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Naha

Messaggioda Sandyon » 04/01/2012, 21:31

Naha (那覇市?) è una città del Giappone meridionale, capitale e maggiore città della Prefettura di Okinawa, nelle isole Ryūkyū. La città è stata fondata agli inizi del XV secolo, ed è stata dichiarata città nel 1921. Nella parte est della stessa sorge il Castello di Shuri, risalente anch'esso al XV secolo, già residenza reale e sede governativa e religiosa del regno delle Ryukyu. Ha 313.000 abitanti.


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Messaggioda Celine » 30/01/2013, 13:08

[TORONTO]


Aveva quasi dimenticato, mentre beveva la sua sesta birra della serata, quello che era successo poco prima.
Quasi, perché il suo corpo era ancora pervaso da un calore ed un'elettricità sbocciati dal nulla... anzi, dal contatto con l'uomo sconosciuto.
Un uomo bellissimo per altro, a cui era bastato sfiorare per un momento il braccio di Celine per farla andare in confusione: sapeva che non poteva essere colpa dell'alcol, quello che aveva bevuto per lei si poteva tranquillamente definire come un aperitivo pre-cena alcolica, quindi era lui, lui la causa di tutto.
Ma chi era?
Non riusciva a smettere di chiederselo, di pensarci anche se non voleva, anche se tentava d'imporsi di soffermarsi su altro: ad esempio sul fatto che era lì, nel bel mezzo a quel concerto fantastico, e che si stava divertendo un mondo; o che l'indomani avrebbe potuto passare un po' di tempo con Logan per il weekend, lontano da Hogwarts e dagli impegni come Diplomatica.

Quanto sono stupida, ma chi me lo fa fare di scervellarmi per uno sconosciuto!
Dai cazzo!


Molto fine Celine, anche nei pensieri... se non altro non si poteva dire che non fosse coerente.
Dopo quella sorta d'incitazione verso se stessa, comunque, la Sauvage cercò di concentrarsi solo sul palco vuoto che, di lì a poco, sarebbe stato riempito dalla band successiva: ed è difficile descrivere quanto spalancò occhi e bocca in un'espressione di completa incredulità, quando colui che l'aveva urtata si presentò proprio di fronte a lei, su quel palco, pronto a cantare.
I loro occhi s'incrociarono per un secondo, forse per caso o forse perché lui lo voleva, non avrebbe saputo dirlo, ma quando successe una seconda scarica elettrica imperversò il corpo della francese, tanto da farla rimanere senza fiato: no, chiunque fosse e qualunque potere avesse, quella sensazione che le faceva provare non era normale, e per certi versi riusciva anche ad inquietarla; diede le spalle al palco, quasi decisa ad andarsene da lì, quando al suo orecchio arrivò il primo accordo di chitarra.
Bastò quell'unico, piccolo suono, per farla voltare con uno scatto, i capelli che le finivano davanti al viso e lei che nemmeno si prendeva la briga di spostarli: gli occhi, chiari, ghiacciati quasi, avevano preso ad ardere di un fuoco sconosciuto che si era acceso anche nel suo animo, in concomitanza con la voce di lui; poi, tutto fu il caos.
Non sapeva cosa stesse facendo o come potessero percepirla coloro che la osservavano, sapeva solo che da un momento all'altro il suo corpo aveva smesso di darle retta, di eseguire gli ordini della mente di lei, e aveva preso a saltare, con tutta l'energia che aveva, a tempo di musica, agitando le braccia in aria.
La mente, d'altronde, era ormai completamente fuori controllo, pervasa dallo stesso calore che bruciava dentro ogni fibra del suo essere: si sentiva come se stesse andando in auto-combustione, pur non riuscendo a spiegarsene il motivo; gli occhi, luminosi come due stelle, ardevano tanto da sembrare quasi febbricitanti.
In quel momento Celine non era circondata dal fuoco... lei era il Fuoco.
Saltava, urlava, cantava pur non conoscendo le parole - fortuna che almeno le capiva, avendo studiato numerose lingue diverse - sembrava una fan sfegatata di quel gruppo che, in realtà, lei non aveva mai visto in vita sua; e quando la canzone finì e la francese smise di saltare, il fuoco non cessò di bruciare dentro di lei, facendole pompare sangue ad una velocità impressionante, facendola sentire adrenalinica, esplosiva.

Ehi, per caso tu li conosci? Sono una band famosa dalle tue parti?

Le domandò una ragazza che l'aveva osservata per tutto il tempo, immaginando che solo una risposta positiva potesse giustificare un tale fervore da parte della bella bionda... e grande fu il suo stupore quando, ridendo, Celine scosse il capo e rispose solo:

No... non ho la minima idea di chi siano!

E in fondo, la Sauvage sapeva bene che tutto ciò non aveva alcun senso, alcuna spiegazione: per questo, quando un tizio che non conosceva le mise in mano il pass per il backstage, la bionda non se lo fece ripetere due volte, ringraziandolo con un cenno del capo e avviandosi quasi di corsa dietro il palco; fatti due passi, però, fu costretta a bloccarsi di scatto, e fu solo grazie al suo autocontrollo che riuscì a non emettere un suono.
Per terra, di fronte a lei, una scia di fuoco andava a formare un percorso, come una strada da seguire forse per arrivare proprio al camerino di quell'uomo che le aveva scatenato il fuoco dentro: e fu proprio quel fuoco, albergato nel suo animo, a spingerla a seguire quel cammino rosso intenso, a rassicurarla che non le sarebbe successo nulla dimale.

Se questa la racconto non ci crederà nessuno.

Si disse Celine, decidendo comunque di proseguire mentre il cuore le batteva forte, sempre più forte nel petto, ed il respiro si faceva corto, affannato, come se avesse esposto il suo fisico ad un grande sforzo: giunta davanti al camerino del cantante sconosciuto, per un secondo fissò la maniglia, incerta; voleva davvero sapere? Era davvero pronta ad accettare qualsiasi cosa si fosse trovata davanti?
Scosse il capo e alzò gli occhi al cielo, mandandosi mentalmente a quel paese: era Celine Sauvage, la pazza scatenata, certo che l'avrebbe accettato, sempre e comunque.
E a quel paese ci andò davvero visto che, appena poggiata la mano sulla maniglia, la francese sentì uno strappo all'altezza dell'ombelico, e il suo corpo venne risucchiato in un vortice che la fece scomparire all'istante da lì.


[NAHA]


Fu solo grazie ai suoi Riflessi (13), che riuscì ad atterrare in piedi dopo essere stata quasi "sputata" fuori dalla Passaporta: poggiò i piedi e terra e flesse le gambe, così da avere maggiore stabilità e non cadere in avanti, per poi rimettersi dritta, in posizione eretta, guardandosi intorno con aria incredula.
Ciò che aveva davanti era un tempio shintoista, senza ombra di dubbio, quindi poteva ben supporre in quale stato si trovasse, seppur non fosse ancora a conoscenza della città vera e propria.
Era un paesaggio bellissimo, che Celine si sarebbe volentieri fermata ad ammirare a lungo, se non fosse stato necessario capire perché si trovasse lì e chi ce l'avesse portata: si avvicinò all'entrata del tempio, togliendosi le scarpe in segno di rispetto non solo per la pavimentazione ma anche per il tempio in sé e le tradizioni del Giappone, e ne varcò la soglia, arrivando alla stanza dove un uomo la stava aspettando.
Ed era impossibile non capire chi fosse.

Il mio nome... E' Yamato Kusanagi.

Lo fissò ancora, silenziosa, col petto che si alzava ed abbassava velocemente come dopo una lunga e faticosa corsa: le sembrava di sentire le fiamme bruciarle dentro e al tempo stesso lasciare il suo corpo per tentare di toccare quello dello sconosciuto, anzi no, di Yamato, colui che le doveva delle risposte.
E subito.

... perché mi hai portata qui?
Cosa vuoi da me?
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Messaggioda Yamato » 31/01/2013, 15:40

[tahoma]Quando Celine entrò all'interno del tempio shintoista, la sua espressione incredula appariva quasi docile.
Solitamente il carattere della ragazza era scalmanato, esuberante, pieno di vita e... Focoso.
Adesso invece, si leggeva chiaramente nei suoi occhi il dubbio ma anche la curiosità e l'incapacità di essere sicura di tutto ciò che la circondava.
Yamato la osservò attentamente, sopratutto mentre toglieva le scarpe rimanendo a piedi nudi, in segno di rispetto e riverenza.
Interessante quel modo di fare, ianspettato ma in modo molto positivo.
Bene, a quanto sembrava la ragazza non era così irriverente come gli avevano comunicato i suoi informatori.
Fece un passo avanti, mostrandosi del tutto, con le sue vesti cerimoniali, immersi entrambi in quel paradiso silenzioso.

... perché mi hai portata qui?
Cosa vuoi da me?


Per quanto possa sembrare strano, io non voglio nulla da lei.
Il mio compito è stato solo quello di condurla qui per ordine dell'Equilibrio e della Natura.
Non sono io il mandante di questa chiamata, bensì le fiamme e i fulmini.


Nello stesso momento, seppur all'esterno dell'abitazione fino ad un secondo prima si poteva ammirare un paesaggio fantastico, adesso pareva che l'intero edificio fosse sospeso su una montagna, circondata da un burrone ricoperto di fiamme, con il cielo nero di una notte eterna e saette azzurre e rossastre che squarciavano le nuvole con cattiva veemenza, tempestandole di luci e suoni assordanti.
Non una goccia di pioggia, solo il completo inferno, dal quale però, non si poteva percepire nessuna minaccia, non nel cuore di Yamato, non nel cuore di Celine.
Il Solo prese a camminare, avvicinandosi ulteriormente a lei, fissandola intensamente negli occhi. Ad ogni suoi passo, lasciava un'impronta di fuoco sul tatami che scompariva lentamente poco dopo.
Giunto a distanza di un paio di metri da lei, l'uomo si inginocchiò e sotto le sue gambe apparve un cuscino di quelli classici orientali.
Con un gesto della mano, invitò a fare lo stesso anche la francese, mentre lentamente comparivano due tazze di tè verde caldo di fronte ad ognuno.

Non mi permetterò di girare intorno al discorso a lungo.
Questo mondo come l'intero universo, sono regolati da un equilibrio cosmico, chiamato "Conflux".
Tale Equilibrio sorregge i tre principi classici dell'Acqua, della Terra e del Fuoco.
L'enorme potere di queste energie scaturisce da ogni cosa materiale, aerea o umana.
Non molte persone hanno la fortuna di incarnare in se il potere degli elementi, controllarlo, renderlo vivo.
Tal volta però, gli elementi scelgono i loro testimoni nel mondo, nascendo in loro già al momento della concezione.


Le mani si congiunsero per andare a prendere la tazza di té, l'uomo chiuse gli occhi, concentrandosi.
Ad un certo punto, l'acqua della bevanda prese a bollire velocemente. Yamato era riuscito a riscaldare con la pelle il liquido oltre la creta.
Senza dire nulla, avvicinò le labbra al tè bollente e ne bevve diversi sorsi senza scottarsi o accusare dolori alla lingua o al palato.
Aspirò il profumo e l'essenza, buttando fuori aria rovente ma senza che questo recasse alcun fastidio.
Poi, riaprendo gli occhi, posò nuovamente a terra la tazza e riprese a guardare Celine in modo enigmatico e serio.

Mi dica, signorina...
Si è mai accorta che alcuni incantesimi di alto livello, da qualche tempo non le riescono più molto bene o...
Non le riescono proprio?
[/tahoma]
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Messaggioda Celine » 31/01/2013, 19:14

Per quanto possa sembrare strano, io non voglio nulla da lei.
Il mio compito è stato solo quello di condurla qui per ordine dell'Equilibrio e della Natura.
Non sono io il mandante di questa chiamata, bensì le fiamme e i fulmini.


Cosa?!

Incredula, Celine, di fronte a Yamato: il paesaggio intorno a lei stava cambiando, diventando quasi... inquietante. Non più il verde intorno a loro, non più gli alberi, non più l'acqua che scorreva placidamente dando un senso di pace e di serenità al tempio... ora c'erano le fiamme intorno a loro, un burrone coperto di fuoco che sembrava voler toccare, con le sue fiamme, il cielo ora scuro, buio, illuminato soltanto dai fulmini che squarciavano il silenzio; e per quanto quello spettacolo dovesse, normalmente, incutere timore negli occhi di chi lo osservava, la Sauvage non riusciva a provare alcun senso d'inquietudine, di pericolo, non riusciva a provare il desiderio di scappare, di mettersi in salvo.

Come... com'è possibile?
Dove siamo?


Totalmente sconvolta, non riusciva nemmeno ad imprecare, a bestemmiare come suo solito, come se quel luogo e la presenza di Yamato l'avessero prosciugata di qualsiasi istinto di ribellione solitamente insito in lei: perché non era un semplice mago, o perlomeno Celine non lo concepiva in quel modo; ciò che quell'uomo scatenava in lei, il fuoco che da lui sembrava scaturire sempre, anche in ogni passo che faceva, la lasciava senza fiato e, al tempo stesso, l'avvolgeva facendola sentire bene, protetta, al sicuro. A casa, semplicemente.
E non c'erano spiegazioni logiche per questo, né c'erano magie da lei conosciute che lo giustificassero: forse un illusionista, come Monique? Ma in quel caso, cos'avrebbe mai potuto volere da lei?
Lo osservò avvicinarsi, ma ancora una volta non riuscì a muovere un muscolo, né provò in sé l'istinto di scappare, di allontanarsi: e quando lui si sedette, invitandola a fare lo stesso, la francese lentamente si chinò, finendo seduta su un cuscino morbido e comodo con una tazza di tè davanti.

Non mi permetterò di girare intorno al discorso a lungo.
Questo mondo come l'intero universo, sono regolati da un equilibrio cosmico, chiamato "Conflux".
Tale Equilibrio sorregge i tre principi classici dell'Acqua, della Terra e del Fuoco.
L'enorme potere di queste energie scaturisce da ogni cosa materiale, aerea o umana.
Non molte persone hanno la fortuna di incarnare in se il potere degli elementi, controllarlo, renderlo vivo.
Tal volta però, gli elementi scelgono i loro testimoni nel mondo, nascendo in loro già al momento della concezione.


Non commentò quelle parole, cercando semplicemente di coglierne il senso.
L'equilibrio magico veniva chiamato Conflux, e si basava sui tre elementi principali... Acqua, Terra e Fuoco.
Questi elementi traevano la loro forza da ogni oggetto, animale... o persona.
Non erano tante le persone in grado di possedere un elemento nel proprio animo, e soprattutto di riuscire a controllarlo... ma a volte ciò accadeva, e l'elemento si univa allo spirito della persona in questione presenziando in essa già dal momento della nascita.

Cosa significa tutto questo?

Domandò Celine che, per quanto avesse capito il senso del suo discorso [Intuito (Perspicacia) 20], ancora non aveva chiaro cosa tutto ciò avesse a che fare con lei: insomma, perché le stava raccontando tutte quelle cose? Dove voleva arrivare rivelandole quelle cose?

Mi dica, signorina...
Si è mai accorta che alcuni incantesimi di alto livello, da qualche tempo non le riescono più molto bene o...
Non le riescono proprio?


Quella domanda la colpì con forza, facendola sbiancare un poco: nel suo lavoro non era granché necessaria la bacchetta, le si richiedeva di saper usare la diplomazia e non certo di lanciare Schiantesimi a destra e a manca... ma era pur vero che da quando aveva preso il Diploma non era più stata in grado d'imparare molto; non ne aveva mai parlato con nessuno, solo Monique sapeva che Celine a volte si sentiva stupida, fuori luogo, perché non riusciva a fare determinati incantesimi a differenza della sua migliore amica... perciò come poteva lui, che per la donna era uno sconosciuto, possedere un'informazione del genere?

Sono cose che non la riguardano.
Voglio sapere perché sono qui, e lo voglio sapere ora!


Replicò lei, appena più dura nel tono di voce, dandogli del lei solo per conferire a quella conversazione maggiore distacco e rifiutandosi di toccare il tè che lui le aveva messo davanti: per quanto usare la diplomazia fosse la sua dote principale, in quel momento Celine non aveva alcuna intenzione di sfruttarla.
Voleva delle risposte, voleva capire... e voleva che la cosa avvenisse all'istante.
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Messaggioda Yamato » 31/01/2013, 21:54

[tahoma]Per quanto il suo animo dovesse già sentirsi molto a suo agio, Celine non permise che la tranquillità pervadesse ogni fibra del suo essere.
Incredula di tutto quello spettacolo, costantemente allerta e insicura delle emozioni che provava, continuava a fissarlo timorosa.
Non c'era traccia di turbamento nei suoi occhi ghiacciati e non poteva essere diversamente, visto che lì era come se si trovasse a casa.
Doveva solamente imparare a capirlo, comprenderlo pienamente.
Sarebbe stato un percorso difficile, complesso, nei primi momenti in totale salita, ma molto soddisfacente al suo termine.
Yamato Kusanagi non era un illusionista, eppure le stava mostrando qualcosa di sconvolgente.
Adesso doveva solamente spingere ad amare e farsi cullare da quello lei stava osservando con così tanta perplessità sfuggente.

Sono cose che non la riguardano.
Voglio sapere perché sono qui, e lo voglio sapere ora!


Ha riguardato me come molti altri simili a lei, simili a me, a noi.
Purtroppo la mia domanda si lega indissolubilmente al suo quesito.
Lei è qui proprio perché molti degli incantesimi classici non le riescono.
Lei è qui perché si è accorta in passato di sopportare piacevolmente i bagni molto caldi.
La sua stessa resistenza all'alcol è frutto di un'appartenenza non così comune.


Di improvviso accanto alla tazza della francese apparve anche una boccetta di creta, contenente del liquido dal sapore intenso, altamente alcolico e immensamente caldo, quasi bollente.
Trattasi del sakè, tipica bevanda alcolica giapponese ottenuta dalla fermentazione del riso e del bambù.
Yamato prese quella boccetta, versandone parte del contenuto non solo nella propria tazza, ma anche in quella di Celine, con assoluta cura affinché non venisse sprecata nemmeno una goccia.
Al termine di quell'operazione, la boccetta vuoto iniziò lentamente a squagliarsi e divenire molle, morbida, trasformandosi in una pozza informa che scomparve di seguito senza lasciare alcuna traccia.
Proprio a testimonianza della sicurezza riferita al contenuto della boccetta, Yamato fu il primo a bere di nuovo, fissandola con intensità per cercare di carpirne le emozioni e i pensieri, scolpiti nel fuoco.

L'alcol dispensa calore nel corpo e rende la temperatura delle persone più alta per un periodo di tempo.
Le fiamme e il calore sono suoi amici da sempre, signorina, per questo l'alcol per lei somiglia molto più ad acqua di fonte.
Il suo timore in ogni caso è plausibile, non ha ancora ricevuto una risposta completa ed è giusto che lei sappia finalmente la verità.


Decise per finire del tutto il contenuto della tazza in un solo sorso, mostrando una capacità di assorbimento alcolico anche più alta della sua.
Era anche normale, visto il grande potere di affinità che regnava nel corpo del Sole con il fuoco ed il calore.
Le fiamme nel baratro oltre le porte del tempio cominciarono a diradarsi, lasciando spazio ancora una volta al vecchio paesaggio più morbido e tranquillo, con la sola differenza che adesso gli alberi che si trovavano attorno al grande edificio erano dei ciliegi in fiore.
Di colpo anche il cielo si aprì del tutto, lasciando finalmente lo spazio necessario al sereno e all'azzurro di una bellissima giornata primaverile.
Adesso, ogni cosa all'interno di quel contesto rappresentava, calma, bellezza, candore, gioia e completa distanza dalla realtà di sempre.
C'era un'energia bellissima che accompagnava il vento sibilante, un vento caldo, carico di elettricità sottile che promuoveva piccole scariche di adrenalina, eccitazione, passione, per tutta la pelle e per tutto lo scorrere delle vene del corpo, fino al cuore.

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Io, come molti altri individui provenienti da ogni parte del mondo, facciamo parte di una Famiglia.
Una Famiglia che pone le sue radici e le sue origini nelle fiamme, nei fulmini e nel calore e ardore dello spirito.
Una Confraternita di persone che sfruttano il potere del fuoco e dell'elettricità al posto del classico potere dei maghi.
La nostra magia è arricchita della scintilla rossa e gialla della natura.


Si alzò in piedi, facendo scomparire il cuscino sotto di se, mentre tendeva la mano a Celine fissandola con la stessa serietà con la quale un fratello guarda una sorella e non con quella di un nemico che guarda un avversario segreto.
Se ella avesse infine deciso di rischiare e prendere quella mano per aiutarsi a risalire su e mettersi in piedi come il Sole, di colpo e nuovamente un'intensa scarica di calore, ardore, adrenalina ed energia le avrebbe pervase il corpo e l'anima, in ogni angolo, ogni punto, ogni frangente del suo essere, lasciandola quasi senza fiato.
L'uomo stava alimentando con il suo potere una fiammella rimasta calma e taciturna per troppo tempo.
Solo le sue capacità erano in grado di risvegliarla e visto che l'anima di Celine rispondeva bene, ormai si trovava sulla buona strada.
Con il braccio di improvviso la tirò verso di se in modo che lei potesse toccare con entrambe le mani di colpo il petto di lui, per essere certo che in quell'istante i loro corpi fossero così vicini da poter ardere assieme.
La stava conducenda nel suo fuoco personale, nel suo incendio privato, con la differenza che chiunque tanto vicino ad esso come nemico sarebbe rimasto carbonizzato... Mentre lei stava venendo condotta per mano direttamente da lui.
La fissò a lungo, poi, sussurrò quelle parole con tono caldo, avvolgente, morbido e virile.

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Messaggioda Celine » 01/02/2013, 13:07

Non che le dispiacesse stare in compagnia di un bel ragazzo quando le si presentava l'occasione, ma quella situazione era troppo, troppo strana: Yamato parlava e si comportava in un modo che, per quanto affascinante, sfuggiva alla comprensione di Celine, e lo stesso luogo dove si trovavano sembrava soggetto a cambiare in base alla volontà di lui; un illusionista, dunque?
Ma si ritornava alla domanda precedente, perché contattare lei e non Monique, che era una Maestra in questo campo? Perché era la Sauvage quella seduta all'interno di un tempio shintoista con una tazza di tè verde intatta davanti?
E perché l'uomo sembrava sapere che alcuni Incantesimi di livello più elevato sfuggivano alla capacità della Diplomatica, quando la Vice Preside di Hogwarts era l'unica a cui lei l'aveva detto?

Ha riguardato me come molti altri simili a lei, simili a me, a noi.
Purtroppo la mia domanda si lega indissolubilmente al suo quesito.
Lei è qui proprio perché molti degli incantesimi classici non le riescono.
Lei è qui perché si è accorta in passato di sopportare piacevolmente i bagni molto caldi.
La sua stessa resistenza all'alcol è frutto di un'appartenenza non così comune.


Ma andiamo, reggo bene l'alcol solo perché lo bevo da anni!

Replicò la francese con scetticismo, seppur una piccola parte dentro di sé stesse suo malgrado riflettendo sulle parole di lui: effettivamente lei beveva davvero, davvero tanto, eppure il suo corpo sembrava non risentirne minimamente; altri, con la sua stessa quantità d'alcol in circolo, probabilmente sarebbero già morti per danni al fegato, mentre Celine si sentiva bene e non accusava alcun tipo di dolore o di disagio.
Possibile che fosse davvero tutto collegato? Che anche una cosa così semplice come il piacere provato nel bere senza alcun problema un super alcolico fosse dovuto a qualcosa di più importante?
Osservò ancora i suoi movimenti, studiandoli con sguardo ben poco discreto: non le importava fargli comprendere che lo stava analizzando con ogni fibra del proprio essere pronta a difendersi, quello non era un gioco di strategia e Celine doveva essere pronta a tutto; ed è inutile dire che, per quanto quel sakè fosse invitante - e cercando di non concentrarsi su come la boccetta si fosse squagliata prima di scomparire - la Sauvage si rifiutò di berlo, nonostante lui l'avesse fatto, forse per dimostrarle che era sakè puro e semplice e nulla di più. Già, ma che sicurezza aveva che non fosse stato il tè quello corretto?

L'alcol dispensa calore nel corpo e rende la temperatura delle persone più alta per un periodo di tempo.
Le fiamme e il calore sono suoi amici da sempre, signorina, per questo l'alcol per lei somiglia molto più ad acqua di fonte.


Mi ha davvero portata qui per farmi una lezione sull'alcol?

Commentò Celine con lo sguardo fisso su Yamato, una sfumatura d'impazienza nella voce: voleva delle risposte e l'uomo sembrava voler tergiversare ancora prima di fornirgliele, una situazione che alla francese piaceva sempre di meno e la cui impazienza, forse, raggiunse anche colui che aveva di fronte, tanto da spingerlo ad arrivare al dunque.

Il suo timore in ogni caso è plausibile, non ha ancora ricevuto una risposta completa ed è giusto che lei sappia finalmente la verità.

Appena Yamato pronunciò quelle parole, il paesaggio inquietante che li circondava lasciò il posto ad un ambiente nuovamente sereno, calmo, bello: le fiamme scomparvero e il tempio tornò circondato dal verde, anzi dal rosa, visto che gli alberi intorno a loro erano diventati dei ciliegi in fiore... uno spettacolo che lasciò Celine senza fiato per un istante, poiché per quanto non si sarebbe facilmente detto guardandola, paesaggi come quello le toccavano il cuore, facendole percepire con ancor più nitidezza quelle piccole scariche elettriche che la circondavano senza però farle del male, accarezzando dolcemente il suo corpo ed il suo spirito.

Io, come molti altri individui provenienti da ogni parte del mondo, facciamo parte di una Famiglia.
Una Famiglia che pone le sue radici e le sue origini nelle fiamme, nei fulmini e nel calore e ardore dello spirito.
Una Confraternita di persone che sfruttano il potere del fuoco e dell'elettricità al posto del classico potere dei maghi.
La nostra magia è arricchita della scintilla rossa e gialla della natura.


Una Famiglia.
Una Confraternita.
Un gruppo di persone legate al fuoco, che forse come lei provavano difficoltà nel padroneggiare gli incantesimi classici perché... ne conoscevano di altri?
Incantesimi legati... al Fuoco?
Lo osservò alzarsi, silente, e quando le tese la mano rimase per un secondo incerta, soppesandola con lo sguardo: certo, nei suoi occhi non leggeva la volontà di farle del male, ma che certezze aveva che lui non fosse solo un ottimo attore?
Sospirò appena, socchiudendo gli occhi e sperando di non pentirsi della scelta fatta, prima di allungare la mano e stringere così la sua: nell'esatto momento in cui quel contatto avvenne, Celine avvertì di nuovo quella scossa di energia, di calore, che esplose dentro di lei facendole arrossire di botto le guance diafane, accendendo il suo sguardo, facendola rimanere senza fiato.
E forse fu proprio per questo che, quando Yamato, l'attirò a sé, la Sauvage non riuscì ad opporsi a quel gesto: si sbilanciò in avanti, poggiando così le mani sul petto di lui, e fu il caos; tutto era rosso, intorno a lei, le fiamme sembravano avvolgerla, bruciarla, eppure quel calore non faceva male, anzi, era unico, meraviglioso, quasi eccitante.
Col cuore che le batteva a mille nel petto e il fiato corto, come dopo una corsa lunghissima, la bionda francesina alzò gli occhi su di lui, come a cercare delle risposte sul suo viso per l'ennesima volta, ed il sussurro che ne conseguì le fece avvertire scariche di elettricità... ovunque.

Noi siamo la Gilda Ignis.
E Tu fai parte di Noi.


... Ignis?

Chiese di rimando Celine in un filo di voce roca, incapace di scostarsi, di recuperare un minimo di controllo: Yamato era come... magnetico [Carisma (Fascino): 35], e il fuoco che li avvolgeva entrambi, che li stava mandando in auto-combustione, le rendeva impossibile una qualsiasi riflessione a mente lucida.

Io non... non credo di capire...
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Messaggioda Yamato » 03/02/2013, 23:09

[tahoma]Un turbinio di emozioni e una coltre densa di calore e sangue, pompato così velocemente da far sembrare il cuore quasi fermo, tanto veloce.
La ragazza e il Sole si trovavano lì, uno di fronte all'altra, con quelle spiegazioni poste in atto che apparivano così assurde, così fuori da ogni logica possibile e immaginabile. Eppure Yamato non stava scherzando, i suoi occhi non facevano che esprimere verità e puro realismo.
Il suo corpo emanava un'aura di caldo e avvolgente tepore che nessuno con un poco di fuoco nell'anima avrebber potuto trovare non invitante.
Evidentemente fu proprio quelle la sensazione che Celine Sauvage provò quando il suo corpo si posò plancidamente e improvvisamente su quello dell'uomo dal tipico stampo orientale.
Gli occhi di lei gridavano in preda al panico, alla ricerca di risposte che aveva già avuto e alle quali si faceva fatica a credere, ma forse non era solo quello il problema, forse non era solo quello il motivo di tanto smarrimento nel suo sguardo.
Proseguiva a fissarlo e più andava avanti e meno capiva qualcosa, meno le nebbie intorno alla sua mente andavano diradandosi.
Yamato la guardò con intensità, mentre lei si scostava una ciocca di capelli, si inumidiva le labbra, adesso quasi invitanti per il Sole, e provava a parlare ancora, esponendo domande confuse, pensieri resi fiochi dalla pelle bollente e attraente del musicista.

... Ignis?

Il viso spaesato della ragazza apapriva così niveo, attraente e sperduto da far desiderare all'uomo di toccarlo.
La mano di Yamato si mosse, andando a sfiorare con le dita la superficie della guancia destra di lei, sussurrandole uno "ssshh" come si fa ai piccoli per farli smettere di parlare, per tranquillizzarli sul fatto che andava tutto bene e non c'era niente da temere.
Gli era capitato altre volte di trovarsi di fronte a persone incredule, travolte così tanto dal fuoco da rimanerne inizialmente soffocate.
Con l'Acqua o con la Terra era differente, l'approccio era più calmo, graduale, come i rispettivi elementi, purtroppo invece il fuoco era impetuoso, inceneritore di emozioni e creatore di altre, come nelle maggiori filosofie legate ad esso, che lo vedevano come divenire continuo, colui che si cibava di materia per trasformarla e renderla nulla, il passaggio dallo stato solido a quello gassoso.
I petali di ciliegio, trasportato dalla brezza di un vento leggerissimo, si insinuarono nella grande stanza del tempio, avvolgendo con il loro roseo profumo entrambi i presenti, adesso così vicini da ardere all'unisono, un Sole e la sua Scintilla.

Io non... non credo di capire...

Sshhh...

Ancora una volta quel verso, mentre la mano proseguiva in quella carezza velata e gli occhi dell'uomo affondavano in quelli di lei ghiacciati.
Un ghiaccio simile per quanto chiaro e lucido, mostrava al suo interno l'incredibile forze e massiccia potenza delle fiamme e dei fulmini.
In mezzo alle iridi celestine, una coltre di nubi, un fragore di tuoni gialli e dorati, ed un'infinità di lingue fiammeggianti in tormento.
Ella nascondeva in se un'energia davvero incredibile, tenuta a bada per tutto quel tempo come se dovesse essere imbrigliata, imbrogliata.
Nessun imbriglio, nessun imbroglio, adesso lui la stava liberando, la voleva liberare ad ogni costo, ella sarebbe stato il vulcano che alla Gilda Ignis mancava da tempo, finalmente giovane, finalmente pieno di energie e finalmente ricco di talento.
le dita che sfioravano la guancia si spostarono gradualmente, fino a che il dito indice non si posò sulle labbra della ragazza, ad indicarle di non parlare ancora, che non c'era bisogno di promuovere ancora domande inutili, pensieri senza senso.
Il fuoco non andava compreso, capito, andava solo ammirato, reso parte di se, avvolto con le mani e attirato dentro la propria anima.

Non dire nulla, lascia che io ti mostri cosa significa avere il fuoco dentro di noi.
Lascia che io ti riveli il tuo mistero più grande e affascinante.
Lascia che io ti renda partecipe del tuo destino!


Questa volta non più un "lei", ma un "tu", con quella affinità creatasi in quel luogo e al momento a dir poco perfetta.
Se ella avesse accettato, annuendo anche solo semplicemente con il capo, Yamato avrebbe scostato il dito dalle labbra di Celine avvicinando le sue e terminando l'atto con un bacio improvviso e incalcolato, ricco di dolcezza e allo stesso tempo di passione lacerante e galoppante.
Le labbra dell'uomo su quelle della francese sarebbero apparse come infuocate, ardenti di desiderio, caos e delizia, come quando si assaggia per la prima volta il dolce più buono, accompagnato da una nota di zucchero flambè.
Mani che si posarono sulle spalle della ragazza, trattenendola, in modo che le gambe non cedessero a quell'incredibile afflusso di potenza direttamente dalla gola fino al cuore, dal cuore fino allo spirito, dallo spirito fino a tutto il corpo.
Se lei avesse permesso ancora più intrusione da parte dell'uomo, le labbra, schiudendosi, avrebbero fatto impossessare la lingua di Yamato di quella della bionda scalmanata e selvaggia, attorcigliandosi con lei, mescolando saliva e fiamme, passione e malizia.
In fondo se le punte calde del falò venivano chiamate "lingue di fuoco" un motivo doveva esserci, giusto?
Di sicuro quel metodo non era troppo necessario affinché lei scoprisse la sua appartenenza, in un certo senso il Sole stava approfittando della situazione, trovatosi davanti una creatura così affascinante e bella, ma comunque, un tale gesto ed un tale fuoco mandato direttamente a lei tramite un bacio, un contatto fisico così stretto e così incredibilmente intimo, avrebbe permesso a lei di percepire nell'anima non più una semplice scintilla, ma qualcosa di molto... Molto più grande.
Esattamente.
Yamato le aveva fatto saltare non una ma ben due tappe, portandola automaticamente al grado di "Fiamma".

Immagine

Il Sole, dopo circa una decina di minuti, facendosi di qualche centimentro indietro, l'avrebbe nuovamente resa libera di respirare con la bocca e non più con il naso, proseguendo a fissarla intensamente, adesso curioso di comprendere lo stato d'animo della ragazza e adesso le sue sensazioni, adesso che dentro di se non albergava più un semplice accenno di calore ma qualcosa che diverse persone avevano coltivato per anni prima di ottenerla.
In fondo, la grandezza e l'importanza di essere definito il Sole, stava anche in manifestazioni simili.

... Come si sente?[/tahoma]
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Messaggioda Celine » 05/02/2013, 11:40

Non riusciva più a parlare, a capire: appoggiata al Sole tutto sembrava aver perso d'importanza, di consistenza, al punto che lei stessa faticava a ricordarsi chi fosse e perché fosse lì. Il Fuoco ardeva ovunque intorno a lei, con una forza tale da lasciarla senza fiato.
E Celine, appoggiata a Yamato, non poteva fare a meno di chiedersi che senso avessero le parole da lui pronunciate, che cosa comportassero per lei: Ignis... una parola che forse aveva già sentito da qualche parte come una delle tante leggende del mondo magico, eppure sembrava che non fosse poi così leggendaria la sua esistenza; la Gilda del Fuoco e dell'Elettricità, dominata dal rosso del Sole e del giallo dei fulmini... esisteva veramente?
Lo fissava, confusa, cercando risposte alle mille domande che le riempivano la mente: e lui la guardava, continuando a sostenerla, accarezzandole lievemente il viso con quel tocco infuocato che, per quanto estraneo, la francese sentiva di amare, di bramare... ovunque.
I polpastrelli caldi dell'uomo che le sfiorarono le labbra furono come una scossa enorme giù per la schiena, e la Sauvage ringraziò che l'altro la stesse tenendo, altrimenti sarebbe con tutta probabilità finita a terra come un sacco di patate.

Non dire nulla, lascia che io ti mostri cosa significa avere il fuoco dentro di noi.
Lascia che io ti riveli il tuo mistero più grande e affascinante.
Lascia che io ti renda partecipe del tuo destino!


Non sapeva cosa questo volesse dire, non capiva quali implicazioni ci fossero dietro quelle parole, sapeva solo che ormai era in ballo, e che voleva arrivare fino alla fine: per questo, non riuscendo a parlare, si limitò semplicemente ad un lieve cenno di assenso, sperando che l'altro lo prendesse come tale.
Quello che successe poco dopo fu qualcosa d'inconcepibile per Celine, qualcosa di sbagliato probabilmente a cui lei non riuscì a sottrarsi: le labbra di fuoco del Sole incontrarono le sue in un contatto appassionato, bollente, carico di elettricità; la sua bocca era buona, invitante, ma la donna sembrava quasi non rendersene conto, come se fosse fuori da ogni universo di comprensione. Sapeva solo che le labbra rispondevano autonomamente a quel bacio, senza chiedersi se fosse giusto o sbagliato ma semplicemente accogliendolo, coltivandolo; e quando la lingua di lui andrò a stuzzicare quella della bionda, neanche allora riuscì a sottrarsi a quel contatto ma anzi, aggrappandosi più forte a lui, lo cercò a sua volta, con sospiri infuocati che sfuggivano al suo controllo.
Gli occhi erano chiusi, e nulla riusciva a vedere Celine da dietro le palpebre chiuse se non il rosso che la circondava, che le sembrava circondare entrambi; ed era mentre quel bacio appassionato aveva luogo, che qualcosa esplose letteralmente nel suo stomaco.


Immagine


Un'esplosione di Fuoco, che liberò ciò che nel suo animo era imprigionato da troppo tempo: quell'Elemento forte, istintivo, aggressivo a volte, che la rendeva degna di far parte della Gilda Ignis; in quel momento, Celine si sentì avvolgere davvero dalle fiamme, si sentì incendiare, e quando quel bacio finì e gli occhi tornarono ad aprirsi, per un secondo il ghiaccio del suo sguardo sembrò tingersi di un rosso rubino, per poi tornare normale.

... Come si sente?

Celine non rispose subito a quella domanda, scostandosi di un paio di passi da lui prima, per portare i capelli all'indietro, gli occhi ora socchiusi come a voler raccogliere le idee.

... lo sento - mormorò, riaprendo gli occhi per posarli sul volto di lui - Sento il Fuoco, dentro di me. E' come un abbraccio caldo che mi pervade l'anima.

Lo sentiva davvero, per quanto facesse fatica a crederci, e questo le portava alla mente migliaia di domande diverse da potergli porre per capire qualcosa a cui ancora stentava a credere.

Cosa... cosa succederà ora?
Questo mio essere una... una Ignis... cosa vuol dire?
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Messaggioda Yamato » 07/03/2013, 0:25

[tahoma]Immagine

Rimase a fissarla per lunghi, interminabili secondi.
E' sconvolta, stravolta all'interno, in fiamme, letteralmente a fuoco.
Quello non fu soltanto un bacio ma le autentiche porte che l'avrebbero potuta condurre nella sua vera casa.
La casa del calore, della passione, dell'istinto, della potenza, della vita.
Non ci furono sorrisi, non inizialmente, da parte sua.
Gli occhi di Celine splendevano di una nuova luce, una nuova energia.
Nessuno avrebbe potuto dire che ella non fosse un'autentica ragazza bellissima e incredibile.
Le sue forme sensuali, il suo tono delicato o volgare a piacimento, la sua praticità nelle emozioni.
Ogni cosa di lei faceva pensare ad un mix esplosivo di carattere e perdizione.
Non c'erano dubbi, gli piaceva, ed anche molto, ma non sarebbe mai giunto a conclusioni affrettate, lui, il Sole.

... lo sento.
Sento il Fuoco, dentro di me.
E' come un abbraccio caldo che mi pervade l'anima.


E questo è soltanto l'inizio.

Cosa... cosa succederà ora?
Questo mio essere una... una Ignis... cosa vuol dire?


Non rispose per il momento, si limitò a fissarla più attentamente, cogliendo quei dubbi in lei come pesi incredibili.
I macigni della realtà che presto sarebbero stati sollevati grazie al suo aiuto, al momento andavano prima osservati con calma, per non rischiare.
Il rischio più semplice era di spaventarla, farle paura, impressionarla così tanto che il lavoro, il grande esito scaturito da quel bacio ne sarebbe valso come vano e inutile, e Yamato sapeva bene che non avrebbe potuto con così poco tempo a disposizione, ricaricare di energia il proprio corpo per conferirla alla francese.
Per questo posò le mani sulle spalle della ragazza, invitandola a sedersi di nuovo, esattamente come avevano fatto prima, mentre qualche petalo di ciliegio entrava nella stanza profumandola dolcemente.
Fece lo stesso anche lui, dandole segno poi di bere ancora una volta il suo té bollente, la avrebbe aiutata a rilassare la mente e i muscoli.
In quel preciso istante, mentre la vedeva seduta, intenta a fissarlo forse ancora un poco timorosa e diffidente, percepì il fuoco in lui richiamare quello di lei, come una calamita invisibile e terribile.
Al momento era la carne a chiedere il suo riscatto, ma davvero terminava tutto lì?

Immagine

Forse no.

Quello che accadrà adesso dipende solo da te.
La nostra Gilda è nata per preservare l'Equilibrio naturale del Fuoco nel mondo.
L'incapacità tua di non saper gestire bene alcuni incantesimi è perché la magia in te risponde al richiamo delle fiamme.
Puoi scegliere se proseguire sulla nostra via o rinunciarvi del tutto.
Certo, non sarai mai completa del tutto, non abbracciando le fiamme o i fulmini, ma nessuno ti obbliga nella decisione.


Una cosa per volta, non poteva desiderarla, non poteva anelare al suo corpo o al fuoco in lei senza prima sapere cosa avrebbe mai fatto.
Celine aveva la possibilità di decidere, di poter proseguire la sua vita come aveva sempre fatto, come le era stato indotto fin da piccola.
Nessuno della famiglia della francese diplomatica era mai stato un Ignis, ma non era una qualità soltanto genetica, non sempre.
Lei era la prima della sua stirpe e molti membri della gilda l'avrebbero apprezzata davvero, per l'autenticità del suo potere.
Autentica, unica forse, dotata di una fortuna che non capitava certo tutti i giorni.
Sbatté le palpebre lentamente, quasi al rallentatore. Lei, tentatrice.
In risposta il Sole prese ad ardere con maggiore forza, maggiore calore, avrebbe potuto bruciare ogni cosa lì intorno, tutto questo pur di poter bruciare con lei, e non era sicuro che lei quella sensazione non la stesse percependo in prima persona.

Molte risposte ti verrebbero date nel caso accettassi il tuo percorso con Me... Con Noi.
Purtroppo essendo il nostro un segreto, non possiamo rivelare molto di più a coloro che ancora non hanno preso una posizione.
L'unica cosa che posso assicurarti... E' che tu fai parte di un insieme ed una realtà più grande della stessa magia.
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Messaggioda Celine » 07/03/2013, 13:19

E lo sentiva davvero, quell'abbraccio bollente che la pervadeva tutta, non poteva certo sbagliarsi nel percepirlo: un Fuoco dentro ed intorno a lei, lingue calde che le accarezzavano la pelle, la mente, lo spirito, provocando piccoli brividi di piacere per tutto il corpo che riuscivano anche a confonderla, intensi per quanto leggeri, come lievi carezze rosse.
Percepì il Fuoco innalzarsi non appena Yamato le ebbe posato le mani sulle spalle, come se quelle lingue bollenti di lei tentassero di avvolgere quelle di lui che, a differenza sua, sarebbero state capaci di ustionare qualsiasi cosa, ma non Celine, non lei.
Si sedette, le gambe appena tremanti, scostandosi i capelli dal viso per portarseli dietro l'orecchio, quella treccia che ormai si era sciolta lasciando spazio solo alla cascata bionda e ribelle della "Selvaggia"; e prese per la prima volta il suo tè, portandoselo alle labbra per berne un sorso, sorprendendosi di quanto le piacesse quel sapore così forte, caldo, proprio come caldo risultava essere ora il suo corpo. Si accarezzò le labbra con la lingua, lentamente, come a voler raccogliere fino all'ultima goccia di quel liquido scuro e così piacevole per lei, in un gesto sensuale senza nemmeno essere fatto apposta; e subito dopo alzò gli occhi su di lui, in attesa che parlasse, che le spiegasse non tanto cosa fosse diventata - o meglio, cos'era sempre stata senza saperlo - ma cosa questo comportasse.

Quello che accadrà adesso dipende solo da te.
La nostra Gilda è nata per preservare l'Equilibrio naturale del Fuoco nel mondo.
L'incapacità tua di non saper gestire bene alcuni incantesimi è perché la magia in te risponde al richiamo delle fiamme.
Puoi scegliere se proseguire sulla nostra via o rinunciarvi del tutto.
Certo, non sarai mai completa del tutto, non abbracciando le fiamme o i fulmini, ma nessuno ti obbliga nella decisione.


Scegliere.
Una scelta tra la possibilità di abbracciare quel Fuoco e scappare da esso, rifiutandolo.
Le sembrava quasi assurdo, ora, poter volutamente decidere di abbandonare quell'Elemento che la pervadeva, scaldandole corpo ed anima... soprattutto perché le sembrava di percepire quello di lui che, tentatore silenzioso e bollente, la chiamava, la incitava ad abbracciarlo, ad abbandonarsi a quel piacere caldo che solo il Sole poteva darle.
E non riusciva, la francese, non riusciva proprio a capire se fosse giusto o sbagliato percepire certe sensazioni o meno, se fosse qualcosa che avrebbe dovuto evitare o per cui sentirsi in colpa.
Fu per questo che, probabilmente, non disse nulla sul momento, lasciando a Yamato la possibilità di parlare ancora.

Molte risposte ti verrebbero date nel caso accettassi il tuo percorso con Me... Con Noi.
Purtroppo essendo il nostro un segreto, non possiamo rivelare molto di più a coloro che ancora non hanno preso una posizione.
L'unica cosa che posso assicurarti... E' che tu fai parte di un insieme ed una realtà più grande della stessa magia.


Se accettassi... dovrei lasciare il mio lavoro?
Dovrei rinunciare alla mia vita, alle... persone che amo?


Una domanda legittima, la prima di tante che vorticavano nella mente di Celine, la prima a cui la Diplomatica sentiva di aver bisogno di una risposta: cosa comportava essere una Ignis? Quali sacrifici richiedeva seguire la via del Fuoco?
Era ovvio che da questo dipendesse molto la sua scelta, per quanto...

... non posso abbandonare quello che sento dentro di me... - sussurrò, una mano che si andava a posare sul cuore, sulla pelle nuda, accarezzandola appena all'altezza del muscolo involontario per eccellenza, mentre l'altra correva tra i capelli, per spostarseli all'indietro e tenerli fermi, scoprendo così la parte destra del viso - E' un calore troppo piacevole per poterci rinunciare...
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