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Andorra la Vella

Messaggioda Clovis » 11/12/2015, 22:04

Allora Cecilia, dimmi pure!

Okay.
Ho ascoltato l'operaio e confrontato tutto quanto con la cartellina che mi avevi dato e ci sono delle cifre che non mi quadrano, per niente.
Ad esempio...


Assurdo, dopo diversi minuti di spiegazione, Clovis, per quanto ci si fosse impegnato a fondo, non riuscì minimamente a capire una virgola di tutte le spiegazioni date dalla Bishop. Non era stupido o con pochi anni di studio alle spalle, ma era chiaro che determinati argomenti scientifici così complessi andassero decisamente oltre le sue competenze normali di tutti i giorni. Per fortuna però, Cecilia comprese che il militare non era in grado di starle dietro più di tanto e quindi scelse di ripartire da capo utilizzando dei termini meno tecnici e degli esempi pratici facendo metafore comprensibili al 100% che aiutarono il catalano a farsi un'idea decisamente facile di come stessero realmente le cose dentro la fabbrica. Quindi evidentemente la Contessa aveva avuto ragione a dubitare, ma sarebbe stato necessario un controllo molto più adeguato e approfondito per dare per certe quelle supposizioni ancora più avvalorate dalla bionda. C'era poco da fare comunque, Clovis veniva proprio affascinato dalle ragazze con un gran cervello, forse perché era interessante scoprire se per caso sotto quella marea di quoziente intellettivo si nascondesse anche un po' di sana propensione alle cose poco caste della vita, chissà.

Posso anche farlo subito, ma mi ci vorrebbe all'incirca un'oretta e sarebbe brutto, visto che tu saresti costretto ad aspettarmi.
Comunque, fin qui è tutto chiaro?


Sì sì!
Assolutamente!
Comunque no, non preoccuparti, non ci sarà bisogno di fare altri calcoli.
Alla Contessa serviva questo giudizio approssimativo per convalidare l'ispezione.
Ho quasi la certezza delle tue impressioni quindi le dirò di procedere senza indugi ed ovviamente poi ti farò sapere come è andata!


Si fidava abbastanza di lei e la conosceva abbastanza da essere sicuro che la ragazza gli avesse fornito l'opinione non solo più vera ma anche più attenta possibile, senza tralasciare nemmeno il minimo indizio negativo. Qualora Danielle avesse riscontrato dei seri problemi, allora Cecilia sarebbe stata abbondantemente ringraziata, bisognava soltanto capire come e in che termini, ma in tal caso sarebbe stato compito del Belmont informarsi a proposito e poi di riflesso contattare la futura Ricercatrice per illustrarle il compenso extra ottenuto per quel servigio improvviso. Finalmente quindi i due ragazzi erano completamente liberi di godersi la giornata, una giornata che, per fortuna, si presentava soleggiata e piacevole, con poco fastidioso vento.

Allora... Che ne diresti di passare al tuo "QUESTO" di prima?

Non aveva affatto dimenticato la gaffe esposta dalla, normalmente, quattrocchi americana.

Per il "Tutto" credo che si debba aspettare un po' di più...

Quasi rammaricato mentre lo diceva, ma si notava che la stava un po' prendendo in giro bonariamente.

Però intanto potremmo concederci di nuovo qualche attimo di silenzio nel modo migliore possibile, non trovi?

Stando entrambi su una panchina, gli venne piuttosto spontaneo avvicinarsi di più a lei, circondarle le spalle con il braccio e poi baciarla ancora una volta sulle labbra, con molta più decisione e tranquillità rispetto a prima. Da una parte era piacevole poter stare così con lei, da un'altra in effetti si stava ritrovando a chiedersi perché lo stavano facendo. Ok, si piacevano e c'era attrazione, ma la loro attuale condizione qual era? No, non era affatto un insensibile o un approfittatore, ipotizzava che probabilmente la Bishop si stesse facendo le stesse identiche domande in uno stato anche più febbrile e preoccupato, considerando la sua ormai proverbiale ansia e tensione nelle relazioni sentimentali o fisiche. Così, quando il bacio terminò...

Ma la prospettiva di stare insieme, tu, come la vedresti, Cecilia?
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Messaggioda Cecilia » 12/12/2015, 22:00

Seduti tranquilli sulla panchina di un parco, Cecilia potè spiegare -prima in maniera più tecnica, poi più semplice- quello che aveva scoperto stando all'interno della fusoliera e di come i dati raccolti e quelli sentiti non coincidessero affatto, almeno ad una prima occhiata. Avrebbe avuto bisogno di un po' più di tempo per averne la certezza completa -all'incirca un'ora- ma avrebbe significato rovinare l'appuntamento ad entrambi, anche se la Bishop, pur di ottenere la "riconoscenza" della Contessa di Andorra, lo avrebbe fatto molto volentieri.

Sì sì!
Assolutamente!
Comunque no, non preoccuparti, non ci sarà bisogno di fare altri calcoli.
Alla Contessa serviva questo giudizio approssimativo per convalidare l'ispezione.
Ho quasi la certezza delle tue impressioni quindi le dirò di procedere senza indugi ed ovviamente poi ti farò sapere come è andata!


D'accordo, allora ti restituisco questa.

Disse, consegnando nelle mani di Clovis la cartella con dentro tutti i fascicoli più i calcoli eseguiti da Cece stessa mentre stava all'interno dello stabile industriale. Avevano chiuso una parentesi ed ora era inevitabile che i due si concentrassero esclusivamente sul loro appuntamento: un giro per la città, un bel gelato, magari un localino intimo dove pranzare insieme, musei, centro storico...
A tutto questo pensava la Bishop -cercando di non soffermarsi invece sulla parte più divertente dell'uscita- quando il Belmont riprese il discorso da dove lo avevano lasciato, facendole capire che la sua gaffe di prima non era passata inosservata.

Allora... Che ne diresti di passare al tuo "QUESTO" di prima?

Questo?

Per il "Tutto" credo che si debba aspettare un po' di più...

Aaaah, tu intendi...
Ahahah, sì ecco... insomma stavo pensando che...


Però intanto potremmo concederci di nuovo qualche attimo di silenzio nel modo migliore possibile, non trovi?

Credo... che sia... un'ottima... idea...

Disse man mano che il ragazzo si avvicinò a lei col viso, passandole il braccio intorno alle spalle e baciandola di nuovo, con intensità, trasportando la Bishop su un piano completamente nuovo, dove le strade erano fatte di nuvole e dove ci si spostava da una parte all'altra rimabalzando su di esse.
Più o meno era così che si sentiva, mentre si lasciava andare a quel bacio, ma in parte pensando febbrilmente ad una domanda fondamentale: quindi che cosa erano adesso loro? Perchè continuavano a baciarsi? Non era ciò che facevano i veri fidanzati?
Insomma, Cecilia rischiava di rovinare quel momento con le sue mille domande, ma per fortuna fu Clovis a precederla e a porle lo stesso quesito, con qualche aggiunta in più

Ma la prospettiva di stare insieme, tu, come la vedresti, Cecilia?

Mmmh sssì....
Eh? Cosa?
Aspetta, hai detto stare insieme???


Ancora una volta aveva dimostrato quanto poteva diventare scema dopo un bacio -quindi figurarsi dopo tutto il resto- ma per fortuna i suoi neuroni si riprendevano in fretta, abbastanza da permetterle di rendersi conto di quello che le aveva appena detto Clovis.

Me lo stavo domandando anche io.
Non di stare insieme ma che cosa siamo io e te adesso, insomma tu mi hai baciata senza dirmi niente, così di punto in bianco e io non sapevo come prendere quel bacio che per la cronaca mi ha lasciato davvero, davvero...
- bagnata persa- di stucco.
E poi, perchè mi hai baciato?
Comunque è una decisione che va presa con calma, pensandoci per bene e capendo quali sono i pro e i contro dello stare insieme, no? Solitamente è così che si fa, giusto?


Era appena entrata nel pallone e quando se ne rese conto, ammutolì di colpo, realizzando della marea di cavolate che aveva appena detto solo perchè Clovis le aveva proposto di mettersi insieme. Fece un bel respiro, contò fino a dieci, cercò di concentrarsi sul proprio elemento per ritrovare la calma e poi prese le mani del Belmont nelle proprie, guardandolo fisso negli occhi: erano così calde e quel contatto le piaceva sempre di più. Inoltre le faceva comprendere quanto le fosse mancato avere un ragazzo al proprio fianco.

Scusami, tendo ad agitarmi con molta facilità quando vengo presa alla sprovvista.
Tu sei davvero convinto di voler stare con me?
Ci siamo visti solo due volte, ti è bastato per capire che vuoi avermi come fidanzata?
Io confesso che avrei aspettato... Però è anche vero che io non faccio testo, aspetto anche fin troppo...


Disse, portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio: d'altronde lo sapeva anche il Belmont che la tempistica non era la migliore qualità della Bishop.
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Messaggioda Clovis » 13/12/2015, 23:13

Ma la prospettiva di stare insieme, tu, come la vedresti, Cecilia?

Mmmh sssì....
Eh? Cosa?
Aspetta, hai detto stare insieme???


... Sì, certo, ho detto proprio "stare insieme".

Me lo stavo domandando anche io.

In quel caso la risposta è semplice allora...

Non di stare insieme ma che cosa siamo io e te adesso.

... Ah, ecco. Adesso si spiega...

Eccola lì, Cecilia Bishop stava per ricominciare una delle sue classiche sfuriate di parole volte a mascherare il proprio imbarazzo.
Clovis a quel punto non fece altro se non appoggiarsi più comodo allo schienale della panchina e incrociare le braccia al petto, fissandola.
Per tutto il tempo, non pronunciò una singola parola, almeno fino a quando non fu sicuro che lo sproloquio fosse effettivamente concluso.

Scusami, tendo ad agitarmi con molta facilità quando vengo presa alla sprovvista.
Tu sei davvero convinto di voler stare con me?
Ci siamo visti solo due volte, ti è bastato per capire che vuoi avermi come fidanzata?
Io confesso che avrei aspettato... Però è anche vero che io non faccio testo, aspetto anche fin troppo...


Sì è vero, ci siamo visti solo due volte, ma in una di queste ho potuto constatare come sarebbe stare con te.
Pur avendo fatto la parte del finto fidanzato, ti ho vissuta molto più intensamente rispetto ad una normale uscita.
Quando siamo stati in gelateria poi, ci siamo scambiati chiacchiere più intime e... Giusto per mettere anche la ciliegina sulla torta...


Avvicinandosi all'orecchio della bionda, il Belmont abbassò il tono sussurrandole qualcosa di piuttosto sconcio, giusto per saggiarne la reazione.

... Qualche volta, anzi, più di qualche, nelle settimane successive, mi è capitato di pensare a te mentre... Beh... Mi davo pazzamente all'autoerotismo!

Tornò quindi più distante, ma non prima di averle rubato un altro bacio sulle labbra, manco fossero già proprietà sua.

Per farla breve, io e te abbiamo davvero e seriamente pochissimo tempo per seguire l'iter che TU vorresti seguire.
Fermo restando che le volte in cui ci siamo visti sono tre, la prima da te, la seconda all'Underground e la terza a quella festa di fidanzamento.
Si dice che solitamente si prendono decisioni effettive dopo circa tre appuntamenti... Non potremmo definirli tali ma a me non me ne frega nulla.


Di sicuro l'Ispettore era molto ma molto più pratico rispetto a lei, forse anche perché aveva un po' di Fuoco nello spirito.

Però se hai bisogno di qualche altra sicurezza, posso pure attendere, non c'è problema.
Ah... E riguardo la domande del "perché ti ho baciata", la risposta è semplice: quando ti ho vista ho pensato che fossi uno schianto e mi è venuta subito voglia di farlo, anche perché conoscevo già vagamente il sapore della tua bocca e mi spiaceva di non averlo approfondito abbastanza.


In effetti stava proprio bene vestita in quel modo, doveva riconoscerlo pienamente, anzi no, lo aveva già riconosciuto, era lei la scettica.

Hai altre domande?
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Messaggioda Cecilia » 15/12/2015, 21:44

... Sì, certo, ho detto proprio "stare insieme".

Quindi intendeva dire stare veramente insieme insieme, senza scappatoie nè sotterfugi, una coppia, compagni che camminavano mano nella mano, fidanzati di fronte all'intero mondo magico. Non che al mondo magico fregasse qualcosa se loro due si fossero messi insieme, ma Cecilia in quel momento stava pensando al reale significato delle parole di Clovis, analizzandole minuziosamente senza pensare, per il momento, di dargli una risposta sincera e concreta.
La verità era che la Bishop non si aspettava una proposta simile a distanza di così poco tempo da che si erano rivisiti: aveva sempre creduto che entrambi sarebbero dovuti uscire almeno due, tre volte prima di decidere se mettersi insieme oppure no. E fu proprio questo che disse anche al Belmont, facendogli quindi presente le sue perplessità.

Sì è vero, ci siamo visti solo due volte, ma in una di queste ho potuto constatare come sarebbe stare con te.
Pur avendo fatto la parte del finto fidanzato, ti ho vissuta molto più intensamente rispetto ad una normale uscita.
Quando siamo stati in gelateria poi, ci siamo scambiati chiacchiere più intime e... Giusto per mettere anche la ciliegina sulla torta...
... Qualche volta, anzi, più di qualche, nelle settimane successive, mi è capitato di pensare a te mentre... Beh... Mi davo pazzamente all'autoerotismo!


Rimase in silenzio, ma bastò la sua espressione sbalordita e imbarazzata per far comprendere tutto -o quasi- quello che le stava passando per la mente: anche lei aveva pensato a lui nei suoi momenti... solitari... Ma non glielo avrebbe mai e poi mai confessato, nemmeno sotto tortura, nemmeno se le avessero sparato un Crucio per dodici ore di fila.
In realtà non c'era bisogno di arrivare a tanto, bastava semplicemente entrare un po' più in confidenza, conquistarsi la sua fiducia e il resto bastava lasciarlo fare alla curiosità della Bishop nonchè alla sua immaginazione, che già in quel momento stava fantasticando su cosa avesse fantasticato il Belmont e se c'era la possibilità o meno di apparire troppo sfacciata di fronte a lui nel chiedergli che tipo di immagini si fosse fatto su di lei.
In ogni caso fu costretta a trattenersi, anche perchè il ragazzo non aveva ancora concluso il suo discorso.

Per farla breve, io e te abbiamo davvero e seriamente pochissimo tempo per seguire l'iter che TU vorresti seguire.
Fermo restando che le volte in cui ci siamo visti sono tre, la prima da te, la seconda all'Underground e la terza a quella festa di fidanzamento.
Si dice che solitamente si prendono decisioni effettive dopo circa tre appuntamenti... Non potremmo definirli tali ma a me non me ne frega nulla.


Capisco...

Però se hai bisogno di qualche altra sicurezza, posso pure attendere, non c'è problema.

Davvero?

Ah... E riguardo la domande del "perché ti ho baciata", la risposta è semplice: quando ti ho vista ho pensato che fossi uno schianto e mi è venuta subito voglia di farlo, anche perché conoscevo già vagamente il sapore della tua bocca e mi spiaceva di non averlo approfondito abbastanza.

Rimase di nuovo in silenzio, colpita dalle sue parole, ma questa volta un sorrise molto dolce, quasi tenero, imbarazzato e felice si aprì sulle sue labbra, seguito da un cenno di assenso con la testa che fece comprendere, al Belmont, di aver compreso il suo discorso.

Hai altre domande?

Solo una.

Si avvicinò alla guardia del corpo, ancora con quel sorriso sulle labbra, annullando le distanze fra di loro e riprendendo a baciarlo di nuovo, non ancora sazia di lui e della sua bocca. Aveva molti anni da recuperare e ora che aveva preso il via sentiva di non volersi più fermare, di voler continuare a passare il resto della giornata in quel modo, stretta fra le braccia di Clovis ad assaporare le sue labbra.
Dopo cinque minuti buoni -quando ciò sentì nuovamente di aver fatto il pieno di quei baci- si staccò nuovamente da lui, sorridendogli con aria felice e un po' da maestrina, mentre faceva presente al ragazzo un quesito per lei fondamentale.

Dove suggerisci di andare adesso, mio vero fidanzato?

Disse, sentendosi un po' strana a chiamarlo fidanzato, ma anche leggera, come se un grosso peso si fosse tolto finalmente dalle sue spalle. L'aggettivo possessivo invece era d'obbligo, perchè la Bishop era sempre stata molto gelosa delle cose che le appartenevano e gli eventuali partner non erano esclusi da quel gruppo.

Visto che mi conosci ancora poco, sappi che quando visito una città nuova adoro girare possibilmente nei musei, meglio ancora di scienze naturali. Gli acquari sono il pezzo forte per rendermi felice e contenta sempre, ma anche un buon posto dove mangiare e parlare di tutto e di più mi soddisfa.
Oppure, la quarta opzione...
- quella che non prevedeva nessuna delle attività elencate sopra - Consiste nello stare seduti su questa panchina a... ehm... continuare quello che stavamo facendo prima, fino a quando non saremo troppo stanchi e affamati per andare avanti.

Gli stava quindi suggerendo una pomiciata potente in mezzo al verde? Possibile, visto che più prendeva confidenza e più la Bishop si lasciava andare, senza dimostrarsi troppo imbarazzata o sulle sue per certe cose.

Ah e per la cronaca, anche io ho pensato che tu fossi molto...- sexy, arrapante, eccitante, seducente, affascinante, attraente, irresisitible -... irresistibile.- Sì, irresistibile suonava bene.
Ti dona la barba, ti dà un'aria più adulta!

Un complimento detto con assoluta innocenza e sincerità.
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Messaggioda Clovis » 17/12/2015, 22:26

Hai altre domande?

Solo una.

Dovette attendere qualche istante, prima di ascoltare quella famosa unica domanda, in quanto prima ci fu un altro bacio tra loro, in quel caso voluto dalla Bishop e sicuramente pieno di una serie di emozioni ben differenti da quelle passate. Non c'era più incertezza, imbarazzo, difficoltà, bensì la spontaneità e l'affetto che solo una ragazza serena dentro, nel cuore, poteva fornire senza troppi giri di parole. Ovviamente Clovis si trovò subito a contraccambiare, chiedendosi distrattamente come mai Cecilia si fosse sbloccata così di colpo. Probabilmente era merito delle sue parole e della sua sincerità e questo gli faceva immensamente piacere. Ad ulteriore riprova poi che le cose fossero ormai del tutto cambiate, dopo il bacio giunse la dolce domanda rivelatrice.

Dove suggerisci di andare adesso, mio vero fidanzato?

... Ha solitamente delle preferenze, la mia vera fidanzata?

Sorrise con maggiore trasporto, prendendole la mano, stringendola con affetto e complicità. Si erano fidanzati, stavano insieme, facevano coppia.
Era strano pensarlo ma allo stesso tempo piacevole. Per lui era una novità avere al suo fianco una ragazza tanto cervellona e studiosa ma la cosa non gli dispiaceva, anzi, era affascinato dalle femmine cariche di intelletto e con quella marcia in più che le sapeva distinguere da tutte le altre. Senza considerare che, da quel poco che aveva visto, era probabile che Cecilia nascondesse un lato intimo di sé molto poco sviluppato e coltivato, quindi sarebbe stata sua premura occuparsi anche di quella questione, magari al più presto, visto che l'astinenza si faceva sentire pure dal suo di fronte.

Visto che mi conosci ancora poco, sappi che quando visito una città nuova adoro girare possibilmente nei musei, meglio ancora di scienze naturali. Gli acquari sono il pezzo forte per rendermi felice e contenta sempre, ma anche un buon posto dove mangiare e parlare di tutto e di più mi soddisfa.

Ok, afferrato!

Oppure, la quarta opzione... Consiste nello stare seduti su questa panchina a... ehm... continuare quello che stavamo facendo prima, fino a quando non saremo troppo stanchi e affamati per andare avanti.

Preferirei evitare un contatto così prolungato con le tue labbra, sono sincero.
Mi spingerebbero a saltare ogni tipo di pasto ed andare verso un altro luogo chiuso ben diverso e privato.


D'altronde si era capito ormai che Clovis dei due fosse quello più schietto e sincero, giusto?

Ah e per la cronaca, anche io ho pensato che tu fossi molto... irresistibile.
Ti dona la barba, ti dà un'aria più adulta!


E' una comodissima sciarpa, neanche puoi immaginare quanto, ahahah!
... Ok, allora penso proprio di aver individuato il programma adeguato, seguimi, spero proprio di farti divertire!


Nell'arco delle tre ore successive e antecedenti al pranzo, Clovis la condusse al museo di scienze naturali della città, al museo di biologia marina ed anche in un luogo particolarmente apprezzabile per lei, ovvero la Facoltà Scientifica MagiTecnologica di Andorra. Si era fatto fornire un pass speciale per due in modo da poter entrare, osservare i lavori, gli sviluppi e i vari laboratori con i macchinari più all'avanguardia del Mondo Magico. Era ovvio che con una fidanzata simile fosse semplice individuare l'iter giusto da seguire per farla divertire ed anche se in qualche frangente il Belmont si ritrovò ad annoiarsi leggermente, vedere lei sorridere estasiata e con gli occhi luminosi gli impedì di pentirsi di quella gita organizzata. Il ristorante dove mangiare se l'era fatto consigliare dalla Contessa in persona e forse, a posteriori, avrebbe preferito aver chiesto a qualcun altro. Lusso, chic, ambiente d'alta classe e cucina di un certo livello, talmente tanto elevato che alcune cose non sapeva nemmeno cosa fossero o se davvero esistessero nella cultura gastronomica generale. Tuttavia sperava proprio di fare buona figura con lei, erroneamente pensando che "intelligente" volesse dire "sofisticato".

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A-allora... Cosa... Cosa ti andrebbe, Cecilia?
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Messaggioda Cecilia » 19/12/2015, 21:50

... Ha solitamente delle preferenze, la mia vera fidanzata?

Ricambiò la stretta dell'altro, ridendo senza un motivo apparente, mentre quella semplice frase scatenava diverse reazioni in lei. In primis era imbarazzata, già, perchè era da molto tempo che Cece non si sentiva in quel modo, non aveva un contatto serio e diretto con un ragazzo che l'aveva appena definita come la sua fidanzata. Poi nervosa, non sapeva che cosa aspettarsi da quella storia: non era stato semplice il solo pensiero di ricominciare a vivere dopo la morte di Aaron, figurarsi l'avere una storia d'amore! Non era ancora amore, vero, ma comunque era una storia e già quello era un grandissimo passo in avanti per la Bishop, di quelli stratosferici ed enormi. Per ultimo, si sentiva felice: non pensava ad Haytham, nè ad Aaron, nè a nessun altro, se non al presente insieme a Clovis e al desiderio -impellente- di continuare a baciarlo fino a consumare le labbra.
Poi sarebbe stato difficile spiegare in giro dove le avesse perse, ma quello era un altro discorso che avrebbe affrontato solo in seguito. Tuttavia il Belmont le aveva fatto una domanda, come conseguenza della sua domanda al "che facciamo ora?" ed era meglio mettere in chiaro -onde evitare spiacevoli situazioni- quali fossero i gusti della futura scienziata.

Visto che mi conosci ancora poco, sappi che quando visito una città nuova adoro girare possibilmente nei musei, meglio ancora di scienze naturali. Gli acquari sono il pezzo forte per rendermi felice e contenta sempre, ma anche un buon posto dove mangiare e parlare di tutto e di più mi soddisfa.

Ok, afferrato!

Oppure, la quarta opzione... Consiste nello stare seduti su questa panchina a... ehm... continuare quello che stavamo facendo prima, fino a quando non saremo troppo stanchi e affamati per andare avanti.

Preferirei evitare un contatto così prolungato con le tue labbra, sono sincero.

P-perchè?
Ho qualcosa che non va? Forse bacio troppo male? T-tranquillo, sono solo un po' arrugginita!
Con un po' di pratica mi riprenderò in fretta...
Ma non era un modo per spingerti a baciarmi se non vuoi!


Mi spingerebbero a saltare ogni tipo di pasto ed andare verso un altro luogo chiuso ben diverso e privato.

Okay, cancella immediatamente quello che ho detto prima sulla ruggine e... tutto il resto.

Disse, sperando di riprendersi in fretta dalla figura appena fatta e sorvolando sul fatto che il pensiero di stare assieme a Clovis in un luogo chiuso e appartato, lungi dal dispiacerle, le faceva anzi molto piacere. Anche se le sue paure erano subito pronte a saltarle addosso non appena si fosse ritrovata a dover fare qualcosa di concreto, cosa che per il momento la spingeva a pensare di voler aspettare, giusto il tempo di conoscersi meglio e di imparare più cose su di lui, prima di concedersi.
Insomma, non andava certo col primo che capitava a tiro, lei!
Per fortuna, nelle successive tre ore, ebbe troppe poche occasioni per uscirsene con altre stramberie dell'ultimo minuto, troppo entusiasta dei posti dove il catalano aveva deciso di portarla per farle conoscere la sua città. Il museo di scienze naturali era davvero ben fatto, quello di biologia marina la fece regredire allo stato di bambina, affascinata da tutto ciò che riguardava il mare e la sua fauna e flora locale. Fece anche presente al militare episodi sporadici della sua infanzia legati all'ambiente marino, quando il padre si divertiva a portarla con lui in barca e le insegnava ad immergersi sott'acqua, sviluppando in seguito la sua passione per quel mondo. Ma fu l'ultimo luogo dove la portò -la Facoltà Scientifica MagiTecnologica- che la lasciò davvero senza fiato. Non perchè al suo interno stesse vedendo cose nuove -un'appassionata come lei e fra l'altro studentessa A.G.E.R. conosceva la maggior parte delle innovazionni magitecnologiche lì esposte- ma perchè il Belmont, pur non avendo alcun interesse su quell'argomento, l'aveva portata ugualmente a vederlo, probabilmente spaccandosi i cosiddetti, ma facendolo ugualmente. E la Bishop, ovviamente, non perse occasione di spiegargli ogni minima cosa, di condividere con lui il suo sapere, mentre camminavano per le stanze stretti mano nella mano.
Alla fine di tutto quel giro, era stanca, aveva le gambe che le facevano male e una gran fame. Peccato che il posto scelto dal militare dove mangiare fosse... un po' troppo chic per lei! Quando entrarono all'interno del ristorante di lusso, si guardò un po' spaesata, sentendosi davvero, davvero, davvero, davvero tanto fuoriluogo.

Ma sei proprio sicuro di portertelo permettere?

Gli chiese a bassa voce, spiegandogli poi che non voleva prosciugargli tutto il conto in banca con un solo pranzo. Solo dopo aver ricevuto conferma da parte sua, la bionda occhialuta potè finalmente sedersi, ancora un po' a disagio, ma pensando che se il Belmont aveva scelto un posto simile evidentemente era abituato ad un certo livello di raffinatezza rispetto a lei. Insomma, a guardarlo la prima sera tutto avrebbe detto tranne che fosse un tipo del genere, però non era certo la prima volta che si sbagliava nel giudicare le persone, quindi tanto di cappello alla capacità di mimetizzazione sociale del ragazzo!

A-allora... Cosa... Cosa ti andrebbe, Cecilia?

Se devo essere sincera, non saprei dire...
Molti di questi piatti nemmeno li avevo sentiti nominare!
Tu ci vieni spesso qui, no? Quindi saprai consigliarmi cosa è meglio prendere!


Disse fiduciosa, guardando il menù e aspettando che Clovis sciorinasse i suoi consigli, non notando il suo disagio perchè troppo impegnata a tenere a bada il proprio.

Posso confessarti una cosa?- riprese poco dopo, avvicinandosi un po' di più al Belmont- E' la prima volta che entro in un ristorante come questo. E non credevo che tu fossi il tipo di persona da frequentare posti simili...
E pensare che se avessi organizzato io il nostro appuntamento, ti avrei portato in un luogo più... sobrio!


Disse con una lieve risata che lasciava tradire un po' del suo disagio. Insomma, già lei era impacciata e comica di suo, non voleva certo rischiare di rompere qualcosa perchè era stata poco attenta.

Ti sei divertito?
Praticamente mi hai portata solo in posti che piacciono a me, tu non hai avuto voce in capitolo!
Ammetto che io a volte sono troppo invadente e lascio poco spazio agli altri, però questo non significa che tu devi adattarti al mio carattere. Puoi sempre fermarmi in qualsiasi momento e dire "Cece basta" e io capirò che sto esagerando!
... Come in questo momento, ad esempio.
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Messaggioda Clovis » 21/12/2015, 23:22

Ma sei proprio sicuro di potertelo permettere?

Ma certo, tranquilla!

Percepiva la bellezza di 1800 Galeoni al mese per quell'occupazione ma non era esattamente tipo da vantarsene.
A Cecilia bastava sapere che poteva permettersi quel pranzo, senza dover scendere nei particolari.
Stare seduti lì era un po' strano in effetti: a lui capitava solo quando doveva fare compagnia alla Contessa in dei pasti diplomatici.
Adesso invece era solo con la fidanzata, già, proprio la fidanzata, da poco ma pur sempre tale ormai, ed era un pelino nervoso.
Forse perché temeva che alla ragazza potesse non fare impazzire il luogo ed in parte anche perché aveva poche conoscenze di quel cibo.
Tutta roba esclusiva di alta classe, non certo pietanze da trattoria alla buona o da fast food.
Il menù, gonfio di nomi strani e pietanze ancora più strane, vantava ingredienti di prim'ordine, probabilmente eccellenti e deliziosi.
In parole povere la filosofia da seguire in quel frangente doveva essere "tentar non nuoce", perché più o meno doveva essere buono tutto.

A-allora... Cosa... Cosa ti andrebbe, Cecilia?

Se devo essere sincera, non saprei dire...
Molti di questi piatti nemmeno li avevo sentiti nominare!
Tu ci vieni spesso qui, no? Quindi saprai consigliarmi cosa è meglio prendere!


Ehm... Dunque...

Nei minuti successivi, Clovis si occupò di spulciare adeguatamente la lista dei piatti alla ricerca di tutte le cose che solitamente ordinava Danielle.
Se erano dei cibi che deliziavano il palato signorile della Contessa, allora di sicuro non potevano fare schifo o essere roba da poco conto.
Purtroppo per la sua memoria, non molto ferrea durante quei pranzi noiosi, gli fece ricordare solo una manciata di nomi, forse tre con sicurezza.
Non mostrò comunque difficoltà, sorridendole e indicandole ogni volta il proprio consiglio.
La fortuna volle che i tre piatti furono rispettivamente un antipasto, un primo e un secondo!

Posso confessarti una cosa?

Tutto quello che vuoi!

E' la prima volta che entro in un ristorante come questo.
E non credevo che tu fossi il tipo di persona da frequentare posti simili...
E pensare che se avessi organizzato io il nostro appuntamento, ti avrei portato in un luogo più... sobrio!


Beh... Io non frequento esattamente questi luoghi... Volevo... Fare bella figura con te...

Diventando appena appena rosso, il Belmont si portò la mano dietro la nuca con imbarazzo, non guardandola direttamente negli occhi.

... Però ho un'idea!
Possiamo rifarci stasera: se mi dici che luogo ti piace e quale cibo ti fa impazzire, posso subito trovare il locale adatto!
Per quanto riguarda il mangiare tipico e alla mano, sono un vero esperto, te lo assicuro!


Ricaricato di una nuova energia, Clovis quindi si ripromise di non sbagliare colpo per la cena, volendo rendere quella giornata magnifica.

Ti sei divertito?
Praticamente mi hai portata solo in posti che piacciono a me, tu non hai avuto voce in capitolo!


La gita era organizzata per te, cosa c'entravo io, scusa?!
E poi alla fine mi diverto a vedere cose nuove, non mi dispiace tenermi informato e acculturato...


Ammetto che io a volte sono troppo invadente e lascio poco spazio agli altri, però questo non significa che tu devi adattarti al mio carattere. Puoi sempre fermarmi in qualsiasi momento e dire "Cece basta" e io capirò che sto esagerando!
... Come in questo momento, ad esempio.


Ma tu non stai esagerando... Mi piace quando parli così, a ruota libera, esprimendoti completamente!
E poi, al massimo, conosco il metodo giusto per zittirti come azione di emergenza, giusto?


Riferendosi ovviamente ad un bacio con la lingua di almeno tre minuti buoni, volto a calmarla e intontirla per circa una mezz'ora abbondante.

I signori desiderano ordinare?

Oh, sì sì, allora, prima la signorina...

Lasciò che Cecilia si occupasse di esprimere le proprie preferenze, prima di fare lui lo stesso.
Quando poi il cameriere chiese se nel caso volessero un poco di vino, Clovis trovò adeguato ordinarne una bottiglia, bianco e fresco, sicuramente.
Non conosceva la poca sopportazione dell'alcol della ragazza, però alla fine si trattava al massimo di un paio di bicchieri ciascuno o poco più!

Senti, posso farti una domanda un po' indiscreta?
Ma cosa ti è piaciuto di me?
Intendo fisicamente e caratterialmente.
Sai, ho visto e analizzato bene il tipo per il quale hai avuto la cotta, quel Ravnick.
Onestamente parlando io e lui non abbiamo proprio niente in comune, per non essere più volgari...
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Clovis
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Messaggioda Cecilia » 22/12/2015, 23:40

Nessuno l'aveva mai portata in un ristorante tanto costoso, anche se c'era da dire che Cecilia non aveva mai avuto chissà quanti spasimanti. Era però convinta che anche se così fosse stato, nessuno di loro sarebbe mai stato capace di farla pranzare in un posto simile, nemmeno impegnandocisi con tutta sè stessa. A quanto pare il Belmont era un tipo molto raffinato -a dispetto dell'aria da campagnolo che dimostrava- e questo pensiero lo fece presente anche al ragazzo, non nascondendo il suo disagio nel trovarsi in un luogo così diverso da quelli frequentati abitualmente da lei.

Beh... Io non frequento esattamente questi luoghi... Volevo... Fare bella figura con te...

Tu... con me?

Chiese un po' incredula e imbarazzata anche lei, abbassando lo sguardo e sistemandosi gli occhiali, gesto che le veniva spontaneo e automatico fare dato che li portava quasi sempre, ma che in quel momento fu inutile visto che non aveva nessuna montatura sul naso.

... Però ho un'idea!
Possiamo rifarci stasera: se mi dici che luogo ti piace e quale cibo ti fa impazzire, posso subito trovare il locale adatto!
Per quanto riguarda il mangiare tipico e alla mano, sono un vero esperto, te lo assicuro!


Va bene!
Allora... Mi piace sperimentare cucine diverse, purchè non sia nulla di piccante: non sono proprio in grado di sopportarlo.
E poi... adoro il pesce, in tutte le sue forme!
Per il resto mi basta un ambiente confortevole e... Ehm... Un ragazzo... c-come te al mio fianco...


Non era proprio abituata a fare complimenti, si sentiva impacciata e non sapeva mai se stava dicendo la cosa giusta oppure no. La sua paura era che si lasciasse prendere dall'imbarazzo tanto da iniziare a dare aria alla bocca, parlando e parlando senza interruzione, fino a quando Clovis non fosse stato stordito e annoiato a tal punto dal suo parlare da decidere di alzarsi e abbandonarla lì all'istante. Senza pagare il conto.

Ma tu non stai esagerando... Mi piace quando parli così, a ruota libera, esprimendoti completamente!

Saresti il primo e l'unico!

E poi, al massimo, conosco il metodo giusto per zittirti come azione di emergenza, giusto?

S-sì, ma quello dovrebbe essere classificato come uso improprio di armi!

Arrossì di colpo, ritrovandosi a pensare ancora a quei baci caldi e languidi, baci che avrebbe voluto poter scambiare con lui anche in quel momento. Tuttavia il trovarsi all'interno di un ristorante di lusso come quello le impediva di muoversi in maniera più spontanea e naturale, portandola invece a cercare di trattenersi quanto più possibile, per non fare brutta figura di fronte a tutti i clienti.
Perchè immaginava che se si fosse lasciata andare, avrebbe rischiato di scatenare i suoi istinti peggiori.
Giusto per tenere a bada i bollenti spiriti, Cece si allontanò un attimo per dirigersi al bagno, approfittandone sia per espletare funzionani corporali che tratteneva da quella mattina, sia per togliere le lenti che, dopo più di tre ore, iniziavano a darle fastidio. Tanto aveva compreso che a Clovis lei andasse bene anche con quelli, quindi non doveva temere di fare troppo la figura della secchiona di fronte a lui.
Una volta tornata, trovò il cameriere al loro tavolo, pronto a prendere le ordinazioni. La Bishop scelse i piatti che le aveva consigliato il catalano e rifiutò invece con decisione l'idea del ragazzo di prendere del vino bianco da bere, in parte perchè l'alcool non lo reggeva per niente, in parte perchè non le piaceva il sapore del vino, per questo -anche sforzandosi- non sarebbe mai riuscito a berlo. Acqua fresca di sorgente le andava più che bene, anzi la rendeva molto più felice di qualsiasi tipo di vino.

Senti, posso farti una domanda un po' indiscreta?

Dipende da quanto è indiscreta.

Ma cosa ti è piaciuto di me?
Intendo fisicamente e caratterialmente.
Sai, ho visto e analizzato bene il tipo per il quale hai avuto la cotta, quel Ravnick.
Onestamente parlando io e lui non abbiamo proprio niente in comune, per non essere più volgari...


Prese fiato per rispondere, ma le parole in realtà non le uscirono fuori nemmeno volendo, rendendosi conto che in effetti -sia con Haytham che con Clovis- aveva seguito molto il suo istinto, senza chiedersi perchè quella persona le piacesse tanto da spingerla a provarci seriamente. Per lei era già un miracolo che qualcuno le piacesse dopo Aaron, che il sollievo provato le aveva fatto completamente dimenticare di comprendere cosa ci fosse effettivamente dietro.

Lo sai che è una domanda che non mi sono mai posta nemmeno io?
Nel senso, me ne sono fatti mille di ragionamenti sul come avvicinarmi e il perchè mi andava di farlo, però non mi sono mai soffermata a ragionare su cosa avesse fatto scattare quella molla.
Haytham mi aveva colpito per la sua faccia da schiaffi e per l'aria da teppista. Sì, decisamente per quello.
Tu invece mi sei piaciuto molto quando ho scoperto che eri diverso da ciò che avevo immaginato. Ti credevo pomposo, rigido, rozzo e stupido... E invece ti sei dimostrato umile, spontaneo, gentile e intelligente quanto basta, cosa che va più che bene, perchè insomma non è che tutti possono essere super cervelloni al mondo!
Poi quando mi hai cantato quella canzone, mi hai fatto provare sensazioni nuove. Mi hai fatta sentire speciale e più te ne parlo, più mi rendo conto che questo forse è il tuo pregio più grande...


Disse con malcelato imbarazzo, prendendogli la mano e stringendola fra la propria.

E poi fisicamente... Mi fai impazzire.
Non riesco a smettere di pensare a te che mi baci, al tuo corpo vicino al mio, al tuo profumo...
- si stava sbottonando fin troppo, lei che temeva di parlare così apertamente di quello che provava, eppure adesso che lo stava facendo sentiva di avere sempre meno ostacoli davanti e che poteva essere sincera con lui fino in fondo -Avrei tanto voluto che tu mi baciassi anche la sera di San Valentino, mentre stavamo in quella gelateria...

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Tu invece?
Quale follia ti ha spinto a volerci provare con me?
Parlo solo del carattere, perchè mi hai già detto che mi trovi uno schianto. Però non mi sto vantando, nel senso, non sono proprio una tipa semplice da gestire e lo stai vedendo anche adesso mentre parlo a macchinetta, quindi...
- prese un bel respiro- Perchè proprio io?
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Messaggioda Clovis » 25/12/2015, 19:42

Lo sai che è una domanda che non mi sono mai posta nemmeno io?

Tu che non ti poni domande?
Comincio seriamente a preoccuparmi...


Nel senso, me ne sono fatti mille di ragionamenti sul come avvicinarmi e il perché mi andava di farlo, però non mi sono mai soffermata a ragionare su cosa avesse fatto scattare quella molla.
Haytham mi aveva colpito per la sua faccia da schiaffi e per l'aria da teppista. Sì, decisamente per quello.


Faccia che decisamente io non ho, quindi si ritorno al mio quesito, inevitabilmente.

Tu invece mi sei piaciuto molto quando ho scoperto che eri diverso da ciò che avevo immaginato.
Ti credevo pomposo, rigido, rozzo e stupido... E invece ti sei dimostrato umile, spontaneo, gentile e intelligente quanto basta, cosa che va più che bene, perché insomma non è che tutti possono essere super cervelloni al mondo!


Ah beh, ovviamente!

Ma Cecilia almeno si stava rendendo conto di averlo parzialmente offeso, o meglio, parzialmente offeso il suo normalissimo quoziente intellettivo?
Probabilmente no, andava avanti a chiacchierare e per quanto Clovis stesse quasi per farglielo notare col sorriso, alla fine resistette alla tentazione, preoccupandosi soltanto di ascoltarla e ascoltarla e ascoltarla. In fondo non gli dispiaceva, era una femmina davvero fatta di pepe e follia.

Poi quando mi hai cantato quella canzone, mi hai fatto provare sensazioni nuove.
Mi hai fatta sentire speciale e più te ne parlo, più mi rendo conto che questo forse è il tuo pregio più grande...


Far sentire speciale una persona che lo è assolutamente?
Capisco...


Si fece prendere la mano, guardandola negli occhi, in quell'istante ornati dai famosi occhiali che gli piacevano tanto, molto più delle lenti a contatto.
La Bishop era bella in quella maniera, per lui, così naturale, così forse più intellettuale, senza considerare che gli occhiali da sempre fornivano fantasie decisamente pornografiche a non finire, però quello evitò di farglielo presente onde evitare di rovinare il momento "romantico".

E poi fisicamente... Mi fai impazzire.
Non riesco a smettere di pensare a te che mi baci, al tuo corpo vicino al mio, al tuo profumo...
Avrei tanto voluto che tu mi baciassi anche la sera di San Valentino, mentre stavamo in quella gelateria...


Troppo semplice approfittare della situazione.
Inoltre eri ancora parzialmente interessata ad un altro.
Non sarebbe stato un bacio perfetto e a me certe cose va che vengano eseguite alla perfezione.


Mise la mancina sopra la mano di lei che teneva la sua, parlandole con voce più bassa e graffiante, in modo da ottenere un po' di riservatezza.

Ricordavo proprio bene quanto fossi bella ed eccitante con gli occhiali...
A parte questo, mi stai piacendo ogni secondo di più, Cece...


Sorrise appena, complice, sicuro che nessuno lo avesse sentito, utilizzando per la prima volta quel soprannome datole un po' da tutti.

Tu invece?
Quale follia ti ha spinto a volerci provare con me?
Parlo solo del carattere, perché mi hai già detto che mi trovi uno schianto.
Però non mi sto vantando, nel senso, non sono proprio una tipa semplice da gestire e lo stai vedendo anche adesso mentre parlo a macchinetta, quindi...
... Perché proprio io?


Non appena ci siamo conosciuti ho compreso quanto tu fossi una persona un po' strana, un po' complessa e un po' indefinibile.
Hai tanti blocchi, tanti timori e tante insicurezze, però allo stesso tempo combatti ogni giorno per non restarne schiava e vittima.
Alzi barriere verso l'ignoto e ti poni sempre in un'ottica di sfida con te stessa e con chiunque altro susciti la tua competizione.
Mostri decisione, però sei anche tanto terrorizzata dagli sbagli, insomma, una specie di contraddizione vivente... Ed è questo che mi affascina di te.
Fisicamente hai detto che l'hai capito ma comunque tendo a ribadirlo: mi accendi la voglia di fare con te praticamente tutto.


Sì, però meglio non scendere nei dettagli, giusto per non farla diventare rossa come il tramonto.
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Messaggioda Cecilia » 26/12/2015, 18:14

Troppo semplice approfittare della situazione.
Inoltre eri ancora parzialmente interessata ad un altro.
Non sarebbe stato un bacio perfetto e a me certe cose va che vengano eseguite alla perfezione.


Non aveva mai pensato che Clovis potesse avere un valido motivo per non averla baciata quella sera in gelateria. Si sentì una sciocca la Bishop ad essersi persino arrabbiata con lui per ciò che non aveva fatto, dimenticando forse che lui -come qualsiasi altro essere umano- aveva una propria opinione e un proprio punto di vista e che in questo caso aveva perfettamente ragione ad aver voluto aspettare.
Lei che era una maniaca della perfezione e del controllo avrebbe dovuto sapere più di chiunque altro che quel momento non era adatto. Certo la ragazza si sentiva pronta, lo desiderava con tutta sè stessa, ma che cosa aveva sempre fatto capire al Belmont durante la sera di San Valentino? Che lui era solo un accompagnatore il cui unico scopo era quello di far sfigurare Haytham Ravnick e che lei aveva voluto al suo fianco non certo perchè fosse interessata a lui, ma perchè sulla carta era decisamente migliore rispetto al MagiArcheologo.
Strinse con più forza la mano di Clovis, provando a reprimere i sensi di colpa e ripromettendosi che in futuro non si sarebbe più comportata in maniera tanto egoista. Anche perchè, più passava il tempo e più sentiva di voler rendere felice il Belmont, di voler essere il motivo per cui lui si alzava la mattina sorridendo alla vita.

Ricordavo proprio bene quanto fossi bella ed eccitante con gli occhiali...
A parte questo, mi stai piacendo ogni secondo di più, Cece...


In quel caso, gli sguardi erano molto più eloquenti di qualsiasi parola, specie quello di Cecilia che non la smetteva più di fissare gli occhi del catalano.

Per me è lo stesso...

Un'affermazione espressa a bassa voce, come se temesse di farsi sentire persino dal ragazzo che le stringeva la mano e che le faceva ribollire il sangue dal desiderio di un altro bacio ancora. Fu con un certo rammarico che si dedicò, invece, a rigirare la stessa domanda anche a lui, curiosa di scoprire quali caratteristiche di sè stessa lo avevano colpito al punto da lasciar perere la sua palese follia.

Non appena ci siamo conosciuti ho compreso quanto tu fossi una persona un po' strana, un po' complessa e un po' indefinibile.

Mhmh... continua...

Hai tanti blocchi, tanti timori e tante insicurezze, però allo stesso tempo combatti ogni giorno per non restarne schiava e vittima.
Alzi barriere verso l'ignoto e ti poni sempre in un'ottica di sfida con te stessa e con chiunque altro susciti la tua competizione.
Mostri decisione, però sei anche tanto terrorizzata dagli sbagli, insomma, una specie di contraddizione vivente... Ed è questo che mi affascina di te.


Ammetto di essere una persona piena di sorprese!

Fisicamente hai detto che l'hai capito ma comunque tendo a ribadirlo: mi accendi la voglia di fare con te praticamente tutto.

T-tutto tutto?

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Clovis non aveva bisogno di specificare nulla, anche perchè bastò la semplice immaginazione della Bishop a farle andare a fuoco le parti intime, mentre fantasticava su quel tutto che presto o tardi sarebbe potuto accadere. Cercava di trattenersi in realtà, perchè sentiva che quello non era il momento adatto a lasciarsi andare. Desiderava per sè stessa e per entrambi una prima volta da sogno, qualcosa che le sarebbe stato difficile da dimenticare. Ma di questi suoi sogni -molto romantici- preferiva non farne parole con il Belmont, perchè si sentiva in quel suo desiderio quasi una ragazzina e non voleva certo dare quell'impressione alla guardia del corpo della Contessa.
Per questo motivo, appellandosi al proprio elemento, cercò di conformarsi ad esso e di mantenersi calma e distaccata in apparenza, continuando il pranzo senza troppi intoppi e gustandosi quelle pietanze tanto strane e fuori dalla sua portata, almeno economicamente parlando. Una volta concluso il pasto, i due passarono anche il pomeriggio e la sera insieme, girando per il centro storico della città natale di Clovis, facendo una capatina nella gelateria più buona di Andorra la Vella e chiacchierando di tanti argomenti, tutti diversi l'uno dall'altro ma che riuscivano ugualmente a mantenere vivo e acceso l'interesse. Il contatto fisico fra loro due era pressochè continuo: un po' per volere di Cecilia stessa, un po' per volere del Belmont, nessuno dei due si staccò dall'altro, intervallando le parole ai baci, baci che riportavano in vigore i desideri che tanto faticosamente l'Acuan cercava di trattenere e sedare. La cena si svolse in un ristorante sul lago, specializzato quindi nel cucinare pesci d'acqua dolce. Solo dopo aver concluso il pasto, su suggerimento di Cece, i due si diressero verso le rive del lago in questione, ammirandone la bellezza e approfittando di quegli ultimi istanti di completa solitudine per poter assaporare ancora la bocca del suo fidanzato.

E' normale che non abbia la minima intenzione di lasciarti andare?
Vorrei rimanere qui per sempre...
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