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New York

Messaggioda Tisifone » 17/10/2013, 22:14

Un sospiro lieve, appena accennato, le sfuggì dalle labbra al tocco della mano di Noah sulla sua guancia, un gesto innocente rispetto a molti altri che si erano scambiati nel corso degli ultimi mesi, ma carico di una dolcezza per lei disarmante. Era quello il motivo per cui non aveva voluto indugiare in attività "normali" da coppia perchè non era in grado di gestire il carico emotivo a esse connesse. Vedere lo sguardo solitamente allegro e divertito di Noah adombrato a causa sua però le aveva arrecato un dolore così intenso che si ripromise di fare qualsiasi cosa in suo potere affinchè non accadesse mai più anche se quello voleva dire dover affrontare i propri Inferi. Quella si sarebbe dimostrata quindi una vacanza intensa, non solo a livello fisico, visti gli innumerevoli luoghi che avevano intenzione di visitare, ma sopratutto a livello emotivo. E quale modo migliore di iniziare a farsi conoscere "davvero" dall'italoamericano se non raccontandogli dei suoi padrini?

Forse non vogliono parlare dei tuoi genitori perché ricordare fa ancora troppo male... a volte non basta una vita intera per dissipare il dolore di una perdita.

Faceva più male non sapere quali erano le proprie origini... - mormorò, inclinando la testa di lato e aprendosi in un sorriso dolcemente triste - Però si, hai ragione... Il loro silenzio è sempre stato una sorta di meccanismo di difesa ma è una cosa che ho compreso solo con l'età e devo ammettere che nonostante tutto ho ancora qualche problema ad accettarlo... Non sono più una bimba di undici anni e con il tuo aiuto non sarò più neanche indifesa.

L'ultima frase suonò come un sibilo minaccioso, la mascella contratta e un lampo di odio che le illuminava lo sguardo puntato sul nulla sopra la spalla del suo commensale. Tutto passava in secondo piano di fronte alla prospettiva di vendicare la morte dei suoi genitori, tutto, si rese conte all'improvviso, tranne l'uomo seduto accanto a lei. Abbassò quindi gli occhi fino a incrociare quelli di Noah, addolcendone un po' i lineamenti, in una muta richiesta di non fare domande per quanto bizzarre potessero essere risuonate quelle parole alle sue orecchie. Se voleva davvero portare quella loro "non relazione" su un piano più normale avrebbe dovuto affrontare anche la questione su come fossero morti i suoi genitori ma non voleva appesantire l'atmosfera mediamente leggera di quel pranzo con argomenti violenti.

In ogni caso, ora che ne hai parlato più approfonditamente mi sembrano ancor più delle persone fantastiche. Se ricordo bene, uno dei due è pozionista... Demetri, giusto?

Esatto... anche se credo che tu sia l'unica persona al mondo, eccetto me, a trovarle fantastiche...

Commentò semi divertita, pronta a concentrarsi su qualsiasi altra cosa.

Mentre Asher di cosa si occupa?

E' un MediMago, lavora al San Mungo nel reparto Lesioni da incantesimi, maledizioni e roba simile.

Spiegò arrossendo leggermente per la vergogna di non sapere esattamente di quale fosse la branca della medimagia in cui fosse specializzato l'ex Grifondoro. Del suo hobby come Mercenario non ne fece parola considerato che non ne era ufficialmente a conoscenza anche se le continue assenze prolungate dell'uomo le aveva sempre fatto venire il dubbio che svolgesse qualche attività collaterale di cui non voleva venire a conoscenza.

Mi piacerebbe conoscerli, non te lo nascondo: Pozioni è una materia che mi ha sempre affascinato, e poi è merito loro se sei venuta su così bene, perciò... Che ne pensi, si potrà fare?

Attese in silenzio una manciata di secondi di avvertire la famigliare morsa di ansia allo stomaco che l'aveva sempre assalita quelle poche volte che aveva pensato di portare qualcuno a casa senza però sentire nulla come se il semplice fatto di essersi decisa a parlare di loro implicasse un loro futuro incontro.

Non credo di essere abbastanza Grifondoro da poter gestire una cena con tre uomini quindi potremmo presentarci al Manor un pomeriggio in cui Asher non è di turno per un aperitivo... Se per l'ora di cena nessuno è stato schiantato o avvelenato potremo pensare di mangiare insieme. Un consiglio spassionato però non sollevare l'argomento Pozioni con Demetri, potrebbe essere deleterio, un po' come chiedere delucidazioni su una ricetta a tuo padre...

E il sorriso si ampliò sul viso di Tisifone a quella battuta perchè in effetti sotto il profilo strettamente "professionale" Francesco e Demetri sembravano assomigliarsi tanto, entrambi follemente innamorati delle proprie pentole e calderoni e pronti a passare ore a creare nuove ricette.

Humm forse è meglio se questo paragone rimane tra noi...

Aggiunse continuando a ridacchiare, decidendo di guardare il babbano bicchiere come mezzo pieno e quindi soffermarsi sul lato ironico della situazione. Dopotutto Noah era una persona intelligente e perspicace e avrebbe compreso da sè che per un Purosangue tradizionalista qual era l'ex Serpeverde l'essere paragonato a un babbano sarebbe equivalso a un insulto. Forse avrebbe dovuto rimarcare l'ovvio, mettere in guarda il Master Teacher su cosa, a livello di pregiudizi e razzismo, sarebbe andato incontro una volta messo piede al Manor ma preferì tacere. In passato aveva sempre cercato di difendere il suo compagno dai suoi padrini e le cose erano andate a scatafascio. Questa volta voleva provare a maggior fiducia a tutti e tre, sperando solo di non doversi chiedere se gli incantesimi difensivi di Noah fossero più potenti delle Maledizioni Oscure di Demetri. E poi più conosceva i coniugi Pellegrino più era convinta che nessuno avrebbe mai potuto o dovuto sentirsi insultato per essere stato paragonato a loro.

Ben felice di mostrarle tutto in prima persona, mia cara!

Per favore caro, Tisifone è in vacanza da noi per rilassarsi e non certo per sorbirsi una delle tue lezioni di cucina!

Diavolo di una donna impicciona, perché non mangi un cannolo anche tu e non lasci decidere alla signorina se ha voglia di cucinare con me o meno?

Ne sarei davvero lusingata - rispose sincera mentre un velo di rossore le colorava le guance. Per quanto Pellegrino le avesse assicurato che quello era il modo solito con cui i genitori interagivano, e la luce di orgoglio che brillava nei suoi occhi non faceva che rimarcare quel concetto, sentire certe interazioni la imbarazzavano non poco - Io adoro cucinare e tra i fornelli suo figlio è un pessimo insegnante... - continuò con un'aria fintamente innocente, scoccando un'occhiata maliziosa all'uomo seduto al suo fianco - e poi tornare a Londra con qualche ricetta nuova ci farà guadagnare un sacco di punti con i miei padrini...

Una risposta molto Serpeverde quella della Divinante perchè le permetteva di coniugare una propria passione, la cucina appunto, con la possibilità di fare una buona pubblicità alla famiglia di Noah e già solo il fatto che il suo inconscio avesse formulato un pensiero del genere lasciava ben intendere quanto fosse determinata a far si che le cose tra loro si chiarissero al più presto. Ma ogni cosa necessitava del proprio tempo e per Tisifone era giunto il momento di andare a riposare per riprendersi dal viaggio in aereo e dal jet lag.

Avanti figliolo, lascia che il tuo vecchio t'insegni ancora qualche trucco del mestiere, mh?

Mentre Noah e Francesco si dirigevano in cucina, Tisifone seguì Lucilya e le sue valigie incantate al piano superiore.

Oh, ci abbiamo provato all'inizio, ma non ti dico che caos ci siamo ritrovati in cucina... Inoltre, secondo mio marito, quando si usa il cibo per creare un pasto delizioso, quando si vuole imprimere la propria creatività in un piatto, bisogna sporcarsi le mani e cercare il contatto con ogni parte della preparazione: la magia è comoda, ma nella sua visione fin troppo impersonale...

Non posso dargli torto... A volte la fretta mi costringe a cucinare con la magia ma il cibo non ha mai lo stesso sapore di quando lo si è preparato personalmente. E' come un pasto precotto... commestibile ma raramente gustoso...

I primi tempi che stava con Pablo di cibi precotti babbani ne aveva mangiati molti prima di decidersi a prendere in mano la situazione e imparare a cucinare alla babbana.

... ed io lo lascio fare, visto che poi a casa si fa a modo mio.

Un giusto compromesso è la base migliore per un rapporto duraturo...

Aggiunse distrattamente, i pensieri che le erano vorticati in testa durante il pasto che tornavano a galla prepotenti. Non vi era alcun compromesso tra loro. Semplicemente lei aveva imposto dei paletti e Noah li aveva accettato tutti e questo non poteva portare a nulla di buono nel medio lungo periodo. Scosse la testa, come a voler sgranchire un po' il collo, spostando l'attenzione sulla stanza che le avevano preparato e apprezzandone non solo l'arredamento ma anche il colore.

Sì, l'avevo intuito quando Noah si è assicurato che ci fosse del blu nella stanza.

Una piccola fitta le trafisse il cuore a quella puntualizzazione, contribuendo a farla sentire ancora più in colpa, più in difetto nei confronti di... chi? Del proprio Insegnante o del proprio... compagno? In entrambi i casi lui si stava dimostrando premuroso, dolce, attento e disponibile nei suoi confronti e lei come lo ripagava? Lasciandosi condizionare dal proprio passato e facendogli scontare colpe che non aveva, impedendo a entrambi di vivere a pieno i sentimenti che li legavano. La domanda di Lucilya finì quindi per rigirare il mestolo nel calderone, mettendo Tisifone in crisi: non voleva mentire alla donna ma non si sentiva neanche in grado di darle una risposta sincera quando lei per prima non sapeva quale fosse.

Non ho potuto fare a meno di ascoltare il discorso che hai fatto prima, sui tuoi padrini... - si irrigidì leggermente a quella premessa che aveva seguito un lungo momento di silenzio, quasi temesse che la donna potesse avere qualcosa da ridire su di loro. Solo il ricordo della reazione di Noah le impedì di mettersi subito sulla difensiva - Da come ne hai parlato, anche loro mi sono parsi persone un po' complicate, e la loro storia... sì, anche quella mi è parsa complicata. Eppure hanno deciso di rimanere insieme.

Un accenno di risata increspò le labbra della Russa mentre considerava che definire i propri padrini delle persone complicate era un eufemismo.

Qualsiasi altra opzione era impensabile...

Mormorò, citando Demetri, mentre un dubbio atroce, l'ennesimo di quella giornata affiorava nella sua mente.

Forse quando si dice che qualcosa è "complicato", in parte è per giustificare la possibilità che non funzioni, come un voler mettere le mani avanti. Non ti conosco abbastanza per poter essere certa che questo sia il tuo caso, ma forse, e sottolineo forse... le cose spesso non sono semplici perché permettiamo ai sentimenti negativi di complicare tutto.
Ma se spogliamo quella situazione da tutti i dubbi, dalle paure, dalle incertezze e dalla negatività, potremmo accorgerci che essa è lì, davanti a noi... e che non potrebbe essere più semplice di così.


Come puoi pensare di privarti di qualcosa che ti da gioia solo per paura di quello che potrebbe accadere in futuro.

Le parole sagge di Lucilya si andarono a sommare a una frase che lei stessa aveva sibilato irata e incredula a Lucas tempo prima, quando lui aveva deciso di lasciarla perché c’era la probabilità in futuro di soffrire nuovamente. Si portò una mano alla testa, come per un improvviso mancamento che l’altra avrebbe potuto attribuire alla stanchezza ma che in realtà era dovuto a una piccola, sconvolgente presa di coscienza. Si stava macchiando della stessa colpa di cui aveva accusato Turner, stava correndo il rischio di non sperimentare mai la gioia piena che poteva scaturire dallo stare “effettivamente” con Noah e di perdere quel poco che avevano per paura di soffrire nuovamente. Le esperienze passate l’avevano spinta a diffidare dell’amore e di tutto ciò che comportava ma alla fine la fiducia per quanto qualcosa di prezioso e fragile non era un oggetto babbano che, una volta incrinato, non poteva più essere riparato. E di certo l’italoamericano di motivi per guadagnarsi la sua fiducia gliene aveva dati a bizzeffe.

A volte i ricordi sono talmente belli da giustificare qualsiasi sofferenza…

E a giudicare da quelli che avevano collezionato fino a quel momento le cose non sarebbero che potute migliorare in maniera esponenziale. Forse Lucilya avrebbe giudicato maleducato un’assenza di risposta da parte sua o forse avrebbe potuto pensare che si fosse risentita per quella maternale. In realtà le sue parole avevano spinto Tisifone a una profonda riflessione che il suo carattere schivo non le permetteva di condividere con altro.

Bene, ti lascio riposare cara.

Grazie mille credo proprio di averne bisogno.

Quella porta alla tua destra da' sul bagno, dove troverai degli asciugamani puliti, bagnoschiuma e shampoo per poterti rilassare a dovere: ti suggerisco anche una bella dormita, ma se fossi in te punterei anche la sveglia perché spesso il jet lag è micidiale quando si passa da uno Stato all'altro.

Non ho intenzione di passare la mia prima serata a New York a dormire quindi seguirò il suo consiglio.

Quando ti sentirai più fresca e riposata scendi pure al ristorante, qualcosa mi dice che troverai Noah e Francesco lì dove li hai lasciati...

Hummm forse allora dovrò scendere ammantata con un Protego Maxima per proteggermi dall’ira di Noah.

Ridacchiando per quella battuta, Tisifone si congedò dalla Signora Pellegrino e, una volta chiusa la porta della stanza, vi si appoggiò con la schiena, lasciandosi scivolare a terra, trainata dal peso della domanda che era aleggiata nella sua mente in sottofondo a tutti gli intrippi mentali che si era fatta fino a quel momento.

Ma perché diavolo mi preoccupo così tanto per un amico?

Chiese alla stanza vuota per poi spalancare gli occhi tra l’inorridito e il sorpreso quando la risposta sorse naturale e spontanea sulle sue labbra.

Sono innamorata di lui…

Un sussurro lieve, sconvolto, accompagnato da un pallore cadaverico e un tremolio delle mani. Quando era accaduto? Come aveva fatto a non accorgersene prima? E ora cosa doveva fare? Mentre il suo cervello produceva domande all’infinito senza risposte, il suo corpo aveva iniziato a muoversi come un automa per la stanza, troppo sconvolta per poter usare la magia anche solo per trasferire i vestiti dalla valigia all’armadio. Una volta che ebbe fatto la doccia trasfigurò una spazzola in una sveglia e scivolò in quello che sperava sarebbe stato un sonno senza sogni.

[ Quello stesso giorno – ore 19.00]


A differenza dei pronostici si era addormentata non appena posata la testa sul cuscino e aveva avuto un lungo sonno senza sogni e ristoratore, almeno a giudicare dal fatto che muscoli e ossa non stavano bestemmiando per l’essere costretti a doversi mettere di nuovo in moto. Si fece una seconda doccia, più per abitudine che per necessità, e quando si guardò allo specchio fu come se si fosse vista per la prima volta. Aveva ancora un po’ di occhiaie ma nel complesso il viso appariva fresco e riposato e i suoi occhi avevano una sfumatura viola che accentuava la luce di determinazione del suo sguardo. Era sempre stata una fedele seguace del principio “la conoscenza rende liberi” e adesso che finalmente era venuta a patti con i propri sentimenti nei confronti di Noah era come se si fosse liberata di un enorme fardello che non si era accorta di portare.

Hummm cosa indossiamo per questa prima serata newyorkese? – si chiese, picchiettando con l’indice la punta del naso, prima di scuotere la testa rassegnata – Ti fa davvero male tutto questo…

Sbuffò, prendendo uno dei completi che Monique l’aveva costretta a mettere in valigia prima di partire, ricordandole con fare tra il disperato e il divertito che non avrebbe potuto indossare nessuno dei suoi abiti tradizionali durante il suo soggiorno babbano. Meno di un quarto d’ora dopo tornò nel ristorante, soffermandosi a osservare dalle scale la confusione allegra che vi regnava e ad ammirare la grazia e l’affabilità con cui Lucilya si destreggiava tra clienti e ordinazioni. Ricambiò il sorriso della donna e, fatto un respiro profondo, si diresse in cucina dove il suo ingresso passò per una manciata di secondi inosservato tanto i due uomini erano concentrati sulle pietanze che stavano cucinando. Con lo sguardo colmo di affetto seguì i movimenti sicuri di Noah e un brivido di eccitazione le corse lungo la colonna vertebrale al ricordo di com’era avere concentrata su di sé tutta quella attenzione.

Buona sera…

Mormorò a voce bassa per non disturbare i due geni a lavoro, rivolgendo a entrambi un sorriso aperto e solare, e anche un tantino imbarazzato perché quando aveva abbinato alla minigonna nera la maglia dorata praticamente trasparente non aveva tenuto conto del fatto che avrebbe incontrato anche Francesco. Per fortuna gli stivali neri di pelle le arrivavano fino al ginocchio e quindi coprivano in parte le sue gambe, lasciando scoperte solo parte delle cosce.

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Chiudendo automaticamente la giacca che aveva indossato, si avvicinò a Noah e strofinò lievemente la punta del naso sulla sua guancia quando lui le diede un bacio leggero.

Ti sei riposata?

Moltissimo. Non mi ero resa conto di quanto fossi stanca fino a quando non mi sono stesa. Il letto è morbidissimo e la stanza è perfetta con tutto quel blu…Grazie.

L’ultima parola venne mormorata e nascondeva una miriade di sottointesi che forse Noah non avrebbe colto tutti. Quello che invece gli sarebbe dovuto essere palese era come Tisifone appariva diversa non tanto esteriormente – anche se non aveva mai indossato certi tipi di abiti babbani prima di allora – quanto nell’aurea che emanava, come se fosse più sicura e più determinata.

Vieni, usciamo a fare un giro per New York, papà se la caverà benissimo anche senza di me.

Buona serata e buon lavoro Signori Pellegrino…

Salutò educatamente, accettando la mano dell’uomo e lasciandosi condurre fuori dal ristorante. Una volta all’aria aperta avrebbe respirato a fondo l’odore notturno di quella città sconosciuta e dopo aver compiuto un paio di passi giusto per uscire dal raggio visivo del ristorante avrebbe tentato di compiere alcuni passi avanti a Noah,sempre tenendolo per mano, per poi arrestarsi di botto e voltarsi all’improvviso.

Come hai intenzione di farmi trascorrere questa prima serata?

Gli avrebbe domandato con voce bassa e maliziosa, avvicinandosi a lui in modo da avvolgere le braccia intorno alla sua vita, i corpi quasi attaccati dalla vita in giù.
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Messaggioda Noah » 18/10/2013, 11:12

Faceva più male non sapere quali erano le proprie origini...
Però si, hai ragione... Il loro silenzio è sempre stato una sorta di meccanismo di difesa ma è una cosa che ho compreso solo con l'età e devo ammettere che nonostante tutto ho ancora qualche problema ad accettarlo... Non sono più una bimba di undici anni e con il tuo aiuto non sarò più neanche indifesa.


Non era sicuro di aver compreso il legame insito nelle parole dell'ultima frase che Tisifone aveva pronunciato, ma ormai Noah era entrato nell'ottica che avrebbe capito qualcosa di più sulla situazione solo quando la donna avesse voluto condividerlo con lui, com'era stato per la storia dei padrini di cui, fino a poco prima, Pellegrino non conosceva quasi nemmeno i nomi; la Russa era una persona a cui si dovevano lasciare i propri tempi per assimilare le cose, metabolizzarle e accettarle, e per Noah quel concetto valeva in toto, anche nel loro rapporto - il che spiegava perché non avesse fatto pressioni fino a quel momento per definire il loro legame... quando la Divinante fosse stata pronta, l'avrebbe fatto lei, semplicemente.
Intanto però, poteva provare ad avvicinarsi di più al suo mondo, ad esempio chiedendole se secondo lei sarebbe stato possibile conoscere Asher - che scoprì essere un Medimago - e Demetri, prima o poi.

Non credo di essere abbastanza Grifondoro da poter gestire una cena con tre uomini quindi potremmo presentarci al Manor un pomeriggio in cui Asher non è di turno per un aperitivo... Se per l'ora di cena nessuno è stato schiantato o avvelenato potremo pensare di mangiare insieme.

Il che significa che se ci arriveremo, alla cena, dovrò sentirmi particolarmente onorato?

Domandò Pellegrino di rimando, con un sorriso divertito sulle labbra: sembrava quasi che Tisifone volesse sottolineare la "cattiveria" dei padrini - probabilmente la loro possessività nei confronti della figlioccia - ma l'uomo non era certo un ragazzino sprovveduto ed era sicuro di poter parlare con loro in modo affabile e cortese, sperando naturalmente di fare una buona impressione, ci teneva tanto.

Un consiglio spassionato però non sollevare l'argomento Pozioni con Demetri, potrebbe essere deleterio, un po' come chiedere delucidazioni su una ricetta a tuo padre...

Sarebbe saggio accostarli di fronte ai tuoi padrini?

Humm forse è meglio se questo paragone rimane tra noi...

La Divinante confermò subito dopo ciò che Noah pensava: probabilmente Demetri non avrebbe apprezzato quel paragone perché Francesco Pellegrino era un babbano, per quanto un uomo meraviglioso - e il figlio non lo pensava solo perché era di parte; seppur questo all'italo-americano dispiacesse un po', perché era fiero del genitore e non trovava motivo di vergogna nell'idea di essere paragonato a lui, capiva anche che probabilmente per Demetri sarebbe stato diverso, come discendente di una linea di sangue magico puro e di una Casata tradizionalista. Certo, forse il fatto che fosse omosessuale l'avrebbe aiutato a scorgere la bellezza della diversità nell'uguaglianza, visto che lui e Francesco erano simili nei modi ma diversi nella sostanza, e tuttavia avrebbe lasciato che fosse Tisifone, nel caso, a gestire la cosa col tatto che riteneva opportuno; per questo non perse il sorriso che gli aleggiava sulle labbra, annuendo solo in direzione della donna che, poco dopo, ricevette l'offerta di cucinare insieme proprio a Pellegrino Senior, un grande onore secondo Noah - nuovamente non di parte, o forse solo un po' - vista la bravura del genitore tra i fornelli.

Ne sarei davvero lusingata.
Io adoro cucinare e tra i fornelli suo figlio è un pessimo insegnante... e poi tornare a Londra con qualche ricetta nuova ci farà guadagnare un sacco di punti con i miei padrini...


Alzò gli occhi al cielo nel sentire quelle parole, scuotendo il capo quasi con aria rassegnata, ma dentro di sé gongolò per quel "ci", plurale che lasciava sottintendere come l'incontro coi padrini sarebbe avvenuto presto.
Sorvolando sul sentirsi definire pessimo come insegnante - e non le dava torto visto che le saltava addosso ogni volta che poteva, cosa peraltro reciproca - Noah seguì il padre in cucina mentre Tisifone saliva con Lucilya nella stanza che era stata preparata per lei, un momento tra donne in cui la madre dell'italo-americano domandò alla Divinante cosa provasse per lui e tentando, con la maggiore delicatezza possibile, di darle un consiglio che potesse aiutarla a dissipare i dubbi che evidentemente l'assillavano; non si aspettava alcuna risposta da lei, d'altronde doveva prima chiarirsi con se stessa e poi con Noah, i genitori venivano dopo, e si congedò con un dolce sorriso sulle labbra, lasciando che la Russa riflettesse, che comprendesse forse anche, ma soprattutto che riposasse un po' dopo il lungo viaggio.
Quando quella sera stessa Tisifone scese a cena, il ristorante era gremito, e mentre Lucilya stava in sala a conversare con gli ospiti e aiutare i camerieri con le ordinazioni, Noah e Francesco si trovavano in cucina, intenti nella preparazione dei piatti.

Buona sera…

Solo i due uomini alzarono lo sguardo mentre gli aiuto cuochi e gli altri sous-chefs proseguirono nel loro lavoro, fin troppo impegnati per potersi permettere distrazioni: Francesco sorrise dell'ammirazione che lesse negli occhi del figlio non appena il suo sguardo si posò sulla donna, e gli diede una piccola pacca sulla spalla come ad incitarlo ad andare; Noah gli sorrise di rimando, togliendosi il grembiule da chef e rivelando sotto un semplice paio di jeans neri con scarpe da passeggio dello stesso colore ed un maglioncino a collo alto verde oliva, avvicinandosi poi alla Divinante per salutarla con un bacio sulla guancia ed assicurarsi che si sentisse meglio.

Moltissimo. Non mi ero resa conto di quanto fossi stanca fino a quando non mi sono stesa. Il letto è morbidissimo e la stanza è perfetta con tutto quel blu…Grazie.

Si permise una delicata carezza sulla guancia di lei, gli occhi che scintillavano e rispondevano in qualche modo con un "prego" mentale che sicuramente Tisifone avrebbe compreso: ci teneva che tutto per il suo soggiorno fosse perfetto, compreso un piccolo particolare come quello.
Era ora di andare comunque, quella sera era solo per loro, e Noah approfittò del momento in cui anche la madre era entrata in cucina per salutarli entrambi.

Ci vediamo dopo!

Buona serata e buon lavoro Signori Pellegrino…

Divertitevi ragazzi!

E non andate a mangiare dalla concorrenza!

Noah ridacchiò per la raccomandazione del padre e per l'essere stato definito un "ragazzo" dalla madre, anche se era sicuro che per lei sarebbe stato sempre il suo bambino; indossato un cappotto nero e pesante, lui e Tisifone uscirono insieme dal ristorante, mano nella mano, seppur appena fuori dalla portata visiva di esso, la donna mise subito a dura prova il suo autocontrollo.

Come hai intenzione di farmi trascorrere questa prima serata?

Vuoi dire a parte trascinarti in quel vicolo, soffocare le tue proteste con un bacio e prenderti lì, seduta stante?

Domandò di rimando Noah con un ringhio basso, tentando di catturarle le labbra con il suddetto bacio, stringendola, nel caso in cui lei l'avesse lasciato fare, a sé per i fianchi e facendo sgusciare la lingua a cercare la gemella, quasi come fosse in carenza d'ossigeno e quel bacio gli servisse per respirare; se il permesso da parte della donna fosse stato accordato - non stavano insieme perciò per Noah non era scontato che a lei andasse - egli si staccò dalla sua bocca, ma la tenne comunque stretta a sé, gli occhi velati di desiderio.

Sei bellissima.

Una precisazione necessaria per Pellegrino, che le sorrise subito dopo e le diede un altro piccolo bacio, quasi a suggellare quel complimento prima di prenderla nuovamente per mano: aveva un programma in mente, e tutta l'intenzione di rispettarlo.

Vieni, ho in mente una cosa speciale per questa serata.

Le disse infatti, iniziando a camminare per le strade di NY ed incrociando nel frattempo un paio di persone che stavano parlando di andare a mangiare proprio da Francesco, da suo padre: quel particolare fece brillare i suoi occhi d'orgoglio, una soddisfazione che non tentò nemmeno di nascondere.

Sai, sono davvero felice per mio padre, per come sia riuscito a realizzare il suo sogno: quando il ristorante ha cominciato ad ingranare gli sono state fatte un sacco di offerte per venderlo, continuare a gestirlo per conto di qualcun altro ma aumentarne il prestigio e il guadagno... lui ha sempre rifiutato, dicendo che quel posto è suo e tale dovrà rimanere, e che è meglio guadagnare poco ed essere felice che ricoperto di denaro ma vuoto dentro.
Lo ammiro molto per questo.


Le rivelò, un particolare che per un periodo di tempo aveva persino diviso la famiglia, visto che alcuni parenti temevano che prima o poi i clienti l'avrebbero abbandonato e volevano che Francesco vendesse, accusandolo di essere un testardo e un cocciuto: ma lui aveva portato avanti la sua posizione, supportato dal figlio e dalla moglie, ed aveva dimostrato a tutti di avere ragione a credere in sé stesso e in quel progetto.
Scuotendo il capo, perché era il momento di concentrarsi su qualcos'altro, Noah recuperò il sorriso e la fissò con aria divertita e quasi elettrizzata, visto che non mancava molto alla prima sorpresa.

So che volevi pattinare a Central Park, ma è bello visitarlo di giorno, con la luce che lo illumina; però c'è un altro posto per pattinare a New York, probabilmente anche migliore della tua idea originale... perciò chiudi gli occhi.

Non appena Tisifone l'avesse fatto, Noah l'avrebbe guidata passo passo ancora per qualche minuto, facendola poi arrestare in un punto ben preciso da cui si aveva una visuale perfetta.

... aprili!

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Di fronte a lei si stagliava il Rockefeller Center, con la pista di pattinaggio più famosa di NYC e l'albero di Natale più grande e luminoso che probabilmente lei avesse mai visto.

Volevi pattinare nella Grande Mela?
Allora siamo nel posto giusto, Tisifone, te lo posso assicurare!


Esclamò Noah con un gran sorriso, temendo solo che la donna potesse sentire freddo con quegli abiti così leggeri, essendo comunque Gennaio: la cosa comoda era che nella zona dove si affittavano i pattini c'era anche un bagno, quindi la Divinante si sarebbe potuta chiudere lì dentro ed usare la magia - riteneva improbabile che fosse uscita senza bacchetta, e nel caso servisse comunque lui l'aveva ben nascosta nella tasca interna del cappotto - per coprirsi un po' di più.

Allora, ti piace la mia idea?
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Noah
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Messaggioda Tisifone » 18/10/2013, 14:58

Il che significa che se ci arriveremo, alla cena, dovrò sentirmi particolarmente onorato?

Se arriveremo alla cena diventerai il mio eroe personale altro che il Salvatore del Mondo Magico.
Replicò ridacchiando anche se in fondo la sua non era una vera e propria battuta. Asher e Demetri non era propriamente due cattive persone, anche se in molti avrebbero avuto da ridire sull'ex Serpeverde, erano solo difficili e diffidenti, e alla luce del loro passato non li si poteva neanche dare tutti i torti, e con uno sviluppatissimo senso di protezione nei suoi confronti che li portava a dare il peggio di loro. Aveva sentito dire spesso che i padri di figlie femmine erano gelosi e possessivi nei confronti delle loro "bambine", indipendentemente dalla reale età anagrafica, che non esisteva uomo degne di frequentarle e sopratutto che si avvicinasse minimamente ai loro standard. Il fatto che lei, all'effettiva, di padri ne avesse due, che le sue esperienze passate in tema di uomini non fossero incoraggianti e che fosse stata vittima di non si sapeva bene quale tipo di incantesimo, non faceva altro che amplificare quella che poteva essere considerata una condizione normale. Alla luce di quelle considerazioni, che Tisifone non ritenne opportuno non condividere con Noah per non influenzarlo in alcun modo, il passare da un aperitivo informale a una vera e propria cena sarebbe stato un evento di proporzioni epiche, da segnare sul calendario e che sarebbe equivalso a un'accettazione formale della presenza dell'italoamericano nella vita della loro milaja.

E tu ci tieni particolarmente perchè...

Le chiese la sua coscienza con un tono così impersonale da farle scorrere un lungo brivido lungo la schiena. C'era qualcosa, qualcosa di importante su cui voleva che lei riflettesse, di cui prendesse finalmente coscienza senza più girarci intorno, peccato che Tisifone fosse bravissima a ignorare quello di cui aveva paura e che non sapeva gestire - i sentimenti per l'appunto - e quindi scrollando mentalmente spalle e testa, accantonò quell'interrogativo scomodo. Si gustò la cucina di Pellegrino Senior, sopravvisse all'unica domanda "scomoda" che l'uomo le pose, si divertì a punzecchiare il suo Master Teacher e accettò la proposta di Francesco di imparare a cucinare qualcosa da lui per poi riproporlo come "biglietto di ben venuto" a favore di Noah nel corso della probabile cena che si sarebbe tenuta al Manor in un futuro non troppo remoto. Quando rimase sola con Lucilya la muraglia che aveva eretto tra sè e qualsiasi considerazione sul suo rapporto con l'italoamericano e i sentimenti che provava nei suoi confronti venne incrinata dai consigli e pareri che la donna aveva deciso di elargirle per il benessere e la felicità del figlio, per poi crollare definitivamente una volta rimasta sola con se stessa. Scoprire di essere innamorata di Noah fu qualcosa di scioccante e un tantino spaventoso, vista la sua radicata convinzione che l'amore portasse solo sofferenza, ma allo stesso tempo ebbe un effetto tranquillizzante perchè alla fine la conoscenza rendeva liberi. Da cosa o di fare cosa ancora però non ne era certa. Forse avrebbe dovuto condividere quell'epifania con Pellegrino, confrontarsi con lui e scoprire dove quello li avrebbe portati ma se ci pensava così a freddo l'idea non la solleticava di nulla. Decise quindi di soffocare il suo istinto pianificatore, preferendo lasciare al caso o meglio al Fato la scelta di quando e come fare quella piccola confessione, e si concentrò su questioni più materiali e contingenti quali il vestiario da indossare per poi scendere al ristorante a incontrare Noah e la sua famiglia.
Come previsto da Lucilya alcune ore prima Tisifone trovò padre e figlio in cucina intenti a creare chissà quale pietanza appetitosa e a giudicare dal profumo che permeava quelle quattro mura e dall'attenzione assoluta che ogni singola persona stava dedicando al proprio ruolo le persone in sala avrebbero gustato da lì a poco una piccola opera d'arte. Salutò in maniera discreta, in modo da non disturbare gli altri, ma dall'assenza di reazione alla sua voce sembrava che non si sarebbero scomposti neanche se fosse entrato un branco impazzito di Troll di montagna. Inalò a fondo il profumo di Noah, che sovrastava per lei qualsiasi altro profumo tanto era buono e intossicante, quando le posò un lieve bacio su una guancia e tese leggermente il viso verso la sua mano come a voler accentuare quel fugace contatto. La "conversazione telepatica" che intercosse tra loro fu breve ma intensa e la lasciò con un lieve rossore sul viso, il cuore accelerato e la sensazione di aver impiegato anche troppo tempo per essersi accorta di una cosa così ovvia come i propri sentimenti.

Divertitevi ragazzi!

E non andate a mangiare dalla concorrenza!

Tranquillizzato Pellegrino Senior sull'impossibilità di fargli un affronto del genere, Tisifone posò la testa sulla spalla di Noah mentre uscivano dal ristorante tenendosi per mano, nel tentativo di soffocare la risata che le stava nascendo nel petto. Una volta per strada, si diede un po' di contegno, apprezzando la fredda carezza del vento sulla pelle calda del viso. Il freddo pungente americano non le dava per nulla fastidio come se la neve siberiana scorresse ancora in forma liquida nelle sue vene. Per quanto il freddo potesse avere sapore di casa, era di Noah che aveva nostalgia in quel momento, del calore del suo corpo e del sapore delle sue labbra. Si voltò quindi verso di lui, avvicinando i propri corpi e, con fare fintamente innocente, gli chiese quali fossero i suoi programmi per la serata.

Vuoi dire a parte trascinarti in quel vicolo, soffocare le tue proteste con un bacio e prenderti lì, seduta stante?

Il ringhio dell'uomo riverberò su tutto il suo corpo, dandole la sensazione di poter avvertire "fisicamente" le sue parole rotolare sulla sua pelle espandendosi in una bolla di calore al basso ventre. Era mai possibile che riuscisse a eccitarla così, semplicemente sussurrando con quella voce calda e virile frasi all'apparenza innocenti ma che nascondevano un mondo di perversione?

Sei certo che protesterei? O lo dici solo perchè mi preferisci recalcitrante e ritrosa?

Gli sussurrò provocante sulle labbra, sfiorandole con le proprie per poi allontanare la testa di quel poco che bastava per impedire di approfondire il contatto. Che Noah fosse capace di abbattere tutto il suo autocontrollo e di renderla sessualmente sfacciata e provocante era un dato ormai assodato, ma adesso che era giunta alla consapevolezza di essere innamorata di lui qualsiasi piccola remora che la teneva ancora ancorata a un minimo di decenza si era dissolta, liberando quel lato spregiudicato e perverso del suo carattere che aveva messo a letargo forzato dopo Francoforte. Si avvicinò nuovamente, lambendogli le labbra con la punta della lingua, per poi allontanarsi, guardandolo negli occhi con una luce di desiderio a mala a pena represso. Trovava eccitante quello sfiorarsi in maniera provocante, ma il bisogno di lui era troppo pressante e così dopo una manciata di secondi si lasciò catturare le labbra in un bacio affamato che ricambiò con uguale passione, le lingue che duellavano per un primato che non volevano davvero, i corpi stretti l'uno all'altro e le mani che dai fianchi dell'uomo salivano ad accarezzargli la nuca. Merlino quanto gli era mancato!

Sei bellissima.

E è tutta colpa tua...

Lo prese in giro, staccandosi a fatica dal suo abbraccio e passando la punta della lingua sulle labbra per cogliere le ultime tracce del suo sapore. In realtà era molto sollevata perchè non si sentiva ancora troppo a proprio agio con gli abiti babbani e per quanto Monique l'avesse rassicurata su quel tipo di abbigliamento, sentirselo dire da Noah aveva tutto un'altro peso.

Vieni, ho in mente una cosa speciale per questa serata.

Presero quindi a camminare e spontaneamente Tisifone tentò di far scivolare la mano intorno al braccio dell'uomo in modo da assumere quell'atteggiamento tipico delle coppiette e che a Londra non aveva mai neanche pensato di poter sfoggiare. Bè, in effetti, era persino difficile vederli camminare mano nella mano.

Sai, sono davvero felice per mio padre, per come sia riuscito a realizzare il suo sogno: quando il ristorante ha cominciato ad ingranare gli sono state fatte un sacco di offerte per venderlo, continuare a gestirlo per conto di qualcun altro ma aumentarne il prestigio e il guadagno... lui ha sempre rifiutato, dicendo che quel posto è suo e tale dovrà rimanere, e che è meglio guadagnare poco ed essere felice che ricoperto di denaro ma vuoto dentro.
Lo ammiro molto per questo.


Tuo padre sembra quello che si dice " un uomo d'altri tempi", una persona tutta d'un pezzo, con saldi principi morali e pronto a passare sopra ogni cosa per difendere le proprie idee - e in questo le similitudini con Demetri erano davvero impressionanti. Il fatto che Francesco le piacesse era implicito, almeno per lei, nel tono dolce che stava utilizzando - Anche un cieco si renderebbe conto che il ristorante è molto importante per lui... Tu... non pensi mai a ritornare qui per aiutarlo?

Pellegrino Senior non era più nel fiore degli anni e non era un mago quindi era presumibile che non avrebbe potuto continuare a gestire direttamente il ristorante ancora a lungo. Allo stesso tempo Tisifone non riusciva a immaginare quell'uomo così ostinato e orgoglioso - o almeno a lei così era parso - cedere il comando della sua cucina a un estraneo anche se forse avrebbe accettato di "condividerlo" con suo figlio. Essendo quasi totalmente a digiuno di dinamiche familiari, la Russa quindi era curiosa di sapere se Noah avesse accarezzato l'idea di tornare a vivere a New York in pianta stabile. Intanto avevano continuato a passeggiare e gli occhi di lei non facevano altro che saettare curiosi da un palazzo a una vetrina in attesa di giungere a destinazione.

So che volevi pattinare a Central Park, ma è bello visitarlo di giorno, con la luce che lo illumina; però c'è un altro posto per pattinare a New York, probabilmente anche migliore della tua idea originale... perciò chiudi gli occhi.

Agli ordini Prof!

Rispose mettendosi sull'attenti, prima di chiudere gli occhi e stringere maggiormente a sè il braccio dell'uomo.
Non hai intenzione di portarmi in un posto buio e nascosto e approfittarti di me, vero?
Lo prese in giro, camminando al suo fianco lentamente ma con sicurezza, fidandosi totalmente di lui e del fatto che non l'avrebbe fatta cadere.

... aprili!

Ubbidì all'istante, aprendoli leggermente per poi spalancarli del tutto, la bocca dischiusa in una O di meraviglia per lo spettacolo che gli si stava parando davanti. Ne aveva viste di piste di pattinaggio a Ekaterimburg e a Mosca nel corso della sua vita ma nessuna così imponente come quella anche se era convinta che ciò che la rendeva tale era la presenza dell'enorme albero di Natale sullo sfondo.

E'... no non credo di riuscire a trovare le parole giuste per esprimere cosa sia... tutti gli aggettivi che mi vengono in mente non gli danno giustizia.

Commentò con gli occhi che le brillavano di una gioia infantile quasi palpabile grazie ai giochi di luce prodotti dalle luminare dell'albero.

Volevi pattinare nella Grande Mela?
Allora siamo nel posto giusto, Tisifone, te lo posso assicurare!


Non è ho alcun dubbio - mormorò ancora con quel tono estasiato - anche se temo di dare un po' troppo nell'occhio vestita così... Non mi sono soffermata molto sul fatto che saremmo stati in giro quando ho scelto i vestiti...

Confessò, arrossendo per l'imbarazzo. Quando aveva aperto l'armadio l'unica cosa a cui aveva pensato era di provocare e compiacere Noah, senza pensare minimamente al tempo, un po' perchè il freddo non era mai stato un particolare problema per lui un po' perchè aveva lanciato un incantesimo riscaldante sui suoi abiti.

Allora, ti piace la mia idea?

E' fantastica... tu sei fantastico...

Aggiunse rivolgendogli un sorriso dolce e carico di tutti quei nuovi sentimenti che aveva appena scoperto di provare nei suoi confronti, per poi sfiorargli le labbra in un casto bacio.

E ora se vuoi scusarmi vado a rendermi un po' meno stramba... o forse no...

Ridacchiò, pensando ai pattini che aveva messo in valigia nel caso in cui Noah avesse acconsentito a portarla a pattinare. Quelli decisamente non erano un accessorio che le avrebbe permesso di passare inosservata.

Ah, non prendere i pattini per me...

Aggiunse prima di fendere la folla e raggiungere i bagni. Una volta al sicuro da occhi indiscreti, Tisifone sciolse la coda in cui aveva raccolto i capelli e, presa la propria bacchetta, trasfigurò la giacca del tailleur in un giaccone nero e le calze velate in un paio coprenti un po' più calde ma sempre autoreggenti ed evocò dalla sua valigia i pattini che le aveva regalato anni prima Asher.

Immagine


Dopo aver risistemato l'acconciatura e con essa la bacchetta, uscì dal bagno e raggiunse Noah.

Ti sono mancata?

Gli avrebbe sussurrato all'orecchio se fosse riuscita a raggiungerlo alle spalle,strofinando la punta del naso nell'incavo del collo.
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Messaggioda Noah » 19/10/2013, 11:47

L'arrivo di Tisifone a New York era stato meno traumatizzante del previsto, secondo Noah: aveva viaggiato in macchina senza scappare via urlando, aveva conosciuto i genitori di lui facendosi apprezzare col proprio modo di essere, aveva mangiato bene e si era riposata così da lasciarsi alle spalle la stanchezza precedente; ora c'era da pianificare la serata, ma per quanto Pellegrino avesse già qualcosa di preciso in mente, avere la donna così vicino a sé rendeva difficile pensare lucidamente.

Sei certo che protesterei? O lo dici solo perchè mi preferisci recalcitrante e ritrosa?

Ti prego Tissi...

Gli venne spontaneo usare quel soprannome in quel frangente, ringhiandolo con voce calda, roca, bassa e virile mentre lei lo stuzzicava senza dargli soddisfazione: non seppe subito se alla Divinante desse fastidio o meno quel nomignolo intimo che lui le aveva affibbiato, perché finalmente il Master Teacher riuscì a catturarle la bocca in un bacio lungo, appassionato, con le mani che le stringevano i fianchi per attirarla a sé, farla fondere col suo corpo, e le labbra che fameliche assaporavano quelle di lei come se fosse un uomo assetato in mezzo al deserto ed esse fossero per lui una brocca d'acqua fresca.
Quando si staccò da lei, parecchi minuti dopo, si sentiva decisamente meglio anche se gli occhi erano ancora velati dal desiderio: e come biasimarlo? Lei era splendida, bellissima, eccitante e mille altri aggettivi di quel tipo, e lo faceva impazzire.
Ripresero a camminare a braccetto, e nonostante Noah pensasse che quell'atteggiamento fosse esattamente paragonabile a quello tenuto da una coppia ufficiale, non disse nulla né tentò di fare una battuta a riguardo, immaginando - a torto, ma come poteva saperlo? - che lei non volesse sentir parlare di nulla del genere perché per lui non provava quel tipo di sentimento che spingeva ad un rapporto serio, duraturo: qualcuno avrebbe anche potuto chiedergli perché, alla sua età, non si cercasse semplicemente una donna con cui avere una relazione stabile, da sposare e con cui formare una famiglia... ma il cuore di Pellegrino aveva preso una direzione, una strada che si era tinta di rosso-oro e verde-argento, ed aveva tutta l'intenzione di seguirla.

Tuo padre sembra quello che si dice " un uomo d'altri tempi", una persona tutta d'un pezzo, con saldi principi morali e pronto a passare sopra ogni cosa per difendere le proprie idee.
Anche un cieco si renderebbe conto che il ristorante è molto importante per lui...


Sì, in effetti la descrizione che hai fatto gli calza alla perfezione, ma suppongo non ci voglia molto a comprenderlo.

Confermò Noah con un sorriso bonario sulle labbra.

Tu... non pensi mai a ritornare qui per aiutarlo?

A volte - commentò l'uomo, annuendo - mi capita di pensare che potrebbe essere bello, quando lui non potrà più occuparsene, prendere in mano il ristorante e portarne avanti la tradizione... ma il mio lavoro è un altro.
Mi piace cucinare, e sono bravo, ma la mia vocazione è insegnare: per questo da qualche anno mio padre ha preso i figli di sua sorella come sous-chefs al ristorante... sono giovani, pieni di talento e con tanta voglia non solo d'imparare, ma anche di tenere alto il nome del "Pellegrino's". Sono convinto sia la scelta migliore.


Aggiunse l'italo-americano, e si sentiva dalla voce che era sincero nel suo dire: il suo talento più grande era insegnare, si sentiva nato per svolgere quella professione ed era ancora più felice di poterla portare avanti sapendo che il ristorante sarebbe comunque stato in buone mani, anche senza di lui.
Essendo quasi giunti a destinazione, Noah le fece chiudere gli occhi perché voleva che la sorpresa fosse totale e completa.

Non hai intenzione di portarmi in un posto buio e nascosto e approfittarti di me, vero?

Me lo permetteresti?

Domandò lui di rimando con un sorriso divertito, dandole poco dopo la possibilità di aprire gli occhi e bearsi dello spettacolo che aveva di fronte.

E'... no non credo di riuscire a trovare le parole giuste per esprimere cosa sia... tutti gli aggettivi che mi vengono in mente non gli danno giustizia.

Sì, il Rockefeller Center da' spesso questa reazione.

Confermò Pellegrino, abituato a quel panorama ma ritrovandosi comunque ad apprezzarlo genuinamente ogni volta: avrebbero pattinato lì, sotto l'albero di Natale più grande del mondo, in fondo c'erano solo da prendere i pattini e lanciarsi in pista, anche se probabilmente Tisifone si sarebbe voluta cambiare per essere più coperta dal freddo.
Sorrise al suo complimento, ringraziandola con un inchino divertito ed accolse il suo bacio con un sospiro lieve: il suo cuore era decisamente partito per la tangente ormai, ma quello di lei l'avrebbe mai raggiunto?

E ora se vuoi scusarmi vado a rendermi un po' meno stramba... o forse no...
Ah, non prendere i pattini per me...


D'accordo, ci vediamo all'ingresso della pista!

Rispose Noah, ipotizzando che se Tisifone aveva messo in conto di pattinare a NY, probabilmente si era portata appresso anche i propri pattini personali: si avvicinò alla struttura dove essi venivano affittati e pagò per i propri, attendendo che la Divinante uscisse dal bagno mentre dava le spalle ad esso e scandagliava con gli occhi la pista non troppo affollata di persone, per fortuna.

Ti sono mancata?

Sorrise a quel sussurro, voltando il capo per baciarla e studiare poi il suo abbigliamento, annuendo con approvazione: stava decisamente più coperta, il che lo tranquillizzava, e i pattini erano davvero particolari, unici.

Molto più di quanto tu possa pensare - rispose alla sua domanda, fissandola intensamente per un lungo istante con uno sguardo carico di significati nascosti prima di sorridere e scivolare per primo sul ghiaccio, facendo una piroetta perfetta su se stesso così da tenderle poi la mano con un inchino - Signorina Samyliak, vuole farmi l'onore di pattinare con me?
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Messaggioda Tisifone » 21/10/2013, 22:55

Ti prego Tissi...

Tissi… Per decenni le uniche persone che l’avevano mai chiamata in quel modo affettuoso e famigliare erano stati i suoi genitori e i suoi padrini. Neanche Pablo aveva mai pensato di usare quel vezzeggiativo e alla luce di com’erano andate a finire le cose tra loro ne doveva essere solo grata perché almeno non aveva macchiato con il suo sangue uno dei ricordi della sua famiglia. Da quando era giunta a Hogwarts poi a quella ristretta cerchia si erano aggiunte solo due persone, la sua cuginetta – che si era rivelata essere una benedizione, più che la maledizione paventata tutt’ora da Demetri – e Lucas. Anche dopo che si erano lasciati, l’ex Tassorosso continuava a chiamarla in quel modo perché alla fine erano riusciti a salvare tutto ciò che di buono e bello avevano condiviso insieme, trasformandolo in un’amicizia atipica per quanto sincera. Sei persone in tutto, quindi, le sei persone più importanti della sua vita eppure mai come in quel momento aveva avvertito quelle quattro semplici parole così “giuste” e “serie”. Considerando quelle sensazioni come un ulteriore segno, come una conferma, se mai ne avesse avuto bisogno, che Pellegrino valeva tutti i rischi e le sofferenze connesse a un impegno serio, Tisifone smise di torturarlo, cedendogli il controllo del bacio e, metaforicamente parlando, anche della sua vita. Combattendo il desiderio di trascinarlo nel vicolo prima indicato e sfogare così l’immensa voglia che aveva di lui, si allontanò a malincuore dalle sue labbra e abbozzando un sorriso enigmatico gli sussurrò

Dillo ancora…

Riferendosi al nomignolo usato prima. E se Noah l’avesse ripetuto lei avrebbe chiuso gli occhi e sospirato mormorando un

Humm… si…giusto

Prima di prenderlo a braccetto e avviarsi alla scoperta, per lei, della città comportandosi in tutto e per tutto come una coppia normale. Non essendo molto brava con le parole, soprattutto in quel preciso campo, Tisifone aveva deciso inconsciamente di lasciare che fossero le sue azioni e il suo corpo a parlare per lei, almeno fino a quando non si sarebbe presentata l’occasione giusta per confidare all’italoamericano che, se lui avesse voluto, lei era pronta a mettere quella loro “non relazione” sui binari ben precisi di una storia seria. Durante il tragitto verso la sorpresa che Noah aveva in serbo per lei, incontrarono una coppia intenta ad andare a mangiare da “Pellegrino’s” e la conversazione virò spontaneamente sul padre dell’uomo e su quanto avesse investito, soprattutto a livello emotivo, nel ristorante.

Sì, in effetti la descrizione che hai fatto gli calza alla perfezione, ma suppongo non ci voglia molto a comprenderlo.

Per nulla. E’ così diretto e immediato da sembrare finto… Un po’ come te…

Lo punzecchiò, senza spiegare cosa di preciso lo accomunasse al padre delle due cose, per poi chiedergli se il giorno in cui Francesco non sarebbe più stato in grado di occuparsi da solo del ristorante lui sarebbe tornato a NY per rilevare l’attività di famiglia.

A volte mi capita di pensare che potrebbe essere bello, quando lui non potrà più occuparsene, prendere in mano il ristorante e portarne avanti la tradizione... ma il mio lavoro è un altro. Mi piace cucinare, e sono bravo, ma la mia vocazione è insegnare: per questo da qualche anno mio padre ha preso i figli di sua sorella come sous-chefs al ristorante... sono giovani, pieni di talento e con tanta voglia non solo d'imparare, ma anche di tenere alto il nome del "Pellegrino's". Sono convinto sia la scelta migliore.

Devo aggiungere “saggio e previdente” alle qualità di tuo padre – commentò sincera, inclinando la testa in modo da posarla sulla spalla di Noah – oltre che democratico… Questa è una cosa che apprezzo dei babbani, il non avere l’ansia della stirpe, di dover per forza tramandare il proprio nome o la propria attività, trattando i figlio come se fossero degli oggetti di loro proprietà e non come degli individui con una propria personalità.

Non parlava di sé, perché mai, nel corso degli undici anni che avevano trascorso insieme, i suoi genitori avevano dato
l’impressione di aver tracciato il suo futuro, ma aveva origliato abbastanza conversazioni su Kovarnikov Senior o saputo dettagli su Vireau Senior da essere giunta alla conclusione che i suoi erano la classica eccezione che confermavano la regola. Giunti in prossimità della loro destinazione segreta, Tisifone acconsentì a chiudere gli occhi, non prima di aver fatto una battuta leggera all’indirizzo del suo accompagnatore.

Me lo permetteresti?

Temo che ormai siano ben poche le cose che non ti permetterei di fare…

Mormorò con serena rassegnazione e un sorriso dolce. Aveva appena scoperto o meglio compreso di essere innamorata di lui, probabilmente da sempre, e questo implicava per lei un abbandono e una fiducia totale. Cuore e anima gli appartenevano, come avrebbe mai potuto rifiutargli qualcosa? E se mai avesse avuto un piccolo dubbio su quella scoperta, lo spettacolo che si aprì ai suoi occhi poco dopo li spazzò via tutti. Lei aveva espresso il desiderio di pattinare e lui l’aveva portata in quello che, secondo il suo ignorante parere, doveva essere il posto più bello e romantico della Grande Mela. La pista già di per sé enorme sembrava amplificata dai giochi di luci e di colore che le luminare dell’albero più grande che avesse visto facevano con la superficie ghiacciata, lasciandola senza parole.

Sì, il Rockefeller Center da' spesso questa reazione.

Con un sorriso un po’ infantile sul viso Tisifone ringraziò Noah per averla condotta lì e si congedò da lui giusto il tempo per adeguare il proprio abbigliamento alle temperature babbane e evocare dalla valigia lasciata a casa dei coniugi Pellegrino i propri pattini, un pezzo unico, per quel che ne sapeva lei, comprato da Asher durante uno dei suoi viaggi di lavoro perché “belli e complicati esattamente come la nostra milaja”. Passò nel bagno delle Signore circa dieci minuti, di cui la maggior parte spesa per rifare un’acconciatura che le permettesse di nascondere la bacchetta tra i capelli, per poi tornare dal suo accompagnatore. Gli si avvicinò alle spalle, furtiva, cosa resa abbastanza semplice dalla piccola folla di persone lì intorno che se non rendevano impraticabile la pista allo stesso tempo attutivano la maggior parte dei rumori, per sussurrargli dolce in un orecchio e prendersi il suo bacio di “ben tornata”.

Molto più di quanto tu possa pensare.

Sostenne il suo sguardo, gli occhi di un blu notte limpido che sembrava risplendere di luce riflessa, come se lui fosse la sua luna e le sue stelle, traboccanti di quel sentimento così nuovo che ancora non riusciva a chiamare per nome per poi ammirarlo scivolare sulla pista ghiacciata con grazie ed eleganza.

Signorina Samyliak, vuole farmi l'onore di pattinare con me?

Dovevo immaginare che lei fosse un eccellente pattinatore Mister Pellegrino.

Ribattè divertita, accettando la sua mano e scivolando sulla pista insieme a lui.

Sai, questa è la prima volta che pattino con qualcuno da quando i miei genitori sono morti – commentò stringendo leggermente la mano di lui, le gambe che sembravano muoversi in sincrono dando l’illusione che stessero continuando a passeggiare – Loro erano soliti tenermi in mezzo a loro per evitare che cadessi … Demetri invece è uno strenuo sostenitore de “i lividi insegnano molto più dei buoni consigli” quindi lui e Asher si limitavano a pattinare al mio fianco, anche se ho il dubbio che Asher avesse applicato un Incantesimo imbottito permanente sui miei abiti perché le cadute non facevano mai tanto male.

Ridacchiò a quel ricordo, dimostrando come, nonostante i metodi educativi un po’ rigidi, nutrisse nei confronti dei due uomini un affetto puro e sconfinato.

La piroetta di prima, invece, mi dice che tu non sei proprio un pattinatore della domenica... come hai iniziato?

Si informò curiosa, lo sguardo divertito che saettava dalla pista, all’albero , alle persone che stavano pattinando intorno a loro. Tra queste ce ne fu una, una coppietta poco più grande di loro, che attirò la sua attenzione. Non stavano facendo nulla di particolare se non roteare sulla pista, ridacchiare e scherzare ma tutto in loro trasudava amore.

Lo sai cos’altro non ho mai fatto su una pista?

Mentre poneva quella domanda retorica Tisifone fece due cose contemporaneamente, si fermò quasi di scatto e allentò la presa sulla mano di Noah per evitare di strattonarlo. Se lui si fosse girato per vedere cosa fosse accaduto l’avrebbe trovata con le guance arrossate, più per l’imbarazzo di quello che stava per dire che per il freddo, e il labbro inferiore intrappolato tra i denti, con un’espressione seria e titubante allo stesso tempo, gli occhi fissi in quelli di lui.

Non ho mai baciato l’uomo di cui sono innamorata…

Mi vuoi baciare?

Quella piccola domanda fondamentale le rimase impigliata in gola, trattenuta dal timore di aver frainteso i discreti segnali che lui le aveva mandato, che in quei mesi i sentimenti di Noah non fossero evoluti, rimanendo al livello di una mera infatuazione, o che peggio fossero regrediti.
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Messaggioda Noah » 25/10/2013, 14:18

Dillo ancora…

Si abbassò sul suo collo, iniziando a tempestarlo di piccoli e delicati baci, mormorando il suo nome ad ogni contatto delle proprie labbra contro la pelle di lei: in effetti era difficile controllarsi, nonostante fossero in pubblico; il corpo di Tisifone chiamava quello di Noah, ma non era solo una questione di sesso, era molto di più.
Egli non comprese il commento della donna che accompagnò i suoi sospiri, ma immaginò che qualsiasi cosa fosse, perlomeno venisse considerata da lei come positiva.
Una volta recuperato, a fatica, l'autocontrollo, Pellegrino portò la sua allieva/amante verso il Rockefeller Center, e durante il tragitto la discussione ebbe come argomento principale Francesco, il padre di Noah, che Tisifone aveva inquadrato peraltro piuttosto velocemente.

Per nulla. E’ così diretto e immediato da sembrare finto… Un po’ come te…

E' fatto così, schietto fino all'esasperazione.
A differenza mia, lui non ha mai imparato l'arte della diplomazia che, in realtà, ogni tanto fa comodo.


Commentò Noah dopo le parole di lei: voleva bene al padre, ma a volte dimostrava di non saper minimamente gestire i rapporti inter-personali, ad esempio coi fornitori; fosse stato per lui sarebbe sempre stato tutto un urlare ed un inveire, ma per fortuna era lì che interveniva la madre di Pellegrino, diplomatica e gentile tanto quanto schietto e diretto era Francesco.
E per quanto a Noah piacesse l'idea di aiutarlo al ristorante, soprattutto quando fosse invecchiato, sapeva bene che quella non era la sua strada, ma di altri, e non si fece alcun problema nel farlo presente a Tisifone.

Devo aggiungere “saggio e previdente” alle qualità di tuo padre, oltre che democratico… Questa è una cosa che apprezzo dei babbani, il non avere l’ansia della stirpe, di dover per forza tramandare il proprio nome o la propria attività, trattando i figlio come se fossero degli oggetti di loro proprietà e non come degli individui con una propria personalità.

Credo che in questo senso i babbani siano molto meno "fissati" dei maghi: certo, ci sono le eccezioni negative anche nel loro mondo, ma in generale ho l'impressione che tengano più alla felicità dei figli che alla posizione che occupano; se sono felici ed indipendenti allora va bene così, non importa quale sia la loro occupazione.
Per i maghi è tutto diverso, come se non seguire le orme della famiglia fosse una sorta di crimine od offesa contro di loro.


Convenne Noah: lui non aveva avuto quel problema ovviamente, Lucilya e Francesco avevano voluto sempre e solo la sua felicità, ma molti suoi colleghi al Ministero lavoravano lì per volere della famiglia più per un'aspirazione propria, e questo gli dispiaceva molto.
Quasi arrivati a destinazione, l'uomo si premurò di far chiudere gli occhi a Tisifone perché voleva che la sorpresa fosse totale, per lei.

Temo che ormai siano ben poche le cose che non ti permetterei di fare…

Vedrò di tenere bene a mente queste tue parole...

Mormorò di rimando l'italo-americano, con una sfumatura di voce a metà tra il divertito ed il malizioso: una volta giunti al Rockefeller Center, Noah lasciò che Tisifone si beasse di quella vista, perché non tutti potevano vantarsi di essersela goduta, nella vita; lasciò che la donna si cambiasse con la magia ed indossasse i pattini, precedendola a bordo pista sulla quale scivolò con maestria, senza paura né difficoltà, allungandole la mano con fare galante così da farla scivolare accanto a sé sulla superficie liscia e levigata, beandosi della sua espressione serena e divertita.
Era bella da togliere il fiato.

Sai, questa è la prima volta che pattino con qualcuno da quando i miei genitori sono morti.
Loro erano soliti tenermi in mezzo a loro per evitare che cadessi … Demetri invece è uno strenuo sostenitore de “i lividi insegnano molto più dei buoni consigli” quindi lui e Asher si limitavano a pattinare al mio fianco, anche se ho il dubbio che Asher avesse applicato un Incantesimo imbottito permanente sui miei abiti perché le cadute non facevano mai tanto male.


Rise anche lui a quelle parole, stringendole prima la mano quando parlò dei genitori: era difficile per lui, cresciuto coi due coniugi sempre accanto, immaginare cosa lei potesse aver passato, ma era chiaro che Asher e Demetri fossero riusciti, in qualche modo, a rimettere insieme i pezzi del suo cuore spezzato, altrimenti dubitava che oggi sarebbe stata così capace di parlare della questione, e magari di pensare al passato coi padrini con una risata.

La piroetta di prima, invece, mi dice che tu non sei proprio un pattinatore della domenica... come hai iniziato?

Ogni inverno, da quando avevo tre anni, i miei genitori mi hanno portato qui la domenica - le rispose Noah con un sorriso quasi malinconico sul volto - Non aveva importanza il ristorante, mio padre lo chiudeva per pranzo e portava me e mia madre e pattinare, perché lei piaceva molto farlo ed anch'io, fin dalle prime volte, dimostrai di apprezzare particolarmente scivolare sul ghiaccio... anche se inizialmente lo facevo più col sedere che con le gambe - ammise l'uomo con un ghigno divertito e semi-imbarazzato - ovviamente quando sono andato a scuola non abbiamo più potuto farlo così spesso, ma quando tornavo a casa per le vacanze era la nostra tradizione, e si poteva saltare solo se qualcuno tra noi tre era malato.
Sembra stupido, ma pattinare con loro è sempre stata una delle mie certezze, da ragazzo.


Era attaccato alla famiglia da buon italiano, e si vedeva, ma non c'era nessuna vergogna in quelle parole: adorava i suoi genitori, e non c'era alcun motivo per nascondersi.

Lo sai cos’altro non ho mai fatto su una pista?

Cosa?

Domandò lui di rimando, voltandosi visto che lei pareva essersi fermata: notò subito la sua espressione incerta, quasi imbarazzata, e lo sguardo gli si fece più perplesso, curioso.

Non ho mai baciato l’uomo di cui sono innamorata…

Ci mise un po' a capire il senso di quelle parole, più che altro perché - ad onor del vero - non era semplice pensare che Tisifone potesse essere passata dal "non voglio alcun impegno serio" al "mi sono innamorata di te": certo, c'erano stati diversi segnali incoraggianti, ma di certezze mai nessuna.
Eppure, che altro avrebbero potuto significare quelle parole se non la cosa più ovvia e sconcertante? Altrimenti non avrebbe avuto senso dirlo a lui ed in quel momento, in quel contesto.
Nonostante si sentisse in difficoltà, Noah posò una mano sulla guancia di Tisifone, fissandola intensamente ed ancora un po' interdetto, prima di far scivolare la voce verso di lei in un sussurro roco.

... posso baciarti, Tissi?
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Messaggioda Tisifone » 25/10/2013, 22:51

Con gli occhi socchiusi, le braccia intorno alle spalle di Noah e il capo reclinato all’indietro a offrire il collo bianco alle dolci torture della labbra di lui, Tisifone si sentiva bene. Non era solo per l’eccitazione che le faceva ribollire il sangue e metteva a dura prova il suo autocontrollo – il corpo dell’italoamericano era diventato una droga per lei fin dalla prima notte passata insieme – ma sopratutto per la sensazione di “essere nel giusto”, come se le sue azioni passate fossero state tutte orchestrate affinchè si trovasse in quel momento in quel luogo tra le braccia di quell’uomo stupendo. Ed era quella – giusto – l’unica parola che riusciva a mormorare tra un gemito soffuso e un altro come eco al nomignolo che lui continuava a ripetere. Quella parentesi di assoluta perfezione, che non fece altro che radicare in lei la consapevolezza dei propri sentimenti, però non poteva durare a lungo. Pellegrino aveva in programma qualcosa di speciale per quella prima serata newyorkese della Russa così, dopo aver posto fine al bacio, i due si incamminarono a braccetto come una coppia normale, chiacchierando in maniera spensierata lei, orgogliosa lui, di Francesco, di come gestiva il ristorante e del suo carattere diretto e forte, così simile a quello del figlio.

E' fatto così, schietto fino all'esasperazione.
A differenza mia, lui non ha mai imparato l'arte della diplomazia che, in realtà, ogni tanto fa comodo.


Ah perché tu l’hai imparata? – lo prese in giro, spingendo il busto in avanti e voltando il capo in modo da guardarlo dritto in faccia, finendo così’ per compiere un paio di passi camminando quasi all’indietro – Mi deve essere sfuggito questo lato del tuo carattere tra un comportamento inqualificabile e l’altro anche se non tarderò a verificarlo con mano. Ti servirà ogni briciolo di diplomazia in tuo possesso per uscire indenne dall’incontro con i miei padrini.

Il tono di voce era ancora allegro e semispensierato ma l’espressione del suo viso, che probabilmente Noah avrebbe colto di sfuggita di profilo considerato che si era posizionata nuovamente al suo fianco, si era fatta per un istante o due seria e pensierosa. In realtà adesso che era finalmente giunta a patti con se stessa mirava a qualcosa di più di una semplice sopravvivenza. Voleva che Demetri e Asher lo accettassero, gli dessero quella stessa possibilità che lei gli aveva dato di dimostrare loro di essere l’uomo giusto per lei, voleva per una volta il classico, banale e per nulla scontato lieto fine e ai vermicoli il Karma, considerato che il suo aveva ampliamente dimostrato di essere pessimo per quanto riguardava le relazioni sentimentali. Sul lato famiglia e affini, invece, Tisifone poteva reputarsi tutto sommato fortunata e una privilegiata rispetto alla maggior parte dei figli dei Purosangue, trattati dai propri genitori come delle proprietà da gestire come meglio si credeva.

Credo che in questo senso i babbani siano molto meno "fissati" dei maghi: certo, ci sono le eccezioni negative anche nel loro mondo, ma in generale ho l'impressione che tengano più alla felicità dei figli che alla posizione che occupano; se sono felici ed indipendenti allora va bene così, non importa quale sia la loro occupazione.
Per i maghi è tutto diverso, come se non seguire le orme della famiglia fosse una sorta di crimine od offesa contro di loro.


Il crimine è rompere le tradizioni, perché senza di esse perdiamo parte della nostra identità. Il nome, il Casato, il mestiere… sono tutti simboli non solo di ciò che si è ma anche da dove si viene, ricordano le battaglie che altri in passato hanno combattuto e vinto a prezzo di grandi sacrifici. Voltare le spalle alle tradizioni significa voltarle a ognuno di loro e considerato che ogni famiglia Purosangue che si rispetti ha una sua “sala degli antenati” non è qualcosa che si prende sottogamba molto facilmente – stava parlando con tono pacato e sommesso, il capo posato sulla spalla di Noah, esprimendo concetti che sentiva suoi solo in parte, un sorrisino ironico sul viso al ricordo di come lei, in quell’ala del Manor, avesse smesso di andarci non appena un vecchio arcigno raffigurato seduto in una poltrona di velluto aveva definito Asher come “feccia sangue sporco” – A volte mi chiedo quale delle mie inclinazioni i miei genitori avrebbero incoraggiato… sono sicura che non mi avrebbero costretto a fare nulla che non volessi ma probabilmente sarebbero rimasti delusi da quello che sono…

Non aggiunse “diventata” perché non si riferiva al suo essere una docente di Hogwarts ma quanto al suo dono. Da quello che aveva potuto appurare sulla propria pelle i Veggenti erano qualcosa che neanche il Mondo Magico era in grado di comprendere del tutto e di accettare come persone normali, cosa questa che aveva spinto il Ministero a raccoglierli tutti sotto la sua “ala protettiva”. Un angolino della sua mente le ricordò che Noah faceva parte di quello stesso Ministero che, in pratica, l’aveva rinchiusa in una gabbia dorata e provato a gettare la chiave, voce che venne prontamente soffocata sul nascere dalla certezza che anche se ne fosse stato a conoscenza non l’avrebbe condiviso. O almeno lo sperava. In ogni caso quello non era il momento di saggiare l’affidabilità del proprio intuito quanto quello di chiudere gli occhi e godersi la sorpresa che l’italoamericano aveva in serbo per lei: pattinare sul ghiaccio all’ombra di un maestoso albero di Natale ai piedi di uno degli edifici più imponenti di New York, il Rockefeller Center. Sorridendo beata come una bimba, Tisifone ringraziò Noah per l’idea con un complimento innamorato e un bacio a fior di labbra, prima di sparire per una manciata di minuti per cambiarsi d’abito ed evocare i propri pattini. Al suo ritorno un altro bacio a fior di labbra per tentare di colmare il vuoto che la lontananza a cui erano stati costretti non da quella infinitesima pausa quanto dalle lunghe vacanze natalizie aveva lasciato apparentemente in entrambi prima di scivolare con grazia sul ghiaccio. Si muovevano entrambi con naturalezza, come se stessero continuando a camminare per le vie di New York e allo stesso modo ripresero a chiacchierare e a scoprirsi l’uno l’altro ogni volta un pezzettino in più. Soprattutto Tisifone avvertiva forte il desiderio non solo di conoscere tutto sul suo accompagnatore ma anche di fargli conoscere ogni cosa di sé, e se quella non era l’occasione adatta per parlare di imboscate, omicidi e visioni, di certo ricordare alcuni episodi della sua infanzia non poteva arrecare loro nessun danno, non quando condividerli con Noah non le procurava altro che un senso di dolce nostalgia per i suoi genitori.

Ogni inverno, da quando avevo tre anni, i miei genitori mi hanno portato qui la domenica. Non aveva importanza il ristorante, mio padre lo chiudeva per pranzo e portava me e mia madre a pattinare, perché a lei piaceva molto farlo ed anch'io, fin dalle prime volte, dimostrai di apprezzare particolarmente scivolare sul ghiaccio... anche se inizialmente lo facevo più col sedere che con le gambe –ridacchiò a quella ammissione per poi guardarsi intorno e immaginarsi senza alcuna fatica i coniugi Pellegrini un po’ più giovani alle prese con un piccolo Noah che muoveva i primi passi sui pattini - ovviamente quando sono andato a scuola non abbiamo più potuto farlo così spesso, ma quando tornavo a casa per le vacanze era la nostra tradizione, e si poteva saltare solo se qualcuno tra noi tre era malato.

Potremmo ritagliare nel tuo fitto programma una mattina per tornare qui con i tuoi genitori se ti va… - gli propose, allargandosi sulla destra quel tanto che le serviva per potersi trovare di fronte a lui, in modo da guardarlo negli occhi e mostrargli come quell’offerta fosse qualcosa che voleva fare e non che si sentiva in dovere di fare. Tese poi la mano sinistra per prendere quella di lui e completare il giro, tornando ad affiancarlo sul lato opposto – Ho come la sensazione che Francesco non si sia fermato un attimo al ristorante durante queste vacanze e credo che un po’ di riposo possa fargli solo che bene.

Sembra stupido, ma pattinare con loro è sempre stata una delle mie certezze, da ragazzo.

Non penso sia stupido, solo normale. Un ragazzo deve avere dei punti fermi durante l’adolescenza per non perdersi nel caos della vita.

Affermò seria e sincera, stringendo per un breve attimo la mano dell’uomo. Poteva avvertire l’orgoglio che nutriva per la sua famiglia avvolgerlo come un mantello, orgoglio che comprendeva in pieno, soprattutto ora che aveva conosciuto i coniugi Pellegrino e che in parte gli invidiava. Un’invidia buona di chi ha avuto tra le mani lo stesso tesoro ma se ne era dovuto privare troppo presto. Se c’era una cosa che la morte dei suoi genitori le aveva insegnato era che l’espressione “c’è tempo” era una delle più grandi menzogne che l’uomo, mago o babbano che fosse, si raccontava perché in realtà il tempo era contato, come i granelli di sabbia di una clessidra nelle mani di un bambino: potevano concludere il loro percorso naturalmente o finire sparsi sul pavimento insieme ai cocci di vetro. Il senso di caducità della vita insieme alla visione della coppia innamorata poco distante da loro spinse Tisifone a prendere il coraggio a due mani e a dichiarare a Noah quello che provava nei suoi confronti. Una dichiarazione arzigogolata e complessa, che rispecchiava con precisione la personalità della Russa,non esattamente romantica e probabilmente inaspettata, ma a che pro continuare a rimandare l’inevitabile? Poteva essere brava a nascondere le proprie emozioni sotto una maschera di fredda indifferenza ma non era capace di epurare ogni gesto, ogni parola, ogni sguardo da quei sentimenti che ormai avevano messo radici dentro di lei e non attendevano altro che lui per germogliare. Il solo provarci avrebbe significato essere ipocriti e venir meno alla promessa che si erano scambiati di essere sempre sinceri l’un l’altro, soprattutto nel campo dei sentimenti reciproci. Li condusse quindi a un margine della pista, in modo da non essere da intralcio agli altri pattinatori, prima castare la sua Bombarda e attendere, trepidante e ansiosa, una qualche reazione. Inclinò il viso inconsciamente per andare incontro alla mano di lui che si posava sulla sua guancia, rilasciando un sospiro tremulo che non sapeva di aver trattenuto, gli occhi fissi in quelli di lui per coglierne ogni sfumatura. C’era qualcosa di indefinito in quelli dell’uomo, qualcosa che non riusciva a comprendere, come se non sapesse cosa fare e quello le fece temere l’arrivo di un rifiuto fermo ed educato.

... posso baciarti, Tissi?

Devi… se davvero mi vuoi – non “lo” vuoi perché quel bacio non sarebbe stata l’ennesima dimostrazione del desiderio e dell’attrazione che provavano l’un l’altro, quanto una sorta di sigillo di qualcosa di più profondo e più serio, di un impegno che avrebbe cambiato tutto e nulla nelle loro vite e nel loro rapporto a partire da quella sera – Tu questo mi spaventa ancora molto ma non voglio privarmi … privarci … di qualcosa di bello e importante solo per timore di quello che potrebbe accadere o peggio di quello che è accaduto in passato. Io sono sempre io ma tu… bè sei tu e basta e questo già di per sé dovrebbe essere una garanzia che gli orrori futuri non si ripetano – un sorriso amaro al pensiero che almeno nell’ultima relazione la causa scatenante la rottura era stata lei stessa, ma forse Noah, a differenza di Lucas, non avrebbe dubitato di lei. Non si era sbagliata, non aveva confuso la parola "errori" con "orrori", semplicemente aveva chiamato le cose con il loro nome. Sollevò la mano per posarla sopra quella di lui in un gesto tenero e possessivo allo stesso tempo mentre realizzava che lui non sapeva nulla dell’ipnosi, così come ignorava il suo dono o il come i suoi genitori erano morti – Io…. Bè ci sono dettagli… ok non proprio dettagli… diciamo più che altro aspetti… si aspetti della mia vita di cui non ti ho parlato perché non credevo fossero importanti ma che forse dovresti conoscere …Oh Merlino forse dovremmo parlarne prima… prima di …

Sollevò l’altra mano in aria e la sventolò tra loro come se non riuscisse a trovare le parole per descrivere quello che stavano per fare. Di sicuro aveva perso tutto il suo eloquio, visto che si era ritrovata a balbettare come una ragazzina, con le guance rosse per l’imbarazzo e lo sguardo timido.

… diventare una coppia a tutti gli effetti?

Sussurrò lieve e indecisa. Questo era quello che voleva lei, ma lui sarebbe stato d’accordo?
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Messaggioda Noah » 04/11/2013, 14:48

Ah perché tu l’hai imparata?

Ehi, che vorresti dire?
Io so essere un grande diplomatico!


Mi deve essere sfuggito questo lato del tuo carattere tra un comportamento inqualificabile e l’altro anche se non tarderò a verificarlo con mano. Ti servirà ogni briciolo di diplomazia in tuo possesso per uscire indenne dall’incontro con i miei padrini.

Ricordi che so difendermi, vero? - replicò Noah, notando lo sguardo non poco preoccupato che aveva preso possesso del volto di Tisifone, adombrandone la serenità spensierata che l'aveva fatta brillare fino a poco prima - E non sono un ragazzino sprovveduto: i tuoi padrini sono uomini adulti e maturi, io anche, e come tali ci comporteremo, vedrai.

Era sicuro di saper gestire la cosa non perché si sentisse superiore o per chissà quali meriti segreti potesse vantare di fronte ad Asher e Demetri, ma perché li reputava persone abbastanza intelligenti da porsi nei suoi riguardi come due estranei che si apprestavano a conoscere qualcuno di nuovo, magari reputandolo alla fine anche una figura piuttosto gradevole; certo, tutto era più complicato per il rapporto che intercorreva tra Noah e Tisifone, ma se si doveva fare quel ragionamento allora la donna sarebbe vissuta perennemente sotto una campana di vetro che sarebbe diventata la sua prigione/tomba.
Fiducioso, dunque, ottimista come quasi sempre era, continuò a camminare con lei per le strade di NYC, chiacchierando di suo padre, del ristorante, di come fosse pronto a vederlo prendere in gestione dai cugini e di come dunque non si sentisse in dovere di portare avanti in prima persona il lavoro di Francesco, come spesso invece la tradizione Purosangue imponeva.

Il crimine è rompere le tradizioni, perché senza di esse perdiamo parte della nostra identità. Il nome, il Casato, il mestiere… sono tutti simboli non solo di ciò che si è ma anche da dove si viene, ricordano le battaglie che altri in passato hanno combattuto e vinto a prezzo di grandi sacrifici. Voltare le spalle alle tradizioni significa voltarle a ognuno di loro e considerato che ogni famiglia Purosangue che si rispetti ha una sua “sala degli antenati” non è qualcosa che si prende sottogamba molto facilmente.

E da come ne parli, ho l'impressione che tu ne sappia qualcosa...

Commentò a bassa voce Noah, ipotizzando, forse a ragione, che la sala degli antenati fosse più semplice riferirla al Purosangue Serpeverde e tradizionalista Demetri che ad Asher, descritto come molto più aperto nei confronti del mondo.

A volte mi chiedo quale delle mie inclinazioni i miei genitori avrebbero incoraggiato… sono sicura che non mi avrebbero costretto a fare nulla che non volessi ma probabilmente sarebbero rimasti delusi da quello che sono…

Vuoi dire bellissima, intelligente, sensuale o indomita? - domandò Noah, voltando appena il capo verso di lei con un sorriso genuino sulle labbra - Sei ciò che sei anche grazie a loro, a ciò che del loro carattere è arrivato fino a te: credo che sarebbero delusi solo se ti piegassi di fronte alla vita in modo passivo, e visto invece come la stai affrontando... credo di poter affermare che sono molto orgogliosi della loro bambina.

Aggiunse Pellegrino, permettendosi quel piccolo commento personale e sperando che a Tisifone non desse fastidio: non aveva mai conosciuto i genitori della donna e sapeva che non ce ne sarebbe stata occasione, ma sapeva per esperienza che molti aspetti del carattere dei figli spesso provenivano dagli stessi aspetti di quello dei genitori, perciò era sicuro che, ovunque fossero, i coniugi Samyliak sorridessero dolcemente e con orgoglio in direzione della figlia.
E fu così che, insieme, i due arrivarono alla meta designata come sorpresa per quella sera, la prima della Divinante a New York: il Rockefeller Center e la sua meravigliosa pista di pattinaggio, su cui i due presero a scivolare con naturalezza, dimostrando di possedere entrambi un discreto equilibrio; e dopo Tisifone, fu la volta di Noah di raccontare come avesse iniziato a pattinare, ricordando così episodi felici della sua infanzia.

Potremmo ritagliare nel tuo fitto programma una mattina per tornare qui con i tuoi genitori se ti va…
Ho come la sensazione che Francesco non si sia fermato un attimo al ristorante durante queste vacanze e credo che un po’ di riposo possa fargli solo che bene.


Sorrise, sinceramente e positivamente sorpreso a quella proposta: non andava a pattinare coi suoi da... beh, da molto tempo, ma era sicuro che Francesco sarebbe stato ben contento di dimostrare di essere ancora in forma; poteva già immaginarselo ad inveire contro la moglie che gli intimava di andare piano e di non affaticarsi troppo, ed era uno spettacolo esilarante e commovente al tempo stesso.

Credo tu abbia avuto un'idea meravigliosa.
Sono sicuro che mia madre impazzirà di gioia, mentre mio padre borbotterà qualcosa sul fatto di non potersi prendere un giorno di ferie e alla fine acconsentirà solo per, apparentemente, farci felici.


Rispose dunque, ringraziandola col sorriso e con lo sguardo per aver deciso di dedicare parte del suo tempo anche alla famiglia di lui, pur conoscendola all'effettiva da qualche ora o poco più: ma tutti quei discorsi, quei progetti, sparirono poco dopo e persero la loro importanza.
Improvvisamente furono solo lui, lei, e una sorta di dichiarazione d'amore molto contorta che Noah non fu sicuro di aver compreso appieno, almeno all'inizio: per questo, per essere quasi sicuro di non aver preso il babbano "granchio", chiese conferma a Tisifone di poterla baciare, di farle dare il suo primo bacio su una pista di pattinaggio all'uomo di cui era innamorata.

Devi… se davvero mi vuoi.

Non le diede il tempo di dire altro: la sua bocca cercò immediatamente quella della donna e la catturò in un contatto quasi sofferto, appassionato, desiderato da tempo; le mani raggiunsero la schiena di lei e la strinsero a sé, la lingua accarezzò la gemella con sfrenato calore, e per un secondo Pellegrino si dimenticò di dove fossero, di cosa fossero, di come fosse giusto comportarsi in pubblico.
Per un secondo, poteva anche permettersi di essere sfacciatamente egoista.

Tutto questo mi spaventa ancora molto ma non voglio privarmi … privarci … di qualcosa di bello e importante solo per timore di quello che potrebbe accadere o peggio di quello che è accaduto in passato. Io sono sempre io ma tu… bè sei tu e basta e questo già di per sé dovrebbe essere una garanzia che gli orrori futuri non si ripetano.

Quando quel bacio si concluse, Noah riaprì gli occhi e fissò i suoi, cercando di comprendere il senso di quel discorso con la fronte aggrottata perché, a dire il vero, aveva capito poco o niente delle sue parole: non sapeva di quali orrori stesse parlando, non capiva dove volesse arrivare o a cosa si riferisse, e forse quello spaesamento fu palese anche per lei che si affrettò a puntualizzare come ci fossero due o tre cosette - per così dire - da chiarire.

Io…. Bè ci sono dettagli… ok non proprio dettagli… diciamo più che altro aspetti… si aspetti della mia vita di cui non ti ho parlato perché non credevo fossero importanti ma che forse dovresti conoscere …Oh Merlino forse dovremmo parlarne prima… prima di …

Di?

… diventare una coppia a tutti gli effetti?

Così timida, insicura, ed imbarazzata, era... adorabile.
Assolutamente, totalmente adorabile, non c'era altro modo per descriverla: lentamente, le labbra di Noah si aprirono in un sorriso divertito, quasi sfacciato, perfetto per accompagnare le sue successive parole che forse avrebbero fatto recuperare a Tisifone il suo amore per la parola "inqualificabile".

Mai scommettere con mia madre...
Prima che arrivassi ha puntato 100 galeoni che ci saremmo messi insieme durante la tua permanenza a New York, e ci ha preso... ora le devo una piccola fortuna!


Che stesse scherzando o meno, quella era la risposta che Tissi voleva sentirsi rispondere, quello che anche lui voleva: stare insieme.
La baciò ancora, più lentamente ora, con dolcezza, perché non c'era più quella sorta di urgenza primordiale nel volerla fare sua: lei era sua, ora; e Noah non sarebbe certo stato così superficiale da lasciarsela sfuggire tanto facilmente.

Questo non cambia il nostro rapporto professionale... continuerò a buttarti col sedere a terra, e tu continuerai a rialzarti - e lo mise in chiaro non perché pensasse che lei avrebbe potuto richiedere un trattamento diverso, ma proprio per rassicurarla che ciò non sarebbe avvenuto - La differenza sarà che, dopo l'allenamento, ti potrai finalmente fermare a dormire da me, tu e Idra che così forse smetterà di odiarmi.
Mh?


Aggiunse strizzandole l'occhio, sorridente: pratico, alla mano, concreto; non era un ragazzino, era un uomo che pensava al futuro, e se dovevano, anzi, se volevano stare insieme come in effetti era, allora si poteva iniziare da subito a passare del tempo insieme a casa, come una coppia di adulti che progettava qualcosa di importante e serio per il futuro.

Vieni, facciamoci ancora una pattinata e poi andiamo alla prossima sorpresa...

Le sussurrò all'orecchio, baciandole la tempia: avrebbe pattinato con lei ancora per un paio di giri, poi sarebbero usciti insieme dalla pista di pattinaggio, Noah avrebbe riconsegnato i pattini e si sarebbero incamminati nuovamente per le strade di New York fino alla Gray Line, tra la 47° e la 48° strada, al piccolo porto dove una barca sembrava attendere proprio loro...

Pronta per la tua crociera privata con tanto di cena a bordo...

Le domandò sempre a bassa voce, questa volta però badando di potersi godere appieno l'espressione di Tisifone non appena si fosse resa conto di cosa Noah le stesse proponendo: cena a lume di candela in barca con tour privato notturno della città, solo per loro.

... mia bellissima compagna?
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Messaggioda Tisifone » 06/11/2013, 14:36

Ehi, che vorresti dire?
Io so essere un grande diplomatico!


Ridacchiò per nulla convinta a quella affermazione, portando la mano libera a nascondere parzialmente il viso più per cercare di darsi un contegno che per celargli davvero il suo divertimento. Ai suoi occhi Noah era tutto fuorchè diplomatico, sempre pronto a dire e a fare ciò che gli passava per la mente in maniera educata certo ma diretta. Era anche vero però che non aveva ancora avuto occasione di vederlo in un contesto ufficiale o professionale e quindi la sua poteva essere una visione non tanto distorta quanto incompleta dell’uomo, o almeno era quello che si trovava a sperare perché di certo una eccessiva spontaneità e l’assenza di filtri tra pensieri e parole non lo avrebbero aiutato a fare una buona impressione sui suoi padrini.

Ricordi che so difendermi, vero? E non sono un ragazzino sprovveduto: i tuoi padrini sono uomini adulti e maturi, io
anche, e come tali ci comporteremo, vedrai.

Sull’essere adulti e maturi non ci scommetterei uno zellino ma so che ti sai difendere e forse sono solo allarmista ma… è qualcosa a cui tengo molto che voi possiate se non proprio andare d’accordo almeno sostenere una conversazione civile. - mormorò, mordicchiandosi nervosa il labbro inferiore, un tumulto di emozioni che le scombussolavano lo stomaco e che era certa emergesse dal suo sguardo fisso sul viso di lui. Asher e Demetri erano le persone più importanti della sua vita e non avrebbe voluto essere costretta a escluderli una seconda volta da essa. D’altro canto però non aveva alcuna intenzione di rinunciare a Pellegrino, non lo era stata prima quando la loro era una semplice “non relazione” e a maggior ragione non lo era adesso che aveva compreso e accettato la reale portata dei propri sentimenti nei suoi confronti – Ohhhh… andrà tutto bene, sarete perfetti o in caso contrario sarò costretta a mettervi tutti e tre sotto Imperio ogni volta che ci vedremo.

Sentenziò alla fine, scuotendo la testa in maniera plateale per far andare via quei pensieri scomodi. Gli diede quindi un bacio a fior di labbra e, riacquistata l’aria serena e spensierata che aveva avuto fino a quel momento, posò nuovamente la testa sulla sua spalla e riprese a guardarsi intorno con aria curiosa e a tratti meravigliata mentre la conversazione si spostava da Pellegrino Senior al futuro del ristorante alle divergenze tra babbani e maghi sulla continuazione delle tradizioni di famiglia. Con un tono calmo e pacato Tisifone espose non tanto la propria visione quanto quella delle famiglie Purosangue – non di tutte ovviamente ma di certo di una buona parte – sottolineando come l’esistenza dei quadri incantati costringeva i figli a confrontarsi letteralmente con i propri antenati, rendo il peso delle proprie scelte ancora più gravoso.

E da come ne parli, ho l'impressione che tu ne sappia qualcosa...

Non quanto vorrei… - sospirò con un tono malinconico, stringendosi maggiormente a Noah come se fosse stata colta da un improvviso brivido di freddo. E così era, solo che il gelo non veniva dall’inverno newyorkese ma bensì dall’interno, dal ricordo dei suoi genitori. - Fare un giro tra gli antenati di Demetri non è poi tanto male se non ti danno fastidio i commenti razzisti e omofobi… Non ho mai capito cosa li oltraggiasse di più se il fatto che il loro unico discendente fosse gay o se si fosse innamorato di un Mezzosangue… Chissà come sarebbero i miei…

Aggiunse in un sussurro, socchiudendo gli occhi. Rifugiarsi in Russia sotto falso nome aveva costretto i suoi genitori a tagliare i ponti con le loro famiglie e il loro passato quindi nella sua casa natia non vi erano né quadri né foto magiche di parenti e affini, ma questo non le impediva di credere che da qualche parte in Inghilterra ci fossero due “sale degli antenati” in cui si sarebbe persa volentieri per riscoprire le proprie origini e sapere se sarebbero stati fieri di lei, cosa di cui dubitava fortemente.

Vuoi dire bellissima, intelligente, sensuale o indomita? – ricambiò il sorriso dell’uomo, arricciando il naso e arrossendo leggermente come sempre le accadeva quando le faceva dei complimenti - Sei ciò che sei anche grazie a loro, a ciò che del loro carattere è arrivato fino a te: credo che sarebbero delusi solo se ti piegassi di fronte alla vita in modo passivo, e visto invece come la stai affrontando... credo di poter affermare che sono molto orgogliosi della loro bambina.

Come rispondere a una tale affermazione se non con un bacio dolce, carico di ringraziamenti che non poteva in alcun modo esprimere a parole? Era grato a Noah di quelle parole perché per quanto potesse essere forte e indipendente a volte anche lei aveva bisogno di sentirsi rassicurata e se anche non poteva essere certa che i genitori condividessero quella visione di lei, sapere che l’italoamericano avesse quella opinione di lei la riempiva di amore e orgoglio. Ma a quanto sembrava Pellegrino aveva deciso di mettersi d’impegno per lasciarla senza parole, non solo con complimenti spontanei e per nulla leziosi ma anche portandola a pattinare in un posto mozzafiato come poteva essere la pista del Rockefeller Center. Contenta come una bambina a Mielandia, Tisifone scivolò sulla pista ghiacciata insieme al suo accompagnatore, scambiandosi confidenze sul loro passato e scoprendo come il ghiaccio avesse allietato l’infanzia di entrambi. Pensando a quanto le avrebbe fatto piacere poter condividere nuovamente quei gesti con i propri genitori, propose a Noah di trascinare Lucilya e Francesco a pattinare insieme a loro prima della sua partenza, dimostrandogli allo stesso tempo quanto la sua famiglia l’avesse colpita favorevolmente.

Credo tu abbia avuto un'idea meravigliosa.
Sono sicuro che mia madre impazzirà di gioia, mentre mio padre borbotterà qualcosa sul fatto di non potersi prendere un giorno di ferie e alla fine acconsentirà solo per, apparentemente, farci felici.


Si, sarebbe stata decisamente una giornata indimenticabile e respirare quell’atmosfera rilassata e calorosa che sprigionava la famiglia del suo Master Teacher le avrebbe fatto solo bene, colmando almeno in parte quella “fame” di famiglia che non si era resa conto di avere fino a poche ore prima. Un po’ come quando ci si rende conto di essere affamati solo quando ci si trova di fronte a una tavola imbandita, allo stesso modo Tisifone aveva preso coscienza di quanto desiderasse far parte della vita di Noah in maniera profonda, e al Karma piacendo definitiva, vedendolo circondato dalla sua famiglia. Spinta dal bisogno di condividere con lui quella scoperta, rivelandogli i propri sentimenti e scoprire allo stesso tempo quelli di lui, la Divinante lanciò alle ortiche il suo riserbo e con toni e modi tutt’altro che romantici confessò a Noah di essere innamorata di lui. Il bacio che seguì fu tutt’altro che dolce, guidato da una passione e da una frenesia che sembrava riflettere quanto l’uomo avesse atteso e desiderato sentire una tale confessione. Rassicurata da quel contatto nuovo e familiare allo stesso tempo, Tisifone avvolse le braccia intorno alla vita dell’altro, stringendosi a lui come a volersi fondere con il suo corpo, il capo inclinato di lato per approfondire quell’agognato contatto e facilitare l’incontro tra le lingue gemelle. Una volta che il bacio fu concluso Tisifone si sentì euforica e spaesata, certa di aver fatto la cosa giusta, che stare tra le braccia di Noah fosse il “suo” posto nel Mondo ma anche di essersi comportata in maniera egoista e scorretta nei confronti dell’italoamericano per avergli taciuto alcuni “dettagli” sulla sua vita. Iniziò quindi a parlare a ruota libera, con le labbra gonfie di baci, le guance arrossate e gli occhi brillanti di amore e desiderio, ancora stretta a lui, a meno che Pellegrino non avesse deciso di allentare la presa su di lei. E più lui appariva confuso più lei balbettava, il terrore di aver sbagliato tempistica e modo che le attanagliava la gola. Poteva aver rovinato tutto solo perché non era stata capace di attendere un momento più consono? Di mettere a tacere il cuore e lasciare parlare la ragione?

Mai scommettere con mia madre...

Quel commento all’apparenza totalmente fuori luogo la pietrificò sul posto, interrompendo il flusso di parole e facendo defluire buona parte del calore dalle sue guance, facendo riemergere l’usuale pallore del suo volto. Solo il sorriso sfacciato che aveva imparato ad amare e a temere le impedì di lasciarsi prendere dal panico e smaterializzarsi lontano da lui, convinta di aver fatto la più grossa fesseria della sua vita.

Prima che arrivassi ha puntato 100 galeoni che ci saremmo messi insieme durante la tua permanenza a New York, e ci ha preso... ora le devo una piccola fortuna!

Aggrottò le sopracciglia e tese le braccia, in modo da mettere un po’ di distanza tra i loro corpi senza però abbandonare quel contatto così rassicurante, scrutando con aria attenta il suo viso, per poi spalancare gli occhi ed emettere una piccola Ohhh muta non appena il senso di quella battuta le fu completamente chiaro.

Posso sempre rimangiarmi le ultime parole e rimandare il discorso a quando sarai…

Non ebbe il tempo di completare quella sciocca e inutile frase, pronunciata in reazione al suo essere inqualificabile, perché la bocca di Noah era nuovamente sulla sua, intenta a ricordarle che adesso era una donna impegnata e che non c’era alcun modo di tornare indietro, non che lei avesse reale intenzione di farlo. Si prese del tempo per assaporare quelle labbra peccaminose, picchiettandole con la lingua e mordicchiandole, sospirando serena e appagata, dimentica di tutto per i successivi due minuti.

Questo…

Esordì subito dopo, con ancora un tono esitante di chi si trovava di fronte a qualcosa di nuovo e non sapeva come gestirlo.

Questo non cambia il nostro rapporto professionale... continuerò a buttarti col sedere a terra, e tu continuerai a rialzarti.

Fino a quando non sarò diventata abbastanza brava da far finire te – e picchiettò l’indice sul suo torace con un cipiglio serio e minaccioso ma intimamente sollevata per quella precisazione – con il sedere a terra.

La differenza sarà che, dopo l'allenamento, ti potrai finalmente fermare a dormire da me, tu e Idra che così forse smetterà di odiarmi.
Mh?


Prima mi maltratti e poi mi coccoli e mi vizi? Mister Pellegrino lei ha una visione davvero malata e distorta della vita di coppia… - lo accusò per poi aprirsi in un sorriso estasiato – Forse è per questo che mi piaci così tanto… Hummm non credo basterà un bel terrario o un albero frondoso per conquistare Idra ma di sicuro aiuterà a farla sentire accettata.

Non poteva rivelargli che il suo famiglio simpatizzava ancora per il suo ex ma era certa che conoscendo un po’ meglio Noah e vedendo al di là dei lividi che era solito farle alla fine anche Idra sarebbe capitolata.

E forse potresti anche accompagnarmi a cercare un appartamento a Hogsmeade nel caso sentissi la mia mancanza durante la settimana.

Tra le lezioni, le ronde, il ricevimento degli studenti, gli incontri con Zephyr e i suoi compiti di CapoCasa andare a Londra durante la settimana lavorativa per quanto relativamente facile grazie alla Metropolvere e alle Passaporte le sarebbe risultato alquanto stressante. E poi erano mesi che girava intorno alla possibilità di comprare un appartamentino tutto suo e forse la prospettiva di poter passare più tempo insieme a Noah le avrebbe dato alla fine la spinta necessaria per compiere quel passo. Avvertiva ancora un certo nodo di ansia e apprensione nel ritrovarsi a fare progetti a lunga durata ma si impose di non permettere alla sua paranoia di rovinare quel momento.

Vieni, facciamoci ancora una pattinata e poi andiamo alla prossima sorpresa...

Volentieri.

Rispose quindi, sciogliendo l’abbraccio e intrecciando le dita della mano con quelle di lui. Si mossero con grazia sulla pista di pattinaggio, in un silenzio rilassato e colmo di felicità in frammentato da qualche commento e risata fino a quando Noah non le strinse la mano e la condusse fuori dalla pista. Mentre l’uomo andava a riconsegnare i pattini, Tisifone si assentò nuovamente per andare in bagno in modo da rimpicciolire con un incantesimo i propri e infilarli agevolmente nella borsetta che aveva con sé.

Eccomi… - sussurrò al suo orecchio, una volta che lo ebbe raggiunto, sfiorandogli la guancia con un bacio – Dove si va?

Chiese quindi con noncuranza, sperando di riuscire a strappargli qualche informazione sulla loro prossima destinazione ma ottenendo solo un sorriso enigmatico. Ripresero a camminare per le vie di New York a braccetto, dedicandosi a chiacchiere leggere fino a quando non giunsero in prossimità di una barca dall’aria sospetta. In realtà non era la barca in sé a essere strana, simile a molte altre che aveva intravisto nei vari depliant in giro per la città che offrivano ai turisti una visione alternativa della Grande Mela, ma la banchina dove era attraccata, completamente deserta fatta eccezione per loro due. Un dubbio iniziò a insinuarsi in lei, avvalorato dal riverbero di alcune candele che scorgeva in lontananza sul piccolo ponte della barca e poi rafforzato dalle parole di Noah.

Pronta per la tua crociera privata con tanto di cena a bordo.... mia bellissima compagna?

Oh Merlino…

Man mano che la consapevolezza si faceva strada in lei il suo viso si apriva come un bocciolo di rose in un’espressione di stupore e meraviglia, gli occhi leggermente sgranati e le labbra dischiuse. Se aveva pensato che pattinare sotto l’immenso albero di Natale fosse stato romantico, cenare a lume di candela sotto un cielo stellato e godendo della bellezza notturna di New York era qualcosa di indescrivibile. Un modo perfetto per festeggiare la loro neo relazione… peccato che lei si fosse dichiarata solo pochi minuti prima mentre quella non era certamente una sorpresa improvvisata.

Non sapevo che la preveggenza fosse una delle tue innumerevoli doti – commentò ironica, godendosi intimamente il brivido di completezza ed eccitazione che le era corso lungo la colonna vertebrale al suono della parola “compagna”. Senza lasciare andare la sua mano, sempre che lui avesse continuato a tenerla per mano durante la passeggiata, Tisifone fece due passi avanti, ammirando ancora quella piccola sorpresa, per poi voltarsi a fronteggiare il suo accompagnatore. - Non mi sembra che questa sia propriamente la scelta più giusta per una cena tra amici – lo “accusò” con un tono pacato che avrebbe dovuto suonare distante ma che invece, a discapito di tutto, era dolce e intenerito. – Mi dica Mister Pellegrino che intenzioni aveva per questa serata? Non vorrei aver rovinato i suoi piani…
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Messaggioda Noah » 12/11/2013, 13:48

Gli piaceva che Tisifone si preoccupasse così tanto sull'impressione che Noah avrebbe potuto fare sui suoi padrini: certo, una parte di lui trovava strano essere così allarmati all'idea che qualcosa potesse andare storto - manco Asher e Demetri fossero dei mostri - ma in generale vedeva soprattutto il lato bello della cosa, e cioè che se la donna teneva tanto a voler vedere una sorta di benevolenza da parte dei padrini sulla sua vicinanza all'italo-americano, era perché a lui ci teneva più di quanto, ancora, fosse pronta ad ammettere - cosa che di lì a poco avrebbe dovuto rimangiarsi, peraltro.

Sull’essere adulti e maturi non ci scommetterei uno zellino ma so che ti sai difendere e forse sono solo allarmista ma… è qualcosa a cui tengo molto che voi possiate se non proprio andare d’accordo almeno sostenere una conversazione civile.

Siamo onesti, Tissi... - replicò Noah seriamente, prima di aprire le labbra al sorriso più solare ed affabile che le avesse mai fatto - Come si può resistere ad un viso del genere?

La prese in giro, ridacchiando anche come un ragazzino: l'obiettivo era, ovviamente, quello di dissipare le sue ansie, d'impedirle di farsi rovinare quella serata; che andassero bene o male le cose tra lui e i padrini, non si sarebbe certo potuto comprendere o prevedere quella sera, perciò che senso aveva continuare a parlarne?

Ohhhh… andrà tutto bene, sarete perfetti o in caso contrario sarò costretta a mettervi tutti e tre sotto Imperio ogni volta che ci vedremo.

Brava ragazza!

La punzecchiò ancora, ma col sorriso che non lasciava mai le sue labbra ed un'espressione d'affetto - amore - negli occhi, che però tentava ancora di contenere, di non rendere troppo palese per timore di darle fastidio e di farla allontanare da lui.
Continuarono a parlare, passando dai commenti su Francesco ed il suo amore per la cucina alle tradizioni Purosangue che, evidentemente, entrambi consideravano in molti casi decisamente troppo strette.

Non quanto vorrei…
Fare un giro tra gli antenati di Demetri non è poi tanto male se non ti danno fastidio i commenti razzisti e omofobi… Non ho mai capito cosa li oltraggiasse di più se il fatto che il loro unico discendente fosse gay o se si fosse innamorato di un Mezzosangue… Chissà come sarebbero i miei…


Fece un mezzo ghigno nell'immaginare quei quadri che lei stava descrivendo, vecchie facce incartapecorite che si lagnavano per il disonore recato alla loro nobile Casata e cavolate simili; scosse il capo e baciò la fronte di lei, quasi per tentare nuovamente di rasserenarla a modo suo, per quanto possibile.

Non hai nessun altro parente in vita che possa... sai, mostrarti il vostro arazzo genealogico comprensivo d'insulti?

Domandò Noah, cercando di non apparire troppo indiscreto con quella domanda: all'effettiva era stato proprio poche ore prima che per la prima volta Tissi aveva parlato in modo esaustivo della sua attuale famiglia, ovvero Asher e Demetri, perciò potevano anche esserci parenti di lei in vita di cui Noah ignorava l'esistenza - in fondo della sua vita privata sapeva solo che aveva stretto buoni rapporti d'amicizia con alcune colleghe al Castello, e null'altro.
A prescindere da tutto, comunque, da sale degli antenati esistenti o meno, per lui Tisifone era perfetta ed era sicuro che, ovunque fossero, anche i suoi genitori la pensavano così: in fondo aveva conquistato - e si era fatta conquistare da - Lucilya e Noah Pellegrino, e non era certo un'impresa da tutti.
E, a dirla tutta, anche nei confronti di Noah c'era stata una doppia conquista: di lì a poco, sulla meravigliosa pista di pattinaggio al Rockefeller Center, Tisifone ammise infatti - in un modo tutto suo - di amare l'italo-americano, ed egli rispose con un bacio che valeva più di mille parole; era sua, lo comprese appieno mentre la stringeva a sé e percepiva una nuova possessività in quella stretta che lei tra l'altro ricambiava.
Ce ne aveva messo di tempo, ma alla fine il fascino Pellegrino l'aveva conquistata: suo padre sarebbe stato orgoglioso di lui, mentre sua madre aveva già capito tutto, come le fece presente poco dopo con un sorriso a metà tra il divertito e il rassegnato.

Posso sempre rimangiarmi le ultime parole e rimandare il discorso a quando sarai…

Non la fece nemmeno finire di parlare: chi se ne importava della madre?
Lucilya sarebbe stata felice come una Pasqua nel vedere suo figlio finalmente felice con una donna accanto e pronto per avere con lei una relazione stabile, che altro avrebbe mai potuto desiderare una madre per il proprio - anche se ormai decisamente cresciuto - bambino?
Quando si staccarono, gli occhi di entrambi che brillavano per quel sentimento nuovo e finalmente espresso, Noah si premurò di tranquillizzare la compagna - che bel suono quella parola - sul fatto che il loro rapporto professionale non sarebbe cambiato, che avrebbe continuato, durante l'allenamento, ad essere il suo insegnante severo ed imparziale, e che quindi non si sarebbe fatto problemi a mandarla col sedere a terra quando fosse stato necessario.

Fino a quando non sarò diventata abbastanza brava da far finire te con il sedere a terra.

Vorrà dire che allora sarai tu a prenderti cura di me, e non viceversa come succede ora.

Prima mi maltratti e poi mi coccoli e mi vizi? Mister Pellegrino lei ha una visione davvero malata e distorta della vita di coppia…

Alzò gli occhi al cielo, ridacchiando a quelle parole, precisando anche che forse, fermandosi più spesso da lui, anche il rapporto di Noah con Idra sarebbe potuto migliorare.

Forse è per questo che mi piaci così tanto… Hummm non credo basterà un bel terrario o un albero frondoso per conquistare Idra ma di sicuro aiuterà a farla sentire accettata.

E spero che presto mi spiegherai il perché di questa sua ritrosia...

Commentò Pellegrino, incuriosito da questa strana ostilità dell'animale nei suoi confronti e non potendo immaginare che essa provenisse da un confronto tra lui e l'ex della donna che, purtroppo, per il pitone ancora vinceva sull'italo-americano.

E forse potresti anche accompagnarmi a cercare un appartamento a Hogsmeade nel caso sentissi la mia mancanza durante la settimana.

Togli "nel caso", è meglio... detto questo, sarei ben felice di farti da accompagnatore e da commentatore, se vorrei, degli appartamenti che andrai a visitare.
Ho un ottimo gusto in fatto di arredamento, ricordi?


In fondo lei era stata a casa sua, aveva visto - almeno per la cucina - quanto fosse attento ai particolari... una piccola dote che gli aveva trasmesso Lucilya, e lui era ben felice di metterla in pratica e sfruttarla, quando poteva.
Ma la serata non era ancora finita, e di conseguenza nemmeno le sorprese che aveva preparato per lei: facendola allontanare dalla pista di pattinaggio, Noah non le diede alcuna indicazione su dove stessero andando fino a che, in prossimità del molo, non fu chiaro che la barca lì ormeggiata aspettava soltanto loro per una crociera privata con tour notturno di NYC e cena inclusa.

Oh Merlino…

Era esattamente la reazione che avrebbe voluto leggere sul suo volto, nei suoi occhi: gli piaceva prenderla in contropiede, gli era piaciuto fin dall'inizio del loro rapporto e adesso ancora di più.

Non sapevo che la preveggenza fosse una delle tue innumerevoli doti.

Ringraziamento a parte per l'aver ammesso che di doti ne ho innumerevoli... - commentò Noah con un sorriso da schiaffi - Perché hai appena parlato di preveggenza?

Non mi sembra che questa sia propriamente la scelta più giusta per una cena tra amici.
Mi dica Mister Pellegrino che intenzioni aveva per questa serata? Non vorrei aver rovinato i suoi piani…


Ridacchiò, quasi fosse stato colto in flagrante, attirandola però a sé tramite quella mano ancora intrecciata alla sua per rubarle un altro piccolo bacio a fior di labbra ed infine risponderle.

Ammetto che speravo di scioglierti un po' dalla tua posizione del "non voglio che mi corteggi" durante questa vacanza... ma posso assicurarti che non c'erano altri fini nascosti, in questa mia sorpresa: avrei fatto togliere le candele in un secondo se ti avessero dato fastidio, perché al di là di tutto credimi quanto ti dico che uno spettacolo del genere va goduto almeno una volta - ed indicò New York splendente sotto le luci notturne e le insegne colorate che la facevano da padrona - E avrei voluto poterlo condividere con te, da amica, da compagna o da una via di mezzo tra le due cose.

Aggiunse, strizzandole l'occhio prima di avvicinarsi alla barca e salire per primo, così da aiutarla elegantemente a raggiungerlo: il placido movimento dell'acqua sotto di loro faceva ondeggiare di poco l'imbarcazione, e dunque non fu difficile per Noah condurla fino al tavolo sottocoperta, posto lateralmente rispetto ad una finestra di vetro che permetteva una visuale perfetta di NY mentre si gustava la cena.
E a proposito di cena...

Signori, vi dò il benvenuto a bordo.
Sono Maxwell, e stasera sarò il vostro cameriere: il comandante vi informa che tra pochi minuti partiremo per questa crociera notturna, che speriamo possa incantarvi; nel frattempo, lasciate che vi riempia i bicchieri con dell'ottimo vino bianco e che vi serva la prima portata di questa cena, un antipasto misto di mare.


Così si presentò il cameriere, in modo professionale, cortese, come ci si sarebbe aspettato da un dipendente di un ristorante di lusso: era chiaro, insomma, che Noah non aveva badato a spese per quella cena, soprattutto quando - un minuto prima che la barca partisse - i loro bicchieri vennero riempiti di frizzante vino bianco e di fronte a loro vennero posati due piatti invitanti.

Immagine


Vogliamo brindare ad una nuova, meravigliosa fase del nostro rapporto?

Le propose Noah con un sorriso dolce, innamorato, sperando che lei fosse d'accordo; nel caso, avrebbe fatto cozzare il bicchiere contro il suo, bevendo un sorso di vino prima di cercare la sua mano, prenderla e, mentre la barca iniziava a muoversi placidamente, pronunciare quelle due parole che, stranamente, ancora non erano state rilasciate tra loro.

Ti amo.
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Noah
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