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Messaggioda Martha » 26/06/2013, 21:47

[Giovedì, seconda settimana di Ottobre – Sala Conferenze => Ore 15.40]


Era passato circa un mese dalla notte nella quale feci quello strano sogno. Ero immersa nell’oceano più profondo, anche se non avrei saputo dire di quale si trattasse. Avevo incontrato e parlato con delle strane creature e compiuto quello che suppongo fosse un rituale a me sconosciuto. Quando mi risvegliai da quel sogno, mi ero sentita una persona nuova: qualcosa dentro di me era cambiato. Riuscivo ancora a percepirlo, quando ero sola e intenta a concentrarmi per portare avanti i miei progressi in Occlumanzia: l’acqua di quel sogno sembrava essersi instillata in me e non voleva saperne di abbandonarmi. Non che la cosa mi dispiacesse. In un certo senso, il vuoto e il senso di solitudine che la morte di Heathcliff mi aveva lasciato dentro sembrava essersi attenuato, anche se non era scomparso del tutto.
Già, Heathcliff. Gli dovevo molto. E dovevo molto anche a me stessa. Quando venni a sapere che la sua morte non era stata naturale ma causata da chissà quale entità malvagia, mi fu difficile accettare la verità. Non perché essa mi appariva dissacrante e sconvolgente, ma perché ipotizzavo, anzi ero assolutamente certa che Heathcliff sapesse tutto fin dall’inizio. E non aveva fatto nulla per proteggersi o per permettermi di proteggerlo. Non volevo accettare che la sua morte, anche se indotta, fosse stata comunque una sua scelta, forse perché nonostante mi scervellassi, non riuscivo a capire quali fossero le ragioni che lo avevano spinto, infine, ad una tale decisione. Era troppo vecchio? Era stanco di vivere? Non voleva più avermi al suo fianco? Odiavo quei pensieri, perché mi facevano sentire una stupida ragazzina di tredici anni. Eppure i quesiti erano sempre gli stessi e io mi ero ritrovata immancabilmente indifesa di fronte alla crudeltà di tali ipotesi.
Per questo avevo eretto intorno a me un muro di ghiaccio, qualcosa che tenesse lontano il mio cuore dal resto degli altri. Non volevo che questo venisse anche solo toccato, sfiorato, ferito o scalfito. Doveva rimanere intatto così com’era, sebbene di intatto non fosse rimasto poi molto. Quella notte, poi, qualcosa cambiò. Un’incrinatura, una crepa, una lieve frattura dalla quale vidi finalmente un bagliore di luce tendermi una mano. Sotto forma di una goccia d’acqua. Era passato un mese, si, un mese di intense ricerche su ogni libro dove la mia mente avida e assetata di sapere potesse metter su le mani. Avevo cercato nella mia biblioteca personale, in quella della scuola, nel Settore Proibito, ovunque. Neanche i libri di Heathcliff mi erano stati d’aiuto. In nessuno di essi ero riuscita a trovare notizie su uno strano rituale magico che avesse a che fare con l’acqua. L’unica cosa che avevo scoperto, era che i nomi delle due sirene appartenevano alla mitologia classica babbana. E avevo letto di un particolare battesimo fatto con l’acqua, nel Cristianesimo babbano, sebbene questo prevedesse di farsi il bagno e non di berla. Insomma, alla fine non ne avevo ricavato un Acromantula dal buco e la cosa mi infastidiva molto. Avevo sperato di incontrare la misteriosa “figlia dell’Acqua” quanto prima possibile, ma ella non si era ancora palesata a me e io non avevo la minima idea di dove andarla a cercare. C’era da dire, inoltre, che i miei impegni a scuola mi impedivano di uscire troppo spesso da Hogwarts e che quindi fosse normale che le mie ricerche risultassero scarne. In ogni caso, quel giorno ero ben decisa a scacciare via tutti quei pensieri dalla mia mente, anche perché mi si prospettava una giornata impegnativa dal punto di vista lavorativo. Era infatti il giorno nel quale avrei tenuto il mio seminario sulla Vampire Slayer, la pozione Anti-Vampiro più efficace esistente al mondo. Ero finalmente riuscita a raccogliere tutte le nozioni necessarie per spiegare ai pochi privilegiati che avrebbero preso parte alla conferenza, la storia, gli effetti e gli usi di quella mirabolante pozione. Un vero e proprio traguardo per la pozionistica magica. Per questo avevo chiesto al signor Gummle, con tutta la gentilezza di cui ero capace, di allestire la Sala Conferenze per le 16:00 in punto di questo giorno, dandogli un preavviso di circa due settimane. Gummle mi aveva guardata storto, ma sapevo che avrebbe fatto quello che gli avevo chiesto. Era un burbero, lo riconoscevo, ma in fondo fra burberi ci si sa come comportarsi, no?

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Miss Bennet, la Sala è pronta…

Grazie Mr Gummle.
Spero abbia fatto un buon lavoro…


Lo giudicherà lei stessa. Se ha bisogno di me, chiami pure.
Buona giornata.


Anche a lei

Questo breve scambio di battute accolse il mio ingresso nella Sala delle Conferenze, dove, dovevo ammetterlo, questa volta il custode della scuola aveva superato sé stesso. Mi chiesi se il mio tono gentile ma velatamente minaccioso fosse stato il motivo che aveva spinto l’uomo a lavorare meglio del solito, ma in fondo la cosa non mi importava poi più di tanto. L’importante era che le macchie, le ragnatele ed eventualmente qualche Molliccio fossero scomparsi da quella stanza, permettendomi di allestire tutto l’occorrente prima che arrivassero i partecipanti.
Mancava un quarto d’ora dall’inizio della conferenza, giusto il tempo che mi serviva per sistemare i miei appunti e le diapositive magiche. Mi ero vestita in maniera sobria, come al solito: pantaloni neri ma che scendevano stretti sul polpaccio, fasciandomi in maniera perfetta le gambe, camicia di un color bianco, tendente all’azzurro, decolleté nere e capelli acconciati in un morbido chignon dietro la nuca, con un ciuffo di capelli ad incorniciarmi di lato il viso. Avevo messo solo un velo di trucco sulla mia pelle, lasciando però le labbra prive del rossetto che amavo tanto, ma sostituendo l’assenza della matita nera con un paio di brillanti come orecchini, che facevano risaltare i miei occhi verde acqua. Insomma, anche se non sembrava, avevo iniziato a curarmi in maniera diversa rispetto al solito: se prima, infatti, lo vedevo solo come un ligio dovere, ora provavo una sorta di piacere a riscoprire un po’ della mia vanità che avevo seppellito durante gli anni nel quale Heathcliff era ancora vivo.

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La mia espressione era ancora seria e impenetrabile, ma in fondo non mi stavo preparando ad affrontare un argomento frivolo. La Gazzetta del Profeta, dell’ultima settimana di Settembre, mi aveva fatto riflettere più volte se fosse stato il caso di tenere una lezione del genere, quando in Tunisia un gruppo xenofobo aveva raso al suolo un’intera riserva, massacrando tutti i vampiri che vi facevano parte con l’ausilio di arti ai più sconosciute. La notizia mi aveva lasciata stranita: non sentivo parlare di persecuzioni contro i vampiri dal periodo in cui ero bambina ed anche lì erano episodi sporadici e di razzismo, che il Ministero e i suoi Auror provvedevano a sedare immediatamente, qualora qualche mago o strega fosse uscito tanto di senno da voler attaccare un vampiro. Il Trattato di Pace stretto con loro dopo la caduta del Signore Oscuro aveva reso la nostra vita più sicura e tollerante nei loro confronti. Per questo, la prospettiva che un simile eccidio potesse scatenare una reazione pericolosa e ai danni dell’intera comunità magica, non mi faceva piacere. Ma, in ogni caso, io ero lì per insegnare il valore scientifico e l’utilizzo di una pozione che per secoli ha visto generazioni di maghi combattere contro gruppi di vampiri guerriglieri. E la storia non si poteva cambiare.
Interruppi quelle considerazioni quando i primi arrivati fecero il loro ingresso dalla porta della Sala. Naturalmente, fra essi vidi il professore di Difesa, Sandyon Vastnor, che qualche tempo prima mi aveva dato una mano a risolvere un enigma per me molto importante. Mi avvicinai al Capo dei Serpeverde con un sorriso affabile, stringendo la sua mano e intrattenendolo con brevi frasi di circostanza prima di lasciare che l’ex-mercenario prendesse il proprio posto. Subito dietro di lui, vidi con la coda dell’occhio la sua pupilla, Arianna Ricciardi, una ex-Dragargenteo dal carattere orgoglioso e fiero, in compagnia del suo compagno di Casata Typhon Seal. Seal era riuscito nell’intento di divenire l’assistente dell’erbologa della scuola, cosa che aveva suscitato la mia ammirazione per la costanza e la perseveranza che il biondo ossigenato aveva dimostrato pur di farsi accettare da quella donna integra e, forse, più glaciale di me. Tuttavia, da quando era ritornata dal suo viaggio, avevo notato come i suoi modi fossero cambiati completamente, diventando addirittura un’altra persona. Era sorprendete come un anno all’estero, o ovunque fosse andata la mia collega, l’avessero resa irriconoscibile e decisamente più disponibile nei confronti degli altri. Ma in fondo, come potevo giudicarla, quando io stessa mi sentivo diversa dopo solo una notte? Certo, i miei modi diffidenti e bruschi erano rimasti, ma lo vedevo nel modo in cui mi comportavo con gli studenti o anche solo quando mi trovavo in compagnia degli altri docenti che avevo smussato la mia nota serietà e rigidezza, rendendola più dolce e accondiscendente di quanto avessi fatto fino ad allora. Forse, era stato anche per quello che avevo invitato anche gli altri miei colleghi a presenziare a quella conferenza, se avessero voluto, sebbene avessi rivolto a Tisifone una maggiore attenzione. Contavo sul fatto che la Divinante non ignorasse il mio invito, anche perché era da molto che volevo parlarle di riprendere le nostre lezioni di Occlumanzia e speravo che la fine del seminario mi avrebbe dato modo di trattenerla sul posto e parlare in maniera del tutto colloquiale e innocente agli occhi degli altri. I miei sforzi nell’apprendere quell’arte, infatti, sarebbero stati vanificati se qualcuno avesse captato la nostra conversazione, perché probabilmente mi avrebbe resa più vulnerabile agli occhi dell’altro. Non avevo molto da nascondere, in fondo, ma, anche se il mio mentore aveva scelto di morire per mano di altri, io non ero pronta ad accettare quel destino. Non avrei permesso a nessuno di torcermi un capello.
Dovetti aspettare solo pochi minuti, prima che tutti i partecipanti entrassero nella Sala e prendessero posto nella miriade di posti vuoti che la stanza metteva a disposizione. Le facce erano poche e ben note: Jorge Alvares, Elbeth Queen, Brianna Wollis, Miyabi Stevens, Zephyr Kenway e Melia Herbert degli studenti che ancora erano ad Hogwarts; ma anche Alexis Parker e Vergil Cartwright, appena diplomati ma venuti ad assistere a quella conferenza, spero, anche per puro gusto personale.

Salve a tutti.
Come molti di voi sapranno, qualche tempo fa il professor Vastnor chiese la mia collaborazione per istruirvi al meglio sulle tecniche di difesa contro il vampiro, inteso come creatura oscura. Naturalmente, questo corso di approfondimento per voi studenti verterà su una delle più grandi pozioni offensive che siano state inventate contro questo genere di nemico. Siete pregati quindi di fare assoluto silenzio, prendere piuma e pergamena e di stare bene attenti alle diapositive che vi verranno sottoposte nel corso della lezione.


Esordì tranquilla e professionale, quasi non mi trovassi in una Sala Conferenze ma all’interno della mia aula, intenta a spiegare a studenti particolarmente svegli ed intelligenti una pozione per me complicata e allo stesso tempo affascinante. Non avevo bisogno di amplificare magicamente la mia voce, visto il numero esiguo di partecipanti che erano stati ammessi qua dentro. In ogni caso, agitai con un colpo secco la bacchetta, oscurando le finestre con le tende e facendo apparire sul muro dietro di me la prima immagine che sarei passata a spiegare ai miei studenti e colleghi.

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La storiografia sulla nascita dei vampiri è estremamente recente, in quanto le prime ed ufficiali apparvero intorno alla seconda metà del Settecento, ad opera del vampiro che vedete raffigurato nell’immagine: Louis de Pointe du Lac.
In realtà, notizie frammentarie sul loro modo di vivere e ipotesi sulla loro genesi erano già presenti intorno al tardo periodo romano, giunti fino a noi da autori anonimi e di cui non possiamo verificarne, quindi, l’attendibilità. Inoltre, le notizie a noi giunte appaiono confusionarie e riguardano molto spesso le modalità di attacco di un vampiro e i loro punti deboli, ma non la loro nascita e sviluppo. Questo, presuppone quindi che i primi a scrivere di vampiri fossero maghi cacciatori, che annotavano probabilmente su diari o fascicoli il resoconto dei loro scontri con queste creature, sperando di tramandare alle generazioni future notizie utili per permettere ai loro successori di continuare il loro lavoro di sterminio.
Louis de Pointe du Lac, nato mago ma trasformato all’età di 25 anni in un vampiro, è il primo autore che ha avuto il coraggio di scrivere una storiografia completa e dettagliata sulla propria razza, andando incontro alla furia di molti suoi simili e rischiando spesso la morte per linciaggio. E’ infatti noto a molti che, in passato, i vampiri preservassero la propria vita negando essi stessi la loro esistenza e punendo chiunque osasse infrangere il Patto che era comune ad ogni vampiro: Noi non esistiamo, ci celiamo nelle ombre e lì rimaniamo era il saluto comune con il quale i vampiri accoglievano i nuovi adepti, spiegando con quelle semplici parole tutta un’intera filosofia di vita. I vampiri, infatti, vivevano costantemente nell’ombra, senza mai mescolarsi fra la gente e soprattutto mantenendo un voto di segretezza che impediva loro di parlare della loro stirpe con chi non ne faceva parte. Capite bene, dunque, che il valore storico dell’opera di Pointe du Lac è incommensurabile, giacchè milioni di vampiri tentarono una rappresaglia non solo contro di lui, ma anche contro le copie del libro che allora erano state messe in circolazione. Migliaia di queste vennero distrutte dalle mani sapienti dei vampiri più anziani e anche dei più scapestrati, seppur alcune copie sono sfuggite a quello sterminio grazie alla diligenza di alcuni maghi e streghe amanti della cultura.
E’ proprio in questo periodo, quando cioè popolose comunità di vampiri vennero allo scoperto, che si sentì l’esigenza di creare un’arma che potesse distruggerli facilmente e senza troppi problemi. Naturalmente, esistevano già incantesimi che potevano danneggiare e uccidere i vampiri; tuttavia, nonostante ora la loro esistenza fosse stata resa ormai nota, era comunque difficile stanarli dai luoghi nei quali essi si nascondevano. Era perciò necessario creare qualcosa che non destasse troppi sospetti, ma che fosse parimenti efficace contro queste creature oscure.


Parlare della storia dei vampiri era sempre stato affascinante per me, che ritenevo quelle creature estremamente fragili e vulnerabili, nonostante la loro forza sovrumana e la loro capacità di poter vivere a lungo, se non per l’eternità. Il libro di Louis de Pointe Du Lac, scritto nel francese del Settecento, presentava sé stesso non come una figura assetata di sangue, ma come un essere umano condannato ad un’esistenza infelice e maledetta. Da giovane, quando lessi quel libro, rimasi folgorata dalle sue parole, dalle sue esperienze e dalla malinconia che trasudava da ogni suo pensiero. Presi una cotta colossale per quel vampiro che ormai, se fosse stato ancora vivo, avrebbe avuto poco più di quattro secoli.

Ci tengo a precisare che l’intento di Pointe du Lac non era assolutamente quello di mettere in pericolo la propria stirpe, quanto invece aiutarla ad avvicinarsi alla comunità magica, presentandola come creature magiche con la stessa dignità che avevano Centauri, Tritoni e, curiosamente, Elfi Domestici. Già, molto prima di noi, i vampiri avevano compreso che gli Elfi Domestici non sono degli schiavi al nostro servizio, ma una razza con proprie abitudini e regole. Il suo scopo, quindi, era mettere fine al periodo buio che aveva visto i vampiri, nell’immaginario collettivo, come mostri da cacciare e mostrarli, metaforicamente, alla luce del sole.
Secoli e secoli di persecuzioni, però, non potevano essere lavati con un colpo di bacchetta, o in questo caso di piuma. Vampiri e maghi erano spaventati gli uni dagli altri e questo portò a delle rappresaglie da una parte e dall’altra, che si protrassero in maniera discontinua fino alla fine della Seconda Guerra Magica.


Feci un altro movimento con la bacchetta, in maniera che al posto della foto di Louis apparisse quella dell’inventore della Vampire Slayer. Un tipo eccentrico, non c’è che dire, ma a suo modo estremamente geniale.

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Abraham Ichabord Crane, alchimista, pozionista ed erbologo ottocentesco, nonché inventore di quella che oggi chiamiamo Vampire Slayer. In realtà, Crane era molto più raffinato nel dare nomi ai propri composti, tanto che in origine la sua pozione prendeva il nome di Necrovelenus, il Veleno dei Morti. Furono i cacciatori che la utilizzarono a soprannominarla semplicemente “Vampire Slayer”, AmmazzaVampiri, nome che poi venne conservato anche quando questa pozione venne perfezionata negli anni a venire. Quella di Crane, infatti, era solo un prototipo non ancora ben sviluppato, ma in ogni caso di grande utilità ed efficacia. Contro un vampiro Neonato o relativamente Giovane, questa pozione riusciva ad indebolirli a tal punto da permettere ai maghi cacciatori di finirli prima che avessero il tempo di attaccarli.

Spiegai tranquillamente, guardando il volto dei mie spettatori per un momento. Non speravo che quell’argomento li affascinasse come aveva affascinato me, ma speravo almeno, e non sapevo se la cosa mi facesse piacere o meno, che la maggior parte di loro si stesse interessando a quella lezione extra. Non volevo alimentare nessun sentimento xenofobo nei confronti dei vampiri ed in effetti era ironico che, nonostante i miei buoni propositi, stessi tenendo una conferenza su come uccidere un vampiro. Ma era pur vero che, al di là del loro diritto alla vita, come un mago doveva imparare a difendersi dagli altri maghi, così quei ragazzi dovevano imparare che alcuni vampiri sarebbero stati ben lieti di attaccarli. Per questo, sebbene l’utilizzo della Vampire Slayer era fortemente controllata e limitata dal Ministero della Magia, non era stata del tutto abolita. Alcuni vampiri faticavano ad adattarsi in un epoca di relativa pace per loro e i più nostalgici non perdevano occasione di mettere le mani addosso al malcapitato di turno, stregone o babbano non faceva alcuna differenza.

Come ho già accennato, questa pozione è stata perfezionata nel corso del tempo, da vari pozionisti e/o erbologhi. Fra i più importanti, ovvero quelli che diedero il loro maggior contributo, ritroviamo Etienne Moris, Christopher Norwell, Santiago Fernandez e, fra i contemporanei, Godwyn Stokesey, che attualmente lavora al Ministero come Dottore in Conoscenza di II° livello.

Lanciai solo una breve occhiata verso la signorina Parker, chiedendomi se avesse già consegnato la lettera di raccomandazione che avevo scritto per lei al mio ex-collega Stokesey. Non che mi preoccupassi molto, in fondo, come le avevo già spiegato qualche giorno addietro, le sue credenziali e il suo Curriculum Scolastico erano già una chiave di accesso universale a qualsiasi tipo di stage o tirocinio che la ragazza avesse voluto seguire. Pochi riuscivano ad ottenere quella fortuna ed io ero stata una di quelli, quando Heathcliff scelse me e solo me per fargli da assistente nelle sue ricerche. Credo che quello sia rimasto il giorno più bello della mia vita, quando vidi tutti i miei sforzi ricompensati da una persona tanto eccezionale quale era il mio mentore.

Ora passerò ad analizzare il tema della conferenza di oggi. La Vampire Slayer è una pozione che attiva il suo effetto sia se ingerita, sia se lanciata contro il vampiro avversario. Ha una consistenza molto liquida ed un colore quasi anonimo a vederla. Infatti, di solito si presenta in questo modo, un giallo molto opaco e scarno

Mi voltai, cambiando nuovamente immagine e mostrando un esempio di Vampire Slayer al suo stadio finale.

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Questa tipologia di colore è stata ideata proprio per far sembrare la pozione quanto più innocua possibile. E’ inodore e insapore e non ha alcun effetto deleterio se ingerita da un essere umano o da qualsiasi altra creatura che non sia un vampiro. La composizione e gli ingredienti utilizzati, infatti, reagiscono solo con l’organismo di un vampiro. Se qualcuno di voi ricorda la lezione sui Veleni, potrà fare una giusta associazione: la Vampire Slayer può essere vista come un veleno di II° o III° grado per i vampiri. Estremamente letale e difficile da riconoscere.

Mi limitai a far osservare loro, scorrendo poi nuovamente le immagini e, questa volta, dando un quadro di classificazione basato sull’eta dei vampiri.

Vampiro Neonato: 0-10 anni di età
Vampiro Giovane: 10-150 anni di età
Vampiro Adulto: 150-400 anni di età
Vampiro Superiore: 400-700 anni di età
Antico: dai 700 anni in poi


Osservate molto bene questo schema, in quanto vi servirà per capire contro chi potete utilizzare la Vampire Slayer. Come potete vedere, l’età del vampiro oscilla dal Neonato al Superiore, fino ad arrivare alla massimo grado possibile, l’Antico o, in questo caso, gli Antichi. Sembra infatti, secondo il libro di Pointe du Lac, che esista un gruppo di vampiri talmente tanto potenti, che la loro nascita viene fatta risalire a ben più di duemila anni fa. Questi vengono chiamati gli Antichi e vi dirò subito che, contro di loro, la Vampire Slayer non ha alcun effetto. In effetti, neanche il sole sembra riuscire ad ucciderli, sebbene un’esposizione prolungata e costante nel tempo sotto i raggi solari possa provocare loro danni ingenti e dolori inimmaginabili. In compenso, più un vampiro è giovane, più esso è debole. Per questo, solitamente, la pozione viene utilizzata per lo più contro i Neonati, i Giovani e, se preparata a dovere, anche contro gli Adulti.
Se bevuta, l’effetto che provoca, in base all’età del vampiro, può essere di polverizzazione istantanea, autocombustione interna, debolezza fisica e dolori lancinanti che travagliano l’intero corpo della creatura. Se lanciata contro il vampiro, invece, non appena la pozione entra a contatto con la sua pelle, questa genera una scarica di fuoco luminoso che ne avvolge il corpo bruciandolo più o meno lentamente, a seconda della resistenza dell’ avversario.
Il fenomeno dell’autocombustione, interna ed esterna, è dovuto alla presenza di tre principali ingredienti che tendono a sintetizzare tutto ciò al quale il vampiro è vulnerabile: luce del sole, fuoco e cuore. Questi ingredienti, quindi sono una componente floreale, l’Elysium, una componente animale, le ceneri della Fenice e una componente umana, il sangue di un morto. Ora andrò ad analizzare ognuno di questi elementi singolarmente, partendo dall’Elysium.


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L’Elysium è conosciuto dai più come Fiore dell’Unicorno. Il perché è deducibile dalla strana forma che assume questo fiore: davanti presenta dei petali molto grandi e arzigogolati, ma visto di lato, sembra prendere la forma dell’Unicorno stesso. Questo strano fenomeno ha visto il sorgere di molte teorie al riguardo. Alcuni eminenti erbologi sostengono che il terreno reso più fertile dai raggi del sole e macchiato da poche gocce di sangue di Unicorno possano dar vita a questo splendido esemplare; altri sono convinti, invece, che la sua forma sia del tutto casuale; altri ancora, e questa è la teoria più accreditata, sostengono che quando la creatura sfrega il proprio corno contro la corteccia di un albero per marchiare il territorio, rilascia una sottile polverina che spesso si sparge fino in profondità nel terreno, andando a contaminare quello che sarà poi il seme dal quale nascerà l’Elysium. Questo fenomeno sembra amplificare la capacità del fiore stesso di assorbire la luce solare una volta uscito fuori dal terreno, rendendolo l’ingrediente adatto per la preparazione della Vampire Slayer. Se vi state chiedendo invece com’è possibile ricavare il seme dal quale nascerà questo fiore, sembra che questo possa essere ottenuto prendendo, come base di partenza, le sementi del Giglio Solare. Naturalmente, questa è una specie molto rara di giglio e, ancora più ovviamente, solo quando assume la caratteristica forma ad Unicorno esso diviene adatto per preparare la pozione. Per questo, ancora oggi, si fa fatica a ricrearlo artificialmente, in quanto bisogna riuscire a combinare tutti gli elementi adatti a dare come prodotto finale l’Elysium che vedete dietro di me. Se siete talmente fortunati da aver trovato un fiore di Elysium, la cosa migliore da fare è coglierlo durante le prime luci dell’alba, in maniera che i petali appena schiusi assorbano tutta l’energia e la carica solare, prima di estrarne la linfa che verrà utilizzata all’interno della Vampire Slayer. La linfa di questo fiore ha un caratteristico colore oro e, solitamente, viene utilizzata pura, senza cioè modificarne magicamente la sostanza.
L’altro ingrediente fondamentale, come ho accennato prima, è la cenere di Fenice.


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Se qualcuno di voi ha avuto la fortuna di vedere una Fenice, sarà sicuramente rimasto affascinato dal piumaggio di fuoco di questa creatura. Esso è un animale straordinario, le cui lacrime sono in grado di guarire qualsiasi tipo di veleno e la cui voce dona speranza e coraggio a chiunque abbia l’onore di ascoltarlo. Come l’Unicorno, è proibito berne il sangue o anche solo mangiare carne di Fenice, in primo luogo perché è un animale talmente puro da rischiare di contaminare la vostra anima con un gesto del genere e, in secondo luogo, perché mangiare la carne di questa creatura porterà immancabilmente e irrimediabilmente ad una morte per autocombustione.

Feci un momento di pausa, aspettando che i miei spettatori assorbissero le parole che avevo appena detto. Vi erano stati, infatti, molti fenomeni in passato di persone che, affascinanti in maniera quasi maniacale da questi animali e ossessionati dall’idea di poter acquisirne il potere dell’eternità, avevano tentato di mangiarne le carni, gli organi o anche solo di berne il sangue. Si dice che di quegli stolti, dopo, non fosse rimasto che un mucchietto di cenere, dal quale una nuova, splendida Fenice era rinata librandosi libera nell’aria.

Prendere le ceneri di una Fenice viene considerato altrettanto stolto e pericoloso. Tuttavia, se una Fenice ci accorda la propria fiducia, si può ottenere il permesso di prendere un pizzico- e solo un pizzico!- delle sue ceneri. Queste vanno raccolte un attimo prima che la creatura rinasca, in maniera da conservarne tutta la componente magica e di fuoco, e verrà mescolata in seguito insieme alla linfa dell’Elysium prima di essere aggiunta alla Vampire Slayer.

Cambiai nuovamente immagine, questa volta mostrando quello che, al microscopio babbano, doveva essere una goccia di sangue. Stavo per andare a spiegare il terzo ingrediente, forse il più macabro e il più difficile da reperire. Lanciai solo una fugace occhiata alla signorina Stevens, che aveva perso i genitori nella strage di Enoshima, per poi passarli sulla figura di Vastnor. Mi chiesi se fosse veramente interessato a quello che stavo spiegando, visto che non era un intellettuale come me. Tuttavia, non mi soffermai molto su quei pensieri, mentre mi voltavo ad indicare la serie di globuli rossi alle mie spalle e preparandomi a spiegare perché erano tanto importanti.

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Perché proprio il sangue di un morto? Se ricordate la lezione del professor Vastnor, bere il sangue di una persona morta è come bere veleno per un vampiro. Bere il sangue non è un semplice atto crudele, anzi: per un vampiro è un’esperienza totalizzante e completa, che coinvolge tutti i sensi. Nell’istante in cui il sangue di un vivo tocca le labbra di una creatura della notte, si instaura una connessione fra i loro cuori, che porta il vampiro non solo a provare piacere nel nutrirsi- un piacere che andava addirittura al di là di quello sessuale, ma questa considerazione preferii tenerla per me – ma anche ad apprendere memorie, paure e ricordi di quella persona. Un po’ come se bevesse la sua stessa essenza. Il cuore della creatura scelta batte all’unisono con quello del vampiro che, si può dire, solo in quell’unico momento si rianima. Tuttavia, il vampiro deve staccarsi prima che la morte prenda la vittima che ha scelto: se non dovesse riuscirci in tempo, la morte stessa lo trascinerà con se, trasformandolo in una statua di pietra. Per questo motivo, il sangue di una persona morta viene considerato cattivo: forse perché contaminato dalla morte stessa, forse perché il cuore non pompa più quel sangue ricco di vita, fatto sta che esso è deleterio per l’organismo del vampiro.
Solitamente, c’è un criterio per scegliere il tipo di sangue adatto: quanto più tempo passa dalla morte della persona, tanto più la qualità del plasma si abbassa di livello. Il sangue di una persona morta da un secondo è nettamente superiore rispetto a quello di uno che è morta da dieci secondi, e così via. Capite bene quindi che, in base alla qualità degli ingredienti, una Vampire Slayer potrà essere più o meno efficace e il costo oscillare fra gli 800 e i 2000 galeoni.


La cifra era esorbitante, ma sapevo bene anche che era veramente difficile riuscire a trovare una Vampire Slayer di altissima qualità. Quei duemila galeoni potevano essere pagati solo se tutti gli ingredienti erano stati presi nel luogo giusto e al momento giusto, una serie di coincidenze quindi che era veramente difficile da ottenere. Un’ottima Vampire Slayer veniva pagata solitamente 1700 galeoni, ma in fondo questo non era un loro problema. Dubitavo che qualcuno di quei ragazza si sarebbe ritrovato a combattere contro un vampiro seduta stante, per questo non mi preoccupai di aggiungere quell’informazione mentre concludevo il mio discorso.

Ora vi farò un ultimo appunto, che riguarda il quarto ingrediente di questa pozione, spesso sottovalutato perché si trova largamente e abbondantemente in giro, ma che può veramente fare la differenza. Sto parlando naturalmente…dell’acqua!- mi permisi un sorriso, guardando l’espressione sui volti dei miei studenti per poi passare a spiegare l’importanza di quell’elemento -Alla base di ogni pozione c’è l’acqua. Essa può essere più o meno addensata, fatta bollire solitamente, lasciata fredda molto raramente. Mescolata con la bacchetta o semplicemente col paiolo. Quello che non sapete è che la Vampire Slayer, spesso, richiede un tipo d’acqua molto particolare, ovvero quella che rispecchia maggiormente i raggi solari. L’acqua intrisa di energia solare, infatti, è la più adatta per questo tipo di pozione ed in più ne innalza notevolmente il livello. Per riuscire a trovare un ingrediente simile, dovreste cercare un fiume o, ancora meglio, un lago che si trovi su un alto piano montano, dove non esiste albero o fronda che possa oscurarne la sua superficie. E dove il sole splende per la maggior parte del tempo. Attualmente, l’unico lago che corrisponde a queste caratteristiche si trova nel Nord Carolina, vicino ad un vecchio insediamento babbano. Molti pozionisti preferiscono evitare di arrivare fin lì per poter prendere un po’ d’acqua, utilizzandone una di qualità spuria ma comunque efficace.

Avevo quasi concluso il seminario. Mi ritenevo soddisfatta del lavoro che avevo svolto, anche se volevo concludere con una chicca che, a mio parere, avrebbe deliziato lo spirito e le menti dei più promettenti pozionisti presenti in Sala. E anche quella di coloro che amavano, come me, ogni tipo di conoscenza e sapere. Con un ultimo colpo di bacchetta, quindi, cambiai nuovamente immagine, facendo apparire la diapositiva di un quadro dipinto a mano del tardo Settecento, raffigurante il volto di un uomo, a mio parere, affascinante e misterioso.

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Lestat de Lioncurt. Un vampiro, un esteta, un amante, vissuto intorno agli stessi anni di Louis de Pointe du Lac. In effetti, le uniche notizie che ci vengono fornite su questo individuo provengono da Pointe du Lac stesso, il quale ce lo presenta con una personalità eccentrica, egocentrica, affascinante e, soprattutto, come un mentore. Ogni notizia relativa alle origini dei vampiri hanno come unica fonte quest’uomo, che sembra essere riuscito a scoprire il segreto della genesi della propria stirpe. La storiografia e anche autobiografia di Pointe du Lac racconta, infatti, nei minimi dettagli come Lestat sia riuscito a bere il sangue di tre Antichi, che si rivelarono essere anche i capostipiti della razza dei vampiri, acquisendone i poteri, la forza e la resistenza. Nessuno poteva eguagliarlo. Naturalmente, queste affermazioni non vanno date per certe, in quanto ad oggi nessuno sembra aver più visto o sentito parlare di Lestat de Lioncurt. Sembra infatti che questo vampiro sia scomparso intorno alla fine dell’Ottocento, data nel quale sono andate perdute le sue tracce, insieme a quelle di Louis de Pointe du Lac. Non è escluso che i due si siano suicidati, in effetti, una pratica molto in voga fra i vampiri che non riescono ad adattarsi alle varie società che si susseguono. Ricordate ragazzi, che il nostro mondo è fatto di cambiamenti, di trasformazioni. E’ un continuo movimento, instabile e mutabile. I vampiri rimangono immutabili, nel corpo come nello spirito, se di spirito si può parlare. Immaginate come debba sentirsi un vampiro vissuto nel Seicento ai giorni nostri. Si troverebbe spaesato, confuso, inadatto all’epoca che sta affrontando. Per questo esistono dei Centri di Aiuto Integrazione Vampiri, che permettono loro di adattarsi al meglio ai vari secoli che si susseguono.

Avevo concluso. Guardai per un attimo l’immagine di come sarebbe dovuto apparire Lestat, se fosse stato ancora vivo. Biondo, occhi azzurri, fattezze delicate ma allo stesso tempo decise. Non biasimavo Louis per esserne rimasto affascinato. Anche io sarei caduta fra le sue grinfie, se fosse stato ancora vivo. Ero veramente convinta che fosse morto? Forse. Non era davvero facile riuscire ad affrontare l’eternità da soli. E quando un vampiro spariva dalla circolazione per troppo tempo, c’era solo una spiegazione possibile: si era immolato sotto i raggi del sole.

Bene. E’ arrivato il momento delle domande. Se avete dei quesiti da pormi, vi prego di parlare uno alla volta, alzando la mano e attendendo che sia io a darvi il via. Non abbiate timore di esporre i vostri dubbi: cercherò di essere quanto più esaustiva possibile nel rispondervi.

Alle mie orecchie, il mio tono di voce era serio ma conciliante. Forse solo in pochi si sarebbero resi conto di quel lieve cambiamento nel tono della mia voce. Non mi fermai però troppo a pensarci: attesi invece che i primi studenti, i più coraggiosi forse, alzassero la mano per parlare, pronta a rispondere ad ogni domanda che mi avrebbero rivolto.

//Note Off//


•Tutte le informazioni presenti nel Seminario sono state approvate dagli Admin

• Il seminario da la possibilità (in caso di risposta) di acquisire un numero di PX tra 5 e 15 (il numero varia in base alla qualità dell'azione)

•Tutti i partecipanti hanno tempo fino al 31 Agosto 2013 per postare la propria azione. Oltre le 23:59 della suddetta data, sarò autorizzata a rispondere e chiudere il seminario. Questo provvedimento verrà preso per evitare che la conferenza si protragga per troppo tempo (Esempio pratico: Quest sul Labirinto del Fauno by Monique)

•A tutti i partecipanti che avranno postato la loro azione, guadagnandosi un ammontare di PX pari o superiore a 8, riceveranno inoltre come premio aggiuntivo una copia tradotta in inglese del celebre best seller Cronache di un Vampiro di Louis de Pointe du Lac

•Ogni partecipante avrà a disposizione un massimo di due domande da poter rivolgere, alle quali darò una risposta durante il post di chiusura

•Evitate di far chiedere ai vostri PG qual è la procedura e i dosaggi per creare la pozione, perchè Martha non risponderebbe ad una domanda simile. In compenso, la vostra fantasia nel porre le domande verrà conteggiata nell'assegnazione dei PX

•Alla PG Martha verranno accreditati 25 PX per lo svolgimento di tale conferenza

•Per quanto riguarda l'esecuzione del seminario da parte dei PG ADULTI, la Conferenza viene considerata dal Ministero della Magia come un effettivo Master in Storia dei Vampiri e Tecniche di Neutralizzazione

•Per il resto, spero che vi siate divertiti ^^

Spoiler:
Monique, Simon, Irvyne, Lestat, Logan, Lindë, Lucas, Kaname,Dylan, Estelle, Ferdy, Madeline, Robyn, Marshall
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Messaggioda Aryanne » 27/06/2013, 12:08

[Giovedì - seconda settimana di Ottobre – Sala Conferenze - ore 16.00]


Una scocciatura.
Così Arianna definiva il Seminario a cui si apprestava a partecipare quel pomeriggio, non certo perché le andava di farlo ma perché il suo adorato Mentore, Sandyon Vastnor, ce l'aveva praticamente mandata a calci nel sedere; e lei, la Ricciardi, aveva accettato solo perché lui le aveva promesso, a Seminario finito, di portarla fuori a cena, il che significava andare a mangiare nel miglior ristorante di Londra e poterlo tempestare di domande non solo sugli allenamenti che continuava a farle fare ogni giorno, ma anche sui suoi programmi futuri e perché no, anche sulla sua vita privata.
Si era abituata a considerare Sandyon come un padre, a vederlo come il suo punto di riferimento, un po' come Typhon anche se in modo diverso: era con lui che aveva deciso di entrare nella Sala delle Conferenze, a braccetto con la sua anima gemella, anzi, probabilmente solo anima e basta.

Mi fa un effetto stranissimo essere di nuovo qui...

Sussurrò all'orecchio del Drago: lei, in fondo, a Hogwarts non vi aveva più messo piede, un po' perché non le serviva ed un po' perché gli allenamenti di Vastnor non le davano tregua; lui, al contrario, era abituato a ritrovarsi lì essendo l'assistente della Vilvarin, quindi se per lui stare al Castello era la quotidianità, per la Ricciardi invece era qualcosa che ormai da tempo non si era più potuta concedere.
Un abbigliamento non propriamente sobrio per lei, quel giorno, che almeno in quel pomeriggio di pausa dagli allenamenti aveva deciso di tirare fuori un po' della sua femminilità: dei leggings marrone scuro che le fasciavano le gambe ben più che snelle e toniche, un paio di stivali di un marrone poco più chiaro alla cavalerizza, maglia extra-long color oro che le scivolava su una spalla, lasciandola scoperta, di un tessuto molto leggero e morbido, tanto che sotto aveva indossato un'aderente canotta nera per non sentire il freddo; i capelli erano mori quel pomeriggio, grazie all'anello che come sempre indossava, ed erano raccolti in una sorta di chignon scomposto tenuto fermo da una vistosa fascia dorata.
Bella e ormai adulta, anche i lineamenti di Arianna sembravano voler sottolineare la sua crescita.

Dai, troviamoci un posto, così possiamo lasciare una sedia libera anche per la tua angioletta...

Lo canzonò lei, strizzandogli l'occhio, riferendosi ovviamente ad Alexis, la dolce - persin troppo - fidanzata di Seal che ormai l'italiana aveva imparato ad accettare visto che, per quanto assurdo potesse sembrare, più passava il tempo e più quei due s'innamoravano, andando d'amore e d'accordo.
Il contrario di lei e di Vergil insomma, il quale non era ancora riuscito a riconquistare il cuore della Draghessa un po' perché lei faceva molto la sostenuta ed un po' perché, ad onor del vero, anche lui pareva essere molto trattenuto nei suoi modi di fare verso di lei: nel cuore dell'italiana c'era la convinzione che, semplicemente, Cartwright non fosse ancora abbastanza pronto, abbastanza adulto per lei, che invece era cresciuta parecchio ed in fretta; la cosa buona, per lui, era che gli allenamenti le portavano via tanto di quel tempo da impedirle di cercarsi un nuovo ragazzo, anche se sarebbe comunque stato difficile visto che, nonostante tutto, il suo cuore batteva ancora per lui, e persino per lei fu evidente quando l'ex Tassorosso fece il suo ingresso nella Sala, attirando inevitabilmente l'attenzione della bella e futura mercenaria.


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Recuperò in fretta il contegno, comunque, richiudendo le labbra per incurvarle verso l'alto, in un piccolo sorriso: non c'erano molte persone in Sala e dubitava che molte altre ne sarebbero arrivate, quindi la poltroncina accanto ad Arianna era vuota e, se l'avesse voluto, Vergil si sarebbe potuto sedere accanto a lei, così come, una volta fatto il suo ingresso, anche Alexis si sarebbe potuta accomodare accanto a Typhon.

Salve a tutti.
Come molti di voi sapranno, qualche tempo fa il professor Vastnor chiese la mia collaborazione per istruirvi al meglio sulle tecniche di difesa contro il vampiro, inteso come creatura oscura. Naturalmente, questo corso di approfondimento per voi studenti verterà su una delle più grandi pozioni offensive che siano state inventate contro questo genere di nemico. Siete pregati quindi di fare assoluto silenzio, prendere piuma e pergamena e di stare bene attenti alle diapositive che vi verranno sottoposte nel corso della lezione.


Non poterono perdere tempo in convenevoli, purtroppo, visto che la Bennet iniziò quasi subito a parlare: Arianna scrutò Martha con attenzione, e le sembrò [(I) Perspicacia: 20] che fosse meno rigida del solito, o forse era tutta una sua impressione dovuta al fatto che non la vedeva da tempo.
In ogni caso non aveva alcuna intenzione di prendere piuma e pergamena, a differenza ad esempio della collega Delfina che di sicuro l'avrebbe fatto: lei le cose se le stampava in mente, così aveva sempre fatto e così avrebbe continuato a fare.
Finalmente nella stanza fu il buio, e le diapositive poterono cominciare a scorrere, partendo dal primo Vampiro che si era preso il compito, chissà perché poi, di riportare per iscritto la storia della sua specie; mentre la Bennet parlava, Arianna notò con la coda dell'occhio la presenza di Melia e Zephyr, i due Prefetti che tanto avevano fatto scalpore per la loro bellezza - e probabilmente continuavano a farlo - quando lei era ancora una studentessa. Aveva sempre creduto che sarebbero finiti insieme, formando una coppia perfetta, ma a giudicare da come Kenway, secondo i racconti di Typhon - che aveva dovuto imparare a diventare un pettegolo per farle piacere - fosse da qualche tempo a quella parte sempre vicino alla Jiménez, e da come la Herbert fosse seduta qualche posto più in là rispetto a lui invece che al suo fianco, forse aveva fatto male i suoi calcoli.

Abraham Ichabord Crane, alchimista, pozionista ed erbologo ottocentesco, nonché inventore di quella che oggi chiamiamo Vampire Slayer. In realtà, Crane era molto più raffinato nel dare nomi ai propri composti, tanto che in origine la sua pozione prendeva il nome di Necrovelenus, il Veleno dei Morti. Furono i cacciatori che la utilizzarono a soprannominarla semplicemente “Vampire Slayer”, AmmazzaVampiri, nome che poi venne conservato anche quando questa pozione venne perfezionata negli anni a venire. Quella di Crane, infatti, era solo un prototipo non ancora ben sviluppato, ma in ogni caso di grande utilità ed efficacia. Contro un vampiro Neonato o relativamente Giovane, questa pozione riusciva ad indebolirli a tal punto da permettere ai maghi cacciatori di finirli prima che avessero il tempo di attaccarli.

Erbologo... quella parola le fece voltare appena il capo, in un gesto spontaneo, verso Typhon, che Erbologo aveva deciso di volerci diventare da quando la Vilvarin l'aveva preso sotto la sua ala protettrice: era contenta della sua scelta, aveva imparato a comprendere, nel corso dei mesi, che si trattava di quella più giusta per lui, senza contare che, a quanto le aveva raccontato il Drago, da quando era tornata dal suo anno fuori Hogwarts la prof. di Erbologia era praticamente diventata un'altra persona, come se le avessero restituito l'anima da un giorno all'altro.

Scommetto che la tua Mentore sarebbe riuscita a crearne la versione perfetta in meno di un'ora...

Sussurrò all'orecchio dell'amico, sicuro che quel complimento verso Lindë gli avrebbe fatto piacere, ora che l'ammirava incondizionatamente: e dire che, quando aveva iniziato a lavorare per lei, non la poteva proprio sopportare... ma le cose cambiavano, loro due lo sapevano meglio di chiunque altro, visto che la loro convinzione di essere una coppia perfetta aveva dovuto scontrarsi molto presto con la realtà; troppo simili, troppo uguali, troppo destinati ad amarsi in un modo inconcepibile ai più per potersi considerare una coppia in quel senso.
E alla fine, per quanto Arianna non si potesse dire felice sentimentalmente come Typhon, anche per lei era comunque meglio così.

Come ho già accennato, questa pozione è stata perfezionata nel corso del tempo, da vari pozionisti e/o erbologhi. Fra i più importanti, ovvero quelli che diedero il loro maggior contributo, ritroviamo Etienne Moris, Christopher Norwell, Santiago Fernandez e, fra i contemporanei, Godwyn Stokesey, che attualmente lavora al Ministero come Dottore in Conoscenza di II° livello.

Non le sfuggì [Riflessi: 13] l'occhiata che la Bennet lanciò ad Alexis dopo aver pronunciato il nome dell'ultimo Pozionista, e la cosa la incuriosì parecchio, forse e soprattutto perché, da quanto ne sapeva, non si poteva certo dire che la docente e l'ex Delfina fossero amiche: tuttavia Typhon le aveva detto che la Parker era ben intenzionata a seguire dei corsi di stage in alcune materie, e questo le fece pensare [Elaborazione: 13] che probabilmente questo Stokesey era uno di quelli a cui Alexis aveva scritto per poter partecipare ai suoi stage.

Ora passerò ad analizzare il tema della conferenza di oggi. La Vampire Slayer è una pozione che attiva il suo effetto sia se ingerita, sia se lanciata contro il vampiro avversario. Ha una consistenza molto liquida ed un colore quasi anonimo a vederla. Infatti, di solito si presenta in questo modo, un giallo molto opaco e scarno.

Ecco, la parte più noiosa di tutte: non le piaceva particolarmente Pozioni, e nonostante Vastnor avesse insistito più volte sulla necessità di una preparazione completa, che comprendesse quindi anche la conoscenza e la riproduzione delle varie Pozioni, Arianna preferiva di gran lunga la parte più fisica dell'allenamento e del lavoro che avrebbe voluto intraprendere in futuro, quella dove si menava a suon d'incantesimi, altro che Pozioni.
Approfittò del fatto che quel punto della conferenza le piaceva davvero poco per guardarsi intorno ed osservare i vari studenti presenti oltre a loro: non c'era la Serpina Elisabeth, e questo le dispiacque molto, in compenso quel Delfino pazzo di Alvares sì, e questo stupì non poco Arianna, visto che non immaginava che uno come Jorge potesse interessarsi ad un argomento del genere. Ma se lei aveva deciso di diventare una Mercenaria, forse la possibilità di cambiare bisognava darla un po' a tutti.
Era presente anche Miyabi, la giapponesina tanto amica di Vergil che, in passato, Arianna aveva avuto modo di conoscere, seppur superficialmente: aveva saputo della strage di Enoshima dalla Gazzetta del Profeta, ma era stato proprio Sandyon, dopo aver parlato con la Vireau nella sua villa - che ormai ospitava anche lei e la madre da quando Robyn aveva ricevuto un posto tutto suo come regalo di compleanno - a farle fare il collegamento con la Stevens; ed in effetti vederla così abbattuta, in un angolo, silenziosa e spenta, dava l'idea che ci fosse davvero qualcosa di grave in lei che non andasse bene.

Osservate molto bene questo schema, in quanto vi servirà per capire contro chi potete utilizzare la Vampire Slayer. Come potete vedere, l’età del vampiro oscilla dal Neonato al Superiore, fino ad arrivare alla massimo grado possibile, l’Antico o, in questo caso, gli Antichi. Sembra infatti, secondo il libro di Pointe du Lac, che esista un gruppo di vampiri talmente tanto potenti, che la loro nascita viene fatta risalire a ben più di duemila anni fa. Questi vengono chiamati gli Antichi e vi dirò subito che, contro di loro, la Vampire Slayer non ha alcun effetto. In effetti, neanche il sole sembra riuscire ad ucciderli, sebbene un’esposizione prolungata e costante nel tempo sotto i raggi solari possa provocare loro danni ingenti e dolori inimmaginabili. In compenso, più un vampiro è giovane, più esso è debole. Per questo, solitamente, la pozione viene utilizzata per lo più contro i Neonati, i Giovani e, se preparata a dovere, anche contro gli Adulti.

Chissà se mi troverò mai nella condizione di doverne affrontare uno faccia a faccia...

Si chiese Arianna, che con le orecchie ascoltava ed assimilava tutto ciò che la Bennet diceva, quasi come una registrazione che si sarebbe riascoltata meglio in un secondo momento, mentre con lo sguardo vagava per la Sala Conferenze, puntando inevitabilmente lo sguardo anche su Vastnor: che cosa pensava di lei come Mercenaria? Arianna non glielo chiedeva mai, forse un po' per paura di conoscere la sua risposta, di sentirsi dire che non era adatta: avrebbe tanto voluto essere considerata come tale, anche al primo stadio, ma comunque una Mercenaria ufficiale, ma era evidente che per il suo Mentore quel momento non era ancora giunto; ma cosa avrebbe mai potuto volere di più da lei? Ormai era diventata quasi perfetta negli allenamenti, il suo fisico si era temprato e aveva anche aiutato Faith ed Edward ancor prima di diventare sua apprendista, dando prova delle sue capacità... allora perché, perché non iniziava a mandarla a compiere missioni da sola, come qualsiasi altro Mercenario?
Un piccolo sospiro uscì dalle sue labbra, mentre si obbligava a tornare con lo sguardo sulla Bennet: chissà, forse quella cena sarebbe stata l'occasione migliore per porgli tutte le domande che le affollavano la mente ormai da diverso tempo.

Ora vi farò un ultimo appunto, che riguarda il quarto ingrediente di questa pozione, spesso sottovalutato perché si trova largamente e abbondantemente in giro, ma che può veramente fare la differenza. Sto parlando naturalmente…dell’acqua!

Accigliata, ecco quale fu l'espressione di Arianna quando notò il sorriso sul volto della Bennet: perché parlare dell'acqua la faceva sorridere? Spostò appena lo sguardo su Typhon, per capire se anche lui avesse notato quel particolare - in fondo erano sempre stati simili anche nell'attenzione per i dettagli - e se così fosse stato avrebbe condiviso con lui uno sguardo incuriosito e a tratti stranito: la Vilvarin che diventava improvvisamente gentile, la Bennet che sorrideva... ma che gli era preso a tutti quanti?

Lestat de Lioncurt. Un vampiro, un esteta, un amante, vissuto intorno agli stessi anni di Louis de Pointe du Lac. In effetti, le uniche notizie che ci vengono fornite su questo individuo provengono da Pointe du Lac stesso, il quale ce lo presenta con una personalità eccentrica, egocentrica, affascinante e, soprattutto, come un mentore. Ogni notizia relativa alle origini dei vampiri hanno come unica fonte quest’uomo, che sembra essere riuscito a scoprire il segreto della genesi della propria stirpe. La storiografia e anche autobiografia di Pointe du Lac racconta, infatti, nei minimi dettagli come Lestat sia riuscito a bere il sangue di tre Antichi, che si rivelarono essere anche i capostipiti della razza dei vampiri, acquisendone i poteri, la forza e la resistenza. Nessuno poteva eguagliarlo.

Posò distrattamente lo sguardo sulla figura presentata da Martha, registrando le sue parole con un mezzo sorriso: a lei quel Lestat pareva non tanto un Vampiro più forte degli altri, quando principalmente più furbo; insomma, possibile che a nessun Vampiro prima fosse mai venuto in mente di bere il sangue dei creatori della propria razza?
Certo, andando avanti nella spiegazione la Bennet non aggiunse come avesse fatto a convincere gli Antichi a cedergli il proprio sangue - dubitava che fosse semplicemente andato da loro e gliel'avesse chiesto con cortesia - ma quando sentì quell'ipotesi sul suicidio, scosse appena il capo, scettica: se davvero era così forte come si diceva, non si poteva essere ucciso, non secondo il ragionamento di Arianna; diventare così forte e morire, infatti, sarebbe stato uno spreco.

Bene. E’ arrivato il momento delle domande. Se avete dei quesiti da pormi, vi prego di parlare uno alla volta, alzando la mano e attendendo che sia io a darvi il via. Non abbiate timore di esporre i vostri dubbi: cercherò di essere quanto più esaustiva possibile nel rispondervi.

Le domande, il momento più amato ed odiato al tempo stesso dalla Ricciardi, che ricordava bene come Logan Sykes, al tempo della Conferenza sui Draghi, avesse dovuto passare un'altra ora del suo tempo a rispondere a tutti i quesiti posti dai partecipanti; certo, in quel caso erano molti più di adesso, ma c'era anche da dire che, secondo il pensiero dell'italiana, la Bennet non possedeva nemmeno una briciola della pazienza di Sykes quando si trattava degli studenti.
Ma visto che qualcosa era riuscita ad incuriosirla, anche se non proprio riguardante la Pozione in sé, Arianna alzò la mano ed attese che la Bennet le desse il permesso di parlare prima di rispondere.

Professoressa, mi chiedevo... come ha fatto Lestat a bere il sangue degli Antichi?
Insomma, dovrà pur aver fatto/detto qualcosa che li abbia convinti a donargli il loro sangue, no?


Domandò ad alta voce, fregandosene se Vastnor avrebbe trovato quei quesiti tanto assurdi - a differenza della Conferenza sui Draghi, quando si scervellò per tutto il tempo nel tentativo di fare domande che catturassero la sua attenzione: ormai era la sua Apprendista, e niente avrebbe potuto impedirle di continuare su quella strada.

E c'è un'altra cosa... ammettiamo per un secondo che Lestat sia vivo, da qualche parte.
Che magari si sia addormentato per secoli, o qualcosa del genere: come sarebbe se si risvegliasse? Voglio dire, non nutrendosi per tutto quel tempo sarebbe debole, o riuscirebbe comunque a dimostrarsi più forte di un mago di buon livello o di un Vampiro Adulto, diciamo?


Chiese ancora, zittendosi poi per sentire le eventuali risposte - ammesso che non la sbattesse fuori prima per eresia - della Bennet e fugare così nel caso i dubbi che la Conferenza le aveva fatto venire: la Pozione?
Carina, interessante, costosa... ma non faceva per lei.
Era una Ricciardi, più incline all'attacco e alla forza che non alla strategia, all'abilità magica manuale o alla difesa: e nonostante suo padre non fosse ormai più su quella Terra, quel dettaglio non sarebbe mai potuto cambiare.
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Messaggioda Jorge » 27/06/2013, 13:11

[Giovedì, seconda settimana di Ottobre – Sala Conferenze => Ore 15.40]


Forza, forza...

Mormorò tra sè Jorge mentre camminava a passo contenuto per il corridoio del piano terra, le mani affondate nei pantaloni della divisa e gli occhi brillanti di felicità che si spostavano in continuazione dalla porta della Sala Conferenze alcuni metri più in fondo alla Grifondoro al suo fianco. Se con lui ci fosse stata la sua sorellina come minimo a quell'ora l'avrebbe afferrata di mala grazia per un polso e l'avrebbe trascinata di peso fino alle poltroncine in prima fila, borbottando su quanto fosse lenta e accusandola di voler sabotare la sua partecipazione al seminario. Cappie però non era riuscita a superare "la prova" imposta da Vastnor per potervi accedere e così il Delfino quel pomeriggio si era dovuto "accontentare" della compagnia di Elbeth. In realtà non stava in sè dalla gioia al pensiero di poter passare alcune ore insieme alla sua Menina tanto che non avrebbe saputo dire se il sorriso ebete che aveva di sicuro stampato in faccia dipendesse maggiormente dalla vicinanza della ragazza o dalla possibilità di poter assistere a una lezione speciale della sua materia preferita.

Lo sapevo che non ci avrebbero deluso...

Commentò a bassa voce, per evitare che qualcuno, tra quadri e i pochi studenti in giro a quell'ora in quella parte del Castello potessero sentirlo. Era passato un sacco di tempo da quando Vastnor aveva tenuto la sua lezione sui vampiri e aveva promesso quel premio ai più meritevoli del suo corso, tanto che in molti erano giunti alla conclusione che non ci sarebbe stato nessun seminario e che il docente, da buon Serpeverde, non aveva fatto altro che manipolarli in modo da ottenere la massima resa ai suoi compiti. Jorge, dal canto suo, aveva liquidato quelle insinuazioni con uno scrollo di spalle una fiducia incrollabile nei suoi Insegnanti, rispondendo a tutti che la Bennet e Vastnor non avevano bisogno di quei mezzucci per ottenere la massima attenzione alle loro lezioni e sopratutto non erano persone che facevano promesse, o minacce, a vuoto. L'avviso che era comparso in bacheca alcuni giorni prima gli aveva dato ragione e lo aveva fatto camminare tronfio come un pavone per tutta la scuola, guardando con aria di sufficienza e superiorità quelli che non erano stati ammessi al seminario.

Prego, dopo di te Menina.

Disse non appena furono giunti nei pressi della Sala, spostandosi di lato in modo da permettere alla Grifa di entrare prima di lui, dandole così la possibilità di scegliere dove sedersi. In cuor suo sperava che la ragazza scegliesse i posti in prima fila, anche di fianco agli altri Professori se lo avesse ritenuto necessario, l'importante per lui era avere un'ottima visuale di qualsiasi cosa la Bennet avesse mostrato loro. Una volta che Elbeth fu entrata, Jorge la seguì immediatamente, ammirando il portamento elegante ma non rigido della compagna e chiedendosi come facesse a mostrarsi così posata e tranquilla mentre probabilmente [Intuito (P)=10] dentro era eccitata tanto quanto lui, o almeno così pensava il portoghese dalla luce che vedeva riflessa nei suoi occhi. Preso posto ovunque la Grifa lo avrebbe condotto, Jorge si guardò intorno curioso, in cerca di Brianna e Miyabi e, non appena le avesse viste, avrebbe fatto loro un cenno con la mano per invitarle a sedere accanto a loro. Per quanto avrebbe voluto avere tutta per sè l'attenzione di Elbeth non gli piaceva l'idea di lasciare sola visino di pesca, non dopo che Cappie gli aveva confidato quello che era accaduto alla sua famiglia, nè Ape Maia che, secondo i suoi calcoli, sarebbe stata l'unico altro membro della sua Casata a prendervi parte. E poi la Grifa aveva acconsentito ad andare con lui quel Sabato a Hogsmeade e in quella occasione avrebbe avuto tutto il tempo che voleva per stare da solo con lei.
Se le due ragazzine avessero accettato il suo invito, Jorge avrebbe ingannato il tempo chiacchierando con tutte e tre di cose allegre e poco impegnative in modo da tentare di strappare loro un qualche sorriso, per poi tacere di botto non appena la Bennet prese la parola.


Salve a tutti.
Come molti di voi sapranno, qualche tempo fa il professor Vastnor chiese la mia collaborazione per istruirvi al meglio sulle tecniche di difesa contro il vampiro, inteso come creatura oscura. Naturalmente, questo corso di approfondimento per voi studenti verterà su una delle più grandi pozioni offensive che siano state inventate contro questo genere di nemico. Siete pregati quindi di fare assoluto silenzio, prendere piuma e pergamena e di stare bene attenti alle diapositive che vi verranno sottoposte nel corso della lezione.


Alla parola "vampiro" gli occhi di Jorge divennero, se possibile, ancora più luminosi mentre il ragazzo si chinava a prendere, dalla borsa che aveva portato con sè, due nuovi rotoli di pergamena, una piuma normale e una piuma prendiappunti, giusto per non correre il rischio che gli sfuggisse qualche dettaglio importante. Battè un paio di volte le palpebre quando l'oscurità avvolse la stanza, assottigliando lo sguardo per abituarsi al buio e sollevano subito dopo la testa verso la parete alle spalle della docente per osservare la prima diapositiva.


La storiografia sulla nascita dei vampiri è estremamente recente, in quanto le prime ed ufficiali apparvero intorno alla seconda metà del Settecento, ad opera del vampiro che vedete raffigurato nell’immagine: Louis de Pointe du Lac.

Durante le ricerche che aveva svolto in Biblioteca per fare i compiti di Difesa quel nome e quel volto erano comparsi così tante volte che ormai Jorge lo avrebbe riconosciuto ovunque. Come stava ricordando la Bennet ai tutti loro, infatti era grazie al suo lavoro che il Mondo Magico era riuscito ad ampliare la propria conoscenza sui vampiri, basata, fino ad allora, sugli appunti dei cacciatori di vampiri e quindi su tecniche di attacco e di sterminio. Nonostante conoscesse abbastanza bene, quindi, l'opera di de Pointe du Lac, Jorge si appuntò le parole della Bennet, ripromettendosi di fare qualche ricerca ulteriore su quali fossero adesso i rapporti tra la comunità magica e quella dei vampiri. Non essendo abbonato alla Gazzetta del Profeta e avendo passato i precedenti cinque mesi in punizione a Lisbona, infatti il portoghese non era a conoscenza della strage di vampiri che era stata perpetrata in Tunisia.

Wow

Fu il commentò a bassa voce che sfuggì al ragazzino quando l'immagine del vampiro venne sostituita da quello di un uomo con indosso degli stranissimi quanto presumibilmente scomodissimi occhiali che non aveva mai visto.

Abraham Ichabord Crane, alchimista, pozionista ed erbologo ottocentesco, nonché inventore di quella che oggi chiamiamo Vampire Slayer. In realtà, Crane era molto più raffinato nel dare nomi ai propri composti, tanto che in origine la sua pozione prendeva il nome di Necrovelenus, il Veleno dei Morti. Furono i cacciatori che la utilizzarono a soprannominarla semplicemente “Vampire Slayer”, AmmazzaVampiri, nome che poi venne conservato anche quando questa pozione venne perfezionata negli anni a venire. Quella di Crane, infatti, era solo un prototipo non ancora ben sviluppato, ma in ogni caso di grande utilità ed efficacia. Contro un vampiro Neonato o relativamente Giovane, questa pozione riusciva ad indebolirli a tal punto da permettere ai maghi cacciatori di finirli prima che avessero il tempo di attaccarli.

Abraham Ichabord Crane -> Necrovelenus ????


Si appuntò il Delfino, aggiungendo un sacco di punti interrogativi per ricordarsi di andare a cercare le indicazioni per la realizzazione di quella Pozione. Certo a quanto sembrava essa era solo un prototipo e la Pozione che da lì a poco la Bennet avrebbe illustrato loro era molto più potente ma questo non ne riduceva l'importanza agli occhi di Jorge, anzi. Migliorare qualcosa di già esistente era, per così dire semplice, perchè si aveva una base da cui partire, mentre Crane aveva dovuto fare affidamento solo sulle proprie intuizioni e sulle proprie capacità e questo gli faceva venire voglia di approfondire il suo lavoro e comprendere i processi logici che lo avevano portato a creare il Necrovelenus. Per amor di conoscenza si appuntò anche gli altri nomi, sorprendendosi non poco di sapere che ancora oggi qualcuno si stava prodigando per cercare di migliore la Vampire Slayer.


Ora passerò ad analizzare il tema della conferenza di oggi. La Vampire Slayer è una pozione che attiva il suo effetto sia se ingerita, sia se lanciata contro il vampiro avversario. Ha una consistenza molto liquida ed un colore quasi anonimo a vederla. Infatti, di solito si presenta in questo modo, un giallo molto opaco e scarno
Questa tipologia di colore è stata ideata proprio per far sembrare la pozione quanto più innocua possibile. E’ inodore e insapore e non ha alcun effetto deleterio se ingerita da un essere umano o da qualsiasi altra creatura che non sia un vampiro. La composizione e gli ingredienti utilizzati, infatti, reagiscono solo con l’organismo di un vampiro.


... quasi come un Veleno di III° grado se non fosse per il colore...

Pensò tra sè Jorge, ritrovandosi per un momento a considerare incompleto il libro che aveva vinto durante una delle esercitazioni di Pozioni. Nella seconda sezione del libro "Storia dei Veleni" infatti era presente una tabella di classificazione dei maggiori Veleni presenti al mondo ma non si faceva alcun accenno alla pozione che stavano analizzando e questo probabilmente perchè era mortale solo per i Vampiri e questo, ai suoi occhi, appariva come una grossa mancanza. Chissà quante altre pozioni letali esistevano ma che non erano menzionate nel libro solo perchè non avevano alcun effetto sull'uomo.

Se qualcuno di voi ricorda la lezione sui Veleni, potrà fare una giusta associazione: la Vampire Slayer può essere vista come un veleno di II° o III° grado per i vampiri. Estremamente letale e difficile da riconoscere.

A quella precisazione Jorge non potè impedire a un sorriso soddisfatto di fare capolino sul suo viso visto che la docente aveva appena confermato la sua ipotesi che cercò di nascondere, piegando il viso sul foglio e ricopiando con attenzione la tabella sulla sua pergamena, cercando di associare grossolanamente gli effetti della pozione all'età del Vampiro.

Vampiro Neonato: 0-10 anni di età -> Polverizzazione istantanea?
Vampiro Giovane: 10-150 anni di età -> autocombustione interna?
Vampiro Adulto: 150-400 anni di età -> debolezza fisica e dolori lancinanti?
Vampiro Superiore: 400-700 anni di età -> debolezza fisica e dolori lancinanti?
Antico: dai 700 anni in poi -> Vampire Slayer inefficace


Il fenomeno dell’autocombustione, interna ed esterna, è dovuto alla presenza di tre principali ingredienti che tendono a sintetizzare tutto ciò al quale il vampiro è vulnerabile: luce del sole, fuoco e cuore. Questi ingredienti, quindi sono una componente floreale, l’Elysium, una componente animale, le ceneri della Fenice e una componente umana, il sangue di un morto.

Jorge si fece immediatamente, se possibile, più attento perchè si stava entrando, per lui, nel vivo della lezione. Divise quindi la pergamena in due parti, separando gli Ingredienti dalle Note in cui appuntare le parole chiavi contenute nel discorso che la Bennet stava facendo.

Ingredienti:
Linfa pura di Elysium -> Raccogliere il fiore durante le prime luci dell'alba.
Un pizzico di cenere di Fenice - > Raccogliere un attimo prima che la Fenice risorga.
Sangue di morto -> Raccogliere non appena la persona è deceduta.
Acqua intrisa di energia solare


Note:
L'Elysium ha un'elevata capacità di assorbire la luce solare e probabilmente è il risultato di una sorta di incrocio casuale tra i semi di Giglio Solare e la polvere di Unicorno.
Assicurarsi di aver conquistato la fiducia della Fenice prima di azzardarsi a toccarne le ceneri.
Se l'uomo è morto da troppo tempo è inutile prenderne il sangue.
L'acqua migliore per questa pozione è quella di un lago che si trova nel Nord Carolina.


Finito di realizzare il suo schema, Jorge sollevò gli occhi dalla pergamena rimanendo affascinato dal ritratto dell'uomo che adesso torreggiava alle spalle della docente e allo stesso tempo perplesso. Non si era mai sentito attratto dagli altri ragazzi e l'effetto che aveva su di lui la vicinanza della Menina ne era una prova eppure i lineamenti di quel viso erano così delicati e dolci da farlo sentire a disagio.

Lestat de Lioncurt. Un vampiro, un esteta, un amante, vissuto intorno agli stessi anni di Louis de Pointe du Lac.

Lo conosceva. Cioè non di persona ma aveva svolto su di lui un'esauriente ricerca che, con molte probabilità, gli aveva fatto guadagnare la possibilità di presenziare a quel seminario ma in tutto il suo scartabellare in Biblioteca non era riuscito a trovare neanche uno schizzo di quello che, a tutti gli effetti, poteva essere considerato, se ancora vivo, il capo di tutti i vampiri.

Bene. E’ arrivato il momento delle domande. Se avete dei quesiti da pormi, vi prego di parlare uno alla volta, alzando la mano e attendendo che sia io a darvi il via. Non abbiate timore di esporre i vostri dubbi: cercherò di essere quanto più esaustiva possibile nel rispondervi.

La voce della Bennet lo riscosse dalle sue riflessioni su Lestat e su quanto pericoloso e interessante allo stesso tempo sarebbe stato poterlo incontrare. Scosse la testa per far evaporare quei pensieri tanto inutili quanto pericolosi, ringraziando Merlino che Monique non potesse leggergli nella mente - o almeno era quello che lui credeva - perchè di sicuro l'avrebbe spellato vivo se solo avesse immaginato che trovava interessante l'idea di incontrare un vampiro così Antico. Portò lo sguardo sui suoi appunti e in particolare sulla tabella che aveva tratteggiato mentre una serie di dubbi iniziavano ad affacciarsi alla sua mente, tutti legati agli ingredienti che dovevano essere utilizzati per la realizzazione della Pozione. In particolare si stava chiedendo cosa sarebbe accaduto se alcuni di essi fossero stati sostituiti da elementi con proprietà simili. Ricordava ancora la ricerca che aveva fatto, proprio per Pozioni, sull'Ashwinder e sulle similitudini che gli erano saltate all'occhio tra il serpente di fuoco e la Fenice - come per esempio il fatto che fossero entrambi creature magiche e che il primo, al pari dell'uccello di Fuoco, avesse in sè delle proprietà curative che però potevano essere utilizzate solo all'interno di particolari pozioni - , per non parlare degli appunti super dettagliati che la sua Capa gli aveva fatto avere a Lisbona sulle lezioni a cui era mancato, tra cui le Pozze Lunari di cui aveva parlato Trigger durante una delle ultime lezioni di Astronomia. Acque all'apparenza normali ma con un potenziale magico così elevato da permetteva di guarire dalle ferite interne ed esterne e poter vedere, riflesso nell'acqua, quello che accadeva a chilometri di distanza. Certo mettere le mani sulla cenere di un serpente di fuoco o trovare una Pozza Lunare non era esattamente una cosa semplice, ma teoricamente erano meno difficile che ingraziarsi una Fenice o andare fino al Nord Carolina. Aspettò quindi che la Ricciardi ponesse le sue domande, tutte incentrate sulla figura di Lestat e quindi per lui, più affascinato dalla parte tecnica della lezione, poco interessanti, per poi alzare la mano a sua volta.
Non appena la docente gli ebbe dato il permesso di parlare, Jorge si agitò nervoso sulla sedia, sentendosi improvvisamente e probabilmente a torto, tutti gli occhi dei pochi presenti puntati addosso. Fece quindi un profondo respiro e, lanciata un'ultima occhiata ai suoi appunti, guardò fisso negli occhi la sua Insegnante, immaginando di trovarsi da soli nel suo ufficio, come se l'idea di fare la figura dello stupido solo con lei lo spaventasse di meno che farla davanti a tutti.

Professoressa avrei due domande se non le dispiace - esordì quindi con un tono serio e composto e si sperava anche educato. - E' possibile e, se si, con quali effetti, sostituire la cenere di una Fenice con quella di un Ashwinder? E cosa accadrebbe se invece dell'acqua del lago "benedetto dal sole" del Nord Carolina usassimo quella di una Pozza Lunare?

Avrebbe voluto aggiungere altro, magari spiegare come mai gli erano venuti proprio quei dubbi ma non voleva rubare troppo tempo agli altri partecipanti nè apparire un "secchione" agli occhi di Elbeth. Così dopo aver esposto le sue domande, si rilassò sulla poltroncina e rimase in attesa con le mani incrociate in grembo, per poi rimettersi seduto in maniera composta e con la piuma in mano non appena la Bennet avesse ripreso con le sue spiegazioni.

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Messaggioda Tisifone » 01/07/2013, 11:37

[Giovedì, seconda settimana di Ottobre – Sala Conferenze => Ore 16.02]


Quando aveva ricevuto l’invito da parte di Martha di presenziare al seminario che avrebbe tenuto lì a scuola su una qualche pozione, Tisifone era rimasta perplessa e aveva dovuto rileggere la pergamena un paio di volte prima di riuscire a comprendere cosa si celasse effettivamente tra quelle poche righe vergate con una calligrafia elegante. Richiedere la presenza dell’Insegnante di Divinazione a un seminario tecnico, infatti, era quanto meno bizzarro, soprattutto perché la Bennet non era tra i pochi a conoscenza dell’amore che Tisifone nutriva per Pozioni o dell’attitudine che aveva sempre dimostrato, fin da piccola, verso quella materia. Fu solo quando si stava apprestando a scrivere un cortese ma fermo rifiuto che le venne il dubbio [Intuito (S)= 36] che forse quello a cui la collega mirava era semplicemente averla lì, nella Sala Conferenza, dove avrebbero potuto conversare liberamente senza destare sospetti, soprattutto se si fosse attardata subito dopo la fine del seminario. Un ghigno di apprezzamento era comparso sul viso della donna per quel modo di agire subdolo che si confaceva maggiormente alle Serpi che ai Corvi, per sparire quasi subito nel momento in cui realizzò che era totalmente colpa sua se la Pozionista era dovuta ricorrere a quei mezzucci per poter parlare con lei a quattr’occhi. Da quando Lucas l’aveva lasciata, infatti, Tisifone aveva smesso di frequentare la Sala Grande durante i pasti e si era resa pressocchè irreperibile per chiunque non avesse un motivo più che valido per andare a disturbarla nel suo ufficio, per non parlare del fatto che essendosi trasferita a vivere su alla Torre dei Grifondoro era difficile incontrarla nei pressi dei locali comuni riservati agli Insegnanti come il salone o le cucine. Per quanto potesse avere delle motivazioni valide per aver preso le distanze dalla vita sociale della scuola, però, nulla poteva giustificare il comportamento che aveva tenuto nei confronti della Bennet e che poteva essere definito solo come inqualificabile. Avevano fatto un patto, loro due, e anche se lei alla fine non aveva avuto bisogno della Pozione Polisucco, questo non la esimeva dal dover tenere fede alla parola data e quindi insegnare alla collega l’Occlumanzia.
Fu per quel motivo, dimostrare cioè alla Corva che non si era dimenticata del loro accordo ma che anzi era pronta ad onorarlo, che quel pomeriggio Tisifone fece il suo ingresso nella Sala Conferenze con indosso una delle sue vesti tradizionali anche se dai colori sobri e privi di pendagli: un corpetto nero con le maniche corte, visto la temperatura mite che ancora persisteva nel Castello, e una gonna ampia lunga fino ai piedi dalle sfumature nere e panna.

Immagine


Muovendosi in maniera silenziosa, grazie anche alle ballerine che calzava, varcò la porta e si diresse verso una delle file in fondo, decisa a prendere posto su uno dei sedili esterni, per assicurarsi una sorta di via di fuga nel caso in cui i suoi “vicini” non fossero stati di suoi gradimento. Una volta seduta accavallò le gambe e decise finalmente di guardarsi intorno, notando così l’esiguo numero di studenti presenti e chiedendosi con quale criterio fossero stati scelti visto che appartenevano ad anni diversi. Rivolse in ogni caso un cenno di saluto alle sue Grife, Elbeth, Ariel e Miyabi, e al suo apprendista Zephyr, lasciando che la soddisfazione nel vederli lì trasparisse dal suo sguardo, e cercando di reprimere una smorfia di disappunto nel notare il Delfino seduto accanto alle due ragazze più piccole. Notò Vastnor parlare con la Bennet e si chiese dove fosse Monique ma non si azzardò a cercarla con lo sguardo, temendo di incrociare un paio di occhi verdi che, a dispetto di tutto, ancora le facevano battere il cuore anche se una parte di lei, minima certo ma pur sempre esistente, sperava che il posto vuoto accanto a lei venisse occupato proprio da Lucas.

Salve a tutti.

La voce professionale di Martha distolse Tisifone da quei pensieri inutili e deleteri. Si sistemò meglio sulla sedia, le caviglie incrociate e le gambe stese leggermente di lato, le mani posate in grembo, gli occhi puntati sulla collega curiosa di sapere cosa avesse spinto una persona solitamente così riservata come la Bennet a tenere un seminario e soprattutto di cosa esso avrebbe trattato.

Come molti di voi sapranno, qualche tempo fa il professor Vastnor chiese la mia collaborazione per istruirvi al meglio sulle tecniche di difesa contro il vampiro, inteso come creatura oscura.

Tecniche di difesa. Quelle due semplici parole collegate con il docente di Difesa, le fecero drizzare le antenne, come dicevano i babbani, rendendola all’improvviso meno scettica e molto più attenta. Certo le pozioni difensive non erano certamente in cima alla lista delle cose che aveva chiesto a Noah di insegnarle, ma ciò non le impediva di trovare l’argomento molto interessante e soprattutto stranamente in sintonia con quelli che erano i suoi bisogni in quel periodo. Non appena la Bennet ebbe terminato la prima parte del suo discorso introduttivo la Sala si riempì di un fruscio di pergamene e Tisifone si morse l’interno della guancia, indecisa, per poi lasciarsi andare a uno sbuffo sarcastico ed evocare con la bacchetta l’occorrente per prendere appunti, nel caso ne avesse avvertito la necessità. Poteva sempre venirle in mente una qualche domanda da porre effettivamente alla collega subito dopo il seminario o qualche dubbio che forse l’italoamericano l’avrebbe potuta aiutare a sciogliere. Osservò quindi con attenzione mista a curiosità la prima immagine che comparve sul muro in fondo alla Sala, trovandola vagamente familiare ma senza comprenderne il perché: dopotutto era passato un sacco di tempo dall’ultima volta che si era trovata a dover studiare i Vampiri e per quanto avesse un’ottima memoria, certi dettagli finivano per rimanere sepolti se non debitamente ricercati.

La storiografia sulla nascita dei vampiri è estremamente recente, in quanto le prime ed ufficiali apparvero intorno alla seconda metà del Settecento, ad opera del vampiro che vedete raffigurato nell’immagine: Louis de Pointe du Lac.

Anche il nome non le era del tutto sconosciuto, ma piuttosto che sprecare tempo ed energie nel cercare di ricordare quando e in quale circostanza l’aveva già sentito, Tisifone preferì ascoltare la storia che la collega stava raccontando loro, apprezzandone il linguaggio semplice e diretto e la chiarezza di esposizione. Sicuramente il fatto che la Storia Magica fosse una delle sue materie preferite, l’aiutò molto a rimanere concentrata e a mostrare un’espressione interessata e per nulla annoiata, solo un po’ contrariata per non aver mai letto primo quello che, a giudicare dalle parole che stava sentendo, si prospettava essere un libro molto interessante ed istruttivo.

Ci tengo a precisare che l’intento di Pointe du Lac non era assolutamente quello di mettere in pericolo la propria stirpe, quanto invece aiutarla ad avvicinarsi alla comunità magica, presentandola come creature magiche con la stessa dignità che avevano Centauri, Tritoni e, curiosamente, Elfi Domestici.

E a quanto pare ci è riuscito egregiamente…

Commentò tra sé la Divinante, anche se non poteva sapere con sicurezza che fosse proprio a causa di quel trattato che il Ministero avesse fatto rientrare i Vampiri tra gli esseri, riconoscendo loro un posto all’interno della comunità magica in qualità di Creature capaci di comprendere e rispettare le leggi degli umani. La seconda immagine, invece, era molto più familiare alla donna e le strappò un sorrisetto malinconico ricordando quante volte, da piccola, era rimasta a guardare affascinata gli occhiali particolari che il pozionista, di cui non ricordava il nome, indossava. In una famiglia dedita alle Pozioni com’era stata quella Samyliak, Abraham Ichabod Crane – almeno a giudicare da quello che la Bennet stava dicendo – era una piccola icona, un po’ come tutti i pozionisti del passato che si erano distinti per aver creato un composto rivoluzionario, almeno secondo i canoni del periodo storico in cui avevano vissuto.

Abraham Ichabord Crane, alchimista, pozionista ed erbologo ottocentesco, nonché inventore di quella che oggi chiamiamo Vampire Slayer. In realtà, Crane era molto più raffinato nel dare nomi ai propri composti, tanto che in origine la sua pozione prendeva il nome di Necrovelenus, il Veleno dei Morti.

E così finalmente anch’io so cos’avevi creato…

Si disse con una punta di ironia, comprendendo finalmente come mai il padre aveva sempre evitato di entrare nei dettagli quando lei gli chiedeva di parlarle “dell’uomo con gli occhiali strani”: veleni mortali e vampiri non erano proprio gli argomenti più adatti da trattare con una bimba di appena otto anni. Quando poi era cresciuta, l’interesse per Crane si era dissolto, come quello per qualsiasi cosa le ricordasse in maniera dolorosa il periodo felice che aveva trascorso con i suoi genitori.

Ora passerò ad analizzare il tema della conferenza di oggi. La Vampire Slayer è una pozione che attiva il suo effetto sia se ingerita, sia se lanciata contro il vampiro avversario.

Consistenza, colore, odore, erano tutti tratti importanti di una Pozione certo, ma quello che rese immediatamente la Vampire Slayer interessante agli occhi di Tisifone fu la possibilità di utilizzarla, per così dire, tenendosi a debita distanza dal nemico. Per quel che ne sapeva lei i vampiri bevevano solo ed esclusivamente una cosa, sangue umano, quindi far ingerire loro una Pozione poteva risultare altamente complesso. Molto meglio lanciar loro contro una fiala di vetro come se fosse un proiettile babbano.

[…]Se bevuta, l’effetto che provoca, in base all’età del vampiro, può essere di polverizzazione istantanea, autocombustione interna, debolezza fisica e dolori lancinanti che travagliano l’intero corpo della creatura. Se lanciata contro il vampiro, invece, non appena la pozione entra a contatto con la sua pelle, questa genera una scarica di fuoco luminoso che ne avvolge il corpo bruciandolo più o meno lentamente, a seconda della resistenza dell’ avversario.

Sentendo parlare di corpi che bruciavano e cumuli di cenere, Tisifone aggrottò le sopracciglia, picchiettando l’indice destro sull’avambraccio sinistro, per cercare di afferrare un ricordo che aveva fatto capolino nella sua mente. Quei due concetti non le erano nuovi, doveva aver letto qualcosa di recente da qualche parte, con molte probabilità sulla Gazzetta del Profeta.

Ma certo!

Esclamò quindi tra sé, mentre le riaffiorava alla mente l’articolo sulla riserva di vampiri tunisini. Di certo quel numero della Gazzetta non l’avrebbe dimenticato facilmente [Elaborazione =14 + 6/d20= 20] e non perché le fossero care le sorti dei vampiri, quanto perché avevano portato notizie nefaste per ben tre delle sue studentesse. A tutti gli effetti le studentesse erano solo due, considerato che Arianna si era diplomata l’anno precedente, ma per quando non andasse particolarmente d’accordo con la Ricciardi, Tisifone non riusciva a non provare una sorta di empatia nei suoi confronti, cosa che le accadeva spontaneamente con chiunque quando si aveva a che fare con l’argomento famiglia.

Il fenomeno dell’autocombustione, interna ed esterna, è dovuto alla presenza di tre principali ingredienti che tendono a sintetizzare tutto ciò al quale il vampiro è vulnerabile: luce del sole, fuoco e cuore. Questi ingredienti, quindi sono una componente floreale, l’Elysium, una componente animale, le ceneri della Fenice e una componente umana, il sangue di un morto. Ora andrò ad analizzare ognuno di questi elementi singolarmente, partendo dall’Elysium.

La parte tecnica, per così dire, del seminario, fu, per Tisifone, molto più interessante di quella storico – teorica non solo perché il modo in cui sostanze diverse riuscissero a coniugarsi tra loro dando vita a qualcosa di completamente diverso l’aveva sempre affascinata, ma anche perché non aveva mai sentito parlare del Fiore di Unicorno - cosa ovvia considerato che non era una Pozionista o un’Erbologa e che l’Elysium non era tutt’altro che un fiore comune – né era a conoscenza dell’esistenza di un tipo di acqua capace di assorbire l’energia solare, nonostante quell’elemento occupasse un ruolo fondamentale nella sua materia. Si appuntò quindi il luogo dove si trovava il lago con quelle caratteristiche, chiedendosi cosa sarebbe mai accaduto se avesse usato quell’acqua per praticare l’Idromanzia e ripromettendosi di recarsi in Nord Carolina, caso mai durante le vacanze Natalizie.

Lestat de Lioncurt. Un vampiro, un esteta, un amante, vissuto intorno agli stessi anni di Louis de Pointe du Lac. In effetti, le uniche notizie che ci vengono fornite su questo individuo provengono da Pointe du Lac stesso, il quale ce lo presenta con una personalità eccentrica, egocentrica, affascinante e, soprattutto, come un mentore. Ogni notizia relativa alle origini dei vampiri hanno come unica fonte quest’uomo, che sembra essere riuscito a scoprire il segreto della genesi della propria stirpe. La storiografia e anche autobiografia di Pointe du Lac racconta, infatti, nei minimi dettagli come Lestat sia riuscito a bere il sangue di tre Antichi, che si rivelarono essere anche i capostipiti della razza dei vampiri, acquisendone i poteri, la forza e la resistenza.

L’uomo di cui la Bennet stava parlando adesso era, per Tisifone, un perfetto sconosciuto. Molto tempo era passato da quando aveva studiato i Vampiri a scuola, troppo a giudicare dalle lacune che stavano emergendo, non solo da un punto di vista storico, ma anche pratico, visto che alle sue orecchie il fatto che il sangue di un morto fosse veleno per i Vampiri era suonata come una novità. Si mise quindi a osservare con attenzione il ritratto di Lestat, rimanendo suo malgrado affascinata dai tratti delicati del viso e dalla determinazione che sembrava trasparire dal modo in cui teneva bassi gli occhi.

Bene. E’ arrivato il momento delle domande. Se avete dei quesiti da pormi, vi prego di parlare uno alla volta, alzando la mano e attendendo che sia io a darvi il via. Non abbiate timore di esporre i vostri dubbi: cercherò di essere quanto più esaustiva possibile nel rispondervi.

Quando l’immagine di Lestat si dissolse, Tisifone sbattè più volte le palpebre avvertendo una strana morsa all’altezza del petto, come se fosse stata privata di qualcosa d’importante. Scosse la testa, leggermente sconvolta, per quella reazione istintiva, rendendosi conto di quanto pericoloso sarebbe stato trovarsi di fronte a quell’essere, se mai fosse stato ancora vivo. Nervosa, spostò una ciocca di capelli, sfuggita allo chignon morbido in cui li aveva legati, sistemandola dietro l’orecchio mentre la Ricciardi rompeva il ghiaccio con domande pratiche, incentrate sulla figura di Lestat.

E c'è un'altra cosa... ammettiamo per un secondo che Lestat sia vivo, da qualche parte.
Che magari si sia addormentato per secoli, o qualcosa del genere: come sarebbe se si risvegliasse?


Triste… solo … e annoiato…

Mormorò a bassa voce Tisifone, dando una risposta umana alla domanda dell’Apprendista di Vastnor, per poi sollevare un sopracciglio, sorpresa, sentendo i dubbi legati agli aspetti pratici della pozione che stava sollevando il Delfino. Quando Jorge ebbe terminato, Tisifone sollevò a sua volta la mano, lentamente, gli angoli della bocca inarcati all’insù in un ghigno indecifrabile.

Professoressa Bennet – esordì con voce ferma e pacata, non appena la collega ebbe dato anche a lei il permesso di parlare. - lei saprà di certo che recentemente un insediamento di Vampiri è stato sterminato nei pressi della città tunisina di Kebili e che sul luogo è stato ritrovato solo un cumulo di cenere. Secondo lei è possibile che questa strage, perché non la si può chiamare diversamente, possa essere stata causata dall’uso di quantità massicce della Vampire Slayer, eventualmente in una versione potenziata?

Da quello che aveva letto sulla Gazzetta del Profeta, i magiinvestigatori brancolavano nel buio, considerato che non si conosceva l’esistenza di un incantesimo capace di produrre un tale effetto su un’aria così vasta, e questo l’aveva spinta a formulare un’ipotesi assurda che in parte prendeva spunto da quello che era accaduto a lei. E se qualcuno avesse coniugato magia e tecnologia babbana, usando uno dei quei marchingegni da guerra per inondare il villaggio con una versione potenziata della Vampire Slayer? L’intervento della Ricciardi, però, le aveva fatto venire in mente un’altra domanda, diametralmente opposta a quella dell’ex Prefetta dei Draghi, in quanto più di carattere difensivo che di attacco.

Avrei un'altra domanda, se non le spiace- aggiunse subito dopo, prima che la collega potesse concedere la parola a qualcun'altro - Secondo alcune leggende babbane di origine slave bere regolarmente un decotto di verbena e biancospino assicurerebbe una sorta di protezione nei confronti dei Vampiri in quanto queste piante “sacre”renderebbero il sangue velenoso per loro. E’ possibile ottenere lo stesso risultato di immunità, per così dire, assumendo regolarmente della Vampire Slayer o un qualche altro composto?

Una luce particolare attraversò gli occhi di Tisifone mentre pronunciava quell’ultima domanda, come se le fosse venuta una sorta di illuminazione. Attese quindi la risposta della Bennet con trepidazione, appuntandosi mentalmente di porre quel quesito anche a Demetri, certa che se non esisteva ancora qualcosa del genere il suo padrino non avrebbe esitato neanche un secondo nel mettersi al lavoro per crearne almeno un prototipo. Una volta finito il Seminario, Tisifone sarebbe rimasta seduta al suo posto per una manciata di minuti, giusto il tempo per permettere ai pochi spettatori di scendere a congratularsi con la relatrice e porle eventualmente ulteriori domande private. Solo quando nella Sala fossero rimaste poche persone, la Divinante si sarebbe decisa ad alzarsi per andare a parlare con la collega.
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Messaggioda Elbeth » 03/07/2013, 23:12

Elbeth era decisamente in anticipo per la lezione supplementare di Pozioni sulla Vampire Slayer. Il “premio” del professor Vastnor per i compiti della lezione di Difesa sui Vampiri era stato molto gradito dalla piccola Grifondoro, che ora si trovava al fianco di Jorge, decisamente ed evidentemente molto eccitato di assistere alla lezione della Bennet. Era risaputo che il Delfino avesse una passione smodata per Pozioni, materia nella quale era decisamente portato, e la ragazzina se la rideva sotto i baffi, vedendo quanto si sforzava di non darlo a vedere e non riuscendoci assolutamente!

Lo sapevo che non ci avrebbero deluso...

Un sorrisetto furbo le increspò le labbra all’affermazione di Alvares. Era proprio evidente che non stava più nella pelle dalla felicità! Anche Elbeth amava molto quella materia: trovava il dedicarsi ad un’arte precisa come quella di preparare pozioni molto rilassante per il suo carattere irrequieto. Quindi, quella mattina era tranquilla e felice di potersi dedicare a qualcosa che era forse un po’ al di sopra delle sue capacità, ma che la stimolava molto. Ed era stranamente felice di essere anche con il ragazzino. Sul corridoio incrociarono Gummle con la solita faccia perennemente accigliata e la sua gattaccia. Elbeth rabbrividì: non amava particolarmente i gatti e soprattutto quel gatto! Al primo anno poco ci mancava che lei e la Walker fossero scoperte per colpa dei miagolii di quella bestiaccia. Ma la smorfia di disappunto scomparve quasi immediatamente dal suo volto, non appena giunti di fronte all’aula di Pozioni. Sembravano essere arrivati tutti contemporaneamente. Sbirciò di sottecchi Seal e la Ricciardi: i due ex studenti e prefetti di Dragargenteo le incutevano ancora un certo timore, il primo per il carattere spigoloso e fin troppo diretto, la seconda per la bellezza impressionante, da mettere soggezione a qualsiasi altra ragazza di Hogwarts! Figurarsi una ragazzina del secondo anno! Sapeva della propensione di Alvares per la Herbert (che quindi le stava decisamente antipatica), ma non la comprendeva, trovando Arianna Ricciardi di gran lunga più sexy. Miyabi, Ariel e Brianna erano subito dietro ed Elbeth sorrise loro con dolcezza, in segno di saluto. Stesso sorriso, ma di educata circostanza, fu scoccato dalla ragazzina all’indirizzo di Zephyr Kenway, Alexis Parker e Vergil Cartwright, con cui non aveva molta confidenza.

Prego, dopo di te Menina.

Il Delfino era molto galante ultimamente con lei. Non che le dispiacesse, ma la metteva un po’ a disagio preferendo la scanzonata disinvoltura con cui di solito le si rivolgeva, quindi strinse i libri e le pergamene un po’ più forte del dovuto, mentre faceva il suo ingresso nell’aula. Immaginava che l’eccitazione di Alvares per l’argomento fosse alle stelle [intuito/perspicacia= 18], quindi, anche se di solito non lo amava e preferiva nascondersi nelle retrovie, si posizionò al primo banco. Le parve di scorgere un sospiro di sollievo sul viso di Jorge e lo vide fare cenno anche a Miyabi e Brianna, di sedersi con loro, se avessero voluto. Lui, al contrario di lei, era sempre molto socievole… Chissà come sarebbe andato il loro appuntamento ad Hogsmeade quel sabato. Lei, apparentemente disinvolta e controllata, era in realtà in apprensione, non sapendo bene come collocare ancora l’evento, ma preferendo non darlo a vedere. Sospirò. Aveva ancora qualche giorno di tempo e ci avrebbe pensato più in là…

Salve a tutti.
Come molti di voi sapranno, qualche tempo fa il professor Vastnor chiese la mia collaborazione per istruirvi al meglio sulle tecniche di difesa contro il vampiro, inteso come creatura oscura…

La Bennet, dopo che tutti avevano preso posto, aveva iniziato a parlare. Elbeth si girò solo un attimo all’indirizzo dei professori, che come studenti ed ex studenti partecipavano a quella conferenza. Si sentì orgogliosa di poterne far parte ed aver avuto l’onore di assistervi, come studente meritevole, ma era anche per quello un po’ in difficoltà.
Se anche i prof sono qui…
Immaginava che l’argomento fosse non solo interessante, ma anche poco noto e approfondito, se alcuni di loro avevano deciso di assistervi. I suoi dubbi furono però spazzati via, quando incrociò il sorriso fiero della sua Capocasa, Tisifone Samyliak. Quella donna era diventata per lei un riferimento forte: la ammirava molto sia per il carattere deciso, anche se molti l’avrebbero definito scostante, sia per l’amore per la sua materia e che trasmetteva ai suoi studenti. Poteva quasi affermare che la bella e cupa professoressa di Divinazione, stesse diventando per Elbeth ad Hogwarts ciò che Richard era a casa. La penombra e le diapositive sulla storiografia dei vampiri fecero il resto. Elbeth per tutto il tempo che durò la spiegazione, fu completamente rapita dall’argomento e più di una volta si trovò a pensare che Cappie aveva ragione nel trovare i Vampiri degli esseri affascinanti. Alla lezione di Difesa, al suo primo anno, non pensava di poter cambiare opinione su di loro, ma mentre quelle foto scorrevano davanti ai suoi occhi, non potè non pensare che essere qualcosa di diverso da ciò che ti circonda, doveva essere molto triste, conducendo inevitabilmente ad una vita di solitudine e malinconia. Quello che è stato non sarebbe mai tornato, ogni istante sarebbe stato diverso da quello precedente, ma aveva senso vivere per sempre? O non era piuttosto una maledizione in quel caso?

…Ci tengo a precisare che l’intento di Pointe du Lac non era assolutamente quello di mettere in pericolo la propria stirpe, quanto invece aiutarla ad avvicinarsi alla comunità magica…. Secoli e secoli di persecuzioni, però, non potevano essere lavati con un colpo di bacchetta, o in questo caso di piuma…

Mentre nella penombra scribacchiava con la piuma gli appunti sulla storia Di Pointe du Lac, le ultime considerazioni della Bennet, le confermarono in parte quanto stava pensando poco prima. Ognuno al mondo aveva bisogno di sentirsi accolto ed amato ed i Vampiri non facevano eccezione. L’animo buono della ragazzina fu colpito da quel pensiero. In fondo come si sarebbe sentita lei al loro posto? Il buio celò il suo sguardo improvvisamente serio e triste. La foto di Abraham Ichabord Crane “alchimista, pozionista ed erbologo ottocentesco” come ebbe modo di specificare la prof, le strappò un sorriso: in effetti, era un po’ eccentrico, ma d’altronde aveva inventato la Vampire Slayer!

…fra i contemporanei, Godwyn Stokesey, che attualmente lavora al Ministero come Dottore in Conoscenza di II° livello.

La testa di Elbeth guizzò interessata alla notizia! Quindi la pozione era stata perfezionata anche in epoca recente!
Interessante… - pensò mentre considerava che uno di coloro che ci avevano lavorato era ancora vivo e vegeto. Appena la Bennet iniziò a spiegare la preparazione della pozione, la piuma di Elbeth graffiò molto più velocemente sulla pergamena, scrivendo in bella grafia, quasi pedissequamente ciò che la pozionista stava spiegando loro. Osservò con interesse la diapositiva, cercando di imprimere bene nella mente il colore paglierino e la consistenza della pozione.

…Questa tipologia di colore è stata ideata proprio per far sembrare la pozione quanto più innocua possibile. E’ inodore e insapore e non ha alcun effetto deleterio se ingerita da un essere umano o da qualsiasi altra creatura che non sia un vampiro. La composizione e gli ingredienti utilizzati, infatti, reagiscono solo con l’organismo di un vampiro. Se qualcuno di voi ricorda la lezione sui Veleni, potrà fare una giusta associazione: la Vampire Slayer può essere vista come un veleno di II° o III° grado per i vampiri. Estremamente letale e difficile da riconoscere…

Automaticamente fece dei cenni positivi con il capo alle affermazioni della Bennet: ricordava molto bene la lezione sui veleni! Era stata una di quelle che l’avevano affascinata di più.

….Sembra infatti, secondo il libro di Pointe du Lac, che esista un gruppo di vampiri talmente tanto potenti, che la loro nascita viene fatta risalire a ben più di duemila anni fa. Questi vengono chiamati gli Antichi e vi dirò subito che, contro di loro, la Vampire Slayer non ha alcun effetto. In effetti, neanche il sole sembra riuscire ad ucciderli, sebbene un’esposizione prolungata e costante nel tempo sotto i raggi solari possa provocare loro danni ingenti e dolori inimmaginabili….

…gli Antichi… - constatò, mentre continuava a prendere freneticamente appunti. Avrebbe dovuto chiedere qualcosa a suo padre… In fondo, anche se l’epoca non coincideva con quella di cui il suo genitore era appassionato ed esperto, non sarebbe stato male avere qualche informazione in più. La mente vivace della ragazzina era già in fermento: il veleno non funzionava su tutti! Come mai? Come mai neanche il sole avrebbe funzionato? Non c’era modo quindi di proteggersi in caso di attacco? Un cipiglio perplesso comparve sul suo volto.

…Il fenomeno dell’autocombustione, interna ed esterna, è dovuto alla presenza di tre principali ingredienti che tendono a sintetizzare tutto ciò al quale il vampiro è vulnerabile: luce del sole, fuoco e cuore…

Mentre appuntava i tre elementi che attaccavano i punti deboli dei Vampiri, le venne istintivo pensare se non potesse esistere ancora qualcosa d’altro, qualcosa di meno evidente e palese, ma ugualmente efficace.
E se…
Scribacchiò un appunto sulla pergamena accanto agli appunti:
“perché ucciderli, perché non renderli innocui?”

Se come affermava Vastnor, il morso di un Vampiro era una sorta di malattia, doveva esistere per la medimagia un antidoto! Era un’idea che le frullava da allora nella testa. Ma la professoressa Bennet non poteva immaginare i pensieri che si accavallavano nella mente vivace di Elbeth e quindi proseguì spedita nella sua lezione, entrando nel vivo della preparazione della pozione, elencandone gli ingredienti e le loro proprietà che combinate assieme davano vita alla Vampire Slayer. Alvares, accanto a lei, ora, era al massimo dell’eccitazione. Elbeth trattenne a stento un sorrisetto scherzoso. Quel carattere del Delfino le piaceva molto: non mentiva, anzi non temeva di mostrare tutto quello che provava. Lo fissò di sottecchi non vista: in questo poteva imparare molto da lui. Il sorriso le morì sulle labbra. Per quanto si sforzasse, la rigida educazione ricevuta a volte cozzava con il suo temperamento focoso e prendeva ancora il sopravvento, impedendole spesso di mostrare ciò che realmente provava. Era abituata, per così dire, a mascherare le sue emozioni. Jorge no. Jorge era esattamente ciò che mostrava di essere.

…Ora vi farò un ultimo appunto, che riguarda il quarto ingrediente di questa pozione, spesso sottovalutato perché si trova largamente e abbondantemente in giro, ma che può veramente fare la differenza. Sto parlando naturalmente…dell’acqua!

Ancora una volta le parole della Bennet la riportarono al presente.
L’acqua… - non aveva scordato che anche un semplice ingrediente come l’acqua, apparentemente innocuo, in dosi eccessive poteva portare all’intossicazione – “E’ la dose che fa il veleno!”

Le parole di Paracelso, che aveva approfondito per il compito sui veleni, le tornarono alla mente.

…Quello che non sapete è che la Vampire Slayer, spesso, richiede un tipo d’acqua molto particolare…

La sua attenzione fu catturata di nuovo ed i suoi occhi scuri scattarono immediatamente a guardare Martha Bennet. Quella lezione si stava rivelando ancor più interessante del previsto. Non aveva mai pensato che non tutti i tipi di acqua fossero uguali!
E le sorprese non erano finite…

...Lestat de Lioncurt.

Elbeth si rizzò sulla sedia, interrompendo per un attimo il suo graffiare sordo sulla pergamena ormai piena di appunti. La diapositiva del Vampiro per eccellenza la rapì immediatamente. A parte la bellezza quasi sovrannaturale, era l’espressione e lo sguardo malinconico del vampiro che la catturò completamente. Eppure era una semplice diapositiva… Il carisma di quell’essere era evidente anche attraverso una diapositiva. Si chiese come sarebbe stato incontrarlo davvero.
Un mentore… - non aveva mai considerato l’idea che un vampiro potesse ricoprire quel ruolo, ma in fondo non era sbagliato. La conoscenza e la comprensione di Lestat de Lioncourt dovevano essere decisamente superiori alla media.

Sembra infatti che questo vampiro sia scomparso intorno alla fine dell’Ottocento, data nel quale sono andate perdute le sue tracce, insieme a quelle di Louis de Pointe du Lac. Non è escluso che i due si siano suicidati, in effetti, una pratica molto in voga fra i vampiri che non riescono ad adattarsi alle varie società che si susseguono.

Elbeth fissò scettica la Bennet. Come era possibile che un essere dotato di tale carisma, fascino e conoscenza si potesse… suicidare? Fissò ancora, ammaliata, le fattezze dolci del vampiro.
Impossibile! – pensò. Non poteva credere che avesse fatto una cosa del genere e poi dopo aver bevuto il sangue di ben tre Antichi ed essere quindi, molto probabilmente, l’essere più forte su quella terra? Chi poteva fare una cosa del genere e poi desiderare di non vivere? Se veramente era un esteta, un amante, un mentore? Non un essere con quella determinazione! Perché al di là della bellezza e della malinconia, quella diapositiva le trasmetteva …forza!

Bene. E’ arrivato il momento delle domande…

La piccola Grifa abbassò lo sguardo intimorita. Di domande ne aveva eccome! Ma sarebbero state opportune? O la professoressa le avrebbe interpretate come fantasie di una ragazzina un po’ troppo vivace? Si mordicchiò il labbro inferiore con la fronte corrucciata, mentre lasciava vagare lo sguardo sulla pergamena fitta di appunti, molto diversa da quella di Alvares, decisamente più ordinata della sua. Nel frattempo, altri, più veloci di lei, avevano iniziato a porre i loro quesiti. Elbeth incrociò le braccia sul petto, mentre li ascoltava.
La Ricciardi. era decisamente una donna d’azione. Elbeth sorrise alla domanda su Lestat de Lioncourt e si voltò istintivamente a fissarla. Quindi, anche lei era rimasta affascinata dalla figura del “Vampiro dei Vampiri”, come lo aveva soprannominato nella sua testa!
Alvares. conosceva la passione di Jorge per pozioni, ma la sua capacità intuitiva in quella materia, le fece pensare che aveva una mente più brillante di quello che finora aveva pensato. Lo fissò quasi ammirata.
Tisifone Samyliak. Elbeth sorrise, mentre continuava a fissare in basso davanti a sé e ascoltava la sua Capocasa porre le sue domande.
Un intero villaggio di vampiri distrutto… - aveva letto la notizia da qualche parte sulla Gazzetta, per un tempo, come ogni azione distruttiva di una certa entità, aveva suscitato l’interesse dell’opinione pubblica magica. Ma, in questo, il mondo non era cambiato: la popolazione aveva ancora paura dei vampiri, mentre la divinante aveva ragione, si sarebbe dovuto indagare con più cura un accadimento di questa portata! Anche la seconda domanda le fece scattare qualche riflessione dentro. E forse fu proprio quella a farla sbilanciare e tirare fuori il coraggio dei Grifondoro. D’altronde era lì per imparare! Alzò la mano decisa, i suoi occhi scuri fissarono Martha Bennet, quando le consentì di parlare.

Da quello che ci ha spiegato mi è parso di capire che la pozione non è ancora perfezionata del tutto, nonostante le migliorie apportate da Moris, Norwell, Fernandez e Stokesey. – era una premessa, più che una domanda, ma decise di specificare meglio perché era giunta a quella conclusione - Se non funziona contro i Vampiri con età superiore ai 400 anni e gli Antichi, vuol dire che può essere ancora migliorata! Mi chiedevo… - esitò un attimo prima di esporre le sue considerazioni, non era una pozionista esperta ma quell’ingrediente l’aveva studiato bene. Abbassò lo sguardo - se non potesse esistere un altro elemento per potenziare gli effetti della Vampire Slayer… – rialzò il capo più decisa – L’aconito. Per i Babbani ha effetto anche contro i Vampiri, le leggende babbane spesso hanno un fondo di verità… ed anche se la struttura corporea di un vampiro è modificata, l’origine è pur sempre umana. Forse, per perfezionarla non bisognerebbe guardare solo all’effetto finale, il vampiro, ma anche alla sua origine, ovvero l’uomo.

Il tono era pacato ma duro allo stesso tempo. Era stimolante immaginare di poter apportare migliorie alla pozione e studiare come e cosa poteva funzionare contro la stirpe più forte dei Vampiri. Il suo animo battagliero, tipicamente Grifondoro, trovava frustrante non poterli sconfiggere! Per lei non era moralmente ammissibile un combattimento che non si potesse svolgere alla pari e quindi consentire un margine di vittoria. Aveva preso sicurezza. Mentre si tirava su meglio sulla sedia, anche se ancora un po’ irrequieta, decise di porre la seconda domanda. Avrebbe voluto chiedere come mai la ricerca si era spostata sull’uccidere i vampiri, piuttosto che sul dare loro la possibilità di renderli innocui o ritornare quello che erano… degli uomini. Ma la domanda che le uscì fuori, totalmente istintiva, fu un’altra.

Lei pensa che veramente Lestat di Lioncourt si sia …suicidato? Andiamo!

Il tono scettico della ragazzina suonò sarcastico anche se stessa. Alzò il braccio ad indicare la sua diapositiva che era rimasta lì in bella mostra.

Un Vampiro come lui? Dopo tutto quello che aveva studiato, che era diventato? E’ illogico… Un essere di quel genere se vuole sparire e non farsi trovare, fosse anche per centinaia di anni, non penso avrebbe delle grosse difficoltà… - ancora una volta la sua perspicacia [intuito/perspicacia=18] le suggeriva altro – Mi chiedo come mai si è pensato ad un suo suicidio e non piuttosto alla volontà di non farsi trovare. Peraltro, visti i recenti accadimenti che citava la professoressa Samyliak, anche ben giustificata!

Aveva osato troppo con quell’ultima domanda? Si voltò a sbirciare con i suoi occhi scuri e penetranti il volto impassibile di Sandyon Vastnor. Sapeva che in fondo quella domanda avrebbe dovuto farla a lui e non alla Bennet! Non era stato lui a dire nella lezione sui Vampiri che l’ultimo avvistamento di Lestat de Lioncourt risaliva a 50 anni fa?

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Messaggioda Brianna » 12/07/2013, 14:05

Quando, tempo prima, il professor Vastnor aveva detto loro, durante la lezione sui Vampiri, che ci sarebbe stato una sorta di Master per gli studenti più meritevoli, Brianna aveva provato con tutta se stessa a superare quella barriera che proprio il docente di Difesa aveva posto per poter essere ammessi alla conferenza che – a detta di Sandyon – avrebbe tenuto la professoressa Bennet.
Quando aveva consegnato quel compito non credeva di aver passato quella barriera e tale era stato lo stupore, al momento della consegna del compito corretto, di essere tra quelli ammessi al Master, che era dovuta andare a controllare più volte qual'era il limite... lei, Brianna Wollis, ce l'aveva fatta! Era abituata a prendere ottimi voti nelle materie a lei più congeniali, ma non in Difesa, vuoi per il modo di fare del professore, vuoi per la materia in se...

Inizialmente aveva atteso con ansia il momento in cui il seminario si sarebbe tenuto ma poi, più il tempo passava più questo andava nel dimenticatoio, anzi ormai credeva che il seminario non si sarebbe mai più tenuto... solo Jorge era assolutamente convinto che il Seminario si sarebbe tenuto prima o poi, che bisognava solo dare il tempo alla professoressa Bennet di fare le cose nel migliore dei modi... Brianna non aveva dato credito alle parole di Jorge...pensava che per lui la Bennet era come McDullan per lei... il docente dal quale imparare il più possibile perchè insegna la materia più bella, sempre pronta – almeno Brianna – a difendere l'operato del suo professore preferito, a difendere le sue lezioni ed a trarne il massimo profitto.

Invece il suo compagno di Casata, alla fine, aveva avuto ragione, il seminario sarebbe iniziato di li a poco, aveva tutte le carte in regola per essere qualcosa di straordiario, e Brianna non vedeva l'ora di prendervi parte.

I lunghi capelli rossi della ragazzina erano raccolti in due morbide code, un maglioncino rosa – il suo colore preferito – ed un paio di jeans... ed ovviamente Glaedr... poteva forse mancare il suo petauro?

Entrò, come al solito in anticipo, nella Sala Conferenze del castello, e prese posto in una delle poltroncine laterali, dove avrebbe avuto si una buona vista, ma al contempo non sarebbe stata proprio in prima fila... il posto in prima fila lo prendeva solo ed esclusivamente durante le ore delle sue materie preferite e Pozioni, per quanto non le dispiacesse, comunque non rientrava nella sua personalissima top 5.

Poco dopo incrociò lo sguardo di Jorge, che era assieme ad Elbeth, il quale le fece cenno di avvicinarsi a loro... e Brianna accolse l'invito di Jorge con gioia, non le sarebbe piaciuto rimanere li da sola, dal momento che, da quel che ne sapeva, lei e Jorge erano gli unici Delfini presenti, e non che ci fossero tante altre persone anche delle altre casate... la giovane strega si sentiva un po' una privilegiata a poter prendere parte a quel seminario anche se, in cuor suo – e non lo avrebbe mai ammesso con nessuno – avrebbe preferito una conferenza su una qualche Creatura Magica.

Ciao Jorge! Ciao Elbeth! Come state ragazzi?

Se anche Miyabi si fosse aggiunta al gruppetto, avrebbe salutato allo stesso modo anche l'altra grifa

Jorge, avevi ragione... alla fine la Bennet ha deciso di tenerla, questa conferenza!

Parlarono poi del più e del meno, fino al momento in cui la Bennet non iniziò

Salve a tutti.
Come molti di voi sapranno, qualche tempo fa il professor Vastnor chiese la mia collaborazione per istruirvi al meglio sulle tecniche di difesa contro il vampiro, inteso come creatura oscura. Naturalmente, questo corso di approfondimento per voi studenti verterà su una delle più grandi pozioni offensive che siano state inventate contro questo genere di nemico. Siete pregati quindi di fare assoluto silenzio, prendere piuma e pergamena e di stare bene attenti alle diapositive che vi verranno sottoposte nel corso della lezione.


Brianna annuì inconsapevolmente alle parole della professoressa, e fece quanto era stato detto, prendendo piume e pergamena, pronta a prendere appunti e, come al solito, maledire la mancanza di una guida sul foglio che la aiutasse a scrivere dritto... un giorno o l'altro si sarebbe fatta spedire un paio di quaderni a quadretti, li si che avrebbe potuto scrivere in una maniera degna di tale nome!

Dopo quelle frasi di apertura del seminario, l'aula si oscurò e la prima immagine comparve

Dove ho già visto quel tizio?

Si chiese Brianna, corrugando la fronte... non era un volto nuovo, ma non riusciva a ricordare di chi fosse... probabilmente l'aveva incontrato mentre studiava i vampiri dopo la lezione con Vastnor, ma non ne era sicura.

La professoressa Bennet non la fece attendere a lungo, rivelando quasi immediatamente l'identità di quel personaggio

La storiografia sulla nascita dei vampiri è estremamente recente, in quanto le prime ed ufficiali apparvero intorno alla seconda metà del Settecento, ad opera del vampiro che vedete raffigurato nell’immagine: Louis de Pointe du Lac.
In realtà, notizie frammentarie sul loro modo di vivere e ipotesi sulla loro genesi erano già presenti intorno al tardo periodo romano, giunti fino a noi da autori anonimi e di cui non possiamo verificarne, quindi, l’attendibilità. Inoltre, le notizie a noi giunte appaiono confusionarie e riguardano molto spesso le modalità di attacco di un vampiro e i loro punti deboli, ma non la loro nascita e sviluppo. Questo, presuppone quindi che i primi a scrivere di vampiri fossero maghi cacciatori, che annotavano probabilmente su diari o fascicoli il resoconto dei loro scontri con queste creature, sperando di tramandare alle generazioni future notizie utili per permettere ai loro successori di continuare il loro lavoro di sterminio.


La ragazzina scrisse il nome di quel vampiro sulla sua pergamena, ma le parole della professoressa ancora non l'avevano aiutata a comprendere chi fosse questo Louis de Pointe du Lac e soprattutto perchè fosse famoso... si certo, aveva scritto la storiografia della nascita dei vampiri ma... era famoso solo per questo?

Brianna si sistemò meglio sulla poltroncina, l'attenzione tutta rivolta alle parole della docente, quasi dimenticando tutto il resto... e d'altra parte, l'unico rumore che si udiva in aula, a parte la voce della professoressa era solo il fruscio delle piume che scrivevano veloci sulle pergamene.

Louis de Pointe du Lac, nato mago ma trasformato all’età di 25 anni in un vampiro, è il primo autore che ha avuto il coraggio di scrivere una storiografia completa e dettagliata sulla propria razza, andando incontro alla furia di molti suoi simili e rischiando spesso la morte per linciaggio. E’ infatti noto a molti che, in passato, i vampiri preservassero la propria vita negando essi stessi la loro esistenza e punendo chiunque osasse infrangere il Patto che era comune ad ogni vampiro: Noi non esistiamo, ci celiamo nelle ombre e lì rimaniamo era il saluto comune con il quale i vampiri accoglievano i nuovi adepti, spiegando con quelle semplici parole tutta un’intera filosofia di vita. I vampiri, infatti, vivevano costantemente nell’ombra, senza mai mescolarsi fra la gente e soprattutto mantenendo un voto di segretezza che impediva loro di parlare della loro stirpe con chi non ne faceva parte. Capite bene, dunque, che il valore storico dell’opera di Pointe du Lac è incommensurabile, giacchè milioni di vampiri tentarono una rappresaglia non solo contro di lui, ma anche contro le copie del libro che allora erano state messe in circolazione. Migliaia di queste vennero distrutte dalle mani sapienti dei vampiri più anziani e anche dei più scapestrati, seppur alcune copie sono sfuggite a quello sterminio grazie alla diligenza di alcuni maghi e streghe amanti della cultura.
E’ proprio in questo periodo, quando cioè popolose comunità di vampiri vennero allo scoperto, che si sentì l’esigenza di creare un’arma che potesse distruggerli facilmente e senza troppi problemi. Naturalmente, esistevano già incantesimi che potevano danneggiare e uccidere i vampiri; tuttavia, nonostante ora la loro esistenza fosse stata resa ormai nota, era comunque difficile stanarli dai luoghi nei quali essi si nascondevano. Era perciò necessario creare qualcosa che non destasse troppi sospetti, ma che fosse parimenti efficace contro queste creature oscure.


Ecco perchè lo ricordava! Aveva avuto il coraggio di andare contro le regole che vigevano, rischiando spesso la morte... Brianna da una parte lo aveva ammirato per il suo coraggio ma lei... lei, avrebbe avuto il coraggio di rischiare così tanto? Scosse la testa, probabilmente no.

Avrebbe voluto provare a leggere la biografia di questo vampiro particolare... chissà come viveva lui il fatto di essere stato trasformato in un Vampiro in così giovane età...

Ci tengo a precisare che l’intento di Pointe du Lac non era assolutamente quello di mettere in pericolo la propria stirpe, quanto invece aiutarla ad avvicinarsi alla comunità magica, presentandola come creature magiche con la stessa dignità che avevano Centauri, Tritoni e, curiosamente, Elfi Domestici.

Beh... ovvio – si trovò a pensare Brianna – che non volesse mettere in pericolo la propria stirpe... perchè avrebbe dovuto farlo?

La ragazzina – forse ancora troppo giovane – non si soffermò a pensare che il suddetto vampiro avrebbe anche potuto, in un atto di estremo coraggio – voler eliminare tutti i vampiri perchè magari a lui un' esistenza così particolare e soprattutto con una alimentazione così particolare non la voleva vivere perchè dotato di un animo troppo buono.

Già, molto prima di noi, i vampiri avevano compreso che gli Elfi Domestici non sono degli schiavi al nostro servizio, ma una razza con proprie abitudini e regole. Il suo scopo, quindi, era mettere fine al periodo buio che aveva visto i vampiri, nell’immaginario collettivo, come mostri da cacciare e mostrarli, metaforicamente, alla luce del sole. 
Secoli e secoli di persecuzioni, però, non potevano essere lavati con un colpo di bacchetta, o in questo caso di piuma. Vampiri e maghi erano spaventati gli uni dagli altri e questo portò a delle rappresaglie da una parte e dall’altra, che si protrassero in maniera discontinua fino alla fine della Seconda Guerra Magica.


La ragazzina stava continuando a prendere appunti, la piuma volava rapida ed il tempo scorreva veloce... la lezione la stava prendendo molto più di quanto non si sarebbe aspettata, ma il bello doveva ancora arrivare.

Stava scrivendo, la testa china, e non si accorse del movimento della Bennet, ma quando rialzò gli occhi al posto della figura del vampiro Louis si trovò davanti la figura di un essere con un'apparecchiatura sugli occhi quasi buffa, tanto che a stento trattenne una risata nel vedere com'era conciato il tizio della foto

Abraham Ichabord Crane, alchimista, pozionista ed erbologo ottocentesco, nonché inventore di quella che oggi chiamiamo Vampire Slayer. In realtà, Crane era molto più raffinato nel dare nomi ai propri composti, tanto che in origine la sua pozione prendeva il nome di Necrovelenus, il Veleno dei Morti. Furono i cacciatori che la utilizzarono a soprannominarla semplicemente “Vampire Slayer”, AmmazzaVampiri, nome che poi venne conservato anche quando questa pozione venne perfezionata negli anni a venire. Quella di Crane, infatti, era solo un prototipo non ancora ben sviluppato, ma in ogni caso di grande utilità ed efficacia. Contro un vampiro Neonato o relativamente Giovane, questa pozione riusciva ad indebolirli a tal punto da permettere ai maghi cacciatori di finirli prima che avessero il tempo di attaccarli.

Scrisse sui suoi appunti il nome di Crane, e rimanendo stupita di quanto quel tizio fosse stato un genio nell'inventare il prototipo della Vampire Slayer, che lui aveva chiamato Necrovelenus... un nome che, almeno secondo Brianna, era decisamente molto congeniale alla pozione, dava più' il senso di come agiva la pozione stessa.

Come ho già accennato, questa pozione è stata perfezionata nel corso del tempo, da vari pozionisti e/o erbologhi. Fra i più importanti, ovvero quelli che diedero il loro maggior contributo, ritroviamo Etienne Moris, Christopher Norwell, Santiago Fernandez e, fra i contemporanei, Godwyn Stokesey, che attualmente lavora al Ministero come Dottore in Conoscenza di II° livello.

Si certo, successivamente era stata perfezionata, ma l'idea di base era di Crane... era stato lui il genio che l'aveva scoperta... ovviamente era molto più facile perfezionare qualcosa di già esistente piuttosto che creare qualcosa ex-novo!

Ora passerò ad analizzare il tema della conferenza di oggi. La Vampire Slayer è una pozione che attiva il suo effetto sia se ingerita, sia se lanciata contro il vampiro avversario. Ha una consistenza molto liquida ed un colore quasi anonimo a vederla. Infatti, di solito si presenta in questo modo, un giallo molto opaco e scarno

Brianna osservò la nuova foto che era apparsa... sembrava qualcosa di assolutamente innocuo

Questa tipologia di colore è stata ideata proprio per far sembrare la pozione quanto più innocua possibile. E’ inodore e insapore e non ha alcun effetto deleterio se ingerita da un essere umano o da qualsiasi altra creatura che non sia un vampiro. La composizione e gli ingredienti utilizzati, infatti, reagiscono solo con l’organismo di un vampiro. Se qualcuno di voi ricorda la lezione sui Veleni, potrà fare una giusta associazione: la Vampire Slayer può essere vista come un veleno di II° o III° grado per i vampiri. Estremamente letale e difficile da riconoscere.

Brianna annuì alle ultime parole della professoressa... ricordava perfettamente la lezione sui veleni, e soprattutto quel povero ermellino dalla candida pelliccia a cui era stato fatto ingerire il veleno... e poco importava che gli fosse stato dato l'antidoto praticamente subito... quel modo di fare della Bennet le aveva fatto perdere punti nella personalissima scala di valori che dava Brianna ad ogni professore.

Trascrisse lo schema che aveva dato loro la professoressa per poter distinguere un vampiro in base alla sua età, e che sarebbe stato utile successivamente per comprendere come e contro chi si poteva usare la pozione.

Osservate molto bene questo schema, in quanto vi servirà per capire contro chi potete utilizzare la Vampire Slayer. Come potete vedere, l’età del vampiro oscilla dal Neonato al Superiore, fino ad arrivare alla massimo grado possibile, l’Antico o, in questo caso, gli Antichi. Sembra infatti, secondo il libro di Pointe du Lac, che esista un gruppo di vampiri talmente tanto potenti, che la loro nascita viene fatta risalire a ben più di duemila anni fa. Questi vengono chiamati gli Antichi e vi dirò subito che, contro di loro, la Vampire Slayer non ha alcun effetto. In effetti, neanche il sole sembra riuscire ad ucciderli, sebbene un’esposizione prolungata e costante nel tempo sotto i raggi solari possa provocare loro danni ingenti e dolori inimmaginabili. In compenso, più un vampiro è giovane, più esso è debole. Per questo, solitamente, la pozione viene utilizzata per lo più contro i Neonati, i Giovani e, se preparata a dovere, anche contro gli Adulti.
Se bevuta, l’effetto che provoca, in base all’età del vampiro, può essere di polverizzazione istantanea, autocombustione interna, debolezza fisica e dolori lancinanti che travagliano l’intero corpo della creatura. Se lanciata contro il vampiro, invece, non appena la pozione entra a contatto con la sua pelle, questa genera una scarica di fuoco luminoso che ne avvolge il corpo bruciandolo più o meno lentamente, a seconda della resistenza dell’ avversario.

Il fenomeno dell’autocombustione, interna ed esterna, è dovuto alla presenza di tre principali ingredienti che tendono a sintetizzare tutto ciò al quale il vampiro è vulnerabile: luce del sole, fuoco e cuore. Questi ingredienti, quindi sono una componente floreale, l’Elysium, una componente animale, le ceneri della Fenice e una componente umana, il sangue di un morto.

Brianna trascrisse sulla propria pergamena le tre componenti a cui un vampiro è debole: Luce del sole, fuoco e cuore

Ora andrò ad analizzare ognuno di questi elementi singolarmente, partendo dall’Elysium.

La Bennet iniziò quindi a spiegare l'Elysium... un fiore decisamente particolare e molto molto bello anche esteticamente, con quella sua forma ad unicorno... Brianna, alla vista di quell'immagine, sgranò gli occhi... era decisamente particolare, non credeva che potesse esistere un fiore così e la Vilvarin non ne aveva mai parlato a lezione... o se l'aveva fatto, era stato prima che lei arrivasse ad Hogwarts.

Quindi passò a parlare del secondo ingrediente, la cenere della fenice... di nuovo un'immagine di questo maestoso uccello... cosa avrebbe dato Brianna pur di vedere una fenice almeno una volta nella sua vita!

Quindi passò al terzo ed ultimo ingrediente, il sangue umano, e comparve la foto di una goccia di sangue vista al miscroscopio elettronico e poi ricomposta in 3D... Brianna aveva già visto una volta una foto del genere su un vecchio libro di papà, ma vederlo li, studiarlo li, era tutta un'altra cosa.
Per la pozione serviva il sangue di un morto... ma come si poteva prelevare il sangue di un essere umano morto?
Si appuntò questa sua osservazione e, se ce ne fosse stato il momento, e se lei avesse trovato il coraggio dentro se stessa, avrebbe chiesto alla professoressa.

Martha continuò la sua spiegazione sul perchè era necessario il sangue di un essere umano morto

Solitamente, c’è un criterio per scegliere il tipo di sangue adatto: quanto più tempo passa dalla morte della persona, tanto più la qualità del plasma si abbassa di livello. Il sangue di una persona morta da un secondo è nettamente superiore rispetto a quello di uno che è morta da dieci secondi, e così via. Capite bene quindi che, in base alla qualità degli ingredienti, una Vampire Slayer potrà essere più o meno efficace e il costo oscillare fra gli 800 e i 2000 galeoni.

Fino a 2000 galeoni?

Brianna era impressionata dal costo di tale pozione, ma d'altro canto era normale che costasse così tanto vista la rarità degli ingredienti necessari per la sua realizzazione.

Ora vi farò un ultimo appunto, che riguarda il quarto ingrediente di questa pozione, spesso sottovalutato perché si trova largamente e abbondantemente in giro, ma che può veramente fare la differenza. Sto parlando naturalmente…dell’acqua!

L'acqua? E come può fare la differenza?

Brianna era un po incredula di fronte alle affermazioni della docente, ma poi ricordò la lezione sulle pozze lunari del professor Trigger... forse l'acqua, in particolari condizioni, era più adatta, più... magica e poteva funzionare meglio... non le passò nemmeno per l'anticamera del cervello che l'acqua era fondamentale per le diluizioni, che era l'acqua a fare una pozione più o meno concentrata... come al solito Brianna andava a pensare le cose più complesse senza soffermarsi a quelle più semplici.

Alla base di ogni pozione c’è l’acqua. Essa può essere più o meno addensata, fatta bollire solitamente, lasciata fredda molto raramente. Mescolata con la bacchetta o semplicemente col paiolo. Quello che non sapete è che la Vampire Slayer, spesso, richiede un tipo d’acqua molto particolare, ovvero quella che rispecchia maggiormente i raggi solari. L’acqua intrisa di energia solare, infatti, è la più adatta per questo tipo di pozione ed in più ne innalza notevolmente il livello. Per riuscire a trovare un ingrediente simile, dovreste cercare un fiume o, ancora meglio, un lago che si trovi su un alto piano montano, dove non esiste albero o fronda che possa oscurarne la sua superficie. E dove il sole splende per la maggior parte del tempo. Attualmente, l’unico lago che corrisponde a queste caratteristiche si trova nel Nord Carolina, vicino ad un vecchio insediamento babbano. Molti pozionisti preferiscono evitare di arrivare fin lì per poter prendere un po’ d’acqua, utilizzandone una di qualità spuria ma comunque efficace.

Annuì alle parole della professoressa...si, ci aveva visto giusto, serviva un' acqua particolare, che si trovava solo nel Nord Carolina.

Stava ancora pensando alla qualità dll'acqua, la ragazzina, quando la Bennet cambiò di nuovo immagine... Lestat! Lo riconobbe immediatamente, quante volte lo aveva visto, nei ritratti, sui libri, mentre studiava Difesa? Tantissime, talmente tante da considerarlo una sorta di conoscente.

Lestat de Lioncurt. Un vampiro, un esteta, un amante, vissuto intorno agli stessi anni di Louis de Pointe du Lac. In effetti, le uniche notizie che ci vengono fornite su questo individuo provengono da Pointe du Lac stesso, il quale ce lo presenta con una personalità eccentrica, egocentrica, affascinante e, soprattutto, come un mentore. Ogni notizia relativa alle origini dei vampiri hanno come unica fonte quest’uomo, che sembra essere riuscito a scoprire il segreto della genesi della propria stirpe. La storiografia e anche autobiografia di Pointe du Lac racconta, infatti, nei minimi dettagli come Lestat sia riuscito a bere il sangue di tre Antichi, che si rivelarono essere anche i capostipiti della razza dei vampiri, acquisendone i poteri, la forza e la resistenza. Nessuno poteva eguagliarlo. Naturalmente, queste affermazioni non vanno date per certe, in quanto ad oggi nessuno sembra aver più visto o sentito parlare di Lestat de Lioncurt. Sembra infatti che questo vampiro sia scomparso intorno alla fine dell’Ottocento, data nel quale sono andate perdute le sue tracce, insieme a quelle di Louis de Pointe du Lac. Non è escluso che i due si siano suicidati, in effetti, una pratica molto in voga fra i vampiri che non riescono ad adattarsi alle varie società che si susseguono. Ricordate ragazzi, che il nostro mondo è fatto di cambiamenti, di trasformazioni. E’ un continuo movimento, instabile e mutabile. I vampiri rimangono immutabili, nel corpo come nello spirito, se di spirito si può parlare. Immaginate come debba sentirsi un vampiro vissuto nel Seicento ai giorni nostri. Si troverebbe spaesato, confuso, inadatto all’epoca che sta affrontando. Per questo esistono dei Centri di Aiuto Integrazione Vampiri, che permettono loro di adattarsi al meglio ai vari secoli che si susseguono.

Centri di Aiuto Integrazione Vampiri? Chissà che posto è...

si trovò a pensare la ragazzina, immaginando un vampiro del 700 nel mondo moderno, magari quello babbano così pieno di tecnologia... si, di sicuro si sarebbe trovato ben più che spaesato.

Bene. E’ arrivato il momento delle domande. Se avete dei quesiti da pormi, vi prego di parlare uno alla volta, alzando la mano e attendendo che sia io a darvi il via. Non abbiate timore di esporre i vostri dubbi: cercherò di essere quanto più esaustiva possibile nel rispondervi.

Brianna si guardò intorno... avrebbe trovato il coraggio di porgere la domanda che le premeva nella mente?

Annuì alle domande di Arianna... in effetti non doveva essere stato semplice convincere gli antichi a poter berne il sangue, poi le domande di Jorge

E' possibile e, se si, con quali effetti, sostituire la cenere di una Fenice con quella di un Ashwinder? E cosa accadrebbe se invece dell'acqua del lago "benedetto dal sole" del Nord Carolina usassimo quella di una Pozza Lunare?

Brianna era decisamente molto interessata alla prima domanda di Jorge, se era possibile sostituire la cenere di fenice con quella dell' Ashwinder... attese la risposta della Bennet e la trascrisse sui suoi appunti

Ascoltò anche le domande della professoressa Tisifone Samyliak, non comprendendole del tutto ma stando comunque attenta alla risposta; ed infine anche quelle di Elbeth, che secondo Brianna aveva osato forse un po troppo con il suo ultimo intervento, ma era anche vero che, tutto sommato, era abbastanza difficile da credere che un vampiro del calibro di Lestat si fosse suicidato.

Brianna ascoltò tutto ciò che aveva da dire Martha, quindi alzò timidamente la mano, e quando la Bennet le diede l'ok a parlare, prese un bel respiro e...

Chiedo scusa professoressa – esordì – Lei ha detto che per preparare la Vampire Slayer serve il sangue di un essere umano morto, e più l'uomo è morto di recente più il suo sangue avrà effetto; esiste anche un modo particolare per prelevare e successivamente conservare il sangue una volta prelevato prima di poterlo usare? Oppure si deve usare immediatamente, appena prelevato?

Brianna fece un attimo di pausa, prima di esporre la sua seconda domanda

Inoltre, mi piacerebbe sapere, lei ha detto che esistono dei Centri di Aiuto Integrazione Vampiri... da chi sono gestiti? Cioè... - tentò di spiegarsi meglio – sono altri vampiri che aiutano quelli che non riescono ad adattarsi ai mutamenti nel corso dei secoli, giusto? - Brianna non credeva che ci fosse qualche essere umano disposto a rischiare di essere trasformato solo per un momento di depressione di un vampiro che non riusciva ad integrarsi – quindi noi, come facciamo a sapere che esistono? Ci sono dei vampiri che tutt'ora interagiscono con noi, senza pensare di... mangiare?

Una piccola pausa prima dell'ultima parola, indecisa se utilizzare il termine mangiare o bere, dopodichè attese che la donna desse le risposte alle sue domande, ed una volta ascoltato le risposte

La ringrazio professoressa.

Quindi si sistemò meglio sulla poltroncina e si dispose ad ascoltare le eventuali altre domande che gli altri presenti avrebbero fatto.
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Messaggioda Typhon » 25/08/2013, 21:37

Mi fa un effetto stranissimo essere di nuovo qui...

Pensa io che mi devo sorbire questo posto tutti i giorni...

Arrivato assieme ad Arianna Ricciardi, avendo ricevuto un messaggio di Alexis la quale lo informava che avrebbe fatto un leggero ritardo per motivi (indovinate un poco) di studio, Typhon Seal entrò all'interno della Sala Conferenze guardandosi bene attorno, fissando alcuni degli studenti e dei professori già presenti, non sentendosi minimamente a disagio come invece stava accadendo per la migliore amica/amante italiana che invece non metteva piede lì da diversi mesi al seguito del diploma, pezzo di carta consegnato in un giorno che adesso sembrava talmente lontano a assomigliare ad un decennio.
Preso posto vicino a lei, lasciò che quello alla propria sinistra fosse riservato alla fidanzata, sperando di vederla arrivare in tempi ragionevoli, infatti quel seminario aveva avuto un fortissimo impatto di interesse su molte persone adulte venute sia dal Ministero che dalle zone estere, quindi mantenere a lungo una seggiola vuota poteva reputarsi quasi una impresa non indifferente.

Se il tuo intento era convincermi allo stupro in un luogo pubblico, ci stai quasi riuscendo...

Immagine


Le sussurrò con un sorriso ironico e scherzoso, commentando così il vestiario scelto quel dì dalla ragazza; per lui invece jeans classico, maglietta arancio scuro attillata e giacca di pelle color sabbia, naturalezza allo stato puro.
Si sedette bello comodo, constatando che ultimamente avevano svolto di sicuro dei lavori di manutenzione a quella sala, infatti le poltrone erano più spaziose e dal velluto più confortevole.
La Bergman stava modernizzando quella scuola giorno dopo giorno, forse anche per essere al passo coi tempi rispetto a luoghi di grande tecnologia come l'accademia magica Cyprus, per fare un semplice esempio.
Non era mai stato alla Musashi, adesso che ci pensava, infatti si ripromise che avrebbe chiesto alla Vilvarin un paio di giorni di permesso per farci un salto ed osservare l'ambiente, pura curiosità, nulla di più.
Colse quasi subito la figura della docente di pozioni, Martha Bennet, salire sopra il palchetto ed avvicinarsi con le labbra al magi-microfono posto appositamente per permetterle di non sgolarsi in quella lunga ora di approfondimento magico.
La donna era come al solito vestita in modo impeccabile, forse un po' troppo antico per i suoi gusti, ma a suo modo elegante.
Seal incrociò le braccia al petto, con la schiena eretta e gli occhi fermi, seri e concentrati: la conferenza ormai stava per iniziare.

Salve a tutti.
Come molti di voi sapranno, qualche tempo fa il professor Vastnor chiese la mia collaborazione per istruirvi al meglio sulle tecniche di difesa contro il vampiro, inteso come creatura oscura. Naturalmente, questo corso di approfondimento per voi studenti verterà su una delle più grandi pozioni offensive che siano state inventate contro questo genere di nemico. Siete pregati quindi di fare assoluto silenzio, prendere piuma e pergamena e di stare bene attenti alle diapositive che vi verranno sottoposte nel corso della lezione.


Si allungò fino allo schienale della poltroncina davanti alla sua, afferrando il blocchetto di pergamena sistemato in dotazione degli spettatori.
La pergamena ovviamente l'aveva con se, mica poteva fare la figura dello straccione.
Scrisse soltanto il titolo, in fondo non era stato ancora detto nulla di interessante, poi, riprese ad ascoltare la professoressa, silenzioso esattamente come lei aveva richiesto in quelle poche glaciali parole che rispecchiavano in tutto e per tutto il suo naturale comportamento a lezione.

La storiografia sulla nascita dei vampiri è estremamente recente, in quanto le prime ed ufficiali apparvero intorno alla seconda metà del Settecento, ad opera del vampiro che vedete raffigurato nell’immagine: Louis de Pointe du Lac.

[...]


Louis de Pointe du Lac, nato mago ma trasformato all’età di 25 anni in un vampiro, è il primo autore che ha avuto il coraggio di scrivere una storiografia completa e dettagliata sulla propria razza, andando incontro alla furia di molti suoi simili e rischiando spesso la morte per linciaggio. E’ infatti noto a molti che, in passato, i vampiri preservassero la propria vita negando essi stessi la loro esistenza e punendo chiunque osasse infrangere il Patto che era comune ad ogni vampiro: Noi non esistiamo, ci celiamo nelle ombre e lì rimaniamo era il saluto comune con il quale i vampiri accoglievano i nuovi adepti, spiegando con quelle semplici parole tutta un’intera filosofia di vita.

[...]


E’ proprio in questo periodo, quando cioè popolose comunità di vampiri vennero allo scoperto, che si sentì l’esigenza di creare un’arma che potesse distruggerli facilmente e senza troppi problemi. Naturalmente, esistevano già incantesimi che potevano danneggiare e uccidere i vampiri; tuttavia, nonostante ora la loro esistenza fosse stata resa ormai nota, era comunque difficile stanarli dai luoghi nei quali essi si nascondevano. Era perciò necessario creare qualcosa che non destasse troppi sospetti, ma che fosse parimenti efficace contro queste creature oscure.

Insomma pur volendo fare qualcosa di buono, quel poveraccio mise in pericolo tutti quanti i vampiri del mondo.

Ci tengo a precisare che l’intento di Pointe du Lac non era assolutamente quello di mettere in pericolo la propria stirpe, quanto invece aiutarla ad avvicinarsi alla comunità magica, presentandola come creature magiche con la stessa dignità che avevano Centauri, Tritoni e, curiosamente, Elfi Domestici. Già, molto prima di noi, i vampiri avevano compreso che gli Elfi Domestici non sono degli schiavi al nostro servizio, ma una razza con proprie abitudini e regole. Il suo scopo, quindi, era mettere fine al periodo buio che aveva visto i vampiri, nell’immaginario collettivo, come mostri da cacciare e mostrarli, metaforicamente, alla luce del sole.

Avendo passato gli ultimi anni con una Vilvarin ancora "pietrificata", per Typhon non era affatto difficile riuscire a scrivere in velocità ed ascoltare allo stesso tempo, rammentando quando la sua mentore non volendo perdere tempo spiegava tutto in velocità e scorrevolezza dicendogli che stava a lui riuscire a prendere degli appunti in tempo, altrimenti lei non avrebbe ripetuto le cose una seconda volta.
Adesso la situazione era cambiata, ma questo non gli aveva impedito di proseguire ad affinare quella abilità che, in un frangente simile, risultava piuttosto utile. Mentre scriveva tutte quante le info offerte dalla Bennet, Typhon non faceva che pensare a quando sarebbe giunta la sua fidanzata, tranquillo che comunque le avrebbe potuto fornire i primi appunti da copiare senza alcun problema.
Sempre piena di impegni, master, studi privati, pranzi, colazioni, brunch con personalità presentate da docenti o da altri esponenti della ricerca magica; per lei era una sorta di Paradiso, mentre per il futuro erbologo erano tantissimi ostacoli ad una vita serena, tranquilla, comune.
Le pupille si strinsero alcuni secondi, malinconiche e appena tristi, poco dopo, la concentrazione tornò del tutto sulla professoressa, la quale aveva messo avanti all'attenzione di tutti una nuova immagine raffigurante un tipo strampalato somigliante ad un alchimista, probabilmente.

Abraham Ichabord Crane, alchimista, pozionista ed erbologo ottocentesco, nonché inventore di quella che oggi chiamiamo Vampire Slayer.

Un tipo a tutto tondo...

[...]


Quella di Crane, infatti, era solo un prototipo non ancora ben sviluppato, ma in ogni caso di grande utilità ed efficacia. Contro un vampiro Neonato o relativamente Giovane, questa pozione riusciva ad indebolirli a tal punto da permettere ai maghi cacciatori di finirli prima che avessero il tempo di attaccarli.

Forse molti dei presenti nella stanza a quel punto si stavano già parecchio annoiando, magari speranzosi di sentire da subito gli ingredienti della pozione o le gesta di qualche ammazza-vampiri mercenario che aveva sterminato da solo decine di migliaia di esemplari della notte, invece Typhon Seal osservava e rifletteva affascinato quella diapositiva, studiando la figura di quell'uomo che in parte fu anche erbologo come voleva esserlo lui.
Si chiese distrattamente, se fosse possibile creare un decotto contro i vampiri utilizzando esclusivamente rimedi e ingredienti naturali.
Audace il ragazzo, ma l'eccessiva vicinanza con una persona di talento come la Vilvarin provocava anche certi voli pindarici.
Lei era in grado di arrestare le ferite della magia oscura, allora, perché non anche avvelenare un vampiro, nemico della natura?
Forse le avrebbe fatto presente questo suo pensiero più tardi, di certo non l'avrebbe sfruttata come domanda da fare al seminario, anche perché riguardava una materia che la Bennet non conosceva approfonditamente e che sarebbe stata bollata come "fuori luogo".

Come ho già accennato, questa pozione è stata perfezionata nel corso del tempo, da vari pozionisti e/o erbologhi. Fra i più importanti, ovvero quelli che diedero il loro maggior contributo, ritroviamo Etienne Moris, Christopher Norwell, Santiago Fernandez e, fra i contemporanei, Godwyn Stokesey, che attualmente lavora al Ministero come Dottore in Conoscenza di II° livello.

"Presto avrò un incontro con il dottor Godwyn Stokesey, me lo ha consigliato caldamente la professoressa Bennet, sono così ansiosa!"


Hai capito che tipi interessanti che andrà a conoscere la mia dolce metà...

Ora passerò ad analizzare il tema della conferenza di oggi. La Vampire Slayer è una pozione che attiva il suo effetto sia se ingerita, sia se lanciata contro il vampiro avversario. Ha una consistenza molto liquida ed un colore quasi anonimo a vederla. Infatti, di solito si presenta in questo modo, un giallo molto opaco e scarno.
Questa tipologia di colore è stata ideata proprio per far sembrare la pozione quanto più innocua possibile.


Sembra urina...

E’ inodore e insapore e non ha alcun effetto deleterio se ingerita da un essere umano o da qualsiasi altra creatura che non sia un vampiro. La composizione e gli ingredienti utilizzati, infatti, reagiscono solo con l’organismo di un vampiro. Se qualcuno di voi ricorda la lezione sui Veleni, potrà fare una giusta associazione: la Vampire Slayer può essere vista come un veleno di II° o III° grado per i vampiri. Estremamente letale e difficile da riconoscere.

Mentre la professoressa finiva di spiegare, finalmente Alexis Parker si faceva spazio tra le persone, portando con se una borsa a tracolla... Enorme.
Da essa fuoriuscivano appunti e fogli di pergamena con scritto sopra di tutto, formule matematiche, citazioni filosofiche e coordinate astronomiche.
Quando poi si mise seduta vicino a lui, si lanciarono solo una piccola occhiata di intesa e lei gli chiese con un bacio se potesse farle vedere dopo quello che aveva scritto, ed infatti Typhon annuì senza problemi, facendola sorridere, un sorriso che gli fece sobbalzare l'anima.
Abbigliamento tipicamente professionale, da dottoressa o ricercatrice quale voleva diventare. Era sexy a suo modo.
Non il sexy di Arianna, differente, la sensualità della ragazza in carriera, o almeno, lui la vedeva così e le piaceva, pur non disdegnando l'italiana.
Avendole una a destra e l'altra a sinistra, Seal si sentiva un po' compresso tra i due fuochi, specie quando loro due si diedero il solito saluto a metà tra il finto ed il disinteressato. Non erano mica gelose di lui, almeno non credeva, ma era quel placido rapporto di tenue sopportazione nato fin dal periodo di Hogwarts e continuato anche successivamente al diploma.
La professionale contro la sportiva, la precisa contro la libera, la bionda contro la mora e via dicendo.
Typhon in quel preciso istante si chiese perché mai nel mondo magico come in quello babbano non esistesse più quella meravigliosa clausola matrimoniale detta "bigamia".

Se bevuta, l’effetto che provoca, in base all’età del vampiro, può essere di polverizzazione istantanea, autocombustione interna, debolezza fisica e dolori lancinanti che travagliano l’intero corpo della creatura. Se lanciata contro il vampiro, invece, non appena la pozione entra a contatto con la sua pelle, questa genera una scarica di fuoco luminoso che ne avvolge il corpo bruciandolo più o meno lentamente, a seconda della resistenza dell’ avversario.
Il fenomeno dell’autocombustione, interna ed esterna, è dovuto alla presenza di tre principali ingredienti che tendono a sintetizzare tutto ciò al quale il vampiro è vulnerabile: luce del sole, fuoco e cuore. Questi ingredienti, quindi sono una componente floreale, l’Elysium, una componente animale, le ceneri della Fenice e una componente umana, il sangue di un morto.


Ecco, meglio pensare di nuovo alla Vampire Slayer...

L’Elysium è conosciuto dai più come Fiore dell’Unicorno.

[...]


Alcuni eminenti erbologi sostengono che il terreno reso più fertile dai raggi del sole e macchiato da poche gocce di sangue di Unicorno possano dar vita a questo splendido esemplare; altri sono convinti, invece, che la sua forma sia del tutto casuale; altri ancora, e questa è la teoria più accreditata, sostengono che quando la creatura sfrega il proprio corno contro la corteccia di un albero per marchiare il territorio, rilascia una sottile polverina che spesso si sparge fino in profondità nel terreno, andando a contaminare quello che sarà poi il seme dal quale nascerà l’Elysium.

[...]


Naturalmente, questa è una specie molto rara di giglio e, ancora più ovviamente, solo quando assume la caratteristica forma ad Unicorno esso diviene adatto per preparare la pozione. Per questo, ancora oggi, si fa fatica a ricrearlo artificialmente, in quanto bisogna riuscire a combinare tutti gli elementi adatti a dare come prodotto finale l’Elysium che vedete dietro di me.

Cos'è, una sfida?
Chissà se la mentore sarebbe fiera di me nel caso riuscissi a...


L’altro ingrediente fondamentale, come ho accennato prima, è la cenere di Fenice.

[...]


Esso è un animale straordinario, le cui lacrime sono in grado di guarire qualsiasi tipo di veleno e la cui voce dona speranza e coraggio a chiunque abbia l’onore di ascoltarlo.

[...]


Prendere le ceneri di una Fenice viene considerato altrettanto stolto e pericoloso. Tuttavia, se una Fenice ci accorda la propria fiducia, si può ottenere il permesso di prendere un pizzico delle sue ceneri. Queste vanno raccolte un attimo prima che la creatura rinasca, in maniera da conservarne tutta la componente magica e di fuoco, e verrà mescolata in seguito insieme alla linfa dell’Elysium prima di essere aggiunta alla Vampire Slayer.

Promemoria: farsi amica una fenice.

[...]


Tuttavia, il vampiro deve staccarsi prima che la morte prenda la vittima che ha scelto: se non dovesse riuscirci in tempo, la morte stessa lo trascinerà con se, trasformandolo in una statua di pietra. Per questo motivo, il sangue di una persona morta viene considerato cattivo: forse perché contaminato dalla morte stessa, forse perché il cuore non pompa più quel sangue ricco di vita, fatto sta che esso è deleterio per l’organismo del vampiro.
Solitamente, c’è un criterio per scegliere il tipo di sangue adatto: quanto più tempo passa dalla morte della persona, tanto più la qualità del plasma si abbassa di livello. Il sangue di una persona morta da un secondo è nettamente superiore rispetto a quello di uno che è morta da dieci secondi, e così via. Capite bene quindi che, in base alla qualità degli ingredienti, una Vampire Slayer potrà essere più o meno efficace e il costo oscillare fra gli 800 e i 2000 galeoni.


Parecchi soldi per una pozione simile, non c'era dubbio, e ad ascoltare tutte quelle informazioni, Typhon non faceva fatica a crederci.
800 Galeoni anzi, per una porcheria simile in grado di annientare un vampiro, forse erano anche pochi.
Terminò di aggiungere ulteriori dettagli alla sua pergamena, guardando di sfuggita quella di Alexis, ora accanto a se.
Aveva scritto tutto quanto ad una velocità impressionante ed in più, aveva già copiato quello che aveva scritto all'inizio il fidanzato.
Non si sorprese più di tanto, sapeva che ella era a dir poco fenomenale ed ormai rodata con tutti i meeting e i ricevimenti che seguiva, ma vederla all'opera avrebbe lasciato chiunque non preparato letteralmente di stucco.

Ora vi farò un ultimo appunto, che riguarda il quarto ingrediente di questa pozione, spesso sottovalutato perché si trova largamente e abbondantemente in giro, ma che può veramente fare la differenza.
Sto parlando naturalmente…dell’acqua!


Beh di certo quella non può mancare...

[...]


Essa può essere più o meno addensata, fatta bollire solitamente, lasciata fredda molto raramente. Mescolata con la bacchetta o semplicemente col paiolo. Quello che non sapete è che la Vampire Slayer, spesso, richiede un tipo d’acqua molto particolare, ovvero quella che rispecchia maggiormente i raggi solari. L’acqua intrisa di energia solare, infatti, è la più adatta per questo tipo di pozione ed in più ne innalza notevolmente il livello.

[...]


Attualmente, l’unico lago che corrisponde a queste caratteristiche si trova nel Nord Carolina, vicino ad un vecchio insediamento babbano. Molti pozionisti preferiscono evitare di arrivare fin lì per poter prendere un po’ d’acqua, utilizzandone una di qualità spuria ma comunque efficace.

Al termine della spiegazione riguardo l'ingrediente più ovvio e allo stesso tempo quasi il più complesso, Martha Bennet propose una nuova immagine a tutta la grande folla di gente accorsa per il seminario, tutti in religioso silenzio ed ascolto assoluto.
Quella immagine ebbe il potere di attirare maggiormente anche l'attenzione di Typhon, il quale, smise momentaneamente di scrivere gli appunti per soffermarsi sui dettagli del quadro, sulle sensazioni che esso gli trasmetteva, sulle sfumature pittoriche e sulle particolarità delle vesti dell'individuo, che facevano ipotizzare una vita vissuta molti secoli or sono.

Lestat de Lioncurt. Un vampiro, un esteta, un amante, vissuto intorno agli stessi anni di Louis de Pointe du Lac. In effetti, le uniche notizie che ci vengono fornite su questo individuo provengono da Pointe du Lac stesso, il quale ce lo presenta con una personalità eccentrica, egocentrica, affascinante e, soprattutto, come un mentore. Ogni notizia relativa alle origini dei vampiri hanno come unica fonte quest’uomo, che sembra essere riuscito a scoprire il segreto della genesi della propria stirpe. La storiografia e anche autobiografia di Pointe du Lac racconta, infatti, nei minimi dettagli come Lestat sia riuscito a bere il sangue di tre Antichi, che si rivelarono essere anche i capostipiti della razza dei vampiri, acquisendone i poteri, la forza e la resistenza. Nessuno poteva eguagliarlo.

C***o!
Questo darebbe filo da torcere alla Bergman e tutto il corpo docenti messi assieme...


Naturalmente, queste affermazioni non vanno date per certe, in quanto ad oggi nessuno sembra aver più visto o sentito parlare di Lestat de Lioncurt. Sembra infatti che questo vampiro sia scomparso intorno alla fine dell’Ottocento, data nel quale sono andate perdute le sue tracce, insieme a quelle di Louis de Pointe du Lac. Non è escluso che i due si siano suicidati, in effetti, una pratica molto in voga fra i vampiri che non riescono ad adattarsi alle varie società che si susseguono. Ricordate ragazzi, che il nostro mondo è fatto di cambiamenti, di trasformazioni. E’ un continuo movimento, instabile e mutabile. I vampiri rimangono immutabili, nel corpo come nello spirito, se di spirito si può parlare. Immaginate come debba sentirsi un vampiro vissuto nel Seicento ai giorni nostri. Si troverebbe spaesato, confuso, inadatto all’epoca che sta affrontando. Per questo esistono dei Centri di Aiuto Integrazione Vampiri, che permettono loro di adattarsi al meglio ai vari secoli che si susseguono.

Giusto, in effetti un vampiro che nasceva in una determinata epoca, vivendo, per così dire, continuamente nel susseguirsi del moderno, prima o poi avrebbe incontrato un mondo a lui totalmente ostile, fastidioso o forse soltanto noioso.
La vita eterna evidentemente non doveva essere così meravigliosa come molte persone credevano che fosse.
Typhon avrebbe proprio gradito ascoltare un discorsetto tra Nicholas Flamel e quel Lestat del dipinto: un fermo credente nella bellezza del vivere per sempre e colui che invece è pronto a negarne tutti i privilegi e i complimenti.

Bene. E’ arrivato il momento delle domande. Se avete dei quesiti da pormi, vi prego di parlare uno alla volta, alzando la mano e attendendo che sia io a darvi il via.
Non abbiate timore di esporre i vostri dubbi: cercherò di essere quanto più esaustiva possibile nel rispondervi.


Attese che tutti, a cominciare proprio da Arianna, esponessero le proprie domande, i quesiti, i dubbi, senza avere alcuna fretta, sapendo che presto sarebbe giunto anche il suo turno, tenendo la mano alzata educatamente, fissando nel contempo la professoressa di pozioni, per richiamarne appena l'attenzione e farle capire che c'era anche lui nella lista di coloro che desideravano prendere parola.
Quando poi finalmente giunse il momento, Typhon preferì mettersi anche in piedi, in modo da non ovattare la propria voce e scandirla perfettamente all'interno della grande sala ghermita di gente curiosa ed appassionata.

In molti racconti babbani sui vampiri, si dice che il sangue animale li renda meno potenti e minacciosi rispetto a quello umano.
Questa teoria è vera o è solamente una invenzione?
La grandezza dell'animale e la sua forza effettiva poi, è influente?


Attese che la donna gli rispondesse, per poi passare alla sua seconda/terza domanda, visto che la prima ne conteneva implicitamente due.

Gli alberi Ceiba fanno parte della Mitologia delle Civiltà precolombiane, in particolare dei Maya che dipingevano i loro alberi sacri come delle grandi Ceiba che con le loro radici e la loro chioma collegavano il cielo, la terra e lo "Xibalba", l'oltretomba.
Secondo lo studio erbologico effettuato su queste piante, i fiori che producono sono in grado, seguendo un procedimento molto complesso e lungo, di curare molte malattie interne ed esterne del corpo; tali fiori, stranamente, non hanno effetto se presi nella parte centrale o bassa dell'albero, ma solo ed esclusivamente in quella alta, che dovrebbe rispecchiare il lato sacro della pianta e quello baciato dai raggi del sole, analogia interessante con il giglio solare e di seguito, l'Elysium.
E' possibile che la Ceiba ed i petali dei suoi fiori possano fornire come una valida sostituzione della pianta nata dall'unicorno, oppure che possa essere aggiunto come ulteriore ingrediente nella realizzazione del Necrovelenus al fine di renderlo più letale e pericoloso?
Grazie dell'attenzione.
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Messaggioda Alexis » 25/08/2013, 23:13

[Giovedì - seconda settimana di Ottobre – Sala Conferenze - ore 16.40]


Porca miseria, porca miseria, porca porca porca miseria!!

Era in ritardo, proprio in quel momento, proprio quel giorno: si odiava per questo, ma non sapeva come rimediare: aveva dovuto seguire due master quello stesso pomeriggio, subito dopo pranzo, e non era riuscita a rientrare ad Hogwarts per tempo; un ritardo di 40 minuti era inaccettabile per lei, e se si fosse permessa di entrare comunque in Sala Conferenze sarebbe stato solo perché non poteva proprio perdersi un incontro così importante, non quando si parlava di un Seminario tenuto dalla professoressa Martha Bennet, la donna che le aveva dato una mano per diventare parte del gruppo dei ragazzi scelti per il tirocinio con il dottor Godwyn Stokesey.
Così, con una borsa gigantesca e pesantissima sulla spalla destra, piena di libri, blocchi di appunti, pergamene e piume, l'ex Delfinazzurro fece il suo ingresso nella Sala, facendo un cenno di scuse con aria mortificata alla docente prima di addocchiare il compagno, Typhon, accanto all'ex Dragargenteo Arianna Ricciardi, verso la quale Alexis rivolse solo un sottile cenno del capo prima di rivolgere tutta la sua attenzione al fidanzato.

Immagine


Una camicia bianca con piccoli pois, pantaloni neri e ballerine rosse, un look comodo ma al tempo stesso elegante e professionale visto che si ritrovava a fare su e giù come una trottola praticamente ogni giorno.

Scusa il ritardo amore, non ce l'ho fatta a liberarmi prima!
Dopo mi fai copiare i tuoi appunti?


Domandò con un filo di voce a Typhon dopo avergli posato un bacio sulle labbra, tirando fuori velocemente piuma e pergamena per rimettersi in pari con le informazioni date dalla docente proprio mentre quest'ultima pronunciava, tra una serie di nomi, anche quello di una persona che presto la Parker avrebbe conosciuto bene.

Come ho già accennato, questa pozione è stata perfezionata nel corso del tempo, da vari pozionisti e/o erbologhi. Fra i più importanti, ovvero quelli che diedero il loro maggior contributo, ritroviamo Etienne Moris, Christopher Norwell, Santiago Fernandez e, fra i contemporanei, Godwyn Stokesey, che attualmente lavora al Ministero come Dottore in Conoscenza di II° livello.

Alexis notò subito l'occhiata che Martha le rivolse, e contraccambiò con un leggerissimo sorriso ancora contaminato dalla mortificazione che provava per essere arrivata in ritardo.
Tuttavia non perse tempo, iniziando a scrivere a velocità incredibile sulla pergamena così da fissare sul foglio non solo ciò che stava pronunciando la docente, ma anche ciò che Typhon aveva scritto.
La piuma correva veloce sulla pergamena, mentre la voce della docente Bennet riempiva la mente di Alexis di nozioni, ingredienti e procedure diverse - tutto volto a ricreare una pozione denominata "Vampire Slayer", una sorta di arma mortale contro i Vampiri - che la Delfina fissava sul foglio con tutta la velocità di cui disponeva, non volendosi perdere nemmeno un secondo considerato già il ritardo accumulato.

Ora vi farò un ultimo appunto, che riguarda il quarto ingrediente di questa pozione, spesso sottovalutato perché si trova largamente e abbondantemente in giro, ma che può veramente fare la differenza.
Sto parlando naturalmente…dell’acqua!


Quell'ultima parola, "acqua", la fece quasi sobbalzare, facendole alzare la testa di scatto: lo sguardo si posò istantaneamente sulla figura della professoressa, in un moto autonomo ed istintivo che la giovane donna non seppe spiegarsi; aggrottò le sopracciglia, infatti, come interdetta verso se stessa, ma finì per abbassare lo sguardo subito dopo, riprendendo a scrivere le ultime informazioni riguardanti un Vampiro, anzi, il Vampiro per eccellenza, Lestat de Lioncurt.
Come Typhon, anche la Parker venne rapita dall'immagine di Lestat, e Alexis non poté non osservarla per diversi istanti, come in trance, prima di abbassare lo sguardo sulla propria pergamena e comporre velocemente uno schizzo del Vampiro presentato dalla donna, niente di che naturalmente, un disegno molto semplice da parte dell'ex Delfina che, in materie come l'arte, dimostrava di sapersela cavare discretamente.

Immagine


Bene. E’ arrivato il momento delle domande. Se avete dei quesiti da pormi, vi prego di parlare uno alla volta, alzando la mano e attendendo che sia io a darvi il via.
Non abbiate timore di esporre i vostri dubbi: cercherò di essere quanto più esaustiva possibile nel rispondervi.


Un lungo respiro uscì dalle labbra della Delfina, che poteva finalmente prendere un po' di respiro e smettere di scrivere: ascoltò le domande di Arianna, la prima a prendere parola, e successivamente quelle di tutti gli altri, notando solo ora i presenti o meglio, alcuni di essi, come Jorge, il suo ex compagno, e poi Zephyr e Melia, non molto distanti da loro ma, stranamente, non vicini come invece avrebbe ipotizzato.
Anche Typhon pose i suoi quesiti alla docente, e per un secondo, ascoltando il secondo di essi, Alexis non poté non constatare quanto profondamente la docente di Erbologia, Lindë Vilvarin, avesse influenzato il modo di pensare e le conoscenze del giovane uomo accanto a sé, di cui ora la Delfinazzurro non poteva che essere molto fiera.
Avrebbe voluto fare una domanda anche lei, ma doveva ammettere di sentirsi un po' in imbarazzo, quasi convinta di non averne il diritto essendo arrivata in ritardo: tuttavia fu la sua sete di conoscenza, alla fine, ad avere la meglio, spingendola ad alzare la mano per porre il suo quesito se e quando la docente Bennet le avesse dato il permesso di parlare.

Professoressa Bennet, mi stavo chiedendo... un Vampiro che riesce ad integrarsi nella società odierna grazie ai Centri dei quali ha parlato, che prospettiva di esistenza lavorativa ha di fronte a sé?
Ci sono carriere specifiche per i Vampiri, o possono tranquillamente accedere a tutte quelle a disposizione degli esseri umani?
Inoltre mi chiedevo se e quanto fosse comune trovare Vampiri che si dedicano alla ricerca in campo medico e sperimentale, viste le loro conoscenze e il fatto che, beh, sono immortali... grazie.


Domande particolari, diverse forse da quelle che ci si sarebbero aspettate da lei perché non specifiche sulla pozione, sugli ingredienti o sul procedimento, ma più incentrate sull'aspetto umano - per così dire - della figura dei Vampiri; la seconda domanda, in particolare, andava a toccare un argomento molto delicato per Alexis, un settore sperimentale, soprattutto quello della medicina magi-genetica, che aveva iniziato a stuzzicare la sua curiosità da un po' di tempo a quella parte.
Non avendo altro da chiedere, comunque, la Parker preferì tacere da quel momento in poi, ascoltando semplicemente le domande degli altri e le finali risposte della docente di Pozioni.
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Messaggioda Melia » 26/08/2013, 13:46

[Ottobre - Giovedì - ore 15.58]


Un Seminario di Pozioni: non esattamente il modo preferito in cui Melia Herbert avrebbe voluto passare un pomeriggio, soprattutto quando il weekend si stava finalmente avvicinando, ma era anche vero che l'argomento trattato, una Pozione contro i Vampiri, toccava da vicino l'unica persona, oltre a Dylan, a cui l'Aberrazione tenesse, per questo sapeva che non sarebbe mai potuta mancare.
Zephyr Kenway era un'Aberrazione tanto quanto lei, ma se nelle vene della Serpe scorreva sangue di Veela, in quelle del Corvo scorreva invece sangue di Vampiro, e questo lo rendeva, seppur in minima parte, uno di loro; questo aveva portato Melia ad ipotizzare che assistere ad una Conferenza su una Pozione fatta per distruggere quelli come lui - più o meno - non sarebbe stato esattamente piacevole per il Prefetto nero-blu, ed ecco spiegato il motivo della sua presenza in quella Sala, quel Giovedì pomeriggio.
Era arrivata per prima, volendo avere tutto il tempo per scegliersi il posto perfetto: e lo trovò, centrale ma piuttosto in fondo, lontano dalla possibilità, probabilmente, di poter conversare con gli altri presenti; naturalmente sapeva che l'unica persona abilitata a starle vicina era proprio Zephyr, ma il Corvonero le aveva raccontato dell'incontro tra lui e Dylan una decina di giorni prima ed insieme, lei e Kenway, avevano preso la decisione di non farsi vedere troppo spesso insieme, almeno in pubblico. Non si sarebbe stupita, perciò, se il ragazzo si fosse sì seduto nei paraggi del posto di Melia, ma non accanto come avrebbe fatto un tempo.
La cosa un po' le dispiaceva, naturalmente, ma era un modo per venire incontro alle richieste di Connor, in fondo: la Herbert non avrebbe mai rinunciato a Kenway, ad averlo nella sua vita e ai sentimenti di amore/affetto che provava per lui, ma questo non significava non poter fare uno sforzo per non starci troppo a contatto pubblicamente, dimostrando così a Dylan la volontà di non volerlo ferire.
Una canotta rossa, pantaloni neri e décollétes dello stesso colore per la Serpe, che completava il suo look con una cascata setosa e liscia di capelli castani e, ovviamente, gli immancabili occhi dorati con le pupille dal taglio verticale; se ne stava seduta placidamente con le gambe accavallate e il gomito appoggiato sul bracciale della poltrona così da permettere alle dita di fare da perno al capo, accompagnando il tutto da un lieve sorrisetto con cui salutava chiunque entrasse dalla porta della Sala Conferenze.

Immagine


Fu così che Melia notò la presenza di Jorge, il suo dolce Delfino, insieme ad una compagna di Casata, e due Grifondoro, e quella di studenti più grandi, compreso Zephyr col quale si scambiò una veloce ma intensa occhiata d'intesa mentre il Corvonero si sedeva, come ipotizzato, un paio di posti di distanza da lei.
Poi, la sua attenzione fu colta dall'arrivo di alcuni professori, compreso il suo Caposcuola, e da quello dei due ex Draghi per eccellenza, il duo Ricciardi-Seal, che ovviamente si sedettero vicini; le labbra di Melia s'incurvarono verso l'alto al pensiero di cosa avesse combinato ad entrambi, la rottura con Cartwright per Arianna, Tassorosso che arrivò poco dopo peraltro, e un bel servizietto orale per Typhon, che grazie all'ipnosi di Melia non se lo sarebbe mai ricordato, e doveva solo ringraziare il fatto che alla Herbert stesse simpatica la Parker, l'unica del quartetto ancora mancante all'appello, fatto insolito per una come Alexis sempre molto precisa in tutto.

Salve a tutti.
Come molti di voi sapranno, qualche tempo fa il professor Vastnor chiese la mia collaborazione per istruirvi al meglio sulle tecniche di difesa contro il vampiro, inteso come creatura oscura. Naturalmente, questo corso di approfondimento per voi studenti verterà su una delle più grandi pozioni offensive che siano state inventate contro questo genere di nemico. Siete pregati quindi di fare assoluto silenzio, prendere piuma e pergamena e di stare bene attenti alle diapositive che vi verranno sottoposte nel corso della lezione.


Nessun commento né sguardo particolare dalla Serpeverde a quelle prime parole, solo un movimento leggero e veloce con cui tirò fuori un foglio di pergamena e una piuma, accompagnata da un calamaio colmo d'inchiostro, così da poter prendere eventuali appunti anche se, a dirla tutta, ne aveva ben poca voglia; non era come la Parker, amante della conoscenza forse al pari dei sentimenti provati per Seal, stava seguendo quella Conferenza più per spirito di solidarietà verso Zephyr che per interesse.
Avevano letto entrambi la Gazzetta del Profeta e avevano saputo della strage di Vampiri in Tunisia, ma per quanto Kenway non avesse fatto particolari commenti a riguardo, tanto per cambiare, Melia era sicura che la notizia l'avesse sconvolto e non poco: da qui l'idea di stargli accanto, a modo proprio, e di fargli sentire il suo sostegno, anche perché non si poteva mai sapere e magari partecipare a quella Conferenza le avrebbe fornito dei crediti extra-scolastici.
Quella breve introduzione fu seguita dalla prima diapositiva - la prima di una lunga serie, temette Melia - raffigurante un Vampiro di nome Louis, il primo della sua stirpe ad aver deciso di parlare della propria razza, scrivendo di essa nei minimi dettagli nonostante la cosa non fosse ben vista dai suoi simili.

Quasi quasi potrei riproporre l'idea a Marcus... "Storia di un'Aberrazione", un titolo accattivante.

Pensò la Herbert scuotendo appena il capo, continuando ad ascoltare Martha e le sue parole: la filosofia dei Vampiri era un po' quella della Setta al momento, agire nell'ombra senza rivelare la propria presenza e punire chiunque avesse osato andare contro queste regole.

E’ proprio in questo periodo, quando cioè popolose comunità di vampiri vennero allo scoperto, che si sentì l’esigenza di creare un’arma che potesse distruggerli facilmente e senza troppi problemi. Naturalmente, esistevano già incantesimi che potevano danneggiare e uccidere i vampiri; tuttavia, nonostante ora la loro esistenza fosse stata resa ormai nota, era comunque difficile stanarli dai luoghi nei quali essi si nascondevano. Era perciò necessario creare qualcosa che non destasse troppi sospetti, ma che fosse parimenti efficace contro queste creature oscure.

Tsk, e dire che al giorno d'oggi sarebbe bastato chiedere a Tezzereth...

Si disse Melia, scuotendo appena il capo ma scrivendo, suo malgrado, le informazioni appena ricevute dalla voce della donna: a differenza di Zephyr, che cercava di avere meno contatti possibili con la Setta, la Serpeverde scriveva spesso a Marcus per tenersi aggiornata e aggiornarlo a sua volta su ciò che succedeva nella sua vita e in quella del Quartier Generale dove i 12 si riunivano; l'essere più "vicina" a Marcus e all'Organizzazione, vuoi anche per il favore fatto a Julie tempo prima, le aveva dato modo di conoscere non di vista, ma perlomeno a livello nominativo, alcuni dei componenti della Setta.
Sapeva dell'esistenza di un'illusionista di nome Dominique, ad esempio, con un potere non molto lontano dal proprio, di un Mercenario spietato, Garruk, una collega Mangiamorte di Julie di nome Chandra, e Tezzereth, appunto, un Pozionista/Alchimista: non aveva mai visto all'opera nessuno di loro, ma se facevano parte dei 12 dovevano essere dei geni assoluti nel loro campo e allora non c'era motivo, per la Herbert, di non considerare l'ultimo ben in grado di riprodurre una Vampire Slayer senza troppa difficoltà.
Una seconda diapositiva prese il posto di quella raffigurante Louis, l'immagine di un uomo con uno strano paio di occhiali sul naso.

Abraham Ichabord Crane, alchimista, pozionista ed erbologo ottocentesco, nonché inventore di quella che oggi chiamiamo Vampire Slayer. In realtà, Crane era molto più raffinato nel dare nomi ai propri composti, tanto che in origine la sua pozione prendeva il nome di Necrovelenus, il Veleno dei Morti. Furono i cacciatori che la utilizzarono a soprannominarla semplicemente “Vampire Slayer”, AmmazzaVampiri, nome che poi venne conservato anche quando questa pozione venne perfezionata negli anni a venire. Quella di Crane, infatti, era solo un prototipo non ancora ben sviluppato, ma in ogni caso di grande utilità ed efficacia. Contro un vampiro Neonato o relativamente Giovane, questa pozione riusciva ad indebolirli a tal punto da permettere ai maghi cacciatori di finirli prima che avessero il tempo di attaccarli.

Fu istintivo, per la Serpeverde, voltarsi in direzione di Zephyr a quelle parole, anche solo per comprendere come stesse reagendo a ciò che la Bennet diceva: sapeva che esteriormente non avrebbe mai dato a vedere in modo palese e aperto sentimenti quali rabbia o fastidio, ma sapeva anche di essere in grado di cogliere in lui sfumature e dettagli che la maggior parte delle persone ignorava, e che le sarebbero stati utili per comprenderne lo stato d'animo.
Fu in quel momento che Alexis Parker fece il suo ingresso alla Conferenza, e Melia le rivolse un piccolo cenno del capo come saluto prima che si sedesse accanto a Typhon: da quel poco che la Serpe sapeva, la neo Diplomata stava seguendo un numero improponibile di seminari e master, ed aveva anche fatto richiesta per diversi tirocini; distrattamente si chiese se alla Setta una del genere avrebbe potuto far comodo, ma si rispose quasi subito che mai la bontà insita nella Delfinazzurro si sarebbe potuta armonizzare coi metodi, spesso crudi e brutali, dei 12.

Ora passerò ad analizzare il tema della conferenza di oggi. La Vampire Slayer è una pozione che attiva il suo effetto sia se ingerita, sia se lanciata contro il vampiro avversario. Ha una consistenza molto liquida ed un colore quasi anonimo a vederla. Infatti, di solito si presenta in questo modo, un giallo molto opaco e scarno.
Questa tipologia di colore è stata ideata proprio per far sembrare la pozione quanto più innocua possibile. E’ inodore e insapore e non ha alcun effetto deleterio se ingerita da un essere umano o da qualsiasi altra creatura che non sia un vampiro. La composizione e gli ingredienti utilizzati, infatti, reagiscono solo con l’organismo di un vampiro. Se qualcuno di voi ricorda la lezione sui Veleni, potrà fare una giusta associazione: la Vampire Slayer può essere vista come un veleno di II° o III° grado per i vampiri. Estremamente letale e difficile da riconoscere.


Per la prima volta dall'inizio della Conferenza, Melia si fece attenta, concentrata, e cercò di non perdersi nemmeno una parola di quelle pronunciate, aggiugendo agli appunti un piccolo disegno in alto a destra della pergamena raffigurante la diapositiva appena mostrata loro: a differenza di quanto chiunque avrebbe potuto pensare, però, la Serpeverde non era affascinata dalla Pozione, bensì intimorita non per se stessa, ma per l'amico e collega Kenway; una Pozione inodore e insapore, difficile da riconoscere... se mai l'avessero voluta somministrare a Zephyr, come avrebbero potuto evitare il peggio?
Certo, lui camminava alla luce del Sole e il suo cuore batteva, lento ma batteva, ma quegli occhi rossi e l'eccessiva mancanza di manifestazioni emotive avrebbero anche potuto destare qualche sospetto a lungo andare, soprattutto da quando ad Hogwarts aveva fatto la sua comparsa il MezzoDrago, a dimostrazione che di creature sconosciute, pericolose e ibiride ne giravano per il mondo magico.

[...] Sembra infatti, secondo il libro di Pointe du Lac, che esista un gruppo di vampiri talmente tanto potenti, che la loro nascita viene fatta risalire a ben più di duemila anni fa. Questi vengono chiamati gli Antichi e vi dirò subito che, contro di loro, la Vampire Slayer non ha alcun effetto. In effetti, neanche il sole sembra riuscire ad ucciderli, sebbene un’esposizione prolungata e costante nel tempo sotto i raggi solari possa provocare loro danni ingenti e dolori inimmaginabili. In compenso, più un vampiro è giovane, più esso è debole. Per questo, solitamente, la pozione viene utilizzata per lo più contro i Neonati, i Giovani e, se preparata a dovere, anche contro gli Adulti.
Se bevuta, l’effetto che provoca, in base all’età del vampiro, può essere di polverizzazione istantanea, autocombustione interna, debolezza fisica e dolori lancinanti che travagliano l’intero corpo della creatura. Se lanciata contro il vampiro, invece, non appena la pozione entra a contatto con la sua pelle, questa genera una scarica di fuoco luminoso che ne avvolge il corpo bruciandolo più o meno lentamente, a seconda della resistenza dell’ avversario.


Un brivido percorse la schiena della Herbert che si agitò leggermente sulla poltrona, facendo passare quel movimento irritato come un semplice fastidio dovuto alla posizione troppo statica: la verità era che la sua mente stava febbrilmente lavorando dopo aver incamerato le parole della Bennet.
Se quella pozione poteva uccidere o produrre indicibili sofferenze ad un Vampiro tra ustioni, debolezza, dolore e polverizzazione, quanto di tutto ciò poteva fare effetto su Zephyr, che era Vampiro solo in parte?
Non si volse verso di lui, non volendo dare troppo nell'occhio - per quanto, essendo nelle ultime file, nessuno avrebbe potuto notarli - ma sapendo che, grazie al suo potere, lui poteva sentirla, si fece uscire dalle labbra un sottolissimo sussurro, impercettibile per chiunque altro tranne che, appunto, per il Corvonero.

Stai bene?

Non poteva immaginare quanto ciò che avevano sentito potesse infastidire o spaventare Zephyr, perché in fondo si trattava sempre e comunque di un mondo a cui lei non apparteneva, ma non voleva che il ragazzo si sentisse solo più di quanto già, all'effettiva, non fosse.
Continuò a scrivere mentre la docente di Pozioni parlava, trascrivendo ogni ingrediente da lei presentato - il fiore dell'Unicorno, l'Elysium, la cenere di Fenice, il sangue di un morto e, infine, l'acqua - con minuzia mentre la sua mente non smetteva un secondo di riflettere: era possibile proteggere un Vampiro dagli effetti della Vampire Slayer? Esisteva, insomma, una contro-Pozione per quell'arma contro i non-morti?
Tezzereth sarebbe stato in grado di crearla e, nel caso, avrebbe funzionato come protezione per Zephyr? Troppi interrogativi e nessuna risposta, soprattutto considerando che non sapevano nemmeno se all'effettiva gli effetti della Vampire Slayer fossero o meno dannosi su di lui.
La Conferenza, intanto, sembrava essere arrivata in dirittura d'arrivo, e di fronte ai presenti comparve un'ultima diapositiva, l'immagine a mo' di ritratto di un uomo, un Vampiro, coetaneo di Louis ed evidentemente un pilastro della comunità vampiresca.

Lestat de Lioncurt. Un vampiro, un esteta, un amante, vissuto intorno agli stessi anni di Louis de Pointe du Lac. In effetti, le uniche notizie che ci vengono fornite su questo individuo provengono da Pointe du Lac stesso, il quale ce lo presenta con una personalità eccentrica, egocentrica, affascinante e, soprattutto, come un mentore. Ogni notizia relativa alle origini dei vampiri hanno come unica fonte quest’uomo, che sembra essere riuscito a scoprire il segreto della genesi della propria stirpe. La storiografia e anche autobiografia di Pointe du Lac racconta, infatti, nei minimi dettagli come Lestat sia riuscito a bere il sangue di tre Antichi, che si rivelarono essere anche i capostipiti della razza dei vampiri, acquisendone i poteri, la forza e la resistenza. Nessuno poteva eguagliarlo. Naturalmente, queste affermazioni non vanno date per certe, in quanto ad oggi nessuno sembra aver più visto o sentito parlare di Lestat de Lioncurt. Sembra infatti che questo vampiro sia scomparso intorno alla fine dell’Ottocento, data nel quale sono andate perdute le sue tracce, insieme a quelle di Louis de Pointe du Lac.

Un Vampiro che aveva bevuto il sangue degli Antichi, e che era divenuto quindi il più forte di tutti... certo, sembrava fosse scomparso secondo le parole della Bennet, ma se fosse stato vivo ci sarebbe stato modo di rintracciarlo?
A Zephyr sarebbe mai importato venirci a contatto, e nel caso, che gli avrebbe potuto dire? Questo Lestat, ammesso che fosse ancora vivo, avrebbe potuto renderlo più forte come gli Antichi avevano fatto con lui?
Domande su domande, ancora una volta, e la Herbert odiava non sapersi mai dare una risposta.

Bene. E’ arrivato il momento delle domande. Se avete dei quesiti da pormi, vi prego di parlare uno alla volta, alzando la mano e attendendo che sia io a darvi il via. Non abbiate timore di esporre i vostri dubbi: cercherò di essere quanto più esaustiva possibile nel rispondervi.

Non domandò subito, anzi, lasciò che molti prima di lei ponessero i loro quesiti, alcuni sulla Pozione, altri sulla vita dei Vampiri più in generale: le sue, di domande, se le tenne strette per molto tempo, e solo in un momento di pausa, quando nessuno stava parlando o alzando la mano, si decise a prendere parola.

Professoressa Bennet, la mia curiosità non riguarda tanto la Pozione in sé, ma la necessità che si è sentita di crearla... perché secondo lei non si è semplicemente lasciato che i Vampiri vivessero la loro vita senza immischiarsi?
Da quel poco che ne so, e mi corregga se sbaglio, essi si nutrono del sangue umano, ma non devono uccidere per forza... perché invece di ucciderli e sterminare un'intera razza, non si è provato ad educarla fin da subito così da potervi coesistere?


Una domanda che poteva suonare come polemica, ma Melia era stata ben attenta a modulare la voce cosicché sembrasse più che altro una curiosità propria, qualcosa del tutto innocente e senza nessun tentativo di creare un dibattito morale, più che altro la voglia di conoscere anche l'opinione della donna.

La seconda domanda che vorrei rivolgerle potrà sembrarle assurda, ma... come possiamo avere la certezza che questa pozione, la Vampire Slayer, sia efficace ancora oggi?
I Vampiri stessi potrebbero aver creato un antidoto efficace contro di essa, non crede?
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Messaggioda Vergil » 31/08/2013, 16:32

Credi quindi che ci sia anche Arianna?

Considerando chi l'allena, penso proprio di si, è un argomento troppo importante per un mercenario magico...

Non sembri molto contento di vederle, onestamente!

Ma no Calvin, che vai dicendo?
E' solo che ogni volta che la vedo, vorrei nascondermi perché...


... Perché non sei ancora diventato come vuole lei, dico bene?

Hai centrato in pieno Evan, è a dir poco frustrante!

Non ti devi incolpare in questa maniera Ver, guarda che sei maturato molto da quando ti sei diplomato.

Grazie infinite Calvin, adesso che ho la tua benedizione in merito mi sento meglio, ora vado a chiederla in moglie!

Ahahah, dai calmati Vergil, sembri un cavo elettrico quando c'è lei nelle vicinanze...

E come poter dare torto al migliore amico, anzi, uno dei due migliori amici del Cartwright.
Quella mattina si era svegliato con il magone al pensiero di poterla rivedere, lì, in mezzo alla folla, senza avere il privilegio di sederle vicino, scambiarci due parole, organizzare una cena o magari, ancor meglio, darsi un bacio come due persone che stavano assieme.
Tempi così lontani che pareva esser trascorsa una eternità, eppure erano solo un paio d'anni, niente di che per i babbani, figurarsi i maghi.
Ricevuta la fatidica lettera di allontanamento sei mesi e mezzo prima, Vergil aveva iniziato un rigido allenamento su sé stesso, al fine non solo di migliorare il corpo ma anche la mente, aiutato ovviamente dall'età adolescenziale che lentamente lo stava distanziando.
17 kg in meno sostituiti da altri 6 di massa magra, ma non era certo abbastanza per essere definiti dei veri e propri aspiranti Auror.
Consigli sulla linea da parte di Typhon, l'ultima persona con la quale avesse voluto parlare di simili argomenti, ma necessitava di un aiuto perché altrimenti non sapeva proprio da dove cominciare, considerati i troppi impegni del suo ex personal trainer, Ferdy Stone, che gli impedivano quindi di seguirlo attivamente nel corso della sua ripresa fisica.
Quando correva per il campo da Quidditch dopo tre giri aveva sempre il fiatone e in più guardandosi allo specchio si reputava molto poco credibile come futuro aspirante alla cattedra di volo, visto anche l'ultimo docente di ruolo passato.
Insomma un tripudio di pessimismo, caratteristica che Vergil non aveva mai e poi mai espresso nella sua vita, perennemente ottimista, perennemente burlone, scherzoso e sorridente, impegnato più a giocare col mondo che a prenderlo sul serio.
Ne cambiavano di cose nella vita e prima tra queste, la considerazione di certi seminari fondamentali per la sua formazione lavorativa futura.
Giunto all'ingresso della grande aula, prese un bel respiro, abbassando il capo, sentendo le due pacche sulle spalle all'unisono dei due amici.
Con un mezzo sorriso di ringraziamento fece loro segno di non stargli troppo vicino, perché lui avrebbe preferito non dare nell'occhio ed andare verso gli ultimi posti in modo da non dover incrociare per forza lo sguardo dell'ex fidanzata.
Fu piuttosto impossibile non notarla in mezzo alla stragrande folla di quel pomeriggio, d'altronde era la più bella di tutte, Herbert compresa.
Un look femminile, che metteva in risalto le forme toniche e spettacolari della ragazza, la quale, altro che Cartwright e i suoi allenamenti da poco, possedeva un fisico da Lara Croft, la celebre eroina dei videogiochi babbani ai quali Vergil spesso giocava per dilettarsi e passare il tempo libero estivo, nelle tenui mattinate calde di Giugno e Luglio.

Magari potrei chiedergli anche io a Vastnor delle lezioni private...
... No, come minimo alla prima lezione, giusto per testare la mia resistenza, mi spezzerebbe un paio di vertebre!


Salve a tutti.
Come molti di voi sapranno, qualche tempo fa il professor Vastnor chiese la mia collaborazione per istruirvi al meglio sulle tecniche di difesa contro il vampiro, inteso come creatura oscura. Naturalmente, questo corso di approfondimento per voi studenti verterà su una delle più grandi pozioni offensive che siano state inventate contro questo genere di nemico. Siete pregati quindi di fare assoluto silenzio, prendere piuma e pergamena e di stare bene attenti alle diapositive che vi verranno sottoposte nel corso della lezione.


Ed a proposito di Vastnor, ecco che il seminario ebbe inizio e immediatamente il ragazzo prese posto in fondo in fondo, ringraziando che Arianna non l'avesse visto, o almeno, sperava che fosse così. Alla ragazza difficilmente sfuggivano le cose, ma quella era una situazione particolare, doveva essere molto attenta e non perdersi un solo minuto della conferenza, quindi Vergil sperò molto nella sua dedizione obbligata alla conoscenza.
Nemmeno lui però poteva reputarsi da meno in quanto a desiderio di cultura, proprio perché come Auror un giorno sapeva che avrebbe potuto trovarsi ad affrontare un vampiro ostile, di quelli non abitanti di riserve apposite, ed allora fuori pergamena e piuma, era giunto il momento di prendere quanti più appunti possibili, assumendo di colpo un'espressione calma, pacata, seria e precisa.
Mentre la professoressa Bennet, la donna di trent'anni e prof con gli "argomenti" più giusti in assoluto, prendeva a parlare di quel certo Louis de Pointe du Lac, Vergil si accorse della presenza di Melia, non molto lontana, ed anche della professoressa di Divinazione.
Ormai con la Herbert pensava di avere un buon rapporto di amicizia, specie quando era stata proprio lei ad inculcarglielo nella mente, quindi semplicemente nel corso del tempo aveva fissato quell'idea talmente tanto che anche privato dell'ipnosi credeva che avessero stretto un rapporto molto intenso, positivo e di reciproca fiducia e stima... E poi si, anche lei meritava moltissimo in quanto ad "argomenti", quindi tanto meglio!

... Naturalmente, esistevano già incantesimi che potevano danneggiare e uccidere i vampiri; tuttavia, nonostante ora la loro esistenza fosse stata resa ormai nota, era comunque difficile stanarli dai luoghi nei quali essi si nascondevano. Era perciò necessario creare qualcosa che non destasse troppi sospetti, ma che fosse parimenti efficace contro queste creature oscure.

Fu allora che venne inventato il famosissimo spray al peperoncino!

... Abraham Ichabord Crane, alchimista, pozionista ed erbologo ottocentesco, nonché inventore di quella che oggi chiamiamo Vampire Slayer. In realtà, Crane era molto più raffinato nel dare nomi ai propri composti, tanto che in origine la sua pozione prendeva il nome di Necrovelenus, il Veleno dei Morti.

Aaaahhh... E io che pensavo di averci indovinato!

Dunque la pozione inventata variava il suo effetto in base all'anzianità del vampiro: scherzi a parte, era davvero molto interessante.
Scriveva svelto il Tassobello, consumando la prima pergamena e passando alla seconda, alzando solo un secondo lo sguardo per individuare l'arrivo di Alexis Parker, sui carissima amica, confidente e amante segreta, ma sull'ultima avrebbero avuto dubbi sia Evan, che Calvin, Hogwarts, la Trama, il Mana e la stessa realtà dei fatti.
Le lanciò un saluto veloce con un sorriso gentile e sincero, anche se appena appena agitato, constatando che si stava sedendo vicino ad Arianna.
Sapeva perfettamente che Lex non l'avrebbe tradito ed avrebbe evitato certamente di dire cose simil: "Ehi, ma l'avete visto Vergil che sta seduto lì dietro? Non me ne ero proprio accorta!"
Al massimo se proprio proprio intendeva metterlo nei guai poteva esordire con un: "Cavoli ma quanto si è fatto più bello, alto, muscoloso Vergil, ci hai fatto caso Arianna? Sta veramente diventando affascinante ogni giorno di più, Typhon sei fortunato che sono innamorata altrimenti un pensierino ce lo facevo! Che bel pezzo di diplomato!".
Dubitava fortemente che Alexis fosse in grado di parlare in quella maniera ma era decisamente divertente immaginarla mentre diceva cose così.

Ora passerò ad analizzare il tema della conferenza di oggi. La Vampire Slayer è una pozione che attiva il suo effetto sia se ingerita, sia se lanciata contro il vampiro avversario. Ha una consistenza molto liquida ed un colore quasi anonimo a vederla. Infatti, di solito si presenta in questo modo, un giallo molto opaco e scarno.
Questa tipologia di colore è stata ideata proprio per far sembrare la pozione quanto più innocua possibile. E’ inodore e insapore e non ha alcun effetto deleterio se ingerita da un essere umano o da qualsiasi altra creatura che non sia un vampiro. La composizione e gli ingredienti utilizzati, infatti, reagiscono solo con l’organismo di un vampiro. Se qualcuno di voi ricorda la lezione sui Veleni, potrà fare una giusta associazione: la Vampire Slayer può essere vista come un veleno di II° o III° grado per i vampiri. Estremamente letale e difficile da riconoscere.


In effetti è vero, somiglia talmente tanto ad un alcolico che basterebbe chiedere ad un vampiro: "Ehi, prima di prosciugarmi la carotide, ti va uno scotch? Dai, un ultimo desiderio non si rifiuta a nessuno!"

... Questi ingredienti, quindi sono una componente floreale, l’Elysium, una componente animale, le ceneri della Fenice e una componente umana, il sangue di un morto.

Altri appunti su appunti, certo che era proprio un seminario pesante, almeno a quello del professor Sykes, pensò Vergil, distribuirono qualcosa per merenda.
Ma si sapeva che la Bennet non era persona da mettere rinfreschi in mezzo a certe importanti discussioni di natura culturale, quindi meglio non pensare troppo all'appetito o alle pause e continuare a scrivere, anche perché probabilmente si stava raggiungendo la parte fondamentale, gli ingredienti della pozione, la natura di ognuno di essi ed il loro impiego secondo metodi di consumo e dosaggio.
Il primo tra questi fu un fiore dalla forma quanto mai singolare, ricordante un pegaso incrociato con un unicorno.
Molto bello a vedersi così, delicato, dal colore bianco candido e dei petali piuttosto lunghi e aggraziati, insomma, un regalo top per un mazzo di fiori da portare ad un appuntamento, meglio però non dirlo ad alta voce onde evitare un Avada Kedavra dalla professoressa di pozioni e forse anche da quella di Erbologia, giusto per rimanere in tema.
Il secondo ingrediente invece poteva reputarsi anche abbastanza scontato, ma comunque molto, molto difficile da rimediare.
Le ceneri di una fenice non venivano fornite dalle stesse creature proprio tutti i giorni, anzi, da quello che affermava la Bennet, bisognava stabilire una fortissima amicizia e fiducia reciproca con loro prima di sperare in un dono tanto ambito.

... Prendere le ceneri di una Fenice viene considerato altrettanto stolto e pericoloso. Tuttavia, se una Fenice ci accorda la propria fiducia, si può ottenere il permesso di prendere un pizzico delle sue ceneri.
Queste vanno raccolte un attimo prima che la creatura rinasca, in maniera da conservarne tutta la componente magica e di fuoco, e verrà mescolata in seguito insieme alla linfa dell’Elysium prima di essere aggiunta alla Vampire Slayer.


Ceneri... Pizzico... Prima della rinascita... Mescolare... Linfa...

... Solitamente, c’è un criterio per scegliere il tipo di sangue adatto: quanto più tempo passa dalla morte della persona, tanto più la qualità del plasma si abbassa di livello. Il sangue di una persona morta da un secondo è nettamente superiore rispetto a quello di uno che è morta da dieci secondi, e così via. Capite bene quindi che, in base alla qualità degli ingredienti, una Vampire Slayer potrà essere più o meno efficace e il costo oscillare fra gli 800 e i 2000 galeoni.

Praticamente c'è così tanto lavoro dietro da fare o così tanti soldi da investire che faccio prima a tentare di sgozzare il vampiro da solo. Magari ci rimetto la pelle, ma almeno ho lasciato alla famiglia 2000 Galeoni!

... Ora vi farò un ultimo appunto, che riguarda il quarto ingrediente di questa pozione, spesso sottovalutato perché si trova largamente e abbondantemente in giro, ma che può veramente fare la differenza. Sto parlando naturalmente… Dell’acqua!

Oooohhh, bene, sia lodato Merlino! Un ingrediente che posso trovare anche io, Evan o Calvin...

... L’acqua intrisa di energia solare, infatti, è la più adatta per questo tipo di pozione ed in più ne innalza notevolmente il livello. Per riuscire a trovare un ingrediente simile, dovreste cercare un fiume o, ancora meglio, un lago che si trovi su un alto piano montano, dove non esiste albero o fronda che possa oscurarne la sua superficie. E dove il sole splende per la maggior parte del tempo.

Terminata la quarta pagina di appunti, Vergil prese la quinta in velocità, alzando lo sguardo solo per vedere un secondo cosa stesse facendo Arianna e per ammirare silenziosamente la chioma di capelli semi-dorati che le circondavano il bellissimo viso e i perfetti lineamenti.
Da quando era cresciuto aveva iniziato a fare molto più caso alla parte alta del corpo rispetto quella bassa, non disdegnando mai le curve.
Un altro punto a favore per la sua maturità, senza dubbio. Glielo aveva detto anche Alexis che era contenta che il ragazzo avesse iniziato a guardarla molto più negli occhi durante le loro conversazioni, sia serie che ludiche.
Finito il paragrafo sugli ingredienti, la professoressa decise di proseguire parlando di un'altra importante figura del passato, presente o forse futuro, un vampiro molto potente chiamato Lestat che era riuscito a bere il sangue di alcuni tra i più potenti suoi "colleghi".
Davvero interessante e dal viso molto calmo e tranquillo, chissà poi com'era nella realtà ma a prescindere Cartwright non desiderava scoprirlo.
Subito dopo però giunse il momento che Vergil non aveva affatto previsto e che inizialmente lo fece sobbalzare: le domande.

Bene. E’ arrivato il momento delle domande. Se avete dei quesiti da pormi, vi prego di parlare uno alla volta, alzando la mano e attendendo che sia io a darvi il via.
Non abbiate timore di esporre i vostri dubbi: cercherò di essere quanto più esaustiva possibile nel rispondervi.


Lei la fa facile, sono io che devo fare bella figura con la ragazza che amo!

Un rivolo di freddo sudore gli percorse la guancia sinistra. Deglutì ascoltando i primi quesiti che vennero rivolti e tra questi, proprio quelli di Ary.
E ti pareva che l'apprendista di Vastnor non facesse delle domande così potenti e così complesse, porcaccia miseria.
Gli caddero metaforicamente le braccia, la mente invece era in tilt. Voleva fare bella figura con lei, una bella entrata in scena trionfale, sorprendendola con la sua perspicacia e la sua curiosità all'avanguardia, ma per il momento in testa aveva un cucciolo di drago e uno di grifone che si rincorrevano cantando "Twinkle twinkle little star".
Così le mani continuavano ad alzarsi e dopo quella di Arianna giunsero anche le domande di Typhon, Alexis e Melia che lo affossò ancora di più nella sua depressione più totale. Ma cosa mangiavano quei quattro a colazione, pane e Madama Berforth?
Si passò una mano tra i capelli, osservando poi che la Bennet stava per dare il definitivo stop per rispondere a tutto e poi concludere il seminario.
Inizialmente era il momento che aspettava di più, adesso avrebbe voluto che la conferenza durasse altri tre giorni, senza pause.
Una forza improvvisa e di folle coraggio lo fece mettere in piedi e quando la docente chiamò il suo nome, chiedendo cosa volesse dire, gli morì il fiato in gola, infatti per almeno quattro, cinque secondi rimase muto totalmente.

Eh... Beh... Ecco io volevo chiedere se... Se...

Ver sbrigati!

... Allora... Ehm...

Forza amico, brillante, brillante!

... In caso fossi a corto di Galeoni e non fossi nemmeno un abile scienziato in grado di ricreare la Vampire Slayer, l'acqua intrisa di raggi solari che ha descritto prima, se lanciata addosso ad un vampiro può comunque infastidirlo in qualche modo e permettermi così di scappare o pensare ad una strategia efficace in combattimento per neutralizzarlo?

In quel preciso istante si augurò fermamente di non aver chiesto una emerita c*****a.
Dalla risposta della Bennet sarebbe valsa la considerazione positiva o negativa della Ricciardi nei suoi confronti e lui al momento non si sognava minimamente di guardarla negli occhi, fingendo di essere completamente concentrato sulla risposta, percependo distintamente che anche la sua anima stava grondando di sudore.
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