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Messaggioda Jorge » 30/09/2014, 14:47

Victoria Randall. Ecco come si chiamava la Draghessa dei suoi sogni! Non che prima ignorasse il suo nome - come fonte primaria di tutti i pettegolezzi o quasi di Hogwarts degli ultimi mesi di notizie su di lei ne giravano a iosa - ma saperlo direttamente da lei a seguito di una presentazione ufficiale voleva dire aver fatto un primo minuscolo passo verso un qualche tipo di rapporto che fosse di semplice conoscenza, di amicizia o ... Gli ormoni di Jorge ovviamente spingevano verso quel "o", verso una relazione sentimentale e molto ma molto fisica che gli avrebbe permesso di fare ben altro che ammirare quel corpo stupendo - cosa che stava facendo si sperava in maniera non troppo spudorata - ma fortunatamente sotto quella massa di capelli biondi si nascondeva un cervello funzionante e quasi indipendente che gli permise di avviare una conversazione sensata, salvandolo dal dire o compiere gesti inappropriati. La notizia che la ragazza avesse studiato in un college babbano stuzzicò la curiosità del Delfino, a maggior ragione perchè secondo il suo punto di vista, cozzava con le informazioni che giravano su di lei e così a dispetto del suo considerare ininfluente lo stato di sangue di una persona - aveva e in parte ancora soffriva quando qualcuno lo additava in maniera dispregiativa come un natobabbano - fu proprio quello che finì per chiederle.

Sì, sono una Purosangue, ma... i miei genitori hanno sempre preferito farmi studiare la magia privatamente, con un precettore, e farmi invece approcciare al mondo babbano in prima persona: per questo ho studiato in un college babbano come qualsiasi non-maga al mondo.

Una scelta fuori dall'ordinario - almeno in base alla sua esperienza, limitata certo a quello che aveva potuto vedere e sentire a scuola, ma che gli aveva dato l'idea che le famiglie Purosangue, per quanto di larghe vedute e non razziste, no reputassero necessario integrarsi con il mondo babbano - ma che sicuramente ti avrà dato la possibilità di fare un sacco di esperienze interessanti.

C'era una piccola nota di malinconia mista a rimpianto nella voce di Jorge che, per quanto soddisfatto della vita da mago che stava conducendo, si era più volte chiesto come sarebbe stata la sua vita se fosse rimasto ad Alfama insieme a Xavier. Il cugino cercava in ogni modo di non fargli avvertire troppo il divario culturale tra lui e i loro amici e periodicamente gli inviava resoconti sugli ultimi trend culturali e non per permettergli di reintegrarsi con maggior facilità durante le vacanze ma quelle brevi e intense incursioni nel mondo scolastico babbano non potevano in alcun modo competere con il frequentarne una.

Qual è la cosa più assurda che hai mai visto al college? Sai qualcosa che qui - nel Mondo Magico - non sarebbe in alcun modo pensabile.

Chiese quindi prima di continuare ad assecondare la propria curiosità e informarsi su come fosse finita dal frequentare un college babbano a una delle più prestigiose Scuole di Magia e Stregoneria del Mondo.

Il mio progetto era di concludere la scuola babbana e prendere il diploma magico privatamente, però... prima di morire, qualche mese fa, mia madre ha manifestato il desiderio che concludessi i miei studi di magia nella scuola dove lei aveva studiato da giovane, e perciò... eccomi qui.

Inutile dire che non appena ebbe avuto la sua risposta Jorge si pentì di aver posto la domanda, conscio di aver riaperto una ferita dolorosa che, con molte probabilità, non si sarebbe richiusa. Si umettò le labbra ancora bagnate dall'acqua che aveva appena bevuto, indeciso su cosa dire e alla fine optò per un silenzio che sperava fosse di solidarietà, limitandosi ad accarezzarle il dorso della mano quando le porse la bottiglietta. Aveva imparato a sue spese, quando il Fato si era accanito contro la sua sorellina e visino di pesca, come in circostanze come quelle le parole suonassero vuote e inutili e fosse meglio sostituirle con un sostegno pratico e silenzioso. Fu così che reputò più saggio portare la conversazione su un piano più neutro come la scarsa attitudine della maggior parte degli studenti allo sport attivo e di conseguenza alla possibilità di utilizzare la palestra senza grossi intoppi.

Nel college dove studiavo, invece, avevamo lezioni di scherma tre volte a settimana... - inarcò un sopracciglio a quella "non precisazione" che avvalorò l'idea, nata con la scoperta che l'altra avesse studiato con un precettore, che la famiglia di Victoria dovesse essere molto ma molto benestante, punto quello che smontò di poco l'entusiasmo di Jorge. Secondo la sua esperienza, mondo magico o babbano che fosse, difficilmente una ragazza di buona famiglia perdeva tempo dietro a uno spiantato costretto a lavorare anche durante l'età scolastica - E visto che i miei compagni erano tutti molto competitivi, e in fondo anche io, passavano i giorni liberi, quelli dove non tiravamo di scherma, ad allenarsi nella palestra della scuola.

Non ho mai provato a tirare di scherma - sopratutto perchè se solo si fosse azzardato a pronunciare ad alta voce un tale desiderio le risate di scherno si sarebbero sentite fino in Scozia - quindi non dovrei esprimere giudizi ma non è noiosa? - e storse il naso in un modo che a detta di molti lo faceva sembrare adorabile, per poi assumere un'espressione dispiaciuta e scusarsi per aver interrotto il suo programma di allenamento.

Cosa? - sorrise a quell'esclamazione che gli riscaldò il cuore dandogli l'illusione di non essere proprio un intruso e che Victoria si stesse fermando a parlare con lui non per chissà quale obbligo ma perchè trovasse piacevole la sua compagnia - Ah... ma no, no, non ti preoccupare! In realtà sei la prima persona con cui mi fermo a parlare per più di 5 minuti... mi fa piacere.

Crash! L'illusione di poco prima si infranse in un battito di ciglia - piacevole non era la sua compagnia ma bensì il fatto di avere qualcuno con cui parlare - ma non lasciò alcun segno in Jorge il cui ego si era ridimensionato di molto da quando aveva messo piede a Hogwarts. Anzi il Delfino pensò bene di provare a girare quell'affermazione a suo vantaggio.

Wow. Un evento del genere allora va assolutamente festeggiato. - esclamò infatti allegro, o almeno quanto la spalla dolorante gli permetteva di esserlo -Che preferisci un giro a Hogsmeade il primo week end che sono libero dal lavoro oppure una visita guidata per il Castello con pic nic in Riva al Lago? - e per l'occasione avrebbe ripassato tutti gli incantesimi riscaldanti che conosceva. Una volta ottenuta la sua risposta - che si sperava fosse in un qualche modo positiva - Jorge si sollevò da terra per mostrare da vicino a Victoria lo spara - bolidi e spiegarle il suo funzionamento.

In pratica è come uno di quei macchinari babbani che sparano le palle da baseball per far esercitare i lanciatori?

10 punti a Dragargento!

Esclamò sorridente, dando così implicitamente ragione alla ragazza, per poi chiederle se avesse voglia di provarlo. Non che lui fosse chissà quanto bravo nel manovrare quell'attrezzo ma non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione di starle un po' più vicino del normale, non quando il solo contatto dei suoi capelli con la guancia gli faceva venire la pelle d'oca.

Ah... d'accordo... - il tono caldo con cui la ragazza pronunciò quelle semplici parole scivolarono lungo la colonna vertebrale di Jorge mandando segnali interessanti alle sue parti basse, tanto da spingerlo a fare un passo indietro imbarazzato per quella reazione normale ma fuori luogo del suo corpo- Però mettilo al minimo, okay? Non credo di essere molto brava, e vorrei evitare di finire in Infermeria...

Bè se dovesse accadere pregherò la Moreau di metterci su due lettini vicini così potremo farci compagnia a vicenda...

Rispose malizioso mentre immagini molto poco caste si affaccendavano nella sua mente trovando pieno consenso da parte delle sue parti basse. Per evitare superflue figuracce le voltò le spalle per andare a prendere la propria bacchetta. Un Ferula ben castato e in un attimo delle bende avvolgevano il braccio e la spalla in modo da permettergli di muoversi senza correre il rischio di aggravare il danno che si era procurato.

Ma se proprio vuoi scongiurare questo pericolo - continuò subito dopo e non era chiaro se si riferisse a una visita in Infermeria o all'essere suo vicina di letto - conviene che indossi queste - e le porse delle protezioni simili a quelle dei giocatori di rugby per proteggere torace e spalle. Attese che la Draghessa infilasse le braccia in quella specie di pettorina imbottita per poi avvicinarsi alle sue spalle e chiudere le fibbie, sfiorandole la schiena per nulla casualmente. - Perfetto ora prendi la mazza e vieni qui di fronte a me...

Allargò le braccia a delimitare lo spazio che Victoria avrebbe dovuto occupare e dovette fare un enorme sforzo su se stesso per non stringerla in un abbraccio nel momento in cui lei vi si posizionò. Prese un profondo respiro, per calmare il battito del cuore e i bollenti spiriti, ma ottenendo il risultato contrario visto l'ondata di profumo di arancia - o qualcosa di simile - che gli inondò le narici, facendogli venire il non tanto assurdo desiderio di assaggiare anche solo una piccola porzione di pelle, caso mai il triangolino dietro l'orecchio che sembrava così a portata di labbra.

Divarica un po' le gambe, porta il piede sinistro un po' indietro, piega leggermente le ginocchia e tieni fermo il bacino...così brava... - disse con voce un po' roca sempre all'altezza del suo orecchio e le mani poggiate sui suoi fianchi, una presenza non invasiva ma che le avrebbe permesso di avvertirne il calore - A differenza del baseball dove le palle vengono sparate in una sola direzione qui i bolidi vanno dove più gli piace quindi devi tenere la mazza dritta davanti a te e le braccia piegate ma non rigide in modo da poterti spostare nella giusta direzione... E ricorda se non ti senti in grado di colpirla allora scappa.

E con quell'ultimo consiglio mormorato con il sorriso sulle labbra, Jorge si allontanò controvoglia e con un colpo di bacchetta accese lo spara - bolidi alla velocità minima.
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Messaggioda Victoria » 30/09/2014, 20:46

[handwriting]Una scelta fuori dall'ordinario, ma che sicuramente ti avrà dato la possibilità di fare un sacco di esperienze interessanti.

Diciamo che mi ha permesso di vivere la realtà babbana come probabilmente la maggior parte degli studenti di questa scuola - maghi e non, visto che ad Hogwarts si entrava a partire dagli 11 anni - non si sogna nemmeno.
D'altro canto, però, molti aspetti del mondo magico mi sono sconosciuti perché, pur avendo studiato privatamente materie come Trasfigurazione, Incantesimi o Cura delle Creature Magiche, non ho mai vissuto in prima persona la sua quotidianità... figurati che ho scoperto cosa fosse il Quidditch solo quando ho messo piede qui a scuola!
- esclamò Victoria ridendo, con un'espressione divertita ed allo stesso tempo imbarazzata che la rendeva assolutamente dolcissima ed adorabile.

Qual è la cosa più assurda che hai mai visto al college? Sai qualcosa che qui - nel Mondo Magico - non sarebbe in alcun modo pensabile.

Uhm, domanda difficile... - mormorò la Randall, attorcigliandosi una ciocca di capelli intorno all'indice della mano destra con fare pensieroso - Credo che la cosa non più assurda, ma sicuramente quella che mai potremmo vedere qui, sia il fatto che mentre tra le mura di questo Castello le notizie passano di bocca in bocca... nel mio college passavano tramite cellulari. - ed ovviamente ad Hogwarts, non funzionando la tecnologia comune babbana, una cosa del genere non si sarebbe mai potuta vedere - Quando c'era un pettegolezzo nuovo, un gossip succulento, immediatamente tutti i cellulari prendevano a squillare o vibrare, e per i corridoi non vedevi altro che ragazzi e ragazze coi telefoni in mano che scrivevano in sincrono... facevano quasi paura!

Esclamò alla fine con un sorriso ironico ed un leggero scuotimento del capo: era evidente, in base a quel gesto, che lei personalmente trovasse la cosa piuttosto assurda, visto che non era mai stata quel tipo di persona da abusare del telefono e da esser schiava dei pettegolezzi - non ne aveva proprio il tempo.
La conversazione, da leggera e divertente, divenne presto più grave e seria quando la bionda spiegò perché si fosse ritrovata ad Hogwarts al quinto anno, e cosa dunque l'avesse spinta a lasciare il mondo babbano per quello magico: apprezzò il fatto che Jorge preferì non commentare in alcun modo le sue parole - frasi di circostanza non le avrebbe proprio sopportate, e questo la spinse a parlare ancora, spiegandogli che lei a differenza di altri studenti del Castello era più spinta ad allenarsi perché, nel college dove aveva studiato precedentemente, era necessario tenersi in allenamento così da non perdere ad ogni esercitazione di tiro con la scherma.

Non ho mai provato a tirare di scherma quindi non dovrei esprimere giudizi ma non è noiosa?

Definisci "noiosa"... - replicò lei con un sorriso accattivante e furbetto - Di sicuro non è uno sport dinamico come il football o il Quidditch babbano, né violento come il wrestling... è soprattutto uno sport di strategia, concentrazione e riflessi: devi capire come l'avversario abbia intenzione di muoversi prima che si sposti effettivamente di un millimetro, e dopo aver anticipato le sue mosse devi cercare di colpirlo in modo imprevedibile, cosicché lui non anticipi le tue.
Lo trovo molto stimolante in realtà, intellettualmente parlando intendo.


Rispose alla fine, gesticolando appena e sperando che Jorge non si fosse annoiato troppo nello starla a sentire: lei d'altronde era felicissima che lui fosse lì, un po' perché era il primo con cui chiacchierava davvero... e soprattutto perché il Delfino aveva catturato la sua attenzione fin dal suo primo momento nel Castello, anche se quel particolare di sicuro non l'avrebbe ammesso ad alta voce.

Wow. Un evento del genere allora va assolutamente festeggiato.

Festeggiato? - ripeté lei, non sapendo cosa aspettarsi dalla mente creativa, o così la immaginava lei, del Delfino.

Che preferisci un giro a Hogsmeade il primo week end che sono libero dal lavoro oppure una visita guidata per il Castello con pic nic in Riva al Lago?

Non si potrebbero avere entrambi? - azzardò Victoria con le guance rosse d'imbarazzo ed aspettativa all'idea di passare così tanto tempo con l'altro, prima di azzeccare il paragone tra la spara-bolidi e gli attrezzi babbani usati dai lanciatori di football per esercitarsi.

Infine, di fronte alla proposta di Jorge di provare il macchinario, la sua anima da Dragargenteo, che lei nemmeno pensava di avere, la Randall accettò, pregandolo però di andarci piano con lei visto che era totalmente inesperta in materia.

Bè se dovesse accadere pregherò la Moreau di metterci su due lettini vicini così potremo farci compagnia a vicenda...

Sorrise senza farsi notare mentre lo osservava allontanarsi, lanciando un'occhiata al suo fondoschiena prima di tornare dritta, con lo sguardo fermo di fronte a sé e le guance leggermente arrossate.

Ma se proprio vuoi scongiurare questo pericolo conviene che indossi queste

Okay, dammi un secondo... - mormorò la bionda, infilandosi le protezioni che Jorge le aveva passato e sentendo il cuore saltarle un battito quando percepì il suo corpo sfiorarle la schiena.

Perfetto ora prendi la mazza e vieni qui di fronte a me...
Divarica un po' le gambe, porta il piede sinistro un po' indietro, piega leggermente le ginocchia e tieni fermo il bacino...così brava...


Mi sento così stupida... - commentò lei in un soffio con le guance rosse, e di certo non solo perché aveva assunto una posizione nuova e sconosciuta per sé; avere Jorge così vicino, con la voce leggermente roca e le mani sui propri fianchi le stava facendo perdere non di poco la concentrazione, e dovette rimproverarsi mentalmente per riuscire ad ascoltare le parole successive di lui.

A differenza del baseball dove le palle vengono sparate in una sola direzione qui i bolidi vanno dove più gli piace quindi devi tenere la mazza dritta davanti a te e le braccia piegate ma non rigide in modo da poterti spostare nella giusta direzione... E ricorda se non ti senti in grado di colpirla allora scappa.

Sentì freddo non appena lui si allontanò dal proprio corpo, al punto da dover trattenere una smorfia di disappunto che non avrebbe trovato il coraggio di spiegare: così, strinse per bene l'impugnatura della mazza con entrambe le mani e fissò lo sguardo sulla spara-bolidi, assumendo un atteggiamento concentrato e deciso.
Per fortuna il macchinario era impostato alla velocità minima, e questo le permise - T/F 12 + 11/d20 -> 23 - di colpire i bolidi senza troppa difficoltà, anche se ogni tanto dovette per forza abbassarsi o scansarsi così da non essere colpita; dopo 10 minuti di allenamento, tuttavia, fece capire ad Jorge che era meglio spegnere l'apparecchio, visto che le braccia le facevano un po' male.

Okay, mi sento ufficialmente stanca... - ammise, posando la mazza ed armeggiando un po' con le fibbie delle protezioni prima di alzare lo sguardo su di lui, col viso arrossato e gli occhi luminosi, e sorridergli leggermente imbarazzata - Mi daresti una mano?[/handwriting]
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Messaggioda Jorge » 01/10/2014, 8:47

Da quelle prime battute Jorge aveva scoperto due cose importati su Victoria: che proveniva da una famiglia Purosangue benestante –quanto l’avrebbe compreso solo poco dopo – e di così larghe vedute da averla convinta – perché non sentiva traccia di costrizione nella sua voce – a frequentare attivamente il Mondo Babbano come una normale ragazzina di undici anni. E se il primo tratto poteva in un qualche modo impensierire il portoghese, ancora legato ad alcuni pregiudizi che si portava dietro da Alfama, il secondo lo riempiva di felicità e di aspettative – anche se ancora non sapeva dire esattamente di che tipo – nonché di una punta di invidia. Una persona curiosa di natura come lui, infatti, non poteva non rammaricarsi dell’aver dovuto rinunciare a un’istruzione babbana con tutte le meraviglie – punto questo su cui Xavier avrebbe dissentito non poco – che essa comportava.

Diciamo che mi ha permesso di vivere la realtà babbana come probabilmente la maggior parte degli studenti di questa scuola non si sogna nemmeno. D'altro canto, però, molti aspetti del mondo magico mi sono sconosciuti perché, pur avendo studiato privatamente materie come Trasfigurazione, Incantesimi o Cura delle Creature Magiche, non ho mai vissuto in prima persona la sua quotidianità... figurati che ho scoperto cosa fosse il Quidditch solo quando ho messo piede qui a scuola!

Davvero? – esclamò stupefatto per quella rivelazione, scuotendo la testa divertito al ricordo di come lui stesso aveva reagito sul treno sentendo gli altri ragazzi parlare di volare su una scopa – Pensa che la mia prima divergenza di opinioni – e sollevata solo la mano destra, piegò indice e medio per virgolettare l’espressione, un modo carino per dire “rissa” – qui a Hogwarts è stata proprio sul Quidditch ed eravamo partiti da King’s Cross da meno di mezz’ora… Non avevo un carattere facile, stavo sulle mie e mi sentivo un pesce fuor d’acqua osservato da tutti così quando i ragazzi nel mio scompartimento si sono messi a parlare di quali mosse spettacolari non so quale famoso Cercatore avesse fatto sulla scopa durante l’ultimo Campionato di Quidditch mi sono sentito preso in giro e ho reagito un tantino male…

Socchiuse gli occhi e arricciò il naso dopo quella confessione, le guance che si coloravano di rosa sia per l’imbarazzo ancora insito nel ricordo che aveva appena evocato che per averlo confessato a qualcuno, e non a uno studente qualunque quanto alla ragazza che gli piaceva.

In ogni caso credo che, per quanto tu possa essere in paro con le materie magiche, ci sono cose che solo qui potrai imparare. La professoressa di Cure per esempio ha familiarità con animali davvero unici, sembra quasi San Francesco – e per una filobabbana come lei non sarebbe stato difficile per la Randall comprendere l’allusione – e la Vilvarin è un genio, neanche Madre Natura in persona sarebbe capace di comprendere le piante come lei…

E da come gli brillavano gli occhi mentre parlava di Cure e di Erbologia – soprattutto di quest’ultima che si era visto costretto a rivalutare e non poco nel corso degli anni – era evidente il rispetto che nutriva per le due insegnanti, senza nulla togliere alla Bennet.

Ma dimmi, qual è la cosa più assurda che hai mai visto al college? Sai qualcosa che qui - nel Mondo Magico - non sarebbe in alcun modo pensabile.

Uhm, domanda difficile... – lo sguardo del portoghese saettò dal viso della ragazza alla ciocca maltrattata, le dita della propria mano destra che venivano contratte come se morisse dalla voglia di accarezzarla a sua volta. E in effetti per uno come lui che aveva il fetish per i capelli resistere alla tentazione fu davvero dura - Credo che la cosa non più assurda, ma sicuramente quella che mai potremmo vedere qui, sia il fatto che mentre tra le mura di questo Castello le notizie passano di bocca in bocca... nel mio college passavano tramite cellulari.

In che senso?

Chiese perplesso. Sapeva cos’erano i cellulari, procurarsene uno era in cima alla sua lista di cose da comprare man mano che riusciva a mettere i soldi da parte, ma nonostante tutto non riusciva a comprendere il senso della frase. Forse perché per lui era più uno strumento di comunicazione essenziale che un gioco con cui sbizzarrirsi nei modi più disparati.

Quando c'era un pettegolezzo nuovo, un gossip succulento, immediatamente tutti i cellulari prendevano a squillare o vibrare, e per i corridoi non vedevi altro che ragazzi e ragazze coi telefoni in mano che scrivevano in sincrono... facevano quasi paura!

Alla faccia della socializzazione! – esclamò negativamente impressionato. – Non sono un amante del gossip ma sinceramente preferisco i capannelli di persone negli angoli del Castello. Alla fine confabulando in giro si finisce per fare conoscenza e si ha la possibilità di dirimere quasi in tempo reale faccia faccia eventuali dissapori.

Certo quello voleva dire più risse e quindi più punizioni ma sempre meglio del doversi guardare le spalle senza sapere chi, dei supposti amici, avesse fatto partire il primo sms incriminato. In ogni caso il vecchio college babbano della Draghessa diede loro più di uno spunto di conversazione, alcuni poco piacevoli come la scoperta che la ragazza era orfana di madre, altri stuzzicanti come la scherma, sport che il Delfino definì poco educatamente “noioso”.

Definisci "noiosa"...

Qualcosa da pochi muscoli e molto cervello…?

Azzardò imbarazzato, consapevole che in quel modo faceva la figura del Troll analfabeta che si eccitava alla vista del sangue, figurato o meno che fosse.

Di sicuro non è uno sport dinamico come il football o il Quidditch babbano, né violento come il wrestling... è soprattutto uno sport di strategia, concentrazione e riflessi: devi capire come l'avversario abbia intenzione di muoversi prima che si sposti effettivamente di un millimetro, e dopo aver anticipato le sue mosse devi cercare di colpirlo in modo imprevedibile, cosicché lui non anticipi le tue.Lo trovo molto stimolante in realtà, intellettualmente parlando intendo.

Hummm… strategia, concentrazione e riflessi… Passi per la seconda – che la Bennet lo stava costringendo a coltivare insieme alla sua passione per le Pozioni – ma le altre due credo che rientrino nei miei deficit culturali che dovrò assolutamente colmare prima dei M.A.G.O.

D’altronde se avesse avuto dei riflessi allenati non si troverebbe con una spalla malandata a causa di un bolide un po’ troppo veloce. In fondo però non riusciva a essere arrabbiato con se stesso – perché prendersela con un oggetto inanimato sarebbe stato proprio da stupidi – perché probabilmente se non fosse stato per quell’incidente in quel momento starebbe ancora allenandosi, inconsapevole del mondo che lo circondava, o sotto la doccia e quindi si sarebbe perso l’opportunità di conoscere la Randall e soprattutto di invitarla a Hogsmeade e/o a fare un pic nic in Riva al Lago Nero.

Non si potrebbero avere entrambi?

Puoi avere tutto quello che vuoi e oltre…

Pensò malizioso, lasciando vagare per una manciata di secondi lo sguardo nuovamente su tutto il corpo della ragazza, per poi rispondere invece con un più educato:

Certo, basta organizzarsi.

Accompagnato da un sorrisino furbetto.

Forse potremmo iniziare dal pic nic, dopotutto il Castello con tutti i suoi segreti lo abbiamo a portata di mano ogni volta che vogliamo.

Mentre per scendere al villaggio insieme avrebbero dovuto aspettare ben due settimane - visto che il weekend successivo lavorava - un tempo troppo lungo per chi lui moriva dalla voglia di conoscere l'altra il più possibile. Inoltre visto quanto grande era Hogwarts un solo giro non sarebbe mai bastato e questo voleva dire più pic nic. Dopo aver gettato le basi per quello che poteva essere considerato quasi un appuntamento, il Delfino passò a spiegarle cosa fosse e come funzionasse lo spara – bolidi per poi proporle di provare a usarlo, fornendole tutto l’occorrente per potersi allenare in sicurezza – anche se non avrebbe disdegnato per nulla dividere insieme lo stesso spazio vitale, il più ridotto possibile, in Infermeria. Conscio di quanto poco auspicabile nonché fattibile fosse quella ipotesi, il portoghese si accontentò di rubare qualche attimo di "intimità" alla ragazza, aspirandone il dolce profumo e sfiorandole la schiena e i fianchi con la scusa di sistemarle le protezioni e mostrarle la corretta posizione da assumere. Se avesse potuto guardarla in viso - non che avrebbe mai barattato quella possibilità con la posizione privilegiata che aveva e che gli permetteva di sfiorarla impunemente- avrebbe gongolato non poco nel notare in rossore che le colorava le guance, di sicuro causato dalla loro vicinanza e si sarebbe sentito meno in colpa per il principio di erezione che gonfiava lievemente il cavalli dei jeans.

Okay, dammi un secondo...

Tutto quello che - vuoi - ti serve.

Concesse Jorge con un tono divertito e finto magnanimo, di certo più verso se stesso - più tempo le sarebbe servito per recuperate concentrazione e coraggio più lui avrebbe potuto indugiare con le mani sui suoi fianchi, spostando i pollici in movimenti delicati che di casuale non avevano nulla - che verso di lei.

Mi sento così stupida...

A me sembri -bellissima- perfetta!

La tranquillizzò mordendosi l'interno della guancia per evitare di dar vita a certi pensieri inopportuni che gli avrebbero fatto fare la figura del marpione. Aggiunse altri due o tre consigli prima di allontanarsi da lei e dal calore invitante del suo corpo per accendere il macchinario e dare il via a quel mini allenamento. Per i dieci minuti che seguirono Jorge la osservò con molta attenzione, soffermandosi non solo sull'eleganza dei movimenti - non erano fluenti ma neanche goffi, propri di un corpo tenuto in allenamento- ma anche sull'espressione del suo viso, chiedendosi come sarebbe stato essere il soggetto indiscusso di tutta quella concentrazione. La incitò con discrezione, cercando di darle qualche piccolo consiglio dal basso della sua esperienza per poi spegnere il macchinario non appena lei diede segni di stanchezza.

Okay, mi sento ufficialmente stanca...

Sei stata davvero brava. - le disse avvicinandosi con un enorme sorriso - Hai un bel potenziale in quelle braccia delicate. Dovresti provare a entrare nella squadra di Quidditch della tua Casata, caso mai come Cacciatrice se hai trovato la mazza troppo pesante.

Un consiglio spassionato, sincero, dato in quel momento per impedire al suo cervello, ostaggio dei suoi ormoni, di inviarli immagini di altre situazioni, più piccanti, in cui gli sarebbe piaciuto vedere il viso di Victoria così arrossato e i suoi occhi così luminosi.

Mi daresti una mano?

Vieni qui. - la invitò con un tono di voce basso e dolce per poi armeggiare senza alcuna fretta con la chiusura delle protezioni. - Vuoi provare qualcos'altro o hai un programma preciso da seguire?
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Messaggioda Victoria » 01/10/2014, 12:14

[handwriting]Davvero?

Ebbene sì... - ammise Victoria un po' imbarazzata.

Sembrava assurdo che l'americana avesse imparato a Trasfigurare un animale in un oggetto a curare un Ippogrifo zoppo prima di scoprire cosa fosse - non come si giocasse, ma proprio di cosa si trattasse - il Quidditch... era lo svantaggio di aver vissuto in una realtà babbana per tutto quel tempo, approcciandosi al mondo magico solo a livello teorico.

Pensa che la mia prima "divergenza di opinioni" qui a Hogwarts è stata proprio sul Quidditch ed eravamo partiti da King’s Cross da meno di mezz’ora… Non avevo un carattere facile, stavo sulle mie e mi sentivo un pesce fuor d’acqua osservato da tutti così quando i ragazzi nel mio scompartimento si sono messi a parlare di quali mosse spettacolari non so quale famoso Cercatore avesse fatto sulla scopa durante l’ultimo Campionato di Quidditch mi sono sentito preso in giro e ho reagito un tantino male…

Beh, forse io non avrei avuto la tua stessa... "divergenza" ... - ed imitò con entrambe le mani il gesto da lui fatto poco prima - però forse mi sarei sentita ugualmente presa in giro, non conoscendo lo sport in questione. - ammise lei, arricciando appena il naso in un'espressione a metà tra il pensieroso e il divertito - Però, se i tuoi compagni di viaggio erano Purosangue, tu avresti potuto farli rimanere come pesci lessi mettendoti a parlare di console per videogames di ultima generazione o di internet! - e ridacchiò al pensiero di quanto poco i ragazzi di allora avrebbero potuto capire.

C'era anche da dire, comunque, che si trattava di 11enni, non certo di persone sulla via dell'età adulta e quindi capaci di reazioni mature - e quella di Jorge ne era stata la prova.

In ogni caso credo che, per quanto tu possa essere in paro con le materie magiche, ci sono cose che solo qui potrai imparare. La professoressa di Cure per esempio ha familiarità con animali davvero unici, sembra quasi San Francesco e la Vilvarin è un genio, neanche Madre Natura in persona sarebbe capace di comprendere le piante come lei…

Vilvarin è Erbologia, vero? - domandò la Randall, che non perdeva occasione per esercitarsi sul ricordare i nomi degli insegnanti, prima di sorridere a seguito della conferma del Delfino - La docente di Cure mi è sembrata meno formale, però... ogni tanto ho avuto l'impressione che non fosse totalmente a suo agio nel proprio ruolo da insegnante. - commentò la bionda, ipotizzando che fosse per via della giovane età della professoressa Chamberlain - Però sì, ho visto come si pone verso le creature che spiega a lezioni e si vede proprio che le ama, almeno quanto la docente di Erbologia ama le sue piante.

Ed anche l'assistente di quest'ultima, il suo Prefetto Dragargenteo, Seal Qualcosa - no, il nome proprio non riusciva a ricordarselo.

A quanto pare sono materie che entusiasmano anche te, mh? - chiese poi lei al ragazzo, quasi retoricamente visto il modo in cui gli occhi di lui brillavano.

Sì, il mondo magico ed il Castello di Hogwarts in particolare erano pieni di sorprese interessanti, ma anche nel suo ex college di cose strane ed inaspettate se ne potevano vedere a bizzeffe... forse però non tutte positive, come spiegò al Delfinazzurro che sembrò colpito, ma in negativo.

Alla faccia della socializzazione! Non sono un amante del gossip ma sinceramente preferisco i capannelli di persone negli angoli del Castello. Alla fine confabulando in giro si finisce per fare conoscenza e si ha la possibilità di dirimere quasi in tempo reale faccia faccia eventuali dissapori.

Già, ma è proprio questo il punto... - replicò lei, alzando le spalle - Con gli sms puoi dire quello che vuoi, tutto, con la garanzia dell'anonimato totale o quasi: e di persone vigliacche, in fondo, è pieno il mondo... - sia quello magico che quello babbano, ovviamente.

La sua ex scuola offriva però anche dei lati positivi, come il poter tirare di scherma, uno sport che Jorge ipotizzò essere noioso - "pochi muscoli e molto cervello" - e che invece entusiasmava non poco la bionda visto che allenava la strategia, la concentrazione ed i riflessi.

Hummm… strategia, concentrazione e riflessi… Passi per la seconda, ma le altre due credo che rientrino nei miei deficit culturali che dovrò assolutamente colmare prima dei M.A.G.O.

Beh, se vuoi ti posso dare una mano: non sono campionessa in strategia e concentrazione, ma so tirare discretamente di scherma... quindi qualcosa la devo pur aver imparata. - commentò lei con un sorriso timido.

Nella sua mente ogni scusa sembrava esser buona per passare del tempo con quel ragazzo che non solo era da urlo - fisicamente parlando - ma che stava dimostrando anche di essere simpatico, gentile, alla mano e piuttosto intelligente... quindi perché non approfittare di ogni spunto dato dalla conversazione per programmare del tempo da passare insieme?
Secondo Victoria non c'era nulla di male, ed evidentemente nemmeno secondo Jorge che infatti le propose due programmi allettanti: andare a visitare Hogsmeade - la cittadina di maghi non troppo lontana dal Castello - oppure fare un picnic in riva al Lago Nero dopo un tour guidato del Castello; due splendide idee, due modi diversi di passare il tempo ma ugualmente interessanti perché avrebbero potuto stare insieme... era davvero così necessario doverne scegliere uno? Non per l'americana che, infatti, propose all'altro di mettere in pratica entrambi i programmi con espressione imbarazzata ma speranzosa.

Certo, basta organizzarsi.
Forse potremmo iniziare dal pic nic, dopotutto il Castello con tutti i suoi segreti lo abbiamo a portata di mano ogni volta che vogliamo.


Sorrise a sua volta, annuendo entusiasta alla proposta di lui: altro tempo da passare insieme, altri minuti preziosi per conoscersi, per diventare amici.

'Non che sia quello il mio obiettivo, però...'

Pensò l'americana, a cui non sarebbe dispiaciuto approfondire la conoscenza del Delfinazzurro in modi che andavano ben oltre l'amicizia e rasentavano il romanticismo - con tutto ciò che esso comportava: un passo alla volta, tuttavia, era secondo lei la chiave per ottenere ciò che voleva; intanto, quindi, meglio concentrarsi su ciò che stava per fare, ovvero provare la spara-bolidi che poco prima aveva ferito la spalla dell'altro.
Si sentiva piuttosto stupida con quelle protezioni addosso e messa nella posizione che Jorge le aveva insegnato, ma tutto passava in secondo piano vista la vicinanza del ragazzo al proprio corpo, una distanza così ravvicinata da renderla più nervosa, con le guance rosse ed il respiro - così come il battito del cuore - appena accelerato.
Nonostante le piacesse, e al tempo stesso quasi la stordisse, provare quelle sensazioni, non appena lui le si allontanò per accendere il macchinario Victoria assunse un'espressione concentrata e decisa, cominciando a colpire i bolidi che le arrivavano addosso e a schivare quelli che temeva di non riuscire a centrare: era un po' impacciata, rigida più che altro, ma era anche normale visto il tipo di allenamento mai provato prima; e, non a caso, dopo dieci minuti si sentiva già le braccia doloranti, al punto da chiedere all'altro di spegnere il macchinario.

Sei stata davvero brava.
Hai un bel potenziale in quelle braccia delicate. Dovresti provare a entrare nella squadra di Quidditch della tua Casata, caso mai come Cacciatrice se hai trovato la mazza troppo pesante.


Sarebbe alquanto ironico, per una che qualche mese fa non sapeva nemmeno cosa fosse il Quidditch, entrare nella squadra dei Dragargenteo, non credi? - commentò lei divertita, armeggiando per diversi secondi con le cinghie delle protezioni e rinunciando alla fine, preferendo chiedere l'aiuto del ragazzo.

Vieni qui.

Il tono con cui pronunciò quelle due parole le provocò un brivido lungo la schiena che dissimulò piuttosto bene - poteva anche essere dovuto alla spossatezza e alla stanchezza post allenamento - ma che le aumentò i battiti del cuore e le mise addosso un'insensata sensazione di aspettativa.

Vuoi provare qualcos'altro o hai un programma preciso da seguire?

Ehm... - mormorò la bionda, in difficoltà per qualche secondo perché troppo impegnata a darsi una calmata piuttosto che a ragionare sulla domanda di lui - No, non... non ho nessun programma in realtà.
Pensavo di venire qui e di provare un po' di macchinari a caso, ma se vuoi consigliarmi qualcosa... mi farebbe piacere.
- e, "piccolo" dettaglio, l'avrebbe costretto a stare ancora con lei.[/handwriting]
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Messaggioda Jorge » 01/10/2014, 22:03

Pur essendo una Purosangue, sembrava che Victoria avesse molto in comune con Jorge, di certo più di tutti gli altri che aveva incontrato fino ad allora, Lingua Argentata in primis. Non solo perché non si comportava come una snob “so tutto io e tutto mi è dovuto”, ma soprattutto per la passione e la conoscenza che aveva del Mondo Babbano, incoraggiata in quello dai suoi genitori che agli occhi del Delfino avevano appena conquistato una marea di punti. Il fatto che la giovane Randall, oltre a essere intelligente e simpatica, fosse anche una bella ragazza che gli infiammava i sensi non influenzava per nulla il suo giudizio, no no! Fin dalle prime battute che avevano scambiato il portoghese si era sentito molto a suo agio con la Draghessa e scoprire che anche lei non sapeva cosa fosse il Quidditch prima di giungere a Hogwarts gli provocò un senso di dejavù. Si ritrovò quindi suo malgrado a condividere con la ragazza uno dei ricordi più imbarazzanti che aveva dei suoi primissimi contatti con il Mondo Magico, una rissa che aveva provocato sull’Espresso per Hogwarts il suo primo anno perché credeva che gli altri studenti lo stessero prendendo in giro parlando di scope volanti e boccini d’oro.

Beh, forse io non avrei avuto la tua stessa... "divergenza" però forse mi sarei sentita ugualmente presa in giro, non conoscendo lo sport in questione. – il sorriso che spuntò sulle labbra del portoghese aveva ancora un retrogusto di imbarazzo dovuto principalmente al fatto che, non conoscendo ancora bene Victoria, non riusciva a comprendere se fosse sincera o stesse solo cercando di farlo sentire un po’ meno stupido per quella che, adesso, riconosceva essere stata una reazione spropositata - Però, se i tuoi compagni di viaggio erano Purosangue, tu avresti potuto farli rimanere come pesci lessi mettendoti a parlare di console per videogames di ultima generazione o di internet!

Purtroppo all’epoca non avevo ancora la risposta pronta…

Affermò sconsolato, sorvolando su come, a undici anni, conosceva solo un modo per farsi rispettare e crearsi un banda – non un gruppo di amici – e cioè dimostrarsi più forte, più violento e più subdolo degli altri. In realtà quella distorta filosofia di vita gli era rimasta appiccicata addosso fino al suo secondo anno quando Cappie lo aveva “salvato” da se stesso costringendolo a stringere un patto di sangue. Al pensiero della sua sorellina, e di come si stava comportando con lui in quei giorni, un lampo di rabbia attraversò lo sguardo di Jorge che si affrettò subito a soffocarlo per non rovinare il suo primo incontro con la Draghessa.

Vilvarin è Erbologia, vero?

Esatto.

La docente di Cure mi è sembrata meno formale, però... ogni tanto ho avuto l'impressione che non fosse totalmente a suo agio nel proprio ruolo da insegnante. Però sì, ho visto come si pone verso le creature che spiega a lezioni e si vede proprio che le ama, almeno quanto la docente di Erbologia ama le sue piante.

Si entrambe amano la materia che insegnano e sono delle docenti fantastiche. In realtà tutto il corpo docente è altamente preparato nel proprio campo, peccato che non sempre eccellere in una materia equivale a essere un buon insegnante.

Più che una critica la sua era una opinione basata sul fatto che vi erano dei docenti che proprio non riusciva a digerire, pur riconoscendone la preparazione, come Vastnor – di cui continuava ad avere un terrore puro – o la Samyliak.

A quanto pare sono materie che entusiasmano anche te, mh?

Vero. – confermò anche se forse non ce ne sarebbe stato bisogno – Anche se ho impiegato un po’ di tempo per ammettere che Erbologia avesse una sua “dignità” anche al di là di Pozioni. A mia discolpa devo dire che i primi due anni la Vilvarin non ti invogliava poi molto ad apprezzare la sua materia. Ci teneva a distanza di sicurezza dalle piante come se avessimo potuto rovinarle solo respirando e recitava la lezione come un automa guardando storto chiunque osava porre qualche domanda…

Un'altra donna, in pratica, rispetto a quella che accoglieva gli studenti in aula con un sorriso benevolo e che lasciava trasudare la propria passione per le piante da ogni parola che pronunciava nel corso della lezione. La conversazione continuò così, passando senza un senso logico se non la curiosità dei ragazzi e forse la loro voglia di scoprirsi da Hogwarta al college babbano dove la Randall aveva studiato, dai pettegolezzi mormorati per i corridoi agli sms anonimi che permettevano di lanciare il sasso e nascondere la mano – giusto per rimanere in tema di modi dire babbani – dal Quidditch alla scherma, uno sport questo che non rientrava propriamente tra le preferenze del Delfino, soprattutto perché difettava di alcuni dei requisiti necessari per eccellervi quali la strategia e i riflessi.

Beh, se vuoi ti posso dare una mano: non sono campionessa in strategia e concentrazione, ma so tirare discretamente di scherma... quindi qualcosa la devo pur aver imparata.

Gli interessava imparare a tirare di scherma? Per nulla. Poteva essergli utile affinare le sue capacità di strategia? Probabilmente. Voleva passare altro tempo insieme alla bella Draghessa, indipendentemente dal motivo per cui si incontravano? Ovviamente si. Di conseguenza la risposta fu abbastanza scontata e data immediatamente, senza alcun tentennamento.

Con molto piacere. Non è mai troppo tardi per cambiare idea e poi in due riusciremo a ottenere risultati migliori…

Affermò quindi, facendole l’occhiolino – dopotutto avrebbe dovuto in ogni caso affinare quelle capacità e avere qualcuno con cui confrontarsi e farsi aiutare lo avrebbe solo agevolato – per poi improvvisarsi guida turistica e proporle di accompagnarla alla scoperta dei segreti e delle meraviglie del villaggio di Hogsmeade o di Hogwarts stessa, oltre che gustare le prelibatezza degli elfi fuori dalla quattro mura del Castello. Dopo che si furono reciprocamente rassicurati sul fatto che entrambi desideravano poter passare del tempo insieme all’altro e che quindi avrebbero potuto dar vita a tutti quei progetti – e si sperava anche ad altri un po’ più ambiziosi che si affacciavano indisponenti alla mente del Delfino - giunse il momento per la Randall di impugnare per la prima volta una mazza da Battitore e cimentarsi nell’arduo compito di schivare o ribattere i bolidi al mittente e cioè verso l’attrezzo che aveva poco prima ferito Jorge a una spalla. Alla fase di preparazione – che Jorge si godette fino in fondo approfittando di ogni piccola occasione per sfiorare una qualche parte del corpo dell’altra – seguirono dieci minuti intensi di allenamento durante i quali Victoria riuscì a destreggiarsi egregiamente tra i bolidi, guadagnandosi degli elogi sinceri da parte del ragazzo e un consiglio: fare il provino per la squadra di Quiddicth dei Draghi.

Sarebbe alquanto ironico, per una che qualche mese fa non sapeva nemmeno cosa fosse il Quidditch, entrare nella squadra dei Dragargenteo, non credi?

Se conoscere tutto del Quidditch, dalla storia alle formazioni delle squadre esistenti, fosse sufficiente per essere dei bravi giocatori allora metà del corpo studentesco avrebbe un futuro nello sport. - commentò con una noncurante scrollata di spalle - Credo che per poter giocare servino una buona dose di passione e di determinazione, un ottimo equilibrio sulla scopa, buoni riflessi e un fisico allenato. Per le regole invece basta una oretta o giù di lì.

Quella ovviamente era solo la sua opinione, che probabilmente Cartwrigth non avrebbe per nulla approvato, ma che volle condividere lo stesso con Victoria con il tono pacato e sereno che aveva acquisito stando a stretto contatto con la Bennet.

E poi saresti uno schianto con indosso la divisa...

Aggiunse tra sé e sé, ringraziando mentalmente gli inventori di quelle protezioni per aver messo le chiusure sulla schiena rendendo impossibile per chiunque sistemarle da solo. Invitò quindi Victoria ad avvicinarsi a lui usando un tono un po più sensuale del necessario, visto il contesto in cui si trovavano, sfruttando quella seconda occasione per sfiorarle nuovamente il corpo con carezze fintamente casuali, informandosi allo stesso tempo di cosa avesse programmato di fare lì in palestra quella mattina.

Ehm... No, non... non ho nessun programma in realtà.
Pensavo di venire qui e di provare un po' di macchinari a caso, ma se vuoi consigliarmi qualcosa... mi farebbe piacere.


Vediamo un po’… - mormorò picchiettandosi il mento con la punta dell’indice, lo sguardo che girovagava per la stanza alla ricerca di qualcosa di interessante da proporle, evitando di soffermarsi su macchinari che avrebbero finito per mettere ancora più in evidenza determinate parti del corpo della ragazza e a dura prova il suo autocontrollo – Trovato! – esclamò dopo un minuto buono,posandole la mano destra al centro della schiena e guidandola – se lei avesse accettato – verso la parte più interna della palestra – Vediamo se saresti o meno una buona candidata per il Quidditch.

Si sarebbero fermati di fronte a una delle scope che la scuola dava in dotazione agli studenti, sospesa a pochi centimetri da terra pronta a spiccare il volo come se qualcuno avesse già pronunciato il classico SU!

Purtroppo senza la presenza o almeno l’autorizzazione del Prof di Volo non si possono usare le scope al di fuori delle lezioni e degli allenamenti di Quidditch ma in compenso possiamo usare questa. – e indicò proprio la scopa giusto per fugare qualsiasi dubbio la Randall si stesse eventualmente ponendo – E’ incantata in modo da non superare mai una determinata altezza e non andare al di là dei confini tracciati a terra – e in effetti guardando il pavimento spiccava una forma quasi ovale disegnata con qualcosa che ricordava dei brillantini argentati che però non sbiadivano mai, in quanto parte integrante dell’incantesimo – Questo vuol dire che non puoi farti un giro panoramico della palestra ma in compenso puoi manovrarla come una scopa normale – quindi salire, scendere o virare a seconda delle necessità – e giusto per rendere le cose un po’ più divertenti la velocità varia da sola e volendo si può attivare la modalità lancia - pluffa… Allora ti va di provarla?

Le chiese, rivolgendole un sorriso di incoraggiamento, e rammaricandosi che quell’attrezzo non gli desse nessuna scusa per poterla toccare o anche solo starle più vicino del consentito.

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Spoiler:
Tutti gli attrezzi citati nella role sono stati concordati con gli Adm e quindi possono essere considerati in dotazione della palestra della scuola
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Messaggioda Victoria » 02/10/2014, 20:43

[handwriting]Purtroppo all’epoca non avevo ancora la risposta pronta…

Esattamente quello che aveva pensato lei: non si poteva certo pretendere che un bambino di 11 anni avesse la stessa maturità mentale di un ragazzo di 17, o che fosse in grado di rispondere alle provocazioni nello stesso modo; l'arte dell'ironia e del sarcasmo si affinava con l'età, c'era poco da fare.
Quando si era piccoli si aveva un'altra percezione del mondo, e spesso molte cose non si comprendevano appieno: ora, ad esempio, Victoria era in grado di cogliere l'amore incondizionato che alcuni docenti - come la Vilvarin o la Chamberlain - dimostravano per la loro materia, mentre forse ad 11 anni non sarebbe stata in grado di notare certe sfumature del loro modo di porsi verso i soggetti delle loro lezioni.

Si entrambe amano la materia che insegnano e sono delle docenti fantastiche. In realtà tutto il corpo docente è altamente preparato nel proprio campo, peccato che non sempre eccellere in una materia equivale a essere un buon insegnante.

Perché, trovi che ci siano cattivi insegnanti al Castello? - domandò la Randall curiosa, prima di chiedergli quasi retoricamente se e quanto le materie di cui avevano parlato prima gli piacessero.

Vero. Anche se ho impiegato un po’ di tempo per ammettere che Erbologia avesse una sua “dignità” anche al di là di Pozioni. A mia discolpa devo dire che i primi due anni la Vilvarin non ti invogliava poi molto ad apprezzare la sua materia. Ci teneva a distanza di sicurezza dalle piante come se avessimo potuto rovinarle solo respirando e recitava la lezione come un automa guardando storto chiunque osava porre qualche domanda…

Praticamente un modo opposto di porsi a quello che ho potuto osservare io... - commentò Victoria, piuttosto perplessa.

Faceva fatica, infatti, a mettere vicina l'immagine che aveva lei della docente di Erbologia - disponibile, sorridente, gentile e paziente - con quella che le aveva appena descritto Jorge, che sembrava parlare invece di una persona dispotica, fredda, ed in linea generale assolutamente antipatica.
Insomma, a lei era andata bene, e tanto bastava.
La conversazione proseguì senza alcuna difficoltà, in modo del tutto naturale, con la Dragargenteo che si offrì di aiutare il Delfino nel suo perfezionamento di strategia e concentrazione - un modo piuttosto semplice ma, si sperava, efficace per poter passare tanto tempo con lui.

Con molto piacere. Non è mai troppo tardi per cambiare idea e poi in due riusciremo a ottenere risultati migliori…

Sorrise di fronte a quell'occhiolino che illuminò il suo sguardo e fece arrossare le sue guance, per poi lanciarsi in quella sorta di sfida tra sé e la spara-bolide, che la vide uscire stanca ma vincitrice: il premio migliore per lei, comunque, fu percepire il corpo di Jorge vicino al proprio, al punto tale che si ritrovò col batticuore ed una leggera incapacità di ragionare lucidamente.

Se conoscere tutto del Quidditch, dalla storia alle formazioni delle squadre esistenti, fosse sufficiente per essere dei bravi giocatori allora metà del corpo studentesco avrebbe un futuro nello sport.
Credo che per poter giocare servano una buona dose di passione e di determinazione, un ottimo equilibrio sulla scopa, buoni riflessi e un fisico allenato. Per le regole invece basta una oretta o giù di lì.


Cacciatrice nella squadra di Quidditch... - mormorò l'americana con aria pensierosa - Chissà! Di sicuro so di poter contare almeno sull'appoggio di una persona... - commentò con un sorriso verso il Delfino, a detta del quale la bionda aveva un discreto talento - Per il momento però la cosa più importante è riuscire ad ambientarmi e a far diventare tutto questo - lezioni, compiti, mondo magico in generale - la mia routine.

E, nel breve termine, decidere dove altro allenarsi: dopo la spara-bolide c'era tanto altro da provare, ma Victoria decise di affidarsi al consiglio dell'altro.

Vediamo un po’… Trovato!

Sentì una bolla di calore formarsi nella schiena - dal punto in cui lui aveva appoggiato la sua mano - e pervaderle tutto il corpo, costringendola a prendere un lungo e lento respiro nel tentativo di controllare il proprio istinto ed i propri ormoni; si poteva essere più patetici?
Considerando che Jorge sembrava assolutamente a proprio agio, evidentemente sì.

Vediamo se saresti o meno una buona candidata per il Quidditch.

Uhm? - non capì cosa il Delfino intendesse dire fino a che non si fermarono di fronte ad una scopa, attrezzo che la fece impallidire leggermente.

Purtroppo senza la presenza o almeno l’autorizzazione del Prof di Volo non si possono usare le scope al di fuori delle lezioni e degli allenamenti di Quidditch ma in compenso possiamo usare questa.
E’ incantata in modo da non superare mai una determinata altezza e non andare al di là dei confini tracciati a terra. Questo vuol dire che non puoi farti un giro panoramico della palestra ma in compenso puoi manovrarla come una scopa normale, e giusto per rendere le cose un po’ più divertenti la velocità varia da sola e volendo si può attivare la modalità lancia - pluffa…


Come si sentiva Victoria?
Terrorizzata, assolutamente terrorizzata.
Era salita solo un paio di volte su una scopa, e in nessuno dei due casi era andata molto bene.

Allora ti va di provarla?

Mh... - non era sicura della risposta che voleva dargli: non voleva dimostrarsi ancora più patetica di quanto già non si sentisse, ma non voleva nemmeno salire su quella cosa, non da sola! - Okay, senti, so che probabilmente farò una figura pessima, ma... non potresti salire sulla scopa con me?
Mi sentirei più tranquilla, non ho molta familiarità con questo mezzo magico di trasporto...
- e con nessun altro di quel genere, comunque.[/handwriting]
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Messaggioda Jorge » 04/10/2014, 21:54

Perché, trovi che ci siano cattivi insegnanti al Castello?

Jorge si diede mentalmente dello stupido, aggiungendo anche una manata in fronte, per essersi messo in quella che dal suo punto di vista era una situazione un po’ spinosa. Non si era pentito dell’affermazione fatta quanto di averla esternata a una nuova studentessa che probabilmente non aveva ancora avuto modo di formarsi una opinione propria sul corpo docente di Hogwarts. Conosceva Victoria da troppo poco tempo per poter dire con certezza che non fosse una persona facilmente influenzabile – anche se le battute che si erano scambiate e la Casata di appartenenza lo spingevano a propendere per il no – o che non avrebbe utilizzato la sua esperienza per aiutarsi a orientare nel Castello.

Non proprio – esordì quindi in maniera diplomatica, spinto dalle proprie paranoie – Penso semplicemente che l’insegnamento sia una vocazione e non tutti ce l’hanno. Seguire le lezioni di Difesa o di Divinazione spesso per me è come stare in trincea, dove devi stare attento persino alla direzione verso cui respiri e quanto forte lo fai… Non sai gli studenti che sono stati cacciati dall’aula solo per aver espresso un commento intelligente – nel senso che non volevano disturbare la lezione – Personalmente tutta quella tensione non incoraggia l’apprendimento.

Spiegò, diplomatico e sincero, raccontando poi alla Draghessa, giusto per fare un esempio calzante, come il suo amore per l’Erbologia fosse sbocciato solo al ritorno della Vilvarin dal suo anno sabbatico. Nessuno sapeva dove fosse stata la docente e cosa avesse fatto ma era stato subito evidente a tutti quanto la donna fosse cambiata e in meglio, rendendo le sue lezioni molto più interessanti e, di conseguenza per il delfino, istruttive.

Praticamente un modo opposto di porsi a quello che ho potuto osservare io...

Annuì con la testa con non troppa enfasi, per evitare che il movimento si riverberasse sulla spalla dolorante, per poi continuare a chiacchierare con Victoria, una esperienza che si dimostrava ogni minuto che passava interessante e piacevole. I due ragazzi sembravano avere molte cose in comune – facilitati in questo dal fatto che la Randall aveva frequentato il Mondo Babbano come una di loro – come per esempio l’attenzione alla propria forma fisica, che li spingeva a frequentare la palestra più spesso rispetto agli altri studenti, e l’amore per lo sport, anche se con le debite differenze. La Draghessa, per esempio, durante gli anni passati nel college babbano sembrava aver sviluppato una passione per la scherma, sport che il Delfino conosceva solo superficialmente e verso cui non provava nessun tipo di attrazione, in parte perché difettava di almeno due dei requisiti necessari quali la strategia e i riflessi. Il suo interesse per la biondina, la cui sola presenza al suo fianco aveva il potere di fargli ribollire il sangue e farlo migrare verso zone ben specifiche del suo corpo, però superava di gran lunga la sua diffidenza verso la scherma, così non appena l’altra si offrì di insegnargliela per aiutarlo a migliorare lui colse al balzo l’opportunità di passare con lei altro tempo, acconsentendo immediatamente. Il Delfino, invece, dopo un primo incontro un po’ violento sull’argomento Quidditch, si era letteralmente innamorato dello sport principe del Mondo Magico e approfittò di quella sua conoscenza per far provare alla ragazza uno spara- bolidi, un attrezzo che nel Mondo Babbano non esisteva. Victoria giunse indenne e vittoriosa alla fine dell’allenamento, con enorme soddisfazione di Jorge sia per la possibilità di starle nuovamente molto vicino aiutandola a liberarsi dalle protezioni sia per le potenzialità da lei dimostrate che la rendevano ai suoi occhi un’ottima candidata per la squadra di Quidditch dei Dragargento.

Cacciatrice nella squadra di Quidditch... – non commentò nulla, lasciandole la possibilità di “assaporare” quelle parole e abituarsi a esse - Chissà! Di sicuro so di poter contare almeno sull'appoggio di una persona...

Sarò il tuo motivatore personale.

Affermò con un’espressione seria in viso se non fosse stato per il brillio divertito e si, anche eccitato, negli occhi al pensiero di alcune tecniche motivazionali che di casto non avevano nulla.

Per il momento però la cosa più importante è riuscire ad ambientarmi e a far diventare tutto questo la mia routine.

Tutti i torti la ragazza non li aveva – mettere troppa carne al fuoco non era mai una cosa saggia da fare – e dopotutto le occasioni per stare insieme e conoscersi meglio non gli sarebbero mancati. La Randall aveva accettato di scendere al villaggio con lui, di farsi guidare in un giro turistico per Hogwarts, di fare un picnic in giardino, per non parlare del fatto che quella mattinata sportiva non era ancora finita e, a quanto sembrava, l’avrebbero trascorsa insieme. Jorge prese sul serio l’impegno di “consigliere sportivo” e dopo aver valutato con attenzione ciò che la palestra offriva loro alla fine optò per mettere alla prova le capacità di Victoria come Cacciatrice. La accompagnò quindi di fronte a una scopa incantata per l’occorrenza – la mano posata al centro della sua schiena sembrava prendere fuoco ma aveva dovuto imparare a mantenere un minimo di autocontrollo esterno se voleva evitare di collezionare figuracce su figuracce anche un po’ imbarazzanti – spiegandole il funzionamento e invitandola poi a provarla.

Mh...

Non essere così entusiasta per favore!

La prese in giro bonariamente, anche se non riusciva effettivamente a comprendere il perché di tutta quella ritrosia. Va bene il non conoscere il Quidditch ma come si poteva rimanere indifferenti di fronte alla possibilità di volare? Lui non era più stato nella pelle dall’idea di provare una scopa volante non appena aveva scoperto che esistevano davvero.

Okay, senti, so che probabilmente farò una figura pessima, ma... non potresti salire sulla scopa con me?

Salire sulla scopa… insieme?

Ripetè con aria interrogativa e lievemente imbarazzata. Come diavolo avrebbe fatto a tenere nascosto a Victoria l’effetto che la sua vicinanza gli faceva stando seduto dietro di lei e abbracciandola? Non poteva mica sedersi davanti, dopotutto era il suo di allenamento!


Mi sentirei più tranquilla, non ho molta familiarità con questo mezzo magico di trasporto...

Stupido! Mica ti si siede in braccio per volare.

Il pensiero si sovrappose all’aggiunta della ragazza, facendo sparire all’istante qualsiasi remora avesse mai avuto.

Va bene.

Acconsentì con forse un po’ troppa enfasi, avvicinandosi alla scopa ancora ferma.

Prima le Signore – disse, facendo un mezzo inchino e indicandole con la mano sana la scopa – Usa il manico come appoggio per poter salire a cavalcioni della scopa – avrebbe aggiunto con un tono malizioso e un colorito lievemente rosato sulle guance per il doppio senso appena pronunciato nel caso in cui avesse visto la ragazza titubante di fronte all’attrezzo, avvicinandosi, se del caso, maggiormente alle sue spalle per soccorrerla se avesse perso l’equilibrio. – Perfetto. Ora metti entrambe le mani sul manico e scivola un po’ in avanti così da farmi spazio.

Non appena Victoria si fosse messa in posizione Jorge avrebbe posato la mano sana sulla sua spalla per salire a sua volta sulla scopa. Facendo attenzione alla fasciatura avvicinò il braccio sinistro al fianco della ragazza, stringendo appena, e avvolse il braccio destro intorno alla sua vita, posando la mano aperta più o meno al centro della sua pancia.

Quando ti senti pronta basta che dì SU e dai una spinta con i piedi.

I comandi della scopa, infatti, erano tutti vocali proprio perché le mani doveva essere utilizzate per altro e impugnare la bacchetta avrebbe solo intralciato l’allenamento. L’istruzione venne pronunciata a bassa voce, per non attivare involontariamente l’attrezzo, le labbra gioco forza a pochi centimetri dal suo orecchio considerato che praticamente aderiva con il torace alla sua schiena.

Una volta in aria devi guidarla attraverso il manico: ti inclini in avanti e lo tieni fermo per andare dritto mentre per girare basta che lo sposti a destra o a sinistra…

Aggiunse, per poi attendere che Victoria fosse pronta e avvertire la familiare bolla di vuoto all’altezza dello stomaco tipica di quando prendeva quota.
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Messaggioda Victoria » 05/10/2014, 10:41

[handwriting]Non proprio.

Inarcò un sopracciglio perplessa, più che altro perché dai modi di fare di Jorge sembrava quasi essersi pentito dell'affermazione fatta precedentemente.

Penso semplicemente che l’insegnamento sia una vocazione e non tutti ce l’hanno. Seguire le lezioni di Difesa o di Divinazione spesso per me è come stare in trincea, dove devi stare attento persino alla direzione verso cui respiri e quanto forte lo fai… Non sai gli studenti che sono stati cacciati dall’aula solo per aver espresso un commento intelligente.
Personalmente tutta quella tensione non incoraggia l’apprendimento.


Difesa e Divinazione sono... Vastnor e Samyliak, giusto? - domandò la Randall, sempre perché tenersi in allenamento di sicuro non le faceva male - Onestamente non mi sento troppo portata per la Divinazione, perciò non credo la seguirò anche dopo i G.U.F.O., però sì, ho capito cosa intendi. - perché aveva seguito le lezioni di entrambi - Io forse percepisco di meno questa tensione perché anche nel mio ex college i professori erano molto rigidi e distaccati nei confronti degli studenti, quindi atteggiamenti come quelli dei professori più severi, qui, mi sono in un certo senso familiari.

Il che spiegava perché, ad esempio, facesse un po' fatica a considerare docenti tipi come Vergil Cartwright o Phoebe Chamberlain, un po' perché erano molto giovani ed un po' perché, col loro modo di fare, tutto potevano ricordare tranne che dei docenti - senza contare quanto prestigiosa fosse la scuola d Hogwarts, e la reputazione che aveva in tutta Europa.
Era sicura comunque, l'americana, che col tempo si sarebbe abituata a tutto: dai professori un po' sopra le righe alle lezioni decisamente anti-convenzionali - per i canoni babbani, logicamente - dal Quidditch agli attrezzi usati per tenersi in forma: ed a proposito di Quidditch, secondo Jorge c'erano buone potenzialità in Victoria per diventare Cacciatrice di Dragargenteo, una posizione che spaventava un po' la bionda e che al tempo stesso le sembrava quanto meno ironica, vista la sua provenienza da un mondo totalmente babbano; di sicuro, viste le premesse, avrebbe almeno potuto contare sull'appoggio del Delfino.

Sarò il tuo motivatore personale.

Hai una vaga idea del doppio senso insito in questa frase? - non poté trattenersi dal chiedere la Randall, pentendosene subito dopo.

Le guance s'infuocarono e divennero rosse, e lo sguardo si abbassò all'istante sul pavimento: ma come le era venuto in mente di dire una cosa del genere, era forse impazzita?! Non che pensasse che il Delfino non fosse in grado di concepire la malizia - era un maschio, era nel pieno dei suoi ormoni, di sicuro la concepiva - ma chi le diceva che volesse utilizzarla proprio con lei?
Per cercare di rimediare in qualche modo alla gaffe appena commessa, Victoria farfugliò qualcosa sul fatto che prima preferiva ambientarsi al Castello e alla sua routine giornaliera, sperando che Jorge passasse sopra alle sue parole e non la facesse sentire più in imbarazzo di quanto lei non ci si sentisse già di suo.
Fortunatamente i due avevano anche deciso di allenarsi, nel frattempo - o meglio, il ragazzo le indicava cosa fare e l'americana eseguiva - quindi fu ben felice di seguirlo per scoprire quale fosse il prossimo attrezzo a cui Alvares aveva pensato... questo prima di scoprire quale fosse.

Non essere così entusiasta per favore!

Fece un mezzo sbuffo ironico a quelle parole, consapevole di sembrare piuttosto patetica: ma cosa poteva farci se le poche esperienze con una scopa magica erano state alquanto negative, per lei? Non amava l'idea di volare sopra a quella cosa, e fu forse questo a spingerla a mettere da parte l'orgoglio e domandare, in un soffio imbarazzato, a Jorge di salire sulla scopa con lei.

Salire sulla scopa… insieme?

Annuì a quella domanda, notando il suo, di imbarazzo, e non riuscendo a comprenderlo del tutto: era perché non sapeva come dirle di no senza timore di ferirla, o forse perché anche lui, in fondo... non era del tutto indifferente alla sua persona?

Va bene.

Prima di aver modo di chiederglielo - o di pronunciare altro - Jorge accettò e si avvicinò alla scopa, cominciando a darle istruzioni su come muoversi per salirci sopra senza perdere l'equilibrio.

Prima le Signore.
Usa il manico come appoggio per poter salire a cavalcioni della scopa...


Un altro doppio senso, ma questa volta la Randall preferì non sottolinearlo.

Perfetto. Ora metti entrambe le mani sul manico e scivola un po’ in avanti così da farmi spazio.

Okay... un secondo... - mormorò la bionda con espressione concentrata - ... così va bene?

Gli chiese per conferma, il cuore che saltava un battito non appena percepì la presenza del ragazzo dietro di lei e la sua mano destra sul proprio stomaco.

Quando ti senti pronta basta che dì SU e dai una spinta con i piedi.

Rabbrividì impercettibilmente per quel sussurro vicino all'orecchio, mordendosi la lingua così da riuscire a - o perlomeno cercare di - rimanere concentrata, anche se le sembrava fosse ogni secondo più difficile.

Una volta in aria devi guidarla attraverso il manico: ti inclini in avanti e lo tieni fermo per andare dritto mentre per girare basta che lo sposti a destra o a sinistra…

Annuì, prendendo un bel respiro profondo, dopodiché si schiarì la voce e spinse i piedi verso l'alto, pronunciando un "Su!" chiaro e forte: non appena percepì il proprio corpo sollevarsi da terra, Victoria rafforzò la presa delle proprie mani sul manico della scopa, inclinando leggermente il manico verso il basso per spingerla a muoversi in avanti.

Come... come sto andando? - domandò la bionda con voce incerta, il corpo rigido per la tensione del momento.

Ma perché i maghi non usavano gli aerei come i babbani, o non usavano sempre il teletrasporto - altrimenti detta Smaterializzazione - per muoversi, evitandosi, ed evitandole, quella lenta ma inesorabile tortura psicologica contro i suoi nervi?[/handwriting]
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Messaggioda Jorge » 06/10/2014, 18:52

Difesa e Divinazione sono... Vastnor e Samyliak, giusto?

A quanto pare il corpo docente di Hogwarts non ha più segreti per te.

Si complimentò rivolgendole un sorrisino ironico. Lui aveva una pessima memoria con i nomi di chi non gli interessava tanto che all'inizio aveva dato a tutti un sopranome, docenti e studenti, giusto per non fare qualche figuraccia. Poi con il tempo i nomi propri avevano preso il sopravvento su molti, relegando i sopranomi a semplici vezzeggiativi, mentre altri erano caduti nell'oblio come il nome del primo Prof di Storia della Magia che avevano avuto o di qualche compagno perso per strada. Il nome di Victoria, invece, non se lo sarebbe dimenticato mai, tanto la ragazza l'aveva colpito, e di certo non sentiva il bisogno di darle un nomignolo per stimolare la memoria. Almeno non ancora.

Onestamente non mi sento troppo portata per la Divinazione, perciò non credo la seguirò anche dopo i G.U.F.O., però sì, ho capito cosa intendi. Io forse percepisco di meno questa tensione perché anche nel mio ex college i professori erano molto rigidi e distaccati nei confronti degli studenti, quindi atteggiamenti come quelli dei professori più severi, qui, mi sono in un certo senso familiari.

Io della scuola babbana ho frequentato solo le elementari e quello che ho visto lì mi é bastato per tutta la vita.

E ripensando a quel periodo, Jorge si ritrovava a essere grato alla Trama che Vastnor si limitasse a cacciarli dall'aula senza dedicarsi a qualche punizione corporale. Agitò istintivamente le ginocchia, il ricordo dei ceci su cui spesso e volentieri si era ritrovato in ginocchio non ancora sbiadito del tutto. Fin da piccolo il portoghese aveva avuto seri problemi con l'autoritarismo degli adulti che non lo avevano abbandonato una volta giunto a Hogwarts e questo spiegava perché provasse una maggiore simpatia e rispetto verso docenti come Vergil o Turner. Propensione questa che non era venuta meno con il tempo neanche dopo che il Delfino ebbe risolto i suoi problemi - e anche egregiamente visto il posto che era riuscito a conquistare accanto alla Bennet- dando un bello scossone alle sue priorità, retrocedendo il Quidditch in fondo alla lista. Il non avere tempo per entrare a far parte della squadra dei Delfinoazzurro non aveva però scalfito di nulla la passione che Jorge nutriva verso quello sport e che avrebbe volentieri condiviso con la Draghessa soprattutto se fosse diventata Cacciatrice.

Hai una vaga idea del doppio senso insito in questa frase?

E tu hai una vaga idea di quante sfumature erotiche possa assumere l'espressione rinforzo positivo?

Era così che una parte di lui avrebbe voluto rispondere alla provocazione -come altro avrebbe dovuto intendere una domanda del genere?- della Randall spostando così la conversazione su un piano più malizioso e carico di allusioni che avrebbe potuto portarlo direttamente in Paradiso. O farlo sprofondare all'Inferno, soprattutto se l'altra fosse rimasta offesa più che intrigata dalla sua proposta. A giudicare dal rossore intenso delle sue guance il sentimento che doveva regnare nell'animo di Victoria in quel momento era l'imbarazzo e per quanto Jorge pensasse che quella sfumatura di colore le donasse molto preferì comportarsi da galantuomo e non infierire, almeno non a parole. Neanche se ne fosse andata della sua vita infatti sarebbe riuscito a impedire a un ghigno malizioso, saputo e compiaciuto -dopotutto credeva che la ragazza stesse in qualche modo flirtando con lui- di illuminargli il volto. Non commentò neanche la sua affermazione - da lui non condivisa - sul preferire rimandare qualsiasi decisione sul Quidditch a quando si sarebbe abituata al tram tram inglese, così diverso da quello babbano da cui proveniva, la mente in realtà concentrata su altri dettagli come le sensazioni che i non casuali contatti con il corpo della Draghessa gli avevano causato e sulla mancata reazione da parte di lei. Che fossero stati così casuali da passare inosservati? O era semplicemente troppo educata per fargleli notare? O ancora -e questa era ovviamente l'ipotesi che preferiva - aveva sorvolato perché in fondo non le erano dispiaciuti?

Se ci fosse Cappie avrebbe già la risposta pronta

Si disse per poi prendersi a schiaffi mentali da solo. Doveva imparare e in fretta a essere più intuitivo sulle donne, non poteva mica sperare che tutte fossero spigliate come Marissa e gli si presentassero seminude per una sessione di disegno molto privata o che la sua sorellina vivesse sottoforma di ermellino appollaiata sulla sua spalla, ammesso che rinsavisse e tornasse a rivolgergli la parola. Giusto per non tentare la sorte e dimostrarsi professionale, il secondo attrezzo che la invitò a provare non prevedeva alcun contatto fisico tra loro. O meglio non avrebbe dovuto. Come poteva infatti il portoghese sapere che la Randall avesse paura di volare su una scopa?

Lassù qualcuno mi ama!

Esultò tra sé una volta superato lo shock che la proposta di volare insieme gli aveva causato, acconsentendo subito, neanche avesse paura che l'altra potesse cambiare idea. Un po perché i termini tecnici erano quelli, un po perché non gli capitava da tempo la possibilità di flirtare in maniera sottile con una così bella ragazza, le indicazioni che il Delfino le diede assomigliavano alla fiera delle allusioni e dei doppi sensi ma pronunciati con un tono pacato e solo lievemente malizioso, tanto da lasciare il dubbio, a una persona poco attenta, che fossero state pronunciate con ingenuità. Il suo corpo invece diceva tutt'altro, con quel suo cercare continuamente un qualche contatto fisico, ora porgendole la mano per aiutarla a salire, ora appoggiandosi alla sua spalla per mantenere un equilibrio di cui non aveva bisogno, ora aderendo con il torace alla sua schiena. E per fortuna che non indossava dei pantaloncini di tela perché in quel caso dissimulare la sua erezione sarebbe stato impossibile.

Okay... un secondo... così va bene?

É perfetto!

Le sussurrò nell'orecchio, approfittando delle vicinanza per bearsi del suo profumo, la mano destra fermamente posata sul suo stomaco, per poi darle le istruzioni su come far partire la scopa e manovrarla. Se anche gli sfuggì il brivido che attraversò il corpo di Victoria -e per fortuna, se no le speculazioni sul cosa li avessero generati lo avrebbero assillato per i giorni a venire - gli fu impossibile non rendersi conto della tensione che irradiava da ogni poro.

È come abbracciare un manico di scopa!

Si lamentò tra sé chiedendosi cosa si sarebbe dovuto inventare per farla rilassare almeno un po.

Come... come sto andando?

Come un condannato al patibolo. - commentò ironico, scuotendo la testa e scompigliandole involontariamente i capelli - Devi cercare di rilassare i muscoli qui e qui - e fatta scorrere la mano destra lungo il braccio di lei picchiettò con l'indice la spalla corrispondente per poi sfiorarla fino alla base del collo - se non vuoi avere un torcicollo da primati e qui - riportata la mano sul suo stomaco disegnò un piccolo cerchio con l'indice poco sopra l'ombelico- se vuoi mangiare qualcosa a pranzo.

Fece una piccola pausa per dare il tempo ai brividi che si era autocausato di stemperarsi e non incrinargli eccessivamente la voce.

Chiudi gli occhi -le disse poco dopo il tono ancora un po roco- e immagina di trovarvi all'aria aperta. Stai sorvolando il Lago Nero, il vento ti scompiglia i capelli, il sole ti bacia la pelle ... Non ti senti libera?

E inclinandosi maggiormente in avanti, tanto quanto la fasciatura al braccio sinistro glielo permetteva, posò la mano destra su quella della ragazza per aiutarla a governare la scopa. Avrebbe voluto avere la bacchetta per castare un Ventus e rendere più realistica l'immagine che aveva creato per lei ma il macchinario gli andò incontro e aumentò improvvisamente la velocità.

Hai un profumo buonissimo, cos'é?

Le chiese soprapensiero. Si sentiva bene così a mezz'aria con Victoria tra le braccia, ma sarebbe stato lo stesso anche per lei?
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Messaggioda Victoria » 06/10/2014, 22:52

[handwriting]A quanto pare il corpo docente di Hogwarts non ha più segreti per te.

Solo perché non faccio altro che ripetermi i nomi degli insegnanti ogni paio d'ore circa! - replicò Victoria con una risatina, prendendosi un po' in giro da sola perché, come le aveva insegnato la madre, l'auto-ironia era un gran pregio che solo poche persone possedevano.

Lei, per fortuna, aveva imparato a farne uso, a differenza di molti altri… ma che la Randall fosse diversa dalla massa lo si capiva non appena la si conosceva un po' e scoprendo così che aveva studiato in un college del tutto anti-magico, dove i docenti erano più simili a quelli di Divinazione e Difesa, ad Hogwarts, che a quelli di Volo o Cura.

Io della scuola babbana ho frequentato solo le elementari e quello che ho visto lì mi é bastato per tutta la vita.

Hai avuto pessime esperienze? - ipotizzò la bionda, dopo aver sentito le sue parole - Ti trattavano male? - chiese ancora, rispettando però nel caso la sua volontà di non volerne parlare: in fondo c'era tanto altro su cui potevano conversare.

… certo, se avesse evitato di fare pessime figure con domande come quella che pose poco dopo, sarebbe andata anche meglio!
E invece la sua mente non fece in tempo a collegarsi - e bloccare - la voce che le uscì dalle labbra, permettendole così di far presente all'altro il doppio senso che si sarebbe potuto cogliere nella sua frase precedente; le guance le divennero subito infuocate, e ringraziò mentalmente Jorge per la sua galanteria quando quest'ultimo non commentò quelle parole, limitandosi ad un ghigno malizioso e forse soddisfatto in qualche modo.
Non gli dispiaceva, dunque, che lei pensasse a doppi sensi maliziosi riferiti alle sue parole e, quindi, alla sua persona?
Meglio non porsi altre domande che sarebbero rimaste senza risposta e concentrarsi invece sull'attrezzo che il Delfino aveva scelto per l'allenamento dell'americana, ovvero una scopa volante, un oggetto magico che Victoria aveva già provato e con cui aveva scoperto di non andare per nulla d'accordo.
Certo, riuscì a tirarsi su da terra e a manovrarla, ma era talmente rigida da provare quasi dolore, e di questo il ragazzo se ne accorse benissimo.

Come un condannato al patibolo.

Nonostante la evidente dimostrazione che la sua tensione si percepiva all'esterno, la Randall non poté non sorridere quando lui le scompigliò i capelli, mordendosi poi però il labbro inferiore perché non le andava proprio di passare per un'incapace.

Devi cercare di rilassare i muscoli qui e qui se non vuoi avere un torcicollo da primati e qui se vuoi mangiare qualcosa a pranzo.

Annuì brevemente, anche se a dover essere del tutto sincera non aveva sentito un accidente di quello che Alvares le aveva detto: come poteva pretendere che lo ascoltasse con attenzione se però intanto le sfiorava il corpo facendole venire brividi ovunque e scatenando i suoi ormoni da 15enne?

Chiudi gli occhi e immagina di trovarvi all'aria aperta. Stai sorvolando il Lago Nero, il vento ti scompiglia i capelli, il sole ti bacia la pelle ... Non ti senti libera?

'No, mi sembra di andare a fuoco ed è tutta colpa tua…'

Questo avrebbe voluto rispondergli la Randall, ma era chiaro che non avrebbe mai potuto pronunciare davvero quelle parole, non ne avrebbe avuto il coraggio: non era ancora del tutto certa di piacergli davvero d'altronde, e per questo non aveva nessuna intenzione di rischiare; per questo annuì una seconda volta, preferendo fargli credere che fosse nel pieno della concentrazione, il cuore che saltava un battito quando la sua mano si posò sulla propria.
Fortuna che quel contatto serviva ad aiutarla a governare la scopa, o sarebbero precipitati a terra in meno di un secondo!

Hai un profumo buonissimo, cos'é?

Ah, grazie… - mormorò lei, sorridente ed imbarazzata - Miele d'arancia, è una fragranza buonissima di bagnoschiuma che uso da… - gli spiegò, voltando la testa di lato perché le era spontaneamente venuto da parlargli guardandolo negli occhi… peccato che da quella posizione avesse il viso di Jorge praticamente appiccicato al proprio, al punto da poterne quasi percepire il respiro - … da anni… - soffiò quasi senza voce, col viso in fiamme.

Era vicino, così vicino!
Teoricamente parlando le sarebbe bastato tornare a guardare dritto di fronte a sé - anche perché in teoria stava cercando d'imparare a governare una scopa - ma gli occhi chiari del ragazzo sembravano aver catturato quelli di lei, che solo per qualche istante si staccarono dagli altri per abbassarsi sulle labbra di lui.

……

No, non aveva nulla d'intelligente o brillante da dire, in quel momento, e nemmeno riusciva a smettere di fissarlo… una figura imbarazzante dopo l'altra, e c'era solo da sperare che ci pensasse il Delfino a toglierla da quella assurda impasse emozionale.[/handwriting]
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