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Aurora

Messaggioda Clovis » 07/10/2015, 16:23

Una volta arrivati nella stanza di Cecilia, lo sguardo di Clovis si soffermò su alcuni dettagli di quel luogo, non aspettandosi niente di intimo.
Non ci voleva di sicuro una scienza per capire che la bionda occhialuta aveva portato il ragazzo lì col semplice intento di fare un torto al padre.
Evidentemente il Colonnello Bishop aveva esagerato durante la conversazione a tu per tu con la figlia, ma il Belmont non sapeva esattamente quanto.

Questo è quello che ti dicevo prima, sul fatto che mi rende la vita impossibile certe volte: mi tratta ancora come una bambina incapace di sapersi comportare in pubblico!
Pensi che questo vestito lo abbia messo perché mi piace e mi sta comodo? No, perché dovevo far contento papà e vestirmi in maniera adeguata alla serata!
E' stressante cercare di ottenere ogni volta la sua approvazione: essere la figlia perfetta, diligente e responsabile...
A volte mi piacerebbe essere un po' più spericolata... Solo per il gusto di sapere che cosa si prova...


Guarda che nessuno ti vieta di esserlo, basta che fai attenzione a non farlo sapere troppo in giro.
Ogni tanto qualche pazzia ci vuole, non solo per movimentare la vita ma anche per sentire che una vita c'è e ci appartiene.
E' vero, hai un carattere tendenzialmente contenuto e calmo, ma se dentro di te qualcosa ribolle, reprimerla ti condurrà gravi danni.
In fondo le pazzie possono anche essere moderate, no?
Non bisogna per forza fare chissà cosa per sentirsi un po' meno "bravi ragazzi"...


Magari, in mezzo a quei comportamenti meno accentuati, c'era pure qualcosa di analogo alle proposte che il Bodyguard fece poco dopo alla quattrocchi, ovvero del petting soft o una pomiciata con un ragazzo appena conosciuto, ma era ovvio che scherzasse, specie perché una simile mancanza di rispetto dentro la casa di un collega della madre avrebbe deluso moltissimo il genitore del ragazzo. Però vedere la reazione di Cecilia fu assolutamente esilarante.

Ma... n-no... che, pff... figurati se...

Ahahah, dovresti vederti in faccia!
Ma ti pare che te lo chiederei così?!
Ahahah...


Cosa?
Mi stavi prendendo in giro?
Ma sei impazzito! Mi hai fatto perdere dieci anni di vita in un colpo!
Ero già pronta ad usare le mosse di autodifesa che avevo imparato contro maniaci e stupratori...
Saresti potuto rimanerci secco!


Ah sì?
Lo sai che quasi quasi mi hai reso curioso?
Una volta me le farai proprio vedere queste tecniche killer!


Incrociò le braccia al petto, scuotendo la testa e continuando a ridacchiare per lo scherzo riuscito alla perfezione.

Va bene, forse mi avresti messo un po' in difficoltà... forse!

Forse!

Mh? Hai detto "ma ti pare che te lo chiederei così?"
Perché in che modo me lo avresti chiesto, se fossi stato serio?


Inarcò il sopracciglio destro a quella domanda, che faceva quindi intuire una precisa curiosità maliziosa e "zozza", sorridendo poi leggermente.
Con un bel respiro, si mosse verso di lei, appoggiata con la schiena alla porta, annullando il più possibile la distanza tra loro.
Qualora ci fosse riuscito, allora si sarebbe avvicinato col viso a quello della ragazza, togliendole lentamente gli occhiali, con calcolata lentezza.
Fissandola dritto negli occhi, avrebbe appoggiato una mano sul suo fianco e l'altra sulla guancia, facendole una languida ma virile carezza col pollice.
Dopo di che, si sarebbe avvicinato con le labbra all'orecchio per sussurrarle in parole povere la risposta alla domanda ricevuta.

Certe cose non si chiedono, si prendono e basta...
Più o meno mi sarei comportato come ho fatto ora, con la differenza che la mano, dopo aver accarezzato il fianco, avrebbe tentato di afferrare qualcosa di più sostanzioso e meno casto... La carezza sarebbe diventata una presa più ferma sul tuo volto e ancor prima che tu potessi replicare qualcosa di senso compiuto, ti avrei baciato cercando subito la tua lingua per farla giocare un po' con la mia... Forse rendendoti partecipe della mia esuberanza ai piani bassi, un po' impossibile da non percepire ad una distanza tanto ravvicinata...


Dopo aver detto tutto ciò, il Belmont si staccò quasi subito, riprendendo un tono di voce più normale e tranquillo.

Ecco, sì, direi una cosa del genere!
Spero di essere stato abbastanza esaustivo!


In quel preciso istante, la madre del Bodyguard lo chiamò dal piano inferiore, facendogli presente che dovevano andare.

Uff, credo proprio che sia arrivato il momento di salutarci.
E' stato un vero piacere conoscerti, Cecilia... Passa a trovarmi qualche volta, se ti capita, in Andorra.
Basta che ti dirigi al Petit Trianon accanto alla Reggia del Principe e chiedi del Capo della Sicurezza.


Circa cinque minuti dopo, quindi, sia Clovis che la madre stavano all'ingresso della casa dei Bishop, pronti per andarsene.

Thomas carissimo, spero davvero di poter replicare una serata simile molto prima della vigilia del 2112!
Guarda che ci conto, intesi?
Cecilia, ancora congratulazioni per la laurea e buona prosecuzione dei tuoi studi!
Andiamo Clovis, avanti...


Colonnello, signora Bishop... Cecilia... A presto e di nuovo buone feste!
Grazie dell'ospitalità e del cibo assolutamente ottimo.


Un'ultima occhiata con un sorriso sincero e bonario verso la ragazza e poi di nuovo verso casa, dopo aver trascorso una piacevole serata alternativa.

[ FINE PER CLOVIS ]
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Messaggioda Cecilia » 08/10/2015, 12:12

Guarda che nessuno ti vieta di esserlo, basta che fai attenzione a non farlo sapere troppo in giro.
Ogni tanto qualche pazzia ci vuole, non solo per movimentare la vita ma anche per sentire che una vita c'è e ci appartiene.
E' vero, hai un carattere tendenzialmente contenuto e calmo, ma se dentro di te qualcosa ribolle, reprimerla ti condurrà gravi danni.
In fondo le pazzie possono anche essere moderate, no?
Non bisogna per forza fare chissà cosa per sentirsi un po' meno "bravi ragazzi"...


Non è così semplice...

Non per una persona come la Bishop, che si limitava tantissimo reprimendo spesso gli istinti più selvaggi e primordiali che risiedevano dentro di lei. Non era facile liberarsi dagli insegnamenti che le erano stati impartiti dal padre e che ormai facevano parte della sua persona. Persino Aaron aveva dovuto combattere con certe convinzioni radicate in Cecilia, riuscendo ad ottenere dei risultati solo dopo molto, ma molto tempo.
Poi semplicemente Aaron era morto e lei si era nuovamente chiusa in sè stessa. Ma era per questo motivo che continuava la terapia con Jean-Drew Sykes: l'uomo aveva impedito che la Bishop regredisse ad uno stato peggiore di quello con la quale era partita, provando ad aiutarla non solo a superare la morte del fidanzato, ma anche a uscire fuori dal proprio guscio.
Un aiuto che Alexis prima e Haytham dopo -proprio grazie alla batosta- avevano contribuito a portare avanti.
Insomma, portare Clovis dentro la propria camera da letto era la personale vendetta di Cece contro le continue oppressioni del padre ex-militare. Quello però che la bionda non aveva calcolato era che l'altro avrebbe potuto fraintendere completamente il suo atteggiamento, pensando che la Bishop fosse disposta ad una pomiciata con uno sconosciuto, cosa che invece non era nemmeno passata per l'anticamera del cervello alla ragazza.
Già, ma come spiegarlo al Belmont quando le parole continuavano a uscirle fuori dalla bocca sotto forma di mezze sillabe, sbuffi e continui balbettii?
Meno male che Clovis stava solo scherzando!

Cosa?
Mi stavi prendendo in giro?
Ma sei impazzito! Mi hai fatto perdere dieci anni di vita in un colpo!
Ero già pronta ad usare le mosse di autodifesa che avevo imparato contro maniaci e stupratori...
Saresti potuto rimanerci secco!


Ah sì?
Lo sai che quasi quasi mi hai reso curioso?
Una volta me le farai proprio vedere queste tecniche killer!


Non canzonarmi!
E' dall'età di otto anni che mio padre mi allena contro possibili minacce di aggressione.


Disse, con tono saccente e puntiglioso. Poi, fissando per bene la stazza di Clovis e le sue capacità come soldato, dovette abbassare un bel po' la cresta: suo padre era un conto, un vero e proprio aggressore un altro.

Va bene, forse mi avresti messo un po' in difficoltà... forse!

Forse!

Risero entrambi, perchè in effetti quella situazione era davvero comica da immaginare: lei che tentava di buttare a terra un molosso come il Belmont? D'accordo, forse sarebbe riuscita a spezzargli qualche mignolo e a dargli una ginocchiata nelle parti basse, ma se le avesse bloccato le braccia dubitava fortemente che sarebbe mai riuscita a liberarsi dalla sua presa.
Ad ogni modo, la curiosità della Bishop venne ridestata quando il ragazzo le fece presente che non le avrebbe mai chiesto in quel modo di pomiciare se fosse stato veramente serio. E quindi in che modo lo avrebbe fatto? Risultando più maliziosa che incuriosita -dal punto di vista del body guard- Cece, con ancora la schiena appoggiata alla porta della stanza, lo vide avvicinarsi a lei lentamente, sovrastandola pian piano in altezza -e non è che ci volesse poi molto.

A-aspetta... che cosa...

Tentò una debole resistenza quando l'altro le tolse gli occhiali, precludendole quindi la possibilità di vedere l'espressione facciale del ragazzo. In realtà durò solo per pochi secondi, perchè quando Clovis si abbassò su di lei, col volto vicino ai suoi occhi, Cece potè distinguere nettamente ogni cosa, gli occhi azzurri spalancati e il cuore che prendeva a battere molto più veloce.
Deglutiva con fatica, ma non si scostò nemmeno quando una mano del body guard si posò sul suo fianco e l'altra sul suo viso, facendole sentire distintamente la carezza che le diede col pollice.

Hai... ehm... la pelle molto calda....

La sua invece era rovente.

Certe cose non si chiedono, si prendono e basta...
Più o meno mi sarei comportato come ho fatto ora, con la differenza che la mano, dopo aver accarezzato il fianco, avrebbe tentato di afferrare qualcosa di più sostanzioso e meno casto...


L'istinto di chiedergli cosa ebbe quasi la meglio sulla Bishop, che fu costretta a fare appello a tutto il suo autocontrollo per impedirsi di parlare -leggasi, si morse la lingua per non fare quella domanda- mentre annuiva impercettibilmente, strusciando la propria guancia, liscia, contro quella ruvida del ragazzo.

La carezza sarebbe diventata una presa più ferma sul tuo volto e ancor prima che tu potessi replicare qualcosa di senso compiuto, ti avrei baciato cercando subito la tua lingua per farla giocare un po' con la mia...

S-sempre che io ci fossi stata...

Ci tenne a sottolineare, perchè non voleva che l'altro pensasse di trovarsi di fronte ad una facile, anche se dal modo in cui stava reagendo il suo corpo... Insomma, non sembrava poi dispiacerle così tanto!

Forse rendendoti partecipe della mia esuberanza ai piani bassi, un po' impossibile da non percepire ad una distanza tanto ravvicinata...

Insomma avrebbe sentito la sua eccitazione. A Cece quasi mancò il fiato quando immaginò cosa avrebbe potuto sentire se Clovis avesse fatto davvero ciò che le aveva detto: l'astinenza si faceva sentire sempre più pesante in simili situazioni.

Ecco, sì, direi una cosa del genere!

Molto... molto avvincente...
Però ora avrei bisogno dei miei occhiali...


Cercò di cambiare argomento, di concentrarsi su altro per non far capire al Belmont che le sue parole avevano avuto effetti devastanti sul corpo della biondina, mentre in mezzo alle gambe qualcosa andava bagnandosi sempre di più...
Salvata dalla voce della madre di Clovis, Cece si riprese molto in fretta, esibendo un'espressione quanto più neutra possibile per non far intendere al padre che effettivamente era successo qualcosa fra di loro, anche se nulla di irreparabile.

Uff, credo proprio che sia arrivato il momento di salutarci.
E' stato un vero piacere conoscerti, Cecilia... Passa a trovarmi qualche volta, se ti capita, in Andorra.
Basta che ti dirigi al Petit Trianon accanto alla Reggia del Principe e chiedi del Capo della Sicurezza.


I miei impegni all'A.G.E.R. non finiscono mai, però lo terrò presente.
Grazie a te per la compagnia e scusami ancora per averti usato come pretesto per far arrabbiare mio padre...


Gli disse prima di scendere al piano di sotto e lì salutare nuovamente sia il Belmont che sua madre, augurando loro un felice Natale.
Un po' le dispiaceva che Clovis se ne stesse andando così presto: con lui il tempo era veramente volato. Quando si voltò, la prima persona che si vide davanti fu il padre, con le braccia incrociate sul petto e lo sguardo truce e accusatorio.

Cecilia, un comportamento tanto immaturo e irresponsabile non me lo sarei mai aspettato da te!

Buon Natale anche a te, papà...

The End
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