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Parigi

Messaggioda Ryan Angel » 26/04/2012, 21:08

La vide voltarsi di scatto e fissarlo con aria piuttosto truce e distruttiva.
Per aver attirato la sua attenzione l'aveva attirata, il problema era che il tutto era accaduto prendendo una pessima piega.
La donna evidentemente non doveva avergli creduto quasi per nulla visto quello che accadde di lì a pochi secondi.
Ryan percepì dentro il suo corpo crearsi una sorta di folgore elettromagnetico di livelli esorbitanti e non appena questo avvenne, si gettò al terreno con tutta la sedia iniziando ad urlare dal dolore.
Sapeva coscientemente che non era reale, visto che se fosse stata veramente elettricità, per quell'alto voltaggio sarebbe dovuto già essere cenere, ma era più forte di lui, Veronique agiva sugli impulsi nervosi del cervello giocandoci come se per lei fosse la cosa più naturale e semplice del mondo.

Se speri di convincermi ad implorarti, te lo scordi diavoletta!

AAAHHH... AAAAHHH... GGGRRRR... UGH... AAAHHH...

Porca miseria ma come fa ad essere così... Reale...

Cercò di rigirarsi a lungo, respirando a tratti e sentendo vibrare ogni millimetro di muscolo e fibra ad ogni scarica ricevuta, come se fosse qualcosa di inevitabile, come se avesse attacchi epilettici da quando era ragazzino.
Il potere illusorio che aveva acquisito quella ragazza era pregno di malvagità e impossibilità di controllo ed Angel se ne accorse quando dovette essere qualcun altro a porre un freno a quello sfacelo interrompendo la Vireau minore dal proseguire quella tortura e far tornare a sentire sollievo al ragazzo.
Il detective dal suo canto alzò gli occhi lentamente vedendo sfocato, distrutto in ogni sua parte fisica da quel dolore, riuscendo a distinguere quella persona e cercando di fissarsela quanto più possibile in testa.

Se hai il potere di farla calmare, devi essere uno importante, amico...

Ha parlato troppo.

E tu sei fin troppo suscettibile...

Lo pensò soltanto quella volta.
Spericolato si, suicida ancora no.

Grazie Marcus.
Adesso me la cavo da sola.


Chiami per nome qualcuno di fronte ad un investigatore ancora non deceduto?
Pessima mossa, si vede che non hai dimestichezza con certe cose.
Marcus, ok, archiviato...


Non credo sarà necessario.

Vuole restare, quindi le mie parole hanno funzionato... Certo, alimentando il suo lato sadico ma ne è valsa la pena!

Rimase in silenzio facendo finta di essere totalmente rimbecillito per evitare di destare sospetti sul suo origliare la conversazione e memorizzare le cose, fino a quando il tizio di colore si allontanò dalla stanza lasciando nuovamente soli la carnefice e il tormentato.
Una carnefice che adesso ricca di una maggiore convinzione e rabbia si rivolse a lui per nulla desiderosa di giocare ancora.

Fossi in te, ci penserei due volte prima di parlare ancora.

Pf... Ok, argomento "sorella" messo da parte...

Disse appena, con un mezzo sorriso sarcastico, eseguendo un movimento di reni che lo portò con il busto e il viso rivolti verso il soffitto.
Rimase in silenzio qualche secondo a riflettere e a fissare sopra di lui, non dando minimamente attenzione alla donna, un po' per non darle alcuna soddisfazione ed un po' perchè in quell'istante doveva cercare di escogitare la maniera per avanzare nella conversazione con lei, raggiungendo alla fine la conclusione che Veronique Vireau era viziata e le piaceva parlare di se e mostrare il suo valore, però doveva essere "coccolata" in maniera velata e tranquilla, non raggiungendo subito il sodo.
Una cosa complessa ma non impossibile, specie dal momento stesso in cui quella era questione di vita o di morte.

... Hai dei poteri molto sviluppati...

Incalzò all'improvviso, con tono serio, calmo, fermo, incredibilmente controllato, uscendosene come niente fosse, come al termine di un lungo ragionamento interessato e profondo.

... Immagino tu possa davvero fare di tutto con un'abilità come quella, anche mostrare cose meravigliose oltre che dolori atroci, dico bene?

Allungò le braccia con le mani legate fino a far si che fossero poste incrociate sotto la nuca, quasi fosse una posa calcolata e voluta, ammorbidendo l'attrito con il terreno e facendo in modo di avere maggiore capacità e tranquillità nel respiro, ancora leggermente affannato ma tornato regolare.

... Saresti anche in grado di... Far provare a qualcuno la finta illusione di amare un'altra persona?
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Messaggioda Veronique » 26/04/2012, 21:37

Se non altro aveva capito che non era conveniente per la sua sopravvivenza scherzare troppo: Veronique Vireau era forse la persona meno paziente del mondo, oltre ad essere incredibilmente viziata e suscettibile, e l'uomo di fronte a lei cominciava forse finalmente a comprenderlo. Dopo quel piccolo assaggio del suo potere distruttivo, infatti, per un po' non ci furono rumori da parte del prigioniero, cosicché la giovane donna potesse andarsi a sedere su una poltroncina poco distante da lui, sempre di fronte all'uomo naturalmente, per bere il proprio succo corretto in santa pace.

... Hai dei poteri molto sviluppati...

Uhmpf, e te ne accorgi ora?

Anche se l'aveva sperato, il silenzio non poteva durare in eterno e lei lo sapeva bene, visto che poco dopo - circa cinque minuti dopo il suo ultimo commento - il prigioniero era tornato a parlare, rivolgendosi a Veronique con un commento che, per la ragazza, era assolutamente ovvio. Se non altro, comunque, non aveva toccato tasti troppo fastidiosi stavolta.

... Immagino tu possa davvero fare di tutto con un'abilità come quella, anche mostrare cose meravigliose oltre che dolori atroci, dico bene?

Solitamente non amo far vedere le cose belle, adoro far soffrire gli altri, ma... sì, sono in grado di mostrare tutto ciò che voglio.

Rispose Vero alzando un sopracciglio ed incrociando le braccia all'altezza del petto mentre la gamba destra si accavallava su quella sinistra con fare piuttosto sensuale: era chiaro che il prigioniero mirasse a qualcosa di ben preciso, e lei non vedeva l'ora di scoprire di cosa si trattasse.

... Saresti anche in grado di... Far provare a qualcuno la finta illusione di amare un'altra persona?

Perchè, vuoi provare? - gli domandò di rimando con un ghigno sarcastico sulle labbra - In ogni caso... ovvio che sì. Potrei farti credere di amarmi con ogni fibra del tuo essere in meno di un secondo.

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Messaggioda Ryan Angel » 26/04/2012, 22:19

Solitamente non amo far vedere le cose belle, adoro far soffrire gli altri, ma... sì, sono in grado di mostrare tutto ciò che voglio.
Adori far soffrire gli altri... Non avrei mai immaginato di trovare una persona del genere, e pensare che c'è chi ama giocare a golf...

Ovviamente quella piccola battuta stava ad indicare una cosa ben precisa: Non credeva minimamente alle parole di lei.
O meglio, credeva che le desse soddisfazione veder soffrire il prossimo, ma di certo non che lo amasse o la rendesse felice, entusiasta.
Far soffrire gli altri è frutto di una deviazione di pensiero, non è un sentimento, almeno questo era l'idea di Ryan, non poteva esser certo che fosse condivisa dal resto del mondo, quello no.
Comunque, andando avanti col discorso, alla sua domanda seguì la risposta che si aspettava: Era davvero in grado di fare una cosa simile.
Far provare amore incondizionato nei confronti suoi o di chiunque altro al semplice desiderio.
Assottigliò lo sguardo il giovane, riflettendo su quella frase, come a volerne scavare all'interno, ma interno di cosa?

Perchè, vuoi provare?
In ogni caso... ovvio che sì. Potrei farti credere di amarmi con ogni fibra del tuo essere in meno di un secondo.


Una parte di me lo vorrebbe, visto che non credo minimamente all'amore, una parte curiosa e stupida.
Un'altra invece se ne frega e pensa che non c'è motivo che mi avventuri in mezzo a sensazioni fasulle e senza senso.


Spostò gli occhi su di lei mentre accavallava le gambe ancora con fare sensuale e malizioso, sapendo far intendere bene quanto fosse ben capace già ad un'età così giovane di saper far morire il corpo di un uomo, o forse più che altro il suo basso ventre.
Una coscia ben proporzionata e tonica, degli occhi penetranti ed un bacino più pronunciato di quello della sorella, affascinante, forse più latino.
Che avesse parte di sangue di tali origini? Quello ancora non aveva potuto scoprirlo.
Tornò a fissare il soffitto, sospirando, mentre faceva regnare il silenzio ancora per diversi minuti.
Ormai aveva capito che lei gradiva molto non sentire suoni in determinati frangenti e poi l'unico modo per capire quando fosse stata maggiormente pronta ad avvicinarsi a lui era quello di attendere l'attimo nel quale fosse stata lei a prendere nuovamente parola, quindi per il momento, stava a lui continuare a dare spunti di conversazione.

Per me non esiste la possibilità di arrivare ad annullarsi per qualcun altro...
Desiderare di dare la vita per qualcuno che non sia noi stessi...
Sentirsi bene solo perchè c'è una determinata persona accanto a noi, che ci sorride o ci parla...
Tu invece?
Credi nell'amore verso un altro essere umano che non sia un familiare?
... Oh, intendo papino ovviamente, l'altra parte della famiglia no, brutta e cattiva, sia mai!


Puntualizzò prima che Veronique pensasse che volesse farla riflettere sul voler bene alla sorella maggiore, facendo chiaramente intendere con il suo tono più giocoso che sarcastico, quanto volesse specificare il padre e nessun altro, visto che era con lui che la ragazza intratteneva il rapporto più forte e stabile, almeno per il momento.

Se non vuoi rispondermi perchè ho chiesto troppo... Mi accontenterò del cibo preferito!
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Messaggioda Veronique » 27/04/2012, 19:47

Una parte di me lo vorrebbe, visto che non credo minimamente all'amore, una parte curiosa e stupida.
Un'altra invece se ne frega e pensa che non c'è motivo che mi avventuri in mezzo a sensazioni fasulle e senza senso.


Ma come, ed io che già m'immaginavo un monologo appassionato su quanto fosse bello avere qualcuno d'amare, qualcuno per cui dare la vita, qualcuno a cui dedicarsi completamente e bla bla bla...

Replicò Veronique con un sorriso sarcastico, continuando a bere il suo succo d'arancia corretto a brevi sorsi, come se le piacesse il sapore e volesse farsi durare quel drink il più possibile: non conosceva il suo interlocutore, ma le era parso un tipo piuttosto romantico, che crede in certi valori... e invece spuntava fuori che si trattava di uno che all'amore non credeva assolutamente.
Singolare la vita, a volte.

Per me non esiste la possibilità di arrivare ad annullarsi per qualcun altro...
Desiderare di dare la vita per qualcuno che non sia noi stessi...
Sentirsi bene solo perchè c'è una determinata persona accanto a noi, che ci sorride o ci parla...
Tu invece?
Credi nell'amore verso un altro essere umano che non sia un familiare?
... Oh, intendo papino ovviamente, l'altra parte della famiglia no, brutta e cattiva, sia mai!


Evitò di Cruciarlo giusto perchè aveva calcato troppo la mano qualche secondo prima, ed a Nicholas non avrebbe fatto piacere un prigioniero in fin di vita, ma di sicuro il primo impulso era stato quello: lei, Veronique Vireau, credere nell'amore? Ma per favore, era come dire che Tyslion Asveras - il suo amante da qualche mese - era un tipo romantico.

Se non vuoi rispondermi perchè ho chiesto troppo... Mi accontenterò del cibo preferito!

L'amore è per i deboli. Ama qualcuno, e finirai con un grosso palo su per il culo.

Commentò gelida la giovane donna, posando il bicchiere ormai vuoto sul ripiano lì vicino e passandosi intanto la lingua sulle labbra per lasciarsi sulla punta di essa ancora il sapore dell'arancia. Tornò poi a guardarlo con un ghigno sarcastico sul volto, come se l'argomento di quella pseudo-conversazione fosse del tutto assurdo per lei.

Io amo solo me stessa, e questo mi permette di non farmi influenzare dai sentimenti verso qualcun altro. Non credo che esista un tipo di sentimento così forte da farmi venire voglia di dare tutto per qualcuno che non sia me stessa, e se esiste spero davvero di non provarlo mai.

Forse la frase più lunga che fosse mai uscita dalla bocca della giovane Vireau, che si perse per un momento nei suoi pensieri, a quando era piccola e c'era quella donna che ogni tanto tornava nella grande villa del padre... avrebbe voluto essere amata da lei, sembrava così buona e materna, ma lei aveva occhi solo per la dolce Monique, era evidente mentre supplicava Nicholas di permetterle di stare ancora accanto a quella bastarda che portava il nome dei Vireau.
Scosse appena la testa per tornare al presente, a colui che aveva di fronte, lo sguardo di nuovo gelido e disinteressato: aveva imparato fin da allora, la bionda Veronique, che il bisogno ed il desiderio di essere amati portavano soltanto dolore e sofferenza.

Comunque, potrei sempre divertirmi con te... in fondo non ho mai provato cosa significa avere qualcuno che ti ama ed il cui cuore palpita per me. Che ne dici di farmi da cavia?

Domandò all'improvviso con una luce sadica negli occhi: qualunque cosa Edward Atwood avesse detto, però, non sarebbe comunque servito per impedire a Veronique di usare nuovamente la sua illusione su di lui, un'illusione diversa però da tutte le precedenti perchè l'uomo si sarebbe improvvisamente sentito traboccante di amore e passione per la donna che aveva di fronte.
Ryan Angel Vastnor - anche se certo lei non lo conosceva così - si sarebbe improvvisamente ritrovato innamorato della più giovane delle sorelle Vireau.

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Messaggioda Ryan Angel » 27/04/2012, 21:08

Io amo solo me stessa, e questo mi permette di non farmi influenzare dai sentimenti verso qualcun altro. Non credo che esista un tipo di sentimento così forte da farmi venire voglia di dare tutto per qualcuno che non sia me stessa, e se esiste spero davvero di non provarlo mai.
Quanta amarezza, quanta crudele freddezza e incredibile cinismo c'era in quelle parole, parole dure di una ragazza dura come il granito.
Ryan sapeva individuare molto spesso ciò che era situato oltre l'apparenza, quella che inganna e che nasconde la verità, non gli fu quindi troppo difficile individuare nella frase della giovane Vireau una note di passato burrascoso, un passato che non era stato nutrito con pane e sentimenti, un passato che forse l'aveva vista ricevere sempre meno di quanto lei in realtà volesse.
Ma la certezza matematica non c'era, non poteva essere talmente presuntuoso da pretendere una cosa simile, così rimase semplicemente in silenzio annuendo a quelle parole come fosse interessato ma non ci volesse indagare sopra.
Quello che però avvenne più tardi fu qualcosa che lo fece smuovere abbastanza e lo fece sentire potenzialmente quasi in trappola, una trappola orribile nella quale non si sarebbe mai voluto cacciare.
Veronique aveva preso la decisione di voler provare a vedere cosa si provasse ad avere qualcuno che smaniava di amore per lei, e a quelle parole Angel sgranò gli occhi inarcando il sopracciglio e sporgendosi per fissarla incredulo.

Comunque, potrei sempre divertirmi con te... in fondo non ho mai provato cosa significa avere qualcuno che ti ama ed il cui cuore palpita per me. Che ne dici di farmi da cavia?

Farti da cosa?
Divertiti col tuo amico di colore, io non ci penso nemmeno a... a... a...


Non ci posso credere, lo sta facendo davvero.
Il battito cardiaco, le pulsazioni del sangue, il modo in cui ora la guardano i miei occhi, è tutto diverso.
Ma non è reale, non lo è assolutamente però non riesco a capacitarmi che possa sul serio essere così.
Dannazione... Allora è questo che significa amare... Qualcuno?


Il ragazzo interruppe il suo parlare e adesso le sue iridi erano posate solo su una cosa di tutto il corpo avvenente della ragazza: Le labbra.
Avrebbe desiderato baciarla, più di ogni altra cosa al mondo.
Avrebbe voluto percepire il cuore di lei a stretto contatto con il proprio oppure dormire abbracciato a Veronique stretti senza nulla indosso, pensando solo a sorridere e stare bene.
Sentiva l'impulso di dare la propria vita per lei, l'impulso di uccidere quasi ogni altro uomo che avesse mai potuto tentare di avvicinarsi a lei e toccarla, per piacere o per farle del male.
Poi, allo stesso tempo, sentiva però che lei non ricambiava affatto i suoi sentimenti e che anzi, coscientemente era a conoscenza che quello per lei era un semplice divertimento, questo quindi valeva a dire che non avrebbe mai e poi mai fatto tutto ciò, niente di niente, seppur ora avesse occhi solo e soltanto per lei.
Questo provocò in lui un moto di dolore che gli spaccò il cuore in mille, milioni di pezzi frammentati e tutto ciò che si potè notare all'esterno fu solo una lacrima che sgorgò dall'occhio destro colando sulla guancia per poi cadere a terra mentre ancora non smetteva di guardare lei come se non esistesse null'altro intorno.
Non le avrebbe dato la soddisfazione di sapere quello che si sentiva, la cavia non avrebbe portato a termine in modo preciso il suo lavoro, non voleva mostrare quel suo lato ancora sconosciuto anche da lui stesso ad una ragazza che comunque non ricambiava affatto, così si limitò a chiudere gli occhi facendo cadere altre lacrime, riaprendoli poi per fissarla ancora, inspirando profondamente, quasi provato e affaticato.

Avendo compreso la tua prerogativa di amare solo te stessa per non soffrire, posso solo augurarti di non provare mai quello che mi stai facendo provare ora tu a me.

E gli occhi che non si spostavano e rimanevano ad altalenare tra gli occhi di Veronique e le sue labbra carnose.

... Non ti darò la soddisfazione di spiegarti esattamente cosa si prova e cosa si sente.
Semmai vorrai sapere certe cose dal sottoscritto ti conviene farmi innamorare per davvero di te, dunque temo che le mie verità tu non le saprai mai.


Naturale, quando mai lei avrebbe voluto realmente che lui provasse un simili sentimento nei suoi confronti?
Ryan Angel Vastnor era piuttosto certo che precluderle ora una simile realtà valeva a dire precludergliela per sempre, almeno dal suo punto di vista, dato che era ben libera di far innamorare di lei chiunque altro più disposto a raccontarle cosa si provava.
Evitò comunque di pensare a quella eventualità in quell'istante, visto che ancora pervase dall'illusione provava solo un incredibile senso di gelosia verso l'altro uomo che fosse stato sua cavia.
Una parte perversamente innamorata del ragazza desiderava essere la sua cavia per sempre, l'altra, quella razionale, gli ricordava che quello era solo tutto un inganno.

... Adesso basta, gradirei le scariche elettriche, i crucio o le interiora ustionate...
Sono comunque molto meno dolorosi di quello che adesso sto percependo.


Respirò ancora affannato, prima di cominciare a scendere di nuovo col viso per separarsi dalla visione del corpo (ora ancora più bello) di Veronique, per quanto fu un'impresa a dir poco estenuante.
Gli occhi non volevano spostarsi e anzi lo costringevano di tanto in tanto a tornare a guardarla, anche se fosse stato il piede o il ginocchio o un lembo del vestito.
Un terribile sentimento di incompletezza, come se fosse certo che lei era la sua metà e non potesse ricongiungersi.

E' veramente meglio che io non provi mai nulla di simile.
Vista la possibilità che un giorno tale sentimento possa anche non essere ricambiato.


Forse l'unica cosa positiva per me di una tale illusione... E' che se non altro morire per mano tua, in questo momento, non mi sembra affatto una cosa così terribile, visto che osservare la tua figura un attimo prima di non vedere più niente non è altri che la cosa più soddisfacente e appagante precedente alla morte:
Ammirare ciò che di più bello vi è al mondo terreno e poi... Scomparire.


Tono triste, morbido, serio però, sicuro, forte, il tono di una persona perfettamente consapevole che probabilmente sta dicendo solo follie ma che in quell'istante non può far altro che esprimere una realtà che sta venendo fuori prepotente e senza possibilità di resa.
Voleva trattenere quella frase, non voleva renderla partecipe di una sua idea così intima e folle dettata dal suo potere.
Era un po' come se avesse ceduto, come se fosse stato sconfitto da una tale forza, ma ormai l'aveva fatto e rimpiangere di aver parlato era l'ultima delle sue preoccupazioni, troppo impegnato a sentire dentro di se una voce cattiva e altisonante che non faceva altro che dire la stessa cosa da venti minuti a quella parte...

Ti amo.
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Messaggioda Veronique » 27/04/2012, 21:22

Era piuttosto prevedibile che l'uomo non sarebbe stato contento di farle da cavia in quel suo esperimento perverso, ma era altresì ovvio che, purtroppo per lui, i suoi desideri non avevano voce in capitolo: Veronique infatti ci mise davvero poco a notare il cambiamento nel prigioniero, quello sguardo ora diverso, carico d'amore e di struggimento verso di lei. Uno sguardo che, per un secondo, la spiazzò totalmente non avendolo mai osservato prima - perlomeno diretto verso la sua persona.

Avendo compreso la tua prerogativa di amare solo te stessa per non soffrire, posso solo augurarti di non provare mai quello che mi stai facendo provare ora tu a me.

Fa male non essere ricambiati, mh?

... Non ti darò la soddisfazione di spiegarti esattamente cosa si prova e cosa si sente.
Semmai vorrai sapere certe cose dal sottoscritto ti conviene farmi innamorare per davvero di te, dunque temo che le mie verità tu non le saprai mai.


Una bella sfida per Veronique, consapevole però che - anche volendo - non avrebbe mai saputo come fare per far innamorare qualcuno di sé: non sapeva parlare in quel modo che attirava il cuore degli uomini, sapeva solo prenderli per il loro giocattolino e questo significava nella totalità dei casi una bella scopata e poi tanti saluti. Ma era così presa dall'osservare le reazioni di lui, le sue lacrime addirittura, da non riuscire a pensare a molto altro; era l'illusione più singolare e più ricca di sorprese che avesse mai provato prima.

... Adesso basta, gradirei le scariche elettriche, i crucio o le interiora ustionate...
Sono comunque molto meno dolorosi di quello che adesso sto percependo.


E' proprio vero allora che l'amore ti spezza il cuore...

Mormorò la giovane donna, malinconica per un istante come se avesse avuto la riprova e la conferma di qualcosa che in linea di massima già sapeva: eppure, allo stesso modo, poteva anche pensare che se lei l'avesse ricambiato, se l'avesse amato come lui ora - seppur per finta - amava lei, sarebbe potuto essere tutto meraviglioso.
In fondo succedeva ogni giorno nel mondo, no? Persone che dicevano l'uno all'altra di amarsi, senza illusioni magiche di mezzo: forse l'illusione se la creavano nel cuore, ma se credevano in ciò che dicevano di provare allora potevano anche essere felici.

Forse l'unica cosa positiva per me di una tale illusione... E' che se non altro morire per mano tua, in questo momento, non mi sembrava affatto una cosa così terribile, visto che osservare la tua figura un attimo prima di non vedere più niente non è altri che la cosa più soddisfacente e appagante precedente alla morte: Ammirare ciò che di più bello vi è al mondo terreno e poi... Scomparire.

Con quelle parole il prigioniero fece tornare Veronique coi piedi per terra: lo fissò per un lungo istante, poi prese la bacchetta tra le dita e lo slegò in un gesto del tutto impulsivo, dandogli così modo di muoversi; naturalmente avrebbe potuto fermarlo in qualsiasi momento, quindi non era troppo preoccupata da quella temporanea libertà di lui... ciò che invece le destava turbamento, erano i pensieri della sua mente e ciò che l'istinto le dettava di fare, come se si stesse addentrando in un gioco pericoloso che forse nemmeno lei sapeva controllare.

... baciami.

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Messaggioda Ryan Angel » 27/04/2012, 22:20

Se ne stava lì, sotto interrogatorio, alla mercé di quella ragazza da quanto tempo?
Due ore, o forse tre, chi lo poteva dire con esattezza? Non lui di sicuro viste le torture che aveva subito e gli avevano fatto perdere la cognizione del tempo e dello spazio.
La situazione si era modificata tante di quelle volte durante quel tempo che si faceva fatica, Ryan faceva fatica a comprendere quale fosse la via d'uscita da quello strano conglomerato di parole e gesti, sguardi e dimostrazioni, sentimenti negativi e neutri, ma sopra ogni cosa, torture corporali e spirituali.

Non avrei dovuto parlare così tanto... No, non avrei dovuto per niente...

Si ripeteva ancora, mentre Veronique si crogiolava contenta e soddisfatta di aver fatto per l'ennesima volta una mossa divertente, se così la si poteva definire, o forse più che divertente esaltante, visto che il ragazzo adesso stava letteralmente morendo di amore per lei, sentimentalmente pervaso da emozioni forti, infernali e paradisiache allo stesso tempo.
Nonostante tutto però, non credere che l'amore sia una cosa bella e meravigliosa come la si dipinge non vuol dire affatto che ci si possa definire immuni da esso, anzi, forse a maggior ragione bisogna fare attenzione, visto che i fili di una ragnatela così tanto acclamata e conosciuta potrebbero rivelarsi molto più fitti e difficili da gestire di quanto si possa credere.

E' proprio vero allora che l'amore ti spezza il cuore...

La ragazza era interdetta, totalmente interdetta.
In quel momento appariva come in mezzo ai cortili dei suoi pensieri, come se si fosse allontanata da lui miglia e miglia e non avesse la minima intenzione di ritornare per diversi minuti.
Le successive parole di Angel però, la fecero tornare di prepotenza sulla terra ferma dandole forse una scossa tutta particolare, un'impronta che solo e soltanto un sentimento così enorme ed incalcolabile come l'amore poteva fornire ed inferire.
Il detective sentì le proprie mani liberarsi delle corde e si stupì di quanto era appena avvenuto.
Assottigliò lo sguardo e alzò il capo per guardarla ancora. La "maledizione" non era ancora finita visto che non appena i suoi occhi incrociarono quelli di lei, percepì una fitta terribile e lancinante al cuore.
Poi, di improvviso...

... baciami.

Con movimenti lenti e calcolati, l'uomo si alzò in piedi sistemando la sedia e lanciando all'indietro le corde, guardando per alcuni secondi in direzione della porta: chiusa e sigillata, con nessuna possibilità dall'esterno di vedere cosa avveniva dentro.
Aveva sul serio detto... Chiesto... Ordinato una cosa simile?
Tornò su di lei, squadrandola adesso con maggiore libertà di movimento, con la possibilità di guardarla da diverse angolazioni e prospetti di luce, ancora un poco turbato e perplesso ma allo stesso tempo desideroso di realizzare quella fantasia da poco espressa da parte della Vireau minore.

Perchè?

Purtroppo per quanto la sua mente razionalmente volesse chiederle la motivazione di una simile richiesta, il corpo e il cuore (seppur momentaneamente) seguivano una strada del tutto diversa e istintiva, un istinto, quello selvaggio di Ryan, che lo portò a comportarsi come si sarebbe comportato normalmente con una donna che avesse desiderato baciare con ogni fibra del suo essere.
Ci volle appena un passo e subito le era davanti, poi, ogni singolo movimento successivo sarebbe avvenuto solo con il consenso della ragazza.
Le mani andarono a poggiarsi sui fianchi di lei, incamerando energia per far si di alzarla dalla sedia e allo stesso tempo alzarla da terra, possente e forte.
Ruotò il corpo ancora tenendola sospesa in aria come si fa con una ballerina, di 180°, per poi sedersi lui dove prima era lei e fare in modo che Veronique tornasse seduta a cavalcioni sopra del detective.
La fissò dritto negli occhi per appena due secondi o forse tre, poi la mano andò in mezzo alla folta capigliatura della ragazza e la spinse in avanti col viso per giungere all'atto pratico finale tanto agognato da lui per via dell'illusione e tanto chiesto da lei per chissà quale motivo.
Le labbra si sfiorarono e la prima cosa che fece Ryan fu iniziare con delicatezza senza essere invasivo, mordendole appena, leccando ogni tanto, baciando poi con più furore e trasporto per poi provare ad intromettersi nella sua intimità più profonda e quindi schiudere le labbra e cercare la lingua della francesina per iniziare quel bacio lungo, lento, quasi sofferto e voluto ad ogni costo.
L'altra mano nel frattempo si depositava a cercare quella di lei, per intrecciare le dita e stringere, e lui oh se stringeva, con possessione e desiderio, come se fosse l'ultimo bacio che sapeva di dare nella sua vita, e chissà, magari in realtà in seguito i fatti lo avrebbero confermato.
Se Veronique l'avesse concesso, sarebbero andati avanti circa cinque o dieci minuti, entro i quali dalla pelle e dal corpo di Angel sarebbe trasudata solo passione e desiderio mischiati ad una dolcezza passionale e avvolgente.
Al termine di quel tempo però, il ragazzo rallentò pian piano il ritmo, fino a tornare a guardarla negli occhi e far scorrere il lato della mano destra che prima era tra i capelli, sulla guancia destra della ragazza, quasi fosse una bambola di seta.

... Non mi chiamo Edward Atwood... Il mio vero nome è Ryan Angel Vastnor...
... Ti amo troppo per nasconderti la verità...


No... Che cosa ho fatto... NO!

... Chiedimi quello che vuoi, non ti mentirò... Ti amo...

Maledetta... No... Non posso parlare... Dannata... Ti odio!
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Messaggioda Veronique » 27/04/2012, 22:46

L'aveva chiesto davvero? Gli aveva chiesto - ordinato forse era più esatto - di baciarla?
Sì, Veronique l'aveva fatto e non poteva crederci perchè non c'era nessun motivo apparente per andare ad imporgli una cosa del genere: insomma, perchè? Perchè chiedergli un bacio dopo che tanto aveva già ottenuto ciò che voleva, ovvero la dimostrazione che poteva fargli credere di amarla grazie all'illusione?
Lo osservò alzarsi per avvicinarsi a lei, ma non aveva paura: era sotto l'illusione, la amava - o perlomeno credeva di amarla - perciò non avrebbe mai tentato di farle del male né di scappare.

... stai in guardia Vero...

Si disse la giovane donna, ma quando il prigioniero la prese letteralmente in braccio per farla appoggiare su di sé, la francese non riuscì a dire nulla, né a fermarlo in qualche modo: si limitò a guardarlo negli occhi mentre lui la stringeva ed affondava le dita tra i suoi capelli, e quando le labbra di entrambi si sfiorarono qualcosa scattò nella mente di lei.
Non era come con Tyslion, per nulla: Asveras era rude nei modi di fare, selvaggio al limite del rozzo, mentre Edward... era delicato, attento, ma al tempo stesso passionale, focoso e bisognoso di lei, si capiva da come cercava la sua mano per stringerla - e senza nemmeno accorgersene Vero strinse a sua volta, come se per la prima volta quel contatto non le dispiacesse, come se in qualche modo provasse piacere in quel tocco che era d'amore e non di odio o di rabbia.
Quando si staccarono, dopo che il loro sapore si era mischiato, dopo che la lingua di lei aveva giocato con le sua e le dita si erano strette, dopo che la sua mano le aveva accarezzato la pelle della guancia, Veronique si ritrovò con un leggero fiatone, che però venne letteralmente mozzato dalle successive parole di lui.

... Non mi chiamo Edward Atwood... Il mio vero nome è Ryan Angel Vastnor...
... Ti amo troppo per nasconderti la verità...


... cosa?!

... Chiedimi quello che vuoi, non ti mentirò... Ti amo...

TUM-TUM

Un rumore del tutto normale per la maggior parte delle persone, ma non per lei: quel rumore che Veronique aveva distintamente avvertito rimbombarle nelle orecchie, era del tutto nuovo per la giovane donna, perchè proveniva da un organo che le era stato insegnato a non considerare come se non fosse presente.
Il suo cuore.

TUM-TUM

Il cuore di Veronique aveva battuto forte, perchè quelle due parole - per quanto frutto di un'illusione - erano state pronunciate con tono così sincero, con occhi così innamorati, da lasciarla totalmente spaesata, disarmata, interdetta.
Lo fissò a lungo a bocca semi-aperta, senza riuscire a dire nulla, fino a che finalmente il cervello non iniziò a carburare nuovamente, riflettendo sulle parole di lui: la amava troppo per mentirle... Ryan Angel Vastnor...

Vastnor... sei il fratello di...

Sussurrò lei con uno sbuffo incredulo: non sarebbe servito il Veritaserum, ora che era sotto la sua illusione lei avrebbe potuto chiedergli tutto, avrebbe potuto farlo parlare senza alcuna fatica... aveva fatto centro senza nemmeno rendersene conto.

Davvero mi ami?

Non riusciva a non farlo, non riusciva a non stuzzicarlo anche se sapeva che era tutto finto, sentiva il bisogno di sentirselo dire, di avere delle prove quantomeno orali... stava giocando col fuoco in modo così intenso da non capire che probabilmente avrebbe finito con lo scottarsi.

Ho bisogno di sapere cos'hai detto alla Bergman... quali segreti nasconde... puoi dirmelo? Mi renderesti tanto, tanto felice...

Aggiunse mentre un piccolo sorriso prendeva lentamente forma sul suo viso: si arrischiò persino ad allungare la mano per accarezzare la guancia di lui: sì, stava decisamente prendendo fuoco. E non se ne rendeva nemmeno conto.
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Messaggioda Ryan Angel » 29/04/2012, 16:25

Una trappola quella, architetta molto probabilmente per sbaglio, con casualità pura, senza nessuno scopo diverso da quello di divertirsi un po' con lui e raccogliere i frutti proibiti dell'amore incondizionato di una persona verso di lei, ecco cosa voleva fare in realtà la giovane Vireau, mentre invece adesso si stava rendendo conto che c'era molto di più in gioco, molto di più era il risultato che una simile strategia aveva portato, un risultato inaspettato e di sicuro per lei vantaggioso.
Nessun giorno da aspettare per far concludere l'effetto dell'antidoto al veritaserum, nessuno sforzo nel lasciare che le parole fluissero tranquille e chiare dalle corde vocali del ragazzo, il tutto condito ovviamente da occhi languidi e carezze gentili.
Cosa poteva volere di più? Forse niente, o forse no, chi poteva stabilirlo con esattezza, lei in quel frangente no di certo, ancora troppo attenta a non scottarsi con quel fuoco di passione e sentimento che lei stessa aveva alimentato fino a livelli eccessivamente alti e scoppiettanti.

Vastnor... sei il fratello di...

Non la fece nemmeno concludere di parlare che tentò nuovamente di baciarla, come a voler coprire quella rivelazione, anche se l'intento reale era semplicemente baciarla ancora una volta, come se quel sapore morbido della lingua di lei fosse una droga afrodisiaca incredibilmente potente.

Si, sono il fratello del mercenario Sandyon Vastnor, il minore...
... Non è vero che ho 26 anni, ne ho 29...


Davvero mi ami?

Ti odio con tutte le mie forze dannata p-...

Non azzardarti a dubitarlo, illusionista francese dei miei sogni più proibiti...
... Ti amo, non ho nessuna certezza nella mia vita, a parte questa.


E così, in risposta a quelle sue parole, la ragazza melliflua, maliziosa e affascinante gli dispose un sorriso tra i più dolci e luminosi che potessero esistere, avvicinando anche la mano alla sua guancia per carezzarla e sentirlo fremere, sentire la pelle diventare quasi incandescente.
Probabilmente quello non era lo stessi identico comportamento che il ragazzo avrebbe avuto nel caso di reale innamoramento, ma era comunque un surrogato molto bello da vedersi e sentire su di se come l'ipotesi di una persona realmente invaghita di lei.
Veronique comunque, non esitò ad approfittare ancora di quella splendida occasione, calcando la mano e provando quindi a scavare un po' nelle informazioni più segrete che Angel avrebbe potuto fornirle e fornire quindi al nemico.

Ho bisogno di sapere cos'hai detto alla Bergman... quali segreti nasconde... puoi dirmelo? Mi renderesti tanto, tanto felice...

Informazioni sulla situazione politica attuale, amore...
Le ho detto poi quello che sapevo su di te e sulle tue potenzialità...
Poi c'è il fatto che forse Rachel Summers, l'ex moglie di mio fratello è creduta viva ma ancora senza sufficienti forme a confermarlo...
Farei di tutto per renderti felice, cosa mai potrei dirti per farti davvero contenta, devo pensarci...


Le mani del ragazzo si mossero per far si di spingere la ragazza ad appoggiarsi al suo petto, come se fosse accoccolata, per iniziare a giocare con i suoi capelli, farle qualche grattino sulle braccia e riempirla di piccoli baci sul collo e sulle spalle mentre rifletteva attentamente su cosa poterle dire ed il cuore che nel frattempo andava spedito come un treno in corsa, tamburando come mai era avvenuto prima d'ora.
Nel frattempo dentro il suo cervello Ryan si malediceva e si schifava, lui che non aveva mai provato amore ridotto ad una bambola stupida e per di più traditrice.

Questo non è amore, non lo è...
... Anche da innamorato non avrei mai accettato di rivelare certe cose, nemmeno alla persona amata...
... Questa è una brutta copia dell'amore, una brutta copia che sta mandando all'aria... Un anno e mezzo di lavoro...


Beh, potrei dirvi le coordinate dell'abitazione di mio fratello...
Tua sorella a quanto ho capito è nel vostro mirino, e passa molto tempo lì, quindi visto che prima di arrivare nell'abitazione deve fare circa 15 metri a piedi potrete sorprenderla e catturarla...
... E' abbastanza per farti felice mon tresor, catturare e far soffrire quella donna indegna che non è nulla al tuo confronto potrebbe regalarti qualche sorriso in più?


Voglio... Voglio morire... Non posso credere di aver fatto davvero una cosa del genere...
Se dovesse cadere nelle mani di Asveras... Io.. NOOOO!!!


La situazione oramai era degenerata e compromessa allo stesso tempo, Ryan Angel stava per dire tutto ma proprio tutto riguardo un qualcosa di potenzialmente letale non solo per se stesso, ma anche per il fratello, la compagna del fratello e l'equilibrio politico-economico del mondo intero.
Tutta quanta la verità e i misteri celati nel detective adesso erano alla mercé della sorellina di Monique e lei aveva tutte le carte in regola per svelarli tutti senza problemi.
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Messaggioda Veronique » 29/04/2012, 17:18

Si, sono il fratello del mercenario Sandyon Vastnor, il minore...
... Non è vero che ho 26 anni, ne ho 29...


Era incredibile, assolutamente incredibile: Ryan Angel Vastnor, il fratello minore di Sandyon, era lì di fronte a lei, a pochi centimetri di distanza, pronto a dirle tutto ciò che lei voleva sapere, tutto ciò che desiderava conoscere non solo sui suoi rapporti con la Bergman, ma magari anche sulla sorella, sul fratello di lui... era un perfetto burattino nelle sue mani.

Non azzardarti a dubitarlo, illusionista francese dei miei sogni più proibiti...
... Ti amo, non ho nessuna certezza nella mia vita, a parte questa.


Se da una parte Veronique sarebbe scoppiata a ridere all'istante, trovando assolutamente ridicolo l'atteggiamento dell'uomo - davvero troppo romantico e smielato per i suoi gusti - dall'altra non riusciva a credere alla possibilità che le era stata fornita assolutamente per caso: le veniva spontaneo chiedersi se, nel caso in cui Ryan l'avesse amata davvero, le avrebbe mai detto ciò che lei voleva sapere, ma giunse alla conclusione che probabilmente per il lavoro che faceva certe informazioni le avrebbe lasciate segrete anche alla sua compagna. Ed invece ora le stava per rivelare a lei, la nemica numero uno della bella Monique e del fratello maggiore di lui.

Informazioni sulla situazione politica attuale, amore...
Le ho detto poi quello che sapevo su di te e sulle tue potenzialità...
Poi c'è il fatto che forse Rachel Summers, l'ex moglie di mio fratello è creduta viva ma ancora senza sufficienti forme a confermarlo...
Farei di tutto per renderti felice, cosa mai potrei dirti per farti davvero contenta, devo pensarci...


Uno scrigno pieno d'informazioni aperto, spalancato di fronte e per lei, che non si doveva sforzare minimamente di scoprire qualcosa visto che le bastava sorridere e Ryan vuotava il sacco con occhi innamorati, come se fosse un piacere per lui renderla felice; non c'erano dubbi sul fatto che sicuramente la stava maledicendo dentro, nella parte razionale di sé, ma nulla era capace di trapelare all'esterno. La strinse a sé infatti, coccolandola, e Veronique lo lasciò fare, appoggiandosi al suo petto con occhi semi-chiusi mentre l'uomo le accarezzava i capelli e le braccia.

Beh, potrei dirvi le coordinate dell'abitazione di mio fratello...
Tua sorella a quanto ho capito è nel vostro mirino, e passa molto tempo lì, quindi visto che prima di arrivare nell'abitazione deve fare circa 15 metri a piedi potrete sorprenderla e catturarla...


Spalancò gli occhi a quelle parole, scostandosi dal suo petto per poterlo fissare dritto in viso, come se dubitasse delle sue parole: ma no, era seriamente intenzionato a raccontarle tutto, a fare qualsiasi cosa pur di renderla felice.
Per la prima volta in tutta la sua vita, Veronique Vireau si sentiva davvero assolutamente invincibile.

... E' abbastanza per farti felice mon tresor, catturare e far soffrire quella donna indegna che non è nulla al tuo confronto potrebbe regalarti qualche sorriso in più?

... sì... sarebbe perfetto.
Tu sì che sai come farmi felice, Ryan... dimmi tutto ciò che sai, e fai sorridere la donna che ami.


Rispose lei, ringraziandolo con un bacio un po' perchè sapeva di ferire la vera coscienza di Ryan, che la stava sicuramente odiando in quel momento, ed un po' perchè doveva ammettere che il sapore della bocca di lui era davvero buono: schiuse le labbra, assaggiò la sua lingua e gli accarezzò il collo ed i capelli per almeno un quarto d'ora, scostandosi poi da lui per permettergli di parlare e rivelarle tutto ciò che le interessava sapere, in quel caso le esatte coordinate della casa di Sandyon.
Al termine della confessione di lui, un grande sorriso si dipinse sul volto di Veronique che gli accarezzò una guancia, spingendolo poi dolcemente verso la sedia alla quale era legato prima.

Siediti amore, se qualcuno entrasse e ti vedesse in piedi potrebbe farmi allontanare da te pensando che ti sei liberato e che vuoi farmi del male... e tu non vuoi che mi allontani da te, vero?

Domandò la giovane donna, ben sapendo che Ryan non avrebbe potuto far altro se non assecondarla completamente: una volta che lui si fosse riseduto, con la bacchetta avrebbe nuovamente avvolto le mani ed i piedi di lui, voltando poi appena lo sguardo verso la porta.

Giusto in tempo...

Mormorò lei, ponendo fine all'illusione appena pochi secondi prima che - senza alcuna possibilità di parlare da parte del minore dei Vastnor - la porta della stanza si aprisse e facesse il suo ingresso l'autore di tutto quell'intrigo politico su cui Ryan aveva indagato, il mandante di quel rapimento, la persona che in quel momento sembrava a buon punto nel piano di conquista del mondo magico: Nicholas Vireau.

Immagine


Veronique, tesoro, come sta andando?

Era di fronte a loro, Nicholas, in tutta la sua figura carismatica: un uomo indubbiamente potente, ma soprattutto subdolo, stratega e manipolatore; un nemico molto temibile, un mago capace di tutto per raggiungere i propri obiettivi. Quell'uomo non prestò troppa attenzione a Ryan, concentrandosi su Veronique che si volse verso di lui sfoderando un sorriso non solo cordiale, ma anche devoto ed affettuoso.

Molto bene padre, il prigioniero non sta dando particolari problemi.

Rispose lei, modulando la voce per privarla di qualsiasi inflessione particolare: in effetti avrebbe dovuto avere un'espressione eccitata o perlomeno un tono euforico visto ciò che aveva appena scoperto, invece sembrava totalmente impassibile.

Sei riuscita a scoprire qualcosa? So che sai essere molto persuasiva quando vuoi...

Eccolo, il momento perfetto per rivelare tutto, per mettere nelle mani di Nicholas tutte le informazioni che avrebbero permesso la cattura di Monique e la risoluzione a suo vantaggio di molti problemi... bastava solo che Veronique parlasse, che dicesse tutto ciò che aveva appreso.
... o no?

Ho tentato di usare le illusioni di tortura su di lui, padre, ma non sono riuscita a scoprire nulla.
Ho persino usato un'illusione che gli facesse credere di essere dalla nostra parte, ma niente, il prigioniero sembra essere del tutto inutile.


E sarebbe stato meglio per Ryan non fare facce particolari a quelle affermazioni di lei, o addio copertura: no, Veronique non aveva detto la verità al padre, nascondendogli di proposito tutto ciò che sapeva su Monique, sulla Bergman e sulla ex moglie di Vastor; la domanda era una sola, naturalmente.
Perchè?

Se pensi che non possa esserci utile allora non c'è motivo che rimanga in vita.

In realtà padre...

Uhm?

Beh, ho notato che ha un'ottima resistenza al dolore... potrebbe essermi utile per esercitarmi con le illusioni, sono sicura di poterle far diventare ancora più devastanti ma ho bisogno di una cavia su cui provare. Cosa ne dite?

Nicholas fissò la figlia per un lungo istante, e Veronique ricambiò quello sguardo con fierezza, senza batter ciglio: alla fine, l'uomo sorrise con condiscendenza, annuendo un paio di volte in cenno di assenso.

D'accordo Veronique, se pensi che possa esserti utile lo lasceremo in vita, per ora.
E mi raccomando, se dovessi scoprire qualcosa...


... sarete il primo a saperlo padre, potete starne certo.

Con quelle ultime parole Nicholas si congedò dalla figlia, uscendo dalla porta senza nemmeno degnare Ryan di uno sguardo: Veronique attese almeno due minuti buoni, prima di voltarsi verso il suddetto prigioniero con un sorriso divertito sulle labbra.

Allora, ti è piaciuto amarmi?
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