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Messaggioda Aryanne » 17/04/2014, 15:21

Se, all'inizio del suo percorso come apprendista di Sandyon Vastnor, avessero detto ad Aryanne che un giorno avrebbe affrontato tre Dissennatori blu, e che ne sarebbe uscita vincitrice, non ci avrebbe mai creduto; ma, all'epoca, non avrebbe creduto nemmeno al fatto che potesse fare del Mercenario il suo lavoro.
Ed invece non solo così era successo, ma addirittura aveva davvero affrontato creature come quelle, uscendone parzialmente illesa: non stava al massimo delle sue forze, ovviamente, perché di colpi ne aveva subiti e nemmeno pochi, ma era viva… a differenza dei tre Dissennatori, visto che anche il terzo dovette soccombere grazie alla bacchetta dell'italiana, e ad un incantesimo scagliato con tutta la rabbia che aveva in corpo.

Evvai!

Alzò il pugno al cielo per un secondo, permettendosi solo quel veloce festeggiamento perché, sfortunatamente, il pavimento non accennava ad interrompere la sua sparizione, e quindi c'era comunque il rischio di diventare lo spuntino non previsto di quegli spuntoni aguzzi e sporchi di sangue rappreso.
Per questo, ignorando qualsiasi tipo di dolore, ancora, la ragazza non perse tempo e si avvicinò al piedistallo di marmo, quello su cui era appoggiato lo scrigno protetto da una campana di vetro: era quasi sicura che non sarebbe stato così semplice arrivare ad esso - per quanto già battere tre Dissennatori non è che fosse stata proprio una passeggiata - ed infatti sopra la campana ecco che comparve una scritta per lei.

"Il tempo scorre, trascinando materia, trascinando speranza.
La magia può salvarti, ma la bacchetta non sarà necessaria.
La campana scandisce i secondi, i minuti e le ore, ma quale sezione sarà quella giusta?
Il numero magico è la chiave di tutto, se vuoi sopravvivere, gira bene nel senso del Sole."


Numero magico… meno male che ho studiato Aritmanzia fino ai M.A.G.O.!
Ora devo solo ricordarmi qualcosa…


Mormorò la Mercenaria dilettante, abbassando lo sguardo con aria pensierosa e notando in quel momento che intorno al cerchio della campana c'erano come degli intagli nel marmo, che potevano ricordare le ore di un orologio: allo stesso modo, la luce che illuminava il cono si rifletteva sul vetro, ed un faccio verticale si andava così a formare come fosse una lancetta.
Era chiaro, dunque, che muovendo la campana nel verso giusto, il fascio si sarebbe spostato e avrebbe colpito l'ora giusta, e dunque il numero corrispondente… doveva solo capire quale.

E scommetto che se sbaglio un'altra fila di mattonelle se ne va a 'fanculo…

Si disse tra sé Aryanne, che una volta tanto avrebbe voluto sbagliarsi: tuttavia, ebbe poco dopo la conferma che il suo intuito ci aveva preso, quando mosse la campana per far toccare alla "lancetta" il numero 3, e la fila più esterna del pavimento scomparve.

D'accordo, niente panico…
Pensa, Ary, pensa… cazzo, usa il cervello, ti dovrai pur ricordare qualcosa!


Si rimproverò a mezza voce la Vastnor, socchiudendo gli occhi per richiamare a sé reminiscenze delle lezioni di Aritmanzia seguite a scuola; e mentre aggrottava la fronte quasi per concentrarsi maggiormente, una specie di flash le attraversò la mente ∞ Elab. 14 + 20 I/P + 13/d20 = 47 ∞ facendole spalancare gli occhi di scatto.

Ma certo, è il sette!

Esclamò euforica, muovendo velocemente la campana cosicché la luce toccasse l'intaglio nel marmo corrispondente a quel numero: lo fissò, quasi a minacciarlo con lo sguardo di dirle che aveva sbagliato una seconda volta, ma così non avvenne; al contrario, quando toccò la campana e fece una leggera pressione per tirarla verso l'alto, essa si mosse con una facilità incredibile, permettendole di prendere lo scrigno - ci sarebbe stato modo per controllarlo non appena fosse uscita di lì - ed uscire dalla porta che era apparsa, dalla parte opposta rispetto a quella da cui era entrata, appena aveva alzato la teca di vetro.
Saltò velocemente sui mattoni larghi e sospesi per aria, ed usò un semplice "Lumos" per illuminare il corridoio buio e decisamente lungo che percorse subito dopo, sperando di arrivare da qualche parte e non in un vicolo cielo: alla fine, si trovò di fronte un muro dall'aria antica e spesso, con un anello in ferro tipico delle abitazioni di una volta, quelle che usavano quell'aggeggio per bussare al portone spesso - altrimenti nessuno l'avrebbe sentito.
Non appena, dunque, l'italiana provò a sbattere l'anello contro il muro, esso si aprì, e Aryanne scoprì di essere semplicemente tornata al bivio iniziale di poco prima, quando aveva scelto di scoprire la reliquia - il cui scrigno era ben stretto sotto il suo braccio sinistro.
Per prima cosa, però, prima ancora di scoprire cosa contenesse, la Vastnor si occupò di se stessa: si appoggiò a terra per un secondo, e cercò immediatamente di capire cosa le facesse male e quanto, usando la bacchetta e i composti curativi che Typhon le aveva preparato e che lei si era portata con sé nella cintura, così da non essere, se non proprio al top della forma, almeno abbastanza agile e scattante da poter proseguire la missione e portarla velocemente a termine.
Quando fu soddisfatta, finalmente, ecco che la ragazza aprì lo scrigno lentamente, trovandovi all'interno un pendente molto strano, dall'aria antica, formato da due pendenti intrecciati: perplessa, lo sfiorò con le dita, percependo sotto pelle la sua altissima potenza magica - non negativa, almeno per quanto poteva capirne lei.

Vorrei tanto sapere cosa diavolo ho tra le mani!
Mmmh…


Indecisa su cosa fare, alla fine Aryanne pensò che sarebbe stato abbastanza scomodo portarsi appresso tutto lo scrigno… per questo tirò fuori da esso il pendente e, senza pensarci troppo, se lo infilò al collo, nascondendolo sotto la canotta e facendolo così appoggiare a diretto contatto con la pelle - era piuttosto lunga, la collana d'oro, le arrivava quasi all'incavo dei seni, ma perlomeno aveva entrambe le mani libere.
A quel punto si rimise in piedi e, con determinazione, puntò il suo catalizzatore verso l'alto.

Lumos Solem!

Scandì chiaramente le parole dell'incantesimo, e grazie ad esse l'altra porta, quella che all'inizio aveva snobbato, si sbloccò con un "clank" secco, dandole così modo di aprirla ed accedere alle scale - o a qualsiasi cosa ci fosse - che l'avrebbero condotta al terzo piano sotto quello principale.
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Messaggioda Sandyon » 17/04/2014, 15:59

Aveva fatto davvero bene ad impossessarsi di quella reliquia?
Emanava una energia magica davvero potente e singolare, senza dubbio, ma non tutti gli artefatti del passato erano stati costruiti per essere gestiti tanto facilmente dall'uomo e se quello era finito lì sotto nelle profondità di una segreta, magari un motivo ci stava, chi poteva dirlo?
Aryanne non aveva comunque molto tempo per riflettere, per questo scelse la via più veloce cioè mettersi al collo quel pendente e lasciar stare lo scrigno, per poi proseguire nel suo percorso non prima di essersi curata approssimativamente le ferite subite.
Tutto quanto parve tornare in condizioni superiori alla media, tranne che per la caviglia che pian piano iniziava a dare segni di dolore e sofferenze, infatti da quel momento in poi la Mercenaria avrebbe dovuto camminare più lentamente del normale e con più attenzione ad evitare buche, dislivelli o scalini.
Evocato l'incantesimo richiesto per lo sbloccaggio della porta, la ragazza si accinse a proseguire, oltrepassandola sempre allerta e con i nervi saldi.
Aveva perso diversi minuti con quei maledetti Dissennatori Blu, ma era anche vero che, se Marshall non l'aveva ancora contattata con la spilla, forse nemmeno lui aveva avuto vita facile e quindi ci stava mettendo più tempo del previsto a trovare il loro obiettivo oppure a raggiungere la collega della missione.
Per arrivare al piano -3 fu necessario un'altra discesa con scalini stretti e fastidiosi, insomma un toccasana per la caviglia della Vastnor che urgeva di cure mediche al più presto.
Una volta finito quel supplizio terribile, la giovane promessa raggiunse un'altra stanza non tanto grande, ma questo perché semplicemente ciò che interessava era oltre un'altra piccola porta in fondo ad essa, porta però protetta da una guardia armata di bacchetta.
Accanto alla suddetta guardia c'era un tavolino con sopra una giara di metallo, molto probabilmente una passaporta utilizzata per fare in modo che gli addetti alla sicurezza arrivassero direttamente lì senza passare per tutte le prove mortali dei piani precedenti.
A giudicare da ciò che si intravedeva oltre la finestrella della porta custodita, dall'altra parte si trovavano delle specie di celle, prigioni... quindi forse... Bingo.

E tu chi cazzo sei?
Ferma lì immediatamente!
"Petrificus Totalus"!


- BLINK -

Non appena la guardia alzò la bacchetta e castò l'incantesimo volto a bloccare definitivamente Aryanne (che per altro non sarebbe riuscita a scansarlo per via dell'effetto sorpresa e il dolore alla caviglia), il medaglione posizionato in mezzo all'incavo dei seni di lei si illuminò impercettibilmente, facendo però sentire alla ragazza una forte variazione di energia intorno al suo corpo.
Il fascio di luce diretto contro di lei proveniente dal catalizzatore magico avversario infatti si infranse, risucchiato da un cono dorato e argentato magico che lo vanificò totalmente, sotto lo sguardo stupito e basito dell'uomo, il quale si trovò lui adesso in condizione di sorpresa e quindi meno attento a prevedere un contrattacco da parte della Mercenaria.
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Messaggioda Aryanne » 17/04/2014, 16:42

Si era rimessa in sesto piuttosto bene, tutto sommato… tranne che per la caviglia.
Quella le faceva decisamente male, Aryanne se ne accorse quando, dopo aver aperto la porta che l'avrebbe portata al piano -3, dovette nuovamente scendere una fila interminabile di scalini: doveva stare attenta a come metteva giù il piede ed andare molto piano, perché se si muoveva troppo veloce delle fitte pazzesche la colpivano all'improvviso rischiando di strapparle qualche gemito di dolore che avrebbe potuto compromettere la sua, altrimenti silenziosa, discesa.
L'unica cosa che la consolava, era che Marshall ancora non si era fatto sentire, quindi perlomeno non aveva perso chissà quanto tempo prezioso mentre lui aveva già finito di perlustrare la sua zona: sospirò, stringendo la bacchetta nella mano destra, arrivando alla fine degli scalini e ringraziando mentalmente la Trama per avercela fatta.
Nessun corridoio infinito, nessuna porta da scegliere, in effetti la stanza a cui era giunta era anche piuttosto piccola… ma solo perché evidentemente ciò che davvero interessava se ne stava alla fine di essa: una porta, altrettanto piccola, che poteva condurre - Aryanne lo ipotizzò dal "panorama" che si coglieva dalla finestrella facente parte dell'uscio - a delle prigioni, delle celle, insomma, il posto ipoteticamente ideale dove tenere prigioniera una persona.
C'era persino una Passaporta - o almeno, la Vastnor ipotizzò che fosse tale - sopra un tavolino, una giara di metallo che forse portava direttamente al piano principale, o ancora meglio all'uscita, di modo che insomma, se uno arrivava fin lì sotto poi non si doveva rifare tutti i piani a piedi per tornare all'esterno.
L'unico piccolo - per così dire - inconveniente che l'italiana riscontrò fu la presenza di una guardia armata di bacchetta che, non appena si accorse della presenza della Mercenaria dilettante, le scagliò contro un incantesimo.

E tu chi cazzo sei?
Ferma lì immediatamente!
"Petrificus Totalus"!


Merda!

Non ci volle molto, per Aryanne, a capire che se anche si fosse mossa all'istante, sarebbe stato comunque troppo tardi - per colpa della caviglia dolorante e dell'effetto sorpresa - e l'incanto avrebbe finito per colpirla a prescindere: davvero la sua missione si sarebbe conclusa per colpa di uno stupidissimo "Petrificus"?
Le vennero quasi gli occhi lucidi per la rabbia al pensiero che avesse fallito - perché per lei ormai non c'era più speranza - per una stupidaggine del genere, soprattutto dopo aver messo fuori gioco guardie e Dissennatori, se non proprio con facilità, almeno con una certa maestria.
Ringhiò, incazzosa, pronta a tentare il tutto per tutto buttandosi di lato - e sperando in un po' di fortuna… quando sentì qualcosa, un'energia magica nuova ed inaspettata, provenire dall'incavo dei seni… solo che non era la sua pelle, ovviamente, quanto il medaglione appoggiato su di essa: schiuse le labbra per dire qualcosa, non capendo cosa stesse accadendo, quando un cono d'oro e argento - gli stessi colori dei serpenti del medaglione - si proiettò da lei contro il fascio di luce dell'incanto lanciato dalla guardia… assorbendolo.
Aryanne spalancò gli occhi per un istante, incredula, totalmente scioccata di fronte a quel prodigio, ma come spesso era accaduto quella notte, non ebbe inizialmente il tempo di fermarsi a riflettere sull'accaduto: alzò subito il suo catalizzatore, infatti, decisa a sfruttare al massimo l'elemento sorpresa che, questa volta, giocava a suo favore - vista l'incredulità della guardia stessa - e lo puntò contro il nemico, decidendo di usare un incantesimo ∞ Cap. Magica 15 + 19/d20 + 3 (Bonus Bacchetta) = 37 ∞ potente e veloce che le permettesse, se colpita, di mettere fuori gioco la sua "vittima" piuttosto velocemente.

Ultimatum!


Ultimatum

Difficoltà: 7
Tipo: Schiantesimo
Descrizione: Lancia il bersaglio designato a diversi metri di distanza. Ai livelli magici più alti al 50% lo fa svenire
Genere: Offensivo
Danno: 21 + 15 (Cap. Magica) + 3 (Bonus Bacchetta) = 39


L'idea era quella di mettere fuori gioco la guardia in un colpo solo, liberandosene così da poter proseguire: se così fosse stato, Aryanne si sarebbe concessa un breve respiro, abbassando per un secondo lo sguardo sul pendente che aveva al collo per sfiorarlo poi con le dita e donargli un lieve e veloce sorriso.

E così è a questo che servi…
Mi hai protetta, grazie.


Non avrebbe aggiunto altro, perché non aveva tempo da regalarsi: si sarebbe dunque avvicinata alla porta delle celle e l'avrebbe aperta, che fosse stato con un Alohomora o con una chiave che possibilmente era nelle mani della guardia svenuta, e sarebbe entrata all'interno delle celle/prigioni, sperando che la fortuna non l'abbandonasse proprio ora e che lì vi potesse trovare ciò che le serviva.
Se invece la guardia non fosse stata messa fuori combattimento al primo colpo, l'italiana dopo aver lanciato l'incanto si sarebbe messa in posizione difensiva, pronta per l'ennesima battaglia e, nonostante la caviglia dolorante, più carica che mai.
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Messaggioda Sandyon » 17/04/2014, 23:04

Il fatto che la ragazza possedesse un oggetto in grado di vanificare un attacco offensivo fu la carta vincente che le permise di togliere di mezzo in fretta l'addetto alla sicurezza il quale, dopo essere rimasto sorpreso e interdetto da quel cono dorato e argentato, si prese in pieno petto un "Ultimatum" proveniente dalla Mercenaria Dilettante, volando addosso alla parete murata e sbattendo la testa contro di essa, ricadendo al terreno privo di sensi e probabilmente addormentato per una svariata quantità di ore.
Considerando che senza quel pendente, probabilmente Aryanne sarebbe stata catturata con un incantesimo anche abbastanza elementare, era proprio necessario ringraziarlo, cosa che l'italiana fece, contenta e soddisfatta di non essere stata fermata proprio al quasi raggiungimento del suo obiettivo finale, ovvero la liberazione della sorella di Estelle Moreau.
Non c'era bisogno di usare incantesimi per aprire la porta, infatti il custode teneva il mazzo con la chiave per accedere alla sala delle prigioni; lì, disposte a destra e sinistra, c'erano circa una ventina di celle di sicurezza, tutte attrezzate con dei lettini da carcere (a parte il fatto che i materassi erano leggermente più comodi), un gabinetto dove espletare le funzioni fisiologiche e un lavandino per darsi una sistemata la mattina.
Il cibo e l'acqua veniva portato loro con dei vassoi, infatti alcuni erano vuoti davanti all'entrata delle singole celle e la luce solare era pressoché assente. Non tutte le postazioni comunque erano piene, anzi, molte erano ancora da riempire, stava a dire che sarebbero potute giungere presto altre ragazze catturate dall'organizzazione criminale.
Eccolo lì il primo problema etico del Mercenario, forse il più difficile da affrontare, più che scegliere tra la vita e la morte di una persona.
Aryanne adesso sapeva che dovevano giungere altre ragazze, sapeva che anche se fosse stata liberata Alya Moreau, la sua cella sarebbe stata presto rimpiazzata, quindi che avrebbe dovuto fare, cercare di sgominare quella organizzazione? Radere al suolo la casa?
... No, non doveva fare altro che il suo lavoro, andarsene di lì con la giovane in salvo e "fottersene" di quello che sarebbe accaduto poco dopo, fottersene se il padrone di casa avesse sfogato la sua rabbia sulle altre prigioniere, perché lei non era stata pagata per liberarle tutte ma solo una.
Questo era ciò che separava il concetto di Mercenario dal concetto di Eroe, concetti spesso vicini perché il primo non aveva alcun vincolo, ma in quel momento estremamente lontani, perché eseguire voli pindarici avrebbe significato la possibile sconfitta e fallimento della missione.
Avanzando tra le celle, nessuna delle schiave era sveglia, tutte riposavano forse drogate appositamente per non lamentarsi e/o fare rumore.
Dopo una decina di esse, eccolo lì l'obiettivo di Aryanne Vastnor, sdraiata e indebolita, con pochissime ferite ma magra e trasandata.
Nello stesso momento in cui gli occhi della draghessa si posarono sulla biondina, ecco di improvviso comparire Marshall dalla porta non più protetta dalla guardia, ormai tramortita.

Ehi...
Ho fatto prima che potevo, mi hanno fermato in parecchi e su ci sta il delirio.
L'ala est era una trappola bella e buona, maledizione!
Cerchiamo di prenderla e portarla via in qualche modo e al più presto possibile...
Hai dato un'occhiata se per caso la giara lì fuori è una passaporta?
Io mi occupo di prendere in braccio la ragazza, tu controlla e attenta che non arrivi nessuno, in caso contrario, barricati qui dentro, visto che siamo impossibilitati alla smaterializzazione.


In fondo era anche piuttosto prevedibile a pensarci bene.
Non si potevano smaterializzare, dovevano usare per forza l'ipotetica passaporta con la quale le guardie si davano il cambio e tutto ciò piuttosto in fretta. Se avesse seguito le indicazioni di Marshall, Aryanne si sarebbe dunque diretta fino all'uscita delle prigioni, utilizzando la bacchetta magica per assicurarsi che quello fosse un oggetto incantato e non certo uno stupido elemento di arredamento inutile.
Purtroppo però, anche se il catalizzatore magico scovò una traccia che faceva credere ad una passaporta, essa era bloccata da un incantesimo che ne impediva l'utilizzo in caso di allarme oppure senza una specifica parola d'ordine.
Ora si che erano guai seri, anzi, serissimi... e quello per altro, era solo l'inizio.
Infatti, i guai non giungevano mai da soli ed anche se lì per lì pareva proprio che non ci si potesse trovare più nella merda rispetto a quanto già stavano sguazzando, gli occhi di Aryanne, nemmeno tre secondi dopo aver constatato che la giara era inutilizzabile, forse si sarebbero sgranati diventando pallidi e vitrei per lo spavento.

Immagine

Un Esarca Temporale.
In quei sotterranei.
Apparso per caso.
No, non era al servizio degli Ozufu, perché troppo potente per sottostare a degli ordini.
Lui era lì perché gli andava di capitare da quelle parti e diamine, non ci voleva proprio.
La creatura osservava con i suoi occhi scintillanti Aryanne Vastnor e subito dopo puntò l'attenzione anche su Marshall che, con Alya sulla spalla, era apparso dal corridoio delle prigioni intenzionato ad andare piuttosto di fretta.

Oh per la Trama, che diavolo è quello?!

L'italiana non fece nemmeno in tempo a rispondere o spiccicare parole, poiché nell'arco di pochi istanti l'Esarca scagliò una magia duplice sia su di lei che sull'Investigatore, da una distanza così minima che evitare il corpo era pressoché impossibile.
Altra determinante disgrazia? L'amuleto quella volta non poté essere di aiuto, non essendo quello un incantesimo offensivo da definirsi canonico.
Cosa sarebbe accaduto quindi, una volta che l'attacco fosse andato a segno?
Per la ragazza non rimaneva altro che attendere, poiché lentamente i sensi cominciarono a dare segni di cedimento, come anche le ginocchia.
La vista si fece offuscata, la testa girava vorticosamente, poi, tutto a un tratto, il buio completo e inesorabile...

Immagine

Lentamente, Aryanne cominciò a sentire nuovamente qualcosa di distinto intorno a sé, sensazioni non nuove ma... vecchie, passate.
Profumi che non percepiva più da una vita, dettagli di una stanza che non era più quella del piano -3 della villa Ozufu.
Inizialmente smarrita, perplessa, con un grosso cerchio al cervello, poté mettersi piano in ginocchio e poi in piedi, riconoscendo intorno a lei un paesaggio alquanto strano e da tempo dimenticato: la sua vecchia camera nella casa dei suoi genitori a Siena.
Peluche, lenzuola, quadri, fotografie... non c'erano più però, anzi, erano sostituiti da una scrivania consumata, librerie, tende da sole dalle tonalità tristi e una cassettiera da ufficio in puro stile anglosassone medievale.
Cosa stava succedendo? Dov'era finita?
Un flash le attraversò la mente, comunque, ricordandole che spesso, in alcune chiacchierate di famiglia, la madre le raccontava che prima della nascita, la camera di Arianna Ricciardi era l'ex ufficio utilizzato dal padre per ricevere i suoi ospiti più illustri.
Cosa aveva combinato l'Esarca Temporale? Quanto indietro l'aveva portata?

Mi spiace Roberta ma non so proprio cosa dirti, abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro potere, avrò speso almeno 1500 Galeoni, ti rendi conto che è una follia proseguire?

Giovanni, ascoltami, per me è importante, io...

Lo so cosa intendi, è importante anche per me, ma dobbiamo metterci una pietra sopra, fattene una ragione e chiudiamo qui la questione, prima che diventi una ossessione!

... Intanto, delle voci provenivano dal piano di sotto, voci alla Mercenaria Dilettante ben più che conosciute...
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Messaggioda Aryanne » 18/04/2014, 11:37

Per la miseria…

Sussurrò soltanto Aryanne, quando la guardia che proteggeva l'entrata delle prigioni si schiantò contro la parete e cadde a terra, incapace di reagire per… beh, sperava non per sempre - non le piaceva uccidere, lo faceva se strettamente necessario ma preferiva evitarlo a prescindere.
Era stato tutto merito del medaglione che aveva al collo, perché senza di lui sicuramente sarebbe stat catturata, torturata e possibilmente poi uccisa, a meno di non chiedere il riscatto a Sandyon - e quasi era meglio, allora, che la uccidessero gli Ozufu, altrimenti ci avrebbe pensato il padre… e sarebbe stato molto, molto peggio.
Invece, grazie a quel pendente sconosciuto - non l'aveva mai visto prima, da nessuna parte, nemmeno in qualche libro sui cimeli antichi - si era potuta salvare dal "Petrificus" dell'avversario, e l'aveva messo fuori gioco in un secondo.

Scusami tanto, tesoro…

Commentò in un soffio l'italiana subito dopo, prendendo il mazzo di chiavi in possesso della guardia per aprire la porta delle prigioni, ed infilarvicisi dentro, usando un "Lumos" per guardarsi intorno ed individuare la ragazza che stava cercando, vista la pochissima presenza di luce naturale.
Camminando, però, Aryanne si rese conto di una cosa: Alya Moreau non era l'unica prigioniera di quella casa, al contrario, vi erano altre ragazze che come lei erano state catturate… e lei non poteva farci niente.
Non era capace di fare l'eroina, e non perché non volesse, ma perché sapeva di non essere in grado di salvarle tutte - e magari avrebbe finito col farle morire nel tentativo di liberarle; una parte di sé la faceva sentire in colpa per l'atto di lasciarle lì a marcire, ma era anche quella la vita del Mercenario.
Lei era stata assoldata per liberare la sorella di Estelle Moreau, e così avrebbe fatto: in futuro, forse, quando fosse diventata più forte e temuta dal mondo dei Mercenari - e al di fuori di esso - avrebbe potuto permettersi certe uscite di stile eroiche… ma non era quello il giorno.
Scosse il capo, sapendo di non poter fare nulla dunque per salvare le altre prigioniere, e fu quasi una fortuna che fossero tutte addormentate, così non si sarebbero accorte della Vastnor che passava di fronte a loro senza minimamente fermarsi per dare loro la libertà: finalmente, tra le tante ragazze presenti, Aryanne individuò quella che cercava, la persona per cui quella assurda missione era iniziata… e quasi nello stesso momento, alle sue spalle, comparve Marshall, verso il quale si voltò con uno scatto.

Ehi...
Ho fatto prima che potevo, mi hanno fermato in parecchi e su ci sta il delirio.
L'ala est era una trappola bella e buona, maledizione!
Cerchiamo di prenderla e portarla via in qualche modo e al più presto possibile…


Sono d'accordo, ha bisogno di cure… e anche io.

Commentò Aryanne, dando voce però solo alla prima parte dell'affermazione perché non voleva che Rosenberg si preoccupasse per lei, non ora che erano tanto vicini alla possibile fine di quella nottata.

Hai dato un'occhiata se per caso la giara lì fuori è una passaporta?
Io mi occupo di prendere in braccio la ragazza, tu controlla e attenta che non arrivi nessuno, in caso contrario, barricati qui dentro, visto che siamo impossibilitati alla materializzazione.


Vado subito.

Poche parole, d'altronde non è che si dovesse mettere a far conversazione con lui proprio in quel momento: tornò all'esterno dell'ala delle prigioni, dunque, andando subito a controllare la giara accanto alla quale era sdraiata la guardia svenuta.
La fronte della ragazza si corrugò di preoccupazione quando, usando la bacchetta, notò che sì, quell'oggetto poteva anche essere una Passaporta… ma essa non sembrava avere intenzione di sbloccarsi - forse poteva essere utilizzata solo in caso di allarme.

Siamo fregati, dobbiamo rifarcela tutta a piedi!

Sbottò irritata la Mercenaria dilettante - anche perché sarebbe potuta morire per la caviglia dolorante con tutti quei gradini - facendo per voltarsi verso l'ingresso delle prigioni ed avvisare l'Auror/investigatore con Alya in braccio; qualcosa però, una figura che la ragazza notò con la coda dell'occhio prima di voltarsi del tutto verso di essa, le fece morire le parole in gola.
Sbiancò all'improvviso, diventando quasi cadaverica, la fronte s'imperlò di sudore freddo - sudore che le colò anche lungo la schiena, facendola rabbrividire - le labbra divennero improvvisamente aride e gli occhi si spalancarono, incapaci di credere a cosa avesse davanti.

Non adesso… non adesso, non adesso, non adesso, porco ***!!

La sua mente urlava a squarciagola, ma lei non era in grado di muovere un singolo muscolo: era come se gliel'avessero lanciato ora il, "Petrificus", perché sentiva le gambe tanto pesanti come se fossero diventate di pietra.

Oh per la Trama, che diavolo è quello?!

Aprì la bocca in ritardo, forse per urlargli di scappare, di nascondersi, di andare semplicemente via da lì… ma non fece in tempo: una fascio di luce scagliato dall'Esarca Temporale si abbatté su di lei senza che l'italiana potesse in qualche modo evitarlo - e nemmeno il pendente le venne in aiuto, questa volta.

No… ti prego, no…

Non fu in grado di sussurrare altro, Aryanne, sentendo che le gambe le cedevano e che i sensi le venivano meno: la vista divenne improvvisamente annebbiata, come se qualcuno le avesse messo una spessa patina opaca di fronte gli occhi, e sembrava che tutto intorno a lei stesse girando… poi, il nulla.

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Quanto tempo era passato?
Difficile dirlo con certezza - ed anche approssimativamente, a dire il vero.
Piano piano, il suo corpo iniziò a riprendere coscienza di sé: la prima cosa che riacquisì fu l'olfatto, la capacità di percepire gli odori nell'aria… odori che però mal si sposavano con quelli tipici di un sotterraneo, e che per lei sapevano più di…
Di casa.
Le palpebre fremettero, mentre l'italiana cercava di riprendere anche il controllo della vista: lentamente, a fatica, esse fecero filtrare la luce, e con essa anche le immagini di tutto ciò che la circondava; da sdraiata sul pavimento, con gesti volutamente rallentati, Aryanne si mise seduta, passandosi una mano sulla fronte, con le tempie che pulsavano manco avesse preso una sbronza da manuale.
Fece lunghi respiri profondi, per incamerare quanta più aria possibile e mandare così l'ossigeno al cervello, e solo allora si permise di guardarsi intorno mentre, lentamente, si metteva ora in piedi.
Conosceva quel posto… e al tempo stesso non l'aveva mai visto: era una stanza arredata in modo sobrio - forse troppo - con spesse tende scure, una scrivania ed una cassettiera da ufficio, un arredamento che la Vastnor non aveva mai avuto occasione di vedere in vita sua e che però, di nuovo, il suo istinto le suggeriva essere familiare.
Si guardò intorno ancora, girando piano piano su se stessa, cogliendo qualche altro dettaglio del muro, dell'arredamento, del soffitto… fino a che qualcosa non le attraversò la mente, un ricordo che la fece vacillare al punto da doversi appoggiare alla scrivania consumata per non cadere nuovamente a terra.
Conosceva quella stanza, ci aveva vissuto per anni…. era la sua stanza, a Siena.
La casa dei suoi genitori.
Da lì, tutto cominciò a quadrare, come in un puzzle orribile di cui lei era protagonista pur non volendolo.

L'Esarca Temporale riporta le persone indietro nel tempo… e io sono a casa dei miei genitori.
E se questa stanza, che era la mia camera, non è ancora stata arredata per me ma al momento rappresenta l'ufficio di Giovanni, allora…
… Oh merda!


Spalancò gli occhi, il respiro che le si mozzava in gola ed una mano che si posava sulle labbra con forza, per soffocare al meglio l'urlo strozzato che le uscì subito dopo, involontario, dalle labbra: l'aveva portata indietro nel tempo di almeno 20 anni, prima ancora della sua nascita… ma com'era possibile?
E Marshall ed Alya?
Loro dov'erano finiti?

No no no no no no NOOOOO!!!

La sua mente era partita per la tangente, urlando e bestemmiando in italiano, in inglese, in tutte le lingue che le venissero in mente, maledicendo l'Esarca, se stessa, gli Ozufu, persino la Trama, tutto ciò che aveva la colpa di averla messa in quel casino: entrambe le mani affondarono nei capelli, in quella coda ormai scomposta e morbida, stringendoli quasi a volerli strappare; come spesso accadeva, però, il dolore era la prova tangibile che lei era ancora reale, che se anche era tornata indietro nel tempo, comunque esisteva, ed il suo corpo rispondeva a qualsiasi stimolo.
Due lacrime scivolarono lungo le guance dell'italiana, lei che nemmeno si era accorta di aver cominciato a piangere di rabbia e frustrazione: lentamente, le dita lasciarono la presa sui capelli e finirono sul viso, nascondendolo per alcuni istanti nei quali, forse infantilmente, Aryanne richiamò a sé la voce di Sandyon che le parlava con dolcezza - per i suoi standard, ovviamente - intimandole di calmarsi perché tutto sarebbe andato bene, perché lei era forte e poteva superare tutto, anche una situazione di merda come quella.
Respirò a fondo, con lentezza, mentre lasciava che la voce ed il ricordo dell'uomo le riempissero la mente e le calmassero i battiti furiosi del cuore, aiutandola a riprendere il controllo di sé: solo allora le mani lasciarono il viso e si abbassarono, mentre lo sguardo si alzava sulla porta dell'ufficio.
Era una situazione assurda, vero, da cui non sapeva minimamente come uscire illesa e soprattutto come tornare al proprio tempo… ma dentro quella casa aveva un vantaggio: la conosceva. Conosceva ogni passaggio segreto, ogni stanza, perché sì, quella era ancora da arredare per lei, ma Roberta le aveva sempre raccontato che, dalla sua costruzione, non era mai stato toccato l'assetto della proprietà… perciò gli stessi passaggi o le stesse stanze segrete che Aryanne aveva conosciuto quand'era ragazzina, c'erano già a quel tempo.
Annuì lentamente, quasi a volersi dare coraggio, avvicinandosi alla porta per aprirla dopo aver controllato che fosse tutto al proprio posto: la bacchetta, la cintura con ancora qualche ampolla curativa di Typhon, persino il pendente le adornava il collo - era reale, se aveva tutto ciò era perché era reale - mentre il dolore alla caviglia, con sua enorme fortuna, era sparito, il che le sarebbe stato utile nel caso in cui fosse dovuta scappare di corsa; si risistemò velocemente la coda, e posata la mano sulla maniglia la tirò verso di sé, così da affacciarsi sul corridoio del piano superiore da cui si potevano prendere le scale e scendere di sotto - da cui provenivano voci che la bloccarono sulla porta, per un secondo.
Roberta e Giovanni.
Sua madre… e suo padre.

No, mia madre e suo marito…
Mio padre è un altro uomo.


Si disse con fermezza l'italiana, valutando cosa fosse meglio: scendere le scale, o prendere una delle "scorciatoie" di Villa Ricciardi? Visto anche il suo voler passare inosservata, la ragazza alla fine optò per la seconda opzione. Alla sua sinistra, infatti, dopo aver percorso tutto il corridoio, c'era un muro che rendeva apparentemente il passaggio un vicolo cieco… in realtà, incastrata nella parete, c'era una porta nascosta: bastava accarezzare dall'alto verso il basso per due volte il muro in quel punto preciso, ed ecco che la maniglia compariva, permettendo di aprire la parete e percorrere un altro corridoio stretto e in pendenza - sempre meglio degli scalini e molto più sicuro - che, nel caso, l'avrebbe portata ad affacciarsi sul salone principale di casa tramite un muro incantato che, se visto dall'esterno, appariva come una parete normale… ma che visto dalla prospettiva di Aryanne era come una gigantesca vetrata trasparente, che le dava la possibilità di osservare chi ci fosse in salotto e di ascoltarne le eventuali conversazione.
L'intenzione della ragazza fu dunque quella di trovare la porta nascosta ed accedere al corridoio segreto… ma se per un qualche motivo ciò non fosse stato possibile, allora avrebbe bestemmiato per l'ennesima volta tra sé e poi avrebbe imboccato le scale, stando ben attenta a non fare il benché minimo rumore.
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Messaggioda Sandyon » 18/04/2014, 22:25

Una bella sfortuna quella di incontrare un Esarca Temporale sulla propria strada, non c'era dubbio.
La creatura, né buona né cattiva ma semplicemente imprevedibile, aveva spedito Aryanne Vastnor lungo il tunnel del tempo, a ritroso di almeno vent'anni, facendola tornare dentro la sua vecchia casa italiana di Siena, distesa sul tappeto dell'ex ufficio del padre, il quale dopo la nascita della ragazza era diventato la stanza della Draghessa, facendo finire la stanza per i ricevimenti e i conti al piano inferiore, vicino la cucina.
Così la Mercenaria si mise in piedi un po' a fatica, guardandosi intorno ed imprecando mentalmente dopo aver connesso e messo insieme tutti i tasselli del puzzle. Se non altro, ogni oggetto che possedeva era al suo posto e la caviglia come per magia sembrava esser tornata in condizioni decenti, così da permetterle di spostarsi senza intralcio o impedimento.
La situazione era precipitata vertiginosamente: adesso che si trovava lì che cosa poteva fare?
Il suo corpo era davvero in quel tempo o era una proiezione temporale creata dall'Esarca?
Nella peggiore dei casi quindi, Aryanne adesso si stava trovando in una cella bloccata e imbavagliata dagli addetti alla sicurezza della famiglia Ozufu, una eventualità che onestamente l'italiana preferiva accantonare, almeno per il momento.
Camminò fino all'uscita della stanza, sentendo delle voci provenire dal piano inferiore, voci piuttosto familiari, per altro: suo padre e sua madre.
Sembravano parlare di una questione importante ma non era saggio rimanere lì ad ascoltare, per questo la Mercenaria decise di sfruttare le sue buone vecchie conoscenze della villa avvicinandosi ad un nascondiglio segreto ben presente nella sua memoria.
Raggiunto il presunto meccanismo magico da attivare per "scomparire" dietro i muri dell'abitazione, Aryanne lo attivò senza problemi, incamminandosi per alcuni metri fino ad arrivare in una zona molto buona per farsi gli affari di famiglia ed origliare senza il timore di essere individuata e quindi braccata come una intrusa o peggio, una ladra.

Vorrei tanto averlo anche io un erede, non credere, ma conosci il mio segreto ed anche tu hai i problemi che hai...

Giovanni, per favore ascoltami, possiamo tentare ancora qualche volta, non dobbiamo perdere la speranza!

Tu e questa dannata fissa di provare la gravidanza. Pensare che solitamente sono i padri a non volere adozioni, mentre tu invece ti opponi nemmeno prendessimo un bambino con qualche malattia incurabile...

Io sto solo dicendo che... che... vorrei provarle tutte!

Noi le abbiamo provate tutte Roberta, per la miseria, lo vuoi capire o no?!

La donna, allora molto più giovane ma ugualmente egoista e piagnucolona come quella dei tempio presenti della Vastnor, scoppiò in un pianto isterico, andandosi a sedere su una delle poltrone più vicine, pregiate e costosissime, portando le mani davanti al viso, singhiozzando.
Una scena già vista per la figlia, la quale conosceva alla perfezione quei comportamenti infantili della madre, odiandoli fin dalla nascita.
Giovanni scosse il capo, infastidito e stizzito, andandosene di lì con un passo fermo e veloce, indice di rabbia e nervosismo assoluto.
Non appena si udì distintamente il rumore della porta principale della casa, segno che il padrone era uscito del tutto, Roberta interruppe il suo pianto quasi di improvviso, come se fino a quell'istante avesse finto impunemente, sempre più come una bambina.
Aryanne la poté vedere alzarsi e controllare per sicurezza che il marito fosse davvero andato via, per poi incamminarsi con circospezione fino alla camera adibita ai suoi armadi e scarpiere personali, presso l'ala est del villone sfarzoso e signorile.
All'esterno si notava chiaramente che stava calando pian piano la sera, infatti la luce scemava sempre di più e l'orologio a pendolo del salotto principale segnava le 19:50.
Dopo circa cinque-dieci minuti di tempo, Roberta uscì nuovamente dalla stanza, arrivando fino allo specchio interno di fianco al camino.
Lì, guardandosi per comprendere se stesse abbastanza bene, per quanto gli abiti che indossava pareva le stessero un poco larghi, considerando che la donna italiana di curve non ne aveva poi moltissime.
Bastò molto poco tempo però ad Aryanne per capire il vero motivo di quel vestiario differente dalla corporatura originale della donna, difatti da un cassetto chiuso a chiave della credenza dove erano custoditi i piatti del servizio buono, Roberta prese una boccetta contenente un liquido che ingerì per lunghi sorsi, ad occhi chiusi, senza pensarci.
Il risultato? Molto semplice: la signora Ricciardi aveva appena bevuto una grossa quantità di pozione polisucco che, alterando la sua fisionomia, la rese perfetta per gli abiti indossati e decisamente più appetibile e giovane di quanto già non fosse a quei tempi.

Immagine

... Adesso si che ci siamo.

Pronunciò soddisfatta, dandosi una lieve smossa ai capelli e controllando di aver sistemato a dovere il trucco.
Infine, afferrata la borsetta e riposta con cura la boccetta che conteneva la pozione, Roberta si avvicinò al camino e prese dal vaso attaccato ad esso una bella manciata di polvere, dopo di che vi entrò dentro, voltandosi e pronta a sfruttare la metropolvere per smaterializzarsi in un altro luogo. Per fortuna di Aryanne, la donna alzò parecchio la voce e scandì bene le parole per non rischiare di finire da un'altra parte, dando così l'indicazione specifica di dove ella voleva dirigersi.

Piazza Trilussa, Roma!

Le fiamme si colorarono di un verde acceso ed avvolsero il corpo della madre di Aryanne, facendola scomparire all'istante.
Adesso per la casa regnava il completo silenzio: che cosa avrebbe fatto la Mercenaria Dilettante?
Avrebbe provato a seguire la madre per capire che cosa diavolo aveva combinato 20 anni prima a sua insaputa oppure avrebbe cambiato totalmente meta per trovare la maniera di andarsene di lì e tornare al suo tempo?
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Messaggioda Aryanne » 19/04/2014, 21:43

Cercando qualcosa di positivo in quella situazione, l'italiana almeno qualcosa su cui non si poteva lamentare ce l'aveva: la caviglia, ad esempio, non le stava facendo più male - e questo era ottimo, non sapendo cosa di lì a poco le sarebbe potuto succedere.
Inoltre, il passaggio segreto che la ragazza aveva scoperto da piccola nella casa dei suoi, dove si trovava ora, funzionava anche in quel momento, e lei poté dunque usarlo per arrivare di fronte al muro/vetrata magico/a per osservare una discussione tra i genitori di cui, per ovvi motivi, non aveva mai saputo niente.
Fu piuttosto strano, per Aryanne, ritrovarsi di fronte ai genitori - a Giovanni, in particolare: e non solo perché erano molto più giovani di quanto lei li avesse mai conosciuti, ma perché guardandoli si rendeva conto di non avere più nulla a che spartire con loro, ormai; naturalmente quel discorso per il padre valeva solo in funzione del suo essere passato a miglior - o forse no - vita, ma nemmeno con Roberta aveva più un rapporto serio, familiare come ci si sarebbe potuto aspettare.
La sua vita era diventata un'altra, anche i suoi genitori erano diventati altri… Sandyon era per lei un padre a tutti gli effetti, e Monique nel ruolo di matrigna se la cavava abbastanza bene, o almeno era sempre lì per lei se l'italiana aveva bisogno di un consiglio o aveva voglia di due chiacchiere tra donne.
Roberta non aveva, invece, mai accettato che la figlia diventasse una Mercenaria - la figlia di Giovanni Ricciardi, destinata a sposare un ricco Purosangue e condurre una vita agiata… e noiosa, mortalmente noiosa - e quando poi aveva trovato da ridire sul fatto che Aryanne aveva deciso di stare con Typhon in modo definitivo, programmando dunque una vita con lui, si era ritrovata praticamente sbattuta fuori di casa, perché la ragazza si era rifiutata di ospitare in casa propria - e grazie a Sandyon, lo era - una persona che non riusciva nemmeno ad essere felice per lei.
Mentre era lì che lì guardava, prima che riprendessero a parlare, per un secondo Aryanne si pose una domanda pesante, quasi vitale: ora che era tornata indietro, avrebbe potuto tecnicamente salvare Giovanni, o almeno metterlo in guardia su cosa lo aspettava in futuro; avrebbe potuto fargli presente che invischiandosi in politica sarebbe finito per morire in modo atroce, sarebbe stata in grado di convincerlo ad ascoltarla… era una cosa che poteva fare, insomma, o che perlomeno poteva provare a fare.
Ma lo voleva?
Posò lo sguardo su Giovanni, fissandolo per un lungo istante, concentrata, con la fronte appena corrugata in un momento di riflessione… e alla fine scosse la testa, con un sospiro: se l'avesse fatto, ci sarebbe stato il famoso "effetto farfalla", che Sandyon le aveva spiegato una volta; salvando l'uomo, forse, non si sarebbe mai avvicinata tanto a Vastnor, magari non si sarebbe nemmeno impuntata per diventare la sua Apprendista… questo, forse, l'avrebbe portata a non essere così perfetta per Typhon, che dunque magari sarebbe rimasto con Alexis. E Sandyon stesso, sempre per ipotesi, avrebbe potuto avere una motivazione in meno per guarirsi, e diventare un uomo migliore.
Era davvero pronta a sacrificare il suo rapporto con Sandyon e la sua felicità con Typhon per l'uomo che un tempo, quando il mondo era ancora una favola bellissima e lei la Principessa in grado di avere tutto ciò che voleva, era l'unico della sua vita… per Giovanni Ricciardi?

… no.

Qualcuno avrebbe potuto dire che lo stava condannando a morire… ma Aryanne non la vedeva così, affatto; si era condannato da solo, con le sue decisioni, col suo allontanarsi dalla famiglia per seguire la carriera ed il potere… aveva fatto le sue scelte, e ne aveva pagato le conseguenze.

Vorrei tanto averlo anche io un erede, non credere, ma conosci il mio segreto ed anche tu hai i problemi che hai...

Giovanni, per favore ascoltami, possiamo tentare ancora qualche volta, non dobbiamo perdere la speranza!

Tu e questa dannata fissa di provare la gravidanza. Pensare che solitamente sono i padri a non volere adozioni, mentre tu invece ti opponi nemmeno prendessimo un bambino con qualche malattia incurabile...

Io sto solo dicendo che... che... vorrei provarle tutte!

Noi le abbiamo provate tutte Roberta, per la miseria, lo vuoi capire o no?!

Aggrottò la fronte, sorpresa: non aveva mai saputo che i genitori avessero avuto problemi nel concepirla, nessuno gliel'aveva mai detto o fatto presente, mai… com'era possibile?
Incrociò le braccia al petto mentre osservava la madre piagnucolare isterica - un particolare che negli anni, evidentemente, era solo che peggiorato - e il padre fissarla quasi disgustato, ovviamente infastidito da tale comportamento.

Tsk… figuriamoci…

Mormorò tra sé appena lo vide allontanarsi - tanto da lì la donna non la poteva sentire - per poi rimanere ancora più interdetta quando, non appena l'uomo fu uscito di casa, la madre smise di piangere all'istante, segno evidentemente che stava fingendo… ma perché? A che pro, se tanto non aveva ottenuto niente?

Dove stai andando, cazzo…

Sbottò Aryanne quando la vide allontanarsi, poiché da lì certo non poteva controllare ogni suo movimento: l'attese per dieci minuti, mordendosi il labbro sempre più forte, e stava già quasi per uscire dal passaggio segreto e andarla a cercare per la casa, ovviamente stando attenta a non farsi vedere, quand'ecco la donna tornare; si era cambiata, ma non si poteva dire che i vestiti le stessero bene visto che erano troppo larghi, per lei.

Ma che diavolo si è messa…

Si domandò l'italiana, per poi spalancare gli occhi scioccata quando si rese conto di quanto stesse per succedere: da un cassetto, Roberta prese una boccetta e ne bevve il contenuto… modificandosi di fronte agli occhi nascosti della figlia.

Polisucco…

Sussurrò soltanto, incapace di credere ai propri occhi: ma che voleva fare la donna con quel nuovo aspetto così… latino, e diverso dal proprio?
Non fece in tempo a domandarsi altro, l'italiana, che la donna usò la metropolvere per spostarsi in un luogo ben diverso da quello in cui si trovava ora: fortuna volle che, nascosta dietro a quel muro, la ragazza potesse sentire distintamente il luogo scelto dalla madre…

Piazza Trilussa, Roma!

In mezzo secondo, ecco che la figura di Roberta Ricciardi, o meglio, di lei con un aspetto diverso e radicalmente cambiato, scomparve tra le fiamme verdi del camino, lasciandola sola… e confusa.
Che doveva fare? Seguirla e scoprire che diavolo avesse in mente? L'ultima volta la curiosità non le aveva portato troppo male, visto che ci aveva guadagnato un oggetto magico piuttosto potente… ma era davvero il caso?

… beh, non è che qui abbia molto da fare!

Replicò tra sé la Mercenaria dilettante, prendendo dunque di riflesso una decisione: controllando che non ci fosse nessuno, spinse leggermente la mano in un punto preciso del muro, facendone scattare il meccanismo che lo portò ad essere usato come una porta, quindi spinto in avanti e spostato di lato per permetterle di passare.
A quel punto, muovendosi velocemente grazie anche alla caviglia non più dolorante, se nessuno l'avesse fermata per qualche motivo, avrebbe usato anche lei la metropolvere, prendendone una manciata e lanciandola poi ai propri piedi una volta entrata nel camino ed aver scandito chiaramente la sua destinazione.

Piazza Trilussa, Roma!

E speriamo bene…
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Messaggioda Sandyon » 19/04/2014, 23:54

Piazza Trilussa, Roma!

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La metropolvere fece comparire Aryanne Vastnor all'interno di un camino ben specifico, posizionato dietro un muro magico alle spalle del monumento principale della celebre piazza italiana. Subito alle orecchie della ragazza giunsero voci provenienti da un po' ovunque, segno che l'attività di quella sera era già bella intensa, pur non essendo tardi e non essendoci ancora tutti i locali notturni aperti.
La comodità per lei era che, conoscendo l'italiano, non aveva problemi a rispondere alle domande, alle provocazioni e alla avances dei ragazzi che cercavano di fare i galletti con lei, mettendoli puntualmente al loro posto con poche parole precise e dirette, anche perché aveva di molto meglio da fare, ovvero cercare di capire dove diavolo fosse finita la madre.
Certo, in effetti, ora che ci pensava, qualcuno di quei coglioni mezzi ubriachi avrebbe potuto fare al comodo suo.

Oh bellezza, ad una con un culo come il tuo darei anche il mio codice bancomat...
... Una bella figa di stampo latino? Aspetta che chiedo... Francesco! Vieni un attimo qui!
Che per caso hai visto passare di qui una latino americana gnocca?


'spetta 'spetta... ma si cazzo, certo che l'ho vista, non puoi capire che gran pezzo di femmina!
E' andata giù da quella parte, verso la via dei pub serali.
Per l'info ce la offri una birra? O almeno facci dare una sbirciata a quello che hai sotto la maglietta...


Nell'eventualità bastò qualche semplice mossa di arti marziali rivolta a minacciare le parti basse di uno dei due per farli allontanare piuttosto in fretta. Adesso Aryanne aveva la pista adeguata da seguire, non doveva far altro che muoversi e ritrovare quella folle della madre a caccia.
Camminando per le vie caratteristiche della capitale, la Vastnor incontrò sul suo cammino diversi pub, birrerie, pizzerie e osterie tipiche, guardando all'interno per riconoscere la donna modificata nell'aspetto ma non nel modo di fare, piuttosto prevedibile.
Infatti la Mercenaria conosceva benissimo i gusti della madre, per questo scartò quasi subito determinate categorie di locali, optando invece per controllare meglio i "wine bar" sofisticati o i ristoranti un po' più chic e meno confusionari della zona.
Finalmente forse sembrava aver imboccato la giusta via: attraverso il vetro esterno di un noto luogo di ritrovo per aperitivi costosi, la ragazza notò la figura del genitore seduto al bancone, intento a guardarsi intorno, forse alla ricerca di una buona preda da accalappiare e con la quale... beh... concepire.
Ciò che però la Dilettante non si aspettava per nulla, una volta effettuato l'ingresso nel locale, fu di vedere un altro volto conosciuto proprio davanti a lei, a distanza di circa cinque o sei metri, seduto su uno sgabello, un volto che per di più sembrava salutarla con un sorriso lievissimo poiché la stava aspettando...

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Eccoti qui, finalmente.
Ti sei fatta aspettare un po' troppo.


Ma non era Aryanne che stava aspettando, difatti l'italiana era solo in linea d'aria e dietro di lei c'era la vera persona attesa da un Sandyon Vastnor molto giovane, con ancora le sensazioni trattenute e un look decisamente casual, mentre era intento a gustarsi una birra.
Nemmeno due secondi dopo ed una ragazza oltrepassò la Mercenaria con una espressione rapita e intensa, avvicinandosi infine all'uomo e prendendo a sua volta uno sgabello per sederglisi di fronte, come se fosse in trepidante attesa di qualcosa.

Immagine

Di solito sei meno spiritoso... l'alcol ti ha dato al buon umore?

Non abbiamo molto tempo, ti conviene parlare e lo sai.
Che cosa è successo?


Roberta Ricciardi se ne stava ancora seduta al bancone e per il momento si stava gustando un "margarita" in silenzio, rigirandosi tra le mani una fialetta di piccole dimensioni contenente probabilmente l'altra polisucco per non rimanere improvvisamente nelle sembianze originali.
Quindi forse Aryanne si sarebbe potuta concedere di posizionarsi in un luogo adeguato all'ascolto delle altre due sorprese di quel ricordo passato e farsi gli affari loro, oppure no?

... Non è successo niente, non con Tyslion almeno.

E allora con chi?
Qualcuno ti ha infastidita?


Sandyon cambiò improvvisamente espressione, facendosi più serio e allarmato, ma Rachel Summers con un sorriso cercò di tranquillizzarlo.

No no, rilassati Sand, davvero.
Il motivo per il quale ti ho voluto incontrare e parlare... è perché ho capito che qualcosa tra noi non va e tu stai continuando a nascondermelo...
... e desideravo capirne il perché.


Nasconderti cosa?

... Che sei innamorato della sottoscritta, cos'altro sennò?

Sandyon rimase particolarmente spiazzato. Al tempo non possedeva ancora tutto quel sangue freddo e quella calma proverbiale.

Non so di cosa tu stia parlando...

Sandyon, per favore, non prendermi in giro, pensavo che per lo meno fossimo amici.

Già e sono anche amico di Tyslion, è una delle persone più importanti della mia vita, lo sai questo vero?

Si ma ciò non ti può impedire di ascoltare il tuo cuore, non ti può permettere di metterlo a tacere.
Mi sono accorta di come mi guardavi la settimana scorsa e quello sguardo è rimasto indelebile nella mia memoria fino ad oggi...
... Io voglio bene a Tyslion, ma se ti dicessi che... mi è difficile non avere il batticuore quando ti sono davanti, che cosa mi diresti?


Sandyon non rispose, piuttosto, prese un lungo sorso di birra dal boccale enorme, socchiudendo gli occhi e abbassando il capo.
Sinceramente in difficoltà, Aryanne poté vederlo respirare in un modo che aveva imparato a conoscere bene: era combattuto, profondamente.
Voleva parlare ma allo stesso tempo voleva stare zitto, desiderava bloccare ogni cosa, omettere la verità, la realtà dei fatti.
Poi, tutto a un tratto, alzò di nuovo lo sguardo su Rachel, fermo ed appena teso nell'espressione.

Ne direi che non c'è nulla al mondo, nemmeno l'amore o il desiderio, che mi spingerebbe a tradire Tyslion.
Mi spiace ma tra noi non potrà mai esserci nulla, lui ci tiene a te, moltissimo, e lo ferirebbe troppo sapere di noi due, anche qualora lo lasciassi.
Non ce la farei a vivere bene la mia storia con te sapendo che lui potrebbe star male all'inverosimile.


Ma ti rendi conto che è assurdo?
Non puoi rinunciare a ciò che ti rende felice perché rende triste qualcun altro!
Col tempo potrebbe accettarlo e allora...


E allora vorrà dire che quando lui sarà pronto ad accettarlo, io sarò pronto a rimettere in discussione le mie parole di oggi.

Rachel abbassò il capo, versando qualche lacrima e tirando su col naso, poi si alzò dallo sgabello, si avvicinò al viso dell'uomo e provò a dargli un bacio sottile sulle labbra, ma Sandyon si mosse in tempo e fece in modo che il gesto di lei finisse sulla guancia, ennesimo comportamento che le fece uscire un gemito di sofferenza strozzato. Dopo di che, se ne andò da quel locale a passo svelto, lasciando il Vastnor da solo, seduto e distrutto.
In realtà, quella fu l'ultima volta che il Mercenario vide la VERA Rachel Summers, ma è un'altra storia ed al momento non è importante...
Aryanne quindi poté constatare quanto fosse stato leale il padre adottivo nei confronti dell'amico Asveras, ma evidentemente qualcosa successivamente l'aveva spinto a ricredersi, a fare tutt'altro rispetto a quanto mostrato lì in quel passato. Molto strano, in effetti, ma era inutile per l'italiana mettersi a fare domande su un qualcosa non sapendo nemmeno se fosse riuscita a tornare nel suo tempo.
Ciò che invece l'avrebbe potuta non solo far riflettere ma anche mettere allerta, in effetti, fu accorgersi che circa un paio di minuti dopo quella faccenda, la madre Roberta si avvicinò proprio a Sandyon che nel frattempo aveva mandato giù tutto il boccale da un litro di birra, diventando abbastanza brillo. La donna alterata nell'aspetto gli sorrise, posandogli una mano sulla spalla, melliflua e maliziosa.

Ehi fusto... ti andrebbe di una sveltina in bagno?
Dai, non dirmi di no, te la faccio dimenticare io per qualche momento quell'altra ragazza...
Forza... non farti pregare... andiamo...


L'uomo la fissò per qualche secondo, dalla testa ai piedi. Non pareva moltissimo in sé ma al riferimento di Roberta sul "fargli dimenticare per un po' Rachel" si alzò in piedi molto più convinto, alzando le spalle mezzo ubriaco, afferrandola per il braccio e portandola in velocità verso il bagno del locale. Ciò che avvenne successivamente Aryanne non doveva fare altro che immaginarlo...
Qualcosa però non andava, adesso che ci pensava bene: il Mercenario non poteva essere il suo vero padre, poiché altrimenti al tempo presente avrebbe dovuto avere all'incirca più di 40 anni e a giudicare dal Sandyon che l'italiana aveva visto in quel locale, i conti sembravano ulteriormente sballati, infatti 20 anni prima rispetto al presente l'uomo avrebbe dovuto dimostrare più o meno 12-13 anni, mentre lì gliene si potevano dare tra i 21 e i 22. I conti non tornavano in alcun modo, le date erano sballate, il tempo-spazio mandato a puttane... ma allora quella era solo tutta un'opera di finzione dell'Esarca Temporale, quel maledetto?
Non ebbe nemmeno il tempo di terminare un ragionamento del genere, la povera Mercenaria Dilettante, che l'orologio alla parete del pub iniziò ad andare spedito e velocissimo, accelerando i movimenti delle persone e della luce che si alternava tra notte e giorno, ma non solo questo accadde, no, in effetti quella sensazione di nausea, mista ad offuscamento della vista tornò prepotente e la costrinse ad accasciarsi al terreno, aspettando di risvegliarsi possibilmente nel contesto della villa Ozufu del 2108...

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... purtroppo, non era ancora giunto il momento di tornare ai suoi giorni, per la povera Aryanne.
Quando riaprì lentamente gli occhi, la luce del sole le carezzò il viso e un intenso odore di alcol le pervase le narici, svegliandola di colpo.
Una stanza d'ospedale completamente vuota, con la porta semi aperta e le voci del personale infermiere e medico che si potevano udire all'esterno.
Era ancora in Italia, difatti il linguaggio della maggior parte delle persone era quello e a giudicare dall'aria familiare che le ispirava quel luogo, doveva di sicuro essere l'Ospedale Magico Privato di Pisa, dove era stata moltissime volte per svolgere vaccini o visite di controllo generale.
Se avesse deciso di uscire da quella stanza per provare a capire per lo meno in che data fosse finita, sarebbe rimasta impietrita nel vedere chi c'era nella stanza avanti alla sua, visibile dal vetro della porta insonorizzata: Roberta, sua madre, in sembianze normali, che stava conversando con un medico, un medico ben conosciuto da Aryanne, infatti le aveva fatto da pediatra fino all'età di 16 anni: Percival Jason Klondike.

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Si riusciva anche ad intravedere sul soffitto di quella stanza uno sbocco del sistema di areazione, nel quale si poteva entrare all'interno da una grata presente nella stanza dove ella si era svegliata di soprassalto. Avrebbe avuto il coraggio di infilarcisi per sentire il discorso del genitore, specie dopo quell'assurda scena vissuta prima dell'ennesimo svenimento? E suo padre dov'era? Lui che accompagnava sempre Roberta ad ogni visita.
Se avesse svolto quella manovra intrusiva e pericolosa per avvicinarsi pian piano alla verità, strisciando fino ad arrivare abbastanza vicina da ascoltare la conversazione del dottore con la donna, probabilmente sarebbe rimasta scioccata e trafitta al cuore dalle sue parole...

Roberta, quello che hai fatto era assolutamente pericoloso, te ne rendi conto?

Si lo so, lo so dottore, ma la prego, mi dica prima se ce l'ho fatta, mi dica se... se...

Si, Roberta, in base agli esami pare proprio che tu sia incinta.

Oh santa Trama... è... è meraviglioso... finalmente potrò capire che significa, dare un erede a mio marito...

Una erede, per la precisione, ma direi che sarebbe meglio non correre, la situazione è davvero critica.

Perché?
Che cosa significa che è critica?
Sono incinta, sono ancora giovane, perché dice che qualcosa non va?!


Perché lei ha subito una inseminazione durante l'assunzione di una pozione polisucco signora Ricciardi e questo ha alterato di gran lunga il processo di evoluzione dell'ovulo, rendendolo debole e instabile.
Prima di tutto sua figlia non verrà con dei tratti comuni a lei ma bensì della donna nella quale era trasformata e di conseguenza il "vero" padre, ma in più c'è il rischio serio che i suoi organi nel tempo si deteriorino per il conflitto di DNA creato dalla sua trovata, morendo all'alba dei 18.


Per qualche secondo cadde il silenzio più completo, dopo di che, alcuni versi di pianto si sparsero per la stanza insonorizzata.

Avevo anche deciso il nome... l'avrei chiamata Arianna, è bellissimo, non trova dottore? ... Sigh...
... Così dovrò abortire... non è giusto... mio marito soffre di ipoposia cronica, io ho l'utero retroverso, avevamo perso ogni speranza...
Lo so che ho fatto qualcosa di atroce ma avevo pensato erroneamente che diventando un'altra donna senza il mio problema e avendo un rapporto con un uomo normale avrei potuto far avverare il mio sogno... non solo ho tradito mio marito, ma non potrò nemmeno giustificare i miei mezzi con il fine...


Uff... in realtà, una soluzione ci sarebbe, ma è rischiosa.

Il pianto si interruppe, Roberta alzò chiaramente la voce, in apprensione.

Tutto, qualsiasi cosa, pagherò qualunque cifra ma la prego mi dica cosa si può fare, la prego!

La bambina dovrebbe assumere delle speciali vitamine magiche per i primi anni di vita.
Queste vitamine hanno il potere di accelerare la sua crescita incredibilmente nelle prime fasi di sviluppo.
In questo modo, senza dover entrare troppo nei dettagli scientifici, le cellule non potranno avere il tempo necessario per entrare in conflitto, stabilizzandosi prima dei periodi normali di crescita e qualora vostra figlia superasse i 14 anni senza conseguenze, allora sarebbe salva.


Cosa significa accelerare la sua crescita?

Che per arrivare all'età fisica e mentale dei 12 anni, Arianna ci impiegherà la metà del tempo, forse anche meno.
La vedrete evolversi in pochissimi mesi, ma dovrete fare attenzione a darle queste vitamine due volte al giorno, tutti i giorni, allo stesso orario... ovviamente il processo accelerato di crescita rallenterà man mano che si avvicina ai 12 anni per fermarsi poi totalmente e ripartire in maniera umana normale al compimento dei 14.
Potremmo dire a suo marito, facendola credere come sua, che è una cura volta ad evitare che la piccola cresca in modo sbagliato o con qualche ritardo, avendo voi questi due difetti che hanno determinato lo stato problematico del feto...
Sarà vostro compito quindi sfruttare la magia per alterare la memoria della vostra erede mese dopo mese e farle credere di aver vissuto pienamente gli anni che possiede e non in realtà la metà o poco meno.


Dottore... ma è meraviglioso... io... io davvero non so come ringraziarla!

Attenda a farlo, dobbiamo aspettare i suoi ipotetici 14 anni e sarà necessario che io visiti la bambina e le esegua dei vaccini specifici contro alcune sostanze dannose presenti nelle vitamine ogni mese e mezzo, per il resto, non resterà che incrociare le dita...

... Ad Aryanne Vastnor i dovuti ragionamenti...
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Messaggioda Aryanne » 20/04/2014, 21:18

La prima cosa che sentì, fuori dal camino nella piazza di Roma, fu un vociare indistinto, un brusio di sottofondo che poteva farle intendere quanta gente ci fosse da quelle parti: a quel punto, rendendosi conto che avrebbe dovuto camminare in mezzo ad una marea di persone, decise che forse andare in giro con quelle vesti, ampolle e bacchetta in bella vista comprese, fosse alquanto sconsigliabile; prese proprio il catalizzatore, dunque, e mentre nessuno poteva vederla, usò un semplice "Vestis" per modificare il proprio vestiario, sciogliendosi in un ultimo i capelli per un look casual ma sicuramente più elegante e adatto alla situazione.

Immagine


Soddisfatta a quel punto di sé, con la bacchetta nascosta in una tasca del chiodo di pelle nera, Aryanne s'immerse nella folla romana, cercando di capire come ritrovare sua madre in mezzo a quel casino e soprattutto come evitare di dover prendere a calci in culo i ragazzi che, immancabilmente, tentavano di rimorchiarla.

Oh bellezza, ad una con un culo come il tuo darei anche il mio codice bancomat…

Che galantuomo… - mormorò la Vastnor ironica, sfruttando il fatto di conoscere la lingua a menadito, essendo quella con la quale era nata e cresciuta - Senti un po', non è che hai visto passare da queste parti una donna latina, con un vestito chiaro e molto scollato, i capelli castani…

e la faccia da zoccola?


Fortuna che l'ultima parte evitò di pronunciarla.

... Una bella figa di stampo latino? Aspetta che chiedo... Francesco! Vieni un attimo qui!
Che per caso hai visto passare di qui una latino americana gnocco?


'spetta 'spetta... ma si cazzo, certo che l'ho vista, non puoi capire che gran pezzo di femmina!
E' andata giù da quella parte, verso la via dei pub serali.
Per l'info ce la offri una birra? O almeno facci dare una sbirciata a quello che hai sotto la maglietta…


Ma certo tesoro… vienimi vicino… - sussurrò in risposta l'italiana con voce suadente, prendendogli il braccio e torcendoglielo dietro la schiena in mezzo secondo netto - Sai, credo tu debba esercitarti ancora un po' nei metodi di rimorchio… provaci con la prossima sfortunata che ti passerà davanti, mh?

Lo spinse in avanti e lanciò un'occhiataccia omicida agli amici del tale, quasi sfidandoli a darle ancora fastidio: ovviamente la cosa non avvenne, e lei poté imboccare la via che il ragazzo le aveva indicato, trovandosi nel mezzo di una stradina costellata di pub, caffè, ristoranti e pizzerie, ideali sia per i turisti che per i romani veri e propri; ipotizzando però che i gusti di Roberta non fossero poi tanto diversi da quelli attuali, la Mercenaria dilettante cercò di escludere mentalmente quelli in cui, per sua opinione, la madre non avrebbe mai messo piede, trovandosi poi a studiare con aria pensierosa un wine bar dall'aria piuttosto sofisticata.

Umh… beh, da qualche parte dovrò pur cominciare.

Pensò l'italiana, facendosi dunque coraggio ed entrando nel locale così da cominciare a guardarsi subito intorno: Roberta, come previsto, era lì che si beveva un drink tutta sola - probabilmente cercando qualche uomo appetibile da cui farsi inseminare, che tristezza… ma non era l'unica persona a lei familiare presente nel wine bar.
Quando i suoi occhi scuri, infatti, incrociarono quelli inconfondibili dell'uomo che le aveva fatto da Mentore prima e da padre poi, per poco non le prese un colpo.

…. !!!!!

Spalancò gli occhi, poiché gli sembrava che lui stesse guardando proprio lei: ma non era possibile, non poteva riconoscerla, non aveva alcun senso, non…

Eccoti qui, finalmente.
Ti sei fatta aspettare un po' troppo.


Una ragazza, una giovane donna, le passò accanto un secondo più tardi, e solo allora Aryanne si rese conto che la persona che Sandyon, sì, proprio Sandyon Vastnor stava aspettando era la mora, che lo guardava con espressione rapita e ansiosa al tempo stesso.
Naturalmente non sarebbe stato corretto da parte sua fargli gli affari del padre origliando… ma era anche vero che, se fatto in modo discreto, lui non l'avrebbe mai saputo.

Di solito sei meno spiritoso... l'alcol ti ha dato al buon umore?

Non abbiamo molto tempo, ti conviene parlare e lo sai.
Che cosa è successo?


La madre non dava segni di volersene andare tanto presto da quel luogo, perciò… sì, un po' di affari suoi se li poteva pure fare, era pur sempre la figlia acquisita, e che cavolo!
Come se nulla fosse, e ringraziando che essendosi scambiata, era pure una gran figa e poteva permettersi come nulla fosse di avvicinarsi al bancone e dire al cameriere che stava aspettando un amico prima di ordinare, questo fu esattamente ciò che lei fece, posizionandosi dunque accanto a Sandyon che però, rivolto verso la donna, le dava le spalle, e non troppo distante da Roberta, così da tener comunque sotto controllo i suoi spostamenti.

... Non è successo niente, non con Tyslion almeno.

E allora con chi?
Qualcuno ti ha infastidita?


E così quella donna era Rachel: con nonchalance invidiabile, Aryanne le diede una sbirciatina più approfondita: era una bella donna, senza dubbio.

Ma Monique è più bella.

Pensò automaticamente, chiedendosi per un secondo se quel commento mentale fosse in parte influenzato dall'affetto che provava per la francese oppure no; a prescindere, comunque, era ciò che pensava, perciò dal suo punto di vista il padre, nello sposare la Vireau, ci aveva di sicuro guadagnato.

No no, rilassati Sand, davvero.
Il motivo per il quale ti ho voluto incontrare e parlare... è perché ho capito che qualcosa tra noi non va e tu stai continuando a nascondermelo...
... e desideravo capirne il perché.


Nasconderti cosa?

... Che sei innamorato della sottoscritta, cos'altro sennò?

Non so di cosa tu stia parlando...

Sandyon, per favore, non prendermi in giro, pensavo che per lo meno fossimo amici.

Già e sono anche amico di Tyslion, è una delle persone più importanti della mia vita, lo sai questo vero?

Si ma ciò non ti può impedire di ascoltare il tuo cuore, non ti può permettere di metterlo a tacere.
Mi sono accorta di come mi guardavi la settimana scorsa e quello sguardo è rimasto indelebile nella mia memoria fino ad oggi...
... Io voglio bene a Tyslion, ma se ti dicessi che... mi è difficile non avere il batticuore quando ti sono davanti, che cosa mi diresti?


Alzò gli occhi al cielo senza farsi notare a quelle parole: non aveva nulla contro Rachel ovviamente, non la conosceva… ma nella sua mente, Sandyon era di Monique e viceversa, quindi le dava fastidio che quella donna stesse facendo la svenevole con suo padre, anche se ne aveva tutto il diritto.

Ne direi che non c'è nulla al mondo, nemmeno l'amore o il desiderio, che mi spingerebbe a tradire Tyslion.
Mi spiace ma tra noi non potrà mai esserci nulla, lui ci tiene a te, moltissimo, e lo ferirebbe troppo sapere di noi due, anche qualora lo lasciassi.
Non ce la farei a vivere bene la mia storia con te sapendo che lui potrebbe star male all'inverosimile.


Ma ti rendi conto che è assurdo?
Non puoi rinunciare a ciò che ti rende felice perché rende triste qualcun altro!
Col tempo potrebbe accettarlo e allora...


E allora vorrà dire che quando lui sarà pronto ad accettarlo, io sarò pronto a rimettere in discussione le mie parole di oggi.

Si sentì fiera ed orgogliosa del padre in quel momento, al punto da gonfiare il petto - non che ce ne fosse bisogno, comunque - con un'espressione compiaciuta in volto: la donna tentò di dargli un bacio, ma lui rifiutò persino quel contatto leggero, spostando il volto così da ricevere le labbra di lei sulla guancia.

Certo che però uno che fa così e poi ci va a letto, tradendo il suo migliore amico… - pensò la ragazza, riflettendo intensamente per alcuni secondi prima di spalancare gli occhi - … e se… fosse stato costretto a scoparsela?

La mente la trasportò all'episodio avvenuto al campo da Quidditch, con tutti quei ragazzi che inspiegabilmente avevano tentato di uccidersi… e anche Vergil, quando stavano insieme, l'aveva improvvisamente mandata a 'fanculo senza motivo, senza sapersene spiegare il motivo: allora non ci aveva mai pensato, in realtà, ma se tutto fosse collegato?
Se qualcuno avesse imposto anche a Sandyon di comportarsi in quel modo?
Non ebbe comunque il tempo per fare altri ragionamenti mentali, poiché solo in quel momento si accorse che Roberta aveva trovato il suo uomo… già, l'ultimo su cui avrebbe dovuto mettere le mani.

Ehi fusto... ti andrebbe di una sveltina in bagno?

Solo dopo aver fatto per alzarsi, Aryanne si ricordò che non poteva intervenire, che non poteva certo alterare il corso degli eventi, nemmeno per evitare a Sandyon di cadere così in basso con una come sua madre - e lo diceva con tutta l'onestà possibile; si morse le labbra a sangue e strinse i pugni con un ringhio impercettibile, non potendo non fissare disgustata la scena che le si palesò sotto agli occhi.

Dai, non dirmi di no, te la faccio dimenticare io per qualche momento quell'altra ragazza...
Forza... non farti pregare… andiamo


Si aspettava che Sandyon dicesse di no e la mandasse a quel paese… peccato che il litro di birra che si era scolato aveva appena fatto effetto nel suo corpo: lo vide dunque alzarsi con lei, con Roberta, e seguirla in bagno, un'immagine che le fece chiudere gli occhi e ricacciare in gola la bile che era fluita spontaneamente.

… però questo significa che i conti non tornano.

Fu quel pensiero a farle spalancare nuovamente le palpebre, mentre la sua mente lavorava febbrile per trovare una connessione logica e soprattutto spazio-temporale.

Il Sandyon di quest'epoca doveva avere al massimo… 22/23 anni, il che significa 10 in meno di quelli che ha attualmente nella mia realtà; ma se fossi tornata indietro di soli 10 anni, allora io dovrei già essere nata, e mia madre non avrebbe bisogno di andare in giro sotto mentite spoglie per farsi inseminare dal primo che passa… quindi questa cosa non ha assolutamente senso!

L'Esarca Temporale poteva creare delle distorsioni spazio-temporali e mischiare gli eventi a piacimento, tanto per far impazzire le persone? Perché, gliene doveva dare atto, ci stava riuscendo benissimo.
Scosse il capo, passandosi una mano sulla fronte e poi tra i capelli più confusa che mai - ed anche leggermente impanicata - quando notò che qualcosa stava cambiando… per sua sfortuna: le lancette dell'orologio alla parete del wine bar presero a muoversi sempre più velocemente, come se qualcuno avesse premuto sull'acceleratore; allo stesso modo, le persone intorno a lei cominciarono a sfocare nei contorni proprio per quel tempo che scorreva veloce, troppo veloce.
E questo poteva voler dire una sola cosa.

No… no, non di nuovo!

Fu l'ultima cosa che Aryanne riuscì a mormorare, prima di venir travolta dai capogiri e dalla nausea: le palpebre fremettero e gli occhi si rovesciarono all'indietro, lasciandole l'ultima sensazione di cadere a terra svenuta - e possibilmente di svegliarsi nuovamente nella sua epoca.

------------------------------------------------


Ma, ovviamente, questo sarebbe stato pretendere troppo.
La prima cosa che la Vastnor percepì quando i suoi sensi ripresero a funzionare, fu un penetrante odore di alcol che le fece storcere il naso, ed una luce - quella naturale del Sole - illuminarle il volto; le bastarono quei due particolari per capire che no, decisamente non si trovava nella villa degli Ozufu.
Forse era stata portata in ospedale, forse erano tornati nel loro tempo e Marshall aveva portato sia lei, ancora svenuta, che Alya fuori dalla proprietà, al sicuro, al San Mungo o in un altra clinica magica…
Quella momentanea convinzione si rafforzò quando, riaprendo a fatica gli occhi, la ragazza si accorse di avere nuovamente indosso la tuta con cui era partita in missione: allo stesso modo, i capelli erano raccolti, aveva la cinta intorno alla vita con ampolle e bacchetta, il pendente al collo, e niente dolore alla caviglia… già, peccato fosse stesa sul pavimento.
Si tirò su lentamente, frenando il giramento di testa che l'aveva colta con dei lunghi e profondi respiri, tentando di capire dove quel bastardo maledetto l'avesse portata: il primo particolare che colse fu la lingua, l'italiano, che le diede modo di capire come si trovasse ancora nella sua terra natia; questo però non l'aiutava molto, perciò decise di uscire dalla stanza e tentare di comprendere da sé dove fosse stata spedita dall'Esarca di merda - nuovo soprannome dall'italiana appena coniato.
Appena uscita dalla stanza, però, si accorse di una cosa, una cosa che non le piaceva per niente: sua madre Roberta, con le sembianze normali, che parlava con un dottore che Aryanne conosceva bene… il suo pediatra.
Un altro dettaglio che la ragazza colse subito fu l'assenza del padre, una cosa strana visto che Giovanni non si perdeva una visita medica della moglie, nemmeno per le stronzate più assurde.

Devo riuscire ad avvicinarmi, a sentire che si dicono…

Pensò Aryanne, muovendosi sul posto manco fosse sulla graticola: non appena, con lo sguardo, notò un condotto d'areazione che sbucava nella stanza dove si trovava la madre, ed una grata che ne permetteva l'accesso in quella dove si trovava lei, capì cosa fare; ringraziando la sua agilità ed il fatto che la caviglia fosse a posto, non le ci volle troppo ad issarsi su per la grata e dentro il condotto, camminando a carponi fino a raggiungere la camera successiva alla propria - per così dire - ed osservare così la scena dall'alto, come spettatrice indisturbata.

Roberta, quello che hai fatto era assolutamente pericoloso, te ne rendi conto?

Si lo so, lo so dottore, ma la prego, mi dica prima se ce l'ho fatta, mi dica se... se...

Si, Roberta, in base agli esami pare proprio che tu sia incinta.

Oh santa Trama... è... è meraviglioso... finalmente potrò capire che significa, dare un erede a mio marito...

Una erede, per la precisione, ma direi che sarebbe meglio non correre, la situazione è davvero critica.

Perché?
Che cosa significa che è critica?
Sono incinta, sono ancora giovane, perché dice che qualcosa non va?!


Perché lei ha subito una inseminazione durante l'assunzione di una pozione polisucco signora Ricciardi e questo ha alterato di gran lunga il processo di evoluzione dell'ovulo, rendendolo debole e instabile.
Prima di tutto sua figlia non verrà con dei tratti comuni a lei ma bensì della donna nella quale era trasformata e di conseguenza il "vero" padre, ma in più c'è il rischio serio che i suoi organi nel tempo si deteriorino per il conflitto di DNA creato dalla sua trovata, morendo all'alba dei 18.


Aggrottò la fronte, il cuore che batteva istintivamente più veloce: quindi non era andata troppo in là nel tempo rispetto alla scena precedente… ma come faceva Sandyon ad essere suo padre, se tra lui e lei c'erano solo 13 anni di differenza?!

Avevo anche deciso il nome... l'avrei chiamata Arianna, è bellissimo, non trova dottore? ... Sigh...
... Così dovrò abortire... non è giusto... mio marito soffre di ipoposia cronica, io ho l'utero retroverso, avevamo perso ogni speranza…


Non aveva la minima idea di cosa fosse quella ipopo-cosa, ma di sicuro non suonava bene.

Lo so che ho fatto qualcosa di atroce ma avevo pensato erroneamente che diventando un'altra donna senza il mio problema e avendo un rapporto con un uomo normale avrei potuto far avverare il mio sogno... non solo ho tradito mio marito, ma non potrò nemmeno giustificare i miei mezzi con il fine…

Uff... in realtà, una soluzione ci sarebbe, ma è rischiosa.

Tutto, qualsiasi cosa, pagherò qualunque cifra ma la prego mi dica cosa si può fare, la prego!

Trattenne il fiato, stringendo inconsciamente i pugni delle mani in una morsa quasi dolorosa, gli occhi che fissavano un punto indefinito del muro - perché tanto erano le orecchie quelle che dovevano sentire… e ci sentivano benissimo.

La bambina dovrebbe assumere delle speciali vitamine magiche per i primi anni di vita.
Queste vitamine hanno il potere di accelerare la sua crescita incredibilmente nelle prime fasi di sviluppo.
In questo modo, senza dover entrare troppo nei dettagli scientifici, le cellule non potranno avere il tempo necessario per entrare in conflitto, stabilizzandosi prima dei periodi normali di crescita e qualora vostra figlia superasse i 14 anni senza conseguenze, allora sarebbe salva.


Cosa significa accelerare la sua crescita?

Che per arrivare all'età fisica e mentale dei 12 anni, Arianna ci impiegherà la metà del tempo, forse anche meno.
La vedrete evolversi in pochissimi mesi, ma dovrete fare attenzione a darle queste vitamine due volte al giorno, tutti i giorni, allo stesso orario... ovviamente il processo accelerato di crescita rallenterà man mano che si avvicina ai 12 anni per fermarsi poi totalmente e ripartire in maniera umana normale al compimento dei 14.
Potremmo dire a suo marito, facendola credere come sua, che è una cura volta ad evitare che la piccola cresca in modo sbagliato o con qualche ritardo, avendo voi questi due difetti che hanno determinato lo stato problematico del feto...
Sarà vostro compito quindi sfruttare la magia per alterare la memoria della vostra erede mese dopo mese e farle credere di aver vissuto pienamente gli anni che possiede e non in realtà la metà o poco meno.


Dottore... ma è meraviglioso... io... io davvero non so come ringraziarla!

Attenda a farlo, dobbiamo aspettare i suoi ipotetici 14 anni e sarà necessario che io visiti la bambina e le esegua dei vaccini specifici contro alcune sostanze dannose presenti nelle vitamine ogni mese e mezzo, per il resto, non resterà che incrociare le dita…

Ascoltò tutto, fino all'ultima sillaba… dopodiché cominciò a farsi indietro lentamente, passo dopo passo, senza nemmeno guardare dove metteva i piedi: fece forse due metri e mezzo in quel modo, camminando a carponi come un granchio, prima di fermarsi.
Le tremavano sia le braccia che le gambe, tanto che rischiava di cadere faccia a terra da un momento all'altro: la mente, quella lavorava febbrile ∞ Elab. 14 + 15/d20 = 29 ∞ cercando di dare una spiegazione a qualcosa che non era spiegabile, non in quel momento, non per lei.

Ho sempre creduto di essere nata nel 2087… ma non è così.
Se Sandyon ora ha 33 anni, e nella scena che ho appena visto ne aveva una decina in meno, forse anche di più… allora sono nata circa 8/10 anni dopo la data di nascita che io conosco…
… questo significa che non ho davvero vent'anni, forse ne ho la metà, forse… forse ne ho soltanto 10, 13 al massimo, questo vuol dire che quando sono entrata ad Hogwarts non avevo davvero 11 anni, ma solo… quattro, forse cinque.


Aveva ripreso a camminare all'indietro senza nemmeno rendersene conto, scioccata da quella verità che la stava inconsciamente spingendo fuori dal condotto di areazione e, di riflesso, fuori dall'ospedale.

Questo significa che mia madre mi ha presa in giro, che tutta la mia vita è una bugia montata ad arte: ha finto sempre, ha finto quando mi diceva che ero uguale a Giovanni, ha finto quando ha incontrato Sandyon per la prima volta… ha finto di non conoscere l'uomo con cui aveva scopato, si è persino dimostrata infastidita quando le ho detto che lui mi avrebbe allenata… come ha potuto?!

Non riusciva a frenare il vortice dei pensieri, quel fiume che aveva rotto la diga dell'autocontrollo ed aveva preso il sopravvento, impedendole di darsi un freno da sola, di bloccare tutta la catena di ragionamenti spontanei che le era esplosa nella mente.

Mi hanno mentito, Merlino solo sa come abbiano fatto a falsificare i registri del Ministero per far credere a tutti che fossi nata anni prima e farmi andare così ad Hogwarts quand'ero ancora una bambina di forse 4 o 5 anni… hanno preso per il culo tutto il mondo magico, anche Madeline Bergman! E io non ricordo niente… niente di tutto questo, niente di anormale!
Mi avranno modificato la memoria, mi avranno obliviata per farmi credere che fosse tutto normale…
E Sandyon…


Aveva terminato la sua folle camminata, ed era scivolata giù dal condotto senza accorgersene, come se il suo corpo sapesse come muoversi e non dovesse nemmeno chiedere il permesso alla mente per farlo.
Quell'ultimo pensiero, però, fu talmente forte da bloccarla, da pietrificare tutto il suo corpo in un unico, eterno istante.

… Sandyon… Sandyon è…

Immagine


… è mio padre.

Aveva bisogno d'aria.
Emise un gemito quasi sofferente, seppur non stesse provando alcun dolore fisico, prendendo la strada del corridoio dell'ospedale che l'avrebbe portata all'uscita: barcollava, sbandava, andò persino addosso a qualcuno ma non si fermò per chiedere scusa.
Le lacrime cadevano incontrollate lungo le sue guance mentre la mente si ripeteva all'infinito quel pensiero, senza darle pace: si era avvicinata a lui per una stupidissima sfida, gli si era affezionata, aveva accettato di diventare sua figlia ben sapendo che, quando Monique fosse rimasta incinta, il legame tra lui e l'erede di sangue sarebbe stato diverso - forse più forte, non perché Vastnor non le volesse bene, ma perché era una questione diversa, che andava oltre la ragione e seguiva il richiamo della discendenza - aveva sofferto silenziosamente per quella consapevolezza…
… e invece era sua figlia.
Sua figlia biologica, sua figlia di sangue.
Giovanni non era nulla, per lei, e nemmeno con Roberta aveva nulla a che spartire visto che si era fatta mettere incinta sotto sembianze diverse, ma Sandyon…
Sandyon era suo padre.
Il suo vero padre.
Lo era anche prima, perché l'aveva adottata, ma ora era diverso… per lei era diverso.
Sangue del suo sangue.
Erano padre e figlia.
Davvero.
La portata di quella scoperta fu semplicemente troppo da sopportare: fuori dall'ospedale, oltrepassata la porta scorrevole e fatto qualche passo sulla sinistra, sulla zona verde, l'italiana cadde in ginocchio a terra, accovacciandosi su se stessa con una mano di fronte alla bocca per trattenere… non sapeva nemmeno lei cosa.
Urla, gemiti, parole senza senso, tutto ciò che avrebbe voluto uscire da lei per lasciarla vuota, per farla sfogare: avrebbe voluto, desiderato con tutte le sue forze potersi chiudere in camera sua ed elaborare tutto con calma… ma non poteva, non aveva modo di farlo, perché quel maledetto Esarca l'aveva trasportata per lo spazio-tempo e, anche tornando, si sarebbe comunque ritrovata ad affrontare la missione, anche se l'ultima cosa che voleva fare era combattere.
Mai come in quel momento desiderò essere tra le braccia di Typhon, piangere nascosta nel suo petto e non pensare a niente… ma non poteva.
Chiuse gli occhi mentre urla strozzata s'infrangevano contro il palmo della sua mano ed il corpo quasi si accartocciava su se stesso, incapace di reagire, di accettare il tutto serenamente, come nulla fosse.
Il tempo perso, gli anni persi con una famiglia che per lei non significava niente, gli album di fotografie che raccontavano la sua crescita, il suo percorso… tutte bugie.

Portami a casa… ti prego, portami a casa…
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Messaggioda Sandyon » 21/04/2014, 17:34

Rivelazioni schock.
Segreti che venivano a galla soltanto ora, dopo anni, molti meno rispetto a quelli ipotizzati in realtà.
Aryanne aveva vissuto all'incirca una decina di anni contro i venti prospettati per una persona normale.
Fantascienza? Follia? No, semplicemente magia, una magia avanzata sfruttata pochissimo per via dei rischi che si rischiavano nel praticarla, ma Roberta aveva voluto tentare il tutto per tutto, consapevole che avrebbe potuto anche condurre la vita nel suo grembo ad una morte atroce, dolorosa e prematura. Se non altro la Trama aveva messo una mano sul cuore alla giovane Vastnor, risparmiandola e dandole la possibilità di continuare il suo percorso nel mondo come chiunque altra. Trama che forse aveva anche incaricato l'Esarca Temporale di capitare dalle parti di Villa Ozufu, chi poteva dirlo con esattezza?
Adesso tali domande risultavano superflue, mentre Aryanne tornava indietro scendendo dal condotto di areazione nella stanza dove si era risvegliata poco prima. Confusa, distrutta psicologicamente, con soltanto una gran voglia di andarsene via, di tornarsene nel suo tempo.
Ma non era ancora quello il momento, mancava molto poco probabilmente al termine di quelle visioni del passato, però c'era l'ultimo tassello del puzzle da sistemare al suo posto prima che l'Esarca potesse considerarsi soddisfatto.
La madre, uscita dallo studio del medico, uscì dalla porta e si diresse al piano di sotto, verso l'ingresso dell'ospedale, ingresso che si trovava esattamente alla sinistra del punto dove Aryanne si era nascosta, ancora in procinto di piangere e annullare ogni sensazione, ogni forza per reagire. Ad un tratto però, ella poté sentire distintamente la voce di Sandyon provenire dalla sua sinistra, segno inequivocabile che era apparso lì per chiedere informazioni. Qualora la Mercenaria Dilettante avesse fatto lo sforzo di alzare lo sguardo, avrebbe visto la madre di nuovo sotto polisucco che evidentemente si aspettava l'arrivo dell'uomo che l'aveva ingravidata ed era pronta ad informarlo della situazione...

... Allora.

Ah eccoti qui, non sapevo dove cercarti...

Voglio solo sapere se devo prendermi le mie responsabilità.

Perché, lo faresti forse?

Naturalmente, non ho molti soldi ma non sono tanto vigliacco da lasciarti in grembo qualcuno che è anche mio.

Beh non ti penare troppo, non sono incinta, sei andato a vuoto ragazzo mio.
E comunque, anche fosse stata diversa la situazione, ti avrei chiesto comunque di lasciar perdere...


Per quale motivo scusa?

Me lo chiedi anche?
Sei un povero pezzente che sbarca il lunario con qualche lavoretto qua e là da Mercenario Dilettante.
Non hai nemmeno i soldi tra un po' per te stesso, figuriamoci per tirar su una famiglia...


L'amore e la responsabilità per te non sono ricchezze forse?

Forse... ma di certo non ci compri gli abiti firmati!

Sai... da un certo punto di vista sono proprio felice che sia andata così.

Ah si, perché?

... Perché saresti stata proprio una madre di merda.

L'uomo si spostò dal muro dell'ospedale e se ne andò senza nemmeno salutare la persona scopatasi qualche ora prima.
Probabilmente da quel giorno in poi, le loro strade non si incrociarono mai più e così Sandyon credette di non aver avuto eredi.
Tre mesi dopo avrebbe incontrato Mog ed avrebbe cominciato la sua avventura con il piccolo Moguri, ma questa... è un'altra storia...
Il sole alto nel cielo che si specchiava sul viso di Aryanne cominciò a camminare molto, parecchio in fretta, scendendo e succedendosi alla Luna ad una velocità impressionante, esattamente come quando l'orologio del pub aveva iniziato a camminare con le lancette oltre la normale maniera.
La testa della ragazza tornò pesante, come anche gli occhi. La nausea, il giramento del corpo, la spossatezza ed infine... svenne ancora una volta.
Purtroppo, di nuovo non comparì all'interno della villa, bensì in un altro luogo ancora, in un posto molto particolare che però riconduceva alla giovane delle sensazioni soltanto positive: la collinetta del lago ove solitamente si incontravano lei e Typhon ai tempi dell'eterno conflitto adolescenziale. Quando ella riaprì gli occhi piano piano, se ne stava dietro un albero che copriva la sua presenza, mentre non troppo distante, seduto da solo, c'era proprio il Drago che adesso era il suo fidanzato con... Arianna Ricciardi, in piedi, forse in procinto di andarsene, parecchio nervosa, almeno a giudicare dall'espressione.

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Ti rendi conto?
Quello stronzo di mio padre non capisce niente di me e pretende di sapere, di poter decidere per la mia vita senza nemmeno interpellarmi!
Ok, Cartwright è stato un idiota a comportarsi in quel modo, ma lui non aveva il diritto di uscirsene con "Ah ma tanto lo so che non era il ragazzo giusto per te, dovresti avere standard più elevati, senza contare che si vede lontano un miglio che non te ne importa più di tanto".
Cosa si vede? Si vede che sei un insensibile coglione, ecco cosa si vede!


Dai, adesso vai che tra un po' inizia la ronda, non ci pensare, tuo padre è sempre stato un idiota...

Uff... d'accordo, ci vediamo più tardi, che fai resti ancora un po' qui?

Penso di si, mi godo un po' di pace e poi torno in camera a studiare.

Ad adesso farti le seghe si chiama "studiare", non sapevo!

'Fanculo!

Arianna, quella del passato, si allontanò a passo svelto, con le mano in tasca, avviandosi in direzione del castello, così Seal rimase completamente solo, ad ascoltare il silenzio più assoluto, con le gambe non troppo distanti dallo specchio dell'acqua. Ad un tratto però, iniziò a parlare ed in quel modo si scoprì perché forse l'Esarca aveva voluto mostrare anche quella scena alla ragazza.

Non so se esiste una forza superiore, un qualcosa di più che controlla il destino o il Mondo...
Ma se c'è... ti prego fa che la sua vita cambi, fa che si stacchi da quel padre in qualche modo, che egli non controlli più la sua vita.
... Tsk, a volte vorrei proprio che fosse stata adottata, perché più la guardo e più penso che una speciale come lei non può essere uscita fuori da un testa di cazzo di quel calibro...
Ehi, Trama, entità o come diamine ti chiami... puoi fare qualcosa oppure no? Tutto ciò che posso prometterti in cambio... è che le sarò sempre vicino, in un modo o nell'altro...


E in quello stesso istante, una grande e carezzevole folata di vento gli scompigliò i capelli e gli attraversò il corpo, donandogli un brivido.

Brrr... freschetto stasera, eppure un attimo prima gli alberi manco si muovevano.
Alis mi starà cercando per il castello, meglio non farla preoccupare...


E dicendo questo, anche il Drago e futuro Erbologo si alzò in piedi, scrollando le spalle e si allontanò da quella postazione, prendendo il sentiero che l'avrebbe condotto fino al ponte di legno diretto ad Hogwarts, un ponte conosciuto solo da pochi fortunati esploratori come lui e l'italiana.

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