste di chissà quale pianta o minerale, ma trovare le connessioni alchemiche tra il corpo umano, la sfera emotiva e gli ingredienti scelti per la pozione miracolosa. Ed esisteva solo una persona, o purtroppo due, secondo le sue conoscenze, capace di mescolare in maniera abile e sapiente nozioni di pozioni e quelle alchemiche e di sicuro non si sarebbe mostrato per nulla collaborativo.

Hummm… non dovrebbe collaborare troppo… Se la persona di cui parla Monique è così brava, basterebbe che sciogliesse il nodo alchemico…

L’idea che aveva iniziato a frullargli in testa era così sconvolgente che scosse Asher fin dal profondo, facendo cadere la sua maschera di imperturbabilità e mostrando la sua confusione tanto da fargli temere che la ragazza seduta di fronte a lui se ne fosse accorta.

Lui non mi ha raccontato niente, e dubito lo farà mai... non so se sia per vergogna o per altro, e non credo lo scoprirò tanto presto. Ma ho promesso di prendermi cura di lui e questo significa anche sperare che possa guarire e tentare di tutto per far sì che questo sogno si realizzi. So che Sandyon non nutre più questa speranza, ma io so di averne abbastanza per entrambi.
Ho solo bisogno del Vostro aiuto.


Il fatto che Monique avesse ripreso a parlare gli diede l’illusione che la sua piccola defaiance fosse passata inosservata e questo lo spinse ad abbassare la guardia per un attimo.

Non è un argomento di cui gli piaccia parlare – si trovò quindi a consolarla, come a dire che non era qualcosa che dipendeva da lei il motivo per cui Sandyon non si era confidato – E per quanto riguarda il mio aiuto, mi dica cosa vuole sapere effettivamente considerato che nella cartella medica non c’è nulla di più di quello che lei non sappia già.

Aggiunse, premendo un pulsante nascosto sulla scrivania e facendo apparire un cassetto da cui tirò fuori una cartellina rossa molto anonima. Se la rigirò piano tra le mani, con fare indeciso, per poi posarla sul piano e farla lentamente scivolare verso la donna. Probabilmente l’unica cosa in più che vi era scritto era che il neonato era stato in coma per 49 giorni.
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Messaggioda Monique » 27/05/2012, 14:27

Per sua fortuna, l'uomo che aveva davanti accettò silenzioso le sue scuse, evitando così altro penoso disagio a Monique che non sapeva bene come comportarsi: da piccola, da ragazzina, si sarebbe semplicemente limitata a pretendere ed aspettata che ciò che voleva le fosse stato dato - questo prima di mettere cervello; ora invece, doveva conciliare il cognome che portava col suo carattere del tutto diverso da quello del padre, e convincere chi aveva di fronte, non solo Asher, ma tutti coloro coi quali veniva a contatto, che solo perchè si chiamava Vireau non voleva dire che non sapesse domandare gentilmente le cose senza aspettarsi nulla in cambio, o che un "no" come risposta sarebbe equivalso ad una vendetta sadica. Era stancante, la maggior parte delle volte.
Parlò al Medimago della sua fonte senza però entrare troppo nel dettaglio - in fondo se era così amico di Sandyon l'uomo avrebbe anche potuto capire di chi lei stava parlando - e si zittì quasi all'istante quando l'altro iniziò a parlare per spiegarle la situazione forse da un punto di vista più professionale.

Un Dissennatore Rosso non si limita, come i normali Dissennatori a succhiare via ogni briciolo di felicità da un corpo umano, esso attacca direttamente la capacità dell’uomo di provare un qualsiasi tipo di sentimento positivo. Questo vuol dire che, mentre un uomo sottratto al bacio di un Dissennatore può tornare a essere una persona normale, e di casi clinici acclarati ne esistono molti, chiunque venga sottoposto al bacio di un Dissennatore Rosso perde la capacità di provare sentimenti in percentuale direttamente proporzionale all’esposizione al bacio.

Monique annuì a quelle parole, ascoltandole con attenzione benchè conoscesse già tutta la storia grazie a Ryan che l'aveva instradata verso la verità e grazie anche ad alcune ricerche sull'argomento fatte per conto proprio: in fondo, come aveva detto al Medimago poco prima, solitamente lei era abituata a cavarsela da sola.

Quello che rende il caso del Signor Vastnor fuori dal comune e quindi più difficile da risolvere non è solo la durata della esposizione, ma il fatto che fosse pressocchè un neonato quando ciò accadde. Questo vuol dire che lui non ha “dimenticato” come si fa a provare sentimenti, non l’ha mai imparato. E’ la differenza tra chi è cieco dalla nascita e chi lo diventa successivamente: nel secondo caso esercitando la mente si può mantenere il ricordo dei colori, nel primo caso non si saprà mai cos’è il blu o il rosso.

Un punto di vista da cui vedere la questione, quello, a cui la donna non aveva mai pensato: messa in quel modo, la questione diventava ancora più grave di quanto già non fosse e, soprattutto, la faceva arrabbiare ancora di più; privare una persona della capacità di provare sentimenti, al punto da convincerlo che sia quella la normalità... era assolutamente disgustoso.
Ma com'era potuto succedere? Come aveva potuto un mostro simile venire a contatto con un neonato indifeso?

Se solo tu parlassi, potrei chiederti di raccontarmi tutto...

Pensò Monique con un leggero sospiro, decidendosi poi a rivelare a Brightless come lei avesse una sorta di "asso nella manica", una persona esperta in campo guaritivo che poteva aiutare il compagno a recuperare ciò che gli era stato impedito di conoscere: il Medimago, tuttavia, non sembrò troppo convinto.

Se si trattasse solo di un qualcosa di prettamente fisiologico le direi di contattare immediatamente la sua collega, ma purtroppo non è così. La sfera emotiva di una persona è qualcosa di estremamente complesso, non è il risultato di un processo chimico, ben definito, ma più che altro di…alchimia

L'ultima parola venne sussurrata dall'uomo che aveva di fronte, ma questo non impedì a Moni di coglierla perfettamente: alchimia.
Qualcosa che lei conosceva solamente in linea teorica, studiata a scuola e mai considerata importante dalla donna che, quando si trattava di ottenere preparati e composti manualmente, era un vero disastro: eppure proprio quella disciplina per lei così astrusa ed inutile sembrava essere la chiave per la salvezza di Sandyon.

E per quanto la Vilvarin sia geniale, non è detto che la conosca.

Realizzò la donna, mordendosi appena il labbro: se la docente di Erbologia non fosse stata in grado di lavorare da sola, Monique avrebbe dovuto contattare qualche esperto di Alchimia e convincerlo a lavorare per lei... già, ma come riuscire a fare tutto all'oscuro del padre? Nicholas aveva occhi ed orecchie dappertutto, non era pensabile l'idea di potersi muovere liberamente e prendere contatti con persone esterne senza che lui non lo venisse a sapere, questo la Vice Preside lo sapeva bene: ed anche chiedendo aiuto a Ryan le cose non sarebbero migliorate, c'era sempre il rischio che - per quanto bravo - qualcuno riuscisse ad intercettare il fratello di Sandyon e a fargli del male e lei questo non se lo poteva permettere.
Alzò lo sguardo su Asher, cercando di riporre tutto in un angolo della sua mente, quando notò lo sguardo tormentato di lui: non disse niente la Vice Preside, continuando anzi a parlare come se nulla fosse successo, ma quegli occhi confusi per lei non facevano presagire nulla di positivo.

Non è un argomento di cui gli piaccia parlare.
E per quanto riguarda il mio aiuto, mi dica cosa vuole sapere effettivamente considerato che nella cartella medica non c’è nulla di più di quello che lei non sappia già.


Sono sicura che mi abbia detto tutto ciò che sapeva... ed infatti la cartella non è per me.

Rispose Monique, sfiorando con la mano la copertina della cartella contenente tutti i fascicoli coi dati del mercenario che Asher le aveva allungato davanti senza però aprirla: in fondo, all'interno probabilmente vi avrebbe trovato una marea di esami clinici ed altri dati di cui lei non avrebbe saputo che farsene.
Alzò quindi lo sguardo sull'altro, abbozzando persino un sorriso.

Dovrei duplicare questa cartella, se possibile, e portarla alla persona che credo possa aiutare Sandyon: in fondo, se chiedo il suo aiuto, è anche giusto che le fornisca tutto il materiale possibile.

Spiegò dunque al Medimago, sperando e pregando con tutta se stessa di non ricevere un "no" secco in risposta.

Mi rendo conto perfettamente che questo va contro ogni regola, ma... potrebbe essere l'unica possibilità di aiutarlo.
Per favore Medimago Brightless, mi permetta di sperare.


Aggiunse in un sussurro, abbassando lievemente il capo: era una Vireau, era la Vice Preside di Hogwarts, già... ma ora il suo futuro, le sue scelte che avrebbero riguardato la sua relazione con Sandyon, dipendevano solo da lui.
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Messaggioda Asher » 27/05/2012, 22:46

Aveva, per dirla alla babbana, svuotato il sacco con la Signorina Vireau e non perché intimorito dal suo cognome o dalle conseguenze che si sarebbero verificati se si fosse rifiutato di collaborare, ma semplicemente perché Monique gli aveva dimostrato di essere diversa da suo padre e di essere innamorata davvero del suo vecchio amico. E se c’era una cosa su cui il medimago era sensibile, questo era proprio l’amore.

Sono sicura che mi abbia detto tutto ciò che sapeva... ed infatti la cartella non è per me.

Si era appena rilassato un attimo, giusto la posa delle spalle più bassa, le mani intrecciate sulla scrivania che avevano ripreso un colorito normale rispetto al biancore di prima, dovuto alla forza nervosa con cui le teneva ferme e in bella vista, aveva anche deciso, contro ogni buon senso di mostrare alla donna la cartella clinica originale e lei se ne usciva con una frase del genere? La guardò sbigottito come se all’improvviso le fossero spuntate due teste e si morse il labbro inferiore con forza, dandosi mentalmente dello stupido. Si era fidato delle sue parole ma chi gli assicurava che lei era davvero chi diceva di essere? E se anche l’involucro esterno apparteneva davvero a Monique Vireau erano nel Mondo Magico e quindi esisteva pur sempre la Pozione Polisucco.

L’amore rende stupidi.

Lo rimproverò acido la sua coscienza con la voce saccente e distaccata di Demetri: se mai glielo avesse raccontato lo avrebbe preso in giro a vita su come fosse facile raggirare gli stupidi e sentimentali Grifondoro. Bastava semplicemente fare gli occhioni lacrimevoli e parlare di amori non corrisposti. Lesto allungò la mano sul tavolo per sottrarre la cartella da sotto le dita della donna e riporla al sicura nel suo cassetto speciale, quasi avesse paura che quella potesse smaterializzarsi dal suo ufficio insieme a quel prezioso documento, in barba ai sistemi di antimaterializzazione apposti sull’edificio.


Dovrei duplicare questa cartella, se possibile, e portarla alla persona che credo possa aiutare Sandyon: in fondo, se chiedo il suo aiuto, è anche giusto che le fornisca tutto il materiale possibile.

Quello che mi chiede è impossibile. Le cartelle dei pazienti sono documenti riservati e non possono uscire dall’ospedale normalmente e, soprattutto in questo caso.

Probabilmente la risposta a quella domanda era implicita nel gesto che lui aveva compiuto d’istinto pochi istanti prima ma era meglio andare sul sicuro così Asher aveva preferito esprimere il suo dissenso in maniera chiara e inequivocabile.

Senza contare che il paziente in questione non solo non darebbe mai il suo consenso ma se solo pensasse che una conversazione del genere sta avendo luogo non esiterebbe a far esplodere quella porta e a mettere a ferro e fuoco il mio ufficio, tentato di Oblivarla.

Rincarò la dose, dipingendo però uno scenario non troppo lontano dalla realtà a suo avviso. Probabilmente Sandyon non sarebbe giunto a Oblivare la donna che amava ma di sicuro sarebbe stato di farlo e molto.

Mi rendo conto perfettamente che questo va contro ogni regola, ma... potrebbe essere l'unica possibilità di aiutarlo.
Per favore Medimago Brightless, mi permetta di sperare.


Speranza e amore, di nuovo. Ma questa volta Asher era preparato, la voce di Demetri a tenerlo ancorato al suo ruolo, anche se era ironico pensare che il suo compagno lo stava aiutando a mantenere il segreto della persona che più odiava al mondo.
Stava per reiterare il suo rifiuto quando gli balenò in mente l’idea che forse quella era davvero l’unica soluzione per cercare di aiutare Sandyon, missione quella che per lui aveva da anni la priorità su tutto o quasi.

Il massimo che posso fare è prometterle di ricevere questa persona come ho fatto con lei oggi e discutere del caso del Signor Vastnor, mostrandole la cartella clinica – disse quindi, i lineamenti del visto tesi a dimostrare quanto gli stesse costando quel compromesso - Mi faccia sapere chi è con qualche giorno di anticipo, così che io possa accertarmi della sua identità una volta che me la troverò davanti.

Aggiunse, deciso a non compiere due volte lo stesso errore.
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