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Messaggioda Jeremiah » 26/10/2013, 20:07

Jeremiah non lo avrebbe mai ammesso, ma il tempo che stava trascorrendo con la giovane bionda era piacevole, e già il fatto che stesse seduto con una ragazza che conosceva da poco al tavolo di un locale a sorseggiare un aperitivo la diceva molto lunga.
Non c'era bisogno di nascondere anche quel particolare, era già abituato di suo a non dare nell'occhio e ad apparire disinvolto.
La sua preoccupazione maggiore era affacciarsi su un nuovo palcoscenico, guardare il mondo da una nuova prospettiva: quella dei sentimenti; c'era della sostanza in lui, e per questo era tanto rincuorato quanto preoccupato. Non sapeva i rischi che comportava avere dei sentimenti: lui stava vivendo la parte migliore di quel nuovo essere, per cui non poteva immaginare la parte meno allettante.
La comodità di non sentire le emozioni era non avere nulla da perdere... e nulla da guadagnare: un cinquanta e cinquanta equilibrato, ma anche insipido: era un uomo che viveva senza soddisfazioni o delusioni.
La vita andava vissuta così come ci era stata data, con tutti i mille sapori che includeva: dalle dolcezze alle amarezze. Sarebbero venuti momenti tristi alternati a momenti felici: un ciclo cangiante e imprevedibile che li rendeva ciò che erano, con pregi e difetti acquisiti dall'esperienza.
Il suo ciclo era cominciato con le dolcezze, o meglio, con una dolcezza: Aryanne Vastnor.

Presupponi di passare molto tempo con me?

Jeremiah fu preso alla sprovvista da quel contropiede e d'improvviso aprì gli occhi, sentendosi mancare le parole. Una situazione scomoda: Aryanne lo stava forse stuzzicando per tirare fuori dall'armadio altri scheletri di cui aveva dimenticato l'essenza o l'esistenza?
Voltò il capo di scatto sentendo l'Acqua concentrarsi di nuovo intorno al viso candido, quasi a non voler mostrare un ulteriore volta quel fenomeno anomalo: sapeva che stava per riaccadere.
Gli occhi questa volta si colorarono di un verde smeraldo, un colore profondo che dipingeva mari profondi: lui era profondo? Quante domande affollavano la sua testa, e non saper dare una risposta gli suggeriva che la sua esistenza fosse vana.
Non era vano: sapeva che c'era qualcosa, ma temeva soltanto di non riuscire a strapparla dalla gabbia.

Ero... ero... Imbarazzato?!

Che gran sorpresa quella lì: l'imbarazzo era una sensazione, qualcosa stava realmente accadendo, e questo lo incentivò a rispondere con più sicurezza alla domanda posta da Aryanne.

Tu sei solita prendere aperitivi con qualcuno che non hai intenzione di rivedere?

Una bella sfida quella che le aveva lanciato: aveva risposto ad una domanda con un'altra domanda.
Si sa: non è educato rispondere ad una domanda con un'ulteriore domanda, ma a quel tavolo tutto diventava lecito. Aryanne non sembrava il tipo che si prefissava dei limiti per giocare, e lui non era da meno se sollecitato.
Era consapevole che la risposta di lei, a quel punto, avrebbe potuto essere letale, ma si trattava pur sempre di una mercenaria, a quella donna piaceva giocare, e non poco.
Dava l'aria di essere quel tipo di ragazze che prima di mangiare il cibo ci giocassero: da lì la definizione di "Lestrange", perché alcune storie raccontavano che fosse proprio un'abitudine della fedele serva del Signore Oscuro giocare con il cibo prima di mangiarlo: una coincidenza che lei avesse preso proprio un "Bellatrix Lestrange" come aperitivo?
Avrebbe avuto presto la sua conferma.

Comunque non ti preoccupare, se non ti da' fastidio né ti fa male... a me non da' nessun problema!

Nemmeno me ne accorgo...

Rispose lui in maniera disinvolta.
Prima che diventasse un Acuan accadeva con meno frequenza, poi aveva collegato la cosa quando l'Elemento era cresciuto in lui e riusciva a cambiarne il colore a proprio piacimento, ma non riusciva a fermarne l'effetto quando veniva spontaneamente.
Quando erano arrivati gli aperitivi aveva guardato con aria scettica a quegli stuzzichini contenenti del salmone: l'Elemento dentro di lui aveva una reazione strana verso il cibo proveniente dall'acqua: non riusciva ad accettarlo, tanto che le prime volte - non essendo a conoscenza di quest'ulteriore particolarità - aveva rigurgitato il cibo contenente il pesce, e poi aveva capito: l'Elemento gli vietava quel tipo di dieta.
Aveva persino dimenticato il sapore del tonno o del salmone.
Prima di non incorrere in inconvenienti si informò sulla loro natura.

Sì, è proprio salmone... non ti piace, o sei vegetariano?

No, in verità non apprezzo molto il pesce.

Nel caso ti dia fastidio che io lo mangi, lo posso evitare senza problemi!

Oh... No, non preoccuparti, mangia pure!

La rassicurò con un cenno della mano, esortandola a mangiare senza farsi problemi: non gli dava fastidio che gli altri se ne cibassero - se avesse potuto lo avrebbe fatto anche lui - ma la forza dell'Elemento era intransigente e lui doveva attenersi per non incorrere nuovamente in quei dolori e quei sintomi.
Non era mai stato così male in vita sua, e il dolore provocato lo aveva tanto spaventato che era rimasto lontano da quel genere di pasti.
Chissà se gli altri Acuan reagissero allo stesso modo, non si era mai informato a riguardo.
Intrapresero una chiacchierata sul lavoro di entrambi, e sapere che era una Mercenaria lo aveva quasi sorpreso: plausibile visto la sua corporatura.
Aveva visto pochi corpi femminili così belli: Aryanne rientrava tra i migliori che avesse mai constatato; una gran fortuna averla incontrato in vesti eleganti.
Ogni minuto che scorreva si sorprendeva sempre più del fatto che fosse lì seduto a parlare con qualcuno che non fosse un Acuan.
Fino a quel giorno era sempre stato semplice nascondere il suo lato Acuan, e se con la sua nuova personalità sarebbe diventato tutto più complicato? Era un rischio da correre, anche perché sembrava che l'Acqua lo volesse incoraggiare; avrebbe dovuto essere solamente più cauto e discreto.
Aryanne descrisse brevemente il suo lavoro e i rischi che comportava quel genere di occupazione: cose non da poco per una donna; era pronto a scommettere che poche erano le ragazze che si cimentavano in quel genere di lavoro: bisognava avere davvero tanto coraggio e forza di volontà, doti che Aryanne possedeva in eccedenza.
La domanda che le porse successivamente fu istintiva e si pentì un attimo dopo di avergliela posta, tuttavia la giovane mercenaria rispose senza alcun problema.

Oh, è Sandyon Vastnor... - un breve momento di esitazione - ... mio padre.

Se la mente non mi inganna, è il nome del professore di Difesa Contro le Arti Oscure ad Hogwarts, e se non si tratta di una coincidenza, parliamo della stessa persona.

Annuì con il capo: molte voci circolavano sul conto di quell'uomo: dicevano che fosse un avversario temibile in battaglia; naturalmente Hogwarts si era ben provvista per quanto riguardava i suoi insegnanti.
La Bergman era una grande furbacchiona, glielo aveva fatto intuire il preside Stunmatt in una delle tante chiacchierate nel suo ufficio.
Venne il momento del brindisi e fu lei a muovere il primo passo, ovviamente: cosa si sarebbe aspettato da un ragazzo privo o quasi privo di emozioni? Aveva bisogno di ispirazione, non che non ne avesse abbastanza guardando la Vastnor di fronte a lui.
Alzarono i bicchieri e li avvicinarono, poi Aryanne perfezionò il brindisi a cui lui aveva aggiunto qualche frecciatina piacevole.

Ah, ma allora dovremmo dire ai quaderni persi dai ragazzi misteriosi, ritrovati dalle belle ragazze, e ai pub dagli ottimi aperitivi... così è completo!

Più di così si muore!

Disse lui, mentre i bicchieri tintinnarono e i loro sguardi si incrociarono tanto fugacemente quanto intensamente.
Fino a che punto si sarebbero spinti? Una bella domanda; una cosa era certa, stava facendo un gran bel lavoro con il giovane Murray: i progressi crescevano a vista d'occhio.

Forse perdere quel quaderno è stata la cosa migliore che ti potesse capitare

Jeremiah non capì immediatamente, per cui la lasciò proseguire nel discorso.

Oggi potrebbe essere una giornata di svolta, per te.
Scusa se te lo chiedo, ma... questo tuo essere un po' distaccato, diciamo, non ti ha creato problemi nel farti degli amici?


Ora cosa le avrebbe risposto? Avrebbe dovuto mentire: era seccante doverle dire una menzogna dal momento in cui lei si era presa cura di lui ben volentieri. Si sentiva la coscienza sporca, ma si vedeva costretto a farlo, in nome dell'Acqua e in vista del bene del Conflux.
Non era semplice come con gli altri, senza contare che lei era una delle pochissime con cui aveva trattenuto una conversazione che fosse al di fuori dalla competenza lavorativa, e forse era l'unica con cui aveva trattenuto una conversazione amichevole.
Assunse un'aria disinvolta, caricando di sicurezza le parole e posando lo sguardo nei suoi occhi per non destare sospetti: Aryanne non avrebbe sospettato nulla di quella bugia a fin di bene.

I miei amici sono tutti in America, ne ho pochi qui, tutte persone con cui lavoro, per cui... mi conoscono abbastanza bene, ecco.

Rispose poi, bevendo ancora dal suo bicchiere per dimezzarne il contenuto.
Lasciò il bicchiere sul tavolo e addentò un'altra di quelle squisite patatine, per poi continuare a parlare.

Io... ora... sto bene.

Un'affermazione banale: ma ai suoi occhi equivaleva ad ammettere di amare qualcuno, anche se erano due cose ben differenti.
Aryanne avrebbe capito l'importanza che acquisiva per lui quella frase? Ma soprattutto avrebbe colto che era lei il motivo di quella affermazione?
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Messaggioda Aryanne » 03/11/2013, 16:24

L'aveva stuzzicato un po' forse, ma che male c'era?
In fondo l'avrebbe fatto con qualsiasi altro ragazzo si fosse ritrovata ad interagire, perciò perché frenarsi? Perché Jeremiah, per sua stessa ammissione, non era solito mostrare sentimenti o emozioni? Forse, ma se voleva farlo sentire normale - perché quello si era messa in testa di fare - allora doveva cominciare a trattarlo come una persona normale.
Notò che l'altro sgranò gli occhi a quella domanda, forse preso in contropiede dal quesito improvviso che lei gli aveva posto, ma non reagì in alcun modo a quell'interdizione palese perché di certo non voleva prenderlo in giro o beffarsi di lui: al contrario, lo lasciò riflettere sulla risposta migliore da darle, che alla fine riuscì persino a strapparle un sorriso.

Tu sei solita prendere aperitivi con qualcuno che non hai intenzione di rivedere?

Dipende.
Se pagano loro...


Rispose subito, quasi all'istante, Aryanne, con un gran sorriso furbetto sul volto che ben si accompagnava all'occhiolino che gli fece subito dopo: lei, a differenza sua, aveva quasi sempre la battuta pronta, ma in fondo era fatta così, era sempre stata abituata a reagire velocemente alle provocazioni - soprattutto con un compagno come Typhon Seal sempre tra i piedi.

Scherzavo!
Di solito no, ma ho imparato negli ultimi mesi che la vita ci porta sempre a stupirci di noi stessi.
In fondo anche tu non avresti mai pensato di ritrovarti qui con me, no? Hai fatto qualcosa che non è riconoscibile nei tuoi comportamenti standard, perciò qui può dirlo? Non è una cosa che sono solita fare, ma potrei sempre farla, prima o poi.


Una risposta forse più lunga di quanto fosse necessario, ma che prendeva in considerazione aspetti particolari del discorso più generale da lei affrontato: essere fatti in un certo modo, non voleva per forza dire comportarsi sempre di conseguenza; a volte si agiva in modi che mai si sarebbero presi in considerazione, al punto da non riuscire nemmeno a riconoscersi in essi.
Sandyon le diceva sempre che il peggior nemico che un uomo potesse avere era in primis se stesso, ed Aryanne aveva capito solo dopo mesi di allenamento e di vita quanto quelle parole potessero essere veritiere.
E nel frattempo l'aperitivo proseguiva, nel frattempo gli occhi di Jeremiah si coloravano di nuovo - ma tanto non gli davano fastidio - nel frattempo si ritrovarono a mangiare un bel po' di stuzzichini e, tra essi, ce ne fu qualcuno in particolare che al ragazzo piacque poco.

Oh... No, non preoccuparti, mangia pure!

Sarebbe stata pronta a non toccare il rotolino al salmone se all'altro avesse dato fastidio, non era certo una questione di vita o di morte per lei, ma Jeremiah confermò che non era un problema, che era lui a non volerlo assaporare ma questo non lo portava di certo a vietare la medesima cosa ad altri.
Rincuorata, Aryanne lo morse e masticò velocemente, evitando commenti sulla sua bontà per rispetto della scelta altrui, pensando che forse amava così tanto l'acqua e le sue creature da non volerle in qualche modo ferire: una volta non avrebbe mai pensato una cosa del genere, ma visto quanto amore Typhon aveva per le piante, aveva cominciato a valutare la possibilità che anche altre persone potessero provare gli stessi sentimenti per quegli stessi esseri viventi o altri, come gli animali - marini o terrestri che fossero.
Gli parlò del suo lavoro poi, soffermandosi sul proprio Mentore e chiamandolo, dopo un secondo di esitazione, "suo padre", piuttosto sicura che a Sandyon la cosa non avrebbe dato fastidio: in fondo era lui il primo a considerarla una figlia, quindi perché non reputarsi tale anche di fronte agli altri?
Così la conversazione proseguì, un brindisi venne proposto un po' da entrambe le parti, e quando finalmente fu considerato completo i bicchieri tintinnarono e i loro sguardi si poterono incrociare il tempo di bagnare le labbra coi due cocktails, diversi tra loro ma dalla stessa parte, in un certo senso - un Bellatrix Lestrange ed un Lord Voldemort, due cattivi per eccellenza della Seconda Guerra Magica, insomma.
Dopo di esso, invece, la Vastnor fece una sorta di bilancio della giornata dal punto di vista di Jeremiah: perdere quel quaderno gli aveva dato la possibilità di conoscerla, d'iniziare quasi un nuovo capitolo della sua vita; certo però che la domanda, in quel senso, sorgeva spontanea... come poteva farsi/avere degli amici se quel suo modo di fare lo portava a diffidare quasi totalmente delle persone?

I miei amici sono tutti in America, ne ho pochi qui, tutte persone con cui lavoro, per cui... mi conoscono abbastanza bene, ecco.

Oh, beh, ma allora è chiaro! - esclamò Aryanne, annuendo - Col lavoro che fai suppongo che non possa manco esserci troppo tempo per conoscere bene qualcuno, no? Tra un'emergenza e l'altra...

Aggiunse, mangiando una patatina a sua volta per poi ritrovarsi a sorridere dolcemente all'ultima affermazione di lui.

Io... ora... sto bene.

Sarebbe stato troppo egocentrico pensare che lui intendesse dire che stava bene perché si trovava lì con lei? Che in qualche modo si sentisse sereno avendola accanto, interagendo con lei nonostante i precedenti?
Non era sicura di potersi permettere un pensiero del genere, ma se quello fosse stato reale, allora ne sarebbe stata felice: gli sorrise più ampiamente e gli strizzò l'occhio, complice.

Potrei essere la tua prima amica inglese!
Che ne dici?
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Messaggioda Jeremiah » 05/12/2013, 20:27

Se avesse avuto l'occasione di vedere la scena dall'esterno, lui stesso non avrebbe creduto che stava parlando con qualcuno e che quel qualcuno non appartenesse alla Gilda Acuan: era proprio la Gilda che gli offriva la possibilità di sbloccare il suo animo, di farlo uscire da quella sorta di prigione fatta di diffidenza al 100%. Ma era sicuramente su un punto di svolta, ancora doveva realizzarlo e Aryanne si stava dimostrando fondamentale per la creazione di quel nuovo "Jer" - come lo chiamava Noah - e lei era la chiave di una serratura arrugginita, abbandonata con il tempo: meglio anche di un Alohomora.
Certo, non pretendeva mica che dall'oggi al domani sarebbe cambiato tutto, ma sarebbe stato un cambiamento lento che avrebbe generato i suoi frutti: la fretta non comportava nulla di buono, per quanto desiderasse accelerare i tempi.
La conversazione aveva preso una piega divertente e, ovviamente, era stata lei principalmente a instaurare un buon clima e quindi a farlo mettere a suo agio, forse con qualche difficoltà, ma sapeva a cosa stava andando incontro e a quanto pareva non la stava spaventando: figuriamoci se una mercenaria potesse spaventarsi davanti a certi compiti così semplici in confronto a quello che viveva tutti i giorni: eppure lui credeva che le persone erano la missione più complessa della vita; comprendere, affezionarsi, consigliare, erano tutti termini di cui aveva dimenticato il significato, da quando era morta Sabrina insomma.

Dipende.
Se pagano loro...


Sorrise spontaneamente: era davvero un a ragazza particolare; non la conosceva bene, però da quel che poteva dedurre aveva di fronte un tipo vivace e alla mano, dalla personalità simpatica.
Sorrise anche lei con un occhiolino: com'era brava a relazione con le persone. Chissà se lui sarebbe stato altrettanto bravo, ma dubitava che sarebbe riuscito ad essere sciolto come lei nel relazionare: la cosa che non aveva capito ancora era il fatto che un discorso fluido non era una cosa per la quale si sarebbe dovuto esercitare, ma una comune abilità che sarebbe venuta da se.

Scherzavo!
Di solito no, ma ho imparato negli ultimi mesi che la vita ci porta sempre a stupirci di noi stessi.
In fondo anche tu non avresti mai pensato di ritrovarti qui con me, no? Hai fatto qualcosa che non è riconoscibile nei tuoi comportamenti standard, perciò qui può dirlo? Non è una cosa che sono solita fare, ma potrei sempre farla, prima o poi.


Dovresti essere più prudente: nonostante il tuo lavoro ti porti ad essere molto versata nella magia, non sai cosa si cela nella persona che hai di fronte.
Chi ti dice che io non sia un impostore?


La metteva in difficoltà con quella domanda? Forse, ma non gliel'aveva certamente posta con quell'intenzione. Era già tanto che era riuscito a formularla: usciva dal suo standard, rientrava nel complesso; questo non poteva che essere una positività allora, era segno che Aryanne stava facendo un buon lavoro.
Lei non l'avrebbe potuto sapere, ma doveva considerarla come una grande soddisfazione: aveva di fronte uno dei medici più insopportabili e diffidenti che esistevano sulla faccia della Terra, uno di quelli che seppur soddisfatti non concedevano mai la soddisfazione di un apprezzamento: da quel punto di vista si era spinto un po troppo.
Ma al diavolo quel dottore, che ben venisse il nuovo lui: una persona nuova, piacevole, bella dentro; chi mai avrebbe potuto apprezzare una persona diffidente, di poche parole, vuota? Era già difficile per lui convivere con quella parte di se, non riusciva e non immaginava nemmeno ad immedesimarsi nella visione che gli altri avevano di lui, ma qualcosa gli suggeriva che non era proprio positiva.
Dopo quella breve provocazione e una beve interferenza per il cibo che era stato servito loro (conteneva del pesce, vietato per la sua "dieta") la loro attenzione si concentrò su altro.

Oh, beh, ma allora è chiaro! Col lavoro che fai suppongo che non possa manco esserci troppo tempo per conoscere bene qualcuno, no? Tra un'emergenza e l'altra...

Disse lei in merito al fatto che lui non avesse molte amicizie in Gran Bretagna: sicuramente quello era uno dei motivi principali, ma contava poco con il fatto che il problema principale di tutto era lui; Aryanne stava tentando di non farglielo pesare?
Voltò lo sguardo verso il soffitto, riflettendo sulla sua supposizione.

Mmh.... Non proprio... - esitò - E' uno dei motivi però.

Passò il dito sulla sommità del bicchiere percorrendo il vetro sottile, per intero, com'era sua abitudine fare.
Continuò a guardarla serio, poi una sensazione piacevole gli pervase il corpo e d'istinto sorrise: ridusse la voce ad un sussurro, poi parlò, disperdendo quell'ammissione dolce e sincera, come quelle che facevano i bambini. La fitta indolore che solleticò il cuore lo costrinse ad abbassare il capo verso il tavolino: gli occhi si colorarono di un azzurro chiaro, quasi trasparente e le guance bianche e leggermente infreddolite si riscaldarono e assunsero un colore rossiccio per via della concentrazione del sangue proprio in quella zona.
Cercava di nasconderglielo in qualche modo, se lei lo avesse visto si sarebbe sentito privo di una copertura, nudo nell'anima: qualcosa a cui ancora doveva riabituarsi.

Potrei essere la tua prima amica inglese!
Che ne dici?


Amica?!

Il suo cervello ragionava come quello di un bambino che ancora esplorava e muoveva i primi passi, per cui sentire quella parola era una vera e propria sorpresa, come se fosse nuova, mai sentita.
Alzò lentamente la testa, per poi passare gli occhi suoi, tinti ancora di azzurro chiaro, sui suoi, con un sorriso dolce e innocente stampato sul volto.
Non rispose in fretta, ma la risposta fu comunque afferamativa: mosse il capo su e giù lentamente.

Si, siamo... amici.

Concluse poi con quell'ultima parola che stava ad indicare un legame differente fra loro rispetto a quello di due semplici conoscenti: la pronunciò come se temesse di farsi male, ma una volta detta provò un immenso sollievo: si chiamava normalità.
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Messaggioda Aryanne » 10/12/2013, 17:33

Dovresti essere più prudente: nonostante il tuo lavoro ti porti ad essere molto versata nella magia, non sai cosa si cela nella persona che hai di fronte.
Chi ti dice che io non sia un impostore?


E' possibile - concesse Aryanne di rimando, alzando le spalle in tutta tranquillità - ma è anche vero che, se così fosse, le tue possibilità di farmi del male al momento sono ben poche, visto dove ci troviamo - ovvero un luogo piuttosto affollato - Inoltre non hai armi con te, a parte la bacchetta... - lo aveva ispezionato con lo sguardo? Ma ovvio, altrimenti che ce l'aveva a fare Sandyon Vastnor come Mentore? - Ed il tuo fisico è asciutto, longilineo, non sei certo pompato da palestra - non un insulto, alla fine stava solo facendo una constatazione sul corpo dell'altro - il che significa che nel corpo a corpo potresti essere bravo nella media... perciò, in un ipotetico scontro, avrei non poche possibilità di sconfiggerti.

Finito di parlare, la Vastnor si sorprese da sola: da quando era diventata così brava a studiare le mosse degli altri, i loro oggetti, il loro modo di fare? L'aveva imparato senza accorgersene, grazie a Sandyon, evidentemente, ma era una comunque una grande sorpresa rendersene conto così, da un secondo all'altro.
Mangiò un altro stuzzichino, poi, ipotizzando che col lavoro impegnativo che faceva Jeremiah, fosse piuttosto ovvio non avere molto tempo per fare chissà quante amicizie - un po' come lei, che viveva da mesi reclusa in palestra.

Mmh.... Non proprio...
E' uno dei motivi però.


Ovviamente non insistette, non cercò di capire quali fossero questi altri motivi perché, insomma, non erano mica affari suoi!
Una volta forse avrebbe continuato a scavare in quello sguardo per capire cosa nascondesse, ma era cresciuta anche in quel senso, e l'altro, per quanto potesse dimostrarsi disponibile al dialogo, aveva tutto il diritto di vivere la propria privacy e tenere per sé determinate informazioni.
Questo comunque non frenò Aryanne dal proporgli di essere la sua nuova amica, anzi, la sua prima amica lì, in Inghilterra: perché no? Da qualche parte doveva pur cominciare!
Jeremiah parve inizialmente spaesato - probabilmente non aspettandosi una proposta del genere da parte di una semi-sconosciuta, ma quando mosse il capo su e giù, l'italiana capì di averlo convinto.

Si, siamo... amici.

Evvai!
Batti il cinque!


Alzò la mano verso di lui e, nel caso Murray avesse dimostrato di non sapere cosa fare - in fondo quello era un modo di gioire tipicamente babbano - la ragazza gli spiegò per bene come si dovesse rispondere, arrivando alla fine a far battere il palmo della mano di lui contro il proprio.

Dai, finiamo tutta questa roba e andiamo a fare un giro, prima che mi tocchi tornare nuovamente in palestra per smaltire quello che ho mangiato!

Gli propose ancora, solare e divertita: e se lui avesse acconsentito, allora avrebbero finito l'aperitivo per poi passeggiare insieme tra le strade di Londra, come due amici che, appena incontratisi, hanno un sacco di cose da raccontarsi.
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Messaggioda Sandyon » 16/12/2013, 19:32

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Aryanne Vastnor ---> 5 PX per BUON GIOCO

Jeremiah Murray ---> 4 PX per BUON GIOCO
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Messaggioda Roxanne » 13/02/2015, 22:13

• Esterno del Ministero - Settembre 24, 2109 - Londra (UK) •


La tanto agognata pausa pranzo.
Era per tutti il momento per rilassarsi, per mangiare qualcosa in santa pace senza badare troppo al lavoro... per tutti, ma non per lei: aveva troppe cose a cui pensare per permettersi un lusso del genere, soprattutto vista la prossima, e nemmeno troppo futura, causa che l'avrebbe vista scontrarsi contro Isaac Pendleton, uno dei Magi-Avvocati migliori che Roxanne avesse mai conosciuto; sfortunatamente, la sua bravura era pari solo alla sua arroganza e al suo viscidume, che lo rendevano il legale perfetto di quei criminali abbastanza ricchi da potersi permettere i suoi servigi.
Si preparava a quella causa da mesi, ormai, studiando tutte le carte disponibili e spulciando gli archivi del Ministero più e più volte da cima a fondo, così da avere la sicurezza di non essersi persa nulla ed avere tutto sotto controllo: era molto meticolosa nel suo lavoro, la Hamilton, specie quando conosceva la fama -una fama meritata- del suo avversario.

Dottoressa Hamilton... la mensa del Ministero è un luogo troppo soffocante, per lei?

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Prima ancora di posare lo sguardo sul volto del Magi-Avvocato che le aveva rivolto la parola, fu la sua voce melliflua a provocarle un leggero moto di disgusto: tuttavia fu con aria impassibile -al massimo vagamente infastidita per essere stata interrotta- che alzò gli occhi sull'uomo, interrompendo a malincuore la lettura di un fascicolo essenziale per la sua linea d'attacco contro il cliente di Pendleton.

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Dottor Pendleton... -lo salutò senza sorridere- In una giornata così piacevole, sarebbe stato un delitto chiudersi più del dovuto tra le mura del Ministero.

Ed era quello il motivo per cui aveva optato per un semplice quanto salutare di frutta come pranzo, ripromettendosi di mangiare qualcosa di più sostanzioso per cena -ci mancava solo che svenisse durante il processo.

Lei, invece, non si trova circondato dai suoi assistenti... -come di solito accadeva: Pendleton era l'unico Magi-Avvocato di sua conoscenza ad avere almeno una decina di neo-diplomati che, più che assisterlo, gli facevano da tirapiedi- Quale bizzarra novità è mai questa?

A volte amo prendermi i miei spazi, dottoressa.
Inoltre, quando l'ho vista qui tutta sola, ho pensato volesse un po' di compagnia...


È davvero troppo premuroso da parte sua preoccuparsi per me... tuttavia, come può notare, stavo lavorando. Quindi, se vuole scusarmi...

Oh, ma naturalmente!
In fondo ci vedremo presto in aula, giusto dottoressa? Sarà un vero piacere misurarmi contro un Pubblico Ministero del suo calibro...


Gli sorrise in modo piuttosto forzato e rigido, tanto che il sorriso stesso non raggiunse gli occhi e non riuscì quindi a coinvolgerli, lasciandoli freddi e distaccati.

Non la disturbo oltre, allora.
Le auguro buona giornata, dottoressa Hamilton... e che vinca il migliore!


Buona giornata anche a lei, dottor Pendleton.

Lo salutò Roxanne senza aggiungere altro, attendendo che l'uomo si allontanasse prima di abbassare nuovamente lo sguardo sul fascicolo che teneva stretto tra le dita: scosse appena il capo, infastidita da quell'interruzione e dal fatto che fosse stata causata proprio dal Magi-Avvocato, allungando poi un braccio per prendere il bicchierone col frullato di frutta -pesca, albicocca e fragola- e bevendone un lungo e lento sorso.
Non poteva permettersi distrazioni, e l'incontro con Isaac Pendleton poteva essere tanto fastidioso ed irritante da costituire proprio una di quelle distrazioni che la donna voleva evitare: si doveva focalizzare sull'obiettivo, e concentrare tutte le sue energie sulla causa contro di lui.
Perché batterlo e togliergli il suo solito ghigno irritante dalla faccia... quella sì che sarebbe stata una gran soddisfazione.

• Fine Auto-Conclusiva •


Spoiler:
Menzione speciale per Sandyon e Monique che mi hanno permesso di muovere il viscidissimo Pendleton: grazie mille!
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Messaggioda Kelly » 21/08/2015, 21:50

[Venerdì, 27 Ottobre 2110 - Ingresso Ministero -> Sala Mensa - Ore 20:05]


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Salmone grigliato con asparagi, piselli freschi e limone e patate al forno aromatizzate col prezzemolo: pur non essendo un'assidua frequentatrice della mensa del Ministero, Kelly doveva ammettere con sè stessa che l'aspetto dei loro piatti era davvero invitante. Nulla da invidiare insomma ai pranzi d'alta classe del Principe o ai suoi tacos con salsa chili del giovedì sera. Solitamente tornava a casa intorno alle 18:00, cenando insieme al fidanzato Evan -lasciando che fosse lui a cucinare oppure ordinando qualcosa d'asporto- e passando con il Chambers il resto della serata.
Quella sera invece, a causa del lavoro arretrato, la Everett era stata costretta a trattenersi in ufficio, per poter finire di risistemare l'archivio. Col fatto che i corsi di Magisprudenza non erano serali, la londinese era costretta a togliere ore al suo lavoro da segretaria nell'ufficio del Montesquieu e questo ovviamente si traduceva con un carico di lavoro maggiore per lei. A dirla tutta Kelly affrontava il tutto con mal celato entusiasmo e con uno stacanovismo che era ormai diventata la sua qualità migliore.
Non c'era verso che Joël potesse lamentarsi della sua focosa segretaria -focosa non solo in senso fisico ma anche caratteriale- che ormai stava crescendo e maturando in una splendida e giovane donna: le sue umili origini si palesavano ancora in certi suoi atteggiamenti, ma dopo un anno al servizio del MagiAvvocato il modo di comportarsi, di vestirsi e di parlare erano lentamente cambiati nella Everett, che ora sembrava quasi essere un'altra persona. Quasi, perchè quando voleva mandare a fanculo qualcuno lo faceva ancora; semplicemente, prima di farlo, contava fino a cinque, chiedendosi mentalmente se fosse lecito farlo.

Vediamo se c'è un posto libero...
Ma... Quello è...!


I suoi occhi puntarono sulla figura di un ragazzo ben conosciuto, almeno di vista, dalla londinese: alto, muscoloso, serio, professionale e trombabile. Era così che la Everett aveva sempre visto Clovis Belmont, il galoppino/guardia del corpo della sorella del Principe. Più di una volta, quando il militare era costretto a lunghe ore di attesa causa lavoro della Contessa, gli aveva fatto un po' di pena, immaginando che lei al suo posto avrebbe mandato a quel paese Danielle molto prima. Certo lei non era famosa per essere una persona paziente, ma chiunque avrebbe perso le staffe dopo tre ore filate a -letteralmente- rigirarsi i pollici.
Meno male che almeno lo pagava fior fiori di galeoni.

Tu sei il ragazzo dei frappè!
Che cosa ci fai qui, stai ancora seguendo la tua capa?


Immagine


Indossava una gonna a tubo bianca, che le copriva e fasciava il ventre piatto, camicetta nera annodata sopra di essa, collant nere e scarpe décolleté. Insomma un look da segretaria personalizzato alla Kelly style.

Kelly Everett, la segretaria di Joël Montesquieu.- disse per evitare imbarazzanti silenzi dove l'altro faticava a riconoscerla, mentre prendeva posto tranquillamente di fronte a lui -Dai, ti ho persino offerto un frappè una volta, quando sono uscita a prendere da bere al bar che sta qua fuori.
Stavi aspettando la Contessa da almeno tre quarti d'ora...


A volte le visite di piacere al fratello si trasformavano in visite di lavoro, quindi era d'obbligo per la Everett portare loro qualcosa da bere e, durante quella particolare occasione, aveva anche offerto al Belmont un bel frappè al cioccolato, giusto per aiutarlo ad ingannare l'attesa.

Aspetta, ripetimi il tuo nome: era Cle... Clo...- ripetè, facendosi aiutare anche dal ragazzo a ricordare -Clovis, giusto!
Allora Clovis: non dovresti essere fuori servizio in questo momento?
Non ti dispiace se ci facciamo compagnia, vero?


Non sembrava veramente preoccupata che la risposta potesse essere affermativa.
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Messaggioda Clovis » 26/08/2015, 13:07

SALA MENSA DEL MINISTERO
ORA DI CENA
27 OTTOBRE 2110


Immagine

Era molto difficile che Clovis approfittasse dei piatti che offriva la mensa del Ministero della Magia.
Solitamente preferiva prepararsi i pasti per conto proprio, dovendo tenere conto delle calorie che ingeriva e consumava giornalmente, creandosi la propria dieta. Ma non disdegnava mai un po' di chiacchiera intorno a lui quando mangiava: non gli piaceva stare nel completo silenzio, lo intristiva.
Quella sera aveva optato per un piatto unico completo di riso al vapore basmati, mezzo cetriolo, purè di patate, ala di pollo cotta in padella, fagioli neri piccantissimi in salsa di pomodoro e sardine. Da bere una bottiglia da mezzo litro di vino bianco ghiacciato, accompagnato da un altro mezzo litro di acqua naturale, entrambi presi dal servizio self service della mensa. In teoria portarsi il cibo dietro negava l'accesso a quell'area, ma avere un'occupazione di rilievo come la sua forniva qualche valida ed utile tolleranza in più. Danielle Montesquieu aveva da poco terminato il proprio lavoro e come sempre lo aveva congedato, dandogli appuntamento per il Lunedì seguente. Il Belmont utilizzava il proprio appartamento "reale" solo durante la settimana, altrimenti era solito trascorrere il weekend nella sua abitazione personale, cosa che avrebbe fatto proprio quella sera, ecco perché invece di spostarsi subito in Andorra, aveva scelto di impiegare il suo tempo cena lì, per non consumare il pasto completamente solo e senza manco qualche conversazione nella quale impicciarsi.
Già, era abbastanza curioso, ma cercava di trattenersi, per ovvi motivi di facciata, altrimenti il suo capo avrebbe potuto dargli una bella strigliata, anche se in verità la Contessa era la prima a fare l'impicciona quando qualcosa le interessava particolarmente.

Ho proprio bisogno di una fidanzata!
Non posso mica andare avanti così...
... Che depressione!


Tra l'altro, lo stare vestiti di tutto punto non aiutava minimamente il buon umore: pantaloni neri, scarpe casual eleganti, camicia bianca, cinta di cuoio nero.
Ancora non era riuscito a far capire a Danielle che per poterla difendere doveva indossare degli abiti più consoni all'azione, ma lei proseguiva nel ripetere che per quello che lo pagava, doveva essere in grado di morire per lei anche da legato e imbavagliato. Obiettivamente, quando ti venivano dati 1800 Galeoni al mese, si poteva davvero contraddire? Già, la risposta giungeva piuttosto automatica. Beh, nonostante questo, ora non stava più in servizio, quindi per lo meno si sbottonò i polsi e si tirò su le maniche fino al bicipite, riacquistando in circolazione sanguigna. Stava dunque per cominciare a darsi da fare con il proprio piatto quando una voce particolarmente allegra, serena e femminile, soprattutto, richiamò la sua attenzione facendogli alzare lo sguardo di riflesso.
La ragazza che se ne stava in piedi davanti a lui aveva un aspetto davvero magnifico: fisico decisamente sopra la media, occhi vispi, sorriso smagliante e ben poco trucco inutile, proprio come piaceva a lui. Sicuramente si erano già incrociati in passato, ma dove? Gran bella domanda! La osservò attentamente facendo non pochi commenti mentali fino a quando la sua identità non gli fu chiara ed allora le sorrise subito di rimando, un po' imbarazzato.

Tu sei il ragazzo dei frappè!
Che cosa ci fai qui, stai ancora seguendo la tua capa?


Ragazzo dei... Frappè?
... Io... Cioè noi ci... Conosciamo?


Kelly Everett, la segretaria di Joël Montesquieu.
Dai, ti ho persino offerto un frappè una volta, quando sono uscita a prendere da bere al bar che sta qua fuori.
Stavi aspettando la Contessa da almeno tre quarti d'ora...


... AAAAHHH, ma sì, certamente!
Adesso ricordo!
Scusami, quando sono in servizio ho sempre il paraocchi, pf...
Ciao, che piacere!


Immagine

La vide prendere posto di fronte a lui senza chiedere prima. Molto alla mano e spontanea, questo non gli dispiaceva per niente.

Aspetta, ripetimi il tuo nome: era Cle... Clo...

Clovis!
Clovis Belmont.


Clovis, giusto!
Allora Clovis: non dovresti essere fuori servizio in questo momento?
Non ti dispiace se ci facciamo compagnia, vero?


Sì sì, da stasera fino a dopodomani sono in libertà.
Ma certo che no, stai pure, mi fa piacere un po' di compagnia mentre mangio.
Vuoi un po' di vino? Oppure sei ancora in servizio extra?


Chiese con gentilezza ed un sorriso leggero e amichevole, mentre eventualmente serviva entrambi, altrimenti se stesso, bevendo un sorso.

Mi sono fermato per un break qui, prima di tornare a casa.
Non avevo molto altro da fare ed il Ministero è un via vai continuo a tutte le ore.
Beh, tu l'hai capito com'è per me lavorare con la Contessa, ma per te invece: con il Principe come ti trovi?
Ti fa sentire un po' in soggezione? Che mansioni svolgi esattamente per lui?


Mentre faceva queste domande, Clovis iniziava a mangiare, chiedendole anche di tanto in tanto se volesse favorire qualcosa del suo cibo.
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Messaggioda Kelly » 26/08/2015, 17:46

Proprio come Clovis, anche Kelly aveva deciso di allentare un po' la serietà del suo vestiario una volta conclusa la sua giornata lavorativa. Vero che quel giorno avrebbe fatto qualche ora extra, ma avrebbe dovuto occuparsi semplicemente dell'archivio, quindi il Montesquieu era tornato a casa e così lei si era concessa... qualche libertà. Come la camicetta sbottonata fino al punto giusto -in modo da far risaltare la scollatura- o i capelli sciolti e leggermente ondulati sulle spalle.
Le piacevano gli sguardi libidinosi dei ragazzi che la fissavano, desiderandola, e le piaceva sentirsi ancora libera di potersi vestire come le pareva, quando questo non andava a ledere la sua immagine sul lavoro. Mentre si sedeva, prendendo posto di fronte al Belmont, si chiese se anche il suo di sguardo sarebbe caduto sulla propria scollatura, diventata col passare del tempo decisamente più abbondante rispetto al passato.
Senza dire nulla, semplicemente Kelly sorrise divertita da quell'idea, decisa a cogliere il ladro sul fatto se fosse accaduto, mentre iniziava le presentazioni ufficiali con la guardia del corpo della Contessa.

... AAAAHHH, ma sì, certamente!
Adesso ricordo!
Scusami, quando sono in servizio ho sempre il paraocchi, pf...
Ciao, che piacere!


Non scusarti.
Immagino che in quel momento eri più impegnato a decidere come ammazzare la Contessa per accorgerti di una bella figa che ti stava offrendo un frappè...


Sorriso genuino, spontaneo e un occhiolino per fargli intendere che lo stava prendendo in giro. Ovvio che si sentisse bella e sicura di sè, ma forse non sarebbe stato quel particolare a risaltare agli occhi del Belmont, quanto l'uso del linguaggio utilizzato dalla Everett: il lupo perde il pelo ma non il vizio e per quanto, sul posto di lavoro, la londinese fosse diventata un esempio d'inglese fluido e corretto, quando si trovava in situazioni informali preferiva ritornare la stessa di sempre... con un carico di volgarità minore rispetto al solito.

Allora Clovis: non dovresti essere fuori servizio in questo momento?
Non ti dispiace se ci facciamo compagnia, vero?


Sì sì, da stasera fino a dopodomani sono in libertà.
Ma certo che no, stai pure, mi fa piacere un po' di compagnia mentre mangio.
Vuoi un po' di vino? Oppure sei ancora in servizio extra?


Sono ancora in servizio extra, ma devo solo riordinare l'archivio quindi...versa pure!- disse, allungando un bicchiere vuoto -Sono abbastanza resistente, un goccio di vino non mi manderà certo K.O.

Anche se di suo preferiva la birra, non disdegnava qualcosa di più raffinato, specie perchè il vino bianco si sposava perfettamente col piatto scelto dalla Everett.

Mi sono fermato per un break qui, prima di tornare a casa.
Non avevo molto altro da fare ed il Ministero è un via vai continuo a tutte le ore.


Anche io avevo in programma di tornare a casa stasera, ma avevo del lavoro arretrato da fare e così...eccomi qua!

Beh, tu l'hai capito com'è per me lavorare con la Contessa, ma per te invece: con il Principe come ti trovi?
Ti fa sentire un po' in soggezione? Che mansioni svolgi esattamente per lui?


In soggezione?
No per nulla! Ho avuto tempo per abituarmi al suo modo di fare e di lavorare, ma adesso posso dire con assoluta certezza che non avrei potuto incontrare capo migliore di lui.
All'inizio credevo che sarebbe stato un inferno, sai per via del suo sangue nobile...
- disse, lasciando supporre che il Principe potesse reincarnare i soliti stereotipi della gente ricca e agiata -Ma sono felice di essermi sbagliata!

Prese a mangiare, approfittando di tanto in tanto della gentilezza del Belmont, rubandogli un po' di fagioli piccanti -adorava il piccante, in tutte le sue forme- e qualche forchettata di purè, offrendo ovviamente in cambio anche il suo di piatto.

Principalmente svolgo tutte le mansioni di una segretaria: accolgo i clienti, fisso gli appuntamenti, sistemo l'archivio, preparo la parte più noiosa delle pratiche...- iniziò ad elencare -Ma ultimamente ho iniziato ad assisterlo maggiormente durante il suo lavoro vero e proprio: si tratta principalmente di imparare le basi del mestiere, conoscere come funziona la legge magica e come si approccia a quella babbana.
Per questo ci sono anche dei corsi, ma al mio capo non da fastidio darmi una mano di tanto in tanto!


Era quasi una sorta di praticantato, non vero, ma un inizio di esso, che le serviva per entrare meglio dentro quell'ambiente ed essere già molto più avanti in quel campo rispetto ad altri che stavano ancora semplicemente studiando sui libri. Mentre parlava, la Everett lasciava vagare lo sguardo sulla figura del Belmont, notando le braccia possenti, il bel sorriso e la gentilezza dello sguardo, una gentilezza che a volte le ricordava quello del suo ragazzo Evan.
Nel complesso lo trovava un bel ragazzo e -confermando l'opinione che aveva avuto di lui- anche uno che si sarebbe scopato volentieri. Ma un tipo così non aveva già una ragazza? Tanto valeva chiederglielo, in fondo Kelly non aveva certo peli sulla lingua!

Allora, dove l'hai lasciata la tua ragazza?
Che c'è? Sei assolutamente trombabile, quindi perchè non dovresti essere fidanzato?


Si giustificò senza problemi, nel caso avesse notato in Clovis un'espressione perplessa.
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Messaggioda Clovis » 26/08/2015, 23:08

Sono ancora in servizio extra, ma devo solo riordinare l'archivio quindi...versa pure!
Sono abbastanza resistente, un goccio di vino non mi manderà certo K.O.


Ok, afferrato il concetto: sei una che regge l'alcool... Allora vai, alla salute!

Una volta versato il liquido fresco in entrambi i bicchieri, Clovis si prese subito un paio di sorsi generosi, in modo da mandare giù la cena nemmeno troppo pesante. Aveva una digestione piuttosto svelta ma a fine giornata si rallentava incredibilmente, forse a causa del lavoro e dello stress del termine settimana.
Non invidiava per nulla la bella Kelly Everett, con del lavoro arretrato da svolgere e quindi ancora alcune ore di fronte prima del meritato riposo.
C'era da augurarsi però che anche il suo stipendio valesse la pena di tutta quella fatica!
Una domanda però frullava nella testa del BodyGuard: lei come si sentiva nei confronti del Principe di Andorra? In soggezione oppure no?

In soggezione?
No per nulla! Ho avuto tempo per abituarmi al suo modo di fare e di lavorare, ma adesso posso dire con assoluta certezza che non avrei potuto incontrare capo migliore di lui.
All'inizio credevo che sarebbe stato un inferno, sai per via del suo sangue nobile... Ma sono felice di essermi sbagliata!


A quanto sembra è una particolarità di famiglia quella di non rappresentare lo stereotipo dell'Alto Aristocratico.
La Contessa ha sicuramente gusti altolocati, ma in certi casi ha un linguaggio peggiore dei bassifondi più periferici di Londra!
Non che sia una novità, l'hai sentita anche tu qualche volta ma credimi... E' soltanto un piccolo assaggio.


Fece un occhiolino alla ragazza dai capelli chiari, lasciandole assaggiare un po' di fagioli, raccomandandosi che facesse attenzione in quanto erano davvero piccanti. Lui andava matto per il piccante, ormai aveva la bocca foderata di amianto, ma mica potevano essere tutti quanti tolleranti come lui.
Da piccolo suo padre gli faceva mangiare pezzettini di habanero crudi... quanti pianti, ma lentamente lentamente ci si era abituato.
Il genitore voleva insegnargli a resistere al dolore fin dalla tenera età, per forgiarlo e renderlo più temprato e degno della sua famiglia, quante stronzate!
Però doveva ammettere che oggi come oggi tanti colpi pesanti subiti durante gli scontri li percepiva molto meno anche grazie a certe assurdità.

Che mansioni svolgi esattamente per lui?

Principalmente svolgo tutte le mansioni di una segretaria: accolgo i clienti, fisso gli appuntamenti, sistemo l'archivio, preparo la parte più noiosa delle pratiche...

Finisci sotto la scrivania?

Ok, d'accordo, era un luogo comune il fatto che le segretarie facessero servizi orali ai loro capi, ma per la miseria, quella ragazza era così avvenente che se Clovis fosse stato il suo capo, magari la propostina riguardo un aumento in cambio di prestazioni sessuali ci avrebbe pensato a fargliela!
Nonostante questo, cercò di rimuovere l'immagine della Everett in ginocchio di spalle con la testa che faceva su e giù (solita maledetta fantasia dilagante) e si concentrò sul proseguire del discorso, in particolare le VERE occupazioni della bionda per il Montesquieu. Ascoltò con attenzione, annuendo e intanto mangiando, sorridendo qualche volta per cortesia ed anche per piacere.

Allora, dove l'hai lasciata la tua ragazza?

... Ra-ra... Ragazza?

Che c'è?
Sei assolutamente trombabile, quindi perchè non dovresti essere fidanzato?


Gran bella domanda, in effetti!
Eheheh, grazie del complimento, a parte questo... Ultimamente c'è stata una che mi interessava alla quale ho chiesto di uscire ma... sono arrivato tardi!
Per il momento quindi sto da solo, a meno che non possa pensare di provare ad... beh... invitarti fuori qualche volta... Sì... Capito, no?


Il suo metodo di approccio col mondo femminile era ancora tanto da sistemare ed aggiornare, questo perché all'effettiva lui un metodo di approccio non l'aveva. Quando si rivolgeva alle ragazze per provare ad instaurare un mezzo flirt, puntualmente la voce si faceva meno bassa, il respiro aumentava e partivano dei leggeri tic nervosi fastidiosissimi, come il grattarsi la punta del naso, passarsi la mano dietro al collo e sbattere le palpebre tre volte in sequenza. Ovviamente non tutto insieme altrimenti sarebbe risultato un pazzo. Anche il sorriso si faceva meno sicuro e più tenero, carico di quella aspettativa che sembrava la stessa di un bambino che ha appena chiesto un giocattolo nuovo ai genitori.
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