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Pireo

Messaggioda Emanuelle » 06/11/2021, 22:23

Dopo quel senso di disagio che era nato a causa delle parole della Veggente, Emanuelle cercava in tutti i modi di non pensare a quelle stupide premonizioni, riuscendoci per altro proprio grazie alla presenza del Danma. Kisuke sapeva come distrarre i suoi pensieri e farla ridere, permettendole di interessarsi a qualcosa di diverso che non fosse la propria vita disastrata. Si stavano conoscendo sempre più in maniera approfondita, ponendosi domande molto private e che riguardavano la vita l'uno dell'altro. In quel caso toccò al giovane uomo rispondere e spiegare chi fosse il suo migliore amico, un Ignis che fra l'altro era stato anche il grande amore della sorella di Kisuke.

... Potrei riassumere la risposta complessa semplicemente dicendo che lui è Fuoco e lei è Ghiaccio.

Iniziò così la spiegazione sul perché Fujiko ed Itsuki non stavano insieme. Gli elementi che si contrastavano a vicenda erano a tutti gli effetti un vero e proprio ostacolo per le relazioni e questo Emanuelle lo sapeva molto bene. Suo fratello a volte faceva fatica a comprendere il suo stato d'animo, come lei si sentiva, proprio a causa di quel Ghiaccio che manovrava e condizionava ogni suo pensiero. Questo punto di blocco, più delle convinzioni estremamente radicate nella mente della Danma, avevano infine allontanato due persone che forse un giorno sarebbero potute essere molto felici insieme. Pur non trovandola chissà quanto simpatica -era una questione di pelle, o forse di eccessiva vicinanza a suo fratello- Emanuelle si sentiva dispiaciuta per loro e per quell'incomprensione che poteva diventare un vero e proprio incubo. Quante volte lei stessa era capitata in una situazione identica proprio con il Lamarck? E tante volte avrebbe voluto sciogliere il suo Ghiaccio, al solo scopo di fargli capire cosa sentisse lei, cosa provasse lei, ma per una Ignis di così basso livello si trattava di un'impresa a dir poco impossibile. Eppure l'Amakura, il migliore amico del Danma, pareva aver compiuto quell'impresa, tanto da far sorgere più di un dubbio nella mente della Lamarck, che la espresse anche al suo nuovo amico.

... Nel panorama delle Gilde viene soprannominato "Il Leggendario Demone Ignis", con il Grado di Ignis Vulcano.

Ecco spiegato perché Itsuki fosse riuscito là dove Pauline sognava solo di raggiungerlo quel risultato. Kisuke sembrava non essersi posto alcun problema nel rivelare apertamente un segreto come quello, un segreto che avrebbe dovuto essere custodito quasi gelosamente. Ne aveva incontrati di sbruffoni Emanuelle nella propria vita, anche fra i Gildati, ragazzi che se ne inventavano di tutti i colori pur di ottenere un appuntamento da lei. Qualcuno aveva persino azzardato definirsi proprio il famoso Demone Ignis, ma la canadese non aveva mai dato retta a certi individui, individuandoli subito per bugiardi.
Con Kisuke invece questo problema sembrava non porsi affatto: lui le ispirava fiducia, sembrava un ragazzo dolce e sincero e soprattutto non stava mettendo in risalto sé stesso, ma una persona a lui cara. A quel punto la diffidenza di Emanuelle era ai minimi storici e più che altro c'era la curiosità di capire per quale motivo il giovane uomo avesse deciso di essere sincero con lei e di raccontarle qualcosa di così tanto segreto e importante.

Sono un Ignis del Fulmine... Seguo l'istinto, il mio sesto senso... Ed essi mi suggeriscono che di te posso fidarmi.

Grazie...

Le venne spontaneo sorridere in maniera dolce e quasi imbarazzata. Lo considerava un complimento molto serio ed importante, perché lei di suo non era il tipo di persona che dava facilmente confidenza al prossimo, specie per le questioni molto personali. Invece il Danma si era gettato in avanti, seguendo il proprio istinto e forse anche il proprio elemento. Agiva d'istinto, là dove invece un Fuoco andava di pari passo con la passione del momento. Sembrava che il giovane uomo fosse molto in sintonia con il proprio Fulmine, tanto da fondersi con esso e fidarsi di quello che l'elemento lo spingeva a fare.

Tra l'altro, si dice che sviluppando il vero potenziale del Fulmine si possa raggiungere anche quello che viene detto settimo senso...
... Si dovrebbe tradurre in una spiccata capacità deduttiva, una connessione quasi totale tra impulsi e pensieri, che rasenta una elaborazione immediata di ogni stimolo.
Il Conflux ci mette a disposizione dei doni immensi, peccato che non tutti possano raggiungere l'adeguata condizione per sfruttarli.
Da questo punto di vista ammetto di invidiare un po' il mio migliore amico...
Ma è anche vero che lui si allena da sempre e probabilmente ha raggiunto la padronanza di certe peculiarità grazie anche al suo sviluppo fisico e mentale.
In oriente il collegamento tra la via marziale e il sentiero dello spirito è una filosofia sacra, ma forse mi sono trasferito prima che acquisisse importanza anche per me!


In effetti sembri giapponese solo d'aspetto, ma per il resto ti scambierei per un qualsiasi studente internazionale!
Quindi sei andato via molto presto dalla tua terra... E continui a stare lontano per necessità o per scelta?


Lei si considerava, ad esempio, una senza fissa dimora. Si era fatta le proprie esperienze, aveva viaggiato e il suo ritrovarsi a Londra insieme alla migliore amica era solo un'altra di quelle opportunità che aveva deciso di cogliere, senza sapere dove l'avrebbe portata di preciso. Non aveva uno scopo, non portava avanti un sogno, lavorava sodo, quello sì, ma per il resto non sentiva di avere molte aspirazioni di vita. Forse come reazione avversa alla carriera di suo fratello, che sembrava essere diventato tutto quello che avrebbero potuto trasmettergli i loro genitori: un bravo studioso ed un eccellente musicista.

Uff... Sono davvero parecchie... Quasi quasi te la do' vinta a tavolino...

No, così non c'è gusto.
Allora smetto anche io di contare...


Va bene, allora diciamo che la sfida si interrompe qui, a quanto sei arrivata?

Mmmh... Ventinove.

... Ventinove? Non ti ci sei applicata molto!
... Beh sempre più di me, mi sono fermato a dodici!
Hai vinto tu, che premio vuoi?
Qui avrei un po' di difficoltà ad offrirti da bere...


A meno che non decidi di farmi bere direttamente dal tuo... Okay, bloccata in tempo!

Oh no... Ci sono ricascato...

Lui si era espresso naturalmente in un doppio senso e lei lo aveva colto e risposto spontaneamente, quasi senza pensarci. Fermandosi in tempo, prima che le sue labbra pronunciassero l'impronunciabile. Tutti e due si guardarono, ridendoci su, forse con qualche pensiero in più nella testa che sembrava non voler passare via. Emanuelle emanava un calore molto forte, spiccato, come se si fosse di colpo accesa. Ma era solo questione di un attimo, un momento che passò, soprattutto quando il Danma le chiese che cosa avesse sentito dalla cartomante. Adesso toccava a lei decidere se essere sincera o meno, una riflessione che durò diversi secondi, prima che la moretta decidesse, infine, di gettarsi, esattamente come aveva fatto lo stesso Kisuke.
Raccontare di quello che le era accaduto e di conseguenza delle parole pronunciate dalla cartomante fecero risalire a galla molte emozioni che la canadese cercava di tenere da parte quanto più a lungo possibile. Al tempo stesso però sfogarsi la aiutò ad alleggerire quel peso, sentendosi decisamente meglio. D'altronde aveva potuto parlare di questa cosa unicamente con suo fratello, con il quale aveva sempre e comunque un rapporto molto conflittuale. Nemmeno lo aveva avvisato che sarebbe rimasta fuori tutta la notte, un atteggiamento spontaneo da parte sua che ricercava sempre e comunque le attenzioni del parente.

Adesso siamo pari...
Questo è un segreto che non devi svelare a nessuno...
Mi sto fidando di te e credimi, non è una cosa così semplice per una come me.


... Non lo dirò a nessuno... Te lo giuro sull'anima di mia madre.

Si stavano guardando occhi negli occhi ed era una situazione che la Lamarck sapeva essere molto pericolosa. Si stava avvicinando a qualcuno, avvicinando in maniera così spontanea nonostante quella rottura che le aveva spezzato il cuore a metà. Il Conflux forse aveva deciso di giocare con i suoi sentimenti? E da quando credeva che lei sarebbe stata d'accordo? Dopo quello che era successo, Pauline voleva solo essere lasciata in pace, non desiderava né premi né onori, né tantomeno qualcuno che potesse sostituire Davis. Era difficile però non rimanere affascinata dal Danma, dalla sua semplicità, dal suo sguardo, dalla dolcezza che sapeva esprimere con ogni risata. La faceva stare bene e le entrava sempre di più un pezzettino dentro, come in quel momento, mentre la fissava con serietà. Fu lei a distogliere lo sguardo per prima, perché incapace di sopportare il peso di quegli occhi. E per spezzare quell'aria strana che si era creata fra di loro, gli fece una domanda banale, quasi retorica, che servì però a farle riacquisire un po' di stabilità nell'animo.

Ti ho scioccato?

... Noooooooo, macché, scherzi?
Per queste due c***ate in croce che hai detto?!
Figuriamoci, stamattina mentre facevo colazione, alla MagiRadio ho sentito di peggio!


Fu impossibile non farsi una risata, ridere di cuore, ridere ad alta voce, perché erano soli lì in spiaggia e nessuno li avrebbe sentiti. Le fece bene al cuore, la mise di buonumore e la portò a sentirsi di nuovo più tranquilla, mentre qualche leggero brivido di freddo le attraversava il corpo. D'altronde si era vestita in quel modo, con la schiena scoperta, era ovvio che non avrebbe avuto caldissimo di notte. Per fortuna Kisuke fu così galante da tenerla stretta a sé per scaldarla con il calore del suo corpo, mentre il resto lo avrebbe fatto l'elemento della Ignis. Una vicinanza che rimpinguò quelle fiamme, permettendo ad entrambi di usufruirne.

Sto bene così con lui...

Lo pensò con sorpresa, accoccolandosi ancora di più, alla ricerca di un calore emotivo che solamente un abbraccio poteva regalarle. Chiudere gli occhi fu immensamente semplice, ma fu difficile riuscire a prendere sonno, perché c'era qualcosa che la manteneva sveglia ancora, un cuore che batteva in maniera molto veloce e forte, tanto da farsi sentire con prepotenza. Non era il proprio, ma quello del Danma, che Pauline stava ascoltando, affascinata da quel suono nelle orecchie e al tempo stesso chiedendosi se il ritmo fosse normale o indice di qualcosa di più. Non voleva però scoprire davvero la verità e alla fine preferì lasciarsi semplicemente cullare da quel continuo tambureggiare, ritrovandosi ad addormentarsi fra le braccia dell'Ignis per tutta la notte.

La Mattina Seguente * Ore 09:52


Il magifonino della canadese squillava ormai da un po' quando infine la moretta riuscì ad aprire gli occhi e a cercare l'aggeggio, per rispondere alla chiamata in entrata di suo fratello.

Pro... pronto?

La voce preoccupata di Gérôme investì le sue orecchie, facendola svegliare di colpo. Erano quasi le dieci, si sentiva piuttosto indolenzita e aveva la schiena piena di sabbia, per non parlare di altre zone del corpo. La bocca impastata, sentiva un gran desiderio di bere, ma in quel momento doveva stare ad ascoltare suo fratello che le chiedeva preoccupato ed anche un po' arrabbiato dove fosse e perché non lo avesse avvertito.

Yaaaaawn... Sono rimasta a dormire fuori con un amico...
Perché avrei dovuto avvisarti?
... Senti, ne riparliamo quando rientro, va bene?
Adesso sono in compagnia.
Ciao, a dopo.


Le piaceva stuzzicare il fratello, ma non ne aveva voglia, non da appena sveglia. Nemmeno si era resa conto di aver detto delle cose che sarebbero state facilmente fraintendibili per suo fratello. Al momento non se ne stava curando la moretta, troppo impegnata a sbadigliare almeno altre tre, quattro o cinque volte. Le serviva qualcosa per svegliarsi per bene. La spiaggia, in ogni caso, si era affollata, il sole era caldo e lei -così come il Danma- aveva individuato un chioschetto dove sembravano servire delle fantastiche colazioni.

Ti ispira?

Non sai quanto...

Si misero entrambi in piedi, Emanuelle optando per rimanere di nuovo scalza. Avrebbero camminato sulla sabbia ancora per un po', e poi una volta arrivati al chioschetto, presero posto ad un tavolo, ordinando ciò che ispirava loro di più per colazione. La canadese prese uno yogurt con pezzettini di cioccolato fondente, una spremuta d'arancia, una tazza di caffè nero lungo e per finire dei baklava, dolcetti che a vederli le avevano messo davvero tanta acquolina in bocca.

Tu come hai dormito?
Io bene, ma sinceramente adesso ho male dappertutto, soprattutto al collo...
E dire che sembravi molto più comodo, ahahaha!
Ti sei addormentato subito?
Ad un certo punto ho avuto un black out naturale...


Non sapeva nemmeno se lui avesse continuato a parlare. Lei di sicuro non aveva risposto a nulla, lasciandosi cadere nell'oblio del sonno e dimenticando per qualche ora i propri problemi. Il mattino aveva spazzato via anche i pensieri più cupi, permettendo alla moretta di sentirsi molto più leggera e meno incline a soffermarsi su stupide parole pronunciate da stupide cartomanti.

Allora... Quali programmi hai per oggi?
Mio fratello era già entrato in crisi... Be', ben gli sta, se davvero fosse stato preoccupato non avrebbe aspettato così tanto a chiamarmi.
Tua sorella invece? Pensi che sia in pensiero per te oppure è tranquilla?
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Messaggioda Kisuke » 10/11/2021, 14:15

In effetti sembri giapponese solo d'aspetto, ma per il resto ti scambierei per un qualsiasi studente internazionale!
Quindi sei andato via molto presto dalla tua terra... E continui a stare lontano per necessità o per scelta?


Una volta terminata la scuola presi la decisione di vivere molteplici esperienze, per la "gioia" di mia sorella.
Alcune non sono state per niente positive, ho commesso un mucchio di errori e corso anche diversi pericoli, senza voler entrare nello specifico...
... Ma altre, sopratutto tra i miei 23 e i miei 27 anni sono state decisive, importanti e parecchio utili.
La casa dove vivo ora mi è stata offerta dalla famiglia del mio migliore amico appena due anni fa, prima quindi ero più che altro un viaggiatore.
Ho seguito diversi corsi di aggiornamento in giro per il mondo, mi davo da fare lavorando qua e là dove serviva, insomma sono stato molto nomade.
In realtà cercai anche di istituire una mia officina poco prima di avere fissa dimora ma fu un tentativo troppo audace e con spese eccessive...
Fujiko si era offerta di aiutarmi ma sono un tipo abbastanza orgoglioso, quindi preferii rimandare il progetto anziché togliere risorse a lei.


Lei che si era già sistemata, lei che già da tempo viveva in un posto preciso, inquadrata, con denaro da parte e guadagno sicuro ogni mese.
Kisuke era diventato meno scapestrato solamente di recente, doveva ammetterlo, e alla fine nemmeno gli costava chissà quanto.
Stava rimettendo in calcolo tutti gli anni trascorsi dal termine dell'adolescenza, riconsiderando più e più volte un mucchio di colpe.
Con alcune sapeva di doverci ormai convivere per sempre, con altre invece la questione era ben diversa, seppur non facile da affrontare.
Ma tanto, se di mezzo ci si metteva Itsuki con le sue proibizioni ecco che la situazione si faceva ancora più complessa e ingestibile.
Sarebbe stato seriamente il caso, per una volta, di andare contro una loro promessa e fare di testa sua?
Tante volte si era posto quella domanda e non aveva ancora trovato una risposta certa, per via di una svariate serie di fattori.
Fortunatamente però quella notte non era destinata di nuovo a quei ragionamenti, c'era la stanchezza, la voglia di calore e il bisogno di non pensare.
Dopo due grosse rivelazioni shock, Emanuelle si lasciò stringere a lui, così che entrambi potessero chiudere gli occhi e addormentarsi senza manco accorgersene.

... Mh... Ma da quando c'è il sole di notte?

Da quando la notte veniva sostituita dal giorno.
Non appena gli occhi del Danma provarono ad aprirsi, i raggi solari si insinuarono con fin troppa prepotenza.
Assieme ad essi poi, il suono del MagiFonino della canadese completò l'opera del mal risveglio comune.
La sabbia serpeggiava un po' ovunque per il corpo, persino in mezzo alla folta capigliatura scura.
Faceva un caldo torrido e il suo compare del piano di sotto era anche mezzo attivo a causa di un urgente bisogno di svuotare la vescica.
Sentì quasi di sfuggita la conversazione lampo tra la Lamarck ed un fratello decisamente preoccupato e infastidito da quella assenza non anticipata la sera prima.
Ma Emanuelle si curò ben poco di lui, liquidandolo con aria scocciata e uno sguardo assonnato tanto quanto quello dell'altro Ignis.

Ti ispira?

Non sai quanto...

Avanzarono lentamente fino al chioschetto caffetteria, con la Fiammetta che preferì andare direttamente a piedi scalzi.
Quando giunsero sulla pedana di legno, Kisuke fece cadere di nuovo lo sguardo in basso per un paio di secondi, agitando poi la maglietta per scrollare via un po' di sabbia.
Entrati all'interno del bar trovarono facilmente posto presso uno dei tanti tavolini stile diner americano messi a disposizione per i clienti.
Ordinarono pressoché le stesse cose, aspettando di iniziare una nuova conversazione fino al momento della prima ingestione di caffeina.
Kisuke esibì per altro una espressione più o meno estasiata, emettendo un sospiro piacevolmente pacifico e rilassato.

Ora sì che si ragiona...

Tu come hai dormito?
Io bene, ma sinceramente adesso ho male dappertutto, soprattutto al collo...
E dire che sembravi molto più comodo, ahahaha!


Almeno tu solo il collo, stavi bella accoccolata e ti sei salvata la schiena, a differenza del sottoscritto!
Ti farò avere il conto del chiropratico puoi starne certa!


Ti sei addormentato subito?
Ad un certo punto ho avuto un black out naturale...


Poco dopo di te, Ci metto sempre qualche minuto a prendere sonno... Uh, aspetta, torno subito, devo fare una scappata in bagno!

Si alzò alla svelta e chiese al bancone dove si trovasse la toilette per espletare finalmente le sue funzioni.
Fu un autentico piacere buttare fuori tutto il risultato dell'alcol bevuto la notte precedente.
Assurdo per altro che la Lamarck non stesse ancora sentendo quello stesso stimolo, complimenti alla sua resistenza urinaria.

Allora... Quali programmi hai per oggi?
Mio fratello era già entrato in crisi... Be', ben gli sta, se davvero fosse stato preoccupato non avrebbe aspettato così tanto a chiamarmi.


Sei stata appena appena perfida nel fargli intendere qualcosa di piccante, però ammetto il mio attuale divertimento a ripensarci.
Programmi per oggi... Uhm... devo passare nella zona industriale di una città vicina a comprare alcune attrezzature per il lavoro di domani.
Uscirò intorno alle tre e mezza, ti va di accompagnarmi?


Ormai sembrava quasi una normalità pensare di averla vicino e passare il tempo pseudo libero (e non) insieme.
Gli veniva naturale coinvolgerla, entrare già in funzione di proseguire a condividere la giornata con lei.

Tua sorella invece? Pensi che sia in pensiero per te oppure è tranquilla?

Fujiko?! TRANQUILLA?!
È già tanto se al mio rientro non vedrò volantini sparsi qua e là con le mie foto e su scritto "Smarrito", manco fossi un cucciolo disperso, ahahah!
No no, la conosco, è diligente e sarà comunque andata a lavoro ma col patema d'animo.
Farò una scappata in Istituto dopo essermi fatto una doverosa doccia e mi affaccerò in classe per un saluto veloce.
Lei non avrà modo di rincorrermi in****ata perché starà svolgendo una lezione ma al tempo stesso le si placherà la tachicardia paranoica.


Quello era forse il maggiore punto di differenza tra lui e la canadese sulla questione fraterna.
Kisuke non provava piacere nel farla preoccupare, anzi, si dispiaceva nel saperla in apprensione.
I loro conflitti si fermavano prevalentemente agli stili di vita e le incomprensioni caratteriali, tutto lì.

... Senti Ema, pensavo, cioè, più che altro è un'idea che mi è venuta tipo... Adesso!
Tu devi trascorrere ancora diverso tempo da queste parti ed anche io alla fine resterò qui almeno fino a fine Agosto...
... Potremmo organizzarci per tenerci compagnia e svolgere qualche attività insieme.
Insomma, non vedo perché doverci mollare così presto agli occhi delle studentesse, no?


Celò con quella battuta una proposta forse molto più consistente e profonda di quanto potesse apparire all'apparenza.
Lo avevano capito di stare bene vicini, ma sopratutto avevano capito quanto le loro problematiche apparissero meno opprimente con l'altro nei dintorni.
Non potevano sperare di allontanare i guai in eterno, ma per lo meno in quell'intervallo estivo c'era posto per un po' di distaccamento dalla realtà effettiva?
Entrambi avevano assaporato la bellezza di viversi un rapporto scevro da difficili debolezze psicologiche incestuose, anche se ancora non se l'erano confessato.
L'interruzione di relazione con il rispettivo partner (o pseudo per quanto riguardava il Danma) era stata quindi molto più complessa e sofferta da affrontare.
Sostenersi a vicenda poteva essere sia vantaggioso, quanto pericoloso, perché gli sviluppi di tale vicinanza erano assai incerti.
Ma si stava sempre e comunque parlando con un Fuoco ed un Fulmine, ergo determinate scelte o decisioni non potevano che risultare quasi automatiche.
Avrebbero fatto eventualmente i conti col futuro o col presente, ma intanto Kisuke le stava tendendo la mano, aspettando che ella la prendesse.
Un contatto che dava luogo ad un risvolto inatteso, improvviso e senza ombra di dubbio eccitante.

3 GIORNI DOPO

... Quindi... Anf... Ci provai... Anch'io... Ma finii soltanto per... Puff... Farmi un male... Anf... Tremendo...

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Col trascorrere dei giorni alcuni dettagli sulle rispettive ex relazioni iniziavano a saltare fuori.
Kisuke aveva cominciato a parlarle di Anko, pur non entrando troppo nel dettaglio di tanti eventi e accadimenti.
Gliel'aveva mostrata, non senza un evidente groppo allo stomaco, raccontandole qualche aneddoto delle prime conoscenze con la Minazuki.
In particolare quella mattina si stava soffermando su quando era finito in ospedale tentando di imitare Itsuki e la sua immane potenza con le gambe.

Dovevi vedere... Che occhi aveva lei... Anf... Quando lo ha visto buttare giù... Uff... Quell'arbusto... Pant...

Quella mattina il tempo pur non essendo bellissimo aveva ugualmente creato una terribile cappa di calore umido.
Il Danma le aveva proposto di andare a fare jogging insieme, pratica che non disdegnava affatto quando abbastanza libero.
Era stato contento di scoprire quell'ennesimo interesse in comune con Emanuelle, per nulla falsa nell'accettare di buon grado l'idea.

... Ho desiderato soltanto che... Anf... Mi guardasse nella stessa maniera... Che cretino eh?

Ancora si prendeva in giro da solo per quell'assurda idiozia che quasi lo aveva portato a rompersi gratuitamente un arto.
Ma i sentimenti erano in grado di far combinare parecchie c***ate, specie quando si possedeva un Elemento come il loro.
Forse la Lamarck era l'unica a poterlo capire per davvero, l'unica a non guardarlo con rimprovero come ad esempio una sorella maggiore a caso.

ATTENTA!

Un ciottolo del marciapiede distaccato dal suolo si trovò sulla traiettoria della Ignis, facendola sbilanciare e prendere una storta.
L'espressione subito dolorante della moretta gli fece intuire quanto fosse stato brutto quel piede in fallo.
Non la fece zoppicare nemmeno per due metri, individuando in fretta una panchina così da aiutarla a sedersi.

Fammi vedere se si sta gonfiando...

Con la dovuta attenzione le tolse la scarpa da ginnastica, rivelando il piede coperto dal piccolo calzino.
Si soffermò un momento sull'arto in questione, toccando qua per capire dove la canadese percepisse maggiore fastidio o dolore.
Non andava aumentando di volume in maniera esagerata, per fortuna, ma camminarci adesso era assolutamente sconsigliato.

Intanto ti faccio un piccolo massaggio...
Alle volte può aiutare anche la ripresa del movimento circolare della caviglia...


Nei minuti successivi, quindi, si prodigò nel massaggiarle ogni zona del piede, aiutandola ad eseguire piccole rotazioni con cautela.
Si trovavano in una zona di transito babbana, non potevano smaterializzarsi così davanti a tutti quanti, ma trovare un punto riparato e sicuro.
Ma quando, una volta finito il massaggio, Emanuelle gli chiese semplicemente di sorreggersi un po' a lui, in risposta Kisuke la prese direttamente in braccio.

Ti pare?
Andiamo milady, il vostro umile cavaliere è pronto a trasportarvi ovunque senza stancarsi mai!


7 GIORNI DOPO

Ma porca p****na, come c***o mi è venuto in mente di proporle una cosa simile?!

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... Come?
Ah sì sì, ora batto, ero un attimo sovrappensiero...


Come no, il pensiero più che "sovra", stava sotto, in basso, mentre Emanuelle non contenta si sistemava pure meglio il costume.
Quando avevano visto la pubblicità di quel torneo di beach volley per coppie amatoriali si erano entusiasmati quasi subito.
Alla fine non avrebbero incontrato giocatori professionisti ed era un'altra buona occasione per passare una giornata alternativa.
Gironi di eliminatorie dirette al mattino per poi a seguire ottavi, quarti, semifinale e finale nel pomeriggio e in serata in un campo illuminato.
Ma fin dalla prima partita per Kisuke era stata una vera ed autentica agonia, con davanti agli occhi una Lamarck in costume da far venire il capogiro.
Alcune volte aveva pure finito per sbagliare qualche recupero, mettendo in serio pericolo la prosecuzione nella competizione.
Per non parlare poi di quando, per tentare di recuperare una palla difficilissima, avevano finito per scontrarsi e la ragazza gli era finita praticamente sopra.

Tutto... Ok?
... Comoda?


Bella, a cavalcioni sopra di lui, in quella posa ben più che equivoca.
Per fortuna che bisognò tornare alla svelta nella competizione, altrimenti quello sarebbe stato un altro fantastico momento doppio senso dei loro.
A prescindere da certi intermezzi, però, come team se la cavarono alla grande, con Emanuelle spesso votata agli assist e Kisuke alle schiacciate.
Tra una partita e l'altra, gli toccava per forza andarsi a buttare sotto una delle tante docce a disposizione, così da rinfrescarsi a dovere.
Il caldo torrido era accompagnato da un meteo spettacolare, con assoluta assenza di nubi.
Peccato che, con l'avanzare del torneo, le coppie rimaste a concorrere si facevano sempre più agguerrite e capaci.
A tal proposito, entrambi dovettero per forza arrendersi davanti alla straordinaria bravura dei due avversari affrontati nella semifinale.
Questo però non impedì loro di rifarsi durante la lotta per il terzo e quarto posto e ottenere due medaglie di bronzo con un magnifico 2-0.
Una consolazione niente male, mentre stremati, si lasciavano cadere di schiena sulla sabbia del campo con aria soddisfatta e il respiro pesante.

Sai cosa ci starebbe proprio bene adesso?

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... Una... Una ricca mangiata di pesce!
Direi che ce la meritiamo!


9 GIORNI DOPO

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Forse ti sto per fare una domanda un po' indiscreta ma...
... Per caso ieri era l'anniversario di morte di tua madre?


Per caso, durante una conversazione, sua sorella gli aveva fatto presente che quella mattina il Professor Lamarck aveva chiesto un permesso speciale.
Un permesso speciale e nello stesso istante anche Emanuelle, in quei giorni sempre disponibile e libera, impegnata in qualcosa di non meglio specificato.
Anche lui e Fujiko ogni anni, a Giugno, andavano a trovare la loro madre defunta al cimitero in Giappone, quindi era stato facile fare due più due.

Scusa, è stata una associazione di idee spontanea, spero di non averti messa in imbarazzo o disagio.
Ci vai ogni anno? Come ti fa sentire?


Il fuoco scoppiettava nel bel mezzo della sabbia di quella spiaggia libera divenuta ormai per loro un punto di ritrovo costante.
Non c'era mai nessuno oltre una certa ora e le onde del mare facevano da sottofondo splendido ad ogni conversazione, che fosse triste, felice o comica.
Il Danma si mise ad ascoltarla, guardandola intensamente, condividendo a pieno determinate emozioni, determinate sensazioni.

Pensi di avere tanto di lei?
Cioè, di somigliarle o avere caratteristiche in comune?


Non conosceva affatto la scarsa propensione della ragazza a credere che di sua madre le fosse stato trasmesso chissà quanto.
Magari una somiglianza estetica, forse, ma sotto altri profili o punti di vista era facile percepire uno spiccato pessimismo.
Sua madre era stata una donna di successo, una persona solare, una persona speciale, rara, che fosse agli occhi di una figlia o in generale.
L'aveva vissuta pochissimo, ovvio, erano le percezioni di una bambina, una bambina che vedeva nella propria madre una figura eccezionale.
Ma non era importante che fossero considerazioni infantili, perché erano le sue, e per questo andavano viste come un tesoro inestimabile.

... Io credo che se lei oggi ti potesse vedere, sarebbe stupita di quanto tu sia venuta su bene.
Hai viaggiato, fatto esperienze, hai una bella testa e la sfrutti per guadagnarti da vivere con impegno e buona volontà.
Penso che questi siano i valori che ogni genitore responsabile vorrebbe trasmettere ad un figlio.
Non sei come tuo fratello, e allora?
Hai da poco fatto una scelta difficile, sei stata coraggiosa e non hai ceduto alla tentazione di farti sconfiggere dal dolore.
... Voglio dire, ti sei rimessa in piedi, hai dimostrato di non essere più quella bambina che piangeva, timida e chiusa verso tutto e tutti...
Ogni giorno che ti dimostri un po' più forte, secondo me, ti dimostri più simile a quell'ideale che ti sei creata di lei.
Quindi se nei tuoi ricordi lei era un'eroina, allora vuol dire che ogni volta in cui superi un'avversità, stai affermando quanto tua madre sia impressa dentro di te.


Ormai il buio era calato del tutto, le stelle si notavano alte nel cielo e accanto a Kisuke se ne stava posata sopra la custodia la sua chitarra elettrica.
Le aveva promesso quel pomeriggio che in serata, al calore del braciere, le avrebbe fatto ascoltare per la prima volta la sua voce e la sua abilità artistica.
Non poteva fare come con Anko, esibendosi con la parlata giapponese, anche perché sarebbe stata una performance smorzata dall'incomprensione del linguaggio.
Aveva scelto un brano piuttosto semplice e ritmato con cui inaugurare un'altra piacevole fine giornata con la canadese, ma dopo un attimo di riflessione, cambiò idea.
Emanuelle lo vide prendere lo strumento, così come lo spartito, ma subito dopo quello stesso spartito venne nuovamente riposto nella custodia della chitarra.

... Questa la scrissi qualche anno dopo che lei se ne andò.
Potrei piangere durante l'esecuzione, ti avverto, ma tanto so che non mi prenderai in giro.




It's good to see the sun
And feel this place
This place I never thought would feel like home,

And I ran forever
Far away and I
I always thought I'd end up here alone,

Somehow
The world has changed and
I've come home
To give you back the things they took from you,

And I feel you now
I'm not alone; I'll
Always know where you are
When I see myself I'll always
Know where you are
Where you are...


In effetti, già dalle prime strofe, gli occhi del Danma si fecero più lucidi e carichi di commozione.
Era una canzone composta dopo molto tempo, dopo tante peripezie, dopo tanto lavoro su se stesso.
Un lavoro che stava ancora eseguendo, un lavoro che non era per niente finito, anzi, forse non era nemmeno giunto a metà.

And I found something
That was always there
Sometimes it's got to hurt before you feel,

But now I'm strong and
I won't kneel
Except to thank who's watching over me,

Somehow
I feel so strong and I've begun
To be the one I never thought I'd be,

And I feel you now
I'm not alone I'll
Always know where you are
When I see myself I'll
Always know where you are
Where you are...


Alle volte la sua attenzione si focalizzava sulla piccola brace davanti a loro, cogliendone variazioni e sfumature.
Essa poteva facilmente entrare in risonanza con lo Spirito e l'Animo di Emanuelle, rivelando più facilmente le sue emozioni.
Una analisi non tanto diversamente semplice per Kisuke, che intanto si stava ritrovando già con le guance solcate da lacrime preannunciate.

Now, it's all so clear and
I believe
That everything's been opened up to me
And I feel you now
I'm not alone
I always know
I always know where you are,

When I see myself I'll
Always know where you are
When I feel the sun I'll
Always know where you are
When I see myself I'll
Always know where you are
Where you are!


Ma se un tempo, al termine del brano, finiva per scoppiare in un pianto rotto e sconfortato, adesso quelle gocce salate erano le uniche testimoni del suo cordoglio.
Alzava gli occhi verso quel cielo, sorrideva appena, scorgendo nella miriade di stelle uno sguardo invisibile, riempiendosi il cuore di speranza e coraggio.
E forse quel gesto avrebbe contagiato anche la mora canadese, che nel farlo avrebbe assistito ad un evento magari casuale, magari oltre i confini dell'umana comprensione.

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... Esprimi un desiderio.
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Kisuke
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Messaggioda Emanuelle » 17/11/2021, 20:08

La casa dove vivo ora mi è stata offerta dalla famiglia del mio migliore amico appena due anni fa, prima quindi ero più che altro un viaggiatore.
Ho seguito diversi corsi di aggiornamento in giro per il mondo, mi davo da fare lavorando qua e là dove serviva, insomma sono stato molto nomade.
In realtà cercai anche di istituire una mia officina poco prima di avere fissa dimora ma fu un tentativo troppo audace e con spese eccessive...
Fujiko si era offerta di aiutarmi ma sono un tipo abbastanza orgoglioso, quindi preferii rimandare il progetto anziché togliere risorse a lei.


Chiacchieravano ancora, nonostante l'ora tarda, le confidenze, le lacrime. Il cielo stellato proseguiva a fare loro da silenzioso spettatore, mentre erano solo le loro voci che si levavano nella notte, le loro voci e quella delle onde. Emanuelle rimaneva in religioso silenzioso ad ascoltare le parole del Danma, sorprendendosi di quanto si somigliassero. Lei stessa non aveva mai avuto una fissa dimora, anche se rispetto all'età di Kisuke poteva dire di non aver girovagato per chissà quanto. In ogni caso, si era sempre spostata, cercando di non rimanere né a carico di suo padre né tantomeno a carico del fratello maggiore: era orgogliosa e votata all'indipendenza, per questo motivo aveva cercato in tutti i modi di staccarsi quanto prima possibile dalla propria realtà famigliare, anche a costo di accettare lavori sostanzialmente poco ambiziosi.
Non le importava raggiungere una grossa posizione né tantomeno guadagnare chissà quanti soldi: le importava unicamente della sua libertà ed era esattamente quello che stava provando a fare ogni giorno, sistemandosi a Londra con la migliore amica, lavorando allo Shamrock, non chiedendo mai aiuti economici.
La Lamarck non rispose a quell'ultimo discorso, scivolando lentamente nel sonno e risvegliandosi solamente la mattina dopo, quando il sole era ormai già alto nel cielo e lei e il Danma pieni di sabbia in ogni zona del corpo, anche quella più impensabile. Fu la suoneria del Magifonino a svegliarla, così come la voce del fratello maggiore, che preoccupato le chiedeva dove fosse finita. In mezzo al sonno, agli sbadigli e ad uno strano senso di soddisfazione, la Lamarck si rese conto di sfuggita dello stato attivo in cui si trovava il suo nuovo amico, cercando di distogliere in fretta lo sguardo per non farsi beccare. A dire il vero non ci pose più così tanta attenzione, forse un po' per il sonno oppure perché da quel punto di vista era convinta di non doversi aspettare nulla di che. Si domandò di sfuggita se quella fosse una conseguenza di un bisogno fisiologico oppure una reazione spontanea alla sua presenza, ma cercò di scacciare subito il pensiero in favore di altri più urgenti.
Entrambi non desideravano altro che un caffè, qualcosa di dolce per colazione e soprattutto un bagno dove espletare le normali funzioni corporali. La canadese lasciò che il primo ad approfittarne fosse proprio il giovane uomo, mentre lei andò per seconda, per poi ritornare a tavola con ancora più fame di prima.

Allora... Quali programmi hai per oggi?
Mio fratello era già entrato in crisi... Be', ben gli sta, se davvero fosse stato preoccupato non avrebbe aspettato così tanto a chiamarmi.


Sei stata appena appena perfida nel fargli intendere qualcosa di piccante, però ammetto il mio attuale divertimento a ripensarci.

Come...?
Ah, è vero!
Ahahahahahah!
Per una volta non era voluto, giuro...


Parlò senza pensare, senza riflettere che quell'affermazione poteva suonare davvero strana. Perché si divertiva così tanto a far credere al fratello di essere con altri uomini? Era una domanda lecita da porsi, ma forse non erano ancora abbastanza in confidenza per entrare in certi particolari della vita della moretta. Poteva darsi una spiegazione Kisuke, ovvero che la ragazza si comportasse con il fratello come se fosse una figlia ribelle: pronta sempre a dargli grane, a farlo stare in pensiero, a fargli credere le peggio oscenità e tutto per punirlo di qualcosa. La vita di Emanuelle era ancora un mistero per il giovane uomo, il quale però sembrava sempre più interessato ad averla accanto per il benessere che gli procurava stare insieme a lei.

Programmi per oggi... Uhm... devo passare nella zona industriale di una città vicina a comprare alcune attrezzature per il lavoro di domani.
Uscirò intorno alle tre e mezza, ti va di accompagnarmi?


Perché no?
A questo punto dopo sei tu che mi accompagni in centro, così potrò comprare qualche regalo per la mia migliore amica!
Comunque vedo che tua sorella ancora non ti ha contattato.
Pensi che sia in pensiero per te oppure è tranquilla?


Fujiko?! TRANQUILLA?!

Ho parlato troppo presto?

È già tanto se al mio rientro non vedrò volantini sparsi qua e là con le mie foto e su scritto "Smarrito", manco fossi un cucciolo disperso, ahahah!

Aahahahahahahah!

No no, la conosco, è diligente e sarà comunque andata a lavoro ma col patema d'animo.
Farò una scappata in Istituto dopo essermi fatto una doverosa doccia e mi affaccerò in classe per un saluto veloce.
Lei non avrà modo di rincorrermi in****ata perché starà svolgendo una lezione ma al tempo stesso le si placherà la tachicardia paranoica.


Certo deve essere difficile riuscire ad avere una ragazza con una sorella simile.
Sembra il tipo di persona capace di intromettersi nella tua vita privata se qualcosa non le sta bene o sbaglio?


Un'autentica palla al piede. Se Pauline fosse stata la ragazza di Kisuke avrebbe saputo come rendere difficile la vita a Fujiko, specie se si fosse intromessa troppo nella loro relazione. Ma la Lamarck non poteva minimamente immaginare quanto fosse coinvolta la Danma con il fratello, né quanto questo giocasse in realtà a proprio vantaggio. Da un lato apprezzava la genuinità di una persona che voleva così bene al proprio fratello, dall'altra però se la immaginava come una ca******i infinita, una donna da cui suo fratello era meglio che si tenesse lontano.
Non le andava a genio una persona così, men che meno sapendo che possedesse il Ghiaccio dentro di sé. Automaticamente le risultava subito antipatica, ma era anche vero che non si sentisse più così tanto legata a Gérôme da soffrire nel caso in cui il ragazzo avesse trovato una nuova fidanzata. Al massimo le avrebbe dato solo parecchio fastidio.

... Senti Ema, pensavo, cioè, più che altro è un'idea che mi è venuta tipo... Adesso!
Tu devi trascorrere ancora diverso tempo da queste parti ed anche io alla fine resterò qui almeno fino a fine Agosto...
... Potremmo organizzarci per tenerci compagnia e svolgere qualche attività insieme.
Insomma, non vedo perché doverci mollare così presto agli occhi delle studentesse, no?


Emanuelle non sapeva ancora che avrebbe avuto libero tutto Agosto. Benedykt le avrebbe scritto solamente qualche giorno dopo per avvisarla che le dava tutto il mese libero, chiedendole però di rientrare a Settembre. Sarebbero stati insieme forse una decina di giorni o poco di meno, ma il pensiero non le dispiaceva, anzi. Entrambi volevano stare insieme all'altro per lo stesso identico motivo, ovvero quella sensazione di benessere che alleggeriva le loro pene, permettendo loro di sorridere con maggiore facilità. Forse anche i loro fratelli si erano resi conto del cambiamento. I due Ignis si facevano bene a vicenda e questo li portava a ricercare maggiori contatti fra di loro, proseguendo a scoprirsi in quell'assurda e incredibile vacanza.

Sarebbe davvero un peccato fornire loro questo dolore... Va bene, allora, per il bene delle studentesse che vogliono provarci con te, staremo ancora insieme!

Esplose in una bella risata, genuina, con le fossette che si formavano nelle guance. A riprova di quanto provato da entrambi non potesse essere altro che la verità.

*3 giorni dopo*


... Quindi... Anf... Ci provai... Anch'io... Ma finii soltanto per... Puff... Farmi un male... Anf... Tremendo...

Certo che... Anf... Sei stato proprio... Anf... Fortunato... Puff... A non romperti... La gamba...

Dovevi vedere... Che occhi aveva lei... Anf... Quando lo ha visto buttare giù... Uff... Quell'arbusto... Pant...

Il tuo amico... Puff... Sembra un po'... Anf... Uno sborone... Pant...
Non so... Anf... Che cosa ci sia di... Eccitante... Nel vedere uno che... Anf... Sradica un albero...


... Ho desiderato soltanto che... Anf... Mi guardasse nella stessa maniera... Che cretino eh?

Molto... Anf... Anf... Ma un cretino... Romantico...
Io preferisco... Pant... Uno come te ad uno come... Anf... Il tuo amico...
E non lo dico perché... Adesso siamo ami-


ATTENTA!

Si era distratta, guardando Kisuke mentre parlavano delle proprie esperienze. Il Danma era una persona veramente molto dolce e sensibile e durante la corsa era stato facile mettersi a parlare di sé, sfogarsi su episodi del passato. Correre era un'abitudine che Emanuelle non faceva molto spesso, ma che non disdegnava. Era capitato diverse volte, durante i giorni liberi sia suoi che di Stella, di mettersi entrambe in pista e fare una bella corsa nei parchi della capitale britannica, cercando di mettersi in forma per poi sfondarsi di schifezze la sera stessa. La canadese, a dire il vero, cercava di essere più salutare rispetto alla migliore amica, che invece non si faceva molti di questi problemi. Il risultato fu una caviglia storta per colpa di un sasso che non aveva visto e che la portò a sedersi per terra, con un dolore lancinante al piede.

Trama che male...

Fammi vedere se si sta gonfiando...

Va bene...

A dire il vero non è che si sentisse molto a proprio agio. Era piena estate, faceva caldo e lei aveva indossato delle scarpe chiuse con i calzini. Sapeva di avere il piede sudato e sapeva anche che non fosse propriamente un buon odore. Non aveva una confidenza così intima con il giovane uomo da fregarsene di certe questioni, motivo per cui cercò di trattenere il proprio imbarazzo, lasciandolo fare.
Per fortuna Kisuke sembrava essere una persona davvero molto tranquilla: senza dire nulla, iniziò a massaggiare il piede e la caviglia della moretta, dandole subito un immenso sollievo.

Sta... Sta funzionando...
Quasi quasi mi prendo una storta anche all'altro piede, così posso approfittarne dei suoi massaggi, ahahaha... Ah! Ahia!


Aveva cercato di sdrammatizzare, buttandola sul ridere, ma il dolore era ancora presente. Per fortuna il massaggio del Danma riuscì a ridimensionarlo abbastanza da farla rimettere in piedi, anche se correre risultava pressoché impossibile. Aveva solo bisogno di non sforzare il piede per qualche giorno, ma riusciva a camminare con un sostegno, almeno quello. Era di altro parere però Kisuke, che di colpo la prese in braccia, facendola urlare sorpresa e spingendola a circondargli le braccia con il collo per non cadere.

Ti pare?
Andiamo milady, il vostro umile cavaliere è pronto a trasportarvi ovunque senza stancarsi mai!


Ahahahahahah!
Sei proprio matto!
Va bene, allora portami a prendere un gelato, con questo caldo è l'ideale!


E così ne avrebbe approfittato per starsene anche seduta. Mentre il cavaliere senza macchia eseguiva il suo compito, Pauline si rese conto dell'assurdo parallelismo che c'era fra questa situazione e quella accaduta con il suo ex-fidanzato. All'epoca aveva conosciuto Davis in palestra e durante il loro primo incontro la moretta si era fatta male alla coscia, stirandosi un muscolo. Alla fine avevano preso un frullato nella sala bar, sfruttando il fatto di dover rimanere seduta per conoscersi e far entrare nella propria vita il più grande bugiardo della storia.

Insomma... Lei alla fine non ha mai saputo quello che avevi fatto per farti notare?

*Sette giorni dopo*


Kisuke?
Guarda che tocca a te!


Immagine


Ben le aveva scritto e lei aveva risposto alla sua lettera, ringraziandolo per averle concesso quelle ferie improvvise. Il pensiero che Davis ancora si aggirasse nei dintorni di Hogsmeade, sperando di vederla le aveva provocato diverse emozioni, fra la rabbia ed una stupida speranza che sembrava non volerne proprio sapere di morire. Si era persino sentita in colpa, perché lei cercava di divertirsi, di distrarsi, riuscendoci bene grazie alla presenza del Danma nella propria vita. Ma poi ragionava, rifletteva sul fatto che non avrebbe dovuto provare alcun senso di colpa, perché era stata lei quella ingannata, lei quella che ne era uscita malconcia. Non stava facendo nulla di male, anzi provava a riprendersi da quella brutta botta e se questo significava giocare a beach volley con un bel giovane asiatico conosciuto qualche settimana prima, allora ben venga.

Punto per noi!
Yuppieeeee!


Saltellò felice come una ragazzina, andando a battere doppiamente le mani con quelle del suo compagno di squadra. Il costume da bagno indossato non era propriamente di stile sportivo, ma era elasticizzato e si adattava e stringeva perfettamente al corpo della canadese. Si fece passare l'ennesima bottiglietta d'acqua, che ingerì per metà e si versò addosso per l'altra metà. Adesso che i capelli erano ancora più zuppi, se li legò in una coda strettissima, così che non potessero diventare un impedimento durante l'intero match. Doveva riconoscere a sé stessa che era tantissimo tempo che non si divertiva in quel modo ed il merito andava anche al Danma.
Lui era giustamente competitivo, un po' come lei, senza eccedere ma nemmeno senza essere troppo rammollito. Insieme facevano davvero un'ottima squadra, con lei che puntava ad alzargli la palla mentre lui si dedicava principalmente a schiacciare. E poi il costume metteva in risalto tanto il bel fisico della moretta quanto il fisico del giovane uomo, con i muscoli gonfi, il sudore che lo rendeva più lucido. Il fatto che la giovane riuscisse a concentrarsi meglio rispetto al Danma, non significava che lei non notasse quanto fosse appetitoso il suo partner. Semplicemente riusciva a ragionare meglio con la testa che con le parti intime, pensiero che venne meno quando per prendere una palla si scontrarono entrambi, finendo per cadere a terra con lei addosso a lui.

Tutto... Ok?
... Comoda?


Per qualche istante Emanuelle si focalizzò in una situazione diversa, in un contesto diverso ma nella medesima posizione. Bastò quel secondo per farla sfiammare di colpo e altrettanto velocemente farla rimettere in piedi, con un imbarazzo che cercava di nascondere con determinazione. Per fortuna, nonostante quel lieve incidente, le partite proseguirono e loro riuscirono persino a classificarsi, terzi certo, ma era pur sempre un ottimo risultato. Per qualche buffo motivo, durante la "premiazione" le venne in mente che cosa avrebbe detto o fatto Stella se fosse tornata a casa portando una semplice medaglia di bronzo. Ed il pensiero dei suoi improperi la fece ridere e sorridere, convinta che fosse un bene non fare mai squadra né con lei né con suo fratello maggiore.

Sai cosa ci starebbe proprio bene adesso?

Ahahahahahahah!
No, che cosa?!


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... Una... Una ricca mangiata di pesce!
Direi che ce la meritiamo!


Oh sì!
Farò una scorpacciata di frittura mista!


*Nove giorni dopo*


Forse ti sto per fare una domanda un po' indiscreta ma...
... Per caso ieri era l'anniversario di morte di tua madre?


Di nuovo in spiaggia, di nuovo le stelle a far loro compagnia ed un falò acceso, che li teneva al riparo dal freddo. Emanuelle non aveva detto nulla a Kisuke il giorno prima, né quello stesso giorno. Aveva taciuto, perché reputava che il dolore fosse qualcosa di suo e suo soltanto, ma non per questo era egoista. Non voleva ammorbare il Danma con i propri pensieri e le proprie emozioni e per questo motivo aveva preferito non dire niente. Ma incalzata da lui, non sentiva alcuna necessità né a rimanere in silenzio né a mentire.

Come lo hai capito?

Scusa, è stata una associazione di idee spontanea, spero di non averti messa in imbarazzo o disagio.

No, no... Ero io che non volevo metterti a disagio o in imbarazzo.

Ci vai ogni anno? Come ti fa sentire?

In realtà un anno ho saltato quella ricorrenza... Ma mi sono sentita talmente tanto in colpa che il giorno dopo ci sono dovuta andare per forza!
Come mi fa sentire?
Ci credi se ti dicessi che... In realtà non sento niente?


Emanuelle era molto piccola quando sua madre era venuta a mancare. La mancanza che aveva sempre provato forse dipendeva da qualcosa di inconscio oppure era stato l'atteggiamento del padre a trasmettergliela. Pur sapendo tutto di lei, della sua vita, della sua gentilezza, in realtà questi erano ricordi che non riguardavano lei, che non le appartenevano, ma provenivano sempre da altre persone.

Non ho alcun ricordo di mia madre... Non mi ricordo nemmeno la sua voce, né il suo profumo...
Non riesco a sentirne la mancanza in quel senso, come se l'avessi avuta per un certo periodo e poi non c'è stata più.
Mi manca come figura materna, mi manca perché non l'ho mai vissuta... ma stranamente, quando vado a trovarla nell'anniversario della sua morte, riesco a percepire il dolore di mio padre, quello di mio fratello... Ma non il mio.


Strinse le ginocchia al petto, chiedendosi se quella non fosse la riprova che qualcosa in lei non andava. Si sentiva spesso in colpa per come affrontava il lutto, perché cercava di trovare un cuore straziato e invece non aveva assolutamente nulla. Eppure non mancavano i momenti in cui provava davvero un senso di vuoto e pesantezza dentro di sé. Non erano mancati gli attimi in cui guardava una vecchia fotografia di sua madre, riconoscendosi in lei e sentendo gli occhi inumidirsi. Ma piangere singhiozzando, come faceva suo padre, quello mai. E poi, quell'ultimo anno, il modo in cui il genitore l'aveva guardata... Come se l'avesse vista per la prima volta dopo tantissimi anni.
Era ovvio a Pauline il motivo di tale sguardo: lei e sua madre si assomigliavano tantissimo e forse solo in quel momento suo padre si era deciso a interessarsi alla vita di sua figlia e alla sua persona... Interesse che non aveva mai mostrato per più di vent'anni.

Pensi di avere tanto di lei?
Cioè, di somigliarle o avere caratteristiche in comune?


Come somiglianza siamo due gocce d'acqua, ma per il resto...

Fece una breve pausa, ricordando sempre suo padre, le sue domande, quanto l'aveva infastidita vederlo in quel modo, vedere che si preoccupava per lei, quando non si era preoccupato di lei per tutto quel tempo. Che cosa era cambiato? Cosa lo aveva intenerito? Quel viso che gli ricordava tanto la sua defunta moglie?

Non dico che non abbia preso qualcosa da lei, ma penso di non essere stata così fortunata come mio fratello.
Lui sembra aver assorbito tutte le qualità che potevano passargli i miei genitori, sia come talento artistico, sia come cervello...
A me sono toccate le briciole, per modo di dire, ahahah!
Ho un cervello nella norma e mi reputo discreta nel canto... Il resto, la mia arte, credo che prescinda da mia madre o almeno penso.
Forse il suo talento ha cercato altre vie da seguire per sbocciare in me, chissà...


Si sentiva tranquilla nel confidarsi con il Danma ormai. Avevano approfondito la loro conoscenza, si erano abituati l'uno all'altro e sapevano di avere una fortissima intesa, che a volte li portava in situazioni compromettenti ed altre volte invece li spingeva a confidarsi con l'altro. Emanuelle non tentava di nascondersi, sapeva di parlare con una persona abbastanza sensibile da capire quello che provava dentro. Suo fratello ci arrivava con la logica ed il freddo raziocinio, ma lei aveva bisogno di calore, di contatto, come il fuoco che bruciava lì in mezzo a loro, scaldandole il cuore.

... Io credo che se lei oggi ti potesse vedere, sarebbe stupita di quanto tu sia venuta su bene.
Hai viaggiato, fatto esperienze, hai una bella testa e la sfrutti per guadagnarti da vivere con impegno e buona volontà.
Penso che questi siano i valori che ogni genitore responsabile vorrebbe trasmettere ad un figlio.


Sono molto meno di quel che pensi.
Io non sono come mio fratello, lui è quello serio, maturo e responsabile, mentre io...


Non sei come tuo fratello, e allora?
Hai da poco fatto una scelta difficile, sei stata coraggiosa e non hai ceduto alla tentazione di farti sconfiggere dal dolore.
... Voglio dire, ti sei rimessa in piedi, hai dimostrato di non essere più quella bambina che piangeva, timida e chiusa verso tutto e tutti...
Ogni giorno che ti dimostri un po' più forte, secondo me, ti dimostri più simile a quell'ideale che ti sei creata di lei.
Quindi se nei tuoi ricordi lei era un'eroina, allora vuol dire che ogni volta in cui superi un'avversità, stai affermando quanto tua madre sia impressa dentro di te.


Erano parole bellissime. Parole che risolvevano un cruccio che Pauline aveva da sempre, il pensiero che in realtà dentro di lei non le fosse rimasto nulla del genitore defunto. Sorrise e al tempo stesso lacrimò dagli occhi, nemmeno tentando di nasconderle quelle lacrime. Anzi, le asciugò di fronte a lui, mentre il giovane uomo imbracciava la chitarra, pronto a dare spettacolo, a far sentire finalmente la sua voce. Doveva essere un brano qualunque, ma all'ultimo il Danma decise di portare qualcosa di diverso, qualcosa che ben si adattava a quello che si era appena detto fra di loro.

... Questa la scrissi qualche anno dopo che lei se ne andò.
Potrei piangere durante l'esecuzione, ti avverto, ma tanto so che non mi prenderai in giro.


No, non lo avrebbe preso in giro. Lei poi, che adorava i ragazzi sensibili come Kisuke. Assurdo infatti che si fosse presa così tanto di Davis, ma forse il motivo stava in quella forza ed in quel legame che lui sembrava dimostrare con lei. Il Valefor non aveva mai avuto occhi per nessun'altra, se non per lei e questo l'aveva spinta a fidarsi di lui, anche se non erano mancati i momenti di seria gelosia. Amava poi che lui riuscisse a tenere a freno il proprio fuoco, quando lei sentiva di non riuscirci. Quanti disastri avrebbe potuto combinare con Ben se Davis non l'avesse tenuta al guinzaglio? In parte sapeva che non avrebbe mai voluto ferirlo, ma a volte, a volte era difficile non lasciarsi trasportare da quel fuoco liquido che le scorreva dentro.
Il Danma suonava e cantava e la sua voce era davvero incantevole. Non le faceva lo stesso effetto del fratello eppure riusciva a sentirsi attratta da lui, in maniera molto più spontanea e genuina di quando Gérôme parlava o cantava. Seguiva il testo della canzone, comprendendo che cosa stesse provando a dirle il giovane uomo. Fu infatti una specifica frase che la fece emozionare in maniera particolare, che le entrò dentro come un mantra, ripetuta proprio dallo stesso Kisuke. Un finale che aveva tanti significati e che per lei era davvero molto importante.

When I see myself I'll
Always know where you are
When I feel the sun I'll
Always know where you are
When I see myself I'll
Always know where you are
Where you are!


In un certo senso, lei sapeva dove fosse sua madre. Dentro di lei, nel suo cuore, nella sua fisionomia, nei dettagli. Forse lei non poteva ricordare, ma anche nella sua memoria, quella dei primi mesi, dei primi sorrisi, dei primi passi e parole. E tutto questo era possibile solamente guardandosi allo specchio, solamente riconoscendo in sé stessa che c'era e ci sarebbe sempre stato un po' di sua madre.
Quando la canzone terminò, Kisuke non stava piangendo, ma aveva delle lacrime che gli solcavano le guance. Il cielo brillava come non mai e alzando gli occhi in quell'istante, fu chiara l'apparizione di una stella cadente, che attraversò la volta celeste in tutta velocità. Si girò verso il giovane uomo Pauline, con l'espressione sorpresa di chi chiedeva all'altro se l'avesse vista. Ma Kisuke le ricordò che l'avvistamento di una stella cadente significava la necessità di fare qualcosa in particolare.

... Esprimi un desiderio.

Esprimere un desiderio. C'era solo una cosa che voleva in quel momento Pauline, ovvero lasciarsi andare, seguire il proprio istinto, anche se sapeva che era qualcosa di sbagliato. Le giornate passate insieme avevano avvicinato sempre di più lei e il Danma; quella notte, poi, sembrava fatta apposta per dedicarsi a qualche follia ed il fuoco acceso non faceva altro che riscaldare quello nello spirito della Lamarck. Impulsiva, Emanuelle era consapevole che certe azioni avevano delle conseguenze, spesso per nulla piacevoli. Ma in quel momento voleva solo essere egoista, voleva solo comportarsi un po' più da sé stessa ed un po' meno da ciò che si aspettavano gli altri.
Si inumidì le labbra, fissando Kisuke in maniera più intensa e sensuale. Non aveva mai baciato un trentenne (fratello a parte), ma doveva dire che l'idea la eccitava parecchio, perché la faceva sentire quasi piccola, tenera, in balia di qualcuno più grande di lei. Si avvicinò a lui, asciugandogli le lacrime con una carezza. Poi annullò sempre di più le distanze, sempre di più, fino ad impossessarsi delle sue labbra, forzandole con la propria lingua per qualche secondo.

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... Desiderio esaudito.

Si staccò da lui lentamente, ma senza allontanarsi subito. I suoi occhi parlavano chiaro, avrebbe voluto qualcosa di più, un contatto maggiormente più fisico fra di loro... Ma forse lo stesso non era per il Danma. Se quell'attimo di passione fosse passato, Emanuelle sarebbe ritornata presto in sé, consapevole di aver agito d'istinto. Il giovane uomo avrebbe potuto travisare quello che era successo, avrebbe potuto prenderlo per qualcosa di serio forse? Oppure era lei che si stava convincendo che non lo fosse? Era confusa, molto confusa e consapevole di dover cercare una difesa, un muro, per proteggersi da quello che aveva fatto.

Avevo davvero voglia di baciarti.
.... Si è trattato solo di questo.
Un semplice... Bacio.
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Emanuelle
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Messaggioda Kisuke » 18/11/2021, 21:32

Erano trascorsi ormai venti giorni da quando il loro rapporto aveva subito un avvicinamento tale da apparire quasi predestinato.
No, non solo la Lamarck aveva espresso certe riflessioni nel corso delle notti solitarie, prima di addormentarsi.
Cosa significava il loro incontro, o meglio, significava qualcosa oppure era veramente tutto frutto di una assurda ma positiva coincidenza?
Quando si viveva a stretto contatto con la filosofia dell'Equilibrio difficilmente ci si convinceva di certe coincidenze, specie se così particolari e preziose.
Ma mettere in conto che esistesse un piano particolare dietro rendeva tutto troppo stretto, tutto troppo stabilito a priori, una verità scomoda e fastidiosa.
Come poteva mai un Ignis accettare di ritrovarsi con un simile benservito da parte del fato? Che fosse Fuoco o Elettricità, entrambi vivevano di emozioni e libertà.
In più di una occasione aveva quasi pensato di parlarne con la sorella, ma l'opinione di un Acuan del Ghiaccio sapeva già non gli sarebbe piaciuta.
Fujiko poi era governata da sentimenti personali e un carattere incredibilmente apprensivo, che di certo l'avrebbe sviata da una analisi in veste di aiuto.

Certo deve essere difficile riuscire ad avere una ragazza con una sorella simile.
Sembra il tipo di persona capace di intromettersi nella tua vita privata se qualcosa non le sta bene o sbaglio?


No, non sbagli, anche se il suo modo di fare è tipico da Ghiaccio, mi spiego?
Lei non affronta direttamente, ci ragiona e quindi fa domande che insinuano, che si interessano sottilmente.
Ha quella tipica attitudine al controllo della situazione che non riesce a non estendere anche al sottoscritto, pur essendo ormai adulti e vaccinati...


Si era espressa con negatività sul possibile legame tra una ventitreenne e un trentenne, pur non essendoci alcuna avvisaglia simile.
Ma lei lo faceva preventivamente, giusto per mettere in chiaro, come a volerglielo ficcare in testa prima che fosse troppo tardi.
No, Fujiko Danma era la figura meno indicata con cui aprirsi per una questione del genere.
L'ideale, come al solito, sarebbe stato Itsuki, con il quale però ad ora sussisteva una situazione spinosa e complessa.
Molte volte, chiudendo gli occhi, la notte, prima di addormentarsi, aveva immaginato la scena di lui intento a giacere con la Minazuki.
Una visione che gli aveva provocato scompensi, sofferenze, di tutto e di più.
Perché nonostante non esistesse un vero e proprio fidanzamento con Anko, anche solo per qualche istante Kisuke l'aveva sentita sua.

Non so... Anf... Che cosa ci sia di... Eccitante... Nel vedere uno che... Anf... Sradica un albero...

... Ho desiderato soltanto che... Anf... Mi guardasse nella stessa maniera... Che cretino eh?

Molto... Anf... Anf... Ma un cretino... Romantico...
Io preferisco... Pant... Uno come te ad uno come... Anf... Il tuo amico...


Era difficile far entrare la canadese nell'ottica distorta di una combattente, di una guerriera che era sempre stata tale fin dai primi anni di vita.
La Minazuki trovava eccitante un maschio in grado di eseguire simili prodigi marziali, perché ne mettevano in risalto il valore e la qualità di lotta.
Per questo Kisuke aveva lavorato tanto su se stesso, per questo si era impegnato oltrepassando i suoi limiti, per questo aveva anche rischiato la vita.
Tuttavia, per quanto potesse essersi sforzato, di certo sperare di raggiungere determinati livelli era impensabile, perfino per uno motivato e grintoso come lui.

Insomma... Lei alla fine non ha mai saputo quello che avevi fatto per farti notare?

Qualcosa sì, forse le più palesi e impossibili da nascondere, mentre altre sono rimaste nell'ombra.
Non volevo farmi bella pubblicità, non è mai stata mia intenzione, l'avrei trovato sinceramente un po' patetico...
... Inoltre la parte migliore dell'interessare a qualcuno è proprio sapere che ti stia osservando mentre non fai nulla per metterti in risalto ai suoi occhi, no?


L'Amakura non aveva colpito quel tronco per farsi bello agli occhi della Minazuki, non le aveva cucinato la carbonara per mandarla in visibilio.
Era avvenuto tutto quanto spontaneamente, lui si era comportato come al suo solito e lei, in semplicità, ne era rimasta attratta, affascinata, eccitata.
Ma non poteva costringere Itsuki ad essere meno se stesso, al massimo invitarlo a moderare le sue esplosioni di carisma in lungo e in largo.
D'altronde, se in quel periodo si trovava in uno strano triangolo confuso tra Fujiko e Kirie lo doveva anche a determinate incapacità di regolarsi.
Kisuke ovviamente non metteva nel mezzo l'ipotesi di un quadrato con presente pure Anko, che escludeva dal mucchio per motivazioni sensate e consistenti.
Tuttavia nel suo subconscio e inconscio alle volte la domanda se non fosse il caso di considerarla ancora in "lizza" nasceva e gli rendeva non pochi turbamenti.
Una eventualità che gli attanagliava l'animo, spingendolo a discostarsi da certe idee e ricercare nel suo presente un allontanamento e dei puri attimi di pace.
Anche se a dire il vero Emanuelle Lamarck tutto portava meno che pace, dato il suo corpo, la sua sensualità e il suo Spirito fiammeggiante.
Il suo carattere e il suo atteggiamento si sposavano immensamente bene con quelli del Danma, generando spesso e volentieri scene per nulla caste o amichevoli.

Dai assaggia, lo so che ti va...

È che è così invitante!
... Pf, dai faccio la brava, do' solo una leccatina!


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La vera assurdità, poi, era che nessuno dei due le creava mai intenzionalmente, facendole venire fuori all'improvviso, costringendoli infine a rendersene conto in ritardo.
Fondamentalmente tutto si concludeva lì, una risata, scuotimento del capo e poi avanti, si archiviava senza rendersi conto della carica che in realtà andava formandosi.
Entrambi incrementavano ogni volta un calderone ribollente di desideri e fantasie, alimentandolo in autonomia senza concentrarsi sulla sua pericolosità.
Un concentrato di passione pronto a venire fuori in ogni istante, bastava solamente innescare la giusta miccia per poi assistere alla sua deflagrazione.
Di attimi validi se ne presentavano uno dietro l'altro, data la loro propensione nel finire quasi tutte le giornate in quel luogo isolato, tutto loro, tra sabbia e mare.
Sarebbe stato sufficiente un piccolo contatto fisico di poco superiore al normale, anche il solo sfiorarsi con le dita o con le spalle.
Elettricità e Fiamme vorticavano insieme e l'unica cosa in grado di fermarli poteva essere giusto il buon senso, o al limite la considerazione della realtà.
Realtà che tanto li teneva divisi quanto puntava ad accostarli, tanto li rendeva ben disposti a cedere quanto capaci di resistere alla tentazione.
Due individui che di tentazioni e trasgressioni avevano vissuto per tanto, troppo tempo, quelle sbagliate, quelle impossibili, ma che inevitabilmente ne sognavano di nuove.

... Esprimi un desiderio.

... Desiderio esaudito.

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Cosa sta succedendo?
Cosa stiamo combinando?
Non c'è nulla di più sbagliato, niente di meno appropriato, eppure non riesco ad allontanarla...
... Dio ho la testa leggera, come se fossi ubriaco, è la sua bocca, la sua lingua, la sua saliva che mi fanno questo effetto?!
Le sue dita quasi mi scottano sulla pelle, ma è stato solo un secondo, perché ora percepisco solo calore diffuso per tutto il corpo...
Respiro il suo respiro, che strana sensazione, è bella anche se non dovrei stare tanto bene, non è giusto...
L'ho sempre voluto? Non saprei rispondere.
L'ho sempre desiderato? Andiamo, perché mentire?
E lei... Beh, ha espresso il desiderio, quindi siamo nella stessa condizione, ancora una volta...


Il volto di Pauline prese le distanze per alcuni frammenti di un lungo ed interminabile mezzo minuto.
Si fissarono e quel calderone tremava, scosso come non mai, pronto a straripare e combinare un casino.
Kisuke si rimpossessò di quella bocca, posando le mani sui fianchi della canadese, facendo forza affinché finisse a cavalcioni sopra di sé.
Le morse il labbro, poi con le mani scese direttamente nella zona dei glutei che afferrò e strinse con evidente carica di lussuria.
Il cuore pompava come un ossesso, gli rimbombava nelle orecchie mentre lasciava che la ragazza lo toccasse ovunque volesse e solcasse con quelle dita bollenti il suo corpo.
Quanto c'era di importante in quello che stava succedendo? Quanto bisognava preoccuparsi per lo scivolare degli eventi in quella precisa direzione fisica?
Ancora prima di provare a darsi una risposta, la lucidità del Danma, derivante dal suo Elemento per fortuna collaborativo, gli impose di non sottomettersi ai sensi.
Strinse le palpebre, le mani tornarono sulla schiena di Emanuelle, il bacio rallentò pian piano, fino a quando il giovane uomo non si interruppe del tutto.
Il respiro era lento ma pesante, sulle labbra ancora il sapore della moretta, nelle narici l'odore emanato dai suoi capelli.

Avevo davvero voglia di baciarti.
... Si è trattato solo di questo.
Un semplice... Bacio.


Ne avevo voglia anche io.
Ma noi Ignis siamo abituati a chiamare semplice quello che poi si rivela tutto l'opposto...


Perché non sarebbe stato semplice fare i conti con se stessi l'indomani.
Non sarebbe stato semplice rivedersi e parlare di quanto accaduto.
Non sarebbe stato semplice interpretare le ragioni di quell'atto impulsivo.
La aiutò a spostarsi e tornare nella posizione originaria, seduta non tanto lontana da sé.
Come da copione, ci fu un naturale silenzio di imbarazzo e difficoltà nel relazionarsi con l'accaduto.
Ma se c'era una convinzione piena in Kisuke, era quella di dover tornare a casa e raffreddare quell'incitamento interiore.
Si erano fermati una volta, ma nessuno dava loro garanzia ce si sarebbero riusciti una seconda nel corso di quella stessa nottata.
Rimise la chitarra nella custodia, alzandosi in piedi, mentre il fuoco del falò ondeggiava con minore intensità.
Probabilmente rispecchiava in parte lo Spirito della ragazza affine ad esso.

Ascolta Emanuelle, non voglio che succeda come capita di solito.
Due ci vanno vicini, si fermano all'ultimo e quello che hanno vissuto resta un mistero perché fanno prima a non rivolgersi più la parola, fuggendo senza guardarsi indietro.
... Promettimi che domani ci vediamo, promettimelo Ema.


Ne avrebbero parlato, avrebbero messo a nudo la loro interiorità e si sarebbero confrontati con la presenza di quel bacio nella loro strana relazione.
Kisuke la fissò a lungo, seriamente, dandole appuntamento non in quello stesso luogo, perché voleva che non fosse contaminato da eventi parzialmente negativi.
Là si trovava la loro piccola sfera di felicità e quietudine, mentre adesso regnavano incontrastate dubbio e smarrimento.
Alle 15:30 il giorno seguente presso la zona di prevenzione alluvionale ad sta dell'Istituto.
Quel posto era normalmente poco frequentato e lontano sia dai centri abitati che dalle aree di parco o giardini pubblici.
Purtroppo la mattina avrebbe dovuto lavorare, quindi l'unica soluzione valida era rimandare l'incontro al pomeriggio, pur pesandogli la scelta di aspettare tanto.
La salutò con un mezzo sorriso, dopo di che si smaterializzò direttamente verso casa sua, onde evitare di incrociare Fujiko ancora sveglia.
Una volta chiusa la porta alle sue spalle, il Danma provò una stranissima sensazione, a metà tra il dispiacere e la malinconia.
Possibile che quelli maturati nel corso delle tre settimane trascorse fossero dei... Sentimenti?

L'INDOMANI - ZONA PREVENZIONE ALLUVIONALE - 15:19

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C'era la forte possibilità che scegliessero entrambi di presentarsi lì in anticipo, per via dei tumulti perpetrati dal giorno prima al presente.
Kisuke, infatti, non ce la fece ad attendere oltre e giunse sul posto quando mancavano ancora più di dieci minuti all'orario di incontro.
La giornata non era particolarmente soleggiata ma non minacciava nemmeno pioggia, per fortuna.
Non appena vide Emanuelle arrivare, subito si mosse per raggiungerla.
Onestamente non aveva la più pallida idea di come iniziare il discorso, ma tanto valeva provare soltanto a liberare la mente, non c'era altra soluzione.

Ciao...
... Io... Io... Allora, ok, ricomincio...
Ieri è successo qualcosa di... Strano?
No no, strano no, insolito... Nemmeno... Pazzesco, sì, pazzesco!
... Aspetta, forse non va bene manco pazzesco, uff, va beh comunque...
Credo sia stato meglio interrompersi, siamo due Ignis e poi lo sappiamo come va a finire...
Svegli stamattina, come venti giorni fa, con la sabbia dappertutto, il torcicollo ma, in aggiunta, anche una confusione ben più grande di quella attuale.


Aveva dormito molto poco, restando per lo più sveglio rigirandosi di continuo nel letto.
Quello stesso letto dove aveva fatto più volte l'amore con Anko, mentre altre del vero ed autentico sesso selvaggio.
Ricordi che lo avevano scosso, alimentando i sensi di colpa oltre il sopportabile.
Per questo alla fine aveva optato per riposare sul divano del salotto, riuscendo a chiudere le palpebre per almeno tre/quattro ore.

Tu e la tua storia interrotta bruscamente, io con la mia nemmeno cominciata, ma tutti e due con dei sentimenti non accantonati.
A questo punto verrebbe da pensare ad un improvviso bisogno di vicinanza e calore, ma non mi sento di liquidare la faccenda con tanta facilità...
Non posso parlare per entrambi ma, per quel che mi riguarda, il bacio di ieri non riesco a considerarlo un sostituto di quello che avrei voluto dare a qualcun'altra...


In quel frangente non aveva voluto baciare Anko, ma Emanuelle, con coscienza e intenzione.
Desiderava lei, anelava lei, tanto che se gli avessero chiesto di fare a cambio con la Minazuki proprio per quel preciso atto, si sarebbe rifiutato.
Lo aveva ammesso con se stesso e sentiva di dover essere pienamente sincero anche con la Lamarck, perché se lo meritava dopo il pessimo saluto del giorno prima.

Il bacio con te è stato... Con te... Perché stiamo bene quando siamo insieme, sto bene quando mi sei vicino, sto bene quando penso di incontrarti.
Quando prendesti la storta durante la corsa ci stavi per definire "amici" e ti giuro, te lo giuro, stamattina mentre lavoravo non ho fatto che pensarci!
Non alla storta o alla definizione di amico ma quanto, proprio quando stavi per pronunciare la parola, ti sei fatta male!
Sì sì, lo so, è una tremenda c****ta, ora ti apparirò matto ma... Boh...
... Quando cominci ad entrare nel loop del "E se fosse successo tutto per un motivo?", finisci pure per costruire certe st*****te nella mente...
Poi lo sai, ho il Fulmine, quindi penso penso penso e quando inizio non mi fermo più!
Tsk... Porca t***a, mia sorella avrebbe una soddisfazione che non ti dico nell'affermare quanto avesse ragione a definire pericoloso il nostro rapporto, 'fanculo.


Incrociò le braccia al petto palesemente infastidito, immaginandosela già intenta a lanciare i "Te l'avevo detto" per ogni stanza della casa.
Quasi avrebbe proposto ad Emanuelle di far finta di essere rimasta incinta solo per farle prendere un mezzo colpo, zittirla e privarla dell'espressione soddisfatta.
Ma quelli erano giochetti inutili, chiacchiere fin troppo allegre a fronte di un problema serio da risolvere, un guaio forse limitato in minimissima parte.
Perché? Oh, molto semplice, perché più parlava e più Kisuke si avvicinava a lei e più si avvicinava e più ecco che sentiva tornare la stessa voglia della notte prima.
Come una calamita, la canadese lo attirava e lo irretiva, anche solo con lo sguardo, con quel broncio magnifico che era un po' il suo cavallo di battaglia.
Avendo focalizzato interamente l'attenzione su di lei, nel frattempo però il Danma non si accorse di alcuni piccoli cambiamenti che stavano avvenendo sul posto.
L'erba aveva preso ad oscillare grazie a diverse folate di vento più accentuate, mentre l'acqua del fiumiciattolo artificiale si increspava di tanto in tanto.
Ogni nuvola sembrava più densa e carica di energia elettrostatica e allo stesso tempo alcune tra loro possedevano invece un colore bianco, bianchissimo, da nevicata.
La temperatura, invece, iniziò a salire poco di più, di grado in grado, precedendo il momento in cui la motivazione di tutti quei fenomeni si mostrasse apertamente.

Ema... Tu invece cosa pro-...

Prima che riuscisse a terminare la frase, una sfera mistica intrisa di potere magico naturale si abbatte contro di lui, prendendolo dal fianco.
Davanti agli occhi della Lamarck, Kisuke venne scaraventato via di diversi metri, atterrando bruscamente con un sommesso rantolio di dolore acuto.

Scusate ma dobbiamo intrometterci nella conversazione.

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Percepisco la traccia di Mana Rosso, è lei, non ho dubbi.

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Due individui, vestiti con abiti strani, si avvicinarono, bloccando sia da destra che da sinistra la sorella di Gérôme.
Il pelato mulatto portava con se un bastone da combattimento, posto in un fodero dietro la schiena.
L'altro, biondo platino, teneva invece una spada lunga ancorata al fianco sinistro del corpo.
Successivamente giunsero altri tre individui, vestiti similarmente ma privi di armi.
Quando Kisuke provò a tirarsi su, uno di loro gli mollò un sonoro cazzotto al volto stendendolo ancora.
Se anche avesse provato a smaterializzarsi, la Ignis si sarebbe accorta quanto il tentativo risultasse impossibile.
Non c'era verso di scappare se non correndo, ma le speranze di farcela erano pressoché nulle.

Tu sei la femmina che sta rendendo così difficile la scelta di Messer Valefor.

Per colpa tua è scomparso e si rifiuta di venire fuori.

Mi chiedo cosa mai ci trovi di tanto interessante in una mortale come te.

Non siamo qui a discutere di gusti personali, il nostro obiettivo è un altro.

Chi... Chi siete... Voi... ?

Taci.
Ringrazia che non è nostra intenzione prenderci vite senza motivo.
L'unica che ci interessa è quella di questa ragazza, sarai risparmiato, non temere.


Che cos-AAAH!

Di nuovo, il Danma venne percosso con un poderoso calcio che lo centrò in pieno addome, facendolo rannicchiare per il dolore.
I due individui, evidentemente i più importanti e di alto grado, ritornarono a concentrarsi su Emanuelle con freddezza.

Noi siamo Eladrin e abbiamo atteso anche troppo che il tuo ex fidanzato si facesse vivo da sé.
Evidentemente allontanarti non è bastato a renderlo più incline a seguire il suo fato.
Probabilmente avremo qualche grana con la tua Gilda ma la nostra natura semi divina ci garantirà clemenza.


Lo avevamo avvertito che se non si fosse mostrato avremmo preso dei provvedimenti.
La sua negligenza sarà pagata dalla tua sofferenza.
... Non ci interessa che hai interrotto la tua relazione con lui, perché evidentemente per lui tale relazione vige ancora.
L'unico modo per sancirne l'effettivo termine è porre fine alla tua vita, qui e subito.


Ti possiamo assicurare che il tuo sacrificio non verrà dimenticato e ci preoccuperemo di pregare il Mana affinché benedica il tuo Spirito.
Adesso non fare storie e accetta con dignità la morte, non farlo sarebbe completamente inutile...


Credete davvero che... Coff coff... Ucciderla lo convincerà?
... I sentimenti non muoiono insieme alla persona amata... Coff... Idioti...


FALLO STARE ZITTO!

STUMP

ARGH!

La spalla sinistra venne centrata da un ennesimo calcio, ugualmente violento, ugualmente impietoso.
Ma perché dover ridurre in quello stato un innocente, qualcuno che con quella storia, obiettivamente, non c'entrava davvero nulla?
Era solo puro sadismo ciò che albergava in quei gesti tanti cattivi ed estremi?

Affinché il nipote di Kaim rinsavisca, è necessario che esista anche un testimone della tua dipartita.
Insceneremo la tua morte per mano di una Creatura Magica Naturale stranamente ostile e furiosa.
Altereremo la mente di quell'individuo e la plasmeremo affinché ricordi questa precisa scena.
Le nostre magie di ipnosi e suggestione sono molto più potenti del normale, per cui nessuno potrà mai spezzarne il sortilegio.
Messer Davis verrà a sapere che la Natura ha agito da sé, aggredendo il motivo del suo rifiuto, e soffrirà sentendosi causa della tua morte.
A quel punto è praticamente certo che sceglierà autonomamente di collaborare.


Siete... Siete... Pazzi...

È una filosofia antica ma sempre attuale.
Una vita consacrata in nome della salvezza di tante altre risparmiate.


E adesso finiamola con le perdite di tempo, preparati all'ineluttabilità degli eventi.

L'Eladrin biondo estrasse la spada, facendo due passi verso Emanuelle.
L'arma che impugnava possedeva delle particolari incisioni sopra la lama, forse parole rituali sacre.
Forse era intenzione uccidere la canadese con quell'oggetto proprio al fine di contrassegnare quell'omicidio come un sacrificio rituale e lecito.
La ragazza era alle strette, non poteva fuggire, il resto del gruppo di individui l'aveva circondata non lasciandole alcuna via di scampo.
Davis era sparito, non aveva più dato notizie, si era rifiutato di sposarsi con Ashaya condannando Gaia ad un avvizzimento sicuro.
I guerrieri della natura avevano quindi stabilito un termine della loro pazienza, divenendo effettivamente dei rivoltosi ribelli.
Nessuna legge Eladrin avrebbe mai e poi mai accettato una simile barbarie, ma non tutti gli Eladrin erano civili e umani come Kaim.
Se per salvare Gaia andava versato del sangue, alcuni non si facevano scrupoli a versarlo, fanatici in nome di una Divinità intenta a non imporre il suo arbitrio.
Ma l'Equilibrio sapeva come aggirare certi ostacoli, perché laddove il Mana non poteva rifiutare apertamente qualcosa, forniva i mezzi ad altri per farlo.

Voi...
Voi...
Voi non alzerete un dito...
Non alzerete un solo dito su di lei...


Quel sussurro fu abbastanza di volume alto da essere percepito dall'Eladrin vicino al Danma.
Ma quando stette per sferrare l'ennesimo colpo, la mano di Kisuke lo fermò.
Il giovane uomo orientale alzò lo sguardo fissandolo con occhi sottili, dopo di che gli rigirò il braccio dietro la schiena e lo colpì di violenza.
Tutti gli altri, a quel punto, si voltarono a guardare cosa fosse accaduto, trasalendo appena.
Una strana corrente elettrica imperversava nell'aria, ma non era affatto provocata da loro.

Non...

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Non provate...

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Non provate a...

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... TOCCARLAAAAAAAHH!

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Una enorme onda d'urto si dipanò dal corpo del Danma, investendo tutti i presenti, tranne Emanuelle, che poté rimanere salda in piedi.
Come se quell'energia si fosse eretta a sua difesa, colpendo esclusivamente chi era intenzionato a farle del male.
La luce dorata abbagliante rese impossibile a chiunque muoversi o vedere qualcosa di concreto per diversi secondi.
Quando però si fece meno intensa e ognuno poté guardare in direzione di Kisuke, l'aspetto dell'Assistente Demone era di molto mutato.
I suoi capelli, biondi dorati, aleggiavano in alto sorretti da un'aura maestosa e incredibile cosparsa di svariate scariche elettriche.
I muscoli si irrigidivano, gonfiavano, tendevano a più non posso con, sotto i bicipiti, le vene in estremo rilievo.
La forma dell'intero corpo era di per sé molto più massiccia e la sua espressione normalmente gentile era adesso iraconda e determinata.
Anche se nessuno poteva vederlo, il tatuaggio della sfera a sette stelle era appena comparso sulla sua schiena, più brillante e vivido che mai.
Quel tatuaggio che in teoria sarebbe dovuto comparire solamente in presenza di una estrema concentrazione, eppure era già la seconda volta che non andava così.
C'era un meccanismo che si innescava e che andava oltre la normale tecnica di avviamento della magia, una forza interiore primordiale e soprannaturale.
Quella forza si scatenava attraverso quel disegno mistico e ne accelerava enormemente l'attivazione, e forse chissà, magari anche la potenza.
Davanti ad Emanuelle non c'era più il Kisuke di sempre, bensì un vero e proprio guerriero dorato ed elettrico, intriso di potere e collera, ma dal cuore puro.

Cosa state aspettando?!

Ha scelto lui la sua fine, uccidetelo!

Gli altri due si precipitarono contro il Danma.
Il primo scelse di attaccare sfruttando l'Elemento opposto per indebolirlo, ovvero il Ghiaccio.
Creò appositamente una stalattite gelida che scagliò contro l'Ignis del Fulmine, bersagliando il centro del petto.
Kisuke rimase fissò per un solo secondo, poi si spostò all'ultimo istante evitando l'oggetto, ma non solo.
Gli mollò un sonorissimo cazzotto frantumando la lastra in tanti pezzi, che ricadde a terra scomparendo in una nube fredda.
Entrambi gli Eladrin sgranarono gli occhi un attimo prima che il migliore amico di Itsuki facesse un rapidissimo scatto in avanti.
Prima che potessero accorgersene, egli era già abbastanza vicino da averli a tiro entrambi.
Una gomitata diretta al mento fece volare indietro e terra uno dei due, mentre l'altro provò un contrattacco fisico di fortuna.
Ma evidentemente quello non doveva essere un giorno molto fortunato, Kisuke deviò il pugno in arrivo e rispose con uno a sua volta, beccando l'altro in pieno stomaco.
L'espressione che mostrò l'Eladrin appena centrato non lasciò spazio a dubbi, era stato un attacco pesante, possente, doloroso e impossibile da sopportare.
Con un mezzo rantolo e fiato mozzato il nemico cadde in ginocchio e poi a terra, perdendo i sensi all'istante.
Quando l'altro provò a rialzarsi ed avvicinarsi Kisuke lo fulminò con lo sguardo, convincendolo a indietreggiare e poi, direttamente a scomparire.

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I due superiori, rimasti sul posto bloccati e sconcertati dalle varie scene susseguite, non accennarono però comunque a seguire l'esempio dell'altro.
Perciò il Danma riprese la sua marcia raggiungendoli e frapponendosi tra loro ed Emanuelle, a quel punto alle sue spalle.

Noi siamo guerrieri Eladrin d'élite, decisamente più esperti e forti dei nostri gregari.

Se intendi proteggere questa mortale incorrerai in una tortura indicibile.

Non avevamo idea che i Gildati potessero attingere ad un potere come questo.

Evidentemente hai migliorato di molto la manovra per farti pervadere dall'Elemento, ma non basterà a salvarti.

Hai deciso la tua sentenza, per te non ci sarà alcun riguardo nella morte.

E il vostro fantastico piano?
... Come farete se il testimone morirà? Sentiamo.


Credi davvero che questo possa farci desistere dal portare a compimento i nostri intenti?
Vorrà dire che una volta eliminato te, la tramortiremo e porteremo via, la inseriremo in una gabbia con una bestia aizzata e lasceremo se ne occupi lei.


Le stavamo offrendo una fine meno dolorosa, purtroppo sarà opportuno mettere da parte la clemenza ed essere implacabili.

... Mi hai tolto le parole di bocca.

L'Eladrin mulatto estrasse intanto il bastone da combattimento dal fodero, impugnandolo guardando truce il Danma.
Il suo alleato teneva sempre la spada alta e in posizione di guardia, facendola roteare e librando così il filo tagliente nell'aria.
Kisuke non appariva minimamente preoccupato, i suoi occhi erano iniettati di spietata risolutezza.

Emanuelle... Fatti più indietro possibile.

Il nostro gregario non è solo fuggito, starà chiamando altri dei nostri, presto arriveranno e allora sarà finita per voi!

Ancora pochi minuti e non avrete scampo!

... Vorrà dire che vi sistemerò entro pochi minuti.

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Messaggioda Emanuelle » 04/12/2021, 20:59

... Desiderio esaudito.

Ecco a cosa aveva portato tutte le giornate passate insieme al Danma. L'attrazione fra di loro era aumentata, la carica sessuale era diventata insostenibile e la vicinanza li aveva resi così affiatati, da cadere proprio in quel tranello che la sorella maggiore di Kisuke voleva lui evitasse, a tutti i costi. La colpa non era stata dell'Ignis Fulmen, bensì del Fuocherello che infine aveva deciso di scottare e scottarsi, con la sua passione travolgente, le sue reazioni istintive e prive di responsabilità, la sua carica erotica, che aveva in pochi secondi annichilito il giudizio del giovane uomo orientale.
Quel bacio che si erano scambiati, che lei aveva dato a lui, aveva destabilizzato gli equilibri fra di loro. Era come se in quel momento il tempo si fosse fermato, come se riuscissero a fondere i loro respiri ed i loro corpi con un semplice contatto fisico. Ma per nessuno dei due quello fu solo un bacio, anzi, divenne qualcosa di persino più intenso, quando il Danma scelse di lasciarsi andare al proprio di istinto, afferrando la Lamarck per i fianchi e portandosela sopra di sé.
In un battibaleno, Emanuelle si ritrovò con le mani di Kisuke in zone proibite, lo stomaco sottosopra, che sfarfallava, e la lingua che ancora una volta ricercava la gemella. Furono sempre pochi attimi, pochi istanti che però aprirono un varco lungo chissà quanti secoli, perché potevano rimanere attaccati solamente pochi secondi oppure minuti interi a baciarsi, esplorarsi, lasciarsi andare alla voglia di essere nuovamente liberi, felici e sereni.

Trama che voglia di lui!
Mi sta facendo girare la testa...
Le sue mani... Sì, stringimelo più forte... Fammi sentire quanto mi desideri...
Quindi sta per succedere?
Stiamo davvero per farlo qui e adesso?
Lo volevo... Forse l'ho sempre voluto...
Tutti quei doppi sensi... Quegli sguardi... Lui mi voleva, mi vuole ancora e io sono pronta, pronta a lasciarmi andare...


Ne sei davvero così sicura, mia tenera panna cotta?

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Kisuke si staccò dalle labbra di Pauline proprio nell'attimo stesso in cui la canadese ebbe quel primo, fastidioso pensiero ad ostacolare le sue precedenti intenzioni. Il volto di Davis era come apparso dal nulla nella propria mente, in un momento nel quale non avrebbe dovuto esserci e anzi, avrebbe dovuto essere soppiantato dall'eccitazione che la Lamarck stava provando nei confronti del Danma. Ma liberarsi dei propri sentimenti non era così semplice, soprattutto quando il tuo cuore continuava a chiedersi come avrebbe potuto reagire il Valefor se l'avesse vista fra le braccia di un altro ragazzo.
Quello stupido, insensato ed inutile senso di colpa -unito ad un non ben definito desiderio di non ferire Davis- le avevano rovinato quel momento, ancor prima che Emanuelle si rendesse conto di quello che aveva appena fatto. Kisuke l'aveva bloccata e lei infine si rese consapevole dell'immane ca***ta che stavano combinando. In che modo avrebbe recepito tutto questo il Danma? Pauline si sbrigò a correre ai ripari, dichiarando che quanto accaduto fosse solo un semplice bacio e nulla più. Ricevendo però indietro una risposta che le fece torcere lo stomaco, in un senso di angoscia e senso di colpa che proprio non voleva saperne di andarsene via.

Ne avevo voglia anche io.
Ma noi Ignis siamo abituati a chiamare semplice quello che poi si rivela tutto l'opposto...


Quindi... Significa che lui mi sta piacendo sul serio?
In così poco tempo?
Io... Sono davvero quel tipo di persona?
Trama... Avevo voglia di farmelo e... E... Forse qualcosa di più?
Ma Davis... Allora perché non riesco a dimenticarlo?
No, non è così... Non può essere così!


È tardi... Forse è meglio rientrare a casa...


Era già pronta ad abbandonare tutto, scappare, come stava scappando dal suo ex. Non voleva vederlo, non voleva sentire le sue scuse, né scoprire che alla fine aveva accettato il suo destino. Avrebbe dovuto farlo, ma avrebbe fatto anche male, molto male, e lei non si sentiva abbastanza matura da riuscire ad affrontare di nuovo quella sofferenza. Ma prima che potesse fuggire anche da quella situazione assurdamente complicata, il Danma la bloccò lì, supplicandola di non scappare come invece era sua intenzione fare. Non scappare da lui e soprattutto non fuggire dall'affrontare le responsabilità connesse a quel gesto. Un discorso che la Ignis non poté fare a meno di stare ad ascoltare, pur sentendosi incapace di discernere le proprie complesse emozioni.

Ascolta Emanuelle, non voglio che succeda come capita di solito.
Due ci vanno vicini, si fermano all'ultimo e quello che hanno vissuto resta un mistero perché fanno prima a non rivolgersi più la parola, fuggendo senza guardarsi indietro.
... Promettimi che domani ci vediamo, promettimelo Ema.


Va bene... Va bene, te lo prometto.

Lo guardò dritto negli occhi, nel pronunciare quelle parole, perché desiderava ardentemente non essere più una ragazzina. No, Kisuke la stava ponendo di fronte ad una situazione che andava affrontata con maturità e coscienza e lei non si sarebbe tirata indietro, anche se tutto voleva fare meno che fronteggiare sé stessa. Non c'era davvero più alcun bisogno di rimanere lì, sotto le stelle, non dopo quanto accaduto. Ognuno andò per la propria strada, Kisuke dalla sorella ed Emanuelle a casa del fratello maggiore, rientrando fortunatamente prima di lui. Avrebbe comunque avvertito un Fuoco agitato, ma qualunque tipo di domanda Pauline l'avrebbe sedata con lo sguardo, chiedendogli il rispetto della propria fo****a privacy. Non aveva voglia di parlare, la sua testa era già compressa da mille pensieri urlanti, che spingevano e lottavano per far sentire a gran voce la propria opinione. Ma nessuna di esse vinceva sulle altre, lasciando sempre di più la Lamarck in uno sconforto nel quale si addormentò, priva di difese di fronte a sé stessa.

L'indomani * Zona prevenzione alluvionale * 15:19


Alla fine Pauline aveva passato la notte in mezzo a sogni tormentati, che la svegliavano, impedendole di riaddormentarsi subito. Non avendo alcun impegno la mattina, aveva potuto passare la maggior parte del tempo a letto, ma questo non aveva giovato al suo stato mentale, che sembrava invece essere ancora più ingarbugliato di prima. Aveva voluto baciare Kisuke, non perché stesse cercando di scacciare via l'immagine di Davis dentro di sé, ma perché il Danma le stava piacendo per davvero. Erano così compatibili fra di loro che le era sembrato quasi assurdo riuscire a trovare un così alto grado di affinità con una persona conosciuta per pochissimo tempo e così a caso. Eppure non avrebbe dovuto stupirsi di certi giochi dell'Equilibrio, sempre intento a smuovere i propri fili e porre di fronte ai propri eletti situazioni dove mettere in moto il libero arbitrio.
Al tempo stesso però, il bacio con il giovane uomo non aveva saputo distogliere la mente ed il cuore della moretta da quello che ancora provava nei confronti del Valefor. Si era resa conto, in una maniera quasi brutale, di quanto ancora tenesse al biondo, nonostante quello che aveva fatto, nonostante le bugie che le aveva raccontato e le verità nascoste. Erano due realtà che entravano naturalmente in conflitto, provocandole diversi mal di testa e una voglia matta di sotterrarsi sotto ad una pila di cuscini, per soffocare. Perché, perché darle modo di avvicinarsi a qualcuno quando ancora il suo cuore non era completamente libero dalla relazione precedente? E come avrebbe fatto a liberarsene, come avrebbe fatto a dimenticare Davis una volta per tutte? Forse il problema stava nel fatto che Pauline non aveva potuto parlargli, non aveva potuto dirgli nulla né mai avrebbe potuto farlo, a dire il vero. Aveva le mani legate, la bocca cucita e così sarebbe dovuta rimanere, fino a quando il Valefor non avesse accettato completamente il proprio destino.

Solo allora, forse, mi sentirò davvero libera...

Pensò fra sé, lo sguardo basso e triste mentre gli occhi incontravano la figura del Danma che le fece battere un po' più forte il cuore. Era arrivata all'appuntamento da lui prefissato qualche minuto in anticipo, non riuscendo più a reggere il peso dell'agitazione che l'aveva assalita ben un'ora prima del loro incontro. A quanto pare non era stata l'unica ad avere lo stesso problema: Kisuke se ne stava lì, visibilmente in difficoltà, incapace come lei di saper trovare le giuste parole per salutarsi, per parlarsi, per capire che cosa ci fosse da fare adesso che quel muro era stato distrutto.

Ciao...

... Ciao...

... Io... Io...

Tu...?

Allora, ok, ricomincio...
Ieri è successo qualcosa di... Strano?


Tu lo definisci strano?

No no, strano no, insolito... Nemmeno... Pazzesco, sì, pazzesco!
... Aspetta, forse non va bene manco pazzesco, uff, va beh comunque...
Credo sia stato meglio interrompersi, siamo due Ignis e poi lo sappiamo come va a finire...
Svegli stamattina, come venti giorni fa, con la sabbia dappertutto, il torcicollo ma, in aggiunta, anche una confusione ben più grande di quella attuale.


Come dargli torto? Anche Emanuelle si rendeva conto che la situazione si era bloccata in tempo fra di loro, specie visti i presupposti che si stavano creando. Non avrebbe fatto sesso con Kisuke se nella sua mente Davis fosse riapparso ogni momento per farle venire i sensi di colpa. E questo non perché lei moralmente fosse fatta in questo modo -probabilmente chiunque altro lo avrebbe sfruttato senza porsi troppi problemi- ma perché sentiva che con il Danma ci fosse qualcosa di pericolosamente serio, che non voleva rovinare, non voleva viversi malamente per colpa del suo passato.
Già, certo, lei parlava del propria storia al passato, come se ormai fosse un capitolo chiuso e dovesse solo cercare di andare avanti, ma per Kisuke le cose non stavano così: non aveva chiuso con la sua ragazza o futura tale, lui stava solo cercando di fare chiarezza dentro sé stesso... Ed era persino possibile che Emanuelle adesso gli avesse confuso ancora di più le idee, impedendogli di prendere una decisione con coscienza e soprattutto con sentimento. Magari rischiando persino, in futuro, di essere infelice per colpa sua.

Tu e la tua storia interrotta bruscamente, io con la mia nemmeno cominciata, ma tutti e due con dei sentimenti non accantonati.
A questo punto verrebbe da pensare ad un improvviso bisogno di vicinanza e calore, ma non mi sento di liquidare la faccenda con tanta facilità...
Non posso parlare per entrambi ma, per quel che mi riguarda, il bacio di ieri non riesco a considerarlo un sostituto di quello che avrei voluto dare a qualcun'altra...


Sono d'accordo con te...
Tu non sei uno qualunque, io di questo sono piuttosto sicura... Anzi, completamente certa.
Hai ragione, abbiamo fatto bene a fermarci, non possiamo farci questo e mi scuso per essermi lasciata andare, sono... Proprio incorreggibile...


Normalmente non avrebbe chiesto scusa per essersi comportata da sé stessa, ma verso il Danma provava maggior riguardo, come se ci tenesse davvero a lui e non volesse in alcun modo perdere la sua stima o la sua amicizia... O anche semplicemente la sua compagnia. Non stava cercando di fare la vittima, sapeva di essere stata lei la prima a cominciare, per questo doveva addossarsi la responsabilità di quanto accaduto. Nessuno le garantiva che se non fosse stata lei, sarebbe stato il giovane uomo a iniziare tutto, ma Emanuelle era quasi sicura che a discapito di quel che pensasse Fujiko, Kisuke avesse molto più cervello e controllo di una Ignis del Fuoco come lei, sempre pronta ad esplodere in qualunque momento.

Il bacio con te è stato... Con te... Perché stiamo bene quando siamo insieme, sto bene quando mi sei vicino, sto bene quando penso di incontrarti.
Quando prendesti la storta durante la corsa ci stavi per definire "amici" e ti giuro, te lo giuro, stamattina mentre lavoravo non ho fatto che pensarci!


Cosa?
Perché?!


Non alla storta o alla definizione di amico ma quanto, proprio quando stavi per pronunciare la parola, ti sei fatta male!
Sì sì, lo so, è una tremenda c****ta, ora ti apparirò matto ma... Boh...
... Quando cominci ad entrare nel loop del "E se fosse successo tutto per un motivo?", finisci pure per costruire certe st*****te nella mente...
Poi lo sai, ho il Fulmine, quindi penso penso penso e quando inizio non mi fermo più!
Tsk... Porca t***a, mia sorella avrebbe una soddisfazione che non ti dico nell'affermare quanto avesse ragione a definire pericoloso il nostro rapporto, 'fanculo.


Come, scusa?
Mi sembra proprio che questi non siano ca**i suoi...
... E scusa la franchezza.


L'ultima affermazione pronunciata dal Danma ebbe il potere di far increspare, agitare ed accendere in un battito d'ali il Fuoco nello spirito della moretta. Quelle fiamme divamparono di rabbia e di voglia di rivincita nei confronti di una persona che già non le stava troppo simpatica e adesso addirittura le stava direttamente sul c***o. Incrociò le braccia al petto la canadese, provando a non fare stronzate, ma solo perché non voleva rendere la vita difficile a Kisuke e nemmeno a sé stessa. Eppure l'istinto era quello di andare fino in fondo con il giovane uomo, di rincoglionirlo con il proprio corpo, ma se lo avesse fatto non sarebbe stato perché desiderava conquistarlo, bensì perché voleva punire una persona che troppo le stava andando in puzza.
Tutti quei pensieri, quel bisogno di controllarsi, impedirono ad entrambi di rendersi conto dei cambiamenti che stavano avvenendo intorno a loro. Mentre Pauline si imbronciava come una bambina piccola che cercava disperatamente di non mettersi ad urlare, intorno a loro i segni di quel cambiamento si facevano sempre più evidenti, preannunciando una pericolo imminente. Forse l'elemento instabile era anche dovuto a quello, alle avvisaglie che il Mana stava dando verso di loro, ma quando infine il pericolo si palesò a loro, fu ormai troppo tardi per correre ai ripari.

Ema... Tu invece cosa pro-...

KISUKE!!!

Pauline spalancò gli occhi nell'osservare quella scena, una scena che si svolse ad una rapidità assurda, impedendole di comprendere che cosa fosse accaduto. Qualcosa aveva colpito il Danma al fianco, facendolo volare diversi metri lontano da lei, mentre due individui sconosciuti si palesarono subito dopo, ostacolando qualunque movimento della Lamarck semplicemente con la loro presenza.

Scusate ma dobbiamo intrometterci nella conversazione.

Percepisco la traccia di Mana Rosso, è lei, non ho dubbi.

Che c***o volete?!
E chi c***o siete?!


Pauline non si era mai ritrovata in una situazione di pericolo. Non sapeva in che modo dovesse reagire, ma il primo istinto fu quello di prendere la bacchetta che teneva sempre con sé in borsa e puntarla contro i nuovi arrivati. Non aveva compreso che cosa avesse colpito il Danma, ma non era niente di lontanamente simile a qualcosa di babbano. Quei due potevano essere dei Druidi, in tal caso sarebbero bastati un paio di Stupeficium per allontanarli e permetterle di prendere Kisuke, portandoselo via prima che fosse troppo tardi. Ma la canadese non aveva fatto i conti con la pericolosità di certe razze, come quella del popolo degli Eladrin. Non semplici figli di Gaia, ma semidivinità, stanche del continuo rifiuto di Davis di adempiere ai propri doveri.

Tu sei la femmina che sta rendendo così difficile la scelta di Messer Valefor.

Voi... Voi siete...

Per colpa tua è scomparso e si rifiuta di venire fuori.

Mia?!
Io ho fatto ciò che mi è stato chiesto!
Che c***o volete ancora?!
A questo punto non c'è più nulla che possa fare, ho adempiuto al mio dovere, adesso lasciatemi in pace p**** **o!


Mi chiedo cosa mai ci trovi di tanto interessante in una mortale come te.

Non siamo qui a discutere di gusti personali, il nostro obiettivo è un altro.

Chi... Chi siete... Voi... ?

Taci.
Ringrazia che non è nostra intenzione prenderci vite senza motivo.
L'unica che ci interessa è quella di questa ragazza, sarai risparmiato, non temere.


Che cos-AAAH!

KISUKE NO!!!!
Che significa che volete prendervi la MIA vita?!


Adesso iniziava a salire il panico. Un panico intenso, che la teneva bloccata, ma che non le avrebbe impedito di reagire. Il Fuoco era un elemento dinamico, che non si lasciava sottomettere da nessuno. Poteva sentire quel bruciore spingerla a reagire, a dire a sé stessa che doveva in qualche modo colpirli con i propri incantesimi, anche se non sapeva quanto questi potessero essere efficaci contro delle semidivinità. E se il suo reagire li avesse portati poi a far del male a Kisuke? Emanuelle non sapeva minimamente che cosa andasse fatto, provava solo un'immensa paura ed una rabbia cocente nel sentirsi incapace di reagire.

Noi siamo Eladrin e abbiamo atteso anche troppo che il tuo ex fidanzato si facesse vivo da sé.
Evidentemente allontanarti non è bastato a renderlo più incline a seguire il suo fato.
Probabilmente avremo qualche grana con la tua Gilda ma la nostra natura semi divina ci garantirà clemenza.


Voi... Voi siete pazzi!

Lo avevamo avvertito che se non si fosse mostrato avremmo preso dei provvedimenti.
La sua negligenza sarà pagata dalla tua sofferenza.


Ma... Ho fatto tutto quello che mi è stato chiesto!

... Non ci interessa che hai interrotto la tua relazione con lui, perché evidentemente per lui tale relazione vige ancora.
L'unico modo per sancirne l'effettivo termine è porre fine alla tua vita, qui e subito.


Ti possiamo assicurare che il tuo sacrificio non verrà dimenticato e ci preoccuperemo di pregare il Mana affinché benedica il tuo Spirito.
Adesso non fare storie e accetta con dignità la morte, non farlo sarebbe completamente inutile...


Credete davvero che... Coff coff... Ucciderla lo convincerà?
... I sentimenti non muoiono insieme alla persona amata... Coff... Idioti...


FALLO STARE ZITTO!

Altri Eladrin stavano tenendo il Danma sotto tiro, impedendo così alla moretta di potersi spostare verso di lui per soccorrerlo. L'odio che sentiva crescere dentro di lei si manifestava attraverso un elemento incredibilmente esagitato, che cresceva, bruciandole lo spirito così come lei avrebbe tanto voluto veder bruciare quegli esseri che tanto si ritenevano superiori da scegliere di sacrificare impunemente una vita pur di raggiungere uno scopo.

SIETE SOLTANTO DELLE TESTE DI C***O!
CREDETE DAVVERO CHE LA MIA MORTE CONVINCERÁ DAVIS AD AIUTARVI?!
E VOI DOVRESTE ESSERE LE SEMIDIVINITÁ?
CO*****I!
LASCIATEMI ANDARE E LASCIATE ANDARE KISUKE!
ORA!


Non sapeva spiegarsi il motivo, ma si sentiva potente, carica, come se dentro di lei si fosse reincarnata una leonessa pronta a ruggire. Sapeva che in tutto ciò c'entrava il Fuoco, sapeva che in qualche modo la stava aiutando a reagire, a non darsi per vinta, ma cosa poteva fare lei, una misera Ignis dei Fuochi, di fronte ad esseri così sovrannaturali e così potenti?

Affinché il nipote di Kaim rinsavisca, è necessario che esista anche un testimone della tua dipartita.
Insceneremo la tua morte per mano di una Creatura Magica Naturale stranamente ostile e furiosa.
Altereremo la mente di quell'individuo e la plasmeremo affinché ricordi questa precisa scena.
Le nostre magie di ipnosi e suggestione sono molto più potenti del normale, per cui nessuno potrà mai spezzarne il sortilegio.
Messer Davis verrà a sapere che la Natura ha agito da sé, aggredendo il motivo del suo rifiuto, e soffrirà sentendosi causa della tua morte.
A quel punto è praticamente certo che sceglierà autonomamente di collaborare.


È una filosofia antica ma sempre attuale.
Una vita consacrata in nome della salvezza di tante altre risparmiate.


E adesso finiamola con le perdite di tempo, preparati all'ineluttabilità degli eventi.

Quando vide l'Eladrin biondo estrarre la propria spada, l'istinto di Pauline la spinse a lanciare un Expelliarmus, sperando di riuscire a togliergli dalle mani la pericolosa arma che stava impugnando minaccioso contro di lei (Capacità Magica 9 + 7d20= 16).

Expelliarmus

Difficoltà: 1
Tipo: Incantesimo di Disarmo
Descrizione: Fa volare via la bacchetta del mago avversario
Genere: Difensivo
Danno: //


Ma sarebbe stato troppo facile, troppo semplice riuscire davvero a sconfiggere in questo modo gli avversari, combattendo con gli incantesimi che le erano stati insegnati a scuola. Talmente impegnati a guardare ciò che la moretta stava facendo, nessuno si rese conto di quello che stava accadendo invece al Danma. La sua voce, bassa, roca, intrisa di furia, si elevò abbastanza da essere udita dall'Eladrin che lo stava tenendo sotto tiro, mentre le sue parole venivano accompagnate da scariche improvvise ed intense di fulmini e saette. Tentò di colpirlo e il colpo venne bloccato, rispedito indietro. Ciò che avvenne riuscì ad attirare l'attenzione di tutti i presenti, mentre Pauline osservava, con gli occhi sbarrati e le lacrime, qualcosa cambiare in Kisuke, i capelli tentare di trasformarsi in biondo oro, come oro erano le scariche che adesso percorrevano tutto il suo corpo, in una sorta di armatura completamente naturale e fatta del suo stesso elemento.

Non provate...
Non provate a...
... TOCCARLAAAAAAAHH!


Immagine


Una luce dorata fortissima si sprigionò dal corpo dell'Ignis Fulmen, colpendo gli Eladrin e facendoli volare via, una sorte che non toccò a Pauline. La Lamarck cercò di proteggersi gli occhi, convinta che quella luce l'avrebbe abbagliata, ma quando li riaprì si rese conto di essere l'unica rimasta al proprio posto, mentre gli altri apparivano storditi, sorpresi da quello che era appena successo. Anche la stessa canadese non si capacitava di quello che stava accadendo: Kisuke sembrava stare bene, ma al tempo stesso appariva come un cavaliere dorato, eletto dal Fulmine stesso. Aveva forse raggiunto il grado di Sagitta? O magari lui lo era sempre stato! Non riusciva a pensare lucidamente, ma in qualche modo provava al tempo stesso ansia e pena, perché lo scontro sembrava proprio dover continuare.

Cosa state aspettando?!

Ha scelto lui la sua fine, uccidetelo!

Cercò di urlare la moretta, ma la voce sembrò mancarle mentre il Danma riusciva ad evitare facilmente qualunque attacco stessero sfruttando gli Eladrin contro di lui. Riusciva ancora a mantenersi in piedi, aveva ancora la bacchetta stretta in mano, ed allora perché non provava a fuggire? Non riusciva, non riusciva a pensare di poter lasciare indietro il Danma, anche se la paura era tantissima. Avrebbe voluto possedere la sua stessa forza, per non sentirsi inerme, per avere quell'aura invincibile che l'avrebbe spinta a difendersi e soprattutto a fargliela pagare a quei bas****i che stavano adesso minacciando entrambi. Eppure lei era debole, era solo una ragazza normale, gettata in quell'inferno nel quale non avrebbe mai voluto finire.

Noi siamo guerrieri Eladrin d'élite, decisamente più esperti e forti dei nostri gregari.

Se intendi proteggere questa mortale incorrerai in una tortura indicibile.

Non avevamo idea che i Gildati potessero attingere ad un potere come questo.

Evidentemente hai migliorato di molto la manovra per farti pervadere dall'Elemento, ma non basterà a salvarti.

Hai deciso la tua sentenza, per te non ci sarà alcun riguardo nella morte.

E il vostro fantastico piano?
... Come farete se il testimone morirà? Sentiamo.


Credi davvero che questo possa farci desistere dal portare a compimento i nostri intenti?
Vorrà dire che una volta eliminato te, la tramortiremo e porteremo via, la inseriremo in una gabbia con una bestia aizzata e lasceremo se ne occupi lei.


Le stavamo offrendo una fine meno dolorosa, purtroppo sarà opportuno mettere da parte la clemenza ed essere implacabili.

... Mi hai tolto le parole di bocca.

Morta fra le fauci di una bestia feroce. In quale assurdo guaio l'aveva cacciata Davis e che assurda coincidenza fortunata che Kisuke fosse in grado di fronteggiare quelle semidivinità. Già... Coincidenza? In quel momento Emanuelle riuscì a comprendere pienamente le parole della Veggente, il motivo di quell'incontro, il perché loro due si fossero trovati così tanto bene insieme, così affiatati. Se non avessero creato quel forte legame, Kisuke sarebbe riuscito trasformarsi? Forse ne era già in grado o forse stava trovando adesso la forza di farlo, ma lui era comunque il suo salvatore, il suo eroe, il guerriero che si stava battendo con coraggio per salvarle la vita. Le venne ancora di più da piangere, mentre le ginocchia rischiavano di cederle, ma cercò di mantenersi in piedi, anche se era forte il suo tremore, persino quando il Danma le rivolse la parola.

Emanuelle... Fatti più indietro possibile.

Era lui, era sempre lui, non era cambiato, stava soltanto dimostrando di possedere un potenziale incredibile. Se la ragazza di cui era innamorato l'avesse visto in quel momento, avrebbe cambiato idea su di lui? Non se lo chiese la Lamarck, che invece fece qualche passo indietro, cercando di allontanarsi, con il cuore in gola mentre i due Eladrin rimasti pronunciavano infine delle parole terribili.

Il nostro gregario non è solo fuggito, starà chiamando altri dei nostri, presto arriveranno e allora sarà finita per voi!

Ancora pochi minuti e non avrete scampo!

... Vorrà dire che vi sistemerò entro pochi minuti.

Ti prego... Fa che vinca!
Non abbandonarlo adesso... Aiutalo così potremo scappare via!
E poi, poi giuro che lascerò perdere per sempre Davis, che non penserò più a lui, mi rifarò una vita!
Non voglio morire... E non voglio che Kisuke muoia per colpa mia!
Trama... Se morisse... Se io morissi...
Che cosa ne sarebbe di mio fratello? E di Stella? E di mio padre?
Ti prego Conflux, non abbandonarci proprio adesso!
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Messaggioda Kisuke » 08/12/2021, 16:16

Non posso parlare per entrambi ma, per quel che mi riguarda, il bacio di ieri non riesco a considerarlo un sostituto di quello che avrei voluto dare a qualcun'altra...

Sono d'accordo con te...
Tu non sei uno qualunque, io di questo sono piuttosto sicura... Anzi, completamente certa.
Hai ragione, abbiamo fatto bene a fermarci, non possiamo farci questo e mi scuso per essermi lasciata andare, sono... Proprio incorreggibile...


C'era un po' tutti i presupposti, la situazione, l'atmosfera...
Insomma, possiamo davvero affermare con sicurezza di non aver voluto creare ogni cosa inconsciamente?
No Ema, la colpa non è solo tua, non può essere solo tua esclusivamente perché hai agito per prima, non c'entra un c***o.
Se non avessi fatto nulla magari il giorno dopo, o quello dopo ancora, avrei agito io di istinto, commettendo lo stesso... Uff, non saprei nemmeno se chiamarlo "errore".
Va beh, fatto sta che qui gli incorreggibili siamo tutti e due, ok?


Sarebbe stato semplicissimo addossarle ogni colpa, scaricarle addosso le responsabilità, lavarsi la coscienza e andare avanti.
Lei gli aveva fornito tutte le carte in regola per farlo eppure non se l'era affatto sentita di approfittarsene con tanto menefreghismo.
No, lui non era un bastardo, e a differenza di quanto potesse ancora pensare sua sorella, aveva ormai abbastanza maturità e senno.
Qualità che aveva sfruttato assieme al suo Elemento per mettere qualche puntino sulle "i" e fare maggiore chiarezza sugli accadimenti del giorno prima.
Ciò però non toglieva che si fosse lasciato trasportare e si fosse fatto investire dagli eventi proprio come aveva predetto la gemella.
Lei che fin da subito aveva visto storta quella strana relazione di amicizia, additandola come esclusivamente problematica.
Era la capacità analitica del Ghiaccio a spingerla in un tale cinismo obiettivo, tendenzialmente fastidioso, specie per degli Ignis come loro.
A differenza del fratello della Lamarck, che ormai cercava di far ragionare la parente con domande e spinte all'autoanalisi, Fujiko era molto più diretta.
Se poi questo atteggiamento derivasse ormai anche da una minima percentuale di gelosia non completamente fraterna, beh, non era dato saperlo con certezza.

Tsk... Porca t***a, mia sorella avrebbe una soddisfazione che non ti dico nell'affermare quanto avesse ragione a definire pericoloso il nostro rapporto, 'fanculo.

Come, scusa?
Mi sembra proprio che questi non siano ca**i suoi...
... E scusa la franchezza.


Hai idea di quante volte abbia ribadito questo concetto?
Ma tanto è più forte di lei, animata da preconcetti e sesto senso gelido, crede di poter stabilire quali compagnie siano più o meno giuste per il sottoscritto.
Un vizio che non si toglie nemmeno ora che abbiamo trent'anni.
Tendenzialmente lo fa per istinto di protezione, ecco perché spesso e volentieri evito discussioni inutili...
Nella sua ottica un Fuoco era l'ultima tipologia di persona con cui avrei dovuto avere a che fare, e di mezzo non faccio fatica a credere ci siano anche suoi traumi soggettivi.


Dopo le vicissitudini con Itsuki adesso Fujiko era molto meno tollerante nei confronti degli Ignis di quell'Elemento, additandoli come guai ambulanti a nient'altro.
Ma comunque non si stava parlando di lei e delle sue convinzioni quanto piuttosto gli attuali disagi in vigore tra lui ed Emanuelle.
Quel luogo doveva essere lo scenario di un discorso, di un confronto, di una ricerca risolutiva o, eventualmente, la caduta in un'altra serie di scelte dettate dagli impulsi.
Eppure, nessuna di queste opzioni si rivelò esatta poiché un gruppo ben agguerrito di ribelli Eladrin decise di porre fine ad un problema ben più grande dei due Gildati.
Kisuke venne scaraventato via e in un attimo i toni del pomeriggio divennero da romantici a drammatici, tingendo il rosa di un rosso sangue.
La Lamarck doveva morire e stranamente il suo anello da Gildata non sembrava riuscire a richiamare nessun aiuto dai dintorni, nemmeno quello del fratello nelle vicinanza.
Quello strano campo di energia semi divina creato dal gruppo di rivoltosi evidentemente annullava ogni effetto che si dipanasse all'esterno, idem per la smaterializzazione.
Con un guizzo di impeto focoso, Emanuelle cercò di colpirne uno, estraendo la bacchetta sua fedele alleata, tentando di disarmarlo.
Ma la traccia magica che partì dalla punta dell'arma in legno parve rimbalzare sul corpo dell'individuo, svanendo come disintegrata da esso.

La vostra magia non può scalfirci, Gildata mortale.
Solo chi possiede uno spirito divino o manipola la Trama primordiale è in grado di recarci danno con i suoi incantesimi.
E adesso smettila di sottrarti al tuo destino!


La ragazza sembrava ormai completamente spacciata, condannata ad una fine così tanto triste e voluta da menti contorte e fanatiche.
Quella spada con sopra diverse incisioni in una lingua sconosciuta si levò, pronta a colpire, pronta a ferire, pronta ad uccidere.
Ma il Danma, stranamente, cambiò le carte in tavola di un gioco che pareva perso in partenza.
A differenza di quanto spiegato da colui che gli aveva impresso il tatuaggio, l'innesco avvenne in maniera immediata senza alcun bisogno di concentrazione.
Le sette stelle si illuminarono contemporaneamente e i suoi capelli si tinsero d'oro mentre il suo corpo fu investito da possenti scariche elettriche azzurre.
Ogni presente venne colpito dall'ondata di energia che sprigionò, tutti tranne Emanuelle, che non subì invece alcun effetto negativo.
Nell'arco di brevi secondi, poi, la situazione fu ribaltata e tre dei cinque Eladrin giunti come esecutori vennero messi a tacere, svenuti al terreno.
I colpi inflitti da Kisuke erano pesanti, violenti, feroci, mentre la luce nel suo sguardo si mostrava ben diversa dal solito.
Nessuna gentilezza, nessuna bontà, non contro quelle figure che avevano osato minacciare la vita della Ignis con così tanto sprezzo e leggerezza.

Emanuelle... Fatti più indietro possibile.

Il nostro gregario non è solo fuggito, starà chiamando altri dei nostri, presto arriveranno e allora sarà finita per voi!

Ancora pochi minuti e non avrete scampo!

... Vorrà dire che vi sistemerò entro pochi minuti.

Tu... - Rivolgendosi ad Emanuelle - ... Sei ancora in tempo per fermarlo e rendergli salva la vita.

Chiedigli di desistere e consegnati spontaneamente, gli garantiremo salva la vita anche dopo ciò che ha fatto ai nostri compagni.

Altrimenti la sua vita penderà sulla tua coscienza, la sofferenza dei suoi cari...

... Il rimorso ti accompagnerà anche nell'Oltremondo!

CHIUDETE QUELLE FOGNE GRANDISSIMI PEZZI DI MERDAAAAAAAAHHHHHH!

Immagine

La rabbia di Kisuke esplose ancora una volta nel sentire le voci dei due Eladrin importunare la canadese con così tanta pesantezza.
Altre scosse elettriche percorsero il suo corpo invaso dalla potenza del tatuaggio mentre l'essenza del Drago Blu si impossessava di lui.
Fece uno scatto in avanti e l'Eladrin in possesso della spada venne sorpreso da una possente gomitata in piena fronte che lo fece volare indietro.
L'arma gli volò via dalla mano di alcuni metri, scivolando fin dentro il fiumiciattolo acquatico non troppo distante.
Da lì in poi, iniziò il vero scontro per la salvezza della ragazza.
L'Eladrin armato con il bastone si mise ad attaccare incessantemente il Danma, che in parte evitava i colpi ed in parte li bloccava.
Ma Kisuke di certo non si fermava alla semplice difesa, doveva cercare di chiudere i conti prima che giungessero i famosi rinforzi.
Provò un calcio rovesciato al volto che fu parato per un soffio, recando però anche un danno abbastanza consistente.
Intanto, l'altro avversario era tornato in piedi deciso a confrontarsi con l'orientale nella sua stessa lingua, ovvero corpo a corpo.
La bravura dell'Eladrin era elevata, possedeva tecniche di lotta antiche seppur non di matrice marziale del Sol Levante.
Emanuelle doveva assistere inerme a quella battaglia nella quale il Danma resisteva ai due avversari che intanto provavano a massacrarlo all'unisono.
Tuttavia sembrava proprio che il suo corpo avesse i muscoli fatti di granito, difatti anche le botte con il bastone per quanto incisive non riuscivano a farlo cadere.
Digrignava i denti, alle volte emetteva anche qualche verso di sofferenza, ma non indietreggiava, proseguendo a combattere come un indemoniato.
Con una proiezione mise momentaneamente knock out l'Eladrin biondo, concentrandosi sull'altro che entro qualche secondo riuscì a disarmare dal bastone.
Privato della sua principale fonte di offesa, il nemico si ritrovò spiazzato, evento che fornì l'opportunità a Kisuke per un destro massiccio e definitivo.
Il cazzotto che prese l'Eladrin in pieno viso fu talmente devastante da fargli perdere i sensi da un attimo all'altro.
Mentre tutto ciò accadeva però, il secondo avversario approfittò della situazione per aggirare l'ostacolo e tirare dritto all'obiettivo.
Richiamando la spada alla mano esattamente come un incantesimo "Accio", scattò veloce verso Emanuelle pronto a trafiggerla da parte a parte.

MALEDETTA SCROFA MI HAI VERAMENTE STANCATO!

La Lamarck avrebbe visto in un primo momento l'Eladrin quasi a rallentatore, con la punta della spada rivolta verso di lei.
In un secondo momento però, il corpo di Kisuke si frappose a tale visione, facendole realizzare cose avesse appena fatto.
Gli occhi del fratello di Fujiko si spalancarono e poco dopo quella stessa punta di metallo apparve oltre la maglietta.
Il tessuto si tinse di rosso in poco tempo e uno strano fumo provenne dalla lama come se fosse divenuta incandescente.
Le diverse lettere incise sopra si illuminarono e la voce dell'Eladrin spiegò il motivo di tale fenomeno.

Le nostre spade consacrate sono create per uccidere ad ogni colpo inferto, indipendentemente dal punto di penetrazione.
Mi spiace Gildato mortale, ma ormai non hai più scampo!


Kisuke posò gli occhi su Emanuelle, la fissò per un secondo che parve invece durare un secolo.
Deglutì piano, il respiro pesante, poi però, strinse entrambi i pugni mentre quel fumo iniziava a dissolversi.
Le incisioni sulla spada, dapprima vivide e perentorie, si spensero a poco a poco sotto lo sguardo attonito della semi divinità naturale.

Che succede?!
Non è possibile?!


Il migliore amico di Itsuki diede una leggera spinta indietro alla canadese così da guadagnare qualche metro di spostamento.
Ed ella potè vederlo fare un passo in avanti con l'espressione più dolorante che mai ma allo stesso tempo indomita e coraggiosa.
Quel passo servì affinché la lama, piantata all'altezza del pettorale sinistro, uscisse dal suo corpo.

Non... Io... Non ci credo no...
... Tu dovresti essere morto!


Quelle furono le ultime parole da sveglio dell'Eladrin.
Kisuke si volse di scatto, al nemico si dilatarono le pupille, poi un calcio a piede piatto gli scavò nell'addome.
Il biondo sputò un fiotto di sangue volando indietro a pancia in su, svenendo con ancora il viso immerso nel dubbio e nella confusione.
Emanuelle non ebbe nemmeno il tempo di chiedere al Danma se stesse bene poiché il giovane uomo si preoccupò subito di agire alla svelta.
Tornò da lei abbracciandola, provando a smaterializzarsi adesso che nessuno dei presenti era capace di mantenere ​l'incanto di blocco.
La scomparsa riuscì, fortunatamente, e con quelle sue ultime forze l'Ignis del Fulmine catapultò entrambi fino davanti alla propria abitazione.
Camminando a fatica si appoggiò alla porta estraendo la bacchetta dal fodero vincolato alla cinta dei pantaloni.
La magia di sblocco fece scattare la serratura e quasi trascinando la canadese si richiuse alla svelta dentro casa sua con lei.
Un altro colpo di bacchetta per inserire il sistema di allarme e protezione, pur non sapendo quanto potessero essere validi contro quelle creature soprannaturali.
In ogni caso era assai improbabile che potessero riuscire a risalire a quel posto, non essendo loro due mai andati lì prima d'ora.
A quel punto, Kisuke fu libero di finire in ginocchio, con le mani al terreno, mentre lentamente i suoi capelli tornavano del colore originale.
Scivolò infine su un fianco, a peso morto, con i primi lividi che iniziavano a testimoniare lo scontro avvenuto e la ferita della spada che sembrava cicatrizzata.

È... Tutto... Ok... Devo... Solamente... Riposare... Un... Poco... Gh...

Chiuse gli occhi, scivolando in un sonno profondo che si sarebbe protratto per almeno un paio d'ore abbondanti.
Emanuelle poteva agire come volesse, tanto la casa era a sua disposizione e le sarebbe bastato esplorarla un po' per trovare ogni camera.
Avrebbe potuto far adagiare Kisuke sul divano lì vicino, oppure sul letto della sua stanza, dopo di che attendere che si svegliasse altrimenti andare via.
Effettivamente il respiro più lento e calmo e l'espressione placida nel sonno davano l'impressione che il giovane uomo non fosse affatto in pericolo di vita.
Per altro, dentro un armadietto di primo soccorso nel bagno, ella avrebbe rimediato anche alcuni unguenti utili proprio contro ematomi ed ecchimosi.
Nulla le dava la garanzia che lì dentro fosse al sicuro, ma anche tornare nei dintorni di quel posto pericoloso quanto poteva essere consigliato?
Ora non le restava che decidere come procedere, anche perché all'atto pratico non aveva idea quanto Kisuke avrebbe proseguito a dormire.
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Messaggioda Emanuelle » 12/12/2021, 0:15

No Ema, la colpa non è solo tua, non può essere solo tua esclusivamente perché hai agito per prima, non c'entra un c***o.
Se non avessi fatto nulla magari il giorno dopo, o quello dopo ancora, avrei agito io di istinto, commettendo lo stesso... Uff, non saprei nemmeno se chiamarlo "errore".
Va beh, fatto sta che qui gli incorreggibili siamo tutti e due, ok?


La conversazione che si era svolta la sera prima, aveva avuto infine un esito strano. I due giovani, predestinati ad incontrarsi, stavano cercando di sbrigliare quella matassa intricata determinata dai loro sentimenti confusi, dalle loro voglie, dai loro desideri e dai loro stessi caratteri. Erano attratti l'uno dall'altro, questo era assodato, ma ciò che bisognava comprendere adesso era: volevano essere attratti? Emanuelle non sapeva proprio cosa pensare, riuscendo giusto a rendersi conto che per lei Kisuke rappresentava qualcuno di diverso dalla massa, qualcuno che andava trattato col giusto riguardo.
A posteriori, non avrebbe mai potuto accettare di stare con lui il tempo di una notte e basta. Sentiva un coinvolgimento particolare e il non riuscire a determinare se tutto questo dipendesse da lei o dalle sue convinzioni la faceva imbestialire. Non la aiutavano di certo, poi, le intrusioni della sorella del Danma, il cui pensiero e le cui opinioni potevano essere considerate tranquillamente come benzina da gettare su un Fuoco già acceso e potenzialmente pericoloso.

Hai idea di quante volte abbia ribadito questo concetto?
Ma tanto è più forte di lei, animata da preconcetti e sesto senso gelido, crede di poter stabilire quali compagnie siano più o meno giuste per il sottoscritto.
Un vizio che non si toglie nemmeno ora che abbiamo trent'anni.
Tendenzialmente lo fa per istinto di protezione, ecco perché spesso e volentieri evito discussioni inutili...
Nella sua ottica un Fuoco era l'ultima tipologia di persona con cui avrei dovuto avere a che fare, e di mezzo non faccio fatica a credere ci siano anche suoi traumi soggettivi.


Traumi o non traumi, Fujiko rimaneva una st****a che Pauline già mal sopportava prima e che adesso trovava decisamente indigesta. La sua amicizia con Kisuke le stava impedendo di combinare qualche cazzata, ma quello che successe dopo fece completamente dimenticare alla moretta tutto quello che l'aveva infastidita, tutto ciò che aveva rappresentato un problema a dir poco insormontabile. Degli Eladrin, appartenenti ad una fazione bellicosa e radicale (ma questo Pauline non poteva saperlo) avevano deciso di intervenire sui continui rifiuti di Davis, eliminando per sempre il motivo di tale rifiuto alla sua fonte.
Il loro intento, uccidere la Lamarck, venne però ostacolato dallo stesso Kisuke, il cui aspetto esteriore mutò, il cui atteggiamento mutò, la cui forza divenne l'ancora di salvezza della ragazza. La moretta lo fissava a tratti rapita ed a tratti impaurita, mentre il Danma le intimava di stare lontana da quello che sarebbe diventato il campo di battaglia. Sarebbe davvero riuscito a sconfiggerli là dove la propria magia aveva invece fallito? La canadese non poteva fare altro che stare a guardare, ma tutto questo le stava provocando un moto di rabbia interiore, non verso Kisuke, bensì verso la propria impotenza all'interno di quella situazione.

Io non dovrei... Io non dovrei permettergli di battersi per me...

Chiedigli di desistere e consegnati spontaneamente, gli garantiremo salva la vita anche dopo ciò che ha fatto ai nostri compagni.

Dovrei seguire ciò che dicono questi pazzi...

Altrimenti la sua vita penderà sulla tua coscienza, la sofferenza dei suoi cari...

Andare con loro... Ma qualcosa... Qualcosa mi blocca...
Trama... Sono così egoista?!
Non voglio morire... E perché allora credo così tanto che Kisuke ce la farà?
Trama... Trama... Non voglio che si faccia del male, non voglio che gli succeda nulla...


... Il rimorso ti accompagnerà anche nell'Oltremondo!

CHIUDETE QUELLE FOGNE GRANDISSIMI PEZZI DI MERDAAAAAAAAHHHHHH!

L'urlo del Danma riscosse Pauline dai suoi pensieri, quei pensieri che la mettevano in agitazione nei confronti della vita del giovane uomo. Il suo Fuoco, non così forte, non così potente, aveva arso quei pochi minuti iniziali, facendola reagire, ma non poteva durare a lungo contro una minaccia tanto grande e schiacciante. Il cuore della moretta batteva all'impazzata, mentre con gli occhi cercava di seguire ogni movimento di Kisuke, non riuscendo però a distinguere bene le sue mosse.
Sembrava davvero velocissimo, riusciva a schivare i colpi, ricambiandoli al punto da riuscire persino a disarmare uno dei due Eladrin. La spada volò lontano, dentro il fiumiciattolo che stava poco distante dalla battaglia, ma anche da Emanuelle. Quella spada, abbandonata lì, sembrava essere la sua opportunità per non rimanersene con le mani in mano, per non sentirsi completamente inutile. Con la bacchetta, tentò un Accio di fortuna, che però non riuscì a richiamare la spada a sé in nessun modo. Il motivo le era già stato spiegato dall'Eladrin biondo, messo momentaneamente knock out dal Danma, ma la canadese non stette troppo tempo a tentare un incantesimo che, si rese conto, non avrebbe avuto alcun effetto.

Fa****o!
Ci andrò direttamente!


Corse verso il piccolo corso d'acqua, attraversandolo per riuscire a raggiungere la spada, mentre Kisuke teneva impegnato l'altro Eladrin in una veloce battaglia. Era esaltata all'idea di non essere solo un peso, di poter fare qualcosa per aiutare il Danma in caso di pericolo, ma le sue speranze vennero infrante quando la moretta impugnò l'elsa dell'arma, che nelle sue mani divenne pesantissima, quasi impossibile per lei da tenere sollevata.

M***a! M***a! M***A!
Perché è così pesante?!


Non sapeva il motivo, sapeva solo che la propria lotta contro quella spada era del tutto inutile, perché per niente al mondo sarebbe riuscita ad utilizzarla contro i propri stessi nemici. In verità, forse non sarebbe mai riuscita ad usarla, nemmeno se fosse riuscita a tenerla sollevata con una mano sola. Ma poteva almeno togliere al nemico un'arma molto pericolosa, trascinandola con fatica via con sé e tenendola saldamente con entrambe le mani. Per poterla prendere, avrebbero dovuto prima strappargliela via dalle mani, un'eventualità che la Lamarck non riteneva affatto possibile.

KISUKE!
BUTTALO GIÙ!


Sembrava che la battaglia stesse volgendo in favore del Danma, ma nessuno dei due si era reso conto che l'altro Eladrin si era ormai ripreso ed era ben deciso a portare a termine il compito per cui erano giunti sino a lì. Emanuelle non poté fare altro che guardare impotente la spada scivolarle via dalle mani, attratta da una forza più grande di lei, e raggiungere la mano della creatura che ora si stava volgendo veloce verso di lei.

MALEDETTA SCROFA MI HAI VERAMENTE STANCATO!

L'urlo che le uscì fuori dalle labbra non poteva appartenere a lei. Era un urlo di terrore, mai sentito prima, e poi era indipendente dalla sua volontà, perché lei non voleva urlare, non voleva morire nella paura. Eppure la bocca si mosse senza il suo consenso, la voce si fece sentire e la vista, accecata dal bagliore della spada, si oscurò di colpo, come se in quel momento il sole fosse stato avvolto da un'eclissi improvvisa. Ma no, non si trattava di un'eclissi, l'eclissi non aveva le braccia, l'eclissi non aveva un corpo e del sangue che sbucava fuori da uno squarcio, provocato da quella temibile spada.
Quando Emanuelle alzò gli occhi tremante verso l'alto, realizzò ciò che Kisuke avesse appena fatto per lei e fu in quel momento che la gola fece ancora più male, quando l'urlo le uscì fuori potente, persino più terrorizzato di prima.

KISUKEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!

Le nostre spade consacrate sono create per uccidere ad ogni colpo inferto, indipendentemente dal punto di penetrazione.
Mi spiace Gildato mortale, ma ormai non hai più scampo!


Una spiegazione asettica, quasi in contrasto con la vivida emozione che Pauline stava vivendo in quel momento. Gli occhi del Danma incrociarono quelli attoniti della Lamarck, che con le labbra cercava di sillabare delle parole, delle preghiere, chiedendogli di dirle che non era vero, non si era appena fatto uccidere per lei. Aveva gli occhi offuscati dalle lacrime, ma riuscì comunque a notare il modo in cui il Danma la fissava, con quei capelli ancora biondi e quella voglia di lottare che non si stava spegnendo, ma proseguiva a rimanere fissa e vivida nel suo sguardo.
Poi il giovane uomo digrignò i denti e le rune illuminate sulla spada si spensero una ad una, mentre lui pareva proseguire a lottare, non accasciarsi, ma rimanere in piedi!

Che succede?!
Non è possibile?!


Kisuke la spinse via, la spinse via per guadagnare terreno e così fare un passo in avanti, in maniera che la lama uscisse fuori dal suo corpo. Stava compiendo uno sforzo enorme, glielo si leggeva in viso, eppure era vivo, era ancora vivo e servirono proprio le parole sgomente dei loro nemici a confermare quanto Pauline osava solo sperare.

Non... Io... Non ci credo no...
... Tu dovresti essere morto!


Ma non lo era... Kisuke non era morto! E Pauline poté solo rimanere a guardare a metà fra sgomento e felicità quello che accadde in breve subito dopo. Il Danma, lungi dall'essere stato sconfitto, si adoperò affinché i due avversari fossero messi al tappeto e privi di sensi. Il primo ad essere steso fu proprio il biondo Eladrin, il secondo quello mulatto. Non appena però i due avversari furono ormai sconfitti, il giovane uomo non perse altro tempo prezioso. Abbracciò la Lamarck e in un lampo i due si smaterializzarono, materializzandosi in un luogo sconosciuto, in un posto sconosciuto, che la moretta non aveva mai visto. Sulla cassetta delle lettere, però, spiccava il nome "Kisuke Danma", cosa che fece riflettere la giovane e realizzare che si trovassero proprio nella casa privata dell'Ignis Fulmen.

Kisuke! Kisuke!

È... Tutto... Ok... Devo... Solamente... Riposare... Un... Poco... Gh...

L'Assistente Demone era scivolato sul fianco, i capelli tornati neri, i lividi sul suo corpo che finalmente venivano fuori, il colpo inferto dalla spada stranamente cicatrizzata.

Non morirà dissanguato, non morirà dissanguato...

Ripeteva dentro di sé, mentre con la bacchetta lo sollevava e trasportava in casa, perché da sola con le proprie forze non ce l'avrebbe fatta. Aveva le mani che le tremavano ancora per lo shock subito, ma per il momento la moretta non stava crollando, non ancora. Non appena comprese dove si trovasse la camera da letto, fu lì che fece adagiare il corpo svenuto del giovane uomo, togliendogli le scarpe, i vestiti sporchi e insanguinati, lasciandolo quasi totalmente nudo. Solo le mutande indosso, ma nemmeno fece caso alla bellezza di quel corpo gonfio e muscoloso, preoccupandosi invece di quelle terribili contusioni, che sembravano presagire qualcosa di peggio. E se stesse avendo un'emorragia interna senza che lei lo sapesse? Non poteva portarlo in ospedale, avrebbero fatto delle domande alle quali Emanuelle non era in grado di rispondere. Con, finalmente, le lacrime agli occhi, Pauline cercò di vagliare ogni possibilità, ritrovandosi per la prima volta a non sapere in che modo gestire una situazione. Il pensiero andò subito al fratello, avrebbe voluto chiamarlo, farlo venire lì, perché lui avrebbe saputo che cosa fare, lui col suo Ghiaccio e la sua Acqua, in grado di essere sempre fermi anche nelle situazioni più difficili.
Il problema però non era Gérôme, bensì lei che non sapeva in che modo far venire lì il fratello. Avrebbe dovuto smaterializzarsi e portarlo con sé, ma il tremore alle mani le impediva di avventurarsi in una Smaterializzazione troppo pericolosa. Cercando di scuotersi, cercando di ricacciare in dentro le lacrime, la canadese si diresse in bagno, decisa a fare qualcosa, a prendere lei in pugno la situazione. Voleva un asciugamano e dell'acqua calda per pulire il corpo del giovane uomo e ripulire qualunque ferita. E fu in quel momento che la canadese ebbe il guizzo di cercare proprio in bagno uno sportello dedicato ai farmaci, dove trovò delle pomate fatte appositamente per curare lividi e contusioni.

Questa andrà bene...

Passarono circa due ore, due ore che sembrarono lunghissime, nonostante la moretta si stesse mantenendo impegnata. Aveva ripulito con acqua tiepida il corpo di Kisuke, poi aveva cosparso quella pomata nelle zone dove i lividi erano più evidenti. Aveva provato ad utilizzare qualche incantesimo di Guarigione, ma lei conosceva solo quelli minori, nessuno abbastanza efficace da guarire completamente ogni possibile ferita. Infine, gli aveva rimboccato le coperte, ma non si era allontanata da lì, sedendosi per terra, osservandolo, chiedendosi che cosa andasse fatto, se non lo stesse condannando a morire a causa della sua indecisione.

Dovrei inventare una balla per portarlo in ospedale, ma che cosa mi direbbero, come faccio a portarci fin lì?
Potrei affidarmi agli ospedali babbani, ma non conosco nessuno, non so se ce ne sia qualcuno qui e io, io non parlo italiano!
M***a Kisuke! Proprio qui dovevi portarci?
Mio fratello... Cosa potrebbe fare mio fratello?
Nulla, non è un medico e forse cercherebbe di convincermi a portarlo lui in ospedale, sì...
Accidenti... Non so cosa fare...


Aveva controllato la ferita inflittagli dalla spada, assicurandosi che fosse davvero completamente rimarginata. Era assurdo credere che il giovane uomo fosse riuscito ad eludere la maledizione di quella spada, eppure era così e questa fu la speranza alla quale Pauline si aggrappò per dire a sé stessa che un ragazzo tanto speciale come lui non sarebbe morto, non sarebbe morto per delle semplici ferite interne.
Stette a vegliarlo in silenzio, odiando quell'attesa. Si muoveva, cercando di sentire il suo respiro, il battito regolare del suo cuore. Sembrava solo addormentato, solamente questo, e forse era davvero così. La Lamarck aveva la testa talmente tanto piena di pensieri, di emozioni che non riusciva semplicemente a rimanere ferma in un angolo. Alla fine scelse di rendersi utile, cucinare qualcosa per quando si sarebbe svegliato, perché lui doveva svegliarsi, non poteva abbandonarla così. E mentre si dava da fare, rovistando nella dispensa del Danma, le lacrime iniziarono a scendere, con un singhiozzo persistente che la ragazza non riusciva e non voleva controllare.

Ti prego... Fa che si svegli...

Un'ultima preghiera, prima di immergersi nella preparazione di qualunque cosa, tutto ciò che casa Danma poteva offrire. Poi, quando ebbe concluso di cucinare e di sistemare, Emanuelle ritornò in camera da letto, poggiando il piatto appena preparato sul comodino, proprio sotto al naso del giovane uomo. Sperando che il piacevole odore lo svegliasse e riportasse alla coscienza.

Immagine


Alla fine, parve che le preghiere della moretta vennero nuovamente esaudite, perché poco dopo il Danma riuscì ad aprire gli occhi, richiamando la sua attenzione e spingendola a sedersi accanto a lui, sopra quel letto immacolato.

Sei sveglio... Trama, sei sveglio!

Il primo impulso fu quello di abbracciarlo, di stringerlo con forza, mentre le lacrime fluivano con una nuova e rinnovata spinta, quella del sollievo dato dal vederlo ancora vivo, ancora capace di parlarle, di sorriderle, di esserle accanto.

Mi dispiace, Kisuke, mi dispiace!
Mi dispiace per quello che è successo!
Hai... Tu hai rischiato la tua vita per salvare la mia!
Sei folle, sei un pazzo, io dovrei essere arrabbiata con te e mandarti a f*****o, ma c***o non ci riesco, non ci riesco...
Vorrei solo essere certa che stai bene, che tu non sia ferito anche internamente...
Quella spada... Quella spada avrebbe dovuto ucciderti e invece sei ancora vivo!
Perché Kisuke?
Che cosa diavolo è successo veramente?


Risposte il Danma non ne aveva, probabilmente, ma di sicuro poteva aver bisogno di mangiare, vista l'eccessiva quantità di energia che era andata sprecata durante quello scontro.

Prendi, li ho preparati da poco.
French Toast alla Emanuelle.
Di solito uso anche altri ingredienti, ma almeno sono cotti nel burro e... Mangia, ne hai bisogno.
C***o... Forse dovresti andare subito in ospedale, dobbiamo stare tranquilli che tu stia bene... Anche se quella ferita... No anzi, quella cicatrice...
Sarà difficile da spiegare...
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Messaggioda Kisuke » 14/12/2021, 14:54

CONGREGA SANATRICE PERPETUA
ALCUNI MESI PRIMA


Sakugawa-sama.

Dimmi pure Yi Feng.

Nel processo di applicazione del tatuaggio al ragazzo... È possibile che abbiate commesso una dimenticanza?

Entra pure nello specifico, avanti.

Il cerchio di demarcazione, il limite che protegge il possessore dall'influenza stessa del tatuaggio, voi non lo avete impresso.

No, Yi Feng, non è stata una dimenticanza, ho solo ritenuto non necessario eseguirlo.

Ma... Non pensate possa essere esposto a dei rischi? L'essenza del Drago potrebbe alterare la sua mente e avere conseguenze...

Sta' calma, non accadrà nulla di tutto ciò... Ti sei resa conto dell'energia che ha saputo restituirci durante la prova?

Sì... Sì è stata decisamente ben oltre la media di tutte le prove trascorse... Cosa c'entra questo però?

Qualcosa dentro Danma-san lo difende e lo fortifica allo stesso tempo, offrendogli un potenziale che forse nemmeno lui conosce appieno.

E come mai non glielo avete fatto presente?

Perché non era mio compito, solo quando se ne renderà conto da sé allora sarà in grado di comprendere davvero se stesso.

Ora quindi il tatuaggio, senza il cerchio di demarcazione, rischia di attivarsi non solo tramite concentrazione.

Le prime volte quasi sicuramente accadrà a seguito di forti stimoli emotivi, e ne sperimenterà l'incredibile potere.
Dopo di che apprenderà come snellire il processo di attivazione indotta e volontaria, ma a me serve che intanto il tatuaggio lo supporti in caso di estremo pericolo.
A quel giovane ho affidato alcune mie tecniche, consigli, insegnamenti, desidero possa tramandarli... E facendo ciò, l'ho anche esposto ad un rischio enorme.
... Fornirgli la capacità di affrontare quei rischi era il minimo che potessi fare per sdebitarmi segretamente con lui.


Non temete possa vendere la vostra eredità al miglior offerente?

Si teme sempre la negatività dell'essere umano, Yi Feng, ma è altrettanto importante credere nella sua positività.
Quando ci ho parlato, nei suoi occhi non ho scorto tracce di buio, per di più i motivi che lo avevano spinto fin qui erano ben lontani dall'egoismo.
Anzi, ti pregherei di disporre una piccola attività di controllo all'esterno, in modo tale che, qualora si parlasse di lui, potremo saperlo.


Come desiderate, Sakugawa-sama.


... Dove mi trovo?

Era svenuto da appena cinque minuti, dentro casa sua, dopo aver portato in salvo Emanuelle.
Ma il luogo dove adesso stava camminando non era la sua abitazione e per di più la canadese non si trovava nemmeno nei paraggi.
Solo, intenta a camminare lungo un corridoio, il corridoio di una struttura tipicamente nipponica, con porte scorrevoli e pavimento di legno levigato.
Nessuna di quelle stanze però si apriva, pur provandoci, ogni camera appariva sigillata ed impossibile da esplorare.
Dietro di sé il corridoio sembrava essere infinito, un luogo che doveva trasmettergli ansia, angoscia, eppure non era questo che stava provando.
Insospettabilmente calmo, non sereno, ma comunque tranquillo, faceva passi su passi, con la mente occupata e vuota allo stesso tempo.
Non era chiaramente in un posto reale, se ne rendeva conto, ma non lo spaventava, per quanto per un attimo credette semplicemente di essere morto.

Una specie di limbo?
Per questo non ho paura?


Non portava alcun vestito, altro dettaglio non trascurabile, che rafforzava l'idea di non essere più fra i vivi.
Allora quella spada infine aveva dato la sua sentenza, era solo riuscito a ritardarne l'effetto abbastanza da sferrare il colpo di grazia verso l'Eladrin.
Per lo meno però aveva salvato la Lamarck da una fine certa, di questo poteva essere contento, gli dispiaceva soltanto di averla lasciata con un cadavere.

Fujiko soffrirà più che mai...
... Speriamo che Nausicàa o Itsuki le stiano abbastanza vicino.


Strano che non se ne stesse dannando chissà quanto, ma forse era il normale atteggiamento esibito dalle anime in viaggio verso l'Oltremondo.
Fermò per alcuni attimi il suo incedere, guardando verso il basso, con occhi spenti e una grande, enorme confusione.
Una voce alle volte lo raggiungeva come un lontanissimo eco appena percettibile, una voce che poteva giurare di conoscere già.

Dovrei inventare una balla per portarlo in ospedale, ma che cosa mi direbbero, come faccio a portarci fin lì?


Tanto ti direbbero che non c'è più nulla da fare, perché scomodarti tanto?

Potrei affidarmi agli ospedali babbani, ma non conosco nessuno, non so se ce ne sia qualcuno qui e io, io non parlo italiano!
M***a Kisuke! Proprio qui dovevi portarci?


Scusami, è stato il primo luogo sicuro che m'è venuto in mente...
E a dire il vero non so nemmeno se lì sarai sul serio protetta o meno...


Mio fratello... Cosa potrebbe fare mio fratello?
Nulla, non è un medico e forse cercherebbe di convincermi a portarlo lui in ospedale, sì...


È un'idea valida, al massimo accerterebbero la mia morte ma tu rimarresti nascosta, potresti anche fare così.

Accidenti... Non so cosa fare...


Vorrei tanto poterti aiutare...

Ti prego... Fa che si svegli...


Non pensare a me, pensa a salvarti, per me ormai è finita, non rendere inutile il mio sacrificio.

Poi quella voce scomparve, non udì più nulla, ritornando solitario nel suo misterioso posto di riposo ed espiazione.
Una qualche strana energia o sensazione lo spinsero ad avanzare di nuovo, con tutto che temeva di vagare in quel corridoio per l'eternità.
Ma in realtà quel corridoio, almeno di fronte a lui, aveva una fine, una fine stabilita da un muro con sopra una maschera.
Kisuke rimase bloccato a fissarla, assottigliando lo sguardo, non comprendendo il senso di quella presenza ornamentale proprio lì.

Immagine

È... Un... Demone...

Come se potesse ancora possedere un cuore in petto, esso gli fece un salto fino in gola, improvviso e destabilizzante.
Quell'evento lo spinse a posarsi un attimo alla parete su cui si trovava la maschera, scoprendo un segreto impensabile.
La parete si muoveva, era possibile spingerla e finire dietro di essa.
Dunque quella non era la fine del corridoio, bensì un punto di interruzione che proseguiva con un percorso nuovo.
Temeva di potersi ritrovare semplicemente in uno scenario analogo al precedente ma tanto valeva rischiare.
Lanciò un'ultima occhiata verso la maschera, dopo di che spinse del tutto la parete, attraversandola del tutto.

... Non si vede quasi niente...

Una lieve illuminazione senza apparente provenienza gli permise di osservare sotto i suoi piedi un suolo ben diverso dal precedente.
Sembrava fatto di cristallo, un cristallo blu scuro che rifletteva poco e niente, perché per il resto attorno al Danma regnava l'assoluto buio.
Uno spazio nero e vuoto infinito, persino più deprimente e spaventoso dell'area di prima, ma di nuovo per lui non furono previste sensazioni spiacevoli.
Forse un leggerissimo stato di tensione, come se da un momento all'altro potesse accadere qualcosa di imprevisto, che prima non aveva.
Automatico fu provare a posare una mano sul petto, al centro, constatando per assurdo che sì, qualcosa batteva, qualcosa era vivo.
Perché mai un morto doveva sentire il cuore pompare sangue? Reminiscenze della vita? Oppure non era davvero morto?
D'un tratto, qualcosa lo scosse internamente ancora una volta, ma il cuore non c'entrava più nulla, no, quello era sicuramente il suo Spirito.
Un Sesto (o Settimo) senso gli disse che qualcosa si trovava lì oltre a lui, qualcosa di vicino, qualcosa di incredibilmente vicino.
Senza neanche pensare, Kisuke si volse di scatto e i suoi occhi si spalancarono, le pupille si dilatarono e il primo impulso fu autentico panico e sgomento.

!!!

Immagine

Quasi in concomitanza, i suoi occhi si aprirono per davvero e Kisuke si alzò di colpo dalla sua posizione sdraiata.
Era nel suo letto, in casa sua, il cuore batteva all'impazzata, lo Spirito in subbuglio, la mente incapace di interpretare quanto accaduto.
Un sogno? Quello era stato solamente un sogno? Un sogno inquietante e fuori dagli schemi?
Ma sì, per forza, non poteva esserci altra spiegazione, e poi adesso la sua attenzione era stata catturata da ben altro di meglio.
Un odore piacevole, l'odore del cibo, qualcosa che attivava il processo di appetito.
E poi un altro odore, l'odore di una persona e non solo quello, ma tutta la sua intera figura, dapprima appena sfocata poi via via più nitida.
Subì quell'abbraccio con iniziale passività, lasciandosi stringere da Emanuelle felice come non mai di rivederlo capace di intendere e volere.
Vita, era vita quella che gli scorreva dentro, era realtà quella che lo circondava.
Quando tutto divenne più chiaro e comprensibile, il Danma ricambiò quella stretta con un braccio, stringendo un po' i denti per del dolore percepito.

Mi dispiace, Kisuke, mi dispiace!
Mi dispiace per quello che è successo!
Hai... Tu hai rischiato la tua vita per salvare la mia!
Sei folle, sei un pazzo, io dovrei essere arrabbiata con te e mandarti a f*****o, ma c***o non ci riesco, non ci riesco...


Eheheh...

Vorrei solo essere certa che stai bene, che tu non sia ferito anche internamente...

Non lo so... Io mi sento solo tanto indolenzito...

Quella spada... Quella spada avrebbe dovuto ucciderti e invece sei ancora vivo!

Già...

Perché Kisuke?
Che cosa diavolo è successo veramente?


... Bella domanda...

Strinse un momento le palpebre, la visione momentanea di quella creatura umanoide che gli sovvenne di nuovo per la frazione di un secondo.
Passandosi le mani sul corpo si rese presto conto di avere diversi ematomi sparsi qua e là, ma per la sua esperienza non era niente di troppo grave.
Gliene aveva procurati molti di più Anko, così come anche Setsuka, al confronto quegli Eladrin ci erano andati giù leggeri.

Prendi, li ho preparati da poco.
French Toast alla Emanuelle.
Di solito uso anche altri ingredienti, ma almeno sono cotti nel burro e... Mangia, ne hai bisogno.


Credo proprio che seguirò il consiglio, mi sento parecchio fiacco, come se avessi speso tutte le mie energie in blocco.

C***o... Forse dovresti andare subito in ospedale, dobbiamo stare tranquilli che tu stia bene... Anche se quella ferita... No anzi, quella cicatrice...
Sarà difficile da spiegare...


Cicatrice? Quale... Cicatrice...

Si sfiorò il punto in cui aveva trapassato la spada.
Non c'era un buco, nessuna ferita vivida e sanguinante, bensì già una cicatrizzazione avanzata in atto.
Chiese ad Emanuelle se avesse per caso utilizzato qualche magia di guarigione per raggiungere lo scopo ma la risposta fu negativa.
Possibile che un processo di ripristino dei tessuti corporei si fosse attuato con una sveltezza tanto elevata?
Senza considerare che, in effetti, essere stato trafitto da una spada doveva pur portare qualche conseguenza più consistente.
Eppure lui si sentiva bene, provò perfino a mettersi in piedi non notando difficoltà motorie.
Al massimo, rendendosi conto di essere stato lasciato in mutande dalla canadese, corse ai ripari mettendosi dei pantaloni da tuta.

Più tardi ti accompagnerò da tuo fratello e mi assicurerò che tu stia con lui.
Dopo di che farò un salto presso un ospedale italiano di mia conoscenza e chiederò una piccola visita completa di lastre ed ecografia.
Essendo io il paziente non potranno pretendere chissà quante domande ma, mi raccomando, per ora non raccontare questa storia.
Cioè, dell'aggressione devi raccontarlo per forza, è una cosa inaudita e gli Ignis devono saperlo, ma per favore sorvola sul mio discorso.
Non ho bisogno di mia sorella intenta a farmi una delle sue ramanzine classiche, anzi, forse questa sarebbe probabilmente la peggiore in assolu-...


TOC TOC TOC TOC

Si irrigidì di colpo quando sentì quel suono provenire dalla porta.
Aveva appena finito di mangiare il primo toast e già gli stette per risalire tutto a causa del nervosismo.

No... Un attimo... Di sicuro non avrebbero mai bussato...
... Deve essere una visita inattesa, tutto qui, tu però vieni con me e stammi attaccata, ok?


Camminò fino all'ingresso di casa con Emanuelle al suo fianco.
Dopo alcuni attimi di esitazione, alla fine si decise ad aprire piano la porta, trovandosi di fronte una figura del tutto sconosciuta.
Ma, a differenza sua, la Lamarck invece sapeva benissimo chi fosse quell'individuo.

... Sì?

Immagine

Non appena Emanuelle avesse avvertito subito Kisuke dell'identità di Kaim, il Danma avrebbe provato subito ad agire di istinto.
Un cazzotto diretto al viso dell'Eladrin che però venne intercettato con una facilità estrema, quasi elementare.
Era vero che il giapponese non fosse minimamente in forma, ma anche la velocità e la preparazione del nonno di Davis non era da sottovalutare.
Anzi, quasi subito l'Ignis del Fulmine si rese conto che la fluidità dei movimenti esibita da lui era ben superiore a quella dei due sicari maggiori inviati ad uccidere la moretta.
Non c'era dunque scampo? Fuggire lì era stato del tutto ininfluente? Kaim diede una spinta con il braccio tenendo stretto il pugno di Kisuke, scaraventandolo indietro.
Il giovane uomo cadde di schiena a terra, quel tanto che bastò affinché l'altro potesse entrare dentro casa, con tutto che ogni protezione fosse attiva.
Tali manovre di sicurezza magiche ordinarie evidentemente non avevano alcun effetto come non l'aveva la Trama dei mortali sugli Eladrin.
Kisuke si rialzò a fatica, continuando a frapporsi fra l'individuo e la sua presunta preda, incitandola a scappare via e andarsene.
Ma la voce del Valefor, placida e risoluta, ebbe il potere di interrompere di netto quello status di allarme e terrore.

Non sono qui per prendere la vita di questa giovane.
Se avessi voluto, lo avrei fatto tempo fa, quando ci incontrammo la prima volta.
Bensì vengo per il motivo opposto, ovvero offrirle protezione e sicurezza.
E sì, anche evitare una sanguinosa guerra, lo ammetto.
Potreste offrirmi momentanea ospitalità affinché possa dialogare con voi?


Kisuke di istinto guardò un attimo la canadese, quasi aspettando che fosse lei a garantire di sentirsi tranquilla all'idea di accordare il tempo richiesto dall'Eladrin.
Nel caso in cui la ragazza avesse acconsentito per prima, l'Ignis avrebbe fatto strada a Kaim fino alla zona cucina, dove gli chiese se desiderasse qualcosa da bere.
Il nonno di Davis rifiutò, pur ringraziando il pensiero, mettendosi solamente seduto al tavolo, vestito con abiti in linea alla sua cultura razziale, tipicamente medievali.
Una spada di preziosa fattura era ancorata alla sua cintola, non molto distante come rimando a quella impugnata dall'Eladrin biondo.
Il Danma diede priorità alla Lamarck su dove volesse sistemarsi, se di fronte all'uomo oppure sul lato, dopo di che si regolò di conseguenza.

... Quanto accaduto è assolutamente imperdonabile.
Ma quella fazione di rivoltosi non rappresenta la maggioranza del nostro popolo, anzi, trattasi di un gruppo isolato e ristretto.
Uno di loro era tornato nel nostro territorio per richiamare degli alleati, facendosi però sentire da un mio stimato conoscente.
Egli lo ha riferito a me e al consiglio supremo, così sono stato inviato immediatamente a seguire le tracce dei rivoltosi.
Giunto sul luogo, gli altri ribelli erano stati messi a tacere ed immagino, a questo punto, che sia stato tu ad occupartene.
Il mio conoscente ha portato via tutti ed io ho invece seguito la traccia magica della smaterializzazione fino ad arrivare qui.
Ti faccio i miei complimenti, Gildato, non è da tutti riuscire a...


Me ne fotto dei complimenti!
Hanno cercato di ucciderla... E non si sarebbero fatti scrupoli ad uccidere anche me.


... In questo preciso istante, il consiglio supremo li sta interrogando e punendo per il loro crimine.
Verranno privati della loro identità semi divina e condannati alla reincarnazione in creature magiche minori.
Dopo di che inizierà una manovra di ricognizione per scovare ogni altro membro appartenente alla fazione ribelle.
È nostra priorità evitare che si possa scatenare un conflitto di portata gigantesca tra noi e le Gilde.


Perché mai dovrebbe fregarvene qualcosa?
Non siete forse immuni alla nostra magia?


Ogni Gildato con affinità Elementale superiore al 50% ha possibilità di ferirci con gli incantesimi di Gilda.
Inoltre, esistono molti modi per recarci danno senza utilizzare la magia e, considerando il modo in cui mi hai attaccato, non credo farai fatica a capire quali siano.
Potremo anche essere resistenti, ma non impossibili da scalfire, senza contare che il nostro popolo è decisamente minore come quantità rispetto a tutti i Gildati messi insieme.


... Quindi stai dicendo che non vorresti che Emanuelle sporgesse denuncia agli Ignis per quanto successo?!

Sì.

C***o... È follia...

Kisuke scosse il capo, incrociando le braccia al petto sentendo di nuovo qualche fitta di dolore a causa dei lividi.
Non riusciva ad avere parola per descrivere il suo fastidio causato dall'assurdità appena ascoltata.

Io posso garantire che entro qualche ora non ci sarà più nessuno intenzionato a farle del male.
La punizione che subiranno i ribelli coinvolti in prima persona con l'attentato sarà da monito per gli altri.
Dovremo riunirli e far sì che sappiano e vedano quale fine gli spetta nel caso in cui continuino con questo atteggiamento.
La ex fidanzata di mio nipote non è più coinvolta con lui, ha seguito le mie direttive, lo ha allontanato e si sta mantenendo alla larga.
Ha già fatto molto e non merita di vedersi puntata una lama alla gola solo perché esiste o perché Davis si rifiuta ancora di collaborare.


... E in queste ore in cui starete cercando tutti, chi ci garantisce che nessuno proverà a fare un altro tentativo?

Apporrò un sigillo Eladrin su questa abitazione e in tal modo nessuno dei miei pari razza sarà in grado di entrare.
Il sigillo avrà una durata di due giorni, tempo più che sufficiente e mettere un punto sulla faccenda e archiviarla definitivamente.
Ti chiederei soltanto di ospitarla qui dentro e non uscire entrambi per il tempo stabilito.
Entro due giorni questa situazione di pericolo sarà solo un brutto ricordo, avete la mia parola.


Emise un lungo sospiro, massaggiandosi poi gli occhi con due dita a causa dello stress accumulatosi in quei pochi delicati minuti.
La criticità della situazione era elevata ma Kaim prometteva di garantire il ritorno alla normalità per Emanuelle entro poco tempo.
Farla restare lì non sarebbe stato un grosso problema, lei era in vacanza ed essendo il giorno dopo e il seguente Sabato e Domenica, lui non doveva lavorare.
Al massimo bisognava regolarsi adeguatamente su come informare i rispettivi fratelli, perché tanto era assai improbabile che non capissero il loro stare assieme.
Un problema risolvibile, il meno in confronto alla possibilità di scongiurare ogni pericolo futuro per la giovane canadese cameriera dello Shamrock.
Mentre rimuginava su tutto quel quintale di novità, la Lamarck fu libera di chiedere al nonno di Davis perché mai la spada non avesse ucciso l'orientale.
Parole che spinsero Kisuke a destarsi da quel momentaneo allontanamento mentale e concentrarsi sulla risposta del Valefor.

Mi state dicendo che sei stato trafitto e sei ancora qui per raccontarlo?

A quanto pare...

Le incisioni si sono illuminate... Poi spente... E il fumo prodotto dalla lama ha smesso di uscire...
... Ammetto di non possedere alcuna spiegazione logica all'accaduto.
Neutralizzare l'incanto sacro sulle nostre spade può essere solo opera di una entità soprannaturale incredibilmente potente.
Qualcosa o qualcuno ha voluto che tu non morissi, non ci sono altre opzioni.


Io però in quel momento avevo un tatuaggio di potenziamento magico attivo, forse potrebbe aver in qualche maniera...

No, te lo garantisco, non esiste tatuaggio intriso di Trama che possa far scampare dalle nostre lame incantate.
Ora come ora, per quel mi riguarda, è un miracolo inconoscibile, ma per mio interesse personale proverò a cercare informazioni.


Aveva appena implicitamente fatto sapere ad Emanuelle che la sua trasformazione derivasse da un tatuaggio, ma non era poi così importante.
Non era un vero e proprio segreto e poi ormai si era capito quanto si fidasse sia di lei, che della sua discrezione riguardo le sue faccende personali.
Kaim, a quel punto, non ebbe altro da aggiungere, se non che al termine dei due giorni avrebbe inviato un messaggio per comunicare la fine della "prigionia".
Avrebbe evitato di passare personalmente solo ed esclusivamente per scongiurare ogni possibile pedinamento segreto da parte del nipote.
Inoltre, con quel tipo di incantesimo attivo, perfino Davis non avrebbe potuto né vedere, né accedere all'abitazione di Kisuke, anche volendo.
Sull'uscio della porta, lanciò un ultimo sguardo carico di costernazione verso Emanuelle per quanto successo, dopo di che si affrettò ad allontanarsi.
Chiuso l'ingresso di casa, Kisuke non seppe come descrivere e definire le sue sensazioni, ma non era lui il protagonista di quella pessima avventura.
Girandosi e fissando la sorella di Gérôme a sua volta, fu lui a cogliere l'occasione per un abbraccio, stringendola a sé ma ritrovandosi nuovamente a provare dolore.
Sorridendo con lieve imbarazzo, le chiese se avesse voglia di spalmargli della pomata addosso, spalle, schiena e braccia, pur sentendosi strano a porle quella domanda.

La stessa pomata che mi spalmò Anko per giorni, durante quel periodo...

Quando era stata da lui, quando avevano finito per combinare di tutto dentro quella casa, in ogni stanza.
Era strano pensare di ritrovarsi seduto sempre su quel divano, sempre con una persona dietro di sé seduta sullo schienale, ma non la stessa persona.
Le mani della ragazza scorrevano sul suo corpo e sulla sua pelle, trasmettendogli sensazioni confuse, che a tratti il Danma trovava piacevoli, a tratti sbagliate.

... Come stai?
Cosa ne pensi di tutta questa storia?
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Messaggioda Emanuelle » 21/12/2021, 22:06

Erano state le ore peggiori della sua vita. L'ansia le aveva attanagliato lo stomaco, spingendola a sentirsi male. Se ne era stata ferma per terra, con le ginocchia ripiegate, cercando di nascondere il viso, mentre il suo salvatore sembrava ancora in pericolo di vita. Era bloccata, bloccata dall'indecisione, perché ogni scelta che le si prospettava le pareva essere al tempo stesso la più giusta e la più sbagliata al mondo. Non aveva mai sentito qualcosa del genere la Lamarck, quella sorta di groppo che ti chiudeva completamente lo stomaco, quel palpitare che pareva doverle far uscire fuori il cuore per quanto battesse furiosamente. Ma un Fuoco era un Fuoco in tutto ed ogni situazione andava affrontata, anche quella maledettamente più difficile.
Prendersi cura di Kisuke fu il primo passo per cercare di ricomporsi, anche se lei non era un Medimago e non sapeva esattamente che cosa stesse avvenendo nel corpo del Danma. All'apparenza pareva solo gonfio di lividi, ma se internamente avesse avuto qualche emorragia? Quello era il cruccio di Pauline, il timore più grande, e tuttavia continuò ad andare avanti, proseguì a riempire le ore, provando a fare tutto ciò che potesse distrarla, tutto ciò che servisse a non sentire quell'ansia montarle dentro.

Che c***o è successo...
Com'è possibile che si sia arrivati a tutto questo?!
Davis... Lui sapeva a cosa rischiavo di andare incontro?
C***o... C***o... C***o...
Ho rischiato di morire...
E... Cos'è questa puzza?


Solo in quel momento Emanuelle si rese conto di un dettaglio, prima di allora sfuggitole. Aveva i pantaloni umidi, umidi per via dell'urina che le era scappata a causa dell'immensa paura provata in quell'istante. Si mise a ridere, una risata isterica, che si trasformò ben presto in un pianto a singhiozzi, mentre cercava fra gli indumenti di Kisuke un pantalone del pigiama o della tuta, qualcosa che potesse indossare e stringere in vita, per rimediare al disastro combinato.
Si era spaventata talmente tanto da essersela fatta sotto senza nemmeno rendersene conto. Mentre andava in bagno a pulirsi e cambiarsi, Emanuelle ebbe persino il tempo di realizzare che fosse viva proprio grazie all'uomo disteso in quel letto, un uomo che in quanto a coraggio e bontà le ricordava immensamente il suo caro amico Zelos.

Sembra il tipico gesto che farebbe anche lui...

Riflessioni e pensieri che andavano e venivano, fino a quando, dopo aver persino cucinato qualcosa, Kisuke non si risvegliò di colpo dal suo sonno, facendo spaventare sull'attimo la Lamarck, ma poi spingendola ad abbracciarlo con il cuore nuovamente risollevato dai cattivi pensieri.

Allora le mie preghiere... Sono state ascoltate!

Che lui sopravvivesse, che lui non morisse. Emanuelle non sapeva come fosse stato possibile questo miracolo e nemmeno il Danma era a conoscenza della verità. Questo quindi faceva supporre che fosse stata la Lamarck con le sue parole rivolte al Conflux ad evitare ogni possibile danno? Era follia, era pura ed autentica follia, il Conflux non agiva in quel modo, non mostrando la propria natura divina così palesemente. Forse le aveva messo vicino Kisuke perché sapeva che lui l'avrebbe protetta, ma che il Danma fosse in grado di proteggerla, quello non poteva dipendere da un qualche potere mistico esterno.

Più tardi ti accompagnerò da tuo fratello e mi assicurerò che tu stia con lui.

E tu che farai?
Sei ridotto malissimo!


Dopo di che farò un salto presso un ospedale italiano di mia conoscenza e chiederò una piccola visita completa di lastre ed ecografia.
Essendo io il paziente non potranno pretendere chissà quante domande ma, mi raccomando, per ora non raccontare questa storia.


Sì... Sì, certo, va bene...

Cioè, dell'aggressione devi raccontarlo per forza, è una cosa inaudita e gli Ignis devono saperlo, ma per favore sorvola sul mio discorso.
Non ho bisogno di mia sorella intenta a farmi una delle sue ramanzine classiche, anzi, forse questa sarebbe probabilmente la peggiore in assolu-...


TOC TOC TOC TOC


Il bussare ritmico sulla porta fece sobbalzare entrambi, Pauline persino più del Danma. Il cuore le arrivò in gola ed un senso di puro terrore la assalì nuovamente. Aveva gli occhi sbarrati, ma il primo ad agire fu proprio l'Ignis del Fulmine, il quale ragionò logicamente che chiunque avesse avuto cattive intenzioni non si sarebbe mai messo a bussare educatamente alla porta.

No... Un attimo... Di sicuro non avrebbero mai bussato...

Tu non hai mai visto i film d'azione babbani, vero?
Quelli che vanno ad aprire alla porta sono quelli che vengono uccisi per primi...


... Deve essere una visita inattesa, tutto qui, tu però vieni con me e stammi attaccata, ok?

Okay...

Più che aggrappata, si sentiva un vero e proprio koala. Era terrorizzata, la mano si stringeva con forza intorno al bicipite del Danma, con le unghie che quasi puntavano a scalfirgli la carne. Era un gesto incondizionato, non voluto dalla moretta, ma solo dettato dal suo terrore per quello che aveva vissuto. Poteva esserne rimasta traumatizzata? Chi poteva dirlo? In ogni caso, Emanuelle seguì Kisuke e quando la porta venne aperta, l'identità di colui che aveva bussato la fece subito scattare e mettere sulla difensiva.

KISUKE!
È UNO DI LORO!


Poteva forse essere biasimata per la diffidenza dimostrata nei confronti del nonno del Valefor? Con una tranquillità glaciale, Kaim evitò senza alcuno sforzo l'attacco sferrato dal Danma nei suoi confronti, mentre con un'altra mossa fulminea veniva rispedito all'indietro. L'intento dell'uomo era quello di entrare, entrare e fare scempio di lei e della persona che l'aveva aiutata. Ma nonostante gli attimi di intensa paura, quando il parente di Davis parlò, lo fece con un tono di voce che esprimeva il suo rammarico per quanto accaduto alla ex-fidanzata di suo nipote.

Non sono qui per prendere la vita di questa giovane.
Se avessi voluto, lo avrei fatto tempo fa, quando ci incontrammo la prima volta.
Bensì vengo per il motivo opposto, ovvero offrirle protezione e sicurezza.
E sì, anche evitare una sanguinosa guerra, lo ammetto.
Potreste offrirmi momentanea ospitalità affinché possa dialogare con voi?


Offrirmi protezione?!
OFFRIRMI PROTEZIONE?!
DOVE C***O ERI QUANDO I TUOI COMPARI HANNO PROVATO AD UCCIDERCI?!
LA TUA PROTEZIONE PUOI BENISSIMO FICCARTELA NEL...


Fu molto volgare la canadese, indispettita dalla presenza di un uomo di cui non si fidava e la cui razza aveva appena tentato di farla fuori. Il Fuoco bruciava con ardore e passione, ma lo sguardo freddo e distaccato dell'uomo, nonché il suo ribadire quel concetto che lui era lì proprio per porre rimedio a quanto accaduto, spinse infine Emanuelle ad acconsentire a quell'incontro, seppur con uno stato d'animo rabbioso e mal fiducioso.

... Quanto accaduto è assolutamente imperdonabile.

Tsk... Ma va?

Ma quella fazione di rivoltosi non rappresenta la maggioranza del nostro popolo, anzi, trattasi di un gruppo isolato e ristretto.
Uno di loro era tornato nel nostro territorio per richiamare degli alleati, facendosi però sentire da un mio stimato conoscente.
Egli lo ha riferito a me e al consiglio supremo, così sono stato inviato immediatamente a seguire le tracce dei rivoltosi.
Giunto sul luogo, gli altri ribelli erano stati messi a tacere ed immagino, a questo punto, che sia stato tu ad occupartene.
Il mio conoscente ha portato via tutti ed io ho invece seguito la traccia magica della smaterializzazione fino ad arrivare qui.
Ti faccio i miei complimenti, Gildato, non è da tutti riuscire a...


Me ne fotto dei complimenti!
Hanno cercato di ucciderla... E non si sarebbero fatti scrupoli ad uccidere anche me.


Un concetto che non faceva mai male ribadire, anche fino alla nausea.

... In questo preciso istante, il consiglio supremo li sta interrogando e punendo per il loro crimine.
Verranno privati della loro identità semi divina e condannati alla reincarnazione in creature magiche minori.
Dopo di che inizierà una manovra di ricognizione per scovare ogni altro membro appartenente alla fazione ribelle.
È nostra priorità evitare che si possa scatenare un conflitto di portata gigantesca tra noi e le Gilde.


Perché mai dovrebbe fregarvene qualcosa?
Non siete forse immuni alla nostra magia?


Ogni Gildato con affinità Elementale superiore al 50% ha possibilità di ferirci con gli incantesimi di Gilda.

Quindi insomma... Vi ca***e sotto.

Inoltre, esistono molti modi per recarci danno senza utilizzare la magia e, considerando il modo in cui mi hai attaccato, non credo farai fatica a capire quali siano.
Potremo anche essere resistenti, ma non impossibili da scalfire, senza contare che il nostro popolo è decisamente minore come quantità rispetto a tutti i Gildati messi insieme.


... Quindi stai dicendo che non vorresti che Emanuelle sporgesse denuncia agli Ignis per quanto successo?!

Sì.

C***o... È follia...

Scosse la testa, alzando gli occhi al cielo Pauline, incredula tanto quanto l'Ignis di quanto stava ascoltando. Kaim voleva, in sostanza, insabbiare ogni cosa, una soluzione facile per lui, perché in questo modo la sua razza non sarebbe stata decimata da mille e passa gildati Ignis, pronti a dare battaglia pur di proteggere una di loro. Già, Emanuelle abbassò lo sguardo sul proprio anello, chiedendosi per quale motivo altri gildati oltre a loro non fossero riusciti a raggiungerli. Si trovava in estremo pericolo di vita, un pericolo dettato dal sovrannaturale, da qualcosa che non doveva accadere. Allora perché nessuno aveva risposto a quel S.O.S? Il fatto che ci fosse Kisuke con lei non poteva essere la risposta a quella domanda che la moretta si stava ponendo.

Io posso garantire che entro qualche ora non ci sarà più nessuno intenzionato a farle del male.
La punizione che subiranno i ribelli coinvolti in prima persona con l'attentato sarà da monito per gli altri.
Dovremo riunirli e far sì che sappiano e vedano quale fine gli spetta nel caso in cui continuino con questo atteggiamento.
La ex fidanzata di mio nipote non è più coinvolta con lui, ha seguito le mie direttive, lo ha allontanato e si sta mantenendo alla larga.
Ha già fatto molto e non merita di vedersi puntata una lama alla gola solo perché esiste o perché Davis si rifiuta ancora di collaborare.


... Non ho nemmeno avuto modo di... Dirgli addio...

Alzò gli occhi di nuovo su Kaim, con le lacrime che minacciavano di uscire mentre il pensiero di quello che aveva fatto, quell'immenso sacrificio, le veniva riportato alla mente. In un certo senso, però, le ultime parole dell'Eladrin riuscirono a spegnere quella barriera di Fuoco che Pauline aveva eretto fra di loro, odiandolo, detestandolo, per essere ciò che era, per essere della stessa razza di coloro che avevano tentato di ucciderla. Ma perché qualcuno avrebbe dovuto darsi tanta pena per lei, per garantirle di vivere, se non fosse stato veramente rammaricato di quanto accaduto? Emanuelle non aveva alcuna voglia di essergli grata, quello mai, ma poteva perlomeno riconoscergli che si stesse sforzando di evitare il peggio. Perché una guerra fra gli Ignis e gli Eladrin, sempre di guerra si trattava, e lei non voleva di certo avere sulla coscienza la morte di persone che le erano care e alle quali era incredibilmente legata.

D'accordo... Non parlerò con nessuno di quello che è successo.
Ma non credere che lo stia facendo per te o per la tua razza!
Non voglio che i miei confratelli mettano a rischio la propria vita...


Come era appena accaduto con Kisuke, il quale non solo aveva rischiato la propria vita, ma l'aveva direttamente offerta in sacrificio, pur di mettere lei in salvo. No, non valeva la pena, non voleva entrare in tutta quella storia, voleva solo essere lasciata in pace. Era questo ciò che desiderava più di tutto la Lamarck, un desiderio che si stava facendo sempre più forte man mano che quella vicenda si complicava ancora di più.

... E in queste ore in cui starete cercando tutti, chi ci garantisce che nessuno proverà a fare un altro tentativo?

Apporrò un sigillo Eladrin su questa abitazione e in tal modo nessuno dei miei pari razza sarà in grado di entrare.
Il sigillo avrà una durata di due giorni, tempo più che sufficiente e mettere un punto sulla faccenda e archiviarla definitivamente.
Ti chiederei soltanto di ospitarla qui dentro e non uscire entrambi per il tempo stabilito.
Entro due giorni questa situazione di pericolo sarà solo un brutto ricordo, avete la mia parola.


....

Nessuna risposta mordente o sarcastica uscì fuori dalla bocca della ragazza, resa muta forse dalla stanchezza e dal susseguirsi di emozioni che l'avevano provata, stancata, fatta sentire un animale in trappola. Iniziò ad accusare i sintomi di un forte mal di testa, che la portò a sfregare le dita sulle tempie. Non era un problema avvisare suo fratello che sarebbe stata via due giorni interi: era abituato ad una sorella che si allontanava con sconosciuti pur di provocarlo, anche se questa volta la Lamarck non ne aveva alcuna intenzione. Da un lato, però, era meglio che lo credesse, meglio sì, perché in questo modo non avrebbe fatto domande, non si sarebbe insospettito.

Che sorella che hai...
Ti faccio venire i capelli bianchi anche senza volerlo...


Già, cos'era quella voglia matta di abbracciare con forza il suo fratellone? Forse semplicemente quell'attaccamento fraterno e genuino che ancora provava dentro di sé nei confronti di Gérôme e che veniva fuori nei momenti più difficili della propria vita. Stava ripensando a lui, al suo fratellone, chiedendosi se anche Philip avrebbe avuto il sangue freddo di frapporsi fra lei e una lama pur di salvarle la vita. E fu questo pensiero a spingerla a parlare con Kaim, chiedendogli per quale motivo la spada usata dagli Eladrin non avesse immediatamente ucciso il Danma.

Mi state dicendo che sei stato trafitto e sei ancora qui per raccontarlo?

A quanto pare...

Le incisioni si sono illuminate... Poi spente... E il fumo prodotto dalla lama ha smesso di uscire...
... Ammetto di non possedere alcuna spiegazione logica all'accaduto.
Neutralizzare l'incanto sacro sulle nostre spade può essere solo opera di una entità soprannaturale incredibilmente potente.
Qualcosa o qualcuno ha voluto che tu non morissi, non ci sono altre opzioni.


Ti prego... Fa che vinca!
Non abbandonarlo adesso... Aiutalo così potremo scappare via!
E poi, poi giuro che lascerò perdere per sempre Davis, che non penserò più a lui, mi rifarò una vita!
Non voglio morire... E non voglio che Kisuke muoia per colpa mia!
Trama... Se morisse... Se io morissi...
Che cosa ne sarebbe di mio fratello? E di Stella? E di mio padre?
Ti prego Conflux, non abbandonarci proprio adesso!


Io però in quel momento avevo un tatuaggio di potenziamento magico attivo, forse potrebbe aver in qualche maniera...

No, te lo garantisco, non esiste tatuaggio intriso di Trama che possa far scampare dalle nostre lame incantate.
Ora come ora, per quel mi riguarda, è un miracolo inconoscibile, ma per mio interesse personale proverò a cercare informazioni.


Lo shock che aveva subito non le permise di ricordare per filo e per segno la preghiera che aveva voluto rivolgere al Conflux. Ma ricordava abbastanza da essere sempre più convinta ormai, anzi certa, che fosse stata lei, lei con le sue parole a spingere il Conflux a proteggere il Danma. Stava forse peccando di presunzione e superbia? Magari sì, o magari semplicemente l'Equilibrio del mondo non riteneva giusto salvare la vita di un suo gildato a discapito di un altro. E Kisuke si era rivelato essere una persona talmente tanto speciale, che il mondo ci avrebbe solo rimesso se lui fosse morto.
Pauline si sentiva strana, già, quasi triste, depressa. La sua vita, invece, quanto poteva valere? Era solo un pesce fra tanti, una persona in mezzo ad una miriade di mille persone. Non spiccava per nulla, non eccelleva in nulla e le era andato bene, fino a quando non era stata coinvolta in una storia più grande di lei. Cosa avrebbe dovuto fare adesso non lo sapeva, non conosceva la risposta, ma per il momento le si chiedeva unicamente di rimanere chiusa dentro quella casa, insieme a Kisuke.

Kaim Valefor... Metti fine a tutta questa storia.
Io... Non ne voglio più sapere.


Fu l'ultima frase che rivolse al nonno di Davis, prima di vedersi chiudere la porta, segregata in quella casa per ben due giorni. Poteva davvero starle bene? Sentiva di non avere molta scelta ed in un certo senso l'idea di sparire per 48 ore dal resto del mondo non le dispiaceva. Poteva sentirsi un completo niente e lasciarsi cullare da quella tranquillità, ma che cosa ne pensava invece Kisuke? Non fece in tempo a chiederglielo la canadese, perché quando la porta si richiuse, il giovane uomo colse l'occasione per abbracciarla, un abbraccio che le fece scendere ancora qualche lacrima.

Mi dispiace... Era meglio perdermi, piuttosto che incontrarmi...

Immagine


Era sempre stata una persona incasinata, ma era la prima volta che i propri casini stavano coinvolgendo anche altre persone innocenti. Non le era mai importato, in passato, che accadesse con il fratello maggiore, mentre adesso invece doveva guardare in faccia la realtà e rendersi conto che non poteva semplicemente comportarsi da menefreghista quando c'era in ballo la vita di altre persone. Pauline strinse con forza Kisuke, provocandogli qualche gemito di dolore che la fece allontanare subito. Le lacrime le vennero asciugate, poi il Danma le chiese di spalmargli nuovamente la pomata sui punti più dolorosi, così da rendere il processo di guarigione ancora più veloce. Non si era ancora accorto il giovane uomo del cambio di look della sua ospite forzata, forse per via di tutto quello che era accaduto. I pantaloni, troppo lunghi per lei, erano stati arrotolati all'insù, scoprendo così le cosce e i piedi della moretta.

... Come stai?
Cosa ne pensi di tutta questa storia?


... Io non penso niente Kisuke.
Ho smesso di pensare... Non voglio più pensare.
Non mi importa come, voglio solo che finisca presto.


Continuava a spalmargli la pomata, con la testa rivolta altrove, in un silenzio quasi assurdo, quando un sospiro le fece buttare fuori aria calda e anche tensione, cercando di spiegarsi meglio.

Scusami, credo di essere molto stanca... Ho provato una pena terribile per te in queste ore e adesso che stai bene, adesso che mi parli ancora mi sento... Come se avessi perso di colpo tutte le mie energie.
Mi sono pure permessa di rovistare fra le tue cose, che maleducata...
Però avevo bisogno di un cambio nuovo...
Anzi, se possibile, vorrei poi fare una lavatrice... Magari anche ai tuoi vestiti, sono sporchi di sangue...


Fu inevitabile passare la mano sopra quella cicatrice. Quando la punta della spada lo aveva trafitto, Emanuelle aveva provato un terrore inimmaginabile. Adesso quella stessa cicatrice le faceva venire in mente brutti ricordi e dire che non era nemmeno stata sfiorata con un dito da quei bastardi.

Forse... Forse è una cavolata quello che sto per dire...
Ma... Può essere che tu sia salvo... Perché prima di lottare... Ho pregato il Conflux di salvarti la vita.
Che stupida eh?
Però le parole di Kaim... Non riesco a smettere di pensarci...
In ogni caso... Se così fosse... Sono contenta che il Conflux abbia esaudito le mie preghiere...


Desiderava solamente chiudere gli occhi. Il corpo di Kisuke era invitante, seducente, eppure il mal di testa le martellava le tempie, imponendole un riposo forzato. Chiese il permesso al Danma di poter dormire in qualche punto, anche sopra il divano, le sarebbe andata bene. Probabilmente, però, infine Emanuelle sarebbe finita nel letto del giovane uomo, ad inspirare il suo odore, a lasciarsi cullare un po' dal bisogno di dormire.

Lo sai... Sei proprio carino con i capelli biondi...

Fu l'ultima cosa che disse, prima di chiudere definitivamente gli occhi e addormentarsi per qualche ora.

Immagine


Quando Pauline si risvegliò, il sole era ormai tramontato. Aprì gli occhi di scatto, col pensiero di dover avvisare suo fratello che non sarebbe rientrata, perché avrebbe passato due giorni interi insieme al suo nuovo amico. Kisuke non era lì presente, ma sentiva dei rumori provenire dalla cucina, quindi forse il Danma si stava dando da fare ai fornelli. Oppure semplicemente anche lui si manteneva occupato, in ogni caso il bisogno di mangiare qualcosa era finalmente diventato una necessità pressante, perché quando Pauline entrò in cucina il suo stomaco brontolò pesantemente, annunciando il suo arrivo.

Hey... Vedo che ti reggi ancora in piedi... Meno male, sono contenta...
Come vanno i lividi? Ti fanno molto male?
Devo aver dormito parecchio... M***a... Ho visto che hai un MagiFax, posso usarlo per contattare mio fratello?
E ti prego... Dimmi che non ti sei fatto fuori tutti i toast che ho preparato, perché sto davvero morendo di fame.


Era tornata un po' a sorridere, forse perché davvero il sonno aveva spazzato via un po' di cattivi pensieri. Non ci sarebbe stato male anche del caffé lungo per accompagnare quel pasto, anche se certo non era l'ora migliore per mettersi ad assumere della caffeina. Ma a Emanuelle poco importava, tanto sarebbe dovuta rimanere lì per forza e dunque poteva dare il via libera anche a certe sregolatezze.

Scusa per come mi sono comportata prima, ti ho praticamente abbandonato...
E scusa anche perché sei costretto a rimanere chiuso dentro casa tua per ben due giorni!
Spero di non averti creato casini col lavoro...
Come minimo, dopo tutta questa faccenda, vorrai solo vedermi sparire dalla tua vita.


Ne rise, cercando di sdrammatizzare, ma avrebbe accettato pensieri simili da parte del Danma. In fondo aveva messo in pericolo la sua vita, anche se non lo aveva fatto volontariamente.

Senti... Mi spieghi come hai fatto a fare... Quello che hai fatto?
I capelli biondi... Le scariche elettriche...
È così che diventa un Ignis del Fulmine quando si lascia pervadere dall'elemento?
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Messaggioda Kisuke » 25/12/2021, 3:34

Kaim Valefor non era un pazzo fanatico alla stregua degli altri Eladrin che avevano attaccato Emanuelle.
Al nonno di Davis stava a cuore innanzitutto preservare la pace e la tranquillità tra la sua razza e i Gildati.
Quelli erano anni di tumulti e ombre, una inutile guerra non sarebbe servita ad altro che facilitare il serpeggiare del male.
La canadese purtroppo si era trovata invischiata in qualcosa di tanto, tanto grande, ben più grande di quanto forse potesse sopportare.
Era una normalissima cameriera di pub, una ragazza giovane intenzionata a viversi la vita con spensieratezza e annessi problemi standard, umani.
Aveva incontrato però un ragazzo con un passato ed una linea di sangue decisamente fuori dal comune, il che l'aveva catapultata in un attimo nel caos soprannaturale.
Ma forse Davis non aveva mai voluto realmente invischiarla in tutto ciò, limitandosi a seguire il suo cuore, i suoi desideri, la sua partizione non Eladrin.
Stavano sopportando entrambi una grossa sofferenza, quella della separazione e del distacco forzato, o almeno era probabile che fosse così anche per lui.
Tuttavia per la Lamarck quelle erano solo congetture, dato che suo malgrado non aveva potuto in nessuna maniera comunicare prima della solenne decisione.

... Non ho nemmeno avuto modo di... Dirgli addio...

... Non è detto che ci saresti riuscita... E non è detto che lui ti avrebbe lasciata andare via tanto facilmente.

Forse, interiormente, Emanuelle poteva dare ragione al parente dell'ex fidanzato e riconoscere l'eventuale ribellione di quest'ultimo.
Conoscendo un minimo Davis, avrebbe tentato di persuaderla ad aspettare e dargli fiducia affinché trovasse una soluzione.
Ma sarebbero trascorsi altri giorni, altro tempo con il mondo naturale in pericolo e Gaia sempre più in procinto di avvizzire con esso.
All'apparenza un semplice Mezzo Eladrin non poteva trovare una soluzione ad un problema così enorme, nemmeno un determinato come il Valefor.
Il suo compito era quello di accettare il destino e l'unione con Ashaya, un po' come quello di Kaim era quello di scongiurare un conflitto devastante.
Lei e Kisuke sarebbero rimasti confinati in quella abitazione per due interi giorni, aspettando la conferma di poter uscire allo scoperto e in sicurezza.
I rivoltosi sarebbero stati catturati e la punizione subita dagli Eladrin che avevano attaccato i due avrebbe funto da buon esempio per tutti.
Ora era necessario mettersi in marcia e provvedere quanto prima alla risoluzione del problema.
Negli occhi del nonno di Davis era visibile tutto il dispiacere e la costernazione per quanto accaduto e quanto subito dalla canadese in generale.

Kaim Valefor... Metti fine a tutta questa storia.
Io... Non ne voglio più sapere.


Si lanciarono un'ultima occhiata a vicenda.
In quello sguardo, l'individuo rispondeva solennemente alla richiesta, assicurando un mantenimento certo della promessa.
Non appena la porta si chiuse ed egli scomparve, il Danma emise un lungo e pesante respiro.
Era solo leggermente più abituato di Emanuelle alle follie e ai guai enormi, perciò anche la sua resistenza nervosa non era impenetrabile.
Ma accorgendosi dello stato così fragile della moretta, scelse di sopportare ancora e assimilare, così da essere in grado di darle forza e conforto.

Mi dispiace... Era meglio perdermi, piuttosto che incontrarmi...

Pronuncia ancora una s***nzata simile e ti garantisco che una volta usciti di qui sarai costretta ad un brunch da sola con mia sorella...

Una minaccia bonaria, una piccola battuta che celava al suo interno un significato profondo ed importante.
Tanto lei strinse lui quanto lui strinse lei, anche se ad un certo punto il suo corpo iniziò a dare piccoli segni di sofferenza.
I lividi ancora se ne stavano qua e là, facendogli strizzare le palpebre e invitandolo a porre rimedio al più presto.
Solo in quell'istante, per altro, Kisuke si rese conto che Emanuelle avesse preso possesso di uno dei suoi pantaloni.
Aveva parte delle gambe scoperte ed era scalza, dettagli sui quali il Danma si soffermò per appena qualche secondo più del dovuto.
Seduto sul divano, si lasciò curare dalle mani della Ignis dei Fuochi, sospirando e cercando di rilassare i muscoli quando possibile.
Il tempo fuori era abbastanza buono, i raggi del sole filtravano dalle finestre e il momento del tramonto era ancora lontano.
Avrebbe dovuto contattare Fujiko appena possibile per informarla di quella strana e sospetta vacanza prolungata dentro casa con la Lamarck.
Sia lei che il fratello della canadese avrebbero tratto conclusioni ovvie e sbagliate allo stesso tempo, ma tanto non si poteva pretendere nulla di diverso.

... Come stai?
Cosa ne pensi di tutta questa storia?


... Io non penso niente Kisuke.
Ho smesso di pensare... Non voglio più pensare.
Non mi importa come, voglio solo che finisca presto.


Mh...

Scusami, credo di essere molto stanca...

Lo capisco, easy...

Ho provato una pena terribile per te in queste ore e adesso che stai bene, adesso che mi parli ancora mi sento... Come se avessi perso di colpo tutte le mie energie.

Dicesi adrenalina che cala a picco, ne so qualcosa, non ti preoccupare è assolutamente normale.

Mi sono pure permessa di rovistare fra le tue cose, che maleducata... Però avevo bisogno di un cambio nuovo...

Eheheh, me ne sono accorto, hai fatto bene!

Anzi, se possibile, vorrei poi fare una lavatrice... Magari anche ai tuoi vestiti, sono sporchi di sangue...

Non siamo sommersi dalla fretta, prenditela con calma, ok?

Si tirò meglio su con il busto, inarcando all'indietro le spalle per darsi una scrollata dalla tensione.
Per alcuni secondi i muscoli della parte alta della schiena andarono in tensione, gonfiandosi e intostandosi.
Da tempo Kisuke aveva messo su decisamente più massa rispetto a qualche mese prima, anche grazie ad allenamenti costanti e rigorosi.
Per far colpo su Anko, l'Ignis del Fulmine si era dedicato anima e corpo alla tempra personale, anche al fine di sopportare meglio i colpi.
Il suo obiettivo era stato riuscire a resistere almeno dieci minuti in un faccia a faccia contro la Minazuki, evento mai ancora capitato.
Nella loro sfida assurda al covo di Baek ne era uscito perfino vincitore, ma solo grazie alla trasformazione e alla mente della guerriera alterata e non lucida.
Sconfiggerla con il tatuaggio attivo non sarebbe mai servito a dimostrare niente, ma d'altronde Kisuke nemmeno pretendeva di recarle sconfitta.
Dieci minuti, gli sarebbero bastati solamente seicento secondi di resistenza, ma si vedeva ancora ben lontano da quell'obiettivo aureo.
Beh, comunque non era quello il caso di rimuginare su simili circostanze, bastava già Emanuelle come rimuginatrice ufficiale dei due.

Forse... Forse è una cavolata quello che sto per dire...
Ma... Può essere che tu sia salvo... Perché prima di lottare... Ho pregato il Conflux di salvarti la vita.


... Eh?
Salvato da una preghiera dici?!


Che stupida eh?
Però le parole di Kaim... Non riesco a smettere di pensarci...
In ogni caso... Se così fosse... Sono contenta che il Conflux abbia esaudito le mie preghiere...


... Sul fatto che sia un miracolo, dici?
Già, non posso dire che la notizia non mi abbia un po' sconvolto...
Beh, se così fosse sono parecchio felice che il Conflux ti abbia prestato orecchio.
Ma non ti sognare di prendere i voti e diventare una sorta di chierica o suora... Sarebbe uno spreco che non potrei perdonarti!


Si voltò per regalarle un sorriso ed un occhiolino, al quale però la canadese rispose in automatico con un mezzo sbadiglio.
Era provata, stanca, bisognosa di qualche ora per recuperare quelle famose energie scemate da un attimo all'altro.
Kisuke si mise in piedi, ringraziandola per il massaggio tonificante, accompagnandola poi di nuovo in camera sua.
Le propose di cambiare le lenzuola ma la ragazza non trovò alcun fastidio nel dormire dove prima aveva dormito lui.
Si sedette accanto a lei, mentre la vedeva posare la testa sul cuscino e chiudere quasi subito le palpebre fattesi pesantissime.

Lo sai...

Che cosa?

Sei proprio carino con i capelli biondi...

... Tu dici?
Non trovi siano abbastanza in contrasto con la mia etnia?
Mh?
Ema?
... Beh, grazie...
... E tu sei davvero bella.


Allungò una mano e si permise di farle una sottile carezza sulla guancia, scivolando poi in mezzo alla lunga capigliatura scura.
La fissò per un poco, nel silenzio più assoluto, assicurandosi poi che fosse coperta il giusto e sopratutto comoda.
Il respiro le si fece in breve completamente regolare, ormai era scivolata nel profondo oblio del riposo ristoratore di corpo e mente.

Che c***o di casino...
Se potessi correrei subito a parlarne con Itsuki...


Ma troppi ostacoli bloccavano una simile decisione, costringendolo a starsene zitto e rimandare quelle verità a chissà quando.
Fermo restando che probabilmente non sarebbe stata la migliore delle idee raccontare un fattaccio del genere al Ignis Vulcano.

Ma se ti chiedessi di non farne parola con nessuno, non potresti rifiutare, dico bene amico mio?
In fondo staresti solamente ricambiando il favore...
... Ma chi voglio prendere in giro?
Il favore lo facesti tu a me, non il contrario.


Con quella obiettiva verità martellante, il Danma si alzò dal letto dirigendosi verso il bagno per potersi poi dedicare ad un bagno.
Mise dentro l'acqua calda dei minerali specifici che gli aveva regalato Kirie utili al fine di aiutare la guarigione del corpo dai traumi.
Rimase dentro la vasca per circa un'ora, rilassandosi e lasciando agire quei particolari ingredienti magici naturali termali.
Una volta finito ci pensò lui a lasciare andare la lavatrice con dentro i panni sporchi, togliendo così l'incombenza alla canadese.
Inserì anche il programma di asciugatura, così che non dovesse nemmeno mettere il naso fuori per stendere.
Tra una cosa e l'altra, il sole prese lentamente a tramontare, dando inizio alla parte finale di quella assurda giornata.
Incredibile pensare che appena 24 ore prima ancora nemmeno si erano baciati, mentre adesso si trovavano catapultati nell'incredibile.
Si mise seduto di fronte al MagiFax, ragionando al volo su una scusa semplice e sbrigativa da usare con la sorella.
In realtà stette fermo a pensare per tipo un quarto d'ora prima di riuscire a sfornare un'idea approssimativamente valida e consona.

"Ciao nee-san, per un paio di giorni non mi vedrai da quelle parti.
Io ed Emanuelle abbiamo deciso di trascorrere il weekend qui da me.
Le andava di fare un tour per alcune città italiane, quindi a questo punto restiamo nei dintorni.
Se ricordo bene domani Nausicáa parte per l'Australia, dalle il buon viaggio e buon lavoro da parte mia, ok?
Ci sentiamo presto!"


Premette invio e successivamente si spostò in cucina, dando un'occhiata nella dispensa e nel MagiFrigo.
Fortunatamente un po' di cibo c'era e quindi quei due giorni avrebbero avuto di che saziarsi ad ogni pasto.
Anzi, a proposito di pasti, forse sarebbe stato meglio riflettere anche su cosa preparare per la cena, in effetti.
Il Danma non era un provetto chef come il migliore amico, ma si sapeva arrangiare e restituire pietanze veloci ma anche gustose.
Vestito con una canottiera nera, un calzoncino e delle infradito di egual colore, Kisuke si mise all'opera aspettando solo che Emanuelle si svegliasse.
Quando ciò accadde, l'orologio segnava quasi le nove e mezza, a testimonianza di una dormita risanatrice lunga e approfondita.
Intanto l'Ignis del Fulmine ne aveva approfittato anche per sistemare il divano dove avrebbe trascorso le due notti seguenti.
Per concludere poi aveva tirato fuori dalla lavatrice i panni asciutti, poggiando quelli della ragazza su una sedia accanto al letto.
Non appena ella entrò nella zona cucina, quindi, le arrivò quasi subito alle narici un interessante odore di cibo (un po' spazzatura).

Hey... Vedo che ti reggi ancora in piedi... Meno male, sono contenta...

Le riparazioni continueranno ancora per qualche giorno ma tutto sommato me la cavo!

Come vanno i lividi? Ti fanno molto male?

Ho usato dei sali termali da bagno ed hanno fatto subito effetto, ora per fortuna il fastidio è drasticamente diminuito.

Devo aver dormito parecchio...

Abbastanza, ma l'importante è che ti sia servito e mi pare sia così!

M***a... Ho visto che hai un MagiFax, posso usarlo per contattare mio fratello?
E ti prego... Dimmi che non ti sei fatto fuori tutti i toast che ho preparato, perché sto davvero morendo di fame.


I toast me li sono fatti fuori eccome, però so come ottenere il tuo perdono.
Manda pure il MagiFax e poi torna, così vedrai...


Una volta giunta di fronte all'apparecchio magico per l'invio di messaggi istantanei, sarebbe avvenuto un fatto del tutto casuale.
Avendo lasciata aperta la conversazione in corso con Fujiko, all'accensione del MagiFax Emanuelle avrebbe potuto leggere sia il messaggio di Kisuke...

Ah!
Vedi che ho detto a mia sorella che resteremo qui per farti fare una mezza vacanza italiana!
Reggi il gioco mi raccomando!


... Sia quello di risposta della Acuan del Ghiaccio.

"Va bene Kisuke, sai che non mi fa impazzire questo tuo continuo starle accanto, ma sei adulto, quindi suppongo che non possa dirti nulla.
Cerca solo di non finire nei pasticci, okay?
D'accordo, te la saluterò!
Occhio alle sbandate, Onii-chan... Ci vediamo tra qualche giorno."


A dire il vero, volendo, la Lamarck avrebbe anche potuto evitare di impicciarsi, stava quindi esclusivamente alla sua curiosità o buon senso.
Comunque, a prescindere da questo, una volta inviato il proprio messaggio per Gérôme, al suo ritorno in cucina avrebbe trovato una gustosa sorpresa in tavola.

Allora che dici?
Perdonato?


Immagine

Quei due maxi hot dog se ne stavano lì tutti per lei, caldi caldi e accompagnati perfino da un piccolo piatto con sopra delle zucchine pastellate e fritte.
Sul tavolo poi c'erano sia una bottiglia di Pepsi, che aranciata amara, ma nel caso il giapponese aveva pure messo un mezzo litro di acqua naturale.
Emanuelle poteva dedicarsi a quella cena corposa e per nulla salutare, seguita a sua volta dal Danma che di certo non l'avrebbe lasciata a mangiare da sola.

Scusa per come mi sono comportata prima, ti ho praticamente abbandonato...

Eri a pezzi, abbandonarmi era l'unica soluzione disponibile!

E scusa anche perché sei costretto a rimanere chiuso dentro casa tua per ben due giorni!
Spero di non averti creato casini col lavoro...


Siamo fortunati che è il fine settimana, quindi non ho lavoro da sbrigare.
Al massimo per sicurezza scriverò domani in Istituto prendendomi libera anche la mattina di Lunedì.


Come minimo, dopo tutta questa faccenda, vorrai solo vedermi sparire dalla tua vita.

Lo sai, ti preferisco di gran lunga con la bocca piena e impegnata!
... Ehm... Sì, siamo decisamente tornati ad una pseudo normalità...


Scosse il capo, sbuffando divertito per l'ennesimo doppio senso spontaneo venuto fuori in sua compagnia.
Un marchio di fabbrica tra loro anche una volta trascorse delle ore di autentico panico e ansia.
Evidentemente come per lei, anche per lui restare isolati lì da soli permetteva di estraniarsi un poco e liberare la mente.

Senti... Mi spieghi come hai fatto a fare... Quello che hai fatto?

Chomp... Chomp... Cioè?

I capelli biondi... Le scariche elettriche...

Aaaahhhhh...

È così che diventa un Ignis del Fulmine quando si lascia pervadere dall'elemento?

Mh... 'petta... Glom... Ok!
No no, quello è il risultato di un tatuaggio magico che ho applicato dietro la schiena qualche mese fa.
Farsi pervadere dall'Elemento è roba da Gildati veramente esperti e non mi reputo bravo fino a quel livello!
In sostanza attraverso la Concentrazione dovrei attivarlo gradualmente, in maniera tale che mi fornisca dei potenziamenti progressivi.
Ma stamattina si è praticamente innescato da solo, alimentato forse dalla rabbia e dalla necessità di salvarti il prima possibile.
Tuttavia quando si attiva del tutto, la mia indole si fa immediatamente più furiosa e spavalda, un po' come sottoposta ad un lucido impulso guerriero...
... Credo che col tempo potrei riuscire a controllarla meglio ma sono soltanto mie supposizioni.
Indubbiamente però quando raggiungo quello stadio il mio Elemento incrementa notevolmente influenza ed intensità.
È possibile anche che in quel frangente la mia affinità salga ma non ho ancora provato a farmi esaminare da un Confratello di alto grado mentre sono trasformato.


Itsuki glielo avrebbe saputo dire subito senza esitazioni, Fujiko invece non possedeva una tale capacità, similmente a Nausicàa.
In effetti si sentiva interessato a scoprire la verità e fare luce su quel dilemma, pur non avendo chissà quanta fretta.

Ti ho spaventata per caso?
Non so, a parte trovarmi proprio carino, ti ho trasmesso anche sensazioni negative?


Sperava davvero che da parte di Emanuelle ci fosse una risposta del tutto negativa, ci teneva al fatto che lei non avesse mutato opinione su di lui.
Allo stesso tempo voleva capire quali percezioni avesse provato nel vederlo così, dopo esserselo vissuto nella sua versione autentica e "mora".

Oh... Giusto, vedi che mi sono già organizzato il divano.
Mi farebbe piacere che utilizzassi tu il letto durante queste due notti.
No no no, non accetto opposizioni, fammi fare il galante e non rompere le palle, chiaro?
Quel divano è un sacco comodo e ti garantisco che starò alla grande, lo conosco, è mio!
Se poi dopo cena vuoi farti una doccia o un bagno ti ho anche preparato asciugamani puliti e un accappatoio.
Nel bicchiere vicino al lavandino troverai anche uno spazzolino nuovo, una vera fortuna, era in omaggio con il dentifricio che compro di solito!
... Certo, con questa maxi dormita pomeridiana immagino non prenderai di nuovo sonno molto presto, ma tanto anche io mi sento abbastanza sveglio in realtà.


Immagine


Quell'immagine attraversò la sua mente e fantasia per appena un paio di secondi, costringendo Kisuke a scacciarla via bruscamente.
Non era il momento di pensare a certe cose, non era il caso di sognare determinati risvolti.
Inoltre quella casa, quel letto, appartenevano ad altre memorie fin troppo fresche, che il Danma temeva non potessero essere sostituite tanto facilmente.
Era tuttavia l'inizio della notte, l'inizio di una sezione di quella giornata allucinante avvolta nella più completa imprevedibilità.
Fuoco e Fulmine aveva ripreso (o forse non avevano mai smesso) di avvolgersi intrinsecamente, ma le sagome di altre due persone incombevano sempre prepotenti.
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