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Messaggioda Alexis » 19/01/2014, 18:54

Non avrebbe mai e poi mai pensato di potersi ritrovare in una situazione del genere: era andata fuori dal Villaggio Acuan, in quella zona solitaria e silenziosa, per stare un po' con se stessa, per raccogliere i pensieri, o forse più semplicemente per potersi sfogare senza sentire lo sguardo di qualcuno addosso, leggere la pena e la compassione nei suoi occhi.
L'aver incontrato Jeremiah era stata una sorpresa, ma non per forza negativa: al contrario, si era trovata bene a parlare con lui, forse perché, secondo ciò che sapeva l'ex Delfina, potevano condividere il dolore per un'esperienza comune; oltre a questo, l'Acqua era dentro di lei così come in lui, Elemento gemello l'uno dell'altra che non faceva altro che aumentare la sintonia provata dalla giovane Ricercatrice per il Confratello, conosciuto fino a quel momento come semplice collega di lavoro e solo in quella sede visto come qualcosa di più, come un amico o qualcuno su cui appoggiarsi quando si era in difficoltà.
Tutto bene insomma, tutto positivo... almeno fino a che il Ghiacciaio non si era frantumato e loro non erano finiti in acqua, col ragazzo parzialmente ferito ed un suono inquietante provenire dal fondo del Lago nel quale erano immersi: ci avevano riflettuto insieme, vagliando le diverse possibilità, ma la curiosità di capire cosa nascondessero quelle acque limpide li aveva alla fine convinti a scendere, immergendosi dopo aver effettuato due incanti Testabolla sui loro volti.
E così, ecco che ora Alexis Parker si era ritrovata a poca distanza da un Dragone d'Acqua, una creatura gigantesca sotto di loro che era, ora lo capiva perfettamente, anche la causa dei rumori che aveva sentito una volta tuffatasi nel lago per evitare le scaglie di ghiaccio; la visione di quella creatura le aveva strappato un'imprecazione, che Jeremiah aveva corretto con una decisamente più colorita e, di sicuro, molto più adatta alla situazione che stavano vivendo.

Credo che sia meglio dire "Per le mutande di Merlino!"

Scosse il capo, incapace di formulare una qualsiasi frase di senso compiuto: era un Dragone d'Acqua, quella bestia pazzesca era seriamente di fronte ai loro occhi in tutta la sua maestosità... come avrebbe mai potuto immaginare che una cosa del genere le capitasse davvero?
Non aveva tempo, però, di pensare a quanto fosse fortunata, perché la sua attenzione fu subito attirata da una spina di colore viola conficcata nella schiena del Dragone, e che al 100% - perché per lei non poteva essere diversamente - era la causa di tutto il dolore da lui provato, un particolare che si affrettò a condividere con Jeremiah, anche lui focalizzato su si esso.

Sembra?!
Ti assicuro che io non sono al settimo cielo sentendo il ghiaccio maciullare la mia pelle.


Oh... - mormorò Alexis, voltandosi di scatto verso di lui - Scusami, è solo che...

Non concluse la frase, scuotendo il capo come se non fosse importante: avrebbe voluto spiegare al Confratello che aveva usato il termine "sembrare" perché c'erano note di sofferenza in quei versi, sfumature che la ragazza pensava
[Intuito (Perspicacia) 23] potessero indicare che più che rabbia, il Dragone provava un grande dolore e una frustrazione nel non sapere come risolvere da solo la cosa, ma non disse nulla perché, in fondo, non era assolutamente importante; ciò che Alexis voleva, invece, era riuscire ad aiutare la creatura, e probabilmente l'unico modo per farlo era agire.
Per questo chiese a Jeremiah se se la sentisse di provare ad estrarre la spina dalla schiena del Dragone: dopotutto lui era una Guardia MediMagica, quindi tra i due era sicuramente più preparato della Consorella per un'operazione del genere; lei, dal canto suo, avrebbe cercato di distrarre la bestia di modo che non si voltasse contro il ragazzo, sperando ovviamente di non rimetterci la pelle.

Rischiamo da entrambe le parti: lasciarlo qui significherebbe rischiare che muoia; rimanere significherebbe rischiare che moriamo noi.
Sì, dovremmo fare come hai detto tu.
E cerca di ingegnarti in qualcosa che possa distrarlo abbastanza...
Sai, non voglio finire in pasto ad un dragone d'acqua!


Nemmeno io ci tengo molto, in effetti!

Esclamò Alexis, appena più pallida in volto e coi lineamenti tesi perché, insomma, non è che si ritrovasse ad affrontare una creatura del genere un giorno sì e l'altro no... al contrario, non credeva nemmeno che ne avrebbe mai vista una dal vivo in tutta la sua vita.
Ed ora non solo ce l'aveva di fronte, ma doveva pure distrarla come possibile: sentiva il cuore batterle come una furia nel petto, la le labbra secche e la salivazione azzerata; se fosse stata all'aria aperta, probabilmente, un velo di sudore avrebbe ricoperto la sua fronte mentre stringeva con le dita della mano destra la bacchetta, imponendosi una respirazione regolare che favorisse la sua concentrazione.
Vide Jeremiah concentrarsi e scomparire dal suo campo visivo, riapparendo - lei dall'alto poteva vederlo perfettamente - alle spalle del Dragone, più o meno all'altezza della zona della schiena dove si trovava la spina: nello stesso momento, la creatura si volse verso di lei, individuandola, e spalancò la bocca in quella direzione.
Non appena lo vide inglobare una quantità piuttosto consistente d'acqua, Alexis capì
[Intuito (Perspicacia) 23] che di lì a poco sarebbe stato pronto per colpirla: per questo cercò come poteva di prepararsi ad evitare il colpo, flettendo le gambe ed avvicinandole al petto di modo che, all'occorrenza, potesse darsi con esse lo slancio necessario ad evitare l'attacco nemico. Ed infatti, poco dopo, un vortice d'acqua tentò di abbattersi contro il suo corpo, un colpo molto forte che, essendosi preparata prima, l'ex Delfina riuscì fortunatamente [Riflessi 12 + 16/d20 - 3 Malus = 25] ad evitare, dandosi la spinta con le gambe per tuffarsi - o nuotare in questo caso - lateralmente, sulla sinistra, ed uscirne così indenne.

Per un pelo!

Pensò l'Acuan, portandosi la mano sinistra al petto quasi temesse che dopo quei secondi di paura il cuore potesse uscirle dal petto: deglutì a vuoto e s'impose
[Concentrazione 14] di rimanere lucida, perché di farsi prendere dal panico non poteva proprio permetterselo.
Doveva cercare di distrarre il Dragone senza però ferirlo né indisporlo ulteriormente... già, ma come fare? Fu la sua mente a venirle in aiuto in quel momento, facendole ricordare
[Elaborazione 18] un incantesimo appreso proprio in Gilda che probabilmente avrebbe fatto al caso suo.
Alzò il braccio destro, quello della mano che teneva la bacchetta, e puntandola contro il Dragone fece un quarto di giro in senso orario e un giro intero in senso anti-orario col polso, schiudendo le labbra per pronunciare chiaramente la formula:

Minor Acuae!!


Minor Acuae

Difficoltà: Ruscello
Tipo: Incantesimo di Guarigione Acuan
Descrizione: Restituisce 21 PS a sé stessi o ad un soggetto
Genere: Supporto
Danno: //


Con quell'incantesimo sperava di far capire al Dragone d'Acqua che non voleva essergli ostile, e che il suo intento era semplicemente quello di aiutarlo a liberarsi dal dolore dandogli un po' di sollievo: la sua indole, d'altronde [Allineamento Sistematico/Positivo], le aveva reso difficile comportarsi in modo diverso, e c'era solo da sperare che la creatura lo capisse.
Dalla punta del suo catalizzatore
[Cap. Magica 12 + 10/d20 = 22] scaturì dunque una scia azzurro chiaro che prese velocemente direzione verso il Dragone per, se il colpo fosse andato a segno, avvolgerlo e donargli un po' più di energie: una richiesta di pace quasi, quella dell'ex Delfina, che fissava ora la scena col cuore in gola e la speranza che tutta quella storia finisse bene.
Per sé, per Jeremiah, e per il Dragone.
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Messaggioda Jeremiah » 23/01/2014, 22:53

Jeremiah non aveva mai tentato di Smaterializzarsi sott'acqua, ma aveva ipotizzato che fosse più complicato, per una questione di concentrazione e di spazio che erano inferiori rispetto in superficie: mentre si Smaterializzava fu come essere risucchiato da un mulinello improvviso, generatosi in profondità, tuttavia si sforzò di mantenere la calma e di vedere con chiarezza l'obiettivo della sua azione.
Quando ricomparve alle spalle del dragone cercò di non muoversi rimase un momento compiaciuto del risultato ottenuto [Concentrazione/12 + d20/12 - Malus/2 = 22], poi si ricompose, sforzandosi di allontanare gli auto-complimenti che si rivolse mentalmente. Non si mosse dal punto esatto in cui era ricomparso: voleva evitare movimenti che avrebbero potuto generare fragore e celare così la sua presenza al drago d'acqua. Ora che gli era dietro poté ammirare il dorso del corpo, pieno di pieghe e rientranze dove i muscoli della creatura erano contratti, evidenziando quanto fossero forti e sviluppati.
Era come un topolino finito nelle grinfie di un gatto affamato; non era assicurato che il drago fosse affamato, però non era da escludere che con loro non avrebbe imbandito un bel banchetto.
Perché quei pensieri così strambi e assurdi gli salivano al cervello proprio nei momenti più critici? Forse perché era difficile tenere a freno l'adrenalina e l'irrequietezza dinnanzi una fonte di pericolo così grave: era il suo modo di sfogare la tensione, perlomeno non si mangiava le sue preziose unghie (aveva notato che alcuni Babbani lo facevano quando erano pieni d'ansia).
La schiena del drago andava stringendosi lungo la coda, quest'ultima dotata di una specie di membrana che riprendeva quella delle grandi ali: l'attaccatura delle ali era in corrispondenza della base del capo dotato di due grandi corni affilati: era pieno di armi letali.
Quando guardò le corna la sua attenzione fu distolta dalla spina che ora riusciva a vedere più attentamente: Jeremiah fu avvolto da un senso di pena provando ad immaginare il dolore che potesse provare, dopotutto non gli era difficile ripensando a quelle schegge di ghiaccio che gli erano penetrare nella spalla.

Ahi ahi... Brutta storia amico mio!

Fece una smorfia, pensando ad un modo per estrarla nella maniera che potesse provocargli meno dolore possibile: la sua professionalità [Elaborazione = 16] gli suggeriva di liberarlo da quella scheggia seguendo la stessa direzione con la quale gli si era conficcata dentro la pelle: soprattutto l'operazione doveva avvenire in maniera silenziosa e veloce, altrimenti il drago lo avrebbe avvertito e lo avrebbe allontanato dalla ferita per il dolore.
Jeremiah sapeva bene cosa sarebbe successo dopo che l'avrebbe liberato da quella cosa: il drago, con un comportamento impulsivo tipico della propria specie, si sarebbe arrabbiato e aizzato contro di loro e affrontarlo con le buone sarebbe divenuto difficile: Jeremiah temeva doverlo ferire per mettere in salvo la sua vita e quella di Alexis, ma sapeva che quell'ipotesi si sarebbe resa necessaria in caso le cose si fossero messe male per loro.
Inoltre, una volta che li avrebbe attaccati, sarebbe stato difficile risalire in superficie per fuggire, poiché non si sarebbe mai mossi abbastanza velocemente.
Cominciò a mordersi il labbro: era un'abitudine quella lì; gli succedeva sempre quando non riusciva a trovare una soluzione tempestiva e adatta. Non sopportava poi quando, a contatto con il freddo, il labbro gli si spaccava. Inoltre per certe cose così di poco conto non si adoperava con la magia per risanarle, per cui il bruciore a volte persisteva per settimane, in quanto non riusciva a resistere alla tentazione di leccarsi il muso (la saliva contiene degli enzimi con una funzione acida, motivo per il quale il cibo diviene pastoso una volta a contatto con la lingua).
La sua quiete fu interrotta da un attacco improvviso: il drago aveva puntato Alexis ed aveva aperto la bocca, in una sorta di inspirazione, per poi riaprirla, generando un vortice d'acqua di notevoli dimensioni.
La velocità dell'azione gli permise solamente di aprire la bocca, ma la sua mente gridò ugualmente:

Alexis!!!

Gli occhi si spalancarono in uno sguardo terrorizzato per l'incolumità del Ruscello, ma fu un sollievo vedere che Alexis aveva evitato il colpo con uno slancio sulla sua sinistra: Jeremiah rimase piacevolmente sorpreso dalla velocità dei suoi Riflessi. Doveva essere una ragazza piena di doti, era evidente: non era una sorpresa che in lei potesse albergare l'Elemento dell'Acqua.
Sospirò debolmente, facendo uscire l'aria che aveva incamerato e trattenuto dentro di sé nel momento in cui la bestia aveva attaccato.
Scosse la testa per prendere nuovamente lucidità, come se avesse dimenticato il suo ruolo in quella situazione complicata e - per il momento - a senso unico. Ancora si sforzava di vedere una via d'uscita: la probabilità di riuscire nell'impresa era del 20%: perlomeno era ottimista!
Non poteva ancora avvicinarsi di soppiatto e temeva che il drago lo avrebbe individuato da un momento all'altro, ma per il momento la sua attenzione era rivolta su Alexis: entrambi giocavano un ruolo fondamentale, come se fossero due piatti di una stessa bilancia che dovevano trovare il giusto equilibrio fra loro. Urgeva un lavoro di collaborazione e comprensione reciproca: si sarebbero dovuti comportare da vera squadra per uscirne indenni e per ora stavano facendo un gran bel lavoro.
Si mise una mano alla bocca spaventato:

E se il Testabolla non riuscisse a tenere fuori gli acari della saliva del drago?!
Non voglio certo rischiare di sputare fuoco per il resto della vita.


Si disse che evitare di pensare a certe sciocchezze era impossibile, inevitabile: perlomeno ci doveva convivere.
Si tolse la mano della bocca, notando la successiva azione di Alexis: aveva puntato la bacchetta apparentemente verso di lui, ma l'obiettivo era il drago e un brivido di terrore lo attraversò pensando al peggio, ma poi le intenzioni della ragazza si rivelarono pure e leali e sperò tanto che il drago non fosse tanto stupido da non poter comprendere la purezza di quel gesto: Alexis gli stava donando energia, lo stava cercando di curare e farlo riprendere: era evidente che aveva perso molti colpi con quell'affare dietro la schiena.
Era quello il momento di agire, Jeremiah avrebbe dovuto sfruttare quel momento per potersi avvicinare con cautela alle sue spalle: nel momento in cui il drago avesse abboccato all'esca lanciata da Alexis e si fosse distratto, allora lui si sarebbe fatto avanti - un po in difficoltà per la spalla impedita - e gli si sarebbe fermato dietro; se il drago fosse stato tanto intelligente da smascherare le loro intenzioni - cosa di cui dubitava fortemente - allora sarebbe rimasto fermo dov'era, confidando nel buon senso di Alexis nel trovare un diversivo dell'azione.

Devi essere un drago maschio: di solito le ragazze amano farsi curare dal dottor Murray!

Spoiler:
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Messaggioda Eibhlin » 23/01/2014, 23:47

Affrontare un Dragone d'Acqua era probabilmente l'ultima cosa che Jeremiah ed Alexis avrebbero voluto fare: eppure si erano ritrovati in tale situazione, o forse era più esatto dire che le loro scelte li avevano portati ad affrontare un contesto in cui, naturalmente, partivano svantaggiati.
Erano due, certo, ma contro un Dragone adulto e visibilmente alterato a causa del dolore provocatogli dalla spina nella schiena, e sicuramente poco incline ad ascoltare: non appena il Lago fu scomparso dalla sua posizione originale per ritrovarsi alle spalle della creatura, infatti, il Ruscello era stato attaccato da un tornado d'acqua, riuscendo però ad evitare il colpo con un angile movimento di riflessi.
Caritatevole era stato il gesto della ragazza, che stava cercando di alleviare il dolore del Dragone più che aumentarlo con un incantesimo offensivo: inizialmente, però, la creatura non capì la natura di quell'incanto, e tentò di evitare il colpo facendo un balzo all'indietro ed agitando furiosamente la lunga coda. Ciò avrebbe potuto causare qualche problema a Jeremiah, che avrebbe dovuto infatti accorgersi in tempo di quel movimento [Riflessi > 22/Malus di -2 dovuto all'Acqua] e spostarsi rapidamente, altrimenti sarebbe stato colto alla sprovvista e la codata avrebbe fatto molto più male del previsto.
Il dolore per la spina conficcata nella schiena, probabilmente, ne rallentava molto i movimenti, tanto che pur spostandosi di poco, il Dragone non riuscì ad evitare di essere colpito dall'incantesimo dell'Acuan: invece di sentirsi male, però, la creatura percepì immediatamente un po' di sollievo, e questo bastò per spingerlo a fermarsi dal ruggire rabbioso, osservando con aria diffidente ma meno ostile la ragazza che aveva di fronte.
Aveva capito che Alexis non voleva fargli del male e ancora non si era accorto di Jeremiah... ma come spiegargli che volevano togliergli la spina dalla schiena, per quanto ciò l'avrebbe fatto soffrire? Forse sarebbe stata proprio l'Acuan di fronte alla creatura a farglielo comprendere in qualche modo, trovando la soluzione adatta al problema.
Solo a quel punto, Jeremiah avrebbe potuto tentare di estrarre la spina dalla schiena del Dragone, cercando di usare tutta la delicatezza possibile [Concentrazione > 25] per non provocargli ulteriore dolore: ce l'avrebbe fatta?
Ed Alexis avrebbe trovato il modo di comunicare col Dragone, o avrebbe finito per scappare col Confratello il più lontano possibile da lì?


Spoiler:
A Jeremiah è richiesto un risultato sul Talento Fisico superiore a 27 per schivare la codata del Dragone: se nel tiro precedente hai superato la prova di Riflessi e dunque non sei colto alla sprovvista, il malus sul risultato richiesto qui sopra (27 a T/F) è di -2; in caso contrario sarai colto alla sprovvista, ed il malus è di -5.


Conteggio Danni:
• Alexis: 0
• Jeremiah: 15



Alexis può continuare con la sua azione e Jeremiah può aspettare il suo turno prima di lanciare i dadi e regolarsi di conseguenza.
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Messaggioda Alexis » 24/01/2014, 15:22

Inutile dire che se l'era vista davvero, davvero, davvero brutta - e non era nemmeno sicura che i "davvero" bastassero: aveva evitato il vortice d'acqua per un soffio, al punto da stupirsi in prima persona per i propri riflessi e per quanto l'avessero aiutata a non finire scagliata chissà dove; era anche riuscita con successo nell'utilizzo dell'incantesimo Acuan, anche se certo, non è che potesse dire di aver risolto la situazione.
In effetti, il Dragone ancora ostile ed arrabbiato - più che altro ferito - tentò inizialmente di scansarsi per non farsi colpire, facendo un balzo all'indietro e smuovendo la cosa con una tale forza che avrebbe potuto anche colpire Jeremiah: l'ex Delfina trattenne il fiato a quella visione, portandosi una mano alla bocca per trattenere l'urlo che le stava venendo spontaneo fare.
Se fosse successo qualcosa di serio al ragazzo sarebbe stata solo colpa sua, si sarebbe sentita uno schifo forse per tutta la vita: era stata lei ad averlo trascinato in quella situazione, ma come aveva potuto essere così stupida? Come avrebbero mai potuto salvare un Dragone d'Acqua di quelle proporzioni - direttamente proporzionali alla sua età per quanto ne sapeva Alexis, perciò doveva trattarsi perlomeno
[Intuito (Perspicacia) 23] di un Drago adulto-giovane - loro che non ne avevano mai nemmeno dovuto curare uno? Perlomeno questo valeva per lei, ma non le sembrava che Jeremiah fosse tanto più esperto in materia, ed un conto era curare un paziente umano, magari steso su un letto con della morfina che gli circolava in corpo, ed un altro era cercare di cavarsela con una creatura di quella portata.
Avrebbero dovuto risalire in superficie, lei avrebbe dovuto usare il cervello e pensarci, tanto più che Jeremiah era ferito e, dunque, non esattamente nella condizione migliore per confrontarsi con un Dragone reticente a farsi aiutare... e invece che aveva fatto? L'aveva spinto a scendere con lei e a seguirla in quella pazzia, col risultato che ora rischiava di farsi male seriamente e in modo grave, e tutto per la sua superficialità.
Una parte di lei avrebbe voluto chiudere gli occhi così da non vedere se il Confratello fosse stato colpito o meno, ma Alexis s'impose di fare il contrario, di guardare tutto fino alla fine perché non poteva permettersi di essere anche codarda, era già stata abbastanza egoista e superficiale da non avere bisogno di altri aggettivi negativi che la riguardassero, per quel giorno.
Inutile dire che avrebbe provato un gran sollievo, se Jeremiah avesse evitato la codata, o al contrario un gran terrore, se invece fosse stato colpito.

Jeremiah, come ti senti?

Domandò subito dopo Alexis ad alta voce, in entrambi i casi: era pronta a rinunciare a salvare il Dragone se il ragazzo fosse stato troppo male, e non perché non ritenesse importante la creatura, semplicemente nella sua scala di valori lo era di più l'altro, la persona che aveva deciso di seguirla in quella sorta di missione suicida pur di non lasciarla sola... perciò era quella persona che avrebbe salvato, sempre e comunque.
Anche a costo di essere punita dall'Oceano, per questo.
Se il ragazzo, comunque, le avesse fatto capire di stare bene, o perlomeno abbastanza da proseguire nella loro missione di salvataggio visto che ormai l'avevano cominciata, un altro problema si sarebbe palesato di fronte all'ex Delfina: il Dragone pareva non essere più ostile nei suoi confronti - visto che non si era accorto della presenza del ragazzo dietro di sé - e non stava più facendo versi arrabbiati, per quanto gli occhi denotassero
[Intuito (Perspicacia) 23] ancora diffidenza... ma come fargli capire ciò che volevano fare?
Come spiegargli che il ragazzo dietro alla sua schiena avrebbe voluto togliergli la spina conficcata nella pelle, anche se ciò avesse significato fargli molto male, perché una volta liberato sarebbe stato possibile richiudere la ferita e lasciarlo finalmente libero di proseguire per la sua strada con la sicurezza che fosse guarito?
Il Dragone poteva capire che Alexis non era un nemico dalle sue azioni, certo, ma da lì a comprendere le sue parole ne passava di acqua in fondo al lago - tanto per rimanere in tema... come riuscire a parlare la sua lingua e spiegargli le sue intenzioni?
Corrugò la fronte, l'ex Delfina, cercando la calma,
[Concentrazione 14] ora che la creatura non sembrava avere intenzione di attaccarla nuovamente, per riuscire ad arrivare ad una soluzione usando la logica e la razionalità, due caratteristiche che sicuramente ad una come lei non mancavano di certo.
Nessun pensiero verso se stessa o ciò che la rendeva triste, verso Typhon e la fine della loro storia, tutta la sua concentrazione era convogliata sulla risoluzione del problema nel modo più semplice ed immediato possibile: certo, le sue conoscenze, essendo al primo grado Acuan, non erano vastissime, ma c'era anche da dire che l'ex Delfina non si smentiva mai.
Ed infatti...

Ho trovato!! - esclamò di colpo, battendosi una mano sulla fronte nel rendersi conto che la soluzione era molto più semplice dell'ipotizzato e quasi imprecando contro se stessa per non averci pensato prima - Jeremiah, dalla posizione in cui ti trovi riesci a vedere qualche animale acquatico che non sia il Dragone? - lei, d'altro canto, dal punto in cui era ferma non aveva una visuale completa di ciò che lo circondava, e dunque non arrivava a vedere se dalla parte del Confratello ci fosse qualche esemplare che faceva al caso loro - Se lo vedi prova ad utilizzare l'incanto "Animalis Comunicatio", così potrò chiedergli di tradurre per noi quello che abbiamo intenzione di fare per il Dragone!

Non era sicura che fosse la soluzione esatta, ma sicuramente poteva essere un'idea abbastanza valida - presenza di animali acquatici permettendo - per permettere ai due di non finire schiacciati dalle zampe del Dragone in preda al dolore, che di sicuro sarebbe arrivato non appena Jeremiah avesse cominciato ad estrargli la spina dalla schiena.
Per l'ennesima volta, e a prescindere dal risultato, Alexis si trovò comunque a ringraziare quella che molti chiamavano "secchionaggine", perché le aveva permesso di ricordare
[Elaborazione 18] un incantesimo che pur non essendo lei in grado di fare - era di secondo livello, per i gradi dal Lago, cioè quello di Jeremiah, in su - aveva comunque studiato per portarsi avanti e conoscere più approfonditamente tutto ciò che riguardava la Gilda a cui apparteneva.
Si ritrovò ad incrociare le dita che non tenevano la bacchetta, quelle della mano sinistra, pregando con tutta se stessa che ci fosse qualsiasi cosa, anche un misero pesciolino, che facesse al caso loro: d'altronde, anche se quello era un lago, erano comunque in una zona bagnata dall'Oceano Atlantico, perciò le acque erano salate e non sarebbe stato troppo assurdo trovarvi pinguini, leoni marini, foche e quant'altro... dovevano solo avere un pizzico di fortuna, e sperare che il Conflux desse loro una mano per salvare una sua creatura.
Il futuro del Dragone, ed anche il loro in realtà, era ancora completamente incerto.
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Messaggioda Eibhlin » 24/01/2014, 16:09

-MODIFICA DELL'ASSETTO DI GIOCO-


A seguito dell'azione di Alexis, confermo a Jeremiah la presenza di un leone marino a circa tre metri di distanza da lui, posizionato alla sua sinistra, in linea d'aria di fronte al fianco sinistro del Dragone e a quello destro della Consorella.
Per notarne la presenza, Jeremiah deve tirare il d20 su Elaborazione ed ottenere un risultato > 20: nel caso di riuscita della prova e posto che voglia seguire il suggerimento della Consorella, dovrà castare l'incanto "Animalis Comunicatio", puntando la bacchetta verso Alexis, senza fare 1 col dado per considerarlo come riuscito.
A quel punto, sarà l'ex Delfina a provare a comunicare con l'animale e a chiedergli di tradurre per loro - dovrà effettuare una prova combinata su Elaborazione e Concentrazione, sommando i due valori e tirando una volta il d20, ottenendo un risultato > 40 - cosicché Jeremiah possa cominciare con l'estrazione della spina seguendo i prerequisiti di Concentrazione richiesti nello Screen Master precedente, ma senza concludere direttamente l'operazione con la riuscita o meno del suo intervento.

In questo caso la nuova turnazione è dunque:
- Jeremiah (prova vs. codata del Dragone, eventuale lancio dell'incanto)
- Alexis (prova sulla comunicazione col leone marino ed eventuale traduzione sulla procedura verso il Dragone)
- Jeremiah (prova sull'estrazione della spina senza conferma del buon esito di questa)
- Nuovo Screen Master da parte del Narratore con le successive disposizioni

Se Jeremiah non superasse la prova di Elaborazione per notare il leone marino, Alexis può tirare il dado nel suo turno di risposta, e riuscirà a vedere lei l'animale con un punteggio >27: a quel punto potrà far notare lei al Confratello la presenza dell'animale e sarà nuovamente Jeremiah a lanciare l'incanto verso Alexis, senza fare 1 col dado per considerarlo come riuscito.
Di lì in poi si possono seguire le istruzioni sopra-citate.

In questo caso la nuova turnazione è dunque:
- Jeremiah (prova vs. codata del Dragone)
- Alexis (prova per l'inviduazione del leone Marino e comunicazione a Jeremiah della sua presenza)
- Jeremiah (lancio dell'incantesimo verso Alexis)
- Alexis (prova sulla comunicazione col leone marino ed eventuale traduzione sulla procedura verso il Dragone)
- Jeremiah (prova sull'estrazione della spina senza conferma del buon esito di questa)
- Nuovo Screen Master da parte del Narratore con le successive disposizioni


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Spoiler:
Mappina stupida ma esplicativa della posizione dei singoli elementi in gioco:

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Messaggioda Jeremiah » 27/01/2014, 0:52

Jeremiah non aveva mai affrontato un dragone d'acqua, tanto meno un qualunque drago; non sapeva dire se quello con cui avevano a che fare fosse più o meno pericoloso degli altri, ma il fatto solo che fosse un drago era già di per sé preoccupante, per cui era meglio non sapere il livello di pericolosità della bestia che si prospettava tanto affascinante quanto pericolosa.
Avevano commesso un errore quando avevano deciso di curiosare nel lago? Sarebbe stato meglio tornare al villaggio e chiedere aiuto? Questo non lo sapeva ancora dire: al momento era combattuto tra l'impulso di tornare sopra e di restare lì per cercare di aiutare il drago. Forse era egoista, ma di primo acchito era quello che avrebbe fatto chiunque; ma a lui sarebbe stato concesso di peccare di egoismo, se così si poteva chiamare? Lui che preservava l'equilibrio, lui che dava la sua vita per il Conflux, lui che aveva giurato fedeltà.
Non sapeva se considerarsi un traditore lì per lì: era in preda ad un turbine di pensieri. Chissà se l'Oceano lo avrebbe rassicurato e sostenuto o accusato e allontanato: nell'ultimo caso avrebbe rispettato le sue decisioni e le sue direttive.
Doveva il massimo rispetto all'Oceano, per tutto quello che lei aveva fatto per lui. Era stata una guida in tutti i momenti, un punto di riferimento verso il quale nutriva - seppur non ci faceva caso - un affetto particolare, probabilmente dovuto alla gemellanza che c'era tra i loro spiriti cosparsi dell'Elemento dell'Acqua.
E poi c'era Alexis, verso il quale si sentiva di dovere protezione, anzi doveva e basta: doveva accertarsi - in quanto Lago - che il Ruscello ne uscisse indenne da quella storia, altrimenti non era sicuro che sarebbe riuscito a sopravvivere ai sensi di colpa che lo avrebbero afflitto. Era quello il motivo principale per cui aveva deciso di farle mantenere le distanze dall'obiettivo e di offrirsi volontario per avvicinarsi.
Con una spalla fuori uso non riusciva a fare a meno di sentirsi inutile, impedito: forse era proprio grazie ad Alexis che era ancora lucido e soprattutto vivo.
Ci sarebbe stato tempo per riflettere sulle sue inadempienze, quello non le sembrava né il luogo né l'occasione adatta con un drago a cui badare e, forse, da salvare.
Aveva temuto il peggio quando quest'ultimo aveva attaccato la sua compagna e il fiato, per ricorrere ad un paradosso, gli si era bloccato in gola, per poi uscire con impeto quando Alexis ne era uscita indenne: era particolarmente versata anche in duello, doveva riconoscerlo. Gli sfuggì un mezzo sorriso pensando alla tanto delicata ragazza come una brava e valorosa guerriera.

Promettente la ragazza!

Guardò il Ruscello in azione con un diversivo, ma il drago si mostrava ancora diffidente, poco incline a farsi curare: del resto erano perfetti sconosciuti, per di più umani. Era come se loro si lasciassero curare da un'altra forma vivente di cui non conoscevano le intenzioni.
Il drago si mosse indietro e nel farlo sferzò l'acqua con la coda robusta e minacciosa a mo' di frusta: la distanza che intercorreva tra lui e il raggio d'azione della coda non era abbastanza e Jeremiah, seppur dotato di riflessi pronti [Riflessi/11 + d20/14 0 34] non riuscì ad evitare il colpo [Talento (Fisico)/16 + d20/10 - Malus/2 = 24], rimbalzando indietro: la presenza di acqua era un vantaggio ed uno svantaggio, in quanto li impossibilitava a muoversi liberamente, ma allo stesso tempo attutiva qualunque colpo fisico prendessero: un colpo simile in superficie l'avrebbe scaraventato molto più lontano e gli avrebbe procurato molti più sfregi e dolori. Chiuse gli occhi quando vide la coda del drago avvicinarsi a lui velocemente, come se bastasse ad attutire il colpo, e si sentì smuovere indietro: quando riaprì il colpo sentì ulteriore dolore, ma respirava ancora, segno che il Testabolla non era stato neutralizzato; quell'incantesimo gli permetteva di vivere e dovevano accertarsi di non ricevere troppi colpi, altrimenti avrebbero rischiato di ingurgitare troppa acqua e rimanere affogati. Sbatté le palpebre due o tre volte e intercettò subito l'espressione spaventata di Alexis: la sua preoccupazione, per quanto possa sembrare stupido e inopportuno, lo faceva sentire stranamente apprezzato: una sensazione che non provava da quando era morta Sabrina; non era lo stesso apprezzamento che derivava da un'amicizia, era un qualcosa di differente e stranamente piacevole. Riuscì ad evocare quel lieto ricordo scansando il nome della defunta ragazza, fortunatamente: meno distoglieva la mente dal loro scopo e prima sarebbero usciti di lì.

Jeremiah, come ti senti?

Jeremiah annuì con il capo lentamente; si doveva riprendere ancora pienamente dal colpo che gli era appena stato inflitto. Poi le fece un gesto con la mano, unendo indice e pollice a formare un cerchio che - stando al linguaggio gestuale - doveva essere un segno per comunicarle che stava apposto e che potevano continuare con l'operazione.
Non parlò, un po perché non riusciva a parlare bene a causa del dolore e un po perché temeva che il drago avesse potuto ascoltarlo e notare la sua presenza.
A meno che non si fosse già accorto di lui quando lo aveva urtato, anche se dubitava fortemente che nell'azione difensiva avesse percepito un corpo estraneo urtargli la coda, piccolo com'era al confronto.
Il drago aveva smesso di emettere versi rabbiosi e irritati: Alexis stava riuscendo ad acquistare la sua fiducia, fortunatamente: non poteva capire che loro volevano solo il suo bene, ma erano Acuan, sapevano prendere la natura: il lavoro da fare per loro sarebbe stato meno complicato se confrontato a quello di un altro mago al loro posto. Forse un altro mago avrebbe cercato di abbatterlo, anziché aiutarlo: un atto da Barbari, a cui lui sarebbe ricorso - a malincuore - solo nell'ultimo dei casi rimasti.
Nonostante quell'ulteriore passo avanti, il risultato non era abbastanza per potersi avvicinare e la stessa ragazza lo avrebbe compreso vedendo lui che era rimasto fermo nella sua posizione.

Rifletti, Alexis, rifletti!

Il cuore prese a palpitare in attesa che lei elaborasse un'altra tattica. I battiti erano ben scanditi, volendo, li avrebbe potuti contare.

Ho trovato!!

Cercò il suo sguardo con espressione interrogativa: era ansioso di sentire cosa aveva elaborato. Qualunque cosa, anche il tentativo più disperato, si sarebbe potuto rivelare utile e applicabile in quella storia altrettanto disperata.
Dal gesto che fece sbattendo la mano sulla sua fronte, Jeremiah intuì che era un'idea brillante: non sarebbe rimasto ammaliato da un'ulteriore sorpresa, si stava abituando alle sue straordinarie capacità e abilità.

Jeremiah, dalla posizione in cui ti trovi riesci a vedere qualche animale acquatico che non sia il Dragone?

Che cosa?!

Jeremiah era incredulo.
Inizialmente ebbe il timore di non aver capito bene, ma le sue parole erano state fin troppo chiaro: non riusciva a capire l'utilità della domanda con l'esigenza primaria del dragone d'acqua; la guardò con aria interrogativa, ma evitò di perdere tempo in ulteriori convenevoli e si apprestò alla ricerca di un animale marino, così come gli aveva chiesto.

Se lo vedi prova ad utilizzare l'incanto "Animalis Comunicatio", così potrò chiedergli di tradurre per noi quello che abbiamo intenzione di fare per il Dragone!

Sei un genio!

Esclamò divertito.
Guardò a destra e a sinistra, riuscendo a scorgere solo acqua e nulla altro; si sporse di poco da dove si trovava con il busto, ma quando si voltò verso di lei lo fece con delusione, alzando le spalle.
Avrebbe voluto rendersi più utile di così: non era riuscito ad eseguire nemmeno quel compito e forse Alexis si stava chiedendo se fosse stato meglio lasciarlo in superficie quel fardello: in tal caso sarebbe stato d'accordo con lei. [Elaborazione/16 + d20/2 = 18]

No, non riesco a scorgere nulla!
Maledizione!!


Imprecò, in preda alla comprensibile ira.
Era inutile, vano, inopportuno: lui, da Lago, da suo superiore, avrebbe dovuto guidarla verso una soluzione, proteggerla, invece si sentiva solo un impiccio, come un bambino troppo cresciuto a cui fare attenzione che non si sbucciasse le ginocchia.
Si morse il labbro finché non sentì alcune gocce di sangue sulla lingua, sentì il sapore amaro, amaro come la verità: era il fardello di una nave poco stabile, una nave che sembrava affondare lentamente.
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Messaggioda Alexis » 27/01/2014, 12:15

Il fiato le si mozzò in gola ed il respiro venne trattenuto quando Jeremiah subì il colpo, la codata da parte del Dragone: razionalmente si poteva contare sul fatto che l'acqua avrebbe rallentato il movimento dell'arto e dunque attutito il colpo contro lo stomaco del Confratello... ma era pur sempre una codata da parte di un Drago adulto, per la miseria!
Si morse il labbro a sangue, fino a sentirne il sapore ferroso sulla lingua, provando dei fortissimi sensi di colpa: non aveva potuto fare nulla per le schegge di ghiaccio nella sua spalla, d'altronde non erano dipese da lei ma da uno sfortunatissimo - e forse non così tanto coincidenziale - evento; ma quel colpo sì che dipendeva da lei, perché era stata Alexis per prima a proporre all'altro di scendere in profondità e scoprire cosa quelle acque nascondessero.
Magari Jeremiah sarebbe sceso comunque, in fondo come Acuan era logico che anche a lui stessero a cuore il Conflux, l'Equilibrio e tutte gli esseri - animali, vegetali o minerali che fossero - che da esso nascevano... ma forse sarebbe andato a cercare aiuto, dimostrandosi più prudente e probabilmente saggio, invece che lanciarsi direttamente in quell'impresa più grande di lui: era stata lei a dare l'imput decisivo, anche perché scommetteva che Murray non l'avrebbe mai lasciata andare sola. E questo significava che tutti i colpi che il ragazzo avesse ricevuto sarebbero stati colpa sua.
Forse aveva fatto bene a lasciarla, Typhon, perché era un'incapace al di fuori dello studio che portava solo guai... quasi, anzi, doveva ringraziarlo per essere stato tanto paziente con lei da non mollarla prima, considerata la sua totale inutilità.

Immagine


Fu come se all'improvviso l'acqua dentro di lei si fosse ribellata a quei pensieri, vorticando nel suo animo con una forza tale da destabilizzarla, al punto da farla barcollare per qualche istante: sentiva come... era strano, ma le pareva quasi che l'acqua dentro il suo spirito fosse arrabbiata con lei, come se non fosse assolutamente d'accordo con quei pensieri e stesse cercando di scuoterla con forza, per farla riprendere.
Era possibile? Poteva l'acqua cogliere i suoi stati d'animo e, come essere senziente, farle capire quand'era d'accordo o meno? Avrebbe dovuto porre quelle domande all'Oceano, probabilmente, ma se l'intento del suo Elemento era quello di scuoterla, ci era riuscito: sbattè le palpebre e scosse il capo, chiedendo subito a Jeremiah come si sentisse - nel caso era pronta a prenderlo di peso e smaterialzzarsi con lui fuori dall'acqua - e sentendosi molto meglio quando lui le fece intendere con un cenno che stava bene, che magari non era al massimo della forma ma comunque poteva continuare a seguire il piano dell'ex Delfina.
Un piano che, però, non avrebbe portato a molto se prima non avessero trovato il modo di comunicare davvero col Dragone che sì, da essere senziente qual era poteva anche capire che i due non avevano intenti ostili verso di lui, ma da questo a comprendere come intendessero procedere ne passava di acqua, per rimanere in tema, sotto i ponti.
Per questo, dopo averci riflettuto su per qualche istante con la mente che lavorava febbrile e il cuore a mille - quasi galvanizzato all'idea di dover ricorrere al ragionamento, alla logica - la ragazza trovò una soluzione che forse non avrebbe dato loro alcun risultato, perché certezze non ne avevano, ma che se non altro poteva costituire un buon punto di partenza su cui lavorare: per questo espose il suo piano a Jeremiah, considerandolo fondamentale perché lei, come Ruscello, per quanto dotata non avrebbe mai potuto utilizzare un incantesimo di un grado Acuan superiore al proprio; perché funzionasse, tuttavia, era necessario trovare un animale marino a cui chiedere aiuto, e fu per questo che domandò al Confratello se riuscisse a scorgere qualche forma di vita dal punto in cui si trovava lui.
Lo osservò voltarsi da una parte all'altra, ma poco dopo, quando tornò con lo sguardo su di lei, fu delusione il sentimento che Alexis lesse nei suoi occhi.

No, non riesco a scorgere nulla!
Maledizione!!


D'accordo... d'accordo.
Non farti prendere dal panico Lex, avanti, respira... bene così
- iniziò a pensare la Delfina, in quella sorta di training autogeno improvvisato, mentre socchiudeva gli occhi per ricercare la giusta concentrazione - Puoi farcela, potete uscirne vivi, devi solo crederci.
Adesso riapri gli occhi e lasciati guidare dall'acqua, lei ti indicherà la via sulla quale dovrà posarsi il tuo sguardo per trovate ciò che cerca... andiamo, credici, e se non puoi avere fiducia in te stessa, almeno abbi fiducia in lei!


Riaprì gli occhi con un lungo e profondo respiro, lasciando davvero che fosse l'Acqua a guidarla: sentì il ruscello dentro di lei scorrere più impetuoso, ma in una direzione ben precisa... per l'esattezza di fronte al fianco sinistro del Dragone, e dunque il proprio fianco destro, leggermente sulla sinistra.
Aggrottò la fronte e strinse gli occhi, fino a che non scorse
[Elaborazione 18 + 10/d20 = 28] una sagoma che fluttuava a circa due, forse tre metri di distanza da Jeremiah, e che le ricordava molto quella di un leone marino - non ne era sicura perché era più lontana rispetto al Confratello e i contorni erano un po' sfocati.

Jeremiah, guarda lì! - esclamò Alexis, indicandogli la direzione nella quale stava guardando con un cenno preciso del braccio - Lo vedi? Se non sbaglio è un leone marino!!
Presto, prima che se ne vada!


Aggiunse impaziente, temendo che l'animale, essendo piuttosto vicino al Dragone d'Acqua, decidesse di distanziarlo per paura e che dunque scomparisse dalla loro portava visiva: non poteva fare niente, a quel punto, ma solo aspettare che il Confratello le desse la possibilità di parlare col leone marino per chiedere il suo aiuto.
Forse per il Dragone c'era ancora speranza, forse davvero ne sarebbero usciti indenni - o quasi.
Forse, alla fine, l'Acqua aveva avuto ragione.
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Messaggioda Jeremiah » 29/01/2014, 23:38

Lottare con una spalla indolenzita non era abbastanza evidentemente: Jeremiah doveva vedersela anche con i suoi sensi di colpa, dovuti al suo ruolo che fino ad allora era stato poco determinante; Alexis era stata eccezionale, mentre lui si era rivelato solo un intoppo in quella operazione. Cominciava a chiedersi se lei avesse risolto tutto più in fretta nel caso in cui lui non fosse stato lì, ma quello sarebbe stato tecnicamente impossibile.
Per quanto a lui sembrasse una presenza di poco conto la propria, il Ruscello necessitava di un aiuto: come avrebbe potuto convincere il drago da sola? Come avrebbe fatto se questo non si fosse lasciato avvicinare? Sarebbe riuscita a rimanere lì con tutto il peso della consapevolezza di essere sola? Solo la sua presenza era un sostegno in suo favore, per cui quello di cui aveva bisogno era semplicemente rilassarsi e lasciarsi guidare dall'acqua: mai si era dimostrato più vulnerabile e impulsivo prima di allora, ma forse era proprio quella sua prima vera prova in cui le sue capacità venivano messe alla prova.
Aveva bisogno di uno scossone, di ritrovare un senso di tranquillità, altrimenti non avrebbe ottenuto nessun risultato positivo, anzi: le cose si sarebbero complicate.
Era curioso e ad ugual modo spaventato di scoprire cosa lei stava pensando del suo lavoro: aveva compassione per lui? Lo stava maledicendo per non averne combinata nemmeno una buona? Ignorò anche quello, cercando di trovare qualunque appiglio presente che potesse presentarsi come un elemento da sfruttare per riuscire nella missione.
Alexis chiuse gli occhi e Jeremiah intuì che stesse pensando ad un altro diversivo; in quel frangente di tempo lui tenne d'occhio i movimenti del drago, il quale, dopo aver ricevuto energia, aveva cominciato ad acquisire un pizzico di fiducia mischiato ad incertezza.

Avanti, Alexis!

Cercò di spronarla mentalmente: quando Alexis riaprì gli occhi Jeremiah dubitò che avesse sentito i suoi pensieri, anche se sapeva benissimo che non era così e quella reazione da parte sua era solo una coincidenza, o almeno.
Guardò i suoi occhi che vagavano alla ricerca di un elemento ausiliare, così come aveva tentato di fare lui; sovrappose l'indice e il medio della mano libera in una sorta di intreccio: un gesto insolito da parte sua, considerando che non credeva nel caso, nel destino e quindi non era un tipo scaramantico. Secondo lui l'esito della loro missione sarebbe derivato dalle loro stesse azioni, nulla era prescritto, se così fosse stato e gli fosse stata donata la possibilità di vedere cosa sarebbe successo alle loro vite, avrebbe preferito non guardare il loro destino e gettarsi nelle braccia dell'ignoto, solo accompagnato dalla speranza che riaprendo gli occhi ci sarebbe stata luce e salvezza davanti a sé, se fosse stato il contrario... beh... si diceva che la morte fosse indolore: un Babbano epicureo credeva addirittura che la morte fosse indolore, poiché essa durava un attimo: il resto era nulla.
Si trattava pur sempre di filosofie antiche, pragmatiche; lui personalmente si era interrogato più e più volte sulla morte e su come sarebbe stato una volta morti, ma, francamente parlando, non è il caso di esporre tali tesi in un momento talmente critico.

Jeremiah, guarda lì!

Immagine

Lo vedi? Se non sbaglio è un leone marino!!
Presto, prima che se ne vada!


Sussultò un po sentendo la voce di Alexis: nel tono si poteva leggere una certa tensione mescolata ad eccitazione.
La sua mano era tesa in avanti, stante ad indicare qualcosa che lui non era riuscito a vedere perlustrando con la vista tutta l'area intorno.
Seguì la direzione che stava designando, inizialmente senza capire che cosa volesse comunicargli; poi, spostandosi di poco verso sinistra, scorse qualcosa seminascosto sul fianco sinistro del dragone: spingendo con forza le braccia si spostò quel poco che bastò per identificare un corpo, più precisamente un animale: si trattava di un leone marino. Aveva l'aria davvero simpatica quella creatura e sorrise, ammirandone la curiosa fisionomia.
Il cuore cominciò a palpitare tumultuosamente, come se da un momento all'altro temesse che l'animale svanisse nel nulla. Gli occhi erano spalancati ed erano ricolmi di speranza.
Sollevò un lato della bocca in un ghigno divertito e insieme compiaciuto, poi la voce della sua compagna risuonò di nuovo poco più in là.
Jeremiah diede un altra occhiata al drago prima di agire, in modo da monitorarlo e da prevenire un attacco improvviso; si avvicinò ad Alexis, sempre rimanendo alle spalle del drago d'acqua: quella posizione era strategica sia per difendersi che per attaccare: erano due traiettorie da colpire e da cui difendersi in caso si sarebbe aperto un combattimento.
Quando fu abbastanza vicino ad Alexis per lanciare l'incanto, levò il braccio e puntò la bacchetta verso di lei, con uno scintillio negli occhi; mosse il braccio di poco e chiuse gli occhi, avvertendo il potere dell'Elemento Acqua mischiarsi al suo potenziale magico.
Quando parlò, la sua voce risultò tranquilla, ma anche fiduciosa e piena di speranza: inutile negare che si erano salvati in calcio d'angolo con un leone marino nei dintorni.

Animalis Comunicatio.

Animalis Comunicatio

Difficoltà: Lago
Tipo: Incantesimo Acuan
Descrizione: Il mago può parlare con un animale appartenente al proprio elemento
Genere: //
Danno: (d20/12 = Esito dell'incantesimo positivo)


Dalla bacchetta ne fuoriuscì un fascio di luce debole e tendente al celeste che si diresse proprio verso Alexis: una volta che Alexis sarebbe stata investita, avrebbe potuto comunicare con il leone marino, il quale avrebbe potuto fare da tramite tra lei e il drago. Chissà se questi avrebbe poi accettato e chissà se li avrebbe lasciati liberi di ritornare al villaggio.
Più il tempo passava e più sentiva un dispiacere per il povero drago, comprendendo il dolore che lo stava trapanarlo: ora non rimaneva che confidare sulla diplomazia di Alexis e sulla flessibilità della creatura; quando il fascio si affievolì dalla bacchetta e l'incantesimo si concluse, Jeremiah riaprì gli occhi - che aveva chiuso poco prima senza rendersi conto - e si rese conto di essere troppo vicino all'obiettivo, per cui nuotò indietro e si appostò in un punto in cui vi era una distanza di sicurezza che garantiva un tempo di reazione da parte sua in caso ci fosse stato un contatto fisico.
Lo sguardo balenava da lei al drago, ripetutamente, mentre - senza rendersi conto - le dita erano ancora incrociate.
Sospirò, un po sovrappensiero, poi aprì la bocca e tutto quello che ne uscì furono quattro parole sussurrate:

Fa' del tuo meglio.
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Messaggioda Alexis » 30/01/2014, 12:57

Se avesse dovuto dirlo in gergo da Quidditch, quella era stata una presa del Boccino subito prima del fischio dell'arbitro che decretava la fine della partita.
Se avesse dovuto dirlo in gergo lavorativo, quella era stata la scoperta di un antidoto appena un secondo prima che un paziente morisse per avvelenamente.
Se avesse dovuto dirlo in modo del tutto semplice e diretto, magari anche un po' volgare contrariamente al suo solito essere... quella era stata un'autentica botta di c**o.
Aveva già praticamente perso le speranze sulla possibilità di aiutare in qualche modo il Dragone d'Acqua, visto che Jeremiah non aveva notato alcun animale acquatico nei dintorni con cui poter comunicare, quando fu un moto dentro di sé, proveniente dall'Elemento che fluiva dentro di lei, ad indicarle la direzione verso la quale osservare: e da lì aveva notato davvero qualcosa, un leone marino per la precisione, che al momento rappresentava la loro speranza di salvezza della creatura magica, ma anche di loro stessi, visto che probabilmente se qualcuno non avesse tradotto per loro ciò che volevano fargli, il Dragone mai si sarebbe lasciato toccare da loro.
Osservò il volto di Jeremiah ed un'espressione di palese sollievo si formò sul suo volto quando poté confermare nella sua mente che il Lago aveva individuato l'animale: gli fece un cenno di assenso col capo, un invito silenzioso a procedere, e quando lui le puntò contro la bacchetta, il Ruscello non fece il minimo cenno a spostarsi perché, insomma, sapeva bene cosa stesse per accadere ed era sicura che il Confratello non le avrebbe mai fatto del male.
Una spirale biancastra l'avvolse dai piedi fino al collo, all'altezza della gola, e lì si concentrò come se dalla pelle di lei stesse venendo assorbita: Alexis si portò la mano libera, la sinistra, proprio al collo, stringendoselo appena; non le faceva male né si sentiva diversa, ma immaginava che l'unico modo per accertarsi dell'effettivo funzionamento dell'incanto fosse proprio provare a comunicare col leone marino.

Scusami!

Esclamò quindi verso l'animale, ma quando le corde vocali diedero volume alla sua voce, essa non uscì come al solito, seguendo l'iter standard umano... ne venne fuori invece un verso strano, mai sentito dall'ex Delfina, e non si preoccupò soltanto perché quella era la dimostrazione palese che l'incantesimo di Jeremiah era riuscito, e che dunque lei stava riuscendo
[Elaborazione 18 + Concentrazione 14 + 12/d20 = 44] a comunicare con l'animale.
Si schiarì la voce, un po' stranita effettivamente nel sentire il proprio timbro affiancarsi ad un suono gutturale e tra l'altro un tantino fastidioso - considerando che era lei a produrlo - ma sapeva bene di non poter perdere tempo per queste sciocchezze, e che se anche la sua voce fosse stata momentaneamente quella di una leonessa marina non era certo quello il momento per dispiacersene o imbarazzarsene.

Scusami!

Ripeté dunque a voce più alta verso il leone: se questi si fosse voltato verso di lei, o avesse comunque risposto a quel richiamo - e si presupponeva che Alexis potesse capirlo in quel caso - la ragazza si sarebbe umettata le labbra e poi avrebbe ripreso a parlare - fare versi - parlando in modo concitato e preoccupato.

Mi dispiace disturbarti, e ti prego non scappare!
Non voglio fare nulla di male, ma... vedi quel Dragone? Ha una spina conficcata nella schiena, forse è velenosa, e finché non gliela togliamo starà sempre peggio, potrebbe anche morire!
Quel ragazzo dietro di lui, ecco, lo può aiutare, è abituato a salvare le persone e sicuramente può togliergli la spina!


Gesticolava anche mentre parlava, ed intanto un angolino remoto nella sua mente si chiese come Jeremiah stesse vivendo quella situazione, visto che all'improvviso si sarebbe trovato di fronte una Consorella che invece di parlare normalmente faceva dei versi anche abbastanza osceni.

Ti prego, puoi dire al Dragone di stare tranquillo, che nessuno di noi vuole fargli del male, e che se sta fermo e ci lascia fare lo possiamo aiutare?
So che magari gli farà un po' male, ma se si agitasse sarebbe peggio! Se invece rimane fermo e permette a Jeremiah, si chiama così il mio amico, di estrargli la spina, per quanto possa provare dolore sul momento poi finalmente sarà libero!


Aggiunse, il tono che, al di là del tipo di "linguaggio" utilizzato, mostrava palesemente tracce di ansia e nervosismo: temeva che il leone si rifiutasse di tradurre per loro, o che se anche l'avesse fatto, sarebbe stato il Dragone a non voler accettare il loro aiuto, magari perché di due umani non si voleva fidare.
A quel punto, cosa mai avrebbero potuto fare loro per fargli cambiare idea?
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Messaggioda Eibhlin » 21/02/2014, 13:37

Non appena Alexis si rivolse al leone marino, quest'ultimo volse il muso verso di lei, fissandola con aria più curiosa che spaventata: sentiva l'Acqua scorrere dentro la ragazza, e questo bastava a non fargli avere paura, oltre al fatto che, stranamente, poteva capirla.
La ascoltò silenzioso, muovendo solo ogni tanto la coda con movimenti lenti da destra a sinistra: quando il Ruscello indicò il Lago, il leone marino lo individuò alle spalle del Dragone - che intanto fissava tutta la scena poco più diffidente di prima - e quando alla fine la ragazza ebbe finito di parlare, solo un verso uscì dalla sua bocca, un'affermazione che ad Alexis sarebbe risultata come un "Sì, ti aiuterò!".
Subito dopo, infatti, l'animale comunicò col Dragone d'Acqua, spiegandogli la situazione, tanto che la creatura volse il collo il più possibile per individuare Jeremiah, senza però fargli nulla: tornò con gli occhi rossi sul leone marino, e lentamente annuì col muso, rimanendo in posizione totalmente immobile.
In questo modo, il Lago poté estrarre lentamente la spina velenosa dalla schiena del Dragone: non appena la creatura fu libera, lanciò un urlo quasi di sollievo, tale da spaventare il leone marino - che fece un verso di saluto verso Alexis e scomparve dalla sua vita.
Rimasti soli, il Dragone si volse verso entrambi e mosse il capo in segno di ringraziamento, agitando poi la coda con forza: da essa, una scaglia si staccò, finendo nelle mani della ragazza; non c'era bisogno di parlare per capire che quello era il suo modo per ringraziarla del suo aiuto.

Immagine


A quel punto, senza che i due potessero fermarla, la creatura prese a muovere le ali velocemente e iniziò a nuotare lontano da loro, sparendo in breve tempo dalla loro vista: così, i due Acuan sarebbero stati liberi di tornare in superficie, dove Alexis avrebbe potuto condurre Jeremiah al Villaggio per fargli curare la spalla, e raccontare la loro strabiliante avventura.

FINE GIOCATA



La prima cosa che voglio dire, è che mi dispiace moltissimo aver dovuto chiudere prima questa giocata, che sarebbe risultata molto più lunga e complessa in altre circostanze.
Purtroppo sono sorti dei problemi gravi che andrò ad analizzare tra poco.

Alexis

Veloce, pulita nelle azioni, propositiva.
Bella strategia di gioco, sensibilità in linea col tuo personaggio, è stato un piacere leggerti: ti sei meritata la scaglia del Dragone come premio, e posso onestamente dirti che mi dispiace di poterti dare solo un determinato numero di PX, dovuti al fatto che la giocata si sia interrotta prima del previsto.
Puoi comunque essere fiera di te.

Px guadagnati: 20


Jeremiah

Qui il discorso è molto diverso.
Tralasciando il fatto che anche tu ti sia mosso bene a livello di personaggio, che sia stato attento alle indicazioni e ben inserito nel contesto creato, è dal giocatore che sono profondamente delusa.
Partiamo col presupposto che mi hai chiesto tu di organizzare questa giocata masterata per smuovere e far vivere al tuo personaggio qualcosa di particolare: questo significa che io ho messo a disposizione il mio tempo e le mie energie per creare qualcosa per te - e in questo caso anche per Alexis, che però non ha colpe.
Ora, anche non considerando che il desiderio di partecipare a questa ruolata sia partito da te, ci sono due cose che pretendo da un giocatore nel momento in cui decide di far parte di una giocata:

• Rispondere in tempi ragionevoli
• Avvisare nel caso in cui ci siano problemi/ritardi

La prima, perché c'è un Narratore che aspetta te per andare avanti, e in questo caso anche un'altra giocatrice che non può proseguire nella sua ruolata perché deve interagire con te.
La seconda, perché è una questione di rispetto ed educazione avere il buon senso di avvisare nel caso si facciano dei ritardi così gravi.
Innanzitutto, consideriamo che questa era una giocata particolarmente semplice: non c'erano interazioni complicate da seguire, nel caso dell'ultima azione che ti veniva chiesto di fare dovevi semplicemente far estrarre al tuo personaggio una spina dalla schiena del Dragone; se anche, come tutti, la vita babbana t'impegna, quanto ci avresti potuto mettere per scrivere un'azione di quel tipo, ponendoci un po' d'attenzione ogni sera? Una settimana?
Bene, io e Alexis stiamo aspettando da 22 giorni.
Ma anche prendendo per buono il fatto che tu non avessi modo assolutamente di metterti al computer... nessun messaggio è stato ricevuto né da me né, visto che ho chiesto anche a lei per sicurezza, da Alexis: sei stato contattato il 10 di Febbraio da Monique perché io le ho chiesto se c'erano problemi - e dunque non perché tu ti fossi reso conto di essere in ritardo e di non averlo fatto presente a nessuno - e le hai dato come risposta la sicurezza che avresti postato due giorni dopo, cosa mai successa.
Eppure, di nuovo, nessuno di noi - Amministrazione, Narratore, altra giocatrice - è stato avvisato.
Io non metto parola nei tuoi impegni, nei tuoi affari fuori da PW, né m'interessa conoscere la tua vita privata o altro, e capisco anche che questo sia un gioco, e come tale debba essere considerato: ma anche in un gioco esistono il rispetto e l'educazione verso chi spende il suo tempo per darlo a te - perché non è che a me o alla mia PG entri in tasca qualcosa se ti mastero una giocata, credimi - e verso chi accetta volentieri di giocare con te, come nel caso di Alexis, e si ritrova poi a vedersi chiudere la Quest dopo 22 giorni di silenzio da parte tua.
Chi mastera ha il diritto di venire avvisato se uno dei giocatori fa ritardo, chi gioca con un altro personaggio ha il diritto di sapere se quest'ultimo sarà assente per molto tempo perché gli si blocca il gioco, e chi fa il ritardo ha il dovere di avvisare e mostrarsi educato e rispettoso, perché sappiamo bene che dietro allo schermo esistono persone reali con una vita importante tanto quella degli altri, con i propri problemi e le proprie cose da fare: se io m'impegno a darti qualcosa per farti divertire, se un altro giocatore s'impegna per rispondere celermente così da portare avanti un gioco che ti coinvolge, il minimo che tu potresti fare è avvisare dopo così tanto tempo di silenzio e ritardo.
Da parte tua, invece, io ho visto solo un menefreghismo diffuso, con tutto che, ed è questa la cosa più assurda, l'idea per questa giocata è partita da te.
Per tali motivi, mi sento non solo di non conferirti alcun PX per questa giocata - perché troverei veramente fuori luogo premiarti per un comportamento così puerile e superficiale - ma anche di punirti nei limiti delle mie possibilità, lasciando all'Amministrazione la libertà di prendere ulteriori provvedimenti qualora lo ritenesse necessario.
Per quanto mi riguarda, quindi, per un anno intero in OFF il tuo personaggio non potrà salire di grado all'interno della Gilda Acuan, anche se facessi tutte le giocate di questo mondo; inoltre, per questo stesso anno, non sarò più propensa a renderti partecipe ad alcuna giocata masterata che coinvolga altri Acuan, poiché onestamente non sono affatto convinta che tu possa essere costante ed affidabile.
Mi dispiace essere così diretta, ma proprio perché la vita OFF è già abbastanza dura e pesante di suo e questo dovrebbe essere un posto dove il divertimento ed il rispetto sono alla base del gioco, di essere presa per i fondelli proprio non mi va.
Mi auguro che questo discorso possa portarti a riflettere e, forse, a crescere: il gioco lo fanno i PG, ma i PG sono mossi dai player che meritano rispetto, rispetto che tu non hai dato.
Ed è una cosa veramente triste.


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2016-05-10 00:51:15 Alexis d20 3  
2016-05-10 00:51:08 Alexis d20 15  
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