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Palermo

Messaggioda Lyra » 05/05/2014, 1:08

Era da molto tempo che un uomo non la guardava così. Non uno sguardo carico di desiderio -era ovvio che quello lo sentiva più volte sulla propria pelle- ma uno sguardo interessato a lei, alla sua persona, a Lyra Bennet semplicemente e non alla famosa cantante. Ed anche gli occhi della giovane donna avevano cambiato modo di guardare: non più fermi nel vedere Lucas solo come un semplice amico, lo scrutavano, lo fissavano, lo mangiavano letteralmente, notando tutti quei tratti in lui che lo rendevano sempre più affascinante e sempre più attraente. L'uomo non era solo di bell'aspetto e gentile, ma anche intelligente, spiritoso e aveva un modo di fare che -per quanto all'inizio non avesse colpito particolarmente la cantante- ora la rapiva, rendendola più felice di passare il tempo insieme a lui. Probabile che a smuoverla fossero state quelle reciproche confessioni che avevano portato alla luce le ferite e le pene d'amore patite da entrambi -Lucas anche di recente- avvicinando non solo i loro corpi ma anche i loro spiriti. Aveva dunque trovato qualcuno che potesse comprendere il suo stesso dolore? A giudicare dall'espressione anche fin troppo comprensiva che le aveva lanciato Turner, supponeva di sì e la cosa, se da un lato la rendeva felice perchè finalmente era riuscita ad avvicinarsi ad un uomo che voleva con tutta sè stessa conoscere fino in fondo, dall'altro la bloccò e la intristì un po', dal momento che la volontà di non deludere le aspettative del professore di Trasfigurazione erano aumentate a dismisura. Rendendo la piccola Bennet insicura di sè stessa.
Da fuori era praticamente impossibile notarlo, abituata com'era a celare sotto quella maschera di grazia e bellezza tutto ciò che potesse creare disagio o dispiacere il proprio pubblico. E in fondo Lucas non era stato -fino a quel momento- nulla di più che una parte di quel pubblico che la voleva sempre sorridente, sempre felice, sempre angelica. Senza mai notare la sua spontaneità, la sua dolcezza, a volte la sua goffaggine che la rendevano più vera e più umana. Almeno fino a quando lo sguardo di ghiaccio dell'uomo non aveva scrutato a fondo nel suo animo, notando proprio quelle caratteristiche di lei che ora la rendevano ancora più affascinante ai suoi occhi.
Dopo aver messo da parte baci e confidenze, la coppia si diresse di gran carriera verso un bar vicino alla spiaggia, affamati com'erano dopo un'intensa ora passata a giocare a racchettoni sulla sabbia calda. Dal momento che il posto era privo di due sedie per entrambi, Lucas ebbe la geniale idea di essere utilizzato lui stesso da Lyra come posto a sedere, risolvendo non solo il problema di sistemazione ma approfittando di quella posizione per poter avere ancora una volta il fondoschiena praticamente nudo della donna proprio sul cavallo del suo pantalone. Dal quale la famosa cantante potè sentire una piacevole protuberanza che le fece intendere come il suo bel culo non fosse poi tanto sgradito all'altro.

Problemi nel far appoggiare quel meraviglioso fondoschiena che ti ritrovi sulle mie gambe? Al massimo dovrai darmi qualche istante prima di farmi rialzare, a fine pasto, ma a parte quello…

Mh, si me ne sto rendendo conto...

Disse con tono angelico e sguardo malizioso, strusciando appena i glutei contro la parte "incriminata" dell'altro solo per renderlo ancora più sensibile e farlo gonfiare ulteriormente sotto di lei. In fondo era stato Turner a voler essere usato come poltrona e lei aveva tutte le intenzioni di mettersi comoda.
Nell'attesa che arrivassero le loro ordinazioni, Lucas si lanciò in una piacevole esibizione del suo perfetto italiano, lingua insegnatagli dal suo più caro amico Noah Pellegrino. E dal momento che la piccola Bennet aveva espresso il desiderio di sentirgli pronunciare una frase in particolare in quella strana lingua tanto sensuale e melodica, il suo cavaliere non potè sottrarsi alla richiesta della bella domanda, forse anche perchè tutto il sangue stava lentamente fluendo -o almeno così ipotizzava lei- ai piani bassi. Richiesta che venne esaudita fissandola intensamente negli occhi.

Sei la donna più bella che io abbia mai incontrato, Lyra Bennet.

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Si, lei era veramente splendida, con quel faccino angelico che esprimeva la dolcezza più pura, con quegli occhi grandi, da cerbiatta, color nocciola, che avevano catturato le iridi color del cielo di Lucas, fissandolo con un'espressione mite, gentile, spontanea. Con Turner vicino, Lyra poteva sentirsi finalmente sè stessa e libera da qualsiasi vincolo o costrizione. Proprio in virtù di quelle sensazioni, allora, perchè non dare libero sfogo al proprio istinto, spingendosi a dire e a fare ciò che avrebbe voluto in quel momento? La piccola Bennet non si pose due volte il problema, avvicinandosi all'orecchio di Lucas con fare innocente e commentando -a modo suo- la bella espressione che aveva utilizzato in un'altra lingua.

Mi è sembrato quasi che stessi cantando mentre parlavi...- rispose con dolcezza ed in fondo era vero, perchè non c'era lingua che si accostava meglio alla musicalità della parole come l'italiano-Ho sentito dei brividi...proprio qui, dietro la schiena- e nel dire questo, la giovane donna invitò la mano dell'uomo ad accarezzarle la pelle nuda sotto la maglietta, facendogli capire che era quello il tipo di contatto che voleva da lui -Adesso prova a dirmi Ho tanta voglia di scoparti: sono curiosa di sentire come suona...

Disse con l'espressione più angelica e innocente che fosse capace di esibire in quel momento, depistando probabilmente tutti gli avventori lì presenti sulle reali parole che aveva appena rivolto al suo bel cavaliere. A prescindere che Lucas avesse esaudito o meno quel suo desiderio -perverso sotto ogni punto di vista- la bella cantante accettò di buon grado la scommessa che vide in ballo degli squisiti arancini e il suo giudizio su di essi, promettendo all'uomo, qualora li avesse trovati di suo gradimento, un bacio molto più intenso e profondo di quelli che si erano scambiati fino a quel momento. Ma dal momento che Turner non aveva specificato bene nè dove nè quando avrebbe dovuto saldare il proprio debito, la giovane donna si divertì a negargli -almeno per il momento- il suo ambito premio, continuando invece a mangiare quella delizia tipicamente siciliana che le aveva praticamente scottato la lingua.

Crudele… sadica e crudele…

Mi spiace Mr Turner, è lei che si è dimostrato troppo sprovveduto.
Avrebbe dovuto pensarci prima...


Sembrava proprio una Lady fredda e capricciosa, alle prese con le vessazioni giornaliere del suo povero vassallo/giullare/cavaliere. Ma il cuore della piccola Bennet era grande e generoso e a discapito di quegli piccoli scherzi, sapeva dentro di sè che il bacio richiesto da Lucas era al contempo tanto bramato da lei stessa. Semplicemente, preferiva che questo avvenisse in un luogo più intimo e appartato di un bar, nel quale gli altri clienti nonchè i camerieri erano pronti a fissarli con fin troppa curiosità, rendendo il loro atto -che doveva rimanere solo loro- di dominio pubblico. La cantante era stanca di vedere la propria vita privata sbattuta in faccia alla folla e questo spiegava perchè in quel momento provasse l'irresistibile impulso di un po' di privacy solo per loro due.

Arancino al singolare, arancini al plurale…

A-ran-ci-no- ripetè come una bambina, aspettando che Lucas approvasse la sua pronuncia, prima di continuare a parlare- Sembra una lingua davvero complicata l'italiano! I francesi si limitano ad aggiungere una s...-commentò la giovane donna, ponendo un naturale confronto fra il francese e l'italiano, due lingue che provenivano da uno stesso ceppo ma che si erano sviluppate in maniera diversa -Allora, vuoi un arancino?

La risposta fu ovviamente affermativa, ma invece che prendere da solo il proprio pezzo, l'uomo preferì farsi imboccare direttamente dalle belle mani curate della cantante, leccando e accarezzando con le labbra le sue morbida dita.

… buonissimo.
Dovresti imboccarmi più spesso, sai?


Che strano...
A giudicare da come mi hai guardata, ero convinta che saresti stato tu a volermi imboccare più spesso...


Alle capacità deduttive di Lucas il compito di decifrare quella frase -provocatoria-da parte di Lyra. Subito dopo, infatti, fu proprio il turno della Bennet di mangiare dalle mani dell'uomo un altro gusto di quella prelibatezza italiana: le labbra si schiusero appena sulle dita del professore, mordendo con delicatezza non solo il suo pezzo di arancino ma anche la mano dell'uomo, fissandolo con sguardo languido, prima di dedicarsi a gustare completamente il proprio pasto.

A proposito… non te l'ho chiesto prima, ma come sta Pantalaimon?

Te ne sei ricordato?- chiese piacevolmente sorpresa, non si aspettava che Lucas rammentasse ancora così bene il nome del suo dolce cagnolino -Pan gode di ottima salute e al momento sta imparando a convivere insieme a due gatti che ho trovato qualche mese fa. Due cuccioli di appena venti giorni, tutti soli e abbandonati in una scatola di cartone in mezzo alla strada, ti rendi conto? Ad uno gli è stata anche spezzata la coda...- e poteva ancora sentire la rabbia che quella visione le aveva provocato, spingendola ad adottare i due sfortunati micini-Non potevo lasciarli lì, così ho deciso di prenderli con me. In fondo casa mia è grande e alla mia domestica non dispiacciono gli animali- e per fortuna nemmeno a lei.

E Maya invece?
Lei come sta?


Credo che Maya mi odi per non averla portata con me, oggi…

Povera!
Una volta tornato a casa potresti rimediare facendole tante coccole.
Con Pan funziona di solito, anche se dopo vuole essere viziato anche con una doppia razione di croccantini!
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Messaggioda Lucas » 05/05/2014, 15:25

Una giornata partita come un semplice incontro tra due amici che non si vedevano da un po' si era rapidamente trasformata in un incontro semi-romantico tra due adulti che avrebbero potuto essere molto di più, un incontro fatto di baci, carezze, scherzi e tante chiacchiere più o meno intime ed intense; semi-romantico perché all'effettiva non si trattava di un appuntamento, ma non si poteva negare che osservando Lucas e Lyra lì, seduti a quel tavolino con lei sulle gambe di lui mentre si guardavano intensamente negli occhi, l'idea che potessero essere una coppia sorgeva piuttosto spontanea.
Nessuno dei due, tuttavia, sembrava curarsene: e perché avrebbero dovuto? Stavano bene, sorridevano, erano naturali e felici senza tener conto dei giudizi che gli altri clienti del bar o i camerieri potevano farsi di loro: oltretutto, Lucas era molto più concentrato sul fondoschiena della cantante premuto sulle sue cosce, una condizione che aveva risvegliato l'inquilino delle parti basse.

Mh, si me ne sto rendendo conto...

Come si poteva resistere a quello sguardo d'angelo, a quell'espressione pura e candida, quando poi i movimenti del suo corpo non facevano altro che accrescere - in tutti i sensi - la voglia di lei?
Un ringhio sommesso sfuggì dalle labbra del docente di Trasfigurazione, che allungò la mano per accarezzare la coscia di Lyra e stringerla appena tra le dita, già pregustando il momento in cui avrebbe potuto dare sfogo a tutto il desiderio che stava accumulando per quella donna così casta esteriormente e così provocatrice dentro. E se era tanto sicuro che avrebbero potuto darsi piacere reciproco era per il modo in cui la piccola Bennet rispondeva alle sue provocazioni ed ai suoi imput, tutti gesti che lo facevano ben sperare - a meno che lei non lo stesse prendendo in giro, ma Turner voleva sperare che non fosse il tipo.
E quale modo migliore per dimenticare certi brutti pensieri, se non assecondando i desideri della giovane donna? Lei voleva sentirlo parlare in italiano, voleva che pronunciasse qualcosa di romantico in quella lingua che Noah gli aveva un po' insegnato, e lui lo fece guardandola dritta negli occhi, com'era giusto che fosse vista la frase specifica che Lyra gli aveva chiesto.
La fissò poi, in attesa di un giudizio che non tardò ad arrivare.

Mi è sembrato quasi che stessi cantando mentre parlavi…

Gli parlava all'orecchio, con voce suadente, e Lucas poteva respirare a fondo l'odore dei suoi capelli e della sua pelle da quella posizione, un profumo inebriante che ben si sposava col tono che la cantante usava per parlargli… e con ciò che gli diceva.

Ho sentito dei brividi...proprio qui, dietro la schiena.

Non se lo fece ripetere due volte, facendo scivolare le mani sotto la polo della cantante per accarezzarle con le mani calde quella pelle invitante, stringendola come già fosse roba sua.

Adesso prova a dirmi Ho tanta voglia di scoparti: sono curiosa di sentire come suona...

Era… arrapante.
Lei che lo guardava con quell'espressione così dolce ed innocente, e pronunciava poi quelle cose come nulla fosse, fu l'ennesimo colpo che la cantante segnò contro il suo auto-controllo, e che fece aumentare di molto la protuberanza che già la piccola Bennet aveva percepito poco prima.
Ancora una volta, Lucas la guardò negli occhi, questa volta accarezzandole le labbra col pollice e poi stringendole il collo alla base della nuca per avvicinarla di poco a sé, con fare assolutamente possessivo.

Ho così tanta voglia di scoparti, che quando avrò finito ti servirà un bagno di almeno due ore per lavarti via il mio odore dal corpo…

Le sussurrò in un soffio, in italiano, accostandosi poi al suo orecchio per fornirle la traduzione in inglese, e lasciarle modo di capire in che modo, esattamente, Lucas volesse riempirla del proprio odore: evidentemente la chimica sessuale tra loro c'era, ed anche tanta, ma era bello vedere come sapevano dosarla alla perfezione, passando da momenti come quello alla degustazione di fantastici arancini, così fantastici che Turner vinse la scommessa e poté richiedere un bacio come premio, per quanto il momento ed il modo per riceverlo fossero a discrezione della donna.

Mi spiace Mr Turner, è lei che si è dimostrato troppo sprovveduto.
Avrebbe dovuto pensarci prima…


Sorrise di quelle parole, divertito dal modo di fare di Lyra che, quando voleva, sapeva fondersi perfettamente con la parte della Principessa capricciosa e crudele: eppure, nei suoi occhi, leggeva quel desiderio di baciarlo forte tanto quanto il proprio, perciò avrebbe saputo aspettare… e nel frattempo poteva dare qualche piccola lezione d'italiano alla cantante, visto che ci teneva a pronunciare alcune parole in quella lingua.

A-ran-ci-no.

Non male, Miss Bennet, ci dobbiamo lavorare sopra ma non male…

Sembra una lingua davvero complicata l'italiano! I francesi si limitano ad aggiungere una s…
Allora, vuoi un arancino?


C'è anche da chiederlo?

Domandò lui retoricamente, servendosi direttamente dalle dita della donna ed approfittando di quel contatto per leccarle e sfiorarle con labbra e lingua anche le dita delicate e curate di lei, commentando positivamente sia l'arancino, sia il fatto che non gli sarebbe dispiaciuto se lei l'avesse imboccato più spesso.

Che strano...
A giudicare da come mi hai guardata, ero convinta che saresti stato tu a volermi imboccare più spesso…


Con la differenza che dubito vorresti essere imboccata da me in pubblico… - replicò lui con un tono di voce ed uno sguardo eloquenti, maliziosi e provocatori - … a meno che tu non sia molto più perversa di quanto io non creda.

Aggiunse per onor di sincerità, prima d'imboccarla a sua volta e percepire le labbra e la lingua della cantante che si dedicavano alle sue, di dita… e che gli facevano ben sperare di sentirla dedicarsi presto a qualcos'altro di sé con così tanta devozione.
Chiusa, per il momento, quella breve parentesi erotica, i due proseguirono a mangiare, e visto che Lucas adorava gli animali gli venne spontaneo domandare a Lyra come stesse il suo cane, Pantalaimon.

Te ne sei ricordato?

Ho un'ottima memoria per le cose che mi stanno a cuore.

Rispose lui con un occhiolino.

Pan gode di ottima salute e al momento sta imparando a convivere insieme a due gatti che ho trovato qualche mese fa. Due cuccioli di appena venti giorni, tutti soli e abbandonati in una scatola di cartone in mezzo alla strada, ti rendi conto? Ad uno gli è stata anche spezzata la coda…
Non potevo lasciarli lì, così ho deciso di prenderli con me. In fondo casa mia è grande e alla mia domestica non dispiacciono gli animali.


Poveri piccoli… come si fa ad abbandonare dei cuccioli così, dico io? Spezzandogli poi la coda, quella è proprio cattiveria gratuita… - scosse il capo con fare serio ed anche abbastanza disgustato da un tale comportamento - Li hai portati da un veterinario per le visite di controllo? Dicono che ce ne sia una bravissima proprio a Londra, e che faccia dei veri miracoli con qualsiasi animale: Rachel… beh, non ricordo il cognome, ma di sicuro se chiedi in giro ti sapranno dire di più!

Teneva molto alla salute non solo della sua piccola Maya, ma anche degli animali orfani, abbandonati o vittime di violenza fisica e psicologica da parte di persone senza un minimo di cuore: quando poteva cercava di dare una mano, che fosse con una donazione in galeoni o con delle ore spese nell'assistenza a quelli più sfortunati, ma era chiaro che da solo non potesse curare o provvedere a tutti gli animali del mondo… nemmeno a tutti quelli dell'Inghilterra, effettivamente.
Per fortuna almeno Maya stava benissimo, per quanto quella mattina si fosse dimostrata un po' ritrosa a farsi fare le coccole da lui.

Povera!
Una volta tornato a casa potresti rimediare facendole tante coccole.
Con Pan funziona di solito, anche se dopo vuole essere viziato anche con una doppia razione di croccanti!


Credo che sia più che altro gelosa… sai, è una pantera molto perspicace, e capisce quando ho un'altra femmina per la testa - replicò lui, scherzoso fino ad un certo punto e molto malizioso nel suo dire - Quindi penso che dovreste conoscervi al più presto… sai, nel caso giornate come queste si ripetano più frequentemente.

E non una volta ogni cinque, sei mesi, se non di più.
Non le voleva mettere fretta o spingerla a prendere una decisione in merito a loro due, ovviamente, era solo un éscamotage - visto che a Lyra il francese piaceva tanto - per comprendere almeno se dopo ciò che era successo tra loro la cantante presupponeva di rivederlo in tempi brevi o meno, tutto qui.
Mangiarono ancora, spazzolandosi via tutti gli arancini presenti nel cestino, e fu solo perché Lucas voleva lasciarle il meglio per il pomeriggio che non le offrì anche il dolce - perché ovviamente pagò il pranzo per entrambi - preferendo prenderla nuovamente per mano e tornare all'ombrellone tenuto sotto controllo dalla coppia con cui aveva parlato prima, che ringraziò con un cenno del capo: faceva caldo, ma un leggero venticello permetteva di non sentirsi soffocare e l'ombra proiettata sulla sabbia sotto cui Turner sistemò i teli di entrambi diede loro modo di stendersi e godersi quel calore di fine Aprile senza sudare come dei disperati.

Allora… erano buoni davvero quegli arancini, non credi anche tu?

Le domandò dopo che le si fu seduto accanto, usando un tono volutamente noncurante ed alzando anche gli occhi al cielo, come nulla fosse: un chiaro riferimento alla sua vittoria, e al premio che doveva riscuotere, senza però parlarne direttamente… tanto per capire se per Lyra quello fosse il momento giusto di assaporare nuovamente la sua bocca o meno.
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Messaggioda Lyra » 06/05/2014, 19:54

Una volta arrivato l'orario giusto per pranzare, l'uomo e la donna si spostarono verso il bar della spiaggia, prendendo posto su una sedia -Lyra sopra Lucas- all'unico tavolo disponibile. Il fondoschiena della cantante poggiava direttamente sopra il membro di Turner, sentendone quei movimenti tipici dell'inquilino dei piani bassi quando si stava risvegliando dal proprio sonno. E a destarlo dal suo "dormire" non c'era un culo qualsiasi, ma quello di Lyra Bennet, che si divertiva a mettere in difficoltà il proprio cavaliere strusciandosi contro di esso e premendo di tanto in tanto solo per fargli avere un'erezione ancora più potente. Le sue provocazioni però non si limitavano solo ai gesti: anche le parole erano fondamentali per innalzare ancora di più il livello di libidine che si stava instaurando fra i due. E quale scusa migliore poteva esserci di una lezione improvvisata d'italiano?
La giovane donna, curiosa di ascoltare come suonava quella lingua a lei sconosciuta, aveva chiesto all'uomo di pronunciarle una frase nell'idioma da lui parlato. Dopo averla trovata di suo gradimento, la piccola Bennet non riuscì a resistere all'idea di aizzare ancora di più il desiderio di Lucas, richiedendo la pronuncia di un'altra frase in italiano ma questa volta decisamente più spinta.

Ho così tanta voglia di scoparti, che quando avrò finito ti servirà un bagno di almeno due ore per lavarti via il mio odore dal corpo...

O possibilmente qualcos'altro. Anche se pensato però, Lyra evitò di dirlo ad alta voce, rimanendo ancora un po' a stretto contatto con la pelle dell'uomo -dal momento che Lucas si era avvicinato a lei per sussurrarle quelle parole- inspirando il suo odore mischiato a quello del mare e lasciando che la sua pelle esercitasse lo stesso fascino su di lui. La sua poltrona improvvisata iniziava a premere con sempre maggior insistenza contro le sue gambe, ma al momento non c'erano i presupposti -dovuti per lo più al luogo dove si trovavano- per dare libero sfogo al desiderio reciproco. D'altro canto anche lo stomaco voleva la sua parte e quello di Lyra in particolare stava reclamando a gran voce di essere riempito, cosa che la cantante fece molto presto, mangiando uno di quei favolosi arancini che le aveva consigliato Lucas. Quel piatto sfizioso però venne utilizzato dai due come un ulteriore pretesto per stuzzicarsi a vicenda - d'altronde come avrebbero potuto resistere l'uno all'altro quando la voglia di andare a letto insieme si leggeva perfettamente nei loro sguardi? La piccola Bennet non si smentì e ancora una volta provocò il suo bel cavaliere con una frase che sarebbe stata facilmente compresa da Turner, come le dimostrò subito dopo con la propria risposta.

Con la differenza che dubito vorresti essere imboccata da me in pubblico… a meno che tu non sia molto più perversa di quanto io non creda.

Ammetto di aver accarezzato l'idea ben più di una volta in queste ultime ore...- rispose con tono noncurante, prendendo un altro arancino e rompendolo a metà, per farlo raffreddare più velocemente -Ma mi sono imposta di trattenermi: non posso mica rovinarmi la reputazione con il mio bel cavaliere subito, senza neanche avergli mostrato quanto posso essere brava a baciare prima...- giusto per fargli presente che non aveva dimenticato la loro scommessa -Non credi anche tu?

Dopo averlo stuzzicato per l'ennesima volta -e immaginava che per questo l'amico dei piani bassi stesse smaniando per "ringraziarla"- la conversazione fra Lyra e Lucas si spostò verso un argomento più innocente e meno piccante, ovvero le condizioni di salute dei loro animali. La piccola Bennet potè quindi raccontargli di come Pan, il suo cagnolino, fosse in gran forma e stesse imparando a fare amicizia con due piccoli gattini randagi che la cantante aveva salvato dalla strada. La giovane donna aveva un cuore che si commuoveva facilmente per le disgrazie altrui, per questo cercava in tutti i modi -tramite la propria carriera, le serate di beneficenza e quant'altro- di aiutare il prossimo con donazioni varie, che fosse un cane, un bambino o una persona priva di mezzi per continuare a vivere. Tutte cose che Lyra non amava sbandierare in giro, dal momento che era convinta che la generosità non fosse un pregio del quale vantarsi col mondo intero.

Poveri piccoli… come si fa ad abbandonare dei cuccioli così, dico io? Spezzandogli poi la coda, quella è proprio cattiveria gratuita…Li hai portati da un veterinario per le visite di controllo? Dicono che ce ne sia una bravissima proprio a Londra, e che faccia dei veri miracoli con qualsiasi animale: Rachel… beh, non ricordo il cognome, ma di sicuro se chiedi in giro ti sapranno dire di più!

Non preoccuparti: Simba e Nala- i nomi dei due micetti- sono già stati sverminati, ripuliti dalle pulci e vaccinati. Se dovessi aver bisogno di un bravo veterinario, però, andrò da questa Rachel...
Maya invece come sta? Forse vuole solo più coccole da te...


Credo che sia più che altro gelosa… sai, è una pantera molto perspicace, e capisce quando ho un'altra femmina per la testa. Quindi penso che dovreste conoscervi al più presto… sai, nel caso giornate come queste si ripetano più frequentemente.

Allora credo che dovrò venirti a trovare molto presto: non voglio che la tua Maya pensi che le stia rubando il suo uomo...

Oh si che lo stava facendo! Ma in un modo con la quale la povera pantera non avrebbe mai potuto competere. Certo, Lyra non voleva assolutamente che Lucas smettesse di essere affettuoso con il proprio famiglio solo perchè nella sua vita c'era lei -e chissà in veste di cosa- ma in fondo il docente di Trasfigurazione era un uomo che necessitava di altri tipi d'amore, oltre a quello di un animale con il proprio padrone, un amore che forse solo la piccola Bennet in quel momento avrebbe potuto dargli.
Dopo avergli promesso che presto -molto presto, fosse stato per lei- avrebbe fatto visita a Maya e sopratutto al suo padrone, i due continuarono il proprio pasto, ridendo e scherzando per tutto il tempo, fino a quando non arrivò il momento di andare via. Una volta finito di mangiare e dopo aver pagato il conto -o almeno ci avrebbe provato, ma Lucas era stato così insistente che alla fine aveva ceduto- la cantante e il suo cavaliere si diressero nuovamente verso il proprio ombrellone, tenuto sott'occhio dalla coppia di anziani per tutto quel tempo. Lyra si sistemò quasi subito sdraiata sul proprio telo a pancia in giù, giusto per ricordare all'uomo che fondoschiena avesse avuto seduto sulle proprie gambe qualche minuto prima. Fu infine Turner stesso a prendere l'iniziativa di parlare, rammentando alla piccola Bennet -tramite un innocuo commento- la scommessa da lui vinta poco fa.

Allora… erano buoni davvero quegli arancini, non credi anche tu?

Mmmh si, davvero molto buoni...- rispose con noncuranza, girandosi di schiena e stiracchiandosi appena portando la mano ad accarezzare la guancia ruvida dell'uomo -Però adesso ho propria voglia di qualcosa di dolce...- e la mano si spostò sulla nuca, mentre la giovane donna si alzava appena con il busto, raggiungendo col proprio il volto di Lucas -Puoi accontentarmi?

Le punte del naso arrivarono a toccarsi e un ansimo sfuggì fuori dalle labbra della bella cantante, che però attese ancora qualche istante prima di arrivare a toccare le labbra dell'altro. Subito dopo però -come presa da una passione sfrenata- la sua bocca catturò avida quella di Turner, la mano che si impossessava del suo collo spingendolo ad avvicinarsi ancora di più a lei, spingendolo ad approfondire ancora di più quel bacio. La lingua della Bennet si mosse immediatamente alla ricerca dell'altra, in un bacio che non aveva nulla di dolce, angelico o puro, anzi tutto il contrario, un misto di lussuria, di passione diabolica quasi, che stava lasciando la giovane donna senza fiato.

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Dopo una manciata di secondi -secondi nei quali il suo corpo aveva reagito a quel bacio eccitandosi- Lyra si staccò, lo sguardo illuminato da una fiamma di lussuria talmente intensa che l'uomo non avrebbe potuto non rimanerne scottato.

Che ne dici di anticipare quella visita a Maya e di farla ORA?
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Messaggioda Lucas » 06/05/2014, 20:49

Quella giornata si stava facendo sempre più perfetta ad ogni secondo che passava: era con Lyra, la famosa cantante che però per il tempo con Lucas aveva deciso di essere semplicemente una giovane e bellissima donna, sorella della collega Bennet ad Hogwarts, aveva fatto il bagno con lei, preso il Sole, mangiato del fantastico cibo italiano ed assaggiato - quella era decisamente la cosa migliore - la bocca invitante dell'altra, provando la voglia incredibile di averne ancora ed ancora.
Aveva voglia di lei, di baciarla e di farle ben altro, come le sussurrò nell'orecchio in italiano, una lingua che lui conosceva almeno un po' e che a Lyra sembrava piacere tanto: di sicuro, gli effetti "positivi" erano perfettamente percepibili dalla piccola Bennet, visto che gli stava sopra, e dal suo sguardo non sembrava affatto dispiaciuta della cosa - particolare che gli faceva venire ancora più voglia di essere da soli, in privato, così da poter dare sfogo ai loro più bassi istinti.
Aveva un odore buonissimo, la sua pelle profumava di dolce e di mare insieme… era fantastica: l'avrebbe lavata personalmente di tutto il sale che aveva addosso non appena fossero stati soli, così come si sarebbe preoccupato d'imboccarla e soddisfarla in un posto più privato, non certo ad un tavolo di un bar con tutta quella gente intorno.

Ammetto di aver accarezzato l'idea ben più di una volta in queste ultime ore…
Ma mi sono imposta di trattenermi: non posso mica rovinarmi la reputazione con il mio bel cavaliere subito, senza neanche avergli mostrato quanto posso essere brava a baciare prima


Sorrise divertito e malizioso a quelle parole, pregustando già il momento in cui finalmente avrebbe riavuto la bocca della cantante tutta per sé.

Non credi anche tu?

Mai stato più d'accordo…
E tanto per puntualizzare, non credevo potessi essere così… spinta
- le sussurrò all'orecchio, il membro che spingeva contro le sue natiche - … è una cosa che adoro.

Si poteva anche dire che il corpo di Lucas stesse parlando per lui, ma ci teneva a dirglielo anche a voce, completando quelle parole con un sorriso malizioso ed eccitato.
Mentre, comunque, i due consumavano il loro pasto - troppo buono per essere messo da parte - la conversazione si fece appena più seria, spostandosi sui rispettivi animali dei due: come Lyra, anche Lucas amava gli animali e cercava di fare il più possibile per loro, ed era felice di sentire che entrambi erano sulla stessa lunghezza d'onda.

Non preoccuparti: Simba e Nala sono già stati sverminati, ripuliti dalle pulci e vaccinati. Se dovessi aver bisogno di un bravo veterinario, però, andrò da questa Rachel...

Simba e Nala? - ripeté lui, con un altro sorriso più dolce e divertito - Nomi interessanti… lo sai che sono i nomi di un vecchissimo cartone animato babbano?

Le domandò, dimostrando così di conoscere molto della cultura babbana pur essendo un Purosangue: fu poi il suo turno di parlare del proprio animale, Maya, gelosa della possibile presenza di un'altra donna nella vita del padrone; Lucas approfittò del discorso per insinuare la possibilità che Lyra e la piccola pantera si conoscessero, se la donna avesse avuto voglia di frequentarlo più spesso.

Allora credo che dovrò venirti a trovare molto presto: non voglio che la tua Maya pensi che le stia rubando il suo uomo...

Perché, non è forse quello che stai facendo?

Le domandò divertito, rubandole un altro morso di arancino e continuando a chiacchierare con lei, chiedendole di Alfred, dei suoi prossimi impegni, e raccontandole qualcosa della scuola e dei suoi studenti - il tutto per imparare a conoscerla e farsi conoscere meglio, naturalmente; quando il pasto fu finito, e Turner pagò per entrambi, i due tornarono sotto l'ombrellone.
Lyra diede modo all'uomo di potersi beare ancora una volta della visione del suo fondoschiena, dopodiché le ricordò, con tono volutamente noncurante, che gli arancini mangiati erano buonissimi… e che quindi lui si meritava un bacio come Trama comandava.

Mmmh si, davvero molto buoni…

Sorrise quando lei si volse, lasciandosi accarezzare la guancia e fissandola con desiderio, allungando una mano per sfiorarle il fianco e stringerlo con possessione.

Però adesso ho propria voglia di qualcosa di dolce…
Puoi accontentarmi?


Si serva pure, Miss Bennet…

Sussurrò l'uomo appena prima che la cantante lo facesse davvero suo, sfiorandogli prima semplicemente le labbra e poi catturandola avidamente: dal canto suo, Lucas non perse nemmeno un secondo e si spinse subito verso di lei, lasciando sgusciare la lingua verso quella della donna per danzare insieme; la spinse verso il basso, così da farla stendere completamente sul telo, e la sovrastò col proprio corpo, senza smettere di baciarla nemmeno per un istante.
Una mano le accarezzava i capelli, l'altra stringeva ed accarezzava il fianco della donna come fosse roba sua, mentre la bocca si muoveva frenetica, quasi con urgenza: si sentiva eccitato, accaldato, pieno di voglia di lei, un desiderio che a giudicare dallo sguardo e dall'ansimare di Lyra era pienamente contraccambiato.

Che ne dici di anticipare quella visita a Maya e di farla ORA?

Che non sono mai stato tanto felice di andarmene da un posto prima d'ora.

Rispose Turner quasi ringhiando: le rubò un morsetto al labbro inferiore, quasi anticipandole come avrebbe morso ogni centimetro del proprio corpo, dopodiché si alzò in piedi e le tese la mano per alzarsi a sua volta; non gli ci volle nulla per vestirsi e raccogliere la sua roba, e quando anche Lyra fu pronta la prese per mano senza nemmeno chiederle il permesso con lo sguardo, stringendola a sé come se sentisse che lei gli apparteneva.
Un altro bacio rubato, se lei l'avesse lasciato fare, dopodiché i due poterono allontanarsi dalla spiaggia, e smaterializzarsi non appena furono lontani da occhi indiscreti per riapparire direttamente nell'appartamento del docente.

[FINE]
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Messaggioda Sandyon » 16/01/2016, 23:44

Una volta trascorsi quattro giorni dopo la conclusione della sfida contro Calamity Jane, Aryanne stava godendosi la vittoria assieme ai due amici Eufemia e Typhon.
La convalescenza in ospedale era stata lunghissima ma utile al fine di rendere la ragazza di nuovo attiva e capace di poter riprendere subito gli allenamenti e gli impegni come Mercenaria.
Forse faceva ancora fatica a credere di aver vinto, ma era proprio così, era rimasta in piedi qualche secondo in più, decretando il proprio trionfo sulla rivale scarlatta Janet Sonenclaire.
Per quel motivo, la migliore amica non aveva voluto sentire ragioni, rapendola non appena dimessa dal San Mungo e portandola nella propria "casa" a Palermo, in Italia, per gustarsi una granita.
Anche l'Erbologo aveva scelto di essere presente per potersi complimentare con lei e farsi raccontare per filo e per segno tutte le impressioni e i pensieri durante il combattimento.
Estia invece si era voluta evitare quella chiacchierata, più che altro perché sapeva di potersi sentire facilmente fuori posto in quel contesto e poi perché tutta quella confidenza con Aryanne non l'aveva.
Insomma, un intero pomeriggio all'insegna della tranquillità e del sorriso, percependo viva l'emozione di essere riuscita a confrontarsi e battere una avversaria difficile e un tempo impossibile da superare.
Tutto perfetto, fino a quando Typhon non si alzò in piedi per andare in bagno, lasciando le due ragazze libere di confabulare e spettegolare un poco tra loro (in particolare la Longarno volle a tutti i costi conoscere dettagli riguardo l'attuale rapporto sussistente con Emmett, il coinquilino della migliore amica). L'intimità delle due italiane ebbe la durata di circa una decina di minuti, forse poco meno, prima che l'olandese si ripresentasse verso di loro, ignaro di essere in terribile pericolo. Stava giusto per fare una battuta delle sue in modo da punzecchiarle da lontano quando un lampo magico verde lo prese in pieno sulla schiena, privandolo all'istante della vita.
Di fronte agli occhi di Aryanne ed Eufemia, Typhon cadde in avanti con gli occhi aperti e il cuore fermo, senza neanche il tempo di fiatare, morendo.
Una visione sconcertante, assurda e senza ombra di dubbio inaspettata, ma senza la possibilità di osservare nell'immediato che fosse il killer, chi fosse stato così capace da eludere le difese magiche della villa, introdursi, mettere fuori gioco gli elfi domestici e colpire il bersaglio. Qualora anche la Vastnor avesse voluto dire o fare qualcosa, Ming nella sua mente l'avrebbe richiamata nemmeno pochi secondi dopo, allarmata e tesa, urlandole di tornare immediatamente a casa, perché il padre ne richiedeva urgentemente la presenza e non certo per qualcosa di veloce da fare, bensì una faccenda gravissima e che richiedeva la presenza della ragazza. Una tragedia dietro l'altra, per farla breve. Qualora quindi Aryanne avesse deciso di lasciare momentaneamente il corpo senza vita del Seal all'amica e scomparire per tornare all'istante in Inghilterra, permettendo in tal modo ad Eufemia di ragionare più lucidamente e pensare di chiedere subito aiuto alla moglie del ragazzo, al suo arrivo nella reggia avrebbe trovato la porta ridotta in frantumi e al suo interno, sia Sandyon, che Monique, che Asher, che Marcus in piedi davanti al corpo apparentemente esanime di Emmett Chadwick, disteso a terra ed appoggiato col corpo ad una parete, ancora vestito da allenamento ma pieno zeppo di tagli in ogni angolo del corpo, tagli con sangue fresco e abbondante che facevano presumere una quasi ovvia morte da emorragia. Con lo stesso sangue poi era fatta una scritta sullo stesso muro, stile "Camera dei Segreti", una scritta che recitava: "Tu mi hai preso la vittoria, io prenderò ciò che ti è più caro, schifosa bastarda".

Lo abbiamo trovato già così.
Ci ha avvertito Marcus che era passato a trovarlo perché non si era presentato per gli allenamenti.


... Aryanne, io... Non so proprio cosa dire...

Ho già controllato, non c'è più nulla da fare...

...

Proprio in quell'istante però, il tatuaggio presente sul corpo di Sly, momentaneamente dimenticato nella sua esistenza anche dallo stesso Azhad, pur con estrema fatica, iniziò a funzionare, facendo scaturire un potere magico di salvataggio che condusse il ragazzo a fare un colpo di tosse ed a prendere un grosso respiro affannato, accompagnato da diversi spasmi muscolari e gemiti di dolore per ogni ferita inferta sul corpo.
A quel punto, Asher, seppur incredulo, si avvicinò immediatamente ad Emmett, non chiedendosi sul momento cosa lo avesse potuto riportare indietro dalla morte ma piuttosto caricandoselo in spalla per portarlo al San Mungo, uno struttura decisamente più attrezzata dell'ospedale appena sorto in Bahrein e quindi più indicata per una urgenza del genere. Marcus però a qual punto lo fermò, chiedendogli la cortesia di portarlo ugualmente nel suo ospedale e di occultare qualsiasi traccia della presenza di Sly, non potendo però fornire spiegazioni ulteriori. C'era il rischio che non si salvasse, ma pareva proprio che Marcus temesse un rischio ancor più grande per il quale anche lo stesso Emmett poteva essere sacrificato. Sandyon, lanciando un'occhiata all'amico Primario, annuì come a dirgli "Fai pure ciò che dice, mi fiso comunque delle tue abilità e lo salverai comunque", così il MediMago Brightless si dileguò svelto, considerando che ogni secondo trascorso lì era soltanto un piccolo passo in più per il ragazzo di colore verso l'estremo Fato. Azhad a quel punto si dileguò, trovando la propria presenza ininfluente, chiedendo poco prima a Monique di fargli avere notizie del cugino al più presto, non appena esse fossero giunte.

... La tua avversaria non ha digerito per niente la sconfitta.

Aryanne... Cos'è quello sguardo?
Non stai così male solo per lui, non è così?
Che cosa è successo?


Alla risposta della Vastnor riguardo la morte improvvisa dell'amico Typhon, Sandyon stesso di volse a fissare la figlia, deglutendo silenziosamente.

Contieni l'istinti di vendetta.
Se ti sporcherai le mani col suo sangue, questo non lo riporterà ed in più diverrai un'assassina come lei.
Non farlo... È chiaro?


In quelle parole, il padre fece intendere perfettamente alla ragazza il riferimento al proprio passato e al dolore sofferto per le proprie azioni efferate senza giustificazione alcuna.



CHIEDO QUINDI CORTESEMENTE ALLA PG ARYANNE DI IMPRONTARE UNA PROPRIA AZIONE DOVE ILLUSTRA TUTTA LA VICENDA DA ME RACCONTATA DAL PUNTO DI VISTA DELLA RAGAZZA, PARTENDO DAL MOMENTO IN CUI TYPHON SI ASSENTA PER ANDARE IN BAGNO. IL SEGUITO, OVVERO CIÒ CHE FARÀ O DIRÀ DOPO LE ULTIME PAROLE DEL PADRE, DIPENDE ESCLUSIVAMENTE DA LEI. NATURALMENTE PER LO SVILUPPO DI QUESTO POST MOLTO DIFFICILE E PIENO DI COLPI DI SCENA È PREVISTA UNA RETRIBUZIONE IN PUNTI ESPERIENZA. RINGRAZIO CORTESEMENTE TUTTI I PG COINVOLTI NEL MIO MS CHE SI SONO PRESTATI A FARSI MUOVERE DAL SOTTOSCRITTO.
CHIEDO INOLTRE CHE EUFEMIA PLAYER SI ACCORDI CON ESTIA PLAYER PER DISCUTERE DI UNA VICENDA DA BG LEGATA ALLA MORTE DI TYPHON, FERMO RESTANDO CHE DESIDERO LEGGERE NELL'AZIONE DI ARYANNE UNA PICCOLA PARTE DOVE EUFEMIA, RIMASTA DA SOLA, SI PREOCCUPA SUL DA FARSI, ACCUSANDO PROBABILMENTE ANCHE LEI IL COLPO DELLA MORTE DELL'EX DRAGARGENTEO.

Questo è quanto.

Buon Gioco.
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Messaggioda Aryanne » 17/01/2016, 18:43

[Villa Longarno - 25 Agosto 2111 - 9.30]


...
Ancora non posso crederci, hai vinto davvero!!


Sì... sì, ho vinto.

Ma come fai a rimanere così dannatamente calma?!
Sono più euforica di te, e quella che ha trionfato in realtà sei tu!


Credo semplicemente di doverlo ancora... non so, realizzare del tutto.
Una parte di me è ancora su quel ring, impegnata a combattere, ed è probabile che quando finalmente mi sarò resa conto di avercela fatta per davvero scoppierò a piangere o qualcosa del genere!


Okay okay, ma vittoria a parte, che comunque ha rimesso quella stronza al suo posto...
Dimmi di Sly!


... di Sly?
E che devo dirti di Sly, scusa? Immagino fosse entusiasta come tutti, ma non era negli spogliatoi con me, è più facile che mi dica tu qualcosa a proposito della sua reazione!


Ma no, che mi frega della sua reazione!
Voglio sapere cosa c'è tra voi!


Non c'è niente Mia, quante volte dovrò ripetertelo?
Siamo amici, lui mi è stato sempre vicino in questi mesi, l'hai visto anche da te mentre stavamo in Russia...


Quindi non provi niente per lui?
Potresti giurare su di me che non l'hai mai guardato o considerato... in quel certo modo?


Beh... io...

L'arrivo di Typhon salvò la Vastnor in corner, permettendole di non rispondere alla domanda insidiosa della migliore amica: eppure,qualche secondo dopo, l'italiana si sarebbe ritrovata probabilmente a pensare che avrebbe preferito mille volte rispondere a tutti i quesiti di Eufemia, piuttosto che assistere alla scena che avvenne di fronte ai suoi occhi... Typhon, il suo Typhon, l'altra metà del suo spirito, morì nel tempo di un soffio, di un battito di ciglia.
Nella mente della Mercenaria, tutto avvenne al rallentatore: il sorriso del Seal mentre tornava da loro, quell'espressione fiera ed orgogliosa nei confronti della ragazza che aveva odiato e amato da sempre; il fascio di luce verde che lo colpì alle spalle; il corpo che si faceva rigido e cadeva a terra, privo di vita; l'urlo di Eufemia, terrorizzato ed attonito...
... ed il suo cuore, quel cuore che in parte aveva lasciato nelle mani del Drago anni prima, che esplodeva in mille pezzi, irrimediabilmente.

Immagine


Aprì la bocca, ma nessun suono uscì da essa: gli occhi erano spalancati, pieni di incredulità, sbigottimento... paura; paura che fosse vero, che non stesse semplicemente sognando. Forse era ancora in ospedale, sotto sedativi, forse quello era un incubo e doveva solo aspettare di svegliarsi, circondata dai medici, magari con lo stesso Typhon che le stava accanto, prendendola in giro per la lentezza dimostrata nel riprendersi.
Sì, doveva essere un sogno, non poteva essere vero, non poteva essere accaduto seriamente.

Aryanne... Aryanne!
Aryanne, dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo...


Eufemia piangeva sconvolta, ma la Vastnor quasi non la ascoltava: si era messa a tremare senza nemmeno rendersene conto, ed era bianca, anzi, completamente cadaverica; non riusciva a muovere un passo, e a differenza della Longarno che aveva preso Typhon tra le braccia, lei si teneva a distanza, come temendo che, avvicinandosi, la realtà si sarebbe palesata, e lei non avrebbe più potuto credere che fosse solo un sogno.

Ary...
Ary, devi venire via con me, dobbiamo andarcene, presto, devi tornare a casa tua, andiamo!!


Il tono urgente di Ming, riecheggiante nella sua mente, la scosse nel profondo: la piccola Moguri non perdeva mai il controllo, se la stava richiamando in quel modo ci doveva essere un motivo... e la Vastnor aveva il terrore di scoprirlo.

Ary!
Ary, mi stai ascoltando?!


Devo... devo andare.

Cosa?!
Dove, dove diavolo pensi di andare?!?


Mia, devo...
Tu stai qui, fai... chiama... chiama i suoi genitori, chiama... Estia...
Io... devo...


Non finì nemmeno la frase - non ne sarebbe stata in grado - smaterializzandosi all'istante e lasciando la Longarno da sola, col corpo privo di vita di Typhon tra le braccia, il volto pallido e solcato dalle lacrime.

... Typhon...

Lo strinse forte, come se lui potesse sentirla, cercando dentro di sé la forza di tornare lucida e capire cosa fare: nell'assurdità del comportamento di Aryanne, una cosa giusta l'aveva detta... doveva contattare Estia, e subito.


Nel frattempo...


[Castello dell'Erede del Fuoco - Stesso giorno]


Non capisco, perché non sei andata con lui?

Non ho una gran confidenza con Aryanne, non volevo essere di troppo: è un traguardo importante quello che lei ha raggiunto, e trovo giusto che voglia condividerlo con le persone a cui tiene di più... sarei stata più un impiccio che altro, e poi non pesa aspettarlo qui a casa!

Sei troppo buona Estia!

E perché, scusa?

Perché non pensi nemmeno per un secondo che possa esserci qualcosa sotto!

Non è che sono buona, allora... semplicemente mi fido di Typhon.
So che vuole bene ad Aryanne, ma che il suo sentimento non va oltre, e poi...


Immagine


Estia?
Cosa c'è?


... ho una brutta sensazione.

Come?
Riguardo cosa?


Non cosa... chi.


Nel frattempo...


[Reggia di Aryanne - Stesso giorno]


Qualcuno era riuscito ad eludere tutte le protezioni erette intorno all'abitazione di Aryanne, bastava osservare la porta ormai inesistente per capirlo... ma non era quello il motivo che aveva spinto Ming a farla rientrare con tanta urgenza.

..............

Emmett, appoggiato contro la parete, il corpo coperto di tagli e sangue... morto: doveva essere per forza un incubo quello, non poteva accadere nella realtà, perché sarebbe stato troppo da sopportare per chiunque; gli occhi della Vastnor si spostarono lentamente dal corpo del ragazzo alla scritta sul muro, una scritta che lasciava comprendere fin troppo bene chi fosse il mandante di tutto.

Lo abbiamo trovato già così.
Ci ha avvertito Marcus che era passato a trovarlo perché non si era presentato per gli allenamenti.


... Aryanne, io... Non so proprio cosa dire...

Ho già controllato, non c'è più nulla da fare...

Spostò lo sguardo su Azhad, fissandolo, come se aspettasse da lui qualcosa, un cenno, una parola, una rassicurazione sul fatto che Sly fosse vivo... perché non poteva essere diversamente, lui non poteva essere morto, Typhon non poteva essere morto, tutto ciò non stava accadendo davvero.

Ary!!

La voce sollevata di Ming la spinse a guardare all'istante Emmett che, con un colpo di tosse, riuscì ad incamerare aria nei polmoni, seppur con estrema fatica, di fronte agli sguardi increduli di Monique, Sandyon ed Asher: solo Marcus sembrava il meno sorpreso di tutti, quasi come se si aspettasse una reazione del genere, ma in quel momento alla Vastnor importava davvero poco.

Ary, hai visto?!
È vivo, è vivo!!


La Moguri era felice, ma l'italiana non poteva esserlo, non lo sarebbe stata fino a che Typhon non fosse tornato in vita come Sly: perché doveva tornare da lei, non poteva rimanere un cadavere, non era il suo momento, e la Vastnor avrebbe fatto qualsiasi affinché ciò accadesse, anche vendere l'anima al Demonio se fosse stato necessario.
Non disse una parola mentre Asher prendeva di peso Emmett e cercava di portarlo al San Mungo prima e in Bahrein poi, dietro richiesta di Marcus: quest'ultimo sapeva bene che se il ragazzo, per colpa sua, avesse perso nuovamente la vita, nemmeno lui sarebbe riuscito a fermare la furia della Mercenaria.

... La tua avversaria non ha digerito per niente la sconfitta.

Aryanne... Cos'è quello sguardo?
Non stai così male solo per lui, non è così?
Che cosa è successo?


....

Dovette attendere diversi istanti prima di riavere il controllo sulla propria voce, tanto da rimanere in silenzio quasi per cinque minuti prima di sussurrare qualcosa con voce flebile e gracchiante, come se non la usasse da mesi.

Typhon...
Typhon è... è...


Non riusciva nemmeno a dirlo, ma non c'era bisogno.
Gli sguardi di Sandyon e Monique bastarono ampiamente per farle capire che entrambi avevano capito.
Avevano capito che il Seal era morto, ma soprattutto si erano resi conto che Calamity Jane aveva appena fatto l'unica cosa che mai avrebbe dovuto fare: portarle via metà del proprio spirito.

Contieni l'istinti di vendetta.
Se ti sporcherai le mani col suo sangue, questo non lo riporterà ed in più diverrai un'assassina come lei.
Non farlo... È chiaro?


Non guardò il padre, non provò nemmeno ad alzare gli occhi su di lui, semplicemente si smaterializzò lontano da loro, lontano da lì; sapeva cosa doveva fare, e sapeva anche come farlo: le bastava andare in Gilda, farsi dire dove si trovasse Calamity Jane in quel momento, seguirla... e farle pentire di aver anche solo pensato di poter toccare le persone a lei care. Credeva di aver perso contro Aryanne in quello stadio, credeva di aver visto il massimo che la leonessa potesse dare, e invece non era così, non aveva la minima idea di quanto male stava per subire... ma l'avrebbe scoperto presto.

Spoiler:
Ringrazio infinitamente Monique per avermi permesso di muovere le Eredi in quest'azione: le loro parole, comunque, sono state prima accordate con l'Amministrazione.
E comunque, a proposito di Amministrazione... Sandyon, sei un gran bastardo!!
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Messaggioda Nigel » 07/03/2017, 19:17

Villa Longarno - Messina - Italia
09/06/2113
Ore 22:00


Tre giorni prima, al termine dei festeggiamenti per il matrimonio di J.D. e Peyton, quest'ultima aveva consegnato a Nigel una lettera da parte di Eufemia.
La conversazione notturna avuta con lei era stata tranquilla, a tratti interessante, ma il Sykes non avrebbe mai potuto pensare che da essa scaturisse tutto ciò.

Ricordo che rimasi molto perplessa nel notare come tanta gente si affannasse a comprare pergamene, piume e calamai di ogni forma, colore e dimensione, e ricordo anche cosa tu mi dicesti a tal proposito: "A volte ci sono verità che non si riescono a dire a voce, amore mio. Le pensi, le senti, ma esse non trovano una via per essere espresse... è allora che carta e penna ti vengono incontro, perché è più semplice scrivere ciò che si prova piuttosto che esprimerlo guardando l'altro negli occhi".


Lui non era più quel tipo di maschio. Per lui ormai le parole non potevano essere nascoste dal silenzio, ma lei non lo sapeva, lei non ne era al corrente e forse aveva agito in tal senso proprio per compiacerlo e dare dimostrazione di un ricordo ancora vivido nel suo cuore. Apprezzarlo? Infastidirsi? Obiettivamente non lo sapeva proprio, era difficile stabilire una reazione giusta e valida.

... avrei tanto voluto fermarti, stasera.
Avrei voluto prenderti per mano ed implorarti di non andartene, di non lasciarmi: IO che imploravo TE di non lasciarmi, riesci a cogliere l'amaro surrealismo di una scena del genere?
Quando mi hai baciata, alle prove del matrimonio, per un attimo ho pensato che tutto sarebbe tornato a posto... ma poi mi sono detta: "E se l'avesse fatto solo per ripicca? O per togliersi uno sfizio?"; e quando poco fa mi hai fatto capire di apprezzare la mia gelosia, anche lì mi sono chiesta se non fosse dovuto al piacere di sentirsi lusingati dalle attenzioni altrui, quasi un "pagamento" per ciò che ti ho fatto passare. La verità, Nigel, è che non ti biasimerei in nessuno dei due casi, perché quello che ti ho fatto è troppo grave per essere cancellato, per esigere un perdono, per non richiedere una punizione.


Infatti lei non lo stava facendo, anzi, inconsciamente sì, ma non aveva certo il coraggio di chiedere apertamente, consapevole del male arrecato, ma anche schiava e vittima dei propri istinti e sentimenti.
Avrebbe tanto voluto fermarlo quella sera, ma non lo aveva fatto, le era mancato il coraggio, una delle qualità che più apprezzava in lei e che proprio in quel frangente era venuta meno.

Sono sempre stata egoista in amore, pensando di fare bene... e guarda dove mi ha portato: è stata una mia scelta egoistica a rovinare tutto ciò che c'era tra noi, quando invece avrei potuto fare tutto diversamente, salvaguardare la nostra relazione, proteggerla come sarebbe stato mio dovere fare. Bella cosa il senno di poi, non trovi?


Aveva riletto quella frase a lungo, più di tante altre, ritrovandosi a darle ragione e torto allo stesso tempo, perché lui l'aveva amata anche per quei difetti, per quelle sfaccettature spesso egocentriche, ma che la rendevano unica a modo suo, speciale. Sì, avrebbe potuto fare tutto diversamente, ma a che scopo? Lui al tempo non era ciò che ella cercasse, quindi perché maledirsi tanto?

E visto che non sono così convinta che il mio sesto senso sia diventato improvvisamente tanto scarso... parla con Kirie domani, ed assicurati che fosse davvero Hank colui che volesse baciare: sembra una brava ragazza, a sentire te lo è davvero, e di certo non ti ha mai ferito... il che la rende molto più accreditata di me, al momento, come possibile protettrice del tuo cuore.


Non aveva fatto parola con Kirie della questione, lasciando che ella procedesse con la propria vita e non soffermandosi troppo su eventuali segnali mai colti, perché Nigel prima di tutto voleva ragionare con se stesso o al massimo direttamente con lei. Sì, lui aveva tutte le intenzioni di trovarcisi di fronte. Non era lei a dover decidere chi fosse più accreditato o meno. Non lo era nessuno, a parte lui.

Inoltre... sai cosa diceva Bach, sempre a proposito della persona da lasciare libera quando davvero la si ama? "Se torna da te, sarà per sempre tua, altrimenti non lo è mai stata"; perciò penso proprio che aspetterò per la vita che tu decida di tornare da me, aggrappandomi alla convinzione che quando dicevi di essere mio tu parlassi sul serio.
Lo so, anche questo è un ragionamento egoista... ma non posso cambiare tutta in una volta, ed immagino che il fascino di una persona risieda anche in questo, giusto?


Quelle parole colpirono duramente il suo cuore, facendogli nascere un'espressione più carica di risentimento e amarezza, ma quasi da spingerlo ad accartocciare la lettere e gettarla nel cestino, invece alla fine aveva scelto di proseguire, dando rispetto a quell'intento, perché nonostante tutto, quella era Eufemia Longarno e chissà quanto doveva aver penato per forzarsi a buttar giù quelle righe.

Non so se e quanto possa riguardarti, viste le circostanze, ma... ho deciso di lasciare il mio lavoro come modella, almeno per un periodo; un mio amico redattore, a capo di un giornale americano, mi ha offerto la stesura di alcuni articoli sulla moda europea, essendone io una valida conoscitrice, e credo che accetterò. Immagino sarà interessante per i lettori scoprire il punto di vista sulla moda di chi è stato fino a poco tempo prima dall'altra parte della passerella, e se non altro avrò qualcosa da fare per qualche settimana, prima di decidere che piega far prendere alla mia vita; perché la verità... è che da quando non sei più con me ogni novità ha perso interesse, ogni impegno ha perso attrattiva, ogni progetto ha perso importanza, ed è un prezzo che con tutta probabilità pagherò per il resto dei miei giorni.


Arrendevole, priva di ogni energia e voglia di reagire. Ma cosa le stava succedendo? Perché scegliere di mollare tutto dopo tutti quei mesi? Cosa era cambiato dalla loro rottura?
Forse aveva maturato quelle decisioni dopo tanto tempo sperando in precedenza di guarire e stare meglio? Che razza di situazione del c***o.

Sei l'unico uomo che abbia mai davvero amato Nigel, per quanto questo possa valere... e l'unico che continuerò ad amare per il resto della mia vita.


Dando un ultimo sguardo a quelle ultime parole a chiudere il testo, Nigel inspirò profondamente, prima di piegare la pergamena, pergamena che poi invece riaprì.
Di fronte al portone della villa, sperando che dentro l'abitazione ci fosse solo lei, suonò il campanello, aspettando solo di essere ricevuto.

Ho bisogno di parlare con la tua padroncina Eufemia, è in casa?

Sapeva benissimo che fosse in casa, aveva chiesto appositamente alla migliore amica, ripromettendole di passare seriamente un giorno a salutarla, scusandosi per la domanda a bruciapelo.
Quando poi finalmente la ragazza in tenuta da casa giunse davanti a lui, la fissò con aria abbastanza seria, alzando la lettera che teneva nella destra per mostrargliela.

... Io e te dobbiamo parlare.
In camera tua e subito.


Immagine

Un ordine quasi. Un comando senza possibilità di replica e poteva star certa che se avesse tentato di chiudere la porta, lui avrebbe messo il piede in mezzo.
Entrò all'interno, seguendola fino alla stanza dove potessero starsene per conto loro, che ci fossero i genitori oppure no, poi, una volta lì, Nigel strappò la lettera, la gettò nel cestino di metallo e le diede Fuoco.

... Adesso tu trovi il coraggio di parlare guardandomi negli occhi.
Voglio che tu mi dica esattamente le stesse cose o quelle che ti girano per la testa, il cuore, altrimenti non me ne andrò di qui.
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Messaggioda Eufemia » 07/03/2017, 23:24

@ Villa Longarno | Messina - Italia | 9.6.13 | 10.03 p.m. @


Quindi siete già andati a cena insieme?

Oh sì!
È stata una serata perfetta, te l'assicuro! Il mio biscottino è così... fantastico!


... biscottino?
Gli hai già dato un soprannome?!


Certo!
Non sai quanto ti sia grata per avermi portato con te al matrimonio, Mia... Enrique è meraviglioso!


Addirittura?

Mh mh!
È dolce, un po' goffo, tanto tenero... e poi è così intelligente!
E posso assicurarti che facciamo del sesso incredibilmente appagante...


Miranda!

Beh, che c'è?
Non posso dirlo?!


Lasciamo perdere, tanto è inutile discutere con te!
Sono contenta che tra voi vada tanto bene, comunque...


Io sarei più felice se ti confidassi con me, invece...

Confidarmi?
Su cosa?


Magari sul fatto che hai passato tutto il matrimonio a guardare il tuo ex... e nemmeno troppo di sottecchi?
Tanto per dire, eh...


Immagine


Togliti quel sorrisetto dalla faccia e smettila di prendermi in giro, non è affatto divertente!
... ci ho anche parlato in realtà, a casa di sua zia.


Davvero?!
E com'è andata?


Diciamo... che sarebbe meglio stendere un velo pietoso.
Non credo torneremo mai insieme, a questo punto.


Ma tu l'hai messo di fronte alla realtà?

... realtà?

Immagine


Sì, che lo ami e lo rivuoi accanto a te!

Miranda, con che coraggio posso dirgli una cosa del genere?
Sono stata io a rovinare tutto, a mandare a puttane la nostra relazione... è già tanto che mi rivolga la parola!


Sarà, ma non sei più la Mia che conoscevo...
Insomma, hai lasciato la tua carriera come modella nel momento del suo massimo apice, ti arrendi con un ragazzo che dovrebbe essere l'amore della tua vita senza nemmeno lottare... la Longarno che conosco non si comporterebbe mai così!


No, hai ragione...
Ma la Longarno che conosci è anche quella che ha tradito il miglior fidanzato del mondo, non so quanto convenga darle credito.


La mora sospirò, preferendo lasciar perdere: l'italiana si stava comportando in maniera assurda, dal suo punto di vista, ma non spettava di certo a lei farle cambiare idea; finì il suo caffè, piuttosto, chiacchierando ancora con lei del più e del meno prima di congedarsi dalla rossa con un abbraccio, un ringraziamento per la cena e la promessa di rivedersi presto.
Era pronta a passare una serata solitaria, la Ignis, essendo i suoi genitori via dall'Italia per qualche settimana, quando il suono del campanello la prese in contropiede: chi poteva mai essere a quell'ora? Forse Aryanne per un'improvvisata?

Buonasera signore.

Ho bisogno di parlare con la tua padroncina Eufemia, è in casa?

Sì signore.
Chi devo annunciare?


Domandò educatamente l'elfo, ascoltando la sua risposta per poi trotterellare in soggiorno ed annunciare alla rossa che Nigel la desiderasse alla porta, lasciandola completamente basita; quante probabilità c'erano che l'elfo avesse capito male il nome di chiunque l'aspettasse all'ingresso? Poteva esserci davvero il Sykes lì ad attenderla, nonostante la lettera che Mia gli aveva scritto?

... Nigel.

Sì, era davvero lui, bello come non mai forse anche grazie a quell'espressione risoluta e grave che non aveva mai avuto con lei, un'espressione quasi dominante che ebbe il potere di metterla per la prima volta in soggezione.

... Io e te dobbiamo parlare.
In camera tua e subito.


Deglutì silenziosamente, facendosi da parte affinché potesse entrare e chiudendogli la porta alle spalle prima di precederlo su per la scale, fino alla propria camera da letto dove il Sykes, senza inizialmente dire una parola, strappò la lettera e la buttò nel cestino, dandole Fuoco; osservò la carta bruciare, nel più completo mutismo, alzando poi lentamente lo sguardo su di lui.

... Adesso tu trovi il coraggio di parlare guardandomi negli occhi.
Voglio che tu mi dica esattamente le stesse cose o quelle che ti girano per la testa, il cuore, altrimenti non me ne andrò di qui.


... ti basta una sintesi per sommi capi?

Ricorrere all'ironia per contrastare la tensione, una dote che aveva in comune con l'altra italiana per eccellenza, senza dubbio.

Riassumendo il contenuto della lettera sono una stronza che ti ha ferito profondamente, non potrò mai tornare indietro né rimediare a ciò che ho fatto, la mia vita senza di te non ha più senso, ti amo con tutta me stessa... ma non ti biasimerò se sceglierai di stare con un'altra, qualcuna che non ti abbia spezzato il cuore come ho fatto io.

Il proprio, di cuore, batteva all'impazzata, così forte da farle pensare che forse l'avrebbe potuto ascoltare anche lui: gli occhi erano velati di lacrime, ma come tre giorni prima si sforzò di non mostrargliele perché erano le lacrime di chi ormai la cazzata l'avesse bella che fatta.

... credevo fossi riuscito a dimenticarmi, o che ci fossi comunque vicino.
Al matrimonio, quando abbiamo parlato, eri talmente calmo, controllato... come se ti relazionassi ad un'estranea.
-non era un rimprovero, affatto, bensì una semplice constatazione- Invece eccoti qui, così diverso da come ti ricordassi... forse è proprio vero che siamo diventati due estranei.
Chissà, magari al nuovo te non piacerei nemmeno... non questa versione depressa di me, probabilmente.


Sapeva di essere ben lontana dalla rossa frizzante che tutti conoscevano, ma allontanando Nigel, se n'era resa conto dopo, aveva allontanato anche la parte migliore di se stessa.

Mi chiedi cosa mi passi per la testa, e la verità è che non c'è più niente che mi desti interesse, che mi susciti un'emozione, che mi scuota nel profondo: se n'è andato tutto con te... e solo per colpa mia, perché sono stata così...

Scosse il capo senza finire la frase, una lacrima che le volò via dall'occhio e finì direttamente sul pavimento, dannata traditrice: il Fuoco bruciava dentro di lei, ma era un Fuoco di dolore, di sofferenza, di rimorso che corrodeva lo spirito ed il cuore.

Sento che non riuscirò mai più ad essere felice com'ero un tempo, e che sia la giusta punizione per ciò che ho fatto... ecco cosa mi passa per la testa.
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Messaggioda Nigel » 08/03/2017, 16:25

... Adesso tu trovi il coraggio di parlare guardandomi negli occhi.
Voglio che tu mi dica esattamente le stesse cose o quelle che ti girano per la testa, il cuore, altrimenti non me ne andrò di qui.


... ti basta una sintesi per sommi capi?

Mi basta sapere che non tralascerai nulla.
Sorprendimi, forza.


Nigel non era andato lì solo per rivederla, ma anche per averci un confronto diretto a causa della rabbia provata nel vedersi consegnare quella lettera così priva di coraggio.
Quella non era la Eufemia che conosceva, ma considerando che nemmeno lui era più il Nigel conosciuto da lei, meglio darle una seconda chance per esporsi.

Riassumendo il contenuto della lettera sono una stronza che ti ha ferito profondamente, non potrò mai tornare indietro né rimediare a ciò che ho fatto, la mia vita senza di te non ha più senso, ti amo con tutta me stessa... ma non ti biasimerò se sceglierai di stare con un'altra, qualcuna che non ti abbia spezzato il cuore come ho fatto io.

Spero tu non abbia finito.
Puoi fare molto meglio di così.


Incrociò le braccia al petto, appoggiandosi con la schiena al muro della camera di lei, rievocando nel frattempo tante memorie della loro passata relazione, vissute proprio lì.
Era strano, confortevole e rarefatto allo stesso tempo. Senza nemmeno accorgersene, il Sykes aveva spostato l'attenzione su delle loro vecchie foto, da lei mai tolte di mezzo.

... credevo fossi riuscito a dimenticarmi, o che ci fossi comunque vicino.
Al matrimonio, quando abbiamo parlato, eri talmente calmo, controllato... come se ti relazionassi ad un'estranea.


Mhmh...

Invece eccoti qui, così diverso da come ti ricordassi... forse è proprio vero che siamo diventati due estranei.
Chissà, magari al nuovo te non piacerei nemmeno... non questa versione depressa di me, probabilmente.


Ottima intuizione.

Tornò a fissarla con assoluta serietà, cercando di scuoterla internamente, cercando di farle comprendere che la ragazza di fronte a lui non si avvicinasse minimamente a quella amata.
Tuttavia non disse molto altro, si limitò ad ascoltarla ancora, perché la Longarno non aveva finito, inspirando dal naso, un po' impaziente, un po' infastidito.

Mi chiedi cosa mi passi per la testa, e la verità è che non c'è più niente che mi desti interesse, che mi susciti un'emozione, che mi scuota nel profondo: se n'è andato tutto con te... e solo per colpa mia, perché sono stata così...
Sento che non riuscirò mai più ad essere felice com'ero un tempo, e che sia la giusta punizione per ciò che ho fatto... ecco cosa mi passa per la testa.


Annuì piano, spostando lo sguardo verso la finestra della camera, avvicinandosi poi ad essa, guardando le stelle in lontananza che brillavano sul verdeggiante territorio siciliano.
La piscina, gli alberi di arancio e limone, tutti dettagli familiari, tutte visioni malinconiche da lui già vissute in moltissimi sogni del passato.

Te lo ricordi perché mi mollasti? Ricordi alla perfezione i motivi che mi citasti?
Io non li ho mai dimenticati: poca intraprendenza nel sesso, carattere troppo pacifico e buonista, ossessionato dal non voler così diverso economicamente da te, incapace di dimostrare la gelosia.
Me ne dicesti altri, tutti finalmente venuti a galla dopo quella sc***ta con mio fratello, ma questi furono sostanzialmente i più importanti, il primo citato sopra tutti, naturalmente.
Passarono le settimane e da allora sentii di aver perso una parte di cuore, perdendo te, che niente avesse più un senso, un calore, un colore, uno spessore.
Ero così tanto vuoto da guardarmi allo specchio la mattina e riconoscere solo l'ombra di ciò che ero una volta, ciò che tu avevi valorizzato giorno dopo giorno...


Dopo aver parlato in quel modo, Nigel si volse di nuovo a fissarla, l'odore di bruciato della pergamena ancora nell'aria.
Si avvicinò a lei, guardandola ancora negli occhi, senza la minima traccia di esitazione o timore. Era fermo, convinto, serio oltre ogni immaginazione.

... Col passare del tempo ho provato a farmi forza, soprattutto dopo aver lasciato che l'Acqua mi entrasse nello Spirito.
Quando però c'erano quelle mattine nelle quali di alzarmi non ne avevo alcuna intenzione, che sentivo distintamente solo il desiderio di stare fermo a vegetare, lì era difficile vivere.
La MediMagia, lo Sport, gli amici, il sesso, tutto quanto per me appariva così inconsistente da lasciarmi sul volto solo una smorfia di tenue indifferenza.
Ma mi rendevo anche conto che il mondo non girasse attorno a me, che ci fossero persone che contavano sulla mia esistenza e allora cercavo di mettermi in piedi, facendomi forza...
... E sai che cosa mi ripetevo in quegli istanti? Sai come pensavo con insistenza affinché diventasse una sorta di mantra tanto doloroso da farmi sanguinare l'anima ma anche tanto vero e di supporto?


La fissò ancora più intensamente, facendo un altro passo avanti.
Attese che la ragazza rossa lo lasciasse proseguire, perché forse le sarebbe stato impossibile intuire cosa stesse per dire.

... Mi continuavo a ripetere "Eufemia si vergognerebbe di me, mi lascerebbe ancora una volta e si rafforzerebbe la sua convinzione di aver fatto bene".
Ma non solo, andavo avanti e dicevo "Eufemia al mio posto avrebbe fatto così, colà, in questo modo, in quest'altro, avrebbe trovato il coraggio di spaccare tutto, perché lei... Lei è Eufemia".


Abbassò volutamente il tono, con gli occhi più lucidi e triste, per quanto l'espressione continuasse ad essere molto fredda e distaccata.
Non voleva comportarsi a quel modo, ma c'era una ragione, c'era un lungo periodo passato a raffreddarsi alle sue spalle in grado di non farlo interrompere, di non farlo piangere.

Ora, ti rincontro dopo mesi, tu, il mio esempio più importante e graffiante, scoprendo che sei diventata la stessa cosa che ti ha spinta l'anno scorso ad abbandonarmi.
... Ma la sottile differenza tra il me di un anno fa e la te di adesso... Sta nel fatto che tu ora sei così, ma prima eri un'altra, prima eri la ragazza che mi ha fatto perdere la testa.


Girò la testa e guardò ancora il cestino di metallo con dentro le polveri della lettera bruciata.
Si avvicinò ad esso e lo prese in mano, mettendoglielo davanti quasi come fosse un'accusa, quasi come fosse una riprova schiacciante.

Quando mi è arrivata questa, mi sono inc****to a morte, perché p***o D** questa non sei tu! NO, NON LO SEI! IO MI RIFIUTO DI CREDERLO!
... Qui dentro c'è solo la dimostrazione dell'annullamento di un orgoglio, dell'abbandono dell'egocentrismo e dell'egoismo, ma io amavo tutto quello, TI AMAVO ANCHE PER QUELLO!
In questi giorni non ho fatto altro che chiedermi dove fosse finita l'italiana in grado di conquistare il Mondo Magico con uno schiocco di dita, che conquistò me a partire dai miei 12 anni.
Ora arrivo qui, ti ascolto e non vedo altro che una persona che si sta arrendendo, schiacciata dai sensi di colpa, dalla paura di sbagliare ancora, dall'incapacità di credere in se stessa.
Questo non lo accetto, non posso accettarlo, non posso accettarti...


Forse aveva solamente espresso il concetto che Miranda le avrebbe voluto trasmettere, magari in termini più soft, ma era arrabbiato e per un motivo ben preciso.
Non ci si arrabbiava con qualcuno quando non si credeva più in lui, non ci si arrabbiava con qualcuno quando non lo si reputava più importante.

... Eufemia, io provo ancora dei sentimenti per te, provo ancora una fortissima attrazione...
Ma sono sensazioni riferite alla rossa caparbia e forte che io adesso, davanti a me, non sto più vedendo... Perché quella rossa l'altra sera mi avrebbe fermato e mi avrebbe Bruciato.


Lasciò di nuovo a terra il cestino, muovendosi infine verso la porta della camera, aprendola e affacciandosi sullo stipite.
La voglia di restare era tanta, la voglia di riaverla vicina pure, ma il bisogno di credere ancora in lei e in quello che aveva significato per lui, anche.

Facciamo che questo sia un riavvolgimento del tempo, ritorniamo a quella notte...
Io sto per andarmene e la vera differenza con l'andarmene di allora... Sta nel fatto che se mi lascerai uscire da qui non mi rivedrai mai più.


Detto questo, semplicemente, Nigel mise piede fuori e cominciò a scendere le scale, muovendosi verso l'ingresso della villa.
Quella era la seconda chance per la Longarno di cambiare tutto, di scegliere arbitrariamente il proprio destino, conscia del fatto che da parte dell'ex il desiderio di ricominciare ci fosse tutto.
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Messaggioda Eufemia » 08/03/2017, 19:04

Riassumendo il contenuto della lettera sono una stronza che ti ha ferito profondamente, non potrò mai tornare indietro né rimediare a ciò che ho fatto, la mia vita senza di te non ha più senso, ti amo con tutta me stessa... ma non ti biasimerò se sceglierai di stare con un'altra, qualcuna che non ti abbia spezzato il cuore come ho fatto io.

Spero tu non abbia finito.
Puoi fare molto meglio di così.


Pff...

Sbuffò, scuotendo leggermente il capo: era stato lui a dire che gli sarebbe bastata una sintesi per sommi capi del contenuto della lettera, ed era esattamente quanto appena fatto; c'era da dire, comunque, che la presenza di Nigel lì fosse riuscita a destabilizzarla, ben più di quanto immaginato perché, a differenza propria, il Sykes ostentava una calma quasi surreale.

... credevo fossi riuscito a dimenticarmi, o che ci fossi comunque vicino.
Al matrimonio, quando abbiamo parlato, eri talmente calmo, controllato... come se ti relazionassi ad un'estranea.


Mhmh...

Invece eccoti qui, così diverso da come ti ricordassi... forse è proprio vero che siamo diventati due estranei.
Chissà, magari al nuovo te non piacerei nemmeno... non questa versione depressa di me, probabilmente.


Ottima intuizione.

Strano, credevo che la mia perspicacia non lavorasse più come dovrebbe.

Sarcasmo, puro e semplice sarcasmo riferito alla "questione Kirie" e al fatto che, secondo il ragazzo, la giapponese non fosse affatto interessata a lui -convinzione che per Eufemia era credibile quanto l'affermazione di essere tranquilla in quel momento.

Mi chiedi cosa mi passi per la testa, e la verità è che non c'è più niente che mi desti interesse, che mi susciti un'emozione, che mi scuota nel profondo: se n'è andato tutto con te... e solo per colpa mia, perché sono stata così...
Sento che non riuscirò mai più ad essere felice com'ero un tempo, e che sia la giusta punizione per ciò che ho fatto... ecco cosa mi passa per la testa.


Te lo ricordi perché mi mollasti? Ricordi alla perfezione i motivi che mi citasti?

Difficile dimenticare i motivi per cui ho interrotto la relazione migliore della mia vita. -mormorò lei, osservandolo di spalle.

Io non li ho mai dimenticati: poca intraprendenza nel sesso, carattere troppo pacifico e buonista, ossessionato dal non voler così diverso economicamente da te, incapace di dimostrare la gelosia.
Me ne dicesti altri, tutti finalmente venuti a galla dopo quella sc***ta con mio fratello, ma questi furono sostanzialmente i più importanti, il primo citato sopra tutti, naturalmente.
Passarono le settimane e da allora sentii di aver perso una parte di cuore, perdendo te, che niente avesse più un senso, un calore, un colore, uno spessore.
Ero così tanto vuoto da guardarmi allo specchio la mattina e riconoscere solo l'ombra di ciò che ero una volta, ciò che tu avevi valorizzato giorno dopo giorno...


Conosceva quella sensazione, perché la stava provando anche lei, ogni giorno: la voglia di non fare nulla, di lasciarsi andare, il trascinarsi tra un impegno e l'altro provando a sorridere, per non mostrare agli altri quanto male si stesse nel profondo.

... Col passare del tempo ho provato a farmi forza, soprattutto dopo aver lasciato che l'Acqua mi entrasse nello Spirito.

Di certo non una brutta idea la sua, che però Mia non avrebbe mai potuto attuare perché troppo legata al suo Fuoco per poterlo mischiare con un altro Elemento, figurarsi uno opposto al proprio!

Quando però c'erano quelle mattine nelle quali di alzarmi non ne avevo alcuna intenzione, che sentivo distintamente solo il desiderio di stare fermo a vegetare, lì era difficile vivere.
La MediMagia, lo Sport, gli amici, il sesso, tutto quanto per me appariva così inconsistente da lasciarmi sul volto solo una smorfia di tenue indifferenza.
Ma mi rendevo anche conto che il mondo non girasse attorno a me, che ci fossero persone che contavano sulla mia esistenza e allora cercavo di
mettermi in piedi, facendomi forza...


Normale, quando sei un Medimago. -convenne, sempre a bassa voce: su di lei, essendo una modella tranquillamente sostituibile, chi mai poteva fare affidamento?

... E sai che cosa mi ripetevo in quegli istanti? Sai come pensavo con insistenza affinché diventasse una sorta di mantra tanto doloroso da farmi sanguinare l'anima ma anche tanto vero e di supporto?

Scosse la testa, attendendo solo che l'altro continuasse.

... Mi continuavo a ripetere "Eufemia si vergognerebbe di me, mi lascerebbe ancora una volta e si rafforzerebbe la sua convinzione di aver fatto bene".
Ma non solo, andavo avanti e dicevo "Eufemia al mio posto avrebbe fatto così, colà, in questo modo, in quest'altro, avrebbe trovato il coraggio di spaccare tutto, perché lei... Lei è Eufemia".
Ora, ti rincontro dopo mesi, tu, il mio esempio più importante e graffiante, scoprendo che sei diventata la stessa cosa che ti ha spinta l'anno scorso ad abbandonarmi.
... Ma la sottile differenza tra il me di un anno fa e la te di adesso... Sta nel fatto che tu ora sei così, ma prima eri un'altra, prima eri la ragazza che mi ha fatto perdere la testa.


No, la differenza tra loro era che lui ce l'aveva fatta ad andare avanti, mentre lei si era affossata, metro dopo metro, sempre più sottoterra, rannicchiandosi e desiderando solo di essere lasciata in pace a soffrire: ironico, o semplicemente molto triste, se si pensava che tutto fosse partito proprio dalla rossa.
La Longarno gli aveva spezzato il cuore, ed ora era proprio lei quella a stare peggio: come diceva sempre Miranda, ed a ragione... karma's a bitch.

Quando mi è arrivata questa, mi sono inc****to a morte, perché p***o D** questa non sei tu! NO, NON LO SEI! IO MI RIFIUTO DI CREDERLO!
... Qui dentro c'è solo la dimostrazione dell'annullamento di un orgoglio, dell'abbandono dell'egocentrismo e dell'egoismo, ma io amavo tutto quello, TI AMAVO ANCHE PER QUELLO!


Sobbalzò sul posto, facendo anche un passo indietro perché non era abituata a sentirlo urlare in generale, figurarsi contro di sé, e non è che le piacesse poi molto: lui amava caratteristiche di una ragazza che non sarebbe mai più potuta esistere, non al 100%, perché la Mia di cui Nigel parlava e di cui continuò a parlare non aveva mai sofferto tanto per amore, non aveva mai perso una parte del proprio essere... e questo l'aveva portata a cambiare, esattamente com'era successo al Sykes.

In questi giorni non ho fatto altro che chiedermi dove fosse finita l'italiana in grado di conquistare il Mondo Magico con uno schiocco di dita, che conquistò me a partire dai miei 12 anni.
Ora arrivo qui, ti ascolto e non vedo altro che una persona che si sta arrendendo, schiacciata dai sensi di colpa, dalla paura di sbagliare ancora, dall'incapacità di credere in se stessa.
Questo non lo accetto, non posso accettarlo, non posso accettarti...


Non te l'ho chiesto...

Lo pensò, senza però riuscire a dirlo, perché all'improvviso aveva la sensazione di aver perso completamente la voce.

... Eufemia, io provo ancora dei sentimenti per te, provo ancora una fortissima attrazione...
Ma sono sensazioni riferite alla rossa caparbia e forte che io adesso, davanti a me, non sto più vedendo... Perché quella rossa l'altra sera mi avrebbe fermato e mi avrebbe Bruciato.


Ma quella rossa non aveva vissuto determinate esperienze che l'avevano modificata, il succo della questione era sempre quello... un succo che l'altro non riusciva/non era interessato a vedere o capire.

Facciamo che questo sia un riavvolgimento del tempo, ritorniamo a quella notte...
Io sto per andarmene e la vera differenza con l'andarmene di allora... Sta nel fatto che se mi lascerai uscire da qui non mi rivedrai mai più.


Come poteva chiederle di scegliere all'istante? Come poteva pensare che fosse in grado di prendere una decisione con così poco tempo a disposizione? Già solo nel tempo necessario per capire fino in fondo cos'avesse detto Nigel stava scendendo le scale, dandole quindi nessuna possibilità di tergiversare o perlomeno di riflettere su quanto appena sentito.
Dovendosi basare solo sull'istinto, quindi, per Eufemia fu quasi scontato muoversi, raggiungerlo, afferrarlo per un braccio e costringerlo -o forse semplicemente spingerlo- a voltarsi, perché non poteva pensare di non rivederlo mai più, era una prospettiva che faceva davvero troppo male.

... io non posso vivere senza di te, credo sia l'unica cosa certa della mia vita in questo momento.

Ma proprio perché lo amava e non era più egoista come un tempo, sentiva il bisogno di parlar chiaro con lui, di non prenderlo in giro, di non nascondergli nulla.

Ma se è la Eufemia pre-rottura che vuoi... io non posso più essere quella persona, non completamente: perché la ragazza di cui ti sei innamorato non aveva mai amato così tanto, non aveva mai perso così tanto. Il dolore che ho provato in questi mesi, la consapevolezza di quanto tu fossi importante per me e di come la tua presenza nella mia vita l'avesse resa degna di essere vissuta, tutto questo è arrivato con la fine della nostra relazione e questo, Nigel, mi ha cambiata, esattamente com'è successo a te. -non aveva nemmeno preso fiato da quando aveva cominciato a parlare, per questo dovette forzatamente interrompersi, il tempo necessario per ispirare profondamente- Non so in quali termini io sia diversa, non so quantificarti il cambiamento, ma non ti mentirò dicendoti che sono la stessa persona di un tempo perché certi eventi ti segnano e ti cambiano, inevitabilmente.

Sperava che potesse capire quel discorso, che non lo considerasse solo come una paraculata, un voler nascondersi dietro a tristi cliché od il tentativo di voler aggirare una situazione difficile: parlava sul serio nel dire che fosse cambiata, che non sapesse quanto quel cambiamento fosse profondo, e sì, sentiva di aver ragione nel pensare che fosse una cosa normale quando si viveva una situazione tanto intensa.

Ma questo non cambia quello che sento per te: quella gelosia bruciante al pensiero di te con un'altra, quel desiderio di stare di nuovo tra le tue braccia, tanto forte da impedirmi di respirare... tutto questo è reale, è qualcosa che non se n'è mai andato, anzi, che si è acuito nel tempo.
Per favore non... non andartene...
-sì, si era messa a piangere: aveva fatto di tutto per evitarlo, ed alla fine eccole lì, le lacrime, quella che la vecchia Mia non avrebbe mai avuto paura di mostrare, non di fronte a lui comunque- Io ho bisogno di te, io... non posso immaginarti con nessun'altra, non voglio che tu stia con nessun'altra, perché nessuna ti amerà mai quanto ti amo io!

Si mise proprio a singhiozzare, il cuore che le scoppiava nel petto per il dolore: le sarebbe potuto mai venire un infarto proprio a causa di tutta quella sofferenza? Al momento non se la sentiva di escluderlo.

Mi dispiace, mi dispiace così tanto, sono stata una stupida, non avevo capito cosa stavo rischiando di perdere, e... ti giuro che farò di tutto per farmi perdonare, per dimostrarti quanto ti amo, che sono solo io l'unica persona fatta per starti accanto ma per favore... per favore Nigel, non lasciarmi...

Un po' della vecchia Mia, nella sicurezza di essere quella che più lo avrebbe amato, ed un po' della nuova, fragile almeno per il momento, e col cuore pieno di dolore: doveva essere il Sykes, però, a decidere se valesse la pena conoscerla, questa nuova versione della Longarno... oppure no.
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