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Messaggioda Martha » 08/09/2013, 13:04

Avere un fratello o una sorella dev'essere bellissimo... io non ho avuto questa fortuna, essendo figlia unica, ma la natura mi ha benedetto donandomi una famiglia più allargata per cui non posso fare altro che ringraziare. E tuttavia a volte non è semplice far parte di una famiglia così grande, specie se le proprie scelte possono influenzare la vita di coloro che ami...

Posso comprendere il vostro stato d'animo- rispose Martha annuendo, donandole uno sguardo dolce e consolatorio -Non deve essere facile guidare una Gilda e le azioni di coloro che ne fanno parte. Se posso permettermi un consiglio, da sorella a sorella, io sono convinta che Voi riuscirete a dimostrarvi all'altezza quando si presenterà l'occasione e questo perchè temere di sbagliare ci porta ad essere più cauti con le decisioni che prendiamo e a ridurre il rischio di errori- abbassò lo sguardo, non per timore di aver parlato troppo, ma in previsione delle parole che avrebbe detto subito dopo- Heathcliff mi ha insegnato tutto ciò che sapeva e lo ha fatto con la stessa modestia e le stesse paure di sbagliare che ora avete voi. Vi posso assicurare che è stato un Maestro magnifico e ancora oggi rimpiango di non averlo più al mio fianco...

Lo sguardo si adombrò per un attimo, mentre la donna lasciava cadere quelle parole nel vuoto. Non aveva ancora parlato ad Eibhlin della reale motivazione per cui il suo mentore era morto. Certo, in lei c'era il sospetto, o meglio l'ipotesi, che forse l'Acuan Diluvium già conoscesse quel particolare, ma stesse aspettando che fosse il Ruscello a parlarne liberamente. Tuttavia, Martha non si sentiva ancora pronta a parlare di punto in bianco dell'angoscia che l'aveva attanagliata in quell'ultimo anno, da quando si era svolto l'incontro con Edward Atwood, e della diffidenza che l'aveva spinta a prendere lezioni di Occlumanzia dalla sua collega divinante Tisifone Samyliak. Quei pensieri si susseguirono veloci nella sua mente, lasciandola per un attimo in silenzio fino a quando non furono proprio le parole successive di Eibhlin a riportarla nel mondo reale. L'Oceano infatti ringraziò la docente del servizio che stava svolgendo per conto suo, ovvero tenere d'occhio Zephyr Kenway, un possibile figlio del Ghiaccio. E tuttavia per Martha quel compito non costituiva un peso, come temeva la sua Guida, in quanto il ragazzo era un Corvonero e per giunta prefetto: accertarsi della sua incolumità non era affatto un problema.

Sei troppo gentile, Martha Bennet...
A volte temo di essere sopravvalutata dagli stessi Elementi che imperversano la mia anima, rendendomi ciò che sono... possiamo definirle le debolezze di un essere umano, in fin dei conti.


Se Voi e io siamo qui è perchè l'Acqua e il Ghiaccio ci hanno scelte e considerate degne di ospitare la loro stessa scintilla vitale, o almeno questo è quello che ho potuto apprendere basandomi sulla lettura di alcuni testi presenti in Biblioteca. Se questi due Elementi non avessero visto in voi un degno Capo per noi Acuan, non vi avrebbero mai caricato di un fardello tanto grande: questa almeno è la mia personale opinione.

Non c'era traccia di superiorità nelle parole della donna, ma solo il desiderio genuino di poter almeno in parte essere d'aiuto all'Oceano, rassicurandola sul suo ruolo di Capo Gilda e svolgendo al meglio delle sue capacità i compiti che le venivano assegnati. Le due donne continuarono a conversare, con Eibhlin che si offriva a sua volta come aiuto per Martha, per fugare ogni suo dubbio inerente agli Acuan e alla vita che si svolgeva nel rifugio. La pozionista, tuttavia, rifiutò con gentilezza l'aiuto dell'altra, in quanto al momento tutta la sua sete di conoscenza era stata ampiamente dissetata dalla Biblioteca al centro del villaggio.

I libri sono una preziosa fonte d'informazione, ma a volte tendono a tralasciare gli aspetti più emotivi delle questioni... per questo esistono gli uomini.

Ho afferrato il concetto- rispose ridendo, osservando nel contempo la piccola volpe artica lasciarsi coccolare dall'Acuan Diluvium, come il cane più fedele e ammaestrato del mondo -Non temete, Oceano: conosco i miei limiti e quelli della parola scritta.

Dopo aver chiuso quel discorso, la donna raccontò il proprio resoconto sulla vita che Zephyr Kenway svolgeva ad Hogwarts, parlando dell'ottimo stato di salute di cui godeva il suo studente e, sopratutto, di come ci fosse la possibilità che il ragazzo avesse qualche dote profetica, visto che svolgeva il compito di assistente di Divinazione. Il silenzio nel quale cadde la sua Guida venne rispettato fino a quando la pozionista non incalzò, sempre con gentilezza e rispetto, l'Acuan Diluvium, chiedendole se ciò che aveva appreso avesse soddisfatto le sue aspettative.

Sì, hai fatto un ottimo lavoro.
Mi rincuora sapere che il nostro futuro Acuan, o almeno così spero, stia bene, e che segua tutte le lezioni. Sul suo avere un dono profetico... non abbiamo mai avuto un Divinante tra le nostre fila, potrebbe essere una bella novità.


Annuì alle parole di Eibhlin senza aggiungere altro: ipotizzò infatti che la donna avesse altro da dire e che quello fosse solo un preludio a un discorso successivo [Intuito(P)=> 32].

La sua anima è tormentata, sento il Ghiaccio nel suo spirito riempirsi di crepe ogni giorno che passa... questo fatto mi preoccupa e non poco.
Sta vacillando, e non so come fare per aiutarlo. Forse la vicinanza con questa ragazza potrebbe aiutarlo, ma sto prendendo in considerazione l'idea di parlare con lui prima del tempo.
Le convenzioni sono i pilastri della nostra storia, ma le eccezioni a volte servono per preservarla tanto quanto le regole che ci sono state imposte.
Non posso fare altro che chiederti di continuare a tenerlo d'occhio con discrezione, per il momento.


Nessun problema. Farò ciò che mi avete chiesto.

Rispose Martha, cercando di rassicurarla almeno sullo svolgimento del suo dovere. Le dispiaceva non poterla aiutare in alcun modo con Zephyr, ma lei a differenza dell'Oceano non possedeva lo strabiliante dono di rafforzare l'Elemento Acqua e/o Ghiaccio presente in ciascun Acuan, nè la possibilità di riconoscere un possibile figlio dell'Acqua. Tuttavia, le sue riflessioni vennero interrotte nuovamente dalla voce dell'islandese, riportandola con la mente su ciò che la donna stava dicendo.

C'è un'altra cosa che devo domandarti... un altro favore, ma leggermente diverso.

Se è nelle mie facoltà, cercherò di aiutarvi Oceano.

So che c'è una ragazza che ha l'Acqua, dentro di sé, una giovane donna di cui non so molto a parte che ora sta studiando molto per migliorarsi... mi è apparso in sogno il suo volto, lascia che te lo mostri.

La pozionista osservò senza parlare Eibhlin castare silenziosamente il suo incantesimo, riconoscendo il Favola Fiabescum, appreso tanti anni prima quando frequentava il suo terzo anno da Corvonero ad Hogwarts. Ciò che non si aspettava minimamente di vedere, era il volto di una sua ex-studentessa, Alexis Parker, fissarla per dieci secondi prima di svanire nel nulla.

... sai dirmi qualcosa, di lei?

La docente dovette riprendersi dalla sorpresa prima di poter rispondere in maniera calma e controllata alla figlia dell'Acqua. Non avrebbe dovuto sorprendersi tanto: era quasi scontato che la Parker potesse essere una di loro e il cuore di Martha, inaspettatamente, si riempì di una felicità soffusa e velata, mentre le labbra si schiusero in un sorriso gentile.

E' Alexis Parker, una mia ex-allieva di Delfinazzurro. Si è diplomata da poco e so che adesso sta seguendo alcuni Master indetti dal Ministero, di cui uno in Pozioni che le ho consigliato personalmente io.- ricordava bene l'incontro con la ragazza che le chiedeva una lettera di raccomandazione e il nome di colui o colei che, secondo la docente, fosse la persona migliore per rafforzare le sue conoscenze in materia di Pozioni- E' una ragazza dedita allo studio, molto tranquilla e pacata...- si fermò un attimo pensierosa, prima di continuare il suo discorso- Avete in progetto di farle visita? Se può esservi utile, so che gestisce un negozio di strumenti musicali ad Hogsmeade, insieme al suo attuale ragazzo. Si chiama Sheliak&Vega.

Aveva concluso le informazioni che possedeva sulla giovane donna, lasciando ora il tempo e il modo ad Eibhlin di parlare e concludere il suo discorso. Martha attese, con le gambe accavallate e le mani incrociate in grembo, pronta ad ascoltare rispettosamente e con attenzione le parole dell'Acuan Diluvium.
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Messaggioda Eibhlin » 08/09/2013, 13:50

Posso comprendere il vostro stato d'animo.
Non deve essere facile guidare una Gilda e le azioni di coloro che ne fanno parte. Se posso permettermi un consiglio, da sorella a sorella, io sono convinta che Voi riuscirete a dimostrarvi all'altezza quando si presenterà l'occasione e questo perchè temere di sbagliare ci porta ad essere più cauti con le decisioni che prendiamo e a ridurre il rischio di errori.


Parole sagge le tue, giovane Ruscello.
Ma niente di meno mi sarei potuta aspettare da una figlia dell'Acqua.


Commentò con un sorriso Eibhlin, fissando Martha con l'orgoglio di una madre: differenza degli Ignis, impulsivi e istintivi per natura, gli Acuan possedevano una tendenza a razionalizzare ogni cosa, a ponderare su di essa fino a che non erano sicuri della strada da intraprendere; naturalmente per l'Oceano il metodo migliore per affrontare la vita era proprio quelo, ma proprio per l'umiltà del suo carattere, sapeva anche che la sua era un'idea soggettiva, non comprovata, e che sarebbe stato presuntuoso da parte sua volersi imporre in quel senso, volersi considerare migliore del Sole e dei suoi Confratelli.
Punti di vista diversi, semplicemente, che l'Acuan Diluvium aveva, suo malgrado, imparato a rispettare.
Sorrise ancora, con un sospiro lieve, facendo cenno alla donna di fronte a sé di proseguire il discorso perchè aveva compreso senza difficoltà [Intuito/Perspicacia 40] che c'era ancora qualcosa che il Ruscello voleva dire.

Heathcliff mi ha insegnato tutto ciò che sapeva e lo ha fatto con la stessa modestia e le stesse paure di sbagliare che ora avete voi. Vi posso assicurare che è stato un Maestro magnifico e ancora oggi rimpiango di non averlo più al mio fianco...

Egli non ti ha mai abbandonato, Martha.
E' ancora dentro di te, nei tuoi ricordi e nei gesti che provengono dai tuoi insegnamenti: come l'Acqua che ti scorre nello spirito, anche il suo soffio vitale non ti ha abbandonato, e permarrà in te fino a quando sarai tu a non volerlo lasciar andare.


Frase fatta?
Forse era una di circostanza, sì, ma Eibhlin credeva fermamente in quelle parole, lo si notava perché la sua sincerità era assolutamente palese negli occhi e nel tono di voce: le anime di coloro che venivano a mancare non abbandonavano mai i loro cari, ma continuavano a proteggerli fino a quando questi ultimi avessero sentito il bisogno di averli accanto.
E nonostante la donna sapesse del Mentore della giovane Acuan, non disse nulla, lasciando che fosse Martha a parlarne quando se la fosse sentita, preferendo ringraziarla per la fiducia che riponeva in sé: certo, lei era la trasposizione fisica e umana dei due Elementi che governavano i principi della Gilda Acuan, ma ciò non implicava necessariamente credere che Eibhlin fosse in grado di guidarli; era proprio questo, tuttavia, che Martha credeva, e l'Oceano non poteva che esserle grata per questo.

Se Voi e io siamo qui è perchè l'Acqua e il Ghiaccio ci hanno scelte e considerate degne di ospitare la loro stessa scintilla vitale, o almeno questo è quello che ho potuto apprendere basandomi sulla lettura di alcuni testi presenti in Biblioteca. Se questi due Elementi non avessero visto in voi un degno Capo per noi Acuan, non vi avrebbero mai caricato di un fardello tanto grande: questa almeno è la mia personale opinione.

E io sarò sempre pronta ad ascoltarla, nel bene e nel male.

Affermò Eibhlin, convinta che una buona Guida, per essere tale, non dovesse necessariamente fare tutto da sola, ma al contrario dovesse essere pronta a chiedere aiuto ai propri Confratelli per le decisioni più importanti, soprattutto a coloro che, per età, erano più anziani di lei.
Concluso anche quell'argomento, e dopo essere passate per altri brevi e veloci, come il dover continuare a tenere d'occhio Zephyr Kenway ancora per un po', fu il turno di una questione più interna alla Gilda che l'Oceano sciorinò poco dopo: c'era una giovane donna con la scintilla dell'Acqua, dentro di sé, di cui forse Martha avrebbe potuto parlare all'Acuan Diluvium; a Eibhlin non sfuggì l'espressione sorpresa della sua interlocutrice quando si trovò di fronte il volto della suddetta ragazza, né le il sorriso quasi felice che la donna mostrò poco dopo nel parlare di lei.

E' Alexis Parker, una mia ex-allieva di Delfinazzurro. Si è diplomata da poco e so che adesso sta seguendo alcuni Master indetti dal Ministero, di cui uno in Pozioni che le ho consigliato personalmente io.
E' una ragazza dedita allo studio, molto tranquilla e pacata...


Di questo passo dovrò ringraziare la Scuola di Hogwarts per i talenti che sforna di giorno in giorno.

Commentò Eibhlin, permettendosi una piccola battuta che in fondo non era così fuori luogo visto che gli ultimi acquisti della Gilda - Martha, Zephyr e ora questa Alexis - provenivano proprio da lì.

Avete in progetto di farle visita? Se può esservi utile, so che gestisce un negozio di strumenti musicali ad Hogsmeade, insieme al suo attuale ragazzo. Si chiama Sheliak&Vega.

Sì, credo che sia il caso di andare da lei e scoprire quanto il suo legame con l'Acqua sia forte: le proporrò di entrare in Gilda e, se lo vorrà, diventerà presto una di noi; se ciò dovesse avvenire, come mi auguro, ti chiedo di starle vicina e di seguire il suo cammino tra gli Acuan.
Posso contare su di te, Martha?


Non voleva caricarla di troppi fardelli, ma era pur vero che, essendo stata una sua studentessa, sicuramente la donna la conosceva piuttosto bene, e per la ragazza sarebbe stato più semplice ambientarsi avendo accanto qualcuno di non totalmente estraneo.

Un'ultima cosa... - aggiunse poco dopo, con un sorriso - non te ne ho parlato prima perché volevo che ti ambientassi tra noi, ma credo sia giunto il momento: quasi tutti i tuoi Confratelli possiedono un simbolo, sulla pelle... un tatuaggio che simboleggia l'Acqua, la loro connessione con essa, che può essere visto solo da membri delle Gilde e che potenzia alcune caratteristiche magiche di colui che lo imprime sulla pelle.
Non sei obbligata a farlo anche tu, ma se decidessi in positivo, potrei accompagnarti personalmente a farlo oggi stesso.
Che ne dici?
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Messaggioda Martha » 11/09/2013, 11:56

Parole sagge le tue, giovane Ruscello.
Ma niente di meno mi sarei potuta aspettare da una figlia dell'Acqua.


Il complimento che le rivolse Eibhlin venne accolto con un sorriso e un breve cenno del capo. Tuttavia ciò che premeva di più a Martha non era essere lodata dall'Acuan Diluvium, quanto rassicurarla sulle sue capacità come Guida e Capo della Gilda Acuan. Ciò la spinse a fare un parallelo con il suo mentore, morto ormai da più di tre anni, e di cui la donna sentiva ancora la mancanza. La nostalgia dei momenti passati insieme era difficile da controllare, tanto che le parole che seguirono il suo consiglio suonarono più come una sorta di confessione che come un dato di fatto.

Egli non ti ha mai abbandonato, Martha.
E' ancora dentro di te, nei tuoi ricordi e nei gesti che provengono dai tuoi insegnamenti: come l'Acqua che ti scorre nello spirito, anche il suo soffio vitale non ti ha abbandonato, e permarrà in te fino a quando sarai tu a non volerlo lasciar andare.


A volte è difficile crederlo.
Ho cercato di dimenticare per lungo tempo e non è stato un bene per il mio animo: lui era onnipresente, nel mio cuore come nella mia mente, ma non ero in grado di accettarlo.
Ora mi rendo conto di quanto sono stata sciocca in questi tre anni e sto cercando di rimediare: voglio essere come lui, voglio imparare ad insegnare ai miei allievi e a donare loro tutta la passione e la conoscenza che risiedono in me...


Era difficile per Martha riuscire ad aprire così tanto il proprio cuore ad una persona, eppure era quello che stava accadendo in quel momento. Tuttavia, ella sentiva di potersi fidare dell'Oceano - e come avrebbe potuto non farlo, visto che ad ella erano affidate la sua vita e le sue azioni? Ma la sua confessione non poteva spingersi oltre, non quando la figlia dell'Acqua e del Ghiaccio sembrava tormentata dalla paura di non essere all'altezza del suo ruolo. La pozionista cercò, ancora una volta, di usare la logica e la razionalità per tranquillizzare il suo animo inquieto, ed Eibhlin si dimostrò ben disposta ad ascoltare la sua opinione. Martha però non poteva sapere che ben presto la giovane donna le avrebbe riservato una graditissima sorpresa. Dopo essersi assicurata infatti delle condizioni fisiche e mentali di Zephyr Kenway, Eibhlin le chiese informazioni su una giovane ragazza che la docente conosceva molto bene: Alexis Parker era stata l'orgoglio e la perla di Hogwarts, una delle studentesse più brillanti che avessero mai avuto e ora stagista presso vari corsi e Master al Ministero. La donna riesumò vecchie informazioni che risiedevano nella sua mente, elencandole una ad una alla sua Guida e consigliandola sul luogo perfetto dove avrebbe potuto trovare la nuova possibile gildata.

Sì, credo che sia il caso di andare da lei e scoprire quanto il suo legame con l'Acqua sia forte: le proporrò di entrare in Gilda e, se lo vorrà, diventerà presto una di noi; se ciò dovesse avvenire, come mi auguro, ti chiedo di starle vicina e di seguire il suo cammino tra gli Acuan.
Posso contare su di te, Martha?


Sarei ben felice di poter conversare ancora con la signorina Parker- rispose di rimando, chiamandola per deformazione professionale com'era solita fare ai tempi della scuola- Non abbiate dubbi: l'aiuterò ad ambientarsi nella nostra comunità.

Sembrava che la conversazione dovesse concludersi lì. Tuttavia, fu di nuovo l'Oceano a prendere parola e a porre di fronte alla donna una domanda assai particolare.

Un'ultima cosa... non te ne ho parlato prima perché volevo che ti ambientassi tra noi, ma credo sia giunto il momento: quasi tutti i tuoi Confratelli possiedono un simbolo, sulla pelle... un tatuaggio che simboleggia l'Acqua, la loro connessione con essa, che può essere visto solo da membri delle Gilde e che potenzia alcune caratteristiche magiche di colui che lo imprime sulla pelle.
Non sei obbligata a farlo anche tu, ma se decidessi in positivo, potrei accompagnarti personalmente a farlo oggi stesso.
Che ne dici?


...
Confesso di non aver mai amato particolarmente i tatuaggi
- rispose sincera Martha, riflettendo sulla possibilità di cambiare idea in quel momento- Ho bisogno di un po' di tempo per pensarci, Oceano. Mi spiace farvi aspettare, ma vi ringrazio sinceramente della vostra offerta. E' difficile gestire tanti cambiamenti e il tempo spesso mi è nemico.

Avrebbe riflettuto attentamente sulla possibilità di tatuare quel simbolo sulla propria pelle. Non era affatto facile mutare il proprio pensiero ed in fondo la donna doveva ancora ambientarsi a certe particolarità della sua Gilda di appartenenza. La pozionista sentì che la loro conversazione era finita lì. Quindi, attese che l'Acuan Diluvium la congedasse, prima di alzarsi e ritornare alle proprie occupazioni.

Vi ringrazio per avermi dedicato un po' del vostro tempo.
Vi auguro di ottenere il successo sperato con Alexis Parker.
Buona giornata Oceano: che l'Acqua e il Ghiaccio vi benedicano.
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Messaggioda Eibhlin » 11/09/2013, 12:36

A volte è difficile crederlo.
Ho cercato di dimenticare per lungo tempo e non è stato un bene per il mio animo: lui era onnipresente, nel mio cuore come nella mia mente, ma non ero in grado di accettarlo.
Ora mi rendo conto di quanto sono stata sciocca in questi tre anni e sto cercando di rimediare: voglio essere come lui, voglio imparare ad insegnare ai miei allievi e a donare loro tutta la passione e la conoscenza che risiedono in me...


Dimenticare spesso è la scelta che più viene immediata, e molti pensano siano la più facile... ma non è così: eliminare il ricordo di qualcuno dalla propria mente e dal proprio cuore è uno dei processi più difficili e complessi che un uomo possa decidere di compiere; accettare quello stesso ricordo e permettergli di non lasciare mai il nostro cuore, è quella la scelta migliore che si possa fare, anche se sarà necessario, col tempo, imparare ad andare avanti senza avere quella persona accanto a sé, limitandosi a portarla nel cuore.

Non disse altro, perché non sarebbe stato necessario: sapeva che c'era altro dietro la morte di Norrell, cose che magari Martha sapeva o che, magari, avrebbe ancora dovuto scoprire... ma ci sarebbe stato tempo per ogni cosa, bisognava essere pazienti ed aspettare il momento giusto, semplicemente.
In fondo si poteva parlare di altro, come della giovane donna che sarebbe potuta essere un'Acuan e che, sorprendentemente, il Ruscello di fronte a lei conosceva bene, essendo stata una sua studentessa; ad Eibhlin venne dunque spontaneo chiedere la sua collaborazione nell'aiutarla ad ambientarsi al meglio tra gli Acuan.

Sarei ben felice di poter conversare ancora con la signorina Parker...
Non abbiate dubbi: l'aiuterò ad ambientarsi nella nostra comunità.


Sorrise per quelle parole, "signorina Parker" ... era strano sentire chiamare una persona in quel modo, ma era anche vero che si trattava di una sua ex studentessa e probabilmente le era venuto spontaneo rivolgersi a lei in quel modo; la conversazione era quasi finita, ma c'era ancora un'informazione che l'Oceano voleva dare alla sua Consorella, la possibilità d'imprimersi sulla pelle un simbolo magico di appartenenza agli Acuan che sarebbe stato in grado di fortificarla.

...
Confesso di non aver mai amato particolarmente i tatuaggi.
Ho bisogno di un po' di tempo per pensarci, Oceano. Mi spiace farvi aspettare, ma vi ringrazio sinceramente della vostra offerta. E' difficile gestire tanti cambiamenti e il tempo spesso mi è nemico.


Lo comprendo bene, non ti preoccupare.
Quando sarai pronta e se lo vorrai, allora potrai richiedere al nostro Alchimista di riceverlo.


La rassicurò l'Acuan Diluvium, che come sempre non metteva mai fretta nelle cose e nelle persone, lasciando che trascorresse il tempo necessario affinché una decisione fosse presa; pacata e paziente, come il corso d'acqua di un fiume che impiega miglia e miglia prima di raggiungere il mare o l'oceano e congiungersi ad esso.
Quella piacevole conversazione, purtroppo, era giunta alla fine: ad Eibhlin piaceva molto conversare con Martha, ma sapeva bene di avere altri impegni e di dover lasciare la Consorella ai propri; si alzò così, con la volpe artica che si mise sulle zampe a sua volta, pronta per seguire l'Oceano, ed avvicinandosi a Martha l'abbracciò delicatamente, così da congedarsi da lei.

Vi ringrazio per avermi dedicato un po' del vostro tempo.
Vi auguro di ottenere il successo sperato con Alexis Parker.
Buona giornata Oceano: che l'Acqua e il Ghiaccio vi benedicano.


Speriamo che l'Acqua in lei le faccia prendere la decisione migliore... confido nel nostro Elemento, portatore da sempre di ordine e serenitò.
Buona giornata a te, giovane e promettente Ruscello: che l'Acqua avvolga e protegga sempre il tuo spirito.


[Fine]
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Messaggioda Jeremiah » 13/09/2013, 14:37

[Una domenica di Gennaio 2107 - ore 9:03]

Nel villaggio degli Acuan tutto taceva, come al solito.
La pace regnava sull'intero villaggio: erano poche le persone che erano già a spasso per il villaggio, quasi tutti, ancora, stavano dormendo beatamente nei loro letti; tutti eccetto Jeremiah Murray.
Quella era stata la notte più lunga della sua vita: eppure c'era chi diceva che la notte portasse consiglio, a lui aveva portato una maledizione.
Ancora avvolto tra le lenzuola del suo letto, si voltava da una parte all'altra. Le palpebre erano tutte striate, come se stesse chiudendo gli occhi con forza; la bocca era semi-aperta e il respiro era veloce, affannoso.
Gli incubi lo avevano cominciato a torturare pressappoco due settimane dopo che aveva preso atto della morte di Sabrina.
Sabrina, che l'aveva amato per quello che era, cinico, a volte snervante, ma una mente brillante.
Sabrina che aveva rifiutato la sua proposta di andare a vivere con lui in Europa.
Solo dopo che l'Oceano l'aveva accolto nella Gilda Acuan, risvegliando in lui l'elemento dell'Acqua, aveva cominciato a credere nel destino, ritenendo che il rifiuto di Sabrina fosse insito a quest'ultimo.
Non si era arrabbiato quando lei aveva rifiutato: aveva fatto le valigie ed era partito alla volta dell'Europa. E poi... Beh, sappiamo com'è andata: era diventato quello che aveva sempre sognato, o meglio, lo sarebbe diventato presto.
Ora si doveva accontentare del posto da Guardia Medica, ma sarebbe diventato molto di più.
Il respiro si arrestò di colpo, il busto si alzò con energia inaudita dal materasso e la sua gola emise un sospiro più forte quando l'aria ritornò nei polmoni.
Seduto sul letto rimase a guardare il vuoto per una manciata di secondi, con la fronte imperlata di sudore.

Tas bija tikai murgs.
(Era solo un incubo.)

Fece forza sulle gambe ancora intorpidite e si alzò in piedi, dirigendosi verso il bagno.
Aprì il rubinetto e mise la mano sotto il getto fresco, provando un senso di piacere e tranquillità quando il suo corpo venne a contatto con l'Acqua. Si sciacquò la faccia e si guardò allo specchio, ritrovandosi a guardare un Jeremiah meno carino del solito, con delle borse leggere sotto gli occhi e i capelli tutti alla rinfusa.
Si passò una mano sulla testa e cercò di aggiustarli come meglio poté, poi sparì nell'altra stanza facendo spallucce. Afferrò una maglietta che aveva lasciato sulla sedia e se la infilò, abbinando poi un cardigan grigio scuro con un jeans stretto alle caviglie.
Finì di lavarsi e se ne uscì, le mani in tasca, deciso a raggiungere Reykjavik per una cioccolata calda e magari leggere qualche notizia proveniente dal mondo babbano.
Ultimamente stavano accadendo cose strane e sentiva che il Conflux si stava incrinando, contaminando. L'ordine delle cose andava ristabilito.
Il freddo che incombeva al villaggio non era un problema né per lui né per gli altri abitanti, tuttavia uscire dal solito - ma congeniale - ambiente era una distrazione piacevole.
Stava percorrendo la strada ghiacciata che si collegava all'uscita del Covo. La gente che transitava di lì lo salutava con un cenno del capo; lui si limitava a rispondere con un sorriso.
Li conosceva quasi tutti: da un po di tempo viveva lì, e seppur non fosse la sua dimora fissa, trascorreva buona parte del tempo a contatto con i suoi "confratelli", questa era una delle regole fondamentali della Gilda.
Voltò l'angolo e urtò contro qualcosa, o meglio qualcuno.
La donna che involontariamente aveva travolto non gli era per nulla familiare: doveva far parte delle nuove reclute.
Sembrava avere qualche anno in più di lui.

Damn... Kur mana galva šorīt?
(Dannazione... Dove ho la testa stamattina?)

Imprecò a bassa voce lui, mentre con un braccio reggeva la donna, che per poco non aveva rischiato di cadere per terra.
Urtare qualcuno poteva capitare a chiunque, non era la prima volta che gli accadeva, distratto com'era; eppure lui si sentiva un emerito idiota.

Spoiler:
Martha
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Messaggioda Martha » 14/09/2013, 14:14

[Villaggio Acuan - Domenica - Ore 8:30]


Gennaio era infine arrivato e con esso il clima più gelido che quella stagione portava con sè nei suoi mesi più freddi. Martha si era svegliata nella sua camera al Villaggio Acuan, lasciando vagare gli occhi per la stanza prima di riacquistare la dovuta lucidità ed alzarsi dal letto. Come ogni week-end, la pozionista libera dagli impegni scolastici passava buona parte del suo tempo a Nord di Reykjavík, facendo ogni tanto un salto nella Tenuta che Norrel le aveva lasciato in eredità, per accertarsi che l'Elfo Domestico Tingle stesse bene e godesse un po' della compagnia della sua nuova padrona, prima che questa partisse alla volta dell'Islanda. Non c'erano canarini nè allodole a risvegliarla la mattina, ma solo la neve che imbiancava tutto il villaggio e qualche rigagnolo d'acqua, che riusciva a sopravvivere in mezzo a tutto quel freddo per raggiungere il mare poco distante.Ciònonostante, la docente si sentiva come se fosse a casa, sorridendo alla volta di quel candido paesaggio.

Immagine


Dopo essersi lavata, vestita e aver fatto colazione, Martha si preparò per uscire poco dopo le nove, per dirigersi verso la Locanda Glyttir Björn. Aveva deciso di dedicare la mattinata a bere una tazza di thé, ascoltando le ultime notizie provenienti dal mondo esterno e da quello interno della Gilda. Non era la prima volta infatti che la donna si sedeva ad un tavolino, parlando con gli altri Confratelli e Consorelle, commentando le ultime notizie giunte dal gazzettino di Reykjavík. Il suo non era solo un modo di mantenersi informata sul ciò che le accadeva intorno, ma costituiva anche un esercizio utile e pratico per riuscire a maneggiare anche oralmente la lingua delle Gilde. Grazie a quel piccolo espediente, infatti, era riuscita a fare grandi passi avanti, in quanto il villaggio raggruppava in sè gildati provenienti da ogni parte del mondo che potevano comunicare fra loro solo tramite quel linguaggio segreto. Aveva scelto un abbigliamento sobrio, tipico del suo stile: pantaloni lunghi e scuri, stivali felpati lunghi fino al ginocchio e con tacco raso, per poter camminare facilmente sui ponti di ghiaccio che collegavano le varie parti del villaggio; maglionicino a maniche lunghe con scollo a v color avorio, sciarpa del medesimo colore e un cappotto nero lungo fino a metà coscia, chiuso in vita da un cinturino di media grandezza. I capelli ricadevano sciolti lungo la schiena, leggermente ondulati sulle punte, fornendo alla donna un riparo contro il freddo del villaggio. Qualche settimana prima aveva accolto con gioia l'arrivo di Alexis Parker, sua ex-studentessa e ora nuovo membro Acuan, facendole fare un giro per il rifugio e conversando con lei del più e del meno e di come fosse strano ritrovarsi, una giovane ragazza e una donna matura, e sapere di essere accomunate da un legame molto più profondo e duraturo di quello del sangue. Martha si stava chiedendo se quel giorno avrebbe incontrato di nuovo l'ex-prefetta di Delfinazzurro, quando un altro gildato le andò a sbattere contro la spalla, rischiando di farle fare una brutta quanto poco decorosa caduta. Per sua fortuna, Jeremiah sembrava possedere dei riflessi attenti e allenati, visto che riuscì ad afferrarla in tempo per il braccio e a impedirle di finire col fondoschiena per terra.

Damn... Kur mana galva šorīt?
(Dannazione... Dove ho la testa stamattina?)

L'imprecazione sebbene detta a bassa voce era ben udibile dalla docente di Pozioni, in quanto la vicinanza con il ragazzo era abbastanza esigua da permetterle di ascoltare anche i suoi borbottii. Riprendendo quasi subito il controllo di sè, la più grande delle Bennet si rimise in equilibrio da sola, aspettando che il Lago la lasciasse andare.

Neuztraucieties, es esmu labi.
(Non si preoccupi, sto bene.)

Disse in linguaggio comune, sottolineando il fatto che non era accaduto nulla di male, per sua fortuna, e che poteva ora tranquillizzarsi.

In ogni caso, spero che anche lei non si sia fatto nulla.

Continuò in inglese, rivolgendogli uno sguardo sincero e preoccupato. Non sapeva se quel giovane ragazzo parlasse inglese come lei, ma si era rivolto a lui in quel modo istintivamente, in quanto non le era ancora familiare riuscire a conversare con l'altro linguaggio che stava apprendendo. Rendendosi conto del suo errore quindi, prima che lui potesse dire qualcosa, la donna ripetè la sua domanda, questa volta rivolgendogli un sorriso gentile.

Jebkurā gadījumā, es ceru, ka viņa nav darījusi neko.

Aveva usato un tono formale, dandogli del lei, abitudini da Purosangue inglese com'era solito dire suo padre e che la pozionista non aveva perso col tempo: pur sapendo infatti che all'interno della Gilda tutti erano fratelli e sorelle, Martha trovava ancora difficile perdere quelle consuetudini affinate nel corso di tanti anni. Le era parso strano chiamare per nome proprio persino Alexis e molto spesso, mentre le parlava, si era ritrovata a chiamarla signorina Parker, com'era solita fare quando era a scuola. La donna attese quindi che fosse l'altro a decidere se continuare su quel tono o se preferire un approcio più informale, lasciandogli piena libertà di scelta.
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Messaggioda Jeremiah » 15/09/2013, 19:47

Mentre reggeva la donna con un solo braccio Eliah malediva sé stesso.
Era abbastanza distratto, anche perché il suo lavoro lo teneva sempre occupato e sotto tensione a volte, per cui l'attenzione e lo stress accumulato a lavoro li sfogava in quel modo nel tempo libero: lasciando la mente libera da ogni riferimento della vita quotidiana.
Il suo non era un lavoro semplice come si potrebbe credere, anzi: lui si occupava di ridare la salute alla gente, in mano a lui era affidata la vita di qualcun altro.
Che controsenso, però: salvare la vita di qualcuno e mettere a repentaglio la propria giorno per giorno; far parte della Gilda comportava anche questo, seppur sempre in vista del bene comune, per l'Acqua, ma soprattutto per il Conflux, per la Terra e per i suoi abitanti.
In sostanza erano proprio quello i Gildati, una sorta di Guardiani del mondo, pronti a intervenire per ripristinare l'ordine cosmico, a far rientrare qualunque perturbazione che potesse mettere a rischio la pace mondiale.
Aveva chiuso gli occhi istintivamente nel momento dell'urto, e le braccia erano scattate in automatico, afferrandola in tempo. [Riflessi = 11]
Solo quando sentì il corpo dell'altra in perfetto equilibrio riaprì le palpebre lentamente e osservò chi aveva rischiato di travolgere: una donna di gentile aspetto, dai lineamenti particolari e due smeraldi al posto degli occhi.
Per essere una donna era abbastanza alta e la sua età non doveva superare la trentina. [Intuito (Perspicacia) = 21]

Neuztraucieties, es esmu labi.
(Non si preoccupi, sto bene.)

Par laimi.
(Per fortuna.)

Disse lui, grattandosi il capo e rivolgendole un sorriso tra il dispiaciuto e il felice.
Le guance si tinsero di un leggero rosso: non sapeva spiegare il motivo, ma quando si relazionava con un individuo che appartenesse alla Gilda Acuan si sentiva completo, felice. Evidentemente l'elemento dell'Acqua che gli scorreva in corpo, captava la presenza dello stesso elemento reagendo in quel modo.
Lo stesso risultato non si otteneva con i componenti di altre Gilde, anzi, si comportava con loro così come faceva in ospedale: chi lo conosceva al di fuori del villaggio poteva definirlo come una persona cinica, ma allo stesso tempo diligente e seria nel lavoro, non così gentile e disponibile. Però non lavorava male, anzi, la serietà e il costante impegno gli permettevano una crescita repentina nella carriera lavorativa, giorno dopo giorno.
Se fosse accaduto una cosa simile altrove e al posto di Martha Bennet, non sarebbe stato tanto premuroso, anzi, forse addirittura un po infastidito.
Il braccio che la reggeva ancora - anche se inutilmente - sciolse la presa, cosicchè lei potesse ricomporsi e prendere coscienza di quanto accaduto nell'ultimo frangente di tempo.

In ogni caso, spero che anche lei non si sia fatto nulla.

Jeremiah inarcò le sopracciglia in un'espressione interrogativa.
La donna doveva provenire dalla Gran Bretagna o dall'America, o comunque da qualche Paese in cui si parlava inglese.
Sorrise sentendola parlare nella lingua madre: questo poteva accadere in un solo caso, quando si è appena entrati in Gilda e quindi la padronanza della lingua da utilizzare fra confratelli era ancora ad un livello medio-basso.
Si sarebbe abituata presto a quel linguaggio nuovo e particolare, tanto che a volte avrebbe dimenticato qualche termine usato poco in inglese.
A lui ancora non era accaduto, ma alcuni sostenevano che con il tempo sarebbe successo, soprattutto se si restava a stretto contatto con il villaggio.
Jeremiah dubitava che a lui sarebbe accaduta la stessa cosa, soprattutto dal momento in cui il tempo che spendeva lì era minore rispetto a quello che trascorreva in ospedale o in giro sempre per lavoro.
L'inglese, quindi, era sempre presente nella sua mente: era l'unico modo per relazionarsi a livello mondiale.
Comunque, la maggior parte degli Acuan non usava conversare con la lingua del proprio Paese, soprattutto dal momento in cui la Gilda ospitava maghi da tutto il mondo: si era trovata una lingua che tutti potessero imparare e utilizzare.
Martha si era resa conto dell'errore commesso, per cui ripeté nell'altro linguaggio la stessa cosa che aveva detto in inglese.

Jebkurā gadījumā, es ceru, ka viņa nav darījusi neko.

Ahahahah... Puoi parlare l'inglese con me, se ti è più comodo.

Rise di gusto.
Martha non poteva certo immaginare di ritrovarsi davanti non un inglese, ma comunque qualcuno che conoscesse la lingua inglese.
Le sue difficoltà erano comprensibili, dal momento in cui che lui stesso, a volte, faticava un poco nel parlare la seconda lingua quando doveva far uso di termini non troppo usati quotidianamente e quindi più sconosciuti. Quando ciò accadeva non si faceva problemi a chiedere un aiuto al suo interlocutore: alcuni lo prendevano in giro scherzosamente, ma lui stava al gioco ed era sempre una sorpresa quando - per ripicca - parlava in inglese e colui che si trovava di fronte conosceva anch'egli la sua lingua madre.
Mentre Jeremiah aveva usato del tu, non gli era certamente sfuggito l'uso del lei da parte sua: gli inglesi ci tenevano alle buone maniere, era risaputo, ma dal momento che entrambi erano confratelli aveva ritenuto più congeniale partire con un discorso informale.
Alcune volte, quando parlava con Oceano, si tratteneva per non darle del tu, abituato all'approccio che erano costretti ad adottare durante il lavoro.
Essere un Gildato non era certo una passeggiata, sotto tutti i punti di vista.

Perdonami... E' che a volte mi capita di distrarmi e fare qualche danno.
Il tuo nome?


E qualora lei gli avesse rivelato il suo nome, sarebbero potuti passare alle presentazioni.
Era sempre un piacere conoscere qualcuno che condivideva la propria passione: proteggere il Conflux e onorare l'Acqua, infatti, non erano solamente dei doveri, ma principalmente un vero e proprio piacere.
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Messaggioda Martha » 16/09/2013, 17:34

Par laimi.
(Per fortuna.)

La giornata era iniziata in un modo alquanto strano. Sorretta da un ragazzo prima che potesse finire per terra, Martha lo ringraziò della premura che aveva dimostrato nei suoi confornti, sebbene fosse stato proprio lui il fautore di quel gesto. Una volta rimessa in piedi e in perfetto equilibrio, la donna potè osservare attentamente il suo salvatore, notando non solo la giovane età di quest'ultimo -cosa che la fece riflettere attentamente su quanto stesse invecchiando- ma anche sul fatto che il suo volto, sebbene familiare perchè visto in giro per il villaggio Acuan, non corrispondeva ancora a nessuno dei visi conosciuti in quegli ultimi mesi. Inarcò un sopracciglio quando lo vide arrossire, non riuscendo a capire per quale motivo avesse avuto quella reazione. Certo, come lui, anche la pozionista si sentiva felice in mezzo ai suoi confratelli e non le dispiaceva mai poter parlare con loro del più e del meno, dal momento che tutti in quella Gilda erano gentili e pazienti con lei. Una caratteristica tipica degli Acuan la pazienza, in fondo, e che stava sbocciando anche nell'animo della docente senza che lei se ne rendesse conto.
In ogni caso, la donna, nonostante la brutta spinta ricevuta, si preoccupò delle condizioni dell'altro, capendo subito infatti che il suo gesto non era voluto ma derivato da una disattenzione del giovane uomo. Tuttavia, nel chiedergli se egli stesse bene, la domanda le uscì fuori dalle labbra in inglese e non nel linguaggio comune alle Gilde, cosa che le capitava spesso dal momento che non si era ancora ben integrata in quella comunità a tal punto da sostituire automaticamene la sua lingua madre con quella segreta. Rendendosi conto dell'errore, Martha si affrettò a porre il proprio quesito nell'altra lingua, ricevendone una grassa risata e una risposta in perfetto Americano.

Ahahahah... Puoi parlare l'inglese con me, se ti è più comodo.

Dalla pronuncia del suo accento, la docente di Pozioni intuì subito [Intuito(P)=32] che Jeremiah non era inglese come lei, ma un americano, sebbene non fosse in grado di capire da quale parte dell'America egli provenisse. Non si infastidì per il tono informale che le rivolse, anzi era contenta che l'altro fosse ben disposto a conversare con lei senza eccessivi formalismi, cosa che invece la più grande delle Bennet era abituata a fare in ogni occasione. Anche se gli altri gildati erano molto solidali e fraterni fra di loro, Martha non era ancora riuscita ad abbandonare con loro quelle frasi impregnate di cortesia, tipiche della sua educazione e, anche, della sua età. Tuttavia, questo non le impediva, qualora trovasse qualcuno disposto a passare oltre a certe sottigliezze, di assumere anche ella una parlantina meno rigida e più libera. E visto che il Lago si era dimostrato tanto gentile persino da accordarle di parlare nella sua lingua madre, la docente gli rivolse un sorriso di sincero ringraziamento, mentre l'altro le rivolgeva di nuovo la parola.

Perdonami... E' che a volte mi capita di distrarmi e fare qualche danno.

Non è successo nulla di male, non preoccuparti.

Il tuo nome?

Martha. Martha Bennet.

Disse, dandogli la mano e stringendola, qualora avesse accettato quel gesto di presentazione, aspettando che Jeremiah rivelasse anche egli il suo nome prima di riprendere a parlare.

Non credo ci siamo mai incontrati prima.
Sono entrata in Gilda da pochi mesi, quindi mi è ancora un po' difficile riconoscere tutti i miei Confratelli.


Ammise sincera, sottolineando il fatto che lei, diversamente dall'americano, era ancora un Ruscello e quindi al più basso gradino della scala gerarchica all'interno della Gilda. Suppose infatti che il ragazzo dovesse già essere ad un livello superiore, visto che non era presente nelle classi riservate ai nuovi adepti.

Stavo andando al Glyttir Björn.
Se vuoi accompagnarmi, sei il benvenuto.


Lo invitò gentilmente a proseguire la loro conversazione all'interno della Locanda più frequentata del villaggio, visto che la gelida temperatura era sopportabile solo da color che dentro lo spirito avevano una scintilla di Ghiaccio. In più, la docente non voleva perdere la sua buona tazza di thè, che la stava aspettando dentro il locale. Attese quindi che Jeremiah desse il suo consenso, prima di dirigersi verso il luogo stabilito. In caso di un rifiuto invece, lo avrebbe semplicemente salutato, continuando a seguire i suoi programmi per quella giornata.
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Messaggioda Jeremiah » 19/09/2013, 14:56

La docente di Pozioni non era arrabbiata per la sua mancanza di attenzioni, ma comunque all'interno della Gilda difficilmente due Confratelli discutevano per sciocchezze del genere: essi erano accomunati, legati dall'Acqua, che andava ben oltre il rapporto tra due semplici conoscenti o sconosciuti. Il fatto che fosse un Acuan, dal suo punto di vista, era come considerarla già come un'amica, ovviamente nei limiti della cosa.
Questo fatto, però, non metteva nella sfera sentimentale la Gilda al primo posto: c'erano individui all'interno della Gilda che nutrivano del suo bene e della sua stima, ma fuori c'erano altrettante persone che custodiva nel cuore.
Il pensiero ritornò a Sabrina per un attimo, che era tornata nei suoi sogni e che ora non c'era più.
Dalla sua parlata, Martha Bennet doveva aver compreso che lui non era esattamente un inglese: infatti l'inglese parlato in america differiva da quello parlato in Inghilterra soprattutto per la pronuncia più nasale e per alcune regole grammaticale che gli americani avevano modificato e adattato ad altri contesti (come il genitivo sassone che loro utilizzavano anche quando il possessore era rappresentato da una cosa).
Il sorriso di Martha era un sorriso più di devozione e cortesia: questo confermava la sua ipotesi riguardo al fatto che era sicuramente una neo-Acuan e quindi aveva difficoltà nel parlare la lingua segreta.

Non è successo nulla di male, non preoccuparti.

Lo rassicurò subito lei, vedendolo sinceramente dispiaciuto per l'accaduto.
Martha si era dimostrata subito gentile, e quel suo modo di fare non faceva che facilitare il relazionare fra i due gildati.
Considerato che sapeva quasi nulla, anzi proprio nulla, sul suo conto aveva deciso di passare alle presentazioni, in modo da sciogliere il Ghiaccio che si era formato dopo quella figuraccia da impacciato.
Alcuni pensavano che per fare il Medimago bisognava essere molto attenti e prestare attenzione ad ogni azione: chissà cosa avrebbero detto sapendo che un tipo facilmente distratto come lui lo era diventato.
Persino per i genitori era stata una sorpresa sapere che aveva intrapreso una carriera in Medimagia; con tutta sincerità, lui stesso ne era rimasto sorpreso. Aveva visto sempre un futuro da grande Auror davanti a sé, infatti se la sapeva vedere molto bene nei duelli, ma alla fine si era lasciato andare alla sua vera passione, accontentando così anche i genitori.
Era felice di riempirli di orgoglio, anche se non glielo dimostrava e fingeva indifferenza.
Vi spiego meglio, se credete che Jeremiah Murray sia il tipo più solare e più amichevole di questo mondo allora vi aspetta uno scossone: il comportamento che assumeva nella Gilda si distingueva totalmente da quello che assumeva fuori dal villaggio.
Infatti chi lo conosceva come il Medimago Murray, poteva confermare la freddezza e il distacco con la gente, che non faceva cero da ostacolo al suo lavoro, anzi, lo rendeva più serio e professionale.
Con il tempo l'Elemento in lui insito stava modellando il blocco di ghiaccio e quel comportamento si stava ridimensionando, ma affinché ciò avvenisse occorreva ancora del tempo.

Martha. Martha Bennet.

Fu quella la risposta della donna quando il Lago le chiese il nominativo.
Aveva sentito parlare di una famosa Bennet, ma non ricordava dove: probabilmente l'aveva letto su qualche quotidiano; Jeremiah non avrebbe mai collegato la Bennet che aveva di fronte con la famosa cantante a livello mondiale, di cui aveva letto distrattamente.
Sorrise affabilmente e strinse delicatamente la sua mano, in modo che l'Acqua all'interno del suo corpo convergesse sulle dita, in modo che l'altra avvertisse una sensazione piacevole, quasi che volesse sollecitare l'energia elementare che scorreva in lei.
Era il suo modo per riconoscere una persona degna della sua stima e del suo rispetto, una sua amica, per certi versi.

Io sono Jeremiah Murray.

Non disse quelle frasi aggiuntive del tipo "Molto piacere" o "E' un piacere": aveva letto su un libro che non era molto educato e gentile così come poteva sembrare: dire semplicemente il proprio nome era il modo migliore per fare conoscenza.

Non credo ci siamo mai incontrati prima.
Sono entrata in Gilda da pochi mesi, quindi mi è ancora un po' difficile riconoscere tutti i miei Confratelli.


Beh... E' comprensibile, sai? Siamo in molti qui: per cui tu devi essere un Ruscello... [Intuito (Perspicacia) = 21]

Si espresse lui, rassicurandola: non era semplice instaurare dei rapporti con una nuova famiglia, con un nuovo luogo; quella era una cosa che veniva da sé con lo scorrere del tempo.
Frequentando spesso il villaggio, Martha si sarebbe resa conto a lungo andare che non avrebbe fatto nemmeno caso a quante persone avrebbe conosciuto. Così era successo anche per lui: nel giro di un anno conosceva il villaggio come le sue tasche, di certo non tutti i suoi componenti, alcuni solo di vista, altri ancora li salutava con un semplice sorriso o con un cenno del capo.
Jeremiah stava ipotizzando bene: Martha era ancora un Ruscello, infatti era più una domanda retorica quella sua: non si passava da un grado all'altro dopo così poco tempo, si doveva acquisire una maturità non indifferente, ma non dal punto di vista culturale, tanto meno per una questione di età.

Stavo andando al Glyttir Björn.
Se vuoi accompagnarmi, sei il benvenuto.


Veramente, io... - pensò al suo desiderio di uscire dal villaggio, ma poi cambiò idea - Perché no... Andiamo!

La esortò in fine lui, con un cenno della testa verso la strada che riconduceva verso il centro del villaggio.
Il Glyttir Björn era uno dei locali più famosi, bere qualcosa di caldo in sua compagnia sarebbe stata un'ottima idea: almeno si sarebbero scaldati un po. In inverno il freddo era davvero penetrante e restare troppo esposti avrebbe potuto provocare uno sbalzo della temperatura corporea, con conseguente raffreddore e febbre.
Decisamente malattie non preoccupanti, anche perché i maghi godevano di capacità fisiche superiori al normale, un po di riposo e dei farmaci specifici per un paio di giorni avrebbero rimesso in forze.

Dimmi, Martha, qual'è la tua occupazione?

E perché non parlare di lavoro?
Entrambi erano abbastanza adulti da avere un posto di lavoro da qualche parte.
Solitamente gli Acuan erano individui molto colti, ricercatori e assetati di conoscenza: la loro carriera era comunque prestigiosa.
Considerando quel fattore da un punto di vista strategico erano sicuramente avvantaggiati rispetto alle altre due Gilde, che sicuramente non peccavano di altri pregi di considerevole importanza.
Lo stesso elemento rappresentava la calma e la tempesta al contempo, oltre alla riflessione, la purezza e la forza.
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Messaggioda Martha » 25/09/2013, 18:09

Io sono Jeremiah Murray.

Quando la mano del ragazzo strinse quella della donna, Martha potè avvertire l'Elemento che scorreva fluido in lui, e che quindi lo designava come Confratello con solo per la Gilda d'appartenenza, ma anche perchè entrambi erano stati benedetti dall'Acqua. La forza di Jeremiah non era neanche lontanamente paragonabile a quella di Eibhlin, eppure la docente apprezzò di cuore quel gesto sincero, riconoscendo la superiorità dell'elemento che era in lui presente. Certo, perchè anche se entrambi ad un livello basso, Martha non poteva ignorare che il Ruscello che scorreva dentro di lei non poteva reggere il confronto con il Lago col quale per un attimo si era unito. Tuttavia, il giovane Acuan sembrava ben disposto nei suoi confronti: le aveva parlato in inglese non appena aveva percepito la sua difficoltà nell'utilizzo della lingua comune, un segno di gentilezza che non era passato inosservato. Tanto per evitare inutili fraintendimenti o scortesie, la pozionista affermò subito di essere una nuova adepta, in maniera da far riconoscere all'altro il proprio grado all'interno della Gilda.

Beh... E' comprensibile, sai? Siamo in molti qui: per cui tu devi essere un Ruscello...

Era una domanda retorica, non ci sarebbe neanche stato bisogno di confermare, ma Martha annuì semplicemente con la testa, per educazione, riflettendo sulla possibilità di continuare o meno quella conversazione con il suo nuovo Confratello. Era ancora difficile ambientarsi quando c'erano così tante cose da scoprire e da apprendere e l'assenza di vita sociale negli anni passati l'aveva resa un po' arruginita sui comportamenti che bisognava avere con i propri simili. Non era più abituata a fare conversazione, non con dei perfetti sconosciuti e, soprattutto, appartenenti ad una diversa generazione. La donna scommetteva infatti che Jeremiah fosse più giovane di lei all'incirca di sette/otto anni, sebbene la sua stima potesse sempre rivelarsi sbagliata, se tratta in inganno dalle fattezze del ragazzo. E di cosa avrebbero mai potuto parlare un giovane uomo e un'insegnante entrata nella piena maturità del suo essere donna? La più grande delle Bennet smise di porsi quel problema, quando decise di invitare l'altro a prendere qualcosa da bere all'Orso Bianco, la locanda più frequentata del villaggio.

Veramente, io...

Mh?

Perché no... Andiamo!

Senza perder tempo, la docente si mise sulla strada che portava verso la Locanda in questione, camminando al fianco di Jeremiah e cercando un buon pretesto per poter avviare una conversazione. E fu proprio quest'ultimo a risolvere il problema, rivolgendole la domanda più semplice e comune del mondo, eppure anche quella che portava maggiori risposte.

Dimmi, Martha, qual è la tua occupazione?

Insegno Pozioni ad Hogwarts.- rispose tranquillamente, voltando ogni tanto lo sguardo da una parte e dall'altra- Prima di quest'incarico ero assistente e ricercatrice al fianco di Heathcliff Norrel, il noto pozionista.- lo sguardo rimase fisso a guardare di fronte a sè mentre pronunciava quel nome, come se i pensieri della donna stessero vagando per chissà quale mondo, prima di ritornare sul presente e rivolgere la sua domanda al Lago -E tu invece? Di cosa ti occupi?

Era quasi un miracolo che la docente fosse riuscita a dare un'informazione personale. Era sempre stata una persona riservata, ma scoprire l'Acqua dentro di sè l'aveva cambiata e l'aveva resa molto più disponibile e meno introversa di quanto era prima . Il sole splendeva alto nel cielo, illuminando i vari ponti di ghiaccio che brillavano quasi fossero fatti di diamanti, mentre l'insegna scolorita ma sempre presente del Glyttir Björn sventolava appena, mossa da un lieve filo di vento. Martha avrebbe quindi atteso la risposta di Jeremiah, prima di entrare all'interno della taverna. Il barista li salutò da dietro il suo bancone, riprendendo a pulire poi un boccale di vetro. Il luogo era semi-deserto, ma era presente comunque qualche avventore, qualcuno sconosciuto, qualcunaltro pronto a salutare lei, prima di ritornare a leggere il giornale e/o bere la propria bevanda.

Preferisci il bancone o un tavolo?

Chiese quindi al suo Confratello, dopodichè si sarebbe andata a sedere nella scelta da lui indicata, non prima di aver ordinato al proprietario della locanda un buon bicchiere di thé caldo.
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